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Visualizza Versione Completa : Elezioni - Prc, meglio che alle politiche



Roderigo
28-05-02, 14:15
I dati delle provinciali parlano di un partito in salute, che cresce soprattutto al Nord

Angela Azzaro

Un risultato importante per andare avanti nella rifondazione. I dati parziali sulle elezioni provinciali e comunali parlano di un partito in salute che nella maggior parte dei casi conferma o supera le percentuali delle politiche. E' questo il primo segnale importante, in controtendenza: in genere infatti il voto a Rifondazione alle amministrative subisce un calo.
Questa volta il vento, sulla spinta del movimento, è cambiato. L'esempio più eclatante è Genova che vede la vittoria di Giuseppe Pericu e la crescita di Rifondazione comunista: i dati parziali parlano di circa due punti in più rispetto alle politiche sia in Provincia che al Comune. «Genova - commenta il segretario del Prc, Fausto Bertinotti - che aveva un particolare significato simbolico, vede al primo turno un successo della coalizione Ulivo più Rifondazione comunista. L'effetto movimento e una caratterizzazione della coalizione aperta a sinistra vengono così premiati». Più in generale, secondo Bertinotti, si dovrà compiere un'analisi articolata e attenta delle dinamiche locali, ma già si possono rilevare alcuni punti. Intanto che «in Italia non si è verificato l'effetto Francia». «Resta però aperto - continua nell'analisi il segretario del Prc - il contrasto tra la forza delle opinioni di destra, che pure subiscono un arresto, e l'onda lunga del movimento, della domanda di rinnovamento della politica e di cambiamento. Il centrosinistra appare rinvigorito dalla ripresa della lotta e dalle alleanze con Rifondazione, che - stando ai primi dati provinciali - sembra accrescere i consensi, anche rispetto al risultato delle ultime elezioni politiche, annullando una difficoltà che in tutta la sua storia si era manifestata nelle elezioni amministrative rispetto a quelle politiche».

I risultati delle provinciali, che mentre scriviamo sono quasi definitivi, sono una conferma. «Sette province su dieci - commenta Gianluigi Pegolo, responsabile Enti locali del Prc - parlano di un aumento del partito rispetto alle politiche. Un dato positivo che va segnalato insieme al buon esito del voto là dove siamo alleati con il centrosinistra».

Al Nord, una conferma del percorso lanciato al congresso di Rimini, viene dalla Lombardia. Qui Rifondazione non solo è ai livelli delle politiche ma in alcune città va oltre. E' il caso per le provinciali di Varese e Como; per le comunali di Sesto San Giovanni e di Pieve Emanuele. «Si tratta di un indicatore importante - sottolinea il segretario del Prc della Lombardia, Ezio Locatelli - rispetto al radicamento del partito e al suo ruolo da protagonista all'interno delle amministrazioni locali governate insieme all'Ulivo». Scendendo giù verso la Toscana si conferma il trend positivo: a Carrara dove Rifondazione correva alle comunali con un suo candidato sindaco, ieri sera si attestava a livelli molto alti andando verso l'11% contro il 10,3% delle politiche. Polo e Ulivo andranno qui al ballottaggio. «Rifondazione deciderà che posizione prendere - spiega il segretario della Toscana del Prc, Mario Ricci. Non vogliamo certo consegnare la città alla destra, ma neanche venire meno ai nostri contenuti».

Va bene, in alcuni casi benissimo, anche al centro. Ad Ancona, dove Rifondazione alleata con il centrosinistra per le provinciali crescerebbe di quasi due punti rispetto alle politiche. «Eravamo fiduciosi - commenta Fosco Giannini segretario del Prc della città - ma non a questo punto. Credo che questo consenso sia il frutto del lavoro fatto in questi anni sulle questioni del lavoro e ambientali. Anche il programma deve molto al nostro contributo, rispetto al quale siamo stati inflessibili». Ad Ancona, come in molte altre città, ad avere giocato un ruolo fondamentale è stata l'alleanza del Prc con l'Ulivo, che ha virato a sinistra le proposte della coalizione. Lo sottolinea il deputato Giovanni Russo Spena: «Abbiamo costruito in molti luoghi alleanze con il centrosinistra basate su programmi che hanno al centro il bilancio partecipato, il rapporto con il movimento, le questioni sociali. I dati che ne sono scaturiti parlano non solo dell'importanza dello stare insieme ma della qualità di queste alleanze». Meno bene sembrerebbe sia andata al Sud, a partire da Reggio Calabria, dove Rifondazione è in calo sia alle amministrative che alle provinciali. «Anche se con luci e ombre e con dati tutti da verificare - commenta Ciccio Ferrara, responsabile del Prc per il Mezzogiorno - resta una difficoltà del partito nel Sud».

Complessivamente siamo però davanti a un buon risultato, che fa guardare con fiducia al futuro. «Ringraziamo tutti i compagni e tutte le compagne, tutti gli elettori - chiude non a caso Bertinotti - che con questo voto ci incoraggiano ad andare avanti nella rifondazione». Un ringraziamento non formale, che parla di una sfida per il cambiamento che domenica e ieri ha toccato una tappa significativa.

Liberazione 28 maggio 2002
http://www.liberazione.it

Roderigo
29-05-02, 11:45
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?threadid=11521

Roderigo
29-05-02, 15:26
Singolare è il risultato di queste elezioni amministrative, così come singolare - per la sistematica sottovalutazione di tutte le forze politiche - è stata la campagna elettorale. In questa sorta di "tempo di mezzo", caratterizzato da incertezza e inquietudine, il risultato del voto ci parla prima di tutto di uno stallo di movimento: un ossimoro, appunto, che rinvia non a una situazione di stasi, ma a un contrasto tra due diverse onde lunghe. Un conflitto reale, che avanza e si sviluppa senza ancora riuscire a produrre rivolgimenti sostanziali. Da un lato, l'onda dell'offensiva di destra, che resta pur forte e sostanziosa, è stata in parte fermata; dall'altro lato, l'onda opposta, quella dei movimenti - dal no global fino alla vera e propria rinascita del conflitto sociale culminato nella giornata di sciopero generale - comincia ad affermarsi, e mostra una tendenza al rafforzamento delle sinistre. Anche se non sono all'orizzonte mutamenti concreti degli equilibri politici, queste potenzialità sono invece evidenti. Tanto più che esse si manifestano in un quadro, come quello di una consultazione amministrativa, ormai strutturalmente segnato da fattori specifici, come il peso dei sindaci, il valore delle concrete esperienze locali, la tendenza a "premiare", riconfermandolo, il governo cittadino uscente. In realtà, la stessa domanda politica degli elettori, le loro aspettative e il loro "investimento" di voto, appaiono politicamente dimensionati su un contesto che esalta le coalizioni e deprime le avventure solitarie, ivi comprese le più motivate: a livello del comune e del territorio, insomma, la logica bipolare sembra, ahimé, introiettata in profondità e condiziona tutte le scelte di voto. Un fatto che non solo non annulla, ma rende più forte il conflitto strisciante tra la volontà di mutamento, che si è espressa nelle proteste di questi mesi, e la difficoltà a fermare, in concreto, le politiche di governo alle quali ci si oppone.

Si misura qui l'apprezzabile risultato ottenuto dalle sinistre - da Rifondazione comunista e dai Ds. Soprattutto nel Nord, alle elezioni provinciali, il nostro partito va avanti rispetto alle ultime elezioni politiche: una tale inversione di tendenza, rispetto alla storica difficoltà del Prc nei test amministrativi, non può che derivare da un "surplus" di consenso strettamente legato al rapporto costruito con il movimento e con i giovani. Del resto, così è andata la nostra campagna elettorale, con una presenza, non più casuale, di tanti giovani e giovanissimi.

Anche questo dato, che registriamo con soddisfazione e senza trionfalismi, ci riporta al problema politico centrale: in questa condizione, allo stesso tempo, di crescita del movimento e di mancata alternativa alle destre, di grandi potenzialità e di rischio di immobilismo politico, il movimento stesso rischia di rimanere impigliato nella crisi irrisolta della politica. Come uscire da questa singolare situazione di «stallo non immobile»? Come sbloccare il quadro?


Il centrosinistra, più che mai, appare incapace di avanzare proposte credibili e rischia, all'opposto, di contribuire alla paralisi dell'iniziativa. Serve un'accelerazione, un progetto forte, un'opzione politica capace di forzare gli equilibri attuali: in breve, è essenziale - oggi, non domani - mettere all'ordine del giorno la costruzione della sinistra di alternativa. Una sinistra che assume come propria ragion d'essere la radicalità del mutamento non solo politico, ma sociale e culturale, e sviluppa l'opposizione alle politiche del centrodestra non in chiave di alternanza, ma, prima di tutto, nell'ottica di una alternativa di società.

Liberazione 29 maggio 2002
http://www.liberazione.it

yurj
29-05-02, 16:23
Originally posted by Roderigo

In senso assoluto non è possibile, poichè ciascuno di noi si forma le proprie opinioni attraverso informazioni indirette, mediate da varie fonti, oltrechè dalla propria concezione del mondo.
Però è possibile avere un atteggiamento non fazioso, o non preconcetto. Più che indipendente, meglio dire laico.

R.

Come sono andate le elezioni dalle tue parti? Qui male... anche se le altre liste ci hanno cpiato il programma e i proclami :) Che strano il mondo...

Roderigo
29-05-02, 16:32
Originally posted by yurj
Come sono andate le elezioni dalle tue parti? Qui male... anche se le altre liste ci hanno cpiato il programma e i proclami :) Che strano il mondo...
Direi abbastanza bene, ma qui non si è votato in nessun grande comune.

R.

Roderigo
29-05-02, 20:28
Originally posted by Roderigo
Direi abbastanza bene, ma qui non si è votato in nessun grande comune.

E' andata bene, ma per il resto ho detto una fesseria.

R.

Il Piemonte va al ballottaggio
Bene il centrosinistra alla provincia di Torino. Battaglia all'ultimo voto a Cuneo, Alessandria, Asti e Vercelli

EZIO VALLAROLO - TORINO

Un turno elettorale interlocutorio che rimanda tutto al ballottaggio del 9 giugno. Il voto di domenica e lunedì scorso non è stato decisivo in nessuno dei tre comuni capoluogo e alla provincia di Vercelli. Un risultato di per sé positivo per l'Ulivo, che governava solo Cuneo ed era all'opposizione ad Asti, Alessandria e alla provincia vercellese. I segni di ripresa del centrosinistra, spesso sostenuto anche da Rifondazione comunista, sono stati più espliciti in provincia di Torino dove i candidati ulivisti l'hanno spuntata al primo turno sia a Moncalieri sia a Grugliasco, l'ex «Stalingrado dell'Ovest». La Casa delle Libertà è stata, invece, confermata alla guida dell'amministrazione di Chivasso. Cdl e Ulivo andranno al ballottaggio a Cuneo: il candidato sindaco del centro sinistra, Alberto Valmaggia, ha avuto 16.152 voti, pari al 48,2%. L'avversario del centro sinistra, Angelo Giordano, ha ottenuto 14.432 voti, pari al 43%. Il dato più significativo è stato il crollo delle liste civiche: Forza Italia conferma il risultato raggiunto nelle politiche e passa in comune dal 7 al 21%, An conferma il buon risultato dello scorso anno e si attesta all'8,6% mentre la Lega Nord crolla dal 12 al 4%. Nel centro sinistra buon risultato dei Ds, 11% dei consensi, che scavalcano la Margherita, ferma al 10%.

Ballottaggio tra Cdl e Ulivo anche ad Alessandria. Il candidato del centro sinistra, Mara Enrica Scagni, ha avuto 25.300 voti pari ad un 46,9%. Il candidato del centro destra, Oreste Rossi, ha avuto 24.562 voti, pari ad un 45,6%. Per il ballottaggio, adesso, tutti guardano ai voti degli esclusi: in primo luogo quelli del socialista Angelo Taverna, 3,5%, e poi il 2,2% di Giorgio Bertolo di Rifondazione comunista, entrambi più vicini al centro sinistra. I voti di lista confermano la ripresa della sinistra ad Alessandria, dopo due legislature dominate dalla leghista Francesca Calvo. I più votati sono i Ds, con oltre il 23%, seguiti da Forza Italia al 20%. Buon risultato per Margherita, all'8,5%, e An, 7,3%. Ridimensionata la Lega Nord, retrocessa al 7,5%, che paga il successo della lista collegata al sindaco uscente Francesca Calvo, terzo partito in consiglio con il 9,5%.

Si eleggerà il prossimo 9 giugno il primo cittadino di Asti. Testa a testa tra il Popolare Vittorio Voglino, centro sinistra, che ha raccolto 19.198 voti, il 45,4%, e Luigi Andrea Florio, candidato della Cdl e sindaco uscente, con 18,714, il 44,3%. Anche qui diventano cruciali le alleanze in vista del ballottaggio. Voglino potrà contare sui voti di Rifondazione comunista e Verdi, ossia il 4,2% dei consensi accumulati al primo turno da Giovanni Pensabene. Dal canto suo Luigi Florio riproporrà l'accordo, già risultato vincente nel 1998, con i Pensionati, che hanno ottenuto con Reggio l'1,5% dei voti. Ago della bilancia sarà, però, Alberto Pasta, esponente di Forza Italia così critico verso Florio da lasciar intendere la possibilità di sostenere Voglino al secondo turno: Pasta ha avuto il 4,6% dei consensi. Forza Italia è il primo partito di Asti con il 27%; in crisi la Lega Nord che scende, rispetto alle passate amministrative, dal 15,2% al 3,8%; in calo anche An dall'11% al 7,8%. Sorpresa a sinistra per il risultato dei Comunisti italiani che superano il 10%.

Sfida all'ultimo voto, tra due settimane, anche per la provincia di Vercelli: se la vedranno il candidato del centro-destra, Renzo Masoero, che ha ottenuto il 39.4%, pari a 37.770 voti, e quello del centrosinistra, Gianni Mentigazzi, con il 36.2%, 34.690 voti. Il ballottaggio è quindi aperto: l'esponente della Cdl contava di ottenere un risultato più favorevole ma ha contato la presenza al primo turno di altri candidati di area centro destra che hanno strappato circa il 20% dei consensi.

il manifesto 29 maggio 2002
http://www.ilmanifesto.it

Jan Hus
30-05-02, 00:22
I confronti si fanno con le precedenti amministrative; e non mi pare proprio che il PRC sia andato bene.

Prov. Vercelli: 5,8 (prec. PRC-Verdi-Altri 3,4);
Prov. Genova: 8,0 (-1,8);
Prov. La Spezia: 7,7 (-5,7)
Prov. Varese: 6,1 (-1,2)
Prov. Como: 5,3 (-2,4)
Prov. Vicenza: 2,6 (-3,4)
Prov. Treviso: 2,6
Prov. Ancona: 7,9 (-4,3)
Prov. Campobasso: 5,0 (+1,0)
Prov. Reggio Calabria: 4,5 (-2,2)


Chivasso (TO): 7,0 (=)
Grugliasco (TO): 6,5 (-0,8)
Moncalieri (TO): 4,3 (-2,2)
Rivalta di Torino (TO): 4,0 (-2,2)
Mondovì (CN): 3,6
Domodossola (VB): 5,2 (-4,7)
Omegna (VB): 8,3 (-0,6)
Arona (NO): 3,7
Borgomanero (NO): - (3,7)
Acqui Terme (AL): 7,3 (-3,6)
Alessandria: 2,5 (-3,5)
Asti: 3,7 (-4,4)
Ventimiglia (IM): 3,2 (-1,3)
Savona: 6,5 (-2,2)
Chiavari (GE): 2,9 (-1,4)
Genova: 7,3 (-2,2)
La Spezia: 5,6 (-3,8)
Busto Arsizio (VA): 7,5 (+3,4)
Cassano Magnago (VA): 7,2 (-2,3)
Tradate (VA): 5,6 (+1,4)
Varese: 3,2 (-4,1)
Cantù (CO): 4,1 (-0,8)
Como: 5,5 (=)
Erba (CO): 4,8 (+1,2)
Abbiategrasso (MI): 8,3 (=)
Arcore (MI): 7,7 (+1,1)
Buccinasco (MI): 6,5 (-4,1)
Cernusco sul Naviglio (MI): 5,4 (+0,2)
Garbagnate Milanese (MI): 10,2 (-4,8)
Legnano (MI): 8,2 (+1,9)
Lissone (MI): - (4,0)
Magenta (MI): 6,5 (-1,4)
Meda (MI): - (5,3)
Melegnano (MI): 8,3 (-2,1)
Monza (MI): 4,0 (-1,1)
Pieve Emanuele (MI): 15,8 (+0,7)
Rho (MI): 6,6 (-4,7)
San Donato Milanese (MI): 5,6 (-1,5)
Sesto San Giovanni (MI): 9,1 (-0,1)
Crema (CR): 8,8 (+0,2)
Desenzano del Garda (BS): 3,1 (-4,9)
Castiglione delle Stiviere (MN): 6,3 (-0,2)
San Giovanni Lupatoto (VR): 3,7 (+0,1)
Verona: 3,1 (-1,0)
Vigonza (PD): 4,0 (-0,8)
Chioggia (VE): 9,6 (+3,1)
Iesolo (VE): 1,2
Mira (VE): 8,4 (-4,0)
Conegliano (TV): 3,4 (-0,7)
Piacenza: 4,7 (-2,6)
Parma: 5,2 (-7,1)
Comacchio (FE): 9,1 (=)
Carrara (MS): 8,3 (-4,7)
Camaiore (LU): 8,7 (-7,7)
Lucca: 5,2 (+0,3)
Pistoia: 7,6 (-5,2)
Quarrata (PT): 5,2 (-0,4)
Todi (PG): 5,7 (-6,3)
Narni (TR): 9,9 (+0,6)
Fabriano (AN): 4,0 (-2,0)
Jesi (AN): 6,1 (-3,7)
Civitanova Marche (MC): 3,0 (+0,1)
Tolentino (MC): 6,0 (-1,4)
Rieti: 5,0 (-1,1)
Fonte Nuova (RM): 3,0
Ladispoli (RM): 4,0 (+0,5)
Pomezia (RM): 4,6 (+0,5)
Aprilia (LT): 2,6 (-0,6)
Gaeta (LT): - (4,0)
Latina: 1,6 (-0,5)
Alatri (FR): 1,5
Ortona (CH): 2,8 (-1,8)
San Salvo (CH): 2,7 (-0,4)
Avezzano (AQ): 1,5
L'Aquila: 2,2 (-3,3)
Termoli (CB): 4,6 (+1,5)
Isernia: 1,9 (-3,1)
Aversa (CE): 2,6 (-0,3)
Caserta: 2,7 (-1,0)
San Felice a Cancello (CE): 4,2
Santa Maria Capua Vetere (CE): 2,7 (=)
Sessa Aurunca (CE): - (2,8)
Bacoli (NA): 3,4 (+1,3)
Boscoreale (NA): 2,9 (-0,5)
Cardito (NA): 3,8
Casavatore (NA): 6,7 (+2,1)
Castellammare di Stabia (NA): 2,5 (-3,7)
Cercola (NA): 6,0 (-2,2)
Marigliano (NA): 2,3 (-0,7)
San Giorgio a Cremano (NA): 4,2 (-5,2)
Sant'Anastasia (NA): 2,7 (-4,4)
Torre del Greco (NA): 2,4 (+0,1)
Agropoli (SA): 3,2
Battipaglia (SA): 2,8 (-1,2)
Nocera Inferiore (SA): 3,9 (-1,3)
Pagani (SA): 2,1 (-0,9)
Lucera (FG): 2,9 (-1,6)
Monte Sant'Angelo: 3,1 (+0,3)
Orta Nova (FG): 0,7 (-1,6)
San Nicandro Garganico (FG): - (0,8)
Torremaggiore (FG): 1,8 (-5,2)
Barletta (BA): 3,1 (-2,2)
Bisceglie (BA): 2,3 (-13,9)
Canosa di Puglia (BA): 2,7 (-3,1)
Giovinazzo (BA): 3,6 (-0,3)
Santeramo in Colle (BA): 2,4 (-1,8)
Castellaneta (TA): - (3,3)
Manduria (TA): 1,6 (+0,5)
Martina Franca (TA): 1,2
Mottola (TA): 3,8 (+0,2)
Brindisi: 3,0 (-1,4)
Ceglie Messapica (BR): 15,6 (-9,1)
Fasano (BR): 4,6
Mesagne (BR): 4,4 (+0,3)
Ostuni (BR): 1,5 (-1,0)
Matera: 3,4 (-0,3)
Pisticci (MT): 4,6 (+1,9)
Castrovillari (CS): 4,3 (-2,3)
Cosenza: 1,7 (-1,7)
Vibo Valentia: 1,3 (-2,2)
Reggio Calabria: 3,5 (+0,6)
Aci Castello (CT): 1,7 (+0,2)
Belpasso (CT): 3,0 (-1,1)
Caltagirone (CT): 2,3 (-2,1)
Misterbianco (CT): 1,3 (-1,9)
Paternò (CT): 2,2 (-2,5)
Scordia (CT): 4,9 (-6,6)
Avola (SR): 3,1 (-1,4)
Floridia (SR): 1,0 (-0,7)
Lentini (SR): - (6,7)
Melilli (SR): 2,0 (+0,7)
Modica (RG): 1,7 (-3,2)
Pozzallo (RG): 1,3
Vittoria (RG): 2,7 (-1,9)
Barrafranca (EN): 2,2 (-10,2)
Gela (CL): 0,9 (-8,3)
San Cataldo (CL): 4,4 (-0,4)
Castelbuono (PA): 5,8
Corleone (PA): - (3,2)
Aragona (AG): - (1,0)
Campobello di Licata (AG): - (1,2)
Favara (AG): 1,1
Naro (AG): - (5,7)
Palma di Montechiaro (AG): - (1,7)
Raffadali (AG): 5,2 (-4,5)
Selargius (CA): 4,2 (+2,3)
Oristano: 1,9 (-2,2)
Alghero (SS): 1,7 (-2,4)
Olbia (SS): 1,4 (-0,4)

Roderigo
30-05-02, 10:58
Originally posted by Jan Hus
I confronti si fanno con le precedenti amministrative; e non mi pare proprio che il PRC sia andato bene.
Formalmente hai ragione, ma nelle precedenti amministrative, il Prc non era esattamente l'attuale partito, era il partito di Bertinotti e Cossutta. Poi, c'è stata una scissione.
Inoltre, se limiti il confronto alle sole precedenti amministrative, quale analisi del voto ne risulta? Quale segno politico generale ne emerge? Chi ha vinto, il centrodestra o il centrosinistra?

R.

yurj
30-05-02, 11:05
Originally posted by Roderigo

Formalmente hai ragione, ma nelle precedenti amministrative, il Prc non era esattamente l'attuale partito, era il partito di Bertinotti e Cossutta. Poi, c'è stata una scissione.
Inoltre, se limiti il confronto alle sole precedenti amministrative, quale analisi del voto ne risulta? Quale segno politico generale ne emerge? Chi ha vinto, il centrodestra o il centrosinistra?

R.

Io credo che si sia evidenziato un fenomemo: molti nostri elettori votano Ulivo se questo serve a non far vincere la destra o se non portiamo un progetto di governo locale vincente.

Roderigo
30-05-02, 11:33
Originally posted by yurj
Io credo che si sia evidenziato un fenomemo: molti nostri elettori votano Ulivo se questo serve a non far vincere la destra o se non portiamo un progetto di governo locale vincente.
Nelle amministrative vale anche un meccanismo bipolare, per cui non tutti gli elettori, dopo aver votato il sindaco, sentono la necessità di votare anche il partito. Tradizionalmente, il risultato del Prc alle politiche è migliore di quello delle amministrative. Questa volta è successo il contrario, e forse anche questo testimonia di una tendenza alla crescita.

R.

Jan Hus
30-05-02, 23:32
Originally posted by Roderigo
Formalmente hai ragione, ma nelle precedenti amministrative, il Prc non era esattamente l'attuale partito, era il partito di Bertinotti e Cossutta. Poi, c'è stata una scissione.

Sono sempre voti persi.

Inoltre, non sempre le precedenti comunali si sono tenute prima della scissione (ma non ho il tempo di andare a vedere anche l'anno: sono stremato).


Originally posted by Roderigo
Inoltre, se limiti il confronto alle sole precedenti amministrative, quale analisi del voto ne risulta? Quale segno politico generale ne emerge? Chi ha vinto, il centrodestra o il centrosinistra?

Ma qui non si sta parlando del risultato della sinistra nel suo complesso; si sta parlando del risultato del PRC.

E mi pare che i segni meno siano molto più numerosi e cospicui dei segni più.

Tovarish
31-05-02, 11:27
Tanti vani bizantinismi e arrampicature sugli specchi....... per dire sostanzialmente che il PRC è un partito irrimediabilmente in declino e la cui percentuale decresce ad ogni tornata elettorale......

d'altronte un partito che si proclama "comunista" e poi getta fango sulla storia del comunismo, che ripudia il marxismo-leninismo, che è in toto asservito al capitalismo e alla sua versione di sinistra, l'Ulivo, per quanto ancora può sperare di intercettare i voti delle masse popolari e mantenerle nel pantano dell'elettoralismo fine a se stesso e del democraticismo borghesi??

La classe operaia ed in particolare i suoi settori più avanzati, i comunisti marxisti-leninisti, coscienti che l’obiettivo strategico resta la rivoluzione, il potere proletario e popolare, la costruzione del socialismo, verso il comunismo; ormai si rendono conto di una fondamentale verità:

E' LA LOTTA CHE CONTA NON IL VOTO!!!

yurj
31-05-02, 12:03
Originally posted by Tovarish
La classe operaia ed in particolare i suoi settori più avanzati, i comunisti marxisti-leninisti, coscienti che l’obiettivo strategico resta la rivoluzione, il potere proletario e popolare, la costruzione del socialismo, verso il comunismo; ormai si rendono conto di una fondamentale verità:

E' LA LOTTA CHE CONTA NON IL VOTO!!!

Credo sia sbagliato considerarsi "la parte piu' avanzata". Poi il giorno che vi vedro' alle elezioni, prendendo un sicuro 0 virgola, mi spiegherai il perche'.

Guarda che anche gli operai si sentono borghesi, se non l'hai ancora capito.

Roderigo
31-05-02, 12:10
Originally posted by Jan Hus
Sono sempre voti persi.
Inoltre, non sempre le precedenti comunali si sono tenute prima della scissione (ma non ho il tempo di andare a vedere anche l'anno: sono stremato).
In questa tornata amministrativa hanno votato, a parte qualche eccezione, i comuni che votarono nel novembre 1997 e nel maggio 1998. La scissione del Prc avvenne nell'ottobre 1998.
Si, sono voti persi, ma persi subito, già alle Europee del 1999 il Prc cadde al 4,3%. Da allora, si è verificato un lento e graduale recupero: Regionali 2000 (5,1%); Politiche 2001 (5%); Amministrative 2002 5,4%.
Poi certo, le dimensioni del Prc a 11 anni dalla sua esistenza non sono soddisfacenti. Lo spazio di una sinistra alternativa dovrebbe essere almeno quello di un 10-15%.
Perchè non sia così, è il problema.


Originally posted by Jan Hus
Ma qui non si sta parlando del risultato della sinistra nel suo complesso; si sta parlando del risultato del PRC.
D'accordo, ma i criteri di valutazione e i termini di confronto dovrebbero essere uguali per tutti. Se si assume come confronto solo la tornata amministrativa precedente, allora non si può più dire che l'Ulivo è in ripresa e la Casa delle libertà ferma al palo.

R.

Roderigo
31-05-02, 12:13
Originally posted by yurj
Guarda che anche gli operai si sentono borghesi, se non l'hai ancora capito.
No, solo i settori più avanzati. :)

R.

yurj
31-05-02, 19:50
Originally posted by Roderigo

No, solo i settori più avanzati. :)

R.

:D

Tovarish
31-05-02, 20:40
Che battuta...:rolleyes: :rolleyes:
d'altronde cosa ci si può aspettare da Rifondazione revisionista?:fru :fru

Roderigo sei più onesto se ammetti che Rifondazione con tutto il suo revisionismo ha finito solo per dimezzare i voti che aveva ai tempi di Cossutta.
Un segretario come Bertinotti che conduce il proprio partito ad un simile sfascio andrebbe cacciato subito al primo congresso...ma si sa, il centralismo democratico è un rottame, meglio un congresso in cui contano solo le frazioni e i colonnelli di corrente....:eek: :rolleyes:

Roderigo
31-05-02, 22:04
Originally posted by Tovarish
Che battuta...:rolleyes: :rolleyes:
d'altronde cosa ci si può aspettare da Rifondazione revisionista?:fru :fru
Roderigo sei più onesto se ammetti che Rifondazione con tutto il suo revisionismo ha finito solo per dimezzare i voti che aveva ai tempi di Cossutta.
Un segretario come Bertinotti che conduce il proprio partito ad un simile sfascio andrebbe cacciato subito al primo congresso...ma si sa, il centralismo democratico è un rottame, meglio un congresso in cui contano solo le frazioni e i colonnelli di corrente....:eek: :rolleyes:
Tovarish, non dirmi che il tuo gruppo non prende il 30-40%, solo perchè è astensionista.

R.

Jan Hus
01-06-02, 00:13
Originally posted by Tovarish
E' LA LOTTA CHE CONTA NON IL VOTO!!!

Libera o greco-romana?

:ah

Jan Hus
01-06-02, 00:36
Li riporto a titolo informativo.

Le regole sono le stesse che sono state seguite per il PRC: solo le liste del PdCI da solo, e con il simbolo del partito.

Quando il partito era assente alle precedenti elezioni, non è riportato il dato tra parentesi.

Quando è stato assente a queste elezioni, appare un trattino e, tra parentesi, il risultato delle elezioni precedenti.


Prov. Vercelli: 1,1
Prov. Genova: 2,0
Prov. La Spezia: 2,5
Prov. Varese: 1,7
Prov. Como: 1,7
Prov. Vicenza: 3,4
Prov. Treviso: 1,7
Prov. Ancona: 3,4
Prov. Campobasso: 3,9 (+0,9)
Prov. Reggio Calabria: 3,5


Chivasso (TO): 1,0
Grugliasco (TO): 11,0
Moncalieri (TO): 2,3
Rivalta di Torino (TO): 8,0
Asti: 10,1
Acqui Terme (AL): 3,0
Alessandria: 2,4
Savona: 2,1
Chiavari (GE): 1,3
Genova: 1,8
La Spezia: 2,0
Varese: 1,4
Magenta (MI): - (2,2)
Monza (MI): 1,2
Rho (MI): 0,8
Sesto San Giovanni (MI): 1,1
Piacenza: 1,5
Parma: 2,0
Comacchio (FE): 2,2
Carrara (MS): 2,6
Pistoia: 2,5
Quarrata (PT): 4,5
Jesi (AN): 3,1
Civitanova Marche (MC): 1,8 (+0,5)
Tolentino (MC): 1,9
Rieti: 2,2
Ladispoli (RM): 0,7
Aversa (CE): 2,0
Santa Maria Capua Vetere (CE): 1,8
Bacoli (NA): 0,9 (-0,8)
Castellammare di Stabia (NA): 1,5
Cercola (NA): 0,5
Ischia (NA): 0,5
Marigliano (NA): 0,8
San Giorgio a Cremano (NA): 5,1
San Giuseppe Vesuviano (NA): 0,5
Sant'Anastasia (NA): 2,2
Torre del Greco (NA): 1,0
Orta Nova (FG): 0,4
San Nicandro Garganico (FG): - (0,5)
Barletta (BA): 0,9
Bisceglie (BA): 15,3
Castellana Grotte (BA): 1,1
Conversano (BA): - (1,0)
Martina Franca (TA): 0,4 (-0,6)
Cosenza: 1,5
Reggio Calabria: 2,8 (+0,7)
Belpasso (CT): 1,4
Misterbianco (CT): 1,2
Pozzallo (RG): 1,3
Vittoria (RG): 1,5
Barrafranca (EN): 3,5
Gela (CL): 6,1
Campobello di Licata (AG): 1,5
Raffadali (AG): 6,7
Alghero (SS): 2,3

Tovarish
01-06-02, 15:00
Originally posted by Roderigo

Tovarish, non dirmi che il tuo gruppo non prende il 30-40%, solo perchè è astensionista.

R.

E' inutile discutere con te. Aspettarsi un'autocritica da Rifondazione è eccessivo. Se ci tieni a saperlo alle ultime elezioni ho votato PRC, non certo per condivisione del programma, ma perchè è utile vedere quale sia la base comunista in questo paese.

Anche Lenin e Mao all'inizio erano soli e non hanno mai creduto alle sirene elettoralistiche.

yurj
01-06-02, 17:26
Originally posted by Tovarish


E' inutile discutere con te. Aspettarsi un'autocritica da Rifondazione è eccessivo. Se ci tieni a saperlo alle ultime elezioni ho votato PRC, non certo per condivisione del programma, ma perchè è utile vedere quale sia la base comunista in questo paese.

Anche Lenin e Mao all'inizio erano soli e non hanno mai creduto alle sirene elettoralistiche.

Si, infatti ai loro tempi si votava :D

Roderigo
01-06-02, 21:13
Originally posted by Jan Hus
Li riporto a titolo informativo.
Le regole sono le stesse che sono state seguite per il PRC: solo le liste del PdCI da solo, e con il simbolo del partito.
Quando il partito era assente alle precedenti elezioni, non è riportato il dato tra parentesi.
Quando è stato assente a queste elezioni, appare un trattino e, tra parentesi, il risultato delle elezioni precedenti.
In materia elettorale, ci vorrebbe Asimov, molto più abile di me, poichè io faccio facilmente confusione con numeri e percentuali. In ogni caso, i dati che hai riportato, secondo te, contraddicono quanto ho detto io, cioè che la scissione fa la differenza tra i risultati di oggi e quelle delle amministrative precedenti? Non ho calcolato in termini di quantità di elettori le proporzioni tra i vari comuni. Se capisco bene, hai messo tra parentesi il precedente risultato del Pdci. Ho controllato solo quattro capoluoghi di provincia, che tu hai considerato nel tuo elenco, con il dato Pdci tra parentesi. Ebbene, quello di Reggio Calabria è giusto, poichè si è votato nel maggio 2001, ma per gli altri tre mi sembra sbagliato, in quanto le precedenti amministrative si sono tenute prima che si costituisse il Pdci (novembre 1998).

Cosenza - novembre 1997
http://elezioni.cnnitalia.it/amministrative2002/comunali/calabria/cosenza.html#precedenti

Vibo Valentia - novembre 1997
http://elezioni.cnnitalia.it/amministrative2002/comunali/calabria/vibovalentia.html

Oristano - maggio 1998
http://elezioni.cnnitalia.it/amministrative2002/comunali/sardegna/oristano.html

Reggio Calabria - maggio 2001
http://elezioni.cnnitalia.it/amministrative2002/comunali/calabria/reggiocalabria.html

R.

Roderigo
01-06-02, 21:22
Originally posted by Tovarish
E' inutile discutere con te. Aspettarsi un'autocritica da Rifondazione è eccessivo. Se ci tieni a saperlo alle ultime elezioni ho votato PRC, non certo per condivisione del programma, ma perchè è utile vedere quale sia la base comunista in questo paese.
Anche Lenin e Mao all'inizio erano soli e non hanno mai creduto alle sirene elettoralistiche.
Beh, grazie per il voto. :)
Non offenderti per una battuta. Volevo solo dire che il successo di un partito, non dipende solo dalla propaganda che fa e dal mondo che dice di volere. Naturalmente ho molti dubbi sul fatto che il Prc, assumendo la linea che tu suggerisci, guadagnerebbe maggiori consensi, nè penso che diverrebbe così un partito più giusto e migliore. Della storia apertasi con Lenin e Mao conosciamo l'inizio e lo sviluppo, ma anche il declino e la fine.
Non rifiuto affatto l'idea dell'autocritica, anzi, al di là dell'andamento elettorale, mi pare di aver introdotto un tema ben più ostico, che riguarda le dimensioni del Prc, nonostante le sconfitte del centrosinistra, l'erosione dello stato sociale e dei diritti del lavoro, la guerra e la globalizzazione.

E se fosse che veniamo confusi con Tovarish? :)

R.

Jan Hus
02-06-02, 01:57
Originally posted by Roderigo
In materia elettorale, ci vorrebbe Asimov, molto più abile di me, poichè io faccio facilmente confusione con numeri e percentuali. In ogni caso, i dati che hai riportato, secondo te, contraddicono quanto ho detto io, cioè che la scissione fa la differenza tra i risultati di oggi e quelle delle amministrative precedenti?

No, non la contraddicono in toto.

In molti casi i voti ottenuti dal PdCi sono praticamente uguali alla diminuzione subita dal PRC.

In altri il PRC perde nonostante il PdCI fosse assente, o perde più di quanto ottenuto dal PdCI.

In altri casi perde di più, ma talvolta il PdCI era presente alleato con altri partiti (e in questi casi, allo stesso modo in cui mi sono comportato con il PRC, ho considerato il PdCI non presente perché mi sono limitato a considerare i risultati delle liste del PdCI da solo e con contrassegno ufficiale, trascurando tutti gli altri, compresi i casi in cui candidati del PdCI fossero presenti in liste civiche di sinistra senza contrassegni ufficiali).

In altri casi ancora il PRC guadagna voti nonostante la presenza del PdCI.

I risultati del PdCI li ho riportati solo a titolo informativo.

Gli unici casi in cui è possibile fare confronti sensati è tra quei comuni in cui il PRC era presente con liste proprie in entrambe le elezioni e i casi in cui il PdCI si è presentato con proprie liste (e magari era presente anche alle precedenti elezioni).


Originally posted by Roderigo
Non ho calcolato in termini di quantità di elettori le proporzioni tra i vari comuni. Se capisco bene, hai messo tra parentesi il precedente risultato del Pdci.

Quando tra parentesi c'è un segno (più, meno o uguale) il dato tra parentesi è la variazione in percentuale dei voti.

Quando non c'è, è il dato assoluto (questo l'ho riportato quando la lista non era presente alle elezioni attuali).

Resta salva la possibilità di errori materiali da parte mia.


Originally posted by Roderigo
Ho controllato solo quattro capoluoghi di provincia, che tu hai considerato nel tuo elenco, con il dato Pdci tra parentesi. Ebbene, quello di Reggio Calabria è giusto, poichè si è votato nel maggio 2001, ma per gli altri tre mi sembra sbagliato, in quanto le precedenti amministrative si sono tenute prima che si costituisse il Pdci (novembre 1998).

Hai perfettamente ragione.

In effetti, per facilitarmi il compito nella ricerca dei comuni in cui si è votato sul sito del ministero dell'Interno, ho riportato il mio messaggio con i voti del PRC e l'ho modificato man mano che visionavo i risultati.

Purtroppo, quando hai letto il messaggio ero arrivato solo fino alla Basilicata (e, se l'avessi letto stamattina, avresti notato che i dati erano aggiornati solo fino alla Campania).

In effetti, i dati dei comuni maggiori in Calabria, Sicilia e Sardegna, quando hai letto il messaggio, erano quelli del PRC.

Vado subito a correggerli.

PS Va da sé che anche per tutti gli altri partiti il confronto da fare è con i risultati delle amministrative precedenti.

02-06-02, 12:00
Originally posted by Tovarish


. Se ci tieni a saperlo alle ultime elezioni ho votato PRC, non certo per condivisione del programma, ma perchè è utile vedere quale sia la base comunista in questo paese.

.

Ora verrà un colpo a Tovarish. Io ho votato PRC al proporzionale (ulivo al maggioritario perchè la paura fa novanta), alle ultime elezioni, solo ed esclusivamente per condivisione del programma di politica economica di questo partito, che mi sembrava l'unico decentemente di sinistra, pur essendo assolutamente contraria al comunismo e a tutto ciò che ha rappresentato. Ergo, il tuo calcolo di contare la base comunista è sbagliato: conosco molte altre persone che hanno fatto il mio stesso ragionamento.

Roderigo
02-06-02, 15:14
Originally posted by Jan Hus
Hai perfettamente ragione.
In effetti, per facilitarmi il compito nella ricerca dei comuni in cui si è votato sul sito del ministero dell'Interno, ho riportato il mio messaggio con i voti del PRC e l'ho modificato man mano che visionavo i risultati.
Purtroppo, quando hai letto il messaggio ero arrivato solo fino alla Basilicata (e, se l'avessi letto stamattina, avresti notato che i dati erano aggiornati solo fino alla Campania).
In effetti, i dati dei comuni maggiori in Calabria, Sicilia e Sardegna, quando hai letto il messaggio, erano quelli del PRC.
Vado subito a correggerli.
PS Va da sé che anche per tutti gli altri partiti il confronto da fare è con i risultati delle amministrative precedenti.
Va bene, anche se non li correggi non importa, neppure sui media ufficiali, producono dibattiti e informazioni così precise.
Piuttosto, volevo chiederti, dato che sei del centro-Italia ed hai lavorato recentemente nel Lazio, conosci qualcosa della situazione di Frosinone? Come puoi leggere in questo topic, la coalizione di centrosinistra ha una composizione particolare, ed ha trovato un insolito sostenitore.
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=11114

R.

Roderigo
02-06-02, 15:19
Originally posted by gdr
Ora verrà un colpo a Tovarish. Io ho votato PRC al proporzionale (ulivo al maggioritario perchè la paura fa novanta), alle ultime elezioni, solo ed esclusivamente per condivisione del programma di politica economica di questo partito, che mi sembrava l'unico decentemente di sinistra, pur essendo assolutamente contraria al comunismo e a tutto ciò che ha rappresentato. Ergo, il tuo calcolo di contare la base comunista è sbagliato: conosco molte altre persone che hanno fatto il mio stesso ragionamento.
Bene, Gabriella e Tovarish fanno parte del medesimo elettorato ed entrambi danno a Rifondazione un sostegno "critico". Verrà un colpo agli esperti di demoscopia che studiano e tracciano l'identikit dell'elettore tipo. O forse no, magari appartenete davvero alla stessa tipologia, chissà! ;)

R.

02-06-02, 15:32
Originally posted by Roderigo

Bene, Gabriella e Tovarish fanno parte del medesimo elettorato ed entrambi danno a Rifondazione un sostegno "critico". Verrà un colpo agli esperti di demoscopia che studiano e tracciano l'identikit dell'elettore tipo. O forse no, magari appartenete davvero alla stessa tipologia, chissà! ;)

R.

Hai bevuto troppo limoncello a pranzo? :D

falcorosso
02-06-02, 16:02
Il dato fondamentale, ed in controtendenza per un partito comunista da sempre, è la conferma o nella maggior parte dei casi, l'aumento dei voti rispetto alle politiche del 2001, fare confronti con le precedenti amministrative è fuoriluogo perchè non tiene conto del trend negativo innestatosi con la scissione, che ha una valenza ben superiore del limitato numero dei voti dei comunistiitaliani e dell'uscita dal centrosinistra, i primi risultati in controtendenza, rispetto alla caduta libera successiva a quei due eventi, si sono svuti con le elezioni politiche, l'obiettivo era di riconfermare quei dati, basandosi sul presupposto che mai un partito comunista ha riconfermato i voti delle politiche alle amministrative, aver preso nella maggior dei casi più voti è un dato più che positivo, esso dimostra che l'inversione di rotta , iniziata nel 2001, non si è arrestata, ma prosegue, se confrontiamo i dati con le politiche vi è un aumento generale del 1,5-2% il che porterebbe il partito al 6,5 a livello nazionale, il trend di aumento è circa dell'1,5 annui confermato negli ultimi tre anni.
Questi sono i dati reali, i confronti numerici contano poco, quasi nulla, le lezioni si leggono sempre con un metodo politico.

falcorosso
02-06-02, 16:07
scusate un errore, il trend di crescita a livello nazionale darebbe il 7_7,5 nazionale. quindi solo lo 0,5 meno delle politiche quando i comunistiitaliani erano ancora nel partito, ciò vuol dire che "la fallimentare politica del partito" ha recuperato in soli due anni la quasi totalità dei voti persi dopo quegli eventi.

gribisi
02-06-02, 16:22
Originally posted by Tovarish


E' inutile discutere con te. Aspettarsi un'autocritica da Rifondazione è eccessivo. Se ci tieni a saperlo alle ultime elezioni ho votato PRC, non certo per condivisione del programma, ma perchè è utile vedere quale sia la base comunista in questo paese.

Anche Lenin e Mao all'inizio erano soli e non hanno mai creduto alle sirene elettoralistiche. Si vede che non conosci la storia del Movimento Comunista Internazionale.
I partiti comunisti di osservanza leninista si sono sempre presentati alle elezioni dei parlamenti "borghesi" ovunque queste si tenessero.
Il KPD partecipò a tutte le elezioni tedesche fino al 1933, il PCdI a tutte le elezioni italiane fino al 1924, il Partito Comunista Francese fino a quando fu messo fuorilegge nel 1939 da Daladier, e gli esempi potrebbero continuare.
Ovviamente lo scopo non era vincere e governare, ma "contarsi" e preparare la futura rivoluzione, formando dirigenti e militanti che avrebbero dovuto guidarla.
Per quel che ne so le scelte extraparlamentari sono state fatte da una parte dei comunisti solo dal 1968 in poi.

falcorosso
02-06-02, 19:55
Trovo vergognoso che cose elementari della nostra storia ci debbano essere ricordate da "altri", grazie della precisazione, ma come affermava colui che loro hanno trasformato da maestro in santo,non credo che esso gioverà gran che poichè essi sono malati da ciò che da lui viene definito come come la malattia infantile del comunismo.

Roderigo
02-06-02, 20:35
Tovarish, in fatto di elezioni, ha tutto il diritto di essere più d'accordo con Bordiga che con Lenin!
Siate più liberali! ;)

R.

Tovarish
02-06-02, 20:43
Originally posted by gribisi
Si vede che non conosci la storia del Movimento Comunista Internazionale.
I partiti comunisti di osservanza leninista si sono sempre presentati alle elezioni dei parlamenti "borghesi" ovunque queste si tenessero.
Il KPD partecipò a tutte le elezioni tedesche fino al 1933, il PCdI a tutte le elezioni italiane fino al 1924, il Partito Comunista Francese fino a quando fu messo fuorilegge nel 1939 da Daladier, e gli esempi potrebbero continuare.
Ovviamente lo scopo non era vincere e governare, ma "contarsi" e preparare la futura rivoluzione, formando dirigenti e militanti che avrebbero dovuto guidarla.
Per quel che ne so le scelte extraparlamentari sono state fatte da una parte dei comunisti solo dal 1968 in poi.

Ma cosa mi vuoi insegnare???il fatto che KPD, PCF; PCE abbiano partecipato alle elezioni cose sono risapute: ma quello che intendo dire è che tutto ciò ha sempre avuto una funzione tattica, l'obiettivo strategico deve rimanere la rivoluzione. Questo è ciò che ci ha insegnato Lenin.

falcorosso
03-06-02, 16:22
I partiti comunisti si sono presentati alle elezione avendo non come programma la rivoluzione, ma dei programmi diciamo riformisti, che allora comprendevano richieste che spaziavano dall'orario di lavoro fino a riforme della sanità e del sociale, ma l'obiettivo fondamentale del loro programma ere e resta l'instaurazione di una società altra, il socialismo, se si riguardano i programmi elettorali di quei partiti si trovano delle sincronie inaspettate con le richieste riformiste del PRC attuale, ovviamente salve le differenze dovute a tutti icambiamenti storici e sociali del caso, come nel programma dello stesso partito l'obiettivo fondamentale resta la costruzione di una società socialista, socialismo o barbarie è lo slogan con cui si è concluso il nostro ultimo congresso, dunque quali differenze per tacciare noi di essere traditori e salvare gli altri, solo perchè sono lontani nella storia?

Roderigo
03-06-02, 16:23
Paolo Ferrero

Queste elezioni hanno segnato una battuta d'arresto per la forza propulsiva della destra, ma non sono per nulla risolutive della crisi della sinistra. Per porre le condizioni ad uno sbocco positivo sul terreno dell'alternativa è necessario costruire uno sbocco politico vincente alla lotta contro il governo. Per questo decisive sono la prosecuzione del movimento di lotta a tutti i livelli e la campagna referendaria sull'estensione dell'articolo 18. Da questo punto di vista è incredibile che, mentre la nostra proposta referendaria si colloca al centro del dibattito politico e pone le premesse per un avanzamento della sinistra di alternativa, nel partito permangano resistenze e incomprensioni. Che il congresso abbia lasciato strascichi lo capisco; che questi arrivino a minare la capacità di iniziativa del partito in un momento così importante mi pare gravissimo. La campagne referendaria è infatti uno strumento decisivo per mettere al centro il nodo della ricomposizione di classe che costituisce contemporaneamente la condizione per battere il governo e per far avanzare la sinistra di alternativa, disarticolando il centrosinistra e ponendo le condizioni per andare oltre il "fenomeno Cofferati", che registra il fallimento della linea liberale dei Ds nella totale incapacità a declinare una linea alternativa.


Patrizia Sentinelli

Sono d'accordo con la relazione perciò mi limito a prendere solo due fili del ragionamento. Nella valutazione degli esiti elettorali mi pare fuori di dubbio rintracciare il peso dei movimenti. Dei movimenti - al plurale - in tutte le sue articolazioni. Peso rilevante che non ha avuto - e diversamente non poteva accadere - la forza di un rovesciamento ma certamente di un arresto dell'avanzata delle destre. Siamo ancora dentro alla crisi della politica: la situazione del Mezzogiorno è da questo versante l'aspetto più drammatico, ma anche l'astensionismo che permane e cresce ci dice di questa grave crisi.

Alla crisi della politica, abbiamo detto al congresso e va confermato, occorre rispondere con un progetto di sinistra alternativa che si cimenti con la grande questione del fare società. Senza scorciatoie politiciste. E il fallimento delle cosiddette liste di movimento è figlio di questa scorciatoia. Non fallimento del movimenti - dunque - ma di un'esperienza del tutto circoscritta di un frammento del movimento. La costruzione della sinistra alternativa è impresa paziente che va praticata con decisione. La campagna referendaria sta dentro questo percorso. Perciò va abbandonato ogni tipo di esitazione. L'altro filo riguarda il peso del movimento sui programmi elettorali, costruiti anche per la presenza di Rc, della gran parte dei sindaci del e/o contro l'impostazione neoliberista: in sintesi il precipitare della carta di Porto Alegre. Ma questo ci dice anche dell'urgenza di affrontare il dibattito sulla presenza e/o sull'offensiva "moderata" anche nel movimento in particolare nel richiedere coerenza e rigore nei comportamenti amministrativi contro: prezzi di spoliazione degli spazi pubblici e dissipazione dei territori. Tutte questioni che torneranno nell'appuntamento del foro sociale europeo, terreno per noi favorevole per la costruzione di reti europee della sinistra alternativa. Perciò ritengo sia necessario un approfondimento sullo stato del movimento anche con una riunione tenuta dalla direzione così come una discussione ad ampio spettro sul governo degli enti locali e sul significato della democrazia partecipativa.


Claudio Grassi

Il risultato elettorale per il partito è soddisfacente, ma non è omogeneo. Avanziamo alle provinciali, teniamo alle comunali, arretriamo nel Sud. Aumentiamo voti dove - presentando il nostro simbolo - siamo parte di una coalizione di centrosinistra, arretriamo - quasi ovunque - dove andiamo da soli o dove facciamo alleanze parziali (con i Verdi, con la Margherita o con Liste civiche). Le cosiddette liste di movimento, pur avendo goduto di un effetto mediatico - Treviso, Jesi e Cosenza - non intercettano consensi significativi (tra lo 0,5 e l'1,5%). L'esperimento fatto da Rifondazione a Cuneo, dove è stato modificato il simbolo sostituendo le parole Rifondazione-Partito comunista e il tricolore con Sinistra alternativa, è stato penalizzato dagli elettori. Non abbiamo raccolto nemmeno i nostri voti. Parlo di Cuneo perché a questo "esperimento" è stato dato un rilievo nazionale da Liberazione che il 26 maggio, giorno delle elezioni, ha pubblicato un appello di compagni di molte regioni italiane e dal titolo inequivocabile: «Un laboratorio per moltiplicare ovunque queste esperienze». Se a ciò aggiungiamo l'azione che un gruppo scissionista sta facendo in Valle d'Aosta - con la denominazione Sinistra alternativa - contro il nostro partito, è chiaro che una riflessione si impone. Gli scioperi della Fiom, la grande manifestazione del 23 marzo della Cgil e lo sciopero generale del 16 aprile, sono stati il lievito di questo risultato elettorale complessivamente positivo per tutta la sinistra. Ciò deve indurci a spronare la Cgil nel continuare la lotta. Ritengo infine molto grave che la presenza di Bush e il vertice Nato in Italia, cioè i massimi responsabili delle guerre di questi dieci anni, si sia svolto senza contestazioni significative. Mi chiedo come mai il "movimento dei movimenti" non abbia ritenuto necessario organizzare una manifestazione nazionale di massa. Non sarebbe male discuterne.


Marco Ferrando

L'effetto Cofferati sul voto Ds nel Nord del paese riflette, seppur in forma distorta, la ripresa di mobilitazione del movimento operaio. Il nostro voto porta il segno di questo contesto. In termini matematici non è un negativo. In termini politici è molto problematico, perché subalterno alla dinamica elettorale dei Ds. Al Sud partecipiamo alla crisi della sinistra e anzi accentuiamo la nostra stessa crisi. Al Nord la nostra timida ripresa, minore dei Ds, si realizza solo entro coalizioni col centrosinistra. Beneficiamo dell'effetto Cofferati se coalizzati, ma siamo penalizzati come forza autonoma. Non emerge una riconoscibilità del Prc come forza alternativa. E questo a ridosso del fallimento storico della politica Ds. Ciò richiede, qui e ora, un preciso cambio di indirizzo a favore di una politica di egemonia alternativa tra le masse: per sconfiggere sul campo il governo Berlusconi e aprire dal basso una prospettiva anticapitalista. 1) E' necessario aprire, nel movimento e nella Cgil, una battaglia politica alternativa rispetto alla linea Cofferati. Su contenuti (piattaforma alternativa), forme di lotta (sciopero prolungato), forme d'organizzazione (assemblea nazionale dei delegati). Ricollocando la stessa iniziativa referendaria all'interno della battaglia di massa, fuori da ogni logica separata istituzionale e d'immagine. 2) E' necessario contrastare il disegno di Cofferati di nuovo centrosinistra ponendo noi la questione della rottura col Centro liberale, a partire da Amato e Treu e la loro piattaforma di Statuto dei lavori. Ma questa politica richiede una nostra piena autonomia dal centrosinistra. L'esaltazione della giunta "laboratorio" di Genova (Ulivo, Prc, no-global) sembra alludere, in metafora, a una prospettiva nazionale preoccupante. La sinistra rivoluzionaria francese, con tutti i suoi limiti, dimostra invece che un'altra via non solo è necessaria ma è possibile: l'unica via di una reale sinistra alternativa.


Franco Giordano
presidente dei deputati

Il voto nostro mi pare positivo per una serie di ragioni: riusciamo a mettere il segno più in una tornata amministrativa rispetto a quella politica, contrastiamo un'onda prevalente conservatrice che su scala europea è particolarmente forte e che in Italia imposta liberismo, populismo e xenofobia e cominciamo a capitalizzare la forza specifica dei movimenti in Italia. L'attenzione e l'influenza del nostro congresso comincia a dare i primi frutti. In questo senso, per accelerare un percorso e allargare il consenso, è decisivo tradurre in operazione concreta la proposta della sinistra alternativa. Ed i referendum sono da questo punto di vista un'occasione irripetibile che ha già aperto a sinistra una discussione di grande livello ed efficacia per noi. Ed invece sono del tutto evidenti le resistenze e i contrasti nel partito di chi non ritiene questi strumenti prioritari. Ma è il sud che ci pone un problema di grandissimo rilievo democratico. Sono tutte le sinistre ad essere spiantate in pieno dal degrado della politica. Qui dobbiamo cimentarci in un lavoro grande e ragionato sui soggetti da aggregare, sulla ricostruzione di spazi democratici, su di un'idea di società civile intesa gramscianamente.


Gigi Malabarba
presidente dei senatori

Dobbiamo accelerare la costruzione della sinistra alternativa attraverso: a) il rinnovamento del partito, anche con la fusione con forze anticapitalistiche espresse dal movimento; b) la creazione di uno spazio politico-sociale plurale antiliberista. Ritengo che il rilievo critico del compagno Grassi alla mia espressione ("fusione" tra soggettività politico-sociali espresse dal movimento e Rc) riveli una resistenza a imboccare con decisione l'apertura congressuale e comporti il rischio di una paralisi nel nostro agire. I referendum e le forze politiche e sociali diffuse che li sostengono (ivi compresa un'area di lavoro specifica da avviare rapidamente in tutti i Social forum sull'articolo 18) è la base della sinistra alternativa, insieme al rilancio - ora, in queste settimane - delle lotte e dello sciopero generale. La verifica dell'impraticabilità di "liste no-global", come già in passato per quelle Cobas, consente di discutere rispettosamente con tutti per allargare i consensi alla nostra ipotesi. Rc ha un ruolo decisivo nella ricomposizione tra sinistra anticapitalistica europea e forze che nel Gue si orientano verso l'alternativa. Banco di prova: la preparazione del prossimo Forum sociale europeo in autunno.


Roberto Musacchio

Sull'interpretazione del voto c'è già un elemento di scontro politico. Ci sono tre opzioni che si vogliono imporre e per me sbagliate. Che uniti si vince comunque. Che la crisi del centrosinistra è già alle spalle. Che il movimento ha perso. Su quest'ultimo punto insistono in molti interessati, perché al contrario il movimento ha contribuito a evitare lo sfondamento delle destre. Certo nel movimento c'è una battaglia di egemonia, anche col "partito del lavoro". Per questo è sbagliato: dividere no-global e lotta per l'art. 18, sciopero generale e referendum; equivocare la sconfitta della scorciatoia politicista errata delle liste no-global come sconfitte della sinistra alternativa; non vedere che i Ds premono verso soluzioni moderate inefficaci. Infatti, la crisi del centrosinistra è tutt'altro che superata. Si vede al sud, dove finisce ogni "effetto governo" e si paga a dismisura la totale omologazione di questi anni. Si vedono le stesse vicende dell'art. 18, dove una parte del centrosinistra è sensibilissima all'idea di flessibilità. I referendum sono una straordinaria campagna politica e di massa che va condotta nel modo unitario, costruendo tutte le condizioni per vincerli. A partire dal raccogliere le firme, il che richiede due mesi di impegno straordinario e continuativo.


Francesco Forgione

Nel rapporto tra rappresentanza, politica e società, il voto ci consegna un paese duale e ciò indipendentemente dalle alleanze e dalla collocazione di governo o di opposizione del nostro partito. Al Sud si riconferma e si amplifica una tendenza già in atto da anni. C'è un ritorno in forme nuove di una politica centrista, attraverso un ritorno delle forme tradizionali della politica come dimostrano i dati dell'Udc che contende il primato a Fi o i risultati dello stesso Psi. E' finita la stagione dei sindaci espressione della società civile ma si riconferma il loro ruolo di catalizzatori del consenso in un meccanismo di mediazione diretta tra bisogni e risposte amministrative. Al sud c'è una crisi della politica grave che investe soprattutto il rapporto tra la sinistra e la società che non viene arginato né dal movimento no-global né dal conflitto operaio di questi mesi. Anzi riemerge un blocco dominante espressione di nuovi interessi prodotti dai processi di modernizzazione di questi anni e la riemersione delle vecchie classi dirigenti e del vecchio sistema di potere politico-mafioso. I processi di passivizzazione, la crisi di tutti i presidi sociali e produttivi, la frammentazione dei soggetti sociali e la crisi di tutte le forme organizzate della società civile chiudono un intero ciclo. Per questo occorre una riflessione di fondo sul nostro ruolo, la nostra identità e sulla trasformazione del paesaggio sociale meridionale, per adeguare politica e organizzazione. Intanto va rilanciato, proprio al sud, il progetto della sinistra alternativa per contrastare due tendenze: quella all'abbandono e quella alla consociazione, come più volte è avvenuto in momenti di crisi. Il primo terreno per questa ricomposizione è quello dei referendum sociali il cui valore politico non può essere svilito a fini interni.


Milziade Caprili

Risulterebbe fuorviante un analisi del voto tutta incentrata ancora sul dibattito interno. Per esempio, è possibile far discendere un giudizio sul movimento dal fatto che in pochissime realtà liste con pezzi limitati di movimento non hanno avuto successo? Abbiamo bisogno di una discussione su questa tornata amministrativa in grado di cogliere le tendenze del voto, gli elementi generali, essere capaci di un'analisi puntuale, città per città.


Si può convenire sul fatto che lo svolgimento concreto degli avvenimenti politici (movimento dei movimenti, manifestazione del 23, sciopero generale) ha concorso a frenare l'ondata di destra, a dinamicizzare lo stato elettorale delle sinistre e a determinare un nostro risultato positivo in elezioni provinciali che sono tradizionalmente quelle che si prestano meno a particolarità di tipo locale. Il nostro dato generalmente qui tiene e avanza. Nei comuni si assiste a due e veri e propri risultati: uno nel Nord e un altro nel Sud, così come nelle passate elezioni amministrative e contrariamente alle ultime elezioni politiche. Tenuta e capacità reattiva della società civile, peso dei particolarismi, intreccio perverso dei poteri criminali. C'è tutto questo nel voto del Sud e si può anche qui convenire sulla necessità di dare vita ad una stagione, certo non breve, in grado di lavorare contemporaneamente sul tavolo della ricerca delle trasformazioni avvenute nella società meridionale e su quello di un concreto lavoro teso a ristabilire connessioni politiche con pezzi di popolo e di intelligenza meridionale. Abbiamo bisogno di una proposta di società e politico-amministrativa che si configuri come una solida alternativa. Una campagna elettorale amministrativa deve allora tentare la strada che individui proposte e interlocutori realtà per realtà. Penso, in particolare nel Sud, a quanto sarebbe importante saper parlare il linguaggio di strumenti urbanistici in grado di regolare e programmare il territorio e il loro raccordo con l'ambiente e il lavoro, e il contrasto con i poteri criminali della società degli affari.


Gianluigi Pegolo

Se dovessi rappresentare questo voto dal punto di vista delle dinamiche sociali direi che la ripresa del conflitto sociale sta producendo uno spostamento a sinistra dell'elettorato nel nord, mentre al sud non solo la minore incidenza dello stesso conflitto, ma anche la minor densità della società civile determinano il rafforzamento dello schieramento di destra. In quest'ultimo contesto l'affermazione della componente centrista costituisce una riconferma del consolidamento di un sistema di potere che si poggia, oltre che sulle tradizionali pratiche clientelari, sui flussi di spesa pubblica garantiti dal governo centrale. Il sostanziale equilibrio fra centro destra e centro sinistra si spiega in larga misura con la dinamica sociale e politica che si registra nelle diverse aree del Paese. In questo contesto Rifondazione ottiene un risultato positivo, specie nel voto alle provinciali, anche se subiamo un arretramento nelle elezioni comunali al sud, riflesso di queste tendenze generali ma anche della particolare debolezza del partito. In generale, il ruolo del partito in queste elezioni, per esempio nel condizionare i programmi delle coalizioni, è stato positivo. Ne è una dimostrazione l'estensione della proposta del bilancio partecipativo. Sul voto di Rifondazione incide la tendenza alla bipolarizzazione, particolarmente forte a livello amministrativo. Dobbiamo riconoscere che in taluni casi il partito ha commesso degli errori sottovalutando questa tendenza, ripiegando in atteggiamenti isolazionistici o non riuscendo a motivare efficacemente la scelta di presentazione autonoma. Così come dobbiamo sottolineare con chiarezza che la rinuncia alla presentazione autonoma del partito e la sua diluizione in non meglio precisate liste alternative, come è avvenuto a Cuneo, è un errore ed è grave che questa scelta sia stata sostenuta sulle pagine del nostro quotidiano. Il prossimo appuntamento che ci sta di fronte è quello dei ballottaggi. La nostra indicazione deve essere chiara: si devono verificare nelle diverse realtà le condizioni per apparentamente formali con il centro sinistra. Atteggiamenti aventiniani, con indicazioni di voto in assenza di verifiche di merito, vanno evitati. Ed infine, una osservazione generale. Alla luce dei risultati l'impegno per una qualificazione delle esperienza amministrative locali diventa essenziale. Richiede la costruzione di un movimento intorno alla questione decisiva delle risorse destinate agli enti locali e degli indirizzi delle politiche locali.


Elettra Deiana
deputata

D'accordo con l'impianto dell'analisi proposta dal segretario sui risultati elettorali, con le cautele di giudizio sulla fine del trend ascendente dell'egemonia del centrodestra. Credo che questo trend non venga smentito dai risultati elettorali. Per il momento c'è un solo parziale contenimento. D'altra parte non c'è mai un automatismo tra sistema politico della rappresentanza e sistema politico dei movimenti, nel senso che il primo accoglie per osmosi l'altro. Non è mai successo, non può succedere oggi, in un'epoca storico-politica così fortemente contrassegnata dalla crisi verticale della tradizionale forma della rappresentanza novecentesca. Il movimento dei movimenti oggi: occorre uno sforzo di aggiornamento di analisi e comprensione a partire dalla capacità di cogliere la differenza tra grandi processi di nuova soggettivazione critica legati alla crisi della globalizzazione e forme politiche concrete che il movimento assume. Per esempio l'esperienza del Social forum in Italia. La campagna sui referendum è per noi una grande occasione per avanzare concretamente la problematica dell'alternativa: come orizzonte politico-strategico, terreno programmatico, costruzione di sinergie politiche tra soggetti diversi, sperimentazione di pratiche condivise.


Giovanni Russo Spena
deputato

Tre mi sembrano le grandi onde politiche di un voto indubbiamente "di stallo": a) Emerge, innanzitutto, una nuova, regressiva "questione meridionale": vi è un problema di ricostruzione di strutture sociali intermedie democratiche; ma anche una insufficienza di lotta per i diritti scissa dalla organizzazione della lotta per l'occupazione e il reddito. b) Forte diventa la concezione di massa del "voto utile", soprattutto a livello amministrativo. Questo riduce, a volte, il nostro ruolo a stimolo critico del centrosinistra (la cui crisi strategica e progettuale continua) se non innalziamo il nostro profilo di alterità. La costruzione della sinistra di alternativa, al cui interno viva una Rifondazione più militante senza essere settaria, diventa priorità politica. c) La necessità di punti forti di programma anche per incalzare il centrosinistra e condensare un confronto su iniziative comuni. I nostri referendum sono lo strumento adatto; meritano un nostro impegno spasmodico.


Franco Grisolia

Nelle elezioni constatiamo un relativo incremento delle nostre percentuali, ma un arretramento ovunque ci presentiamo in autonomia dal centrosinistra (con la sola importante eccezione di Savona, dove cresciamo). Questo dato costituisce un forte elemento negativo. Viviamo in un quadro politico in cui il (relativo e limitato, ma reale) successo della sinistra si basa in larga misura sull'influsso delle mobilitazioni degli ultimi mesi e, in questo quadro, del ruolo della Cgil e di Sergio Cofferati. In realtà questo è stato, fino ad oggi, non quello di «sviluppare la lotta per battere il governo», ma quello di frenarla rispetto a ciò che sarebbe stato necessario, cioè una «mobilitazione alla francese», con una lotta prolungata e continua. Certo Cofferati vuole vincere la partita con Berlusconi sull'art. 18, ma lo vuol fare nei limiti di una politica moderata e concertativa e con i metodi di una burocrazia socialdemocratica ponendo così a rischio la vittoria possibile. E tuttavia questo dato reale, come spesso succede, non appare agli occhi delle masse e, grazie alla Cgil e a Cofferati, i Ds consolidano il loro ruolo di direzione maggioritaria sul movimento operaio proprio nel momento in cui la loro linea liberale viene sconfitta nei fatti. Qui esiste una responsabilità grande del nostro partito che non è stato capace di esprimere nella lotta di classe una linea complessivamente alternativa. Sul piano della coscienza ha poi giocato in negativo l'indicazione politica, di immagine e ideologica, che abbiamo sviluppato nel '94 in poi e che ha fatto sì che anche nell'avanguardia larga si veda con difficoltà una prospettiva politica diversa dall'alleanza e dalla pressione sul centrosinistra. Per questo la battaglia per i referendum (giusta sull'art. 18, anche come mezzo per contrastare il "cofferatismo", e sulla scuola; ma sbagliata nella formula scelta dei sei referendum) deve essere congiunta al tentativo di portare nella lotta e nei movimenti una proposta alternativa di piattaforma e di forme di mobilitazione; come strumento di costituzione di un'alternativa di classe, anche sul piano politico generale.


Giuseppina Tedde

Il voto è stato un test con una valenza niente affatto residuale che ha interessato 12 milioni di persone. E' un voto che si colloca in una fase di massimo conflitto sociale: lo sciopero della Fiom; la manifestazione della Cgil, lo sciopero generale e una costante mobilitazione dei lavoratori. E' un voto complesso, i cui aspetti più evidenti sono: la destra non sfonda (non c'è stato l'effetto Europa); la forte crescita delle forze di centro del centrodestra (nuovo soggetto politico?); il recupero del centrosinistra e soprattutto dei Ds (effetto Cofferati? solo questo?); monopolio del centrodestra al Sud; fallimento delle cosiddette liste no-global (lo ammette lo stesso Casarini) e di quelle liste di "sinistra alternativa" come a Cuneo, dove il Prc si presenta con altri senza il suo simbolo; l'aumento dell'astensionismo. Il voto a Rifondazione può essere così sintetizzato, Provinciali: bene nelle 7 province dove si presenta alleata del centrosinistra; perde nelle 2 province dove si presenta da sola e perde anche nel sud dove pure si presenta alleata del centrosinistra. Alle comunali il voto è più variegato: bene al Nord, male al Sud. Una prima analisi mette in evidenza che: uniti si vince laddove l'unità non è qualcosa di generico e semplicistico, bensì unità su programmi e obiettivi comuni e condivisi in assenza dei quali è bene presentarsi da soli; un buon lavoro politico non sempre si traduce in un voto per noi, alla fine non veniamo considerati punto di riferimento. Per quale motivo? Trasmettiamo forse la sensazione di non essere il partito dei lavoratori? L'effetto del voto utile anche fra i nostri elettori impone la ripresa della lotta per la modifica della legge elettorale; infine improrogabile è la necessità di affrontare la questione del Mezzogiorno.


Gianni Favaro

Condivido le valutazioni, sul voto amministrativo, che il segretario ha illustrato nella relazione introduttiva. Penso anch'io che il voto dell'anno scorso a Torino non fu un incidente di percorso invece anticipò quello che è successo alle elezioni del 26 maggio. Infatti anche l'anno scorso a Torino registrammo uno scarto tra lo straordinario risultato nel voto al Prc alla Camera e al Senato e la pesante flessione avuta nel voto per il consiglio comunale. Sono d'accordo anche nel sostenere con forza la campagna referendaria e che questa possa rappresentare una straordinaria occasione per il Partito, dopo la fase congressuale, di proiettarsi all'esterno e di rinsaldare rapporti sociali. Tutto ciò non può però nascondere nè tacere le critiche e le perplessità che hanno accompagnato sia il metodo sia il merito che ci hanno portato alla decisione di lanciare la campagna referendaria. Il compagno Forgione non può nascondere, come ha fatto nell'assemblea di Torino e nel suo intervento alla direzione, limiti organizzativi e metodi verticisti accusando chi solleva critiche e dubbi di disfattismo e di tramare contro la raccolta firme. Le critiche sollevate da molti circoli di Torino non sono il frutto di una losca macchinazione, come sostiene Forgione, sono critiche, trasversali agli schieramenti del congresso, che un buon gruppo dirigente dovrebbe prendere sul serio e non liquidarle evitando di affrontarle come è stato fatto. Infine, sono rimasto colpito dall'intervento del compagno Casati di Milano. La critica alla segreteria nazionale, avanzata sulla base di quanto è avvenuto nel Comitato Politico di Milano, di forzature liquidatorie usate nei confronti dei segretari di federazione non omogenei, mi sento di condividerla in pieno per averla vissuta anche a Torino qualche settimana fa. Dal congresso in poi c'è stato un lavoro, non riesco a capire se voluto o no, per destrutturare le federazioni dirette da compagne e compagni che hanno votato gli emendamenti. Federazioni che hanno sempre lavorato, fino al congresso, bene ed in modo unitario e che oggi, invece, vengono lacerate e, appunto, destrutturate.


Fausto Sorini

1) La visita di Bush a Roma è stata accolta da una manifestazione di protesta di 300 persone. Mai in Italia la visita di un presidente Usa aveva visto tanta passività, benché Bush sia il simbolo della "guerra globale". Eppure l'Italia, con la manifestazione di Genova del luglio scorso e quella di Roma del 23 marzo segna alcuni picchi significativi. Emerge uno scarto abissale tra lotte sociali e lotta contro la guerra e l'imperialismo, riconducibile alla linea "atlantica" di una parte dei Ds, a debolezze di orientamento e di iniziativa del movimento no global, dei sindacati e anche nostre, che vanno recuperate, individuando nella politica estera degli Usa il pericolo principale per la pace. 2) Dobbiamo precisare che cosa intendiamo per costruzione di una "sinistra alternativa"; ...


Liberazione 2 giugno 2002
http://www.liberazione.it

yurj
03-06-02, 16:40
Originally posted by Roderigo


Sarebbe utile anche che tanti dirigenti ad alto livello del partito facessero meno convegni e fossero piu' sul territorio nell'aiutare a organizzare il partito nel territorio. Tanti circoli navigano a vista.

Tovarish
03-06-02, 20:44
Originally posted by gdr


Ora verrà un colpo a Tovarish. Io ho votato PRC al proporzionale (ulivo al maggioritario perchè la paura fa novanta), alle ultime elezioni, solo ed esclusivamente per condivisione del programma di politica economica di questo partito, che mi sembrava l'unico decentemente di sinistra, pur essendo assolutamente contraria al comunismo e a tutto ciò che ha rappresentato. Ergo, il tuo calcolo di contare la base comunista è sbagliato: conosco molte altre persone che hanno fatto il mio stesso ragionamento.

Quindi sei un'anticomunista e non ti devi schifare di essere definita tale.
Roderigo, non sarebbe meglio un partito che sia in grado di attirare i voti dei veri comunisti, cioè con un programma magari riformistico da un punto di vista tattico ma rivoluzionario da un punto di vista strategico, rispetto ad un partito interclassista che attira i voti dei socialdemocratici che hanno dimostrato di essere servi della borghesia??

saluti marxisti-leninisti

03-06-02, 22:15
Originally posted by Tovarish


Quindi sei un'anticomunista e non ti devi schifare di essere definita tale.
Roderigo, non sarebbe meglio un partito che sia in grado di attirare i voti dei veri comunisti, cioè con un programma magari riformistico da un punto di vista tattico ma rivoluzionario da un punto di vista strategico, rispetto ad un partito interclassista che attira i voti dei socialdemocratici che hanno dimostrato di essere servi della borghesia??

saluti marxisti-leninisti

Per prima cosa, per formazione mentale, io non sono anti nessuno: non sono comunista, questo è quanto. Poi, per tua informazione, non sono, non sono mai stata e non sarò mai serva di nessuno e di niente, quindi nemmeno della borghesia o di qualsiasi altra classe, ideologia politica, religiosa ecc...

Roderigo
03-06-02, 22:48
Originally posted by Tovarish
Quindi sei un'anticomunista e non ti devi schifare di essere definita tale.
Roderigo, non sarebbe meglio un partito che sia in grado di attirare i voti dei veri comunisti, cioè con un programma magari riformistico da un punto di vista tattico ma rivoluzionario da un punto di vista strategico, rispetto ad un partito interclassista che attira i voti dei socialdemocratici che hanno dimostrato di essere servi della borghesia??
saluti marxisti-leninisti
La Rivoluzione ha bisogno sia di te, sia di Gdr. Uniti. :)

Ma, linguaggio a parte, non siamo già come dici?
Cosa intendi per "rivoluzionario da un punto di vista strategico"?
E, oggi, a chi ti riferisci quando parli di "socialdemocratici servi della borghesia"?
Non credi che le parole che usi non siano più sufficienti per identificare partiti e soggetti politici?

R.

yurj
03-06-02, 23:01
Originally posted by Tovarish


Quindi sei un'anticomunista e non ti devi schifare di essere definita tale.
Roderigo, non sarebbe meglio un partito che sia in grado di attirare i voti dei veri comunisti, cioè con un programma magari riformistico da un punto di vista tattico ma rivoluzionario da un punto di vista strategico, rispetto ad un partito interclassista che attira i voti dei socialdemocratici che hanno dimostrato di essere servi della borghesia??

saluti marxisti-leninisti

Io voglio un partito con dei VERI comunisti, anzi con i PIU' comunisti dei comunisti.

Con tanto di esami per la certificazione di VERO comunista. Il segretario dev'essere il PIU' MEGLIO dei comunisti, rosso che non ne esistano alla pari.

Un partito con Tovarish e basta insomma :D

03-06-02, 23:15
Originally posted by Roderigo

La Rivoluzione ha bisogno sia di te, sia di Gdr. Uniti. :)


Io non voglio fare nessuna rivoluzione: rischierei di trovarmi davanti Tovarish che mi vuole "rieducare". Le conseguenze potrebbero essere due: o piomberei in un sonno, appunto plumbeo, oppure darei di matto e chiamerebbero la neuro

Ma, linguaggio a parte, non siamo già come dici?
Cosa intendi per "rivoluzionario da un punto di vista strategico"?
E, oggi, a chi ti riferisci quando parli di "socialdemocratici servi della borghesia"?
Non credi che le parole che usi non siano più sufficienti per identificare partiti e soggetti politici?

In fondo, il caro Tovarish è un nostalgico: egli crede di vivere nel ventennio fra le due guerre mondiali. Scommetto che gioca con lo yo yo, porta d'estate un cappello tipo panama e, quando va al mare, usa un pudico costume di maglia nera con la pettorina :D

R.

Jan Hus
10-06-02, 00:21
Originally posted by Roderigo
Piuttosto, volevo chiederti, dato che sei del centro-Italia ed hai lavorato recentemente nel Lazio, conosci qualcosa della situazione di Frosinone? Come puoi leggere in questo topic, la coalizione di centrosinistra ha una composizione particolare, ed ha trovato un insolito sostenitore.

So che è vero.