Nebbia
21-05-02, 13:51
Ieri un dramma antico si è trasformato sigh in una commedia degli equivoci se non addirittura in un teatrino della politica.
Alla ormai consueta politicizzazione dell'arte o alla strumentalizzazione di essa come cavallo di troia per baypassare messaggi ormai esplicitamente politici si è aggiunto il caso delle "Rane" di Aristofane, con una rivisitazione in chiave moderna scenografata da Ronconi a Siracusa. È toccato infatti a questo antico dramma l'ingrato compito di "fare politica" e di muovere conseguentemente un vespaio irriverente di accuse e controaccuse che nulla hanno fatto se non gettare un'ombra ancora più oscura sulla già precaria genuinità nonchè buonafede di talune espressioni artistiche o modi di fare arte. Il dramma infatti ha in un primo momento esibito nella scenografia caricature su noti esponenti di Governo che alcuni pare non abbiano gradito. Per l'ennesima volta insomma l'Arte viene (e scusate il gioco di parole) usata ad Arte per prendere il pubblico per mano e e "suggerirgli" la via. Cari politici e amici affini permettetemi un suggerimento: "Giù tutti le mani dall'Arte", l'Arte è stata già troppo stuprata nell'ultima metà dello scorso secolo con questi giochini, oggi come oggi certi indigeribili, banali, inflazionati, triti e ritriti argomenti suonano più come retroguardismo piuttosto che avanguardismo. E poi un artista a parer mio deve saper far cogliere le sfumature al pubblico senza fare del suo messaggio una cosa terribilmente esplicita, che cosa comunicherebbe una tela di De Chirico se l'artista vi avesse incluso la spiegazione scritta della sua personale visione in detta opera? Suonerebbe o no come un suggerimento di interpretazione inaccettabile?
L'Artista è un Artista quando sa comunicare in ogniuno di noi delle inequivocabili emozioni non certo quando c'è le suggerisce o tenta cmq di prenderci per mano e indicarci come "interpretare" la sua opera.
Alla ormai consueta politicizzazione dell'arte o alla strumentalizzazione di essa come cavallo di troia per baypassare messaggi ormai esplicitamente politici si è aggiunto il caso delle "Rane" di Aristofane, con una rivisitazione in chiave moderna scenografata da Ronconi a Siracusa. È toccato infatti a questo antico dramma l'ingrato compito di "fare politica" e di muovere conseguentemente un vespaio irriverente di accuse e controaccuse che nulla hanno fatto se non gettare un'ombra ancora più oscura sulla già precaria genuinità nonchè buonafede di talune espressioni artistiche o modi di fare arte. Il dramma infatti ha in un primo momento esibito nella scenografia caricature su noti esponenti di Governo che alcuni pare non abbiano gradito. Per l'ennesima volta insomma l'Arte viene (e scusate il gioco di parole) usata ad Arte per prendere il pubblico per mano e e "suggerirgli" la via. Cari politici e amici affini permettetemi un suggerimento: "Giù tutti le mani dall'Arte", l'Arte è stata già troppo stuprata nell'ultima metà dello scorso secolo con questi giochini, oggi come oggi certi indigeribili, banali, inflazionati, triti e ritriti argomenti suonano più come retroguardismo piuttosto che avanguardismo. E poi un artista a parer mio deve saper far cogliere le sfumature al pubblico senza fare del suo messaggio una cosa terribilmente esplicita, che cosa comunicherebbe una tela di De Chirico se l'artista vi avesse incluso la spiegazione scritta della sua personale visione in detta opera? Suonerebbe o no come un suggerimento di interpretazione inaccettabile?
L'Artista è un Artista quando sa comunicare in ogniuno di noi delle inequivocabili emozioni non certo quando c'è le suggerisce o tenta cmq di prenderci per mano e indicarci come "interpretare" la sua opera.