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Visualizza Versione Completa : Un personaggio mitico e il suo capolavoro: Saint-Exupéry e "Il piccolo principe"



Tomás de Torquemada
22-05-02, 23:25
Dal sito http://digilander.iol.it/Gretablu/index.html

Saint-Exupéry: il mestiere di eroe

http://digilander.iol.it/Gretablu/il_piccolo_principe/antoine-saint-exupery-03.jpg

Il 29 giugno del 1900, a Lione, Antoine nasce da una famiglia aristocratica: suo padre Jean era ispettore delle assicurazioni e sua madre Marie (1875-1972) pittrice di talento.
Orfano di padre a soli quattro anni, fu amorevolmente cresciuto dalla madre che si sposta quindi a Le Mans, nel 1909.

Ebbe un'infanzia molto felice, forse un po' troppo viziata, nella grande dimora di Saint Maurice de Rémens, di stile classico al centro di un parco di abeti e tigli: un piccolo principe, appunto.
Antoine, tra i suoi compagni di giochi, era il piu' fantasioso, prepotente, avventuroso.

Un punto decisivo nella sua vita fu nel 1921 quando parte per il servizio militare e viene mandato a Strasburgo per diventare pilota.
Il 9 Luglio del 1921 egli fece il suo primo volo solitario a bordo di un Sopwith F-CTEE.

Ottiene la licenza di pilota nel 1922, e torna quindi a Parigi dove inizia a scrivere.
Ma sono anni sfortunati. Fa diversi lavori, inclusi il contabile ed il venditore di auto.

Nel 1928 diventa direttore del remoto campo di Cap Juby vicino a Rio de Oro, Sahara.
Nel 1929 Saint-Exupéry si trasferisce in Sud America per trasportare la posta attraverso le Ande.

E' il famoso periodo dell' Aeropostale.
I suoi incidenti in volo divennero proverbiali: quello piu' clamoroso avvenne nel 1938 durante un tentativo di stabilire il record di volo New York-Terra del Fuoco.
Dopo l'invasione della Francia nella seconda guerra mondiale Saint-Exupéry entra nell' aviazione militare, e compie diverse missioni di guerra, nonostante sia considerato inabile al volo a causa dei troppi malanni. Viene comunque insignito della Croce di Guerra.

Fu battezzato "l'eroe romantico", un uomo lontano, sfumato, quasi irreale, sia per la sua vita avventurosa che la sua morte, avvenuta in circostanze misteriose all'eta' di 44 anni.

Il 31 luglio 1944, infatti, parti' per la nona ed ultima missione, con l'obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annecy.
Non torno' piu', fu dato per disperso e non se ne seppe piu' nulla.
Tra le varie ipotesi formulate, la piu' suggestiva dice che sarebbe precipitato in mare a causa di un guasto al motore mentre cercava di sfuggire al fuoco della contraerea tedesca, dopo essersi allontanato dalla rotta prestabilita per dare una nostalgica occhiata ai luoghi della sua adorata infanzia.

Antoine fu un idealista, un pilota coraggioso, un uomo di grandi passioni con una vita sentimentale tormentata e infelice.
Cio' che lo ha reso straordinario non e' stata la sua vita, e neppure la sua morte, ma la letteratura che per lui era la vita stessa, indissolubile .
Egli stesso affermava che "bisogna vivere per poter scrivere", ed infatti la maggior parte delle sue opere prendono spunti autobiografici, trasformate in cronache romantiche di fatti realmente accaduti.

Forse proprio per questo fini' per fare di tutta la sua vita un romanzo.
Il suo libro piu' bello e' senza dubbio " Il Piccolo Principe " , la favola dedicata all'amico Léon Werth, ma non all'amico adulto , bensi' all'amico bambino, una dedica retroattiva, un testo per l'infanzia perdurante in ogni eta'.

Tomás de Torquemada
22-05-02, 23:34
http://digilander.iol.it/Gretablu/il_piccolo_principe/pp00.html

Tomás de Torquemada
22-05-02, 23:36
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.

Alessandra
22-05-02, 23:41
http://www.smdellarobbia.mc.it/principe/x1.jpg

Alessandra
22-05-02, 23:49
http://www.gebonn.de/projekte/buecher/rez/saintex/prinz2.gifQui potete vedere il miglior ritratto che riuscii a fare di lui, piu’ tardi.
Ma il mio disegno e’ molto meno affascinante del modello.
La colpa non e’ mia, pero’. Con lo scoraggiamento che hanno dato i grandi, quando avevo sei anni, alla mia carriera di pittore, non ho mai imparato a disegnare altro che serpenti boa dal di fuori o serpenti boa dal di dentro.
Ora guardavo fisso l’improvvisa apparizione con gli occhi fuori dall’orbita per lo stupore.
Dovete pensare che mi trovavo a mille miglia da una qualsiasi regione abitata, eppure il mio ometto non sembrava smarrito in mezzo alle sabbie, ne' tramortito per la fatica, o per la fame, o per la sete, o per la paura.
Niente di lui mi dava l’impressione di un bambino sperduto nel deserto, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana.
Quando finalmente potei parlare gli domandai: “Ma che cosa fai qui?”
Con tutta risposta, egli ripete’ lentamente come si trattasse di cosa di molta importanza:
“Per piacere, disegnami una pecora…”
Quando un mistero e’ cosi’ sovraccarico, non si osa disubbidire.
Per assurdo che mi sembrasse, a mille miglia da ogni abitazione umana, e in pericolo di morte, tirai fuori dalla tasca un foglietto di carta e la penna stilografica.
Ma poi ricordai che i miei studi si erano concentrati sulla geografia, sulla storia, sull’aritmetica e sulla grammatica e gli dissi, un po’ di malumore, che non sapevo disegnare. Mi rispose:
“Non importa. Disegnami una pecora…”
Non avevo mai disegnato una pecora e allora feci per lui uno di quei disegni che avevo fatto tante volte: quello del boa dal di dentro; e fui sorpreso di sentirmi rispondere:
“No, no, no! Non voglio l’elefante dentro il boa. Il boa e’ molto pericoloso e l’elefante molto ingombrante. Dove vivo io tutto e’ molto piccolo. Ho bisogno di una pecora: disegnami una pecora”.
Feci il disegno.

Tomás de Torquemada
22-05-02, 23:50
Originally posted by Tomás de Torquemada
Il 31 luglio 1944, infatti, parti' per la nona ed ultima missione, con l'obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annecy.
Non torno' piu', fu dato per disperso e non se ne seppe piu' nulla.


... e, nonostante le ricerche, non fu ritrovata neppure la carcassa del suo Lightning da ricognizione, che volevano togliergli perché, a quarantaquattro anni, troppo anziano per continuare ad esserne pilota... A me piace immaginarlo ancora in volo... in quel cielo che era la sua vita...

Del resto, il Piccolo Principe non grido'. Cadde dolcemente come cade un albero.
Non fece neppure rumore sulla sabbia. (...) Ma so che e' ritornato nel suo pianeta, perche' al levar del giorno non ho ritrovato il suo corpo.

Un epilogo, un destino...

Saluti.

Alessandra
23-05-02, 00:05
Ed ora, certo, sono gia' passati sei anni.
Non ho ancora mai raccontato questa storia.
Gli amici che mi hanno rivisto erano molto contenti di rivedermi vivo.
Ero triste, ma dicevo: "E' la stanchezza..."
Ora mi sono un po' consolato. Cioe'... non del tutto.
Ma so che e' ritornato nel suo pianeta, perche' al levar del giorno, non ho ritrovato il suo corpo.
Non era un corpo molto pesante... E mi piace la notte ascoltare le stelle.
Sono come cinquecento milioni di sonagli...
Ma ecco che accade una cosa straordinaria.
Alla museruola disegnata per il piccolo principe, ho dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio!
Non avra' mail potuto mettere la museruola alla pecora. Allora mi domando:
"Che cosa sara' successo sul suo pianeta? Forse la pecora ha mangiato il fiore..."
Tal altra mi dico: "Certamente no! Il piccolo principe mette il suo fiore tutte le notti sotto la sua campana di vetro, e sorveglia bene la sua pecora..." Allora sono felice.
E tutte le stelle ridono dolcemente.
Tal altra ancora mi dico: "Una volta o l'altra si distrae e questo basta!
Ha dimenticato una sera la campana di vetro, oppure la pecora e' uscita senza far rumore durante la notte..." Allora i sonagli si cambiano tutti in lacrime!
E' tutto un grande mistero!
Per voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia nell'universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, si o no, mangiato una rosa.
Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore?
E vedrete che tutto cambia...
Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.

Tomás de Torquemada
23-05-02, 00:53
Dal sito http://marciana.venezia.sbn.it/

Ricordo di Antoine de Saint-Exupèry

Il 13 dicembre 2000 si è tenuto a Venezia, presso l'Ateneo Veneto, il Convegno Ricordo di Saint-Exupèry nel centenario della nascita, organizzato dalla Biblioteca Marciana e dall'Ateneo Veneto. I relatori hanno presentato il noto scrittore francese da angolazioni diverse. Maria Teresa Secondi Mongiello sottolineava gli aspetti pedagogici nel Piccolo Principe, il celeberrimo racconto tradotto in più di centoventi lingue in tutto il mondo. Francesco Visconti, con un'ampia trattazione, si soffermava sulla biografia dell'autore dalle connotazioni altamente morali e spirituali.
Giovanni Fazzini suggeriva una diversa interpretazione per il Piccolo Principe, unanimemente considerato un capolavoro della letteratura per l'infanzia.

Personaggio lunare, malinconico, il Piccolo Principe è ambasciatore di un mondo invisibile, latente e tuttavia riconoscibile da chi non si limita a vedere solo con gli occhi ma con il cuore, poiché l'essentiel est invisible pour les yeux. Già nel 1976 Yves Monin, pubblicando L'ésotérisme du Petit Prince (Parigi, Nizet) aveva svelato una foresta di simboli disseminati nel breve romanzo e ne aveva proposto una lettura esoterica. Diversi elementi lo distinguono infatti da un racconto per l'infanzia: situazioni ed elementi illogici, quali ad esempio la presenza di un bimbo solo nel deserto, un pozzo di campagna in pieno deserto; espressioni paradossali come "non si vede bene che col cuore" o affermazioni inconcepibili come "ciò che gli uomini cercano potrebbe trovarsi in un po' d'acqua o in una rosa"; infine, dietro questi temi e queste immagini inverosimili, un tono molto serio, moralizzatore.

Come sottolinea Monin, tutto ciò sembra evocare le creazioni surrealiste, le grandi fiabe, certi oscuri trattati d'alchimia, fantastici racconti miracolosi delle religioni e delle mitologie, opere ermetiche letterarie, pittoriche o scultoree dalle immagini e dalle situazioni apparentemente gratuite e incomprensibili vale a dire le opere chiamate esoteriche. Esse obbligano l'uomo, davanti all'ostacolo dell'illogicità, a stupirsi, ad avvertire una realtà al di là della propria realtà, a scoprire un universo nuovo, non razionale, dove ogni miracolo è possibile, un mondo parallelo, meraviglioso che lo farà dubitare del modo attuale di affrontare il suo mondo reale abituale e gli farà comprendere il dolore, la miseria, la tristezza che vi regnano, contro le quali vanamente lottava.

Il racconto del Piccolo Principe sembra riprodurre proprio lo schema dell'opera esoterica per eccellenza: la partenza per una ricerca, lotte e difficoltà lungo il percorso, comprensione o ottenimento dello scopo ed il momento del ritorno e del dono di sé. La ricerca mirerebbe in realtà ad un arricchimento spirituale: il racconto di un viaggio di iniziazione all'arte di vivere da Saggi.

Giovanni Fazzini

Silvia
23-05-02, 12:36
La notizia è del mese scorso:Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry diventerà un musical e sarà Riccardo Cocciante a firmarne l'adattamento musicale,mentre Elisabeth Anais ne curerà il libretto. Il debutto dello spettacolo ispirato alla favola più letta nel mondo è previsto per l’autunno,al Casino de Paris. Produttore è Victor Bosch,mentre custodi dei diritti d'autore sono la famiglia dello scrittore/pilota e l'editore Gallimard,che hanno seguito il progetto di adattamento e hanno appurato che è stato rispettato lo spirito del romanzo tradotto in 135 lingue dal 1943, anno della prima edizione. Ad interpretare il protagonista del romanzo sarà Jeff, 13 anni, di Lione (la stessa città di Antoine de Saint-Exupéry): capelli tra il rosso e il biondo e occhi azzurri…Per lui l'interpretazione nel musical di Cocciante sarà anche l'esordio nel mondo dello spettacolo.

Nei panni di Saint-Exupéry, scomparso nel 1944 durante una missione aerea nel Sud della Francia, ci sarà il cantante e attore Daniel Lavoie. "Una scelta quasi scontata", dice il produttore, "perchè ci voleva un attore e cantante di grande qualità, sobrio ed efficace, e Daniel ha l'eleganza e la sensibilità indispensabili per tale ruolo".

Il testo, un'allegoria dell'amore e della fraternità, è molto intimista, e non si presta quindi a quegli eccessi a volte permessi nelle abituali commedie musicali. "Sarà un momento d'evasione", spiega Bosch. "Qualcosa di onirico, punteggiato da trasparenze ed effetti speciali.”

Speriamo bene… :)

Silvia
04-10-02, 13:20
Riccardo Cocciante ce l’ha fatta: dieci minuti di applausi hanno concluso al Casino de Paris la rappresentazione di Le petit prince… Successo di pubblico, dunque, ma anche di critica, che ne è entusiasta…

“Dopo la splendida architettura epica e picaresca di Notre Dame de Paris, Cocciante ha lavorato d’acquarello, tra suoni traslucidi e melodie molto interiori. Ci è riuscito splendidamente, mescolando echi pucciniani, trasparenze impressioniste, richiami asiatici, ritmi decisi e/o volatili. Ha evocato echi di Waits per l’episodio del bevitore e ha mutuato il ritmo barbarico dei Carmina Burana per il coro di Las baobab, ha dipinto d’ironiche tronfiaggini le apparizioni del re e del vanitoso, ha inventato vaghezze metafisiche per Puisque c’est ma rose e ghigni parodistici per le scene dell’affarista e dell’allumeur de réverbères. E’ riuscito insomma ad essere se stesso ed altro da sé, col talento mimetico dei grandi pittori in musica. Scenografie, luci e costumi hanno viaggiato tra effetti speciali, scorci altamente seduttivi e senso sbarazzino del grottesco. Tutti bravi gli attori-cantanti, con un piccolo grande Jeff davvero impagabile, nell’arduo ruolo del principino.” (Cesare G. Romana su Il Giornale di ieri…).

Riccardo Cocciante ha dunque vinto una sfida difficile ed è comprensibilmente soddisfatto: .. il nostro – dice – era uno spettacolo a rischio, è arduo teatralizzare un libro dal ritmo lento, fatto di non-azioni, che racconta la realtà sorvolandola… E già pensa all’edizione italiana, che vorrebbe tradotta da Pasquale Panella, per il suo stile atipico, la sua cultura, il suo giocare con le parole in modo diverso da tutti…

Aspettiamo fiduciosi.

:)