Josto
02-06-02, 08:09
«Tassa di ingresso per i turisti»
Proposta di Masala: chi arriva in Sardegna paghi il ticket
dal nostro inviato
Sassari Una tassa di ingresso per i turisti che sbarcano in Sardegna. È la proposta che l’assessore della Programmazione, Italo Masala, ha fatto ieri a Sassari a margine del convegno sullo sviluppo organizzato da Alleanza nazionale.
Per il momento è solo un progetto tutto da scrivere, ma il vice presidente della Giunta ha dimostrato di avere le idee molto chiare. E se non è stato ancora deciso a quanto ammonterà la tassa, Masala, si avventura in una previsione. «Non credo che - dice - a chi spende un milione delle vecchie lire per venire nella nostra Isola, peserà pagare ad esempio 50 mila lire in più per la tassa di ingresso». Dunque, all’incirca 26 euro, centesimo più centesimo meno. Considerato che l’anno scorso i turisti sono stati un milione e novecento mila, nelle casse regionali potrebbero entrare circa 50 milioni di euro.
«Del resto - aggiunge l’assessore alla Programmazione - non si può pensare di avere efficienza nei servizi senza i soldi che ci permettano di garantirli. Ecco perché ritengo che si debba iniziare a pensare seriamente all’istituzione di una tassa per i turisti che sbarcano nell’Isola». L’assessorato al Turismo, aggiunge Masala, «mi ha comunicato che mediamente ogni anno abbiamo circa nove milioni di presenze: una valanga che crea anche distruzione ambientale». Dunque, è il ragionamento del vice presidente, «perché i sardi dovrebbero essere penalizzati dai danni che inevitabilmente crea una presenza così massiccia di turisti?».
Masala spiega di aver già affrontato la questione con gli addetti ai lavori. «Sono tutti d’accordo - spiega - e poi non credo assolutamente che l’introduzione di questo contributo possa creare una diminuzione della presenza turistica in Sardegna: in tutto il mondo nei paradisi delle vacanze i turisti pagano una tassa di ingresso: è il caso, ad esempio, di alcune isole spagnole».
Ma senza andare lontano da ieri anche alle Tremiti è scattata la tassa che i turisti devono versare per raggiungere le isole: la cifra è modica, un euro, e non ha scoraggiato i visitatori che, al contrario, ieri hanno letteralmente assaltato i traghetti. È stato calcolato che siano stati oltre quattromila i turisti che hanno messo piede sull’arcipelago dopo aver versato l’imposta alle compagnie di navigazione. Dal pagamento della tassa di sbarco sono esonerati i residenti, gli studenti che si recano alle Tremiti in gita scolastica, e coloro che raggiungono l’arcipelago per svolgere attività di interesse pubblico. Gli oltre 200 mila euro che saranno incassati dal Comune saranno investiti per il potenziamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e per le attività di salvaguardia ambientale come la pulizia dei fondali marini».
Ma la tassa di ingresso è in vigore anche all’estero: nella vicina Corsica, nelle isole della Polinesia e dei Caraibi, alle Mauritius e alle Maldive, tanto per fare qualche esempio.
«Dobbiamo - dice l’assessore alla Programmazione - metterci una volta per tutte il problema delle entrate: i denari che abbiamo non sufficienti per far fronte a tutte le spese che la Regione deve affrontare. Penso che l’idea sia buona, ora confrontiamoci».
Fabrizio Meloni
Chentu pro chentu de accordiu cun isse.
Proposta di Masala: chi arriva in Sardegna paghi il ticket
dal nostro inviato
Sassari Una tassa di ingresso per i turisti che sbarcano in Sardegna. È la proposta che l’assessore della Programmazione, Italo Masala, ha fatto ieri a Sassari a margine del convegno sullo sviluppo organizzato da Alleanza nazionale.
Per il momento è solo un progetto tutto da scrivere, ma il vice presidente della Giunta ha dimostrato di avere le idee molto chiare. E se non è stato ancora deciso a quanto ammonterà la tassa, Masala, si avventura in una previsione. «Non credo che - dice - a chi spende un milione delle vecchie lire per venire nella nostra Isola, peserà pagare ad esempio 50 mila lire in più per la tassa di ingresso». Dunque, all’incirca 26 euro, centesimo più centesimo meno. Considerato che l’anno scorso i turisti sono stati un milione e novecento mila, nelle casse regionali potrebbero entrare circa 50 milioni di euro.
«Del resto - aggiunge l’assessore alla Programmazione - non si può pensare di avere efficienza nei servizi senza i soldi che ci permettano di garantirli. Ecco perché ritengo che si debba iniziare a pensare seriamente all’istituzione di una tassa per i turisti che sbarcano nell’Isola». L’assessorato al Turismo, aggiunge Masala, «mi ha comunicato che mediamente ogni anno abbiamo circa nove milioni di presenze: una valanga che crea anche distruzione ambientale». Dunque, è il ragionamento del vice presidente, «perché i sardi dovrebbero essere penalizzati dai danni che inevitabilmente crea una presenza così massiccia di turisti?».
Masala spiega di aver già affrontato la questione con gli addetti ai lavori. «Sono tutti d’accordo - spiega - e poi non credo assolutamente che l’introduzione di questo contributo possa creare una diminuzione della presenza turistica in Sardegna: in tutto il mondo nei paradisi delle vacanze i turisti pagano una tassa di ingresso: è il caso, ad esempio, di alcune isole spagnole».
Ma senza andare lontano da ieri anche alle Tremiti è scattata la tassa che i turisti devono versare per raggiungere le isole: la cifra è modica, un euro, e non ha scoraggiato i visitatori che, al contrario, ieri hanno letteralmente assaltato i traghetti. È stato calcolato che siano stati oltre quattromila i turisti che hanno messo piede sull’arcipelago dopo aver versato l’imposta alle compagnie di navigazione. Dal pagamento della tassa di sbarco sono esonerati i residenti, gli studenti che si recano alle Tremiti in gita scolastica, e coloro che raggiungono l’arcipelago per svolgere attività di interesse pubblico. Gli oltre 200 mila euro che saranno incassati dal Comune saranno investiti per il potenziamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e per le attività di salvaguardia ambientale come la pulizia dei fondali marini».
Ma la tassa di ingresso è in vigore anche all’estero: nella vicina Corsica, nelle isole della Polinesia e dei Caraibi, alle Mauritius e alle Maldive, tanto per fare qualche esempio.
«Dobbiamo - dice l’assessore alla Programmazione - metterci una volta per tutte il problema delle entrate: i denari che abbiamo non sufficienti per far fronte a tutte le spese che la Regione deve affrontare. Penso che l’idea sia buona, ora confrontiamoci».
Fabrizio Meloni
Chentu pro chentu de accordiu cun isse.