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nuvolarossa
25-05-02, 17:49
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Intervista di Nucara alla rivista "Progress"

"In principio furono Mazzini e Garibaldi…"

Il nuovo segretario del Pri, Francesco Nucara guida un partito che si è rinnovato, ma senza perdere di vista le proprie origini, che risalgono al nostro Risorgimento.
Francesco Nucara è segretario del Partito Repubblicano Italiano dal 6 ottobre 2001, giorno in cui la direzione nazionale gli ha conferito questa carica e ha eletto Giorgio La Malfa presidente. Nucara che ha alle spalle una lunga esperienza di funzionario di organi istituzionali e finanziari, riceve in eredità da La Malfa un partito che ha compiuto un importante rinnovamento politico, schierandosi con la coalizione di centro-destra e il governo Berlusconi, in cui il segretario repubblicano ricopre la carica di Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Ambiente.
Con il segretario del Pri, abbiamo discusso di scottanti temi di attualità e politica, fra cui riforma del mercato del lavoro, conflitto d'interessi, alleanze amministrative e altro ancora…

Segretario, in vista delle prossime amministrative il suo Partito come intende muoversi? Stringerete alleanze locali diversificate, oppure su tutto prevarranno gli accordi "nazionali"?

Al Congresso di Bari il partito ha scelto una nuova collocazione politica e pertanto dobbiamo riempire quella scelta di comportamenti coerenti, anche in sede locale. Di conseguenza abbiamo deciso di compiere uno sforzo e presentare, nei Comuni superiori ai 15.000 abitanti, il maggior numero possibile di liste con il simbolo dell'Edera e collegate allo schieramento delle forze politiche della Casa delle Libertà. Tale decisione è stata presa in una riunione del Consiglio nazionale del Partito, appositamente convocato per discutere i programmi e definire il quadro delle alleanze per le elezioni amministrative del 26 maggio, in sintonia con le decisioni congressuali di Bari.
Sappiamo bene che c'è nei repubblicani un'antica tradizione di autonomia che va, comunque, raccordata con la linea nazionale, essendo il Pri un partito di cultura politica nazionale. Era quanto avveniva già negli anni del centro-sinistra , quando era in vigore un sistema elettorale di tipo proporzionale. In quegli anni il quadro delle Giunte locali delle grandi città, ma spesso anche delle piccole, veniva regolato dall'intervento delle segreterie nazionali dei partiti e questa prassi veniva da tutti accettata e condivisa.
Oggi che operiamo in un sistema elettorale di tipo maggioritario non si possono compiere, nelle elezioni locali scelte che siano antitetiche l'una con l'altra. Ne verrebbe fuori un modello a macchia di leopardo che snaturerebbe l'immagine nazionale del partito, pregiudicandone la coerenza politica. Né d'altra parte, è proponibile una posizione elettorale solitaria a difesa di una presunta autonomia, in quanto si finirebbe per pagare un pesante prezzo elettorale, non potendo usufruire del premio di maggioranza. Il sistema bipolare impone precise scelte di campo e queste non possono prescindere dal quadro nazionale.
Naturalmente questa linea non viene calata dall'alto, con un centralismo miope che non ci appartiene, ma va portata avanti con i dirigenti locali, tenendo presente che il Pri sa guardare oltre i ristretti calcoli di bottega. Gli interessi generali, i programmi e il funzionamento delle istituzioni sono gli elementi cui fare riferimento nelle scelte difficili.

La riforma dell'articolo 18 rischia di costruire un vero e proprio "muro" tra le parti sociali ed il governo. Qual è la posizione del suo partito su un tema di scottante attualità?

Rispondere a questa domanda dopo il barbaro assassinio del professore Marco Biagi rischia di ingenerare possibili sospetti di strumentalizzazione, che voglio assolutamente evitate, per cui farò esclusivo riferimento a quanto, a proposito, pubblicato nella "Nota politica" del 19 marzo sul Sito Internet del partito. In quella nota era testualmente scritto " L'esigenza di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro- in Europa, non solo in Italia- è stata di recente ribadita dal vertice di Barcellona. Quanto all'articolo 18, l'Italia è ormai il solo paese europeo ad adottare una forma di tutela (apparente) così rigida, né dal sindacato sono venute proposte alternativa che non fossero puramente tattiche.
Il confronto è stato aperto e a questo punto bisogna scegliere, e scegliere tra l'Italia delle riforme e l'Italia della conservazione; tra l'impostazione modernizzatrice dell'Europa e quella di retroguardia del sindacalismo italiano; tra il laburista Blair e l'ex comunista Cofferati.
Il Governo Berlusconi ha scelto la via delle riforme, della modernizzazione, di Tony Blair. E I repubblicani non possono che approvare e sostenerne la scelta."
Questo avevamo scritto prima del barbaro assassinio di Marco Biagi. Questo è quanto pensiamo ancora oggi, anche dopo la manifestazione della CGIL di Roma.

Conflitto d'interessi: la maggioranza ha approvato una legge alla Camera, molto molto discussa sia nel nostro Paese che dai nostri partners europei. Secondo Lei le proteste dell'opposizione sono destinate a modificare l'impianto della legge nella sua globalità?

La legge sul conflitto di interessi varata di recente dalla Camera, dalla sola maggioranza del Polo per l'abbandono dell'aula delle opposizioni, ha avuto indubbiamente molte critiche, alcune anche molto sfavorevoli come quelle del professore Sartori. Ma anche altre favorevoli come quello del professori Cassese e di altri. Questo per sottolineare che su argomento così complessi e nuovi, non vanno assunte posizioni superficiali o pregiudiziali. L'attuale testo di legge sul conflitto di interessi nasce dal vuoto legislativo del centro-sisnistra che pur avendo avuto a disposizione alcuni anni non ha ritenuto opportuno definire legislativamente i complessi problemi inerenti la questione, che non riguarda soltanto Berlusconi.
Anzi va detto che il limite culturale e politico che ha condizionato il centro-sinistra su questa questione, sino a rinunciare ad una soluzione legislativa, è stato quello di aver circoscritto il problema esclusivamente alla figura di Berlusconi. Questa logica ci sembra stia guidando anche oggi la posizione del centro-sinistra che ha rinunciato alla discussione ed al miglioramento della legge sin dalla discussione in Commissione. Una posizione di opposizione politica pregiudiziale che ha portato all'abbandono dall'Aula al momento del voto.
Molti esponenti della maggioranza, tra cui il presidente del Senato Pera, hanno dichiarato la loro disponibilità a ricercare, soprattutto per le definizione delle possibili sanzioni, nuove soluzioni. Non sappiamo se l'opposizione rinuncerà alla linea di rifiuto pregiudiziale della discussione, sin qui portata avanti. Sarebbe una scelta deleteria e avrebbe solo un obiettivo propagandistico.

L'opposizione di centro-sinistra sta cercando di riorganizzarsi e di trovare nuovi leader. Come crede che si risolverà questa "crisi d'identità" della sinistra?

Ugo La Malfa ha svolto per lungo tempo un "confronto" sul ruolo della sinistra in una società occidentale moderna. Anche se i tempi sono mutati e la nostra attuale collocazione politica è oggi antitetica a quella dei DS, cerchiamo di mantenere aperto nella distinzione dei ruoli il filo di quel confronto. Siamo comunque interessati alla risoluzione della crisi della sinistra, primo perché la logica "del tanto peggio, tanto meglio" non ci appartiene e poi perché riteniamo che una sinistra riformista, collegata con la sinistra europea, aiuti la dialettica politica tra maggioranza ed opposizione.
La "crisi d'identità" della sinistra italiana deve pertanto risolversi, al di fuori di girotondi e balletti, in senso europeo, pena la sua emarginazione, non per quattro, ma per quaranta generazioni.
Nuovi leaders e diverse strutture organizzative delle forze politiche non sono comunque inscindibili dal modello europeo.

In Italia il bipolarismo sembra ormai alterarsi sempre più. Nel polo Ccd e Cdu si uniscono, mentre nell'Ulivo quattro partiti si sciolgono nella Margherita. In questo scenario che valore e valenza hanno un simbolo e un partito come quello che Lei dirige?

I repubblicani, già negli anni del "bipartitismo imperfetto" Dc- Pci, prediligevano, nel quadro di un sistema pluripartitico fondato sul modello elettorale di tipo proporzionale , la politica dei contenuti a quella degli schieramenti. A maggior ragione, sullo sfondo di un bipolarismo incerto e non definito come quello odierno , sono ancora i contenuti che dovrebbero caratterizzare le diverse componenti delle due coalizioni competitive. Nella democrazia maggioritaria, centro-destra e centro-sinistra dovrebbero confrontarsi e definirsi sulle grandi scelte poste dinanzi al Paese (nell'economia e nell'amministrazione) e non già sui totem da agitare come bandiere dei due contrapposti schieramenti. Ecco il senso della presenza del Partito Repubblicano, oggi schierato con il centro-destra, in quanto ritiene che soprattutto sui temi dell'economia e del lavoro il centro-sinistra è segnato da contraddizioni insanabili, peraltro puntualmente denunciate da settori, oggi minoritari, di quella che ama definirsi "sinistra di governo".
Certo, è in atto nel centro-destra un processo di semplificazione e di aggregazione di forze come i post-democristiani del Ccd e della Cdu; mentre nel centro sinistra si sciolgono, nella Margherita, tre delle quattro componenti (non il Campanile di Mastella) che la fecero nascere alla vigilia delle elezioni del 13 maggio. Si tratta di un processo cui i repubblicani guardano con estremo interesse, ma che ha bisogno di una verifica che soltanto un diverso sistema elettorale, che noi preferiremmo proporzionale, può accelerare, proprio nel senso delle scelte sui contenuti e non sugli schieramenti.

tratto da A. M. "Progress" maggio 2002

Garibaldi
27-05-02, 12:25
Devo onestamente dire che, man mano che passano i mesi, il nostro Segretario Nazionale mi piace sempre di piu'.
Gli chiedo solo un impegno: quello di venire a La Spezia a ridare fiato e vigore ai pochi amici battaglieri che anno bisogno di sprone e di nuovi stimoli.

nuvolarossa
21-06-02, 22:02
L'intervento dell'on Francesco Nucara alla "Settimana italiana della Magna Grecia" New York City 17/20 giugno

Democrazia e potere

Non tocca a me qui, in America, nella terra dove la "Repubblica dei moderni" ha avuto la sua prima attuazione con la Carta di Filadelfia, ripercorrere un dibattito che tuttora impegna storici, filosofi e politologi sull'avvenire della democrazia.

Né voglio rubare il mestiere (e sarebbe velleitario) al nostro Presidente, il Prof. La Palombara, che ho avuto l'onore e l'occasione di ascoltare e salutare recentemente a Roma, presso la Fondazione Ugo La Malfa, dove ci ha aggiornato sullo stato della democrazia americana e sui nuovi equilibri geostrategici mondiali, dopo i fatti dell'11 settembre. Ma voglio ricordare che proprio in questi grandi spazi fu smentito, alla fine del XVIII secolo l'assioma che fu anche di Jean-Jacques Rousseau secondo cui la repubblica sarebbe stata compatibile soltanto con il governo della polis.

E' da tutti accettato che nel quadro dell'economia globalizzata, il binomio "politica e potere" vada letto in una prospettiva dinamica, dove lo Stato-Nazione si stempera e si ridefinisce in orizzonti concentrici sempre più larghi, superando frontiere che la terza rivoluzione industriale, quella dei computers, arricchisce di nuovi dati sullo sfondo di quella bella immagine che un grande storico tedesco, Meinecke, definiva "il grande mareggiare della storia". Nel senso cioè che la storia, come il mare, sempre ricomincia e sempre si rinnova.

Era quello che Eraclito, il filosofo presocratico di Efeso, intendeva con il "tutto scorre" quando affermava che non ci si bagna mai nella stessa acqua. Così è della democrazia, mai fatto compiuto una volta per tutte, ma come la politica, e come l'arte, creazione continua di fatti inediti.

Ma a parte questa digressione, voglio qui rivendicare, anche come segretario del PRI - il più antico partito italiano - i legami e i sentimenti di affetto che la mia parte politica ha sempre nutrito con questa grande democrazia in azione, dove la Costituzione ha creato l'America, e dove l'intuizione federalista di uno dei nostri grandi del Risorgimento, Carlo Cattaneo, ha trovato la sua piena realizzazione in un sistema di pesi e contrappesi che fa della democrazia locale la sua chiave di volta.

Cattaneo, nel suo storicismo, meditando sulla storia delle nazioni, in particolare Svizzera e Stati Uniti, individuava nel federalismo il punto di svolta e di superamento dello stesso garantismo costituzionale dell' "Esprit des lois" di Montesquieu. Per Cattaneo era indiscutibile che il garantismo della divisione dei poteri era una conquista di libertà rispetto ai regimi del passato. Ma i suoi risultati, con tutti i loro limiti, erano ben lontani dal realizzare quello "Stato federale" repubblicano, che rompendo le maglie dell'accentramento burocratico stile "ancien règime", fatto proprio dal modello napoleonico, desse la possibilità di far partecipare alla vita della nazione non l'individuo isolato (il che sarebbe stato nella migliore delle ipotesi un puro formalismo giuridico), ma l'individuo in quanto inserito in una organizzazione lungo una linea evolutiva di autonomie, senza soluzione di continuità, fino al Parlamento nazionale.

"La libertà - scriveva Cattaneo - non deve piovere dai santi del cielo, ma scaturire dalle viscere dei popoli. Chi vuole altrimenti è nemico della Libertà".

E' in questo scaturire dalle "viscere del popolo", la sostanza del federalismo che l'animatore e protagonista delle Cinque giornate di Milano vedeva realizzata nella democrazia americana. Una democrazia, che nata dal principio: "non c'è tassazione senza rappresentazione" a tutti i livelli ("no taxation without representation"), ha fatto degli Stati Uniti la democrazia delle leggi e non degli uomini.

Se è vero, come è vero, che qui la Corte suprema può dichiarare incostituzionali gli atti del Congresso impedendo che divengano leggi, in quanto la Costituzione scritta è ritenuta superiore alle assemblee legislative.

"Un governo di leggi e non di uomini", diceva John Adams, infrangendo il feticcio dell'intoccabilità delle maggioranze parlamentari.

Un governo di leggi in un sistema presidenziale dove, come diceva un altro "padre fondatore" della democrazia americana, Jefferson, il "presidente è potente, ma il Congresso è onnipotente".

Una "onnipotenza" che si ferma dinanzi alla superiorità della legge.

Ecco la democrazia che scoprì sulle coste occidentali dell'Atlantico un altro repubblicano italiano, Dario Papa, che rafforzò le sue convinzioni federaliste in un lungo viaggio di studi proprio negli Stati Uniti, nei primi anni Ottanta del XIX secolo. "New York, New York" è il libro che, pubblicato nel 1884, esalta il federalismo realizzato dopo la vittoria di Lincoln sui secessionisti del Sud.

Un Lincoln, peraltro amico di Mazzini, e che vuole affidare a Garibaldi addirittura il comando dei soldati nordisti. Tant'è l'intreccio fra il Risorgimento italiano e la democrazia americana.

Ma torniamo all'autore di "New York, New York". Dario Papa, che a vent'anni si trasferisce dalla sua Rovereto a Milano, ai tempi di Bezecca, nel 1866. Redattore di alcune testate moderate come l' "Italia Agricola", il "Sole", la "Perseveranza", il "Pungolo", poi direttore dell' "Arena di Verona", è, nel 1881, caporedattore del "Corriere della Sera".

E' qui che matura la sua evoluzione verso il repubblicanesimo di stampo cattaneano. Il suo viaggio in America lo rafforza in queste convinzioni.

Ritornato in Italia, porta un soffio di vita americana nel nostro giornalismo, battendosi per il riconoscimento della professionalità e dell'indipendenza del giornalista. E, primo in Italia, introduce i moduli organizzativi e grafici della stampa d'informazione americana durante i cinque anni della direzione del quotidiano milanese "L'Italia" (1884 - 1889).

Un anno dopo, con l'aiuto finanziario dei radicali e dei repubblicani, e con l'appoggio di Filippo Turati, fonda "L'Italia del Popolo", riesumando l'antica testata mazziniana apparsa a Milano nel meriggio del '48.

In tale veste partecipa nel 1894 (tre anni prima della sua scomparsa a San Remo dove si spegne colpito dal "male del secolo", la tubercolosi) alla costituzione del Partito repubblicano lombardo. Un retaggio, e una testimonianza, che Dario Papa, trasmette alle generazioni dei repubblicani, che trovano in America il loro modello di Repubblica, fino alla leggendaria "Mazzini Society", in cui si ritrovano repubblicani che si chiamano Carlo Sforza, Randolfo Pacciardi, Giuseppe Antonio Borgese, e uomini come Gaetano Salvemini, Arturo Toscanini e Luigi Sturzo.

Sono i firmatari di quel manifesto che vuole organizzare una legione italiana sul modello della "France Libre", del generale De Gaulle, per battersi a fianco agli alleati con l'impegno che si rispettino i confini italiani sanciti alla fine della prima guerra mondiale.

Le cose andranno in altro senso: ma è lanciato il seme di quella collaborazione fra l'Italia post-fascista e l'America del Piano Marshall e del Patto Atlantico, alla quale il PRI ha coerentemente guardato nella sua iniziativa politica e parlamentare.

Da tale collaborazione è partita la ricostruzione dell'Italia.

I repubblicani italiani, nella continuità di una coerenza che la storia non ha smentito, hanno avuto con gli Stati Uniti un rapporto che vogliono rafforzare, e che unisce negli stessi valori le due sponde dell'Atlantico. Così come nel mondo classico furono identici i valori che dal mondo greco si trasfusero nel mondo romano.
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<a href="http://www.pri.it">tratto dal sito web del
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nuvolarossa
01-08-02, 19:10
l'intervista / A tutto campo il sottosegretario Nucara che rivendica la centralità del Pri
«Una politica suicida»
Attacco frontale a Chiaravalloti: non ci ha mai ricevuti

Teresa Munari

Prima della pausa estiva, è tempo di consuntivi. A distanza di un anno dal suo insediamento al Governo come sottosegretario all'ambiente, Francesco Nucara, che è anche segretario nazionale del partito Repubblicano italiano, fa il punto con “Gazzetta del Sud”.

Facendo salvi tutti i motivi di opportunità politica, qual è il giudizio dei repubblicani sul Governo Berlusconi?

«Fa bene a parlare di opportunità politica, tuttavia il giudizio dei repubblicani ad un anno dell'insediamento del Governo Berlusconi, è davvero positivo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, se li si vuol vedere. Basti pensare ai successi in politica estera o al traguardo raggiunto con il Patto per l'Italia: perfettamente in linea con la migliore tradizione della concertazione fra Governo e Parti sociali, introdotta proprio da Ugo La Malfa nel 1962, a quell'epoca ministro del bilancio. È dunque un Governo che guarda avanti, tenendo però ben saldo il timone sul rigore che la storia della repubblica ci insegna».
Risultati in qualche modo messi a dura prova dalle posizioni della Cgil... «... Che sta sbagliando di grosso. Pur rispettando le diverse posizioni che il pluralismo consente, ritengo che la Cgil stia facendo un gravissimo errore che produrrà gravi conseguenze sul piano dei rapporti strategici con le altre parti sociali».

Tutto bene dunque, ma ci sarà pure un settore in cui il Governo segna il passo?

«Lascia ancora desiderare il settore delle infrastrutture ma il tempo trascorso è stato minimo per poter realizzare i progetti annunciati: 12 mesi sono davvero poca cosa quando bisogna adeguare la legislazione agli standard europei di modernità ed efficacia. Tuttavia intendiamoci, se il Mezzogiorno e la Calabria si trovano a soffrire ancora oggi di una assoluta carenza di infrastrutture, le responsabilità sono largamente diffuse e non certamente imputabili a questo Governo. Certamente non intendo giocare ad un rimbalzo di responsabilità: la propaganda e le polemiche propagandistiche non portano da nessuna parte, ma va pur ribadita la posizione del Pri sull'attraversamento stabile dello Stretto. Il nostro intento è quello di lavorare per ammodernare l'intero sistema infrastrutturale della Calabria e della Sicilia, e solo allora diventeremo più credibili andando a parlare di ponte nelle sedi opportune».

Veniamo ai fatti di casa nostra, dove il Governo regionale fra dimissioni e rimpasti è di nuovo in una impasse.

«Non tutti ricordano, ma in questi casi fa parte del gioco, che furono i repubblicani, insieme ad un'altra lista, a determinare la vittoria del centrodestra con il suo contributo dell'1,2 di consensi, visto che lo scarto rispetto ai risultati della coalizione di centrosinistra fu dell'1,1 per cento. Passata la prima fase cosiddetta di assestamento, e a deleghe già attribuite, insieme all'on. Manti chiedemmo dunque al Presidente Chiaravalloti un appuntamento per discutere di politica e di ruoli. Da allora sono passati due anni e stiamo ancora aspettando!»

Non vi siete mai incontrati?

«No! Naturalmente a nulla valgono gli incontri occasionali che diventano inevitabili nei convegni o nelle riunioni istituzionali. Eppure fu quell'1,1 % a determinare la vittoria di Chiaravalloti, percentuale che allo stesso modo avrebbe potuto determinare la vittoria di Nuccio Fava, se ci fossimo coalizzati con il centrosinistra! Ma un lungimirante ed autorevole esponente dei Ds ebbe a dire a chi avrebbe voluto agganciarci “di lasciar perdere: tanto il Pri non conta niente”. La storia fu invece nei risultati che ho appena ricordato».

Intende dire che destra o sinistra fa lo stesso?

«Dico solo che se qualcuno pensa, per qualsiasi motivo, di averci acquistato sbaglia, perché non siamo in vendita. Il Presidente Chiaravalloti sta conducendo una politica suicida per la coalizione. Basti pensare alla cosiddetta giunta tecnica che tecnica non è stata considerando le provenienze degli assessori. E parlo al passato perché al di là del dato quotidiano, dimissioni o altro, la decomposizione di quella giunta è ormai cosa certa e certificata».
Come legge questa fissazione per il tecnicismo? È un giogo dei più forti sui più deboli, è un escamotage per non fare i conti con la politica, o cosa? «È il poco orgoglio e lo scarso amore che i calabresi al potere hanno per la loro regione. Una regione che esporta intelligenza, imprenditoria, scienze, arte è invece costretta a importare assessori: il tecnicismo è una muta e formale dichiarazione di impotenza! Una mistura che uccide qualunque germoglio di democrazia».

Come vede invece la situazione a Reggio e in particolare come valuta la battaglia di Fuda per fare da solo la sua Giunta?

«Le trattative sono state portate avanti dagli organismi locali del Pri e se avessi qualcosa da dire la direi nelle sedi opportune. Sul piano generale invece, ritengo che il ruolo dei presidenti di giunta e dei sindaci non vada mai disgiunto dalle loro funzioni di garanti dei processi democratici: indispensabili nella vita sociale e politica di un Paese. Purtroppo però, almeno dalle mie parti, sembra che i partiti non abbiano più funzioni da svolgere se non quella di trasformarsi in comitati elettorali. E questo a mio avviso è un errore mortale, i cui effetti saranno evidenti tra qualche anno».
Sta parlando di una caratteristica da imputare solo al centrodestra? «Assolutamente no, ma questo non vuole dire proprio nulla.Vivere con la democrazia è un problema di tutti, è una esigenza di chi sta nella maggioranza e di chi è schierato con l'opposizione».

Può fare un esempio più chiaro?

«Allora dico, ovviamente mi rivolgo a chi usa l'istituto delle dimissioni per tacitare quella che definisce anomala ingerenza dei partiti, che è l'art. 49 della Costituzione Italiana a riconoscere che i partiti hanno un ruolo fondamentale nel processo democratico. E questo vale alla Regione, alla Provincia e al Comune. Non mi pare, e spero di non sbagliarmi, che parimenti la Carta costituzionale attribuisca ruoli ai gruppi consiliari».
Qual è il messaggio? «Voglio ricordare a tutti che i repubblicani hanno a cuore solamente lo sviluppo della comunità e la salvaguardia delle istituzioni; che i repubblicani rifiutano con forza i dispetti da asilo infantile quando questi bloccano l'attività della giunta comunale in attesa della designazione di qualche assessorato alla provincia. Si è trattato di una caduta di stile, un errore grave che mi auguro non si ripeta mai più».

Lì però tutto è rientrato, e allora?

E allora tutto procederà secondo i canoni istituzionali. Da sottosegretario mi sono impegnato a portare l'acqua del Menta a Reggio e lo farò in perfetta intesa con il Presidente Fuda e con il Sindaco Scopelliti. Entro settembre formeremo un gruppo di lavoro con il compito di monitorare tutto il procedimento e su questo c'è il fermo appoggio dell'assessore regionale Prof. Aurelio Misiti. Come vede per noi è il rispetto dei ruoli istituzionali a vincere su tutto! E così sarà!»

nuvolarossa
20-09-02, 17:26
La solidarietà della segreteria a Bush

La Segreteria Nazionale del PRI esprime piena e totale solidarietà al Presidente Bush e al governo degli Stati Uniti per le dichiarazioni "scandalose e inspiegabili" rilasciate dal Ministro tedesco della Giustizia, il verde Daubler-Gmelin.

I repubblicani rilevano con rammarico che se c'è un governo che sta utilizzando la politica estera a fini interni e per ragioni esclusivamente elettorali, questo è proprio il governo rosso-verde della Germania: al quale forse è il caso di ricordare che "lo spirito di Monaco" aiuta i dittatori come Hitler o Saddam e costringe le democrazie come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti ad un maggior dispendio di uomini e di risorse per ristabilire le condizioni necessarie alla convivenza civile.

Roma, 20 settembre 2002
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tratto dal sito web del
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nuvolarossa
01-10-02, 22:00
La "Gazzetta del Sud" edizione Sicilia ha pubblicato la lettera che il Segretario nazionale del Pri, on. Francesco Nucara, ha inviato all'on. Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio dei Ministri

Caro Presidente,

recentemente ho riunito il Consiglio Nazionale del PRI ed i suoi segretari regionali per fare il punto sulla situazione politica, anche in vista delle future scadenze elettorali in Sicilia e altrove. A seguito di tale riunione vorrei sottoporre alla tua attenzione alcune valutazioni sull'operato del governo e che suscitano nei repubblicani qualche preoccupazione.

Sono certo, caro Presidente, che saprai portare a coesione tutta la coalizione e se lo riterrai potrai tenere conto anche delle nostre valutazioni:

1. il continuo cambiamento dei dati economici ha generato incertezze. C'è bisogno di chiarezza e, se necessario, si richiedano sacrifici. Non saranno certo i repubblicani, da sempre sostenitori di una politica di rigore, a far venir meno il loro sostegno.
E' pur vero che alcuni impegni vanno rinviati perché la congiuntura economica internazionale ci penalizza e non c'è nazione i cui conti economici siano in ordine; ma è altrettanto vero che, pur in una congiuntura sfavorevole, il governo può e deve fare di più e presentare con maggiore chiarezza i dati della situazione;

2. è necessario che i Ministri, tutti i Ministri, evitino dichiarazioni tra loro in contrasto e spesso inopportune;

3. è necessario che il Mezzogiorno costituisca un effettivo punto di riferimento delle politiche nazionali e non si dia l'impressione di un'attenzione episodica e talvolta un po' paternalistica;

4. c'è bisogno inoltre di maggiore consapevolezza nella maggioranza. E' necessario rendere più coesa una coalizione che specie negli Enti Locali (Regione, Province, Comuni) si va sfrangiando. Ricordo bene, caro Presidente, le tue parole alla Convention pre-elezioni amministrative "Cari candidati a sindaco e presidenti di provincia siate generosi con i partiti piccoli, la coesione di tutte le componenti è la nostra forza ..." Non so come interpretare queste tue parole che io accolsi con grande ottimismo. A livello regionale, provinciale e comunale accade esattamente il contrario di quanto hai detto.

Gli Italiani hanno riposto molte speranze in te e nella coalizione che tu così prestigiosamente guidi e sono sicuro che non tradirai queste loro aspettative.

In attesa di poterti incontrare, ti saluto cordialmente

Francesco Nucara

Roma, 24 settembre 2002
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nuvolarossa
04-10-02, 22:51
Il comunicato della segreteria del Pri sul voto per l'invio degli alpini in Afghanistan

La segreteria del PRI commentando il voto di ieri sull'invio degli alpini in Afganistan ha sottolineato come quel voto abbia dimostrato che l'Ulivo non è un'alleanza coesa e credibile sulle grandi questioni, come la lotta al terrorismo internazionale, e pertanto non è più in grado di riproporsi per il governo del paese.

Per quanto riguarda i democratici di sinistra il voto di ieri ha annullato in un solo colpo quanto avevano fatto in precedenza per il Kosovo. I repubblicani si chiedono cosa facciano ancora in quel partito uomini che provengono da una tradizione tanto diversa quale è quella del P.R.I., attestato ieri, con il Polo, nella difesa di quei valori che sono da sempre alla base delle sue scelte in politica estera.

Roma, 4 ottobre 2002
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nuvolarossa
16-10-02, 23:40
Il sottosegretario Nucara in visita a Salerno:
attenzione dei repubblicani su Sarno ed A/3

Presente il capo delle segreteria politica Santoro

Il Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, Francesco Nucara, è stato ospite ieri sera a Salerno. Nei locali dell'Azienda del Gas ha incontrato i responsabili provinciali del Partito Repubblicano, di cui è segretario nazionale. Ci ha parlato della collocazione politica del partito nella Casa delle Libertà e delle sue aspettative di affermazione elettorale nella tornata amministrativa dell'anno prossimo, preannunziando le sue visite in questi giorno nelle città di Compagna, Baronissi e Scafati: stringere le fila repubblicane in provincia, dando ampio mandato rappresentativo a Italico Santoro, figura simbolo dei repubblicani salernitani: "Così come il nostro Partito nelle passate legislature della prima Repubblica fu alleato fedele nelle coalizioni di governo, così, oggi, in un contesto politico completamente rinnovato e riformato siamo convinti sostenitori delle programmazioni della Casa delle Libertà. La nostra presenza qualifica il centrodestra e l'identità dei repubblicani ripropone la tensione ideale, propria della nostra storia. Il nostro Congresso nazionale, che si terrà a Fiuggi dal 25 al 27 ottobre p.v., ribadirà la nostra scelta e confermerà con forza e chiarezza le vocazioni politiche del Partito".

"Sottosegretario, una parte della provincia di Salerno è sopraffatta dal dissesto idrogeologico e mi riferisco al comprensorio del fiume Sarno, ma non solo. Quale l'attenzione del Ministero ?"

"Teniamo sotto controllo e con grande attenzione, con un monitoraggio continuo, la situazione: stiamo curando ed indirizzando al meglio le opere di riassesto idrogeologico del territorio e di disinquinamento del fiume, che a lungo è rimasto il corso d'acqua più inquinato d'Europa. Vuoi per uno scellerato sversamento degli scoli industriali della zona, vuoi per una lunga e colpevole disattenzione pregressa da parte di chi aveva la responsabilità politica ed amministrativa di controllo. Per quanto riguarda le provvidenze economiche necessarie al riassesto è nostro sentito dovere, ed è quanto stiamo facendo, impiegare al meglio e nel modo più avveduto i finanziamenti straordinari già concessi. Ora, nella nuova Finanziaria sono stati previsti finanziamenti aggiuntivi, che saranno elargiti alle Autorità di Bacino: quindi un ulteriore passo in avanti è stato compiuto".

"Altro problema ambientale per i nostri litorali è quello dell'avanzamento del mare sulle spiagge. Si intravede finalmente qualche possibilità di soluzione ?"

"Questa del ripascimento degli arenili è una seria emergenza, che purtroppo non tocca solo le spiagge salernitane. Va subito precisato che la competenza per affrontare il problema è demandata alle Regioni. Quale sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, la difesa del suolo e quindi del mare mi sta molto a cuore: mi auguro e mi farò promotore di proposte per ottenere risorse aggiuntive".

"Con una dichiarazione di poche ore fa il Ministro Lunari ha proposto il pagamento dei pedaggi anche sulle autostrade del sud. Un suo commento ?"

"Preciso che a questa domanda rispondo come meridionale (il sottosegretario Nucara è di Reggio Calabria, ndr) e non come sottosegretario, perché la materia non è di competenza del mio Ministero. Mi auguro che ciò non avvenga per non indebolire l'economia del nostro mezzogiorno: le distanze fanno pagare già un prezzo elevato per gli scambi commerciali ed industriali, nonché per le affluenze turistiche, fiore all'occhiello dell'intero Sud. Se si considera poi che sono solo due le autostrade meridionali a pedaggio libero, la Salerno-Reggio Calabria e la Catania-Palermo, è augurabile che si trovi il modo per evitare l'aggravio. Almeno fino a quando queste arterie non offrano davvero servizi di prima categoria: cosa che francamente non si riesce ad intravedere per molti anni ancora".

Piero Famiglietti

nuvolarossa
17-10-02, 23:15
La segreteria del Pri sulle dichiarazioni di Berlusconi dopo l'incontro con il Presidente Putin

A margine dei lavori della Direzione nazionale del Pri, la segreteria politica ha diramato la seguente nota sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio italiano dopo l'incontro con il presidente Putin:

" Le questioni di politica estera ed i rapporti fra gli Stati sono cose tremendamente serie. Lo sa bene il presidente del Consiglio Berlusconi che ha di recente, pronunciato in parlamento un forte e nobile discorso sulla lotta al terrorismo e sulla necessità che l'Occidente sia unito e solidale con gli Stati Uniti D'America.

Non vorremmo che questa posizione venisse modificata per compiacere un prezioso interlocutore che ha però minor influenza nelle definizioni delle strategie internazionali.

Per quanto possa essere importante il rapporto con la Russia è bene ricordarsi sempre che la collocazione italiana degli ultimi cinquanta e più anni è stata saldamente a fianco delle democrazie occidentali e in particolare degli Usa. Sarà bene che questo valga anche per il futuro.

Dichiarazioni che dessero la sensazione di poter incrinare la collocazione italiana, e destare equivoci allarmanti, andrebbero sempre evitate, soprattutto in momenti di particolare delicatezza come l'attuale".

Roma 17 ottobre 2002
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tratto dal sito web
http://www.pri.it

nuvolarossa
18-12-02, 23:25
La privatizzazione della Rai è possibile

Comunicato della segreteria nazionale

"Il presidente del Senato, Marcello Pera, da convinto liberale quale è, ha voluto ricordare, in occasione del tradizionale saluto di fine anno alla stampa, che il problema Rai si risolve con la sua privatizzazione e che fa fatica a credere che spettacoli di intrattenimento possano avere qualcosa a che fare con il servizio pubblico.
Una tesi ineccepibile. D'altro canto noi repubblicani lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Per il problema Rai non c'è altra soluzione che procedere seriamente e con speditezza alla sua privatizzazione. Ma di vera privatizzazione deve trattarsi, e non di quella indicata nel disegno di legge messo a punto dal ministro Gasparri. Dare corpo ad una public company nella quale ogni soggetto privato non possa detenere più dell'1 per cento del capitale sociale e nella quale la mano pubblica continui a mantenere un sostanziale potere di controllo all'infinito, non è una privatizzazione, ma una mascheratura dello statu quo".

Roma, 18 dicembre 2002
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tratto dal sito
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nuvolarossa
12-02-03, 20:33
Oggi 12 febbraio c. a. il segretario politico nazionale del Pri on. Francesco Nucara ha incontrato il Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi

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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

nuvolarossa
04-03-03, 00:48
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Terrorismo/Pri: necessario giro di vite sulla semilibertà

Mantenere alta la guardia

Dopo il conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze, il Pri si interroga sull'opportunita' di dare un giro di vite al regime dei permessi e delle misure per la semiliberta' nei confronti dei condannati per atti di terrorismo. Una sollecitazione contenuta in un comunicato della segreteria repubblicana, nella quale, oltre a manifestare la solidarieta' alle forze dell'ordine e in particolare al corpo della Polizia Ferroviaria, si aderisce all'appello dei presidenti delle Camera ''rivolto a tutte le forze politiche e sociali''. Per questa ragione i repubblicani chiedono di ''mantenere alta la guardia contro il terrorismo'' e allo stesso tempo auspicano che ''si possano presto colpire gli assassini di D'Antona e Biagi''.
La segreteria repubblicana ''alla luce dei segnali di ripresa del terrorismo, invita a riflettere sull'opportunita' di mantenere il regime di semiliberta' di cui usufruiscono coloro che sono stati coinvolti in reati contro la sicurezza e l'ordinamento dello stato democratico''
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nuvolarossa
11-03-03, 21:02
Capitalia: il Pri da sempre per la tutela della trasparenza nel sistema creditizio

La Segreteria Nazionale del PRI, apprese le reazioni che il Presidente di Capitalia Cesare Geronzi ha avuto nei confronti delle dichiarazioni rilasciate da Giorgio La Malfa sulla vicenda delle Generali, ricorda che la tutela della trasparenza nel sistema creditizio e finanziario del paese è sempre stata al centro delle attenzioni del PRI, dalle vicende di Sindona e Ventriglia alla difesa dell'autonomia e dell'indipendenza della Banca d'Italia.

La Segreteria Nazionale invita il Presidente di Capitalia, che si rifugia nelle querele, a citare dati e fatti che possano smentire efficacemente l'on. La Malfa. Se poi dovesse insistere sulla via giudiziaria, tali dati e tali fatti potranno emergere con maggiore chiarezza proprio in tribunale.
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tratto dal sito
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nuvolarossa
10-04-03, 00:42
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Il ringraziamento al Pri dell’Ambasciatore britannico a Roma

La ringrazio per la Sua lettera del 20 marzo u. s. a Sir John Shepherd. Rispondo in sua vece, trovandosi l’Ambasciatore in ferie.

La Sua espressione di solidarietà in questo momento è assolutamente incoraggiante. L’azione militare in cui sono attualmente impegnate forze britanniche ha come obiettivi primario il disarmo delle armi di distruzione di massa del regime iracheno, secondo quanto prescritto da successive risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il Governo britannico prova rammarico del fatto che Saddam Hussein non si sia avvalso dell’ultima possibilità di disarmo offertagli dalla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1441, adottata all’unanimità dal Consiglio nello scorso novembre. Il Governo Britannico è determinato a garantire che il regime iracheno venga sconfitto e che si ristabiliscano in tal modo l’autorità e credibilità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

La ringrazio di nuovo per il Suo sostegno.

Distinti saluti
Scott Wightman
Vice-Capo Missione
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tratto dal sito
http://www.pri.it/immagini/da%20inserire%20pri/logosinistra.jpg (http://www.pri.it)

nuvolarossa
22-05-03, 23:33
La Segreteria Nazionale del PRI, a proposito del comunicato di ex repubblicani che hanno rivendicato l'eredità politica e culturale di Ugo La Malfa, ha rilasciato la seguente risposta:

"Un certo numero di "indipendenti di sinistra" - di uno dei quali Giovanni Spadolini era solito dire che fosse "personaggio nefasto per la Repubblica" - ha voluto - con un'inserzione su alcuni giornali - certificare la propria esistenza in vita.

A tutti costoro ricordiamo che Ugo La Malfa - per difendere l'autonomia e l'indipendenza del partito - si mosse a tutto campo sullo scenario politico della sua epoca ed era solito definire il PRI un partito che non é "né a destra né a sinistra ma più avanti" rispetto agli altri.

Ricordiamo ancora il disprezzo con cui guardava agli indipendenti di sinistra, che avevano venduto l'anima al PCI per qualche collegio elettorale e avevano così rinunciato a difendere le ragioni ideali e politiche del PRI. E ai nuovi indipendenti di sinistra vogliamo solo rammentare che molti di loro hanno lasciato il partito anche quando il PRI era collocato, negli anni novanta, all'interno del centro-sinistra, così confermando che il loro contrasto non riguardava e non riguarda un determinato schieramento ma l'esistenza stessa del Partito Repubblicano Italiano, le sue ragioni storiche, la sua vitalità come forza politica autonoma, propositiva, modernizzatrice, sul solco appunto che è proprio della tradizione e dell'insegnamento di Ugo La Malfa".

tratto da --->
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI205.gif (http://www.pri.it)

Giuseppe Gizzi
23-05-03, 09:45
Beh direi che le firme sotto qull'appello di Girolamo Arnaldi, Cetta Cifarelli, Giuseppe Galasso, Antonietta Reale, Giovanni Russo, Franco Sassano, Giorgio Torraca e Giuseppe Ciranna non credo possano essere qualificate semplicemente come firme di ex. I cognomi appena citati hanno rappresentato qualcosa nella storia del Partito Repubblicano Italiano. Credo che queste firme, sulle quali avvierei una riflessione, siano espressione del disagio più profondo di chi, e sono tanti, non crede che il Pri debba essere collocato dove attualmente si trova. Con amicizia. Giuseppe Gizzi.

Garibaldi
23-05-03, 11:20
e Bogi non c'e ???'''
Comunque sono la stragrande maggioranza quelli che sono rimasti a lavorare per il pri.
Quelli che sono usciti hanno tradito proprio lo spirito di UGO LA MALFA !!!!
Se una volta erano repubblicani !!! bella figura che hanno fatto ad uscire dal pri !!! erano credibili se rimanevano dentro a lottare.
Fra questi leggo il mio concittadino Franco Sassano che con il pri ha costruito tutta la sua carriera !!!!
Almeno un po' di riconoscenza avrebbe dovuta averla !!!
I VERI AMICI SI RICONOSCONO NEL MOMENTO DEL BISOGNO !!!
E quando il pri ha avuto bisogno degli amici per non sparire ?!! Questi lo hanno ABBANDONATO !!!
VERGOGNA !!!!

FRANCO (POL)
23-05-03, 16:01
Non di amici di Ugo La Malfa ma di odio verso Giorgio La Malfa ed il PRI è il filo conduttore dell'avviso a pagamento apparso sia su Repubblica che sul Corsera.
Non riuscendo ad organizzare nulla nel ricordo di Ugo La Malfa, figuriamoci nel proseguirne il percorso politico, marcano a uomo le mosse del partito cercando di ingenerare confusione: sono ridicoli questi signori che fanno pubblicare, nella stessa pagina del Corsera (dove viene pubblicata la rubrica di Mieli) e nello stesso formato, l'avviso a pagamento dopo pochi giorni dell'analogo avviso delle manifestazioni programmate dalla Fondazione La Malfa a Palermo e Roma.

Garibaldi
24-05-03, 11:20
Chi ha abbandonato il pri deve solo vergognarsi !!!!
Ha tradito anche la fiducia di Ugo La Malfa !?!?!?!?
Altro che Miserabbbbili gli avrebbe gridato dietro il nostro UGO !?!??!?!

nuvolarossa
11-06-03, 23:48
Incontri a Salerno e provincia del segretario nazionale on. Francesco Nucara e del capo della segreteria politica on. Italico Santoro

Salerno venerdì 13 giugno h. 17,30
Sala Conferenze Azienda del Gas
Conferenza programmatica e organizzativa
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Castel S. Lorenzo (SA) sabato 14 giugno
Visita cantina sociale Castel S. Lorenzo
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Polla (SA) sabato 14 giugno
Inaugurazione stabilimento prodotti tipici del Cilento
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Comune di Omignano (SA) sabato 14 giugno h. 12,30
Convegno del Parco del Cilento
tratto dal sito
http://www.pri.it/immagini/da%20inserire%20pri/logosinistra.jpg (http://www.pri.it)

nuvolarossa
03-09-03, 23:22
Gli appuntamenti del partito per l'autunno/Prosegue l'azione di rilancio

Definire nuovi traguardi e nuovi obiettivi

di Francesco Nucara

Dopo il nuovo vertice delle forze di maggioranza sulle proposte di riforma costituzionali, al quale ho partecipato per il Pri, si apre per il partito un fitto calendario di riunioni politiche ed organizzative degli organismi dirigenti.

Lo scopo è quello di rimettere in movimento, dopo la pausa estiva, la macchina organizzativa dei repubblicani in vista delle elezioni comunali e provinciali della prossima primavera e di quelle europee; mentre con la riunione degli organismi nazionali sarà definita la piattaforma programmatica e le condizioni per la partecipazione delle liste dell'Edera alla competizione elettorale.

In vista di quelle scadenze potremo avanzare come momento caratterizzante del programma repubblicano il tema delle doppie candidature nelle elezioni locali, che va visto anche in correlazione alle nuove norme legislative sugli Enti locali e le Regioni che hanno determinato una serie di poteri e di compiti assolutamente nuovi per i consiglieri e gli amministratori. Ci poniamo quindi una prima domanda: è possibile continuare con quel cumulo di candidature che finora ha contraddistinto i diversi livelli elettorali? Nelle ultime lezioni provinciali di Roma i nomi di parlamentari nazionali ed europei, di sindaci e di assessori comunali in carica hanno riempito le liste elettorali. Ci chiediamo, invece, se non sia più coerente con le nuove norme costituzionali e più opportuno sul piano della credibilità della classe politica mettere mano ad una serie di norme legislative che stabiliscano una reale incompatibilità tra i vari livelli istituzionali. Riteniamo che questa scelta sia più conforme ai principi "dell'uguaglianza dei punti di partenza", tipica dei sistemi liberaldemocratici.

La riunione della Direzione del 9 settembre sarà invece dedicata all'approfondimento dei temi delle riforme che sono diventate il nuovo filo conduttore della maggioranza. La "Voce" ha già pubblicato un fondo dedicato principalmente al tema del "premierato" forte, vale a dire scelto direttamente dagli elettori assieme alla sua maggioranza. Su questo terreno il Pri ha un suo disegno di legge " Norme sulla forma di governo basata sull'elezione diretta del Primo Ministro" presentato al Senato ai primi di gennaio del 2003 e che ha come primo firmatario il senatore Del Pennino.( anche questo pubblicato sulla Voce) che fissa una serie di contrappesi, per evitare che il rafforzamento del ruolo del primo ministro non scada in una concezione "peronista". Altri temi da esaminare sono quelli della riforma dei compiti del Parlamento, con una Camera più politica e un Senato federale eletto su base proporzionale in rappresentanza delle realtà territoriali. C'è inoltre quello della riforma della Corte costituzionale che resta organo di garanzia ma assume una veste federalista, con un numero di giudici che sale a 19 di cui tre eletti dalla Camera e sei dal Senato federale. Un altro aspetto, da esaminare, riguarda i nuovi compiti del Presidente della Repubblica che secondo le nuove proposte non sarà più rieleggibile, ma vedrà accentuate le sue funzioni di garanzia.

Nel Consiglio nazionale, che si presume si terrà il 20 settembre saranno esaminati i temi dell'attività politica e le iniziative del Governo in merito alle riforme istituzionali ed economiche sulla base di una relazione del segretario che toccherà anche gli aspetti organizzativi del partito, in vista delle scadenze di primavera e delle elezioni europee.

Per le elezioni amministrative della primavera del 2004 si voterà per la regione Sardegna ( salvo scioglimento anticipato) e per 63 Province, tra cui Torino, Milano, Venezia, Firenze, Napoli e Bari.

Per i Comuni si voterà in 4438 località, tra cui 196 comuni superiori ai 15.000 abitanti, di cui 28 capoluogo di Provincia.

La linea politica per le alleanze locali rimane quella già sperimentata con successo nelle passate elezioni , vale a dire il raccordo delle liste dell'Edera con quelle della Casa delle Libertà. Sappiamo, anche, che su questa strada si incontrano spesso problemi, resistenze e difficoltà per cui è opportuno iniziare tempestivamente l'esame delle diverse situazioni locali: in questa direzione vanno ricercati preventivamente e prioritariamente rapporti con i rappresentanti del Polo, verificando la congruenza delle loro posizioni programmatiche e politiche con le nostre.

Al Consiglio di settembre sarà anche esaminata la situazione organizzativa e i dati della diffusione della Voce repubblicana sulla base del quadro degli abbonamenti al giornale, suddiviso per ciascuna regione. Sino ad oggi la segreteria, d' intesa con l'amministratore, ha inviato gratuitamente la Voce a tutti i componenti degli organismi nazionali del Partito, come momento promozionale e in attesa del loro abbonamento. Dopo il Consiglio Nazionale di settembre questa linea non sarà più seguita. Il giornale ha superato bene la fase sperimentale del primo periodo di Giugno/Agosto e con la ripresa delle pubblicazioni si è avviato a diventare il fulcro dell'iniziativa politica del partito e lo strumento più adeguato per la diffusione delle sue iniziative. Su questi ed altri temi sarebbe opportuno sentire anche le opinioni della minoranza.

A partire dai prossimi appuntamenti ci deve accompagnare la consapevolezza che , al di là del diverso giudizio tra maggioranza e minoranza, sulla valutazione del Governo e della sua maggioranza ci accomuna la scelta di aver voluto continuare nel Pri il nostro impegno di repubblicani, che per il suo valore morale è incompatibile con altre collocazioni.

Si vanno delineando nella politica nuovi scenari ed essere riusciti a salvaguardare l'autonomia e l'identità del partito non ci deve far considerare concluso il cammino, per cui dobbiamo aprire nuovi traguardi e definire nuovi obiettivi: questi impegni li dobbiamo fissare assieme ed insieme li dobbiamo perseguire.

Fracesco Nucara
Segretario Nazionale
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
11-11-03, 23:23
Intervista di Nucara a Ravenna a "Il Resto del Carlino"/Incontro con amministratori, industriali e dirigenti locali del partito
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI376.gif "Uniti nello sforzo di rivitalizzare il Pri"

Pubblichiamo l'intervista del segretario nazionale, Francesco Nucara, sul tema delle alleanze per le prossime elezioni amministrative resa a Ravenna in occasione di un incontro con amministratori e dirigenti locali.

"Non distinguo repubblicani di sinistra o di destra, non so fare divisioni in modo colorato. Vedo tutti uniti nel far vivere il partito, anche se vi sono visioni diverse rispetto alle strategie da usare per raggiungere questo obiettivo, che resta prioritario".

Francesco Nucara, segretario nazionale dell'Edera, è a Ravenna nella sua veste di sottosegretario al ministero dell'Ambiente, per una serie di incontri con imprenditori e amministratori (nella sede degli Industriali e in Municipio). Accompagnato dai principali esponenti locali del Pri, a partire dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi e dal segretario comunale Giancarlo Cimatti, batte molto sul tasto dell'unità del partito, ‘a prescindere dalle alleanze'.

Segretario, come vede i repubblicani romagnoli che fanno parte di giunte di centro sinistra, diversamente dalla linea nazionale, dove l'alleanza è con il centro destra?

"I nostri amministratori in Romagna e qui a Ravenna hanno lavorato bene e sono encomiabili. Si sono sempre impegnati per gli interessi pubblici, più che per il partito, come d'altra parte ha sempre fatto il Pri nel suo complesso. Per questo, forse, il consenso elettorale è andato scemando. Non ce ne facciamo un cruccio, perché si rispetta lo spirito del nostro partito. Poi qui hanno governato bene anche perché l'humus sociale della Romagna rende le cose più facili che altrove".

Amministrano bene, ma non vengono scelti dalle coalizioni come candidati sindaco. Come mai?

"Mi rendo conto di come questo possa avvenire proprio per la posizione nazionale del partito e nonostante la loro qualità politica. Con il centro destra, nonostante tutto, possiamo fare ‘la voce grossa', far pesare la nostra forza nazionale. Se per questo ci sono problemi, me ne dispiaccio. Però se in questa fase siamo nel centro destra, non è detto che sia sempre così. Non abbiamo fatto alcuna professione di fede".

Quindi ci possono essere casi ‘particolari'?

"Ci possono essere e ci sono stati. Dipende dai contenuti programmatici alla base delle alleanze e dalla qualità personale dei politici. Quando si sono proposti candidati che non ci ‘piacevano', siamo usciti anche dal centro destra. Offrendo un contributo al centro sinistra, che ha così vinto. È necessario però che gli amici che, per ragioni obiettive, entrano in liste di centro sinistra, sappiano che il primo colloquio deve essere con Forza Italia".

Le amministrative sono alle porte. Cosa succederà con il ‘problema' del simbolo, soprattutto qui?

"Abbiamo fatto un anno di lotte rispetto al concetto di autonomia. La maggioranza è stata chiara: autonomia ‘nel' partito, non ‘dal' partito. Ogni scelta, dunque, va coordinata con la segreteria nazionale; e devono farci capire le condizioni per le quali si intende stringere un'allenza diversa da quella indicato dalla maggioranza del partito. La questione del simbolo quindi è tutta lì: decide la segreteria nazionale, ma di fronte a proposte motivate da fatti oggettivi".

Nevio Galeati "Il Resto del Carlino" 8 novembre 2003 (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
30-12-03, 03:28
Francesco Nucara intervistato dalla "Gazzetta del Sud"

Calabria: perplessità su Forza Italia

Il segretario nazionale repubblicano ha inviato una lettera a Sandro Bondi

Pubblichiamo l'intervista del segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, rilasciata a Teresa Munari apparsa sulla "Gazzetta del Sud" il 22 dicembre 2003.

E' dall'inizio di questa legislatura regionale che il segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano, Francesco Nucara, va ripetendo come, "nonostante il ruolo determinante svolto dal Pri per la vittoria del centro-destra, la dialettica all'interno della coalizione di maggioranza si svolge senza prevedere il contributo dei repubblicani".
Giovedì scorso il sottosegretario all'Ambiente, Francesco Nucara, in una lettera al coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi ha confermato le sue perplessità sul ruolo che Forza Italia, partito di maggioranza relativa della coalizione, sta svolgendo in Calabria e, pur sottolineando che "il Pri non vuole certamente pietire un posto a tavola" ha però segnalato che da segretario nazionale del Partito "non tollererà nuovi sfilacciamenti sulle candidature".

Sottosegretario, non crede che mettere nero su bianco le proprie irritazioni può anche far imboccare una strada di non ritorno?

"Le rispondo citando il film di Scola, "La Famiglia", dove i grandi giocavano facendo finta di non vedere il piccolo Nicola che invece era lì fra loro ed il gioco andava avanti fino a quando il ragazzino, stanco di non riuscire a farsi notare, prendeva il vaso cinese, il più caro alla nonna, e lo schiantava per terra. Noi del Pri quel vaso ce l'abbiamo in mano e siamo pronti a romperlo. Tutto qui".

Non si crea problemi, considerato il suo ruolo nel Governo nazionale?

"No, a livello centrale i rapporti con la coalizione sono ottimi, e poi non posso più tacere la confusione fra i ruoli che in Calabria è totale, infatti non è Forza Italia ad organizzare i confronti: lo fa l'Udc".

C'è forse uno scontro in corso sulle candidature?

"Non mi pare, sarebbe troppo nobile. Il nodo è invece sui posti di sottogoverno e anzi mi faccia dire che, per esempio, le dichiarazioni del coordinatore dell'Udc sulle ferrovie locali mi fanno supporre una lotta per il potere".

Se il Pri non protesta per pietire un posto a tavola, non pensa che queste osservazioni la possono rendere poco credibile?

"E' sotto gli occhi di tutti che il Pri in questa legislatura non è stato rappresentato mai né da un assessore né con alcun posto di sottogoverno. Il che non ha però significato un conseguente disinteresse da parte del Pri verso la Calabria, anzi diciamo pure che 6 istruttorie di altrettante "Valutazioni di impatto ambientale" concluse, e 23 milioni di euro finalizzati sulle disponibilità delle diverse leggi dal Ministro dell'Ambiente alla Regione Calabria non è stata poca cosa. E tutto questo in sintonia con il Presidente Chiaravalloti, con il quale notoriamente c'è sempre stata una a-sintonia".

Le ho sentito affermare che mai e poi mai vorrebbe essere ricordato come il sottosegretario della Calabria, perché chi sta al Governo deve occuparsi di tutto il Paese. Ciò nonostante è qui tutte le settimane per parlare con i Sindaci, ascoltare i problemi...

"E' vero e lo ho detto non soltanto da sottosegretario, ma per il ruolo che mi dà l'essere il segretario nazionale del Pri. Perché è in questa veste che posso discutere l'aiuto al Parco d'Aspromonte, o all'Università, così come riesco a parlare del Ponte con Berlusconi".

Qual'è l'obiettivo del Pri in Calabria?

E' quello di rivedere non soltanto il programma di fine legislatura, sarebbe riduttivo, ma un programma conseguente alla politica nazionale ed europea, in modo da far convergere tutti gli sforzi verso un unico obiettivo, in modo serio e pubblico, senza escludere il confronto con le forze di opposizione. Diversamente avrei il sospetto che si parla di cose serie per arrivare al ragionamento della bottegaia".

Andiamo nel concreto, lo sa Lei quante aspettative ha creato fra i giovani calabresi con il suo progetto di Film Commission?

"Lo so, e non soltanto fra i disoccupati intellettuali delle Accademie di Belle Arti e dei Conservatori, perché una produzione cinematografica crea davvero tanto lavoro e tanto valore aggiunto".

E allora?

"E allora mentre la Provincia di Reggio ne ha capito l'importanza e lo stesso ha fatto il Comune di Reggio Calabria, chi manca all'appello è sempre la Regione. Ma a dispetto di tutti, la fondazione sarà una realtà già prima della fine di quest'anno, perché sarà Sviluppo Italia a sostenere l'idea. Ovviamente non manca l'amarezza, visto che i fondi previsti nella finanziaria del 2002, nel 2003 erano spariti, stornati su chissà quale progetto. Per questo vorrei ricordare all'assessore al Turismo che la regione conta cinque province e due milioni di calabresi, e che non tutti abitano in via Popilia".

Una posizione abbastanza critica la Sua, verso la Giunta...

"No. Dopo tante incomprensioni, adesso con il Presidente Chiaravalloti abbiamo raggiunto una certa sintonia... Vedi Gioia Tauro e vedi l'obiettivo del sistema idrico reggino per il quale oggi a Reggio avremo una riunione operativa con il sindaco della città, il presidente della Provincia, i progettisti, l'assessore regionale Grimaldi, e sono certo che non mancherà il presidente della Regione. Il mio obiettivo è quello di indurre il presidente ad usare maggiore attenzione per la provincia di Reggio, impedendo agli assessori di continuare a fare solo l'interesse del loro collegio".

E' la prassi, conseguenziale al sistema elettorale.

"Infatti, e il nuovo Statuto avrebbe dovuto prevedere il collegio unico regionale, così si sarebbero sprovincializzate le tensioni operative di consiglieri ed assessori".
(http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

nuvolarossa
15-01-04, 00:59
Nucara incontra Berlusconi

Il 16 gennaio il segretario nazionale del Pri, on. Francesco Nucara, si incontrerà a Palazzo Chigi, nel quadro dei colloqui previsti per la verifica di governo, con il presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi. (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

nuvolarossa
09-02-04, 22:30
Discorso pronunziato dal segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, durante la cerimonia di commemorazione della Repubblica Romana che si è tenuta l'8 febbraio a Forlì

Giuseppe Mazzini, l'attualità di un moderato

9 febbraio 1849 - 9 febbraio 2004. Questi centocinquantacinque anni scanditi su quel calendario della storia che parte dalla seconda metà del XIX secolo per arrivare a questo inizio di terzo millennio, sono il tempo che è trascorso da quando altri depositi si sono accumulati sulla "collina sulla quale noi ci leviamo". E' l'immagine che uno scrittore americano, John Dos Passos, ha usato per spiegare che il presente si nutre di un passato che porta in sé i germi di nuovi virgulti, lungo il processo di una storia che è sempre storia presente. Presenti, e più che mai attuali, sono i valori e gli ideali che la Repubblica di Mazzini affermò in Roma nell'ultimo anno della prima metà dell'Ottocento, quando, in piena restaurazione dopo la sconfitta di Novara, essa fu l'esempio e la guida della rivoluzione italiana.

Nel mondo globalizzato della terza rivoluzione industriale, quello dell'informatica, la scienza che ha permesso all'uomo di spingersi fino all'esplorazione di Marte, il principio di laicità affermato all'Assemblea romana è un punto di non ritorno di quel processo che ha liberato la scienza e la ricerca dalle pastoie dei dogmi e delle verità precostituite. Quelle dell' "ipse dixit" che costarono il rogo a Savonarola e il processo a Galilei.

Ma il laicismo di Mazzini, sottolineò don Luigi Sturzo nei giorni del centenario della Repubblica romana, in occasione dell'inaugurazione del monumento a Mazzini sull'Aventino, non era privo di spiritualità, giacché, continuava il fondatore del Partito popolare, "la sua era una politica fondata sulla moralità".

Nella stessa occasione un altro grande cattolico liberale, Alcide De Gasperi, che di don Sturzo fu il successore alla testa del partito dei cattolici, ricordò che Mazzini, entrato in Roma dopo che l'Assemblea costituente aveva fissato nello Statuto fondamentale che "il Pontefice romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l'indipendenza nell'esercizio della sua potestà spirituale", nulla fece per opporsi a tale formula o per svuotarla". "Anzi - ancora parole di De Gasperi - nel suo discorso all'Assemblea del 9 marzo, evitò tutto ciò che poteva dividere e cercò appassionatamente tutto ciò che poteva unire".

Gli storici, unanimi, ci dicono che in quel discorso Mazzini fece appello ai romani perché dimostrassero, con il loro esempio, che il patriottismo non era ostile alla religione. Avrebbero dovuto mostrare al mondo esterno che nella loro Repubblica potevano coesistere la libertà e l'eguaglianza. La libertà di coscienza e la libertà di parola erano diritti di cui tutti dovevano godere; nella Repubblica romana non doveva esserci posto né per l'intolleranza né per l'odio fra gli avversari politici ma soltanto uno sforzo comune volto alla conquista dell'indipendenza nazionale. Citando Cromwell, esortava i propri ascoltatori a "riporre la loro fede in Dio e a mantenere asciutte le polveri".

La moderazione di Mazzini e il suo rispetto verso la religione cattolica stupirono quanti - ed erano quasi tutti - lo consideravano un settario e un visionario. Si rivelò invece, per equilibrio e moderazione, uno statista di prim'ordine. E in un'esperienza di governo di appena cento giorni diventò l'uomo più popolare d'Europa, suscitando invidie fra i moderati, compreso il conte di Cavour, che reclamò anche lui la fine della Repubblica romana. Mazzini e Garibaldi furono gli attori principali di quello che lo storico inglese Trevelyan chiamò "uno dei grandi spettacoli della storia". Uno spettacolo che smentì in alcuni fatti d'arme fra i più fortunati e più eroici del Risorgimento la vulgata diffusa in quei giorni dai giornali francesi: "gli italiani non si battono".

Scrive Denis Mack Smith nella sua biografia di Mazzini che "la Repubblica romana lasciò agli uomini politici di quelle generazioni una eredità ancora più preziosa: la memoria di Roma condusse la lotta per la difesa della propria indipendenza (...) A Roma - sottolinea Mack Smith - Mazzini aveva intorno a sé un gruppo di patrioti che avrebbero avuto molta importanza nella sua vita successiva e che ora contribuirono a creare quella che sarebbe stata, per i posteri, una leggenda imperitura". Una leggenda ricca di una testimonianza di fede e di martirio che è l'epifania stessa, nel significato greco di "apparizione", della Repubblica come tale. Nel senso di quella "res publica" che Mazzini intendeva come governo del popolo.

Nella leggenda della difesa di Roma, accanto ai nomi di Mazzini e Garibaldi, che nella fuga verso Venezia perse la sua Anita, spirata in una cascina qui intorno, c'è il lungo elenco dei nomi di quella memoria repubblicana che costituisce una delle pagine più fulgide del riscatto nazionale.

Una memoria fissata nel marmo in cui sono scolpiti i volti dei martiri, - letterali "testimoni" - di quella leggenda. Nella corona marmorea che orna le pendici del Gianicolo, sulla cui vetta dominano, scolpite nel bronzo, le statue equestri di Garibaldi e della sua sposa, manca la statua di Mazzini, posta appunto sull'Aventino, al centro del piazzale dedicato a Ugo La Malfa.

Quando nel 1949 si inaugurò il monumento dell'Aventino, il "Comitato nazionale per le onoranze a Giuseppe Mazzini" pubblicò un volume che raccolse scritti e testimonianze di politici e intellettuali di diversa estrazione. Accanto ai già citati nomi Sturzo e De Gasperi, ne sfilarono altri 224, da Einaudi a Salvemini, da Parri a Ruini, da Conti a Perassi, per citarne solo alcuni. E' stato fatto osservare che fra questi nomi si distinguono alcuni grandi assenti, e in modo particolare, i leader di quella che allora era la sinistra di classe, reduce dalla bruciante sconfitta del Fronte popolare del 18 aprile ‘48.

Oggi, sullo sfondo di un paesaggio geo-politico che non è più quello della "guerra fredda", quell'assenza non avrebbe più senso. E non l'avrebbe perché la sinistra, quella che vuol essere la sinistra riformista di governo, crollato il comunismo, con il lungo corteo dei suoi orrori e dei suoi crimini, è alla ricerca di nuovi riferimenti e di nuovi "padri fondatori" nei cui nomi coniugare il binomio giustizia e libertà.

Giuseppe Mazzini, che già Bettino Craxi cercò di condurre accanto a Garibaldi, nel pantheon di un partito socialista che ripudiava Marx, dopo averlo sostituito con Proudhon, è la figura che più di ogni altra può colmare il grande vuoto.

Nell'incompiuto bipolarismo italiano il nome di Mazzini può servire anche alla destra nel senso di quella pacificazione nazionale, dove sinistra e destra, respinti i demoni dei radicalismi contrapposti, devono trovare valori comuni per quella riscrittura delle regole volte a fare dell'Italia una democrazia europea. Alla sinistra servono i valori della nazione per rompere definitivamente quello che Massimo D'Alema chiamò l' "assordante silenzio" segnato dal crollo del comunismo; e alla destra che ha scoperto i valori della democrazia con la denuncia del "male assoluto" dei totalitarismi che hanno insanguinato l'Europa in quello che è stato chiamato il "secolo breve", è Mazzini che può parlare dell'attualità del principio di nazionalità, inteso come rispetto di altre identità nazionali da far coabitare nell'edificio della nuova Europa.

Democrazia e nazione sono i due termini sublimemente intrecciati nel messaggio dell'apostolo dell'unità italiana. Sono appunto i due termini che portarono il fondatore della "Giovine Italia" e il tenace organizzatore delle prime società operaie ad uscire, nel 1864, dalla prima Internazionale, consumando a sinistra quel primo strappo cui ne seguiranno molti altri. Strappi che possono leggersi nello stesso codice genetico del comunismo, profeticamente avvertito da Mazzini fin dal 1850, ossia a due anni dalla pubblicazione del Manifesto di Marx ed Engels, come "la più tremenda tirannide che l'uomo possa ideare sulla terra".

Nel 1871, un anno prima della morte, Delio Cantimori, il maestro di Renzo De Felice, da annoverare tra i più importanti "profeti della nazionalità", così spiegava la sua rottura con la prima Internazionale: "Questa Associazione, fondata anni addietro a Londra e alla quale io ricusai fin da principio la mia cooperazione, è diretta da un Consiglio, anima del quale è Carlo Marx, tedesco, uomo d'ingegno acuto ma, come quello di Proudhon, dissolvente; di tempra dominatrice, geloso dell'altrui influenza, senza forti credenze filosofiche o religiose e, temo, più elementi d'ira, s'anche giusta, che non d'amore nel cuore".

La rottura si consumò nella difesa del principio di nazionalità anteposto da Mazzini rispetto alla stessa concezione liberale, in quanto aveva chiara la possibilità di antitesi tra libertà e nazionalismo. "La religione della patria è santissima - scriveva - ma dove il sentimento della dignità individuale e la coscienza dei diritti inerenti alla natura di un uomo non la governino - dove il cittadino non si convinca che egli deve dar lustro alla patria, non ritrarlo da essa - è religione che può far la patria potente, non felice; bella di gloria davanti allo straniero, non libera".

Ecco perchè deprecava il "gretto spirito di nazionalismo, sostituito a quello della Nazione", ed auspicava un ordinamento internazionale che significasse "la divisione dell'Umanità in nuclei affratellati in un intento comune, indipendenti nella scelta dei mezzi che devono raggiungerlo".

E' la Repubblica dell'uomo, dove patria e umanità si intrecciano nel rispetto delle varie funzioni indicate dalle condizioni geografiche, dalle lingue, dalle credenze, dalle tradizioni storiche. Sono requisiti essenziali della concezione democratica della nazionalità: quella che farà dire a Jean Jaurés, uno dei grandi leaders del socialismo francese della prima metà del Novecento, che "la Nazione é il solo bene dei poveri". La nazione si fa così punto di incontro in cui Mazzini, teorico della nazionalità, diventa anche teorico della democrazia, nella proiezione di quel processo che ha portato il socialismo occidentale, in opposizione alla versione rivoluzionaria del radicalismo giacobino, a farsi moderato, rifiutando la lotta di classe e la dittatura del proletariato.

Un riformismo, che in opposizione al suo fratello nemico, il socialismo rivoluzionario, vuole imporre regole al mercato, e promuovere compensazioni in termini di sicurezza e di protezione. E' il modello che in opposizione a ciò che l'ultrasinistra chiama "sfruttamento capitalista", si è imposto nei principali paesi dell'Europa occidentale, essenzialmente dal secondo dopoguerra fino alla metà degli anni settanta del secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle.

E' il riformismo che il Partito Repubblicano, rifiutando la lotta di classe, ha identificato con la politica dei redditi di Ugo La Malfa, che accoglie largamente l'ispirazione mazziniana in termini di aggiornamento ad una realtà in continua trasformazione.

E' l'evoluzione che ha fatto la modernizzazione della società dell'Europa occidentale, cui si è aggiunta in seguito la Spagna post-franchista. Nell'Europa del secondo dopoguerra il riformismo gradualista ha saputo inserire i diritti sociali nello sviluppo della produzione e dei consumi. In un quadro dove lo Stato, nel rispetto dell'economia di mercato, ha guidato lo sviluppo economico, sforzandosi di stabilire un relativo equilibrio fra le esigenze della produttività e della competitività delle imprese e le rivendicazioni salariali.

Un orientamento così forte che si è imposto anche ai governi di centro-destra: nella Francia gollista, così come nell'Italia a predominio democristiano; per non parlare dell'economia sociale di mercato della Germania di Adenauer e dei suoi successori, compresa la parentesi social-democratica di Helmuth Schmidt, o dell'Inghilterra laburista, dal piano Beveridge al riformismo di Tony Blair.

Certo, la globalizzazione dell'economia impone oggi forti correzioni all'economia di ispirazione keynesiana, ed è qui che si misura il nuovo riformismo, che ormai accomuna la destra e la sinistra nella consapevolezza che non è più lo Stato a pilotare l'economia, ma sono le imprese la fonte di creazione della ricchezza sociale. La mutazione attuale del capitalismo nel senso di quella flessibilità che esige nuove regole nel diritto del lavoro e della protezione sociale, pone il nuovo riformismo dinanzi a sfide corrispondenti ai nuovi modi di organizzazione della produzione, così profondamente trasformati rispetto al passato.

Ecco perchè i due riformismi, quello di destra e quello di sinistra, sono chiamati a confrontarsi su un nuovo compromesso sociale. Quello di destra, che è ispirato alle potenti dinamiche economiche e tecnologiche, va nel senso di rimettere in discussione le protezioni acquisite, ma con il rischio di cadere nel capitalismo selvaggio; quello di sinistra si scontra invece con l'antiriformismo dell'ultrasinistra che, come osserva l'ex presidente della Commissione europea, il socialista Jacques Delors, fa il gioco, con le sue "frasi assassine", dei suoi avversari dell'ultra destra.

E' qui che la lezione di moderazione cui Giuseppe Mazzini informò tutta la sua vita può idealmente costituire il punto d'incontro di quel nuovo compromesso sociale che fece dire a Luigi Salvatorelli, a chiusura del suo scritto in occasione del primo centenario della Repubblica romana, che "se nell'ultimo terzo del secolo decimonono Marx aveva sconfitto Mazzini, nella seconda metà del ventesimo Mazzini supera definitivamente Marx".

A maggior ragione, Giuseppe Mazzini può considerarsi nell'Italia di un maggioritario che ancora si cerca, quello che un repubblicano storico come Randolfo Pacciardi, definiva punto di riferimento comune di "una destra che si è conciliata con la Repubblica e di una sinistra che ha scoperto la nazione".

Anche questo è il senso del messaggio che ci viene dalla leggenda della Repubblica romana.

E' stato per me quasi impossibile parlare della Repubblica romana senza cadere nella tentazione di svolgere questo breve intervento su Mazzini. Egli è caro ai repubblicani dopo più di centotrenta anni dalla sua morte per le battaglie che condusse tutta la vita a favore dei poveri (scuola di Londra) e della sua nazione.

Come già accadde a Mazzini, considerato "visionario" nel perseguimento dei suoi sogni "repubblicani", anche noi, come Partito Repubblicano Italiano, in questo interminabile periodo di transizione continuiamo a vivere tradimenti e a subire slealtà.

Saranno forse le generazioni future a capire i sacrifici e anche i compromessi che quotidianamente dobbiamo fare con noi stessi per tenere alta e fulgida la stella del nostro piccolo partito.

E' per questo che chiudo con l'epitaffio che Carducci stilò per la morte di Giuseppe Mazzini.

Al passaggio del feretro alla stazione di Bologna il poeta verga un'iscrizione su un foglio che passa di mano in mano dove c'era scritto: "Giuseppe Mazzini, dopo quarant'anni d'esilio passa libero per terra italiana. Oggi che è morto, o Italia quanta gloria e quanta bassezza e quanto debito per l'avvenire".
(www.nuvolarossa.org)

nuvolarossa
11-02-04, 21:34
Riforma della Costituzione: le critiche dei repubblicani

La Segreteria Nazionale del PRI, preso in esame l'andamento del dibattito al Senato sul disegno di legge di riforma della II parte della Costituzione,

considerato che la maggioranza ha già respinto alcuni emendamenti predisposti dal PRI e non ha indicato alcuna disponibilità a sostenere gli altri emendamenti da noi elaborati;

giudica negativamente, pur convenendo sulle linee generali del progetto di revisione, alcune delle disposizioni che la maggioranza ha introdotto ed in particolare la norma che prevede che ogni deputato e ogni senatore rappresentino la nazione e la Repubblica, visti come soggetti diversi. Tale previsione, infatti, aggrava la disposizione contenuta nell'attuale articolo 114 della Costituzione che stabilisce una inaccettabile distinzione tra Repubblica e Stato equiparando i diversi livelli di governo del territorio;

considera inaccettabile che l'impianto proposto trascuri di affrontare il tema della legislazione concorrente che rappresenta il punto di maggiore confusione dell'attuale titolo V e fattore di conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni;

ritiene che la norma sulla cosiddetta devolution nella parte relativa all'ordine pubblico contraddice la previsione dell'art. 117 che parla di polizia locale con compiti amministrativi e che su queste materie sia indispensabile la chiarezza;

osserva altresì che anche la parte relativa alla sanità nella presente formulazione presenti dei rischi in quanto essa potrebbe creare una differenziazione del grado di tutela della salute nelle diverse realtà regionali.

Qualora non venissero accolte le indicazioni e i suggerimenti del PRI i parlamentari repubblicani esprimeranno un voto di astensione sul disegno di legge nel suo complesso.

nuvolarossa
13-02-04, 02:09
Il segretario nazionale del Pri ha ricordato a Forlì, durante le manifestazioni per il centenario della nascita, la figura di Ugo La Malfa/Dall'esperienza antifascista a fianco di Amendola alla fondazione del Pd'A fino all'adesione all'Edera che considerava "poco partito di opinioni e molto partito di iscritti"

Un uomo politico per il quale l'arte del buon governo era l'impegno fondamentale

Il segretario nazionale del Pri ha ricordato la figura di Ugo La Malfa il giorno 7 febbraio 2004 a Forlì, durante le celebrazioni per il centenario della nascita dello statista siciliano.

di Francesco Nucara

Tra le tante meritevoli iniziative promosse dalla Fondazione che porta il suo nome, nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Ugo La Malfa, quelle di questi giorni, a Forlì e Ravenna e Cesena, hanno una significativa rilevanza.

Se Palermo e la Sicilia furono la sua terra d'origine, il luogo della nascita cui rimase per tutta la vita permanentemente legato, sentendosi sempre un uomo del sud, un emigrato che portava nell'altra Italia e in Europa un'ansia di riscatto civile, se Milano costituì la sua più importante scuola di vita, il suo ingresso nel mondo della finanza e dell'economia, la sua finestra privilegiata, (grazie all'ufficio studi della Banca Commerciale) attraverso cui riusciva ad affacciarsi e conoscere le esperienze più avanzate del mondo occidentale, nonostante la soffocante chiusura del fascismo, Ravenna, Forlì, Cesena e la Romagna hanno rappresentato nella vita politica di Ugo La Malfa la realizzazione di un sogno. Il grande sogno del partito di massa della Repubblica.

La Malfa è stato, senza alcun dubbio, una delle figure più alte del pensiero democratico italiano, uno dei grandi padri dello nostro Stato repubblicano. Non a caso il presidente della Camera, Casini, ricordandolo a Bologna, ha detto che egli è ormai patrimonio comune della Repubblica e che appartiene a tutti, ma io dico che appartiene soprattutto ai Repubblicani che sono rimasti nel PRI. Non a caso, in questi anni tormentati e difficili di una transizione che sembra non avere mai fine, nei quali un bipolarismo forzato e spesso incomprensibile, ha lacerato il paese in una contrapposizione di reciproca delegittimazione, tutti i contendenti in campo, a destra come a sinistra, hanno visto e vedono nella lezione di La Malfa un punto di riferimento e di legittimazione.

Ma se questo ci fa indubbiamente piacere e ci ripaga di tante amarezze, non dobbiamo dimenticare che Ugo La Malfa non fu soltanto un pensatore acuto e intelligente, le cui pagine primeggiano in una ideale antologia del pensiero democratico, né fu un isolato studioso di teorie, né tantomeno fu mai un tecnico o un professore "prestato" alla politica. Egli fu, sempre e soltanto, un uomo politico, calato quotidianamente nell'agire politico, convinto che la politica, come arte del buon governo, come somma di conoscenze tecniche e professionali, di capacità intuitive e di tensione morale, fosse l'impegno più importante, quasi sacrale, che si dovesse assolvere in uno Stato democratico.

Questo suo essere sino in fondo un uomo politico nasceva dall'esperienza giovanile che lo aveva segnato profondamente negli anni della giovinezza. L'esperienza dell'Unione Democratica Nazionale di Giovanni Amendola, estremo coraggioso e, purtroppo, inutile tentativo di arginare la catastrofe dello Stato liberale.

Da quella eroica quanto sfortunata esperienza, che fu anche il suo battesimo politico, La Malfa imparò una lezione fondamentale dalla quale non si discosterà per tutto il resto della sua vita. Ovvero che nell'azione politica se si vuole incidere realmente e non limitarsi al ruolo di pura coscienza o semplice testimonianza occorre possedere quello strumento indispensabile che è il partito. La Malfa comprese lucidamente come nella crisi dello Stato liberale un ruolo fondamentale fosse svolto dall'apparire sulla scena politica dei partiti. Le forze liberali, così frantumate e divise in clan personali, che facevano capo a questo o quell'esponente liberale, non erano in grado di fronteggiare la forza dirompente degli organizzati partiti della sinistra e quando, da una costola di questi, nacque il partito fascista e si mosse alla conquista della borghesia nazionale, ne furono definitivamente travolte.

Fu per l'amendoliano La Malfa un'occasione di grande amarezza e ve ne è traccia nelle memorie di Giorgio Amendola, il figlio di Giovanni, che insieme a La Malfa aveva militato nella gioventù dell'Unione Nazionale. Giorgio Amendola narra che al ritorno da un suo viaggio a Parigi, dopo aver incontrato gli esuli della concentrazione antifascista, in gran parte legati alla memoria del padre, si convinse che quel mondo era ormai morto e che l'unico modo per fronteggiare il fascismo fosse quello di aderire al partito comunista. Quando confessò questa decisione agli amici più intimi, La Malfa e Fenoaltea, La Malfa ne rimase profondamente ferito. (…)

L'incapacità del mondo liberale di attrezzarsi con l'unico strumento capace di incidere nella lotta politica, il partito moderno, fu una delle cause della sua dissoluzione e La Malfa lo comprese così bene che quando dalla ormai presumibile disfatta della guerra cominciò a intravedersi lo spiraglio di una possibile liquidazione della dittatura se ne creò uno tutto suo.

Il partito d'azione, una meteora nella vita politica dell'Italia, ma che seppe segnare pagine significative negli anni più cruciali del passaggio dal dispotismo alla democrazia, era una creatura di La Malfa. Convinto che le vecchie sigle partitiche fossero state definitivamente battute dal fascismo e superate dalla storia, che il socialismo, in tutte le sue sfumature, appartenesse al passato, che la imponente forza organizzativa del partito comunista potesse e dovesse essere contrastata sul suo stesso terreno, La Malfa diede vita a Milano insieme a Tino, Vinciguerra, Parri ( non starò qui a ricordare tutti gli altri) ad un soggetto politico del tutto nuovo, quel partito d'azione, che pur richiamandosi nel nome alle esperienze risorgimentali, voleva essere il superamento degli errori dei vecchi partiti democratici antifascisti e costituire, fuori da soffocanti vincoli ideologici, l'asse politico portante della nuova Italia. (…)

Come è noto la stagione dell'azionismo fu breve. Da un lato, la ricostituzione dei tradizionali partiti democratici, il socialista, il liberale, il repubblicano ne limitò lo spazio di azione, dall'altro la vocazione di una gran parte dei suoi nuovi militanti a sentirsi parte integrante del movimento socialista né minò le ragioni stesse della sua esistenza.

Da grande idea democratica a piccola eresia socialista. In questi termini è stata felicemente sintetizzata la sua parabola.

Ma nel momento della sua maggiore vitalità il partito d'azione rappresentò lo strumento con cui La Malfa seppe scrivere pagine decisive per i destini dell'Italia. Basti ricordare il passaggio dal governo Badoglio al governo Bonomi, quando, come ha ricordato più volte lo stesso La Malfa, Togliatti, sostenitore della continuità monarchica, si presentò al tavolo del comitato di liberazione nazionale insieme a Badoglio, convinto della sua riconferma. Quel giorno l'intransigenza lamalfiana, forte della sua rappresentanza partitica, piegò il partito comunista di Togliatti, Badoglio fu costretto a dimettersi, Bonomi assunse la guida del Governo in nome dei partiti antifascisti. (…)

E così, quando il partito d'azione si dissolse inseguendo la chimera del socialismo, La Malfa si pose il problema di come proseguire la sua presenza politica. La scelta fu consequenziale e immediata: il partito repubblicano italiano. Il partito era per lui essenziale, non avrebbe mai potuto immaginare un'azione politica fuori da un partito e senza di esso. (…) Alieno da ogni suggestione socialistica, laico convinto, democratico di respiro europeo e occidentale non ebbe tentennamenti nell'entrare nel partito repubblicano, riconoscendone la continuità con la migliore tradizione democratica risorgimentale.

Quello che non era stato il partito d'azione, fu per lui il partito repubblicano, uno strumento agile di lotta politica, capace di muoversi senza la pesantezza dei grandi partiti (lo definiva il "carrarmato" leggero della politica italiana), ma al tempo stesso con tutta l'autorevolezza di un partito storico e di massa. Sì, proprio di massa, ossia un partito di struttura radicato fortemente nei suoi insediamenti sociali e territoriali, capace di contrastare fieramente l'invadenza comunista. (…)

Ebbene, La Malfa non ebbe mai tentennamenti, ma pur consapevole della sproporzione delle forze, sapeva che la presenza del partito repubblicano sarebbe stata capace di condizionare il gigante democristiano da sempre propenso a facili scivolamenti verso avventure nostalgiche, che l'antidemocratica destra di quegli anni, monarchica e neofascista, rendeva pericolosamente possibili, ma anche capace di contrastare il dilagare di un comunismo autoritario e soffocante, altrettanto antidemocratico e pericoloso.

Vi è, quindi, un rapporto indissolubile tra Ugo La Malfa e il partito repubblicano, testimoniato da tutta la sua presenza politica nell'arco dell'intera vita dell'Italia repubblicana. Ma quanto fosse importante questo legame e, soprattutto, quanto fosse importante per La Malfa lo strumento partito lo dimostra la garbata polemica che egli ebbe nel 1954 dalle colonne della rivista bolognese il Mulino con Gaetano Salvemini, che pur di origini socialiste guardava sempre con attenzione al partito repubblicano. Salvemini in una disamina dei partiti italiani aveva definito il partito repubblicano un partito di opinione. Ebbene, La Malfa gli rispose subito contrastando questo giudizio e sostenendo che il partito repubblicano era un piccolo partito di massa, perché aveva una struttura sociale di massa. "Il partito repubblicano - scrisse La Malfa - è poco partito di opinioni e molto partito di iscritti", "è il più partito degli altri".

Egli guardava alle zone tradizionali del repubblicanesimo, al Lazio, alle Marche e, soprattutto, alla Romagna dove, sono sue parole, "il repubblicanesimo trionfava tra i mezzadri, i braccianti, gli artigiani, i piccoli commercianti, i vignaroli".

Per questo sentiva sempre vivo il rapporto con la Romagna, una regione dove poteva toccare con mano quella presenza repubblicana di massa che, nel suo sogno di un'altra Italia, avrebbe voluto estendere a tutto il paese: una regione che ha sempre saputo ricambiare questo suo amore confermandolo costantemente come suo rappresentante in parlamento.

Proprio perché la sua vicenda politica è inestricabilmente intrecciata alla storia e alla vita del partito repubblicano, in molti si sono chiesti, spesso strumentalmente, da che parte starebbe oggi Ugo La Malfa. Non credo che possa essere questa l'occasione di una discussione di questo tipo, né credo che sarebbe utile.

Ugo La Malfa è stato figlio del suo tempo, ha vissuto gli anni cruciali della lotta al fascismo, della nascita della Repubblica, della genesi della fragile democrazia italiana, come interprete di primo piano, ha voluto e saputo affrontare i temi cruciali della nostra società: le sperequazioni sociali e quelle territoriali; è stato artefice delle grandi scelte politiche, dalla riforma agraria, alla liberalizzazione degli scambi, dalla nascita della Cassa per il Mezzogiorno, alla politica dei redditi e di tutte le svolte della vita politica italiana, dalla scelta per il centrismo degasperiano, all'avvento del centro-sinistra, alla solidarietà nazionale. Tutto questo percorso, di successi e anche di insuccessi, è stato possibile perché aveva alle spalle, e ne era consapevole, il partito repubblicano, il suo piccolo partito di massa.

Quell'Italia oggi non c'è più. Noi abbiamo colto i frutti della politica lamalfiana. Il paese è cresciuto, l'Europa è una realtà non più virtuale né il sogno di utopistiche minoranze illuminate, il comunismo è crollato inesorabilmente e l'occidente con i suoi valori di libertà ha vinto, il perimetro della democrazia si è allargato e l'ha resa più forte e più sicura. Non esiste più un pericolo comunista, né tantomeno un pericolo fascista. Libertà e democrazia sono ormai valori assoluti patrimonio di tutte le forze politiche. Pur con tutte le sue contraddizioni e i suoi nuovi problemi l'Italia di oggi è di gran lunga diversa dall'Italia di ieri, probabilmente è migliore, ma noi la vorremmo ancora e ulteriormente migliore. E' questo il viatico che ci viene dall'insegnamento di Ugo La Malfa, non accontentarsi mai, lavorare sempre per un'altra Italia, scavalcare le Alpi ed essere parte integrante e significativa dell'Occidente.

nuvolarossa
16-03-04, 21:07
La Nota Politica
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Il Pri richiede coesione all'Europa

La segreteria del PRI ha diramato la seguente nota:

I militari europei impegnati in Iraq svolgono una funzione di aiuto alla popolazione civile, di ricerca di informazioni contro le cellule di Al Qaeda site nella regione e soprattutto offrono un contributo fondamentale per la stabilizzazione democratica di un paese in cui si è abbattuto con le armi un regime che proteggeva e sosteneva il terrorismo internazionale.

Richiamare i soldati spagnoli ed italiani e degli altri paesi occidentali presenti in Iraq significherebbe cedere al ricatto del terrorismo. Per combatterlo occorre una risposta proporzionale all'offesa subita a Madrid e rinsaldare la coesione nel campo degli Stati democratici.

Nel momento nel quale l'occidente è sotto attacco la segreteria del PRI ritiene che manifestazioni in cui non sia chiara e definita la volontà di opporsi al terrorismo con ogni mezzo, appaiono un segnale di debolezza e di resa che non ci si può permettere.

La segreteria del PRI apprezza infine i propositi del governo italiano di non lasciarsi intimidire dagli attentati di Madrid e di non sottrarsi al peso delle responsabilità che lo vedono in prima fila nella guerra al terrorismo.

Roma, 16 marzo 2004 (http://www.nuvolarossa.org)

PiZeta
17-03-04, 09:25
Condivido il richiamo del PRI al senso di responsabilità ed alla fermezza dei governi europei e delle forze politiche italiane.

Anche se siamo poca cosa negli equilibri della maggioranza, penso che la nostra presa di posizione sia importante ed in grado di influire sugli orientamenti dei partiti maggiori, come del resto è accaduto già altre volte, specie sui temi della politica estera.

nuvolarossa
31-03-04, 23:54
Pri: la delegazione al congresso dello Sdi

La segreteria del Partito Repubblicano italiano comunica che una delegazione del Pri sarà presente ai lavori del 3° congresso nazionale dello Sdi che si svolgerà al Palaterme di Fiuggi il 2-3 e il 4 aprile prossimi. Faranno parte della delegazione l'onorevole Italico Santoro, vicesegretario del Pri, Giancarlo Camerucci, responsabile regionale del Lazio, Alessandro Fabiano, responsabile organizzativo nazionale e Pino Vita, responsabile nazionale degli Enti locali.

PiZeta
01-04-04, 00:16
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

Forse omai è troppo tardi ma sarebbe coerente con la storia del movimento socialista italiano - democratico ed anticomunista - avviare ad un rapporto privilegiato con il più autorevole erede della tradizione democratica e mazziniana, il PRI.
E' il filo rosso-verde che attraversa momenti cruciali ed emblematici della storia patria.

In ogni caso, mai dire mai....

nuvolarossa
26-04-04, 19:27
Comunicato della segreteria nazionale sui criteri che le organizzazioni locali dovranno applicare per la formazione delle liste nelle prossime elezioni amministrative del 12 e 13 giugno

In vista delle elezioni amministrative la segreteria nazionale, nell'inviare ai responsabili locali l'autorizzazione all'uso del simbolo dell'Edera e di quello composito "Pri- Liberal Sgarbi", ha sottolineato che tale utilizzazione è subordinata alla condizione che negli accordi di coalizione di cui il Pri fa parte non risultino come sottoscrittori eventuali rappresentanti di liste e formazioni politiche che abbiano presentato simboli elettorali che, in forma diretta e indiretta si richiamino al Pri. Tale indirizzo dovrà essere mantenuto anche nella presentazione esterna della coalizione nella campagna elettorale (stampa, manifestazioni elettorali, etc.), escludendo forme di appoggio non riconducibili alle scelte ufficiali degli organi locali del Pri. Non sono altresì consentite alleanze a nessun livello (firme di programmi, sottoscrizioni di appoggio a candidature di vertice) con qualsiasi formazione politica che abbia in atto un contenzioso giudiziario con il PRI.

La segreteria, infine, evidenzia che nel caso in cui i Comitati elettorali del partito abbiano deciso di scegliere nella composizione della lista eventuali capilista, tra questi andranno inseriti i componenti delle minoranze locali che si richiamino ad una delle due mozioni del Congresso nazionale. Le stesse prerogative andranno estese ai componenti della Direzione nazionale candidati nella lista.

I responsabili delle organizzazioni locali, subito dopo la presentazione delle liste, sono invitati comunicare alla Direzione nazionale, utilizzando l'e-mail vocerepubblicana@libero.it, la composizione nominativa delle liste con il simbolo e i relativi collegamenti.

Le stesse organizzazioni sono invitate a far pervenire alla "Voce Repubblicana" i programmi delle manifestazioni della campagna elettorale, in maniera da poterle pubblicare sul giornale e sul sito.
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/GINOPAOLIILCIELOINUNASTANZA.mid

nuvolarossa
06-05-04, 20:52
LA VOCE REPUBBLICANA
.................................................. ..........................
Elezioni europee: l'impegno della segreteria del Pri

Sono state chiuse le liste dell'Edera per le elezioni europee. Saranno guidate al Sud dal segretario del Partito repubblicano Francesco Nucara e nelle isole dal presidente del Pri Giorgio La Malfa. Le liste, di cui la "Voce" riferirà esaurientemente nei prossimi giorni, conteranno inoltre sulla presenza qualificata dei segretari regionali e di esponenti di primo piano del partito, oltre che di professionisti e personalità competenti in tutte le circoscrizioni.

Fra gli altri, nel Nord - Ovest saranno candidate la professoressa Lilia Alberghina e l'amica Gianna Parri. Nel Nord - Est gli amici repubblicani Widmer Valbonesi, Marco Benedetti, Giannantonio Mingozzi, Renato Lelli, Aldo Pagano e la professoressa Andreina Zitelli. Al Centro gli amici Mauro Aparo, il prof. Bruno Trezza e Ettore Saletti. Nelle Isole Gino Calvo e Maurizio Sinatra, al Sud Caterina Salerno, l'avvocato Sabina De Nittis e Corrado Saponaro. Si tratta, insomma, della testimonianza di un impegno pieno del partito.

Il segretario del Pri Francesco Nucara incontrerà, sull'intero territorio nazionale, i candidati e i segretari regionali repubblicani per elaborare e mettere a punto i temi e le iniziative della campagna elettorale.

Le manifestazioni comuni che i repubblicani svolgeranno con la formazione di Vittorio Sgarbi dovranno essere preventivamente concordate con i dirigenti del Pri.

Per la riuscita della campagna elettorale e per un successo del partito sarà importante che i responsabili repubblicani sul territorio ed in particolar modo i candidati, si attengano scrupolosamente non solo agli indirizzi politici, ma anche a quelli organizzativi, stabiliti con la Segreteria nazionale del partito.

nuvolarossa
24-05-04, 19:34
Appuntamenti di Nucara

Francesco Nucara sarà martedì 25 maggio, ore 15,00, in Sila (Camigliatello) per la manifestazione "Astrambiente". Alle 18,00 a Crotone per un incontro con i candidati. Domani a Catanzaro, ore 10,00, per una conferenza stampa presso la sede Pri. Alle 15,00 nel Parco Sila ("Astrambiente"). Alle 19,00 a Lamezia, per una manifestazione repubblicana.

nuvolarossa
27-05-04, 19:55
Appuntamenti di Nucara


Il segretario del Pri sarà giovedì 27 a Vibo Valentia, ore 11,00, Hotel 501, per un incontro con i candidati e con il candidato a presidente di Provincia Saverio Mancini. Alle 15,00 sarà nel Parco dell'Aspromonte (a Gambarie, manifestazione "Astrambiente").
Francesco Nucara sarà venerdì 28 a Reggio Calabria, per un convegno sul sistema cartografico, ore 10,00. Nello stesso giorno, alle 11,30, sempre a Reggio, tavola rotonda Uil Trasporti su federalismo e infrastrutture (Hotel Excelsior).

Francesco Nucara sarà sabato 29, alle 17,00 a Bari, Hotel Ambasciatori. Incontrerà i candidati dell'Edera per il rinnovo di Provincia e Comune a Bari. La sera, ore 20,00, terrà un comizio a Cassano Murge. Domenica 30 sarà alle 11,00 a San Vito dei Normanni e alle 12,30 al Palace Hotel di Taranto. Nella serata è previsto un incontro presso il Circolo sottufficiali della Marina militare a Taranto.

Lunedì 31 Francesco Nucara sarà a Tarquinia, ore 18,00. Martedì 1° giugno a Bologna, ore 12,00, per una conferenza stampa in Comune, presso la "Sala Parentelli". Alle 21,00 sarà a Torino presso Villa Guadino. Mercoledì 2 sarà a Alba, circolo "Montebellina insieme", ore 10,00 per un incontro con i candidati. Sempre a Alba, alle 11,00, nella stessa sede, è in programma un incontro con i cittadini calabresi residenti a Alba.

nuvolarossa
31-05-04, 18:32
Appuntamenti di Nucara


Martedì 1° giugno a Bologna, ore 12,00, per una conferenza stampa in Comune, presso la "Sala Parentelli". Alle 21,00 sarà a Torino presso Villa Guadino.

Mercoledì 2 sarà a Alba, circolo "Montebellina insieme", ore 10,00 per un incontro con i candidati. Sempre a Alba, alle 11,00, nella stessa sede, è in programma un incontro con i cittadini calabresi residenti a Alba.

Il segretario del Pri sarà a Pescara il 3 giugno, ore 11,00 per una conferenza stampa con il candidato a presidente, avv. Masci. Alle 18,30 è previsto un comizio nella piazza di Celano. Alle 20,00 sarà presso Forme di Massa D'Albe (Avezzano).

Il segretario del Pri è a Lanciano il 3 giugno, ore 16,00, Caffè Portici. Francesco Nucara incontrerà gli amici e i simpatizzanti repubblicani.

Il 4, alle 17,30, a Caserta. Alle 19,30 a San Mango Piemonte (Salerno). Alle 20,15 a Salerno, per una manifestazione al ristorante "Fusto d'Oro". Alle 22,00 a Pompei.

nuvolarossa
04-06-04, 19:30
Appuntamenti di Nucara

Francesco Nucara sarà, domenica 6 giugno, a San Gregorio Magno, Salerno, ore 9,30; a Sala Consilina , Salerno, ore 11; a Scalea, Cosenza, ore 16,30; a Belvedere, CS, ore 17,30; a Fiumefreddo Bruzio, CS, ore 18,30; a Rende, CS, ore 19,30.

Lunedì 7: Oriolo, CS, ore 10,30; Trebisacce, CS, ore 13,00. Alle 18,00 a Rossano Calabro, CS; alle 19,00 a Corigliano Calabro, CS; alle 20,00 a Cariati, CS.

Sarà su Rete A il giorno 7 giugno, ore 12,57, per un'intervista.

Martedì 8: Avellino, ore 16,00, incontro con la stampa. Seguirà, ad Avellino, un incontro con i candidati di Provincia e Comune. Alle 17,30, a Cervinara, incontro con i candidati al Comune; alle 19,00, a Moschiano Lauro, incontro con i candidati al Comune. Alle 21,00 a Pompei.

nuvolarossa
07-06-04, 21:05
Appuntamenti di Nucara

Il segretario del Pri sarà, mercoledì 9 giugno, a Reggio Calabria, per una tavola rotonda con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino.

nuvolarossa
08-06-04, 21:00
Il vice segretario del Pri Santoro boccia la nomina del nuovo Cda dell'Inail

"Senza pudore". Così l'on. Italico Santoro, vicesegretario nazionale del Pri, ha bollato la nomina del nuovo Consiglio d'Amministrazione dell'Inail. "Si è proceduto senza alcun rispetto per quei criteri di professionalità e di competenza ai quali si è fatto tanto riferimento, naturalmente solo a parole. Ha prevalso ‘in toto' la logica della peggiore lottizzazione. Si è inferto un altro duro colpo a un ente che semmai, dopo vicende poco lusinghiere, avrebbe avuto bisogno di una svolta nella formazione dei suoi vertici".

nuvolarossa
16-06-04, 22:08
La Direzione Nazionale Pri è convocata per martedì 22 giugno alle ore 10,00, presso la sede di Corso Vittorio Emanuele II, 326, Roma.
Ordine del giorno: 1) esame risultati europee ed amministrative; 2) convocazione Consiglio nazionale; 3) varie ed eventuali.

nuvolarossa
25-06-04, 19:55
Intervista del segretario Nucara a "L'opinione"/Definire un nuovo progetto

Una Federazione per riunire tutte le forze laiche

La seguente intervista, a cura di Vittorio Pezzuto, è stata pubblicata su "L'Opinione" del 24 giugno.

"Nessuna debacle elettorale, il risultato della Casa delle Libertà è stato positivo". Lo sostiene Francesco Nucara, segretario nazionale del Pri e sottosegretario all'Ambiente. "Se pensiamo che tutti i governi europei sono crollati - spiega - la tenuta dell'esecutivo deve preoccupare il centrosinistra che già sognava di fare sfracelli. I problemi sono semmai arrivati dalle elezioni amministrative: non solo non siamo avanzati ma spesso abbiamo perduto le posizioni che avevamo. Inutile girarci intorno: le regionali dell'anno prossimo ci preoccupano molto e se la CdL continuerà a emarginare i cosiddetti "partiti minori" - come li ha definiti Silvio Berlusconi in un'avventata dichiarazione di cui mi auguro si sia pentito - allora è prevedibile una sua sconfitta anche alle elezioni politiche del 2006. Per questo mi auguro che il ministro Tremonti riesca a spiegare ai suoi colleghi l'importanza del principio economico delle utilità marginali".

Tradotto in politica cosa significa?

Significa un concetto molto semplice: che un panino lo schifi se ti cibi regolarmente, lo divori se non mangi da tre giorni.

D'altra parte non sono state certo le europee a lasciarvi satolli ....

Considero chiusa l'esperienza del Partito della Bellezza nata dall'alleanza con Vittorio Sgarbi. Non è stata positiva sia sul piano dei risultati (purtroppo in tempo di guerra e di ostaggi alla gente interessano pochissimo le bellezze naturali e storico-artistiche) sia su quello della reciproca convivenza. Vede, parlare male di tutto e tutti non è certo una caratteristica dei repubblicani che invece sono soliti discutere pacatamente dei problemi e delle loro possibili soluzioni.

Sgarbi sostiene di aver speso un milione e mezzo di euro in questa avventura ....

I soldi che ha speso sono affari suoi.

Vero, ma lo dice per rinfacciarvi di aver tirato fuori dalle casse del partito la miseria di quindicimila euro. Dice anche che avete mobilitato in Italia non più di venti militanti ....

I conti nelle nostre tasche li facciamo noi, quanto al resto, penso che verrà presto il momento di un chiarimento personale tra noi due.

All'indomani delle elezioni europee diverse personalità politiche del mondo laico si sono dette d'accordo con l'ipotesi - apertamente sostenuta dal nostro giornale - della costruzione di un'unica casa liberalsocialista.

Credo che anche i repubblicani dovrebbero far parte di questo progetto e sostenerlo con convinzione. Il problema dell'alleanza laica è che siamo tutti d'accordo sui princìpi ma il diavolo si annida sempre nei dettagli.

E quali sarebbero?

Collegi, candidature, quote di finanziamento pubblico ... Le solite cose.

Crede che anche i Radicali italiani vorranno essere della partita?

Me lo auguro sinceramente. Anche se temo l'eccesso di protagonismo al quale ci ha da sempre abituati Marco Pannella. Sono convinto che per il momento anche lui dirà sì al nostro progetto. Per poi, ovviamente, sfilarsi al momento opportuno.

Il 9 e il 10 luglio si riunisce il Consiglio nazionale del Pri. Ha intenzione il proporre in quella sede uno scioglimento del partito e una sua confluenza nella costituenda casa liberalsocialista?

Questo sinceramente no. Penso piuttosto a una federazione che possa essere il punto di partenza per la costruzione in prospettiva di una forza politica che riunisca tutti i laici.

Questo nuovo soggetto dovrà comunque schierarsi con la Casa delle Libertà?

Per quello che mi riguarda, sì. Dovremo però discuterne a fondo anche con la nostra minoranza interna, che rappresenta oggi il 32 per cento del partito. Nonostante condivida la nostra impostazione in politica estera, essa spinge perché i repubblicani si schierino con le forze del centrosinistra per non perdere consiglieri negli enti locali. Da un certo punto di vista capisco questa esigenza anche perché numerosi esponenti di Forza Italia non hanno ancora l'esperienza sufficiente per amministrare un comune o una provincia. Il guaio è che Forza Italia non sembra avere alcuna intenzione a lavorare per una classe di amministratori in grado di contrastare l'apparato amministrativo della sinistra.

nuvolarossa
05-07-04, 19:34
Governo/Pri: bene interim Economia a Berlusconi

Garantisce unicita' indirizzo CdL, assicuri anche collegialita'

Il comitato di segreteria del Pri, si legge in una nota, ''apprezza il fatto che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia assunto, anche se in via provvisoria, l'interim del ministero dell'Economia avallato dal presidente Ciampi''. ''L'assunzione di tale responsabilita' da parte del premier - prosegue la nota del Pri - corrisponde alla necessita' di garantire l'unicita' di indirizzo della coalizione, in campo economico, anche perche' le scelte che dovranno essere compiute fin dalle prossime settimane caratterizzeranno l'azione del governo fino alle prossime elezioni''. ''Tale forte caratterizzazione dell'azione di governo - conclude il Pri - porra' necessariamente l'onere al presidente del Consiglio di garantire una gestione politica collegiale iniziando dal Dpef e dalla legge finanziaria''.

Roma, 5 luglio 2004 (ANSA)

nuvolarossa
05-07-04, 19:35
Segreteria Pri

Va garantita la gestione politica collegiale in campo economico

Il Comitato di segreteria del Pri, riunitosi la mattina del 5 luglio nella sede di Corso Vittorio Emanuele II a Roma, ha apprezzato il fatto che il Presidente Berlusconi abbia assunto, anche se in via provvisoria, l'interim del Ministero dell'Economia avallato dal Presidente Ciampi.

L'assunzione di tale responsabilità da parte del Presidente del Consiglio corrisponde alla necessità di garantire l'unicità di indirizzo della coalizione in campo economico, anche perché le scelte che dovranno essere compiute fin dalle prossime settimane caratterizzeranno l'azione del governo fino alle prossime elezioni.

Tale forte caratterizzazione dell'azione di governo porrà necessariamente l'onere al Presidente del Consiglio di garantire una gestione politica collegiale iniziando dal DPEF e dalla legge finanziaria.

Con questo documento la segreteria del Pri ha concluso l'analisi della situazione politica svolta all'indomani delle dimissioni del ministro del Tesoro Tremonti.

Come i lettori della "Voce repubblicana" sanno, la segreteria del partito e la presidenza hanno tenuto per tutta la settimana scorsa una particolare prudenza, avvertendo la delicatezza di una situazione che era stata definita da un editoriale del nostro quotidiano precedente al vertice di maggioranza, "preoccupante". Il presidente del partito La Malfa aveva anche invitato pubblicamente i membri della coalizione ad evitare di mettere nel mirino il ministro del Tesoro, soprattutto alla vigilia di un passaggio importante come quello dell'Ecofin, anche se questo si è poi superato positivamente.

L'impressione è che la situazione sia sfuggita di mano, causa anche contrasti, ora di natura politica, ora di natura personale, che alla fine, in un contesto logorato, producono effetti imprevisti e forse non completamente meditati. Il rischio che si corre è che le dimissioni di Tremonti dall'esecutivo suonino come una sconfitta della politica economica tenuta dal governo dall'inizio di questa legislatura fino alla settimana scorsa. Sotto questo profilo bene ha fatto il premier, con l'interim, a correggere questa impressione. La linea politica economica resta la stessa e sarà portata avanti. Il successore di Tremonti al dicastero dell'Economia, che il presidente del Pri, in un'intervista all'"Unità", ha chiesto di individuare comunque presto, dovrà essere capace di una maggiore elaborazione collegiale, ma all'interno del medesimo contesto programmatico. In questo caso allora le dimissioni del ministro dell'economia rientrerebbero in un ambito caratteriale, di difficoltà di rapporti interpersonali con gli alleati, e non sarebbero una smentita della linea economica del governo: questa interpretazione noi la preferiremmo. Capiamo ovviamente la richiesta di una personalità di prestigio internazionale da chiamare per raccogliere la guida del dicastero lasciata vacante. Ma chiediamo che si faccia attenzione a non compiere passi fuori dalle esigenze della coalizione: visto che si è contestato Tremonti perché poco rappresentativo della stessa, non vorremmo che si scegliesse una personalità ancora meno rappresentativa della medesima. Perché, in questo caso, non si sarebbe superato il problema interno, ma lo si sarebbe aggravato.

Il nostro auspicio era quello che il governo non si privasse del contributo di Tremonti, le cui qualità sono una risorsa per il Paese e per la stessa coalizione. Certo è che ora ci troviamo di fronte ad una fase delicatissima. Sarà importante stemperare le conflittualità che hanno segnato dall'interno e per troppo tempo le fila della maggioranza. Abbiamo letto che ambienti di Alleanza nazionale hanno festeggiato per le dimissioni del superministro, quasi che il suo allontanamento sia stato vissuto come una preda di guerra. Non sappiamo invece come viva l'Udc queste ore. Vogliamo solo sperare che, realizzatosi questo scenario, si chiuda in maniera definitiva la verifica e si ritrovi il giusto spirito di collaborazione fra forze alleate, le quali hanno l'obiettivo di trovare soluzioni adeguate al governo del Paese.

Perché, se non si riuscirà a realizzare questo intento, anche la più strampalata coalizione messa insieme dall'opposizione potrà avere un successo alle prossime elezioni politiche, e probabilmente assicurare all'Italia, nell'assenza di un adeguato e coeso profilo programmatico, un'altra legislatura di instabilità.

Roma, 5 luglio 2004

nuvolarossa
12-07-04, 14:43
GOVERNO/ NUCARA (PRI) A PALAZZO CHIGI

12/07/2004 - 13:10
Per incontrare Berlusconi

Roma, 12 lug. (Apcom) - Il segretario del Pri, Francesco Nucara, è questa mattina a palazzo Chigi per un incontro bilaterale con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

nuvolarossa
29-07-04, 19:35
Incontro, alle ore 11,00, presso Palazzo Grazioli, Roma, fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il segretario del Pri on. Francesco Nucara

nuvolarossa
03-09-04, 01:46
Lettera di Francesco Nucara ai segretari regionali del Pri

Non sono possibili le celebrazioni dei congressi

Caro Amico,

sono venuto a conoscenza che qualche federazione regionale e numerose consociazioni provinciali sparse su tutto il territorio nazionale avrebbero deciso di celebrare i congressi entro il 31 dicembre p.v.

Permanendo le osservazioni, che giustamente alcuni membri di Riscossa Repubblicana hanno manifestato nel corso dei lavori dell'ultimo Consiglio Nazionale, ritengo inopportuna la celebrazione di qualsivoglia congresso. Infatti l'osservanza statutaria dell'art. 35 che ti allego e che a mio avviso andrà modificato, non consente oggettivamente qualunque iter congressuale.

Rimanendo disponibile per qualunque ulteriore chiarimento e nell'augurarti buon ritorno all'attività lavorativa, ti saluto cordialmente,

Francesco Nucara

P.S.: Ti prego di informare i segretari di consociazione della situazione che si è appalesata

nuvolarossa
03-09-04, 19:56
Nucara in Sicilia e in Campania

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha incontrato ieri a Messina l'esecutivo regionale del Pri siciliano. Nel pomeriggio di lunedì Nucara avrà, a Caserta, un incontro con il gruppo dirigente della Regione Campania.

nuvolarossa
14-10-04, 19:21
Solidarietà a Maccanico

Il segretario del Partito repubblicano Francesco Nucara ed il comitato di segreteria del Pri hanno espresso la loro solidarietà all'onorevole Antonio Maccanico, oggetto di una sguaiata aggressione verbale in Aula da parte di alcuni deputati della Lega. Precedentemente, il presidente del Pri, Giorgio La Malfa, aveva inviato una lettera personale all'amico e collega Maccanico per esprimergli la propria solidarietà.

nuvolarossa
19-10-04, 20:26
Comunicato del Comitato di segreteria Pri

Nella sede del Partito Repubblicano Italiano si è riunito il 19 ottobre il comitato di segreteria.

Si è discusso della legge elettorale e del condono.

Nel primo caso si è ribadita la volontà del Pri di attivare un sistema elettorale proporzionale che rafforzi il potere di coalizione pur nella distinzione tra partiti e con l'adozione delle preferenze.

Per quanto riguarda il condono edilizio previsto dalla legge dopo il recente voto di fiducia al Senato il Pri sottolinea con forza la propria contrarietà. Tuttavia è necessario affermare che se qualcuno ha abusato qualcun altro non ha vigilato.

La deresponsabilizzazione totale di amministratori e organi dello Stato sui controlli deve essere accertata e le conseguenze devono essere note.

Si aggiunge infine che spesso gli abusi si verificano perché le pastoie burocratiche impediscono una rapida soluzione per i nulla osta o per la loro denegazione.

Roma, 19 ottobre 2004

nuvolarossa
05-11-04, 20:54
Lunedì 8 novembre 2004 h.16,00, presso i locali della Direzione Nazionale in Roma, il segretario del Pri Francesco Nucara insedierà la Commissione Paritetica costituita in vista della celebrazione del prossimo Congresso nazionale

nuvolarossa
09-11-04, 22:31
Comunicato Comitato di segreteria Pri

Il Comitato di segreteria del PRI si è riunito nella sede nazionale di Corso Vittorio a Roma il 9 novembre 2004 ed ha esaminato le principali questioni concernenti il vertice di coalizione.

In particolare, per quanto riguarda la riduzione delle imposte il PRI condivide, come ha espresso più volte, l'ipotesi di una loro riduzione anche come elemento di stimolo alla ripresa economica.

A questo fine bisogna però evitare che i riflessi sul potere di acquisto di una riduzione fiscale possano essere tali da incrementare le importazioni vanificando così gli effetti di stimolo.

Per questa ragione la manovra di riduzione delle imposte deve essere accompagnata da una manovra contestuale di sostegno della competitività dell'industria italiana. In tale senso è indispensabile una consistente riduzione dell'Irap.

E' necessario che il governo indichi come soddisfare ambedue queste esigenze, tenendo presente la necessità di non ridurre i fondi per il Mezzogiorno, già gravemente penalizzato dalla legge Finanziaria.

Allo stato attuale, senza adeguate indicazioni da parte del Ministero dell'Economia, la riduzione dell'Irap non potrebbe che essere finanziata con la rinuncia allo sgravio fiscale dei redditi più alti.

Roma, 9 novembre 2004

nuvolarossa
14-01-05, 20:25
Toscana/Tristano Governi nominato dalla segreteria nazionale responsabile regionale Pri

nuvolarossa
01-02-05, 23:53
Dichiarazione di Nucara

Il segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, in merito alle dichiarazioni dell’onorevole Luciana Sbarbati, ha affermato che: "nessun magistrato ha annullato congressi del Pri o deciso di sostituire o sciogliere organi eletti da consessi repubblicani.

In merito all’accusa di aver ‘rubato’ il simbolo dell’edera per riporlo nel cassetto di Berlusconi, si può solo rispondere che nel 1998 qualcuno ha rubato i voti dei repubblicani, compreso il mio, che ha consentito di ottenere il seggio di deputato europeo all’onorevole Sbarbati. Questo è certo, il resto sono fantasie".

Il segretario del Pri ha dato mandato all’amministratore del partito di comprare e regalare all’onorevole Fassino abbondanti quantità di fosforo, per fargli ritornare la memoria.

Il Pri ha dato mandato ai propri legali per attivare le iniziative adeguate ad evitare usi impropri del simbolo dell’Edera sotto qualsiasi forma espressa.

nuvolarossa
02-02-05, 21:22
Comunicato

Rispondendo ad alcune dichiarazioni dell’onorevole Fassino che avevamo ritenute al limite dell’offesa nei confronti del PRI, il segretario del Partito repubblicano, Francesco Nucara, aveva inviato una lettera al segretario dei DS sottolineando, a quel punto, l’inutilità della presenza della delegazione del PRI al congresso dei DS.

Dopo una telefonata che Francesco Nucara ha ricevuto dall’onorevole Vannino Chiti, capo della segreteria politica dei DS, nella quale veniva ricordata e sottolineata l’importanza del PRI nel sistema politico italiano, e dopo altre specifiche richieste provenienti da esponenti DS, di non interrompere le relazioni politiche fra i due partiti, il segretario Francesco Nucara ha disposto che una delegazione del PRI partecipi ai lavori congressuali del partito dei DS.

nuvolarossa
17-02-05, 23:02
Nucara ha incontrato Berlusconi

L’incontro si è svolto giovedì 17 febbraio a Palazzo Grazioli. Si è parlato dei rapporti fra partiti nell’ambito della coalizione di centrodestra.

nuvolarossa
02-03-05, 23:52
Francesco Nucara, mercoledì 3 marzo alle h. 19,30, incontrerà il presidente del Consiglio

nuvolarossa
03-03-05, 23:45
Il segretario del Pri Francesco Nucara partecipa al vertice di maggioranza previsto per venerdì 4 marzo dalle 11,00 alle 13,00.

nuvolarossa
07-03-05, 23:42
Il cordoglio dei repubblicani per la morte di Nicola Calipari

La segreteria e la presidenza del Pri hanno espresso i sentimenti del dolore profondo dei repubblicani per la morte di Nicola Calipari. In attesa della necessaria chiarezza sul tragico incidente, i repubblicani ritengono che gli impegni di politica estera assunti dal governo italiano, vadano rispettati.

nuvolarossa
11-03-05, 23:21
Telegrammi di Nucara a Capotosti e Masi

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha inviato il seguente telegramma a Piero Alberto Capotosti: "Illustre Presidente, la Sua meritatissima elezione a Presidente della Consulta onora l’Italia. Come segretario del Pri sono certo delle sue altissime qualità e Le invio insieme ai repubblicani italiani i migliori auguri di buon lavoro, che sarà certamente proficuo. L’azione che sarà da Lei svolta è certamente garanzia assoluta per tutti noi. Avendola conosciuta nell’ottobre 1991 in un convegno sulle riforme a Reggio Caabria, non posso che confermarLe la stima di sempre".

Un altro telegramma è stato inviato da Nucara a Mauro Masi: "Egregio Signor Segretario Generale, nell’apprendere che il governo ha inteso nominarLa segretario generale Le confermo tutta la fiducia del Partito repubblicano italiano e dei repubblicani italiani nel lavoro, che nella continuità, Lei saprà certamente condurre con equilibrio, imparzialità e successo. Doti di cui ha dato prova efficace ed efficiente in questi anni".

nuvolarossa
14-03-05, 22:59
Incontri Nucara

Martedì 15 marzo il segretario nazionale Nucara è a Mestre per il convegno Federalberghi su "Turismo, economia e istituzioni". Domani, ore 10,00, sarà in Calabria per un incontro a Reggio C., Palazzo della Provincia, con i sindaci del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Parteciperà il dott. Aldo Cosentino (Direzione Naz. Min. Ambiente). Alle ore 16,00 sempre nella giornata di domani, parteciperà ad un raduno elettorale a Catanzaro presso l’Hotel Guglielmo. Interviene la candidata del Pri Caterina Laria.

nuvolarossa
14-03-05, 23:31
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

CN: Nucara confermato segretario nazionale Pri

Il Consiglio nazionale del Partito repubblicano italiano, riunitosi all’Hotel Metropole di Roma, sabato 12 marzo, ha confermato all’unanimità, a scrutinio segreto, l’amico Francesco Nucara segretario del partito, e all’unanimità, confermato per alzata di mano, il presidente del partito, Giorgio La Malfa. Gli esponenti della "mozione due" del congresso di Fiuggi non hanno partecipato al voto.

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha voluto sottolineare il suo impegno che ormai dura dall’ottobre 2001: "Fare vivere il Partito Repubblicano Italiano come prima condizione, per rilanciare il movimento creato da Mazzini e che dura da oltre un secolo". "La storia è sempre la stessa" ha detto Nucara. Vale a dire che "si sta nelle maggioranze quando ci sono le condizioni, ma senza nessun appiattimento acritico".

"I repubblicani – ha continuato Nucara – credono sia molto debole la politica del governo sulla competitività, e si batteranno perché il decreto legge e il disegno di legge licenziato dal Consiglio dei Ministri sia migliorato in Parlamento".

"Un rilievo per tutti", ha concluso Nucara: "non si legge mai la parola Mezzogiorno. Servono meno chiacchiere e più fatti".
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/WOMAN.mid

nuvolarossa
18-03-05, 23:14
Appuntamenti Nucara

Il segretario del Pri sarà, domenica 20 marzo, a Rossano Calabro Scalo per un incontro con i candidati repubblicani. Sono previsti nella stessa giornata incontri a San Giovanni in Fiore e a Scalea.

nuvolarossa
24-03-05, 22:52
Appuntamenti Nucara

Venerdì 25 marzo il segretario del Pri è a Reggio Calabria. Nel pomeriggio, ore 15,30, è a Pizzoni, Sala del Consiglio comunale per incontrare gli amministratori delle preserre vibonesi.

nuvolarossa
08-04-05, 19:50
Regionali/Nucara: risultato non catastrofico per CdL

Alleati non addossino a Berlusconi colpe che non ha

''La tempesta elettorale che ha colpito la coalizione della Cdl sembra aver fatto saltare i nervi a piu' di un alleato. Il dato elettorale, pur essendo gravemente penalizzante, non e' tuttavia catastrofico'' E' l'analisi del segretario del Pri Francesco Nucara che, in un editoriale che sara' pubblicato domani sulla 'Voce Repubblicana' si dice convinto del fatto che ''la coalizione al governo da quattro anni puo' ancora recuperare''.

Secondo Nucara, ''le elezioni politiche sono cosa ben diversa dalle elezioni regionali. Il problema non e' la quantita' della comunicazione, ma la qualita' di cio' che si comunica. E cio' che si comunica deve necessariamente essere una sola cosa: la verita' su quello che si puo' fare. Non solo: a questa comunicazione deve seguire un'azione coerente con la verita' comunicata. In poche parole - dice ancora il segretario del Pri - si deve dire quel che si fa e fare quel che si dice''.

Quanto agli alleati, Nucara sottolinea: ''e' un errore addossare a Berlusconi colpe che egli non ha, o di cui e' solo in parte responsabile. Se partiti emarginati per mezzo secolo dal consorzio politico oggi occupano posti di alto prestigio, cosi' come reduci della vecchia Democrazia Cristiana sono ai vertici dello Stato, forse sarebbe bene che almeno in parte essi riconoscessero i meriti di chi e' stato artefice di questa possibilita'''.

''Da questo scenario - rileva - potrebbe apparire impossibile un recupero elettorale; e tuttavia e' da tener presente che la coalizione di centrosinistra e' composta da nove partiti che sul piano politico e programmatico sono in perpetuo contrasto''.

Infine, Nucara parla del rapporto fra il Pri e gli alleati.

''Nel chiudere la mia relazione all'ultimo congresso - dice - avevo detto che prima delle elezioni politiche del 2006, se ve ne fosse stata la necessita', ne avremmo indetto un altro. Ci sono serie ragioni di disaccordo con i nostri alleati: abbiamo posto problemi e dato indicazioni per la loro soluzione, o quanto meno per una loro riduzione. Non siamo in grado di dettare condizioni a nessuno. E' la pazienza la nostra arma migliore, non abbiamo mai amato le scorciatoie, che consideriamo sintomi di scarsa serieta' e di ambiguita' politica. Agli amici repubblicani che pensano che le loro ragioni pesino piu' di quelle della maggioranza del partito, raccomandiamo di non sentirsi l'ombelico del mondo, perche' non lo sono''.

Roma, 8 aprile 21005 (ANSA)

nuvolarossa
15-04-05, 20:23
Governo: Pri mantiene sua delegazione al governo

Il Pri non cambia linea e mantiene la sua delegazione al Governo. Lo rende noto il segretario Francesco Nucara. Al Governo i repubblicani possono contare solo sullo stesso Nucara che ricopre il ruolo di viceministro all'Ambiente. Il Pri riunira' la sua direzione martedi', ma per Nucara "non ci saranno novita'. Se dovesse cambiare la linea, se ne andrebbero il Presidente ed il segretario del partito".

Roma, 15 aprile 2005 (AGI)

nuvolarossa
21-06-05, 19:36
Appuntamenti Nucara

Mercoledì 22 giugno, con la delegazione repubblicana, a Genova, per l'inaugurazione del Museo del Risorgimento.

Il 23 giugno, a Roma, presso l'Auditorium Cassa nazionale forense, convegno "Libertà d'impresa e diritti fondamentali", organizzato dalla Lidu. Fra gli oratori, il prof. Bruno Trezza. Nello stesso giorno sarà all'Assemblea generale di Confcommercio, Roma.

nuvolarossa
22-06-05, 20:10
Congresso delle cooperative/Gli storici rapporti del Pri col mondo dell'associazionismo

Riprendere il dialogo con una realtà a noi vicina

Intervento al ventesimo Congresso nazionale Agci, "Mutualità e coesione sociale", Roma, 20 - 21 giugno 2005.

di Francesco Nucara

Nella "Intervista sul non - governo" di Alberto Ronchey a Ugo La Malfa vi è una domanda a pagina 47 che rappresenta la sintesi del rapporto tra mondo cooperativo e politica. Infatti Ronchey chiede: "La riforma agraria non fu illusoria? Che poteva risolvere la proprietà contadina di poche tomolate, dinanzi a popolazioni che esercitavano una ressa su terre povere?". E Ugo La Malfa risponde: "Lì noi avevamo la resistenza della Dc contro il sistema cooperativo, che avrebbe potuto risolvere alcuni problemi tecnici ed economici. La Dc temeva che il sistema cooperativo cadesse in mano alle forze di sinistra, quindi non volle introdurre nella legge il congegno che avrebbe conciliato diversi interessi. E poi, oltre alle difficoltà di ordine politico, la Democrazia cristiana era legata a quella sua concezione della proprietà contadina". Questa intervista è datata 1977. Tuttavia in alcune forze politiche eredi, a destra come a sinistra, di quella Dc che avversava il mondo cooperativo permane tuttora questa concezione anti – associazionistica. E oltre ai motivi politici citati da Ugo La Malfa c'erano anche problemi culturali. I democristiani facevano il loro apprendistato nelle parrocchie, i repubblicani si cimentavano nelle sezioni e nelle cooperative che sotto diverse forme erano nate già a metà dell'800.

Ma il mondo della cooperazione, tutto il mondo della cooperazione, non è tenuto in grande considerazione dal mondo politico. Tra poco inizierà la discussione sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria; saranno convocate tutte le parti sociali ma, come spesso accade, i cooperatori non avranno lo spazio necessario per delle indicazioni di messa in opera di una maggiore efficienza del sistema produttivo, o del sistema commerciale o del sistema dei servizi. A cosa è dovuta questa scarsa considerazione del Governo?

Probabilmente alla presenza di un mondo che porta con sé diverse matrici ideologiche, una base frammentata e talvolta litigiosa, un certo burocraticismo che allontana criteri di efficienza. Ci troviamo di fronte ad un mondo sostanzialmente sano, ricco di potenzialità e vivacità imprenditoriali che tuttavia viene frenato nel suo dispiegarsi. Accanto ad un mondo politico oggettivamente disinteressato al problema, il mondo della cooperazione si è trovato privo di riferimenti nei partiti e nel Governo. Assistiamo quasi increduli a cooperatori che cercano riferimenti in uomini appartenenti a schieramenti politici che fino a qualche anno fa avrebbero destato orrore.

E vorrei ricordare che il mondo della cooperazione repubblicana è il mondo della cooperazione. A Bologna, venerdì scorso, parlando insieme a Giorgio Brunelli e ad altri dell'associazionismo mazziniano abbiamo tracciato la storia dell'Agci dai prodromi delle società operaie fino agli anni ‘50 quando l'Agci prese corpo. L'Agci nacque nello stesso periodo della Uil e dell'Endas. Le vicende politiche di questi ultimi tempi hanno portato ad una frattura nel rapporto partito repubblicano - Agci, la stessa frattura è avvenuta con la Uil e un po' meno con l'Endas. Messo ordine nel partito dopo le scosse telluriche del 2001, è mio desiderio affrontare questo problema: riannodare i fili (con i cooperatori repubblicani) e renderli più forti.

Ognuno con la propria indiscussa autonomia ma ben sapendo che, pur con i distinguo, un filo comune c'è: l'interesse del Paese. Mi domando e vi domando: molti di voi sono iscritti al Pri, abbiamo radici comuni, è possibile allora su alcuni temi che riguardano il futuro del nostro Paese, dei nostri figli, dei diseredati, delle classi povere, del Mezzogiorno d'Italia, trovare insieme una base di discussione, una piattaforma programmatica e fare di essa una battaglia che coinvolga tutto il mondo del repubblicanesimo? Io credo di si e mi batterò per realizzare questa unione prima ideale, poi politica, programmatica e progettuale. Abbiamo una storia comune: facciamo in modo che lo sia anche l'avvenire.

nuvolarossa
27-06-05, 22:10
"Il Carlino" di Spadolini/Montefiore Conca: celebrato il 50° anniversario della sua direzione

Un giornalista sulla scia dell'eredità risorgimentale

Intervento durante l'incontro del 24 giugno 2005 a Montefiore Conca, nel 120° anniversario del "Resto del Carlino" e nel 50° della sua direzione affidata a Giovanni Spadolini.

di Francesco Nucara

Nell'ambito delle manifestazioni per il 120° anniversario del "Resto del Carlino", l'incontro di oggi va considerato con attenzione davvero particolare, per l'importanza anche simbolica di questo luogo alla confluenza tra Marche e Romagna – fu infatti a guardia di quel ducato d'Urbino, le cui signorie furono portatrici di valori di alta civiltà, così come lo furono quelli che da sempre alimentano lo spirito del "Resto del Carlino". Valori tutti che segnano il tratto dell'impegno politico e civile di Giovanni Spadolini, cui va oggi il nostro ricordo.

Spadolini rievocava spesso i suoi quattordici anni al "Resto del Carlino" (1955-1968): ricordo in particolare quando in occasione del suo sessantesimo compleanno, il 21 Giugno 1983, gli amici repubblicani lo attendevano per festeggiarlo con un'enorme torta, con al centro una grande edera, e restarono ad aspettarlo fintanto che egli non uscì con qualche ora di ritardo proprio dagli uffici del "Carlino", dove si era recato in visita, e dove tornava ogni qualvolta se ne presentasse un'occasione.

Spadolini riconosceva proprio al "Resto del Carlino" di avergli fornito una straordinaria occasione di crescita. Divenutone direttore, il più giovane direttore di quotidiano, come egli stesso ricordò in un'intervista concessa dopo la presentazione di un suo libro a Cortina, si sentì investito di una particolare responsabilità proprio in ragione della storia di questo straordinario quotidiano.

Egli aveva il senso di ciò che Bologna ha rappresentato nella storia del Risorgimento e dell'Italia moderna, e sapeva quanto il "Resto del Carlino" ne rappresentasse il compendio ed il simbolo. Gli piacque ricordare, proprio nel suo primo articolo da direttore, che su quelle stesse colonne che egli dirigeva era apparsa la commemorazione di Aurelio Saffi scritta da una delle grandi firme del "Carlino": Carducci.

Egli riteneva di dover sempre difendere, nella tradizione liberale e democratica dell'Emilia e delle Marche, del Veneto e delle Romagne, i valori della libertà e dell'unità, i valori della giustizia e dell'equilibrio sociale, contro ogni forma di negazione, contro ogni forma di sovvertimento: è con questo spirito che egli diresse il "Resto del Carlino".

Spadolini fu certamente un personaggio unico e forse irripetibile nel panorama italiano: egli fu storico, giornalista, direttore del "Carlino" e del "Corriere della Sera", eletto al Senato nel maggio del '72, a quarantasette anni, nelle liste del Partito Repubblicano Italiano, senza alcuna militanza di partito alle spalle. Tuttavia si può dire che, come storico e giornalista, si era sempre occupato di politica, tanto da considerare la sua vita come quella di tre vite in una: quella di storico, giornalista e politico, vissute in un continuo intreccio.

Fu un uomo dai molteplici interessi, profondamente capace di una prodigiosa attività non disgiunta da una fede incrollabile nel proprio Paese e nel superamento di quei problemi, come per esempio il Mezzogiorno, che egli considerava alla stregua di vere e proprie emergenze: economiche, sociali, politiche.

Spadolini visse il proprio impegno politico come servizio. Egli più di ogni altro aveva fatto proprio l'insegnamento di Giuseppe Mazzini di cui fu certamente un profondo conoscitore ed uno straordinario interprete.

Quando nel 1974 fondò il Ministero dei Beni Culturali, fu il primo a far approvare le leggi a tutela del patrimonio culturale, favorendone la fruizione, la protezione e la valorizzazione.

Da presidente del Consiglio, il primo presidente del consiglio laico nella storia della Repubblica, nel 1981 affrontò con determinazione la crisi economica di quegli anni, debellò la P2, condusse la più intransigente battaglia contro il terrorismo, avviò con il Governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi una politica dei redditi e frenò l'inflazione portandola dal 22% al 16% in un anno e mezzo.

Il suo sogno era quello del Partito della Democrazia sognato già da Luigi Salvatorelli e dagli Azionisti del secondo dopoguerra, una democrazia senza aggettivi.

Nelle stanze del "Resto del Carlino" Spadolini visse però uno dei suoi periodi più importanti: in questo quotidiano fondato nel marzo del 1885 egli aveva ritrovato il senso del giornale della borghesia cittadina laica, anticlericale, filo-crispina. Quel giornale dalle 20.000 copie nel 1890, raddoppiate poi alle soglie della prima guerra mondiale. Come egli amava ricordare: una voce sempre libera.

Una voce che anche nel periodo fascista non smarrì mai l'impronta originale: nel 1925 ecco l'articolo di Benedetto Croce (che aveva partecipato al "Carlino" cominciando con la commemorazione di Carducci), in cui il grande critico denunciava gli stravolgimenti in senso "statolatrico" e autoritario, e i primi cenni di quella religione della libertà che ne caratterizzò il pensiero di storico e di filosofo.

Ed è sulle orme del "Carlino" che Spadolini lanciò la formula del "Tevere più largo", ponendo con un'immaginifica distinzione tra Chiesa e Stato, il suggello sul tramonto di una vagheggiata repubblica neoguelfa. E con tali caratteristiche ben guidò il "Carlino", luogo d'incontro più che di scontro, luogo di analisi e di mediazione. Spadolini non era uomo che ricercava una verità, piuttosto egli vedeva molte verità, non vedeva una posizione, ma tante posizioni, non l'oggettività, ma la completezza come condizione e rispetto del pluralismo.

Questo era il segno e lo stile di Spadolini; credo sia anche oggi il segno e il simbolo del "Resto del Carlino". Se c'è un rammarico forse è che alcuni uomini non possano vivere più a lungo. Di Spadolini ci sarebbe ancora bisogno, l'Italia avrebbe ancora bisogno di Giovanni Spadolini.

Credo che egli - che aveva così sofferto la stagione del massimalismo e della semplificazione distruttiva di un intero sistema di partiti, e di una intera classe dirigente (che certamente non aveva così demeritato) - sarebbe lieto di constatare come il suo partito politico, il Partito Repubblicano Italiano, il più antico d'Italia, come non si stancava di ripetere, non abbia avuto bisogno di cambiare, unico tra tutti i partiti politici, il proprio segno, il proprio simbolo, il proprio metodo ideale e culturale, il proprio patrimonio che è e resta peculiare ed indisponibile ad ogni nuovismo, ad ogni catastrofismo.

nuvolarossa
28-06-05, 19:59
Milano, dibattito sugli ogm/Le ragioni della scienza e di coloro che sfruttano l'emotività

Quei nobili scopi e la convenienza dell'agire politico

"Si riunisce ancora il mondo della scienza intorno alla figura del Segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano, viceministro all'Ambiente, on. Francesco Nucara". Così ha esordito a Milano, lunedì scorso, Alessandro Cecchi Paone, inaugurando un convegno che, dedicato alla presentazione del volume del prof. Francesco Sala, costituisce occasione preziosa per sollecitare l'attenzione della classe politica e del grande pubblico su problematiche di estrema attualità e di cospicuo rilievo per il futuro economico del nostro Paese. La presentazione del libro - dedicato alla confutazione dei molti pregiudizi sugli organismi geneticamente modificati ("Gli OGM sono davvero pericolosi ?", ed. Laterza) e già alla seconda edizione - ha costituito, come d'altra parte già accaduto nel corso della originaria presentazione a Roma, nel febbraio scorso, solo un pretesto per parlare di temi politici "alti" e per un confronto serrato del ruolo della scienza nella società contemporanea.

"E se cambiano le figure degli scienziati che, di volta in volta, animano gli incontri - ha continuato Cecchi Paone - è sempre Francesco Nucara il promotore instancabile di queste iniziative, la cui sapiente regia sa riconoscere il fondamentale rapporto tra politica ed accademia." Il parterre scientifico era sempre di primissimo ordine: dai relatori - tra cui sedevano scienziati del calibro di Umberto Veronesi, Edoardo Boncinelli e Tullio Regge - agli invitati, tra cui si notavano studiosi di fama internazionale, quali Renato Ricci, Vittorio Sgaramella, Gilberto Corbellini e Franco Battaglia, per citarne solo alcuni; ma la rappresentanza politica, cui si deve anche l'organizzazione del convegno, non risultava meno prestigiosa, annoverando a fianco del segretario Nucara, il ministro delle Politiche Comunitarie, on. La Malfa, il cui intervento ha concluso i lavori. Muovendo da alcuni significativi dati di cronaca - relativi alla recente bocciatura, da parte dei ministri europei dell'ambiente, della richiesta della Commissione Ue di abbandono della moratoria sulla produzione di alcune varietà di colza e mais transgenici, nonché al recente attacco sferrato dal Ministro Alemanno contro l'European food safety authority di Parma- il segretario Nucara ha rimarcato il pericolo di tali posizioni oscurantiste sia rispetto alla libertà della scienza, che alla soluzione degli enormi problemi economici che ne conseguono. "Sembra un film già visto" - ha evidenziato Nucara - "e sembra un destino che affligge questo Paese: come già accaduto per il rifiuto, pregiudiziale ed ideologico, dell'energia nucleare, oggi rifiutiamo in blocco la sperimentazione sugli OGM, senza alcuna coerenza, senza alcuna prova della loro nocività. E come allora quella scelta fu penalizzante per l'intera economia italiana, con riverberi negativi che giungono fino ad oggi, così la ‘pregiudiziale Alemanno' sugli OGM pare dettata solo da una strategia che mira a conquistare emotività di consensi ammucchiati sul ‘biologico' e simpatie nel mondo dell'agricoltura cooperativistica".

In effetti, dall'autorevolezza degli scienziati presenti si è ancora una volta levata una richiesta profondamente etica alla classe politica: precisamente, di non sacrificare alla convenienza di un agire politico utilitaristico le ragioni nobili della ricerca e gli interessi, quindi, della collettività. Appello accorato, che coagula intorno alla sensibilità del segretario Nucara attenzioni e speranze dei più alti consessi scientifici italiani, stanchi di una politica solo parolaia ed evanescente nei confronti della scienza. E non è un caso che questa fiducia premi, oggi, le tradizioni nobili di un partito, quale quello repubblicano, che sulla ragione e sul pensiero scientifico - e non sugli apriorismi ideologici - ha accumulato il proprio patrimonio politico ed ideale.

(k. m.)

nuvolarossa
29-06-05, 19:14
A Milano lunedì scorso si è parlato di ogm. Ma anche di tanti altri temi con un denominatore comune, il pregiudizio antiscientifico/La relazione di Nucara, oltre che sul libro di Francesco Sala, si è soffermata sui grandi tabù che circolano in ambienti diversi: dal rifiuto dell'energia nucleare agli esiti del referendum

Progresso: non si può fermare, anche se il compito di alcuni sembra quello di rallentarlo

Intervento alla presentazione del libro di Francesco Sala, "Gli ogm sono davvero pericolosi?", Milano, 27 giugno 2005.

di Francesco Nucara

Non sono uno studioso né un conoscitore serio del problema che il prof. Sala affronta magistralmente, tanto da averlo fatto comprendere anche al sottoscritto.

Mi limiterò, invece, a parlare piuttosto che da Vice Ministro, da Segretario di un piccolo partito che fa parte della maggioranza di governo e che è ottimamente rappresentato dal Ministro Giorgio La Malfa. Egli stesso, se ritiene, ci potrà illustrare le linee che intende perseguire il cosiddetto "Programma di Lisbona", nel quale potrebbero, e a mio avviso dovrebbero, trovare molto spazio ricerca e innovazione. Anche io, come il prof. Veronesi, penso che Adamo abbia fatto bene a ‘mangiare la mela' e compiere ‘lesa maestà' nei confronti del suo Creatore per affermare la propria libertà di scelta.

Temi fondamentali

Tre sono i temi che in questo momento storico sono all'attenzione del mondo delle scienze, del mondo della politica e dell'opinione pubblica: il nucleare, gli ogm, le cellule staminali.

Partiamo dal primo punto. Sono stato e sono un nuclearista convinto. I quesiti per il nucleare non incidevano minimamente sulla scelta strategica dell'energia nucleare, bensì creavano premesse negative in vista della realizzazione di centrali elettronucleari. Condizioni negative, non rifiuto.

"Un'interpretazione della situazione nucleare italiana può essere fatta oggi su diversi piani: su quello scientifico, vale a dire considerando prioritariamente la ricerca fondamentale; su quello tecnico, cioè prendendo in esame la tecnologia nucleare che si va sviluppando e affinando nei paesi più progrediti e più interessati agli sviluppi dell'energia da fissione; sul piano economico, che introduce la prospettiva di un fattore nuovo e determinante nel panorama energetico mondiale, destinato a subire una trasformazione radicale quando il divario tra costi elettronucleari si sia eliminato.

Ma su questi tre piani sovrasta e si impone l'aspetto politico e sociale della questione.

Il problema nucleare italiano è diventato sempre più un problema politico".

Ad esprimere tali concetti fu Ugo La Malfa, attraverso un articolo pubblicato su "Civiltà degli Scambi", il 14 dicembre 1959. È chiaro dunque come il problema del nucleare sia stato e sia tuttora un problema politico e non referendario.

In un mondo sempre più globalizzato ha senso importare energia nucleare dalla Francia? Chi garantirebbe l'Italia da un eventuale disastro di centrali situate a pochi chilometri dalla frontiera italiana? Quale competitività può avere l'industria italiana se l'energia ha un costo superiore del 20% rispetto agli altri paesi europei e nel Sud d'Italia il 20% in più rispetto al Nord del Paese?

Abbiamo bisogno di un Governo forte e deciso. Si è distrutta la tecnologia nucleare italiana leader nel mondo. Si è distrutta un'intera generazione di ingegneri nucleari riciclati in attività edilizie, idrauliche e stradali. Siamo ancora in tempo per ripartire. Bisogna fare presto. Evitiamo il giudizio che Amaldi, in diretta televisiva, diede a proposito di un fisico, o presunto tale, poi divenuto ministro della Repubblica.

Le ricerche sul nucleare non riguardano solo l'energia, ma altresì diversi campi di applicazione e in primis la medicina.

Gli ambientalisti ideologizzati temono lo stoccaggio delle scorie nucleari e su questo tema emotivo cercano consensi. Tacciono però sul fatto che le scorie nucleari in Italia arrivano dagli ospedali. Ci sono alcune religioni che negano le trasfusioni di sangue, i nostri ambientalisti potrebbero negarci le cure mediche per malattie gravi che necessitano della medicina nucleare. La politica dovrebbe intervenire con i mezzi di cui dispone per dire agli italiani che sono oggetto di un imbroglio mediatico.

Secondo Pierce, che Giulio Giorello cita nella sua recentissima opera, "Di nessuna chiesa", vi sono tre cose che non possiamo mai sperare di raggiungere con il ragionamento: la certezza assoluta, l'esattezza assoluta, l'universalità assoluta.

Non voglio inoltrarmi nell'analisi di un ‘oggetto' di scienza. Come ho detto non ne sarei capace. Il mio domicilio ricade nel territorio della politica.

Una deliberazione dei ministri europei

Il primo dato di cronaca riguarda la deliberazione dei ministri europei dell'Ambiente, i quali, riuniti a Lussemburgo, venerdì scorso, hanno respinto, con un voto a maggioranza qualificata, la richiesta della Commissione Ue di abbandono delle moratorie su diverse varietà di colza e di mais proibite in Austria, Germania, Lussemburgo, Francia e Grecia. Permangono i divieti di coltivazione, permane il pregiudizio che il nostro governo sembra avallare, ad onta dell'accordo pressoché totale della comunità scientifica internazionale, circa la sicurezza alimentare ed ambientale della diffusione di ogm.

I gruppi ambientalisti invocano a gran voce proprio quel senso di responsabilità che, sovvertito nel suo significato, sta esponendo l'intera collettività ai rischi inevitabili che la mortificazione costante delle acquisizioni della scienza e della corretta divulgazione delle stesse, comporta. La salvaguardia dell'economia del Paese e la tutela della salute stessa dei cittadini, non consentono più da parte dell'esecutivo il mantenimento di un atteggiamento che definirei di circospetta cautela e di irrazionale riserbo. Ma soprattutto non è più accettabile l'ostilità tanto rabbiosa quanto affatto documentata di chi, strumentalizzando demagogicamente l'emotività collettiva e a dispetto di qualunque rigore scientifico, riscrive, per l'Italia, una storia già vissuta.

L'Efsa di Parma

L'Efsa ovvero European food safety authority. L'Agenzia europea con sede a Parma, è la punta avanzata di un'Italia che stenta a trovare identità europea nella lunga ombra di una verifica che pare oscurarne plausibilità finanziaria e attendibilità economica. Istituzione sovranazionale il cui riconoscimento è indiscusso, la cui autorevolezza è insindacabile. Fino a poco tempo fa.

Fino a quando l'indice accusatore del ministro Alemanno, che invoca maggiore severità di controlli, ha posto, inevitabilmente, in discussione l'Istituzione europea preposta alla tutela della sicurezza alimentare e della salute del cittadino. Inficiarne il ruolo, delegittimandone apertamente le prerogative, quali che siano circostanze e motivazioni, non è un buon servizio che il Ministro delle Politiche agricole ha reso alla collettività ed alla già provata credibilità del Paese.

Non spetta a lui evocare il sospetto -difficilmente sradicabile, in seguito, dal comune sentire- circa l'affidabilità delle indagini che spettano all'Efsa, minando irrimediabilmente quanto gratuitamente la fiducia riposta dal cittadino nei meccanismi di controllo di un governo sopranazionale, dallo stesso governo del paese consapevolmente accolto. Alemanno ha invocato "ricerche scientifiche realizzate da istituti terzi" che "assicurino che i prodotti ogm destinati alle nostre tavole siano innocui" facendo sapere che i dati forniti dall'Agenzia (sin dall''aprile 2004 e successivamente rivisitati e confermati in un comunicato del 29 ottobre scorso) sono ad oggi incompleti e sollecitando, in ragione di ciò, il voto contrario dell'Italia all'importazione del mais transgenico.

Paladino della nostra salute e del cibo biologico, ecco il Ministro insorgere instancabile contro l'odiato biotech e mettere in dubbio perfino la trasparenza di una istituzione che avevamo salutato come un pregevole riconoscimento e della cui attività, peraltro largamente apprezzata dalla nostra comunità scientifica, è espressione un organismo esso stesso terzo per definizione: chi controllerà il controllore nel gioco infinito del rilancio di un principio di precauzione divenuto muro di gomma di interessi non abitati in comune?

L'Efsa è deputata alla valutazione del rischio in tema di alimenti destinati all'uomo ed all'allevamento del bestiame, sulla base di risultati sperimentalmente acquisiti e di ogni informazione scientifica disponibile. L'autorizzazione dei prodotti compete alla Commissione europea cui è affidata la gestione del rischio. L'Efsa aveva espresso parere favorevole, non evidenziando profili di nocumento alla salute umana ed all'ambiente, e aveva reso disponibile, nella sua interezza, la documentazione sul mais resistente agli insetti. "L'Agenzia valuterà adesso ogni nuova, eventuale evidenza scientifica ed interverrà conseguentemente con una raccomandazione alla Commissione europea", aveva dichiarato il Professor Marco Nuti, membro del Comitato per gli Organismi geneticamente modificati.

Ed aveva aggiunto "la polemica in corso getta una cattiva luce sui meccanismi che governano le decisioni in seno al Comitato. Il Ministro Alemanno si attenga, come tutti, alle direttive comunitarie e, prima di mettere in dubbio l'onestà delle deliberazioni, supporti con dati di fatto le proprie affermazioni".

L'impeccabilità della disamina dei protocolli sperimentali relativi al mais sotto accusa, garantita dalla rigorosa applicazione di un metodo scientifico, non conoscerà remore applicative.

Voglio fare mie le dichiarazioni del Professor Nuti per rivendicare quella libertà di scelta che solo la conoscenza documentata e la corretta informazione possono garantire.

Come Adamo si ribellò a Dio noi ci ribelliamo ad Alemanno, che non è Dio ma forse crede di esserlo.

E non intendo aggiungere nulla al principio di precauzione: è solo uno slogan senza senso comune, senza costruzione logica e ovviamente senza la benché minima base scientifica. Uno slogan perversamente utilizzato per spaventare l'opinione pubblica facendo strage della ragione.

Il prof. Tullio Regge nel suo breve saggio "Il principio di precauzione: un trucco verbale", apparso su "I costi della non-scienza" dell'Associazione Galileo 2001, ci parla di una bambina afflitta da immunodeficienza congenita. È stata curata con la modifica del suo midollo osseo. Secondo le teorie di Alemanno si sarebbe dovuto lasciare la bambina in uno stato di non vita. Queste teorie peraltro sono supportate, secondo Regge, da un parlamentare europeo che, udita l'informazione, esclamò: "non si sa cosa possa fare all'ambiente".

Referendum sulla procreazione

Ovvero, la conduzione e gli esiti della campagna referendaria di abrogazione relativamente alla legge 40. Se ne parlo, non è per aggiungere parole alle molte, troppe, già spese su questa vicenda e non sempre a proposito. Ne parlo esclusivamente per sottolineare un unico aspetto, che costituisce un po' la cartina al tornasole di come funziona oggi, in Italia, l'idea della libertà di ricerca scientifica.

Rilevo, infatti, che gran parte delle forze politiche e dei movimenti che hanno sostenuto il "sì" durante la campagna referendaria si sono ispirati ad un principio "alto", quale quello, appunto, della libertà di ricerca scientifica.

Si è detto che -al di là delle dispute sulla natura dell'embrione, inizio della vita e così via- il principio da salvaguardare fosse quello della libertà di ricerca, non "cedevole" rispetto a visioni apocalittiche della scienza medesima o ad assolutismi etici che ne frenino il dinamismo. È parso echeggiare, in campagna referendaria, il principio laico della ricerca, bene espresso in un aforisma di Nietzsche, secondo cui "la scienza non pensa".

Era sembrato di ritornare, cioè, ad una visione davvero laica: occorre far "andare avanti" la ricerca, occorre non interrompere la sperimentazione che è, in sé, neutra, di "nessuna chiesa", di nessun pensiero, senza padroni. Poi, quando verranno i risultati, saranno la politica, l'etica a stabilire la possibilità di una loro utilizzazione, la loro applicazione senza tradimento dei principi: ma la scienza e la ricerca non possono essere fermate prima, in maniera aprioristica, perché potenzialmente eversive per l'etica e "pericolose" per i princìpi. Mi sembrava di aver capito tutto ciò dalle forze del "sì" referendario.

Dico: mi sembrava, perché scopro oggi, a distanza di un paio di settimane, che le stesse forze politiche che nell'ambito del referendum sulla fecondazione assistita sbandierano il principio della libertà di ricerca, nell'ambito della ricerca sugli ogm assumono la posizione esattamente contraria. Contraria, si badi, sul piano dei principi: per la ricerca sugli ogm la libertà di ricerca non vale più; la scienza deve fare un passo indietro; la ricerca deve parametrarsi all'etica; vale il principio di precauzione e via dicendo.

No ai pregiudizi

Non compete sicuramente alla politica spiegare l'oggetto della ricerca scientifica, ma questo sì, evidenziare come ogni pregiudizio rispetto all'innovazione sia foriero di scelte inadeguate, economicamente penalizzanti e, come spiega Sala in relazione alle agrobiotecnologie, già largamente remote rispetto alle politiche agricole mondiali.

Spetta, invece, alla politica -talora più obiettiva della scienza, partigiana quando "si innamora" del proprio oggetto- proporsi quale strumento attraverso cui, al di là delle emotività collettive, veicolare un'oggettiva e credibile analisi costi/benefici, che -mi pare- sia ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno.

Gli slogan in funzione persuasiva, o ancora peggio "terroristica", le equazioni indimostrate, gli standard definitori, pertengono ad una visione passata ed improponibile dell'"arte del governo". Al contrario, scelte importanti i cui effetti non durano lo spazio di un mattino, vanno ben ponderate. È opportuno sospendere il giudizio, informarsi, conoscere, riflettere e poi decidere.

Perché, ad esempio, occorre spiegare -con una buona dose di coraggio, mi rendo conto- che anche la tracciabilità assoluta di un prodotto non è per ciò stesso garanzia assoluta della sua qualità, attestando essa solo una sequenza produttiva ma non ancora la qualità di un risultato. Occorrono pazienza e coraggio, ancora, a far comprendere che la naturalità di un prodotto spesso si porta dietro venti e più irrorazioni di pesticidi vari in pianta, ovvero -come è accaduto in Lombardia (riporta con precisione Sala) - la necessaria distruzione di oltre il 20% del latte prodotto "naturalmente" perché contaminato dalla presenza di aflatossine, molecole ad attività cancerogena presenti nel mais "tradizionale".

Sono solo esempi, per carità, che non consentono a me -che non sono scienziato- di decidere circa la preferibilità del mais-Bt in varietà transgenica, rispetto a quello tradizionale.

Dico solo, più semplicemente, che i fatti mi incoraggiano al dubbio sistemico: a diffidare cioè di quanti rivendicano il rischio zero sia nell'ambito dell'agricoltura biologica, che in quello dell'agricoltura biotecnologica; a prendere le distanze da quanti esigono dall'agricoltura biotecnologica ciò che non possono garantire neppure per quella tradizionale: e cioè la garanzia assoluta dell'assenza di ogni rischio, pena il necessario "cautelativo" abbandono di ogni sperimentazione.

Intolleranza e paradosso

Ora, da spirito laico, venato da una buona dose di scetticismo, sono istintivamente portato ad allontanarmi da ogni logica assolutista che conduce, inesorabilmente, all'intolleranza ed al paradosso.

Io non sono un convinto sostenitore della biotecnologia, ma guardo con sospetto quanti se ne dichiarano contrari, richiedendo prove certe e respingendo -in forza di un protocollo di metodo inaccettabile, ideologico, fortemente pregiudiziale- ogni possibile apertura alla sperimentazione ed alla ricerca.

Infine, inviterei quanti, dal territorio della politica, sprezzano ogni dialogo con la comunità scientifica, ad applicare, per primi, correttamente un "principio di precauzione", atto ad eludere pentimenti postumi .

Ineluttabili allorquando ci si accorge, sempre con un attimo di ritardo, che la tecnocrazia guida il mondo e che la politica arranca dietro alle frenetiche accelerazioni della scienza.

Non perdiamo mai l'occasione di dialogare, sino a quando ve ne è il tempo. Senza miti, senza leggende, senza sospetti: soprattutto senza pregiudizi.

Ciò che la politica italiana non ha capito, non capisce e chissà se un giorno capirà, è il progresso scientifico. Esso è inarrestabile e non esistono maggioranze parlamentari che possano fermare questo progresso. Purtroppo però possono frenarlo, creando anacronistici ed esiziali immobilismi alle popolazioni governate.

Avremo anche la clonazione degli uomini? Probabilmente si. Le maggioranze non fermano i processi politici, storici e scientifici. Saremmo ancora governati dal fascismo. Le idee, le conoscenze, il sapere, le battaglie civili, questi sì che sono immortali. Bisogna battersi con convinzione. In politica, se Mazzini - di cui ricorre il bicentenario della nascita - si fosse fatto prendere dallo sconforto, non ci avrebbe condotto alla Repubblica italiana dopo il fallimento della Repubblica Romana.

D'altra parte, se non credessi all'immortalità delle idee non saprei cosa fare in un partito di estrema minoranza.

Abbiamo iniziato con la ribellione di Adamo al Creatore e chiudiamo con l'inno "A Satana" di Carducci che esalta la "forza vindice de la ragione" contro tutti gli oscurantismi.

Noi non partecipiamo all'irrazionale e irresponsabile atteggiamento di sfiducia nel progresso della scienza, raffigurata dagli Alemanno di turno, come fonte inesauribile di pericoli per l'umana sopravvivenza. Noi siamo per il progresso della scienza e pronti ad accompagnare politicamente chi di questa vive e per la sua vita si batte.

nuvolarossa
01-07-05, 20:03
Nucara apre il Consiglio Nazionale/Promuovere e rilanciare la ricerca scientifica

I repubblicani risorsa democratica per la modernizzazione del Paese

Relazione del segretario del Pri Francesco Nucara, Roma, 1° luglio 2005.

Nella relazione al Congresso Nazionale, citando Giorgio La Malfa, avevo detto che i repubblicani sono "la riserva democratica del Paese". Aspettiamo, continuavo, che il Paese abbia bisogno di noi e nel frattempo prepariamoci perché quando saremo chiamati dovremo essere pronti. Da quel giorno – 4 febbraio 2005 – all'ingresso del PRI nel Berlusconi bis, non è passato molto tempo e siamo stati chiamati a rappresentare le nostre idee con Giorgio La Malfa ministro delle Politiche Comunitarie.

E' una festa per il Partito Repubblicano Italiano, è una festa per tutti noi che su questo progetto abbiamo lavorato con pazienza e perseveranza. Non ci ha colto di sorpresa la nomina di Giorgio La Malfa. Sarebbe dovuta avvenire a luglio del 2004. A nostro avviso è arrivata in ritardo.

La considerazione di cui gode il PRI in questa coalizione è superiore di gran lunga al nostro più che esiguo peso elettorale. I partiti della coalizione, tutti i partiti, nessuno escluso, hanno voluto un repubblicano in Consiglio dei Ministri. E quando, come spesso succede, il Presidente del Consiglio ha avuto qualche difficoltà nell'assegnazione del dicastero, ci ha ascoltati, ha sentito le nostre ragioni ed ha confermato la posizione a noi gradita. Questo dicastero per noi è la continuazione di una storia repubblicana che guarda alla costituzione di un'Europa politica.

E' probabile che oggi qualcuno capisca la mia rinuncia a candidarmi a presidente della Regione Calabria. Ho rinunciato a soddisfare le legittime aspettative dei repubblicani calabresi, e non solo le loro, per realizzare quel disegno che avevo in mente dall'11 giugno 2001: riportare il PRI al governo della cosa pubblica.

L'aver poi ottenuto il coordinamento di 6-7 Ministeri per la realizzazione del processo di Lisbona, ha significato aver completato un'operazione politica carica di significato per il nostro futuro.

Il vero problema è: ma i repubblicani l'hanno capito?

Dal Congresso ad oggi

Il Congresso di Fiuggi si concludeva con l'approvazione, a larghissima maggioranza, di una mozione che così recitava: "i Repubblicani considerano quindi necessario un confronto con le altre forze politiche volto a far emergere una più ampia consapevolezza della necessità di nuove condizioni politiche e programmatiche in grado di sostenere l'azione di governo capace di arrestare il declino economico del Paese e di affrontare così le grandi sfide poste dalla globalizzazione".

L'obiettivo mi pare sia stato pienamente raggiunto. Se non arrestare, possiamo almeno frenare il declino economico o comunque gettare le basi perché la prossima legislatura abbia un Piano di Sviluppo che possa partire dall'opera che il Ministro per le politiche comunitarie realizzerà nei prossimi mesi.

Tra il Congresso di Fiuggi e oggi ci sono state elezioni regionali in 14 regioni, elezioni provinciali, elezioni comunali.

Partiamo dalle elezioni regionali.

Tra mille difficoltà e con la dovuta, forse eccessiva cautela, siamo stati presenti, con varie aggregazioni, in 9 regioni su 14, con la sola lodevole eccezione della Campania, che ha concorso nella consultazione con il solo simbolo dell'Edera. Non eravamo presenti in Liguria, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, e Umbria.

E' giusto però ricordare che, mentre mancavano le condizioni politico-organizzative per Veneto, Piemonte, Liguria e Umbria, non era così per l'Emilia Romagna dove una scelta politica della segreteria, della quale mi assumo piena e totale responsabilità, ha creato le condizioni perché la lista non potesse essere presentata. Per il prossimo futuro, se sarò ancora alla guida del Partito, mi assumerò le stesse responsabilità, sperando di non sbagliare e facendo tesoro dell'esperienza passata.

Nel 2000 eravamo presenti in 7 regioni. Anche nelle province e nei comuni c'è stata una maggiore diffusione delle liste repubblicane, specie nel Mezzogiorno.

In questo passato non molto lungo non ci siamo limitati soltanto alla formazione di liste: abbiamo fatto altre cose di cui faccio brevemente cenno. Un seminario per 25 giovani repubblicani tenutosi a Chianciano durato una settimana. Tra le mie ambizioni c'è anche quella di ringiovanire la classe dirigente del Partito. Tento di formare giovani creando in loro e con loro quell'armatura politica che consentirà a tutti noi di poter fruire di un nuovo gruppo dirigente.

Abbiamo affrontato la campagna referendaria con impegno da parte di tutti il partito e ringrazio Antonio Del Pennino per quanto ha fatto, rappresentando in tutte le sedi la segreteria del PRI con la sua autorevole e prestigiosa presenza di presidente del comitato. Io stesso sono stato tra i promotori del referendum. E proprio perché è un referendum non mi straccio le vesti per il risultato ottenuto. Caso mai per il prologo di quella consultazione di cui dirò tra breve.

Una rapida analisi del voto

I partecipanti al voto sono stati il 26,9%.

Orbene in qualunque consultazione ormai va alle urne non più del 70% degli avventi diritto e nelle consultazioni referendarie, quando si raggiunge il quorum, ci si attesta tra il 52 e il 54%. Se si considera la propaganda che si è fatta per l'astensione si darà una diversa valutazione del 26,9%. Le forze politiche italiane dovranno tenere conto che più di 10 milioni di persone e più di un terzo dell'elettorato che si reca normalmente alle urne è per la modifica della legge 40. Ruini e i cattolici hanno pieno diritto e titolo ad invitare all'astensione. A loro avviso quello è lo strumento che nel passato è stato utilizzato dalle stesse forze che oggi appoggiavano i quesiti referendari.

L'atto grave non l'ha commesso Ruini che giura fedeltà ad un altro Stato, ma il Presidente del Senato e il Presidente della Camera che invitando i cittadini all'astensione li hanno invitati a non tener conto dell'art. 48 della Costituzione che così recita al comma 2 "Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico". Nella Repubblica dei diritti lesi quotidianamente ci si dimentica dei doveri.

Povero Mazzini.

Il rapporto con la scienza

Cosa può fare un partito di minoranza estrema in un'Italia dove i numeri contano più delle idee e i progetti si contano e non si valutano? Fare da mosca nocchiera all'avvenire del Paese.

Come ho detto a Milano, se Mazzini dopo il fallimento della Repubblica Romana si fosse lasciato prendere dallo sconforto oggi non avremmo la Repubblica Italiana. Questa segreteria nazionale, seguendo le tracce di quella che è stata la storia del pensiero repubblicano e con le difficoltà di comunicazione, di disattenzione dell'opinione pubblica, di ignavia delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, ha avvertito il problema fin da suo nascere.

Già l'8 marzo, in via eccezionale, si tenne a Milano un Consiglio Nazionale tematico dedicato a "Università e Ricerca". Nei primi mesi di quest'anno, alla sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, nel presentare un libro del prof. Sala sugli OGM, abbiamo dibattuto sui "conflitti" tra scienza e politica; il 27 giugno scorso a Milano il Segretario e il Presidente del Partito hanno partecipato ad un dibattito sugli OGM. Tra i partecipanti, si è aperto un acceso dibattito, coordinato da Alessandro Cecchi Paone, di cui mi auguro abbiate letto sulla "Voce".

L'idea però che un piccolo partito come il nostro porti ad un incontro con Vingiani, Sala, Veronesi, Boncinelli, Ricci, Battaglia, Tullio Regge e tanti altri, è oggettivamente un'idea che mi affascina e il risultato è che Battaglia e Ricci, cui seguiranno altri, scrivono per il nostro giornale. Il merito dell'organizzazione e dei contatti con gli scienziati è giusto attribuirlo a Katia Mammola, nostro consigliere nazionale.

In questo dibattito non mi sono limitato a parlare solo degli OGM. Pur parlando di OGM, che era il tema del convegno, ho parlato anche di staminali e soprattutto di energia elettronucleare.

Quest'ultimo è il tema al quale, se ne ricorreranno le condizioni, dedicherò le mie energie nei prossimi mesi.

Solo una classe politica ottusamente ideologizzata può rifiutare il nucleare. In un convegno al CNR mi sono permesso di dire che quel giorno si stava celebrando il pre-de profundis del protocollo di Kyoto.

Un protocollo che, se mai attuato, avrà bisogno di ingenti risorse finanziare pubbliche e private e i cui effetti, se ci saranno, li vedremo tra 30-40 anni.

L'unica alternativa energetica credibile è il nucleare.

L'Europa si sta avviando verso un aumento di produzione di energia nucleare, poiché con l'ingresso dei paesi dell'Est Europa la percentuale di energia nucleare prodotta si è abbassata al 31,6%.

Esistono in Europa 149 impianti di cui 7 in Belgio, 6 nella Repubblica Ceca, 4 in Finlandia, 59 in Francia, 17 in Germania, 4 in Ungheria, 1 in Lituania, 1 in Olanda, 6 in Slovacchia, 9 in Spagna, 11 in Svezia e 23 in Gran Bretagna. Nessun sito in Grecia, Cipro, Malta, Portogallo, Lussemburgo, Estonia, Lettonia, Irlanda, Polonia, Austria, Danimarca e Italia.

Siamo alla pari con paesi che, messi tutti insieme, non fanno la popolazione italiana e le cui condizioni di sviluppo, tranne qualche caso, sono quelle dell'Italia degli anni ‘50-'60.

E mentre noi ci dilettiamo con l'eolica, in Provenza, sulla base di un accordo internazionale, sarà ospitato un impianto dal costo di 10 miliardi di euro, pari a 20 mila miliardi di vecchie lire, per la realizzazione di un mega reattore nucleare.

L'Italia continua a pagare alti costi energetici importando energia nucleare dalla Francia e pagando altri balzelli per accordi internazionali precedenti il referendum del 1987.

Dobbiamo passare dalle episodicità a un rapporto più stretto e pianificato con il mondo della Scienza.

Dobbiamo essere da supporto serio e concreto alla libertà di ricerca.

Dobbiamo aiutare il mondo scientifico ad ottenere risorse e compiere ricerche, perché così facendo aiutiamo il nostro Paese a crescere e svilupparsi omogeneamente. Questo è un obiettivo importante, che va perseguito con determinazione e costanza.

Il Pri e il partito unico

Dopo le elezioni regionali si è aperto un dibattito nel Paese per l'aggregazione di forze politiche sia nel centro-destra che nel centro-sinistra. Sulla "Voce" si è aperto un dibattito acceso e vivace e pure con qualche parola di troppo. Ma tra le "virtù" del vostro segretario, malgrado i tanti difetti, va annoverata la pazienza.

Non nei confronti degli amici repubblicani.

Quella non è mai abbastanza, ma nei confronti dell'evolversi degli avvenimenti politici.

Se poche sono le illusioni poche saranno le delusioni.

Si è parlato di vertici repubblicani "ambigui", "reticenti", "dediti al piccolo cabotaggio", "berlusconiani", "senza coraggio" e via di questo passo.

Orbene il segretario del PRI, che ha l'onore e l'onere di guidare un partito di circa 12000 iscritti diviso in tre tronconi, con tre linee politiche diverse e alternative, ha pensato che era meglio tacere fin quando non si fossero espresse le altre forze politiche. Questa convinzione si è rafforzata dopo una serie di incontri, da me sollecitati, per capire meglio la strategia del partito di maggioranza relativa, che è anche il partito-guida della coalizione cui noi abbiamo aderito.

Da una lettura dei giornali, anche superficiale, è facile evincere che di partito unico, almeno per questa legislatura non se ne parlerà.

Staremo a vedere se nei prossimi giorni discuteranno di un progetto federativo in cui è garantita la presenza dell'Edera e che va accompagnato dalla modifica della legge elettorale.

Sebbene mi si definisca "reticente", dico chiaramente che sono contro il Partito Unico. Tuttavia se dovessi essere messo di fronte ad una scelta, nel presupposto che il segretario sia il sottoscritto, convocherò un Congresso Straordinario che deciderà le sorti del Partito.

E non è che io voglia continuare a essere repubblicano, perché io sono repubblicano.

E aggiungo: non sono berlusconiano perché non sono iscritto al partito di Berlusconi e Berlusconi non è iscritto al Pri.

Qualche volta, magari nei ritagli di tempo, leggete la "Voce".

Il futuro del Pri

Finora ho parlato del passato. Veniamo al problema che mi sta più a cuore come Francesco Nucara e come Segretario del Partito.

Non so se sia stato sufficiente il lavoro svolto dal 2001 come guida del Partito e dal 1999 al 2001 come segretario organizzativo. Forse sono un "eroe per caso". Nei miei progetti personali non c'era la segretaria organizzativa e tanto meno la segreteria politica, mentre c'era l'intenzione di non ricandidarmi al Parlamento nel 2001.

Diverse sono invece le cose che ho realizzato per il PRI dal 2001 ad oggi e mi fa piacere dedicare qualche minuto a ciò che ritengo essere stati successi per il PRI e del PRI, non miei personali.

In politica da soli non si raggiunge alcun obiettivo: questa è una regola fissa che prescinde dalle qualità personali. Queste forse aiutano, ma non sono mai, proprio mai, decisive.

Il partito è arrivato all'appuntamento elettorale del 2001 in condizioni di sbandamento e di pre-sfascio. C'era stato il Congresso di Bari, La Malfa non era più deputato europeo, s'era determinata una scissione, anche allora il piccolo glorioso PRI diviso in tre parti, una maggioranza buona ma non consistente, un congresso contestato davanti al magistrato. Queste erano le condizioni del PRI nel febbraio 2001.

Ci si avviava all'incontro con Berlusconi in queste condizioni.

Con l'elezione di due parlamentari riuscimmo ad ottenere un sottosegretario e la prestigiosa presidenza di una importante commissione parlamentare.

Non eravamo invitati ai vertici. Fu dal 2003, dopo un colloquio tra Presidente e Segretario con il Presidente del Consiglio, che cominciammo a frequentare Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli. Questo veniva consentito al segretario del PRI mentre veniva negato a qualcun'altro.

Fin dal 2003 mi sono battuto per una presenza nel Consiglio dei Ministri, a prescindere dal dicastero che ci sarebbe stato assegnato. Per me era importante la presenza. Con le sue indiscusse capacità La Malfa avrebbe saputo far valere le nostre ragioni.

Ci siamo arrivati in ritardo con un dicastero a noi gradito. Chiedo scusa per il ritardo.

Il PRI è tornato al governo dopo 13 anni esatti.

Ora, si può discutere se è giusta o sbagliata la linea politica, credo sia "tafazziano" discutere la presenza nel governo.

Accanto a queste innegabili soddisfazioni il PRI spesso ti porta amarezze, disagio, problemi di tutti i tipi e anche qualche avversione oggettiva. Ti domandi talvolta: ne è valsa la pena?

Chi ha tanto amore per il PRI può essere ricambiato con atti di slealtà?

Caro Giorgio, tu, forse, più di me ne sai qualcosa.

Tutti abbiamo un'anima, anche le cose.

Cari amici, non mi restato molte energie.

Quelle che mi restano le dedico ancora al partito. Vorrei dire all'on. Medri, quando parla della "robaccia" che si trova nei secchi della sinistra e della destra e che procura coliti, di stare tranquillo perché ormai ci convivo da 30 anni; è quasi una compagna di vita e non mi spaventa il degenerare dell'intestino, ma mi spaventa il degenerare del Partito.

Un partito a cui si avvicinano scienziati di fama mondiale, ma che continua a scandalizzarsi per una bandana o un trapianto dei capelli.

Un partito che per "comodità" si trova i suoi nemici, più che i suoi avversari, all'interno e non all'esterno.

Come se il nostro corpo fosse colpito da una malattia autoimmunitaria, di cui non si conoscono le cause ma che lentamente e progressivamente ci distrugge.

Cari amici, questo è un partito che può ancora esercitare un ruolo importante nel Paese.

La mia impietosa disamina di prima mi auguro serva a prendere coscienza che non abbiamo bisogno di pannicelli caldi ma di cure, per quanto possibile vigorose e se necessario chirurgiche.

Io credo nel futuro del partito.

In questo momento il mio pensiero è rivolto ai 12000 iscritti repubblicani, ai segretari di sezione, ai segretari provinciali, ai segretari regionali.

Sono loro che mi consentono di dialogare con i vertici dello Stato, sono loro che mi consentono di fare il vice ministro, sono loro che mi consentono di essere il leader del PRI. La leadership la condivido con loro e in questo La Malfa mi aiuta molto.

Ho iniziato questo percorso partendo dal Mezzogiorno, ho portato il PRI a successi politici ed elettorali. La prossima tappa, da subito, sarà la mia presenza nelle grandi città e si parte da Milano, città-motore della politica italiana da sempre.

Per fare questo ho bisogno della fiducia non verbale ma sostanziale di tutto il partito.

Il mio appello è rivolto anche a coloro che non mi hanno votato come segretario.

Ho bisogno di tutti voi per rilanciare il partito.

A quanti, pochi o molti, isolati o in compagnia, pensano a fare fronda perché le loro personali richieste non sono state totalmente esaudite, rispondo che della loro fiducia sic rebus stantibus, non ho bisogno. Anzi mi danneggia.

Eravamo in coma profondo, siamo via via passati al coma vigile, ora siamo al malato in via di guarigione.

Con il contributo di tutti voi, tutti quanti voi, guariremo. Su questo non ho dubbi.

Non abbiatene neanche voi.

nuvolarossa
04-07-05, 22:58
Cn 1-2 luglio/Replica del segretario

La strategia di Lisbona come la "nota aggiuntiva"

Replica al Consiglio nazionale del Pri, Roma, 2 luglio 2005.

di Francesco Nucara

La relazione che ho tenuto ha affrontato soprattutto i temi della ricerca scientifica, con particolare riguardo agli ogm, che sono diventati, per i media, "organismi giornalisticamente modificati", nel senso che i media, stravolgendo i dati scientifici, tendono a "impaurire" l'opinione pubblica. C'è un dibattito tra scienziati, e di questo dibattito si dà notizia solo delle opinioni di chi è contrario agli ogm.

L'altro problema riguarda l'energia elettronucleare. In tal senso il Pri è impegnato a sollevare il problema e di esso fare una battaglia di progresso, ricordando che il nucleare non è solo la bomba atomica e non è solo l'energia, ma un settore di ricerca che oggi si applica in medicina e che domani può avere risultati molto positivi per lo sviluppo del Paese.

Questo dev'essere l'impegno dei repubblicani per il prossimo futuro.

Un altro tema importante che ci riguarda molto da vicino è la "strategia di Lisbona". Il partito, tutto il partito, dev'essere orgoglioso del rientro al governo con la presenza di Giorgio La Malfa nel dicastero delle Politiche comunitarie. E' un'opportunità da non lasciarsi sfuggire per poter far valere con più forza le ragioni dei repubblicani.

A questo va aggiunto un altro evento politico, altrettanto importante, se non più importante. L'incarico dato a Giorgio La Malfa di coordinare i ministri competenti per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo. Nel contempo, da questo coordinamento, dovrà scaturire il Piano che sarà approvato dall'Unione Europea. Ho già detto nella relazione che questo piano potrebbe avere gli effetti della "nota aggiuntiva" di Ugo La Malfa, della quale tutt'oggi si discute dopo più di quarant'anni. La "nota aggiuntiva" è stata l'unico vero documento di programmazione del nostro Paese. Il Piano di Sviluppo da presentare a Bruxelles dovrebbe avere gli stessi effetti. Siamo sicuri che Giorgio ce la metterà tutta.

Alcuni amici si sono lamentati per gli articoli scritti per la "Voce" in risposta ad argomentazioni sull'area liberaldemocratica e sull'autonomia, che vorrebbe significare: né a destra né a sinistra.

Si sostiene che io abbia detto loro che sono un club di intellettuali. Dai toni mi è sembrato che si siano risentiti. Non mi sono risentito invece, io, per la serie di considerazioni di cui ho parlato diffusamente nella relazione. A me sembra che sia una gratifica se chiamo qualcuno intellettuale, come sarebbe una gratifica se definissi altri scienziati.

Tuttavia ribadisco che la politica è un'altra cosa. Intellettuali e scienziati possono dare spunti significativi, ma la loro attuazione dipende dalla politica, che spesso è frutto di compromessi, di pazienti attese e, quando è il caso, di rapide incursioni.

Ribadisco quanto ho detto ieri sul partito unico. Sono contrario! Trattandosi però di una scelta che coinvolgerà tutto il Pri, e i cui sviluppi potrebbero decretare la fine dell'Edera, se dovessi essere posto davanti a tale scelta sarà un congresso straordinario a decidere.

Per adesso mi pare tutto archiviato. Né aderiremmo ad un'eventuale aggregazione che ci portasse verso il Ppe: questo rimedio sarebbe peggio del male.

Il partito è cresciuto. La mancata visibilità, che per tanti anni è stato il cruccio degli amici, oggi la abbiamo.

Noi non siamo il partito della scienza e non siamo un partito monotematico, ma non avendo oggi la forza politica e organizzativa necessaria, affronteremo i problemi che riteniamo essenziali per lo sviluppo del Paese e daremo un contributo essenziale per risolvere detti problemi.

Dobbiamo rendere omogenea la forza elettorale, modesta ovviamente, che abbiamo nel Mezzogiorno d'Italia. Il prossimo appuntamento sarà la presenza nelle grandi aree urbane, e cominceremo dalla città simbolo del Paese: Milano.

Per quanto riguarda le situazioni locali io credo che, come rivendico l'attuazione della linea politica nazionale per avere una larga maggioranza, è giusto che questo avvenga a tutti i livelli.

Può darsi che nelle alleanze possano nascere dei problemi, ma la segreteria ha il dovere di affrontarli con le segreterie provinciali e regionali e, se sussistono le condizioni, trovare insieme a loro le soluzioni.

Le mozioni che vi proporrò saranno la sintesi del dibattito: conferma della leadership di Berlusconi nella coalizione dell'attuale maggioranza, il partito come riferimento del progresso scientifico, la strategia di Lisbona come premessa per il futuro del Paese e non dei partiti.

Non stiamo nella coalizione per aiutare questo o quel partito, o lo stesso Pri. Ci stiamo perché siamo fortemente convinti di poter aiutare l'Italia.

nuvolarossa
05-07-05, 19:58
Nucara a Palazzo Chigi per il Dpef

Martedì 5 luglio Palazzo Chigi il segretario del Partito repubblicano e viceministro dell'Ambiente, Francesco Nucara, ha partecipato ad un incontro sul Dpef. Presenti, insieme al premier Berlusconi, Letta, Maroni, Calderoli, Caldoro, Matteoli, Baccini, Siniscalco.

Francesco Nucara ha posto l'accento, durante i colloqui, sulla Strategia di Lisbona.

nuvolarossa
08-07-05, 19:44
Appuntamenti Nucara

Venerdì 8 luglio, a Reggio Calabria, per una serie di riunioni del gruppo dirigente Pri di Reggio. Sabato 9 luglio a Jesi: dibattito su "Valori, programmi, territorio per costruire l'alleanza delle libertà". Hotel Federico II, ore 10,00.

nuvolarossa
14-07-05, 20:32
Nucara all'Ambasciatore Britannico

Caro Ambasciatore Shepherd, Le invio i numeri della "Voce Repubblicana" dedicati alle bombe di Londra.

Lei sa dei profondi legami tra Partito Repubblicano Italiano e il popolo inglese.

Ricordo a me stesso il periodo vissuto a Londra da Giuseppe Mazzini, padre spirituale del Partito Repubblicano Italiano cui la stampa dell'epoca e gli studiosi di oggi hanno dato e dànno ampio risalto.

C'è un legame profondo quindi tra il nostro Risorgimento e il Popolo inglese.

La libertà dell'individuo e dei popoli non conosce confini.

L'Inghilterra colpita dal terrorismo è per noi come vedere sanguinare la nostra Patria ideale.

Nell'esprimerLe quindi la solidarietà per questi eventi tragici, desidero anche farLe sapere che i repubblicani faranno tutto quello che è loro possibile per sostenere la politica ed il governo britannico nelle ore più difficili. Con amicizia,

Francesco Nucara

nuvolarossa
19-07-05, 19:41
Delegazione di Ravenna e dell'Emilia Romagna incontra Nucara
Incontro presso la sede nazionale dell'Edera

Si è svolto ieri presso la Direzione Nazionale del PRI, un incontro tra il Segretario Nazionale del PRI, on. Francesco Nucara, ed una delegazione del PRI di Ravenna e del PRI dell'Emilia Romagna.

Il Segretario Nazionale del PRI ha espresso apprezzamento per l'attività svolta in questi ultimi tempi dai Repubblicani ravennati a favore della comunità della città e della provincia.

Il Segretario ha, quindi, esortato il PRI di Ravenna a continuare la sua opera per affermare principi politici e soprattutto programmatici che fanno parte della storia del partito.

In particolare il Segretario ha invitato i Repubblicani di Ravenna a proseguire sull'affermazione di principi che tengano conto più dell'interesse dei cittadini che non di quelli della sola coalizione politica. Il colloquio è stato cordiale e sicuramente positivo.

nuvolarossa
26-07-05, 19:43
Intervista a Francesco Nucara/I valori dell'Edera e le sfide di un mondo in evoluzione

Mantenere le coordinate della nostra linea politica

Il giornale di informazione on line "Diario 21" pubblica la seguente intervista al segretario del Pri Francesco Nucara.

Gli attentati terroristici di Londra hanno creato allarme in Italia e in tutta Europa: secondo lei cosa va fatto per sconfiggere il terrorismo internazionale?

Parliamo di un fenomeno molto complesso che si è manifestato in forme diverse a New York, a Madrid, a Londra, a Sharm el Sheikh. Tutti episodi dolorosissimi, ma con una riduzione di spettacolarità. Evidentemente i controlli e le misure prese hanno diminuito i rischi su alcuni obiettivi, gli aerei ad esempio, ma la potenza del terrorismo è che può diversificare e far saltare i treni, i vagoni della metropolitana, gli alberghi. Il rafforzamento dell'intelligence è fondamentale, come è fondamentale un dialogo aperto con la comunità musulmana. Non so se esiste un Islam più o meno moderato, ma vedo che il terrorismo colpisce anche gli islamici, tutti quelli che convivono pacificamente con l'occidente, per lo meno, o quelli che vogliono conviverci, vedi gli iracheni. E mi faccio una domanda: senza un conflitto aperto in Iraq, sarebbe stato più facile colpire per i terroristi l'America o l'Inghilterra? Credo che la guerra in casa loro l'abbia allontanata dalle nostre case. Se ne sono accorti e si riorganizzano. Data la vastità dei luoghi da difendere subiremo altri colpi. Ma per vincere il terrorismo, bisogna non cedere al ricatto. Oggi vogliono che andiamo via dall'Iraq, domani dall'Afghanistan, dopodomani che lasciamo sola Israele. Se le coordinate della nostra politica internazionale restano salde, se non ci spaventiamo, sconfiggeremo il terrorismo, altrimenti la vittoria sarà sua.

La storia repubblicana italiana oggi è divisa. E' possibile ipotizzare, nel futuro, una ricomposizione dell'unità repubblicana?

Noi abbiamo mantenuto un partito unito, lo stesso che ci hanno consegnato i padri storici del repubblicanesimo. E' un valore che alcuni amici non hanno ritenuto di condividere e se ne sono andati. Capisco che molte scelte che abbiamo preso siano state difficili, ma mi sono sempre stupito che potessero portare all'abbandono del Pri, la casa della tradizione risorgimentale, del patriottismo, della laicità dello Stato. La mia preoccupazione è che questa casa resti aperta e chi se ne è andato possa tornare. Accadde per Pacciardi. Può accadere per altri.

Cosa pensa dell'idea di Berlusconi di dar vita al partito unitario?

Credo che Berlusconi voglia far fare un salto di qualità alla coalizione, rafforzarne la coesione. Il difetto di questo progetto è che le tradizioni europee non sono solo moderate e socialiste. Sono anche liberali. Un appassionato azionista come Mario Vinciguerra ci ha insegnato negli anni '50 che il repubblicanesimo e la democrazia erano elementi propri della tradizione liberale, non moderati. Io credo che questi vadano rappresentati nella loro autonomia. Del resto mi pare che Berlusconi da un partito unitario sul modello dei repubblicani statunitensi, sia più propenso ad una unificazione delle forze che si richiamano o si potrebbero richiamare nel Ppe. Non noi, quindi, che a Bruxelles siamo una forza fondante dell'Eldr e intendiamo restare tali.

Lei condivide lo strumento delle primarie come metodo di scelta del futuro leader della coalizione di centrodestra?

Se si facesse un partito unico, questo strumento delle primarie avrebbe un senso. Ma se c'è una coalizione di forze è giusto che, salvo un accordo di tipo diverso, il premier sia il leader del partito più grande. Le primarie del centrosinistra sono necessitate dalla debolezza di Prodi. Se i Ds indicassero un loro candidato, Prodi difficilmente potrebbe vincerle. Per questo mi sembrano sostanzialmente una perdita di tempo.

La situazione economica italiana non è delle più rosee: quale la ricetta del partito Repubblicano italiano per rilanciarla?

Oggi è necessario pensare ad individuare degli strumenti per la crescita economica. Liberalizzazioni, riforme del mercato del lavoro per una maggiore flessibilità, possibilità di investimenti, riduzione delle imposte, privatizzazioni. Lisbona è la grande occasione di rilancio dell'economia europea, in cui inserire l'Italia. Il solo rigore non basta. Tony Blair è l'esempio da seguire, in quanto il vecchio modello franco - tedesco, basato sul protezionismo industriale e agricolo è in una crisi irreversibile. Ho visto che la migliore qualità di zucchero è di una piccola produzione sudafricana a costi infinitamente inferiori rispetto a quelli delle grandi aziende francesi finanziate lautamente dallo Stato. Senza contare il confronto con i mercati emergenti in cui il costo del lavoro è praticamente nullo. Pensare a diventare competitivi con queste realtà è la sfida che ci sta dinanzi. Se si vagheggia invece il modello svedese degli anni '50, come ha fatto l'onorevole Fassino al congresso del suo partito, non si va da nessuna parte. Si finisce travolti. Questo governo ha fatto meno di quello che si sperava, è vero. Ma almeno in esso c'è ancora un'idea di evoluzione economica da perseguire. Di là vogliono cancellare la legge Biagi. E ad alcuni appare poco, visto che preferirebbero prima abolire la proprietà privata.

nuvolarossa
27-07-05, 19:42
Dopo l'incontro di Berlusconi con La Malfa e Nucara

A seguito dell'incontro avuto a Palazzo Grazioli fra il presidente del Consiglio Berlusconi ed il presidente ed il segretario del Pri, Giorgio la Malfa e Francesco Nucara, è stata convocata a Corso Vittorio Emanuele II° la segreteria del Pri, che ha diramato il seguente comunicato:

"La segreteria del Pri, ritiene che il candidato alla guida del governo della prossima legislatura della Casa delle Libertà, debba essere il presidente del consiglio in carica, Silvio Berlusconi.

Nel caso in cui su questa indicazione vi siano o vi fossero riserve da parte degli altri partiti della coalizione, o anche da parte di autorevoli esponenti di Forza Italia, la segreteria del Pri, ritiene necessaria la formazione di un nuovo governo presieduto da chi venga designato dalla alleanza a proseguire l'azione della maggioranza e dell'esecutivo in questa scorcio della legislatura e a candidarsi alla guida del Paese nella prossima.

Se non si perviene in tempi rapidissimi a questo chiarimento, la segreteria del Pri si riserva ogni ulteriore valutazione politica.

mcandry
27-07-05, 19:56
Originally posted by nuvolarossa
Se non si perviene in tempi rapidissimi a questo chiarimento, la segreteria del Pri si riserva ogni ulteriore valutazione politica.

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nuvolarossa
05-08-05, 17:44
CDL/ NUCARA: BERLUSCONI E' LEADER, SE SI CAMBIA FARLO SUBITO

Contrari a partito unico e Ppe, serve un chiarimento

Roma, 5 ago. (Apcom) - "Il candidato più idoneo è Berlusconi, ma se dovesse essere un altro, chiunque sia, questo Governo deve essere rinnovato immediatamente, a partire dalla sua leadership". Il segretario del Pri Francesco Nucara in un intervento su 'La voce Repubblicana' interviene così nel dibattito sul futuro della coalizione di centrodestra.

Nucara traccia un primo bilancio della collaborazione data dal Pri alla coalizione che attualmente governa il Paese. "Fino a qualche mese fa - scrive - il Pri ha avuto incarichi del tutto marginali nel governo del Paese. Solo recentemente si è avuta la presenza a pieno titolo nel Governo con Giorgio La Malfa alla guida del Dicastero delle Politiche Comunitarie. Un ruolo importante, rafforzato dall'incarico di coordinare tutti i ministri interessati, per la loro funzione, al Processo di Lisbona. E però il governo della cosa pubblica non si esaurisce con la sola presenza in Consiglio dei Ministri. Quindi, se il Processo di Lisbona deve avere uno scopo, la Presidenza del Consiglio si doti delle risorse necessarie per raggiungerlo".

Il Pri, spiega ancora il segretario, cerca di esercitare "un ruolo in sintonia e sinergia con gli alleati. Durante le riunioni di vertice diciamo quel che pensiamo, ma quando abbandoniamo Palazzo Chigi o Palazzo Grazioli manteniamo la riservatezza che ci è propria". Il governo del Paese, lamenta Nucara "è esercitato sostanzialmente da quattro partiti: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Udc. Troppe volte abbiamo avuto ragione a posteriori. Sul Partito Unico non siamo d'accordo. Sull'ingresso nel Ppe men che meno".

"È necessario un chiarimento, a riguardo - conclude Nucara -anche perché non sentiamo la voce del Nuovo Psi, il quale a ottobre terrà il suo congresso, presumiamo travagliato e decisivo per la permanenza nella Cdl".

nuvolarossa
05-08-05, 19:36
Tempo di bilanci

Luci ed ombre nel rapporto fra il Pri e la coalizione

di Francesco Nucara

Tra otto mesi si andrà a votare per il rinnovo del Parlamento italiano. Cerchiamo di fare un bilancio della collaborazione data dal Pri alla coalizione che attualmente governa il Paese. Fino a qualche mese fa il Pri ha avuto incarichi del tutto marginali nel governo del Paese. Un sottosegretariato non cambia di certo le sorti dell'Italia. Solo recentemente si è avuta la presenza a pieno titolo nel Governo con Giorgio La Malfa alla guida del Dicastero per le Politiche Comunitarie. Un ruolo importante, rafforzato dall'incarico di coordinare tutti i ministri interessati, per la loro funzione, al Processo di Lisbona.

E però il governo della cosa pubblica non si esaurisce con la sola presenza in Consiglio dei Ministri. E ciò per due motivi. Si può essere ministri senza risorse finanziarie per programmare, progettare, realizzare, passando quindi senza lasciare alcuna traccia del proprio operato. E si può essere ministri per realizzare obiettivi del Governo: in questo caso essi devono essere chiari ed espliciti e con l'indicazione degli strumenti per realizzarli. Quindi, se il Processo di Lisbona deve avere uno scopo, la Presidenza del Consiglio si doti delle risorse necessarie ed eviti una volta tanto di "illudere" il popolo italiano.

L'altro motivo è che il governo del Paese si esercita anche attraverso ruoli indiretti, all'interno della gestione della cosa pubblica. I repubblicani non ne hanno responsabilità alcuna: questo Governo ha deciso di poter fare a meno di loro o meglio pensa di poter "utilizzare" il popolo repubblicano con il concetto di "sovranità limitata". Proprio noi! Non vogliamo essere né sovrani, né sovrani limitati. Il governo del Paese è esercitato sostanzialmente da quattro partiti: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Udc. A loro e solo a loro deve essere addebitata la crisi del Paese. Rai, FFSS, Anas, Authority, Sogesid, Sviluppo Italia, Poste Italiane, etc. sono patrimonio assoluto di questi partiti, fatta salva qualche presenza del Nuovo Psi. Orbene, non vogliamo ricordare Ronchey e il suo famoso neologismo "lottizzazione", ma desideriamo assumerci solo le responsabilità che ci competono. Nel Pri non si ha bisogno di "posti" da occupare, bensì di ruoli da esercitare in sintonia e sinergia con gli alleati. Durante le riunioni di vertice diciamo quel che pensiamo, ma quando abbandoniamo Palazzo Chigi o Palazzo Grazioli manteniamo la riservatezza che ci è propria. Tuttavia troppe volte abbiamo avuto ragione a posteriori, e purtroppo per Berlusconi avremo ragione anche sulla Rai. Tener conto degli amici è un dovere e un onore, ma è un fatto personale; se si esercitano ruoli pubblici si cerchino amici, se si vuole, ma competenti e tecnicamente efficienti. Il Pri responsabilmente ha spesso tenuto interna corporis i propri dissensi dall'attuale maggioranza. Forse è giunto il momento di far sapere quello che pensa, facendo uscire dal Palazzo le dichiarazioni sui propri orientamenti.

Sul Partito Unico, per esempio, non siamo d'accordo, eppure ciò non viene sottolineato. Sul Ppe men che meno, eppure sentiamo ogni dì autorevoli dichiarazioni senza che mai, proprio mai, ci sia stato un incontro tra i Segretari dei partiti per dirimere la questione. Il leader del partito di maggioranza deve, ribadiamo deve, assumere un'iniziativa al riguardo. È necessario un chiarimento, anche perché non sentiamo la voce del Nuovo Psi, il quale a ottobre terrà il suo congresso, presumiamo travagliato e decisivo per la permanenza nella Cdl.

E cogliamo l'occasione per ribadire la nostra posizione sul leader che dovrà guidare la coalizione nella consultazione elettorale del 2006. Abbiamo detto che secondo il Pri il candidato più idoneo è Berlusconi, ma se dovesse essere un altro, chiunque sia, questo Governo deve essere rinnovato immediatamente, a partire dalla sua leadership. Sono quindi forzate le dichiarazioni di quanti affermano (Fini, Bondi, Cicchitto) che il Pri sostiene Berlusconi e nessun altro. Ci sia su questo punto un chiarimento definitivo, e si finisca con questa guerra di posizione, dove tutti aspirano alla premiership, negando contemporaneamente le loro mire. Berlusconi ha vinto nel 2001 anche perché aveva cambiato le regole della comunicazione politica. Ricominci da lì e sia esplicito con gli alleati e con gli italiani: dica soprattutto se i deliberata di Forza Italia hanno valore oppure no.

Questi sono dunque gli interrogativi che "tormenteranno" i dirigenti del Pri questa estate:

a. Quale sarà il ruolo "sostanziale" che dovrà esercitare il Ministro per le Politiche Comunitarie durante il Processo di Lisbona?

b. Parteciperà il Pri a pieno titolo al governo del Paese, datosi che fino ad ora la sua è stata solo una presenza formale in Consiglio dei Ministri?

c. Saremo veramente "ascoltati" e non più semplicemente "sentiti" quando esprimeremo le nostre idee nell'ambito della coalizione?

d. Sarà deciso a breve il candidato a Premier della coalizione per le Politiche del 2006, evitando minuetti e quadriglie?

Arrivederci a settembre, con la determinazione di sempre.

Roma, 5 agosto 2005

kid
23-08-05, 16:53
Il segretario del pri, Francesco Nucara, ha inviato al presidente del Senato Marcello Pera la seguente lettera aperta:

Caro presidente,

ho letto con molta attenzione il Suo intervento al meeting di Rimini e mi dispiace anche per la stima che Le porto, aver provato un sentimento di vera preoccupazione alle sue parole. Il partito repubblicano comprende bene, ovviamente, il senso della minaccia all’Occidente portato dall’integralismo islamico e sa bene della Sua voglia di opporvisi e di contrastarla con fermezza e Gliene dà atto volentieri. Ma non riteniamo che si faccia un servizio a questa causa, che sosteniamo insieme, assimilando interamente l’Islam al fanatismo religioso e al terrorismo. Basta pensare alle bombe in Iraq che colpiscono essenzialmente i tanti mussulmani desiderosi di un’emancipazione civile e politica negata dal regime di Saddam per molti anni.
Altrettanto capiamo le ragioni di voler difendere l’identità nazionale di un popolo e dei suoi riferimenti culturali, ma non abbiamo interesse ad ottenere questo erigendo una torre inaccessibile ai processi della storia in corso. Non ci sono piaciute le Sue parole in merito e non le possiamo approvare per nessuna ragione. Gli italiani, oltretutto, sono frutto di una lunga assimilazione di etnie diverse, quale quella normanna, etrusca, romana, greca, giudaica, araba e quant’altro, compiuta nel corso dei secoli. Siamo tutti meticci in senso proprio, forse più di ogni altro popolo europeo, e io che sono nato e vissuto a Reggio Calabria posso dirlo con una certa consapevolezza ed orgoglio. E le ragioni che hanno visto i repubblicani opporsi all’immigrazione clandestina non sono etniche culturali, ma socio economiche. Perché è aspirazione di uno Stato democratico darsi una forma di apertura e un’offerta di integrazione ad ogni altro popolo, sull’esempio dell’Inghilterra, dove convivono pacificamente popoli diversi in una stessa patria. Ma questo non è possibile se si compromettono le stesse condizioni di assistenza economica nel nostro paese. Perché dunque sollevare una questione etnica religiosa, perché sollevarla un laico quale lei è, quando non la solleva nemmeno la Chiesa cattolica, che anzi sottolinea, e giustamente, che non vi è conflitto fra cristianesimo ed Islam? A questa domanda noi ci aspettiamo una Sua risposta ed un chiarimento, che sarebbe quanto mai opportuno, considerando anche l’alto ruolo istituzionale da Lei ricoperto e l’equilibrio che il Presidente della Repubblica ha sempre mantenuto in queste difficilissimi frangenti, come si richiede alle nostre principali cariche dello Stato.
Cordialmente Francesco Nucara

Giuseppe Gizzi
23-08-05, 21:39
Su questo tema, concordo in pieno su quanto afferma Nucara.

Lincoln (POL)
25-08-05, 20:05
pur facendo presente che la frase di cui sopra,è stata pronunciata nell'ambito di un discorso per certi aspetti condivisibile e meritevole di attenta riflessione.
Pera fino a prova contraria,è un esponente della cultura laica di questo Paese che stimo e che apprezzo condividendo molte(non tutte)delle cose che dice.

Texwiller (POL)
25-08-05, 20:15
l'intervento di Nucara.
In quanto però all'essere laico di Pera ho qualche dubbio.
Tutta un'altra cosa rispetto al laico Spadolini, ad esempio.

Tex Willer

kid
26-08-05, 12:08
non ce n'è una sola. Chiunque non faccia i voti di sacerdozio è un laico. Andreotti ad esempio. Ma Pera non è cattolico, perchè non è stato comunicato.

nuvolarossa
02-09-05, 19:24
Cdl/Nucara: non abbiamo stesse certezze di Follini

"Noi, laicamente cultori del dubbio, contrariamente a Follini non abbiamo le sue certezze. E tra i tanti dubbi vorremmo capire se l'Udc ribadira' a settembre il suo voto favorevole alla riforma costituzionale". Lo scrive, nell'editoriale per la Voce repubblicana, il segretario del Pri, Francesco Nucara, che aggiunge: "In questo mondo di pentiti e' possibile pentirsi pure di aver dato un contributo sostanziale al progetto di riforma. I casi sono due: la riforma costituzionale e' compatibile con il progetto politico dell'Udc e allora la si voti; non e' compatibile e, trattandosi di un cambiamento costituzionale, pare poco serio lo scambio con una riforma elettorale". Il vicemistro all'Ambiente prosegue: "Il leader dell'Udc afferma che non c'e' solo Berlusconi a poter guidare la coalizione. E questo e' senz'altro vero. Chiunque potrebbe candidarsi alla premiership. Berlusconi lo puo' fare o c'e' una pregiudiziale proprio nel presidente del Consiglio? Non si possono accettare pregiudiziali sull'attuale leader della coalizione. Si rischia di contraddirsi con l'accredito dei successi che l'Udc rivendica, a torto o a ragione, sulle questioni politiche di questi anni. Se Berlusconi fosse stato un 'monarca' non avrebbe sostenuto le posizioni espresse dall'Udc; se invece, come si dice, lo ha fatto, monarca non e'. Noi pensiamo che non lo sia e ribadiamo convintamene che le speranze di vittoria della coalizione debbano essere riposte nella leadership di Berlusconi. Fino a quando il presidente del Consiglio in carica - conclude Nucara - resistera' agli insulti quotidiani degli alleati che tanto ha tenuto in considerazione?".

Roma, 2 settembre 2005 (AGI)

Lincoln (POL)
03-09-05, 13:06
solo in parte questo intervento di Nucara e comunque,la frase finale,il segretario se la poteva pure risparmiare.

Texwiller (POL)
03-09-05, 18:06
e nel merito della riforma costituzionale, alla fine anche il PRI non era del tutto d'accordo(come era contrario alla riforma del centrosinistra); o mi sbaglio?
Anche in futuro si dovrà collaborare con i democristiani e non mi sembra logico tenere dei toni quali quelli dell'ultima frase.

Tex Willer

nuvolarossa
12-09-05, 19:41
Nucara: FI tempio liberta'? Ma se non eleggono nessuno...

Forse Berlusconi confonde suo partito con statua New York

''A parte che, da buoni laici, noi repubblicani non crediamo alla virtu' dei templi, il problema e' come valorizzare la democrazia in tutti i segmenti della societa' ed in particolare nella politica. Ma se Forza Italia non ha neanche un sistema di elezione neppure per i suoi segretari regionali e provinciali, come fa Berlusconi a definire Forza Italia 'il tempio della liberta''?''. Cosi' il segretario del Pri Francesco Nucara commenta le affermazioni del presidente del Consiglio, osservando: ''Forse Berlusconi si confonde con la Statua della Liberta' di New York. Ma quella, tocca spiegarglielo, e' un'altra cosa...''.

Roma, 12 settembre 2005 (ANSA)

Texwiller (POL)
13-09-05, 11:37
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

Ma Nucara le ha dette davvero queste parole?
Forza Italia non democratica e il suo leader un incompetente a cui bisogna spiegare le cose?

Tex Willer

brunik
13-09-05, 11:42
Non c'è più religione. Se perfino Nucara prende in giro il Cav. Patacca è evidente che il prestigio del Leader Carismatico è venuto meno, gli rimangono solo i miliardi per tenere assieme la CDL..

nuvolarossa
19-09-05, 22:48
Postorino collabora con la segreteria organizzativa del Pri

La segreteria nazionale del Pri si avvarrà della collaborazione per i compiti organizzativi della vita del partito dell'amico Giovanni Postorino. Postorino nel suo incarico dovrà coordinarsi con il responsabile del tesseramento Franco Torchia.

nuvolarossa
28-09-05, 21:10
Lettera di Nucara a Ciampi

Inviata al Presidente della Repubblica il 26 settembre 2005.

Caro Presidente, come forse avrà appreso dalle cronache di alcuni quotidiani, durante una mia visita a Genova per partecipare ad una manifestazione dedicata al Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini, il giorno 20 settembre 2005 mi sono recato ai piedi della statua di colui che è uno dei principali simboli del nostro Risorgimento; figura particolare per i repubblicani e protagonista dell'unità della nazione, come Lei ha giustamente ricordato a tutti i cittadini italiani.

Ho immediatamente constatato quanto monumento e scalinata d'accesso fossero invasi da erbacce infestanti, il che era fra l'altro in netto contrasto con lo stato di accurata manutenzione del resto del poggio dove trova sede il monumento stesso.

A quel punto ho deciso di rivestire i panni di "indignato" giardiniere, procedendo io stesso ad una sommaria e simbolica ripulitura di scalinata e statua. Gesto fatto per segnalare agli organi di informazione presenti quanto fosse nullo il rispetto - oltretutto nella città natale - verso uno dei "costruttori" e dei padri spirituali di questo Paese.

Essendo ovviamente consapevole quanto tali lavori di manutenzione spettino alle autorità locali competenti, voglio comunque con questa mia comunicarLe il mio sdegno di segretario del partito che ha nel suo dna l'insegnamento mazziniano, e comunque di cittadino italiano, urtato da una simile irrispettosa e incomprensibile incuria.

Sono certo che i miei sentimenti, in tale contesto, sarebbero stati anche i Suoi.

Voglia gradire i sensi della mia ammirazione per la Sua persona e per l'immagine che del Suo ruolo dà al mondo civile.

Francesco Nucara
http://pinoulivi.com/midi/ififeel.mid

nuvolarossa
29-09-05, 21:24
Nucara: un piano di sviluppo per realizzare la ripresa

Il segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano Francesco Nucara ha rilasciato a "Diario21.it" la seguente intervista.

Allora, si va verso le primarie anche nella CdL?

"Siamo agnostici a riguardo. Non siamo certo noi ad avere chiesto le primarie nel centrodestra. C'è un partito di maggioranza relativa che ha vinto le elezioni ed il suo leader guida il governo. Ma se esse sono una richiesta di democraticità all'interno della coalizione non solleviamo obiezioni. I repubblicani voteranno Silvio Berlusconi".

Silvio Berlusconi si è dato 10 e lode per come ha governato. Lei, come giudica questi 4 anni e mezzo di governo del centro-destra?

"Mi ricordo un professore di italiano che dieci lo avrebbe dato solo a Dante. Credo che il governo abbia dovuto fronteggiare una situazione difficile e che abbia fatto la sua parte. Un otto abbondante lo merita in politica estera e conto ancora su questa ultima fase di legislatura per superare la sufficienza in economia".

Il ritorno di Giulio Tremonti al Ministero dell'Economia metterà fine all'animosità interna della coalizione di centro-destra?

"Il ritorno di Tremonti all'Economia deve essere funzionale all'elaborazione di una buona legge finanziaria. Tremonti ha l'autorità politica e la credibilità internazionale per riuscirvi e tuttavia è la politica economica del governo che ci interessa".

Che Finanziaria dovranno attendersi gli italiani?

"Il premier l'ha appena illustrata nei suoi indirizzi generali alle Camere. Essa non sarà elettorale e si manterrà in linea con gli impegni presi con l'Unione Europea. Noi contiamo sull'elaborazione di un piano di sviluppo e di crescita che consenta di realizzare la ripresa economica. Ci sono dei segnali. Se il governo saprà coglierli ed incoraggiarli, gli italiani avranno di che essere soddisfatti".

La riforma della legge elettorale della CdL si scontra con l'ostruzionismo del centro-sinistra: seguiterete con la riforma oppure no?

"La maggioranza ha dimostrato l'intenzione di andare avanti. Noi crediamo che l'attuale legge elettorale non sia adeguata. Per la verità abbiamo l'impressione che lo stesso pensi il centrosinistra. Ma se dovessi fare una previsione sarei molto scettico a riguardo della possibilità di mutare la legge elettorale, anche per il clima di scontro che si è instaurato".

nuvolarossa
07-10-05, 21:36
Nucara sul Piano di Lisbona

Il segretario del Pri Francesco Nucara, in una nota, ha espresso il pieno sostegno del partito repubblicano al piano di Lisbona presentato dal ministro delle Politiche Comunitarie Giorgio La Malfa nel Consiglio dei Ministri di oggi.

"E un piano – ha detto Nucara – che interpreta le più profonde aspirazioni ideali del movimento repubblicano e che coincide con le esigenze di rilancio economico del Paese. Fa piacere sapere che in Consiglio dei Ministri sia stato accolto con unanimità di consensi, ma come usano dire gli inglesi, il diavolo si annida nei dettagli. Il Pri appartiene ad una tradizione in cui prima di contare i voti si pesa il valore delle proposte e vedremo presto quanto effettivamente la coalizione di governo tiene ad avere il contributo repubblicano".

Roma, 7 ottobre 2005

nuvolarossa
13-10-05, 20:26
Legge elettorale/Dichiarazione di Francesco Nucara

Il Segretario del Partito Repubblicano Italiano, on. Francesco Nucara, che già ieri attraverso un documento, proposto ed approvato senza alcun voto contrario dalla Direzione Nazionale del partito, aveva preso posizione sulla legge elettorale, rafforza oggi la sua iniziativa.

Dopo una serie di contatti serali, notturni e mattutini con i rappresentanti della Casa delle Libertà, ed anche con la maggiore espressione politica della coalizione, Nucara seccamente dichiara: "Il Partito Repubblicano Italiano è nato nel 1905, ha resistito alla monarchia, ha resistito al Fascismo, ha resistito alla Democrazia Cristiana ed ai post-comunisti, vivrà ancora resistendo anche alla C.D.L., che ha proposto una legge elettorale che lo penalizza enormemente rispetto alle altre forze politiche".

Texwiller (POL)
14-10-05, 09:07
il cavalier Patacca (estrapolando le tesi di Gianni Ravaglia sui pataccari opportunamente riprese da Brunik) ha dimostrato di non gradire il commento di Nucara.
Restano comunque i miliardi di collante.

Tex Willer

nuvolarossa
14-10-05, 09:40
Originally posted by Texwiller
.... il cavalier Patacca ... beh, distinguiamo patacca con patacca ... c'e chi oltre che patacca e' anche proprio "rincoglionito" e non sa altro che la strofa dello sfascismo e dell'antiberlusconismo .... in una specie di sfogo quotidiano ... autoipnotico ... di chi non sa decidersi a diventare adulto e consapevole ...

http://www.nuvolarossa.org/

Lincoln (POL)
14-10-05, 13:58
Può darsi che abbia capito male io,ma se così non fosse,vuol dire che ce n'è una sul tuo conto, che tu stesso hai confezionato e fatto girare sui forum...:p

Texwiller (POL)
14-10-05, 14:29
e facendo troppi interventi ti chiedo di comprendermi, mi puoi ricordare di cosa si tratta? E sono pronto a cospargermi il capo di cenere.....

Tex Willer

nuvolarossa
14-10-05, 20:55
Il Pri pronto alla battaglia

Rifiutiamo l'idea di doverci adeguare a ciò che non condividiamo

di Francesco Nucara

Con una dichiarazione di ieri il segretario dell'Edera ha contestato l'esito finale della nuova legge elettorale.

La costrizione e le rifiniture di questo nuovo sistema sono oggettivamente "contro" un partito, il Pri, alleato con la Cdl, con la quale collabora autorevolmente nel governo con il ministro Giorgio La Malfa.

Non è solo questo. Vi sono altri segnali: legge sull'editoria, legge sul risparmio, cessione di crediti bancari o società fittizie, che ci inducono a una riflessione seria sul processo democratico nel nostro Paese.

E' probabile che i leader della Cdl abbiano scambiato un'interpretazione seria dei problemi - e lo stesso modo di stare tra gli alleati - per una acritica acquiescenza.

Ebbene si sono sbagliati. Come si dice, "anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano".

Vorremmo evitarci questa fatica.

In un'antica polemica tra Ugo La Malfa e Tullio Vecchietti a proposito della flessibilità della Chiesa nei paesi europei, comunisti o fascisti che fossero, La Malfa sosteneva che la Chiesa era "costretta ad adeguarsi" e non che si "era adeguata".

Anche noi vorremmo essere convinti che è utile adeguarsi, ma rifiutiamo con forza, determinazione e coraggio l'idea di essere costretti ad adeguarci. La costrizione non appartiene al nostro Dna.

La storia non si ripete perché diverse sono le condizioni date. Tuttavia bisogna studiarla per capire. Non è facile ma ci potrebbero provare.

Tanti anni fa ero insieme a Giovanni Spadolini e ad altri amici repubblicani in un noto ristorante di Roma dove si trovavano pure Giancarlo Pajetta e un giovanissimo Fassino.

Pajetta, a proposito del sapere e dell'ignoranza disse: "l'ignoranza e il sapere sono paragonabili a un palloncino che si trova spesso nelle sagre paesane dove la superficie del palloncino rappresenta l'ignoranza e il sapere l'aria che vi si immette. Più aria (sapere) si immette e più aumenta la superficie dell'ignoranza".

Nella politica attuale ci sono moltissimi palloncini sgonfi e quindi le superfici dell'ignoranza sono ben limitate. Peccato che manchi il sapere.

Roma, 14 ottobre 2005

FRANCO (POL)
14-10-05, 20:57
Il Pri pronto alla battaglia

Rifiutiamo l'idea di doverci adeguare a ciò che non condividiamo

di Francesco Nucara

Con una dichiarazione di ieri il segretario dell'Edera ha contestato l'esito finale della nuova legge elettorale.

La costrizione e le rifiniture di questo nuovo sistema sono oggettivamente "contro" un partito, il Pri, alleato con la Cdl, con la quale collabora autorevolmente nel governo con il ministro Giorgio La Malfa.

Non è solo questo. Vi sono altri segnali: legge sull'editoria, legge sul risparmio, cessione di crediti bancari o società fittizie, che ci inducono a una riflessione seria sul processo democratico nel nostro Paese.

E' probabile che i leader della Cdl abbiano scambiato un'interpretazione seria dei problemi - e lo stesso modo di stare tra gli alleati - per una acritica acquiescenza.

Ebbene si sono sbagliati. Come si dice, "anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano".

Vorremmo evitarci questa fatica.

In un'antica polemica tra Ugo La Malfa e Tullio Vecchietti a proposito della flessibilità della Chiesa nei paesi europei, comunisti o fascisti che fossero, La Malfa sosteneva che la Chiesa era "costretta ad adeguarsi" e non che si "era adeguata".

Anche noi vorremmo essere convinti che è utile adeguarsi, ma rifiutiamo con forza, determinazione e coraggio l'idea di essere costretti ad adeguarci. La costrizione non appartiene al nostro Dna.

La storia non si ripete perché diverse sono le condizioni date. Tuttavia bisogna studiarla per capire. Non è facile ma ci potrebbero provare.

Tanti anni fa ero insieme a Giovanni Spadolini e ad altri amici repubblicani in un noto ristorante di Roma dove si trovavano pure Giancarlo Pajetta e un giovanissimo Fassino.

Pajetta, a proposito del sapere e dell'ignoranza disse: "l'ignoranza e il sapere sono paragonabili a un palloncino che si trova spesso nelle sagre paesane dove la superficie del palloncino rappresenta l'ignoranza e il sapere l'aria che vi si immette. Più aria (sapere) si immette e più aumenta la superficie dell'ignoranza".

Nella politica attuale ci sono moltissimi palloncini sgonfi e quindi le superfici dell'ignoranza sono ben limitate. Peccato che manchi il sapere.

Roma, 14 ottobre 2005

nuvolarossa
14-10-05, 21:00
FRANCO ... repetita iuvant ... ma a parte il mio latino maccheronico ... hai fatto bene a ripostare la "nota politica" ... che avevo messo sopra il tuo post ...
I 2 post (il mio ed il tuo) ... sono entrati sul Forum ... quasi contemporaneamente ....

http://www.nuvolarossa.org/

FRANCO (POL)
14-10-05, 21:04
mi sembra che anche i comportamenti devono essere conseguenti.......

Non capisco cosa si potesse apettare Nucara dagli alleati dopo essere stato il più "servile" alleato di Berlusconi per tutta la legislatura.

PS. mi scuso per aver reinserito la nota politica.

nuvolarossa
14-10-05, 21:19
Originally posted by FRANCO ... beh ... io sostituirei la parola "servile" con l'aggettivo "Leale" ...

http://www.nuvolarossa.org/

FRANCO (POL)
15-10-05, 03:48
ma non credo che la percezione esterna sia stata questa.
Mi sembra che gli spazi di autonomia siano sempre più risicati e di questo Nucara e GLM ne sono responsabili.

nuvolarossa
18-10-05, 11:01
Cooperazione Italia - Cina

Il vice ministro dell'Ambiente, Francesco Nucara, guida una delegazione di scienziati (Francesco Sala, Katia Mammola, Barbara Basso) per una serie di incontri e conferenze in Cina su biotecnologie, sviluppo sostenibile, biodiversità. L'arrivo della delegazione italiana è previsto per il 18 ottobre. La partenza dalla Cina è prevista per il 24 dello stesso mese. Nei prossimi giorni informeremo i lettori sugli appuntamenti, riproducendo i vari interventi.

*********

Il segretario nazionale on. Francesco Nucara, considerati gli impegni istituzionali che fino al 24 ottobre lo tratterranno in Cina ed in attesa dell'insediamento del vice segretario nazionale, delega a rappresentare il partito, qualora se ne presentasse la necessità, il senatore Antonio Del Pennino.

nuvolarossa
18-10-05, 21:40
Collaborazione Italia-Cina vantaggiosa anche per noi

Il viceministro dell'Ambiente Francesco Nucara è giunto ieri a Pechino, dove lo attende una serie di appuntamenti istituzionali nell'ambito della cooperazione con la Repubblica popolare cinese ed altre organizzazioni internazionali. Nel corso della visita verrà presentato il progetto Italia-Cina sulla ricerca e lo sviluppo sostenibile nel settore delle biotecnologie applicate alla salvaguardia dell'ambiente. Il progetto, particolarmente concentrato sulla ricerca applicata al riso ed al pioppo, mira allo sviluppo di una agricoltura che possa essere competitiva ed allo stesso tempo rispettosa dell'ambiente e della biodiversità. Dal 2000 il ministero dell'Ambiente ha avviato un programma di cooperazione con l'Agenzia per la protezione dell'ambiente cinese, l'Accademia delle Scienze sociali di Pechino e i ministeri della Ricerca e delle Risorse idriche della Cina. Il progetto opera prevalentemente nei settori dell'efficienza energetica e della promozione di fonti di energia rinnovabili e di soluzioni di trasporto a bassa emissione di agenti inquinanti; in particolare vengono sostenute iniziative che mirano al risparmio energetico nell'applicazione del protocollo di Kyoto. Tutti campi, questi, di particolare interesse per la Cina, dove la tutela dell'ambiente e delle biodiversità viene messa a dura prova dall'impressionante boom industriale e dallo sviluppo urbano che il Paese sta vivendo.

"La collaborazione tra Italia e Cina nel settore delle biotecnologie vegetali - spiega Nucara - offre notevoli benefici reciproci, e nel prossimo futuro sarà vantaggiosissima per il nostro Paese''. Mentre in Italia è difficile infatti progettare e condurre la sperimentazione in campo di piante gm, in Cina ciò è permesso; e d'altra parte in questo Paese sono state sviluppate colture resistenti agli insetti che possono essere utilizzate anche in Italia". Durante la sua visita a Pechino, inoltre, il viceministro Nucara rappresenterà il governo italiano alla Conferenza internazionale sui "Clean development mechanism", i meccanismi di sviluppo energetico sostenibile.

nuvolarossa
19-10-05, 20:59
I progetti fra Italia e Cina sostenuti dal nostro Ministero dell'Ambiente. Francesco Nucara ha illustrato a Pechino queste iniziative/Nel programma generale, finalizzato alla realizzazione di lavori pilota, svolge un ruolo determinante l'attività in un settore fondamentale del futuro come quello delle biotecnologie

Riprendere in modo sinergico una collaborazione del passato: i vantaggi che ne derivano

"Perché questo progetto?", è il titolo della relazione presentata da Francesco Nucara a Pechino, il 19 ottobre 2005, nell'ambito del Program Management Office for Environmental Protection.

di Francesco Nucara

E' dal tempo di Marco Polo -e cioè dalla via della seta percorsa, per la prima volta, nel 1292- che la Cina continua ad esercitare un fascino magnetico sugli occidentali. La Cina è il sogno segreto ed il mistero di ogni viaggiatore; la curiosità assoluta di ogni studioso; l'inconsueta esperienza, struggente ed indimenticabile, di ogni visitatore. Ed oggi, che la realtà sociale cinese realizza la magica fusione di una tradizione millenaria con le espressioni più moderne della tecnologia e del progresso, la Cina incrementa questo suo potere ammaliante: essa continua ad essere il regno del bello ma anche l'avanguardia del tecnologico; la pagoda dell'origine della civiltà umana ed, al contempo, il grattacielo della sua più moderna espressione. In questa armonia, nella quale l'infinità dell'arte si mescola alla potenza della ricerca e dell'industria, si realizza –in noi ospiti occidentali- lo stesso ed inalterato incanto che già conquistò Marco Polo ottocento anni fa.

Oggetti ed idee

Di tutto questo, in primo luogo, noi vi siamo grati e per tutto questo esprimiamo la nostra profonda e sincera gioia ad essere qui con voi oggi. Anche lo scopo di questa visita è, alla fine, lo sviluppo moderno della finalità dei primi mercanti veneziani: loro scambiavano oggetti preziosi; noi sostituiamo agli oggetti le idee, i progetti, le tecnologie non meno preziose ed innovative, al giorno d'oggi, di quanto non lo fossero le sete e le spezie per il passato.

Ed è prezioso, innanzitutto, il cammino della collaborazione che ha preceduto, fino ad oggi, questa nostra visita.

Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha avviato dal 2000 un Programma di cooperazione con l'Agenzia per la protezione dell'ambiente cinese (SEPA), con l'Accademia delle Scienze Sociali di Pechino (CASS), con il Ministero delle Ricerca e della Tecnologia cinese (MOST), con il Ministero delle Risorse Idriche cinese, con l'Amministrazione Forestale di Stato, con il Comitato Nazionale per le Riforme e lo Sviluppo, e con le Municipalità di Pechino e Shanghai.

Il Programma è finalizzato alla realizzazione di progetti pilota e studi di fattibilità per la protezione e conservazione delle risorse naturali; si articola prevalentemente nei settori dell' efficienza energetica e della promozione delle fonti rinnovabili; promuove tecnologie e sistemi di trasporto a basse emissioni; si occupa, infine, dell' agricoltura "sostenibile" e della formazione ambientale.

Il Programma di cooperazione -incluso dalle Nazioni Unite tra le "Partnership Initiatives" per lo sviluppo sostenibile- è stato presentato al Vertice Mondiale di Johannesburg del settembre 2002, dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dai Ministri dell'Ambiente Xie Zhenhua per la Cina ed Altero Matteoli per l'Italia.

Protocollo internazionale

Il Programma si colloca nell'ambito delle Convenzioni e dei Protocolli internazionali delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sulla protezione della fascia di ozono, sulla protezione della biodiversità, sulla eliminazione delle sostanze chimiche organiche persistenti, sulla lotta contro la desertificazione.

I progetti pilota e gli studi di fattibilità per l'attuazione del programma sono stati predisposti secondo il "format" di World Bank (WB) e di Global Environment Facility (GEF), nonché delle altre istituzioni finanziarie multilaterali che sostengono i programmi internazionali per la protezione dell'ambiente: ciò mira a costituire la base per ulteriori finanziamenti destinati allo sviluppo ed alla diffusione dei progetti stessi.

Inoltre, i progetti in campo energetico e forestale sono finalizzati a generare crediti di carbonio e crediti di emissione, secondo le procedure previste dal Clean Development Mechanism (CDM) del Protocollo di Kyoto.

L'elaborazione dei progetti è affidata a una task-force permanente italo-cinese, composta da esperti del Ministero dell'Ambiente italiano, delle Agenzie e Ministeri cinesi, di Istituzioni scientifiche e Università italiane e cinesi: tale gruppo di lavoro costituisce il Program Management Office (PMO) con sede a Pechino e a Shanghai.

Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha affidato all'Ufficio ICE di Pechino il ruolo di project manager della task-force.

ICE assicura anche la collaborazione di esperti delle imprese italiane interessate a partecipare alla progettazione ed al co-finanziamento del Programma.

Un comitato di coordinamento, composto dall'Ambasciata italiana in Cina, dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e da ICE, assicura la coerenza del Programma con la strategia e le politiche di cooperazione italiana con la Cina.

Due progetti di rilievo

Tra il 2001 e il 2005 il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha co-finanziato il programma con più di 96 milioni di euro, attraverso contributi diretti e mediante l'impiego di Trust Funds istituiti presso World Bank e Fondi Multilaterali.

Al co-finanziamento dei progetti partecipano le Istituzioni Cinesi con 18 milioni di euro e le Imprese Italiane - che hanno aderito al programma di cooperazione - con 9 milioni di euro.

La United Nations Foundation, le Agenzie delle Nazioni Unite (UNEP, UNDP, UNIDO) Global Environment Facility, World Bank e Fondo Multilaterale del Protocollo di Montreal per la Protezione della Fascia di Ozono vi prendono parte con 19 milioni di euro.

Il programma comprende pertanto, fino ad oggi, progetti per l'ammontare di 142 milioni di euro.

Per il finanziamento dei progetti, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha istituito meccanismi di finanziamento e allocato risorse, sulla base di accordi con le Istituzioni Finanziarie Internazionali, con le Autorità cinesi, con Università ed Istituti Scientifici Italiani e con Imprese Italiane.

Ed è esattamente in questo contesto che si inserisce il progetto del quale siamo in procinto di discutere finanziato, lo scorso giugno dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, nel quadro dei rapporti bilaterali Italia-Cina.

L' obiettivo del lavoro è già bene espresso nel suo titolo generale che recita: "Attività di ricerca e sviluppo sostenibile nel settore delle biotecnologie applicate alla salvaguardia dell'ambiente, in collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese".

In particolare, due sono i progetti che fanno capo al disegno di ricerca coordinato dal Professor Sala: il primo progetto è dedicato al "Miglioramento genetico del pioppo coltivato e salvaguardia della biodiversità del pioppo naturale" mentre il secondo concerne la "Salvaguardia della biodiversità del riso e della vite".

Perché queste tematiche?

Oggi la Cina si presenta come uno dei leader mondiali nella ricerca e sviluppo delle piante coltivate, sia non-Ogm che Ogm. Di estremo rilievo sono i benefici attesi da questa ricerca nei settori agricolo, commerciale e ambientale. Italia e Repubblica Popolare Cinese hanno già una lunga e importante consuetudine di collaborazione in questo settore. Infatti, negli anni 1987-1994, l'Italia aveva finanziato e sviluppato il progetto "Biotechnology for China" -coordinato dal Professor Leonardo Santi - nell'ambito del "World Laboratory Project", il cui responsabile era il Professor Antonino Zichichi.

Un laboratorio avanzato

Il progetto, inteso ad aiutare lo sviluppo delle scienze agrarie e biomediche nella R. P. Cinese, prevedeva -in prima istanza- la donazione di strumentazione scientifica per la creazione di un laboratorio avanzato di biotecnologie vegetali a Pechino (presso l'Istituto di Microbiologia, Academia Sinica) ed uno di Biotecnologie mediche a Shanghai; successivamente sono stati elaborati progetti di ricerca di mutuo interesse nell'ambito delle biotecnologie vegetali, coordinati dal Professor Sala. Sono state istituite, tra l'altro, borse di studio per prolungati soggiorni (1-2 anni) di giovani ricercatori cinesi in laboratori italiani d'avanguardia.

Nel settore vegetale, il risultato applicativo più interessante è stata la costituzione di cloni di pioppo-Bt resistenti agli insetti parassiti, oggi coltivati in Cina senza ricorso all'uso di insetticidi.

L'Italia è intervenuta ancora in Cina quando, negli anni 2001-04, la Fondazione Bussolera-Branca (di Mairano di Casteggio, Pavia) finanziò un progetto di ricerca Italia-Cina sempre coordinato dal Professor Sala, sulla produzione di cloni di pioppo-Bt sterili, cioè incapaci di produrre fiori. Questa ricerca era intesa a proteggere la biodiversità del pioppo naturale, evitando incroci con il pioppo coltivato.

Attività sinergiche

Dopo il 2004, la cooperazione Italia-R.P.Cinese nel settore delle piante coltivate si è ridotta a sporadiche e spontanee iniziative. Oggi noi siamo orgogliosi di avere recuperato questi rapporti e dato un nuovo, proficuo avvio a queste attività sinergiche, intese a migliorare la produttività agricola ed il suo utilizzo industriale. Il fine comune sarà lo sviluppo di una agricoltura competitiva ma rispettosa dell'ambiente e della biodiversità.

La prosecuzione della collaborazione Italia-Cina, nel settore delle biotecnologie vegetali, offre notevoli vantaggi reciproci ed è, nel prossimo futuro, particolarmente vantaggiosa per il nostro paese.

Infatti, dopo un primo periodo in cui noi abbiamo aiutato la scienza cinese a crescere e ad arrivare agli attuali ottimi livelli, possiamo, adesso, raccogliere i frutti del canale preferenziale di cui oggi godiamo. In primo luogo, riprendiamo le posizioni più avanzate della ricerca e dello sviluppo nel settore vegetale, con particolare attenzione a quelle applicazioni biotecnologiche che apportano benefici all'ambiente e alla biodiversità.

L'incremento della collaborazione nel settore del miglioramento genetico del pioppo avrà conseguenze molto positive sulla pioppicoltura in Italia. Oggi, nel nostro paese, è ancora difficoltoso progettare e condurre la sperimentazione in campo di piante Ogm, mentre in Cina ciò è permesso, anche se sotto stretti, ma non proibitivi, controlli.

Selezione italiana

Vi è da notare come il 50% dei cloni di pioppo coltivati in Cina sia stato selezionato in Italia: ciò significa che i cloni che verranno geneticamente migliorati in Cina, saranno direttamente adattabili alle condizioni agricole italiane.

Da parte sua, la Cina ha sempre espresso grande interesse per il nostro know-how a livello di analisi molecolare dei genomi. Inoltre, da parte cinese, vi è una grande attenzione alle applicazioni delle moderne tecniche di meccanizzazione della coltivazione del pioppo e della sua lavorazione industriale, settore in cui l'Italia è all'avanguardia.

Ma non basta: le colture resistenti agli insetti coltivate in Cina, possono fornire interessanti indicazioni sulla lotta a parassiti che possono ritornare utili anche per la nostra agricoltura. Infatti, in alcune zone temperate della Cina sono segnalate specie appartenenti allo stesso genere degli insetti infestanti le colture italiane o, in alcuni casi, appartenenti alla medesima specie. Le valutazioni del rischio in Cina costituiranno, dunque, una fondamentale base di partenza per la valutazione e per il rilascio di tali colture in Italia.

Per dirla con il Professor Sala, in conclusione, non parleremo più di biotecnologie "for China", bensì - correttamente - di biotecnologie "with China"!

nuvolarossa
20-10-05, 20:25
Ambiente/Nucara: Cina faccia 'lunga marcia' per difenderlo

Viceministro apre lavori conferenza su meccanismi Kyoto

''Voi cinesi siete abituati alle lunghe marce. E allora aiutate anche con il vostro esempio la comunita' internazionale alla 'lunga marcia' per la tutela del nostro ambiente e del territorio, in modo da consegnare a chi verra' dopo di noi una terra meno inquinata di com'e' ora''. E' l'appello con cui il viceministro dell'Ambiente Francesco Nucara ha aperto a Pechino i lavori della Conferenza internazionale sui Meccanismi per lo Sviluppo Ambientale pulito (CDM) in Cina. Nucara e' stato l'unico esponente del governo italiano a partecipare alla conferenza con il viceministro del National Development and reform Commission (il 'superministero' cinese per la pianificazione economica cinese), Jiang Weixin, che ha ringraziato il nostro Paese per il contributo ad un'importante serie di progetti in campo della difesa dell'ambiente e della biodiversita'. ''I rapporti tra Italia e Cina in materia ambientale - spiega Weixin - sono gia' ottimi; dobbiamo lavorare perche' questa stessa collaborazione tra i nostri Paesi si estenda pienamente ad ogni altro campo''. I CDM (l'acronimo sta per Clean development mechanism) sono uno dei due meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad modificare il loro attuale modello di progresso adottando degli standard energetici ed ambientali che determinino la quantita' minore possibile di emissioni inquinanti. Attraverso i CDM, un Paese sviluppato come l'Italia investe in Paesi in via di sviluppo per la realizzazione di progetti che li' permettano la riduzione dei gas, trasferendovi tecnologie e schemi di lavoro che permettano la riduzione dei gas inquinanti. In questo campo l'Italia e' molto impegnata, in particolar modo con la Cina; le nostre imprese forniscono infatti a Pechino 'know how' per il recupero del metano, la gassificazione e la forestazione che viene particolarmente apprezzato dal governo e dalla comunita' scientifica locale. ''L'Italia - dice Nucara alla conferenza di Pechino - riafferma tutti i suoi impegni nella collaborazione a livello ambientale, per la quale piu' volte il governo cinese ha ribadito il suo apprezzamento; in occasione della sua visita di Stato in Italia, lo scorso anno, il primo ministro cinese Wen Jia Bao ha auspicato che allo scambio che gia' c'e' tra i nostri paesi in materia di difesa dell'ambiente possa seguire una collaborazione altrettanto fattiva in tanti altri settori''. Il viceministro dell'Ambiente ribadisce che l'obiettivo dell'Italia, in base a quanto previsto dal protocollo di Kyoto, e' di ridurre le emissioni inquinanti del 6,5 rispetto al 1990.

Pechino, 20 ottobre 2005 (ANSA)

nuvolarossa
21-10-05, 20:50
Intervista a Francesco Nucara/Il premier chiarisca sulla proposta di un partito unico

Unificare le forze? Prima ascoltiamo i leader della CdL

"Non capisco se Silvio Berlusconi il partito unico lo voglia davvero o non lo voglia''. Al termine della sua missione a Pechino per presentare i progetti che il ministero dell'Ambiente conduce in Cina per la tutela dell'ecosistema e della biodiversità, il segretario del Pri Francesco Nucara parla della situazione politica italiana. Dopo una cena ufficiale con il viceministro della ricerca scientifica e tecnologica del governo di Pechino, Wu Zhongze, il viceministro italiano dell'Ambiente si sofferma sulle prospettive della Cdl dopo l'approvazione della legge elettorale in senso proporzionale e le dimissioni di Marco Follini da segretario dell'Udc.

"Da sei mesi - sostiene il leader dei repubblicani non sento e non leggo altro che dichiarazioni contraddittorie: un giorno si parla di partito unico, quello successivo si dice che, invece, tutti i simboli della Cdl debbano essere presenti sulla scheda elettorale''. L'ideale, per il leader dell'Edera, sarebbe "un partito federato''; ma per raggiungere questo come qualsiasi altro obiettivo di unificazione delle forze che compongono l'alleanza di centrodestra "sarebbe necessaria una riunione ad hoc di tutti i leader dei partiti della Cdl coinvolti in questa operazione politica. Una riunione - ribadisce - che ponga fine a questo balletto. Questa riunione l'avevo chiesta a Berlusconi già a luglio; la risposta? Io la sto ancora aspettando...''. Detto questo, Nucara ribadisce l'inutilità di tenere nel centrodestra delle primarie come ha fatto, domenica scorsa, l'Unione. "Quando Follini pose il problema - ricorda - il Pri prese una posizione netta, considerando come non discutibile la ricandidatura del presidente del Consiglio uscente, chiunque egli fosse. Ma con il varo della riforma elettorale, il problema delle primarie nella Cdl cade definitivamente''. Detto questo, Nucara biasima chi nel centrodestra ha assunto "un atteggiamento ipercritico e a tratti offensivo rispetto alla consultazione interna all'Unione. Per me - sottolinea - quella votazione era semplicemente inutile e lo è rimasta. Tuttavia - evidenzia - non posso criticare se a sinistra decidono di svolgere un'azione politica. Se hanno fatto bene o male è un problema loro. Ma non posso dire che le primarie di domenica scorsa siano state una pagliacciata".

Nucara si dice poi d'accordo sulla necessità di modificare l'attuale legge sulla par condicio per la campagna elettorale. "Ritengo che Berlusconi abbia ragione: la legge sulla par condicio va cambiata''; e questo non solo per le motivazioni di merito espresse sul tema dal presidente del Consiglio, ma "pure per un fatto di principio''. "Con questa legge - rileva Nucara - difficilmente si potrà affacciare sulla scena politica qualunque ipotetico nuovo partito dovesse formarsi''.

Con tutto ciò, il leader dei repubblicani dice no "a una liberalizzazione selvaggia'' e d'altra parte sostiene la necessità di un "rapporto equilibrato'' tra le forze politiche e reclama per tutti "la garanzia di un diritto di tribuna''.

Infine, il viceministro dell'Ambiente si sofferma sulla devolution, approvata in terza lettura alla Camera. "Francamente non condivido le accuse che sono state mosse da più parti a Bruno Tabacci. Nel merito bisogna ricordare che sulla devolution nelle prime due letture l'Udc ha votato a favore, ma non si può dire che Follini oggi sia un traditore. E allora, che cosa dovrebbero dire i repubblicani, che non hanno partecipato nella baita di Lorenzago alla redazione della riforma ed hanno dovuto apprendere, quando il processo era ormai concluso, le determinazioni ormai prese dai partiti maggiori della Cdl?''. E, ricordando quanto scritto nei giorni scorsi da Claudio Magris sul "Corriere della Sera", dove accusava i repubblicani di essersi "autoridicolizzati", Nucara lo invita a rileggere le posizioni assunte sulla devolution dalla delegazione parlamentare del suo partito'.

(Ansa del 21 ottobre 2005)

nuvolarossa
25-10-05, 21:42
La Cina vent'anni dopo/I nuovi grattacieli, la sfida dell'economia e i ritardi del nostro Paese

Restare fermi vuol dire mancare un futuro di sviluppo

Un'italiana a Pechino: "Dopo tanti anni all'estero mi sento orgogliosa del mio governo"

di Francesco Nucara

Se, una settimana fa, mi avessero mandato una cartolina illustrata con i grattacieli da Pechino, avrei pensato di essere preso in giro.

A Pechino ero stato una volta esattamente vent'anni fa, nell'ambito di una missione nella Repubblica popolare cinese dell'allora commissione Industria della Camera di cui ero il deputato segretario. Nel 1985 avevo trovato una città affascinante, sì, ma assolutamente arretrata: con fiumi di biciclette e di risciò che sfrecciavano per le strade e creavano veri e propri ingorghi agli incroci; con strade affollate da uomini e donne vestiti tutti alla "Mao" con tute blu o verdi, mentre non si vedeva un mendicante e le automobili si potevano contare; con edifici bassi ad eccezione dei palazzi del governo e dei primi grandi alberghi occidentali che erano casermoni in stile stalinista.

Bene: di tutto questo oggi a Pechino non è rimasto più nulla. Sono tornato nella capitale cinese per una missione del ministero dell'Ambiente: una settimana densa di incontri istituzionali e di scambi di vedute con autorità e studiosi locali sul tema del rispetto e della salvaguardia dell'ecosistema, nell'ambito dei quali abbiamo presentato il progetto Italia-Cina sulla ricerca e lo sviluppo sostenibile nel settore delle biotecnologie applicate alla salvaguardia dell'ambiente. E in questa settimana ho trovato una città ed un Paese assolutamente diversi da quello che avevo lasciato vent'anni fa.

Le biciclette hanno ceduto il posto, praticamente nella stessa proporzione, alle automobili, con il risultato che circolare per le strade è praticamente impossibile e lo smog ti accompagna sempre e ovunque; il traffico è aberrante a qualsiasi ora, mentre i risciò sono rimasti un'attrazione per turisti. Pure le tute alla "Mao" sono sparite, e le vedi addosso solo a qualche persona anziana in visita alla Città proibita; tutti gli altri vestono normalmente come noi occidentali: la gente comune in jeans e scarpette da tennis alla moda, magari imitazioni delle grandi marche italiane, mentre alti funzionari e membri del governo vanno fieri dei loro vestiti e delle loro cravatte "Italian style".

Una cosa sola è rimasta uguale: i palazzoni del partito. Le case basse, invece, sono state quasi tutte buttate giù e sostituite da grattacieli che determinano un paesaggio urbano forse anche più avveniristico di quello di metropoli degli Stati uniti e dell'Europa.

La Cina è cambiata. Sì, nel Paese c'è ancora la censura ma la gente parla tranquillamente con gli stranieri per la strada; il Partito comunista regge saldamente il potere ma il Paese da socialista si trasforma in nazionalista. E soprattutto, l'economia registra un boom che è davvero impressionante. Un boom al quale l'Italia può e deve partecipare, ma rispetto al quale, ahimè, il nostro Paese ha già perso tempo, facendosi sorpassare da troppi altri che hanno avviato delle floride partnership con la Cina, che fruttano vantaggi esponenziali rispetto agli investimenti iniziali.

La mia visita a Pechino è cominciata con una cena all'Ambasciata d'Italia, dove sono stato accolto dall'Ambasciatore Menegatti, che conosce davvero bene quel Paese e dice molto chiaramente (e assai poco "diplomaticamente") che l'Italia non fa abbastanza in Cina; all'incontro era presente il sottosegretario agli Esteri Mantica. Il giorno dopo, via con il programma ufficiale.

Presentando, nella sede permanente del ministero dell'Ambiente a Pechino, il progetto sullo sviluppo sostenibile nelle biotecnologie applicate alla salvaguardia nell'ambiente, che il governo italiano realizza in collaborazione con quello della Repubblica popolare cinese, sottolineo che la scienza non può essere frenata dalla politica, e che saremo in condizione di vincere la scommessa dello sviluppo solamente se comprenderemo che si può trarre beneficio dai processi innovativi solo anticipandoli, non inseguendoli.

Di estremo interesse è stato, poi, l'incontro con il numero due del "superministero" cinese per la pianificazione economica cinese, Jiang Weixin: un vero "capo" comunista che ha ringraziato con me il nostro Paese per il contributo ad un'importante serie di progetti nel campo della difesa dell'ambiente e della biodiversità. ‘'I rapporti tra Italia e Cina in materia ambientale - mi ha detto Weixin prima di aprire con me i lavori della Conferenza internazionale sui Meccanismi per lo Sviluppo Ambientale pulito (CDM) in Cina - sono già ottimi; dobbiamo lavorare perché questa stessa collaborazione tra i nostri Paesi si estenda pienamente a ogni altro campo''.

Un concetto, questo, ribadito dal viceministro della Scienza e tecnologia, Wu Zhongze, con cui abbiamo avuto una cena di lavoro molto interessante e proficua. La Cina è estremamente interessata all'Italia, alla nostra creatività, al nostro modo di essere; ha bisogno del nostro aiuto ed ha da offrire il mercato e le potenzialità produttive più grandi del mondo, e che non chiedono altro se non di essere "guidate". Ma non dobbiamo essere pavidi, non dobbiamo ancora una volta restare un passo indietro e perdere un'occasione di sviluppo non solo per noi ma anche per la Cina. Ma temo che questo stia già accadendo, e non è una bella cosa. Un concetto, questo, che ho espresso in una lunga intervista a Radio China International, l'emittente di Stato cinese che trasmette ogni giorno per un'ora in Italiano.

In una settimana sono stati tanti gli incontri, tante le occasioni di scambio, tanti i momenti per comprendere e per far comprendere. Ma, da uomo dello Stato e da viceministro della Repubblica, un fatto mi è rimasto davvero impresso: lasciando Pechino, una funzionaria dell'Ufficio del nostro ministero dell'Ambiente in Cina mi saluta e, con una naturalezza pari alla sincerità delle sue parole, mi dice: "Grazie, viceministro Nucara. Per la prima volta, nei tanti anni in cui sono stata all'estero, mi ha fatto sentire orgogliosa del mio governo".

nuvolarossa
11-11-05, 22:20
Incontro tra il presidente del Consiglio e il segretario del Pri a Palazzo Grazioli

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato il Segretario del PRI Francesco Nucara a Palazzo Grazioli.

Nel corso del colloquio si è parlato della legge elettorale in corso di approvazione al Senato.

Si è anche convenuto sulla opportunità di trovare convergenze più strette tra forze politiche affini.

L'idea, espressa dal Segretario del PRI, ha trovato la piena concordia di Silvio Berlusconi.

Su questo progetto si lavorerà nelle prossime settimane.

Francesco Nucara ha espresso la propria soddisfazione.

nuvolarossa
14-12-05, 01:10
Nucara a Rai Uno
La solidità, l'orgoglio, l'indipendenza della posizione dell'Edera

La conferenza stampa di Rai 1 a cui è stato ospite ieri il segretario del Partito repubblicano, Francesco Nucara, ha potuto mettere in risalto nitidamente, la solidità, l'indipendenza e l'orgoglio della posizione politica dell'Edera in questa legislatura ormai prossima alla sua conclusione.

http://img286.imageshack.us/img286/8910/bbbb0ao.jpg

Lo stesso Nucara ha ricordato che una formazione laica, come quella che ha un militante repubblicano, richiede innanzitutto assenza di pregiudizi; egli stesso si è definito come un "idealista pragmatico". Non è una contraddizione. E' la necessità vitale di realizzare il proprio ideale senza ricorrere a compromessi. E' il tentativo fondamentale di trovare soluzioni percorribili per i problemi principali della vita pubblica.

Ad una conferenza stampa, in cui due giornalisti su tre rappresentavano testate dell'opposizione, organicamente, come Frida Nacinovich di "Liberazione", o quotidiani vicini al centrosinistra, come Goffredo De Marchis di "Repubblica", il segretario del Pri non ha fatto nulla per dissimulare le difficoltà che una casa politica, fondata e cresciuta sull'esempio mazziniano, ha incontrato in un'alleanza così assortita come l'attuale. Ma resta fermo il punto che, nonostante le difficoltà, questa alleanza è stata agibile dal Partito repubblicano, che ha potuto portare avanti molte istanze per noi fondamentali e rappresentarle dignitosamente. Come nel centrosinistra non fu possibile fare.

Il vicedirettore del "Tempo", Sanzotta, si è chiesto infatti, con una prevedibile punta di scetticismo, se fosse "vero amore", il rapporto fra il Pri e Berlusconi, soprattutto in tempi di proporzionale. E Nucara ha risposto che non si tratta di un rapporto di amore, ma certamente di un rapporto di lealtà. Il presidente Berlusconi questa lealtà da parte nostra se la merita tutta e può farci affidamento, nella buona come nella cattiva sorte.

C'è poi un tema politico che emerge fra i tanti trattati nella conferenza stampa, e cioè quello che concerne le prospettive di sviluppo del Paese. A proposito Nucara ha indicato l'opera del ministro La Malfa, nel governo con il suo piano di Lisbona. Investire nella ricerca, liberalizzare i servizi, incentivare la competitività del mercato per far crescere l'occupazione, sono elementi che rappresentano il volano della politica economica che i repubblicani sostengono per il prossimo futuro. Era quasi troppo scontato che un collega della stampa si alzasse per osservare che tutto questo il governo non è stato in grado di farlo finora e non sarà in grado di farlo domani. Può anche darsi.

Potrebbe perfino darsi che non faccia nulla nemmeno il prossimo esecutivo ed il prossimo ancora. Ma nella storia di questo partito abbiamo già visto che quando si mettono in circolazione delle idee giuste ed utili allo sviluppo del Paese, queste si fanno comunque strada, nonostante l'arretratezza della classe dirigente. Basta pensare alla politica dei redditi promossa a suo tempo da un altro La Malfa, o allo Sme, proposte che non trovarono certo grande entusiasmo negli ambienti politici di allora.

A proposito Nucara è tranquillo del fatto suo: il tempo ci darà ragione. E' forse anche una questione di carattere la sua, di "ottuso repubblicano", quella che lo indusse a strappare senza troppe formalità le erbacce cresciute sulla tomba di Mazzini in una sua recente visita. Le erbacce ricresceranno, è vero, ma egli sa che ci sarà sempre un repubblicano pronto a strapparle di nuovo.

La figura di Mazzini ovviamente non poteva mancare nella conferenza stampa del segretario del Pri, tantomeno nell'anno del bicentenario.

Conseguentemente non poteva mancare un riconoscimento ed un ringraziamento al Capo dello Stato da parte del segretario repubblicano, essendo proprio il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di capodanno, ad aver dato il giusto valore all'Apostolo dell'Unità nazionale, dopo decenni di dimenticanza ed indifferenza culturale.

Soltanto questo accenno così importante da parte di Ciampi, sarebbe per noi sufficiente per considerarlo meritevole di un mandato successivo al Quirinale. Perché Mazzini è il passato, ma anche il futuro della Repubblica.

Ed anche per questo il Partito repubblicano non si preoccupa molto per le sue attuali dimensioni elettorali. Se vogliamo, sono nelle sua media storica. L'importante è mantenerle, sapendo che avremo sempre un'occasione domani per aumentarle.

Roma, 13 dicembre 2005

nuvolarossa
23-01-06, 22:22
Congressi territoriali: comunicato della segreteria nazionale

Si è avviata la stagione dei congressi delle organizzazioni territoriali del partito.

Molte regioni e molte province li hanno indetti e qualcuno si è già celebrato.

La segreteria nazionale informa i responsabili che i Congressi non si possono celebrare senza un'autorizzazione della segreteria nazionale stessa, la quale fornisce i dati relativi alla corretta gestione del tesseramento. Solo i dati forniti dalla Segreteria Nazionale, che ha titolo, diritto e dovere di avere una visione complessiva circa la gestione del partito a livello territoriale, sono significativi per la celebrazione dei congressi. Qualunque altro dato in possesso delle direzioni territoriali competenti potrebbe essere errato.

Qualora si celebrassero sulla base di dati errati, o incerti, i congressi andrebbero incontro ad inevitabile annullamento.

nuvolarossa
15-02-06, 18:27
Comitato di Segreteria Pri

Il comitato è stato composto sulla base della delega conferita dalla Direzione nazionale del 12 ottobre 2005. Si riunirà venerdì prossimo alle 15.30

La Malfa Giorgio, Nucara Francesco, De Rinaldis Saponaro Corrado, Camerucci Giancarlo, Valbonesi Vidmer, Ravaglia Gianni, De Carolis Stelio, Del Pennino Antonio, Currò Pietro, Gallo Riccardo, Andolfi Massimo, Trezza Bruno, Postorino Giovanni, Torchia Franco, Bruno Riccardo.

nuvolarossa
17-02-06, 16:46
Il Comitato di segreteria Pri è convocato per venerdì 17 febbraio alle h. 15,00

nuvolarossa
27-02-06, 21:02
Nucara: la fiducia del Pri non è un regalo

All'indomani della firma del programma della CdL, il segretario del Pri Francesco Nucara ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Berlusconi può vincere le elezioni e, secondo i repubblicani, le vincerà. Ma la possibilità di un successo dell'azione di un futuro governo dipenderà non tanto dai progetti di questi giorni, ma dalla capacità di amalgama necessario per realizzare il programma. In questo momento, almeno, la CdL appare troppo variegata al suo interno e sarà molto difficile trovare la compattezza per perseguire gli obiettivi che ci si è proposti. I repubblicani hanno sottoscritto gli atti elettorali sulla fiducia, ma la fiducia del Pri non può e non deve essere un regalo. Essa va conquistata in un rapporto di lealtà che diventa sempre più labile. Non vorremmo che la inconcludenza e la disomogeneità che caratterizzano il centrosinistra, prevalessero anche nella Casa delle Libertà. Il presidente Berlusconi non sottovaluti questo problema". Quanto alla trattativa sulle liste, il segretario del Pri, domenica scorsa, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Una legge elettorale capestro sostenuta da FI, An, Udc e Lega ha impedito ai repubblicani di concorrere alle elezioni in autonomia. Ma non per questo la loro autonomia verrà meno". "Dalla lettura dei giornali - dice ancora il segretario dell'Edera - si apprende che al Pri viene garantito il cosiddetto diritto di tribuna con tre rappresentanti nelle liste di Forza Italia. Due deputati e un senatore ‘costano' circa 100.000 voti. Quindi - precisa - Forza Italia non ‘regala' un bel nulla al Pri. Casomai, è il Pri che contribuisce, con ben più di 100.000 voti, al risultato di FI e ad eleggere qualche parlamentare di Forza Italia".

nuvolarossa
01-06-06, 19:47
Continuità e costanza
Come salvaguardare il nostro patrimonio politico e morale

di Francesco Nucara

Le campagne elettorali sono di fatto terminate.

Restano i ballottaggi, qualche Comune in Sicilia e il rush finale del referendum sulla legge di riforma della Costituzione, approvata dal Parlamento all'inizio di quest'anno.

Da un'analisi generale del voto non sembra ci siano state sorprese rispetto alle precedenti consultazioni amministrative e a noi pare che nemmeno per il Pri siano state registrate grandi variazioni.

Un leggero miglioramento, una maggiore presenza con liste dell'Edera - o anche composite - il ritorno al Comune di Milano, valgono a sottolineare una ripresa apprezzabile del Pri.

Sorprendono - e positivamente - i risultati conseguiti in Romagna: a Ravenna si assorbe una scissione e si confermano percentuali e seggi; a Bertinoro si arriva al 17%; a Cesenatico al 10%; a Rimini, con una lista insieme ad altri, si riesce ad entrare in Consiglio comunale.

Questa affermazione, in Romagna come altrove, è dovuta all'impegno straordinario dei dirigenti locali.

Non è il caso di Roma, dove i dirigenti locali e nazionali sono scomparsi dalla circolazione per tutto il corso della campagna elettorale e financo nell'espressione del voto, che mi auguro sia stato dato, da parte loro, all'Edera.

Potremmo parlare di un'analisi cautamente positiva.

Tuttavia, un partito si costruisce con impegno continuo e costante. Tale impegno trova sbocco naturale nella partecipazione convinta dei veri militanti, prescindendo dal ruolo che si svolge, alle campagne elettorali. Quando un dirigente di partito, chiunque esso sia, si defila proprio durante la campagna elettorale, non è più un dirigente e non c'è bisogno di prendere provvedimento alcuno.

I sermoni si fanno in Chiesa. Il partito non è una Chiesa: è un luogo di discussione, di ricerca e di decisione.

Bisogna porre fine ai percorsi a "strappi". Non servono a nulla e rischiano di farci solo del male.

Come a nulla servono le puntuali chiacchierate ipocrite che sentiamo in giro per l'Italia nelle ormai poche sedi del Pri. Ugo La Malfa sosteneva che un buon politico si distingue per gli atti che produce e per i comportamenti conseguenti.

Spesso ci siamo fermati alla prima parte, generando aspettative illusorie, incertezza sui comportamenti da seguire, svogliatezza nelle battaglie da portare a termine, incoscienza nella gestione dell'attività politica.

A questo va aggiunto che i dirigenti nazionali non si rendono conto dei notevoli sacrifici, anche politici, dei militanti che operano sul territorio.

Essi sono la linfa vitale che consente a pochi, pochissimi, di rappresentare il Pri nelle più alte Istituzioni del Paese.

E' a loro che dobbiamo la salvezza di un patrimonio politico e morale di cui forse non siamo degni.

Sulla "Voce" l'amico Tartaglia ha lanciato un appello per incontrare i repubblicani, "dovunque si trovino" e accertare se sia possibile parlare di valori condivisi.

Riceviamo molti apprezzamenti. E' un primo passo. Quello successivo deve servire ad aprire le porte a chiunque voglia entrare o rientrare nel nostro Partito affinché insieme a noi, "resistenti" degli anni '90, possa contribuire all'affermazione dei principi di cultura laica che ormai vanno scomparendo, annacquandosi in coalizioni che non hanno alcun filo conduttore comune.

I valori laici non sono quelli dell'anticlericalismo tout-court. Essi sono riferibili a ragionamenti senza pregiudizi, senza asserzioni ideologiche, senza fanatismi. Siamo contro gli ‘ismi' per tradizione, per storia e per cultura.

Un buon repubblicano riflette e cerca di convincere gli altri delle proprie ragioni, sempre disposto ad accettare gli altrui convincimenti nella dialettica delle opinioni. Dobbiamo ritrovare lo spirito dei nostri predecessori, essere più generosi con il partito, rinunciare anche a pur legittime ambizioni personali per il bene del Pri e del Paese.

Non ci dobbiamo socialdemocratizzare; è l'ora di uscire allo scoperto con le nostre labili forze, rivedendo, se necessario, il percorso di questi anni.

La classe dirigente del Pri è consunta.

Se il Pri vuole ancora dire qualcosa alle future generazioni, deve attuare una vera e propria rivoluzione morale, politica, statutaria, organizzativa, dirigenziale.

Queste possono essere le condizioni per ripartire e per poter affermare la nostra autonomia vera e non finta o, ancora peggio, occasionale.

Roma, 1 giugno 2006

tratto dal sito del Partito Repubblicano
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FRANCO (POL)
07-06-06, 18:14
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpghttp://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Adamo/Tu somigli all'amore.mid

Com'è strano che le considerazioni del segretario Nucara siano state ignorate su questo forum, ben altra rilevanza hanno avuto nel forum del mre, anche se con logici accenti polemici e travisamenti.

E' curioso che un segretario scopra le qualità dei militanti dopo aver operato sempre con accordi di vertice. Così come è strano sentire che la dirigenza del pri è consunta non da un novello amministratore delegato ma dal segretario eletto nel gennanio 2001.
Siamo di fronte ad un'autocritica, sicuramente alla consapevolezza che una fase politica si è chiusa. "Se il Pri vuole ancora dire qualcosa alle future generazioni, deve attuare una vera e propria rivoluzione morale, politica, statutaria, organizzativa, dirigenziale." Si aspettano i fatti: "Ugo La Malfa sosteneva che un buon politico si distingue per gli atti che produce e per i comportamenti conseguenti."

nuvolarossa
08-06-06, 19:55
Referendum del 25 giugno
Non c'è un panorama univoco a proposito della scelta istituzionale

di Francesco Nucara

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Torna d'attualità, alle soglie del voto referendario, la rinnovata variegatezza delle posizioni esplicitate nel corso del passato dibattito sulla riforma costituzionale. La discussione relativa alle riforme federali dello Stato (ed alla loro approvazione) è divenuta oggi - capovolti gli equilibri politici - l'inquietante quesito circa l'avallo di una "Repubblica federale italiana" o il suo rifiuto esplicito, con il ritorno alla pessima riforma approvata, nel 2001, dalla sinistra.

http://www.quirinale.it/simboli/emblema/emblema_attivo.jpg

La libertà di pensiero e di espressione che sottende la chiamata di tutti al voto del 25 giugno, è l'unica, quasi banale, garanzia di scelta di quella che è "la forma dello Stato". Perché, si badi bene, senza nulla togliere alla sacralità della dialettica tra le parti, senza che mai debba venire meno il confronto incessante delle opinioni, strada obbligata alla conoscenza, è difficile fare passare, attraverso la cruna dei partiti della sola maggioranza, il cammello del sentire politico più profondo.

Scegliere l'assetto della nostra Repubblica - che è il nostro futuro più prossimo - esige la necessità di una riflessione più silenziosa e discreta che non le dichiarazioni urlate o le imposizioni di giudizio.

E' antica tradizione del Partito repubblicano la capacità di autolimitare l'invadenza del meccanismi di consenso, nonché dell'influenza, da parte delle strutture di vertice, rispetto all'autonomia decisionale dei singoli militanti. E' acquisita componente del genoma di un laico il rispetto dell'altrui pensiero nei momenti in cui occorre conciliare passione d'intenti e coerenza dell'agire.

Ma è ancor più "materia" dei repubblicani, loro patrimonio storico, urna ideologica demandata, nella penombra, a custodire gli esiti di battaglie trascorse, questa nostra Costituzione che siamo chiamati a cambiare e che, in parte, è già stata modificata.

Nulla del nostro irrinunciabile assetto democratico deve essere esposto al benché minimo rischio: affinché ciò avvenga è, tuttavia, necessario l'adeguamento coraggioso di un dettato costituzionale che va comunque adeguato a nuove esigenze culturali e sociali, politiche ed economiche. L'Italia è già regione europea in un federalismo di beni, di servizi e di etnie.

Sarebbe imperdonabile * ed esiziale - disattendere come l'interesse generale e l'unità ordinamentale siano destinati a sopravvivere all'inevitabile avvicendarsi delle maggioranze politiche.

Non esiste, purtroppo, un panorama univoco in ambiti di tale portata; non può esistere, di conseguenza, alcun diktat decisionale. Abbiamo assunto posizioni di condivisione moderata all'epoca della riforma costituzionale elaborata dal centrodestra: abbiamo espresso la nostra adesione alla Casa delle Libertà ed apparteniamo alla rappresentanza parlamentare di opposizione. La lealtà strutturale dei repubblicani non consente, nemmeno nella delicatezza del tema referendario, di assumere tout - court "ruoli" contrastanti con la nostra presenza fisica a Montecitorio.

Non voglio negare, con questo, la difficoltà estrema della scelta, la cui conferma deriva proprio dai padri repubblicani alla Costituente e, più recentemente, dalla delineazione della "Repubblica probabile" di Ugo La Malfa. Nel bel saggio del 1972, La Malfa ritiene che la Costituzione "richieda solo di essere corretta e adattata alla mutevole realtà sociale e politica ed alle esigenze contemporanee di efficienza, nell'assoluto rispetto della sua ispirazione fondamentale e della intima logica che la sorregge".

D'altronde, era proprio Giuliano Amato * a suo tempo relatore del disegno di legge da cui aveva preso le mosse la riforma del Titolo V * a domandarsi se fosse auspicabile l'ingresso del federalismo nella nostra Costituzione e se ciò corrispondesse tanto ad una effettiva volontà popolare quanto al nostro medesimo essere italiani in ragione della nostra storia ed in forza del nostro patrimonio di tradizioni e di pensiero.

Già nelle aule parlamentari i repubblicani hanno posto problemi relativi all'impianto costituzionale. Giorgio La Malfa osservava, nel corso della seduta del 15 ottobre 2004: "Dico ai colleghi che io ho votato con piena convinzione la riforma del Titolo V della Costituzione, che secondo il mio avviso è migliorativa". E, di seguito: "Ma non sono convinto che l'elaborazione sia stata sufficiente sui poteri del Senato e su quelli della Camera. E per queste, ed altre motivazioni, La Malfa ha pronunciato un voto di astensione in prima lettura del provvedimento.

D'altro canto, così affermava il Senatore Del Pennino al Senato, il 16 novembre 2005, in seconda lettura: "Il mio voto non è solo testimonianza individuale, ma rappresenta l'espressione di una forza politica che fa parte di questa maggioranza. E, sapendo che la nostra scelta può essere determinante, non riteniamo di poterci assumere la responsabilità del mancato raggiungimento del quorum, con il risultato di consolidare la normativa vigente, di cui diamo un giudizio assolutamente negativo". E così concludeva: "Voteremo a favore, pur mantenendo le riserve già manifestate e ribadendo la necessità di porre mano ad ulteriori interventi legislativi di natura costituzionale che affrontino e risolvano i problemi cui l'attuale disegno di legge non dà adeguata soluzione, anche tenendo conto che il voto di oggi non è definitivo. Seguirà, infatti, l'appello referendario, rispetto al quale il Partito repubblicano italiano si riserva di definire la propria posizione alla luce del divenire delle auspicate correzioni".

Questi sono i presupposti sulla base dei quali i repubblicani dovranno prendere posizione.

Roma, 8 giugno 2006

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tratto dal sito del Partito Repubblicano
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nuvolarossa
19-06-06, 21:21
Nucara: solidarietà a Fini

Il segretario del Pri Francesco ha inviato una lettera a Gianfranco Fini per esprimergli con i suoi sentimenti di stima e di amicizia "la sua più che convinta solidarietà politica e personale per gli indegni attacchi" a cui il leader di An è stato sottoposto in questi giorni: "Chi ti conosce – scrive ancora Nucara - al di là della condivisione delle posizioni politiche sa di che pasta morale sei fatto e dell'onestà intellettuale che ti ha accompagnato per tutta la vita".

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tratto dal sito del Partito Repubblicano
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nuvolarossa
06-07-06, 08:42
ABU OMAR/ NUCARA (PRI): SIAMO VERGOGNA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Si mettono ai ferri servitori dello Stato


Roma, 5 lug. (Apcom) - "Siamo la vergogna della comunità internazionale". E' il commento del segretario del partito repubblicano Francesco Nucara in merito all'arresto del dirigente del Sismi Mancini.

"Nessun altro paese occidentale - afferma in un comunicato - mette ai ferri i servitori dello Stato che combattono il terrorismo, per guadagnarsi gli applausi di al Qaeda e degli integralisti islamici".

tratto da Alice News 6 luglio 2006

Lincoln (POL)
06-07-06, 14:36
di una certa nostra magistratura, che è ormai da anni,una disgrazia per questo Paese.

nuvolarossa
10-07-06, 19:31
La relazione del segretario nazionale - Necessaria l'azione autonoma dell'Edera
Nucara: senza vincoli di governo più liberi nelle nostre posizioni

Relazione del segretario nazionale del Pri al Consiglio nazionale del 7 - 8 luglio 2006.

Il Consiglio Nazionale che inizia oggi avrebbe dovuto avere il compito di svolgere un esame delle ultime vicende politico-elettorali e di aprire un dibattito politico-organizzativo sulle tesi per il Congresso che dovremo tenere all'inizio del 2007.

Così non è e non può essere.

Il 13 giugno, infatti, ho ricevuto una lettera di dimissioni di Giorgio La Malfa da presidente del PRI.

Ho invano tentato di convincere Giorgio a ritirare quelle dimissioni che a me apparivano - e che mi appaiono tutt'ora - una forzatura.

In particolare, le motivazioni relative alle dimissioni addotte da Giorgio La Malfa ed esplicitatemi in quella lettera, appaiono, nel complesso, poco convincenti.

E' ovvio che la sua posizione debba ritenersi del tutto legittima e, per alcuni versi, anche comprensibile.

Nel corso della riunione della Direzione nazionale del 5 giugno, tuttavia, non sembrava che la questione in ordine alla nostra posizione referendaria costituisse un punto dirimente per Giorgio La Malfa.

Ho riascoltato il suo intervento e non posso che darne una interpretazione perfettamente in linea con il documento licenziato dalla successiva Direzione del 12 giugno.

Il problema nodale è rappresentato dall'adeguamento della nostra Carta Costituzionale a più rispondenti esigenze dettate dalla attualità storica.

La Costituzione, dunque, va cambiata? Può essere cambiata?

Nel percorso di approvazione della riforma, i nostri due parlamentari - pur con qualche distinguo che ai repubblicani non manca mai - erano favorevoli all'ottenuto miglioramento del Titolo V della Costituzione rispetto alla riforma del 2001.

La contrarietà dei repubblicani, come risulta dagli atti parlamentari, si concentrava sull'attribuzione dei poteri al Capo del Governo, al Capo dello Stato, sul Senato federale e sul conseguente problema della formazione delle leggi.

La Direzione Nazionale conclusasi stamattina, su mia proposta, ha insistito a lungo perché le dimissioni di La Malfa fossero respinte: malgrado ciò Giorgio ha confermato la propria decisione della quale non rimane che prendere atto.

Circa i problemi costituzionali, pretestuosamente all'origine di questo pseudo-scontro politico, abbiamo ricevuto molti articoli di amici che si pronunciavano in favore del SI al referendum: da Pacor a Ravaglia, da Gianna Parri a Italico Santoro, per citare solo alcuni. L'unico NO è pervenuto da Sergio Masini che così premetteva: "visto che la Direzione Nazionale mi ha lasciato libero di esprimere il mio giudizio voto NO".

Che non fossero infondate le nostre preoccupazioni relative al fatto che la vittoria del NO avrebbe bloccato ogni processo riformatore, consentendo il permanere in vita della sciagurata riforma del Titolo V, come approvata nel 2001, è confermato dagli ultimi sviluppi del dibattito politico.

E' ben vero che il Presidente della Repubblica ha sollecitato la ripresa di un dialogo tra maggioranza e opposizione al fine di adeguare la Costituzione del '48 ai mutamenti intervenuti. Ed è altrettanto vero che le voci più responsabili dei costituzionalisti dello schieramento di centro-sinistra, da Barbera a Ceccanti, si sono levate nello stesso senso.

Ma, a fronte di questo, non possiamo non registrare le dichiarazioni del Presidente della Camera che ha richiesto una pausa di riflessione sul tema delle Riforme Costituzionali. E sappiamo bene come, invocare una pausa di riflessione nel nostro sistema politico, significhi spesso rinviare il problema a tempi indefiniti.

Fanno da controcanto a Bertinotti le posizioni di tutte le forze della cosiddetta sinistra radicale, rappresentate non solo da Rifondazione, ma anche dal Partito dei Comunisti Italiani e dai Verdi: voci che si uniscono alle lamentose richieste del senatore Scalfaro perché nulla sia cambiato.

Forza propulsiva

In questo quadro non possiamo che ribadire con chiarezza che il nostro ruolo deve essere quello di forza propulsiva per promuovere un cambiamento equilibrato e bipartisan. Pertanto, dobbiamo esercitare un grande impegno per tentare di riavviare il dialogo tra le parti più sensibili alla riforma tanto nell'ambito delle forze di maggioranza quanto tra quelle dello schieramento di opposizione di cui facciamo parte.

Chiudersi in una cieca difesa dell'esistente non può essere il ruolo dei repubblicani.

Alla luce di questo è opportuno, prima di tutto, stabilire se siamo legati alla Costituzione vigente oppure alle idee repubblicane espresse dai padri costituenti e, soprattutto, dal leader di allora, Giovanni Conti, sui variegati -e sovente contraddittori- aspetti della Costituzione.

Basterebbe scorrere, a titolo di esempio, per rendersi conto di quanto estreme potessero essere le affermazioni repubblicane, quanto lo stesso Giovanni Conti, presidente della Sottocommissione per l'elaborazione del progetto costituzionale, proponeva all'epoca:

-Camera dei Deputati di 400 componenti.

-Senato di 300 componenti. "Il criterio di elezione dei senatori dovrebbe essere quello regionale con l'elezione di una parte dei senatori da parte di altri enti quali le organizzazioni sindacali nazionali, le università, gli ordini professionali, ecc."

-La previsione di una Delegazione permanente delle due Camere per l'approvazione di leggi che rivestivano particolare urgenza.

Per non parlare dell'altro costituente repubblicano, Oliviero Zuccarini, che a proposito di autonomie locali andava ben oltre.

Come la Costituzione di oggi (che non è quella del '48 ma quella delle novelle dell'inizio degli anni novanta e del 2001) è il frutto di compromessi politico-partitici, così lo era innegabilmente quella del '48.

E quindi, ora come allora, il PRI ha potuto dare un piccolo contributo, anche in relazione alle riforme oggetto del referendum.

Quindi, come si può evincere facilmente da quanto detto, la materia era ed è e potrà essere argomento di discussione ma non materia dirompente al punto da mettere in crisi i vertici del Partito.

Ben altri sono i problemi che il Partito deve affrontare e la convocazione odierna del Consiglio Nazionale rappresenta la migliore occasione per un chiarimento che, mi auguro, sia definitivo.

Vediamo allora di costruire un dibattito sia sulle vicende che ci siamo lasciati alle spalle sia su quelle che possono essere le prospettive idonee a tenere in vita il PRI, ad onta di coloro che, tanto in seno al Partito quanto al di fuori del PRI, auspicherebbero magari la nostra scomparsa.

Il nucleo dei problemi

Abbiamo gestito per cinque anni il nucleo essenziale dei problemi italiani, prima con la prestigiosa presidenza della Commissione Finanze della Camera dei Deputati e poi con la gestione del Dicastero delle Politiche Comunitarie, mentre io stesso ho amministrato faticosamente le deleghe assegnatemi dal Ministro dell'Ambiente.

Avremmo potuto realizzare, con la gestione di quel Ministero, molto di più. Tra il Presidente e il Partito si è rapidamente creata una discrasia netta e, laddove il Partito perde contatti con il suo vertice, diventa un corpo acefalo, la testa separata dal tronco che, per un breve intervallo, continua a muoversi al pari di ciò che accade ai rettili. La sua fine è, in ogni caso, già decretata.

Il Partito, invece, in questi anni è sopravvissuto: forse perché qualcuno questi contatti li ha mantenuti saldamente.

Cosa fare adesso affinché questo travaso di idee, di suggerimenti, di impegni, di comunanza di lotta politica, di senso di appartenenza alla storia stessa del Paese sia ulteriormente consolidato e proficuamente ampliato?

L'amico Tartaglia ha sostenuto, ed io ho condiviso il suo suggerimento, che sarebbe utile iniziare questo percorso incontrando i repubblicani che sono andati via, quelli che si sono in parte allontanati, per tentare di incontrarsi sui valori del repubblicanesimo prima ancora che confrontarsi sugli schieramenti. Dal canto mio, ritengo sia preferibile avviare questo laborioso tentativo all'interno del PRI.

E ritengo si debba cominciare da quello che ci unisce maggiormente ovvero dall'argomento politico su cui è più facile convenire.

Partiamo naturalmente dalla politica estera. Noi abbiamo sempre dichiarato unitariamente che la collocazione dell'Italia sul piano internazionale dovesse rappresentare la continuazione storica del solido legame con l'Occidente.

Era una delle ragioni, vi rammento, sicuramente la più sostenibile, tra quelle che ci indussero all'alleanza con la CdL.

Oggi il governo in carica, silenziosamente ma tenacemente, mira a ribaltare la politica estera italiana: in quest'ottica annulla l'impegno per l'invio di sei aerei da combattimento in Afghanistan; "scappa" sconsideratamente dall'Iraq mettendo a repentaglio l'incolumità degli operatori civili, pubblici e privati, che lavorano in quei luoghi di pericolosità estrema per creare condizioni civili accettabili; in ultimo, l'arresto del dirigente del SISMI, al di là della sua specificità, di fatto s'incastona in una strategia di attacco alla CIA.

Rispetto al ruolo autonomo dell'Italia esercitato in questi anni per meglio saldare l'amicizia con gli Stati Uniti, si appalesa, adesso, una subalternità all'asse franco-tedesco.

A questo si aggiunge l' "equivicinanza" tra lo Stato d'Israele e Hamas.

Ed in proposito, D'Alema dovrebbe spiegare come si fa ad essere equivicini da uno Stato democratico e da un'organizzazione terroristica.

Naturalmente sto delineando schematicamente solo qualcuno dei problemi sui quali il PRI è chiamato a discutere diffusamente ed ai quali è possibile trovare soluzioni unitarie. I governi e le alleanze tattiche o strategiche possono essere superabili.

Altro argomento a noi caro concerne le liberalizzazioni. Non ha torto Oscar Giannino quando scrive che queste si configurano, attualmente, quali decisioni propagandistiche mediaticamente tese a nascondere i problemi di bilancio in cui versa il nostro Paese.

L'esempio più eclatante è quanto accaduto nella vertenza con i tassisti. Il governo è stato costretto a chiedere una tregua. Se li avesse "concertati" prima, avremmo avuto qualche problema di meno.

E' iniziato il turno degli avvocati, poi verrà quello dei farmacisti e quindi quello delle società di assicurazioni.

Assistiamo ad un progetto abortito ancor prima di nascere, poiché (fatta salva la peculiarità dei problemi accennati) esso difetta di un filo conduttore generale.

Se l'azione politica si fosse basata su un più meditato ordito sul quale inserire la trama di queste specificità sarebbe stato possibile partecipare costruttivamente al dibattito anche dall'opposizione. Con la filosofia della foglia del carciofo è difficile che il governo renda comprensibili i propri obiettivi.

Altra essenziale materia di discussione riguarda il DPEF: licenziato dal Consiglio dei Ministri, lo valuteremo in Direzione Nazionale confrontando le nostre analisi con strumenti operativi di conoscenza ed in particolare con l'aiuto degli amici Gallo e Trezza.

Aspettiamo la finanziaria

Nonostante tutto, però vorrei osservare come sia ancora prematuro esprimere un giudizio sul governo in carica: negatività e positività, comunque presenti, appartengono ai predecessori.

Le prime valutazioni attendibili potremo esprimerle di certo nell'analisi della legge finanziaria.

Non conservo appunti di nulla, non tengo diari e spesso non comunico ad alcuno, se non direttamente interessato, le mie angosce di repubblicano che guida un antico, minuscolo partito.

Tuttavia, ho sempre detto - e voglio qui ribadirlo - che il mio obiettivo prioritario (ed evidentemente propedeutico a qualunque altro) una volta assunta la guida del Partito, sarebbe stato di garantire la sopravvivenza del PRI: per questo ho lavorato, come ho potuto e come ho saputo, senza fare concessioni neppure a me stesso, in questi cinque anni.

Una puntuale elencazione, da parte mia, dei dilemmi affrontati e delle loro implicazioni in questo intervallo di tempo abuserebbe della vostra pazienza.

Voglio solo rammentare come il primo impegno che, insieme all'amico Camerucci, ritengo di aver portato a termine, è consistito nell'evitare che per il PRI fosse dichiarata la bancarotta.

Tra qualche giorno la Direzione nazionale dovrà approvare il bilancio del PRI e vedrete che, rispetto al 2000, tantissime cose sono cambiate.

Ma non basta. Avevamo preso l'impegno di far tornare la "Voce" tra gli iscritti. Certo, non è "Il Riformista" e tanto meno "Il Corriere della Sera", ma è in giro da tre anni e vi posso assicurare che non è sull'orlo del fallimento.

Altro aspetto rilevante era la visibilità.

Nell'accezione corrente, questo termine orribile viene usato per mascherare la ricerca del potere, dei ruoli politici. Giusto!

Avevamo, nel 2001, due parlamentari.

Il sottoscritto, malgrado l'insistenza di Giorgio La Malfa e le offerte, anche allora generose, di Berlusconi, aveva deciso di non candidarsi.

Dunque, con una forza contrattuale di due soli parlamentari e con una pazienza sconosciuta a me stesso, ottenemmo la prestigiosa presidenza della Commissione Finanze. E, sempre su questa linea, cominciò la nostra partecipazione ai vertici della CdL.

Fino a quando, il 23 aprile del 2005, giorno in cui si festeggia San Giorgio, La Malfa fu nominato Ministro della Repubblica.

Ero felice di aver compiuto quasi un capolavoro riportando il mio partito, attraverso il presidente La Malfa, nella pienezza dei poteri di governo della Repubblica.

All'inizio, per la verità, mi era sembrato felice anche La Malfa. Ma l'animo umano è imperscrutabile.

Tutto questo, non per dirvi che voglio onori e gloria. No, cari amici, né gli uni né l'altra. Nessuno mi deve dire grazie.

Quello che ho fatto, l'ho fatto per una cosa che amo moltissimo: il mio partito, il vostro partito, IL PAR-TI-TO RE-PUB-BLI-CA-NO I-TA-LIA-NO.

Non voglio essere ringraziato, è vero, ma non voglio nemmeno essere offeso. La mia dignità politica e personale è pari a quella di chiunque altro repubblicano che abbia a cuore il futuro del PRI così come ce l'ho io.

E, come ho detto in Direzione, la gratitudine è un valore ed è patrimonio delle persone di animo nobile.

Noi repubblicani dovremmo essere grati a chi ci ha aiutato a sopravvivere. Lo dobbiamo essere come politici e come persone. In questo percorso non sempre sono coincisi i ruoli personali con l'interesse del partito anzi, talvolta, essi si sono divaricati.

Qualcuno sostiene, con malizia degna di miglior causa, che è stato il segretario ad accendere la miccia con il fondo pubblicato sulla "Voce" del 2 giugno.

Ebbene, dedichiamo una rapida ma severa analisi a quanto sostenevo: "un leggero miglioramento, una maggiore presenza con le liste dell'Edera * o anche composite * il ritorno al Comune di Milano, valgono a sottolineare una ripresa apprezzabile del PRI", si legge nell'articolo e di seguito: "questa affermazione, in Romagna come altrove, è dovuta all'impegno straordinario dei dirigenti locali. Non è il caso di Roma dove dirigenti locali e nazionali sono scomparsi dalla circolazione per tutto il corso della campagna elettorale e financo nell'espressione del voto che mi auguro sia stato dato, da parte loro all'Edera".

Riconfermo tutto e, se e quando sarà il caso, aggiungerò dell'altro.

Chiudevo quell'intervento con queste parole: "queste possono essere le condizioni per ripartire e per poter affermare la nostra autonomia vera e non finta o, ancora peggio, occasionale".

Autonomia.

Da chi e da che cosa?

Cominciamo dal nostro interno. A nessuna organizzazione locale, in cinque anni di segreteria, è mai stata negata la possibilità di decidere con chi allearsi tranne che per le elezioni regionali del 2005 in Emilia Romagna. Gli amici romagnoli ben conoscono questa vicenda.

Il problema non è mai sorto quando è stata chiesta autonomia nel partito.

Il problema è sorto inevitabilmente quando qualcuno rivendicava l'autonomia dal Partito.

Questo non era possibile, non è possibile e non è comunque nei miei programmi. Peraltro, partendo inevitabilmente dalla base, solo un congresso potrebbe decidere di dare completa autonomia alle organizzazioni locali. Se così fosse -e vogliamo ragionare senza pregiudizi- andrebbe ripensato tutto il sistema politico-organizzativo del piccolo Partito Repubblicano.

Forse ci svilupperemmo di più a livello locale ma rischieremmo di scomparire dalla scena politica nazionale.

Questo è il mio pensiero oggi. Se qualcuno ha delle proposte da fare sono pronto ad ascoltarlo, a valutare i suggerimenti e sottoporli agli organismi a ciò titolati.

Ed invece all'esterno dovremo essere autonomi da chi? Non ci interessa. Ci interessa invece l'autonomia "da cosa".

Siamo noi in grado, nel corso di questa legislatura, di essere così autonomi da portare avanti nostri programmi, nostre idee pur in assenza di solide alleanze politiche?

Trovare una giusta via

A mio avviso occorre trovare una via di mezzo. Avere prima maturato idee e pareri tanto da farne un manifesto, un progetto, un programma repubblicano e poi cercare alleanze compatibili con la realizzazione di questi programmi.

Non siamo un club di soci da circolo degli scacchi, né è sufficiente (a dare respiro al Partito) una cena con personalità che, per quanto autorevoli, nulla hanno a che fare con il Partito Repubblicano Italiano.

Non con la sua storia, né con la sua tradizione né, tanto meno, con il suo futuro.

Un partito che vuole essere tale, piccolo o grande che sia, ha bisogno di basi solide se vuole rimanere nella storia come noi siamo rimasti.

Altrimenti parliamo di meteore e ne abbiamo viste tante: da Leoluca Orlando a Mario Segni.

Noi non siamo un "movimento" che si lascia condizionare di volta in volta dalle occasioni contingenti che, in momenti particolari della storia del Paese, emergono in maniera frammentata dalla cosiddetta società civile. Siamo piuttosto attenti alla Storia, ai bisogni veri che si coagulano su valori condivisi: non inseguiamo le mode, non anticipiamo i sospiri del consenso, ma assecondiamo, solo dopo averli interpretati, quei bisogni e quei diritti davvero meritevoli di tutela.

E' su base programmatica che potremo riunire i repubblicani sparsi nel variegato mondo della politica attuale.

Non è utile -anzi il tentativo si tradurrebbe in uno spreco di energie- formulare ipotesi di riavvicinamento supponendo che qualcuno abbandoni lo schieramento in cui si trova oggi, più o meno soddisfatto, per venire con noi.

Sarebbe velleitario e politicamente improduttivo.

E' nel vero Tartaglia, quando esorta a riflettere sui valori ed io sottolineo la necessità di ragionare anche sui programmi. Ragioniamo su come noi vorremmo che l'Italia fosse, su quegli aspetti più congeniali al sentire repubblicano.

Nella Conferenza programmatica del febbraio scorso abbiamo riunito intorno ad un unico tavolo di discussione esponenti dei DS ed ambientalisti; scienziati ed uomini di destra fino al Presidente del Consiglio.

Sarà pur possibile far discutere gli uomini e le donne di matrice repubblicana?

Per fare questo dobbiamo definitivamente abbandonare atteggiamenti personalistici più o meno giustificati e pensare esclusivamente al bene del partito.

Abbiamo bisogno di una rimodulazione organizzativa con maggiore coinvolgimento delle organizzazioni locali su un Progetto-Paese.

Deve essere un progetto elaborato e condiviso da tutto il PRI o, in ogni caso, da una larghissima maggioranza che esuli dagli schieramenti congressuali.

Come un buon seme ha bisogno di un terreno (e se è fertile tanto meglio) per dispiegare la sua bontà produttiva, così una buona idea ha bisogno di un sistema organizzativo per essere divulgata, metabolizzata e resa politicamente produttiva.

Diversamente si cade nel velleitarismo e nei discorsi da Bar dello Sport.

Non ci sarebbe mai stata la svolta di Bari se qualcuno non avesse pensato a organizzare quel congresso che, pur con qualche forzatura politica, si è svolto nel massimo rispetto delle norme statutarie.

E' indispensabile, dunque, coordinare tre cose: Idee * Programma * Organizzazione.

Se l'indice di correlazione tra queste tre "emergenze" fosse 1 avremmo il massimo risultato.

A me pare che in questi anni e soprattutto in questi ultimi mesi tale correlazione non ci sia stata o sia stata precaria.

Il partito non si risolleverà mai perché qualcuno ha un'idea eccellente.

Il partito potrà crescere se quest'idea viene metabolizzata e fatta propria dai repubblicani.

Come già ho detto in altre occasioni: procedere a strappi è dannoso per oggi e per domani. L'oggi possiamo dire che ci appartiene, il domani no.

Non dobbiamo pensare a noi se pensiamo al domani.

Qualcuno parla di costruire un nuovo soggetto politico archiviando la storia del Partito Repubblicano Italiano. E' possibile. Tutto è possibile. Anche che il partito rompa le fila da subito.

Ci vuole coraggio a sostenere questa proposta. Coraggio apprezzabile e degno di lode. Io questo coraggio non ce l'ho ed è bene che chi ha esperienza di nuovi soggetti politici (e in questo partito ce ne sono tanti) faccia una proposta il più possibilmente concreta.

I sogni sono forieri di brutti risvegli. Per quanto mi riguarda, non ho la capacità di proposizione di nuovi soggetti politici. Peraltro, mi sono dedicato ad un oscuro lavoro, diciamo da mediano, per le cose in cui ho creduto.

E' l'ora della tuta

Ora è il tempo che qualcuno o molti dismettano gli abiti delle feste quirinalizie e indossino la tuta da lavoro.

Il nostro riferimento deve essere la casa comune europea dell'ELDR. Finora abbiamo sottovalutato questa opportunità. Oggi dobbiamo ripartire da lì e trovare con i liberaldemocratici europei un'intesa che ci porti "a pensare europeo" ed a calare nelle nostre teste e in quelle degli italiani un pensare europeo.

A settembre una delegazione del PRI che comprenda tutte le componenti si recherà a Bruxelles per incontrare il presidente dell'ELDR e cominciare a stringere quei legami che sono essenziali per il futuro.

Quando sarà possibile organizzeremo un incontro tra i massimi dirigenti repubblicani con apporto di personalità esterne.

Si potrà ovviamente parlare liberamente ma ci saranno anche temi specifici da affrontare.

Al Congresso dobbiamo arrivare con tesi unitarie sui problemi principali. Ci possiamo dividere nella ricerca degli alleati per sostenere certe posizioni ma è necessario trovare la strada perché le soluzioni che vorremo dare ai problemi siano unitarie.

Sarebbe utile, tanto per semplificare, che il Congresso approvasse con larghissima maggioranza e meglio ancora all'unanimità, delle tesi che riguardino le liberalizzazioni, la politica estera, l'energia, le autonomie locali ed infine trovasse la chiave politica senza pregiudizi e senza schemi preconfezionati.

Non avere più il vincolo di governo ci potrebbe aiutare a essere più liberi nelle nostre posizioni.

Tuttavia, non possiamo essere condizionati nell'affannosa ricerca di entrare comunque in un governo.

Questo Partito ha ancora molto da dare al Paese. Si tratta di stabilire se noi siamo, come ha detto La Malfa qualche anno fa, "la riserva democratica del Paese" e se siamo una riserva indiana.

Per anni ci siamo sentiti dire che il tunnel era finito e si intravedeva la luce. Io credo che se politicamente sapremo agire con coesione, con lungimiranza, costruendo il futuro sulle basi del passato con un ritorno alla politica e con un'efficace riorganizzazione del PRI (che dovrà passare anche attraverso riforme statutarie) noi potremo rilanciare le nostre idee secolari aggiornandole ai nostri tempi ma nel rispetto di quei principi fondanti.

Io non ho fame: di niente.

Il mio futuro sta nel mio passato. E chi non ha passato -o peggio ancora chi ha un passato politicamente poco onorevole- non ha futuro.

Noi siamo repubblicani con il fardello e gli onori della nostra storia e nessuna alleanza per quanto ibrida può farci fare un passo indietro.

Siamo appartenuti al PRI per una vita, apparteniamo al PRI e continueremo a non tradire la nostra storia.

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nuvolarossa
20-07-06, 19:36
Nucara: l'onorevole Fitto non è un cittadino comune

Intervento di Francesco Nucara in merito alla domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Fitto, Camera, 19 luglio 2006.

Signor Presidente, nel corso della campagna elettorale del 1992, il professore Ettore Gallo, Presidente emerito della Corte costituzionale, era candidato in Calabria con una lista di sinistra di cui facevano parte anche i repubblicani; egli mi disse che la legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali per la legge. Ebbene, l'onorevole Fitto ci ha detto che vuole essere considerato come un cittadino comune: mi dispiace contraddirlo, ma l'onorevole Fitto non è un cittadino comune perché, se fosse stato tale, noi non avremmo mai saputo di questa vicenda in quanto non avrebbe avuto l'onore della gogna mediatica, come ha osservato l'onorevole Boato. Quindi, l'onorevole Fitto non è un cittadino comune e non può chiederci di esprimere un voto che conceda l'autorizzazione all'arresto perché non è nelle sue facoltà. Si tratta, infatti, di una prerogativa del Parlamento, e non dell'onorevole Fitto. Dal 1983, tralasciando quei pochi anni nei quali non sono stato su questi scranni, ho sempre votato contro le richieste di autorizzazione all'arresto, di qualsiasi deputato; oggi, non ci resta che respingere anche la richiesta che riguarda l'onorevole Fitto. Noi riteniamo che la Camera ed il Parlamento debbano riaffermare la loro superiorità politica gerarchicamente rispetto ad altri organi e ad altri poteri dello Stato.

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nuvolarossa
24-07-06, 20:00
Intervista di Francesco Nucara al quotidiano "Gazzetta del Sud"/Gli incontri politici con i leader nazionali e la situazione della Regione Calabria
"I danni maggiori alla Provincia di Reggio"

Il segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, ha un vizio del quale non può (e non vuole) liberarsi: quello di tornare nella sua Reggio tutte le volte che gli impegni politici e parlamentari glielo permettono. L'ultima sua visita, ieri, ha fornito l'occasione per questa intervista.

On. Nucara, lei in questi giorni ha avuto un incontro con Mastella. Il quadro politico nazionale è in evoluzione?

"L'incontro è servito prima di tutto a ribadire il comune sentire, direi quasi la coincidenza sulla politica estera. Abbiamo parlato di altro, ovviamente, sapendo tutti e due che l'attuale maggioranza non è in grado di governare e l'opposizione non è in grado di mandare a casa il governo Prodi."

In questi casi, di solito, che si fa?

"Continuiamo a ragionare con Mastella. E' previsto un incontro con Capezzone, segretario della Rosa nel pugno, e per essere più chiari incontrerò Berlusconi mercoledì e l'on. Cesa in questa stessa settimana".

Prodi ha detto che se cambia qualcosa si torna al voto. Lei cosa ne pensa?

"Che Prodi ha un deficit di cultura costituzionale. Sarà cura del presidente della Repubblica, in questa ipotesi, accertare se c'è una maggioranza in parlamento prima di sciogliere le Camere".

Come sono i suoi rapporti con La Malfa'.

"In generale buoni. Sono rimasto molto dispiaciuto che La Malfa si sia dimesso da presidente".

E' un'amicizia che si interrompe?

"Credo di no. Ma il mio miglior amico è il Partito repubblicano italiano".

Che ne pensa dell'Italia di mezzo di Follini e Tabacci?

"Ho conosciuto e frequentato più Follini e il mio giudizio è molto positivo sulla persona, ma anche sulle idee che porta avanti. Conosco meno Bruno Tabacci, ma so che i rapporti con il Partito repubblicano si riducono ai rapporti che ha avuto con Giorgio La Malfa e non mi pare che siano stati idilliaci. Mi auguro che adesso con Tabacci siano migliori".

L'on. Sbarbati ha dichiarato di essere rimasta delusa da Prodi. Secondo lei è pentita di aver fatto lo strappo?

"A mio avviso sono tuoni senza pioggia. Però per Luciana le porte del partito, per quanto mi riguarda, sono sempre aperte".

Alla Regione Calabria non si muove nulla. Loiero ammette di essere "politicamente soddisfatto". Se lo dice lui...

"L'anno scorso Loiero, per alcuni disservizi, ha chiesto scusa agli italiani. Dopo un anno dovrebbe chiedere scusa anche ai calabresi".

La presidente della sesta Commissione, Liliana Frascà, denuncia i ritardi nella utilizzazione dei fondi europei. E mancano solo cinque mesi alla scadenza.

"E' grave che per una giunta di così larga maggioranza questo avvenga. Per onore della verità bisogna dire che queste cose succedevano anche nel passato. Il risultato finale sarà che impegneremo queste risorse finanziarie, pur di non perderle, nella maniera peggiore".

Se viene considerata un colpo di genio la proposta di Minniti di rinviare le discussione regionale a settembre, dov'è la politica?

"Sono le ipocrisie della politica. Che io posso capire, ma non condivido, e il cittadino comune nemmeno le capisce. Se la Calabria vive il dramma che sta vivendo, ogni rinvio non è positivo ma è solamente una perdita di tempo per la soluzione dei problemi dei calabresi".

Due mesi non cambieranno da soli la realtà.

"Non la cambieranno, no. Non la cambierebbero comunque, ma sono due mesi di vacanza per la politica. Se mi consente, vorrei fare un'osservazione: sono amico e stimo il presidente Bova. Ma il presidente del consiglio regionale non dovrebbe partecipare alle riunioni di maggioranza, per svolgere appieno il ruolo di salvaguardia del processo democratico che riguarda tutti e non soltanto la maggioranza di Loiero".

Lei è stato molto critico con Chiaravalloti, pur essendo stato determinante per la sua elezione. Poi, con un gesto di cavalleria politica, ha sospeso il giudizio sulla giunta Loiero, sostenendo che bisognava aspettare. Adesso che sono passati quattordici mesi, qual è la sua opinione?

"Io, come tutti i repubblicani, non ho la cultura dell'appartenenza a una coalizione. Per me i programmi sono determinanti e non sono solo parole scritte sulla sabbia. Il giudizio è stato negativo su Chiaravalloti e dopo quattordici mesi è fortemente negativo sulla giunta Loiero. Avevo pensato che la struttura della giunta potesse essere ininfluente sulla politica degli equilibri territoriali tra le cinque province. Mi ricredo e oggi dico che è stata determinante nel penalizzare la provincia di Reggio Calabria. La coalizione di sinistra che governa anche la Provincia di Reggio deve dirci come intende sopperire a questa anomalia che non ha riscontro in nessuna regione d'Italia".

A proposito di Provincia, il centrosinistra dopo aver stravinto ora ha problemi con se stesso.

"Come si sa, ho sostenuto convintamente l'onorevole Manti, e non me ne pento. Ma già nel corso della campagna elettorale avevo detto che il presidente Morabito era l'avversario più "pericoloso" per Manti. Era il meno comunista dei nomi che circolavano, era quello che aveva maggiori rapporti con la società lontana dalla politica militante e, cosa che per me è molto importante, è un avvocato di sinistra e garantista nei fatti e non a parole. Il presidente si trova inguaiato perché nella corsa a chi fa più liste si rinviano i problemi, non si risolvono; e i problemi vengono al pettine nel momento in cui si deve governare. Credo che Morabito non sarà in grado di dare due assessori nemmeno al maggior partito della coalizione. Prima o poi ci spiegherà perché non vuole i consiglieri provinciali assessori".

Al comune, fallito anche l'ultimo assalto dell'Unione, si dovrebbe andare ormai verso la scadenza naturale. Con quali risultati, secondo lei?

"Quella dell'Unione mi sembra la storia di un vecchio film, molto bello, ‘La guerra dei bottoni'. Mi pare, dal punto di vista politico, una battaglia inutile e dannosa per la democrazia. Scopelliti, giusto o sbagliato, è stato eletto dal popolo, e quindi sarà il popolo a confermarlo o a mandarlo a casa. Non possono sostituirsi agli elettori le campagne acquisti che riguardano calciatori interessati. L'esempio della Juventus è significativo. Ma la Juventus rinascerà. Così come mi auguro la Reggina possa dimostrare la propria estraneità agli addebiti contestati".

Cosa farà ad agosto?

"Come faccio ormai da sempre, passerò le mie vacanze a Reggio Calabria, nella maggior parte del tempo sul tratto di mare tra Reggio e Scilla. Naturalmente, essendo più libero da impegni politici, mi auguro che ancora qualche amico si ricordi di me anche se non sono più deputato di questa provincia e, tra un dibattito e l'altro, che d'estate non manca mai, possa passare qualche giornata in buona compagnia senza parlare di politica".

Intervista a cura di Pino Toscano, "Gazzetta del Sud" del 23 luglio 2006

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nuvolarossa
25-07-06, 20:37
Francesco Nucara, Segretario del Pri, mercoledì 26 luglio alle h. 12,00, incontra a Palazzo Grazioli, a Roma, l'onorevole Silvio Berlusconi

nuvolarossa
27-07-06, 19:41
Indulto, dichiarazione di voto di Nucara

"I repubblicani sono stati storicamente contro l'abuso dei provvedimenti di amnistia e di indulto, come quello verificatosi tra gli anni ‘50 e gli anni ‘90. Oggi, però, siamo in una situazione radicalmente diversa. E' dal 1989, cioè da ben 17 anni, che manca un provvedimento di clemenza.

Clemenza che non significa impotenza dello Stato ad imporre le proprie ragioni, bensì capacità di comprendere come l'espiazione della pena debba essere, secondo la norma fissata dalla Costituzione, condizione per la rieducazione del reo.

Per questo, tenuto conto anche della drammatica situazione carceraria, che ha radici molto profonde e che gli interventi di tutti questi anni non sono riusciti a risolvere, annuncio il voto favorevole dei repubblicani sul provvedimento di indulto".

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Texwiller (POL)
28-07-06, 08:40
usciranno solo i rieducati.
E chi non è ancora entrato in carcere si è per caso autorieducato?

Tex Willer

Texwiller (POL)
28-07-06, 08:46
la mia non è una posizione giustizialista ma una posizione per la giustizia (che dovrebbe essere ampiamente riformata.....)

Tex Willer

nuvolarossa
28-07-06, 09:28
usciranno solo i rieducati. E chi non è ancora entrato in carcere si è per caso autorieducato ?

la mia non è una posizione giustizialista ma una posizione per la giustizia (che dovrebbe essere ampiamente riformata.....)Interessante in proposito questo articolo sottolinkato ...

http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=2717

... c'e' da osservare che l'indulto si applica per i reati commessi entro il 5 Maggio di quest'anno e non alle sentenze passate in giudicato entro la stessa data ... Onde per cui fra una decina d'anni (i processi in Italia durano cosi') chi ha commesso reati ricadenti nell'indulto (sino alla data di maggio 2006) dorme tra due guanciali ... ed il processo praticamente diventa una farsa inutile ... buono solo per le statistiche.
Insomma ... si risolve il problema delle carceri ... ma il problema della Giustizia italiana (che sembre di essere nel medioevo) rimane irrisolto ... e con l'Unione al potere, succube di Magistratura Democratica, non credo che si vedra' qualche spiraglio di riforma della Giustizia ...

nuvolarossa
31-07-06, 19:54
Incontro Nucara - Capezzone

Il segretario del Pri si è incontrato, lunedì 31 luglio, con Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani. Francesco Nucara è tra i firmatari della proposta di legge per snellire la creazione di nuove imprese, che Capezzone ha presentato lunedì 31 luglio.

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nuvolarossa
01-08-06, 18:53
Nucara in Romagna: non si cresce con "l'usa e getta"

Ha avuto inizio, venerdì scorso, con una colazione di lavoro a Milano Marittima il breve tour romagnolo del Segretario nazionale del Pri. Dopo avere incontrato, in maniera del tutto informale, gli amici di Ravenna, Francesco Nucara ha sottolineato, con soddisfazione, il consolidarsi di quel clima di fiducia reciproca che, lentamente, si è realizzato in questi ultimi anni.

Naturalmente non si tratta, per molti, di fiducia politica, bensì di apprezzamenti relativi al lavoro che, in questo lungo periodo, era finalizzato a mantenere il simbolo dell'Edera nelle liste elettorali.

Insomma, il collante è proprio il Partito Repubblicano che tutti consideriamo un valore comune, forse addirittura pre-politico.

In serata, il Segretario nazionale si è recato a Cesena dove, nello splendido scenario di Martorano, ha cenato con i Repubblicani.

Festa tutta romagnola: piadine e tagliatelle, spaghetti e prosciutto accompagnati, com'è ovvio, da vini e birra a volontà.

Tutto ciò allietato –secondo la migliore tradizione della terra di Romagna- dagli immancabili balli (tango e polka) tra gli scatenati repubblicani.

Alle ventidue, messa a tacere la musica, ha avuto inizio l'incontro programmato tra Francesco Nucara ed alcuni amici repubblicani.

Sembrava dovesse trattarsi di una riunione celebrativa ed invece, inaspettatamente, si è dipanato un dibattito franco e leale animato tanto da critiche severe quanto da consistenti apprezzamenti.

Dopo l'introduzione di Mario Guidazzi, ha preso la parola il Segretario nazionale che, sulla scia di quanto già detto nel corso dell'ultimo Consiglio Nazionale, ha tracciato un quadro dell'attuale situazione politica e della collocazione del Pri in uno scenario che cambia quasi ad horas.

E' intervenuto successivamente Valbonesi che ha invitato il Pri a stringere un rapporto serio e duraturo con l'Eldr allo scopo di fornire al Partito riferimenti precisi riguardo alle famiglie politiche europee. L'amico Ferrini ha affermato, invece, che occorre creare le condizioni per il ricambio senza lasciarsi prendere dalla fretta che, solitamente cattiva consigliera, potrebbe indurre in scelte sbagliate. Africo Morellini ha sostenuto che il Pri, al di là degli schieramenti, deve saper indicare soluzioni ai problemi comuni nell'interesse del Paese: questa capacità analitica, come insegna la storia del repubblicanesimo, ha certamente ricadute positive sul Partito.

Stelio De Carolis, già parlamentare del Pri, ha polemizzato fortemente, affermando, tra l'altro, che "le visite pastorali non servono…e che il Partito esiste solo in Romagna… mentre La Voce Repubblicana si limita a riprendere le notizie dei quotidiani del giorno prima"… e così via.

Sulla stessa lunghezza d'onda si è espressa Bruna Righi, la quale ha dichiarato: "…il Partito esiste solo in Romagna, bisogna sganciarsi immediatamente dal centrodestra. A Cesenatico abbiamo registrato un grande successo perché ci siamo presentati autonomamente".

L'amico Fabbri, presidente del circolo ospitante, ha auspicato che il Pri parli con una sola voce poiché due sarebbero troppe e tre, senza dubbio, dannose. Dal canto suo, Renato Lelli ha ribadito con decisione che il Partito deve rappresentare comunque l'interesse prioritario di tutti coloro che vi aderiscono.

Ancora polemiche, dunque, sui dirigenti del Pri eletti in altro Partito.

A sorpresa, ha chiesto, a questo punto, la parola Giancarlo Camerucci. La sua è stata una difesa appassionata – quanto opportuna - del lavoro della "Voce", i cui detrattori parlano senza costrutto poiché non solo non leggono, palesemente, il nostro quotidiano ma, men che meno, ne sottoscrivono l'abbonamento. Camerucci ha, inoltre, ricordato come i dirigenti eletti in altri partiti abbiano potuto farlo in esito ad una "indicazione unanime" da parte della Direzione nazionale.

Marcello Rivizzigno ha sostenuto la correttezza della posizione politica del Pri senza risparmiare critiche decise a quanti usano le parole in luogo dei fatti.

Ultimo intervento, quello di Mario Guidazzi che, ancora una volta, ha ribadito l'interesse primario nei confronti del Pri ben oltre beghe localistiche ed interessi di parte e ha esortato tutti ad affidarsi, allorquando sono da discutere problemi politici, a sedi opportune e modalità adeguate quali, innanzitutto, il Congresso Nazionale.

Infine, a mezzanotte circa, ha concluso il Segretario, che ha così esordito nella sua breve replica: "Non sono in visita pastorale perché non sono vescovo e, soprattutto, perché non mi aspettavo di trovare pecore ed agnelli nelle sezioni repubblicane romagnole e, laddove non ci sono pecore, non è possibile che io trovi neppure quelle smarrite nel tempo. Contesto con forza l'idea che il Partito esista solo in Romagna e lo svolgimento della recente Conferenza programmatica dovrebbe indurre tutti a riflettere sul Partito. In quell'occasione i romagnoli erano veramente pochi ma al teatro Capranica c'erano mille militanti arrivati da tutta Italia. L'autonomia del Pri è importante ed essenziale: né il sottoscritto, né La Malfa, né Del Pennino si sentono parlamentari di Forza Italia ed è semplicemente ignobile continuare con questa solfa.

I romagnoli avevano l'opportunità di votare il simbolo dell'Edera al Senato. Non l'hanno fatto ma non possono accusare la Segreteria nazionale di scarso impegno. E, per quanto riguarda l'autonomia, va precisato che a Cesenatico si è trattato di una autonomia imposta e non di una scelta. Il centrosinistra non ci ha voluto come alleati. Altro che autonomia!

Bisogna stendere un velo obliante su certe situazioni.

Il ricambio lo faremo ma, come ha detto Guidazzi, l'intelligenza e la capacità non si misurano con i certificati di nascita.

Il rinnovamento lo faremo accompagnando la crescita di tanti giovani che si avvicinano al Pri. Se vogliamo stabilizzarci per il futuro è indispensabile porre fine al metodo ‘usa e getta'".

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nuvolarossa
02-08-06, 20:28
Romagna, intervista al segretario Francesco Nucara/Necessario un lavoro costante per mantenere il Pri in buona salute
"Uil, ricostruire un antico rapporto"

Intervista apparsa su "La Voce di Romagna" di domenica 30 luglio.

Si è dato parecchio da fare per mantenere in vita il Partito Repubblicano: il Pri esiste ancora, ma l'Edera è illuminata solo da un tenue lumicino e ancora non si capisce se il futuro va verso destra o verso sinistra. E il segretario Francesco Nucara, venerdì presente alla Festa della "Voce Repubblicana" di Martorano, affronta questo tema dicendo che "non ci sentiamo vincolati a nessuno, se non alla nostra coscienza".

Nucara, non è una novità che la vicinanza a Forza Italia, in Romagna, provochi parecchi mal di pancia ai repubblicani …

"Io non mi sento eletto da Forza Italia"

Eppure era nella lista di Berlusconi …

"Forza Italia non ci ha regalato niente. Da questo punto di vista il partito può considerarsi indipendente da Forza Italia: per ottenere due deputati e un senatore occorrono circa 100mila voti, cioè i voti del Pri. Non abbiamo la forza di eleggerci da soli, ma ribadisco che non mi sento condizionato da Forza Italia".

Dalle elezioni politiche il Pri ne è uscito con le ossa rotte, da quelle amministrative decisamente rinfrancato. Che analisi fare?

"Il partito non è fallito. Credo che ora più che mai ci debba essere amore verso l'Edera; le elezioni, alla fine, non durano che un giorno. Ci deve essere impegno continuativo. Il Pri vive da 110 anni ed è il più antico e moderno partito d'Italia, nonché migliore interprete del pensiero mazziniano".

Va bene, ma intanto al vostro interno la frattura si amplia, sono stati sfiduciati degli amministratori repubblicani …

"Le giunte passano, si rinnovano. Il problema è se riusciamo a trasmettere amore verso un'idea. Sbagliamo ad essere attaccati ad una poltrona. Io non mi sono nemmeno accorto di non essere più viceministro, perché ho svolto questo compito come servizio al mio paese. Se in giunta non si ha rilevanza politica non ha senso rimanerci, se non si incide sulle decisioni di un ente perché restare? Uno deve fare l'assessore perché altrimenti è disoccupato? Purtroppo è finito il tempo della selezione della classe politica".

Nel frattempo il presidente Giorgio La Malfa si è dimesso. Non è un segno di instabilità interna al partito?

"I rapporti con La Malfa sono molto buoni e personalmente sono molto dispiaciuto della sua scelta, mi auguro solo che questo sia un temporale estivo. Da parte mia, il mio migliore amico è il Pri e considero il Pri la mia famiglia e farò tutto il possibile per il bene del partito".

In Romagna esistono le ultime Uil repubblicane d'Italia, ma il rapporto col sindacato non è molto buono.

"Il rapporto col sindacato è stato lacerato anche in questi ultimi anni. Su certi punti da parte del partito ci sono state posizioni di rifiuto anche nei confronti di associazioni come Agci ed Endas.

Non abbiamo saputo tenere un rapporto col sindacato, e ora stiamo cercando di riprendere il filo".

(a cura di Maicol Mercuriali)

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03-08-06, 18:44
La dichiarazione di voto di Francesco Nucara

Dichiarazione di voto del segretario del Pri Francesco Nucara, nella seduta di Montecitorio, 2 agosto 2006.

"Signor Presidente, tanti sono i motivi per cui non è possibile votare la fiducia al Governo sul provvedimento legislativo in discussione, qualcuno di ordine costituzionale: non vi sono i requisiti di necessità e di urgenza.

Non discuto di quante fiducie chiede il Governo. Ciò è nelle sue prerogative e, se ritiene giusto porre la fiducia su provvedimenti di tal genere, lo faccia, ma non è un problema dell'opposizione e del paese: è un problema del Governo che, evidentemente, non rappresenta il paese, ma una parte di esso. Condivido quanto affermato dall'onorevole Giulio Tremonti, ossia che questo decreto rappresenta il 5 per cento di liberalizzazione e il 95 per cento di vessazione.

Infine, signor Presidente - visto il poco tempo che ho a disposizione, mi devo limitare a cose puntuali - voglio richiamare l'attenzione sull'articolo 20, comma 3-ter, del provvedimento alla nostra attenzione che riguarda l'editoria. Tale comma consente ad alcuni organi di partito, che non ne avrebbero più diritto, di usufruire di finanziamenti attinti dalle risorse pubbliche, con ciò massacrando l'editoria di partito o la libera editoria, che sarebbe costretta, di fatto, a rinunciare ai contributi relativi, tanto alto sarebbe il taglio cui sarebbero sottoposti. Con questo provvedimento vengono favoriti alcuni giornali e alcuni quotidiani di partito, che, in base alla legge vigente, non ne avrebbero diritto, mentre usufruiranno di cospicui finanziamenti.

Per questi e per altri motivi, noi non voteremo la fiducia a questo Governo".

******

Tra le numerose misure "necessarie e urgenti" previste nel decreto Bersani vi è anche, nell'art.20, la riduzione dei contributi pubblici ai giornali organi di partiti politici e ai giornali editi da cooperative. Il testo originale, pubblicato troppo tempestivamente dal Sole24Ore, prevedeva un taglio così alto che avrebbe di fatto azzerato i contributi. Accortisi in nottata dell'errore commesso, gli anonimi estensori del testo lo hanno modificato prevedendo un taglio ai contributi all'editoria di un milione di euro per il 2006 e di 50 milioni a partire dal 2007. Secondo calcoli approssimativi questa manovra dovrebbe portare a una riduzione dei contributi ai giornali di partito e in cooperativa di un 10% all'anno. Il provvedimento, particolarmente odioso, perché colpisce la fascia più debole dell'editoria, è stato aspramente criticato non solo dai giornali interessati ma anche dalla Federazione della Stampa e da numerosi parlamentari di entrambi gli schieramenti. Proteste che, almeno per il momento, il governo non ha ritenuto opportuno ascoltare. Ma su un altro versante, invece, è stato molto sollecito. Infatti, nella conversione in legge del decreto il governo si è affrettato ad aggiunge all'art.20 un comma aggiuntivo che modifica l'art.153 della legge 388 del 2000, che limitava i contributi ai soli organi di partito che avessero un gruppo parlamentare. Come mai tanta urgenza? E' semplice, perché Ds e Margherita non hanno più un loro gruppo parlamentare, avendone costituito uno unico nel nome dell'Ulivo. Ma Margherita e Ds hanno ciascuno un organo di stampa, Europa e L'Unità, entrambi beneficiari della contribuzione pubblica. Aver costituto nelle Camere un gruppo parlamentare unico significava perciò perdere i contributi per uno dei due giornali. Di qui la necessità e l'urgenza di modificare la legge del 2000 e prevedere il diritto ai contributi ai quei partiti che avevano un gruppo parlamentare al dicembre del 2005!

Nessuno si è scandalizzato di questa "piccola" legge ad personam passata con il voto di fiducia. Noi sì.

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04-08-06, 10:32
EDITORIA/ NUCARA: VOCE REPUBBLICANA DA' FASTIDIO A GOVERNI PRODI
Prova a farci chiudere mentre salva testate amiche più costose

Roma, 3 ago. (Apcom) - "Parrebbe incredibile ma la testata della voce repubblicana dà fastidio ai governi Prodì. Già riuscì a farci chiudere il giornale nel '96, oggi ci riprova, salvando ovviamente, testate amiche ben più costose". Lo afferma in una nota il segretario del Pri Francesco Nucara riferendosi all'articolo 20 comma ter del provvedimento che riguarda l'editoria.

tratto da
http://notizie.alice.it/notizie/search/index.html?filter=foglia&nsid=12009212&mod=foglia

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04-08-06, 19:42
Due interrogazioni presentate da Francesco Nucara/Quali interventi si stanno predisponendo per la Regione Calabria. La siccità e gli ogm
Ed è urgente porre il territorio in sicurezza

Due interrogazioni parlamentari dell'onorevole Francesco Nucara. La prima al ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio.

Premesso che:

-immediatamente dopo i tragici eventi alluvionali in provincia di Vibo Valentia, il sottoscritto interrogava il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio per avere notizie circa il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 5 maggio 2006 recante "Definizione ed attivazione del 13mo programma stralcio di interventi urgenti per il riassetto territoriale delle aree a rischio idrogeologico";

-il sottosegretario all'Ambiente e Tutela del Territorio, in data 13 luglio, in Commissione Ambiente della Camera rispondeva all'interrogazione 5 - 00053 giustificando i ritardi con le carenze della Direzione Generale competente, colpevole di non aver corredato il provvedimento della relativa istruttoria di rito e di essersi limitata ad "un mero elenco di toponimi con relativo importo finanziario...";

-non risulta al vero quanto affermato nella burocratica risposta del Ministero nella parte in cui si afferma che manca "ogni riferimento al titolo dell'intervento", in quanto i comuni interessati al 13mo programma stralcio hanno da tempo presentato i relativi progetti, spesso addirittura in modo dettagliato;

-non si hanno notizie dello stanziamento di cinque milioni di euro annunciato in modo propagandistico dal Presidente del Consiglio Prodi durante la sua visita in quella zona;

-il governo dei fiumi non si può realizzare con interventi alle foci che, anche quando necessari, per sopperire a improvvisi eventi calamitosi a nulla servono in una strategia di lungo periodo;

-tali rallentamenti nella attuazione di cui al D. M. del 5 maggio sembrerebbero finalizzati a consentire scopi promozionali a professionisti che girano con in mano il suddetto decreto.

Per sapere:

-Quali siano gli interventi che il Ministero sta predisponendo a tutela del territorio calabrese e delle zone a più alto rischio idrogeologico;

-se non ritenga opportuno ed urgente, prima di avviare un nuovo programma, sentire, anche i sindaci che in questi mesi si sono adoperati, in modo trasversale alla politica, per richiedere interventi di messa in sicurezza del territorio dei loro comuni, ed in ogni caso di rispondere, in modo molto chiaro e definitivo, alle innumerevoli richieste di finanziamento regolarmente protocollate;

-quali prospettive voglia garantire alle popolazioni colpite dall'alluvione del 3 luglio;

-se non sia il caso di chiedere alla classe politica regionale di intervenire per il raggiungimento di tali obiettivi con proprie risorse aggiuntive.

*********

La seconda interrogazione al ministro delle Politiche agricole e forestali e al ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio.

Premesso che:

-come si evince dalla letteratura scientifica e secondo quanto diffusamente riportato dalla stampa di settore, i problemi legati alla disponibilità di risorse idriche da destinare all'agricoltura divengono sempre più pressanti in ordine ai seguenti fattori:

Stagioni estive caratterizzate da un numero crescente di giorni consecutivi con temperature assai elevate nonché da una diminuzione significativa delle precipitazioni;

Abbassamento costante del livello dei fiumi e dei laghi del Nord Italia e conseguente riduzione dell'approvvigionamento idrico alle colture;

Insufficienza ed inadeguatezza degli impianti di irrigazione ed inefficienza dei sistemi di recupero e di riutilizzazione delle acque.

-E dato che gli aspetti sopra evidenziati interessano incontestabilmente *sia pure con caratteristiche precipue per ciascuna regione- tutto il territorio nazionale rivestendo, altresì, rilievo sovranazionale e giacché la portata dei danni economici conseguenti alle perdite agricole e zootecniche appare ormai insostenibile;

-dato, inoltre, che la drammaticità del quadro odierno impone, a giudizio del Presidente della Confederazione italiana agricoltori, l'immediata apertura delle chiuse dei laghi alpini, dei bacini delle centrali idroelettriche, allo scopo di far affluire l'acqua ai campi in pianura e scongiurare l'evenienza di una annata tragica come quella che, nel 2003, fece registrare danni alla produzione per oltre quattro miliardi di euro.

-Ed ancora, considerato che, piante di grande interesse economico, quali riso, pomodoro, mais, sono già disponibili nella variante ogm che le rende idroresistenti ed in grado di tollerare concentrazioni di salinità considerevoli garantendo, al contempo una adeguata resa produttiva;

-E che la ricerca scientifica bloccata, di fatto, dalla normativa attuale, potrebbe assicurare la definitiva via d'uscita rispetto a congiunture che si prospettano drammatiche ma ad affrontare le quali mancano totalmente coerenza e progettualità.

Si chiede di sapere:

se non appaia opportuno, alla luce dell'allarme sollevato dalle stesse associazioni corporative e da una rivisitata posizione da parte delle imprese agricole in merito al ricorso alle biotecnologie:

-di abbandonare posizioni di pregiudizio ideologico che hanno precluso sino ad ora il ricorso a tecnologie ogm in grado, con una programmazione tempestiva ed una applicazione corretta del principio di precauzione, di offrire soluzioni definitive a problemi consolidati evitando il ricorso affannoso quanto spesso inutile a rimedi estemporanei e, dunque, necessariamente improvvisati e transitori.

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tratto dal sito del Partito Repubblicano
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22-08-06, 19:12
M.O./ PRI: ATTIVARE MECCANISMI PER INGRESSO ISRAELE IN UE
Nucara parteciperà a incontro a Bruxelles il 13 settembre

Roma, 22 ago. (Apcom) - Il segretario del Pri, Francesco Nucara, parteciperà con una delegazione di repubblicani all'incontro degli 'Europei amici di Israele' il 13 settembre. Lo comunica una nota della segreteria del partito, aggiungendo che nell'occasione ci sarà anche un incontro con Graham Watson, presidente dell'Eldr, di cui il Pri è socio fondatore.

"Al presidente Watson - si legge nella nota - sarà avanzata la richiesta per attivare tutti i meccanismi necessari per l'ingresso di Israele nell'Unione Europea, valorizzando le iniziative di Marco Pannella in questo senso e soprattutto riprendendo il filo della storia del repubblicanesimo italiano che con Michele Cifarelli, molti anni or sono, lanciò questa idea".

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Michele Cifarelli

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tratto da
http://notizie.alice.it/sitesearch/index.html?filter=foglia&nsid=12021210&mod=foglia

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29-08-06, 18:25
MAFIA/ NUCARA (PRI): I REPUBBLICANI NON DIMENTICANO LIBERO GRASSI
Da allora passi avanti importanti dello Stato, ma dolore resta

Roma, 29 ago. (Apcom) - "A quindici anni di distanza dal suo omicidio, il movimento repubblicano non lo ha dimenticato. La frequentazione, l'amicizia il comune impegno politico, i valori ideali di Libero sono i nostri stessi immutati". Lo scrive il segretario del Pri Francesco Nucara in un articolo, pubblicato sul quotidiano del partito, dedicato alla figura di Libero Grassi.

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"Il giorno della sua morte fu un giorno tremendo per tutti noi. Avvertimmo chiaramente - ricorda Nucara - come lo Stato in Sicilia non riuscisse a proteggere i suoi cittadini migliori. Vorremmo poter dire che da allora abbiamo fatto dei passi avanti importanti e li abbiamo fatti, certo. Ma non tali - conclude - da farci superare il dolore che ancora proviamo per aver visto il corpo di Libero steso su una tavola senza vita".

tratto da http://notizie.alice.it/notizie/

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05-09-06, 21:04
Nucara: ho visto Capezzone e Mastella, forse novita' per europee

''Ho visto Daniele Capezzone della Rosa nel Pugno e Mastella dell'Udeur. Forse e' il caso di far nascere qualche elemento di novita' in vista delle elezioni europee''. Lo ha affermato il segretario del Pri, Francesco Nucara, a margine della conferenza stampa per illustrare la proposta di legge sull'istituzione del Consiglio delle associazioni islamiche italiane.

''Le europee sono tra tre anni di tempo - ha aggiunto Nucara - quindi abbiamo tempo per parlare''. Nucara ha precisato che su argomenti come ''Israele, l'Europa, le liberalizzazioni, Capezzone ed io la pensiamo allo stessa maniera. Perche' lui deve stare nel centrosinistra e io nel centrodestra?''.

Roma, 5 settembre 2006 (Asca)

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tratto dal sito del Partito Repubblicano
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05-09-06, 21:14
Conflitto interessi/Nucara: ce l'ha di piu' Berlusconi o Rutelli?

''E' una stupidaggine l'inelegibilita' di un cittadino italiano. Caso mai possono essere fissate delle incompatibilita'''. Lo ha affermato il segretario del Pri, Francesco Nucara, intervenendo sul conflitto di interessi.

''Aspettiamo con interesse la proposta - ha detto Nucara nel corso di una conferenza stampa - ma non so se e' piu' in conflitto di interessi Silvio Berlusconi con le sue aziende, oppure Francesco Rutelli con sua moglie che potrebbe occupare uno spazio di Domenica In. Forse - ha concluso il segretario del Pri - il buon senso dovrebbe suggerire di non mandare la propria moglie a condurre Domenica In''.

Roma, 5 settembre 2006 (Asca)

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11-09-06, 18:54
Nucara a Ospedaletto (FC). Gli interventi degli amici/Lasciata piena autonomia alle organizzazioni territoriali. L'Edera e i Radicali
I repubblicani e i rapporti con altre forze

Nell'ambito delle "Settimane repubblicane" della sezione Ospedaletto di Forlì, il segretario nazionale Nucara ha partecipato ad un incontro con gli amici del Pri organizzato dall'instancabile Virginio Pasini.

Dopo una breve introduzione di Pasini, è intervenuto l'amico segretario regionale Widmer Valbonesi. Nel suo discorso sono state tracciate le linee del futuro impegno repubblicano, centrando i problemi sui contenuti, a prescindere dagli schieramenti. Continuando, ha criticato l'attuale governo per quanto riguarda, soprattutto, la politica estera, proseguendo poi sulla finanziaria, e senza risparmiare opinioni negative sul precedente governo.

Concludendo, Valbonesi ha posto un problema quasi pre-politico. "Bisogna redigere una carta dei valori repubblicani chiamando a raccolta quanti si sentono repubblicani, a prescindere dalla tessera che hanno in tasca".

Numerosi gli interventi: quasi tutti incentrati sui problemi del Comune e della Provincia di Forlì.

Rivizzigno: "Non si può stare nella giunta del comune di Forlì. Gli assessori ex-repubblicani avrebbero dovuto avere la dignità di dimettersi".

Malucelli: "Le leggi approvate dal Parlamento, buone o cattive che siano, vanno applicate e non può essere il corpo giudiziario a deciderne la loro applicazione".

Rosati: "Pensiamo all'Europa nel solco della tradizione che ci ha tramandato Ugo La Malfa. Se l'Europa si divide, l'Italia sprofonderà nel Mediterraneo".

Bagnoli: "Valbonesi critica i vertici del Pri, ma non si capisce su quali basi. Sarebbe utile invece sapere le determinazioni che vuole assumere il Pri forlivese sui transfughi repubblicani".

Ballani: "Gli ex repubblicani devono andare via dalle giunte. Non rappresentano più il Pri".

Zanzi: "La migliore collocazione sarebbe quella dell'autonomia. Condivido l'intervento di Valbonesi anche se nel Pri appartengo ad una maggioranza congressuale diversa. No a problemi artificiosi e a diatribe dannose. Bisogna ricercare l'interesse del Pri attraverso i suoi valori".

Francesco Nucara ha chiuso il dibattito ringraziando per l'invito rivoltogli e sottolineando che, oltre al piacere di incontrarli e dibattere con loro, aveva anche il dovere della partecipazione, essendo egli deputato di quella circoscrizione elettorale.

Nucara ha proseguito entrando nel merito della di-scussione. L'intervento di Valbonesi è stato giudicato positivo, pur sottolineandone le contraddizioni. Tuttavia le contraddizioni stesse - secondo Nucara - avevano un valore positivo perché erano la dimostrazione del travaglio in atto nel Pri, apertosi con la discussione svoltasi nell'ultimo Consiglio Nazionale. La speranza è che dopo un travaglio ci possa essere un parto felice.

Nelle sue argomentazioni il segretario nazionale ha svolto un'analisi sulla politica estera mettendo a confronto il ruolo, per lo meno confuso, che svolge l'attuale governo sullo scenario internazionale rispetto al prestigio di cui godeva il precedente governo. E, proseguendo sui temi dello sviluppo, Nucara ha colto l'occasione per ribadire il caos attuale tra le forze politiche di maggioranza e opposizione.

"Abbiamo moltissimi punti in comune con Capezzone e la Bonino, e quasi nessuno con Alemanno e Calderoli. Io non capisco perché Capezzone è collocato nell'attuale maggioranza, come egli non capisce perché il Pri stia nella CdL. L'auspicio è quello di fare insieme battaglie sui punti condivisi. E sono tanti".

Per quanto riguarda i temi locali il segretario nazionale lascerà "piena autonomia alle organizzazioni territoriali". Tuttavia il Pri deve riaffermare la propria dignità politica ponendo un problema di rapporti tra le forze che hanno avuto successo elettorale, prima ancora di una verifica programmatica.

Finito l'incontro Nucara ha svolto un breve giro tra i tavoli dove si svolgeva la cena repubblicana ed è partito alla volta di S. Pietro in Campiano, dove l'attendevano, a casa De Modena, numerosi amici e rappresentanti istituzionali di Ravenna.

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11-09-06, 18:58
Nucara a S. Pietro in Campiano
Una condotta "giusta" non può prescindere dalla "giustezza" dei valori

Questo è l'intervento che il segretario del Pri Francesco Nucara ha tenuto domenica scorsa ai repubblicani di S. Pietro in Campiano.

Sono qui, come ormai da diversi anni, per festeggiare l'amico Bruno De Modena. Voglio però, proprio in onore di Bruno, uscire dall'usuale retorica sull'amicizia e comunicare a lui e ai suoi e miei amici un pensiero libero sulla politica e su cosa può significare il valore aggiunto dell'amicizia in politica, perché con Bruno di questo si tratta.

Cito uno scrittore che non amo molto. Secondo Alberoni, che a sua volta cita Confucio, ci sono cinque relazioni interpersonali riconducibili alla definizione di amicizia.

In quattro casi i rapporti sono gerarchici o familiari, nel quinto caso sono rapporti di parità.

Per stabilire questi rapporti bisogna che si distingua il giusto dall'errato, non come semplice comunicazione di opinioni, bensì come costante impegno etico.

È uscito in libreria, solo da qualche giorno, il "Manuale di Epitteto".

Chi era Epitteto? Un filosofo stoico vissuto nel primo secolo dell'era cristiana, che aveva influenzato molto Adriano, l'imperatore che con grande anticipo aveva preconizzato la decadenza dell'impero romano.

Il terreno della politica è per elezione il campo in cui l'uomo, essere raziocinante, può al meglio esercitare la ricerca della giustezza, all'interno della ricerca che egli continuamente deve fare su se stesso per il suo operato.

Secondo Epitteto gli uomini non devono stancarsi mai di esercitarsi sulla ricerca della linea discriminale tra "coscienza" delle proprie possibilità e certezze, e "incoscienza" delle stesse.

Intendendo per "coscienza" l'instancabile attenzione a ciò che è alla nostra portata e di nostro imprescindibile dominio e, di contro, per "incoscienza", l'ignoranza di quanto sopra.

Se cerchiamo di realizzare obiettivi che non dipendono da noi ma da altri o da circostanze non condizionabili dalla nostra volontà o dalla nostra possibilità di intervento, ci allontaniamo sempre di più dalla "giustezza" del nostro agire.

Da buoni laici non possiamo che fare nostra l'affermazione che bisogna praticare con esercizio costante la distinzione tra "ciò che dipende da noi e ciò che non dipende da noi".

Spesso accade nella vita, e soprattutto nella vita politica, di attaccarsi a ciò che non è dipeso da noi, non riuscendo a capire "che le cose a cui ci leghiamo sono doni provvisori".

Ora, cari amici, mi sorge il dubbio che il Pri non sia stato fondato nel 1895, se già nel primo secolo dell'era cristiana si conoscevano, paradossalmente, mi sia concesso, gli accadimenti che hanno contraddistinto la vita del nostro partito in questi ultimi anni.

Accadimenti che peraltro sono il leit motiv dell'intera classe dirigente di questo paese.

I repubblicani da sempre si considerano diversi e diversi ci ostiniamo a dire che lo sono.

Bisognerebbe capire se si può ancora sperare che la loro "diversità" possa ricondurli ancora a fare generosamente e dignitosamente parte di una "specie" politica, affrancandoli una buona volta dall'appartenenza, invece, alla odierna "fauna" politica.

Io credo che nella politica, come nell'amicizia, bisogna essere disposti più a dare che a ricevere.

E invece la realtà è esattamente il contrario.

Finché potrò riterrò sempre mio dovere combattere contro questa realtà.

Se impariamo quindi a perseguire la "giustezza" dei nostri giudizi di valore, la nostra condotta sarà anch'essa "giusta".

Roma, 11 settembre 2006

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13-09-06, 22:35
Nucara a Cerignola

Giovedì 14 settembre, ore 19,00, il segretario nazionale del Pri Francesco Nucara interviene, a Cerignola, a un dibattito nell'ambito della Festa regionale di An. Partecipano: Alemanno, De Michelis, Buccico, Landolfi, Guzzanti.

http://www.storiamedievale2.net/Storia/images/Torre%20Alemanna.JPG

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13-09-06, 22:41
Nucara a Ravenna ad un tradizionale appuntamento/Per il segretario dell'Edera è questa l'isola felice dei repubblicani
"Discutiamo, ma ci siamo riavvicinati"

Ufficialmente è soltanto il compleanno di Bruno De Modena. Ma la festa di fine estate organizzata come ogni anno dal "fedelissimo" di Giorgio La Malfa in Romagna, si trasforma di fatto anche in un atteso appuntamento per i repubblicani.

Accanto ai rappresentanti delle istituzioni ravennati (il sindaco Fabrizio Matteucci, il presidente della Provincia Francesco Giangrandi, il senatore Vidmer Mercatali), nella tenuta "Ca' De Modena" di San Pietro in Campiano l'altra sera c'erano ance il segretario nazionale del Pri Francesco Nucara, il vicesindaco Giannantonio Mingozzi, l'assessore provinciale Eugenio Fusignani, l'ex parlamentare cesenate Denis Ugolini, il segretario dell'Edera cesenate Mario Guidazzi. Assente giustificato Giorgio La Malfa: era a Bruxelles.

http://www.emiliaromagnacitta.it/comuni/fotoravenna/ravenna%201.jpg

Un anno fa, sempre al compleanno di Bruno De Modena, Francesco Nucara annunciò ai repubblicani ravennati che avrebbe concesso il simbolo per le elezioni amministrative. Adesso si fanno i bilanci di quell'operazione.

"Ravenna – commenta il segretario dell'Edera – ha dimostrato di essere un'isola felice per il Pri. Il risultato delle amministrative è stato molto buono perché si è riusciti a trovare un'unità del partito. Purtroppo le liti tra di noi incidono molto. Qui, invece, le diverse linee politiche del partito (alleanze con il centrosinistra, con il centrodestra e autonomia) hanno saputo creare un fronte comune, pur nella diversità delle posizioni, gettando le basi per il successo del partito".

Alle politiche, però, eravate alleati con il centrodestra e il risultato non è stato altrettanto soddisfacente. Non crede che a portare voti sia stata l'intesa con il centrosinistra?

"Da sempre il Pri è un partito che ottiene risultati migliori alle amministrative rispetto alle politiche. E non credo che la chiave del successo sia stata l'alleanza col centrosinistra: l'abbiamo proposta anche per la Provincia di Forlì, dove i repubblicani avevano guidato l'ente per dieci anni consecutivi, eppure i risultati sono stati deludenti".

Cosa ha fatto la differenza, allora?

"In Romagna i cittadini danno per scontata la buona amministrazione, che noi abbiamo garantito ovunque. Ma a Ravenna, evidentemente, c'è stata più attenzione per i progetti, per i programmi e per i valori repubblicani. Quando c'era qualcosa che non andava, la nostra voce si è sempre fatta sentire. Sono queste le cose che ci chiedono gli elettori".

Però avete sottoscritto il programma di coalizione….

"E' vero, ma quel programma è il frutto di una mediazione politica. E all'interno delle alleanze, di destra o di sinistra, dobbiamo essere più decisi. Non dobbiamo aver paura di difendere, nell'interesse dei cittadini, anche posizioni scomode o controcorrente".

Esempi di battaglie scomode?

"L'ESS, tanto per restare in zona".

Come vanno i rapporti nel partito?

"A primavera faremo un congresso sulla linea politica. Ma finalmente si respira un clima nuovo. Ricordo il primo congresso provinciale che feci a Ravenna da segretario nel 2002: in tutta la mia vita politica non ho mai ricevuto tanti insulti come quella sera. Ora il rapporto è di discussione e non più di litigio. C'è stato un avvicinamento importante".

Da "Il Resto del Carlino", 12 settembre 2006

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15-09-06, 19:22
Nucara, dibattito con esponenti della CdL/Ritorna il tema della leadership
Calabria: giunta che altrove non sarebbe tollerata

Il segretario del Partito repubblicano, Francesco Nucara, ha partecipato a Cerignola ad un dibattito a più voci (Landolfi, Alemanno, De Michelis), ospite di una festa di Alleanza Nazionale.

Il tema era il centrodestra, la coalizione guidata da Silvio Berlusconi, all'indomani - ormai sono passati quasi cinque mesi - della sconfitta elettorale. Ed il dubbio che è emerso da quella sede di confronto era proprio se la Cdl, così come la si era conosciuta, esistesse ancora, e se Berlusconi ne fosse ancora il leader. Non è un problema accademico, perché, oltre la posizione frondista dell'Udc, non solo i principali partiti dell'opposizione si fanno nel merito molte domande: il Pri, che spesso è stato, anche se non per sua volontà, con un piede dentro ed un altro fuori dalla coalizione, ha un problema di rapporto con l'alleanza, a cominciare ad esempio dal livello locale.

Nucara, nel suo intervento, è proprio partito da questa considerazione, e cioè che mentre An ha una struttura di partito, i socialisti altrettanto, e il Pri vota in ogni organismo deliberante, con Forza Italia, tolto Berlusconi, non si sa mai con chi parlare - e certo Berlusconi non può occuparsi di tutto. E' evidente che è difficile, a valle dei problema politici, un'alleanza che ha come perno un partito che strutturalmente non c'è, come Forza Italia. Si dirà che c'è comunque Berlusconi e sarà pur qualcosa. Ma che dire di un leader che si trincera per tre mesi di vacanza nella sua villa in Costa Smeralda? Per quanto gli si possa voler bene ed averlo in simpatia, una tale latitanza sul piano politico di chi ha pure la responsabilità di guida dell'opposizione è grave, gravissima. E teniamo presente che il Partito repubblicano ha sempre sostenuto la necessità che nessuno mettesse in questione la leadership di Berlusconi, anche quando tutti sembravano volerla discutere. Ma se Berlusconi è assente dalle scene per troppo tempo, va da sé che il problema della leadership si riproponga naturalmente. Senza contare che vi sono stati segni inquietanti da parte di chi pure è molto più vicino a lui di quanto possano esserlo i repubblicani e che, ciononostante, confidenzialmente si sente in grado di licenziarlo. Socci che dice all'ex premier, a proposito delle notti brave in Costa Smeralda, che sembra Don Lurio. Ferrara che sul "Foglio" commenta il discorso di Gubbio così: "Berlusconi ci riprova ma non convince più". Allora è chiaro che la sconfitta elettorale, soprattutto per come essa si è sviluppata, ha pesato e continua a pesare. Ma ora occorre chiedersi se si è in grado o meno di guardare avanti e di gettarsi una stagione alle spalle. Per fare questo non serve solo una ritrovata disponibilità di impegno e di lavoro, ma anche un animo sereno. Noi, ad esempio, non abbiamo sempre condiviso molte critiche che dalla Cdl si sono mosse al premier e, in alcuni momenti, ci sono parse troppo pessimistiche sulle sorti elettorali, quasi capaci di contribuire alla sconfitta. Ma non per questo possiamo comunque sostenere l'idea che chiunque si ponga su un piano critico sia un traditore e come tale possa essere bollato.

E quali che siano i problemi all'interno della Cdl, così come il desiderio di maggiore libertà per ciascuna delle componenti, il segretario del Pri ha difeso a fondo il sistema proporzionale, che vuole perfezionare con le preferenze e abbassando la soglia di sbarramento. Sul fonte della maggioranza, è poi davvero difficile pensare ad una qualche attrazione esercitata dal centrosinistra. Non solo per le prove del governo nazionale, che pure non sono esaltanti, ma anche per quelle offerte in scala regionale. E Nucara non poteva esimersi da un commento sulla sua Regione, sulla situazione calabrese. "In nessun paese civile al mondo - ha detto - sarebbe stato possibile il mantenimento in vita, dopo quello che è successo, della giunta della Regione Calabria. Troppi sono stati gli esponenti politici ed i partiti della maggioranza coinvolti negli scandali". Ma si sa che la giustizia in Italia ha due pesi e due misure, "anche se la politica ne ha di più".


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23-09-06, 19:25
Biondi, Rotondi e Nucara reputano che sia giunta l’ora dell’impeachment per il presidente del Consiglio
Gli 007 deviati all’interno della telefonia sono il macigno che può pensionare Prodi

di Ruggiero Capone

La valanga Telecom ha ormai assunto dimensioni tali da non poter essere più spacciata per una palla di neve scagliata contro Romano Prodi. Quest’ultimo, poi, non può più sostenere di non essersi accorto d’essere stato seppellito sotto un cumulo di neve che, a ben guardare, ha colore marrone. “Fa caldo e la neve s’è sciolta, e sotto è emerso un gran cumulo di letame”, esclamano ridacchiando dalla Cdl. Intanto Alfredo Biondi (senatore e presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia) ha sottolineato che “Prodi può stare tranquillo, tanto Guido Rossi ha detto che non ha intenzione di presentare denuncia: notizia questa tanto tranquillizzante per Prodi quanto superficiale per le Procure”. “Se, infatti, la prolusione che ha fatto Prodi sui colloqui con Tronchetti Provera dovesse essere ritenuta idonea a determinare un’artificiosa alterazione dei titoli in borsa - continua Biondi - l’azione penale sarebbe obbligatoria quanto autonoma rispetto alla benevolenza del professor Rossi che non credo possa impedire l’obbligatorietà dell’azione penale: allo stato, non è stato ancora aperto alcun fascicolo sulla società”. La vicenda Telecom è stata anche oggetto d’esame dei lavori della Direzione nazionale del Pri, nello specifico il segretario repubblicano Francesco Nucara ha parlato chiaramente di impeachment per Prodi.

“Il presidente del Consiglio è costretto a riferire alle Camere perché il suo rifiuto pregiudiziale era divenuto insostenibile per la sua stessa maggioranza - sostiene il repubblicano -. O il presidente Prodi ha mentito sul fatto di non sapere dello studio di Rovati, e per questa ragione si deve dimettere, o non ha mentito e non ha dunque nemmeno il controllo dei suoi personali collaboratori, cosa che squalifica un capo del governo - continua il segretario Pri -. Se ciononostante rimarrà ad occupare la poltrona, sarà un presidente del Consiglio dimezzato”. “Su Telecom Prodi ha dato un’immagine di sé non proprio esemplare - afferma Gianfranco Rotondi (segretario della Democrazia cristiana) -. Ha capito con ritardo, molto ritardo, di trovarsi nel torto perché è dovere del presidente del Consiglio riferire alle Camere, non già un piacere da fare alle istituzioni parlamentari. La questione delle intercettazioni rappresenta un altro lato oscuro di questo puzzle. Non è più garantita la privacy dei cittadini: è necessario istituire una Commissione d’inchiesta con poteri speciali. La vicenda sta prendendo una brutta piega e una deriva che segnala una vera e propria crisi di sistema. Senza esagerare - chiosa Rotondi - si può dire che è a rischio la democrazia”.

tratto da http://www.opinione.it/

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25-09-06, 22:07
Dichiarazione del segretario del Pri

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha rilasciato la seguente dichiarazione sull'eutanasia:

"Per i repubblicani l'eutanasia è una dolorosa ma a volte inevitabile scelta di decenza che merita e deve essere riconosciuta come un diritto. Bene ha fatto il capo dello Stato a porre l'esigenza di avviare per lo meno un dibattito nel paese in funzione di arrivare ad un disegno di legge. Semmai stupisce il grado di arretratezza culturale e di oscurantismo che in questo dibattito, fin dai suoi primi passi, già si è dimostrato".

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28-09-06, 21:23
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpghttp://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Battisti/Battisti_-_La_canzone_del_sole.mid

Prodi/Nucara: "Attacco al capitalismo"

"Un esempio di quando le marginalita' diventano centrali. L'attacco congiunto al sistema capitalistico italiano del presidente del Consiglio e del capogruppo di Rifondazione comunista, Francesco Giordano, ne e' la prova piu' evidente". Lo ha dichiarato il segretario del Pri, Francesco Nucara in riferimento all'informativa sul caso Telecom.

Roma, 28 settembre 2006 (Velino)

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28-09-06, 21:34
Telecom/Pri: da Prodi provocazione

''Prodi ha scelto la strada della provocazione per ottenere quella solidarieta' di maggioranza che altrimenti non gli sarebbe stata concessa. Come si e' capito anche dalla mancanza ai banchi del governo del vicepremier D'Alema'': lo afferma il segretario del Pri Francesco Nucara.

Roma, 28 settembre 2006 (ANSA)

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nuvolarossa
29-09-06, 19:38
Valbonesi: l'innata dignità della politica
Non comprerete l'anima dei repubblicani

di Francesco Nucara

Il fondo della "Voce" del 12 settembre scorso era titolato: "Una condotta giusta non può prescindere dalla giustezza dei valori". E sullo stesso numero, in un servizio da Ospedaletto (FC), veniva riportata una mia dichiarazione: "Tuttavia il Pri deve riaffermare la propria dignità politica ponendo un problema di rapporti tra le forze che hanno avuto successo elettorale prima ancora di una verifica programmatica".

Le cronache di queste ultime ore sono più che altro dei reportage fotografici della storia del Pci, che è tuttora viva e attiva nella storia di alcuni dirigenti, con in tasca una scolorita tessera del Partito comunista, ora chiamato Ds. Il comportamento del sindaco di Forlì e quello del presidente della Provincia sono semplicemente vergognosi. Se su questi metodi si dovesse basare il viatico per la costruzione del partito democratico, allora sì, povera Italia.

I due amministratori che guidano i massimi organismi locali hanno lunga militanza politica e ben sanno che la storia di questo Paese non si è mai costruita sulle persone, nemmeno quando si trattava di personalità forti dello scacchiere nazionale ed internazionale, bensì sulle organizzazioni politiche. Né la politica repubblicana si è mai costruita attorno al desco familiare.

Essa si è sempre costruita nei congressi, nei dibattiti: dalle sezioni fino ai vertici nazionali.

Winston Churchill affermava che si può lasciare il proprio partito per seguire le proprie idee ma aborriva, come noi, coloro che lasciano il proprio partito per inseguire ed occupare poltrone che appartengono ad altri.

E' esattamente questo l'operato di chi prende una cosa frutto del lavoro altrui. Prima che i repubblicani, questo problema se lo dovrebbero porre il sindaco Masini e il presidente della Provincia, Massimo Bulbi.

Non sappiamo quale risposta si potranno dare. I repubblicani se la sono già data e giudicano le giunte forlivesi già moralmente morte.

Non si tratta di incunearsi nelle diversità di opinioni tra la segreteria nazionale repubblicana e la segreteria provinciale di Forlì-Cesena. All'allora segretario provinciale, coltivato nell'incubatrice comunista, familiare e politica, fu data la delega per costruire alleanze tra il Pri e il centrosinistra. Quella trattativa, egregio signor sindaco ed egregio signor presidente della Provincia, fu fatta in nome e per conto del Pri, ed è al Pri che dovete moralmente e politicamente rispondere dei vostri atteggiamenti, in altri tempi censurabili anche dai vostri partiti di appartenenza.

Potete aver preso una o più persone con la "mazzarinata" dell'adesione al partito democratico, ma con queste premesse non avete speranza di "contatto" con l'anima del Partito repubblicano italiano. Il partito democratico, se dovesse nascere con queste premesse ideali ("Vieni con noi e puoi rimanere in giunta"), sarebbe già un mostriciattolo senza vita che vi tenete nel vostro caldo grembo.

Ai repubblicani forlivesi, cesenati, romagnoli, italiani, solo l'onere di tenere la testa alta, seguendo ed aggiornando gli insegnamenti di Aurelio Saffi. Il responsabile provinciale Valbonesi ha dimostrato come si assimila e si esplica l'innata dignità della politica, che per un repubblicano dovrebbe essere pane quotidiano. Dov'è andato a finire il moralismo del Pci * Pds * Ds degli ultimi vent'anni?

A farsi friggere. Tutto falso, allora, come tutta falsa è oggi la disponibilità politica verso i transfughi, soprattutto del Pri.

Che ruolo hanno avuto gli pseudo - repubblicani passati nei Ds non è dato sapere. Quanti sono andati nei Ds negli anni Novanta vengono dati per dispersi e una task-force li cerca per riportarli a casa. Ma non li trova. Hanno perso la memoria, se mai ce l'hanno avuta.

Sosteneva Gramsci che "non può esistere quantità senza qualità…ogni contrapposizione dei due termini è un non senso razionalmente" E, più avanti, "…che solo un sistema di ideologia totalitaria riflette razionalmente la contraddizione della struttura e rappresenta l'esistenza delle condizioni oggettive per il rovesciamento della prassi. Se si forma un gruppo sociale omogeneo al 100% per l'ideologia, ciò significa che esistono al 100% le premesse per questo rovesciamento".

Sansavini e gli altri fuoriusciti si sono integrati al 100%.

Gramsci però non si chiama Pedulli.

Si scrive Gramsci e si legge Gramsci.

Roma, 29 settembre 2006

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02-10-06, 19:05
Finanziaria/Nucara: nessuna manifestazione di piazza per repubblicani
La nostra opposizione sara' in Parlamento

"I repubblicani non parteciperanno a manifestazioni di piazza. Ci opporremo alla Finanziaria con tutte le nostre forze, anche se modeste, in Parlamento''. Lo ha dichiarato il segretario del Pri, Francesco Nucara.

Roma, 2 ottobre 2006 (Adnkronos)

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03-10-06, 15:55
FINANZIARIA/ NUCARA A CAPEZZONE: COMBATTIAMO
Pronto a incontrare esponente Rnp

Roma, 3 ott. (Apcom) - Il segretario del Pri, Francesco Nucara, è pronto ad incontrare Daniele Capezzone della Rosa nel pugno per "verificare insieme se esistono le condizioni necessarie per una battaglia che accomuni i liberali dei due poli". Lo rende noto un comunicato del Pri. "Stimo Capezzone - spiega Nucara - ma dubito che sia slegato da vincoli di maggioranza. Vedremo".

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

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09-10-06, 19:24
Finanziaria, Nucara: "Tavolo volenterosi e' per bene Paese"

"Le affermazioni del capogruppo di Rifondazione comunista, Franco Giordano e di quello ulivista, Dario Franceschini, se da un lato ci preoccupano per il loro settarismo, dall'altro ci invogliano a dare maggiore forza al 'tavolo dei volenterosi', proposto da Daniele Capezzone". Lo ha affermato il segretario del Partito repubblicano italiano, Francesco Nucara, in merito alle dichiarazioni del segretario del Prc, secondo il quale eventuali intese con la Cdl porterebbero "alla fine dell'Unione". Anche Franceschini si era detto contrario alla proposta di Capezzone, sostenendo che "e' bene evitare pasticci e confusioni". Secondo Nucara, quindi, "se la coalizione di governo fosse stata in grado di costruire una Finanziaria migliore lo avrebbe gia' fatto e non avrebbe avuto bisogno di 'volenterosi'. Il 'soccorso' proposto da Capezzone - ha concluso il segretario del Pri - e' per il bene del Paese e probabilmente avra' dei costi politici che qualcuno dovra' pagare".

Roma, 9 ottobre 2006 (Velino)

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10-10-06, 20:17
Finanziaria/Corte Conti: Nucara, governo confuso
Bisogna affrontare subito riforma pensioni

''Ha pienamente ragione il presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini, quando afferma che il ritardo nell'affrontare la riforma del sistema pensionistico ha gia' prodotto danni rilevanti e che non e' ulteriormente rinviabile a futuri provvedimenti legislativi''. Lo dichiara il segretario del Pri, Francesco Nucara, che aggiunge: ''Che il nodo della previdenza non sia stato affrontato dalla Finanziaria per reverenza nei confronti delle corporazioni sindacali, azioniste di riferimento di questo governo, come e' stato giustamente osservato, e' quantomeno scandaloso''.

''Se a questa inerzia si aggiunge la manovra di finanza creativa che scippa alle aziende il Tfr, compensandole a mala pena con il taglio dell'Irap, e determina una competizione tra lo Stato e le forme di previdenza complementare, allora - conclude - il quadro e' chiarissimo: il governo naviga irresponsabilmente tra confusione e contraddizioni''.

Roma, 10 ottobre 2006 (ANSA)


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11-10-06, 19:58
Nucara nel direttivo Italia - Cina

L'onorevole Francesco Nucara è nel direttivo dell'Associazione interparlamentare Italia - Cina.

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11-10-06, 20:00
Finanziaria/Nucara a Fioroni,'volenterosi'? Ma Lusetti no...

''Fioroni afferma che i parlamentari sono tutti 'volenterosi'. Peccato che Renzo Lusetti della Margherita, stesso partito del ministro, ha dimostrato di non esserlo affatto, dando l'impressione di presentarsi al tavolo solo per farlo fallire...''. E' la replica di Francesco Nucara, segretario del Pri e uno tra gli aderenti all'iniziativa dei 'volenterosi', al ministro diellino dell'Istruzione.

Roma, 11 ottobre 2006 (ANSA)

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12-10-06, 17:00
Tavolo dei volenterosi

Caro direttore, nel resoconto del suo giornale sul primo incontro di lavoro del cosiddetto "tavolo dei volenterosi", è saltato dall'elenco dei presenti, il mio nome. Poco male, se il problema riguardasse soltanto la mia persona. La questione, però, è un'altra ed è squisitamente politica. Il 3 ottobre, in qualità di segretario del Pri, ho formalizzato un invito a Capezzone e al Partito radicale per verificare le possibilità di un impegno comune ai liberali dei due poli. L'invito è stato prontamente accolto da Capezzone, che ha subito lanciato l'idea del "tavolo dei volenterosi", trasversale agli schieramenti, per tentare di "raddrizzare" una finanziaria eccessivamente sbilanciata sulle istanze statalistiche e populiste che ipotecano l'attuale maggioranza. L'iniziativa ha avuto, per il momento, successo raccogliendo molti e qualificati esponenti dei due campi. Non ho la palla di vetro per sapere se il "tavolo dei volenterosi" prevarrà sulle logiche di schieramento, ma sono fidu
cioso. Quello che voglio sottolineare è che i partecipanti erano presenti a titolo personale, e qualcuno anche come osservatore, tranne però due soggetti presenti "a titolo collettivo": la Rosa nel Pugno, oggi nel centro-sinistra, e il Partito repubblicano, oggi nel centro-destra. Credo che non sia politicamente insignificante e che, forse, giornalisticamente andrebbe sottolineato. Ripeto, non ero al tavolo a titolo personale, bensì in qualità di segretario del Pri, un partito da sempre critico sull'anomalo sistema bipolare nel quale siamo stati costretti e da sempre fautore di istanze liberali e liberalizzatrici, che prima o poi dovranno prevalere, in un modo o nell'altro, se si vuole veramente rinnovare il nostro sistema Paese in termini di efficienza e concorrenzialità. Con stima

Francesco Nucara Segretario del Partito Repubblicano

tratto da http://www.ilriformista.it/documenti/edicola.asp

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12-10-06, 19:05
TV/ NUCARA: CON SINISTRE AL GOVERNO PLURALISMO DIMINUISCE
"Berlusconi dovrebbe essere contento.."

Roma, 12 ott. (Apcom) - "Berlusconi dovrebbe essere contento. Ci aspettavamo l'oscuramento delle reti Mediaset, la gogna pubblica per i suoi dipendenti e magari un sermone di Prodi a reti unificate programmato per tutta la settimana". Il segretario del Pri Francesco Nucara commenta cosi' il ddl di riforma in materia di servizio televisivo approvato oggi dal consiglio dei ministri.

"Meno contenti - aggiunge - invece dovrebbero essere gli italiani, perché, come è evidente, con le sinistre al governo il tasso di pluralismo democratico diminuisce. Ci auguriamo che nella maggioranza vi sia qualche forza politica responsabile che sappia giudicare con serenità questo problema".

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

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12-10-06, 21:01
Nucara: il governo faccia arrivare l'alta velocità fino a Palermo

Intervento dell'on. Francesco Nucara alla Camera nel dibattito sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, 11 ottobre 2006.

Signor Presidente, il problema della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina è antico. Ricordo, infatti, che quando l'ex ministro Signorile, all'inizio degli anni Ottanta, chiese che fosse assegnato ad una Commissione parlamentare in sede legislativa un provvedimento relativo al ponte sullo stretto, io stesso - che allora, come adesso, ero deputato del partito repubblicano - raccolsi, assieme all'onorevole Rutelli (all'epoca deputato del Partito radicale), le firme necessarie per evitare che tale provvedimento fosse esaminato in quella sede. Qualche anno dopo, nel 2001, l'onorevole Rutelli affermò, invece, che nel 2011 avrebbe inaugurato il ponte sullo stretto di Messina. Alcuni hanno cambiato idea, e non vi è nulla di strano in ciò; il problema sussiste se hanno cambiato idea anche in ordine all'infrastrutturazione del Mezzogiorno, della Calabria e della Sicilia. In altri termini, se non si vuole costruire il ponte sullo stretto e, contemporaneamente, non si desidera realizzare l'alta velocità ferroviaria, non si vogliono ammodernare le autostrade e non si intende migliorare gli aeroporti, esiste sicuramente un problema. La questione, pertanto, è molto più complessa di quanto non sia la realizzazione del ponte in sé. Vorrei evidenziare che la risoluzione presentata dai deputati appartenenti alla maggioranza risulta anche contraddittoria nella sua formulazione. Alcuni, infatti, chiedono di non costruire il ponte sullo stretto di Messina, mentre altri propongono di realizzare le infrastrutture autostradali. Peccato che ad ammodernare le autostrade non vi abbiano pensato i Governi che si sono succeduti dal 1996 al 2001, perché se ne è fatto carico il precedente esecutivo. Credo che il vero problema che si debbano porre i ministri Bianchi e Di Pietro sia la realizzazione delle ferrovie ad alta velocità fino a Palermo: in tal caso, infatti, il ponte sullo stretto di Messina nascerà da sé! Se ciò non dovesse essere realizzato, se ciò non dovesse accadere, allora sarà dimostrata l'esistenza di un pregiudizio nei confronti dell'infrastrutturazione del Mezzogiorno. Ciò esula dalla questione della realizzazione del ponte, ed è proprio su tali temi che il Governo dovrà rispondere.

tratto da http://www.pri.it

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12-10-06, 21:21
Finanziaria/Draghi: Nucara,'volenterosi' isolati? No, Prodi
Premier e' al comando, ma non sappiamo fino a quando...

''Ascoltando le parole del Governatore della Banca d'Italia sulla finanziaria, e' evidente che non e' il tavolo dei 'volenterosi' ad essere isolato, ma e' sempre piu' Prodi un uomo solo, non sappiamo fino a quando al comando''. Lo afferma in una nota il segretario del Pri Francesco Nucara.

Roma, 12 ottobrecolor] 2006 (ANSA)

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tratto dal sito del Partito Repubblicano
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19-10-06, 19:02
Finanziaria/Nucara: fiducia? Unione tira calcio a Capo dello Stato
Correggere legge elettorale, si' proporzionale e voto preferenza

'Se il governo ha deciso di porre la fiducia ha anche deciso di tirare un calcio al capo dello Stato': lo afferma Francesco Nucara segretario del Pri.

Quanto alla legge elettorale, Nucara fa sapere che i repubblicani 'sono favorevoli a correggere la legge elettorale, salvaguardando il proporzionale, ma reintroducendo il voto di preferenza'. 'Le ipotesi di ritornare a un sistema maggioritario - sottolinea - non sono percorribili per molte forze parlamentari indipendentemente dagli schieramenti e la soluzione referendaria creerebbe piu' confusione che altro'.

Roma, 19 ottobre 2006 (ANSA)

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nuvolarossa
23-10-06, 18:40
Cdl/Nucara: non saremo mai dove si fischia inno

"I repubblicani non parteciperanno mai a manifestazioni in cui si fischia l'inno nazionale o si offenda il capo dello Stato. L'alto senso delle Istituzioni ha accompagnato i repubblicani nella loro storia e non intendono rinunciarvi per nessuna ragione". Lo afferma il segretario del Pri, Francesco Nucara, commentando la manifestazione della Cdl a Vicenza.

Roma, 23 ottobre 2006 (Agi)

tratto da http://www.pr.it

nuvolarossa
25-10-06, 20:10
Nucara: fiducia vergognosa

Il segretario del Pri, On. Francesco Nucara, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Le motivazioni espresse dal ministro Chiti nel chiedere la fiducia sul decreto fiscale sono semplicemente vergognose, come vergognoso è stato il tentativo di dividere l'opposizione". Il segretario ha invece apprezzato la risposta di Giulio Tremonti e – secondo Nucara – "ha fatto bene anche la Lega che era stata emarginata dalla trattativa tra An e Governo, a scoprire le carte dell'inciucio ".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
07-11-06, 20:47
Elezioni Molise/Nucara: incredibili dichiarazioni Prodi
Il problema e' lui stesso, non il libero voto dei cittadini

''E' incredibile la dichiarazione del presidente del Cosiglio, che considera il libero voto dei cittadini del Molise un problema. Perche' e' evidente che quando un presidente del Consiglio considera un problema il voto dei cittadini di una regione italiana, l'unico problema e' lui stesso e la sua scarsa cultura democratica''. Lo afferma il segretario del Pri Francesco Nucara, che interviene sul commento di Romano Prodi a proposito del risultato delle regionali in Molise.

Roma, 7 novembre 2006 (ANSA)

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11-11-06, 19:21
FINANZIARIA/ NUCARA (PRI): 'MANICOMIO ITALIA' ANCORA PER POCO
"Italiani licenzieranno presto direttore e collaboratori"

Roma, 11 nov. (Apcom) - "Ammesso che il Paese sia impazzito, lo sarà ancora per poco: gli italiani licenzieranno presto il direttore del 'manicomio Italia' ed i suoi collaboratori". Così il segretario del Pri, Francesco Nucara, commenta le parole del presidente del Consiglio Romano Prodi.

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
15-11-06, 20:40
Dal crogiolo al caos
Invece delle previste liberalizzazioni avremo solo alcuni privilegiati

di Francesco Nucara

Ieri mattina alla Camera dei Deputati s'è consumato l'ennesimo delitto contro la democrazia ed è prevalsa la dittatura della maggioranza. O meglio: della stragrande maggioranza che ha visto concordi post-fascisti e post-comunisti, oltre che cattolici.

Il problema era riferibile all'esenzione dell'ICI ed era sollevato con un emendamento a firma del deputato radicale Maurizio Turco. Esso recitava:

""L'esercizio a qualsiasi titolo di una attività commerciale, anche nel caso in cui abbia carattere accessorio rispetto alle finalità istituzionali dei soggetti e non sia rivolta a fini di lucro, comporta la decadenza immediata dal beneficio dell'esenzione dell'imposta."

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La paura dei cattolici era dovuta alla sensazione che si volesse colpire il Vaticano, per i comunisti e post-comunisti era riferibile ai centri sociali e per i post-fascisti forse al senso di colpa per avere accoppato qualche prete durante il ventennio.

I repubblicani, attraverso il loro segretario, sono intervenuti per sostenere l'emendamento Turco.

Ponendo a base del loro ragionamento la necessità della uguaglianza dei cittadini italiani (cattolici e non cattolici) di fronte allo Stato.

Sottolineando peraltro che in ogni caso bocciando l'emendamento si andava contro le direttive comunitarie sulla concorrenza.

In buona sostanza, qualunque imprenditore alberghiero ha gli stessi diritti e gli stessi doveri dell'albergatore vaticano. E la stessa cosa dicasi per qualunque altra attività commerciale.

Il deputato Buontempo (AN) ha dichiarato che l'emendamento era sostenuto da comunisti e massoni. Ieri abbiamo appreso, caro presidente Berlusconi, che i comunisti in Italia non esistono come non esistono i massoni, essendo solo 29 i deputati che hanno votato per il testo Turco.

L'illustre presidente Bertinotti, noto per le sue alte qualità istituzionali, come peraltro ha sostenuto, sbagliando, la stessa "Voce Repubblicana", ha messo da parte il grande cipiglio laico, facendo presiedere la seduta al cattolico Castagnetti.

Ma quanti sono i cattolici italiani? Non lo sapremo mai. L'anagrafe dei cattolici è data dalla fonte battesimale alla quale si accede quando si ha appena qualche giorno o qualche mese di vita.

Quell'accesso diventa un marchio indelebile.

Sfidiamo chiunque a recarsi in parrocchia a chiedere di essere "sbattezzato".

Non si può. Si può cambiare nome e cognome, si può rinnegare il proprio padre, ma non si può rinunciare a permanere tutta la vita cattolici.

Il Ministro Di Pietro, non scordandosi mai di essere Pubblico Ministero, sostiene sempre e comunque e in ogni occasione che la legge è uguale per tutti. Giusto! Per ovviare alle sue tesi approviamo leggi disuguali ad uso di persone e di categorie. Si criticava, e giustamente, la precedente maggioranza, evidentemente non per avere una giustizia più omogenea, ma per voler fare le stesse cose indirizzate su persone, o categorie di persone, diverse dalle precedenti. Il Presidente Emerito della Corte Costituzionale, il compianto professore Ettore Gallo, sosteneva che la legge è uguale per tutti, ma che non tutti sono uguali per la legge. Naturalmente il professor Gallo si riferiva al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale, al Parlamento, ai magistrati ed altri ancora. Ma non si riferiva certamente al Vaticano ed ai centri sociali.

Anche il governo precedente aveva concesso il benefit dell'ICI al Vaticano, ma la Commissione Europea aveva già dato il proprio parere negativo in proposito.

Il professor Mario Monti recentemente ha lodato il piano di liberalizzazioni proposto dal vice presidente del Consiglio Rutelli all'attuale governo. A parte le considerazioni di merito sul tema e di ruolo di Rutelli nella coalizione di maggioranza, su cui ritorneremo tra qualche giorno, vorremmo capire come in questo caso vengano garantite la competitività e la concorrenza.

Certo, il problema che affrontiamo può essere ben poca cosa di fronte ad una legge Finanziaria monstre. Le leggi si fanno perché garantiscano tutti e non maggioranze o interessi particolari. Interessi particolari che rimangono tali anche quando dovessero soddisfare categorie numerose.

In conclusione, la Camera dei Deputati, che doveva essere il crogiolo della democrazia, ne è divenuta il centro organizzato del caos.

Roma, 15 novembre 2006

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
21-11-06, 19:41
Finanziaria/Nucara: è degna del socialismo reale
Da Padoa-Schioppa oltre il danno anche la beffa

"La Finanziaria e' semplicemente una ridistribuzione del reddito secondo un'applicazione degna del socialismo reale". Lo ha detto il segretario del Pri Francesco Nucara parlando a Fiuggi al corso di formazione dei giovani quadri del partito.

http://www.quicasa.it/images/schioppa.jpg

"Visto che il governo non mette in questione nulla del nostro sistema sociale e in generale del sistema pubblico, in sostanza i prelievi che il governo effettua in maniera consistente serviranno a mantenere i livelli di spesa esistenti da parte dello Stato, non quindi a fare nuovi investimenti, altrimenti il governo ce li avrebbe indicati con la sua solita enfatica prosopopea -prosegue- Tanto e' evidente che qualcosa sfugga all'ostentato e fasullo ottimismo del ministro dell'Economia, che egli si sente in dovere di dire che ''ora'' si affronteranno le riforme strutturali. Ora quando, signor ministro? Perche' se c'era un'ora per fare le riforme, era questa, ed e' passata. Perche' non si sono fatti insieme i prelievi fiscali e le riforme? Questo avrebbe reso meno amara la medicina al Paese, sempre che di medicina si tratti e non di olio di ricino. Anche perche' le tasse sono certe, e cosi' le loro conseguenze. Ma le riforme restano appese ai desiderata della maggioranza ed agli umori di Epifani. Per cui le intenzioni annunciate dal ministro dell'Economia hanno il sapore di chi, dopo averci inflitto un danno, voglia anche sbeffeggiarci".

Roma, 21 novembre 2006 (Adnkronos)

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nuvolarossa
06-12-06, 20:29
Ai giovani repubblicani
In politica non c'è spazio per gli egoismi

di Francesco Nucara

Il seminario di Fiuggi, organizzato dal Pri e dalla Fgr, ha portato aria nuova, fresca, nel Partito repubblicano.

Abbiamo apprezzato molto la tenacia e la voglia di capire storia ed attualità del repubblicanesimo. Al di là delle intemperanze giovanili, più apparenti che reali, bisogna lavorare su un terreno fertile e trovare i semi giusti per la crescita di piante rigogliose e forti. Ci permettiamo qualche piccolo suggerimento, diretto alla ricerca di un giusto e maturo altruismo in politica.

Il prolungarsi, in età adulta, dell'atteggiamento egoistico e talvolta capriccioso, proprio della prima infanzia, causa un difficile adattamento all'ambiente, sia esso politico o sociale più in generale. Se si permane, in età adulta, nell'incapacità di considerare altri centri equivalenti di prospettive, che non siano riferiti a se stessi, si continua nell'incapacità di differenziare l'ego dalla realtà esterna.

E' come se per tutta la vita si mirasse, come esclusiva forma di "soddisfazione", al monologo, a parlare con se stessi ed a convincersi che le proprie teorie non hanno bisogno di confronto per essere accettate e condivise. In poche parole, l'autoreferenzialità rappresenta il cancro della politica, se è usata nel dibattito o nei processi formativi dell'individuo. E' comprensibile, nonché ammissibile, che persone che dovrebbero avere la capacità mentale di stabilire rapporti coinvolgenti, al servizio di idee, di valori, vivano la loro vita politica chiudendosi al confronto di interessi altruisti e collettivi? A nostro avviso, se in età adulta, la personalità dei giovani repubblicani non riuscirà a raggiungere questo livello, permarrà sicuramente immatura ed ipoevoluta.

La società in generale, e la società politica in particolare, si dovrebbe preoccupare di eliminare i comportamenti egoistici, per difendere la propria compagine e dar modo a ciascuno di raggiungere la massima soddisfazione in attività che contemperino gli interessi di tutti, compresi quelli del singolo.

Non c'è battaglia politica che si possa condurre da soli. Per quanto bravi e carismatici si possa pensare di essere, bisogna sempre considerare che, se il carisma non è riconoscibile e riconosciuto, di fatto non esiste. Tutti si devono impegnare per vincere la partita dell'avvenire e in modo particolare i giovani. Essi per primi si devono lanciare nell'arena della politica giocando la loro partita, ben sapendo che per stare in modo intelligente nel gioco della politica, bisogna farlo dentro una squadra.

I giovani repubblicani, come e più di chiunque altro, devono lottare per realizzare una società nella quale la competitività ed i traguardi siano garantiti a tutti, nella quale ogni cittadino viva nella pienezza della propria libertà, nella quale ci sia spazio e futuro per le idee repubblicane. Per raggiungere questi obiettivi non si vive di rendita bensì di duro lavoro sul campo.

Roma, 6 dicembre 2006

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07-12-06, 20:15
Appuntamenti Nucara

Il segretario del Pri è giovedì 7 dicembre a Reggio Calabria, per un incontro con i quadri dirigenti della Provincia di Reggio, in vista dei prossimi congressi locali. Venerdì 8 è a Lamezia, per un incontro con scopi organizzativi. Domenica si recherà a Massa Marittima, dove l'amico Marrami festeggia la cinquantesima tessera repubblicana.

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11-12-06, 19:27
Lunedì 11 dicembre alle h. 19,45 l'onorevole Francesco Nucara sarà unico ospite al programma "PRESA DIRETTA" su NESSUNO.TV (CANALE SKY 890). Durante la trasmissione il giornalista Aldo Torchiaro intervisterà il segretario del Pri sui temi di attualità politica.

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nuvolarossa
12-12-06, 20:31
Nucara in diretta su Sky: repubblicani legati soprattutto a Berlusconi/Vergognoso e inqualificabile il convegno internazionale sull'Olocausto organizzato a Teheran
Le domande che Romano Prodi non si pone

E' andata in onda lunedì sera in diretta su Sky, la puntata di "Presa diretta" condotta dal giornalista Aldo Torchiaro, che ha intervistato a lungo il segretario del Pri Nucara. Molti i temi toccati, dalla storia del partito all'eutanasia, passando per la conferenza di Teheran e le tesi negazioniste, dalla Cdl e l'incognita Casini alla Finanziaria, dalle coppie di fatto alla leadership del centrodestra e della maggioranza. Nucara ha definito "vergognoso ed inqualificabile" il convegno internazionale sull'Olocausto ed indegna la partecipazione dell'italiano Clerici (nipote del futurista Marinetti, convertitosi all'Islam sciita). Un viaggio premio a Dachau vorrebbe regalare l'onorevole a chi nega la Shoah. Lui che, per non dimenticare, è andato spesso nei luoghi della più grande vergogna del secolo scorso. Duro il giudizio sulle tesi negazioniste, in pieno accordo con il direttore de "L'Opinione delle libertà", Arturo Diaconale, autore di "Iran-Israele. Olocausto nucleare", intervenuto telefonicamente durante la trasmissione. Dagli esteri ai problemi interni, da troppo tempo sulle prime pagine dei quotidiani. Si passa al caso Welby. "Nulla di strano", è il commento di Nucara rispetto alle notizia dell'ultima ora riportata da Torchiaro in merito alla decisione di sottoporre il caso ad un magistrato che sbloccherà la situazione del radicale. "Lo stabilisce la Costituzione, che il paziente ha facoltà di decidere se vuole o non vuole essere curato - così dovrebbe essere anche per Welby". "Percorreremo le vie legali, fino a quando ci sarà possibile * ha avvisato Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, raggiunto telefonicamente - altrimenti siamo pronti alla disobbedienza civile, a staccare la spina. Siamo sempre disposti a combattere per chi soffre".

Ora è tutto nelle mani del magistrato che "laicamente", come ha più volte sottolineato Nucara, dovrà decidere per l'amico Welby. Nonostante il segretario del Pri sia più incline al testamento biologico, il rispetto della libertà e della dignità umana sono da sempre punti saldi per i repubblicani. Per cui, in pieno accordo con la tesi di Veronesi, Nucara ha spiegato: "Se una persona vuole morire, vuol dire che la sofferenza è diventata insostenibile e prolungarla sarebbe un atto di violenza". Dal tema "eticamente sensibile" alle spiegazioni dell'assenza in piazza il 2 dicembre. "Ci muoviamo nelle sedi opportune, cioè in Parlamento", ha detto Nucara. Il sabato della manifestazione il leader del Pri organizzava una conferenza insieme al Nuovo Psi di De Michelis per annunciare la presentazione, entro la fine dell'anno, di una proposta di legge atta a rivedere e correggere la struttura della Finanziaria. Erano presenti anche l'ex ministro Caldoro, l'on. Del Bue e l'esperto di economia Gianfranco Polillo, da sempre legato al segretario del Pri. Nuove alleanze con il Npsi? * ha chiesto il giornalista - "No, ci lega solo la storia e l'intento di salvare il Paese da una manovra sbagliata".

"Perché non siete scesi in campo?", ha incalzato Torchiaro. "Per il Pri sarebbe inaccettabile vedere tra i manifestanti teste rasate ed anfibi. E' quanto di più lontano dal nostro pensiero possa esistere". Quanto all'attuale schieramento dei repubblicani, Nucara spiega che non potrebbe mai essere alleato dei comunisti che permettono ancora oggi che vengano bruciati fantocci dei soldati italiani caduti a Nassiriya e venga fischiato l'inno nazionale, per poi avvisare: "Sono più di sinistra io, di tanti deputati diessini". Riguardo alla collocazione del partito, Nucara ribadisce il suo legame con la Cdl, con le necessarie e fisiologiche differenziazioni: "Mi trovo d'accordo su molti temi con Berlusconi che, per inciso, rimane il leader del centrodestra, e che sento vicino ai valori repubblicani". Cosa che ha comunicato al Cavaliere in occasione della cena conviviale organizzata il 16 novembre con la dirigenza del Pri. A Berlusconi è stata regalata un'edera d'oro. "Sono più vicino a lui, meno ad Alleanza nazionale e allo statalismo di Alemanno, ancor meno al cattolicesimo di Buttiglione. Questo però fa parte del gioco, non si può dire che a sinistra la pensino tutti allo stesso modo" Il che risulta evidente dalle fratture sui Pacs, sull'eutanasia e sulla manovra finanziaria". "Se fossi Prodi mi chiederei come mai lo scontento è così generalizzato e coinvolga tutte le categorie, e rifletterei anche sulla portata della manifestazione del 2 dicembre". Il leader del Pri, sempre sulla maggioranza, ha affermato: "Di Prodi non mi piace nulla, la leadership l'avrei affidata a D'Alema". Quanto a Berlusconi, "mi dispiace che non abbia potuto realizzare appieno i programmi che si era prefissato, costretto a compromessi per tenere insieme la coalizione".

Chiara Capotondi

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
15-12-06, 21:02
Incontro Nucara-Neyts a Bruxelles/I Liberaldemocratici e il rafforzamento della Ue
L'impegno dell'Eldr per la cooperazione europea

Un lungo e cordiale colloquio, toccando anche le questione italiane, si è svolto giovedì scorso nell'incontro nella sede dell'Eldr di Bruxelles fra il presidente Annemie Neyts e la delegazione del Pri, guidata dal segretario Francesco Nucara. Al termine del quale, Nucara, ricordando il ruolo fondatore del Pri nell'Eldr - che nel 2006 ha compiuto i trent'anni di storia - ha invitato il presidente dell'Eldr al congresso del Partito repubblicano che si terrà nella prossima primavera.

Un segno tangibile della comunanza di vedute del ruolo politico europeo che il Pri e l'Eldr vogliono svolgere insieme per contribuire alla causa di modernizzazione e di maggior dinamismo dell'Unione europea.

Nel meeting con gli altri leader europei - il Pri era l'unico rappresentante italiano - Annemie Neyts ha posto l'accento sullo scenario con cui l'Unione europea si è dovuta confrontare, davanti alla "crisi severa", provocata dai risultati negativi del referendum sulla Costituzione in Francia e in Olanda. Fino ad oggi, ha sostenuto Neyts, nessuno è stato in grado di indicare una soluzione positiva o di apportare dei rimedi convincenti a questa situazione. Ed è questo il primo dovere che il presidente dell'Eldr pone ai partiti membri. Per farlo, Neyts ritiene che occorra "rinnovare solennemente" il nostro impegno verso le quattro libertà sulle quali si basa la Ue: la libertà di circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali. E, oltre a questo, occorre anche riaffermare l'impegno nei confronti dei princìpi politici: la democrazia, lo stato di diritto, una economia di mercato funzionale ed il rispetto dei diritti dell'uomo. I cinquant'anni dell'Unione europea offrono dunque un'occasione unica per valorizzare e rendere pubblico il contributo degli ideali che legano fra loro i partiti dell'Eldr.

Ma bisogna anche tenere presente che la crisi è più grave e profonda di come essa appare. Lo sviluppo che la Ue ha saputo assicurare in questi cinquant'anni risulta minacciato dalla crescita di nuove potenze economiche, dall'impennata rapidissima della mondializzazione. Per la Neyts, "al fine di sviluppare delle risposte efficaci, gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione dovranno rivalutare le loro relazioni". Perché, al momento, vi sono troppe competitività e troppe gelosie che turbano i rapporti fra i Paesi europei. I leader liberali dovranno impegnarsi per appianare questi contrasti. Compito dell'Eldr è di sforzarsi di creare un ambiente di cooperazione rinnovata, dove ogni appartenente si concentri su ciò che sa fare meglio. Un approccio comune della Ue sarà più efficace che l'approccio di 27 nazioni diverse. Servono regole comuni in materia d'immigrazione; così come una maggiore cooperazione dei servizi giudiziari, di sicurezza e di polizia "sarà benefica per la lotta contro il crimine ed il terrorismo internazionali". Lo stesso vale per le politiche ambientali ed energetiche.

I leader liberali non dovranno solamente indicare la via, ma dovranno soprattutto agire di conseguenza, ciascuno al suo livello. Il dibattito si è sviluppato anche in direzione della necessità di un allargamento dell'Ue, come un fattore decisivo per la diffusione della democrazia, dello stato di diritto e dell'economia di mercato nella maggior parte dell'Europa. Tutti i leader liberali vogliono rispettare gli impegni presi con la Croazia e gli Stati dei Balcani occidentali. In particolare sono favorevoli ai negoziati con la Turchia, nel rispetto dei criteri di Copenhagen, che questo Paese deve soddisfare. Per riuscire in questo occorre anche un riesame del progetto del Trattato costituzionale, volto a rafforzare i meccanismi decisionali. Il governo europeo, una politica europea, restano sempre le ambizioni principali dei liberaldemocratici e riformatori.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
29-12-06, 20:42
Tempo di rendiconti
Il bilancio dell'azione politica repubblicana e le prospettive future

di Francesco Nucara

E' fine anno. Tempo di rendiconti, di bilanci. Anche se la politica non è un elemento delle scienze ragionieristiche, tentiamo di parlare di bilancio.

Gli avvenimenti di quest'ultimo anno sono così tanti che sarà difficile ricordarli tutti e trovare nessi costanti tra azioni di politica generale, che prevede alleanze con altri, e azioni di partito. E tuttavia proviamo a ragionare attraverso un percorso che comunque ci dovrà portare a delle conclusioni.

I primi mesi dell'anno sono trascorsi con i maggiori esponenti del partito, segretario e presidente, al governo. Con ruoli e impegni diversi, uno viceministro e l'altro ministro.

La loro attività è stata poco visibile, e in qualche caso si è svolta con una netta cesura tra azione di governo e impegno nel partito. Il Pri non si è trovato coinvolto nelle scelte e questo è stato un nostro errore oggettivo che ne ha frenato il pur timido sviluppo che si era intravisto l'anno precedente.

Naturalmente non pensiamo si tratti di una scelta specifica, forse un maggiore coinvolgimento degli organismi repubblicani nelle scelte importanti avrebbe portato lo stesso Pri ad un maggior impegno nelle battaglie politiche ed elettorali che andava a sostenere.

Di queste discrasie è il caso che si parli al prossimo Congresso, che, se il Consiglio Nazionale non avrà ripensamenti, si dovrebbe tenere nel marzo 2007.

Nell'aprile dell'anno in corso si sono celebrate le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento italiano.

E' nota a tutti i repubblicani la posizione del segretario sulla sua personale candidatura alla Camera dei deputati, non va sottaciuto però l'invito unanime della Direzione Nazionale a soprassedere a valutazioni singole e ad accettare quella candidatura in altro partito, pur di consentire al Pri di essere rappresentato nelle maggiori Istituzioni del Paese con i massimi esponenti: segretario, presidente, più l'uscente senatore Del Pennino.

Al Senato abbiamo tentato di presentare liste repubblicane nelle regioni italiane.

C'è stato l'impegno forte delle organizzazioni del partito nella ricerca dei candidati, nella raccolta delle firme e nella campagna elettorale.

L'impegno è stato corale e ringraziamo tutti, nessuno escluso. Anche coloro che da dirigenti si sono sottratti alle candidature, alla raccolta delle firme e alla campagna elettorale. Potremmo dire: "Anche gli amici sbagliano".

Un ringraziamento particolare va ai repubblicani dell'Emilia Romagna, che, pur contestando la posizione politica della segreteria nel sistema di alleanze, hanno presentato liste complete e compiuto un notevole sforzo per la campagna elettorale.

La coalizione di cui il Pri faceva parte fu battuta, anche se per pochissimi voti. Non avendo più vincoli di solidarietà di governo, si sarebbe potuta intraprendere una strada che, pur nella lealtà indiscussa - che dovrebbe essere nel dna di ogni repubblicano - avrebbe consentito maggiori spazi di autonomia politica.

Nella visione del segretario, però, la politica non si realizza né con colpi di mano, né con gli zig-zag. Ci vogliono posizioni condivise, obiettivi certi e percorsi congruenti.

In luglio sono affiorate le prime crepe nel gruppo dirigente repubblicano che hanno portato alle dimissioni del presidente del Pri dalla carica e ad un'accesa discussione nel Consiglio Nazionale del 7 luglio. Un rapporto politico durato più di quarant'anni ha rischiato di lacerarsi definitivamente.

Il segretario non doveva e non deve difendere alcuna posizione personale, anche quando quest'ultima rappresenta il sogno della vita di ogni repubblicano.

Non era, a nostro avviso, la questione del referendum sulla riforma della Costituzione il nodo del contendere. Non abbiamo creduto allora a questa tesi e non ci crediamo oggi.

Era una diversa visione del futuro del partito. E su questo i repubblicani e non altri dovranno fare le loro scelte.

L'auspicio è che le vacanze estive abbiano rasserenato gli animi e che il Congresso, unanimemente richiesto dall'ultimo Consiglio Nazionale, si possa svolgere su tesi politiche anche contrastanti, evitando di prodursi in risse personali.

La Direzione Nazionale si pronunciata già a favore di un'autonomia delle organizzazioni locali nella scelta delle alleanze amministrative per Comuni e Province. Il Congresso dovrà trovare il modo di sancire con tutta la sua solennità quanto deciso dalla Direzione Nazionale.

Grande successo ha avuto il corso per i giovani, che si è tenuto a Fiuggi in novembre. In quell'occasione sono stati coinvolti giovani provenienti da tutta Italia con docenti per la maggior parte repubblicani e con il contributo di personalità esterne al partito. Il significato del corso risiede nel fatto che c'è gente di un certo spessore culturale (finanze, sviluppo, diritti del cittadino, economia, ecc.) che crede nel ruolo che il Pri può ancora esercitare.

In ultimo, a dicembre, la partecipazione all'incontro con i leader e i ministri dell'Eldr a Bruxelles. Questo incontro è stato preceduto da una riunione con la presidenza dell'Eldr cui erano stati invitati i rappresentanti delle tre componenti politiche interne al Pri.

L'incontro, molto proficuo, è servito a gettare le basi per un rapporto più intenso e più costante tra l'Eldr e il Pri, che di quest'organizzazione europea è socio fondatore. La presidente Neyts ha accettato l'invito a partecipare al nostro Congresso.

Così si è chiuso l'anno.

Buon anno a tutti i repubblicani; a quelli che ci sono, a quelli che hanno preferito altre esperienze e a quelli che verranno.

Roma, 29 dicembre 2006

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
11-01-07, 22:05
Nucara a Cesena

Venerdì 12 gennaio, alle ore 17.00, si riunisce la Direzione della Consociazione provinciale di Cesena alla presenza del Segretario Nazionale del PRI, on. Francesco Nucara.

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nuvolarossa
11-01-07, 22:19
Nucara, pacs: non farsi condizionare dal Vaticano

Il segretario del Pri, Francesco Nucara rivolgendosi al dibattito sui pacs che accompagna il vertice di Caserta, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Un governo che abbia a cuore i diritti civili del Paese, si preoccupa di trovare una soluzione ad un problema reale come quello delle coppie di fatto. Pur tenendo conto della complessità italiana, non può essere certo, per quanto autorevole, la parola del pontefice, che è pur sempre il Capo di uno Stato straniero, a condizionare il processo legislativo su questa materia".

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nuvolarossa
16-01-07, 20:15
Vicenza/Nucara: ennesima prova di antiamericanismo

Per il segretario del Pri Francesco Nucara, "sulla base di Vicenza è in atto una nuova pantomima del governo che mette a rischio la credibilità del Paese nei confronti dei nostri alleati. L'ennesima prova dell'antiamericanismo di larga parte dell'attuale maggioranza che contamina e paralizza quella restante. Vedremo se Prodi, per una volta, saprà resistere, in nome dell'interesse del Paese, alle pressioni della sinistra radicale. Ovviamente, con tutto il rispetto per la popolazione locale, la questione non è materia di referendum".

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nuvolarossa
22-01-07, 23:23
Alongi e Colletto nella Dn del Pri

Giuseppe Alongi e Calogero Colletto fanno parte dal 22 gennaio della Direzione Nazionale dell'Edera. Sono stati nominati da Francesco Nucara in base alla delega conferitagli dal Consiglio Nazionale del 15 gennaio.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
23-01-07, 19:16
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpghttp://www.govisalia.com/Sounds/BigBand-Brass/JazzLaggoon.mid

Vertice Pri - Berlusconi

Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha ricevuto a Palazzo Grazioli il segretario del Pri Francesco Nucara, l'onorevole Giorgio La Malfa e il senatore Del Pennino.

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nuvolarossa
31-01-07, 21:17
Pacs/Nucara: sì al dialogo no alle sintesi

Il segretario del Pri Francesco Nucara dice "sì al dialogo tra sensibilità diverse, ma no alle sintesi, perché nelle sintesi c'è sempre qualcuno più grande che si mangia qualcuno più piccolo". Quello che serve sui Pacs "è una legge come quelle per la regolamentazione del divorzio e dell'aborto. Può proporla il governo, può farla il parlamento, l'importante è che ciò avvenga nella piena autonomia e sovranità dello Stato italiano e ciascun cittadino, ministro o meno, si comporti secondo i dettami della propria coscienza".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
02-02-07, 18:59
Vicenza/Nucara: fa bene Berlusconi a chiedere dimissioni Prodi

'A nostro avviso il chiarimento politico c'e' stato nel momento stesso in cui il ministro della Difesa porta in aula una proposta del governo e la sua maggioranza non l'appoggia. E' tutto molto chiaro tanto che il capo dello Stato avrebbe detto, da quello che apprendiamo, che cosi' non si va avanti.

Cio' autorizza pienamente il leader dell'opposizione a chiedere l'apertura della crisi di governo'. Lo sottolinea in una nota il segretario del Pri, Francesco Nucara, sul caso Vicenza, a margine della direzione nazionale del Pri, in cui e' stato deciso che il Congresso si terra' a Roma dal 30 marzo al 1 aprile.

Roma, 2 febbraio 2007 (Adnkronos)

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
07-02-07, 19:20
Nucara: governo, l'accordo è finto

Il segretario del PRI, Francesco Nucara, ha dichiarato: "L'accordo raggiunto nel vertice di governo sulla politica estera è un accordo finto. Lo si capisce dal fatto che la sinistra radicale è già pronta a scendere in piazza a Vicenza e non è in grado di assicurare il dovuto sostegno parlamentare da parte dei suoi deputati. Dubito che in queste condizioni il governo possa durare molto.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
08-02-07, 22:27
Cervia, incontro con Nucara

Giovedì 8 febbraio, alle ore 20,30, per il 158° anniversario della Repubblica Romana, il segretario del Pri Francesco Nucara è a Cervia, nella sala del Consiglio Comunale, per un incontro con Giancarlo Mazzuca, direttore de "Il Resto del Carlino", "il Giorno" e "La Nazione", autore del libro "La storia della Repubblica Romana". Presiede l'incontro Alessandro Carli, segretario Unione comunale Pri Cervia.

tratto da http://www.pri.t

nuvolarossa
08-02-07, 22:29
Anniversario Repubblica Romana

A Forlì, venerdì 9 febbraio, alle ore 18,00, presso il Salone comunale, si svolgono le celebrazioni per l'anniversario della Repubblica Romana. Intervengono Francesco Nucara, Widmer Valbonesi, Massimo Scioscioli.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
08-02-07, 22:31
Nucara visita le sezioni della Romagna

Francesco Nucara, venerdì 9 febbraio, è in visita in Romagna per partecipare alle manifestazioni in ricordo dell'evento della Repubblica Romana. La tappa conclusiva è prevista presso la sezione di San Pietro in Campiano, Ravenna.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
14-02-07, 09:57
BR/ NUCARA: NECESSARIO NETTO CONFINE A SINISTRA
Non si può sottovalutare infiltrazione interna a Cgil

Roma, 13 feb. (Apcom) - Il segretario del Pri Francesco Nucara si è congratulato con il capo della Polizia De Gennaro per la brillante operazione condotta contro le nuove br: "E stato un risultato molto importante contro la minaccia terroristica che ancora trova alimento nel nostro paese", ha detto.

"Non vorremmo che si fosse già considerato risolto il problema delle nuove brigate rosse sottovalutando il grado di infiltrazione avvenuto all'interno della Cgil. Occorre che in quel sindacato e nelle sue forze politiche di riferimento - ha sottolineato - si ponga un netto confine a sinistra, cominciando con la manifestazione di Vicenza. La nostra impressione è che invece non ci pensino proprio".

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
14-02-07, 20:30
Nucara: la solidarietà del Pri agli obiettivi dei brigatisti

A seguito delle minacce delle nuove Brigate rosse, il segretario del Pri ha inviato le seguenti lettere di solidarietà a Silvio Berlusconi, Pietro Ichino, Vittorio Feltri.

A Silvio Berlusconi

Caro Presidente, l'ipotesi di un attacco terroristico contro la Tua persona è di tale gravità da rappresentare un problema per la tenuta democratica del Paese. E' indegno e vergognoso che le forze della maggioranza non si siano preoccupate di farti avere immediatamente la loro solidarietà, che pure in democrazia dovrebbe essere una solidarietà politica dovuta.

Ho letto invece che il segretario della Fiom, nella cui organizzazione si annidano persone arrestate ed indagate per banda armata, chiede ai giudici di essere garantisti come lo sarebbero stati con Te. E' evidente allora che il problema della tenuta democratica del Paese è molto più grave ancora di quello che appariva, visto che il sindacato non è capace di sapere chi sono davvero coloro che stanno al suo interno e, se poi questi vengono arrestati, si invitano i giudici al garantismo. Negli anni '70 i brigatisti lasciavano i sindacati, nel 2000 vi sono dentro. Questo è il problema di cui bisognerebbe occuparsi. Ma una maggioranza che non è capace di capire l'importanza della solidarietà al leader dell'opposizione dubito possa affrontare la questione sindacale, semmai rischia di riprodurre i tragici errori della Repubblica spagnola che portarono all'omicidio di Calvo Sotelo.

Per questa ragione in particolare la solidarietà del Pri nei Tuoi confronti è completa e salda, perché conosciamo meglio di altri i rischi e le sottovalutazioni dei problemi compiuti dalla storia.

A Pietro Ichino, docente e editorialista

Caro Ichino, desidero farle sapere che i repubblicani sono al suo fianco in queste ore terribili in cui Lei con grande coraggio e dignità ha appreso di essere un obiettivo delle Brigate rosse. Le posizioni da lei sostenute sui principali temi della vita del lavoro hanno sempre avuto da noi la massima attenzione e, anche attraverso il giornale del partito, il massimo sostegno. Ci rendevamo conto infatti della loro rilevanza, perché rivolte a colpire incrostazioni e ritardi del sistema italiano. Avevamo anche visto che era stato oggetto di critiche e di comportamenti deprecabili da parte del sindacato, ma sinceramente ci auguravamo che ci si limitasse a questo. Non è così: e per questo desidero farle sapere dei sentimenti di amicizia e di sostegno dei repubblicani italiani.

A Vittorio Feltri, direttore di "Libero"

Caro direttore, desidero farle avere la solidarietà dei repubblicani italiani per le minacce di cui è stato oggetto il suo giornale da parte delle nuove Brigate rosse.

Per quanto sapere di essere un obiettivo del terrorismo possa renderla orgoglioso, perché non poteva esserci testimonianza migliore dell'efficacia del suo giornale e dei temi che promuove nell'opinione pubblica, è importante che tutte le forze politiche siano vicine a lei e alla sua redazione in un momento di questa particolare gravita.

Può essere sicuri che i primi pronti ad essere al fianco e in difesa di Libero, sono i repubblicani.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
20-02-07, 14:06
Il Blog di Francesco Nucara

http://www.francesco-nucara.blogspot.com/

nuvolarossa
21-02-07, 20:35
Governo/Nucara: il governo non puo' non dimettersi

Il segretario del PRI, Francesco Nucara, ha riuniti la segreteria nazionale del partito di cui fanno parte tra gli altri La Malfa, Del Pennino e Torchia, ha affermato che per i repubblicani "la bocciatura della politica estera del governo ha una tale rilevanza politica da imporre le dimissioni dell'esecutivo Prodi. Qualsiasi tentativo di non trarre le conseguenze da quanto avvenuto rappresenterebbe un vulnus istituzionale gravissimo. I repubblicani avevano apprezzato, sia pur parzialmente, il discorso del ministro degli Esteri, ma nel momento in cui la maggioranza gli viene meno, non e' nelle condizioni di rappresentare il Paese internazionalmente".

Roma, 21 febbraio 2007 (AGI)

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
26-02-07, 19:31
Intervista di Nucara al "Corriere della Sera"/Contesta le critiche della CdL; eventuale aiuto del Pri su singoli punti
"Difendo Follini, non le sue scelte"

Intervista a Francesco Nucara, a firma Mario Sensini, pubblicata sul "Corriere della Sera" del 25 febbraio 2007.

"Perché, scusi, De Gregorio non è passato con il centrodestra? E mica gli danno del traditore". Francesco Nucara, segretario del Partito Repubblicano italiano, difende la scelta di campo di Marco Follini. Contesta le critiche che dalla Casa delle Libertà piovono sull'ex segretario dell' Udc, ma va oltre, ricordando che se servisse, su singoli punti, anche il Pri "sarebbe pronto a dare una mano".

Dunque Follini non è il demonio...

"Ma via. Non è che se uno decide di assumere un certo atteggiamento politico diventa subito un traditore. Io conosco Follini come una persona seria, che apprezzo. Se ha deciso di appoggiare Prodi, avrà le sue ragioni. Non è un venduto".

Eppure Silvio Berlusconi, insieme a molti altri nel centro destra, dice che è in atto un vero e proprio mercato.

"E invece loro De Gregorio l'hanno trovato..."

E anche Pallaro...

"Mah, Pallaro era stato eletto nel centrodestra. È un ritorno. E comunque se la Casa delle Libertà trovasse altri cinque senatori disposti a passare con loro, se li prenderebbe senza troppi problemi. Come la storia dei senatori a vita..."

Dica pure...

"I senatori a vita, che quando votano con il governo è uno scandalo, però se votano insieme all'opposizione va tutto benissimo. In ogni caso, per tornare a Follini, la Costituzione non prevede vincoli di mandato".

Qualcuno sostiene che Follini sia sempre stato nemico del centrodestra. Lo pensa anche lei?

"Sbagliato pensare che gli avversari politici siano dei nemici. Nemico, poi, solo perché spesso ha criticato Berlusconi? E comunque, scusi, vale quello che diceva Churchill: si lascia il partito per seguire le proprie idee, non viceversa".

Lasciamo stare i tradimenti, allora. Però nel centrodestra si diceva che nessun topo sarebbe salito a bordo di una nave che sta affondando...

"Guardi che con Follini il governo non reggerà comunque. Per andare avanti dovrà prima cancellare i Dico, poi molte altre cose".

Voi sareste disposti a dare una mano?

"Supponiamo che il Paese fosse impegnato in una cosa importante, la guerra, l'economia... A giugno c'è un Consiglio europeo importantissimo, e allora può darsi che se i repubblicani debbano dare una mano al Paese la diano. Su questioni specifiche, s'intende. Non sarebbe una fiducia incondizionata al governo".

A fine marzo c'è il congresso del Pri...

"Ne parleremo, avanzerò questa posizione, questa proposta. Poi consulteremo anche i nostri alleati nella campagna elettorale".

tratto da http://www.pri.it

trifoglio
27-02-07, 01:17
Un’intervista semplicemente vergognosa.
Non avrei mai immaginato che la difesa affannosa di un cadrechino possa indurre un uomo politico(sic) a cosi basse considerazioni.
Mi rendo conto che per una volta che Nucara viene intervistato dal Corriere si senta di dover dire cose forti ma mandare al macero anni e anni di battaglie morali ci si sente male, perche’ il tradimento di Follini è soprattutto una questione morale, ci sono milioni di elettori che esprimono la propria opinione nelle urne e questo viene vanificato da qualche parlamentare che si comporta in modo difforme dal mandato.
Mettere poi come fa Nucara sullo stesso piano Follini con i due senatori della sinistra è quanto meno fantasioso.
Follini ha tradito facendo il salto della quaglia. I due senatori sono andati a Vicenza con Diliberto e Giordano e l’assistenza spirituale del novello San Francesco uomo della pace Bertinotti per dimostrare contro la base di Vicenza, contro la missione in Afganistan e contro Prodi.
Il giorno successivo sempre Diliberto a Porta a Porta scommetteva che non si sarebbe fatta la base americana poi in Senato i due parlamentari si seno ritrovati con Dalema che assicurava che si sarebbe fatta la base e si sarebbe andati in Afganistan,con il loro voto i due Senatori si sono comportati secondo il mandato elettorale ascoltando la piazza non se la sono sentita di prenderla in giro come hanno fatto Diliberto e Giordano.
Caro Nucara hanno dimostrato di avere le palle cosa che non si ricorda di Te.
Se invece queste tue dichiarazioni sono il preludio ad un vostro ulteriore salto abbi il coraggio di dirlo ed accomodati, vi state comportando con il centro destra peggio di come Dalema e Veltroni si sono comportati con il PRI.
Vergognati

la_pergola2000
27-02-07, 03:04
Caro Trifoglio vale al risposta dell'altra discussione

nuvolarossa
27-02-07, 10:28
Caro trifoglio52, il signor Follini ha tutto il diritto di aderire al centrosinistra ... siamo in un Paese libero e democratico, ci mancherebbe ... ma come senatore, per il rispetto dovuto agli elettori che gli hanno accordato la loro fiducia nelle liste di centrodestra, deve dimettersi e ricominciare tutto da capo ... se ha in mente strategie fantasiose che albergano tra i suoi neuroni ed intravede ricette miracolose da usare assieme a quelli che vanno in piazza a bruciare le bandiere americane e israeliane ... si accomodi pure ... ma abbia la coerenza di lasciare la poltrona che ha preso con i voti di chi non la pensa come lui ...
Senno' qua si finisce anche con lo scusare la abbietta azione di chi ha fatto analogo salto della quaglia ... passando alla corte del "vuoto pneumatico" senza abbandonare l'incarico europeo acquisito con i voti repubblicani ...
Ognuno ha diritto di cambiare idea ... ci mancherebbe altro ... ma se non vuole essere chiamato Giuda e Traditore ... deve, per coerenza, abbandonare ogni previlegio acquisito in funzione delle idee pregresse professate ...
Anche da questi episodi ... sempre piu' frequenti ... si nota lo svilimento ed il decadimento della societa' italiana ... che a me pare, ormai purtroppo, ... inarrestabile ...

kid
27-02-07, 11:15
follini è il chiodo della bara di prodi e della sua magggioranza. Per quale motivo Nucara non dovrebbe vedere con piacere una tale evoluzione politica che è l'annuncio prossimo ventura della fine di questa triste esperienza. Quale salto della quaglia? Noi non la votiamo la fiducia a prodi, mentre sull'ampliamento della base militare di vicenza se d'alema non rifiutava i nostri voti con la sua replica sprezzante, il governo lo sostenevamo e lo sosterremmo comunque sui dico o sull'afhanistan o qualunque cosa faccia di decente nell'interesse del paese. Magari una riesce a farla.

kid
27-02-07, 11:16
questo il fondo della voce di oggi Non l'ho ancora visto sul forum.


La scelta del Capo dello Stato di rinviare il presidente del Consiglio dimissionario alle Camere, merita il rispetto di chi sa come il Quirinale abbia dovuto riconoscere che la maggioranza tutto è disposta a fare fuorché ad ammettere il proprio fallimento. E’ chiaro che, indipendentemente dai voti che Prodi riuscirà a spuntare al Senato, di fallimento si tratta. Se non lo si formalizzerà mercoledì, non mancherà una prossima e futura occasione, a fronte della quale il Capo dello Stato non potrà offrire rimedio. La dimostrazione del fallimento politico della maggioranza è la disponibilità del senatore Follini a sostenerla. A nostro avviso è sbagliato dipingere Follini come un traditore: in politica ciascuno deve essere libero di fare le sue valutazioni sulla base della realtà e di predisporsi come meglio ritiene utile a se stesso o al Paese. Ma l’ingresso di Follini nella maggioranza significa che l’alleanza fra sinistra radicale e area moderata dell’Unione, di cui Prodi era il garante, si è incrinata, che l’interpretazione del programma del centrosinistra è stata tale da fornire più di una divisione in proposito e che ancora vi è contesa su questa e quella materia, visto che un estraneo, come il senatore Follini, può battere un colpo, tale da irrobustire una fazione sull’altra. Sapremo, ad esempio, se i Dico, la pietra dello scandalo, vedranno mai la luce del sole o se, di converso, l’ampliamento della base militare statunitense di Vicenza non sarà mai realizzato. La cosa è tanto chiara che la sinistra radicale ha assunto toni da funerale e intonato, con l’onorevole Diliberto, il “guai a noi”, che ci ricorda il gallico “guai ai vinti”. Lo stesso ministro degli Esteri, onorevole D’Alema, non ha potuto trattenere, durante una manifestazione pubblica, un’invettiva contro quella certa sinistra che sbaglia. E che sbaglia non da ora, ma financo dai lontani tempi del Pci. Verrebbe da pensare che allora, gli esponenti del vecchio Pci, uomini responsabili, abbiano a loro volta sbagliato ad allearsi: oggi, che la misura è colma, potrebbero rimettere tutto in questione. Ecco che allora Follini è in grado di giocare la sua partita. Noi, sinceramente, non abbiamo questa tentazione, perché la frattura fra sinistra radicale e sinistra moderata non si è ancora consumata. Se si consuma, Follini avrà fatto bene a dare il suo contributo, se non si consuma egli dovrà ritirare il suo sostegno al governo. In entrambi i casi Prodi sembra avere i giorni contati, perché, se la sinistra radicale e quella moderata trovano un nuovo accordo, è difficile pensare che l’equilibrio politico non si sposti di nuovo a danno dell’asse cosiddetto riformista della coalizione.
Crediamo anche che con Follini o senza Follini i numeri del Senato siano insufficienti per poter insistere sullo schema di governo quale è stato concepito e che, per riuscire davvero a portare avanti dei provvedimenti efficaci, occorra una maggioranza politica più rappresentativa - come abbiamo avuto modo di dire al Capo dello Stato nel corso dei colloqui - e più qualificata di quella che si profila.
Il senatore a vita Cossiga, che non pare più intenzionato a votare la fiducia a Prodi, motiva questo suo ripensamento con una lettera a “Libero” in cui anticipa la sua dichiarazione di voto: scrive che il governo trova “un imponente asse portante nel popolo di Vicenza”, un “popolo antiamericano e antisraeliano. Il popolo del pacifismo laico e cattolico, il popolo dei 'no-global', dei 'disobbedienti'. Il popolo degli amici dei Brigatisti rossi”. Cossiga ama le tinte forti, ma vede un problema nel problema, e cioè, che se davvero il governo Prodi riuscisse a darsi un profilo riformista, la grande parte del suo elettorato ne sarebbe deluso. Per cui noi restiamo dell’idea, fino a prova contraria, che al dunque il cosiddetto riformismo del governo abbia le mani legate, che possa andare avanti con i proclami, ma non essere seguito dai fatti, pena il disamoramento popolare, che fra l’altro è già in atto. Da parte nostra votare la fiducia ad una compagine del genere è francamente impossibile. Ma faremo invece tutto ciò che è possibile per sostenere il governo quando esso vorrà deludere il popolo che tanto sta a cuore ai vari Giordano e Diliberto e di cui parla Cossiga nei termini sopra illustrati. Anche perché, l’unico popolo che ci interessa, è quello italiano. Un popolo che davvero si meritava un altro epilogo della crisi di governo, rispetto a quello annunciato.

nuvolarossa
27-02-07, 11:40
questo il fondo della voce di oggi Non l'ho ancora visto sul forum ...Si ... c'e' ... da ieri sera ... vedi il post ...
http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=5377802&postcount=386
che si trova alla discussione ...
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=5378597#post5378597

... comunque "repetita juventus" ....

kid
27-02-07, 11:41
a volte mi collega in automatico, altre volte no. Boh? comunque il riformista ha anche oggi un articolo di la malfa sull'argomento. Appena posso ve lo posto.

nuvolarossa
27-02-07, 12:17
a volte mi collega in automatico, altre volte no. Boh? comunque il riformista ha anche oggi un articolo di la malfa sull'argomento. Appena posso ve lo posto.FOLLINI 1. IL PERCHÉ DELLA SCELTA, DI GIORGIO LA MALFA
Caro Marco, se è vero quel che sostieni per il governo Prodi è l’inizio della fine

La versione internet de "Il Riformista" e' consultabile solo dagli abbonati ... aspettiamo quindi che tu ce lo possa riprodurre ....

kid
28-02-07, 11:13
Caro Follini,

di fronte alla prospettiva di un fallimento plateale della coalizione di centro-sinistra, confermata dai sondaggi pesantemente negativi nell’eventualità di nuove elezioni, sono del tutto evidenti le ragioni del sostegno di tutte le componenti della maggioranza all’ipotesi del rinvio alle Camere del Governo Prodi. Chi ha sostenuto fino ad oggi il Governo non può che affidarsi alla speranza che esso riesca in qualche modo a presentare all’esterno un’immagine meno devastante di quella offerta finora. E’ un modo di guadagnare tempo con la riserva mentale, almeno per alcuni dei protagonisti, che se le cose non dovessero funzionare sarà giustificata la ricerca di una soluzione diversa.

Non mi pare invece che in questi mesi siano emerse delle buone ragioni per sostenere, a partire da oggi o da domani, il governo Prodi. Proprio non ve ne è nessuna nel merito. Neppure quella di contribuire a un riequilibrio politico dell’asse del Governo, giacché è del tutto evidente che la coperta del centro-sinistra è corta: se già oggi è difficile far coesistere le diverse posizioni che sono rappresentate nella coalizione, un’aggiunta che abbia l’ambizione di contribuire a una nuova definizione politica del Governo agirebbe da detonatore nei confronti della coalizione.
Sulla base di queste considerazioni, vengo alla tua posizione. Mi sembra che vi siano solo due interpretazioni possibili per la tua decisione di assicurare al Governo quel voto in Senato mancando il quale il Presidente della Repubblica avrebbe avuto difficoltà ad accedere alla richiesta di rinviare Prodi alle Camere. La prima è una spiegazione di carattere personale, nel complesso molto malinconica e che spero inesatta. E’ quella che danno oggi la maggior parte dei commentatori. Avendo rotto con il tuo vecchio partito e non avendo avuto riscontro in questi mesi la terza posizione alla quale accennava il nome del movimento da te creato, tu saresti oggi costretto a una scelta di campo. In questo caso il tuo contributo al Governo Prodi è, come si è affrettato a precisare l’on. Diliberto, nulla più di un utile apporto numerico, tanto più gradito in quanto esso offre l’appiglio formale per il rinvio del Governo alle Camere. Ma nulla più di questo.
Vi è una seconda spiegazione verso la quale io propendo pensando che tu abbia conservato l’ambizione di svolgere un ruolo nell’evoluzione necessaria del sistema politico dal marasma attuale a qualcosa che abbia un senso ed un significato. Ed è che tu ti riservi di certificare entro qualche tempo in maniera definitiva l’impossibilità per il Governo Prodi di esprimere una politica coerente. E poiché il tuo voto è determinante per assicurare sulla carta una maggioranza dei senatori eletti, quando tu dovessi concludere che non è più possibile per te confermare il voto di fiducia, il Governo Prodi dovrebbe, ipso facto, e senza ulteriori prove d’appello rassegnare le dimissioni davanti al Capo dello Stato. In quel momento tu avresti modo di mostrare che la scelta di oggi non è frutto di una rinuncia, ma parte di un’azione politica, che anch’io ritengo necessaria, volta a preparare un assetto politico più utile al Paese.

Non credo di tratti di una posizione facile: se hai ricevuto in questi giorni un torrente di critiche da destra, riceverai domani critiche ancora più aspre da sinistra. E tuttavia, riflettendo al percorso che hai fatto in questi anni ed alle cose che hai detto nell’intervista al Corriere della Sera, se fossi in Romano Prodi, non considererei il tuo arrivo come un nuovo inizio, ma come l’inizio della fine.
Giorgio La Malfa
da "Il Riformista"


di Giorgio La Malfa

nuvolarossa
28-02-07, 13:54
Fiducia: il commento di Nucara
Questione di tempo

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha così commentato l'intervento del presidente del Consiglio al Senato, dove mercoledì sera si voterà la fiducia al suo governo: "Il presidente Prodi, più che a governare, pensa di poter tirare a campare. Il suo discorso non risolve certo le ambiguità che hanno paralizzato l'esecutivo fino alla fatidica crisi consumata la settimana scorsa e, al contrario, rischia di alimentarle ulteriormente. La verità è che il presidente del Consiglio non vuole prendere atto delle lacerazioni della sua coalizione e preferisce sfidare la sorte dei numeri. Numeri che non fanno ben sperare. In queste condizioni un prossimo scontro nella maggioranza, vuoi sulla previdenza, vuoi sulla missione in Afghanistan, vuoi su qualche imprevisto, segnerà irrimediabilmente la fine di una esperienza che ha già mostrato il volto del fallimento. Anche ammesso che passi il voto di fiducia, per Prodi ed il suo governo è solo una questione di tempo. Per il Paese, che si trova di fronte a problemi delicati e rilevanti, sarebbe stato meglio prendere atto dell'insufficienza politica della vecchia maggioranza e cercare di costruire un equilibrio più stabile di quello precario che l'attuale fiducia configurerebbe".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
01-03-07, 10:09
GOVERNO/ NUCARA: PROBLEMI PRODI RESTANO, ANZI SI COMPLICANO
Coperta troppo corta, vano pensare che non si strapperà

Roma, 28 feb. (APCom) - "Tutti i problemi della maggioranza sono rimasti aperti sul tavolo, anche più complicati di prima". Lo dice il segretario del Pri Francesco Nucara commentando le dichiarazioni del presidente del Consiglio Prodi.

"Può darsi che Prodi - afferma - riesca ad eludere oggi dal suo orizzonte programmatico i Dico, lo scalone, la Tav, Vicenza. Ma quando una coperta è troppa corta è piuttosto vano cercare di tirarla senza che si strappi".

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
02-03-07, 12:15
GOVERNO/ NUCARA: ESECUTIVO GIA' MORTO E' NEL CONGELATORE
Come fatto di cronaca con figlio che occulta cadavere padre

Roma, 1 mar. (APCom) - "Da un recente fatto di cronaca abbiamo appreso che il figlio aveva messo il padre defunto in un freezer per poter riscuotere la pensione. Potremmo dire che il governo Prodi è già morto ed è stato messo nel congelatore". Lo dice il segretario del Pri Francesco Nucara all'indomani del voto di fiducia in Senato.

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
02-03-07, 19:59
Nucara replica a Fassino

Il segretario del PRI, onorevole Francesco Nucara, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "quello di cui può star tranquillo l'onorevole Fassino è che l'opposizione può scegliersi il leader che preferisce mentre i Ds devono, causa la loro storia, cercarne sempre uno di un altro partito. Sarebbe stato più politico per l'onorevole Fassino preoccuparsi delle divisioni palesi ed eclatanti della sua coalizione piuttosto che dei problemi dell'opposizione, visto che si assume la responsabilità di sostenere un governo che è stato già bocciato dal Senato della Repubblica per due volte. Come si sa, non c'è due senza tre. Per il resto l'onorevole Fassino può stare tranquillo che quando si andrà a votare l'opposizione indicherà il suo leader con estrema chiarezza".

Roma, 2 marzo 2007

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
16-03-07, 20:16
Nucara a S. Maria a Monte

Sabato 17 marzo, a Santa Maria a Monte, Pisa, il segretario nazionale Francesco Nucara incontra i quadri della Toscana. Gli argomenti da affrontare sono il Congresso Nazionale del partito, le prossime elezioni amministrative, le varie situazioni locali dell'Edera.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
21-03-07, 19:09
Lettera al Segretario

Caro Segretario,

Sono un simpatizzante repubblicano (la mia famiglia ha dato voti al partito da molte generazioni) ho appreso con piacere del patto federativo PRI-PLI allargato ad altri componenti del mondo politico laico.

Spero che questo sia l'inizio di un processo politico che finalmenti crei un area politica antagonista alla sinistra catto-comunista ma indipendente dalla destra cattolica e post-fascista.

Credo che l'Italia abbia bisogno di un raggruppamento politico di ispirazione liberale ma non liberista con attenzione al sociale nel senso della fratellanza e non dell'assistenzialismo, dell'equaglianza dei diritti e non delle proprietà.

In Italia è sempre mancato un partito di destra non cattolica e non fascista come invece in altri paesi europei; allora spero che le elezioni europee segnino la rinascita di un'idea politica che ha dato ricchezza e prestigio all'Italia fino all'inizio degli anni 70; e spero inoltre che l'idea mazziniana dell'europa sia diffusa e fatta conoscere all'elettorato italiano stanco di false idee europeiste.

Credo che il PRI con la sua tradizione e i suoi fondamentali filosofici della politica abbia la possibilità di risvegliare il senso della politica in Italia e dare forza a chi vuole ridare forza e prestigio alla nazione.

Ringraziando per la gentile attenzione porgo distinti saluti

Fabrizio Bianchini

LA RISPOSTA DI NUCARA

Caro Fabrizio, ti ringrazio del tuo messaggio e del tuo apprezzamento per l’iniziativa del PRI. Nel contempo voglio informarti che il Partito si sta aprendo completamente alla società civile. Sono infatti nati spontaneamente in tutta Italia 300 Circoli intitolati a Giovanni Spadolini e numerose associazioni e confederazioni si sono avvicinate a noi con l’obiettivo di supportarci sul piano della Proposta politica e sul piano elettorale per poter dare finalmente al nostro Paese un polo laico e liberale che sia equidistante dalle due coalizioni. Sarà un’impresa lunga e difficile, ma con l’aiuto di quanti come te sono vicini al nostro partito, ce la potremmo fare.

Vive cordialità Francesco Nucara

tratto da http://francesconucara.blog.com/

nuvolarossa
22-03-07, 18:32
Verso il 45° Congresso del Pri/Occasione per fare un bilancio completo di questi anni
L'opportunità di ritrovarci sotto un comune simbolo

di Paolo Arsena

Caro Francesco Nucara, consentimi una lettera aperta da persona che vive a pelle e con un fondo di angoscia le nostre divisioni.

Da diverso tempo sono immerso nelle questioni repubblicane a tutto tondo. Lo sono per la passione che mi lega verso questa gloriosa tradizione, e perché non mi sono mai voluto rassegnare a vederla deprimere lentamente. Il Forum per l'Unità dei Repubblicani nato sei mesi fa ha creato una rete di contatti, relazioni, informazioni che lo hanno reso il crocevia di tutto quello che succede in casa repubblicana a destra e a sinistra. Da qui c'è un punto di osservazione ottimale, che favorisce la percezione, quasi palpabile, delle tensioni e delle pulsioni che si muovono nel nostro ambiente.

Questo Congresso che vi avviate a celebrare cade in un momento cruciale, di importanza fondamentale. Perché, se ben indirizzato, costituisce l'occasione storica per suturare molte lacerazioni del nostro recente passato.

Sappiamo tutti come il problema repubblicano, in questi anni, sia stato duplice. A destra è sopravvissuto un simbolo, ma il partito si è deperito, tenendosi a galla al costo di compromessi indigesti e di alleanze antistoriche, che lo hanno distaccato profondamente da una buona metà del proprio bacino elettorale.

A sinistra, invece, sono sopravvissuti una miriade di esuli repubblicani. Sparsi un po' ovunque, e ritrovatisi in parte nell'illusoria dimora dei Repubblicani Europei. Chi ha potuto, si è venduto il proprio pezzetto identitario per fare carriera. Altri hanno portato acqua invano. Altri si sono persi nei meandri della politica. Altri ancora sono rimasti a macerare nel tormento e nell'impotenza. Altri infine, da tempo vivono solo di ricordi.

Questo momento è speciale. Perché una serie di contingenze ci regala una grande opportunità. Forse l'ultima.

Le grandi incognite che il Partito Democratico ha riservato ai laici e in particolare ai repubblicani della sinistra, lascia nell'incertezza gli amici che militano nei Ds, nella Margherita e nel Mre. Luciana Sbarbati, poi, ha puntato ostinatamente tutte le sue carte su questa sfida, al di là di ogni ragionevolezza politica e senza curarsi del destino del suo partito. In nome di questa scommessa il Mre si è ridotto ad un comitato ristretto di fedelissimi, senza una limpida democrazia interna, senza rispetto per le regole, senza interesse per un radicamento territoriale, per una crescita elettorale e per un vero coinvolgimento corale dei repubblicani. Questo stato di cose, da alcuni denunciato da molto tempo (compreso il sottoscritto) è oggi di dominio pubblico, e sta producendo una spinta centrifuga che, se non trova un'adeguata valvola di sfogo, finirà per proiettare i repubblicani in mille rivoli, sparpagliando ulteriormente quella potenzialità residua che ancora esiste. Il Mre continua a perdere pezzi. Ma se non si intercettano le uscite, il rischio è quello di una diaspora nella diaspora, questa volta davvero irrimediabile.

Tocca al Partito Repubblicano cominciare la catarsi. Perché è l'unica casa madre, l'unica risorsa capace di chiudere definitivamente questo vortice autodistruttivo.

Bisogna che il Congresso lo metta nelle condizioni di tornare ad essere un punto di riferimento per tutti. Il simbolo non basta da solo. E non bastano nemmeno le buone intenzioni. Non serve la politica dei passi felpati, perché ha tempi troppo lenti e non si vede. Serve una svolta radicale: uscire dal centrodestra e rinnovare la classe dirigente. Occorre dare un nuovo assetto al partito: chiaro, forte, marcato, che rompa con i sodalizi degli ultimi anni. Solo uscendo dal centrodestra, lavorando ad un progetto liberaldemocratico che stia inequivocabilmente fuori dai poli, il Partito Repubblicano potrà riconquistarsi una rinnovata fiducia e recuperare i tanti che sono in balia del vento.

Il momento politico è propizio, i tempi sono maturi per fare questo passo deciso.

In Italia, dopo la crisi dei partiti tradizionali, che ha lasciato spazio ad una miriade di micro e macro personalismi, sta emergendo sempre più chiaramente una tendenza al recupero delle identità e delle storie politiche. Inoltre il bipolarismo è rimesso in discussione, questa volta senza tabù, e la politica è entrata in movimento, rendendo del tutto imprevedibili le evoluzioni future: certamente l'invito oggi non è quello di stare a guardare passivamente, ma di entrare nella mischia e giocare la partita con slancio.

Su questo terreno, sono anche convinto che la tua segreteria possa recuperare smalto e credibilità tra quei repubblicani che, nel tuo partito e soprattutto fuori di esso, hanno criticato le scelte passate.

Io mi auguro che non si faccia l'errore della prudenza. Non è il momento dei piccoli passi. Il treno passa oggi. Quando è passato, non lo prendiamo più.

Con fraternità.

tratto da http://www.pri.it

kid
22-03-07, 18:34
Nucara: di questo passo ci cacciano dalla Nato

"Fino a ieri il nostro orientamento sul provvedimento che rifinanzia la missione in Afghanistan era critico ma tendente alla non partecipazione al voto, visto che al Senato l'astensione vale come voto contrario. Non essendoci le condizioni per un sì, il senatore Antonio Del Pennino avrebbe fatto la dichiarazione di voto e poi sarebbe uscito dall'aula. Ma con quello che è successo, la nostra idea è che non si può uscire: si sta in aula". Francesco Nucara, segretario del Pri, annuncia - dopo che da molte capitali occidentali sono partiti giudizi fortemente critici sulla linea del governo italiano in Afghanistan - che il partito da lui guidato voterà contro il rifinanziamento della missione italiana a Kabul e Herat. "L'unica possibilità è modificare in modo radicale le regole d'ingaggio dei nostri soldati. La situazione attuale è assurda anche per i militari del nostro paese: è vero che sono in Afghanistan in missione di pace, ma si devono guardare intorno. E se, dopo che per salvare la vita a Daniele Mastrogiacomo, la prima cosa che succede è il ferimento di un nostro militare, ci sono problemi seri".
Nucara ha sottolineato inoltre che "il governo e la sinistra massimalista non possono nemmeno prendersela con 'l'imperialismo americano': dopo le reazioni di ieri, dovrebbero parlare anche di 'imperialismo' britannico, tedesco, olandese. È un ragionamento che non vale più". Secondo il segretario del Pri, "per come si sta comportando il governo, ci sono le condizioni per uscire dalla Nato. E per riuscirci l'esecutivo non deve scervellarsi: di questo passo verremo cacciati dall'alleanza. L'unico compito che può restare all'Italia è il vettovagliamento: possiamo solo cucinare per gli altri contingenti, dal momento che non siamo nemmeno in grado di difendere il nostro". Al governo Nucara fa presente che "se si trova l'accordo sulle nuove regole d'ingaggio, il decreto viene approvato al Senato e il giorno dopo riceve il definitivo via libera dalla Camera. Ma credo che tutto questo non succederà - se cambiano le regole d'ingaggio l'esecutivo se ne va a casa, in quanto la sinistra radicale non lo sosterrebbe più su nulla. Non è una provocazione, è un dato di fatto". Il segretario del Pri avverte che le modifiche alle regole d'ingaggio devono entrare nel decreto: "Per chi come me ha alle spalle molti anni di vita parlamentare, è chiaro che gli ordini del giorno non servono a nulla e non si negano a nessuno - chi si ricorda degli odg accettati dall'esecutivo e di quello che subito dopo è stato fatto? Per il nostro sì ci vuole un decreto diverso". Infine, Nucara spiega che sulla proposta del Pri le altre componenti dell'opposizione "stanno un po' riflettendo. Naturalmente li abbiamo consultati. Il condizionamento non è nel merito della questione: all'interno dell'opposizione, se sull'Afghanistan ci sono scollamenti, è per i riflessi della politica interna".

nuvolarossa
23-03-07, 10:48
AFGHANISTAN/ NUCARA: SARA' LA NATO A CACCIARCI
Segretario Pri su polemiche atlantiche a libertà Mastrogiacomo

Roma, 22 mar. (Apcom) - "Non sarà l'Italia ad uscire dalla Nato ma sarà la Nato a cacciare l'Italia". Così il segretario del Pri, Francesco Nucara, commenta le critiche provenienti dagli alleati atlantici dopo la liberazione di Daniele Mastrogiacomo.

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
26-03-07, 18:36
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpghttp://digilander.libero.it/gibiol1/Midi2/james%20bond/Casino%20Royale.mid

AFGHANISTAN/ NUCARA: PRI ORIENTATO AL SI', MA FORSE CI ASTERREMO
"Non convince no berlusconiano per far cadere governo"

Roma, 26 mar. (Apcom) - "Siamo orientati per il sì" al decreto di rifinanziamento della missione in Afghanistan, anche se "il nostro desiderio è votare assieme agli alleati della Cdl. Pensiamo però che il no non serva ai fini berlusconiani di far cadere il governo visto che l'Udc voterà a favore", perciò "potremmo decidere l'astensione del nostro senatore, Antonio Del Pennino". Francesco Nucara, segretario del Pri, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio per annunciare la convocazione del prossimo congresso che si terrà a Roma dal 30 marzo al 1 aprile, spiega che il suo partito sta ancora ragionando sull'atteggiamento da tenere domani al Senato.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno, invece, Nucara spiega che "il Pri è favorevole a quello di Forza Italia per il rafforzamento delle regole di ingaggio", ma sottolinea che il problema sarà a quel punto per la maggioranza e in particolare per la sinistra radicale.

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
26-03-07, 18:43
CDL/ NUCARA: IN POLITICA NULLA E' IMMUTABILE, NEANCHE LE ALLEANZE
Alle amministrative liberi di allearci con Cdl o Unione

Roma, 26 mar. (Apcom) - "In politica nulla è immutabile e nulla è irreversibile". Il segretario del Pri, Francesco Nucara, nella conferenza stampa di presentazione del prossimo congresso che si terrà a Roma dal 30 marzo al 1 aprile lascia intendere che l'alleanza del suo partito con la Cdl non è scontata in futuro. Nucara sottolinea che "la Cdl del 2001 non c'è più perchè non c'è Casini", dunque dipenderà dal programma se il Pri resterà con il centrodestra. Il segretario del Pri non nasconde di aver vissuto con difficoltà il rapporto con alcuni alleati della Cdl, sebbene l'identità di vedute sia molto ampia con Silvio Berlusconi.

Nucara non esclude dunque un rapporto con il centrosinistra pur precisando che "finchè ci sarà la sinistra radicale è impensabile che io mi accompagni a Diliberto. Per noi la politica estera è dirimente". Ma nei colloqui avuti con il premier, Romano Prodi, per discutere della riforma della legge elettorale, Nucara riferisce di aver dato disponibilità a votare a favore di alcuni provvedimenti che il Pri condivide, come i Dico.

Alle amministrative poi il Pri si considera libero di allearsi con entrambi gli schieramenti o di correre da solo: "Eleggere gli amministratori locali è una cosa diversa", spiega il segretario.

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
27-03-07, 11:48
Il voto sull'Afghanistan
La Dn del Pri delega il segretario per la decisione al Senato

La Direzione nazionale del Pri ha dato ampia delega al segretario nazionale Francesco Nucara di decidere il voto sul rifinanziamento della missione militare italiana in Afghanistan, voto che sarà espresso dal senatore Del Pennino a Palazzo Madama. Il segretario del partito si è riservato di intraprendere i contatti necessari e di consultare i gruppi parlamentari repubblicani di Camera e Senato.

La situazione è oggettivamente complessa. Perché il governo ha dimostrato di non riuscire a conciliare le istanze occidentali della sua maggioranza con quelle pacifiste: la contraddizione che ne scaturisce, da un lato ha fatto perdere credibilità all'Italia sul piano dei rapporti e del prestigio internazionale, dall'altro rischia di compromettere l'azione e la sicurezza dei nostri soldati. Per la prima volta abbiamo letto un'intervista del generale Satta, capo delle forze Nato nella regione ovest dell'Afghanistan, ove si chiede un rafforzamento del contingente italiano e si esprime la preoccupazione per un eventuale aumento di attentati che ci verranno rivolti.

Abbiamo altresì letto di rapporti tesi fra il presidente del consiglio Romano Prodi ed i suoi colleghi europei, che ritengono necessario un maggior coinvolgimento delle nostre truppe nelle azioni belliche. Una fonte giornalistica afferma che il premier britannico Blair ha detto a chiare lettere al presidente Prodi che "i soldati inglesi non sono carne da macello". Nello stesso tempo forze rilevanti della maggioranza ribadiscono che le nostre truppe in Afghanistan non sono lì per combattere.

Un partito come il nostro è pienamente consapevole dell'esigenza di mantenere gli impegni internazionali e di evitare che le condizioni politiche generali possano influire negativamente sul ruolo che il nostro paese svolge. Questo è purtroppo accaduto nelle ultime settimane, con la trattativa con i talebani, la proposta di portare gli stessi talebani ad una conferenza internazionale di pace, la crisi delle relazioni fra le cancellerie europee, oltre che quella statunitense, e il governo di Roma. Tutta l'opposizione è concorde sul fatto che l'attuale governo non è stato capace di mantenere gli impegni e di garantire la funzione dei nostri soldati. Ma è divisa sul voto da dare alla missione. Il Pri farà uno sforzo per trovare una posizione comune in Aula e, se non vi riuscirà, deciderà come riterrà meglio, autonomamente, di onorare la sua lealtà atlantica e difendere l'interesse del Paese.

Roma, 26 marzo 2007

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
03-04-07, 10:34
Nucara: "La Cdl va ripensata"
"Alle amministrative mani libere"

Riforma della legge elettorale ed elezioni amministrative. Sono i due temi al centro del vertice che si è tenuto ad Arcore tra Forza Italia, An, Lega, il Pri e Dc per le Autonomie. L'accordo ruoterebbe attorno a una bozza messa a punto da un gruppo di lavoro formato da Calderoli, Valducci e Nespoli che prevede modifiche al Tatarellum. Ma per ora, spiega il segretario del Pri, Francesco Nucara, "è stato un incontro interlocutorio"

Onorevole, allora si è raggiunto l¹accordo sulla legge elettorale?

"Abbiamo trovato diversi punti di incontro, ma spettiamo il testo al quale sta lavorando Calderoli. Ci sono dei punti che non ci trovano d'accordo, coma la proposta di una sbarramento al 3 per cento, per ovvie ragione di sopravvivenza, ma di certo tutti concordiamo sul fatto che questa legge elettorale bisogna cambiarla".

Dopo il congresso del suo partito, in sostanza è prevalsa la linea di tenersi le mani libere. Che intende?

"Nel senso che su alcune cose che riteniamo giuste per il Paese, che sposano le nostre idee e le nostre tradizioni votiamo come crediamo. Ad esempio, sui Dico ci esprimeremo a favore perché miriamo ad un'opposizione costruttiva e non contraria a prescindere".

E quanto alle elezioni amministrative?

"Anche qui ci riteniamo abbastanza liberi. Non siamo stati convocati nelle scelte dei sindaci, nemmeno dove si sapeva di perdere"

Amareggiato?

"No. Anzi devo dire che questa di Arcore è stata la prima riunione collegiale seria dal risultato elettorale. C'è stato un segnale di apertura nei nostri confronti che ci ha visto seduti tutti intorno allo stesso tavolo".

Tutti, tranne uno

"L'assenza dell'Udc è un dato rilevante. Se un partito del suo peso elettorale abbandona la sua coalizione votando al Senato con il governo, significa che quella Cdl non c'è più. Bisogna ripensarla".

Manuela D'Argenio

tratto da http://www.tgcom.mediaset.it/

nuvolarossa
04-04-07, 19:52
Intervista di Francesco Nucara al "Resto del Carlino"/Il segretario del Pri: "Sono dispiaciuto, non hanno capito la svolta"
"Anche Ravenna in Consiglio nazionale"

Intervista a Francesco Nucara pubblicata sul "Resto del Carlino", 4 aprile 2007.

"Sono molto dispiaciuto che i repubblicani ravennati di minoranza non siano entrati nel Consiglio nazionale. Il congresso era iniziato bene, si è svolto meglio ma, sotto questo punto di vista, è finito male". Il segretario del Pri, Francesco Nucara, commenta così la decisione di Mingozzi, Gambi e soci di non votare la mozione unitaria.

"I rapporti personali restano buoni al di là delle posizioni politiche – insiste Nucara – ma credo che non abbiano capito l'importanza della svolta fatta dal partito. L'autonomia è un nuovo corso rispetto alla Casa delle Libertà di cui, del resto, non abbiamo mai fatto parte. Diciamo che eravamo aggiuntivi, con un progetto politico comune".

Il cuore del Congresso, però, batte per Berlusconi. Ed è stata confermata la grande vicinanza con Forza Italia.

"E' vero che all'Hotel Ergife è arrivato il Cavaliere, ma è altrettanto vero che avevamo invitato Walter Veltrroni. E anche a lui avevamo chiesto di fare soprattutto un discorso politico. Non è venuto perché era impegnato all'estero".

I repubblicani però avevano raccolto voti nelle sezioni su una posizione di centrosinistra. E probabilmente si sono sentiti vincolati da quel mandato.

"Diciamo che c'è stata una forma di rigidità morale che li ha portati ad assumere questa posizione. In realtà il delegato, in un congresso, è libero di esprimersi come ritiene sia più giusto. Ho sperato sino all'ultimo che anche i ravennati confluissero nella mozione unitaria così come i forlivesi. Ho fatto di tutto, sia sul piano politico, sia personale, per riuscirci".

E adesso?

"Credo che anche i ravennati di minoranza debbano comunque far parte del gruppo dirigente del partito, specie in un momento in cui stanno rientrando tanti di quelli che ne erano usciti. Chiederò che siano cooptati nel Consiglio nazionale. Avanzerò anche la proposta per far sì che siano ravennati due componenti della commissione che si occuperà della modifica dello statuto per riconoscere autonomia nelle alleanze a livello locale".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
12-04-07, 19:11
Nucara alla Camera/Il segretario Pri interviene sull'informativa urgente del ministro degli Esteri
"Israele: avamposto di democrazia in Medioriente"

Il segretario del Partito repubblicano italiano, onorevole Francesco Nucara, è intervenuto in Aula a Montecitorio nel corso dell'informativa urgente resa dal governo nella persona del ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, onorevole Massimo D'Alema, sul caso Mastrogiacomo.

Riproduciamo il testo del suo intervento a nome del gruppo Repubblicano Liberali Riformatori.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo tutti consapevoli della necessità di salvare le vite umane quando è possibile, e tutti, in quest'aula, avvertiamo il bisogno di mostrare un'alta coesione nazionale di fronte alla minaccia del terrorismo. Ma a volte abbiamo il dubbio che nella maggioranza non si comprenda a fondo - e in tutti i suoi esponenti - quale sia davvero la posta in gioco in frangenti tanto drammatici; e anche che, se abbiamo salvato la vita di Mastrogiacomo - e ne siamo felici - non possiamo salvare la vita del suo interprete, o del suo autista o di altri cittadini afghani che il terrorismo talebano continuerà a colpire finché non sarà estinto.

Per quello che riguarda le modalità della liberazione del giornalista Mastrogiacomo, riteniamo indispensabile che il Paese sappia quale sia l'insieme delle condizioni che i talebani hanno posto per il rilascio del giornalista italiano. Perché sulla base delle dichiarazioni rese dal rappresentante del governo alla Camera all'indomani della liberazione - "noi abbiamo adempiuto a tutte le condizioni dei talebani" - viene da pensare che di condizioni non ci fosse certo solo quella della liberazione dei prigionieri talebani. Ci chiediamo quali fossero allora "tutte le condizioni" per il rilascio di Mastrogiacomo e se fra queste ve ne fosse anche una relativa alla richiesta di un riconoscimento politico, la proposta di una eventuale futura iniziativa di pace, rivolta al gruppo fondamentalista in questione.

Dobbiamo dire che per un partito che si è forgiato nell'antifascismo, signor presidente, onorevoli colleghi della sinistra, non si può istituire una conferenza di pace con i talebani. Con i talebani si istituisce un processo di Norimberga. L'onorevole D'Alema ha detto che la decisione di liberare i talebani è stata una decisione autonoma del governo Karzai e che il governo italiano non ha avuto contatti diretti con i talebani. Sulla base delle dichiarazioni rese dallo stesso Karzai, dovremmo credere invece che non sia stato affatto così e cioè che, al contrario di quello che ha detto l'onorevole D'Alema, le pressioni del governo italiano siano state tali da indurre il governo afghano a liberare i prigionieri talebani. Perché, come Karzai ha appunto dichiarato venerdì scorso, se il governo afghano fosse stato davvero autonomo nelle sue decisioni, consapevole dei rischi a cui si sarebbe esposto, mai avrebbe liberato i prigionieri talebani.

Sarebbe allora una testimonianza importante, da parte del ministro degli Esteri, una risposta su questo punto, molto circostanziata.

Vi è infine un nuovo aspetto inquietante, sul quale vorremmo sentire l'opinione del governo, relativo all'incarcerazione in Afghanistan del mediatore o di uno dei mediatori di Emergcency. Il governo ritiene plausibile l'ipotesi di collusione fra questo membro dell'organizzazione non governativa ed i talebani, o ritiene che il governo afghano abbia commesso - o stia commettendo - un madornale errore? Se non è un madornale errore del governo afghano sostenere la tesi di un collegamento fra Emergency ed i talebani, è stato peggio che un madornale errore, quello del governo italiano, di appoggiarsi ad una struttura come Emergency per questa vicenda.

Signor presidente, colgo l'occasione per ricordare che Israele non è un luogo dello spirito, ma una democrazia reale in un territorio dominato da dittature e fondamentalismi.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
14-04-07, 09:52
FISCO: NUCARA (PRI), SU TESORETTO PRODI SMENTISCE PADOA SCHIOPPA

(ASCA) - Roma, 13 apr - ''Ci sembra che la profonda meditazione pasquale del presidente del Consiglio Prodi su come utilizzare il famoso 'tesoretto' tenda a smentire le manifeste intenzioni a riguardo del suo ministro dell'Economia il quale riteneva, supportato dal conforto dei principali organismi economici internazionali ed interni, di dover favorire le imprese e la riduzione del debito''. Lo afferma in una nota il segretario del Pri, Francesco Nucara.

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
24-04-07, 17:47
Il comitato di segreteria del Pri sui congressi di Ds e Margherita

Si è riunito il Comitato di Segreteria del PRI per un primo esame della situazione politica alla luce delle conclusioni dei recenti Congressi della Margherita e dei DS. Al termine il Comitato ha emesso la seguente nota:

"Il Comitato di Segreteria del PRI rileva che la decisione dei DS e della Margherita di compiere un passo avanti nella direzione della costituzione di un nuovo partito nel quale si fondano le posizioni di queste due formazioni politiche, anche a costo di una scissione non irrilevante della sinistra dei DS, può costituire una novità rilevante rispetto agli equilibri politici presenti. E' evidente infatti, ad avviso del PRI, che la nuova formazione non può non mettere in conto la possibilità di rompere l'alleanza con l'estrema sinistra che caratterizza e condiziona pesantemente l'azione dell'attuale governo.

La segreteria del PRI osserva che la discussione nella sinistra italiana circa le elezioni francesi e l'auspicio che la candidata socialista possa trovare un'intesa con il centrista Bayrou è la conferma di una riflessione di cui i repubblicani hanno colto i segnali nella relazione dell'on. Fassino al suo congresso e in modo ancora più esplicito nell'intervento del sen. Marini nel congresso della Margherita.

In queste condizioni – conclude la nota del PRI – appare opportuno iniziare a considerare le condizioni politiche e programmatiche che potrebbero condurre in Italia alla formazione di una diversa maggioranza di Governo capace di affrontare con efficacia e con omogeneità di intenti i problemi del Paese e che tenga conto delle novità che si stanno manifestando nella vita politica.

Questi sviluppi comportano anche la necessità, per le forze di ispirazione liberaldemocratica, di valutare la possibilità di un loro progressivo avvicinamento in vista della costituzione di una forza politica di adeguate dimensioni che faccia riferimento alle posizioni che in sede europea sono proprie del partito ELDR e del corrispondente gruppo parlamentare nel Parlamento Europeo.

La Direzione Nazionale del PRI è convocata per la prossima settimana per procedere all'ulteriore esame della situazione politica."

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
03-05-07, 19:18
FISCO/ NUCARA: BENE PADOA-SCHIOPPA, TESORETTO PER RISANAMENTO
Pri resta a opposizione sosterrà scelte per contenimento spesa

Roma, 3 mag. (Apcom) - Il 'tesoretto' "va utilizzato per accelerare il processo di risanamento e contenere la dinamica del debito pubblico". Lo scrive il segretario del Pri Francesco Nucara in una lettera al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, assicurando che "il Partito repubblicano italiano appoggerà ogni scelta rivolta a contenere la spesa pubblica corrente" e "sosterrà tutte le iniziative e le misure volte alla riorganizzazione della Pubblica amministrazione, che è presupposto di qualsiasi ipotesi di contenimento".

Nucara esprime "apprezzamento e sostegno per alcuni indirizzi" lungo cui si è mosso il ministro, "in particolare, alle ferme parole con le quali ha richiamato l'attenzione della pubblica opinione sulla carenza di investimenti esteri nel nostro Paese".

Il segretario del Pri critica pero' "l'impostazione dell'ultima legge finanziaria", dove "il risanamento dei conti è stato affidato soprattutto all'aumento della tassazione. I risultati, tutt'altro che positivi - scrive - si vedono nell'accresciuta pressione fiscale. Avrei preferito si andasse in un'altra direzione: tagliando spese superflue". Nucara conclude sul futuro del suo partito specificando che il Pri "rimane, in questo momento, forza di opposizione: sempre pronto, tuttavia, a misurarsi con la reale natura di problemi e a dare il suo contributo".

tratto da http://notizie.alice.it/home/index.html

nuvolarossa
05-05-07, 11:25
"Il tesoretto serve a risanare"
Nucara (Pri) a Padoa-Schioppa

"Il tesoretto va utilizzato per accelerare il processo di risanamento e contenere la dinamica del debito pubblico", lo scrive il segretario del Pri Francesco Nucara in una lettera aperta al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Il Partito Repubblicano appoggerà ogni scelta del governo rivolta a contenere la spesa publica corrente, sostenendo le misure necessarie per la riorganizzazione della macchina della Pubblica Amministrazione.

Gentile Signor Ministro,

nella sua lunga storia il Partito Repubblicano Italiano ha sempre premiato la logica dei contenuti, rispetto a quella dei semplici schieramenti. Lo ha fatto guardando soprattutto ai grandi interessi del Paese, nella consapevolezza che i singoli partiti dovessero essere il veicolo democratico affinché quegli stessi interessi potessero essere meglio difesi e realizzati. È con questo spirito, immutato nel tempo, che a nome di tutta la Direzione del Partito, Le esprimo apprezzamento e sostegno per alcuni indirizzi che, pur con grandi difficoltà, Ella ha enunciato e che ci auguriamo possano improntare la politica del Governo.

Mi riferisco, in particolare, alle ferme parole, pronunciate proprio in questi giorni, con le quali ha richiamato l'attenzione della pubblica opinione sulla carenza di investimenti esteri nel nostro Paese. Fenomeno che è riconducibile non soltanto alla presenza di regole non compatibili con gli standard internazionali.Ciò è da addebitare altresì ad un clima più generale, stigmatizzato, del resto, nelle analisi più lucide, da molti commentatori. Quando esponenti della maggioranza governativa adombrano, ad ogni piè sospinto, ipotesi di nuovi interventi dello Stato nell'economia, o minacciano veti e ritorsioni nei confronti di chi non rispetta il loro particolare punto di vista, allora la risposta dei mercati non può che essere conseguente.

In questo quadro, debbo dire, che una Sua telefonata, per quanto a mio parere inopportuna, ha generato un allarme eccessivo. Bisogna reagire a questo stato di cose, non impedendo a chicchessia di parlare - del resto non c'è riuscito nemmeno il presidente Prodi - ma dimostrando con i fatti, oltre che con le parole, che quelle posizioni minoritarie appartengono più al folklore che non alla concretezza dell'attività di governo.Vi è poi un secondo punto che merita la più grande attenzione, almeno da parte di un Partito che ha fatto del rigore finanziario il suo tratto caratteristico. Nell'impostazione dell'ultima legge finanziaria, il risanamento dei conti, è stato affidato soprattutto all’aumento della tassazione.

I risultati, tutt’altro che positivi, si vedono nell'accresciuta pressione fiscale. Avrei preferito si andasse in un’altra direzione: tagliando spese superflue. Come dimostra il dibattito avviato sui costi delle comunità montane. Per non parlare di quelli delle province. Ora è importante che le maggiori entrate nel frattempo acquisite, non alimentino una ulteriore espansione della spesa. Quel “tesoretto”, ne conveniamo con Lei, va pertanto utilizzato per accelerare il processo di risanamento e contenere la dinamica del debito pubblico. Preoccupa infatti il progressivo rialzo dei tassi d'interesse, che determinerà una brusca inversione di tendenza rispetto agli anni passati: quando, appunto, il progressivo contenimento della relativa spesa portava sollievo nelle casse dello Stato.

Il Partito Repubblicano Italiano appoggerà ogni scelta rivolta a contenere la spesa pubblica corrente. Sosterrà tutte le iniziative e le misure volte alla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, che è presupposto di qualsiasi ipotesi di contenimento.Seguirà, quindi, con grande interesse e partecipazione i lavori per la spending review, i cui risultati conoscitivi dovranno essere portati all'attenzione del Parlamento per costruire, su quelle risultanze, le nuove procedure di bilancio. Il progetto di legge presentato anche da deputati repubblicani dimostra quanto il tema sia sentito e quanto sia opportuno un intervento in materia.

Ho richiamato questi due argomenti in modo esemplificativo, per ribadire l'impegno del Partito Repubblicano a favore di scelte che si muovono nell'interesse del Paese. Dovrebbe essere ovvio. Ma purtroppo così non è a causa di una logica politica che fa, invece, leva su un astratto senso di appartenenza.Una logica che non è mai appartenuta all'esperienza storica del mio Partito, che rimane, in questo momento, forza di opposizione: sempre pronto, tuttavia, a misurarsi con la reale natura di problemi e a dare il suo contributo. E’ un'abitudine antica che qui voglio rinnovare, affinché Ella ne possa tener conto nell’affrontare le difficili scelte che ancora La attendono.

Francesco Nucara

tratto da http://www.tgcom.mediaset.it/

nuvolarossa
07-05-07, 19:16
Conflitto interessi: Nucara, sinistra italiana arretrata

"Per un problema esistente si prospetta una soluzione vergognosa, indegna di una democrazia matura. La dimostrazione che la sinistra italiana è più arretrata persino di quella francese". Il segretario del PRI, Francesco Nucara, ha commentato così l'ipotesi di una nuova legge sul conflitto di interessi.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
08-05-07, 19:31
Nucara incontra Padoa - Schioppa

A seguito della lettera inviata al ministro dell'Economia, il segretario del PRI Francesco Nucara è stato ieri ricevuto a via XX Settembre da Tommaso Padoa - Schioppa per un lungo e approfondito colloquio sui principali temi della politica economica. Nel corso di detto colloquio Francesco Nucara ha voluto ribadire il sostegno del PRI alle iniziative e agli intendimenti del ministro dell'Economia ritenendo questi tali da poter rappresentare un importante contributo alla ripresa economica del Paese. Nucara al termine del colloquio ha espresso l'auspicio che: "Il governo italiano non mostri esitazioni nel seguire le proposte indicate dal ministro Padoa – Schioppa, in particolare per ciò che concerne il contenimento della spesa pubblica e l'utilizzazione del famoso tesoretto".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
08-05-07, 19:52
I capricci danneggiano il partito/Per il Pri saranno importanti le modifiche statutarie
E' la ragione che deve guidare le nostre scelte

di Francesco Nucara

Con la celebrazione del Congresso Nazionale, fortemente voluto dalla Segreteria ed altrettanto fortemente osteggiato, si pensava che una fase abbastanza critica della vita del Partito si fosse esaurita per intraprenderne un'altra di maggiore concordia.

Le impressioni che si sono ricavate nell'ultima Direzione (convocata per essere consultata, anche se non più in carica), a parere di qualcuno, sarebbero di segno diverso. Il Congresso sarebbe stato "fintamente unitario" e gli interventi congressuali, che sembravano preludere ad un'unità, anche se sofferta, sarebbero da accreditare più a generosità (nei confronti di chi non è chiaro) che a convinzione. Quindi, come nel gioco dell'oca, si ritorna al punto di partenza. A nulla è valsa e varrà la ricerca di un equilibrio che ha portato a dare segnali importanti a livello parlamentare.

Ma quando la vita politica si imposta sulla "padronanza" (intesa come concetto di proprietà indiscussa ed indiscutibile), e non sulla discussione e sulla paziente predisposizione all'ascoltare l'altrui pensiero, diventa tragicamente evidente l'impossibilità di dialettica, che come tutti dovremmo sapere, per chi fa politica è linfa vitale.

Personalmente, non ho mai avuto padroni e forse per questo non ho mai gradito, anche se per disavventura, essere riconosciuto come tale. E' di tutt'altra valenza e significato, invece, l'avere più volte affermato il mio orgoglio di calabrese testardo, ma, anche se ahimè qualcuno è di pensiero diverso, mai dimentico di una altrettanto orgogliosa umiltà, intesa ovviamente in senso letterale: vicina alla "terra", cioè incline prima di tutto a guardare le cose e la vita (soprattutto quella politica) dal basso verso l'alto…e non il contrario!

Quindi sarò sempre pronto ad affermare che il mio unico interesse è quello di far sopravvivere degnamente questo Partito, che, esso sì, è stato la mia vita e quindi lenire le sue ferite fisiche e morali, quelle che ha dovuto subire in questi lunghissimi anni di transizione.

Malgrado tutto, però, qualcosa di positivo si intravede nella fase post-congressuale. I parlamentari sono impegnati a pieno ritmo nella campagna elettorale per le amministrative. Bene, siamo contenti, ma lo saremmo di più se la Segreteria ne fosse informata. Forse un maggiore coordinamento consentirebbe una maggiore efficacia operativa, o forse la Segreteria potrebbe coordinare una serie di interventi a seconda delle necessità del Partito e non di quelle personali. Dicendo questo mi sembra di illustrare concetti che, all'occhio del più giovane e sprovveduto iscritto al PRI, dovrebbero suonare più che pleonastici.

A proposito di Partito: chiunque pensasse che il Partito è finito, o comunque che non è più funzionale ai propri disegni, dovrebbe avere il dovere morale con se stesso prima di tutto, ma anche con i repubblicani, di dire ciò che pensa e di chiedere di ammainare la gloriosa bandiera dell'Edera, simbolo e riferimento di intere generazioni di italiani. Quando si pensa che un'attività qualunque sia prossima al fallimento è meglio portare i libri contabili in tribunale. Non arriviamo a pensare che nel PRI ci siano personaggi che mirino a questo. Sul passato non intendiamo fare polemiche, andiamo avanti coraggiosamente. Nel mondo degli affari, per concluderne qualcuno, bisogna che tutti guadagnino qualcosa. Quando ci guadagna solo uno, vuol dire che quest'ultimo sta truffando gli altri. Per fortuna non è così nel nostro Partito.

Orbene, il prossimo Consiglio Nazionale sarà convocato dalla Presidenza del Congresso subito dopo le consultazioni amministrative, così come si era stabilito in sede congressuale, senza alcun timore, né oggettivo né reverenziale, ma solo per quel poco di buon senso che a qualcuno, più o meno dichiaratamente, manca. Eletti gli organi Segreteria e Direzione, e integrato il Consiglio Nazionale, se le riforme statutarie saranno accettate, bisognerà rivedersi per puntualizzare il modo di procedere, sulla base delle risultanze congressuali.

Se il Congresso è stato unitario anche la Direzione lo sarà. Se invece abbiamo sbagliato valutazione è necessario correggere la rotta. Giustamente nessuno, spinto dall'amore per il Partito, deve chiedere il permesso al Segretario per intraprendere iniziative personali. Noi, al Segretario che sarà eletto dal Consiglio Nazionale, consigliamo di fare di testa sua senza chiedere – egli sì – il permesso ad alcuno. Siamo sicuri che l'interesse per il PRI porterà tutti noi a maggiore razionalità rispetto ad una spesso convulsa e confusa passionalità. Lasceremo da parte capricci e sconsideratezze per un obiettivo comune: la crescita del PRI. A questo proposito sarà importante la modifica statutaria, che consentirà alla Segreteria che nascerà di inserire a pieno titolo, negli organismi di Partito, parti importanti della nostra storia recente e zone che rappresentino la storia intera del movimento repubblicano. Un cammino difficile e irto di ostacoli, spazi aperti per quanti si vogliano serenamente cimentare.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
09-05-07, 17:41
Appuntamenti elettorali Nucara

Ragusa, 10 maggio. Ore 12,00, incontro col sindacato nazionale autonomo ISA. Ore 13,00, incontro con imprenditori. Nel pomeriggio inaugurazione delle sezioni di Scicli e Modica. Segue conferenza stampa a Modica. Alle 20,30, incontro elettorale presso il ristorante Ranaldi.

Palermo, 11 maggio. Ore 12,00, presso l'Università incontro con i docenti. Ore 17,00, incontro con gli ordini professionali. Ore 18,00, visita presso l'azienda di informatica Olomedia. Ore 20,30, chiusura campagna elettorale ad Acqua dei Corsari.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
09-05-07, 17:59
Nucara replica a Migliore e Sgobio

"Se due capigruppo della maggioranza sostengono che il ministro dell'Economia non rappresenta il governo, evidentemente c'è un equivoco da risolvere. O il ministro dell'Economia si dimette, o il Prc ed il Pdci farebbero bene a uscire dal governo. E' sicuramente urgente la riforma della previdenza, ma è ancora più urgente a questo punto un chiarimento in questo senso": lo ha detto il segretario del Pri Francesco Nucara, commentando le dichiarazioni di Sgobio e Migliore.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
11-05-07, 19:14
Governo/Nucara: maggioranza divisa su tutto

"Una confusione inaccettabile nel governo e nella maggioranza che non puo' garantire stabilita' e certezze future per il Paese". Lo ha detto il segretario del PRI, Francesco Nucara, a Palermo durante la campagna elettorale "le divisioni profonde che vanno dalla droga alle pensioni passando per il Family Day con tanto di conflitto tra Rutelli e D'Alema rendono bene l'idea della paralisi che contraddistingue questo esecutivo.

E' chiaro che il Paese non puo' permettersi di perdere altro tempo".

Roma, 11 maggio 2007 (ITALPRESS)

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
17-05-07, 19:41
Nucara su Italia 1

Francesco Nucara partecipa alla trasmissione "Super Partes", in onda su Italia 1 alle 7,00 di sabato prossimo. Repliche su Rete 4, sempre sabato 19, ore 7,30; su Canale 5, il 20 maggio, alle 9,30.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
21-05-07, 19:38
Nucara: meglio tornare al voto

"Con tutto il rispetto, la proposta dell'onorevole Casini di fare una nuova elezione del Senato della Repubblica, ha poco senso. Indipendentemente dalla legge elettorale, si vedrebbe, sulla base dei sondaggi che tutti conoscono, che il Paese esprimerebbe una maggioranza ben diversa da quella della Camera, approfondendo le difficoltà già esistenti". Lo afferma il segretario del Pri, Francesco Nucara. "Se quindi c'è una impraticabilità delle Aule parlamentari con il rischio di una sfiducia dei cittadini per la politica, tale che il presidente del Consiglio lamenta la paralisi e il ministro egli Esteri teme addirittura il travolgimento della Repubblica, bisogna allora far dimettere il governo, sciogliere le Camere e tornare immediatamente al voto".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
22-05-07, 18:35
Nucara su "LA 7"

Giovedì 24 maggio, alle ore 9,30, andrà in onda sull'emittente "LA 7" l'appello al voto del segretario nazionale del PRI, onorevole Francesco Nucara, in vista delle amministrative del 27 e 28 maggio.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
31-05-07, 19:37
Nucara: il Pri raddoppia i consiglieri nel Mezzogiorno

"Le elezioni sono andate bene per il centrodestra. Ma sono andate bene anche per il Partito Repubblicano. Abbiamo raddoppiato la presenza dei nostri consiglieri e avuto buoni successi soprattutto nel Mezzogiorno".

Così Francesco Nucara, leader del Pri, ha commentato a "Italpress" l'esito delle elezioni amministrative.

Nucara non pensa che queste elezioni avranno ripercussioni sul governo. "Non credo che cadrà - sottolinea - Certamente si tratta di un avviso ai naviganti. Soprattutto per quello che si sta scatenando all'interno della stessa maggioranza di centrosinistra".

Poi il leader del Pri ha analizzato la sconfitta netta dell'Unione al Nord: "Non si tratta solo delle tasse. Nel Nord c'è più valutazione politica. Al Sud esiste un maggior rapporto con le persone che vengono votate".

Poi l'analisi del segretario del Pri si sposta sul centrodestra.

Sulle mosse di Berlusconi, di cui Nucara è uno dei consiglieri più ascoltati: "Quello di questi giorni è il Cavaliere che piace a me. Quello riflessivo. Mi piace di più dopo la campagna elettorale che prima. Anche se capisco che i toni prima delle elezioni si inaspriscono. Berlusconi ascolta tutti, ma poi decide da solo. Non in anticipo".

"Avevo avuto un colloquio con Padoa - Schioppa a cui avevo detto che se avesse fatto un utilizzo del tesoretto in linea con le nostre idee lo avremmo appoggiato – ha concluso Nucara - Se mi avessero detto ‘diminuiamo il deficit, abbassiamo il debito pubblico', noi lo avremmo sostenuto. Non mi pare che andrà così. E allora direi che siamo decisamente all'opposizione".

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
03-06-07, 20:38
Notizie da Radio Scarpa

Nucara rieletto segretario del Partito Repubblicano Italiano

L'onorevole Francesco Nucara è stato rieletto segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano.

Si tratta del quarto mandato, con con 100 voti su 110. "La coalizione di centrosinistra si è avviluppata nella propria crisi e nelle proprie contraddittorietà; le soluzioni per dare un governo più appropriato al Paese ora scarseggiano e si sono aperti gravi vulnus istituzionali", ha detto il segretario del Pri.

nuvolarossa
04-06-07, 09:27
Pri: Nucara rieletto segretario Per la quarta volta

Il Consiglio Nazionale del Partito Repubblicano Italiano, informa una nota, ha rieletto segretario nazionale del Partito l’onorevole Francesco Nucara, per la quarta volta, con 100 voti su 110, a scrutinio segreto.

“ Buon senso politico e lungimiranza — ha detto nel suo discorso di insediamento — avrebbero dovuto imporre all’indomani di un voto così equilibrato come quello delle politiche dell’anno passato, un ripensamento immediato della formula di governo e delle alleanze. Come è avvenuto in Germania ad esempio. Non averlo fatto allora ne ha pregiudicato una realizzazione futura. La coalizione di centrosinistra si è avviluppata nella propria crisi e nelle proprie contraddittorietà, le soluzioni per dare un governo più appropriato al Paese, ora scarseggiano e si sono aperti gravi vulnus istituzionali”.

Per Nucara, “l’opposizione sta meglio, fondamentalmente, per una sola ragione: il carisma popolare di Berlusconi, che quali che siano i suoi difetti, si esercita con un certo peso sulla coalizione di centrodestra, cosa che nel centrosinistra nessuno è in grado di fare. Si pensava che Prodi avrebbe retto, e Berlusconi sarebbe crollato, mi pare — conclude — che si sia sbagliata diagnosi”.

tratto da http://news.kataweb.it/

nuvolarossa
04-06-07, 09:32
PRI: NUCARA CONFERMATO SEGRETARIO PER LA QUARTA VOLTA
MAGGIORANZA A PEZZI, SERVE NUOVO GOVERNO DI LARGHE ALLEANZE

Roma, 3 giu. (Adnkronos) - Il Consiglio Nazionale del Partito Repubblicano Italiano ha rieletto a scrutinio segreto per la quarta volta con 100 voti su 110 segretario nazionale del Partito, l'onorevole Francesco Nucara. Nel suo discorso di insediamento Nucara fra l'altro ha detto: ''Buon senso politico e lungimiranza avrebbe dovuto imporre all'indomani di un voto cosi' equilibrato come quello delle politiche dell'anno passato, un ripensamento immediato della formula di governo e delle alleanze. Come e' avvenuto in Germania ad esempio. Non averlo fatto allora ne ha pregiudicato una realizzazione futura".

tratto da http://www.adnkronos.com/IGN/hp/

nuvolarossa
04-06-07, 18:55
Nucara segretario
Il congresso unitario base di partenza per l'azione futura

Saluto di Francesco Nucara tenuto al Consiglio nazionale del Pri, il 3 giugno 2007, dopo che a scrutinio segreto - con 100 voti su 110 di cui dieci astenuti - è stato rieletto per la quarta volta segretario del Pri.

di Francesco Nucara

Cari amici, desidero ringraziarvi per la fiducia ed il sostegno che mi avete espresso confermandomi alla guida della segreteria. Lo considero un riconoscimento per il lavoro svolto ed un incoraggiamento per quello che rimane da compiere che, badate, è molto.

Anche dai risultati delle ultime amministrative, vedete come il partito riesca ad ottenere consensi lusinghieri in alcuni importanti realtà del Mezzogiorno, ma quali e quante difficoltà incontri nel centro - nord del Paese.

La mia impressione è che il voto del Nord sia un nuovo voto di protesta diretto chiaramente contro le forze della maggioranza. E chi non si costituisce come netta e nitida forza di alternativa alla stessa, non può intercettarlo.

Noi abbiamo fatto un congresso, dove abbiamo sottolineato l'autonomia del partito, ma il Paese si sta spostando rapidamente contro le forze di governo. Conoscevamo l'astensionismo di destra, ora si conosce anche quello di sinistra. E' un fenomeno a cui vedremo come sapranno rispondere. Certo è che una forza della ragione e del dialogo come la nostra rischia di essere ancora penalizzata se non sa prendere un'iniziativa.

Noi abbiamo fatto uno sforzo in questi mesi per cercare di trovare delle omogeneità di intenti e di azione fra alcune forze politiche, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza.

Non ci è mai piaciuto questo bipolarismo, lo abbiamo considerato una camicia di forza per il Paese e abbiamo fatto tutto quello che potevamo per allentarne le maglie. L'insuccesso di questo governo, l'arroganza che lo ha caratterizzato anche in vicende di delicato equilibrio istituzionale, non ha aiutato il nostro progetto. In realtà, buon senso politico e lungimiranza avrebbero dovuto imporre, all'indomani di un voto così equilibrato come quello delle politiche dell'anno passato, un ripensamento immediato della formula di governo e delle alleanze. Come è avvenuto in Germania, ad esempio.

Non averlo fatto allora ne ha pregiudicato una realizzazione futura. La coalizione di centrosinistra si è avviluppata nella propria crisi e nelle proprie contraddittorietà: le soluzioni per dare un governo più appropriato al Paese ora scarseggiano. E' vero che c'è una parte della maggioranza, una parte cospicua con personalità importanti, che ha cercato di mettersi in movimento, indicando anche una linea di azione positiva. Il mio timore è che essa non riesca nella sua impresa e che finirà per restare legata al resto dei suoi alleati - e che con essi andrà a fondo.

Il Partito repubblicano, nella sua autonomia, deve decidere se cercare di offrire una sponda a chi sta già per annegare o restare saldo con le forze dell'opposizione che si troveranno in una oggettiva condizione di vantaggio, pur sapendo che, a loro volta, patiranno gli stessi problemi che ora stanno travolgendo il centrosinistra.

L'opposizione sta meglio fondamentalmente per una sola ragione: il carisma popolare di Berlusconi, che quali che siano i suoi difetti, si esercita con un certo peso sulla coalizione di centrodestra, cosa che nel centrosinistra nessuno è in grado di fare. Casini pensava che Prodi avrebbe retto, e Berlusconi sarebbe crollato: mi pare che si sia accorto di aver sbagliato diagnosi.

Io non so davvero come far procedere speditamente il partito in un contesto così accidentato. Credo che il partito si possa avvalere dell'impegno assoluto del segretario, ma che abbia bisogno di tutte le sue intelligenze e delle sue personalità di prestigio per affrontare questa fase che si presenta ancora delicata e con degli obiettivi da raggiungere molto importanti. Il congresso unitario che abbiamo celebrato è la base di partenza sulla quale potremo misurare i passi futuri. Viva il partito Repubblicano, viva L'Italia.

Roma, 4 giugno 2007

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
07-06-07, 18:10
Venerdì 8 giugno h. 23,15 - "Matrix" Canale 5 - Il segretario del Pri Francesco Nucara sarà intervistato sul tema "I costi della politica"

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
08-06-07, 20:12
L'amicizia del Pri verso gli Usa
Lettera di Francesco Nucara a Ronald P. Spogli, ambasciatore Usa in Italia

Caro ambasciatore, desidero suo tramite esprimere i sentimenti di profonda amicizia del Partito Repubblicano Italiano al Presidente George Bush in questi giorni di permanenza in Italia. Per tutta la permanenza del Presidente Bush la sede del Pri esporrà con orgoglio la bandiera del vostro eccezionale Paese.

Lei conosce bene il profondo legame del Pri con gli Stati Uniti d'America e il sostegno che il nostro partito si è sentito in dovere di dare nel momento più grave della vostra storia, quando nel settembre del 2001 venne colpita New York e i suoi cittadini dalla follia omicida di al Qaeda.

Da quel giorno le prospettive della politica internazionale sono cambiate. Gli Stati Uniti si sono assunti l'onere della guerra al terrorismo ed i repubblicani italiani si sono impegnati con tutti i loro sforzi, insieme ad altre forze politiche, affinché il nostro Paese facesse il suo dovere fino in fondo contro questa minaccia.

La sensibilità democratica che è alla base della cultura politica degli Stati Uniti d'America comprende senza particolari patemi le ragioni dei pacifisti e dei contestatori che si muovono in queste ore in Italia. Sappiamo bene che il presidente statunitense non si scomporrà, perché gli è naturale rispettare pensieri ed ideali diversi, e la loro legittima manifestazione.

Ci dispiace invece che il governo italiano abbia al suo interno non solo chi condivide le ragioni di questa protesta, ma anche chi le alimenta con particolare spirito di ostilità. Questo non è proprio della tradizione politica che lega i nostri Paesi e soprattutto i nostri governi. Anche per questo teniamo in particolar modo a sottolineare la nostra solidarietà ad una nazione e ad un popolo a cui dobbiamo innanzitutto la nostra libertà e la democrazia che abbiamo saputo costruire nel dopoguerra e che vorremmo preservare e difendere nel futuro, sapendo bene su quali nazioni amiche poter contare.

Rinnovando la nostra amicizia a Lei ed al Presidente George Bush, molto cordialmente

Francesco Nucara, segretario del Partito repubblicano italiano

tratto da http://www.pri.it

Lincoln (POL)
10-06-07, 23:56
Notizie da Radio Scarpa

Nucara rieletto segretario del Partito Repubblicano Italiano

L'onorevole Francesco Nucara è stato rieletto segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano.

Si tratta del quarto mandato, con con 100 voti su 110. "La coalizione di centrosinistra si è avviluppata nella propria crisi e nelle proprie contraddittorietà; le soluzioni per dare un governo più appropriato al Paese ora scarseggiano e si sono aperti gravi vulnus istituzionali", ha detto il segretario del Pri.

Certo che si sono aperti gravi vulnus istituzionali anche grazie alla responsabilità di un ministro dell'Economia già ai miei occhi privo di qualsiasi credibilità politica ed al quale è stata aperta da parte di Nucara, una immotivata linea di credito politico che Tps anche volendo (visto il governo di cui fa parte), non sarebbe comunque mai stato in grado di onorare.
Se poi si è trattato di una abile mossa tattica allora,...come non detto.

jmimmo82
11-06-07, 00:05
Certo che si sono aperti gravi vulnus istituzionali anche grazie alla responsabilità di un ministro dell'Economia già ai miei occhi privo di qualsiasi credibilità politica ed al quale è stata aperta da parte di Nucara, una immotivata linea di credito politico che Tps anche volendo (visto il governo di cui fa parte), non sarebbe comunque mai stato in grado di onorare.
Se poi si è trattato di una abile mossa tattica allora,...come non detto.
Conosciamo bene la cultura economica dei vari TPS incentrata sul risanamento dei conti pubblici a danno dei cittadini invece che a danno dei parassiti della nostra società. Una cultura economica che fa leva sullo strumento fiscale come fosse il frustino con il quale percuotere i cavalli trainanti la carrozza...

nuvolarossa
14-06-07, 07:18
GDF/ NUCARA: CAOS ISTITUZIONALE SENZA PRECEDENTI
Responsabilità del governo è gravissima

Roma, 13 giu. (Apcom) - "E' gravissima la responsabilità del governo, lo dimostra il fatto che ancora non c'è un altro comandante della Guardia di Finanza e si è stati costretti a rinviare la cerimonia di insediamento". Lo afferma in una nota Francesco Nucara, segretario del Pri.

"Siamo di fronte - aggiunge - ad una condizione di caos istituzionale senza precedenti e ad un degrado della vita politica".

tratto da http://notizie.alice.it/

nuvolarossa
14-06-07, 07:36
PRIEBKE/ NUCARA: NOI NON PERDONIAMO MA ACCANIRSI NON SERVE
Stato deve essere generoso ma passato non si dimentica

Roma, 13 giu. (Apcom) - "I repubblicani italiani sono vicini ai parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine" Lo ha detto il segretario del Pri Francesco Nucara commentando la decisione del tribunale di sorveglianza di accordare il permesso di lavoro per Priebke.

"La democrazia è generosa. Sono in libertà i brigatisti rossi, lo era financo Angelo Izzo, perché mai accanirsi contro un anziano e non pentito criminale nazista?. I Repubblicani perdonano ma non dimenticano, per questo tutti gli anni celebrano la Giornata della Memoria".

tratto da http://notizie.alice.it/

nuvolarossa
14-06-07, 17:19
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpghttp://digilander.libero.it/gibiol1/Midi2/james%20bond/Casino%20Royale.mid

CDL/ NUCARA OGGI DA BERLUSCONI A PALAZZO GRAZIOLI
Il segretario del Pri dall'ex premier alle 17

Roma, 14 giu. (Apcom) - Il segretario del Pri Francesco Nucara incontrerà il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.L'incontro è fissato per le 17. Ne dà notizia una nota del Pri.

tratto da http://notizie.alice.it/

nuvolarossa
15-06-07, 21:19
Nervi saldi
Il fantasma della crisi non è stato ancora scongiurato

Quando i tempi diventano particolarmente difficili bisogna sapere tenere i nervi saldi. Abbiamo visto nella sola giornata di giovedì la folla di un Comune del napoletano dare la caccia al responsabile per i rifiuti della Campania Bertolaso. A poche ore di distanza il ministro Bersani veniva accolto dai fischi della Confartigianato. Non fosse sufficiente tutto questo, un gruppo di deputati leghisti aveva la bella idea di occupare i banchi del governo a Montecitorio.

Che il clima ribolla nel paese è dunque certo. Bisogna trovare un po' d'acqua fredda.

Per questo il segretario del Pri Francesco Nucara, che ha incontrato il leader dell'opposizione Silvio Berlusconi nella stessa giornata di tante escandescenze, ha raccomandato calma e gesso. E se è vero che il Capo dello Stato riceve ed ascolta volentieri, in particolare, i leader dei principali partiti politici, non è il caso di chiedergli cose che non può fare, come sciogliere le Camere. Ci ha fatto dunque piacere sapere che il presidente Berlusconi non voglia salire al Colle per chiedere il voto anticipato, quanto per illustrare lo stato d'animo che muove l'opposizione e la valutazione della situazione politica della stessa. Cosa questa che riteniamo opportuna ed utile, nella nostra convinzione che il capo dello Stato sappia cosa lo aspetti in caso di una crisi di governo. Perché il fantasma della crisi di governo non è affatto scongiurato. Anzi, forse si è rafforzato. Perché fino a ieri esso era agitato solamente dai dissidi fra i cosiddetti riformisti ed i cosiddetti massimalisti. Ora c'è uno scandalo delle intercettazioni ad aprire un nuovo fronte anche nel campo moderato, e tale da porre un nuovo problema al governo.

I Ds sono usciti da questa esperienza molto più sensibili, e si sono ricordati come il premier non abbia voluto dare loro retta nel momento in cui chiesero un cambio di passo del governo: di converso ottennero il nulla. Non solo: Prodi per loro la mette giù troppo pesante, visto che se non si fa come egli dice, è pronto ad andarsene.

I Ds quindi non esprimono solo una divergenza rispetto alle posizioni della sinistra radicale, come disse D'Alema all'indomani della visita di Bush a Roma: "basta con il partito di lotta e quello di governo".

I Ds hanno anche avvisato il premier che con il "cesarismo" non si va avanti. O, peggio, in tal mondo si accrescono i problemi e non si vede la ripartenza del Paese. Ed anche la Margherita, con il suo quotidiano "Europa", è pronta a riconoscere che il futuro partito democratico "non può essere la dependance di un governo in difficoltà". Per cui l'ala riformista del centrosinistra è tornata ad agitarsi e si agiterà ancor di più se non troverà un punto di convergenza sulla leadership del futuro partito.

E chissà se, dopo le intercettazioni, questo punto di convergenza è ancora più difficile da trovare rispetto a prima. Per questo una situazione così confusa, delicata, capace di offrire colpi di scena imprevisti, pretende particolare cautela, evitando strappi e fughe in avanti. Noi crediamo che questo governo abbia dato una manifestazione di sé, tale da non consentire particolari prove d'appello.

E' la prima volta che leggiamo il giudizio poco lusinghiero * per usare un eufemismo - di Pippo Baudo nei confronti di un ministro della Repubblica: e soltanto ciò è sufficiente per dare il senso della misura.

Ma i numeri del Parlamento restano quelli che sono e non saranno le piazzate a modificarli. Serve invece una politica capace di sconfiggere una maggioranza in agonia. Questa politica - ancora ci dispiace dirlo - non si vede.

E' vero invece che l'opposizione sta seduta sulla sponda del fiume aspettando il cadavere. Ma non basta questo atteggiamento per essere certi che il cadavere del proprio avversario passi davvero, piuttosto che l'opposizione cada - anch'essa - nel fiume. Il centrodestra semmai proponga un programma alternativo al governo, cominciando dal Dpef, ad esempio. Dia esso il senso all'Italia che si saprebbe dove andare - e con successo - con un'altra guida politica rispetto all'attuale. Si prepari alla battaglia parlamentare, potendo contare magari su qualche falla dell'attuale coalizione. Rinunzi al sogno della spallata, tanto sono altri a voler sognare. Ecco allora che davvero si aprirà la possibilità di operare un cambiamento radicale dell'attuale governo a poco più di un anno dal suo insediamento. E di questo si sente davvero bisogno.

Roma, 15 giugno 2007

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
22-06-07, 21:32
Nucara all'Ambasciata di Israele

Il segretario del Pri, onorevole Francesco Nucara, giovedì 21 giugno, è stato ricevuto dall'ambasciatore israeliano a Roma Ghideon Meir.

Nel corso dei colloqui si è parlato dell'amicizia che il Pri ha sempre espresso nei confronti di Israele. Il leader dei repubblicani ha espresso all'ambasciatore il desiderio di recarsi in Israele con una delegazione in visita ufficiale.

tratto da http://www.pri.it

ubaldo voli
22-06-07, 23:29
GDF/ NUCARA: CAOS ISTITUZIONALE SENZA PRECEDENTI
Responsabilità del governo è gravissima

Roma, 13 giu. (Apcom) - "E' gravissima la responsabilità del governo, lo dimostra il fatto che ancora non c'è un altro comandante della Guardia di Finanza e si è stati costretti a rinviare la cerimonia di insediamento". Lo afferma in una nota Francesco Nucara, segretario del Pri.

"Siamo di fronte - aggiunge - ad una condizione di caos istituzionale senza precedenti e ad un degrado della vita politica".

tratto da http://notizie.alice.it/

E' gravissima la situazione in generale ma, anziché limitarsi a evidenziare giorno per giorno le conseguenze di una società sviluppata male, sarebbe opportuno riuscire a vedere più in profondità quali sono i motivi che hanno portato l'Italia a questo punto.
In Italia dalla seconda guerra mondiale ad oggi, siamo andati “avanti” con leggi elettorali che, anche se nate da ispirazione democratica, sono state però in pratica realizzate in maniera molto grossolana tanto da produrre uno sviluppo in molti casi squilibrato fino al punto che progredire sta diventando sempre più difficile o addirittura impossibile.
D’altra parte dobbiamo dire che la Legge elettorale costituisce la fondamenta indispensabile per poter realizzare governi rappresentativi ed efficienti e che, quando questa è fatta male, come per la costruzione di un palazzo, diventa difficile o impossibile costruire non solo ma, se ci riusciamo, sarà comunque una costruzione poco affidabile e troppo costosa come appunto, chi più chi meno, sono stati i governi che abbiamo avuto in Italia dal dopo guerra ad oggi.
Questo è quello che è successo all’Italia: il succedersi di tanti governi poco efficienti e troppo costosi per un periodo troppo lungo che hanno accumulato uno “sviluppo” così squilibrato o per meglio dire così “contorto” che ora chiunque vada a governare mentre si trova a dover gestire una società costruita male e con le fondamenta deboli, che per essere risanata a bisogno di moltissimo impegno e tanto tempo, d’altra si trova anche i cittadini che l’ hanno votato, convinti di vedere risultati importanti in poco tempo.
Le conseguenze quindi sono inevitabili, e cioè che chi va a governare come chi prende una patata bollente: si brucia!
Questo come dimostrano anche le ultime elezioni, è quello che è successo prima a Berlusconi ed ora Prodi
Al limite può succedere che qualcuno si brucia di meno e qualcuno di più ma certo è che si brucia.
Pertanto è più che mai urgente che chiunque vada a governare, se vuole intanto dimostrare almeno un inversione di tendenza, debba urgentemente cambiare o migliorare la Legge elettorale.

Cordiali saluti
Osvaldo Poli
sign2000@virgilio.it

nuvolarossa
29-06-07, 21:10
L'Ue boccia il Dpef: il commento di Nucara

"Non avevamo alcun dubbio che l'Unione europea bocciasse il pasticcio combinato dal governo su Dpef e pensioni. Un governo che si era presentato come europeista sta diventando un problema per l'Ue". Lo afferma il segretario del Pri, Francesco Nucara.

tratto da http://www.pri.it

ubaldo voli
03-07-07, 17:48
CDL/ NUCARA OGGI DA BERLUSCONI A PALAZZO GRAZIOLI
Il segretario del Pri dall'ex premier alle 17

Roma, 14 giu. (Apcom) - Il segretario del Pri Francesco Nucara incontrerà il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.L'incontro è fissato per le 17. Ne dà notizia una nota del Pri.

tratto da http://notizie.alice.it/

Per salvare i valori fondamentali del Repubblicanesimo e dare un contributo importante alla governabilità del paese voglio sperare che questi contatti siano finalizzati anche all'aggregazione con uno dei partiti di maggiori dimensioni

Auguri
Osvaldo Poli

ubaldo voli
03-07-07, 17:52
E' gravissima la situazione in generale ma, anziché limitarsi a evidenziare giorno per giorno le conseguenze di una società sviluppata male, sarebbe opportuno riuscire a vedere più in profondità quali sono i motivi che hanno portato l'Italia a questo punto.
In Italia dalla seconda guerra mondiale ad oggi, siamo andati “avanti” con leggi elettorali le quali, anche se nate da ispirazione democratica, sono state però in pratica realizzate in maniera molto grossolana tanto da produrre uno sviluppo in molti casi squilibrato fino al punto che progredire sta diventando sempre più difficile o addirittura impossibile.
D’altra parte dobbiamo dire che la Legge elettorale costituisce la fondamenta indispensabile per poter realizzare governi rappresentativi ed efficienti e che, quando questa è fatta male, come per la costruzione di un palazzo, diventa difficile o impossibile costruire non solo ma, se ci riusciamo, sarà comunque una costruzione poco affidabile e troppo costosa come appunto, chi più chi meno, sono stati i governi che abbiamo avuto in Italia dal dopo guerra ad oggi.
Questo è quello che è successo all’Italia: il succedersi di tanti governi poco efficienti e troppo costosi per un periodo troppo lungo che hanno accumulato uno “sviluppo” così squilibrato o per meglio dire così “contorto” che ora chiunque vada a governare mentre si trova a dover gestire una società costruita male e con le fondamenta deboli, che per essere risanata a bisogno di moltissimo impegno e tanto tempo, d’altra si trova anche i cittadini che l’ hanno votato, convinti di vedere risultati importanti in poco tempo.
Le conseguenze quindi sono inevitabili, e cioè che chi va a governare come chi prende una patata bollente: si brucia!
Questo come dimostrano anche le ultime elezioni, è quello che è successo prima a Berlusconi ed ora Prodi
Al limite può succedere che qualcuno si brucia di meno e qualcuno di più ma certo è che si brucia.
Pertanto è più che mai urgente che chiunque vada a governare, se vuole intanto dimostrare almeno un inversione di tendenza, debba urgentemente cambiare o migliorare la Legge elettorale.

Cordiali saluti
Osvaldo Poli

nuvolarossa
06-07-07, 21:10
Incontro Berlusconi-Nucara

Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, "che giovedì aveva ricevuto Giorgio La Malfa in un colloquio privato, si è incontrato venerdì mattina, 6 luglio, con il segretario del Partito Repubblicano Italiano, Francesco Nucara, per discutere della situazione politica attuale e dei rapporti politici tra Forza Italia e il Pri". Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa di Forza Italia.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
08-07-07, 08:43
La Malfa parla con Prodi e Berlusconi. Nucara chiede chiarimenti
Pranzi, cene e colazioni: scintille tra Pri e Fi

Acque agitate nel Partito repubblicano tra Francesco Nucara e Giorgio La Malfa. Oggetto della contesa: il rapporto con Silvio Berlusconi. Le relazioni tra i due esponenti dell'Edera traballano da mesi. Nucara è stato riconfermato alla segreteria al congresso dell'Ergife, mentre La Malfa non è più presidente del partito. Qualche giorno fa La Malfa ha incontrato Romano Prodi a Palazzo Chigi. A tavola c'era pure Sandro Gozi: il deputato dell'Ulivo che, si dice, svolge un ruolo di collegamento tra Palazzo Chigi e le forze d'opposizione disposte a valutare possibili aperture con l'Unione. Quel pranzo a Nucara deve essere andato di traverso. Nucara aveva in agenda per l’altro giorno un appuntamento con Silvio Berlusconi. Appuntamento che però è saltato. Ma poi Berlusconi ha visto Giorgio La Malfa. Nucara chiama subito Berlusconi, che gli dà appuntamento per ieri mattina di buon'ora. Il chiarimento tra il segretario del Pri e il leader di Forza Italia viene poi sancito da un comunicato di Forza Italia, nel quale si derubrica l'incontro del giorno prima con La Malfa ad un semplice «colloquio privato». Altro tono per quello con Nucara: nel comunicato si precisa che con il segretario del Pri, invece, si è discusso della situazione politica attuale e dei rapporti politici tra Forza Italia e il partito Repubblicano italiano». Pace fatta tra Pri e Fi? È tutta da vedere.

tratto da http://www.iltempo.it/

la_pergola2000
09-07-07, 00:57
la Danimarca è vicina