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30-05-02, 12:21
Movimento noglobal, donne protagoniste

La Marcia mondiale a Roma

Nadia De Mond

Le donne si sono attivate nel movimento antiglobalizzazione in tutte le sue sfaccettature, più che in qualsiasi altro luogo della politica in senso lato. Ne è testimone la presenza quasi paritaria (il 43%) di delegate al Fsm2, così come la partecipazione numerosa alle iniziative del movimento italiano o nei tavoli di preparazione del Forum sociale europeo. All'interno del movimento o delle singole associazioni che lo compongono come Attac, si creano gruppi di donne - che si dicono femministe o meno - che sentono l'esigenza:
1° di dare una lettura di genere alla specifica realtà di cui si occupano - dalla Fao, ai processi migratori, dalla Tobin Tax al riordinamento urbano -
2° di trovare e di imporre modalità di funzionamento (pratiche, direbbero le femministe) che includono e promuovono la partecipazione delle donne a tutti i livelli.

3° di affrontare tematiche - ancora solo marginalmente sentite dall'insieme del movimento - che oltrepassano la politica intesa come interpretazione e azione rivolta unicamente alla realtà oggettiva determinata da condizioni strutturali e rapporti di forza esterni. Intendo dire tematiche che attengono alla cosiddetta sfera personale come il corpo, la sessualità, i rapporti disuguali tra le persone (non riducibili a condizioni obiettive di classe, di sesso, di etnia, …), desideri e paure, moventi all'agire, immaginario, …
Sarà che la politica di occupazione dei mezzi di comunicazione da parte di Berlusconi, "la conquista dei cuori più che dei cervelli" c'entra qualcosa con questa sfera o no?

E l'attacco sistematico del binomio Vaticano-partiti di governo contro l'autodeterminazione delle donne, l'assurda pretesa di normare e di imbrigliare la maternità e la sessualità dentro i canoni della Famiglia patriarcale, in che rapporto sta con il disegno globale della modernizzazione?

Questa nuova soggettività femminista si esprime anche in canali autonomi di organizzazione e di confronto, laddove si cercano parole proprie per esprimere disagio, rabbia, voglia di capire e di agire a partire da sé (vedi il recente "sconvegno" auto-organizzato dai collettivi di giovani donne di tutta Italia) ma con la pretesa di costruire collettivamente strumenti utili per la trasformazione del mondo.

La Marcia mondiale delle donne si offre come punto di aggregazione a livello nazionale e internazionale per sviluppare questa soggettività. Per non disperdere le energie ma al contrario individuare progetti e campagne su cui convergere, mettendo a frutto competenze e creatività, per trasmettere storia e memoria (con sguardo critico) alle nuove generazioni, per tradurre in pratica - nei luoghi autonomi, come nei luoghi misti - il nuovo protagonismo delle donne.

Di questo si discuterà nell'incontro internazionale della Marcia a Roma, sabato alle 14.30. al museo di Roma in Trastevere, con il contributo di donne provenienti da vari Paesi europei ed extraeuropei, che affronteranno questi argomenti a partire dalla loro esperienza nei vari movimenti di donne e misti: a partire dalle mobilitazioni sociali in Francia contro l'avanzare dell'estrema destra, della testimonianza delle femministe spagnole coinvolte nelle grandi azioni da Barcellona a Madrid contro la Banca Mondiale e le politiche liberiste dell'Unione Europea, di esponenti della Marcia mondiale in Giordania impegnate a fianco delle donne palestinesi, delle donne messicane in prima linea nella lotta contro il progetto neocoloniale dell'Alca. Un'occasione da non perdere per chi vuole conoscere più da vicino quello che si muove dall'altra parte del movimento.