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Felix (POL)
28-05-02, 06:43
ELEZIONI

Deluse le aspettative del centrosinistra

Il governo Berlusconi esce bene dal voto, pago di aver superato il logoramento del suo primo anno

Mai vista una tornata elettorale amministrativa meno gravida di senso politico. Com'è giusto. Che la nostra politica cominci a somigliare a quella dei Paesi normali? Reggio Calabria, per esempio. Questo capoluogo difficile della regione più incasinata del Mezziorno, ha avuto fin qui il cuore a destra e il sindaco a sinistra. Asimmetria spiegabile col fatto che il sindaco Falcomatà, diessino, era bravo e piaceva alla gente. Morto lui, le ragioni del cuore e quelle della buona amministrazione si sono ricongiunte nella vittoria di un convincente candidato sindaco di centrodestra. Caso esemplare di normalità politica nell'amministrazione locale.

Ancora un esempio, per intendersi: Genova. Qui il sindaco di sinistra uscente, Pericu, è stato rieletto alla grande. Risultato in controtendenza, rispetto alla regione Liguria già passata a destra. Significa che il pendolo dell'opinione maggioritaria, ligure eo settentrionale, sta riguadagnando le posizioni pre-berlusconiane? Il significato che salta agli occhi è semplicemente che Pericu sindaco piace ai genovesi.

Al rendiconto dei ballottaggi, tra due settimane, i protagonisti della competizione segneranno un punto per ogni amministrazione che saranno riusciti a strappare all'avversario. E', per quel che vale, il caso di Reggio Calabria, citato all'inizio. Inoltre, in ogni schieramento si ritoccheranno i rapporti di forza interni alla luce del voto. La Lega, in pole position alla Provincia di Treviso, ha dimostrato che talvolta può fare da sé senza rischiare sfracelli. A loro volta, i diessini saranno contenti di aver confermato agli alleati di centro che si può vincere con un compagno al volante.

Anche l'ovvio ritornello dell'uniti si vince, andrebbe intonato con senso della misura. E' più vero che proprio il vento di vittoria spinge all'unione delle forze in entrambi gli schieramenti, nei limiti consentiti dal calcolo degli interessi di bottega partitica. Interessi comunque portati a ricomporsi nei mercati che precedono i ballottaggi. Politicamente, è il governo Berlusconi che esce bene dal voto. Non avendo (a differenza del fu governo D'Alema uscito da una manovra di palazzo e non dalle urne), il problema di legittimarsi con un successo travolgente nelle amministrative, è pago di aver superato senza danni il logoramento del suo primo anno. E' invece andata delusa l'aspettativa della sinistra di qualche segnale d'inversione di tendenza al Nord, sull'onda dell'effervescenza girotondina. Anche Parma è rimasta a destra. Chi esce a pezzi dalla prova delle urne è la concezione burocratica della democrazia che ha ispirato le due innovazioni della tessera elettorale e della doppia giornata di votazioni.


di Franco Cangini

[IL GIORNO, 28/05/2002]