PDA

Visualizza Versione Completa : chi ha orecchie per intendere, intenda!



vescovosilvano
19-05-02, 22:54
Caro Ichthys.
scusami della mia franchezza, ma questa discussione mi sembra un continuo girare attorno ad un problema, come un serpente che si morde la coda. Non so se ti accorgi che parti da assunti del tutto dogmatici ed indimostrabili. Dici "da un punto di vista gnostico"... Così facendo io posso dirti "da un punto di vista ortodosso" quello che tu dici è, oltre che un insieme di eresie un insieme di sciocchezze così come tutta la mitologia gnostica e quindi falla finita.
Ma non lo faccio. Capisco infatti, e te lo ho detto, che dietro la tua ricerca c'è sofferenza, che il tuo approdo gnostico ha le sue spiegazioni e non voglio zittirti.
Devo però invitarti ad ascoltare seriamente , e non senza la reale intenzione di confronto e non di indottrinamento. IO penso che tu sia fuori strada e cerco di dimostrarti, ed altri lo fanno, questo assunto, partendo - principalmente - dalle Sante Scritture. Ma è diversi giorni che non intervengo perchè ho l'impressione che tu abbia scritto senza aver prestato la men che minima attenzione (seria) a quanto avevo scritto nel mio ultimo intervento, ed abbia continuato a parlarti addosso, (Non so se questa sia solo una espressione idiomatica toscana).
Non c'è più sordo di chi non vuol sentire. Ho l'impressione che tu appartenga a questa categoria. Se nessuno te lo ha mai detto avvertendo una tua qual certa "supreiorità intellettuale" , allora te lo dico io. Impara ad ascoltare e non dare per scontato di essere il depositario della verità, Se la gnosi non ha più vita - tranne in frange intellettualoidi - è perchè il corpo della Chiesa la ha respinta come estranea a sè. So la tua risposta: è stato il potere della Grande Chiesa. Ma il potere della Grande Chiesa aveva anche sostenuto tante eresia, ma il Monotelismo avallato da Imperatori, Patriarchi e Vescovi non ha retto perchè un solo - umile ma grande - monaco san Massimo Confessore ha testimoniato quello che il pleroma della Chiesa accoglieva. L'icconoclasmo ha avuto imperatori patriarchi e vescovi dalla sua parte, addirittura un concilio che ha dogmatizzato l'eresia (Ieria), ma non ha avuto vita. Il problema non è nel potere, non farti scudo dietro queste affermazioni. Il problema è che il popolo di Dio - anche le anime semplici che non posseggono le tue doti intellettuali ma vivono nella pienezza della Comunione del Corpo di Cristo, al momento del bisogno sanno rigettare ciò che è loro estraneo.
Hai bisogno di umiliare la tua dura cervice ed ascoltare la voce di questi umili come la voce degli Apostoli, pescatori umili che hanno creduto.
So di essere stato duro, ma l'amore non sempre è fatto di dolcezza.
+Silvano

Ichthys
19-05-02, 23:21
Certo che la voi e i cattolici avete un concetto un po' strano di ortodossia. Mentre i cristiani gnostici si sforzano di essere il più possibile vicini alle scritture, meditando sulle contraddizioni, e cercando la verità negli altri scritti cristiani che non sono stati accettati nel canone, da parte vostra c'è come una tendenza ad inventare di sana pianta dottrine senza alcuna base evangelica.

Non starò qui a ridiscutere sull'infondatezza evangelica del culto delle icone, ma sposterò il discorso su quell'altra assurda invenzione - che non so se gli ortodossi condividono o meno - del dogma dell'assunzione in cielo di Maria con tutto il corpo!

Citerò Giovanni 3:5-21 ed in particolare dove dice "e nessuno è salito in cielo, se non Colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell'uomo che è nel cielo" (v.13).
Sant'Agostino non solo NULLA ci riferisce intorno alla dottrina cattolica sull'ASSUNZIONE CON IL CORPO E CON L'ANIMA DI MARIA IN CIELO, ma al contrario, con straordinaria fermezza, perviene a questa conclusione: "Se dunque NESSUNO, all'infuori di Lui, è disceso dal cielo e vi è asceso, che speranza c'è per gli altri? Questa: che il Signore per ciò è disceso, affinché siano uno in Lui e con Lui quelli che per mezzo di Lui saliranno in cielo"; nei Vangeli, poi, non si parla di tale assunzione!

Questo era ciò che fedelmente si credeva fino al giorno in cui "qualcuno" si è inventato una bella storia rovesciando quell'insegnamento: il dogma dell'assunzione di Maria in cielo con il corpo e con l'anima fu "inventato" per la prima volta nell'anno 800 (ben ottocento anni dopo la morte della madre di Gesù) e si trova nei documenti del Sinodo di Salzburgo. Solo allora la Chiesa Cattolica ebbe la "giusta rivelazione", rivelazione che era, chissà perché, mancata ai testimoni oculari del periodo, agli Apostoli, ai Padri della Chiesa ed a tutti coloro che con zelo cercavano di studiare e meditare la Parola del vero Dio, l'unica che, allora come adesso, può screditare le dottrine menzognere che l'uomo sa inventare ad arte in ogni epoca e imporre con la forza del numero e della politica... per non parlare della ridicola e scandalosa santificazione degli ultimi Zar, magari anch'essi assunti in cielo con tutto il corpo, no?

Quindi, v'è da una parte la Parola di Dio e addirittura un commento di Sant'Agostino (che non si può certo accusare di essere amico degli gnostici) e dall'altra uno dei tanti dogmi inventati di sana pianta.

Che mi rispondi in merito... di continuare a smetterla?

nadda
20-05-02, 01:35
Ciao Ichtys, solo qualche breve nota nella speranza di aver tempo per ulteriori "dibattiti", con persone brillanti come te sempre divertenti e stimolanti. Credo che in parte il Padre Silvano abbia qualche ragione nel rilevare come da parte tua non siano stati accolti ed approfonditi, sul loro stesso piano dialettico, almeno come "provocazione" parecchie affermazioni tendendo invece a spostare forse inconsciamente il discorso su piani e livelli per te più rassicuranti. E' indicativo il tuo rivendicare giustissimamente, la ricerca della contraddizione ma non la volontà di sostare e di lasciarsi interpellare e criticare proprio dalla dialettica non conciliativa, dalle antinomie scritturistiche che alludono ad una metalogica, ad un piano di "coincidentia oppositorum" che trascende le categorie intellettuali, duali, eretiche - etimologicamente - e le loro inevitabili aporie per aprire ad orizzonti di problematicità, di inquietudine, di crisis delle proprie rassicuranti categorie - e sto parlando per me, prima di tutto -. Anche inerentemente all'assunzione ricordo la differenza tra ascensione ed assunzione, la ricca trattazione del tema da parte di tutta una tradizione patristica orientale lontana dalla concezione agostiniana - che giustamente tu citi come unica fonte patristica forse per i suoi "trascorsi" ed il suo procedere fortemente influenzato da categorie filosofiche non sempre adatte ad incontrare il paradosso cristiano. Ma il problema di fondo resta credo quello di un confronto coraggioso, non timoroso di perdere le proprie piccole certezze e fragili conquiste, con l'inaudito coniugarsi dell'assolutezza di Dio e della fragilità della carne in cui consiste il proprium cristiano da sempre oggetto di scandalo e di tentativi di riduzione e razionalizzazione, di risoluzione di un termine nell'altro o di un loro mutuo assorbimento in un tertium neutro ed impersonale. E' proprio Giovanni a sottolineare nel suo prologo tutta la paradossalità di questa inaudita ma ineludibile, per ogni pensiero non negligente e pavido, coniugazione. E' certo che lasciarsi provocare da tale rivelazione comporta una radicale messa in discussione di tutto ciò che "logicamente" abbiamo pensato su Dio (spirito, immateriale, immutabile, trascendente ecc.) e sulla carne (peribile, imperfetta, mortale, sede di passione e dolore ecc.) accetando di accogliere un ridefinirsi e un reciproco coimplicarsi e coinvolgersi di queste categorie alla luce dell'evento pasquale. Sfida dura, per nulla rassicurante, che crea più problemi di quanti non ne risolva ma non siamo qui per cercare facili soluzioni o risoluzioni ma per lasciarci strappare pure quelle che credevamo di aver pacificamente acquisito. La differenza tra il cristiano ed il non cristiano credo risieda tutta e solo nella disponibilità a lasciarsi coinvolgere e continuamente desituare da ogni rassicurazione nella contemplazione contemporanea, simultanea del duplice abisso della carne e di Dio, l'uno nell'altro e per l'altro, al di là dell'uno e dell'altro (separatamente intesi). Grazie per aver comunque sottolineato, sia pure con il tuo civilissimo dissenso, l'importanza di tale provocazione e la sua non facile riducibilità a banali e superficiali luoghi comuni. Un saluto.

vescovosilvano
20-05-02, 07:16
Vorrei sapere chi è che ionventa di sana pianta le cose!
Se è vero che la forma "romano-cattolica" dell'"assunzione" di Maria non è attestata nell'antichità - il termine "Assunzione" non è in uso nell'antica chiesa, nè ora nella Chiesa Ortodossa, al contrario la dottrina della anticipata resurrezione e glorificazione della Deipara si trova ampliamente discusssa e confermata nelle Omelie di San Giovanni Damasceno il quale ci riporta le notizie della "Storia Eutimiaca" disgraziatamenteb perduta se non nei riferimenti che ne fa lui, risalente al IV secolo. Anche i testi dell'Officio sono molto più antichi del concilio a cui ti riferisci.

Comunque mi conferma l'idea che
"non c'è più sordo di chi non vuol sentire", cosicche ora tu troverai qualche altro argomento su cui spostare l'attenzione per sentirti al riparo nella turris eburnea che ti sei costruito.
Ma, attento! è una fragile torre e quando crollerà con cosa ti troverai in mani?

Ichthys
26-05-02, 00:05
Originally posted by silvano
...
Comunque mi conferma l'idea che
"non c'è più sordo di chi non vuol sentire", cosicche ora tu troverai qualche altro argomento su cui spostare l'attenzione per sentirti al riparo nella turris eburnea che ti sei costruito.
Ma, attento! è una fragile torre e quando crollerà con cosa ti troverai in mani?

Uh! Torre? No, mentre molti curano oltremodo il loro corpo e accumulano ricchezze sulla terra e qui costruiscono ville e palazzi, ma non sanno di essere ombre e polvere, io mi voglio costruire una "dimora" in cielo dalla quale non mi separerò più.

Un altro argomento? No, trovane uno tu adesso, di cosa vuoi parlare?

http://web.tiscali.it/lpweb/abraxas.gif EIMI EIS AMPELOS, EIS ERHMOS AMPELOS OS ESTI EN TW KOSMW. ECW OUDENON UYISTON CWRIATHN, OUDENON AGROTHN ECW, OUDEMIAN HPIAN BOHQEIA H ME DIDASKH PERI TWN PANTWN

tsarskoe
26-05-02, 14:36
Caro Ichthys,
potresti illuminare gli ignoranti come me che non sanno il greco traducendo la frase che hai riportato?
Ti ringrazio e saluto.

Ichthys
27-05-02, 23:40
È un lamento mandaico dell'anima abbandonata nel mondo in cui è straniera; la traduzione:

"sono una vite, una vite solitaria che sta nel mondo. Non ho un sublime coltivatore, nè un piantatore, nè un mite aiuto che mi istruisca su tutte le cose".

tsarskoe
28-05-02, 07:36
Molto bello.
Talvolta mi è capitato di sentirmi così. Poi mi è venuto in mente che esiste Dio...
Grazie Per aver tradotto la frase!
Cari saluti.