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Josto
01-06-02, 11:13
sabato 1 giugno 2002

L'ex capo dello Stato Francesco Cossiga si dimette da senatore. Lo ha annunciato il suo portavoce in un comunicato stampa. Stamattina alle 10 consegnerà al segretario generale del Senato della Repubblica le sue dimissioni. Non si conoscono ancora le motivazioni.

Perdu
01-06-02, 12:02
cust'òmini esti sempiri faendi e fatiliendi!!!:confused:

Josto
01-06-02, 22:22
su ilNuovo

Cossiga: "Mi dimetto contro Ciampi"

Durissime accuse dell'ex presidente a Ciampi nella conferenza stampa in cui annuncia le sue dimissioni dal senatore a vita: "C'è solo un modo perché io torni indietro: che venga a casa mia e mi chieda scusa".
di Francesca Galante

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ROMA - "Non metterò più piede al Quirinale”. Francesco Cossiga è categorico. Nell’annunciare stamattina le sue dimissioni "irrevocabili" da senatore a vita, non usa mezze parole per spiegare a chi va attribuita la responsabilità del suo gesto: “Mi dimetto contro Ciampi”.


Sì, perché lui, l'ex picconatore, il presidente emerito della Repubblica, il duro e puro Cossiga, l’uomo che conosce bene il senso della "desamidasde" barbaricina ma che ha anche forte il senso delle istituzioni e dello Stato, non vuol sentir ragioni: il Quirinale avrebbe dovuto difenderlo dalle "intimidazioni" dei pm di Potenza che hanno messo in carcere tre suoi amici per la tangentopoli lucana.

“Finchè ci sarà Carlo Azeglio Ciampi non manterrò con il Quirinale neanche i consueti rapporti tra ex Presidenti della Repubblica”. L’ex picconatore è infuriato, davanti a una folla di giornalisti accorsi per ascoltare il suo ultimo messaggio come senatore, afferma a chiare lettere che non perdona al Capo dello Stato il suo silenzio sui fatti di Potenza. “Avrebbe dovuto dire che riconosce le prerogative dei parlamentari”, i quali non possono essere sottoposti a intercettazioni telefoniche senza autorizzazione, e nemmeno essere sbattuti come ‘mostri’ in prima pagina.

E’ un fiume in piena, Cossiga e non risparmia commenti sarcastici nei confronti dell’attuale inquilino del Colle: “Penso che si siano accorti di aver eletto un non politico ad una carica evidentemente politica”.


L’ex Capo dello Stato è seduto a capo tavola, circondato da decine di cronisti che con microfoni, taccuini, telecamere seguono parola per parola un discorso lungo quasi 120 minuti. Cossiga sembra un nonno che racconta ai nipoti 50 anni di storia politica: dal suo bagaglio di ricordi escono familiari antifascisti, parenti comunisti (“mio nonno era il cugino del nonno di Enrico Berlinguer”), antenati finiti in prigione per delitti d’onore, “ma mai per sequestri di persona o per furto” ci tiene a precisare con un sorriso.


I toni però non sono poi così leggeri, e qualcuno glielo fa notare, chiedendogli se non teme di aver usato espressioni troppo forti nei confronti del Presidente Ciampi: “Assolutamente no, risponde sereno, ho detto meno di quello che penso”. Anzi, ci tiene a sottolineare che si dimette perché “non posso trovarmi in imbarazzo, né mettere in imbarazzo le istituzioni dello Stato rimanendo a Palazzo Madama e poi voglio riacquistare una libertà che essendo senatore è sempre ristretta”. Comunque, dice di avere finora detto di Ciampi molto meno di quello che pensa. E cioé che il Presidente “non è un buonuomo, è un pover'uomo''.


Non solo Ciampi, Cossiga non rinuncia a dire la sua anche sui protagonisti dell’inchiesta in corso a Potenza. Prende di petto i magistrati lucani, (“il Gip è una ragazza di 32 anni che ha appena sostenuto il concorso e il pm è stato bocciato due volte all’esame per diventare magistrato”) e non ha paura di ribadire i suoi rapporti personali con Claudio Calza e Angelo Sanza :”Non rinnegherò la mia amicizia, se sono colpevoli siano condannati. Non dirò nulla in loro difesa, né attaccherò i magistrati, ma difendo la presunzione d’innocenza e sono contro le intercettazioni abusive”.


Cossiga comprende anche l’opportunità delle parole pronunciate dalle principali cariche dello Stato, che hanno riaffermato la fiducia a Ciampi: “Non me la prendo – dice Cossiga - né con Berlusconi, al quale mi lega una forte amicizia personale, né con il mio prediletto Casini, né con Pera con il quale abbiamo molti interessi comuni di natura culturale. Se tutti mi avessero dato la loro solidarietà, Ciampi avrebbe dovuto dimettersi”.

Sono passate due ore, ma Cossiga prima di salutare, rassicura: “Non ho intenzione di lasciare la politica”, e precisa: “Ritirerei le mie dimissioni solo se Ciampi venisse a casa mia e mi chiedesse scusa, dicendomi che avevo ragione”.


E a quelli che lo accusano di essere frequentemente in preda a crisi depressive che giustificherebbero le sue azioni politiche, risponde tirando in ballo ancora una volta il Quirinale: ''Lo ha detto anche la consorte del Capo dello Stato, la signora Franca, ed è stata un'imprudenza. So che ha detto: 'Poverino, non sta bene, deve essere tornato nella sua fase euforica'. Io non ho difficoltà a dire che come altri grandi del passato, Churchill, Dostojevski, Nietzche e altri, ho sofferto due o tre crisi depressive non bipolari. Ma non le ho mai fronteggiate come Churchill che si ingozzava con champagne e cognac. Casomai io preferisco il whisky''.

(1 GIUGNO 2002; ORE 13:05, aggiornato ore 15:50

Josto
01-06-02, 22:50
u verbu "fatiliai" no l'apo acatadu mancu in su ditzionariu. Ite cheret narrere?

Saludos

Perdu
02-06-02, 03:02
traduzione:
stà sempre facendo e difando! ;)