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RealPerdullari
24-05-02, 23:28
INTERVISTA a GIOVANNI UGAS
1) Dai Sardi agli Shardana ................. 2) Lo stesso popolo? Le prove
3) Le fonti .................................... 4) Shradana nel Mediterraneo
5) I Sardi e la navigazione ................. 6) Questione di nomi
7) Il Mediterraneo nel II millennio a.C.
8) La lacuna più evidente .................. 9) Speranze dalla ricerca

1) COME È CHE STUDIANDO LA CIVILTA' NURAGICA SI ARRIVA AI POPOLI DEL MARE E AGLI SHARDANA IN PARTICOLARE?
Non c'è differenza fra l'esame delle civiltà della Sardegna e quello
che è lo sviluppo delle civiltà dei grandi popoli del Mediterraneo.
La storia di questi popoli ha interferito con la storia della Sardegna.
E non si può capire la storia della Sardegna senza occuparsi delle vicende culturali del Mediterraneo.
La Sardegna è un isola e il mare è un elemento di relazione e non di separazione. Il mare è una strada, è un elemento di raccordo con le altre aree. E non è detto che il mare sia più pericoloso della terra.
Io non ho mai separato lo studio della cultura materiale dall'esame della civiltà, ho sempre cercato di avere una visione storicistica del dato archeologico: in questo sono vicino al mio maestro Giovanni Lilliu.
I fatti archeologici sono da inquadrare dentro gli eventi storici.
Se voglio capire chi erano i nuragici, ma è meglio parlare di sardi costruttori dei nuraghi, devo inquadrare la loro civiltà nel contesto del Mediterraneo. Devo sapere che cosa unisce i sardi dell'età del bronzo agli altri popoli e che cosa li divide.
STA DICENDO CHE LA VICENDA STORICA DEI SARDI NURAGICI E QUELLA DEI POPOLI DEL MARE NON POSSONO ESSERE STUDIATE SEPARATAMENTE.
Non c'è mai stata una separazione tra l'esame della civiltà nuragica e il tentativo di comprendere chi erano i Popoli del Mare.
Io in questo sto pienamente nella tradizione.
Proprio perché le questioni sul campo sono:
· chi erano i nuragici e chi erano i Popoli del Mare;
· quando hanno operato;
· quale ruolo avevano i Popoli del Mare e in particolare gli Shardana;
· da dove venivano e dove si espansero;
· perché a un certo punto fecero la loro comparsa sulla scena del Mediterraneo. Se noi valutiamo cosa era la civiltà nuragica e cosa erano i Popoli del Mare disgiuntamente non
possiamo non fare accostamenti.

2) ALLORA ANDIAMO SUBITO AL DUNQUE: CHI ERANO I POPOLI DEL MARE, CHI ERANO GLI SHARDANA, DA DOVE VENIVANO E PERCHE' POSSIAMO IDENTIFICARE SHARDANA E NURAGICI?
Già in passato alcuni dicevano che ci fossero Popoli del Mare che provenivano dall'occidente, non solo ma anche.
Per altri i Popoli del Mare provenivano solo da oriente, dai Balcani, dall'Anatolia: questa è stata ed è la posizione prevalente degli studiosi.
Per capire se c'è una possibilità di identificazione fra Shardana e Sardi nuragici bisogna sapere chi sono gli Shardana e chi sono i Sardi nuragici.
· Primo: bisogna capire se i due popoli hanno operato nello stesso tempo. E la mia risposta è: sì, hanno operato nello stesso tempo. Gli Shardana appaiono nella metà del XIV sec. nell'Egitto dei faraoni. Appaiono in bassorilievi e iscrizioni a partire da Akenaton, nel tempio di Amenofi IV e operano almeno fino al XII sec. Ma li ritroviamo anche in documenti dell'XI sec. Quindi la loro cultura si manifesta in Egitto per un lungo periodo di circa tre secoli. Questo periodo coincide con l'apogeo della civiltà dei Sardi nuragici.

· Secondo: bisogna confrontare la descrizione che gli Egiziani davano degli Shardana con le descrizioni che noi abbiamo dei Sardi nuragici. Gli Egiziani dicono che gli Shardana usano diverse armi, mostrano di possedere un'avanzata tecnica di guerra e sono avvezzi alla battaglia. E l'equipaggiamento dei guerrieri Shardana è molto particolare e caratterizzante: usano spade lunghe, lance, pugnali e soprattutto lo scudo tondo. Usano un gonnellino corto, una corazza e un elmo provvisto di corna.

Se osserviamo i bronzetti e le armi dei Sardi nuragici troviamo una straordinaria corrispondenza fra le descrizioni degli egiziani da un lato e l'iconografia dei bronzetti e i ritrovamenti archeologici dall'altro.

Da un punto di vista figurativo e persino somatico le rappresentazioni egizie richiamano i Sardi nuragici.

Un elemento molto importante è lo scudo tondo: nessun popolo in quel periodo (XIV-XI sec.) usava lo scudo tondo se si escludono gli Shardana. Dopo questo periodo l'uso dello scudo tondo si diffonderà fra i popoli del Mediterraneo. Lo scudo tondo è un elemento tipico dell'armatura dei guerrieri Sardi.

· Terzo: dobbiamo chiederci da dove venivano questi Shardana.
Per gli Egiziani essi sono uno dei Popoli del Mare, ma più precisamente sono il popolo delle isole che stanno in mezzo al grande verde.
Sottolineo il popolo delle isole che stanno in mezzo.
È ragionevole pensare che per gli Egiziani le isole che stanno in mezzo al grande verde non fossero Creta o le isole dell'Egeo molto più vicine all'Egitto della Sardegna e con le quali avevano scambi frequenti e documentati. È ragionevole pensare che "Il grande verde" fosse per gli Egiziani il Mediterraneo occidentale.

· Quarto: quali erano le due caratteristiche distintive degli Shardana per gli Egiziani. Ebbene ai loro occhi sono abili navigatori e temibili guerrieri. Questo si deduce anche dal fatto che Ramsete II (XIII sec), si vanta di essere stato il primo ad
aver fermato la flotta degli Shardana. Inoltre gli Shardana vengono usati dagli Egiziani come guardia personale del faraone. Come mercenari al servizio dell'Egitto costituivano un corpo scelto posto a difesa delle fortezze, oppure impiegato durante gli assedi.

Le numerose navicelle votive, i bronzetti e le armi ritrovate ci restituiscono dei Sardi esattamente l'immagine di un popolo di navigatori e di guerrieri.
Traendo le fila, gli Shardana:
· provengono da un'isola;
· si muovono con le navi;
· sono un popolo guerriero.
Domanda: fuori dalla Sardegna quale è il popolo che dal punto di vista archeologico risponde alle caratteristiche che gli Egiziani attribuiscono agli Shardana?. Cioè con quale popolo conosciuto dalla storia e dalla archeologia possiamo confrontare la descrizione degli Shardana fatta dagli Egiziani?
A mio parere, stando ai dati scientifici finora in nostro possesso, non ci sono dubbi: gli Shardana erano i Sardi Nuragici.

3) FACCIAMO UN PASSO INDIETRO, QUALI SONO LE FONTI? IN QUALI DOCUMENTI SI PARLA DI SHARDANA E DI POPOLI DEL MARE?
La fonte storica più importante sono i documenti egiziani.
Iniziano nel XIV sec. e finiscono nell' XI sec. con menzioni di Shardana che vivono in Egitto come egiziani.
Ci sono notizie di stanziamenti degli Shardana nel vicino oriente (XII sec.). La bibbia non ne fa menzione ma non menziona nemmeno gli Shekl (un altro popolo del mare) del quale invece gli Egiziani parlano. La bibbia cita solo i Filistei ma non si può dire che escluda l'esistenza di altri Popoli del Mare.
Un'altra fonte della presenza dei Popoli del Mare nel Mediterraneo Orientale è Il Viaggio di Wenammon sacerdote-spia egiziano che fa un viaggio lungo le coste del vicino oriente e fa riferimento alla presenza degli Shekl.
I testi egiziani sono molto importanti perché contemporanei agli avvenimenti descritti.
Fonti più recenti sono gli scritti di Simonide di Ceo trasmessi tramite Zenobio: parlano di assalti dei Sardi a Creta e rimandano allo stesso periodo degli avvenimenti che hanno interessato gli Shardana in Egitto.

4) LASCIANDO DA PARTE I SARDI NURAGICI, CI SONO RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI FUORI DALLA SARDEGNA, ATTRIBUIBILI AGLI SHARDANA, CON BUON ACCORDO DELLA COMUNITA SCIENTIFICA?
Se si esclude la Sardegna non abbiamo nessuna regione che ci porti verso quell'orizzonte.
L'elmo di Cipro Il ritrovamento di un elmo provvisto di corna a Cipro ha fatto pensare alla presenza Shardana
nell'isola. Ma il reperto è del XII sec. cioè non delle prime fasi (XIV sec.) dei Popoli del Mare, ma della fase finale. Dunque, con gli elementi che abbiamo, è piuttosto forzato pensare che Cipro sia la sede originaria degli Shardana.
Le stele del Vicino Oriente. Ci sono stele del Vicino Oriente, che ci fanno vedere divinità con elmi cornuti, datate al II millennio. Si
potrebbe pensare che queste divinità siano in relazione con i guerrieri di quelle regioni che si vestivano in quel modo. Ma i guerrieri di quelle regioni non li vediamo mai con gli elmi cornuti e questo, deve essere molto ma molto chiaro.
Questo è un argomento che ha un peso superiore al fatto che esistano rappresentazioni di divinità con elmi cornuti.
E poi bisogna vedere il contesto perché le divinità non hanno gonnellino, corazza, scudo tondo ecc. Bisogna vedere il particolare insieme agli altri elementi.
E IL POZZO SACRO DI GIARLO IN BULGARIA? QUALE SPIEGAZIONE DARE?
La Mitova Zorova che ha studiato il pozzo di Giarlo si inserisce nella tradizione orientalista: secondo lei gli Shardana sarebbero arrivati in Sardegna dai Balcani, portando nell'isola i templi a pozzo.
In realtà si dovrebbe fare il discorso inverso perché in Bulgaria quello di Giarlo è l'unico tempio a pozzo trovato, mentre in Sardegna i templi a pozzo non sono un'eccezione ma un sistema e sono pienamente inseriti nel quadro della civiltà megalitica nuragica.
C'è da dire che loro datano il tempio al XIV sec. ma io non sono assolutamente d'accordo con questa cronologia, non abbiamo materiale che ci conforti su questa cronologia alta, non abbiamo
assolutamente elementi.
Per me il discorso è inverso, i popoli occidentali sono arrivati diciamo sino a toccare le regioni dell'Egeo settentrionale.
E POI CI SONO ANCHE GLI SCAVI DI EL AWAT IN ISRAELE, CHE HANNO AVUTO UNA GRANDE ECO ANCHE SUI MEDIA...
Nel sito di El Awat si sta scavando una fortezza del XIII-XII sec a.C.. Il professor Alan Zertal, direttore degli scavi, ha visto un forte influsso dell'architettura nuragica nei resti della fortezza.
È importantissima questa fortezza perché è datata tra il 1230 e il 1170, periodo cruciale in cui i Popoli del Mare operano gli attacchi più virulenti all'Egitto fino a portare al crollo dell'Impero Egiziano nel vicino oriente. Poi attaccano anche l'Impero Ittita.
A El Awat ci sono le coperture a volta dentro le fortezze che fanno pensare a una presenza occidentale.
Ma bisogna distinguere fra una occupazione Shardana vera e propria e una presenza di soldati Shardana al soldo degli Egiziani.
Secondo me in questo periodo la fortezza e ancora egiziana e sì, ci sono gli Shardana, ma non possiamo parlare di una loro presenza come popolo che occupa quel sito.

5) DA QUELLO CHE LEI DICE VIENE FUORI UN QUADRO NEL QUALE I SARDI SONO GRANDI NAVIGATORI, PROTAGONISTI DELLA STORIA ANCHE NEL MEDITERRANEO ORIENTALE. POTREBBE PRECISARE QUALI SONO LE PROVE SULLE QUALI FONDA QUESTA
RICOSTRUZIONE?
Questa ricostruzione poggia sopra le fonti della letteratura antica e sui dati archeologici. Ci sono tutta una serie di segnali che fanno pensare a una presenza dei sardi nel Mediterraneo
orientale e Giarlo e El Awat sono due importanti testimonianze.
Ma c'è molto altro ancora. La ceramica nuragica del XIII sec. trovata a Creta e in Sicilia nell'Agrigentino, lungo la rotta che
collegava l'oriente all'occidente del Mediterraneo e quella trovata a Tirinto.
Insomma abbiamo tutta una serie di segnali che ci inducono a pensare che i Sardi venissero impiegati in tutto il Mediterraneo come guerrieri, non solo dagli Egiziani ma anche dai Greci e dai Micenei.
MAGARI QUESTE CERAMICHE FURONO PORTATE COSI' LONTANO
DA MERCANTI NON SARDI?
I mercanti di solito trasportano contenitori di derrate, recipienti per contenere il vino, l'olio, o qualcos'altro.
Ma se i materiali trovati fanno parte della vita quotidiana o sono ceramiche da cucina allora il discorso cambia.
In teoria certo resta in piedi l'ipotesi che i materiali Shardana trovati a Creta siano stati portati li dai mercanti cretesi, così come si è pensato che la ceramica micenea in Sardegna l'abbiano portata i Micenei.
Ma tutte queste sono posizioni precostituite e poco critiche: insomma in quel periodo storico in giro per il Mediterraneo, così come ci sono Micenei e Cretesi, ci sono i Popoli del Mare.
E allora perché si ammette che ci fossero navigatori micenei, come è logico, e non si ammette che ci potessero essere anche navigatori Shardana? Escludere questo punto di vista non è ragionevole.
La cosa più probabile è probabile che sia i Micenei che i Sardi viaggiassero.
Per esempio il rame in lingotti, trovato in Sicilia, poteva ben viaggiare dalla Sardegna anche se alcuni studiosi mettono in dubbio la produzione sarda dei lingotti a quattro braccia per attribuirli a Cipro senza il minimo dubbio...
Ora è chiaro che ci sono questioni aperte ma pensare che tutto arrivi da est verso ovest e non il contrario è una forzatura.
C'È QUALCHE ALTRA PROVA?
C'è una considerazione di fondo da fare: i Sardi per forza di cose, se non sono impediti, devono e dovevano navigare per avere relazioni con altri popoli.
E poiché la Sardegna pur essendo un' isola felice aveva bisogno di approvvigionarsi di certe materie, aveva anche bisogno di contattare altri popoli. Talvolta questi contatti erano voluti, ovvero partivano dalla Sardegna, altre volte erano gli altri popoli
che venivano in Sardegna per cercare ciò che essi non avevano.
Ma già prima nel VI millennio a.C. la Sardegna era al centro del traffico della ossidiana che raggiungeva la Spagna, l'Emilia e il Midi francese.
E perché mai questi traffici si sarebbero dovuti interrompere nelle epoche successive? proprio quando, l'evoluzione della tecnica di navigazione e delle conoscenze nautiche potevano dare impulso agli scambi via mare?.
La Sardegna è un isola che vive della navigazione e la sua storia si sviluppa con la navigazione: questo è dimostrato dalla grande dinamicità culturale che mostra la Sardegna nelle diverse fasi,
prenuragica e nuragica.
E i contatti non possono che passare attraverso il mare e non solo attraverso la Corsica che è l'isola più vicina ma anche dalla Sicilia, dalle Baleari e dall'Africa del nord.
Purtroppo l'Africa del nord non viene considerata perchè ci mancano tante informazioni sulla preistoria dell'Africa mediterranea.
DUNQUE SECONDO LEI NON C'È DUBBIO ALCUNO CHE I SARDI VIAGGIASSERO VERSO ORIENTE?
Certo, basta pensare all'architettura nuragica che si evolve e matura attraverso continui rapporti culturali con il Mediterraneo orientale: conosce nuovi modi di utilizzare la pietra e nuove forme
architettoniche.
Che poi i Sardi abbiano innovato in architettura non c'è dubbio.
I Sardi sono architetti formidabili hanno creato forme nuove e altamente innovative e poi queste loro esperienze sono tornate all'est ed è per questo che troviamo certe analogie come quelle di Giarlo e El Awat.
LUNGO QUALI ROTTE SI MUOVEVANO I SARDI?
Nel Mediterraneo esisteva una rotta settentrionale, che passava dalla Sicilia e dalla Puglia, e una meridionale che passava dall'Africa del nord, dall'Egitto e raggiungeva il Vicino Oriente.
I contatti che la Sardegna mostra, per esempio tra la fine del terzo millennio e gli inizi del secondo millennio, con la Sicilia per quanto riguarda la cultura del vaso campaniforme, presuppongono percorsi non di piccolo cabotaggio tra la Sardegna e altre regioni.
E se si arrivava alla Sicilia di certo si poteva raggiungere l'Africa settentrionale che è più vicina.
Non ci sono ragioni per dire che gli antichi Sardi non navigassero.
I Sardi nuragici, gli Shardana, smettono di navigare con la conquista dei Cartaginesi: non con i fenici ma solo con Cartagine che privatizza e controlla interamente tutte le risorse dell'isola.
Ma tuttavia le risorse sarde, anche se tramite i mercanti punici, continuavano a raggiungere le terre del Mediterraneo. Viaggiavano prodotti e uomini che combattevano nei vari eserciti del Mediterraneo.

6) LO STUDIO DELLA LINGUA, DEI TOPONIMI, NON CONDUCE AD ALCUN CHIARIMENTO?
Abbiamo alcuni dati linguistici che però sono recenti del V e del VI sec, riferibili alla denominazione di Sardi antica città della Lydia in Asia Minore.
Il nome della città e l'appoggio di un passo di Erodoto, fecero pensare a molti che gli Shardana provenissero dalla Lydia. Ma il Gusmani ha dimostrato che il nome originario di Sardi era Shfart e Shfart è in relazione con Sparta e non con Sardegna: oggi questo legame linguistico, Sardi (città)-Shardana, non è più proponibile dal punto di vista scientifico.
Il nome shard o shardana c'è in Anatolia, nei Balcani o verso l'Africa settentrionale, ma non sappiamo quando si è formato quel nome, come non lo sappiamo per la città di Sardi.
Erano i Greci che chiamavano Sardi quella città della Lydia. Anzi secondo me il nome di Sardi è probabilmente collegato ai Sardi della Sardegna, perché nei documenti Greci si parla sempre di riso sardonico e quando si parla di Sardi e di riso sardonico significa Sardi della Sardegna. Così era per i Greci.
E su queste considerazioni ci si può spingere ancora oltre: l'episodio dei Sardi che assediano Creta
è legato al riso sardonico e quindi alla Sardegna.
RIMANENDO SU TEMI LINGUISTICI COME SALTA FUORI IL NOME SHARDANA? QUALE È LA FONTE PIU ANTICA? E C'È IN SARDEGNA QUALCHE DOCUMENTO SCRITTO? /b]
Le fonti più antiche sono i documenti egizi come ho già detto.
Ma è molto importante anzi cruciale la famosa Stele di Nora:
si tratta di un blocco di pietra sul quale è incisa una scritta in fenicio. La datazione accettata è dell' ottavo, nono secolo a.C., secondo altri la datazione è anche più tarda, si parla del decimo, undicesimo secolo.
Ma non abbiamo prove della presenza dei Fenici in Sardegna nel decimo o nell'undicesimo secolo.
Nella stele è presente la parola SHRDN ed è presente come toponimo. Quindi abbiamo una testimonianza ben precisa del fatto che il toponimo SHRDN era presente in Sardegna già nel IX sec.
E attenzione, il fatto che si tratti di una stele fenicia non dice che sono stati i fenici a chiamare così la Sardegna, anzi è più ragionevole pensare il contrario e cioè che quei navigatori fenici siano arrivati su un'isola che già nel IX secolo si chiamava SHRDN.
Questo è un dato importantissimo, è un dato linguistico che riguarda la Sardegna in Sardegna.
[b]LA STELE DI NORA: UN ELEMENTO CHE DA' FORZA ALLA TESI
OCCIDENTALISTA...
L'orientamento prevalente è che i Popoli del Mare venissero dall'est e poi, raggiunto l'Egitto ecc., abbiano occupato le isole dell'occidente per cui la Sardegna, la Sicilia hanno questo nome da Shardana e Shekla e gli Etruschi da Twrsha.
In effetti nel XIII e nel XII sec. quando la civiltà nuragica era nella sua massima esplosione non era possibile che dall'esterno arrivassero in Sardegna popoli che potessero sgretolare il sistema di fortificazioni e di occupazione del territorio della civiltà nuragica.
L'archeologia non ci dice nulla di conquiste o di massicce migrazioni di popoli dall'esterno. Certo ci dice di normali scambi e modificazioni culturali, ma non c'è traccia di sconvolgimento alcuno.
Al contrario sappiamo che la Sardegna in quegli anni era nel suo massimo fulgore di architettura e di cultura materiale.

7) E MENTRE LA SARDEGNA ERA NEL SUO MASSIMO FULGORE, I GRANDI IMPERI DEL MEDITERRANEO ERANO MESSI IN CRISI DAI POPOLI DEL MARE...
I documenti egiziani ci restituiscono un quadro molto complesso di quello che era il Mediterraneo in quel periodo.
Abbiamo attacchi di popolazioni occidentali all'Egitto: i Lebush, i Meshwess e altre popolazioni dal Nord Africa attaccano i faraoni.
Questo è un dato incontestabile: popolazioni occidentali si muovono verso l'Egitto e verso oriente.
E perché potevano muoversi solo le popolazioni nordafricane? E attenzione questi popoli non vivevano vicino all'Egitto, ma molto più lontano: i Meshwess sono interpretati come i Maxwess di Erodoto che abitavano vicino al lago Tirtonio in Tunisia, cioè di fronte alla Sardegna.
E i Sardi? quantomeno, avrebbero potuto sbarcare in Tunisia e poi fare come i Meshwess, procedere a piedi verso l'Egitto. D'altronde la Tunisia è la terra ferma più vicina alla Sardegna.
È chiara però una cosa che gli Egiziani non considerano mai i Lebush come uno dei Popoli del Mare. Però le fonti egizie registrano questi attacchi dei Lebush e poichè ci sono rapporti tra i Lebush, i Meshwess e gli Shardana ergo...
...perché escludere l'ipotesi più semplice, più normale, più ragionevole?

8) I SUOI ARGOMENTI CI SEMBRANO DIFFICILMENTE CONFUTABILI...
Io all'inizio quando vedevo queste analogie tra Sardi e Shardana avevo un grossissimo ostacolo perché non si capiva come e quando si fosse formata la civiltà nuragica.
Il XIV secolo, per quello che si sapeva allora, mi sembrava troppo alto. Ma oggi non possiamo dire questo.
Il XIV secolo vede già una civiltà nuragica matura e sviluppata e quindi capace di produrre un notevole incremento demografico in Sardegna e un conseguente movimento migratorio anche solo di
soldati mercenari.
La presenza di soldati mercenari sardi in giro per il Mediterraneo preannuncia l'esigenza che i Sardi avevano di spostarsi dalla Sardegna. In Egitto ci arrivavano a varie riprese, in continuazione.
Gli Shardana e le loro navi sono rappresentati dagli Egiziani così come i Sardi sono rappresentati dai bronzetti.
I bronzetti sono dell'ottavo nono secolo ma sono una rappresentazione del mondo mitico, dell'età dell'oro.
Per questo troviamo tutte le varie tipologie di guerrieri rappresentate assieme come per un effetto di schiacciamento della prospettiva temporale. Sono una documentazione dell'epopea dei sardi come il mondo eroico dei poemi omerici e gli
oggetti dell'artigianato etrusco.
RAPPORTI COSI' INTENSI FRA EGITTO E SARDEGNA FAREBBERO SUPPORRE CHE NELL'ISOLA NON SIA DIFFICILE TROVARE MANUFATTI EGIZIANI...
Questa è una delle lacune più eclatanti della tesi occidentalista.
Alcuni studiosi del passato cercavano conferma alla tesi occidentalista tramite la presenza di monili, scarabei e paste vitree trovati in Sardegna.
Questi oggetti però sono in stile egittizzante e sono del VI secolo: quindi non sono una prova.
Invece le paste vitree del bronzo medio potrebbero essere state portate direttamente dall'Egitto che è la prima patria della pasta vitrea.
Certo, potrebbero anche esser state portate da mediatori egei, ma non possiamo trascurare neppure la prima ipotesi.
Ma comunque questo è uno dei punti deboli dell'identificazione Shardana-Sardi.
NON C'È SPERANZA DI TROVARE MANUFATTI EGIZI IN SARDEGNA?
Bisogna dire che l'archeologia ci dà sorprese in continuazione: fino a 15 anni fa noi non conoscevamo ceramica micenea in Sardegna, non sapevamo di pasta vitrea, di avori, non sapevamo
della ceramica nuragica a Tirinto, a Creta e in Sicilia.
C'è dunque margine e tempo perché queste lacune siano colmate.
Certo noi dobbiamo partire dai dati e non dalle speranze ma dobbiamo essere consapevoli anche che la ricerca è ancora destinata a crescere e a fornirci risposte e dati.

9) QUALE È LO STATO DELLA RICERCA ARCHEOLOGICA IN SARDEGNA?
Noi abbiamo ancora tante lacune sulla storia antica della Sardegna. Molti studi sono stati fatti dall'800 a oggi e tuttavia, tanto per fare un esempio, non conosciamo le sepolture del VIII, VII, VI secolo. Abbiamo solo pochi dati.
Non conosciamo abitati di interi periodi. Ci mancano dati sui templi. Abbiamo pochissimi dati sui templi e questa carenza coinvolge anche la scrittura che si diffonde nell'ottavo secolo.
Perché si scriveva sulle pietre dei sepolcri o in contesti sacri, non è che si scrivesse dappertutto.
Ma la ricerca Archeologica in Sardegna non è agli inizi. Sono stati fatti molti passi straordinari grazie a tanti studiosi: Spano, Taramelli, Lilliu e tanti altri.
Ma molte, molte altre ricerche devono essere fatte. Ci mancano tanti tasselli per capire la storia sarda.
Abbiamo pochissimi dati proprio sul periodo tra il XVI e il XIV secolo, sui protonuraghi per esempio.
MA QUESTE COSE CHE MANCANO, MANCANO PERCHE LA SARDEGNA HA DATO QUELLO CHE AVEVA DA DARE O IN SARDEGNA C'É ANCORA DA STUDIARE, DA SCOPRIRE...
Questa domanda è legata a quelli che sono i dati dei sondaggi in superficie sulla potenzialità del patrimonio archeologico sardo.
Noi abbiamo circa 6-7000 forse 8000 nuraghi. Abbiamo 2-3000 abitati nuragici alcuni come Barumini, alcuni più piccoli, ma molti sembra più grandi. E di cronologie diverse.
Abbiamo pochissime informazioni sulla consistenza, sulla vita di questi abitati. Abbiamo pochissime informazioni sulla cultura materiale, sull'architettura e su altri eventi.
Finora sono state numerate 500-600 tombe dei giganti che purtroppo sono state sconvolte e questo già nell'antichità, perché erano tombe collettive.
Ma abbiamo un patrimonio immenso, straordinario, formidabile, ricchissimo, una potenzialità enorme come pochissime altre regioni e parlo della preistoria.
E non solo per la quantità di presenze preistoriche ma anche per la monumentalità delle testimonianze. Molte cose sono conservate in maniera straordinaria.
E sono monumentali non solo i nuraghi ma anche i villaggi che sono di straordinario interesse perché ci danno moltissime informazioni su come si viveva.
Abbiamo carenze conoscitive ma abbiamo la grande potenzialità della speranza: bisogna pubblicare l'edito e proteggere ciò che è scavato perché non è più protetto dalla terra e "gli uomini distruggono più della terra", come dice Giovanni Lilliu.
Dietro i Popoli del Mare vediamo pagine di storia straordinarie.
E non sono misteri ma buchi di conoscenza storica che vanno colmati con la ricerca scientifica.
Attraverso il nostro patrimonio culturale capiamo che i cambiamenti che hanno interessato la Sardegna nei secoli, sono legati alle altre civiltà mediterranee. E ciò che univa i popoli del Mediterraneo era il mare. Il mare era elemento di comunicazione e non di divisione.
E poi le vie terrestri non erano tanto sicure: certe popolazioni sacrificavano gli stranieri e forse era meglio non incontrarle sul proprio cammino...
...meglio andare per mare.

http://www.sardiniapoint.it/5086.html