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Visualizza Versione Completa : Un appello di personalità straniere contro la legge razzista Bossi-Fini



Roderigo
31-05-02, 12:33
L'APPELLO
Una norma razzista


Noi, che amiamo l'Italia per la sua cultura, la sua bellezza e le sue tradizioni, e che siamo legati a questo Paese anche da frequenti rapporti di lavoro, siamo indignati dalla decisione di richiedere le impronte digitali solo agli extracomunitari. È una norma che calpesta un fondamentale diritto umano, quello dell'uguaglianza, e cede al vento xenofobo che attraversa l'Occidente, facendo di ogni immigrato un potenziale criminale. Anche noi saremo obbligati a fornire le nostre impronte: ma è a nome di tutti quelli che non hanno voce, delle migliaia di uomini e donne che sono costretti a fuggire dai loro Paesi, ed emigrano nella speranza di una vita più dignitosa, che chiediamo al Parlamento e al governo italiano di fermarsi e di cancellare una norma così odiosa. Il problema dell'immigrazione è cruciale in tutta l'Europa. Ma non si affronta con misure emotive e discriminatorie.

Gore Vidal scrittore
Tahar Ben Jelloun scrittore
Bob Wilson regista e coreografo
Zubin Mehta direttore d'orchestra
Susan Sontag scrittrice
Tobey Maguire attore
Luis Sepulveda scrittore
Richard Lowenstein regista
Lui Bacalov compositore
Myung-Whun Chung direttore d'orchestra
Cherif regista teatrale
Younis Tawfik scrittore
Martha Argerich pianista
Joseph Kosuth artista
Mrinal Sen regista
Peter Scarlet direttore di Cinemateque Francaise
Toni Thorimbert fotografo
Igli Tare giocatore del Brescia
Kewullay Contè giocatore del Venezia
Erjon Bogdani giocatore della Reggina
Akeem Omolade giocatore del Torino
Idris Sanneh commentatore sportivo
Fouad Allam docente all'Università di Trieste, saggista
Karl Potter musicista
Victoria Munsey traduttrice e membro della Chiesa Valdese
Amik Kasoruho scrittore e intellettuale
Nabil Ben Salameh cantante dei Radiodervish
Bintu Lo operatrice commerciale

Repubblica.it (31 maggio 2002)

Roderigo
04-06-02, 16:21
Per i profughi in Italia cambia tutto. Parla Schiavone (Ics)

CINZIA GUBBINI - ROMA

Erano in molti a sperare che il governo cedesse almeno sulla parte della legge Bossi-Fini che riguarda il diritto d'asilo. Speranze riposte male: ha prevalso la linea dura. L'unica consolazione è la reintroduzione della protezione umanitaria e il finanziamento del «Piano nazionale asilo» per l'accoglienza. Ma il fondamentale emendamento sul "ricorso effettivo" è stato bocciato, cosa di cui si «rammarica» anche l'Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Acnur). Il Consorzio italiano di solidarietà (Ics) parla invece di «diritto d'asilo negato», e lancia per il 20 giugno - giornata internazionale del rifugiato - manifestazioni in 200 città per raccogliere 100 mila firme. Ne parliamo con Gianfranco Schiavone, responsabile dell'Ics per l'immigrazione e l'asilo.

Il diritto d'asilo in Italia è sancito dall'articolo 10 della costituzione. Perché ora è necessario raccogliere firme per diefenderlo?

Il governo aveva annunciato nuove disposizioni in materia di diritto d'asilo con l'intento di limitare gli «abusi». In realtà ci ritroviamo con un articolo di legge che stravolgetotalmente la procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato in Italia. Il tutto al di fuori di una legge organica, che avrebbe potuto conciliare da una parte il legittimo interesse dello stato a individuare correttamente l'ambito dei beneficiari, dall'altra i diritti inalienabili dei rifugiati. Il diritto d'asilo, è bene ricordarlo, è un diritto soggettivo, e come tale è fondamentale e inalienabile.

Tra le novità introdotte dalla legge c'è quella sul trattenimento dei profughi in "centri di identificazione" fino al pronunciamento della commissione. Qualcuno sostiene che non sia il caso di polemizzare con una forma di detenzione temporanea. Lei che ne pensa?

La legge stabilisce il trattenimento per chi entra irregolarmente in Italia, persino per coloro che si presentano spontaneamente in questura per chiedere asilo. Ora, normalmente il profugo è una persona che si allontana "clandestinamente" dal proprio paese, in cui viene perseguitato. Quindi non può entrare regolarmente nel paese in cui tenta di rifugiarsi. La logica di fondo del provvedimento è: chi arriva in Italia non te la racconta giusta, comunque. Con la legge Bossi-Fini avremo, di conseguenza, un periodo di trattenimento per circa 20-25 mila persone all'anno - tante sono infatti le richieste d'asilo che vengono rivolte all'Italia. Uno stato che si dota di un tale sistema "concentrazionario" dovrebbe porsi degli interrogativi. Le strade alternative c'erano, per esempio stabilire l'obbligo di dimora fino al pronunciamento della commissione.

La legge stabilisce che allontanarsi dal "centro di identificazione" equivale alla rinucia della richiesta d'asilo. Questa norma non è incostituzionale?

Ritengo di sì, l'allontanamento da un luogo non può far decadere un diritto soggettivo, al limite può causare una sanzione.

Un altro aspetto di dubbia costituzionalità della legge è quello sul ricorso.

Infatti. Il testo approvato al senato prevedeva - in caso di respingimento della richiesta d'asilo - il ricorso al tribunale ordinario, ma non contemplava l'effetto sospensivo. La persona sarebbe stata comunque espulsa. Ora è stato approvato un emendamento secondo cui il ricorso può essere presentato alla commissione territoriale - che nel rivedere il proprio giudizio sarà affiancata da un membro della commissione centrale. Davvero bizzarro: prima di tutto, nel caso di un diritto soggettivo, l'unico ricorso accettabile è quello giurisdizionale. E, comunque, quello approvato non è neanche un ricorso amministrativo gerarchico, perché a decidere sarà la stessa commissione che ha respinto la domanda.

Grazie alle "commissioni territoriali" si accorceranno i tempi per il riconoscimento dello status di rifugiato. Questo è un aspsetto positivo...

Indubbiamente. Ma il punto è: chi fa parte di queste commissioni? E' stato più volte richiesto che la legge indicasse i requisiti di competenza per le persone che ne entreranno a far parte (un funzionario della prefettura, uno della questura, uno degli enti locali, un rappresentante dell'Acnur, ndr), invece nel testo non c'è neanche una riga.

il manifesto 4 giugno 2002
http://www.ilmanifesto.it

Dragonball (POL)
04-06-02, 23:31
Originally posted by Roderigo
L'APPELLO
Una norma razzista


Noi, che amiamo l'Italia per la sua cultura, la sua bellezza e le sue tradizioni, e che siamo legati a questo Paese anche da frequenti rapporti di lavoro, siamo indignati dalla decisione di richiedere le impronte digitali solo agli extracomunitari. È una norma che calpesta un fondamentale diritto umano, quello dell'uguaglianza, e cede al vento xenofobo che attraversa l'Occidente, facendo di ogni immigrato un potenziale criminale. Anche noi saremo obbligati a fornire le nostre impronte: ma è a nome di tutti quelli che non hanno voce, delle migliaia di uomini e donne che sono costretti a fuggire dai loro Paesi, ed emigrano nella speranza di una vita più dignitosa, che chiediamo al Parlamento e al governo italiano di fermarsi e di cancellare una norma così odiosa. Il problema dell'immigrazione è cruciale in tutta l'Europa. Ma non si affronta con misure emotive e discriminatorie.

Gore Vidal scrittore
Tahar Ben Jelloun scrittore
Bob Wilson regista e coreografo
Zubin Mehta direttore d'orchestra
Susan Sontag scrittrice
Tobey Maguire attore
Luis Sepulveda scrittore
Richard Lowenstein regista
Lui Bacalov compositore
Myung-Whun Chung direttore d'orchestra
Cherif regista teatrale
Younis Tawfik scrittore
Martha Argerich pianista
Joseph Kosuth artista
Mrinal Sen regista
Peter Scarlet direttore di Cinemateque Francaise
Toni Thorimbert fotografo
Igli Tare giocatore del Brescia
Kewullay Contè giocatore del Venezia
Erjon Bogdani giocatore della Reggina
Akeem Omolade giocatore del Torino
Idris Sanneh commentatore sportivo
Fouad Allam docente all'Università di Trieste, saggista
Karl Potter musicista
Victoria Munsey traduttrice e membro della Chiesa Valdese
Amik Kasoruho scrittore e intellettuale
Nabil Ben Salameh cantante dei Radiodervish
Bintu Lo operatrice commerciale

Repubblica.it (31 maggio 2002)

Pare che molti di questi nomi siano in "conflitto d'interesse"...o s baglio? :rolleyes: :D

Marco Sferini
05-06-02, 00:18
Ma davvero si può parlare di conflitti di interesse sulla pelle degli esseri umani?
Mi sembra che altri siano i conflitti di interesse...in questo disgraziato Paese...
Ci pensi un poco il signor Berlusconi Silvio...e tutti i suoi lacchè, padani e fascisti che siano.

Povera...Italia!

Marco

www.geocities.com/prcsvcentro

www.geocities.com/rossebandiere
:(

Paul Atreides
05-06-02, 20:17
Io non capisco stè restrizioni al diritto d'asilo: tra guerre civili, violazioni dei diritti umani, regimi dittatoriali, ci saranno almeno un paio di miliardi di persone a cui garantire un sacrosanto diritto d'asilo, ovviamente in Europa, ça va sens dire, e stì leghisti che fanno, lo limitano...Un solo grido: cattivi!

PS. Bello e coinvolgente l'accorato, accoratissimo appello degli accorati accoratissimi difensori dei poverioppressisfruttatidiscriminatiecceteraecceter a

Roderigo
05-06-02, 21:30
Originally posted by Dragonball
Pare che molti di questi nomi siano in "conflitto d'interesse"...o s baglio? :rolleyes: :D
Diciamo, più precisamente che la legge Bossi-Fini è in conflitto con i loro diritti. Oltre che con la Costituzione.

R.

Roderigo
05-06-02, 21:33
Originally posted by Paul Atreides
Io non capisco stè restrizioni al diritto d'asilo: tra guerre civili, violazioni dei diritti umani, regimi dittatoriali, ci saranno almeno un paio di miliardi di persone a cui garantire un sacrosanto diritto d'asilo, ovviamente in Europa, ça va sens dire, e stì leghisti che fanno, lo limitano...Un solo grido: cattivi!
PS. Bello e coinvolgente l'accorato, accoratissimo appello degli accorati accoratissimi difensori dei poverioppressisfruttatidiscriminatiecceteraecceter a
Non lo capisci, perchè le tue obiezioni si basano su ipotesi fantastiche.
Immagina che qualcuno si opponga al diritto al ritorno degli italiani all'estero, con l'argomento che potremmo così subire l'invasione biblica di 60 milioni di persone.
Che l'appello non ti coinvolga, è compresibile. Sul piano dei valori siamo agli antipodi.

R.