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Visualizza Versione Completa : Il fenomeno Ufo. Storia e documenti.



Tomás de Torquemada
27-05-02, 21:54
Dal sito http://www.acam.it/acaminde.htm

Gli UFO nella storia
di Dario di Mella

Il fenomeno Ufo è stato riconosciuto come tale a partire dal lontano 24/6/47 quando, l’allora uomo d’affari Kenneth Arnold ,avvistò per la prima volta una formazione di nove oggetti volanti nell’ area del monte Rainier. Egli li definì come “…una serie di piatti o dischi lanciati sull’ acqua”.Tale evento-insieme a tutti quelli immediatamente seguenti- fecero si di catalizzare l’interesse dei mass-media USA –prima- e quelli del mondo intero –poi- sulla questione dei casi detti “ dischi volanti”. Nacque in tal modo il moderno fenomeno UFOs.

Ma, andando a ritroso nel tempo, a quanto risale, in realtà, il più antico resoconto testimoniale circa la presunta osservazione di corpi volanti e/o fenomeni aerei sconosciuti, e quindi degli antesignani dei più moderni UFOs, da parte di un essere umano ?

Ebbene, scorrendo le cronache della storia umana si può rilevare come, tali presunte osservazioni di OVNI, non abbiano una vera e propria “data di nascita”. Difatti c’è tutta una casistica pre- ufologica (anteriore al 1947), scoperta in seguito ad una vasta ricerca svolta a posteriori a livello internazionale, la quale dimostra la continuità e la presenza di un fenomeno aereo anomalo, assimilabile in tutto e per tutto a quello ufologico moderno, in tutte le epoche fino a risalire ai primordi della storia umana.

Fin dai tempi più remoti, di fatti, dai testi più antichi ci pervengono testimonianze su fenomeni aerei e/o celesti a dir poco inquietanti, i quali ci fanno seriamente dubitare di essere soli nel silenzio dell’ Universo.

Vediamo qualche esempio in proposito:

Dalla Bibbia libro della Genesi :” Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla Terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vogliono. C’erano sulla Terra i giganti a quei tempi quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli. Sono questi gli eroi dell’ antichità”?

Primo secolo a.C. L’Aramayana testo sacro dell’ antica India :” Le macchine volanti Vimanas avevano forma sferica e navigavano nell’ aria. Gli uomini all’ interno delle Vimanas potevano in tal modo percorrere grandi distanze in un tempo meravigliosamente breve”.

Primo secolo a.C. dai Manoscritti del Mar Morto :” Uomini sono venuti sulla Terra ed altri uomini sono stati prelevati dalla Terra e portati in cielo”.

Ottavo secolo d.C. da una Nota al Margine della storia dei Longobardi di Paolo Biato :” apparve una colonna molto luminosa in posizione verticale rispetto alla Terra, che discendendo, bruciò molte cose. Quindi ritornata in alto assunse forma circolare”.

Anno 839 dagli annali di Giuda :” Per alcune notti si videro volare degli oggetti infuocati a forma di stella “.

Anno 1520 dalla Cronaca dei Fatti Prodigiosi di Corrado Licostene :” Una trave ardente di orrenda grandezza fu vista in cielo, e la volta che si fu avvicinata alla terra, discendendo, bruciò molte cose! Quindi tornata in alto assunse forma circolare”.

Anno 1561 dal foglio volante di Norimberga :” Furono visti piccoli e grandi cilindri volanti stazionare immobili nello spazio e dai quali fuoriuscivano delle sfere che si mostravano a velocità fantastiche”.

Anno 1566 dal foglio volante di Basilea :” Il 7 agosto verso l’alba si videro in aria molte grosse sfere nere le quali viaggiavano a grande velocità davanti al Sole e si dirigevano le una contro le altre come se si stessero combattendo”.

E’ mai possibile che in tutti questi casi, come in centinaia d’altri racconti di cronache storiche raccolti in tutto il mondo, possa trattarsi solo di “racconti fantastici” e di “deliri onirici di certi narratori”? A voi il giudizio!

Dunque gli UFOs potrebbero essere un fenomeno senza tempo! Ma se così fosse, come e quanto ha influito questa presenza nello svolgimento della storia umana?

Una risposta quanto meno indicativa circa il tempo di influenza che tale fenomeno OVNI ha prodotto sulla cultura umana, la possiamo ricavare attraverso i numerosi ritrovamenti archeologici noti come “OOPART” e nella così detta “ARCHEOLOGIA SPAZIALE” . Termini questi con cui si usa contraddistinguere tutta quella serie di reperti archeologici anomali, ovvero riconducibili a un bagaglio di conoscenze e tecnologie allogene ossia portate alle popolazioni terrestri da culture e/o visitatori alieni.

Naturalmente per gran parte di noi –oggi- tali affermazioni potrebbero risultare inquietanti ed inaccettabili. Questo lo si può desumere proprio grazie ad alcuni studi, come ad esempio il :” Brookings Report “ realizzato per conto della NASA nel 1961.

La NASA chiese all’ istituto Brookings di analizzare gli effetti sociali, politici ed economici derivati dalla scoperta e conseguente “contatto” con civiltà intelligenti extraterrestri. Lo studio dell’ istituto Brookings mette in evidenza come nel corso della storia umana, varie culture si erano estinte per essersi dovute confrontare con civiltà tecnologicamente più avanzate e culturalmente superiori.

Sappiamo quindi che un possibile contatto con civiltà extraterrestri –per noi terrestri- avrebbe un impatto sociologico,religioso e politico estremamente traumatico e rivoluzionario. Questo proprio perché l’uomo, convinto della sua unicità, non ha prestato quella dovuta attenzione a testi sacri, sculture e pitture sparse in tutto il mondo, portandosi così ad avere una chiusura mentale verso certe tematiche che potrebbero rivoluzionare lo Status Quo dell’ intera società umana.

Ci sono infatti numerosi indizi che sembrano documentare l’effettiva intromissione di intelligenze non umane alla base della nascita delle religioni e delle antiche mitologie dei popoli di tutto il mondo!

Se analizziamo ad, esempio, il testo sacro della Bibbia, noteremo che è un libro con più chiavi di lettura. Infatti se interpretiamo, sotto una diversa luce, numerosi avvenimenti da questa narrati, come quelli relativi a :” I Giganti della Genesi, la Visione di Ezechiele, il rapimento di Elia in cielo, la Visione di Giacobbe, il Roveto ardente attraverso cui Dio parlò a Mosè sul Sinai, l’Arca dell’ Alleanza, la distruzione di Sodoma e Gomorra ed altri eventi ancora, capiremo che fin dall’ antichità, alcuni interventi celesti (associabili alla presenza extraterrestre) hanno influito- profondamente- sulle vicende sociali, politiche e storiche della vita umana.

L’archeologia spaziale ci induce quindi ad accettare un interpretazione più aderente ad una realtà storica degli eventi umani portandoci così, non a creare una nuova religione, ma ad avviare un nuovo processo di reinterpretazione del nostro passato, fino a rendere accettabile l’idea che, fin dall’ alba dei tempi, non siamo mai stati soli nel silenzio dell’Universo.

Tomás de Torquemada
27-08-02, 22:08
Dal sito http://users.libero.it/aurelio/

I DISCHI VOLANTI
di Aurelio Nicolazzo
CUN Roma (1996)

Chissà quanti hanno riflettuto almeno cinque minuti sull'argomento e quanti sono stati in grado di dare una risposta esauriente alla domanda: esistono e, se si, cosa sono? Se non la si è trovata non è il caso di crucciarsi: e sì, perché per moltissimi anni le migliori menti della scienza (più o meno ufficiale) si sono cimentate a trovare quella definitiva, senza riuscirci. Se no lo avrebbero detto (oppure lo sanno ma non parlano!). Certo, hanno prodotto varie ipotesi plausibili e sicuramente degne di attenzione e di studio, ma non hanno risolto l'arcano. E la cosa mi pare alquanto strana. Io risponderei alla domanda con un'altra domanda, tanto per cominciare. L'umanità è riuscita a dare una risposta a tutta la fenomenologia paranormale o "invisibile", strettamente attinente all'uomo? E i fantasmi esistono veramente? Fatti sbalorditivi ed io direi strabilianti, eppure malgrado le attendibili testimonianze, non si è ancora capito o provato da dove vengano e cosa siano i fantasmi, esattamente come per i dischi volanti. Qualsiasi persona dotata di normale intelletto troverebbe alquanto strano che la fenomenologia legata ai dischi volanti, ritenuti uno strumento tecnico, non abbia ancora trovato una spiegazione. Questi ordigni sono stati visti sfrecciare nel cielo, in pieno giorno ("caso Trindade", 7.5.1952, ore 16:30), o illuminare la notte con le loro fantasmagoriche evoluzioni ("il carosello su Washington", notte fra il 19 e il 20 luglio 1952). C'è anche chi li ha visti uscire dalle acque per poi innalzarsi (Grottammare di Ascoli Piceno, 24.10.1978). C'è persino chi ne ha visto fuoriuscire esseri di ogni tipo (Città di Francesco di Sales del Brasile, notte fra il 15 e il 16 ottobre 1965). Ed esistono grotte in cui si trovano segni antichissimi, risalenti a 12000 anni prima di Cristo, ricollegabili ad immagini di dischi volanti (Francia). E allora? La realtà del fenomeno è quindi fuori discussione ed anche le autorità preposte hanno cominciato ad ammetterlo in modo ufficiale (Isola Trindade; Ministero Difesa Italiano), dopo averlo studiato in modo riservato e coperto dal protocollo Top Secret, per anni dal 1947, anno di inizio della prima ondata in tempo di pace, agli anni ottanta. Per quanto mi riguarda io credo che la risposta definitiva la si può tranquillamente evincere dalla risoluzione delle ricerche sui più comunemente noti E.T.: gli alieni. Ma prima di parlarne è doveroso riflettere su quanto di positivo la scienza ufficiale ha donato all'umanità in termini di studi e ipotesi. Dunque procediamo con ordine.

IPOTESI TERRESTRE.
Secondo tale ipotesi i dischi volanti non sarebbero altro che mezzi di trasporto altamente sofisticati, prodotti dai governi delle nazioni più evolute scientificamente e tecnologicamente, per svolgere vari tipi di missioni segrete. Gli equipaggi umani avvistati in varie occasioni fuoriuscenti da tali ordigni, avvallerebbero tale ipotesi. Il fatto che non sono impiegati per usi civili, quali voli di linea, ed aeronavi da guerra, significherebbe che i costi di produzione, manutenzione ed impiego dei dischi sarebbe troppo elevato e ricadrebbe fatalmente sul prezzo del biglietto di imbarco, nel caso di navetta trasporto passeggeri; nessuno è tanto ricco da potersi permettere tale privilegio, senza cadere poi in rovina. Consideriamo anche il fatto che un aereo a reazione moderno impiega poche ore a coprire grandi distanze. Ciò non significa, quindi, che non siano costruiti dagli stati evoluti, ma che siano impiegati solo per missioni particolari di cui non abbiamo alcuna notizia. Nel 1948, il Capitano Alfio Malatesta, nel suo interessante libello 'CHE COSA SONO I DISCHI VOLANTI', spiega il fenomeno già nell'introduzione con queste parole di ampia luce:"La romanzesca ipotesi che questi ordigni siano costruiti e manovrati da esseri extraterrestri, cade definitivamente al termine scientifico di questa breve ed elementare esposizione". Questa vera guida alla logica del funzionamento dei dischi è certo una pietra miliare nel campo, ma non spiega come tali "ordigni" raggiungano mostruose velocità con quel tipo specifico ed elementare di reazione da lui stesso esposto. E ciò è confermato in sostanza dalle parole di Marco Marianti nel suo libro 'Visitatori non invitati':"Nessun aereo a reazione è mai riuscito a tenergli dietro". Inoltre le testimonianze degli avvistamenti risalgono, come abbiamo visto, al primo dopoguerra e ve ne sono alcune risalenti proprio agli anni del conflitto e addirittura oltre, agli anni precedenti ad esso, come un certo numero della fine del XIX secolo. Come potevano, ad esempio gli Stati Uniti, disporre dei dischi volanti nell'Ottocento? Lo stesso fatto che, dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, non è mai stato detto dagli organi ufficiali che i dischi volanti siano costruiti ed appartengano ai governi stessi fa dubitare sull'ipotesi mezzo di trasporto terrestre.
Gli Stati Uniti hanno da sempre studiato il fenomeno a livello statale, costituendo commissioni composte dai migliori esperti in astronomia, astronautica, aeronautica e psicologia; dapprima segretamente, poi anche a livello ufficiale, ma nei loro rapporti non si trova una sola conclusione certa: solo affermazioni discrete basate su una scala percentuale di probabilità, così riconoscendo di non aver capito bene cosa essi siano, pur tenendo il tutto sotto controllo. Nel 1947/48 i primi rapporti dei dischi furono inviati verso l'Air Technical Intelligence Center (ATIC) della base di Wright Patterson di Dayton nell'Ohio, con l'incarico di verificare l'esistenza di un'eventuale arma segreta nemica. Allora, sulla base dei dati raccolti, si decise che il fenomeno, realmente esistente, non fosse ascrivibile ad un'attività interplanetaria, bensì ad allucinazioni o visioni. La cosa non si sgonfiò, tutt'altro. Cominciarono a piovere nuovi rapporti, sia civili che militari, e si decise di studiare meglio la cosa sotto un progetto specifico a cui fu dato il nome di Progetto SIGN (Presagio). Si trattava di una commissione militare attivata con decreto del Ministro della Difesa J. Forrestal. Dopo un anno di lavori si ribattezzò il progetto col nome di Progetto GRUDGE (Rancore). Del 30 aprile 1949 è il rapporto finale. Si partì dall'enunciato "Non è possibile, quindi non è", e si comprese che qualcosa di vero, in fondo, ci fosse. Per capire "che cosa sono" fu richiesta la collaborazione del BATTELLE MEMORIAL INSTITUTE di Columbus, sempre nell'Ohio. Il 27 dicembre 1949 il Progetto Grudge chiuse i battenti. Ma nel 1952 una nuova ondata di avvistamenti portò alla formazione del GRUPPO ROBERTSON e all'apertura del nuovo progetto NEW PROJECT GRUDGE, il più noto nome in codice PROJECT BLUE BOOK. Operò fino a tutto il 1969 e fu il primo grande studio sui dischi volanti nell'allora mondo occidentale. Venivano dettagliatamente esaminate le testimonianze multiple di "gente comune", quelle da località diverse nello stesso periodo di tempo; ma anche le reazioni di panico degli animali in presenza dei dischi, le segnalazioni radar, le fotografie autenticate, spezzoni di film; e gli effetti elettromagnetici sui motori di auto e camion e su altre apparecchiature elettriche; gli atterraggi con le prove rimaste sul terreno e perfino le testimonianze di persone attendibili su avvistamenti di esseri umanoidi vicino ai dischi volanti. Un vero luna park dell'incredibile. Ma per l'Air Force i cosiddetti UFO non costituivano una minaccia alla sicurezza nazionale e non esistevano prove decisive della loro origine spaziale; ma su quest'ultima conclusione esplosero le controversie interne, in quanto una conclusione simile non dava conto alla nazione su cosa fossero realmente gli UFO e non riteneva nel dovuto conto le numerose testimonianze sugli esseri alieni fuoriusciti dai dischi. Dal 1966 al 1968 visse la COMMISSIONE CONDON che affrontò la documentazione del Progetto Blue Book per dare un'ultima parola sui casi in studio. Questa commissione dette vita così al PROJECT COLORADO, il cui gruppo di esperti faceva capo all'Università di Boulder nel Colorado, la più qualificata istituzione scientifica nel mondo per lo studio dell'alta atmosfera e dello spazio circumterrestre. Nel gennaio 1969 fu stilato il verdetto del controverso Rapporto Condon, secondo cui il fenomeno non era degno di alcun rilievo, malgrado, appunto, l'alta percentuale di casi inspiegati in esso contenuti. I testimoni avrebbero avuto le traveggole! Tuttavia fu proprio il "principal investigator" della commissione, D. Saunders, ad opporsi energicamente alle conclusioni del suo direttore, il fisico nucleare Eduard Condon. Egli diede alle stampe il controrapporto "UFO? YES!". E il sottotitolo dell'opera, vera pietra miliare nel campo dell'Ufologia, esprime tutta la rabbia e la certezza scientifica verso le proprie idee sull'argomento:" I MOTIVI PER CUI IL 'RAPPORTO CONDON' NON È ATTENDIBILE - I RETROSCENA DELLA COMMISSIONE RACCONTATI DA UNO DEI PROTAGONISTI - IL PUBBLICO È STATO INGANNATO?". Oltre alle citate conclusioni, Saunders sostiene che la commissione fu istituita per "insabbiare", cioè eliminare dalle menti della gente e delle autorità varie, la questione UFO, e che l'unica spiegazione attendibile di alcuni dei casi esaminati era quella extraterrestre.
Nel periodo 1968-1972 l'uomo che studiò il problema dei dischi volanti con puntiglio fu il fisico aerospaziale Renato Vesco che rilanciò l'ipotesi terrestre. Secondo i suoi studi, l'origine storica dei dischi è la vecchia arma segreta nazista: i velivoli FEUERBALL e KÜGELBLITZ e non la V7, elicottero a reazione rotante. In tre eccellenti volumi Renato Vesco propone la teoria cosiddetta 'anglo-canadese', secondo cui la Gran Bretagna produce tali dischi in collaborazione col Canada, nelle cui montagne vi sarebbero le basi nascoste dei dischi volanti. Gli ambienti internazionali e, soprattutto inglesi, ironizzarono.
In conclusione riporto le parole del Capitano Malatesta a favore di tale ipotesi:"La Nazione o le Nazioni che li fabbricano hanno tutto l'interesse di deviare l'opinione pubblica dalla giusta via della verità... Essi esistono e sono fabbricati da tecnici oltre Atlantico: non essendo possibile dare ad essi una sufficiente autonomia di volo, si ritiene che essi possano essere lanciati ed anche fabbricati su mezzi navali sparsi un po' ovunque per esercitazioni militari... La romanzesca ipotesi che questi ordigni siano costruiti e manovrati da esseri ultraterrestri, cade definitivamente col termine scientifico di questa breve ed elementare esposizione" (Premessa dell'Autore).

IPOTESI PARAFISICA.
Quest'ipotesi, a mio modo di vedere, è compatibile sia con l'ipotesi terrestre, sia con l'ipotesi extraterrestre. Nel primo caso il disco volante non sarebbe altro che un'evoluta navicella per sfondare il muro che ci separa dai mondi paralleli, ripercorrendo il tempo in avanti o indietro, a seconda della direzione di navigazione scelta e adottata, riferita al fuso orario terrestre. Tale ipotesi farebbe cadere l'idea che vi siano universi paralleli perché di parallelo ci sarebbero solo, nello stesso universo, probabilmente curvo, epoche diverse con realtà corrispondenti diverse. Ma, allora, può l'uomo aver costruito (da solo) un tale mezzo, dalla velocità tale da orbitare intorno alla terra, avanti o indietro nel tempo? La cosa mi sembra assai difficile, anche se tale ipotesi spiegherebbe gli avvistamenti di dischi volanti in epoche anteriori allo sviluppo tecnologico dell'era industriale e, addirittura, nell'arco di tutta la storia, in ogni parte del globo. I celebri ritrovamenti archeologici del Sud dell'America e dell'India, mi riferisco all'antica leggenda asiatica relativa allo sbarco di creature non umane sulla terra (riportata nel 1800 da Anne Besant e C.W. Leodbeater nel loro libro "L'uomo, donde viene e donde va"), altro non sarebbero che la documentazione del contatto fra tali mezzi e l'umanità di allora, in quel preciso posto. La macchina del tempo sarebbe un dato di fatto e non una fantasiosa trovata letteraria. Scrittori come Giulio Verne altro non avrebbero fatto che riportare ciò che hanno visto in altre epoche, in maniera romanzesca, senza nulla togliere all'esistenza di fenomeni paranormali quale è la chiaroveggenza. Non ne sarebbe comunque esclusa. La soglia di accesso alle nuove realtà sarebbe la circumnavigazione dell'orbita terrestre, ripetuta n volte alla velocità Vx, tale che il tempo regredisca o aumenti in proporzione. Dentro la navicella la cabina di pilotaggio rimarrebbe sempre ferma, in asse col diametro terrestre, grazie agli accorgimenti tecnici, mentre le strutture esterne potrebbero anche ruotare così da raggiungere tale velocità ripercorrendo l'orbita terrestre.
Ma tutta questa teoria esula dall'attuale ottica scientifica (fisica della relatività ristretta) in quanto la velocità di tali oggetti dovrebbe superare quella della luce e attualmente la cosa non sembra realizzabile con le attuali conoscenze e tecnologie. Due gruppi di studio americani elaborarono il 29 e il 30 agosto 1974 alcune conclusioni basate in particolare su questa ipotesi. Le considerazioni sulla velocità furono identiche a queste ora accennate. Fu teorizzato un "modello di ordine nullo". Il nostro spazio-tempo fu giudicato quadridimensionale ed allargato ad un "iperspazio" a cinque e più dimensioni. La nostra realtà spazio-temporale sarebbe una sezione quadridimensionale dell'iperspazio. I dischi volanti sarebbero in grado di passare da tale sezione ad altre sezioni attraverso una "piega" dimensionale a velocità, appunto, superiori a quella della luce. Attraverso tale "piega" sarebbe possibile anche la comunicazione paranormale, in particolare quella telepatica, considerata un trasferimento di segnali attraverso canali "iperspaziali". Concludo il discorso sull'ipotesi parafisica con le note parole di Albert Einstein riguardo alle obiezioni sulla barriera temporale, nel corollario detto "il paradosso dei gemelli": "Cos'è molto tempo? Dieci anni sono un'eternità per un'effimera farfalla che nasce e muore entro poche ore, ma un'inezia per una sequoia della California".

IPOTESI EXTRATERRESTRE.
Ritengo sia necessario rimanere il più possibile attaccati alla realtà di tutti i giorni quando si parla di realtà extraterrestre. Secondo me, ammessa come vera l'ipotesi dell'esistenza di entità aliene provenienti da altri mondi, bisogna avvicinarsi al problema con gli occhi del nostro vivere di ogni giorno, in questo tempo. Voglio dire che è necessario sfoltire il nostro metodo di studio da ogni passività ed atteggiamento "oratorio" nei confronti della presunta civiltà extraterrestre, recuperando un atteggiamento riflessivo. Altrimenti, oltre ad essere annullata ogni spinta al miglioramento e allo studio "attivo" del fenomeno, le menti più deboli si porrebbero in atteggiamento adorativo, quasi religioso, proprio come reagirebbe una tribù indigena, sperduta in una qualche foresta, di fronte ad un elicottero, anche italiano, che atterrasse sul posto e depositasse l'equipaggio proprio nel villaggio. Sicuramente sarebbe mobilitato lo stregone e sarebbero celebrati grandi festeggiamenti in onore della nuova divinità. Ed allora preferisco ricordare qui ciò che la mente di un illustre scienziato elaborò a proposito del problema dischi volanti e civiltà aliene, il "padre dell'astronautica" che fu nelle ricerche spaziali per il giovane Werner Von Braun, come Virgilio per Dante nella Divina Commedia, il professor Herman Oberth. Ecco le sue parole:"... Considerato il pro e il contro, io ritengo la spiegazione dell'origine extraterrestre dei dischi volanti la più soddisfacente. Chiamiamola ipotesi degli "Uranidi", giacché dal nostro punto di vista questi ipotetici esseri sembrano provenire dal cielo (Uranos, in greco)... Posso solo affermare che, in base a quanto si sa oggi, io ritengo l'ipotesi "Uranidi" la risposta più probabile per la percentuale inspiegata di segnalazioni UFO; e sono anche convinto che gli esseri extraterrestri che stanno osservando la terra ci abbiano visitato per millenni, in quelli che oggi noi chiamiamo dischi volanti...". Da queste parole si può capire che qualche dato a favore di tale ipotesi la scienza deve pure averlo archiviato, in modo classificato, perché un tale scienziato sia giunto a tali conclusioni. Allora non resta che cercare di scoprire uno spiraglio nella massa di documenti e notizie di cui disponiamo. Ed in effetti già nel dopoguerra, il Capitano pilota dell'Air Force E.J. Ruppelt, venne nominato direttore del progetto Blue Book, ma diede le dimissioni perché in disaccordo ed in polemica con le autorità sulla verità degli "UFO". Egli scrisse allora un libro: "The Report on Unidentified Flying Objects ", USA 1956. Nel libro dice che l'equipe ATIC (Air Technical Intelligence Center) si espresse sul caso UFO definendo i dischi volanti "macchine interplanetarie" (interplanetary). Il documento in questione, Top Secret, fu raccolto dal Capo di Stato Maggiore dell'Air Force, Generale H.S. Vandemberg, che respinse le conclusioni del gruppo di ricerca e fece addirittura bruciare il fascicolo. Ruppelt si era premunito e aveva provveduto a fare una copia di tale documento. Ciò accadde dopo il 24.7.1948, giorno in cui un DC-3 di linea ebbe un incidente con un gruppo di dischi volanti (caso Chiles-Whitted). Ma non è tutto. Nel 1970 gli ufologi americani scoprono che nel testo in uso presso l'Accademia Aeronautica USA, ai cadetti dell'Air Force si insegna che gli "UFO" sono pilotati da esseri non terrestri! Il vlume è intitolato "Introductory Space Science vol. II, utilizzato allora dal Dipartimento di Fisica dell'Air Force Accademy. Il problema è sempre stato che le più alte autorità, pur avendo dati precisi in cui i dischi erano un fatto evidente, non se la sono mai sentita di avvallare l'ipotesi extraterrestre, perché non erano in grado di affermarlo con certezza. Ma la frequente ostilità rivolta da tali autorità ai seri studiosi privati, a mio parere dimostra un mal celato interesse a tenere segreto un qualcosa che, forse, solo il Presidente in persona ed i vari Capi di Stato Maggiore interessati dovevano conoscere, per il "bene dell'umanità" intera. Se si pensa al caso del New Mexico del 1947, è francamente difficile credere ad autorità semplicemente piromani o fuori controllo mentale. A conforto di tale ipotesi parlano comunque i numerosi casi non ufficiali, di ritrovamenti di cadaveri alieni, raccolti presso i dischi volanti schiantatisi al suolo. Si è parlato molto nel corso degli anni del caso del New Mexico, il "caso Roswell", del 1947, allorché un disco volante si è schiantato a terra col suo equipaggio, non di esseri umani, ma di alieni, proprio i mitici ET. Un caso peraltro ben documentato. Gli "ufologi" americani da anni sostengono che le autorità detengono ancora i rottami del disco ed anche i cadaveri degli alieni. Nel 1995, la trasmissione RAI "Misteri" ha ampiamente parlato dell'autopsia di un presunto alieno proveniente da quell'"UFO-CRASH", mostrando delle immagini tanto drammatiche, quanto eccezionali, se ne fosse riconosciuta l'autenticità. Se da una parte gravi pregiudizi hanno minato la trasmissione, dall'altra l'alieno, con mani a sei dita, non sarebbe proveniente da Roswell, ma da qualche altro incidente. Ne ha parlato diffusamente il Colonnello dell'Esercito Statunitense P. Corso, nel suo libro "Il giorno dopo Roswell", che avrebbe visto proprio quegli alieni. Per giungere a tali testimonianze, molti capaci studiosi hanno dovuto cooperare, cercando ed ottenendo reperti video e dichiarazioni, grazie anche alle autorità americane che da qualche anno si dimostrano più aperte e disponibili, contribuendo a fare chiarezza. Ma la spiegazione del fenomeno UFO è tanto straordinaria, cioè l'esistenza di altre civiltà umanoidi ed extraterrestri, che non si può ammetterlo per via ufficiale; tuttavia si può informare, con cautela, le persone attraverso gli organi di comunicazione privati preposti, per mezzo dei Media che, comunque, devono mantenere un certo distacco prudenziale. Motivo? La teoria dello slancio culturale elaborato dall'Etnologia, secondo cui, se due civiltà vengono a contatto, è quella a sviluppo culturale e scientifico inferiore che rischia di annientarsi, bloccando il proprio slancio al miglioramento attraverso lo studio e la ricerca.

Tomás de Torquemada
01-09-02, 21:05
E I DISCHI VOLANTI?

Sui cosiddetti dischi volanti da qualche anno si è assai parlato, discusso e polemizzato, con degli alti e dei bassi d'interesse dipendenti dal genere e dalla frequenza degli avvistamenti. A tale riguardo, molti sono rimasti scettici. Noi stessi, lo confessiamo, siamo stati fra costoro; ma, alla fine, siamo venuti alla convinzione che la faccenda è più complessa di quanto sembra. A tanto, ha contribuito la conoscenza di una documentazione che prima ignoravamo, la quale si trova raccolta in una pubblicazione recente di Donald E. Keyhoe, già maggiore delle truppe da sbarco statunitensi, dal titolo Flying Saucers from the buter space (New York, 1953).

L'importanza del libro sta nel carattere ufficiale e controllato dei dati che contiene, perché questi dati sono stati direttamente forniti all'autore dall'Ufficio stampa e dal servizio segreto delle forze aeree americane (a tale proposito, al libro è allegata una dichiarazione ufficiale). Noi non sapevamo che gli Stati Uniti avessero preso così sul serio la cosa da istituire, fin dal 1949, uno speciale centro di indagini, chiamato Ufficio del Progetto Sign, o Ufficio pel Libro Azzurro. Né sapevamo del carattere di molti avvistamenti e della frequenza dell'apparizione dei dischi, che si trattennero sulla città per oltre due ore compiendo manovre ed evoluzioni varie.

Nel libro citato si descrive in modo abbastanza plastico e mosso l'imbarazzo delle forze aeree americane che, sforzatesi in un primo tempo a ridurre il tutto a illusioni o mistificazioni, si sono trovate sempre di più di fronte a prove inconfutabili, peperò al problema di informare o meno l'opinione pubblica, di allarmarla ovvero di cullarla nel senso di una precaria sicurezza.

In fatto di documentazione noi ignoravamo che il servizio segreto delle forze aeree americane possiede, oltre a fotografie, dei veri e propri film di dischi, ripresi sia dal suolo che da aerei. I rapporti su avvistamenti di dischi pervenuti a quel servizio ammontano ad un paio di migliaia, e molti di essi sono stati trasmessi da piloti esperti e degni di fiducia, sia militari che civili. Dopo un severo controllo, è stato riconosciuto che almeno il 25 per cento dei casi non lo si può spiegare con ipotesi tali da ridurre i dischi ad una illusione.

Ad esempio, si è ricorsi alla teoria delle cosiddette inversioni di temperatura: nell'atmosfera possono sovrapporsi strati di aria calda e fredda, il che può dare luogo ad una rifrazione di raggi e all'apparizione di immagini riflesse, in moto o sul genere dei miraggi nei deserti. Ora, una tale spiegazione ha dovuto essere esclusa, sia perché non erano presenti le necessarie condizioni meteorologiche, sia per un fatto fondamentale: vi è stata una simultaneità della segnalazione dei dischi a mezzo radar e delle osservazioni visive dirette, con perfetta concordanza dell'una con le altre. Non poteva dunque trattarsi di riflessi fugaci e irreali.

Ma l'elemento più decisivo è che i dischi sembrano essere governati. Siano gudati, compiono manovre precise. Ciò esclude che possa trattarsi di qualche altro fenomeno atmosferico non ancora studiato. D'altra parte, la loro velocità, calcolata anche col radar, è vertiginosa, va oltre le 7000 miglie orarie. In più, sono state osservate virate, curve, inversioni di rotta, ascese istantanee quasi verticali, tali che nessun aereo finora costruito saprebbe compierle. Di solito, i dischi si sottraggono agli accostamenti: data la loro velocità, essi hanno facilmente sopravanzato anche i più veloci caccia a reazione, quando questi hanno cercato di intercettarli. In più si annoverano certi casi di disastri aerei misteriosi.

L'unico elemento che, malgrado tutto, può lasciare perplessi è che, a parte certe sporadiche notizie non controllate, di dischi non ne è mai caduto uno al suolo, tanto da poterne rinvenire i resti e i rottami. Ora, è inconcepibile che una qualsiasi macchina sia esente a tal segno da ogni accidente. Ciò vale ancor più nell'ipotesi di una qualche arma segreta terrestre, ad esempio russa. Del resto, il servizio segreto americano ha dovuto escludere questa ipotesi.

Quanto al Keyhoe, l'autore del libro citato, egli è convinto che i dischi siano macchine provenienti dagli spazi esterni al nostro pianeta. Riferisce anzi le ipotesi di Wilbur B. Smith, scienziato capo di un ufficio istituito anche dal Canadà per l'indagine sui dischi. Secondo lo Smith, i dischi potrebbero essere mossi da un mezzo di propulsione elettrostatico, basato su d'una provocata caduta del potenziale dei campi magnetici atmosferici. Sarebbero costituiti da una parte o cabina centrale immobile, termicamente isolata, contenente strumenti per la guida a distanza, per registrazioni radio e televisive, e poi di un anello rotante atto a surriscaldarsi e di divenire incandescente, tanto da produrre i colori e i trapassi di colore delle luci più spesso osservati nei dischi. Lo Smith non si pronuncia circa la possibilità che sui dischi si trovino creature viventi, le quali dovrebbero allora essere tali da resistere agli effetti delle temperature e di velocità ed accelerazioni spaventose. Se mai, tali creature potrebbero trovarsi a bordo di una specie di portaerei dello spazio, dalle quali i dischi potrebbero essere lanciati e che li terrebbero sotto controllo nelle loro azioni esplorative.

Infatti il Keyhoe prende le cose molto sul serio e ritiene appunto che i dischi compiano delle ricognizioni intorno al nostro pianeta e specialmente negli Stati Uniti, con intenzioni non rassicuranti: donde la frequenza degli avvistamenti proprio su punti strategicamente importanti. Le stesse forze aeree americane, dinanzi al fatto, altrimenti inesplicabile, che i dischi appaiano essere governati, hanno finito col non escludere che possa trattarsi di macchine interplanetarie. Speculazioni a parte, sufficienti dati concreti e vagliati pongono ogni mente spregiudicata di fronte ad un enigma, di là da quanto, a tale riguardo, può ridursi ad illusione o mistificazione.

Tomás de Torquemada
01-09-02, 21:08
I “DISCHI VOLANTI” NON SONO PALLE A FOLGORE

La nuova ondata di avvistamenti - reali o presunti - di dischi volanti ha riportato il problema relativo a questi strani oggetti al centro dell'interesse di ampi strati del pubblico. Così forse non sarà inutile fare, in un certo modo, il punto della questione, ossia indicare brevemente ciò che in via positiva e seria è stato finora accertato sui dischi volanti.

Per il che, più che a relazioni sparse e non verificate dell'uno o dell'altro osservatore e a notizie di seconda mano, è il caso di riferirsi ai risultati di indagini eseguite da un apposito centro di ricerche che, col nome di Ufficio per progetto "Sign" o Ufficio del progetto per Libro Azzurro, fin dal 1949 è stato creato negli Stati Uniti, alle dipendenze del servizio segreto delle forze aeree. Anche altri governi, segnatamente l'inglese, hanno costituito centri analoghi di ricerche. Ma la loro attività è stata tenuta segreta. Invece quell'ufficio americano, sia pure dopo molte esitazioni, si è deciso a mettere a disposizione di un suo collaboratore, un ex-maggiore dei corpi di sbarco, D.E. Keyhoe, che è stato uno dei primi ad occuparsi dei dischi volanti e a sostenerne la realtà, buona parte del materiale raccolto e delle corrispondenti analisi, autorizzando che il tutto venga portato a conoscenza del pubblico. Le cose stanno più o meno così:

1) Viene escluso che i dischi siano armi segrete di una qualche nazione. Per ragioni evidenti, qui entrerebbero in questione soprattutto gli Stati Uniti e la Russia. Ora, quanto agli Stati Uniti, sarebbe un bluff inconcepibile che essi, sapendo perfettamente che i dischi sono loro armi, abbiano creato un ufficio del servizio segreto per fare ricerche su di essi. Poi, le forze armate non li avrebbero fatti volare per cinque ore su Washington, come accadde nel luglio 1950, tanto da generare un ondata di panico a tacere degli avvistamenti nelle prossimità di aeroporti e di centri per l'energia atomica. Infine, non sarebbero state prese misure speciali, come la distribuzione di particolari apparecchi da ripresa fotografica o film con prismi e retino che permettono indagini tecniche approfondite sulle immagini dei dischi.

Per i Soviet, vale l'argomento che di avvistamenti di dischi ve ne sono stati già in un periodo in cui la Russia, ancora prostrata dalla guerra, difficilmente sarebbe stata in grado di mettersi ad inventare e a costruire macchine di un genere così rivoluzionario come i dischi. In più, sia per la Russia e l'America, sia per ogni altra nazione vi è l'argomento, che un'arma segreta la si tiene, appunto, segreta, la si esperimenta in aree segrete o sugli oceani, come è avvenuto per le bombe atomiche; non la si manda a passeggiare dovunque, tanto da mettere in allarme i nemici potenziali col pericolo che il segreto venga scoperto.

2) I dischi volanti non sono una illusione né l'interpretazione fantasiosa e psicotica di qualche fenomeno atmosferico. Fra i rapporti esaminati dal servizio segreto americano ve ne sono moltissimi dovuti a piloti militari esperti e degni di fiducia,, che per la loro pratica non possono essersi ingannati così facilmente, tutto d'un tratto. Ma l'argomento principale è costituito dalle segnalazioni radar. I radar sia al suolo che di aerei in volo hanno captato i dischi; si sono avuti casi di segnalazioni radar simultanee con relative triangolazioni.; in più vi sono state corrispondenze fra le segnalazioni radar e le osservazioni visive dirette. Ora, i radar non colgono fenomeni immateriali, riflessi o riverberi. Fra le migliaia di casi esaminati, almeno il 25 per cento sfugge ad ogni spiegazione normale, che li riduca ad abbagli o ad illusioni.

Per tali casi l'accennato ufficio ha dovuto quindi abbandonare anche la teoria delle cosiddette inversioni di temperatura, a cui in un primo tempo era ricorso quando la parola d'ordine era di "smontare" in ogni modo la faccenda dei dischi, di fronte ad un crescente allarme degli americani. Nell'atmosfera il sovrapporsi di strati di aria calda e di aria fredda può dar luogo ad una rifrazione di raggi e all'apparizione di immagini riflesse, in moto o sul genere di quelle dei miraggi nei deserti. Ma dei dischi sono stati avvistati anche là dove le condizioni atmosferiche necessarie per il fenomeno dell'inversione erano inesistenti. Anche la teoria di formazioni elettroniche la si è dovuta abbandonare. Contro l'una e l'altra vi è, del resto, un argomento fondamentale, e cioè:

3) I dischi sembrano essere governati. Sono guidati, compiono spesso manovre precise. Inseguiti da turbo-reattori militari, essi accelerano la velocità per sottrarsi all'accostamento. In alcuni casi si sono messi a volteggiare intorno ad aerei di linea, come per osservarli, ovvero hanno cambiato di rotta per mettersi a seguirli. In altri casi essi sono stati visti volare in formazioni - formazioni a V, a "diamante" o a scala - mantenendo fra loro precise distanze. Il che, se si trattasse di semplici, casuali fenomeni atmosferici o di sparsi miraggi, sarebbe inconcepibile.

4) Per la stessa ragione, si deve escludere l'ipotesi di bolidi o di meteoriti.Tale ipotesi era stata affacciata specialmente per una sottospecie di dischi, per le cosiddette green fireballs - palle di fuoco verde, spesso esplose a mezz'aria, lanciando un raggio rosso - apparse soprattutto nei cieli del Nuovo Messico. Gli astronomi hanno dovuto escludere l'ipotesi dei meteoriti, per via sia della traiettoria che della velocità e della frequenza di queste apparizioni. Poi, di nuovo, v'è il fattore di una verosimile intenzionalità: il fenomeno dell'apparizione e dello scoppio si è ripetuto, ad esempio, per quattro volte di seguito, alla stessa ora e nello stesso punto, in giorni diversi, presso ad un aeroporto.

Non figura, nelle ricerche del centro americano, l'ipotesi delle cosiddette palle a folgore: fenomeno atmosferico raro ed enigmatico. Però, come le altre dello stesso genere, anche questa ipotesi cadrebbe se, come sostengono nei loro rapporti degli aviatori militari sperimentati, fra di essi un comandante di squadriglie da caccia, i dischi seguono rotte e compiono manovre che presuppongono una guida, un governo. Le restanti risultanze delle ricerche dell'ufficio pel progetto "Sign" le riassumeremo nel prossimo articolo.

Tomás de Torquemada
01-09-02, 21:09
LA VERITÀ SUI DISCHI VOLANTI
ATTENDIAMO CHE CADANO

Nel precedente articolo abbiamo riferito alcuni punti che, circa i dischi volanti, sono stati accertati da un apposito centro di ricerche del servizio segreto delle forze aeree americane, creato fin dal 1949. Per completare, aggiungeremo i seguenti particolari.

1) I cosidetti "sigari volanti", in buona parte dei casi sono, di nuovo, dei dischi. Un disco che s'inclina volando da il profilo di una ellisse sempre più allungata, apparendo appunto come un "sigaro", fino ridursi ad un semplice tratto quando vola completamente di taglio. In quest'ultimo caso se il disco si trova a grande altezza, può sembrare che esso scompaia, che si smaterializzi ad un tratto, come è stato riferito da vari osservatori. Però vi sono casi a cui questa spiegazione non si applica. Ad esempio, secondo l'avvistamento a radar fatto da un bombardiere sul Golfo del Messico, dei dischi si sono fusi con un soggetto oblungo a "sigaro", assai più grande, che poi raddoppiò la velocità e scomparve. Fuori dalle forze aeree, si è pensato, a tale riguardo, ad una "nave portadischi dello spazio" da cui i dischi potrebbero essere lanciati in missione o ricognizione.

2) La velocità dei dischi, calcolata anche col radar, può raggiungere e superare le 7000 miglia orarie. Sono poi state osservate virate, curve, improvvise inversioni di rotta, ascese istantanee quasi verticali, tali che nessun aereo finora costruito saprebbe compiere.

3) Ove si fosse costretti, ad ammettere che i dischi sono delle macchine, quasi tutti i dati riferiti dagli osservatori potrebbero essere spiegati in base alle teorie esposte da Wilbur B. Smith, scienziato messo a capo di un ufficio per una ricerca segreta sui dischi che anche il Canadà ha istituito. Secondo lo Srmith i dischi possono essere azionati da un sistema elettrostatico di propulsione, basato su di una provocata e regolata caduta di potenziate dei campi magnetici atmosferici. Potrebbero essere costituiti da una parte o cabina centrale immobile, termicamente isolata, contenente strumenti per la guida a distanza, per registrazioni automatiche radio, televisive ecc., e poi da un anello rotante atto a surriscaldarsi e a divenire incandescente, tanto da produrre i colori e i trapassi di colore delle luci più spesso osservati nei dischi. Colori diffusi, simili a luci boreali, potrebbero provenire da "aloni di scarico".

Accettando un tale ordine di idee, escluso dunque che i dischi siano armi segrete russe o americane, ammesso che siano delle macchine, è evidente che si va incontro all'ipotesi interplanetaria. Le forze aeree americane hanno fatto una dichiarazione abbastanza sorprendente, in questi termini: "Alcuni esponenti delle nostre forze aeree ritengono che può trattarsi di certi fenomeni naturali a noi del tutto sconosciuti. Ma se ciò che molti osservatori competenti hanno riferito è esatto, ossia che i dischi compiono manovre ben controllate, allora l'unica ipotesi possibile è che si tratti di mezzi interplanetari".

A nessuno sfuggirà la gravità di un tale riconoscimento, ed è questo il punto in cui si finisce in un vicolo cieco, perché ciò che da un lato sembra imporsi per induzione, altre considerazioni sembrano andare ad escluderlo.

La questione circa la possibilità che Marte o altri astri siano abitati è controversa, e qui la lasceremo da parte. Teniamoci invece a considerazioni positive per quel che riguarda direttamente i. dischi.

Anzitutto se anche in America sono già corse storie circa esseri dello spazio atterrati, perfino con relative fotografie, l'accennato centro di ricerche del servizio segreto non ha dato conferma per nessun caso del genere che sia stato davvero controllato. Sì tratta di burle o di mistificazioni.

È poi escluso che, sui dischi si trovino esseri simili a noi, perché nessuno sopporterebbe le accelerazioni derivanti dalla velocità fantastica dei dischi, dalle loro manovre, dalle loro strettissime virate. Restano dunque due ipotesi:

o che i dischi siano telecomandati, avendo a bordo soltanto una specie di robot, e vengano lanciati a scopo di ricognizione (si è anche accennata l'ipotesi di una nave stratosferica "portadischi"); ovvero che su di essi si trovino esseri viventi di una costituzione radicalmente diversa dalla nostra, perfino come costituzione cellulare.

Non vi è ragione di escludere a priori la seconda ipotesi (che si dovrebbe anche tener presente, quando si considera la possibilità che altri pianeti siano abitati). Però non si deve andare a finire addirittura nel fantastico, anzi nel sovrannaturale, in effetti, qui conviene considerare la grossa pietra d'inciampo che, malgrado tutto, incontra tutta la faccenda dei dischi.

Si è che di dischi non ne è mai caduto nessuno. Dato il numero degli avvistamenti, il calcolo delle probabilità fa escludere che dei dischi siano sì caduti, ma siano andati a finire tutti in mare o su aree deserte. Ebbene, nemmeno dei dischi a palla di fuoco, cui si è accennato nel precedente, articolo, scoppiati nei cieli del Nuovo Messico, squadre appositamente inviate sul luogo hanno potuto trovare parti, frammenti o scheggie. È stato spesso riferito il caso del capitano Mantell, partito con un turboreattore alla caccia di un disco e trovato sfracellato al suolo col suo apparecchio. Vi è anche un altro caso di una catastrofe misteriosa di un aereo di linea sul lago Michigan. Se fosse avvenuta una collisione, si sarebbe dovuto trovare sfracellato anche il disco, il che non è avvenuto. In breve: se si tratta di un mezzo meccanico, anche perfettissimo, è inconcepibile che esso sia al riparo di qualsiasi guasto, di qualsiasi incidente, di qualsiasi catastrofe - specie poi se si immagina che i dischi vengono da circostanze siderali, in un ambiente nuovo, come quello dell'atmosfera terrestre. Questa invulnerabilità non può appartenere ad una semplice macchina, ma a qualcosa in cui entrasse in questione un potere addirittura superfisico. E ciò, davvero, è andare troppo lontano.

Così, dopo avere riferito tutto quello che una indagine - seria intrapresa non da privati o da giornalisti bensì dal governo di una grande potenza ha accertato circa i dischi volanti, una parola definitiva malgrado tutto non la si può dire. La si potrà dire solo quando, fuor da ogni mistificazione possibile, un disco o i rottami di un disco li avremo sulla terra. Ed allora si potrà affrontare anche un'altra questione, che qui abbiamo deliberatamente la sciata da parte, perché prematura: quella della finalità dell'apparizione dei dischi.

Tomás de Torquemada
01-09-02, 21:11
Il primo degli articoli di cui sopra fu pubblicato da Roma, quotidiano di Napoli, tra la fine del 1953 e l'inizio del 1954; il secondo e il terzo - ampliamenti del primo - apparvero, invece, sul settimanale milanese Meridiano d'Italia, rispettivamente il 21 novembre e il 19 dicembre 1954.

Tomás de Torquemada
23-09-02, 02:08
Dal sito www.ilnuovo.it

Chernobyl, un Ufo fermò il reattore
Secondo alcuni testimoni, un oggetto volante non identificato neutralizzò con un raggio luminoso l'impianto atomico, evitando l'esplosione del reattore.
di Fabrizio Monaco


Sono passati 16 anni da quel 26 Aprile del 1986 quando alle 1:23 del mattino un’enorme esplosione immetteva nell’atmosfera una immensa nube radioattiva che contaminò buona parte dell’Europa. I vigili del fuoco impiegarono diverse ore per domare l’incendio che ne derivò e molti di loro morirono mesi dopo a causa dell’esposizione alle radiazioni.

Ormai si conosce tutto o quasi della tragedia di Chernobyl, compresi i colpevoli. Furono infatti condotti degli esperimenti sul quarto reattore che provocarono il guasto e la conseguente deflagrazione. Per un semplice caso l’esplosione non fu di natura nucleare, ma solamente termica. Se fosse successo il contrario probabilmente l’Europa non sarebbe come la vediamo noi oggi e forse metà di essa non esisterebbe più.

Per spiegare questo colpo di fortuna sono state formulate molte teorie, l’ultima delle quali vede come protagonisti addirittura gli ufo.
Sembrerebbe infatti che alcuni testimoni abbiano notato degli oggetti stazionare sopra la centrale prima dell’incidente; alcune decine di persone li avrebbero visti volteggiare per ben sei ore immediatamente al di sopra del 4 reattore, ovvero di quello responsabile dell’incidente.

Un testimone oculare, Mikhail Varitsky, afferma:"Io ed altre persone ci siamo recati sul luogo dell’incidente quella notte e abbiamo visto una sfera luminosa di circa 6-8 metri di diametro dalla quale uscivano dei raggi diretti verso il quarto reattore. Il tutto è durato quasi tre minuti". Secondo i testimoni l’ufo avrebbe abbassato il livello di radioattività impedendo così che si verificasse un’esplosione nucleare.

Ma questo non è stato l’unico episodio del genere verificatosi sulla centrale. A distanza di tre anni la dottoressa Gospina dichiara di aver visto un oggetto di color "ambra" dai contorni molto ben definiti che sostava proprio sopra il quarto reattore. In quel periodo il reattore stava immettendo di nuovo elementi radioattivi nell’atmosfera, ma non è tutto: nell’ottobre del 1990 V. Navran, un reporter del quotidiano "L’Eco di Chernobyl", fotografava il quarto reattore, compreso il buco al centro della cupola protettiva. Egli ha affermato:"Quando ho fotografato il tetto non ho visto nessun ufo, ma quando ho sviluppato il rullino ho notato un oggetto sopra la cupola.". L’oggetto fotografato da Navran è simile in tutto e per tutto a quello descritto dalla dottoressa Gospina.

Per ora le affermazioni dei testimoni non provano nulla, ma di sicuro aggiungono nuovi misteri ad uno degli eventi più tragici dell’ultimo cinquantennio.

(22 SETTEMBRE 2002, ORE 17:00)

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,152348,00.html

Shambler
28-09-02, 00:57
siamo al delirio...:D

Tomás de Torquemada
22-10-02, 03:15
Dal sito http://digilander.libero.it/ovnidomus/

I tanti misteri di Porto Rico
Strani fenomeni nelle vicinanze delle basi statunitensi
di Antonio Manera

Secondo le statistiche, gli avvistamenti di UFO avvengono con maggior frequenza nelle vicinanze di basi militari e degli aeroporti civili. È sbagliato pensare che si debba andare nel deserto del Nevada per avvistare qualcuno di questi oggetti. In effetti, anche al di fuori degli Stati Uniti e in prossimità di basi NATO (in Italia soprattutto ad Aviano), sono stati frequentemente avvistati UFO. Al di là del fatto che questi oggetti potrebbero essere degli aerei sperimentali, è nota l'ingerenza del governo degli Stati Uniti nella vita politica dei Paesi della NATO (si possono fare lunghi elenchi di episodi), più che mai per quanto riguarda un problema così delicato come quello degli oggetti volanti non identificati che penetrano nello spazio aereo. Un caso particolare, vista anche la sua posizione geografica, riguarda l'isola caraibica di Porto Rico. Questo piccolo Stato vive all'ombra degli USA, da cui riceve aiuti per quanto riguarda l'economia, il turismo, gli investimenti ma anche pesanti ingerenze politiche, difatti viene considerato come il cinquantunesimo stato, una sorta di colonia senza diritto di voto. A partire dagli anni Sessanta, Porto Rico è all'onore della cronaca non solo per i suoi paradisi naturali ma anche per una massiccia invasione di oggetti volanti non identificati, soprattutto in prossimità delle basi militari statunitensi presenti sull'isola. Come vedremo, diversi indizi e testimonianze fanno sospettare un qualche tipo di coinvolgimento dei militari statunitensi negli strani episodi che avvengono sull'isola.

Tra il 1960 e il 1962, William Smith (pseudonimo) fu assegnato, in qualità di poliziotto dell'USAF, a un corpo scelto che controllava i bombardieri B-52 e i loro carichi di armi nucleari presso la base di Ramey (Porto Rico), vicino ad Aguadilla. Smith raccontò al ricercatore americano Jim Speiser che una notte, alla fine del 1961 o all'inizio del 1962, mentre era di guardia ai bombardieri vide tre enormi oggetti a forma di disco sorvolare la base e fermarsi esattamente sopra i B-52. Rimasero sospesi per pochi istanti, poi volarono via. Erano presenti almeno altri 24 testimoni. Il giorno seguente giunsero alla base due uomini in abiti civili, che dissero di essere stati mandati dal Pentagono. Smith non seppe individuare a quale dipartimento appartenessero quegli uomini. Tutti i testimoni furono interrogati per ore e diffidati dal parlare di quell'episodio. Stephen Craig, ex perito elettronico della Marina statunitense che trascorse tre anni presso le installazioni navali alla AFB di Ramey negli anni Settanta, confermò l'episodio al giornalista e ufologo portoricano Jorge Martin poiché conosceva, sia presso la Marina che nell'Aeronautica, persone che avevano visto gruppi di UFO oltre la linea di volo e sul deposito di armi nucleari.

La seguente dichiarazione è stata rilasciata da John Artie, membro dell'aeronautica statunitense, e sottoscritta dal sergente Thomas Carulli, un poliziotto dell'USAF di stanza alla AFB di Ramey: "Verso le 2,30 del 18 agosto 1968, a largo di Borinquen Beach, presso la base aeronautica di Ramey, insieme ad altri 15 colleghi vidi qualcosa che mi sembrò un oggetto volante non identificato. L'UFO sembrava emergere dall'oceano, ma quando lo vidi per la prima volta descriveva un angolo di 45 gradi sulla superficie e saliva. Mentre saliva, sembrava straorzare all'altezza dei fianchi emanando una luce intensa, quasi fluorescente, simile a un lampo accecante, sembrava che ci fossero montanti o sbarre, oppure, si sarebbe detto, vetri di finestre. Erano verticali e ce n'erano circa sei. Quando raggiunse lo zenit, apparentemente a non più di 450 metri da terra, indugiò un istante; nel frattempo emetteva quella luce che rischiarava l'intera zona, in precedenza avvolta dalla più completa oscurità. Era di forma circolare o sferica. Le sue dimensioni erano pari a una moneta da mezzo dollaro tenuta a distanza di un braccio. Non emetteva alcun suono. Mentre era allo zenit, l'UFO sembrava vibrare e oscillare, o balzare, da una parte all'altra. Poi ne usci una sfera luminosa delle stesse dimensioni di una moneta da dieci cents tenuta a distanza di un braccio. Rimase accanto al primo UFO, poi a sua volta oscillò e partì in linea retta finché divenne quasi invisibile. Trascorsi due o tre minuti, il primo UFO ondeggiò, si voltò sul fianco e saettò su e giù in direzione nord_nord-ovest, finché svanì. Questo fenomeno spettacolare durò complessivamente dai 12 ai 17 minuti".

In molti hanno riferito di aver visto la terra "aprirsi" in una certa parte della base collocata tra due montagne, rivelando un "buco" che emanava una brillante luce rossastra-arancione. Nell'estate del 1979 José Luis Rodríguez e suo cugino dichiararono di aver visto dischi volanti emergere da una zona pianeggiante vicino alla base di Santiago. Era accaduto nella parte nord-orientale della base, tra Rio Juan Mountain e un settore della vecchia Strada Statale n. 1, vicino alla ristretta area in cui si svolgevano le esercitazioni dell'artiglieria aerea. L'episodio si verificò verso le 14, mentre gli ufficiali andavano a cavallo. "Udimmo un suono, e all'improvviso vedemmo che la terra si muoveva davanti a noi - raccontò Rodríguez a Jorge Martin - parte del terreno si sollevò, con fango, sassi, sottobosco, cespugli... tutto. Sembravano piattaforme mimetizzate, coperte con quello che sembrava terreno normale. Le piattaforme venivano spinte in alto da quelli che sembravano potenti mezzi idraulici, e sui lati c'era qualcosa di simile a reti che si mimetizzavano con il sottobosco. Le pareti metalliche si estendevano a fondo nel terreno". Non appena le piattaforme mimetizzate si sollevarono, i testimoni poterono vedere larghe aperture rettangolari, alcune di 25 metri. "Poi udimmo un forte sibilo - continua Rodríguez - e vedemmo due oggetti che volavano fuori dall'apertura. Erano dischi volanti! Uscirono volando lentamente, e rimasero sospesi a un'altezza pari a dieci piani al di sopra delle aperture. Erano molto belli, argentei, metallici, con il diametro di una ventina di metri, e ciascuno aveva una sezione con finestrini tutt'attorno alla parte centrale, da cui fuoriusciva una luce intensa". I testimoni continuarono a osservare i dischi per due minuti, mentre una jeep arrivava a tutta velocità da un edificio bianco piuttosto distante. Dando per scontato che li avessero individuati e che la loro presenza sarebbe stata segnalata al servizio di sicurezza, i due uomini si allontanarono velocemente. Ma la cosa forse più assurda è che i due uomini sostengono di aver visto al centro della piatta sezione inferiore dei velivoli la scritta "URSS o UPSS", appena visibile. Se fosse davvero così, si tratterebbe dell'acronimo spagnolo per indicare l'URSS! Si potrebbe ipotizzare che il velivolo costituisse un'evoluzione segreta o degli americani o dei russi, o di entrambi, derivata forse dalla tecnologia aliena. In tal senso, si ha notizia del fatto che gli americani abbiano provato a far volare veicoli a forma di disco almeno fin dagli anni Cinquanta.

Un altro interessante episodio molto simile si sarebbe verificato dieci anni dopo, nel 1989, durante le esercitazioni della Guardia Nazionale. Un ufficiale ha riferito a Martin che insieme a dei suoi colleghi aveva visto qualcosa aprirsi in una delle montagne a nord (dietro la base) e dall'apertura proveniva una forte luce arancione: tutt'ad un tratto diversi dischi volanti uscirono dall'apertura per scomparire nel cielo. Non appena furono usciti, l'apertura nella montagna si richiuse, e tutto svanì. Tutti quelli che erano stati testimoni dell'evento furono chiamati a rapporto da un gruppo di ufficiali americani arrivati in elicottero. Questi dissero che ciò che avevano visto era reale, ma che non dovevano preoccuparsi perché le autorità statunitensi, i militari e la NASA stavano già occupandosi del caso. Anche se non fecero alcun accenno a un fenomeno extraterrestre, ordinarono di non parlare con nessuno dell'accaduto.


Mutilazioni

Un'altra stranezza di Porto Rico sono i fenomeni di mutilazioni, di cui, soprattutto dopo il 1994, furono vittime centinaia di animali. Quasi sempre, gli animali venivano trovati con forellini rotondi larghi al massimo un centimetro, raramente più grandi, disposti a triangolo e profondi, nel collo o nella mascella inferiore e anche direttamente nel cervello o nel cervelletto: era evidente che la morte era stata istantanea. "Indipendentemente da che cosa fosse l'oggetto contundente - dice Martin - doveva essere lungo almeno 7 centimetri, e in certi casi i margini della ferita erano cauterizzati... come per impedire un eccessiva emorragia". Alcune ferite di questo genere erano visibili sui fianchi e sul ventre della vittima. Il taglio di solito si estendeva dallo stomaco al fegato, apparentemente per rimuovere parte di quest'ultimo organo e prelevarne i liquidi. Un simile intervento richiede un'incisione di 12 o 13 centimetri, come si è verificato durante le necroscopie. Sono stati riscontrati anche buchi più larghi allineati, di 2 centimetri e mezzo di diametro e 30 centimetri e mezzo di lunghezza, nel collo, sul petto, sul ventre e nella zona anale. Talvolta sono stati rimossi anche organi sessuali e riproduttivi, l'ano, gli occhi e altri tessuti molli.

La gente dell'isola attribuiva la causa del fenomeno ai chupacabras (succiacapre) e a quelle che Jorge Martin definisce ABE (Anomalous Biologicai Entities, Entità biologiche anomale). La maggior parte dei resoconti fa apparire i chupacabra come un incrocio tra un tipico alieno "grigio" e il corpo di qualcosa di simile a un dinosauro bipede, eretto, con una coda piccola, braccia corte e mani con tre artigli. Si dice anche che quelle creature volassero. Un testimone, Daniel Pérez della zona di Canovanas del Campo Rico, a nord di Ei Yunque, sostiene di aver udito un ronzio verso le 6,45 del mattino. "In quel momento la creatura discese, apparentemente volando", disse Pérez a Martin. "Atterrò su una grossa pietra all'interno della mia proprietà, a 6 metri circa da dove mi trovavo. Non appena venne a contatto con la pietra, prese nuovamente lo slancio e si sollevò da terra senza neppure sfiorare una foglia. In posizione eretta, era alta un metro e mezzo. Gli arti posteriori erano lunghi, quelli anteriori corti... Sul capo e su tutto il tronco aveva pinne movibili. Quando era sul punto di volare via, le pinne si muovevano nella direzione scelta... Erano lunghe una quindicina di centimetri e le muoveva così velocemente da farle sembrare capelli".

Altre persone di Canovanas sostengono di aver visto alla luce del sole questa creatura. Madelyn Tolentino e sua madre ne hanno visto uno camminare lungo la strada fino all'esterno della loro casa, un pomeriggio d'agosto del 1995. Quando si avvicinarono, la strana creatura scomparve velocissima nei cespugli. I testimoni sostengono di aver notato una membrana trasparente tra le braccia e il dorso della creatura, forse utilizzata per volare.

Secondo le fonti raccolte da Martin alcune di queste creature sono state catturate dai militari. La notte tra il 6 e il 7 novembre 1995, una creatura viva fu portata via in una gabbia dal personale federale di Porto Rico e del Dipartimento statunitense per l'agricoltura. Un impiegato civile (ha chiesto l'anonimato) che lavora presso una base dell'esercito statunitense a San Juan, riferì di aver visto laggiù un chupacabra morto, conservato nel ghiaccio in una speciale gabbia a maglie rinforzate. L'uomo era in un ufficio quando irruppero numerosi soldati portando un contenitore a forma di cubo coperto da una specie di rete che sembrava di vetro. Lo deposero sul tavolo dell'ufficio. Curioso di vedere che cosa ci fosse dentro, sollevò la copertura e vide un'orribile creatura che sembrava morta. Fece notare ai soldati che assomigliava a un chupacabra. I soldati andarono su tutte le furie e dissero che era una scimmia, ma lo diffidarono dal parlare di ciò che aveva visto, se non voleva passare un mucchio di guai e rischiare di perdere il lavoro.

Il fenomeno dei chupacabra fu preso molto sul serio dalle autorità portoricane. Il 9 novembre 1995, José Nuñez Gonzales e Juan López presentarono una mozione in merito a questo argomento alla dodicesima assemblea generale della Camera dei Deputati. In essa si dichiarava quanto segue:

Negli ultimi mesi a Puerto Rico sono avvenuti numerosi decessi e attacchi di animali rimasti senza spiegazione. Il numero dei casi è incredibilmente aumentato di recente e la popolazione chiede che il governo intervenga per porre rimedio a questa situazione allarmante. Si è dunque ordinato che la Commissione per l'agricoltura della Camera dei Deputati svolga una profonda ed esauriente indagine per chiarire questo fenomeno sconosciuto e motivare i danni provocati dai cosiddetti chupacabras agli agricoltori della zona.

Simili indagini ufficiali non erano una novità. Nel 1991, il colonnello José A. Nolla, direttore dell'ente governativo per la difesa civile di Puerto Rico, che aveva dato istruzioni per condurre indagini segrete sull'avvistamento di UFO, dichiarò sotto giuramento davanti al Senato di Porto Rico che lui stesso, i militari e l'ente governativo stavano indagando sui numerosi avvistamenti di UFO e sulle mutilazioni di animali. In un'intervista radiofonica per Noti-Uno, trasmessa il giorno di Natale del 1995, Fernando Toledo, presidente dell'associazione agricola di Porto Rico, espresse la propria convinzione che i chupacabra non fossero una specie indigena. "Penso che, se già sappiamo che non si tratta di scimmie", disse, "abbiamo a che fare con qualcosa di extraterrestre".


Testimone di una mutilazione

Ci sono anche testimoni diretti di episodi di mutilazione il cui racconto mette alla luce un coinvolgimento di autorità militari statunitensi. Verso le 2,15 del 12 gennaio 1997, Piedro Viera (pseudonimo), ex funzionario di polizia, stava guidando da Caguas a Humacao, sulla Strada 30, che congiunge i confini meridionali della foresta nazionale di El Yunque, quando all'improvviso vide una luce nel cielo proveniente proprio da El Yunque. La luce si estendeva sempre di più finché la sagoma di un oggetto a forma di piatto rovesciato incominciò a delinearsi. L'oggetto venne a trovarsi a poco meno di 200 metri da Viera, poi si fermò. A quel punto il testimone si fermò sul ciglio della strada, dove c'era una mandria di mucche al pascolo. L'UFO aveva un diametro di 45 metri, con una quindicina di luci quadrate o finestrini tutt'attorno. Un fascio di luce verde-azzurra a forma di cono usci dal velivolo e inghiottì due vacche, una delle quali levitò verso il velivolo. La mucca scomparve mentre si trovava a un metro e mezzo circa dalla parte inferiore. Poi il velivolo ricominciò a muoversi lentamente in direzione di Humacao. Viera cercò di seguire il disco con il suo furgone, ma improvvisamente comparve un autocarro nero 4 x 4. Ne scesero due uomini in abiti militari e berretti neri, che gli ordinarono di spegnere il motore e di rimanere dov'era per dieci minuti almeno. "Resta dove sei e lasciaci fare il nostro lavoro" dissero gli uomini a Viera. Gli uomini tornarono sull'autocarro e seguirono il velivolo. Dopo un quarto d'ora, Viera riaccese il motore. Ben presto vide una mucca che giaceva sul bordo della strada, simile a quella che aveva visto poco prima. "Apparentemente era stata fatta cadere dall'alto, perché aveva due arti gravemente spezzati", spiegò a Martin. "Lungo il fianco aveva cinque incisioni diritte, una delle quali si estendeva fino al petto, e un buco rotondo sulla schiena. Ma non c'era traccia di sangue...". Ancor prima che questa storia venisse resa nota da Jorge Martin, l'uomo fu intimato di non far parola di ciò che aveva visto.


Strani incontri nel cielo

Si può quindi fare un lungo elenco delle stranezze di Porto Rico: oltre ai chupachabras, alle mutilazioni e agli avvistamenti generici di oggetti anomali, da notare poi gli UFO seguiti (o forse scortati) dai velivoli militari e i botti sotterranei seguiti da terremoti.

La sera del 1° giugno 1987 un enorme velivolo cilindrico non identificato, con due sfere a ciascuna estremità, fu avvistato da numerosi testimoni nel comune di Betances. " Era veramente grande", affermò la testimone Rosa Acosta. "Quell'oggetto venne giù e rimase sospeso nell'aria, immobile, sulla laguna di Cartagena. Dopo un quarto d'ora ripartì e scomparve a sud, dietro la Sierra Bermeja". Il giorno precedente, il 30 maggio, alcuni residenti presso la laguna di Cartagena videro uno strano "pallone rosso di fuoco" scendere in maniera frenata sulla laguna, emettendo una specie di sibilo. Alle 2, furono in molti ad avvistare un immenso disco luminoso sospeso sulla laguna. Il pomeriggio seguente, migliaia di abitanti della zona sud-occidentale di Porto Rico sentirono la terra tremare come per una potente esplosione sotterranea. Inizialmente, l'epicentro di quella specie di scossa fu individuato a poco meno di 25 chilometri sotto la laguna di Cartagena, tra le città di Lajas e Cabo Rojo. Il giorno seguente, tuttavia, il servizio sismologico di Porto Rico comunicò che l'epicentro non era nelle profondità marine, bensì a ovest di Porto Rico, nel Mona Passage. In seguito all'esplosione, in diverse zone di Lajas e Cabo Rojo si aprirono crepe nel terreno da cui usciva fumo color cobalto. La laguna fu isolata e chiusa da cordoni, e uomini con tute da lavoro mimetiche, camici bianchi anticontaminazione furono visti raccogliere campioni di acqua, fango, terriccio e piante. I militari impedivano a chiunque di avvicinarsi a quella zona.


Duello aereo a Cabo Rojo

Uno degli episodi più interessanti è quello avvenuto a Cabo Rojo il 28 dicembre 1988. Verso le 19.35 alcune persone videro una luce di colore blu che si muoveva sopra le montagne della Sierra Bermeja, già luogo di numerosi altri avvistamenti. L'oggetto che, in un primo momento, appariva di forma semisferica, si rivelò in realtà facente parte di un oggetto molto più grande dall'aspetto triangolare. Ad un tratto questa sfera cambiò colore, passando dal blu originario ad un giallo brillante e dando l'impressione di infuocarsi. Di lì a poco i testimoni videro entrare in scena tre caccia F-14 Tomcat, mentre sopra di loro un aereo-radar AWAC volava in copertura. Dopo qualche istante cominciarono le manovre di "ingaggio" da parte dei velivoli militari. La procedura di intercettazione dell'oggetto volante anomalo venne fatta da due F-14, mentre il terzo rimaneva più distante per proteggere le spalle ai due "cacciatori", come in caso di combattimento. Questi tentarono un avvicinamento per costringere l'oggetto sconosciuto all'atterraggio, così come prevede la procedura nei casi di violazione dello spazio aereo nazionale. Ma i due aerei militari non ebbero modo di avvicinarsi all'UFO, che si muoveva, compiendo manovre improvvise, ad una velocità molto elevata, con sbalzi di quota repentini, riuscendo anche ad arrestarsi in volo. I due F-14, impotenti di fronte a simili prestazioni, cercarono di ridurre al minimo la velocità, agendo sull'apertura delle ali a geometria variabile, così da consentire virate strette con un margine di recupero più ampio. Per ben tre volte l'oggetto lasciò che i due caccia, che a turno cercavano invano l'intercettazione, si approssimassero a lui, per poi eluderli con scatti improvvisi. Al terzo tentativo l'UFO si arrestò, mentre un F-14, che lo seguiva più da vicino, si trovò in rotta di collisione con la sua parte posteriore. La gente, che numerosa stava assistendo all'inseguimento, visse momenti di panico nel timore di uno scontro, con la conseguente esplosione dell'aereo militare e dell'oggetto triangolare. Non appena però l'F-14 si trovò a ridosso dell'UFO, sparì, come se si fosse smaterializzato, tra lo stupore dei testimoni. Poco dopo, il secondo F-14, che stava compiendo una manovra di avvicinamento e si trovava alla destra dell'oggetto sconosciuto, sparì come il primo. A questo punto il pilota del terzo “caccia” direzionò il velivolo verso nord e si allontanò dal teatro dell'azione. Avvenuto questo tre piccole luci di colore rosso fuoriuscirono dall'UFO, all'inseguimento dell'ultimo F-14 rimasto in volo, per poi sparire anch'esse verso nord; del terzo velivolo nessuno seppe più nulla. Il grosso oggetto triangolare, che intanto si era spostato dalla zona della Sierra Bermeja, ritornò verso il punto iniziale, sorvolando ad una quota di circa trenta metri le numerose palme che costeggiavano il lago Saman. Qui, un centinaio di testimoni furono spettatori di un epilogo dei fatti che lasciò tutti ancor più sconcertati. L’UFO a questo punto cambiò la sua forma originale: un'esplosione luminosa separò in due parti ben distinte l'oggetto, senza provocare alcun rumore. I due oggetti risultati dalla scissione presero direzioni diverse: uno si diresse a nord mentre l'altro a est, per sparire dall'isola a velocità vertiginosa.


Le indagini di Martin

Questo episodio può sembrare il racconto di un film di fantascienza ma a quanto pare è avvenuto realmente. Le indagini su questo caso hanno avuto un risultato eccezionale ed eclatante: oltre cento persone hanno ammesso di aver assistito alla stessa, identica dinamica dell'avvistamento e tutti hanno disegnato l'oggetto volante non identificato nello stesso modo. Il giornalista Jorge Martin ipotizzò, dopo aver ascoltato diverse persone ed aver fatto un'indagine approfondita, che i velivoli militari dovevano essere della Marina degli Stati Uniti d'America, poiché quella sera nessun aereo della Guardia Nazionale portoricana si trovava in volo. Sembra, invece, che una base americana, di stanza nella zona caraibica, stesse compiendo esercitazioni proprio quella sera. Le fonti militari americane hanno smentito la paternità dell'azione, negando l'accaduto, ma, dalle fonti governative portoricane (e più precisamente dall'Ente Federale dell'Aviazione di San Juan), è venuta la conferma che vi era un'esercitazione statunitense in corso nei Caraibi. Secondo Martin, l'Ente Portoricano per la Difesa Civile, la polizia ed il governo hanno messo in atto un'azione per smontare e ridicolizzare ogni testimonianza dei fatti. Ma il maggiore impegno degli enti statali è stato quello di disinformare la popolazione, per non permettere che quello che era stato visto da più di un centinaio di persone si estendesse all'intera isola. Dato, però, che l'incidente era di grosse proporzioni e risultava difficilmente contenibile, il direttore dell'Ente per la Difesa Civile, colonnello José A.M. Nolla, uomo di contatto della DIA, la Defence Intelligence Agency, statunitense a San Juan, decise di mandare una lettera in cui spiegava la posizione dell'Ente in merito ai fatti. Secondo l’organismo governativo, ciò che si diceva dell’incidente corrispondeva alla realtà ma la situazione era sotto controllo e le indagini sarebbero continuate per accertare fino in fondo la reale dinamica dell'evento. In ogni caso, quanto visto da così tante persone non era da considerare come una minaccia secondo l'amministrazione governativa, che non riteneva in pericolo i cittadini e il territorio di Porto Rico. La dichiarazione rilasciata dal colonnello Nolla mette in evidenza l'ammissione, da parte di un rappresentante della DIA, dell'esistenza di oggetti volanti non identificati. Nella lettera, inoltre, il colonnello cita il coinvolgimento nei fatti di enti portoricani che avevano sempre negato ogni loro interessamento ad eventi riguardanti gli UFO, tra questi spicca il radio-osservatorio astronomico di Arecibo.

La documentazione raccolta da Jorge Martin sull'incidente di Cabo Rojo sembra non lasciare dubbi: si trattò di un oggetto volante anomalo. Tutto ciò ha costretto gli organi ufficiali a prendere una posizione, ammettendo il loro interesse per il fenomeno UFO e non è poca cosa visto che ciò è avvenuto in un Paese che rientra nello scacchiere NATO.


Altri avvistamenti con più testimoni

Intanto gli avvistamenti continuavano. Uno strano fenomeno luminoso avvenne alle 20.30 del 4 luglio 1989 e fu osservato nei pressi della cittadina di Luquillo, a poca distanza dalla base aerea statunitense di Ceiba, la Roosevelt Roads Naval Air Station. Quella sera diverse persone, che si trovavano all'esterno o affacciate alle finestre che guardano verso il monte El Yunque, videro una luce di grosse dimensioni, di colore bianco-blu e dall'intensità vicina a quella di una stella, che compiva strane manovre sopra la montagna. Non seguiva una traiettoria rettilinea e uniforme, effettuava invece virate "impossibili" per qualsiasi aereo, lasciando di stucco quanti assistevano al fenomeno. I testimoni videro alcuni F-14 Tomcat, della vicina base americana, inseguire l'oggetto. La luce si comportava in modo bizzarro, con improvvisi sbalzi di quota, ed i caccia facevano di tutto per seguirla o almeno per mantenerne il contatto visivo. Dopo una serie di virate, l'oggetto si diresse verso la parte sud-est dell'isola, sorvolando la Sierra de Luquillo, mentre gli F-14 continuarono l'inseguimento, del cui risultato non si sono mai avute notizie.

La sera del 22 giugno 1990 tre persone che si trovavano nella parte est dell'isola videro una luce di grandi dimensioni, simile ad una sfera luminosissima di color giallo, che recava al centro una luce più piccola, rosso-vivo. La cosa si muoveva verso la zona sud-ovest dell'isola, lungo la strada numero 52, nei pressi del Rio Guyate. La luce compiva evoluzioni e virate strane e repentine, mentre quattro velivoli da combattimento statunitensi F-14 Tomcat la inseguivano. La strategia adottata dagli aerei sembrava quella di "tallonare" il più possibile l'UFO, cercando di non perderne il contatto, nonostante le brusche manovre, apparentemente evasive; i quattro "caccia", però, riuscivano solamente a mantenere una distanza sufficiente a non perderlo di vista. Nel teatro dell'azione vi era inoltre un quinto velivolo, un aereo radar AWACS di copertura, che seguiva le manovre dei jets e dell'UFO, continuando a girare in cerchio sulla zona. E ancora, il 19 dicembre del 1990 alcuni abitanti della cittadina di Caguas, alle 17.30 circa, videro un oggetto volante costituito da una intensa luce gialla, della grandezza di un aereo di linea tipo 747, che conteneva all'interno una luce rossa, simile a quella già vista nei pressi del Rio Guyate. L'UFO volava senza produrre alcun rumore e nei suoi spostamenti sembrava non avere inerzia. Sempre secondo i testimoni, all'inseguimento dell'oggetto volante vi erano alcuni elicotteri, non recanti le insegne di identificazione normalmente in dotazione ai corpi militari. Gli elicotteri con grande difficoltà cercavano di mantenersi in scia dell'UFO, alla fine tutti i velivoli scomparvero dietro le montagne.

Alle cinque del pomeriggio del 28 aprile 1992 il signor Freddy Cruz, fermo sulla strada presso il paesino di Lajas, intento a riparare il suo camion, vide passare sopra di sé un oggetto volante metallico discoidale. In più, Cruz si accorse che all'inseguimento di quell'UFO vi era un aereo militare statunitense F-14. L’oggetto volante era poco più grande del caccia e volava silenziosamente, ma con movimenti repentini, mentre l'aereo aveva notevoli difficoltà nel tener testa a quel tipo di virate. Improvvisamente il disco metallico si fermò e rimase sospeso in aria, costringendo l'F-14 a modificare il suo assetto alare, per compiere virate più strette e tener sempre in vista l'intruso. Quindi l'UFO riparti lentamente e modificò la sua forma, separandosi in due parti che, a gran velocità, presero direzioni opposte, una verso sud_ovest, l'altra ad est; entrambe sparirono immediatamente dalla vista del testimone.


Rapimenti di massa

Tra le stranezze di Porto Rico rientrano anche casi di presunti rapimenti di massa. Uno dei casi più conosciuti e studiati è quello di Amaury Rivera. L'episodio di cui fu protagonista avvenne nella notte del 14 maggio 1988. Rivera doveva fotografare un gruppo musicale che si esibiva in un night club, mentre stava tornando a casa si imbatté in due piccoli esseri che lo condussero in un luogo dove c'erano altre persone, probabilmente gente di Porto Rico. A questo punto entrò in scena un uomo vestito di nero e con i capelli lunghi fino alle spalle che affermava di provenire da un altro pianeta. L'uomo si rivolse a Rivera e agli altri verbalmente. "Ci ha mostrato varie proiezioni molto realistiche - dice Rivera - e ci ha parlato di una serie di cose che a me sembravano del tutto incredibili. La prima proiezione o ologramma che ricordo riguardava una specie di breve viaggio nello spazio fino al pianeta di provenienza dell'individuo: vedemmo le sue case, la sua gente. Il secondo mostrava una meteora che dovrebbe cadere sulla Terra in futuro e che causerà un'immane distruzione su tutto il pianeta. Secondo lui dovrebbe cadere in prossimità di Porto Rico e nel mar dei Caraibi. L'ultimo ologramma mostrava un futuro della Terra in cui ci sarebbe stato un solo governo collocato su una specie di isola artificiale circondata da un mare scuro e inquinato". Alla fine l'uomo riportò Rivera alla sua automobile che però si trovava in un luogo diverso da quello in cui lo avevano prelevato i due piccoli esseri. Apparentemente lo avevano trasportato insieme all'automobile. In quel momento Rivera vide degli aerei nel cielo, prese la macchina fotografica e scattò le foto (vedi). Si trattava di tre aerei militari che stavano rincorrendo un enorme oggetto discoidale, e compivano attorno ad esso delle evoluzioni.

Qualche tempo dopo questo episodio, quattro uomini, che dichiararono di appartenere alla CIA, si recarono presso l'abitazione di Amaury Rivera chiedendogli di consegnare le foto (vedi) e i negativi ma, di fronte al suo rifiuto, esibito un mandato, gli perquisirono la casa, non trovando però il materiale, che era stato accuratamente nascosto.


Indagini sul testimone e sulle foto

Il caso di Rivera è rilevante perché include un rapimento effettuato dagli alieni. Uno di essi era di aspetto umano, gli altri due erano androidi biologici che, come gli era stato detto dall'alieno dall'aspetto umano, potevano rimanere solo per brevi periodi nella nostra atmosfera, altrimenti mettevano a rischio la loro vita. Al di là delle sue dichiarazioni, ciò che rende importante la sua testimonianza sono le prove fotografiche che ha fornito. In quasi tutti i gli episodi avvenuti su quest'isola ci sono sempre degli F-14 coinvolti, in fase di intercettazione, disturbo e inseguimento di UFO in volo su Porto Rico e, in effetti le foto (vedi) mostrano un UFO e degli aerei che se ne occupano, nonostante per le autorità continuino a negare qualsiasi coinvolgimento. "Il caso è suffragato dalla testimonianza di altre persone - sostiene Martin - che sembrano siano state contattate dagli stessi alieni. Ma rispetto al rapimento di Rivera si tratta di eventi totalmente separati. C'è quindi un essere dall'aspetto umano che sta contattando persone in tutta la zona sud-ovest di Porto Rico. Ad esempio il pescatore Andres Maldonado che ho messo in contatto con Rivera perché mi ha raccontato molte cose che potevamo conoscere solo Rivera e me. Io ero l'unico a conoscere il nome dell'alieno e altri dettagli che Rivera usava per vedere se anche altre persone erano entrate in contatto con lo stesso essere nella stessa notte del suo rapimento. Infatti nello scafo alieno c'erano una quarantina di persone oltre a lui".

Indagini approfondite sono state compiute sulle foto (vedi). Esse sono state analizzate da un laboratorio di Scottsdale, che collabora con la NASA. Tali indagini hanno escluso l'ipotesi di un montaggio, di riflessi, di modellini o che sia stata praticata qualsiasi altra forma di manipolazione tecnica. È stato calcolato che sia l'oggetto discoidale che l'aereo si trovano ad una distanza considerevole dall'obiettivo, tra i 5 e gli 8 chilometri. Le analisi hanno appurato che l'F-14 era in movimento mentre lo scafo circolare era fermo in cielo.


Altri casi

Non tutti i rapimenti di Porto Rico seguono l'iter di quello di Rivera, anzi la maggior parte è simile alla casistica riscontrata soprattutto negli Stati Uniti, e cioè quella degli alieni piccoli con grandi teste, i cosiddetti grigi, che sembrano seguire dei programmi genetici. Ci sono testimonianze di donne che sostengono di aver subito delle visite ginecologiche, altre dicono che gli alieni stanno creando dei cloni utilizzando il materiale genetico dei terrestri. Insomma, tutte storie già sentite da presunti rapiti di altri Paesi.


Una base strategica USA

È senz'altro singolare e inquietante il fatto che tante testimonianze simili provengano da una zona così circoscritta. Una zona che è piena di basi militari. In tal senso non è da escludere che tutto ciò sia il risultato di attività top secret del governo statunitense.

Sull'isola di Porto Rico è situata una base della Marina statunitense, la US Navy Atlantic Fleet Weapons Trailing Facility (AFWTF), che ha il suo quartier generale nei pressi della Roosevelt Road Naval Air Station. La base ha sotto il suo controllo due settori di copertura di fuoco oceanico. Il primo, denominato "Alfa", controlla una superficie di circa 195.000 kmq, che va da nord ad est. Il secondo settore, denominato "Bravo", riesce invece a coprire un'estensione di 120.000 kmq e si sviluppa da sud ad est. Il sospetto degli inquirenti, circa gli avvistamenti UFO citati, ricade su questa base strategica, perché qui vengono anche testate tecnologie militari di un certo livello di segretezza. La AFWTF, infatti, ha il compito di verificare apparati militari specializzati, come missili tattici "intelligenti" e dispositivi elettronici di supporto strategico. In questa base, inoltre, sembra che la Marina degli Stati Uniti stia sviluppando nuovi aerei da caccia di forma insolita. Dalle testimonianze acquisite risultano, in diverse occasioni, aeromobili apparentemente non convenzionali, o a superficie alare fuori dalla norma, come ad esempio caccia con ali ad angolo invertito, con le estremità rivolte in direzione contraria a quella di volo. In associazione ai molteplici avvistamenti UFO riportati nella zona, si potrebbe supporre uno sviluppo di retroingegneria condotto dai laboratori della base militare americana su oggetti volanti di provenienza extraterrestre. In contrapposizione a questa, tuttavia, è stata presa in esame anche un'altra ipotesi: non è da escludere, infatti, che alla Marina Militare statunitense faccia comodo che aerei sperimentali super-segreti vengano presi per UFO, facendoli volare sempre al crepuscolo e camuffandoli da oggetti volanti anomali. Così, si evitano le comprensibili proteste dei portoricani, non certo felici dello svolgimento di test militari sui centri abitati.

Un'altra zona di Porto Rico in cui si concentrano attività insolite è Salinas, sulla costa meridionale, in particolare nelle vicinanze dei terreni e dello spazio aereo della base della riserva dell'esercito statunitense e al Santiago Camp della guardia nazionale di Porto Rico. Una sera di ottobre del 1987, per esempio, molti testimoni riferirono di aver visto un grande oggetto a forma di boomerang sopra la base che avrebbe provocato un black-out. Un ufficiale raccontò a Jorge Martin che sembrava fatto di plastica bianca o di porcellana, ed emanava una luce accecante. Arrivò con estrema rapidità e si fermò improvvisamente al di sopra di un albero, rimanendo sospeso. Nel vertice centrale, o sulla punta della V, si vedeva una specie di cabina di pilotaggio o finestre con lampadine. Dopo 15 o 20 secondi, parti obliquamente e scomparve a velocità incredibile verso nord. Quell'oggetto era largo come un jumbo jet 747, piegato a metà, ma con un'estensione maggiore. Sembrava non emettere alcun rumore. L'ufficiale aggiunse che ogni volta che oggetti di quel genere venivano avvistati sopra la base il sistema di elettricità e gli armamenti non erano più utilizzabili.

L'anomala attività è stata riscontrata dallo stesso Jorge Martin che avvistò uno strano oggetto nel ristretto spazio aereo della base, un pomeriggio del gennaio 1993, insieme a sua moglie Marleen e a tre ricercatori americani. La parte bassa era piatta mentre in alto c'era una piccola cupola. Il disco sali verso l'alto con un movimento ondeggiante, finché scomparve in una nuvola.


Conclusioni

Sui casi di Porto Rico, nel complesso, non si possono trarre al momento conclusioni, soprattutto in merito all'attendibilità delle testimonianze dei presunti rapiti. Per quanto riguarda gli incontri (o se vogliamo scontri aerei) tra i caccia e gli UFO, questi eventi fanno sospettare uno scenario ipotizzato anche per l'Area 51: la presenza di una base aliena sull'isola o di una base militare, cui hanno libero accesso oggetti volanti di tecnologia extraterrestre. Storie fantastiche è irreali? Di certo, nessuno può mettere in dubbio il fatto che la zona è al centro di continue intrusioni che pongono le autorità in uno stato d'allerta, resta il mistero su quale sia il grado di responsabilità della attività militari statunitensi in questi episodi.

Tomás de Torquemada
29-11-02, 23:53
Dal sito www.ilnuovo.it

"C'è un Ufo nel bosco": svelato segreto militare
Vent'anni dopo, il ministero della Difesa britannico rende pubblico un rapporto di un colonnello americano, in cui si descrive un incontro ravvicinato avvenuto in una foresta inglese, vicino a una base militare

Un Ufo nella foresta, vicino a una base della Raf (l'aeronautica militare britannica), e tre soldati che si lanciano al suo inseguimento. Non è la trama dell'ennesimo episodio di "X-Files", ma il preciso resoconto di un colonnello dell'aeronautica americana, reso pubblico dopo più di vent'anni dal Ministero della Difesa di Londra.

Prima d'ora, questo segretissimo rapporto, noto come "Rendlesham File", era stato letto da venti persone che ne avevano fatta espressa richiesta in base all'U.S. Freedom of
Information Act, la legge statunitense che consente l'accesso ai documenti riservati. E' il primo di una serie di documenti riguardanti casi di avvistamenti alieni che il governo britannico ha deciso di rendere accessibili a tutti. Atti ufficiali, redatti da personale militare, e quindi testimonianze da prendere ben più seriamente rispetto a quelle di individui visionari o dotati di troppa immaginazione.

Ecco i fatti: la notte del 27 dicembre 1980, secondo quanto scrive nel suo rapporto il colonnello della U.S. Air Force, Charles I.Halt, comandante della base di Bentwaters, Inghilterra, un UFO si avvicinò alla base di Woodbridge. L'avvistamento iniziò quando due soldati americani di guardia notarono "luci inconsuete" nei pressi del perimetro dell'installazione militare. Chiesta l'autorizzazione ai superiori, i due uscirono nella foresta per investigare, insieme a un terzo commilitone.
"Gli uomini riferirono di uno strano oggetto luminoso nel bosco" scrive il colonnello. Secondo la descrizione, l'oggetto sembrava "di natura metallica e di forma triangolare, alto circa due metri e largo tre".

"Illuminava l'intera foresta di una luce bianca, aveva una luce rossa sulla punta e una serie di luci blu alla base. Era sospeso nell'aria o era appoggiato su delle gambe metalliche".

Quando la pattuglia tentò di avvicinarsi, l'UFO manovrò tra gli alberi e scomparve. Circa un'ora dopo, l'oggetto fu avvistato di nuovo vicino ai cancelli della base. "Più tardi nella notte, una luce rossa come il sole fu vista attraverso gli alberi. Si muoveva e pulsava. A un certo punto si divise in cinque separati oggetti luminosi bianchi che poi scomparvero".

Immediatamente, nel cielo si notarono tre oggetti "simili a stelle", che cominciarono a muoversi e a mutare colore e forma. Lo spettacolo durò più di un'ora, poi tutto sparì.
Durante l'avvistamento, i radar delle due basi non registrarono nulla di anomalo, e i tre soldati tentarono senza esito di riprendere l'oggetto con una videocamera.

Proprio per questi motivi, il Ministero della Difesa britannico precisa di aver accolto con scetticismo il rapporto del colonnello, pur rimanendo con un atteggiamento "aperto" di fronte al fenomeno. "Non fu trovata nessuna prova di minaccia alla sicurezza del Regno Unito, e nessuna indagine ulteriore fu portata avanti".

Questo, nonostante la mattina dopo gli uomini del colonnello avessero trovato nel terreno tre vaste depressioni circolari, e il livello di radioattività fosse dieci volte superiore alla norma.
L'esercito spiegò le luci con il fatto che probabilmente la pattuglia aveva visto tra gli alberi i riflessi del faro di Orford Ness. Quanto alle luci nel cielo, probabilmente si era trattato di fuochi artificiali.
Ma il mistero, vent'anni dopo, resta.

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,161716,00.html

Silvia
20-12-03, 18:39
OTTOBRE 1954: INCONTRO RAVVICINATO A FIRENZE

Un cronista vide tutto: oggi ricorda quei giorni incredibili


Il 23 ottobre del 1954 (un sabato di quarantanove anni fa) un fiorentino venne a raccontarci che mentre camminava in via dei Pecori aveva visto saettare nel cielo un corpo luminoso di forma ellittica e di colore azzurrino, seguito da una scia, la cui traiettoria era, grosso modo sulla direttrice Arcetri-Rifredi. Lui non poteva sbagliarsi (era un addetto ai lavori, uno studioso di scienze fisiche) e quello che aveva visto era un disco volante. Non poteva essere un meteorite perché volava sotto le nuvole, che quella sera, secondo Peretola, erano a 1080 metri di altezza dal suolo.

Ci telefonarono altri fiorentini per fare analoghi racconti, e da quel sabato sera, e per diversi giorni il nostro telefono divenne rovente; in quel tempo remoto ci occupavamo — a vario titolo — della cronaca de La Nazione e di quella della sua edizione serale, e il centralino passava a noi le chiamate dei lettori. Furono giorni straordinari, e in un certo senso (nonostante la memoria non ci faccia difetto) a volte ci domandiamo se li abbiamo vissuti sul serio, o se quello che ricordiamo sia stato soltanto un sogno.

Il top della «stagione-ufo» fu il 27 ottobre: era come se un ipotetico stato maggiore dei dischi volanti avesse deciso di fare le sue grandi manovre a Firenze e in Toscana perché in quel giorno, e in quelli immediatamente successivi, gli Ufo (ora a disco, ora a palla, ora a palloncino, ora a sigaro, ora ovali come un pallone da rugby) si presentarono nel nostro cielo, isolati, a coppie, a squadriglie, a stormi, ora saettando diritti come proiettili, ora facendo acrobazie, evoluzioni. Noi cominciammo a fare titoli e sommari a caratteri cubitali, e quando nelle primissime ore pomeridiane del 27 ci segnalarono che alcune «squadriglie» stavano dirigendosi verso il centro di Firenze, salimmo di corsa le scale del palazzo di via Ricasoli, allora sede de La Nazione, per essere al di sopra dei tetti e vedere più cielo possibile.

Passarono due dischi «accanto» al Cupolone (in realtà erano molto lontani), poi altri due, poi altri ancora, e sempre a velocità supersonica. E mentre si moltiplicavano gli avvistamenti e le telefonate, cominciò a nevicare. Una neve che ci sembrò prematura, trattandosi del cielo di Firenze e del mese di ottobre. E infatti non era neve. Guardando meglio, sembrava che dal cielo cadessero fiocchi di lana, no, anzi bambagia, no, anzi filamenti di vetro, no, anzi dal cielo stava calando su Firenze e dintorni una gigantesca ragnatela.

Per un cronista c'era da perdere la testa, e forse per un po' la perdemmo anche noi. Allo stadio, circa diecimila persone convenute al comunale per una partita di allenamento tra la Fiorentina e la Pistoiese avevano smesso di guardare la sfera che rotolava sull'erba e si erano messi a guardare le sfere che un misterioso giocatore impazzito calciava in ogni direzione del cielo, dove non c'era una rete, ma un'immensa ragnatela bianca.

Qualche bravo cittadino riuscì a raccogliere qualcosa. Poco, ma qualcosa. Poco, perché la ragnatela, come tutte le ragnatele, non solo era effimera e labile, aveva vita brevissima, ma era anche inconsistente, c'era, ma era come se non ci fosse stata, la prendevi sì con le mani, ma si disfaceva, e in pratica non avevi preso un bel niente. Poi uno riuscì a imprigionare dentro una boccetta un frammento di quella magìa, poi un cronista catturò un altro pezzo di favola che era «nevicato» a Sesto Fiorentino dopo la divisione di un disco in tre dischi, che ora sembrano ali di gabbiano, ora gocce d'acqua, ora cappelli di mandarini cinesi.

Portammo il tutto al professor Giovanni Canneri, illustre scienziato, direttore dell'istituto di chimica analitica che dopo un esame spettrografico emise la sentenza: i fiocchi erano fatti di boro, silicio, calcio, magnesio, forse si trattava di un vetro borosilicico.

Per giorni ci furono discussioni su come dal cielo fosse potuta cadere una lana di vetro, ma andiamo avanti nella cronaca perché per giorni proseguirono le grandi manovre, e formazioni di dischi sfrecciarono su Lucca, Pisa, Livorno, Siena, Grosseto, Arezzo, Prato, Pistoia, Massa, Carrara, insomma su città, paesi, borghi, coste e montagne, della Toscana. Alla Consuma le abetine si coprirono di neve, e noi (allora accaniti fumatori di pipa) tirammo fuori i fiammiferi di legno, e ci arrotolammo sopra le ragnatele facendo invisibili gomitoli, però visibili per lo spettrografo di Chimica Analitica, che rispose come in precedenza. Ma intanto l'amico astronomo Guglielmo Righini ci rassicurò (visto che avevamo toccato tante ragnatele) che i fiocchi non erano radioattivi.

Quell'ottobre favoloso non voleva finire. Era già il primo novembre, un nuovo mese, e si sarebbe potuto cambiare musica, cambiare disco, e invece no, per non farci mancare nulla, ecco i marziani. Che atterrarono con un disco fatto a doppio cono (una novità dopo tante ali di gabbiano, e cappelli di mandarini cinesi), dal quale sbarcarono due ometti graziosi, cortesi, sorridenti, che fermarono una colona, la Rosina, a Cennina di Bucine, e le portarono via un mazzo di garofani e di giorgine che lei voleva mettere sull'altare della chiesa parrocchiale perché «ricorrevano» i morti. Le portarono via, ridendo come matti, anche una delle calze nere che lei intendeva mettersi entrando nel sacro edificio. Inutilmente Rosina cerco di riavere la propria roba. «Io andare chiesa..» — diceva — «... Parroco non fare entrare senza calze... Avete capito?. I marziani rispondevano «...Liù ...lioi... loai. luì...! e ridevano come matti. Però sempre cortesemente. Poi partirono, e quando Rosina raccontò l'accaduto, nonostante i suoi precedenti di brava e saggia massaia, le illazioni si sprecarono: allucinazione, suggestione, miraggio. Tutto, ovviamente, era possibile. (Curiosamente, però, nonostante che investigatori piovuti da chissà dove e abitanti locali frugassero il bosco palmo a palmo, la calza nera e i garofani non furono mai più trovati).


Giorgio Batini su La Nazione del 24.10.2003 (http://lanazione.quotidiano.net/chan/4/17:4876936:/2003/10/24)


http://www.silviadue.net/vari/ufo_fi.jpg

Silvia
15-05-08, 00:12
ECCO GLI UFO DELLA GRAN BRETAGNA


In rete tutti gli x-files segreti: lo Stato apre gli archivi delle segnalazioni di oggetti
volanti non identificati e presunti incontri con gli alieni tra il '78 e l''87.

IL MINISTERO della Difesa della Gran Bretagna ha aperto gli archivi segreti delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati e presunti incontri con gli alieni avvenuti tra il 1978 e il 1987. E li ha pubblicati sul web (http://ufos.nationalarchives.gov.uk/). Nel rapporto si trovano avvistamenti di oggetti e personaggi strani realizzati sia da civili che militari. Gli archivi sono il primo passo di un programma di diffusione in quattro anni di tutti i file sugli ufo dal 1978 a oggi.

Il ministero, si legge nel rapporto, ha trovato la soluzione per il 90% dei casi, ma ha lasciato il 10% col dubbio, anche se assicura che qualunque cosa essi siano, non rappresentano una minaccia alla difesa del Paese e quindi non sono stati richiesti ulteriori fondi per studiare in modo più approfondito il problema.

"Non c'è dubbio che alcuni rapporti restano inspiegati, ma non abbiamo trovato prove che questo fenomeno rappresenti una minaccia alla sicurezza nazionale da giustificare l'assegnazione di risorse della Difesa per un'indagine", si legge in una lettera ufficiale del 1985. Nel rapporto si legge che gli avvistamenti dal 1950 ad oggi sono stati circa 11.000.

Tra le tante segnalazioni spicca, ad esempio, quelle del 1983, quando di un pescatore 78enne raccontò dell'arrivo di alieni verdi su una navicella, che gli parlarono, ma poi se ne andarono perché ritenuto troppo vecchio per i loro scopi di ricerca. Un'altra testimonianza scritta a macchina al ministero raccontava di una navicella aliena abbattuta nel fiume Mersey, nel nord dell'Inghilterra, da un'altra navicella e un altro racconto parla di una calorosa amicizia con un alieno chiamato Algar. Difficile credere a tali incontri, ovviamente, ma sono solo alcuni dei 200 che verranno via via rilasciate nei prossimi anni.


Tra i casi più interessanti vi sono anche avvistamenti di personale della Royal Air Force, di piloti dell'aviazione civile e controllori del traffico aereo britannici, i quali hanno riferito di contatti e tracce radar che restano assolutamente senza alcuna spiegazione, nonostante l'alto livello di indagine.

Il più famoso forse, è l'avvistamento in due occasioni di inspiegabili luci brillanti atterrate vicino alla base aerea Usa nella foresta di Rendlesham nell'Inghilterra meridionale, che viene paragonato per importanza al fenomeno che si registrò a Roswell, negli Stati Uniti, dove i sostenitori dell'arrivo di extraterrestri sulla Terra sostengono che sia caduto un Ufo.

A Rendlesham, invece, il 27 dicembre del 1980, nei pressi della base militare di Woodbridge, Suffolk, tre uomini addetti alla sorveglianza avvistarono luci anomali all'interno della foresta di Rendlesham. Poiché se ne parlò molto vi fu un rapporto ufficiale rilasciato dal comandante Charles Halt, vice comandante della base: i testimoni parlarono di un oggetto triangolare luminoso con segnalazioni luminose blu e rosse. Nei giorni successivi all'avvistamento vennero ritrovate presunte impronte all'interno del bosco, interpretati dagli ufologi come segni di un atterraggio.

Il ministero britannico della Difesa ha deciso l'apertura dell'archivio segreto con il dichiarato obiettivo di far fronte a un "labirinto di voci e congetture distorte" sulle informazioni raccolte dal governo inglese a proposito del fenomeno Ufo. Si punta a dissipare il sospetto che i governi di molte nazioni siano coinvolti in una colossale opera di occultamento ai danni dei cittadini sull'esistenza e l'arrivo degli alieni sulla Terra.

"Negli 'X-files' - sottolinea Nick Pope, che per 21 anni si è occupato di questi problemi al ministero della Difesa - non ci sono prove di omini verdi. Nella maggior parte degli avvistamenti di Ufo si tratta probabilmente di luci di aereo e di meteoriti, ma alcuni casi sono più difficili da spiegare". La suggestione spesso gioca un ruolo non secondario, tant'è che in Gran Bretagna gli incontri con Ufo raddoppiarono nel 1977 dopo l'uscita del film "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Steven Spielberg. Recentemente anche la Francia aveva aperto i suoi archivi segreti riguardanti gli Ufo e anche in tal caso non se ne è scoperto alcuno che può dimostrare che gli extraterrestri sono già arrivati da noi.


Luigi Bignami - www.repubblica.it (14 maggio 2008)

Link (http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/scienza_e_tecnologia/ufo-doc/ufo-doc/ufo-doc.html)


http://www.silviadue.net/vari/ufo-photos.jpg
Foto d'archivio pubblicata dal
Journal of Scientific Exploration