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Visualizza Versione Completa : a che tipo etnorazziale appartenete?



Felix (POL)
12-05-02, 04:06
a che tipo etnorazziale appartenete? Io da parte mia l'ho già indicato. Ad occhio direi dinarico-mediterraneo.

Felix (POL)
30-08-06, 00:51
sorprendente che nessuno si assuma come dinarico. Un tipo subrazziale molto diffuso nel nord e centro italia.

kalashnikov47
30-08-06, 00:53
Boh, è difficile auto-classificarsi. Ho messo misto. per non sbagliare.:-01#44

Der Wehrwolf
30-08-06, 09:27
Alpino-dinarico

Jenainsubrica
30-08-06, 09:46
Sul misto col mediterraneo non ci giurerei poichè ormai è assodato che i Liguri fossero un popolo Indoeuropeo e cmq, come abbiamo visto nei tread in rilievo,il mediterraneo di un tempo non è il mediterraneo di oggi.

Che tipo sono io?Bha il cranio è piatto, alpino/estide,l'aspetto è nordico,quindi
misto Alpino-Nordico dovuto ai celti?


Per classificarsi basta fare un bel test qui.

http://dienekes.angeltowns.net/calc/rac/

Padanik (POL)
30-08-06, 13:20
Io sono alpino-mediterraneo occidentale, un tipo misto molto diffuso nel basso piemonte cuneese e in liguria. Ho anche qualche traccia dinarica dovuta a mio nonno friulano.

uqbar (POL)
30-08-06, 13:42
Io mi sento mediterraneo ... anche se dall'aspetto fisico (chiarezza e altezza) molti che mi vedono sono portati a non crederci.
Ma l'importante è quello che ci si sente nello spirito.

Celta boico
30-08-06, 14:30
Sul misto col mediterraneo non ci giurerei poichè ormai è assodato che i Liguri fossero un popolo Indoeuropeo e cmq, come abbiamo visto nei tread in rilievo,il mediterraneo di un tempo non è il mediterraneo di oggi.

Che tipo sono io?Bha il cranio è piatto, alpino/estide,l'aspetto è nordico,quindi
misto Alpino-Nordico dovuto ai celti?


Per classificarsi basta fare un bel test qui.

http://dienekes.angeltowns.net/calc/rac/

In base al sito che hai indicato io sarei mediterraneo al 100% :eek:

Gioàn Padàn
30-08-06, 20:03
In base al sito che hai indicato io sarei mediterraneo al 100% :eek:

sempre in base a questo sito io sarei dinarico

Felix (POL)
30-08-06, 23:08
Per classificarsi basta fare un bel test qui.

http://dienekes.angeltowns.net/calc/rac/

a me da' dinaro-mediterraneo.

Celta boico
31-08-06, 00:31
Cavoli, eppure sono (ero per l'età...) biondo-cenere con riflesso rosso, occhio grigio-azzurro, statura 1,78, profilo greco... perlomeno atlanto-mediterraneo seguendo un'attimo tutto l'evolversi del 3D in rilievo sulle razze d'europa... Boh!

Felix (POL)
31-08-06, 04:34
la razza mediterranea può oscillare verso il tipo biondo, magari per un remoto influsso nordico.
Importante è l'indice cefalico: nordici e mediterranei sono entrambi dolicocefali (con cranio allungato)

Jenainsubrica
31-08-06, 23:06
In base al sito che hai indicato io sarei mediterraneo al 100% :eek:


Date un'occhiata nei tread in rilievo.

File Salva con nome per salvare le pagine e troverete molte risposte alle vostre domande.


Vero!Sottovalutiamo sempre questa componente un po' slava di noi Padani!
E pensare che abbiamo sempre fornito ottimi giocatori di Basket di livello serbo alla nazionale ita di basket.
Per quanto riguarda queste tracce di mediterraneità onde tranquillizzare i padani che vengono già presi dal terrore vi offro come chiave di ricerca per risolvere il problema di andare ad indagare su chi c'era prima degli stessi liguri;
magari leggendo Cavalli-Sforza,Scoprireste popoli mediterranei molto diversi da quelli cui siamo abituati a pensare.

Per il resto vi posto, giusto per rilassarmi un po' questo brano tratto da L'invenzione della Padania di aaargh Oneto, FOEDUS EDITORE 1996.

ORIGINI ETNICHE DELLA PADANIA
Il nazionalismo italiano si è sempre
confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione, ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana".~>>

Questa spasmodica ricerca di "purezza razziale" ha in verità caratterizzato gran parte della storia post¬unitaria ossessionata dalla ricerca forzata di elementi di comunanza ma ha anche generato inevitabili conseguenze contraddittorie come quelle cui è pervenuto lo scienziato siciliano Alfredo Niceforo che distingueva la popolazione italiana in arii e italici (o

mediterranei) basando le sue deduzioni sulla forma del cranio.«) Ma si è trattato di considerazioni che non hanno in nulla scalfito le certezze "puriste" di Mussolini (che voleva tutti gli italiani discendenti in linea diretta da legionari romani) nè di Preziosi, di Telesío Interlandi e degli altri entusiasti estensori del Manifesto del 1938.

Più che a considerazioni di questo genere sui caratteri fisici degli abitanti, le aspirazioni di definizione della Padania come comunità nazionale si rifanno a un concetto di comunità, di famiglia. Ad essa si adatta con maggior precisione la definizione di Connor di nazione intesa come un "gruppo di persone che sente di essere apparentata ancestralmente". La moderna concezione di nazione sarebbe secondo lo studioso americano: "il gruppo più ampio che può ottenere la lealtà di una persona a causa dei legami di
cimentato in scabrosi funambolismi che sono culminati con il Manifesto della Razza Italiana, promulgato nel 1938 nel quale - fra altre amenità - si poteva leggere: "Alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perchè essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perchè la costituzione razziale di questi popoli è diversa. (..) Esiste ormai una pura "razza italiana". Questo enunciato non è basato sulla
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confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione, ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana".o>
Questa spasmodica ricerca di "purezza razziale" ha in verità caratterizzato gran parte della storia post¬unitaria ossessionata dalla ricerca forzata di elementi di comunanza ma ha anche generato inevitabili conseguenze contraddittorie come quelle cui è pervenuto lo scienziato siciliano Alfredo Niceforo che distingueva la popolazione italiana in arii e italici (o mediterranei) basando le sue deduzioni sulla forma del cranio.« Ma si è trattato di considerazioni che non hanno in nulla scalfito le certezze "puriste" di Mussolini (che voleva tutti gli italiani discendenti in linea diretta da legionari romani) nè di Preziosi, di Telesio Interlandi e degli altri entusiasti estensori del Manifesto del 1938.
Più che a considerazioni di questo genere sui caratteri fisici degli abitanti, le aspirazioni di definizione della Padania come comunità nazionale si rifanno a un concetto di comunità, di famiglia. Ad essa si adatta con maggior precisione la definizione di Connor di nazione intesa come un "gruppo di persone che sente di essere apparentata ancestralmente". La moderna concezione di nazione sarebbe secondo lo studioso americano: "il gruppo più ampio che può ottenere la lealtà di una persona a causa dei legami di
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parentela provati; è, da questa prospettiva, la famiglia pienamente intesa. Il senso di discendenza unica, naturalmente, non ha bisogno di essere, e in quasi tutti i casi flora sarà, in accordo con la storia reale. Quasi tutte le nazioni sono il risultato variegato di numerose stirpi etniche. Non è la storia cronologica o reale ad essere la chiave della nazione, ma la storia sensibile e sentita. Tutto ciò che è richiesto per l'esistenza di una nazione è che i membri condividano una convinzione intuitiva delle origini e dell'evoluzione separata del gruppo".(3)
In questo senso, la Padania sembra essere archetipica.

In ogni caso dalle più consuete definizioni scientifiche si apprende che la Padania è abitata quasi esclusivamente da "Indoeuropei di sottorazza alpina (prevalente ma con mescolanza)" mentre nella penisola italiana prevale la
"Sottorazza mediterranea")
Assai più interessante è l'indagine sui popoli originari da cui discendono in larga parte agli attuali abitanti della regione padana e che costituiscono quei comuni antenati ancestrali che tanta importanza hanno

(o sembrano avere) nella formazione delle nazioni e nell'alimentare la quotidiana solidarietà fra i membri di una comunità.
Per la buona definitezza della comune origine del

-
suoi abitanti, la Padania costituisce sicuramente una

unità umana organica diversa
riconoscibile da ogni altra comunità al mondo. nln

epoca proto-storica e storica la Padania era abitata da
tre etnie principali dotate di
identificazione: due grandi popoli Liguri e i Veneti )
un insieme puttosto omogeneo di
definibili come popolazioni
proto-celtiche (Camuni, Leponzi,
"Golasecchiani", Reti, Salassi eccetera). I tre gruppi
erano dotati di un elevato grado di affinità etnica e
culturale (che li ha fatti anche confondere in una unica popolazione) che sono riscontrabili dalle (pur labili) tracce linguistiche, dalla loro agevole convivenza e dalle fonti letterarie loro contemporanee (greche e
latine) che li descrivono come

costumi e abbigliamento" e distinguibili solo per la lingua.(-5) Si trattava di
indoeuropee; anche il dubbio che per lungo tempo ha
assillato gli studiosi circa l'origine aria dei Liguri è
stato superato da studi recenti che hanno circoscritto le influenze pre-indoeuropee ai residui culturali e genetici lasciati dalle popolazioni Garalditane (gli antenati dei Baschi) che abitavano in precedenza i
territori su Cui i Liguri si sono insediati.I Veneti erano parte di una stanziata in varie parti d'Europa popolazione che e che nsi era
tata
con le tribù protoceltiche: tutti erano in qualche modo

collegati con la cosiddetta civiltà di Hallstadt.
Il quadro degli insediamenti (e delle aree di
influenza) delle varie civiltà nell'area padana risulta stabile e definito già dall'inizio dell'Età del ferro (1.000-800 aC) ed è in tale periodo che, secondo Alberto Piazza (io scienziato che sta cercando di ricostruire la storia cromosomica delle genti d'Italia), si forma la mappa genetica che sarà destinata a durare fino ad
oggi.M
A queste etnie principali si sono aggiunti, a partire dal VI secolo aC., gruppi di Etruschi che hanno occupato le principali vie di penetrazione soprattutto lungo la parte più interna della valle apportandovi una notevole influenza culturale. La loro influenza genetica è però stata pressocchè nulla sia per l'esiguità numerica dei loro stanziamenti sia perchè anche questi sono stati quasi completamente spazzati dalla seconda grande ondata di migrazioni celtiche che ha interessato gran parte della Padania a partire dal V secolo aC.
La calata "storica" dei Celti (quella di Belloveso, Elitovio e di Brenno) ha portato in Padania le nuove grandi tribù degli Insubri, dei Cenomani, Boi e dei Senoni che si sono insediate nella bassa valle fino al Montefeltro, sovrapponendosi alle popolazioni esi¬stenti con le quali avevano comunque notevoli affinità etniche e culturali. Tale comunanza è ancora una volta attestata dalla mancanza di grandi attriti fra le varie popolazioni (ad onta della ben nota rissosità dei Celti),
dalle numerose documentazioni di affinità linguistiche
e religiose, dalle identiche forme di organizzazione
sociale, dalle fonti storiche contemporanee (che
faticavano - come detto - a distinguere una popolazione dall'altra) e da talune significative coincidenze:
come l'identità della denominazione degli Insubri
("golasecchiani") che abitavano la Lombardia occidentale e di quelli insediatisi sullo stesso territorio nel V secolo, al seguito di Belloveso.
Questa seconda ondata ha avuto come effetti: l'allontanamento degli Etruschi, l'omogeneizzazione delle popolazioni preesistenti (con il deciso rafforzamento del "celtismo" già presente in Liguri e Veneti), la forte "celtizzazione" culturale di tutta la Padania (con influenze durature sulla toponomastica, sulle lingue, sulla religione, sull'attitudine alla democrazia e all'autonomismo - anche il più esasperato -, nell'organizzazione delle strutture sociali e, soprattutto, sulla memoria collettiva). Si è trattato di una sorta di potentissimo imprinting che ha resistito a due millenni di dure prove storiche, di occupazioni, di "pulizie culturali" fatte di menzogne, silenzi e brutali tentativi di sradicamento. Questa era la situazione precedente l'incontro-scontro con la civiltà romana che ha profondamente segnato la storia e la cultura padana. La romanizzazione dell'area è stata lenta e difficile (fra la battaglia di Sentino e la formale sottomissione dei Leponzi dell'alta Valle d'Ossola passano circa quattrocento anni di guerre, massacri e resistenza "partigiana") e non riesce mai a penetrare stabilmente nelle vallate alpine e appenniniche. L'occupazione romana ha esercitato una forte influenza in termini culturali ma non ha lasciato tracce sulla composizione etnica (e sul patrimonio genetico) della Padania perchè la pur massiccia colonizzazione di vaste aree è stata effettuata con ex legionari in gran parte di stirpe celto-germanica e perchè ha interessato quasi esclusivamente le città principali (di fondazione e non) e centuriazioni agrarie situate lungo le principali strade della bassa valle; e cioè aree che sono state le più esposte ai grandi rivolgimenti e devastazioni seguiti alla caduta dell'Impero.
La prova scientifica dell'ininfluenza dell'epoca romana (e di tanti secoli di storia successiva) sulla persistenza del patrimonio genetico delle popolazioni originarie della Padania è stata portata dai recenti studi di Luca Cavalli-Sforza e di Alberto Piazza(7). Sono stati esaminati i residui genetici delle popolazioni originarie che hanno permesso la formazione di alcune mappature piuttosto interessanti. Delle popolazioni studiate è, in particolare, molto interessante osservare la diffusione sul territorio del residuo genetico degli antichi Liguri: è impressionante vedere come, dopo migliaia di anni, il loro patrimonio genetico si ritrovi in aree che coincidono quasi perfettamente con le loro zone originarie di insediamento. Identiche considerazioni possono essere fatte per tutte le altre principali popolazioni preromane(8). Analoghi risultati sono stati raggiunti da un gruppo di scienziati francesi mediante l'esame sistematico del DNA, la minuscola sostanza presente in tutte le cellule che si conserva per lunghissimo tempo e che contiene le caratteristiche genetiche degli individui, delle famiglie e dei popoli. Così si è appreso che la penisola "si distingue in tre grandi aree con diverse connotazioni genetiche: il nord, con l'eredità dei Celti in eminenza; il centro, con i caratteri degli Etruschi che si conservano ancora oggi; il sud, dove prevale l'apporto dei Greci"(9). (Tav.4)




posteriori e con la distribuzione sul territorio degli insediamenti.
Le popolazioni originarie erano essenzialmente stanziate in aree di montagna e di collina e solo marginalmente nella pianura che era in gran parte coperta da fitte foreste planiziali, che era acquitrinosa, esposta ai continui mutamenti dei corsi dei fiumi e, per vaste estensioni, addirittura coperta d'acqua: tutta la zona compresa fra Mantova, il Po, l'Adda e le Prealpi era, ad esempio, una grande distesa d'acqua, detta Lago (o mare) Gerundo, che era addirittura parzial¬mente navigabile. Gran parte degli stanziamenti si trovava perciò nelle valli, sui pendii pedemontani, sulle rive dei grandi laghi prealpini e nelle parti asciutte (o bonificate) della pianura. Sono soprattutto queste ultime a essere state colonizzate e centuriate dai Romani: queste erano però anche le parti di territorio più esposte e su di esse si sono scatenate con più facile virulenza tutte le invasioni succedute alla caduta dell'Impero con i loro corollari di violenze e di massacri. Su queste zone si sono abbattute anche tutte le grandi epidemie (alcune delle quali risoltesi con la eliminazione della popolazione di interi paesi) e qui hanno costituito devastanti endemismi la malaria, la tubercolosi e la pellagra fino a tempi molto recenti.
Si può perciò pensare che la popolazione della "Bassa" sia andata soggetta a ciclici ricambi per
estinzione e per sostituzione da parte dei "serbatoi
demografici" costituiti dalle aree montane e collinari
dove non c'era passaggio e quindi ricambio genetico.
Aree di grande vitalità demografica come l'Appennino
Ligure e le Prealpi (sprattutto biellesi, bergamasche e
venete) hanno riversato con continuità i propri abitanti
in eccesso (e i loro apporti genetici rimasti invariati)
nella pianura in sostituzione della popolazione (di
etnìa spuria) che periodicamente veniva falcidiata da qualche traumatico evento. Non è così un caso che gran parte dei milanesi "veri" abbia - ad esempio - cognomi bergamaschi che testimoniano della durata di questo fenomeno fino a tempi pittosto recenti.00)
Questo spiega la persistenza dei residui genetici e perchè il grande passaggio di genti diverse non abbia lasciato in Padania tracce durature.
L'unica eccezione consistente è costituita dai Longobardi (e, in misura molto minore, dai Goti) il cui stanziamento ha avuto caratteri speciali per tipo ed entità. Innanzitutto, sembra che i Longobardi siano arrivati in numero molto più rilevante di quello di altri gruppi (una massa variabile fra i 250.000 e gli 800.000 individui a seconda delle diverse fonti, un numero in ogni caso enorme soprattutto se rapportato all'esigua popolazione dell'epoca) e che - anche a causa della loro quantità - si siano insediati molto capillarmente su tutto il territorio e non solo nella bassa e nei centri principali. Anzi, i Longobardi erano per propria cultura più portati agli insediamenti agricoli diffusi e non erano particolarmente attirati dalla vita urbana: questo ha consentito loro un apporto culturale e genetico alle popolazioni autoctone più lento ma più duraturo e incisivo. Ci sono perciò aree della Padania (Friuli) o con essa confinanti (Toscana) dove il residuo genetico longobardo è fortissimo. In generale poi la loro presenza ha costituito un ulteriore elemento di amalgamazione delle antiche popolazioni proto¬celtiche e celtiche con le quali i Longobardi dovevano comunque avere forti affinità etniche e culturali.
Si può per tutto ciò affermare con sicurezza che
gli attuali abitanti della Padania siano il risultato dell'amalgama di quattro popoli principali - i Liguri, i Veneti, i Celti e i Longobardi - (oltre che di piccole ma significative comunità di Goti, Gepidi, Burgundi, Avari e altri insediatisi prima e con l'arrivo dei Longobardi) che erano in qualche misura affini e che le attuali differenze regionali derivino dalle diverse percentuali localmente riscontrabili dei quattro ingredienti genetici. Ogni altro apporto esterno è stato del tutto marginale e senza rimarcabile effetto nel tempo.
Solo negli ultimi decenni la popolazione della Padania ha cominciato a subire modifiche di qualche rilevanza a causa dei massicci flussi immigratorii, del capovolto rapporto fra montagna (e aree marginali di campagna) e le grandi città di pianura, delle migliori condizioni di vita (che escludono epidemie devastanti) e del bassissimo tasso di natalità degli autoctoni.
In questo contesto le aree di montagna e di collina hanno perso la loro vitale funzione di serbatoio demografico e di conservazione genetica ma non quello - ugualmente fondamentale - di magazzini di cultura e di identità. È infatti assai significativo che proprio da queste aree in qualche modo "marginali" si siano sviluppate le più vitali istanze di autoriconoscimento comunitario in reazione al primo grande stravolgimento di una situazione di grande continuità etnica e che solo in un secondo tempo queste hanno finito per coinvolgere anche i cittadini che non abbiano le ascendenze genetiche delle popolazioni locali originario ma che ne hanno assimilato quelle culturali.



DAL PUNTO DI VISTA GENETICO L’ITALIA SETTENTRIONALE SI RIVELA SIMILE AI PAESI DELL’EUROPA CENTRALE, MENTRE LE REGIONI CENTRALI E MERIDIONALI SONO PIÙ VICINE ALLA GRECIA E AGLI ALTRI PAESI DEL MEDITERRANEO.
CAVALLI-SFORZA, MENOZZI, PIAZZA, STORIA E GEOGRAFIA DEI GENI UMANI, P. 519

Con ossequi

Celta boico
01-09-06, 08:03
Certo Jena, sono ben andato a guardare sopra nei 3d in rilievo, ed é lì che ho trovato discordanza tra il test indicato e le indicazioni delle fisicità, fattezze fornite dai vari autori anche se lievi, e per l'appunto, secondo il test sarei tot mediterraneo mentre per i Cavalli-Sforza e gli altri sarei di base atlanto-mediterranea con tratti e ossatura longobardi. Ciao.

Eridano
01-09-06, 09:02
175 cm, longilineo, dolicocefalo, fronte alta, capelli castani con riflessi rossi, occhi verdi; due figli: il primogenito biondo, occhi celesto, 185 cm, dolicocefalo, fronte alta, longilineo; secondogenita castano chiara con riflessi rossi (da piccola era bionda), occhi verdi, 170 cm (per ora), longilinea, dolicocefala, fronte alta.
Mi sento alpino.

greenlucifer
01-09-06, 14:51
E' impossibile una classificazione in questi termini, troppo semplificata e ci porterebbe ad errori grossolani.
La razza pura al interno dell' europa e' pressoche' impossibile da trovare, si deve invece ragionare in termini di percentuali razziali.
Dire io sono Alpino, o nordico, o metiterraneo-alpino e' dovuto da una constatazione superficiale del problema.
Ed e' qui che ci viene in aiuto il concetto di etnia, il quale e' piu' amplio.
I caratteri ereditari che determinano un etnia, sono il risultato di un mischiamento di caratteri di razze piu' pure, e' per questo che io mi ritengo di etnia Ligure: con chiare caratteristiche di sangue alpino, nordico e metiterraneo, ma questo ad un' analisi semplice, non mi meraviglierei se in me trovassero piu' piccole percentuali di sangue dinarico o est-baltico.
Basta camminare per strada per notare come pur appartenendo alla stessa etnia si trovano persone con caratteri fisici diversissimi: una persona con carnagione chiarissima nordica,con capelli mediterranei, brachicefalia alpina e naso dinarico, difficilmente potrebbe rientrare in una sola razza, e' per questo che bisogna parlare di percentuali.

arjuna60
02-09-06, 22:00
Io sono alto 1,80
ho pelle bianca cadaverica
capelli castano scuri,occhi marrone,magro,slanciato,spalle larghe,braccia lunghe,viso stretto e lungo,cranio allungato spiccatamente dolicocefalico.

sulla stirpe credo che ci sia un po' di tutto tranne di non bianco:mediterraneo,dinarico,alpino e nordico.
che mi dici sono un bastardo?

greenlucifer
02-09-06, 22:29
Io sono alto 1,80
ho pelle bianca cadaverica
Chissa' che bello!!!! :D
Si scherza ovviamente. :-01#44
Comunque se per bastardo si intende ogni persona che non appartenga ad una determinata razza in maniera pura..............................l' europa e' composta esclusivamente di "bastardi"
Personalmente non penso che tu lo sia!
Per bastardo io intendo il meticcio negro-bianco o bianco-asiatico o asiatico-negro.

St. Claude
02-09-06, 22:32
sorprendente che nessuno si assuma come dinarico. Un tipo subrazziale molto diffuso nel nord e centro italia.


Io sono Dinarico grossomodo. Ma con influenze Atlantidi.

arjuna60
02-09-06, 22:50
Chissa' che bello!!!! :D
Si scherza ovviamente. :-01#44
Comunque se per bastardo si intende ogni persona che non appartenga ad una determinata razza in maniera pura..............................l' europa e' composta esclusivamente di "bastardi"
Personalmente non penso che tu lo sia!
Per bastardo io intendo il meticcio negro-bianco o bianco-asiatico o asiatico-negro.

Da quel punto di vista puoi stare tranquillo sono talmente bianco da fare paura

arjuna60
02-09-06, 22:51
ho fatto il test e a me ha dato mediterraneo mischiato con iraniconordico

arjuna60
02-09-06, 22:54
Scusate ma la razza mediterranea è Aryana o semita?

greenlucifer
02-09-06, 23:06
Scusate ma la razza mediterranea è Aryana o semita?
La razza mediterranea e' la razza mediterranea.
la razza ariana trovo che sia un concetto un po ambiguo.
cose' la razza ariana: i nordici? un miscuglio indoeuropeo? bo!!!!!!
ariano vuol dire signore in iranico se non sbaglio. Trovo che si e' un po giocato con sto termine confondendo le idee.
Per quanto riguarda il test, lo fatto anche io e non ricordo che mi dava, comunque lo trovo poco attendibile, primo perche' ci vogliono strumenti specifici e poi perche' la craniometria e la razziologia in generale sono scienze non arti.
Ci vuole metodo per individuare le caratteristiche razziali non un test su internet

Felix (POL)
03-09-06, 02:08
1. i popoli arii furono e sono solo una parte della cosiddetta "razza bianca" (bianchi sono pure i baschi, che arii non sono)

2. gli arii primitivi avevano probabilmente diverse componenti subrazziali. Più nordiche verso l'Europa e via via più irano-mediterranee verso il centro dell'Asia. (ricordarsi che genti arie si spinsero sino in Mongolia e nel Turkestan orientale).

greenlucifer
03-09-06, 11:40
1. i popoli arii furono e sono solo una parte della cosiddetta "razza bianca" (bianchi sono pure i baschi, che arii non sono)

2. gli arii primitivi avevano probabilmente diverse componenti subrazziali. Più nordiche verso l'Europa e via via più irano-mediterranee verso il centro dell'Asia. (ricordarsi che genti arie si spinsero sino in Mongolia e nel Turkestan orientale).
Giusto.
Per fare una considerazione in piu' vorrei dire che bisogna fare una distinzione fra le genti arie ancestrali, dove razza ed etnia dovevano coincidere e gli arii venutisi a creare dopo gli spostamenti nella storia.
Penso che ci possa venire in aiuto il termine Indoeuropeo, che determina piu' che una razza, una lingua o una cultura. I popoli Arii erano di lingua e cultura indoeuropea, e furono loro a portare tutti quei cambiamenti all' interno degli altri popoli che via via andavano assoggettando: lingua, patriarcato, tripartizione divina etc etc........................
Furono Arii percio' tutte quelle genti che introdussero le lingue indoeuropee: furono arii gli antichi romani che portarono il latino, i Dori e gli achei per il greco, i celti, gli slavi, i germani.............
Ovunque arrivarono rivoluzionarono la cultura imponendosi.
E' percio' doveroso concludere che se per ario si intende una cultura e' giusto dire che vi sono genti arie nordiche a nord o maditerranee a sud, ma solo in ambito di cultura e non di sangue o di razza, perche' quelle appartengono esclusivamente agli arii ancestrali e privi di commistione con i popoli indigeni.
E' complesso determinare quale sia la vera razza o etnia degli Ariani ancestrali, ma penso che la componente nordica sia assolutamente predominante se non esclusiva.

Armin
03-09-06, 15:29
La razza mediterranea e' la razza mediterranea.
la razza ariana trovo che sia un concetto un po ambiguo.
cose' la razza ariana: i nordici? un miscuglio indoeuropeo? bo!!!!!!
ariano vuol dire signore in iranico se non sbaglio. Trovo che si e' un po giocato con sto termine confondendo le idee.
Per quanto riguarda il test, lo fatto anche io e non ricordo che mi dava, comunque lo trovo poco attendibile, primo perche' ci vogliono strumenti specifici e poi perche' la craniometria e la razziologia in generale sono scienze non arti.
Ci vuole metodo per individuare le caratteristiche razziali non un test su internetDal punto di vista antropologico, ariano significa bianco.
Dal punto di vista linguistico, altro.

Io Robert
03-09-06, 18:33
Tempo fa avevo fatto da me le misurazioni biometriche e risultavo un mix irano-nordoide...