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Visualizza Versione Completa : Il sacro Cuore di Gesù



Colombo da Priverno
03-06-02, 17:08
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Cari fratelli,
il mese di giugno è tradizionalmente dedicato ad una delle devozioni più diffuse: la devozione al sacro Cuore di Gesù. Non si tratta tuttavia di una devozione fra tante, perché è stata rivestita dalla Chiesa di una dignità tutta particolare e si situa al centro della rivelazione cristiana. Il documento guida in materia è certamente l'enciclica di Pio XII, Haurietis aquas (Attingerete alle acque) del 15 maggio 1956, testo che andrebbe letto e meditato per intero. Questa devozione - contenuta in germe nella Sacra Scrittura, approfondita dai santi Padri, dai Dottori della Chiesa e dai grandi mistici medioevali - ha avuto un particolare incremento e la sua configurazione odierna in seguito alle apparizioni di Gesù Cristo a santa Margherita Maria Alacoque, nel monastero di Paray-le-Monial, a partire dal 27 dicembre 1673. Non è un caso che le apparizioni a santa Margherita Maria si situino nel momento cruciale di affermazione del mondo moderno e che il simbolo del sacro Cuore sia apparso sempre come il più caratteristico in tutti i movimenti di resistenza alle correnti anticristiane della modernità.
Pio XII sottolinea che - nonostante l'importanza di Paray-le-Monial per il suo sviluppo - l'origine della devozione è nella Scrittura. E' lo stesso Gesù che per primo presenta il suo Cuore come fonte di ristoro e di pace: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,28-30).
In san Giovanni si legge come venne trafitto il Cuore di Cristo, l'uscita da esso del sangue e dell'acqua e il particolarissimo significato simbolico che il quarto evangelista attribuisce al fatto (Gv 19,33-37). Anche nell'Apocalisse Gesù è presentato come un Agnello «ucciso», cioè «trafitto» (cfr. Apoc 5,6; 1,7).
Detto questo le apparizioni a santa Margherita Maria conservano un'importanza eccezionale. Si dovrebbe anzi dire che nella storia della Chiesa nessun'altra comunicazione divina - al di fuori della Bibbia - ha ricevuto tante approvazioni e incoraggiamenti dal magistero della Chiesa come le rivelazioni del Cuore di Cristo a Paray-le-Monial.
In esse sono particolarmente famose «le dodici promesse». Come nella Bibbia, Dio lega il suo intervento a delle «promesse». Se l'Alleanza in Gesù Cristo si è fatta definitiva, essa è tuttavia ancora aperta nella storia, perché continuamente offerta alla libertà dell'uomo, finché dura il tempo in cui si può meritare. Al «vero devoto» del sacro Cuore, cioè a chi è ben convinto di essere, con i propri peccati, colui che ha «trafitto» il Cuore di Gesù e, consapevole del suo amore immenso, vive la propria vita nella prospettiva della riparazione, queste promesse sono di nuovo offerte. E «Dio è fedele» (1 Cor 10,13).

Colombo da Priverno
03-06-02, 17:12
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1. Darò loro (alle persone devote del mio Cuore) tutte le grazie necessarie al loro stato.
2. Metterò la pace nelle loro famiglie.
3. Le consolerò in tutte le loro afflizioni.
4. Sarò il loro rifugio in vita e soprattutto nella loro morte.
5. Benedirò le loro imprese.
6. I peccatori troveranno misericordia.
7. I tiepidi diventeranno ferventi.
8. I ferventi saliranno presto a grande perfezione.
9. Benedirò il luogo dove l'immagine del mio Cuore sarà esposta e onorata. 10. Darò loro le grazie di toccare i cuori più duri.
11. Le persone che propagano questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non sarà mai cancellato.
12. Io prometto nell'eccesso grande di misericordia del mio Cuore che il suo amore onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale e non morranno in mia disgrazia né senza ricevere i sacramenti e il mio Cuore sarà per essi un asilo sicuro negli ultimi momenti.

Colombo da Priverno
03-06-02, 17:18
Kyrie, eleison
Christe, eleison
Kyrie, eleison

Christe, audi nos
Christe, exaudi nos

Pater de coelis Deus, miserere nobis
Fili redemptor mundi Deus
Spiritus Sancte Deus
Sancta Trinitas, unus Deus

Cor Jesu, Fili Patris aeterni
miserere nobis
Cor Jesu in sinuVirginis Matris a Spiritu Sancto formatum
Cor Jesu, Verbo Dei substantialiter unitum
Cor Jesu maiestatis infinitae
Cor Jesu, templum Dei sanctum
Cor Jesu, tabernaculum Altissimi
Cor Jesu, domus Dei et porta coeli
Cor Jesu, fornax ardens charitatis
Cor Jesu, justitiae et amoris receptaculum
Cor Jesu, bonitate et amor plenum
Cor Jesu, virtutum omnium abyssus
Cor Jesu, omni laude dignissumum
Cor Jesu, Rex et centrum omnium cordium
Cor Jesu, in quo sunt omnes thesauri sapientiae et scientiae
Cor Jesu, in quo habitat omnis plenitudo divinitatis
Cor Jesu, in quo Pater sibi bene complacuit
Cor Jesu, de cuius plenitudine omnes nos accepimus
Cor Jesu, desiderium collium eternorum
Cor Jesu, patiens et multae misericordiae
Cor Jesu, dives in omnes qui invocant te
Cor Jesu, fons vitae et sanctitatis
Cor Jesu, propitiatio pro peccatis nostris
Cor Jesu, saturatum opprobriis
Cor Jesu, attritum propter scelera nostra
Cor Jesu, usque ad mortem oboediens factum
Cor Jesu, lancea perforatum
Cor Jesu, fons totius consolationis
Cor Jesu, vita et resurrectio nostra
Cor Jesu, pax et reconciliatio nostra
Cor Jesu, victima peccatorum
Cor Jesu, salus in te sperantium
Cor Jesu, spes in te morientium
Cor Jesu, deliciae Sanctorum omnium

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Domine
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nos, Domine
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis

V. Jesu, mitis et humilis Corde,
R. Faccor nostrum secundum Cor tuum!
OREMUS

Omnipotens sempiterne Deus, respice in Cor dilectissimi Filii tui et in laudes et satisfactiones quas in nomine peccatorum tibi persolvit; iisque misericordiam tuam petentibus Tu veniam concede placatus, in nomine eiusdem Filii tui Jesu Christi, qui tecum vivit et regant in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia Saecula Saeculorum. Amen

Colombo da Priverno
03-06-02, 17:20
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Prostrati dinanzi al tuo altare, noi intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini il tuo amatissimo Cuore.

Gesù dolcissimo: il tuo amore immenso per gli uomini viene purtroppo, con tanta ingratitudine, ripagato di oblio, di trascuratezza, di disprezzo.

Memori però che pure noi altre volte ci macchiammo di tanta ingratitudine, ne sentiamo vivissimo dolore e imploriamo la tua misericordia.

Desideriamo riparare con volontaria espiazione non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che, errando lontano dalla via della salvezza, ricusano di seguire Te come pastore e guida, ostinandosi nella loro infedeltà, o, calpestando le promesse del Battesimo, hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.

E mentre intendiamo espiare il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare:

l'immodestia e le brutture della vita e dell'abbigliamento;

le insidie tese alle anime innocenti dalla corruzione dei costumi; la profanazione dei giorni festivi; le ingiurie scagliate contro di Te e i tuoi Santi;

gli insulti rivolti al tuo Vicario e l'ordine sacerdotale; le negligenze e gli orribili sacrilegi con i quali è profanato lo stesso Sacramento dell'amore divino

e in fine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.

Intanto come riparazione dell'onore divino conculcato, Ti presentiamo quella soddisfazione che Tu stesso offristi un giorno sulla croce al Padre e che ogni giorno si rinnova sugli altari: Te l'offriamo accompagnata con le espiazioni della Vergine Madre, di tutti i Santi e delle anime pie.

Promettiamo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto potremo, con l'aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l'indifferenza verso sì grande amore, con la fermezza della fede, la santità della vita, l'osservanza perfetta della legge evangelica e specialmente della carità.

Inoltre d'impedire, con tutte le forze, le ingiurie contro di Te e attrarre quanti più potremo, a seguire e imitare Te.

Accogli, te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della B.V. Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci nella fedele obbedienza a Te e nel tuo servizio fino alla morte, col dono della perseveranza, così che possiamo un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

Colombo da Priverno
04-06-02, 15:46
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Il mio cuore sarà lì per sempre (1 Re 9, 3)

San Paolo augurava agli Efesini che potessero conoscere — mediante la grazia del Padre, dal quale procede ogni dono — la scienza sopraeminente della carità di Gesù Cristo verso gli uomini.
Non avrebbe potuto desiderare cosa più santa e più vantaggiosa, né cosa più importante. Conoscere l'amore di Gesù Cristo, essere ripieni della sua pienezza, questo è il regno di Dio nell'uomo. Ma questo non è che il frutto della devozione al Cuore di Gesù che vive e che ci ama nel SS.mo Sacramento. Questa devozione è il supremo culto dell'amore. È l'anima di tutta la religione, il suo centro; la religione infatti è la legge, la virtù, la perfezione dell'amore; e il Sacro Cuore ne è la grazia, il modello, la vita. Studiamo questo amore dinanzi al focolare nel quale esso si consuma per noi.
La devozione al Sacro Cuore ha un duplice oggetto; essa in primo luogo si propone di onorare, con l'adorazione e il culto esterno, il cuore di carne di Gesù Cristo, ed onorare inoltre l'amore infinito di cui ha bruciato questo Cuore dal dì della sua incoronazione e che ancora lo consuma, sui nostri altari.

1. - IL CUORE, COMPENDIO DI TUTTA LAVITA.

La più nobile tra tutte le facoltà dell'uomo è il cuore. Il suo posto è al centro del corpo, come un re che sta al centro dei suoi stati. È immediatamente circondato dalle membra più importanti, che sono come i suoi ministri e i suoi ufficiali; esso li muove, dà loro l'attività comunicando loro quel calore vitale di cui è la riserva. E' la sorgente donde sprizza impetuosamente il sangue, per spandersi in tutte le parti dell'organismo, le innaffia e le rinfresca. Questo sangue poi, debilitatosi, dalla periferia torna al cuore per riaccendervi i suoi fuochi e riprendervi nuovi spiriti di vita.
Ciò che si dice del cuore umano, in genere si applica pure al Cuore adorabile di Gesù Cristo. Esso è la porzione più nobile del corpo dall'Uomo-Dio, il quale essendo unito ipostaticamente al Verbo merita quel culto :supremo di adorazione che compete a Dio solo. Molto importante il non separare mai, nella nostra venerazione, il Cuore di Gesù dalla divinità dell'Uomo-Dio; essi sono uniti da legami indissolubili, e il culto che noi rendiamo al cuore dell'Uomo-Dio non si ferma solo a questo, ma va alla Persona adorabile a cui appartiene e che gli si è unito per sempre.
Ne consegue che noi possiamo rivolgere a questo Cuore divino le preghiere, gli omaggi, e le adorazioni stesse che offriamo a Dio. Si sbagliano dunque coloro che quando sentono questa frase: "il Cuore di Gesù" limitano tutti i loro pensieri a quest'organo materiale e non vi vedono che un membro senza vita e senz'amore, ritenendolo, nulla più che una Sacra reliquia; né si sbagliano di meno quelli che credono che questa devozione fraziona Gesù Cristo e restringe al solo Cuore un culto che è dovuto a tutta la sua Persona. Onorando il Cuore di Gesù noi non escludiamo tutto il resto del divino composto dell'Uomo-Dio; onorando il suo Cuore noi intendiamo celebrare tutte le azioni, tutta la vita di Gesù Cristo, che a ben pensarci non è che la diffusione all'esterno del suo Cuore.
Come i raggi caduti che fertilizzano la terra e conservano nel mondo la vita non si formano che nel sole, dal quale nascono, così dal cuore nascono quelle dolci e forti influenze che portano il calore vitale e il vigore in tutte le membra. Quando, il cuore è languido tutto l'uomo languisce con esso; se esso soffre, soffre pure tutto il corpo, le funzioni si fanno irregolari e l'organismo si guasta. Il compito del Cuore di Gesù fu perciò quello di vivificare, fortificare e sostenere tutte le sue membra, tutti i suoi organi e i suoi sensi con delle influenze continuate, in modo che esso era il principio delle azioni, delle affezioni, delle virtù e di tutta la vita nel Verbo fatto carne.
Per consenso unanime di tutti i filosofi il cuore è ritenuto il focolare dell'amore; e se il motore di tutta la vita di Gesù è stato l'amore, è al suo Cuore che noi dobbiamo attribuire tutti i suoi misteri e tutte le sue virtù. "Come è naturale per il fuoco bruciare - dice S. Tommaso - così è naturale per il cuore amare; e poiché esso nell'uomo è l'organo primario del sentimento, è conveniente che l'atto comandato dal primo di tutti i precetti sia reso sensibile mediante il cuore"
Come gli occhi vedono, e le orecchie sentono, così il cuore ama; è l'organo dell'anima per la produzione degli affetti e dell'amore. Il linguaggio ordinario ha confuso le due espressioni: si adopera la parola cuore per dire l'amore e viceversa. Il Cuore di Gesù è dunque stato l'organo del suo amore; ha cooperato al suo amore, ne è stato il principio, la sede; ha provate tutte le impressioni d'amore che possono capitare ad un uomo, con questa sola differenza, che siccome l'anima di Gesù Cristo ama di un amore incomparabile e infinito, il suo Cuore è una fornace d'amore sia per Dio che per noi; da esso si sprigionano le fiamme più ardenti e più pure dell'amore divino. Esse lo divorano, dal primo istante del suo concepimento fino all'ultimo suo respiro; e non hanno scemato dopo la sua risurrezione, e non cesseranno mai.
Questo cuore divino ha prodotto e produce quotidianamente innumerevoli atti d'amore, dei quali uno solo basta per onorare Dio più che tutti gli atti d'amore degli angeli e dei santi. Tra le creature materiali questa è quella che più di ogni altra contribuisce alla gloria del Creatore e che più di ogni altra merita il culto e l'amore degli angeli e degli uomini. Tutto ciò che riguarda la Persona del Figlio di Dio è infinitamente degno di venerazione. Una sia pur minima particella del corpo, la più impercettibile goccia del suo sangue meritano le adorazioni del cielo e della terra. Anche le cose che di per sè sarebbero le più vili, per aver anche solo toccato la sua carne diventano degne di venerazione: così la croce, e così i chiodi, le spine, la spugna e tutti gli strumenti del suo supplizio. Ma quanto di più non bisogna venerare il suo Cuore, la cui eccellenza è fondata sulla nobiltà delle funzioni che esercita, sulla perfezione dei sentimenti che produce, e dell'azione che ispira?
Se Gesù è nato in una stalla, se è vissuto povero a Nazareth, se è morto per noi, tutto questo noi lo dobbiamo al suo Cuore. Proprio in questo santuario si formavano tutte le evoluzioni eroiche, tutti i progetti che dirigevano la sua vita.
Ecco perché il suo Cuore deve essere onorato, come lo è il Presepio, nel quale l'anima fedele vede Gesù che viene al mondo povero ed abbandonato, come lo è la cattedra dalla quale Gesù ci predica il suo comandamento: Imparate da me che sono dolce ed umile di cuore; come la Croce dove il credente lo vede spirare; come il sepolcro dal quale lo vede risorgere glorioso ed immortale; e infine come il Vangelo Eterno che le insegna ad imitarne tutte le virtù, poiché di tutte esso è un modello perfetto.
L'anima devota del Sacro Cuore si dedicherà pertanto prevalentemente all'esercizio dell'amore divino, perché questo Cuore è soprattutto la sede e il simbolo di questo amore. E siccome il SS.mo Sacramento è il segno sensibile e permanente dell'amore, essa il Cuore di Gesù lo troverà nell'Eucaristia; e imparerà ad amare il suo Cuore Eucaristico.

2. - IL NOSTRO CUORE HA BISOGNO DEL CONTATTO PERMANENTE CON L'AMORE.

Se Gesù Cristo vuole essere sempre amato dall'uomo, bisogna anche che gli attesti sempre il suo amore; e come per vincere e conquistare il nostro cuore Iddio ha dovuto farsi uomo sensibile e palpabile, così, affinché la sua conquista sia stabile, egli ci deve far sentire un amore sensibile ed umanizzato. La legge dell'amore è perpetua; tale deve essere pure la sua grazia; questo sole dell'amore non deve tramontare mai sul cuore dell'uomo, ché altrimenti si raffredda e il ghiaccio della morte e dell'oblio lo seppelliranno. Il cuore non si dà che alla vita, non si unisce che all'amore attuale, quell'amore che dà continuamente prove attuali della propria esistenza.
Nel Santo Sacramento sono precisamente riuniti e trionfanti nel suo Cuore glorioso e vivente tutti quanti gli amori della vita mortale dei Salvatore e tutto l'amore di Bambino apostolo del Padre suo nella sua vita pubblica; e tutto il suo amore di vittima sulla croce. E' qui che dobbiamo venire a cercare il suo amore, e nutrircene. Egli sta anche nel cielo: è vero; ma là c'è per gli Angeli e i Santi gloriosi. Nell'Eucaristia c'è per noi; la nostra devozione verso il Sacro Cuore deve perciò essere eucaristica, deve concentrarsi nella divina Eucaristia, come nell'unico centro personale e vivente dell'amore e delle grazie del Sacro Cuore per gli uomini,
Qual motivo c'è per separare il Cuore di Gesù dal suo corpo e dalla sua divinità? Non è forse vero che egli col suo Cuore vive nel SS.mo Sacramento, e che il suo corpo è vivente ed animato?
Gesù risorto non muore più. Perché allora separare il suo Cuore dalla sua Persona e voler farlo morire nella nostra anima? No, no, questo Cuore divino nell'Eucaristia è vivo e palpitante; - vivo, ma non più della vita del Salvatore, passibile, mortale, capace ancora di tristezza, di agonia o di dolore, ma vivo di una vita di risuscitato, vita consumatesi nella beatitudine. Questa impossibilità di soffrire e di morire non diminuisce niente la realtà della sua vita; viceversa la rende più perfetta. È forse mai entrata la morte in Dio? Egli è la sorgente della vita perfetta ed eterna.
Il Cuore di Gesù è vivo nell'Eucaristia, perché in essa è vivente il suo corpo. Questo cuore, ben è vero, non è più tangibile né visibile, ma è anche vero che esso è là, per tutti gli uomini, sempre quello. Questo che è il principio stesso Sella vita deve essere misterioso e velato: discoprirlo sarebbe la sua morte; la sua esistenza la si constata solo dagli effetti che produce. L'uomo non chiede mai d't vedere il cuore dell'amico, una parola gli basta per conoscerne l'amore. Che sarà allora il Cuore divino di Gesù! Esso ci si manifesta nei sentimenti che ci ispira, tanto ci deve bastare. Chi potrebbe, d'altronde contemplare la bellezza e la bontà di questo Cuore divino? Chi potrebbe sopportare il fulgore della sua gloria, gli ardori consumatori e divoratori di questa fornace divina? Chi oserebbe anche solo guardare quest'arca divina dove sta scritto a caratteri di fuoco il Vangelo dell'amore, dove sono glorificate tutte le sue virtù, dove ha trono il suo amore e la sua bontà e tutti i suoi tesori? E chi ardirebbe penetrare nel santuario stesso della Divinità?
Il Cuore di Gesù!
Ma è quel cielo dei cieli nel quale abita lo stesso Iddio che in esso trova le sue delizie!
No, che noi non lo vediamo, il Cuore Eucaristico di Gesù, noi però lo possediamo: è nostro!
E voi desiderate forse conoscerne la vita? Essa si svolge tra il suo Eterno Padre e noi.
Egli ci guarda. Mentre sta chiuso in una povera Ostia e sembra che il Salvatore dorma il sonno dell'impotenza, il suo Cuore veglia: Ego dormio, et Cor meum vigilat. Questo cuore veglia quando noi non lo pensiamo, e non ce lo sognamo neanche; non conosce requie e lancia verso il Padre suo le sue grida supplicanti il perdono per noi. Gesù ci copre col suo Cuore e ci preserva dalle percosse dell'ira divina provocata dai nostri peccati; il suo Cuore è là, come già sulla Croce, aperto, e lascia cadere sul nostro capo i torrenti della grazia e dell'amore.
È là pronto a difenderci contro i nostri nemici, come una mamma che per difendere il suo bimbo da un pericolo, se lo stringe al cuore; e non si può giungere a lui senza prima toccare la madre. Una madre non può dimenticare il suo figlio, dice Gesù, ma anche se questo avvenisse io non vi abbandonerò giammai.
Il Cuore di Gesù guarda in secondo luogo il Padre suo. Lo adora con le sue umiliazioni ineffabili e con la sua adorazione di annientamento; lo loda, lo ringrazia dei benefici che accorda agli uomini, ai suoi fratelli; alla giustizia del Padre offre se stesso come vittima, e la sua preghiera per la Chiesa, per i peccatori e per tutte le anime che egli stesso ha redente è incessante.
Oh! Padre santo, guarda con compiacenza il Cuore dei tuo Figlio Gesù! Guarda al suo amore, ascolta i suoi sospiri; ed il Cuore Eucaristico di Gesù sia la nostra salvezza.

3 - INTIME RELAZIONI TRA IL S. CUORE E L'EUCARISTIA.

Ma le stesse ragioni in base alle quali fu istituita la Festa del Sacro Cuore e il modo con cui Gesù manifestò il suo Cuore ci insegnano che noi dobbiamo onorarlo nell'Eucaristia e che solo là noi lo troveremo con tutto il suo amore.
Santa Margherita Maria ricevette la rivelazione del Sacro Cuore mentre era dinanzi al SS.mo Sacramento; Gesù le si svelò in un'Ostia mostrandole il suo Cuore e dicendole quelle parole adorabili che costituiscono il commento più eloquente alla presenza reale del SS.mo Sacramento: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini!"
E, apparendo alla ven. M. Matilde, fondatrice di una società di adoratrici, le comandò di amare ardentemente, e di onorare il suo Sacro Cuore nel SS. Sacramento; questo perché fosse pegno del suo amore, perché fosse il suo rifugio in vita, e la sua consolazione nell'ora della morte.
Del resto lo scopo della festa del Sacro Cuore è quello di onorare con maggior fervore e devozione l'amore di Gesù Cristo che soffre ed istituisce il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.
Per entrare nello spirito della devozione verso il Sacro Cuore, bisogna dunque che onoriate i patimenti passati del Salvatore e ripariate le ingratitudini di cui è colmato ogni giorno nell'Eucaristia,
Grandi sono stati i dolori del Cuore di Gesù! Tutte le prove si sono accumulate su di lui: è stato abbeverato di umiliazioni; le più ributtanti calunnie lo hanno assalito e si sono accanite per disonorarlo; è stato saziato di obbrobri; ogni genere di disprezzi gli è stato lanciato contro.
Ma a nulla è valso; egli si è offerto perché lo ha voluto lui; e non se ne è pentito. Il suo amore è stato forte più della morte e tutti i torrenti della desolazione non sono riusciti a spegnerne gli ardori.
Ora questi dolori sono finiti, non c'è dubbio, ma siccome egli li ha voluti soffrire per noi, la nostra riconoscenza non deve finire; il nostro amore deve onorarli come se fossero presenti sotto i nostri occhi. Quel Cuore che li ha patiti con tanto amore, eccolo; non è morto, è vivente, attivo; non è insensibile ma sempre più tenero.
Ohimè! Nonostante Gesù non possa più soffrire, gli uomini continuano a spiegare verso di lui una indifferenza che ha del mostruoso. E precisamente queste ingratitudini verso un Dio presente, che vive in nostra compagnia per ottenere il nostro amore, ah, questo è il supremo tormento del cuore di Gesù nel SS.mo Sacramento!
L'uomo è indifferente a questo dono supremo dell'amore di Gesù per lui. Egli non ne fa caso, neanche ci pensa, o, posto che Gesù faccia proprio di tutto per risvegliarlo dal suo torpore, ci pensa contro voglia, per scacciare questo pensiero divenuto importuno. Egli non sa che farne dell'amore di Gesù Cristo,
Più ancora. L'empio si sente costretto quasi, un po' dalla fede, un po' dai ricordi della sua educazione forse cristiana un po' dal sentimento di adorare Gesù nell'Eucaristia che Iddio stesso mette nel fondo del suo cuore. Ma egli insorge contro il più amabile fra i dogmi della fede, e giunge fino a negare, fino ad apostatare, pur di non aver da immolare a lui un idolo che sta nel suo cuore, una passione, pur di restare ancora immobilizzato nelle sue vergognose catene.
La sua malizia va ancora oltre: non si accontenta di negare, ma non indietreggia neppure dinanzi al crimine di rinnovare gli orrori della Passione del Salvatore.
Si vedono ancora dei cristiani che disprezzano Gesù nel SS.mo Sacramento, che disprezzano questo Cuore che tanto li ha amati: che ancora si consuma di amore per essi! Approfittano, per disprezzarlo, del velo che lo copre.
Lo insultano colle loro irriverenze, coi loro rei pensieri, coi loro sguardi criminali di cui neanche alla sua presenza sanno astenersi. Approfittano, per disprezzarlo, di questa pazienza inalterabile, di questa bontà che tutto sopporta in silenzio, anche gli empi soldati di Caifa, di Erode e di Pilato.
Bestemmiano, i sacrileghi, contro il Dio dell'Eucaristia; poiché sanno che il suo amore lo ha reso muto.
Lo crocifiggono nell'anima loro colpevole: lo ricevono! Osano prendere questo cuore vivente e incatenarlo al loro fetido cadavere e darlo in balia del diavolo che se ne fa padrone.
No, che Gesù anche nel tempo della sua Passione non ha mai ricevuto tanti oltraggi quanti ne riceve nel suo Sacramento. La terra per lui è un Calvario d'ignominia.
Ah, nella sua agonia egli invocava un consolatore; e sulla croce supplicava che si compatisse il suo dolore; ma presentemente quanto mai è necessario l'ammenda onorevole, e la riparazione in onore del Cuore adorabile di Gesù! Circondiamo quindi l'Eucaristia con le nostre adorazioni, col nostro amore.
Al Cuore dì Gesù vivente nel SS.mo Sacramento, amore, lode, adorazione e regno nei secoli dei secoli!

Guelfo Nero
10-06-02, 00:22
CARI AMICI DEL FORUM,

IL TEMA DELLA REGALITà SOCIALE DEL SACRO CUORE è, SI PUò DIRE, IL CENTRO STESSO DELLA DEVOZIONE AL DIVIN CUORE DI GESù.
LA DIMENSIONE SOCIALE E POLITICA DELLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE HA INFATTI COME FINE ESSENZIALE LA RESTAURAZIONE DELLA SOCIETà CRISTIANA ATTRAVERSO LA RIATTIVAZIONE DEGLI STATI CATTOLICI.
IL DOCUMENTO PONTIFICIO SU CUI SI INCARDINA QUEST'ASPETTO ESSENZIALE DELLA DEVOZIONE AL REGAL CUORE è L'ENCICLICA "ANNUM SACRUM" DI S.S. LEONE XIII (1899): NE RIPARLEREMO AMPIAMENTE.
MI PIACE RIPORTARE QUI LE PAROLE DELLA PRINCIPESSA CRISTINA GIUSTINIANI BANDINI POSTE A CONCLUSIONE DEL SUO BEL LIBRO "IL REGNO SOCIALE DEL SACRO CUORE" (VITA E PENSIERO, 1917).

"ALLA PRESENZA, O GESù, DELLA REGINA IMMACOLATA E DEGLI ANGELI CHE VI ADORANO IN QUESTA OSTIA SACROSANTA, DI FRONTE AL CIELO E ANCHE ALLA TERRA INGRATA E RIBELLE, NOI VI RICONOSCIAMO, O GESù, SOLO SIGNORE E PADRONE, UNICA SORGENTE DI OGNI AUTORITà, DI OGNI VIRTù, DI OGNI GIUSTIZIA.
ECCO PERCHè IN SPIRITO DI SOLENNE RIPARAZIONE VI DICIAMO:

NON RICONOSCIAMO UN ORDINE SOCIALE SENZA DIO: LA BASE DELL'ORDINE SOCIALE SIETE VOI, O GESù!

NON RICONOSCIAMO LEGGE DI ALCUN PROGRESSO SENZA DIO: LA LEGGE DI OGNI PROGRESSO SIETE VOI, O GESù!

NON RICONOSCIAMO CIVILTà VERA SENZA DIO: IL PRINCIPIO DI CIVILTà SIETE VOI, O GESù

NON RICONOSCIAMO POSSIBILE L'ESERCIZIO DI UNA GIUSTIZIA SENZA DIO: LA GIUSTIZIA INTEGRALE SIETE VOI, O GESù!

NON RICONOSCIAMO DIRITTO CCHE NON VENGA DA DIO: LA SORGENTE DEL DIRITTO SIETE VOI, O GESù!

NON RICONOSCIAMO LIBERTà SENZA DIO: LA VERA LIBERTà VIENE SOLTANTO DA VOI, O GESù!

NON RICONOSCIAMO FRATELLANZA SINCERA SENZA DIO: VERA FRATELLANZA è LA VOSTRA, O GESù!

NON RICONOSCIAMO VERITà SENZA DIO: LA SOLA VERITà SOSTANZIALE SIETE VOI, O GESù!

NON RICONOSCIAMO AMORE SENZA DIO: L'AMORE INCREATO SIETE VOI, O GESù!

I SOVRANI E I POPOLI VI RINOSCANO PRESTO COME UNICO E VERO RE, COME SOVRANO D'AMORE. AMEN!"

IL TEMA DELLA REGALITà TEMPORALE DI CRISTO (EFFETTIVA E ASSOLUTA ANCHE SE NON ESERCITATA DURANTE LA SUA VITA TRA GLI UOMINI: UN TEMA VERAMENTE CAPITALE PER COGLIERE IL SENSO DI OGNI ORTOPRASSI POLITICA) TROVA IL SUO NATURALE COMPLETAMENTO NEL CULTO DEL SACRO CUORE.
INFATTI COME DICEVA PAPA LEONE XIII "LA POTESTà E L'IMPERO (REALI, EFFETTIVI E NON SOLO MERAMENTE SPIRITUALI N.D.R.) DI CRISTO SI ESERCITANO SUGLI UOMINI ATTRAVERSO LA VERITà, LA GIUSTIZIA E MASSIMAMENTE LA CARITà"

BUONA CONTINUAZIONE DELL'OTTAVA DEL SACRO CUORE

GUELFO NERO
:) :) :)

Littorio
14-06-02, 22:10
Volevo chiedere... in che occasione sono state pronunciate le 12 promesse del Sacro Cuore di N.S.G.C.

cm814
17-06-02, 23:29
Ringrazio Guelfo nero e Lepanto: non mancherò di leggere attentamente quello da loro riportato e di diffonderlo nella mia comunità!
VIva la Chiesa!!!
Gloria al Signore!!!

Colombo da Priverno
17-06-02, 23:56
http://sanlorenzo.dataport.it/SacroCuore/Meravigliosa_Storia/S_Margherita.JPEG

Le dodici promesse sono ricavate dalle apparizioni di Gesù Cristo a santa Margherita Maria Alacoque, nel monastero di Paray-le-Monial, a partire dal 27 dicembre 1673.
Testo guida per conoscere la storia di Santa Margherita Maria Alacoque è la "Bulla Canonizationis Beatae Margaritae Mariae Alacoque, virginis, monialis professa ordinis visitationis B.M.V." di Benedetto XV che è contenuta in "La meravigliosa storia di S. Margherita M. Alacoque", a cura di LUIGI FILOSOMI S.J., Roma.
Il testo si può richiedere presso: SEGRETARIATO NAZIONALE DELL'APOSTOLATO DELLA PREGHIERA, 00186 Roma - Via degli Astalli, 16, Tel. (06) 678.60.65/679.83.86.

Littorio
18-06-02, 11:12
Grazie Lepanto e Guelfo Nero!!!!
Mi siete stati di grande aiuto.

In Christo rege aeterno

Senatore
20-09-03, 00:47
Da pochi mesi è stato pubblicato un interessante libro .

"Simboli del Cuore di Cristo"
di Louis Charbonneau - Lassay.

Tra le finalità dell'opera vi è la dimostrazione della grande antichità del culto del Sacro Cuore. Inoltre il libro è ricco di riproduzioni delle incisioni su legno realizzate dallo stesso autore.
L'ultimo capitolo è dedicato alla critica di alcune raffigurazioni empie del Cuore Divino, empietà che l'Autore fa risalire più o meno direttamente a deliberati tentativi delle logge massoniche di sviare i poveri fedeli, che nella prima guerra mondiale combattevano tenendo sul petto medaglioni con il Sacro Cuore, animati dello stesso spirito della Vandea.
Charbonneau ritiene che i "cuori" massonici (i quali appaiono legati, anzichè cinti da corone di spine) non siano semplici umanizzazioni dell'emblema, ma veri e propri cuori sacrileghi.



P.S. Non ho trovato traccia nel libro di elementi sospetti, cioè di riferimenti a confraternite segrete ed ermetiche; tutte cose che invece si trovano negli altri libri di Charboneau e che me lo rendono particolarmente gradito.
Se mi posso permettere, non riesco proprio a capire come un Autore così fortemente antimodernista, sublime negli elogi al Medioevo, e sincero nella devozione a N.S.Gesù Cristo, possa essere da sodalitium tacciato di falsa e ingannevole ortodossia.
In ogni caso spero che vorrete leggere un'opera così utile.

Holuxar
01-06-17, 19:43
1 giugno 2017: primo giorno del Mese del Sacro Cuore…




http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/01-giugno.htm
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE."



1° giorno: Chi è Gesù - Chi è l'uomo (http://www.stellamatutina.eu/1-giorno-chi-e-gesu-chi-e-luomo/)
http://www.stellamatutina.eu/1-giorno-chi-e-gesu-chi-e-luomo/
“1° giorno: Chi è Gesù – Chi è l’uomo.
CHI È GESÙ.
Gesù è il Figlio Unigenito di Dio, concepito di Spirito Santo, nato verginalmente da Maria Vergine. Gesù è il Verbo Incarnato.
In Dio ci sono tre Persone: Padre, Figlio, Spirito Santo.
Gesù è la seconda Persona della Santissima Trinità.
Per salvare l’umanità dalla schiavitù del peccato, Dio Padre mandò suo Figlio come nostro Redentore.
Il Verbo si incarnò nel seno verginale di Maria, che è l’unica creatura immune da ogni macchia di peccato fin dalla sua concezione. È l’Immacolata. Ella acconsentì al disegno di Dio, accettando di diventare la Madre dell’Unigenito di Dio. Ella accolse il Verbo nel suo seno, e fin dal primo istante lo adorò come Dio; lo generò come Figlio; lo donò a noi come Salvatore e Redentore.
Gesù, con la Madre sua, riparò nell’umiltà, nell’obbedienza e nel sacrificio, l’orgoglio, la ribellione e la cupidigia di Adamo ed Eva.
Gesù e Maria: il nuovo Adamo e la nuova Eva. Essi hanno riaperto le porte del Paradiso, togliendo l’antica maledizione che pesava sull’umanità, ridonando la grazia che redime, offrendo la possibilità della salvezza a tutti,anche se non tutti, purtroppo, l’accettano.
Betlemme, Nazaret, il Calvario: Gesù visse l’umiltà e la povertà a Betlem, il nascondimento e l’obbedienza a Nazaret, la condanna e l’immolazione sul Calvario. In tal modo Egli è stato il nostro Dio Salvatore, pagando i nostri peccati di persona, con la sua vita e con il suo Sangue.
In Lui, soltanto in Lui, tutti gli uomini possono riacquistare la salvezza: «Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio» (1Gv 5,11).
Per questo i Santi hanno consumato la loro vita a portare gli uomini a Gesù Salvatore.
Perché gli Apostoli si sparpagliarono sulla terra e morirono martiri? Solo per donare agli uomini la Buona Novella della salvezza in Gesù.
Perché san Francesco d’Assisi e san Domenico di Guzman furono instancabili nel predicare attraverso paesi e paesi? Per strappare le anime al peccato e all’errore, portandole a Gesù Via, Verità e Vita.
Perché san Francesco Saverio, e tanti missionari, hanno lasciato la famiglia e la patria, per andare a immolarsi in terre lontane e sconosciute? Per portare Gesù a quei fratelli bisognosi di salvarsi l’anima.
Perché san Luigi Grignion, sant’Alfonso de’ Liguori, san Massimiliano M. Kolbe, hanno diffuso con zelo ardentissimo la devozione alla Madonna? Per condurre gli uomini a Gesù Salvatore attraverso la via «più breve, più facile, più sicura».
CHI È L’UOMO
L’uomo è una creatura di Dio. Il primo uomo fu Adamo, che ricevette da Dio il corpo e l’anima. La prima donna fu Eva, che con Adamo costituì la coppia dei nostri progenitori.
L’uomo è composto di anima e di corpo. L’anima è spirituale e immortale, viene creata direttamente da Dio e infusa nel corpo (Gn 2,7). Il corpo è mortale, trasmesso per generazione, si corrompe nel sepolcro, ma è destinato anch’esso all’immortalità, in Paradiso o all’Inferno, con la resurrezione finale.
L’uomo fu creato da Dio innocente. Non solo. Ricevette anche la grazia divina, che lo rese figlio di Dio, compartecipe della stessa natura divina.
Ma l’uomo era libero. E doveva scegliere liberamente Dio, per essere sempre figlio e familiare di Dio, ripieno della felicità eterna del suo regno.
Purtroppo, Adamo ed Eva non scelsero Dio, ma si lasciarono ingannare dalla suggestione diabolica di diventare «come Dio». E si ribellarono a Dio, mangiando il frutto proibito.
Il peccato originale distrusse in loro l’innocenza e la filiazione divina, privandoli anche dei doni particolari ricevuti da Dio. Di più, introdusse lo squilibrio fra corpo e anima, tra sensi e ragione, immettendo in loro i focolai della concupiscenza con le passioni più vergognose.
Satana al posto di Dio. Satana con tutte le sue nefandezze e sconcezze. Un vero capovolgimento: da figlio dell’amore di Dio, l’uomo divenne «figlio dell’ira» di Dio (Ef 2,3). Una vera catastrofe per l’uomo, che diventò l’essere più infelice della terra.
A questo punto, chi avrebbe riparato l’ingratitudine mostruosa, l’oltraggio infinito fatto dall’uomo a Dio?
Un’offesa infinita esige una riparazione infinita. Ma solo Dio è infinito. Quindi, solo Dio poteva riparare il male dell’uomo.
L’unica speranza dell’uomo, perciò, restava solo Dio stesso, l’offeso. L’unica attesa dell’umanità era Dio misericordioso «O Dio, vieni a salvarci…» (Sal 69,2).
E Dio misericordioso venne, con l’Incarnazione del Figlio: «Dio amò tanto il mondo, da mandare il suo Figlio Unigenito» (Gv 3,16), «Il Padre ha mandato il suo Figlio a salvare il mondo» (Gv 4,14).Questa è l’immensità dell’amore di Dio, che è arrivato poi all’eccesso con l’Eucaristia (Gv 13,1), e continua ad amarci con i doni e le promesse del suo divin Cuore. E san Paolo ricorda che «l’amore di Dio è largamente diffuso nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci fu dato» (Rm 5,5). Tocca al cuore del cristiano vivere e inebriarsi di questo amore divino.
Proposito: Fare tutto il mese di giugno in onore del Sacro Cuore.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Mese del Sacro Cuore - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/
“Mese del Sacro Cuore
Il mese di giugno è consacrato alla devozione del Sacratissimo Cuore di Gesù.
ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ.
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito.
Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.”



www.sursumcorda.cloud
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Tespésio Martire, il quale, sotto l’imperatore Alessandro e il Prefetto Simplicio, dopo altri tormenti, fu decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Tespésio possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“1er juin : Saint Pamphile, Prêtre et Martyr († 308).”
“1er juin : Sainte Angèle Merici, Vierge.”
“1er juin 1846 : décès du Pape Grégoire XVI.”



“Sant'Angela Merici, vergine, 1 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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"1 giugno 2017: Ottava dell'Ascensione."
"Il 1 giugno 1846 muore Papa Gregorio XVI Cappellari, Sommo Pontefice."
“1 giugno 2017: Sant'Angela Merici, vergine.
Nacque a Desenzano del Garda verso il 1470. indossò l'abito del Terzo Ordine di San Francesco e radunò intorno a se gruppi di ragazze che educava nelle opere di carità. Nel 1535 fondò a Brescia l'Istituto femminile di sant'Orsola, finalizzato allo scopo di istuire alla vita cristiana le ragazze povere. Morì il 24 gennaio 1540 a Brescia. Fu beatificata nel 1768 da Papa Clemente XIII e canonizzata nel 1807 da Papa Pio VII.
Dal "Testamento spirituale" di sant'Angela Merici
Trattiamo con soavità come Dio
Mie carissime madri e sorelle in Gesù Cristo, sforzatevi, coll'aiuto della grazia, di acquistare e conservare in voi tale intenzione e sentimento buono, da essere mosse alla cura e al governo della Compagnia solo per amore di Dio e per lo zelo della salute delle anime. Se tutte le vostre opere saranno così radicate in questa duplice carità, non potranno portare se non buoni e salutieri frutti. Perciò dice il Salvator nostro: "Un albero buono non può produrre frutti cattivi" (Mt 7, 18) come volesse dire che il cuore, quando è informato alla carità, non può produrre se non buone e sante opere. Onde ancora diceva sant'Agostino: Ama e fà quel che vuoi, come se dicesse chiaramente: La carità non può peccare.
Vi supplico ancora di voler ricordare e tenere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliuole ad una ad una; e non solo i loro nomi, ma ancora la condizione e indole e stato ed ogni cosa loro. Il che non vi sarà cosa difficile, se le abbraccerete con viva carità. Anche le madri secondo la carne, se avessero mille figliuoli, tutti se li terrebbero nell'animo totalmente fissi ad uno ad uno, perché così opera il vero amore. Anzi pare che, quanti più ne hanno, tanto più cresca l'amore e la cura particolare per ciascuno. Maggiormente le madri secondo lo spirito possono e devono far questo, perché l'amore secondo lo spirito é, senza confronto, molto più potente dell'amore secondo la carne. Dunque, mie carissime madri, se amerete queste nostre figliuole con viva e sviscerata carità, sarà impossibile che non le abbiate tutte particolarmente impresse nella memoria e nel cuore.
Impegnatevi a tirarle su con amore e con mano soave e dolce, e non imperiosamente né con asprezza; ma in tutto vogliate esser piacevoli. Ascoltate Gesù Cristo che raccomanda: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt 11, 29); e di Dio si legge che "governa con bontà eccellente ogni cosa" (Sap 8, 1). E ancora Gesù Cristo dice: il mio giogo é dolce e il mio carico leggero" (Mt 11, 30). Ecco perché dovete sforzarvi di usare ogni piacevolezza possibile. Soprattutto guardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza: poiché Dio ha dato ad ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone, invita e consiglia. Non dico però che alle volte non si debba usare qualche riprensione ed asprezza a tempo e luogo secondo l'importanza, la condizione e il bisogno delle persone, ma solamente dobbiamo essere mosse a questo dalla carità e dallo zelo delle anime.”

https://www.radiospada.org/2012/07/le-1esse-del-sacro-cuore-di-gesu-testoimmaginivideo/
"Le 12 Promesse del Sacro Cuore di Gesù. TESTO/IMMAGINI/VIDEO
Già ci eravamo occupati di questo Grande Tema in una precedente galleria di Immagini: Il Cuore del Re (una galleria di immagini del Sacro Cuore di Gesù)
CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA. Mostrando un giorno il suo Cuore a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690) Gesù disse:

«Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo…»
In diverse apparizioni a Santa Margherita, Gesù fece le seguenti promesse per coloro che avessero onorato il suo Cuore e che la Santa riporta nelle sue lettere:

1. «Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato».
2. «Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise».
3. «Li consolerò nelle loro afflizioni».
4. «Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte».
5. «Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere».
6. «I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della Misericordia».
7. «Riporterò le comunità religiose e i singoli fideli al loro primo fervore».
8. «Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione».
9. «Benedirò i luoghi dove l’immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata».
10. «A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
11. «Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato».
12. «Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale… Essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
***
Radio Spada è un sito che si pone sotto la protezione dei Tre Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria."





Luca, Sursum Corda!

Holuxar
02-06-17, 23:08
2 giugno 2017: secondo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/02-giugno.htm
"MESE DI GIUGNO
MEDITAZIONI E PREGHIERE
AL SACRO CUORE DI GESU'"


2° giorno: Il cuore di Gesù - Il cuore dell'uomo - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/2-giorno-il-cuore-di-gesu-il-cuore-delluomo/)
http://www.stellamatutina.eu
http://www.stellamatutina.eu/2-giorno-il-cuore-di-gesu-il-cuore-delluomo/
“2° giorno: Il cuore di Gesù – Il cuore dell’uomo
IL CUORE DI GESÙ
Il Cuore di Gesù è il Cuore di Dio, per questo è il Cuore unico e sublime. Chi può comprenderlo?
Riflettiamo: quel Cuore è stato formato dallo Spirito Santo, è stato fatto nel seno immacolato della Madonna, è stato nutrito con la carne purissima e il sangue verginale di Maria. Quel Cuore ha coltivato la carità divina più illimitata e ardente nell’amare Dio Padre, nell’amare le creature. Quel Cuore è stato giustamente definito «Re e centro di tutti i cuori», «abisso di tutte le virtù», «fonte di ogni consolazione».
Quali gioie e palpiti, quali travagli e tristezze avranno attraversato il Cuore di Gesù? Pensiamo al disegno di Dio che abbraccia l’umanità e il creato, da ricapitolare in Cristo, e pensiamo al mondo di eventi gioiosi e tristi che riempiono la vita di ogni essere. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, è Cuore cosmico, è Cuore universale. Registra ogni movimento anche impercettibile di ogni cuore e di ogni cosa: nulla può sfuggire a Lui, perché «tutte le cose hanno in Lui la loro consistenza» (Col 1,17).
Alla sua discepola prediletta, santa Margherita Alacoque, Gesù dirà fin dalla prima apparizione: «Il mio divin Cuore è così appassionato di amore per gli uomini, che non potendo più contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, le vuole propagare…».
Il Cuore di Gesù ci ama e vuole il nostro amore. È per nostro amore che Egli si è fatto immolare: ossia, per avere il nostro amore. E «l’essenza della devozione al Sacro Cuore – insegnava già il papa Pio VI – consiste nel considerare e nell’onorare, nell’immagine simbolica del Cuore, l’immenso Amore, saturo di tenerezza, del nostro Redentore».
Amare il Cuore di Gesù, quindi, significa rispondere all’esigenza primaria dell’amore di Gesù, significa amare l’amore di Gesù, ricambiandolo con il nostro amore, per il quale Egli è morto.
Perciò san Francesco d’Assisi pregava splendidamente, dicendo a Gesù: «io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amore mio».
IL CUORE DELL’UOMO
In senso biblico, il cuore dell’uomo è il centro vitale dell’uomo, il centro vitale fisico e spirituale. Affetti e pensieri, desideri e voleri «salgono dal cuore» (Is 63,17).
Si può dire che carne e spirito confluiscono nel cuore dell’uomo, rendendolo centro unitario di tutto l’uomo.
Ma l’uomo si è squilibrato con il peccato originale, e continua a squilibrarsi ancor più con i peccati personali, diventando un miscuglio di bene e male, di talenti e difetti, di virtù e vizi, di passioni nobili e ignobili, di alte aspirazioni e di concupiscenze vergognose.
Tutta questa realtà dell’uomo ha il suo punto di incontro nel cuore dell’uomo, è come se venisse raccolta e «pompata», al pari del sangue che confluisce e si diparte dal cuore in circolo vitale per tutto l’organismo.
Per questo dal cuore dell’uomo scaturisce ogni bene e ogni male dell’uomo. Gesù stesso, che ha detto: «Beati i puri di cuore…» (Mt 5,8), ha detto anche queste terribili parole sul cuore dell’uomo: «Dal cuore vengono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie» (Mt 15,19).
Il cuore dell’uomo dev’essere restaurato. In esso deve dimorare Dio. Gesù è venuto per questo sulla terra: riportare il Regno di Dio dentro di noi.
Egli ha portato la Buona Novella, il suo Vangelo da imprimere nel cuore dell’uomo. Lo diceva già per bocca del Profeta Geremia: «Imprimerò la mia legge nei loro cuori» (Ger 31,33). E san Giuseppe da Leonessa, un santo francescano, commentava questo versetto dicendo: «Quindi ogni cristiano dev’essere un libro vivente, in cui si possa leggere la dottrina evangelica. Così diceva san Paolo ai Corinzi: “Siete voi la nostra lettera, scritta non con l’inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente attraverso il nostro ministero, non in tavole di pietra, ma sulle tavole di carne nel cuore”».
Il foglio è il nostro cuore, chi scrive è lo Spirito Santo attraverso il mio ministero… Ma come si potrà scrivere sopra un foglio già scritto? Se non si cancella lo scritto precedente, non ci si può scrivere di nuovo.
Nel vostro cuore c’è scritta l’avarizia, la superbia, la lussuria e gli altri vizi. Come ci potremo scrivere l’umiltà, l’onestà e le altre virtù, se i precedenti vizi non vengono cancellati?».
Un modello splendido di restaurazione del cuore dell’uomo è san Francesco d’Assisi. Non siamo noi a proporlo, ma Gesù stesso, che disse a santa Margherita Maria, indicandole il Serafico Poverello: «Ecco il Santo più vicino al mio Cuore». Così umano e così sublime, san Francesco d’Assisi ci fa capire quale meravigliosa realtà sia la trasformazione del nostro cuore nell’amore appassionato a Gesù e nell’amore trasfigurato a tutte le creature.
Ecco come deve diventare il cuore dell’uomo: un cuore nuovo, tutto amore, umiltà, pazienza, dolcezza, forza, sacrificio…
Il Cuore di Gesù voglia concedercelo in questo santo mese.
Proposito: Leggere ogni giorno una pagina del Vangelo da imprimere nel cuore.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Santi Marcellino e Pietro - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/4371-2/)
http://www.sodalitium.biz/4371-2/
“2 giugno, Santi Marcellino e Pietro, Martiri.
” Roma il natale dei santi Martiri Marcellino Prete e Pietro Esorcista, i quali, sotto Diocleziano, in prigione ammaestrando molti nella fede, dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, dal Giudice Sereno furono decapitati nel luogo, detto Selva Nera, che poi, in onore dei Santi, cambiato nome, fu chiamato Selva Can¬dida. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe, vicino a san Tiburzio, e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Damaso Papa”.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“2 juin 575 : élection du Pape Benoît Ier.
2 juin 657 : décès du Pape Eugène Ier.
2 juin 1537 : publication de la lettre Veritas Ispa du Pape Paul III adressée au card. Jean de Tavera dans laquelle il condamne l’esclavage.”
“2 juin : Saint Pothin et ses Compagnons, Martyrs († 177).”
“Apostolat de la prière : juin 2017
Pour la propagation de la dévotion au Sacré-Cœur
http://www.sodalitium.eu/apostolat/AP121Juin2017Billet.pdf”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Martiri Marcellino Prete e Piétro Esorcista, i quali, sotto Diocleziàno, in prigione ammaestrando molti nella fede, dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, dal Giudice Seréno furono decapitati nel luogo, detto Selva Nera, che poi, in onore dei Santi, cambiato nome, fu chiamato Selva Càndida. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe, vicino a san Tibùrzio, e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Dàmaso Papa. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Martiri Marcellino Prete e Piétro Esorcista possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“Il 2 giugno 575 Papa Benedetto I viene esaltato al Sommo Pontificato.”
Il 2 giugno 657 muore Sant'Eugenio I, Sommo Pontefice.”
“2 giugno 2017
Marcellino e Pietro, santi, martiri di Roma, nel 1256 loro resti furono adoperati da papa Alessandro IV per consacrare l’altare maggiore della chiesa a loro dedicata. Sempre loro reliquie non insigni vennero utilizzate per la riconsacrazione dell’altare il 28 aprile 1754 dal cardinale titolare Vincenzo Malvezzi. I due martiri erano venerati dai pellegrini del VII secolo nel cimitero "ad duas lauros", al terzo miglio della Via Labicana; la loro cripta fu scoperta nel 1896 (ingresso in via Casilina, n.641). I resti vennero trafugati nell’827 da quattro monaci francesi per conto di Eginardo e portati prima in Francia, poi in Germania a Seligenstadt. A titolo di riparazione furono donati a S. Pio V i corpi dei martiri Servanzio e Lamberto vescovo. Le reliquie di Marcellino e di Pietro, nella seconda metà del XVIII secolo, risultavano anche in una chiesa a loro intitolata a Cremona.
M.R.: 2 giugno - A Roma il natale dei santi Martiri Marcellino Prete e Pietro Esorcista, i quali, sotto Diocleziano, ammaestrando in prigione molti nella fede, dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, dal Giudice Sereno furono decapitati nel luogo, detto Selva Nera, che poi, in onore dei Santi, cambiato nome, fu chiamato Selva Candida. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe, vicino a san Tiburzio, e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Damaso Papa.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]
Sant'Erasmo
Originario di Antiochia, fu costretto durante la persecuzione di Diocleziano a nascondersi sul monte Libano. Arrestato e torturato fu miracolosamente liberato. Si recò in Illiria dove operò numerose conversioni. Nuovamente arrestato su ordine dell'imperatore Massimiano, sarebbe stato ancora liberato dall'arcangelo Michele che lo avrebbe condotto a Formia dove divenne vescovo e dove subì il martirio.”



Luca, Sursum Corda!

Holuxar
03-06-17, 15:07
3 giugno 2017: terzo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, Vigilia della Pentecoste…




http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste-vig.htm
Guéranger, L'anno liturgico - Sabato, Vigilia della Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste-vig.htm)
“SABATO, VIGILIA DELLA PENTECOSTE
L'ATTESA DELLO SPIRITO SANTO
Questo giorno viene già illuminato dalla luce splendente della solennità di domani. I fedeli si dispongono a celebrare degnamente questo mistero per mezzo del digiuno; ma, come nella vigilia di Pasqua, la messa dei Neofiti, che anticamente aveva luogo durante la notte, adesso viene anticipata, e fin da prima della metà del giorno, le lodi dello Spirito Santo, la cui effusione è così prossima, hanno risuonato in ogni Chiesa provvista del fonte battesimale. Verso sera, l'Officio dei primi Vespri apre l'augusta solennità. Da oggi, dunque, dalla Liturgia viene proclamato il regno del divino Spirito. Uniamoci quindi ai pensieri ed ai sentimenti degli ospiti del Cenacolo, la cui attesa è prossima ad essere esaudita.
La Creazione.
In tutta la serie dei misteri che abbiamo visto fino ad ora svolgersi durante il corso dell'Anno Liturgico, abbiamo spesso presentito l'azione della terza persona della Ss. Trinità. La lettura dei Libri Santi, tanto dell'Antico che del Nuovo Testamento, hanno svegliato più d'una volta la nostra rispettosa attenzione su questo divino Spirito che sembrava circondarsi di mistero, come se il tempo della sua manifestazione non fosse ancora venuto. L'opera di Dio nelle creature procede per gradi, ma arriva infallibilmente nel momento destinato. L'agiografia nel racconto della creazione ci mostra lo Spirito Santo librarsi sulle acque e fecondarle silenziosamente, aspettando la loro separazione dalla terra che inondavano.
La preparazione dell'Incarnazione.
Se dunque il regno palese dello Spirito Santo sul mondo è stato differito fino allo stabilirsi dell'Uomo-Dio sul trono eterno, non crediamo che questo divino Spirito sia restato fino allora inattivo. Tutta la Sacra Scrittura, di cui abbiamo trovato tanti frammenti nella Liturgia, cosa è, se non l'opera nascosta di Colui che, come ci dice il Simbolo, "parlò per bocca dei Profeti" [1]? È Lui che ci dette il Verbo, Sapienza di Dio, per mezzo della Scrittura, come più tardi doveva darcelo nella carne dell'umanità.
Egli non è restato ozioso, neppure per un momento, durante il corso dei secoli. Egli preparava il mondo al regno del Verbo incarnato, riavvicinando e confondendo le razze, producendo quell'attesa universale che si estendeva dai popoli più barbari alle nazioni più avanzate nella civiltà. Egli non aveva ancora svelato il suo nome alla terra; ma si librava con amore sull'umanità, come in principio aveva fatto sulle acque silenziose ed insensibili.
L'Incarnazione.
Aspettando la sua venuta, i profeti lo annunciavano negli stessi oracoli nei quali predicevano l'arrivo del Figlio di Dio. Il Signore diceva per mezzo della bocca di Gioele: "Effonderò il mio Spirito sopra tutti gli uomini" (2,29). Ed altrove si annunciava così per mezzo di Ezechiele: "E verserò su di voi acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre brutture e vi rimonderò da tutti i vostri idoli. E vi darò un cuore nuovo, e uno Spirito nuovo infonderò dentro di voi e strapperò dalle vostre fibbre il cuor di sasso e vi darò un cuore di carne. E infonderò in Voi il mio Spirito e farò sì che camminiate nei miei precetti e osserviate i miei statuti e li pratichiate " (36,25-27). Ma prima della sua stessa manifestazione, lo Spirito Santo doveva direttamente intervenire per quella del Verbo Divino. Quando la Potenza creatrice fece sorgere dal nulla il corpo e l'anima della futura madre di Dio, fu Lui che preparò l'abitazione della somma Maestà, santificando Maria fin dal primo istante del suo concepimento, prendendo possesso di Lei, come di un tempio ove il Figlio di Dio si apprestava a discendere. Nel momento dell'annunciazione, l'Arcangelo dichiara alla Vergine che lo Spirito Santo scenderà in Lei e che la virtù dell'Altissimo la coprirà della sua ombra. Appena la Vergine ha pronunciato l'accettazione dell'eterno decreto, l'opera dello Spirito Santo ha prodotto in Lei il più ineffabile dei misteri: "E il Verbo si fece carne e abitò fra noi".
Su questo fiore uscito dal ramo emanato dal tronco di Jesse, su questa umanità divinamente prodotta in Maria, lo Spirito del Padre e del Figlio si riposa deliziosamente; Egli la colma dei suoi doni e la rende atta al suo fine glorioso ed eterno (Is 9,1-3).
Egli che aveva dotato la madre di tanti tesori di grazia, per il Figlio sorpassa ancora in maniera incommensurabile la misura che sembrava essere la più vicina all'infinito. E tutte queste meraviglie, come sempre, le compie silenziosamente; poiché non è ancora giunta l'ora in cui dovrà risplendere la sua venuta. La terra non potrà che intravederlo nel giorno in cui, sul letto del Giordano, nelle acque del quale Gesù è disceso, egli stenderà le sue ali e verrà a posarsi sulla testa di quel Piglio amatissimo dal Padre. Giovanni penetra il mistero, come, prima di nascere, aveva sentito nel seno di Maria il frutto benedetto che abitava in Lei. Ma gli uomini non hanno visto che una colomba, e la colomba non ha rivelato i segreti dell'eternità.
Il regno del Figlio di Dio si erge sulla sua base predestinata. Noi abbiamo visto in lui il nostro fratello, poiché ha preso questa carne, con le sue infermità; abbiamo in lui il nostro dottore, poiché egli è la Sapienza del Padre, e, con le sue lezioni, ci inizia a tutte le verità; abbiamo in lui il nostro medico, poiché egli guarisce tutti i nostri languori e tutte le nostre infermità; abbiamo in lui il nostro mediatore, poiché nella sua umanità santa riconduce al suo autore tutta l'opera creata; abbiamo in lui il nostro riparatore, e, nel suo sangue, il nostro riscatto, poiché il peccato dell'uomo aveva spezzato il vincolo tra Dio e noi, ed avevamo bisogno di un redentore divino; abbiamo in lui un capo che non arrossisce delle sue membra, per umili che esse siano, un re che tuttora noi vedemmo coronato per sempre, un Signore che il Signore ha fatto sedere alla sua destra (Sal 109,1).
La Chiesa.
Ma se egli ci governa di continuo, lo fa adesso dall'alto dei Cieli, fino al momento in cui apparirà di nuovo per piegare a terra la testa dei peccatori, quando la voce dell'Angelo griderà: "Il tempo non è più" (Ap 10,6). Nell'attesa, dovranno trascorrere numerosi secoli, e questi sono stati destinati all'impero dello Spirito Santo. Ma lo Spirito non ci poteva essere ancora dato, ci dice san Giovanni, finché Gesù non fosse stato ancora glorificato (7, 39). Il mistero dell'Ascensione segna, dunque, il limite tra i due regni divini quaggiù: il regno visibile del Figlio di Dio e il regno visibile dello Spirito Santo. Per unirli e prepararne la successione, non sono più solamente profeti mortali a parlarne, ma è lo stesso Emmanuele che si fa araldo del prossimo regno dello Spirito, durante la sua vita sulla terra.
Non abbiamo noi già inteso dire da Lui: "È meglio per voi che io me ne vada; poiché se non me ne vado, il Confortatore non verrà a voi"? (Gv. 16, 7). Il mondo ha dunque un gran bisogno di questo divino ospite, del quale il medesimo Figlio di Dio si è fatto Precursore. E affinché noi possiamo conoscere quale sia la Maestà di questo nuovo Signore che regnerà su noi, Gesù ci dichiara la gravita dei castighi che attireranno su di essi coloro che l'offenderanno. "Chi avrà parlato contro il Figlio dell'Uomo sarà perdonato; ma a chi avrà parlato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, ne in questo mondo, ne nel secolo futuro" (Mt 12,32). Però questo Spirito non prenderà natura umana come fece il Figlio; non dovrà riscattare il mondo come lo riscattò il Figlio; ma verrà a portare un amore immenso che non si potrà disprezzare impunemente. È a Lui che Gesù affiderà la Chiesa, sua Sposa, durante i lunghi secoli che dovrà durare la sua vedovanza; a lui rimetterà l'opera sua, affinché la mantenga e la diriga in tutte le cose.
Disposizioni per ricevere lo Spirito Santo.
Noi dunque, chiamati a ricevere fra poche ore l'effusione di questo Spirito d'amore che viene a "rinnovare la faccia della terra" (Sal 103,30), prestiamo la nostra attenzione come la prestammo a Betlemme, nei momenti che precedettero la nascita dell'Emmanuele. Il Verbo e lo Spirito Santo sono uguali nella gloria e nella potenza, e la loro venuta sulla terra procede dal medesimo decreto eterno e pacifico della SS. Trinità, che ha deciso, con questa doppia visita, di "renderci partecipi della natura divina". (2Pt 1,4). Noi, figli del nulla, siamo chiamati a divenire, per opera del Verbo e dello Spirito, figli del Padre Celeste. Ora, se desideriamo sapere in quale modo deve prepararsi l'anima fedele all'arrivo del divino Paraclito, ritorniamo col pensiero al Cenacolo, dove abbiamo lasciato riuniti i Discepoli, perseveranti nella preghiera, secondo l'ordine del Maestro, aspettando che la Virtù dell'alto scenda sopra di essi e venga a ricoprirli come un'armatura per le battaglie che essi dovranno combattere.
La Madonna nel Cenacolo.
In quell'asilo di raccoglimento e di pace, il nostro sguardo rispettoso cerca prima di tutto Maria, madre di Gesù, capolavoro dello Spirito Santo, Chiesa del Dio vivente, dalla quale domani nascerà, come dal seno di una madre per mezzo dell'azione dello Spirito, la Chiesa militante che questa nuova Eva rappresenta e contiene ancora in se stessa. Non ha diritto, in tale momento, a tutti i nostri omaggi, la creatura incomparabile che abbiamo visto associata a tutti i misteri del Figlio di Dio, e che, tra poco, diverrà l'oggetto più degno della visita dello Spirito Santo? Noi ti salutiamo, o Maria piena di grazia, noi tutti che siamo ancor racchiusi in Te, e gustiamo l'allegrezza del tuo seno materno. Non è per noi che ha parlato la Chiesa nella Liturgia, quando essa commenta, glorificandoti, il cantico del tuo antenato Davide [2]? La tua umiltà vorrebbe invano sottrarsi agli onori che domani ti attendono. Creatura immacolata, tempio dello Spirito Santo, bisogna ora che questo Spirito ti sia comunicato in una maniera nuova; poiché una nuova opera t'attende e la terra deve ancora possederti.
Gli Apostoli.
Intorno a Maria è riunito il collegio Apostolico, che contempla, rapito, colei le cui auguste fattezze gli ricordano il Signore assente. Nei giorni precedenti, un avvenimento grave ha avuto luogo nel Cenacolo, sotto gli occhi della Madre di Dio e degli uomini. Come aveva fatto per fondare il popolo d'Israele, per il quale Dio aveva scelto i dodici figli di Giacobbe come altrettante basi di questo popolo privilegiato, così Gesù aveva eletto dodici uomini nel seno di questo medesimo popolo, per essere le basi dell'edificio della Chiesa Cristiana di cui egli è, e Pietro con Lui ed in Lui, la pietra angolare. La colpa di Giuda aveva ridotto a undici questi eletti divinamente prescelti; il numero sacro non esisteva più, e lo Spirito Santo stava per discendere sul collegio degli Apostoli. Prima di ascendere, al Cielo, Gesù non aveva creduto opportuno di fare, egli stesso, la scelta del successore del discepolo traditore; ma. bisognava che il numero sacro fosse completato prima dell'effusione della Virtù dell'alto. La chiesa non doveva invidiare niente alla sinagoga. Chi dunque poteva rimpiazzare la mansione del Figlio di Dio nel designare un Apostolo? Un tale diritto non poteva appartenere che a Pietro, ci dice san Giovanni Crisostomo; ma nella sua modestia declinò quell'onore, non volendo rammentarsi che dell'umiltà [3]. In seguito ad un discorso di Pietro, si avvenne all'elezione, e Mattia, unito agli altri Apostoli, completò quel numero misterioso, e attese, con essi, la promessa discesa del Consolatore.
I Discepoli.
Nel Cenacolo, e sotto gli occhi di Maria, sono riuniti anche i Discepoli che, pur non avendo avuto l'onore di essere eletti Apostoli, sono però stati testimoni delle opere dei misteri dell'Uomo-Dio: scelti e riservati per la predicazione della buona novella. Finalmente Maddalena e le altre pie donne attendono nel raccoglimento, come ha loro prescritto il Maestro, quella visita dall'alto, di cui esse ben presto conosceranno la potenza. Rendiamo i nostri omaggi a questa santa assemblea, ai centoventi Discepoli che ci sono stati dati per modello nell'attuale grande circostanza; poiché lo Spirito divino dovrà scendere prima in loro: essi sono le primizie. Più tardi scenderà anche sopra di noi, ed è per prepararci alla sua venuta, che la santa Chiesa oggi c'impone il digiuno.
La Liturgia di questo giorno.
Anticamente, questo giorno rassomigliava a quello della vigilia di Pasqua. Verso sera i fedeli si recavano in Chiesa per prendere parte alla solennità dell'amministrazione del Battesimo. Nella notte che seguiva, il sacramento della rigenerazione veniva conferito ai catecumeni che l'assenza o qualche malattia avevano impedito di unirsi agli altri nella notte di Pasqua. Quelli che non erano stati giudicati sufficientemente provati, o la cui istruzione non era sembrata abbastanza completa, avendo ormai soddisfatto alle giuste esigenze della Chiesa, contribuivano pure a formare il gruppo degli aspiranti alla novella nascita, che si attinge al sacro fonte. Invece delle dodici profezie che si ripetevano nella notte di Pasqua, mentre i Sacerdoti compivano sui catecumeni i riti preparatori del Battesimo, non se ne leggevano ordinariamente che sei; ciò che porta a concludere che il numero dei battezzati nella notte della Pentecoste era meno considerevole.
Il Cero Pasquale riappariva durante questa notte di grazia, per inculcare alle nuove reclute fatte dalla Chiesa, il rispetto e l'amore verso il Figlio di Dio, che si è fatto uomo per essere "la luce del mondo" (Gv 8,12), Tutti i riti di cui noi abbiamo dato i dettagli ed abbiamo spiegato il Sabato Santo, si compivano anche in questa nuova occasione, in cui riappariva la fecondità della Chiesa; ed il Santo Sacrificio, al quale prendevano parte i neofiti, cominciava poco prima del levar del giorno.
In seguito, essendo per legge divenuto obbligatorio l'uso di conferire il Battesimo ai bambini subito dopo la loro nascita, la Messa battesimale è stata anticipata al mattino del sabato, vigilia della Pentecoste, come pure è stabilito nella vigilia di Pasqua. Prima della celebrazione del Sacrificio si leggono le sei profezie di cui abbiamo parlato poco fa; dopo di che, ha luogo la solenne benedizione dell'acqua battesimale. Il Cero Pasquale torna ad essere presente a questa funzione, alla quale troppo spesso i fedeli mancano di assistere.
[1] Qui locutus est per prophetas, Simbolo di Nicea e di Costantinopoli.
[2] La nostra dimora, di noi tutti che siamo nell'allegrezza, è in Te, o Santa Madre di Dio (Sal 86,7).
[3] Terza Omelia sugli Atti degli Apostoli.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 254-260.”




Vigilia della Pentecoste - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/vigilia-della-pentecoste/)
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“3 giugno 2017, Vigilia della Pentecoste (digiuno e astienenza).
Fa, di grazia, o Dio onnipotente, che rifulga su di noi lo splendore del tuo lume, e che il raggio della tua luce mediante l’illuminazione dello Spirito Santo confermi quei che la tua grazia or ora ha rigenerati. Per il Signore nostro.”

Della festa della Pentecoste - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/della-festa-della-pentecoste/)
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“Catechismo Maggiore di San Pio X – Della festa della Pentecoste.
91 D. Qual mistero si onora dalla Chiesa nella solennità di Pentecoste?
R. Nella solennità di Pentecoste si onora il mistero della venuta dello Spirito Santo.
92 D. Perché la festa della venuta dello Spirito Santo si chiama Pentecoste?
R. La festa della venuta dello Spirito Santo si chiama Pentecoste, vale a dire cinquantesimo giorno, perché la venuta dello Spirito Santo accadde cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù Cristo.
93 D. La Pentecoste non era anche una festa dell’antica legge?
R. La Pentecoste era anche una festa solennissima appresso gli ebrei, ed era figura di quella che si celebra dai cristiani.
94 D. La Pentecoste degli ebrei per qual fine fu istituita?
R. La Pentecoste degli ebrei fu istituita in memoria della legge data loro da Dio sul monte Sinai fra tuoni e lampi, scritta su due tavole di pietra, cinquanta giorni dopo la prima Pasqua, cioè dopo la loro liberazione dalla schiavitù di Faraone.
95 D. In qual maniera si è adempiuto nella Pentecoste de’ cristiani ciò che era figurato in quella degli ebrei?
R. Ciò che era figurato nella Pentecoste degli ebrei si é adempiuto in quella dei cristiani, per questo che lo Spirito Santo discese sopra gli Apostoli e gli altri discepoli di Gesù Cristo, radunati con Maria Vergine in un medesimo luogo, e impresse nei loro cuori la nuova legge per mezzo del suo divino amore.
96 D. Che cosa avvenne nella discesa dello Spirito Santo?
R. Nella discesa dello Spirito Santo venne ad un tratto un suono dal cielo, come di vento gagliardo, ed apparvero delle lingue spartite, come di fuoco, e si posarono sopra ciascuno dei congregati.
97 D. Quali effetti produsse negli Apostoli la discesa dello Spirito Santo?
R. Lo Spirito Santo, discendendo sopra gli Apostoli, li riempì di sapienza, di forza, di carità e dell’abbondanza di tutti i suoi doni.
98 D. Che cosa si ebbe ad ammirare negli Apostoli, dopo che furono ripieni di Spirito Santo?
R. Gli Apostoli, dopo che furono ripieni di Spirito Santo, d’ignoranti divennero intelligenti de’ più profondi misteri e delle sacre Scritture; di timidi divennero coraggiosi per predicare la Fede di Gesù Cristo; parlarono diversi linguaggi, e operarono grandi miracoli.
99 D. Qual fu il primo frutto della predicazione degli Apostoli dopo la discesa dello Spirito Santo?
R. Il primo frutto della predicazione degli Apostoli dopo la discesa dello Spirito Santo fu la conversione di tremila persone nella predica fatta da S. Pietro nel medesimo giorno della Pentecoste, che fu poi seguita da moltissime altre.
100 D. Lo Spirito Santo è stato mandato ai soli Apostoli?
R. Lo Spirito Santo non è stato mandato ai soli Apostoli, ma anche alla Chiesa ed a tutti i fedeli.
101 D. Che cosa opera la Spirito Santo nella Chiesa?
R. Lo Spirito Santo vivifica la Chiesa, e con perpetua assistenza la regge; e di qui viene la forza invincibile che ha nelle persecuzioni; là vittoria sui nemici; la purità della dottrina e lo spirito di santità che vi dimora in mezzo alla corruzione del secolo.
102 D. Quando è che i fedeli ricevono lo Spirito Santo?
R. I fedeli ricevono lo Spirito Santo in tutti i sacramenti, e specialmente nella Cresima e nell’Ordine Sacro.
103 D. Che cosa dobbiamo noi fare nella festa della Pentecoste?
R. Nella festa della Pentecoste dobbiamo fare quattro cose:
1.adorare lo Spirito Santo;
2.pregarlo a venire in noi e comunicarci i suoi doni;
3.accostarci degnamente ai santi Sacramenti;
4.ringraziare il divin Salvatore di aver mandato lo Spirito Santo, secondo le sue promesse, e di avere così compito tutti i misteri e la grande opera dello stabilimento della Chiesa.”




Vieni Santo Spirito - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/vieni-santo-spirito/)
http://www.stellamatutina.eu/vieni-santo-spirito/
“Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna. Amen.”

3° giorno: Cuore d'amore - Cuore egoista - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/3-giorno-cuore-damore-cuore-egoista/)
“3° giorno: Cuore d’amore – Cuore egoista
CUORE D’AMORE
Gesù è Dio. E Dio è Amore.
Il Cuore di Gesù, quindi, è Cuore tutto d’amore.
Non può non amare. Non può non donarsi. Niente può fermarlo, eccetto il peccato, che è la negazione dell’amore.
Il peccato è il suo mortale nemico. Il peccato lo crocifisse sul Calvario. Il peccato continua a crocifiggerlo nei cuori (Eb 6,6).
«Fornace ardente di carità». La fornace è un’immagine espressiva dell’amore di fuoco che riempie il Cuore di Gesù. Anche altre immagini vengono applicate al Cuore di Gesù: cielo d’amore, oceano di carità, abisso, vulcano,incendio d’amore… Ma sono tutte immagini incomplete e imperfette. Come poter esprimere a parole una realtà d’amore che ha per sorgente Dio stesso, l’Infinito?
«Oh! se intendessimo – esclamava sant’Alfonso – l’amore che arde per noi nel Cuore di Gesù! Ci ha tanto amati, che se mettessimo insieme tutto l’amore di cui sono capaci gli uomini, i Santi e gli Angeli, non arriveremmo che alla millesima parte dell’amore che Gesù Cristo ci porta».
Santa Caterina da Siena, nel suo Dialogo, chiese una volta a Gesù: «Dolce Agnello senza macchia, voi eravate morto quando il vostro costato fu aperto; perché dunque avete voluto che il vostro cuore fosse così ferito e aperto?». Gesù rispose: «Per parecchie ragioni di cui ti dirò la principale. Il mio desiderio, riguardo all’umanità, era infinito, ma l’atto presente della sofferenza e dei tormenti era finito. Per mezzo di questa sofferenza io non potevo dunque manifestarvi quanto io vi amavo, poiché il mio amore era infinito. Ecco perché ho voluto rivelarvi il segreto del Cuore facendovelo vedere aperto, affinché voi comprendiate che vi amavo più di quanto avevo potuto provarvi per mezzo di un dolore finito…».
Anche san Bernardo, già secoli prima, aveva esclamato: «Signore Gesù, il tuo Cuore fu trafitto perché in cotesta piaga visibile ai nostri occhi, possiamo vedere la piaga invisibile del tuo amore!».
Il Cuore trafitto di Gesù è la sorgente che zampilla amore per la vita eterna.
CUORE EGOISTA
Se l’amore «non cerca il proprio interesse» (1Cor 53,1), l’egoismo invece non cerca altro che il proprio tornaconto.
Il cuore dell’uomo, se non viene purificato e trasfigurato dalla grazia, è un cuore egoista che mira solo alle proprie soddisfazioni. Anche quando crede di amare, non lo fa se non per il proprio piacere o per le cose a cui ci tiene. L’artista o il commerciante, l’operaio o il professionista, quanto è difficile che lavorino per amor di Dio, anziché per il guadagno o il successo personale!
È stato scritto, giustamente, che i quattro punti cardinali del cuore dell’uomo sono io, io, io, io. Quando, invece, il cuore si riempie d’amore, allora i quattro punti cardinali diventano Dio, Dio, Dio, Dio.
Ebbene, che cosa dire del nostro cuore? È pieno della carità di Dio, o somiglia piuttosto a un bruco tutto chiuso nel suo bozzolo?
Dobbiamo operare con energia perché il nostro cuore così gretto e interessato si apra con generosità all’amore di Dio e dei fratelli. Non dobbiamo e non possiamo credere di amare Dio solo perché gli rivolgiamo preghiere e suppliche per ottenere favori nell’ora del bisogno.
Quante preghiere interessate! E spesso, ottenuto il favore, addio preghiere! Questo è solo un pregare egoista.
Non serve, certo, né a esprimere né a nutrire l’amore.
I verbi dell’amore egoista sono: ottenere, avere, ricevere, possedere, godere… I verbi dell’amore puro sono: donare, donarsi, partecipare, sacrificarsi, far contento l’altro…
Sant’Alfonso de’ Liguori raccomandava di non desiderare il Cielo solo per il gaudio senza fine che si proverà nell’amare Dio, ma per la gioia che proverà Dio ricevendo il nostro amore puro e totale.
Si può arrivare anche lì dove arrivò san Francesco di Sales durante la prova interiore che lo tormentò a lungo con l’ossessione della propria inevitabile dannazione.
«Ebbene, o Signore, – arrivò a pregare il Santo – se è proprio vero che io debba restare per sempre lontano da Voi, procurerò almeno di amarvi con tutto il mio cuore in questa vita!».
Quando san Pio X era vescovo di Mantova, un socialista anticlericale, Alcibiade Moneta, scrisse e diffuse un velenoso libretto anonimo, pieno di calunnie contro il Vescovo.
Quando l’anonimo venne scoperto, ci fu chi consigliò al Vescovo di denunciare quel vile calunniatore.
«Ma non vedete – rispose il santo Vescovo – che quell’infelice ha più bisogno di preghiera che di castigo?».
Qualche tempo dopo, un rovescio di fortuna ridusse quell’infelice alla miseria. Appena il Vescovo lo seppe, fece chiamare una pia signora, e le disse: «Andate dalla moglie di Alcibiade Moneta, e portatele questa offerta; ma non ditele che sono io che vi mando. E se volesse assolutamente saperlo, ditele che vi manda la signora più pietosa che vi sia: la Vergine dell’aiuto».
Così ragiona e opera chi ha il cuore pieno d’amore «che non cerca il proprio interesse» (1Cor 53,1).
Gesù voglia immergere il nostro cuore egoista nella «fornace ardente di carità» del suo Cuore.
Proposito: Procurarsi un’immagine del Sacro Cuore e metterla bene in vista nella casa.”



Giugno con il Sacro Cuore (http://www.preghiereperlafamiglia.it/mese-di-giugno-con-il-sacro-cuore.htm)
03 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/03-giugno.htm)





Santa Messa celebrata da Don Floriano Abrahamowicz stasera alle ore 19.30 a Paese (TV) per il primo Sabato del mese e la Vigilia della Pentecoste:


SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SEGUIRE LA S.MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/seguire-la-s.messa.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/seguire-la-s.messa.php




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Pàola, Vergine e Martire, la quale, mentre raccoglieva il sangue dei predetti Martiri Lucilliàno e Compagni, fu presa, battuta colle verghe, e gettata nel fuoco; ma, rimasta illesa, finalmente anch’essa fu decapitata nello stesso luogo, dove era stato crocifisso san Lucilliàno. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Pàola, Vergine e Martire, possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“3 juin : Sainte Clotilde, Reine de France (476-545)”
“Samedi 3 juin 2017 : Vigile de Pentecôte, Jeûne et abstinence.”
“Lettre encyclique de Sa Sainteté le Pape Pie XI
Sur notre devoir de réparation envers le Sacré-Cœur de Jésus”
Miserentissimus Redemptor, Lettre encyclique de Sa Sainteté le Pape Pie XI, sur notre devoir de réparation envers le Sacré-Coeur de Jésus (http://le-petit-sacristain.blogspot.it/2017/05/miserentissimus-redemptor-lettre-encyclique-de-sa-saintete-le-pape-pie-xi-sur-notre-devoir-de-reparation-envers-le-sacre-coeur-de-jesus.html)
“Apostolat de la prière : juin 2017
Pour la propagation de la dévotion au Sacré-Cœur
http://www.sodalitium.eu/apostolat/AP121Juin2017Billet.pdf”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
04-06-17, 21:10
4 giugno 2017: giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, Domenica di Pentecoste…



“IL SANTO GIORNO DELLA PENTECOSTE
LA VENUTA DELLO SPIRITO SANTO.”
Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste.htm




Santa Messa celebrata stamattina 4 giugno 2017 alle ore 10.30 a Paese (TV) da Don Floriano Abrahamowicz per la Domenica di Pentecoste:




SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SEGUIRE LA S.MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/seguire-la-s.messa.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/seguire-la-s.messa.php




Della festa della Pentecoste - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/della-festa-della-pentecoste/)
http://www.sodalitium.biz/della-festa-della-pentecoste/
“Catechismo Maggiore di San Pio X – Della festa della Pentecoste.”
“Omelia di Don Francesco Ricossa per la festa di Pentecoste: "L'azione dello Spirito Santo sulle anime".”
http://www.crisinellachiesa.it/omelie/omelie_2015/24_05_15.MP3

http://www.sodalitium.biz/san-francesco-caracciolo/
"4 giugno, San Francesco Caracciolo, Confessore (Villa Santa Maria, 13 ottobre 1563 – Agnone, 4 giugno 1608).
“In Agnone, nell’Abruzzo citeriore, san Francesco, della nobile fa­miglia Napoletana Caracciolo, Confessore, Fondatore della Con­gregazione dei Chierici Regolari Minori, il quale arse di meravi­gliosa carità verso Dio e verso il prossimo, e di ardentissimo zelo nel propagare il culto della sacra Eucaristia, e dal Sommo Pontefice Pio settimo fu ascritto nel catalogo dei Santi. Il suo corpo fu tra­ sferito a Napoli, nella Campania, ed è ivi venerato con somma de­vozione”."



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Francésco, della nobile famiglia Napoletana Caracciolo, Confessore, Fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari Minori, il quale arse di meravigliosa carità verso Dio e verso il prossimo, e di ardentissimo zelo nel propagare il culto della sacra Eucaristia, e dal Sommo Pontefice Pio settimo fu ascritto nel catalogo dei Santi. Il suo corpo fu trasferito a Nàpoli, nella Campània, ed è ivi venerato con somma devozione. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Francesco nobile Caracciolo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“Apostolat de la prière : juin 2017
Pour la propagation de la dévotion au Sacré-Cœur
http://www.sodalitium.eu/apostolat/AP121Juin2017Billet.pdf”
“Lettre encyclique de Sa Sainteté le Pape Pie XI
Sur notre devoir de réparation envers le Sacré-Cœur de Jésus”
Miserentissimus Redemptor, Lettre encyclique de Sa Sainteté le Pape Pie XI, sur notre devoir de réparation envers le Sacré-Coeur de Jésus
Miserentissimus Redemptor, Lettre encyclique de Sa Sainteté le Pape Pie XI, sur notre devoir de réparation envers le Sacré-Coeur de Jésus (http://le-petit-sacristain.blogspot.it/2017/05/miserentissimus-redemptor-lettre-encyclique-de-sa-saintete-le-pape-pie-xi-sur-notre-devoir-de-reparation-envers-le-sacre-coeur-de-jesus.html)
“Dimanche de Pentecôte.”
“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Dimanche de Pentecôte : les fruits du Saint Esprit (2016).
http://prieure2bethleem.org/predica/2016_05_15_mai.mp3”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“4 giugno 2017: Domenica di Pentecoste.”




http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/04-giugno.htm



4° giorno: Cuore filiale - Cuore insensibile - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/4-giorno-cuore-filiale-cuore-insensibile/)
“4° giorno: Cuore filiale – Cuore insensibile
CUORE FILIALE
Gesù è Figlio di Dio e di Maria. È Dio Figlio, generato dal Padre dall’eternità. È Dio Figlio dell’uomo (Lc 6,22), generato da Maria Vergine nel tempo.
Il Cuore di Gesù, quindi, è il Cuore perfetto del figlio che ha un Padre e una Madre da amare.
Chi potrà mai immaginare la tenerezza e la delicatezza, l’immensità e l’intensità dell’amore filiale di Gesù verso il suo Papà, «Abba» (Gal 4,6), e verso la sua Mamma, Maria?
A dodici anni di età, quando si smarrì e venne ritrovato nel Tempio, Gesù pronunciò le prime parole che i Vangeli ci riportano, dicendo a Maria e a Giuseppe: «Non sapevate che io debbo interessarmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49).
Gli interessi primari di Gesù sono quelli del Padre.
Ogni figlio deve vivere dell’amore del Padre, in circolo vitale perenne, che ha la sua radice nella generazione. Colui che ci trasmette la vita deve avere il primo posto non solo cronologico, ma anche psicologico nella vita dell’uomo.
Gesù dimostra questa circolazione d’amore con il Padre in modo superlativo. Nei Vangeli parla del Padre più di 150 volte. Lo chiama con dolcezza e dignità «Padre mio» (Gv 8,54), vive e opera per la sua gloria (Gv 8,49), è tutt’uno con Lui: «Io e il Padre siamo uno» (Gv 10,30), le ultime parole prima di morire sono rivolte ancora al Padre con il grido finale: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito» (Lc 23,46).
Verso sua Madre, Maria, Gesù non è meno prodigo di amore ineguagliabile. Se ogni figlio vuole bene e vuole il bene della mamma, Gesù ha dimostrato il suo bene alla Madonna in maniera veramente regale e portentosa.
Gesù ha fatto sua Madre Immacolata, sempre Vergine, Sposa dello Spirito Santo, Mediatrice, Corredentrice, Madre universale, Assunta in corpo e anima al cielo, Regina del cielo e della terra.
Poteva il Cuore di Gesù fare di più? Potrebbe un figlio amare di più la propria mamma? E se ci ha dato questo esempio, come potrebbe non volere che anche noi amiamo la Madonna con tutte le forze? Non è esagerata santa Margherita Alacoque quando arriva a dire che «nessun atto di culto è più caro a Dio, quanto gli onori resi alla Madre sua». E ancora, ad ogni anima: «Siate in tutto una vera figliola di Maria, e la Vergine vi renderà perfetta discepola del Sacro Cuore». L’amore filiale alla Madonna porta sempre e rapidamente a Gesù.
Anzi, san Massimiliano M. Kolbe, afferma con decisione: «L’Immacolata è quella scala lungo la quale noi andiamo al Sacratissimo Cuore di Gesù. E colui che rimuove tale scala, non salirà in alto, ma precipiterà per terra».
CUORE INSENSIBILE
Anche noi siamo figli di Dio e di Maria. Anche noi abbiamo un cuore di figli. Ma in che modo ci mostriamo figli amorevoli e sensibili verso Dio e verso Maria?
Nel Vangelo Gesù ha raccontato la sua più splendida parabola sulla figura del «figliuol prodigo» (Lc 15,11-32).
Questo figlio dal cuore insensibile all’amore paterno, indifferente di fronte alla sofferenza che lacera il cuore del papà; questo figlio che preferisce sbattere la porta di casa e abbandonare la dimora paterna, per degradarsi fra i sozzi piaceri della carne; questo figlio che alla convivenza con chi lo ama, preferisce la compagnia di chi lo sfrutta ignobilmente; questo figlio dal cuore così duro e chiuso all’amore, non sono forse io stesso?
Che cosa sono stati e che cosa sono i miei peccati se non offese e ferite al Cuore di Dio e della Celeste Madre?
Anche il nostro comportamento verso i genitori forse lascia a desiderare. Si parla spesso del problema dei rapporti fra genitori e figli. Ma il problema esiste solo quando il cuore è vuoto d’amore.
In Russia, a Mosca, c’è un monumento eretto al ragazzo Pavlik Morosov, e una via intestata al suo nome.
Perché?
Perché il ragazzo ha denunziato ai capi del partito comunista i suoi genitori, i quali erano contrari alla collettivizzazione.
I genitori vennero arrestati e fucilati. Al ragazzo venne eretto un monumento!
Quando nel cuore c’é l’egoismo e l’odio, che cosa aspettarsi se non egoismo e odio anche contro i genitori?
San Tommaso Moro, invece, Gran Cancelliere d’Inghilterra, sia da giovane che da padre di famiglia, prima di uscire di casa, chiedeva sempre la benedizione al suo vecchio papà.
San Pio X adoperò fino alla morte un vecchio orologio di nichel, ricordo della sua santa mamma. Una volta, un Arcivescovo, vedendo quel povero orologio, offrì al Pontefice un prezioso orologio d’oro, pregandolo di accettarlo in cambio.
«Oh, no, mai – rispose il Papa –. Questo orologio era della mia povera madre e ha segnato l’ora della sua morte. Io me lo terrò sempre caro».
L’amore filiale a Dio «Padre nostro» (Mt 6,9), a Maria nostra «Madre» (Gv 19,27), al Vicario di Cristo, ai nostri genitori, ai Sacerdoti che rigenerano le anime con i Sacramenti: in sintesi, l’amore filiale del Cuore di Gesù sia la sorgente del nostro amore filiale.
Proposito: Pregare per i genitori e trattarli con particolare affetto.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste.htm
“IL SANTO GIORNO DELLA PENTECOSTE
LA VENUTA DELLO SPIRITO SANTO
La grande giornata che compie l'opera divina sull'umanità, riluce finalmente sul mondo. "I giorni della Pentecoste, ci dice san Luca, sono compiuti" (At 2,1). Dopo la Pasqua noi abbiamo visto trascorrere sette settimane; ed ecco il giorno che ne segue e porta il numero misterioso di cinquanta. Oggi è la domenica consacrata dai ricordi della creazione della luce e della Risurrezione di Cristo; ora le dovrà essere imposto il suo ultimo carattere e riceverne "la pienezza di Dio".
La Pentecoste ebraica.
Già durante il regno delle figure il Signore marcò la gloria futura del cinquantesimo giorno. Israele aveva compiuto, sotto gli auspici dell'Agnello Pasquale, il suo passaggio attraverso le acque del mar Rosso. Sette settimane erano trascorse nel deserto che doveva condurre nella terra promessa, ed il giorno che le seguì, fu quello in cui si suggellò l'alleanza tra Dio e il suo popolo. La Pentecoste (il cinquantesimo giorno) fu segnata dalla promulgazione dei dieci comandamenti della Legge divina, e questo grande ricordo restò in Israele, insieme alla commemorazione annuale di tale avvenimento. Ma, come la Pasqua, la Pentecoste era profetica: vi doveva essere una seconda Pentecoste, per tutti i popoli, come vi fu una seconda Pasqua per il riscatto del genere umano. Al Figlio di Dio, vincitore della morte, la Pasqua con tutti i suoi trionfi; allo Spirito Santo la Pentecoste, che lo vede entrare come legislatore nel mondo, posto ormai sotto la sua legge.
La Pentecoste cristiana.
Ma quale differenza tra le due Pentecoste! La prima, sulle rocce selvagge dell'Arabia, in mezzo a fulmini e tuoni, ordinando una legge impressa su tavole di pietra; la seconda, a Gerusalemme, sulla quale la maledizione non è ancora piombata, perché, fino ad allora, ella possiede le primizie del nuovo popolo sul quale dovrà esercitarsi l'impero dello Spirito d'amore. In questa seconda Pentecoste, il Cielo non si oscura, non si ode il fragore del fulmine; i cuori degli uomini non sono agghiacciati dallo spavento, come intorno al Sinai. Ma battono sotto l'impressione del pentimento e della riconoscenza. Un fuoco divino si è impadronito di essi, un fuoco che divamperà su tutta la terra. Gesù aveva detto: "Fuoco sono venuto a gettare sulla terra, e che desidero se non che divampi?" (Lc 12,49). L'ora è venuta, e Colui che, in Dio, è l'Amore, la fiamma eterna ed increata, discende dal Cielo per adempiere gli intenti misericordiosi dell'Emmanuele. In questo momento, in cui il raccoglimento domina il Cenacolo, Gerusalemme è piena di pellegrini, accorsi da tutte le regioni della gentilità, e qualche cosa di segreto si muove in fondo al cuore degli uomini. Sono Ebrei venuti per la festa di Pasqua e della Pentecoste, da tutti i luoghi dove Israele è andato a costruire le sue Sinagoghe. L'Asia, l'Africa, Roma stessa, hanno fornito il loro contingente. Confusi con Ebrei di razza pura, si scorgono anche dei pagani che un movimento di pietà ha portato ad abbracciare le legge di Mosè e le sue pratiche: li chiamano i Proseliti. Questa popolazione mobile, che dovrà disperdersi fra pochi giorni, e che si è riunita a Gerusalemme per il solo desiderio di compiere la legge, rappresenta, per la diversità delle lingue, la confusione di Babele; ma coloro che la compongono sono meno influenzati dall'orgoglio e dai pregiudizi di quanto lo siano gli abitanti della Giudea. Arrivati solamente ieri, essi non hanno conosciuto e ripudiato il Messia, come questi ultimi, né bestemmiato le sue opere che rendevano testimonianza di Lui. Se hanno gridato davanti a Pilato, insieme agli altri Ebrei, per domandare che il Giusto fosse crocifisso, è stato perché essi furono trascinati dall'ascendente dei sacerdoti e dei magistrati di quella Gerusalemme, verso la quale la loro pietà e la loro docilità alla legge li aveva condotti.
Il soffio dello Spirito Santo.
Ma è giunta l'ora; l'ora di Terza, l'ora predestinata da tutta l'eternità, ed ecco che si manifesta e si compie quel disegno che le Tre Divine Persone avevano concepito e deciso prima di tutti i tempi. Nello stesso modo che il Padre, sulla mezzanotte, mandò in questo mondo il proprio figlio, eternamente generato, per prendere carne nel seno di Maria, così il Padre e il Figlio, in questa ora di Terza, inviano sulla terra lo Spirito Santo, che procede da tutt'e due, per compiervi, sino alla fine del tempo, la missione di formare la Chiesa, Sposa e impero di Cristo, di assisterla, di mantenerla; di salvare e di santificare le anime.
Improvvisamente un vento violentissimo che viene dal Cielo, si fa sentire; sibila al di fuori e riempie il Cenacolo col suo soffio potente. All'esterno richiama intorno all'edificio che porta alla montagna di Sion una folla di abitanti di Gerusalemme e di stranieri; dentro, tutto scuote, solleva i centoventi discepoli del Salvatore e mostra che niente gli resiste. Gesù aveva detto di Lui: "Il vento spira dove vuole, e tu ne senti la voce" (Gv 3,8); potenza invisibile, che scava fino negli abissi nel profondo del mare, e lancia le onde fino alle nubi. D'ora in avanti, questo vento percorrerà la terra in tutti i sensi, e nulla potrà arrestarlo nel suo dominio.
Le lingue di fuoco.
Intanto la santa assemblea, che era assisa nell'estasi dell'attesa, ha conservato il medesimo atteggiamento. Passiva sotto la forza del divino Inviato, si abbandona a Lui, ma quel soffio non è stato che una preparazione per l'interno del Cenacolo, mentre è un richiamo per il di fuori. Improvvisamente una pioggia silenziosa si spande dentro all'edificio; pioggia di fuoco dice la Santa Chiesa, "che illumina senza bruciare, che splende senza consumare" [1]; delle falde accese, che avevano la forma di lingue, vengono a posarsi sulla testa di ciascuno dei centoventi Discepoli. È lo Spirito Divino che prende possesso dell'assemblea, in ciascuno dei suoi membri. La Chiesa non è più solamente in Maria; è pure nei centoventi Discepoli. Tutti appartengono adesso allo Spirito, che è disceso sopra di essi; il suo regno è cominciato, è dichiarato, e nuove conquiste si preparano.
Ma ammiriamo il simbolo sotto il quale si opera una tale rivoluzione. Colui che un giorno si mostrò nel Giordano, sotto la graziosa forma di colomba, appare oggi sotto quella del fuoco. Nella divina essenza, egli è amore; ora, l'amore non si trova completamente nella dolcezza e nella tenerezza; esso è ardente come il fuoco. Adesso, dunque, che il mondo è stato affidato allo Spirito Santo, bisogna che bruci; l'incendio non si arresterà più. E perché quella forma di lingue? perché la parola sarà il mezzo col quale si propagherà il divino incendio. I centoventi Discepoli non avranno che da parlare del Figlio di Dio fatto uomo e di tutti Redentore; dello Spirito Santo, che rinnova le anime; del Padre Celeste, che le ama e le adotta: la loro parola verrà accolta da un gran numero di persone. Tutti quelli che l'avranno accettata, saranno uniti in una medesima fede, e l'insieme che essi formeranno verrà chiamato Chiesa Cattolica, Universale, estesa in tutti i tempi ed in tutti i luoghi. Il Signore Gesù aveva detto: "Andate, insegnate a tutte le nazioni". Lo Spirito viene dal Cielo sulla terra, e la lingua farà risuonare questa parola, e l'amor di Dio e degli uomini che la ispirerà. Tale lingua e tale amore si sono arrestati su questi uomini e, coll'aiuto dello Spirito, essi lo trasmetteranno ad altri sino alla fine dei secoli.
Il dono delle lingue.
Un ostacolo, nondimeno, sembra elevarsi contro simile missione. Dopo Babele, i linguaggi dell'umanità si sono divisi, e la parola non circola più nello stesso modo tra un popolo e l'altro. Come dunque potrà essa essere lo strumento di conquista per tante nazioni, e riunire in una sola famiglia tante razze che si ignorano? Non temete: vi provvederà il potentissimo Spirito. Nella sacra ebbrezza che egli ispira ai centoventi Discepoli, ha loro conferito il dono di comprendere e di farsi capire essi stessi in tutte le lingue. Nell'istante medesimo, in un sublime trasporto, si provano a parlare tutti gli idiomi della terra, e la loro lingua, come l'orecchio, si presta, non solamente senza sforzo, ma con delizioso piacere, a questa pienezza della parola che ristabilirà la comunione degli uomini tra loro. Lo Spirito d'amore ha fatto cessare "in un momento" la separazione derivata da Babele, e l'iniziale fraternità riappare nell'unità del linguaggio. Come sei bella, o Chiesa Santa di Dio, resa sensibile da questo prodigio dello Spirito Divino, che agisce ormai senza limite! Tu ci riporti al magnifico spettacolo che ci offriva la terra, quando l'umano genere non parlava che una sola lingua. E questa meraviglia non si effettuerà solamente nel giorno della Pentecoste, né durerà soltanto quanto la vita di coloro nei quali essa si manifesta in questo momento. Dopo la predicazione degli Apostoli, la primitiva forma di questo prodigio si cancellerà a poco a poco, perché non sarà più necessaria; ma sino alla fine dei secoli, o Chiesa Santa, tu continuerai a parlare tutte le lingue; poiché non sarai confinata in un solo paese, ma abiterai in tutte le contrade del mondo. Ovunque, si sentirà predicare la medesima fede nella lingua di ogni popolo, e così, il miracolo della Pentecoste rinnovato e trasformato, ti accompagnerà sempre e resterà uno dei tuoi principali caratteri. È ciò che fa dire a sant'Agostino quelle ammirevoli parole mentre parlava ai fedeli: "La Chiesa diffusa tra le nazioni, parla tutte le lingue; che cos'è la Chiesa, se non il corpo del Cristo? In questo corpo, voi siete un membro. Essendo dunque membro d'un corpo che parla tutte le lingue, avete diritto di considerarvi come partecipe del medesimo dono" [2].
Durante i secoli di fede, la Santa Chiesa, unica sorgente di ogni vero progresso dell'umanità, aveva fatto ancora di più: era riuscita a riunire in una stessa forma di linguaggio i popoli che aveva conquistato. La lingua latina fu molto a lungo il vincolo del mondo civilizzato. Nonostante le distanze, le relazioni di popolo a popolo, le comunicazioni della scienza, gli affari stessi dei privati le erano affidati; l'uomo che parlava quella lingua in nessun luogo era forestiero, né in tutto l'occidente, né al di là di esso. L'eresia del XVI secolo emancipò le nazioni da questo beneficio come da tanti altri, e l'Europa, a lungo scissa, cerca, senza trovarlo, questo centro comune che solo la Chiesa e la sua lingua potevano offrirle. Ma ritorniamo al Cenacolo, le cui porte non si sono ancora aperte, e seguitiamo a contemplarvi le meraviglie del divino Spirito.
Maria nel cenacolo.
Per prima cosa i nostri occhi cercano rispettosamente Maria; Maria, più che mai "Piena di Grazia". Poteva sembrare che, dopo i doni immensi che le vennero prodigati nella sua Concezione Immacolata, dopo i tesori di santità che riversò in Lei la presenza del Verbo incarnato durante i nove mesi che ella lo ebbe nel suo seno, dopo gli aiuti speciali ricevuti per agire e soffrire in unione col suo Figliolo nell'opera della Redenzione, dopo i favori di cui Gesù la ricolmò in mezzo agli splendori della Risurrezione, il Cielo avesse esaurito la quantità di doni che aveva da dispensare sopra una semplice creatura, per quanto alta potesse essere nell'eterno disegno. Ma non è così. Una nuova missione s'inizia per Maria: in quest'ora la Santa Chiesa viene da Lei generata; da Maria nasce al mondo la Sposa del suo Figlio e nuovi doveri l'aspettano. Gesù è ormai asceso al Cielo ed ha lasciato Maria sulla terra, affinché prodigasse le sue cure materne a questo tenero frutto. Quanto è commovente, ma quanto anche gloriosa, questa infanzia della nostra amatissima Chiesa, accolta nelle braccia di Maria, nutrita da lei, sostenuta dal suo appoggio fin dai primi passi della sua carriera nel mondo! Occorre, dunque, un aumento della grazia a questa nuova Eva, alla vera "Madre dei viventi", per rispondere ad una tale missione: e per questo ella è il principale oggetto dei favori dello Spirito Santo.
Un giorno Egli la fecondò per divenire la madre del Figlio di Dio; in questo momento forma in lei la Madre dei Cristiani. "Un fiume con i suoi canali allieta la città di Dio" (Sal 45), come dice Davide; lo Spirito d'amore compie in questo momento l'oracolo del Redentore morente sulla Croce. Egli aveva detto, indicando l'uomo: "Donna, ecco il tuo Figlio"; e adesso l'ora è arrivata, e Maria ha ricevuto con meravigliosa pienezza questa grazia materna, che fin da oggi comincerà ad esercitare e che l'accompagnerà sino al suo trono di Regina, quando la Chiesa, essendo alfine rafforzata sufficientemente, potrà essere lasciata dalla sua celeste nutrice, che, dalla terra salirà al Cielo per cingere il diadema che l'aspetta.
Contempliamo la nuova bellezza che appare sui tratti di Colei in cui il Signore viene a dichiarare una seconda maternità: tale bellezza, oggi, è il capolavoro dello Spirito Santo. Maria brucia di un fuoco celeste; un amore nuovo si è acceso nel suo cuore; ella si dà tutta a quest'altra missione, per la quale è stata lasciata quaggiù. La grazia apostolica è discesa in Lei. La lingua di fuoco, che ha ricevuto, non parlerà per la pubblica predicazione; ma parlerà agli Apostoli, li dirigerà, li consolerà nella loro opera. Ella si esprimerà con altrettanta dolcezza che forza, all'orecchio dei fedeli che sentiranno l'attrattiva verso Colei nella quale il Signore ha suscitato ogni meraviglia. Quale latte generoso darà ai primi figli della Chiesa il vigore che li farà trionfare dagli assalti dell'inferno; e Stefano, formato da Lei, aprirà il nobile stuolo dei martiri.
Gli Apostoli.
Osserviamo adesso il Collegio Apostolico. Questi uomini che quaranta giorni di avvicinamento al Maestro risorto avevano risollevato, e che noi troviamo già così differenti da com'erano prima, cosa sono divenuti ora, dopo che li ha invasi lo Spirito Santo? Non sentite che si sono trasformati, che un ardore divino li trasporta e che tra poco si lanceranno alla conquista del mondo? Tutto ciò che il Maestro aveva annunciato si è adempiuto in essi; ed è veramente la Virtù dell'alto, che è discesa per armarli nella lotta. Dove sono andati quelli che tremavano di fronte ai nemici di Gesù, quelli che dubitavano della sua Risurrezione? La verità, che il Maestro ha loro insegnato, brilla ora agli occhi dell'intelligenza; tutto vedono, e tutto comprendono. Lo Spirito Santo ha loro infuso, in grado sublime, il dono della fede e il loro cuore brucia dal desiderio di diffonderla al più presto in tutto il mondo. Ben lungi, adesso, dall'aver timore, essi non aspirano che ad affrontare tutti i pericoli della predicazione, secondo quanto Gesù ha comandato di annunciare a tutte le nazioni il suo nome e la sua gloria.
I Discepoli.
In un piano inferiore ci appaiono i Discepoli, meno favoriti in questa visita che i dodici principi del Collegio Apostolico, ma penetrati dal medesimo fuoco; essi pure andranno alla conquista del mondo e fonderanno numerose Cristianità. Il gruppo delle pie donne non è stato meno sensibile che il resto dell'Assemblea, nella discesa di quel Dio che si è mostrato sotto l'emblema del fuoco. L'amore che le ritenne ai piedi della croce di Gesù e che le condusse, per prime, al Sepolcro nel mattino di Pasqua, si è acceso di nuovo ardore. La lingua di fuoco si è fermata sopra ciascuna ed esse pure saranno eloquenti nel parlare del Maestro agli Ebrei ed ai Gentili.
Gli Ebrei.
Intanto la folla degli Ebrei che aveva sentito il frastuono annunciante la venuta dello Spirito Santo, si è ammassata, numerosa, intorno al Cenacolo. Questo stesso Spirito, che ha agito nell'interno dell'edificio con tanta magnificenza, li spinge ad assediare quella casa che contiene tra le sue mura la Chiesa di Cristo, la cui nascita è avvenuta or ora. Risuona il clamore delle voci, e, ben presto, lo zelo apostolico non sopporta più di restare in quello stretto recinto. In un momento l'assemblea, seguendo l'ispirazione, si precipita alle porte del Cenacolo, e si mette in contatto con quella moltitudine avida di conoscere il nuovo prodigio operato, poco fa, dal Dio di Israele.
Ma, o meraviglia! la folla composta da persone di tutte le nazioni, che si aspettavano di sentir parlare dei Galilei, è presa improvvisamente dallo stupore. Quei Galilei non hanno fatto altro che annunciare l'avvenuto con parole confuse ed inarticolate, eppure ciascuno li ode parlare nella sua propria lingua. Il simbolo dell'unità appare in tutto il suo splendore. La Chiesa Cristiana è mostrata a tutti i popoli rappresentati da questa moltitudine. Essa sarà una; poiché le barriere che Dio, nella sua Giustizia, mise un tempo per isolare la nazioni, sono crollate poc'anzi. Ecco i messaggeri della fede di Cristo; sono pronti, partiranno, e la loro parola farà il giro della terra. Tuttavia, tra la folla, qualche uomo, insensibile al prodigio, si scandalizza dell'ebbrezza divina nella quale vede gli Apostoli: "Questi uomini, dicono, sono pieni di vino". È il linguaggio del razionalismo che vuole spiegare tutto con il linguaggio umano. E, nondimeno, questi Galilei, che ritengono ubriachi, prostreranno ai loro piedi il mondo intero, e comunicheranno l'ebbrezza di quello Spirito che è in loro, a tutte le razze del genere umano. I Santi Apostoli sentono che il momento è venuto; bisogna che la seconda Pentecoste sia proclamata in questo giorno, anniversario della prima. Ma in tale proclamazione della legge di misericordia e d'amore, che viene a rimpiazzare quella della giustizia e del timore, quale sarà il Mosè? L'Emmanuele, prima di salire al Cielo, l'aveva designato: Pietro, il fondamento della Chiesa. È ora che tutto questo popolo lo veda e lo ascolti; il gregge si sta per formare, ed il Pastore bisogna che si mostri. Ascoltiamo lo Spirito Santo che parlerà per mezzo del suo organo principale, in presenza della moltitudine rapita e silenziosa; ogni parola dell'apostolo, che non parla che in una sola lingua, è capita da ciascuno dei suoi ascoltatori, a qualunque paese della terra appartenga, e qualunque idioma esso usi. E basterebbe questo solo discorso a dimostrare la verità e la divinità della nuova legge.
Il discorso di san Pietro.
"Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e gli orecchi s'aprano alle mie parole. Costoro non sono già ubriachi, come voi vi pensate; siamo appena alla terza ora del giorno! Questo che avviene è quel che fu predetto dal Profeta Gioele: 'E avverrà, dice il Signore, ch'io negli ultimi giorni spanderò del mio Spirito sopra ogni carne, e i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, e i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi avranno dei sogni. Sì, in quei giorni sui miei servi e sulle mie serve spanderò dello Spirito mio e profeteranno. E farò prodigi su in Cielo, e segni giù in terra, sangue e fuoco, e vapor di fumo. Il sole si cangerà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno grande e glorioso del Signore. E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvo'. Uomini d'Israele, ponete mente a queste parole: Gesù Nazareno, Uomo approvato da Dio con opere potenti e prodigi e segni, che Dio ha fatto per mezzo di Lui tra voi, come voi stessi ben sapete: quest'uomo che, conformemente al determinato consiglio e alla presenza di Dio, vi fu dato nelle mani, Voi l'avete confitto per mani d'iniqui; ma Dio l'ha risuscitato, avendo rotto gli angosciosi legami del sepolcro, perché non era possibile che egli ne fosse ritenuto. Ond'è che Davide dice di Lui: 'Sempre ho avuto il Signore davanti agli occhi; ecco, egli sta alla mia destra, affinché io stia fermo. Perciò il mio cuor si rallegra, e la mia lingua giubila; e anche il mio corpo riposerà sperando, poiché tu non lascerai l'anima mia in inferno, e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione! Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita; tu mi ricolmerai di gioia con la tua presenza! Uomini fratelli si può ben dirvi liberamente che il patriarca David morì e fu sepolto, tanto che la sua tomba è anche al dì d'oggi presso di noi. Ma egli essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che farebbe sedere uno della sua progenie sul suo trono, con tal previsione annunzio la risurrezione di Cristo, dicendo che egli non sarebbe stato lasciato nella morte e che il suo corpo non avrebbe veduto la corruzione. Questo Gesù lo ha risuscitato Iddio, e noi tutti ne siamo testimoni. Esaltato Egli dunque alla destra e ricevuta dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha diffuso quel che voi vedete e udite. Certo David non salì al Cielo; anzi egli dice: 'Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, sino a che io non ponga i tuoi nemici sgabello ai tuoi piedi'. Sappia dunque certissimamente tutta la Casa d'Israele, che Dio ha fatto Signore e Cristo questo Gesù che Voi avete crocifisso" (At 2,14-36).
Così fu compiuta la promulgazione della nuova legge, per bocca del nuovo Mosè. Come avrebbero potuto gli ascoltatori non accogliere il dono inestimabile di questa seconda Pentecoste, che veniva a dissipare le ombre dell'antica ed a mettere in luce le divine realtà? Dio si rivelava, e, come sempre, lo faceva con dei miracoli. Pietro ricorda i prodigi di Gesù, di cui la Sinagoga non ha voluto tener conto, che rendevano testimonianza per Lui. Egli annuncia la discesa dello Spirito Santo, e quale prova vi unisce l'inaudito prodigio del dono delle lingue conferito ai presenti del Cenacolo e costatato da tutti gli ascoltatori.
Le prime conversioni.
Proseguendo la sua opera, lo Spirito Santo, che aleggiava su quella folla, feconda con la sua azione benedetta nei cuori predestinati. La fede nasce e si sviluppa improvvisamente nei Discepolo del Sinai, accorsi da ogni parte del mondo per una Pasqua e una Pentecoste ormai sterili. Pieni di timore e di dolore per aver domandato la morte del Giusto, di cui confessano la Risurrezione e l'Ascensione al Cielo, questi Ebrei di tutte le nazioni gridano a Pietro ed ai suoi compagni: "Fratelli, che dobbiamo fare?". Disposizione ammirevole per ricevere la fede! Il desiderio di credere e il fermo proposito di conformare le azioni alla fede. Pietro riprende il suo discorso: "Pentitevi, e che ciascuno di Voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, e avrete parte anche voi al dono dello Spirito Santo. La promessa è stata fatta per voi, per i vostri figli e per quelli che sono lontano ossia i gentili: in una parola per tutti quelli che chiama il Signore nostro Dio".
Ad ogni parola del nuovo Mosè, viene cancellata la Pentecoste giudaica, e quella Cristiana risplende di una luce sempre più meravigliosa. Il regno dello Spirito è inaugurato in Gerusalemme, di fronte a quel tempio condannato a crollar su se stesso. Pietro continua a parlare..., ma il libro degli Atti non ha raccolto che queste parole che risuonano come un ultimo richiamo di salvezza: "Salvatevi, figli di Israele, salvatevi da questa generazione perversa".
E infatti bisognava spezzare i vincoli con i propri cari, meritare, col sacrificio, i favori della nuova Pentecoste, passare dalla Sinagoga alla Chiesa. Molte lotte cominciarono nel cuore di quegli uomini; ma il trionfo dello Spirito Santo, in quel primo giorno, fu completo. Tremila persone si dichiararono discepoli di Gesù e furono, quel dì medesimo, segnate col suggello dell'adozione. O Chiesa del Dio vivente, come sono belli i tuoi progressi sotto il soffio del divino Spirito! In principio tu eri risieduta in Maria, l'Immacolata, piena di grazia e madre di Dio; il tuo secondo passo ti ha dato i centoventi Discepoli del Cenacolo; ed ecco che il terzo ti porta tremila eletti, i nostri antenati, che ben presto lasceranno Gerusalemme e porteranno nei paesi, da dove partirono, le primizie del nuovo popolo. Domani, al tempio, Pietro parlerà, e alla sua voce cinquemila persone si dichiareranno, a loro volta, discepoli di Gesù di Nazaret. Salve, dunque, o Chiesa, nobile ed ultima creazione dello Spirito Santo, società immortale, che militi qui in terra, mentre trionfi nei Cieli.
O Pentecoste, giorno sacro della nostra Nascita, tu inizi gloriosamente la serie dei secoli che deve percorrere in questo mondo la Sposa dell'Emmanuele. Tu ci doni lo Spirito di Dio che viene a scrivere, non più sulla pietra, ma nei nostri cuori, la legge che governerà i Discepoli di Gesù. O Pentecoste, promulgata in Gerusalemme, ma che devi estendere i tuoi benefici anche a coloro "che sono lontani", ossia ai popoli della gentilità, tu vieni a compiere le speranze che ci fece intravedere il mistero dell'Epifania. I Magi venivano dall'Oriente, noi li seguimmo presso la culla del bambino Gesù, mentre sapevamo che sarebbe venuto il nostro turno. La tua grazia, o Spirito Santo, li aveva segretamente attirati a Betlemme; ma adesso, in questa Pentecoste che dichiara il tuo impero con tanta energia, ci chiami tutti; la stella è trasformata in lingue di fuoco, e la faccia della terra si rinnovella. Possano i nostri cuori conservare i doni che tu ci hai portato, quei doni che ci destinarono il Padre ed il Figlio, che ti inviarono a noi!
Il mistero della Pentecoste.
Non dobbiamo meravigliarci che la Chiesa abbia assegnato, nella Liturgia, un posto così privilegiato alla Pentecoste, quanto quello conferito alla stessa Pasqua, essendo l'importanza di questo mistero sì considerevole nell'economia del Cristianesimo. La Pasqua è il riscatto dell'uomo per mezzo della vittoria di Cristo: nella Pentecoste lo Spirito Santo prende possesso dell'uomo redento! L'Ascensione è il mistero intermedio. Da una parte essa dà il completamento alla Pasqua, stabilendo l'Uomo-Dio vincitore della morte e capo dei fedeli, alla destra del Padre; dall'altra, determina la venuta dello Spirito Santo sulla terra.
Questa discesa non poteva aver luogo prima della glorificazione di Gesù, come ci dice san Giovanni (7, 39), e i Padri ce ne danno numerose ragioni che ci aiutano a comprendere. Bisognava che il Figlio di Dio, che col Padre è il principio della processione dello Spirito Santo nell'essenza divina, inviasse anche personalmente questo Spirito sulla terra. La missione esteriore di una delle divine persone non è che una successione ed una manifestazione della produzione misteriosa ed eterna che ha luogo in seno alla divinità. Così il Padre non è inviato né dal Figlio né dallo Spirito Santo, perché non è da essi prodotto. Il Figlio è stato mandato agli uomini dal Padre, essendo stato generato da Lui eternamente. Lo Spirito è inviato dal Padre e dal Figlio perché procede dall'uno e dall'altro. Ma perché la missione dello Spirito Santo si compisse in modo di dare maggior gloria al Figlio, era giusto che non avesse luogo soltanto dopo l'intronizzazione del Verbo incarnato alla destra del Padre, ed era, per la natura umana, sommamente glorioso che al momento di questa missione essa fosse indissolubilmente unita alla natura divina nella persona del Figlio di Dio, onde con ragione si potesse dire che l'Uomo-Dio ha inviato lo Spirito Santo sulla terra.
Questa augusta missione non doveva essere data allo Spirito che quando gli uomini avessero perduto la visione dell'umanità di Gesù. Come abbiamo detto, bisognava, d'ora in avanti, che gli occhi e i cuori dei fedeli, s'innalzassero verso il divino assente con un amore più puro e più spirituale. Ora, a chi apparteneva di portare agli uomini questo nuovo amore, se non al potentissimo Spirito che è il vincolo tra il Padre e il Figlio in un amore eterno? Questo Spirito che infiamma ed unisce, viene chiamato nella Sacra Scrittura il "Dono di Dio"; ed è oggi che il Padre e il Figlio ce lo inviano. Ricordiamoci le parole dell'Emmanuele alla donna di Samaria presso l'orlo del pozzo di Sichar: "Se tu conoscessi il dono di Dio" (Gv 4,10). Ma non era sceso ancora! non si manifestava ancora agli uomini che con parziali benefici. A partire da oggi, è un'effusione di fuoco che copre la terra: lo Spirito Santo anima tutto, agisce in ogni luogo. Noi conosciamo il dono di Dio; non abbiamo più che accettarlo, che offrirgli l'ingresso nei nostri cuori, come i tremila fedeli ascoltatori che furono presenti alla parola di Pietro. Ma osservate in quale momento dell'anno lo Spirito Santo viene a prendere possesso del suo dominio. Abbiamo visto il Sole della giustizia elevarsi timidamente in mezzo alle ombre del solstizio d'inverno, e salire con una corsa lenta fino al suo Zenit. In un sublime contrasto, lo Spirito del Padre e del Figlio ha voluto altre armonie. Egli è fuoco, fuoco che consuma! (Dt 4,24). Ed appare sul mondo nel momento in cui il sole brilla in tutto il suo splendore, in cui questo astro contempla la terra coperta di fiori e di frutti nascenti che carezza con i suoi raggi. Accogliamo nello stesso modo il calore vivificante del divino Spirito, e chiediamogli che non diminuisca più in noi. In questo momento dell'Anno Liturgico, per mezzo del Verbo Incarnato, siamo in pieno possesso della verità! Vegliamo a mantenere fedelmente in noi quell'amore che lo Spirito Santo è venuto, a sua volta, a portarci.
La Liturgia della Pentecoste.
Fondata su un passato di quattromila anni, durante l'epoca delle figure, la Pentecoste cristiana, la vera quinquagenaria, è nel numero delle feste istituite dagli stessi Apostoli. Abbiamo visto che anticamente essa divise con la Pasqua l'onore di condurre i catecumeni al sacro fonte, riconducendoli poi neofiti e rigenerati. La sua Ottava, come quella di Pasqua, non sorpassa il sabato, per una ragione identica all'altra. Il battesimo si conferiva nella notte tra il sabato e la Domenica, e per i neofiti la solennità della Pentecoste s'iniziava al momento stesso del loro battesimo. Come era avvenuto a Pasqua, essi rivestivano allora la veste bianca, deponendola il sabato seguente che era contato come l'ottavo giorno.
Il medio evo dette alla festa di Pentecoste il grazioso nome di Pasqua delle rose: noi abbiamo già visto quello della Domenica delle rose imposto nei medesimi secoli di fede alla domenica dopo l'Ascensione. Il colore vermiglio della rosa ed il suo profumo rammentavano ai nostri padri le lingue ardenti che discesero nel Cenacolo su ciascuno dei centoventi discepoli, come fossero stati i petali sfogliati della rosa divina, che spandessero l'amore e la pienezza della grazia sulla Chiesa nascente. La Liturgia è entrata nella stessa idea, scegliendo, per il Santo Sacrificio, il colore rosso durante tutta l'Ottava. Durando di Mende, nel suo Razionale, così prezioso per gli usi liturgici nel medio evo, c'insegna che nel tredicesimo secolo nelle nostre Chiese, alla Messa della Pentecoste, si liberavano alcune colombe che volteggiavano al di sopra dei fedeli, a ricordo della prima manifestazione dello Spirito Santo sul Giordano; e che, dalla volta, si buttavano giù dei battuffoli di stoppa infiammata, e dei fiori, a ricordo della seconda nel Cenacolo.
A Roma la Stazione si tiene nella Basilica di S. Pietro. Era giusto che si rendesse omaggio in questo giorno al principe degli Apostoli, la cui eloquenza, ispirata dallo Spirito Santo, conquistò alla Chiesa quei tremila Cristiani di cui noi siamo i discendenti.
[1] Responsorio del giovedì della Pentecoste.
[2] XXII Trattato su san Giovanni.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 261-273.”





Luca, Sursum Corda!

Holuxar
05-06-17, 23:47
5 giugno 2017: San Bonifacio, vescovo e martire, quinto giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, Lunedì di Pentecoste…




“Lunedì di Pentecoste.”
“San Bonifacio, vescovo e martire, 5 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)

http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste-doni.htm
Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pentecoste. I doni dello Spirito Santo (http://www.unavoce-ve.it/pg-pentecoste-doni.htm)
“I DONI DELLO SPIRITO SANTO
Durante tutta questa settimana dovremo esporre le diverse operazioni dello Spirito Santo nella Chiesa e nelle anime dei fedeli; ma è necessario, fin da oggi, anticipare l'insegnamento che abbiamo a presentare. Ci sono dati sette giorni per conoscere e studiare il Dono supremo che il Padre e il Figlio hanno voluto inviarci, e lo Spirito, che procede dai due, si manifesta in sette modi nelle anime. È dunque giusto che ogni giorno di questa settimana sia consacrato ad onorare ed a raccogliere questo settenario di benefici, per mezzo dei quali dovrà operarsi la nostra salvezza e la nostra santificazione.
I sette doni dello Spirito Santo sono sette fonti di energia che egli degna deporre nelle nostre anime, quando vi penetra con la grazia santificante. Le grazie attuali mettono in movimento, simultaneamente o separatamente, quelle potenze divinamente infuse in noi, ed il bene soprannaturale e meritorio per la vita eterna si produce col consenso della nostra volontà.
Il Profeta Isaia, guidato dall'ispirazione divina, ci aveva fatto conoscere questi sette doni, nel brano in cui, descrivendo l'operazione dello Spirito Santo sull'anima del Figlio di Dio fatto uomo, che ci rappresenta come il fiore uscito dal ramo Verginale nato dal tronco di Jesse, ci dice: "Si poserà sopra di lui lo Spirito del Signore, Spirito di saviezza e discernimento, Spirito di consiglio e fortezza, Spirito di conoscenza e di pietà, e nel timore del Signore è la sua ispirazione" (Is 9,2-3). Niente di più misterioso che queste parole; ma si sente che ciò che esse esprimono non è una semplice enumerazione dei caratteri del divino Spirito, ma la descrizione degli effetti che opera nell'anima umana. Così l'ha compresa la tradizione cristiana, ed enunciata negli scritti degli antichi padri, e formulata con la teologia.
L'umanità sacra del Figlio di Dio incarnato è il tipo soprannaturale della nostra, e ciò che lo Spirito Santo ha operato in lei deve proporzionalmente aver luogo in noi. Egli ha deposto nel Figlio di Maria quelle sette forze che descrive il profeta; i medesimi doni sono stati preparati all'uomo rigenerato. Notiamo la successione che si manifesta nella loro serie. Isaia nomina prima lo Spirito di sapienza e finisce con quello del timor di Dio. La Sapienza è effettivamente, come vedremo, la più elevata delle prerogative alla quale possa giungere l'anima umana, mentre il Timor di Dio, secondo la profonda espressione del Salmista, non è che il principio e l'abbozzo di questa divina qualità. Si capisce facilmente che l'anima di Gesù chiamata a contrarre l'unione personale con il Verbo, sia stata trattata con una dignità particolare, in modo che il dono della Sapienza debba essere stato infuso in essa in una maniera primordiale, mentre il dono del Timor di Dio, qualità necessaria ad una natura creata, sia stata posta in lei soltanto come complemento. Per noi, al contrario, fragili e incostanti come siamo, il Timor di Dio è la base di tutto l'edificio ed è per mezzo suo che ci eleviamo di grado in grado fino a quella Sapienza che ci unisce a Dio. È dunque nell'ordine inverso di quello segnalato da Isaia nei riguardi del Figlio di Dio incarnato, che l'uomo s'innalza alla perfezione, per mezzo dei doni dello Spirito Santo, che gli sono stati conferiti nel Battesimo e che gli vengono resi nel sacramento della riconciliazione, se ha avuto la sventura di perdere la grazia santificante per il peccato mortale.
Ammiriamo con profondo rispetto l'augusto settenario, di cui troviamo l'impronta in tutta l'opera della nostra salvezza e della nostra santificazione. Sette sono le virtù che rendono l'anima gradita a Dio; per mezzo dei suoi sette Doni, lo Spirito Santo la conduce al suo fine; i sette Sacramenti le comunicano i frutti dell'Incarnazione e della Redenzione di Gesù Cristo; e, finalmente, dopo trascorse sette settimane dalla Pasqua, lo Spirito è mandato sulla terra per stabilirvi e consolidarvi il regno di Dio. Dopo tutto questo, noi non ci meraviglieremo che Satana abbia cercato di fare una parodia sacrilega dell'opera divina, opponendole l'orribile settenario dei sette peccati capitali, per mezzo dei quali egli si sforza di perdere l'uomo che Dio vuole salvare.
I DONI DEL TIMORE
L'orgoglio per noi è l'ostacolo al bene. È l'orgoglio che ci porta a resistere a Dio, a mettere il nostro fine in noi stessi; in una parola, a perderci. Solo l'umiltà può salvarci da un sì grande pericolo. Chi ce la darà? Lo Spirito Santo, infondendo in noi il dono del Timor di Dio.
Questo sentimento riposa sull'idea che la fede ci da della maestà di Dio, in presenza del quale non siamo che un nulla; della sua Santità infinita, davanti alla quale non siamo che indegnità e sozzura; del giudizio sovranamente equo che dovrà esercitare su noi all'uscire da questa vita; e del pericolo di una caduta, sempre possibile, se non corrispondiamo alla grazia che non ci manca mai, ma alla quale possiamo resistere.
La salvezza dell'uomo si opera, dunque, "con timore e tremore", come c'insegna l'Apostolo (Fil 2,12); ma questo timore, che è un dono dello Spirito Santo, non è un sentimento rudimentale che si limita a gettarci nello spavento al pensiero dei castighi eterni. Esso ci mantiene nella compunzione del cuore, anche quando i nostri peccati fossero da molto tempo perdonati; c'impedisce di dimenticare che siamo peccatori, che dobbiamo tutto alla misericordia divina, e che non siamo ancora salvi che in speranza (Rm 8,24).
Questo timor di Dio non è dunque un timore servile, ma diviene, al contrario, la fonte dei sentimenti più delicati: può allearsi con l'amore, non essendo più che un sentimento filiale che teme il peccato a causa dell'oltraggio che reca a Dio. Ispirato dal rispetto della maestà divina, dal sentimento della sua santità infinita, colloca la creatura nel vero suo posto, e san Paolo c'insegna che, purificandosi così, ci aiuta, "compiendo l'opera della nostra santificazione" (2Cor 9,27). È per questo che il grande Apostolo, che era stato rapito fino al terzo Cielo, ci confessa che è rigoroso verso se stesso "al fine di non essere condannato" (1Cor 9,27).
Lo spirito di indipendenza e di falsa libertà che regna oggi, contribuisce a rendere più raro il timor di Dio, ed è questa una delle piaghe del nostro tempo. La familiarità con Dio tiene troppo spesso il posto di questa disposizione fondamentale della vita cristiana, ed è allora che ogni progresso si arresta, l'illusione si introduce nell'anima, ed i sacramenti, che nel momento del ritorno a Dio avevano operato con tanta forza, divengono press'a poco sterili. E ciò accade perché il dono del timore è stato soffocato sotto la vana compiacenza dell'anima in se stessa. L'umiltà si è spenta; un orgoglio, segreto e universale, è venuto a paralizzare i movimenti di quell'anima, che arriva, senza accorgersene, a non conoscere più Iddio, per il fatto stesso che non trema più davanti a Lui.
Conservaci, dunque, o divino Spirito, il dono del timor di Dio, che hai diffuso in noi nel nostro Battesimo. Questo timore salutare ci assicurerà la perseveranza nel bene, arrestando il progresso dello spirito d'orgoglio. Che esso sia, dunque, come un dardo che attraversi la nostra anima da parte a parte, restandovi fissato sempre a nostra salvaguardia. Che esso abbassi la nostra alterigia, che ci strappi alla mollezza, rivelandoci, senza tregua, lo splendore e la santità di Colui che ci ha creati e che ci deve giudicare.
Sappiamo, o divino Spirito, che questo beato timore non soffoca l'amore; ma, ben lungi da ciò, toglie, invece, gli ostacoli che impedirebbero il suo sviluppo. Le potenze celesti vedono ed amano ardentemente il Sommo Bene, e se ne sono inebriate per l'eternità; e, nondimeno, tremano di fronte a quella temibile maestà: "tremunt Potestates". E noi, ricoperti dalle cicatrici del peccato, pieni d'imperfezione, esposti a mille insidie, obbligati a lottare contro tanti nemici, non sentiremo, forse, che dobbiamo stimolare con un forte timore filiale, nello stesso tempo, la nostra volontà che si addormenta così facilmente e il nostro spirito assediato da tante tenebre? Veglia sulla tua opera, o divino Spirito! Preserva in noi il dono prezioso che ti sei degnato di farci; insegnaci a conciliare la pace e la gioia del cuore con il timor di Dio, secondo questo avvertimento del Salmista: "Servite a Dio con timore rendetegli omaggio con tremore" (Sal 2,11).
PREGHIAMO
O Dio, che oggi hai ammaestrato i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 280-284.”





Omelia e Santa Messa celebrata da Don Floriano Abrahamowicz il 4 giugno 2017 alle ore 10.30 a Paese (TV) per la Domenica di Pentecoste:



Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=-XrCtIofOyM
Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=_1MsXOkB1p4
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)





San Bonifacio - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-bonifacio/)
http://www.sodalitium.biz/san-bonifacio/
“5 giugno, San Bonifacio, Vescovo e Martire (680 – 754).
“Nella Frisia san Bonifacio, Vescovo di Magonza e Martire. Questi, dall’Inghilterra andato a Roma, dal Papa beato Gregorio secondo fu mandato in Germania per predicare la fede di Cristo a quelle genti, e, avendo ivi sottomesso alla religione Cristiana una grandissima moltitudine, specialmente dei Frisoni, meritò di essere chiamato Apostolo dei Germani; alla fine nella Frisia dai pagani infuriati colpito con la spada, compì il martirio insieme ad Eobano Coepiscopo e ad alcuni altri servi di Dio”.”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Bonifàcio, Vescovo di Magónza e Martire. Questi, dall’Inghiltérra andato a Roma, dal Papa beato Gregorio secondo fu mandato in Germània per predicare la fede di Cristo a quelle genti, e, avendo ivi sottomesso alla religione Cristiana una grandissima moltitudine, specialmente dei Frisoni, meritò di essere chiamato Apostolo dei Germàni; alla fine nella Frisia dai pagani infuriati colpito con la spada, compì il martirio insieme ad Eóbano Coepiscopo e ad alcuni altri servi di Dio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Bonifàcio possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
“Oggi ricordiamo anche san Dorotéo Prete (a Tiro, nella Fenicia), il quale soffrì molti tormenti sotto Diocleziàno; e, sopravvivendo fino ai tempi di Giuliano, sotto di lui, all’età di centosette anni, onorò col martirio la sua veneranda vecchiaia. San Dorotéo pregate per noi presso Dio affinché ci ottenga la perseveranza finale.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“5 juin : Saint Boniface, Archevêque de Mayence, Martyr (680-754).”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“5 giugno 2017: Lunedì di Pentecoste.”
“Il 5 giugno 1305 Papa Clemente V de Got viene esaltato al Sommo Pontificato.”





http://www.stellamatutina.eu/
5° giorno: Cuore mite - Cuore duro (http://www.stellamatutina.eu/5-giorno-cuore-mite-cuore-duro/)
“5° giorno: Cuore mite – Cuore duro
CUORE MITE
La mitezza è la virtù dei forti. Soltanto un animo forte può conservarsi mite e mansueto di fronte a offese o maltrattamenti. Ci vuole grande forza d’animo per non reagire contro un provocatore, per non ricambiare con la stessa moneta chi adopera modi odiosi o violenti.
San Girolamo dice: «È mite l’uomo che non si lascia dominare dal cattivo umore o dalla collera, che accetta con uguaglianza di animo i vari avvenimenti della vita, che non provoca né si mostra provocato».
La mitezza, poi, è riferita particolarmente al cuore.
“Ha un cuore mite”, si dice di una persona che ispira benevolenza.
“È duro di cuore”, si dice di chi mostra durezza nel tratto e nelle parole.
Il Cuore di Gesù, quanta mitezza rivela! Lui stesso ha potuto dire: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Sempre uguale a se stesso in una calma sovrana, Egli vive povero, incompreso, respinto, perseguitato.
Compie il bene con le sue mani prodigiose, e viene accusato di avere un demonio (Gv 8,48). Guarisce gli ammalati, converte i peccatori, salva l’adultera dalla lapidazione, consola le sorelle Marta e Maria risuscitando Lazzaro da morte, e i Giudei «cercano di farlo morire» (Gv 11,53).
Che cosa dire, poi, della mitezza di Gesù durante la sua Passione e Morte? L’immagine più vera e più bella è quella dell’agnello a cui Gesù si è paragonato: «Ero come un agnello mansueto che vien portato al macello» (Ger 11,19).
L’agnello guarda con occhi miti e dolci anche colui che lo sgozza. Gesù guardò dall’alto della croce noi, suoi crocifissori, e supplicò il Padre, pregando: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
CUORE DURO
Un cuore mite è un cuore d’oro. Chi ha il cuore mite è ben disposto verso tutti e dispone bene anche gli altri.
La mitezza fu la virtù che san Francesco di Sales volle conquistare con tutte le forze, perché era convinto, a ragione, che si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto.
Questa è una grande verità che spesso purtroppo noi dimentichiamo a danno nostro e altrui.
Quando i creditori si presentavano a san Camillo de Lellis, capitava spesso che non ricevessero niente, perché il Santo non aveva niente. Ma san Camillo si scusava di non poterli pagare con tanta mitezza e dolcezza che quelli se ne andavano consolati. Uno di essi una volta disse: «Insomma, io me ne vado consolato senza quattrini…».
«Beati i miti – ha detto Gesù – perché possederanno la terra» (Mt 5,4). Chi è mansueto di cuore conquista i cuori dei fratelli. La mitezza sgretola l’egoismo, disarma ogni passione aggressiva, smussa le angolosità di temperamento.
Conquistarla, che grazia e che ricchezza!
Il cuore dell’uomo, si sa, è egoista, e l’egoismo rende duri e aggressivi di fronte all’ostacolo. Cedere, essere remissivi, preferire ai propri interessi la concordia e la pace, esige il sacrificio dell’egoismo, talvolta esige anche la rinuncia a cose buone.
Era mite la beata Anna Maria Taigi quando talvolta sapeva rinunciare anche alla Santa Messa e alla Comunione quotidiana, pur di evitare ogni pretesto di disarmonia in famiglia.
Era mite san Francesco di Sales quando, a chi gli diceva che in giro circolavano voci infamanti sul suo conto, sapeva rispondere con serenità: «Non si dice altro che questo su di me? Vedo bene che non sanno tutto e mi credono migliore di quel che sono».
Non doveva essere certamente duro il cuore di san Massimiliano M. Kolbe, se i suoi stessi confratelli arrivarono a soprannominarlo fra’ marmellata.
Nella vita di santa Gertrude si legge che una volta la Santa, pur sentendosi male e debolissima, volle ugualmente recitare la lunga preghiera del Mattutino. Stava già a buon punto, quando le si avvicina un’altra monaca, inferma, e la prega di voler recitare insieme il Mattutino.
Senza mostrare il minimo segno di fastidio, ma con dolce mitezza, la Santa ricominciò la recita del Mattutino insieme alla consorella. Il giorno dopo, in una visione, il Signore le fece vedere quale tesoro ella avesse guadagnato con quell’atto di carità fatto con tanta mitezza di cuore. Che cosa c’é nel nostro cuore, invece? C’è mitezza, mansuetudine, dolcezza verso tutti, anche verso chi ci maltratta e ci fa soffrire? O abbiamo in noi quella brutta durezza, figlia dell’egoismo, che non ci fa curare degli altri se non per approfittarne, e ci fa essere pronti a scagliarci contro chi ostacola i nostri interessi?
Guardiamo a Gesù così mite, dolce, mansueto di cuore. Ascoltiamo il suo invito: «Imparate da me…».
Diamo retta al Profeta che ci ripete: «Se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori» (Sal 94,8). E Dio non permetta mai che ci possa capitare la peggiore delle disgrazie: l’indurimento del cuore. A questo punto, ci troveremmo già legati alla nostra rovina. «L’ho abbandonato alla durezza del suo cuore, che seguisse il proprio capriccio» (Sal 80,13): così dice lo Spirito Santo.
Supplichiamo Gesù perché voglia tenere il nostro cuore sempre nel suo Cuore tutto mitezza e docilità.
Proposito: Trattare con particolare mitezza una persona antipatica.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


05 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/05-giugno.htm)




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
07-06-17, 22:56
6 e 7 giugno 2017...

6 giugno 2017: San Norberto, Vescovo e Confessore, sesto giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù e Martedì di Pentecoste…



“Martedì di Pentecoste.”
“San Norberto, vescovo e confessore, 6 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




San Norberto - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-norberto/)
“6 giugno, San Norberto, Vescovo e Confessore (Xanten, 1080 circa – Magdeburgo, 6 giugno 1134), fondatore dell’Ordine Premostratense.
O Signore, che il tuo beato confessore e vescovo Norberto rendesti banditore esimio della tua parola, e per suo mezzo rendesti feconda la tua Chiesa di una nuova famiglia, deh! fa che per i suoi meriti possiamo praticare col tuo aiuto quando egli ha insegnato con le parole e colle opere.”


www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Artémio, con la sua moglie Càndida e la figlia Paolina. Di essi Artémio, convertitosi a Cristo per la predicazione ed i miracoli di san Piétro Esorcista, e battezzato con tutta la famiglia da san Marcellino Prete, per ordine del Giudice Seréno fu battuto con flagelli piombati e ucciso colla spada; la moglie e la figlia, gettate in una caverna, furono sotterrate con sassi e calcinacci. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Martiri ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Artémio, Candida e Paolina possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“6 juin 684 : début du pontificat de Saint Benoît II.”
“6 juin 824 : élection du Pape Eugène II.”
“6 juin 1830: apparition du Christ à Ste Catherine Labouré en la fête de la Sainte Trinité comme un Roi crucifié, dépouillé de ses ornements.”
“6 juin : Saint Norbert, Archevêque, Fondateur de l'Ordre des Prémontrés (1080-1134).”



https://forum.termometropolitico.it/584759-6-giugno-s-norberto-vescovo-e-fondatore.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Norberto
"Nome di origine germanica. È composto dalle radici nord (o north, "nord") e beraht (o berth, "brillante", "illustre"); il significato si può quindi interpretare con "splendore del Nord", o "celebre del Nord". Il primo elemento si ritrova anche nel nome Normanno, mentre il secondo, molto comune nei nomi germanici, si riscontra ad esempio in Roberto, Alberto, Dagoberto, Egberto e via dicendo.
L'onomastico si festeggia il 6 giugno in ricordo di san Norberto di Prémontré, arcivescovo di Magdeburgo e fondatore dei premonstratensi."



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“6 giugno 2017: Martedì di Pentecoste.”



06 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/06-giugno.htm)
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE
LA CORONA DI SPINE
6° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per i pensieri impuri, di odio e di superbia.
LA CORONA DI SPINE
Il Cuore di Gesù è rappresentato con una piccola corona di spine; così fu mostrato a Santa Margherita.
La coronazione di spine che subì il Redentore nel Pretorio di Pilato, gli produsse tante sofferenze. Quelle acute spine, conficcate senza pietà sul Divin Capo, vi rimasero fino a tanto che Gesù non spirò in Croce. Come dicono pii scrittori, con la corona di spine Gesù intese riparare i peccati che si fanno specialmente con il capo, cioè i peccati di pensiero.
Volendo rendere omaggio particolare al Sacro Cuore, riflettiamo oggi sui peccati di pensiero, non solo per evitarli, ma anche per ripararli e consolare Gesù.
Gli uomini vedono le opere; Dio, scrutatore dei cuori, vede i pensieri e ne misura la bontà o la malizia.
Le anime grossolane nella vita spirituale tengono conto delle azioni e delle parole e danno poca importanza ai pensieri, motivo per cui non ne fanno oggetto di esame e neppure di accusa in confessione. Costoro sono in errore.
Tante anime pie invece, delicate di coscienza, sogliono dare troppa importanza ai pensieri e, se non sono ben giudicate, possono cadere nella perplessità di coscienza o nello scrupolo, rendendosi pesante la vita spirituale, che di per sé è soave.
Nella mente hanno sede i pensieri, i quali possono essere indifferenti, buoni o cattivi. La responsabilità di un pensiero davanti a Dio ha luogo soltanto allorché se ne comprende la malizia e poi liberamente si accetta.
Non sono dunque peccato le immaginazioni ed i pensieri cattivi, quando si tengono in mente distrattamente, senza controllo dell'intelligenza e senza l'atto di volontà.
Chi volontariamente commette un peccato di pensiero, mette una spina nel Cuore di Gesù.
Il demonio conosce l'importanza del pensiero e lavora nella mente di ognuno o per disturbare o per fare offendere Dio.
Alle anime di buona volontà, a chi vuole piacere al Cuore di Gesù, si suggerisce il segreto, non solo di non peccare col pensiero, ma di utilizzare gli stessi assalti del demonio. Eccone la pratica:
1. - Viene alla mente il ricordo di una offesa ricevuta; l'amor proprio ferito si risveglia. Sorgono allora sentimenti di avversione e di odio. Appena ci si accorge di ciò, si dica: Gesù, come Tu perdoni a me i peccati, così per tuo amore io perdono al prossimo. Benedici chi mi ha offeso! - Fugge allora il demonio e l'anima resta con la pace di Gesù.
2. - Un pensiero di orgoglio, di superbia o di vanità ingigantisce nella mente. Avvertendolo, si faccia subito un atto di umiltà interna.
3. - Una tentazione contro la fede dà molestia. Approfittare per fare un atto di fede: Credo, o Dio, quanto hai rivelato e la Santa Chiesa propone a credere!
4. - Pensieri contro la purezza turbano la serenità della mente. È Satana che presenta immagini di persone, ricordi tristi, occasioni di peccato... Si resti nella calma; non ci si turbi; non si discuta con la tentazione; non si facciano tanti esami di coscienza; serenamente si pensi ad altro, dopo avere recitata qualche giaculatoria.
Si dà un suggerimento, che diede Gesù a Suor Maria della Trinità: Quando l'immagine di qualche persona attraversa la tua mente, o è naturalmente, oppure per opera di buono o di cattivo spirito, approfitta per pregare per essa. -
Quanti peccati di pensiero si compiono nel mondo in tutte le ore! Ripariamo il Sacro Cuore dicendo lungo il giorno: O Gesù, per la tua coronazione di spine, perdona i peccati di pensiero!
Ad ogni invocazione è come se si togliesse qualche spina dal Cuore di Gesù.
Un ultimo suggerimento. Uno dei tanti disturbi del corpo umano è il mal di testa, che alle volte è un vero martirio o per la intensità o per la durata. Si approfitti per fare degli atti di riparazione al Sacro Cuore, dicendo: « Ti offro, Gesù, questo mal di testa per riparare i miei peccati di pensiero e quelli che si fanno in questo momento nel mondo! ».
La preghiera unita alla sofferenza dà molta gloria a Dio.
ESEMPIO
Guardami, figlia mia!
Le anime amanti del Sacro Cuore si rendono familiare il pensiero della Passione. Gesù, quando apparve a Paray-Le Monial, mostrando il suo Cuore, mostrò anche gli strumenti della Passione e le Piaghe.
Chi medita spesso le sofferenze di Gesù, ripara, ama e si santifica.
Nel palazzo dei Principi di Svezia una ragazzina pensava spesso a Gesù Crocifisso. Si commuoveva al racconto della Passione. La sua piccola mente riandava sovente alle scene più dolorose del Calvario.
Gesù gradì il devoto ricordo dei suoi dolori e volle premiare la pia ragazzina, che allora contava dieci anni. Le apparve Crocifisso e ricoperto di Sangue. - Guardami, figlia mia! ... Così mi hanno ridotto gl'ingrati, che mi disprezzano e non mi amano! -
Da quel giorno la piccola Brigida s'innamorò del Crocifisso, ne parlava con altri e voleva soffrire per rendersi simile a Lui. Giovanissima contrasse le nozze e fu modello di sposa, di madre e poi di vedova. Una sua figliuola divenne Santa ed è S. Caterina di Svezia.
Il pensiero della Passione di Gesù fu per Brigida la vita della sua vita e così ottenne da Dio favori straordinari. Ebbe il dono delle rivelazioni e con abituale frequenza le appariva Gesù ed anche la Madonna. Le celesti rivelazioni fatte a quest'anima formano un prezioso libro ricco di ammaestramenti spirituali.
Brigida raggiunse le cime della santità e divenne una gloria della Chiesa col meditare con assiduità e frutto la Passione di Gesù.
Fioretto. Allontanare subito i pensieri d'impurità e di odio.
Giaculatoria. Gesù, per la tua coronazione di spine perdona i miei peccati di pensiero!
“(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù -" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)”

6° giorno: Cuore umile - Cuore superbo (http://www.stellamatutina.eu/6-giorno-cuore-umile-cuore-superbo/)
“6° giorno: Cuore umile – Cuore superbo
CUORE UMILE
«Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29).
Se l’umiltà può essere più o meno profonda, diciamo subito che la profondità dell’umiltà di Gesù è incommensurabile.
Fino a che punto Gesù sia stato umile, lo sappiamo dalla Fede che ci assicura l’inesistenza in Lui della personalità umana; lo sappiamo dalla storia, che ci fa vedere Gesù come un agnello immolato sull’infame legno della croce.
Gesù si è tanto umiliato da toccare il fondo dell’abiezione: «Ho scelto di essere abbietto» (Sal 83,11). E nessuno mai potrà eguagliarlo in questo abbassamento e disprezzo di sé.
Il cuore umile, però, prima o poi canterà vittoria e verrà esaltato. «L’umiliazione tien dietro al superbo, mentre la gloria andrà incontro all’umile» (Pro 29,23). L’umiltà sospinge verso il Paradiso. L’orgoglio invece precipitò Lucifero e gli angeli ribelli all’inferno.
San Francesco d’Assisi, a chi gli chiedeva perché Dio avesse dato a Lui tanti doni straordinari, rispondeva che Dio si compiace di colmare di doni soprattutto gli esseri più vili e miserabili. Dio esalta gli umili (Lc 1,52). Per questo san Francesco volle che i suoi frati fossero e si chiamassero «minori»: perché fossero i più vicini a Dio.
L’orgoglio chiuse le porte del Paradiso. L’umiltà le riapre. Sant’Agostino afferma che «le altre virtù picchiano alla porta del cuore di Dio; l’umiltà lo apre», e aggiunge: «Vuoi giungere all’altezza di Dio? Abbassati prima all’umiltà di Dio… Guarda l’albero: prima va in basso, per innalzarsi poi in alto: getta profonde radici, per lanciare poi al cielo la sua cima».
Gesù «annientò se stesso» (Fil 2,7) fino alla morte più ignominiosa, e per questo Dio lo esaltò e gli donò «un nome che é al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,7). Se seguiamo Gesù nella sua umiltà di cuore, lo seguiremo anche nella sua gloria senza confronti.
CUORE SUPERBO
Il cuore dell’uomo è superbo, segnato dal peccato d’origine, che fu un peccato di pazzo orgoglio. E se è vero che la superbia è «principio di ogni peccato» (Sir 10,13), c’è seriamente da temere che «quando Dio permette al superbo di realizzare i suoi disegni, gli permette di scavarsi la fossa», come dice sant’Agostino.
Narra san Girolamo che quando sant’Ilarione vedeva molta gente accorrere a lui per la reputazione dei miracoli che operava, si affliggeva profondamente, dicendo: «Temo che Dio mi voglia pagare in questa vita quei pochi servizi che cerco di rendergli».
Quando san Pio X venne a sapere che si stava progettando di collocare lapidi in suo onore a Venezia, a Riese, a Treviso, si affrettò a esprimere il suo dispiacere e il suo dissenso per tali progetti. Una volta scrisse così ai canonici della Cattedrale di Treviso: «Se i rev.mi canonici della Cattedrale di Treviso vogliono fare un piacere al Santo Padre, si ricordino particolarmente di lui nella Santa Messa, ma dimettano il pensiero di… lapidarlo».
Con questa facezia della lapidazione, san Pio X esprimeva una grande verità. La superbia è una lapidazione dell’anima: la colpisce, la rovina, l’uccide. La superbia è una peste mortale che distrugge ogni bene. «Essa sola fra tutti i vizi – dice san Bernardo – fa guerra a tutte le virtù, e come veleno universale, le corrompe tutte».
L’umiltà, al contrario, è la garanzia di tutte le virtù. Il santo Curato d’Ars usava una deliziosa immagine dicendo che «l’umiltà è per le altre virtù quel che è la catenella per i grani della corona. Togliete la catenella, e tutti i grani cadono; togliete l’umiltà, e tutte le virtù spariranno».
Il cuore dell’uomo se non si libera dell’orgoglio sarà ripieno di ogni miseria, perché «Dio resiste ai superbi, mentre da’ la grazia agli umili» (Gc 4,6). E san Bernardo spiega che «come il vaso non si riempie se non abbassandolo alla fonte, così l’anima non si riempie di Dio se non abbassandosi verso il proprio nulla». San Francesco d’Assisi, ad esempio, si trasfigurò fino a diventare «tutto serafico in ardore», dopo essersi ridotto a un pezzente insensato agli occhi di tutti i suoi concittadini.
La superbia del cuore è vera insensatezza. San Paolo grida con forza: «Che cosa hai tu uomo, che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto? » (1Cor 4,7).
Eppure il nostro cuore è così pronto a insuperbirsi di ciò che non è suo! Il cuore superbo è un ladro, e la superbia è un vizio traditore che rovina ogni bene posto da Dio nell’uomo. Basti ricordare Adamo ed Eva così miseramente traditi dal loro superbo voler essere «come Dio» (Gn 3,5).
Santa Margherita M. Alacoque, invece, divenne la prediletta del Sacro Cuore per la sua consapevole piccolezza e umiltà. Glielo disse Gesù stesso nella prima apparizione: «Io ti ho scelto come un abisso di indegnità e di ignoranza… ». Ed ella era ben contenta quando veniva fatta camminare fra continue umiliazioni.
Poveri noi, invece, che usiamo ogni arte per evitare anche la più piccola umiliazione! Il Cuore umilissimo di Gesù voglia liberare il nostro cuore da ogni sentimento di orgoglio, e arricchirlo della sua dolce umiltà.
Proposito: Ripetere spesso l’invocazione «Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo».
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



Luca, Sursum Corda!








7 giugno 2017: settimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, mercoledì delle quattro tempora di Pentecoste…



http://www.unavoce-ve.it/pentqt-merGv6=44-52.pdf
“Mercoledì delle Quattro Tempora di Pentecoste
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem Joann. 6, 44-52 IN ILLO témpore : Dixit Jesus turbis Judæórum : Nemo potest veníre ad me, nisi Pater, qui misit me, tráxerit eum : et ego resuscitábo eum in novíssimo die. Est scriptum in Prophétis : Et erunt omnes docíbiles Dei. Omnis, qui audívit a Patre et dídicit, venit ad me. Non quia Patrem vidit quisquam, nisi is, qui est a Deo, hic vidit Patrem. Amen, amen, dico vobis : qui credit in me, habet vitam ætérnam. Ego sum panis vitæ. Patres vestri manducavérunt manna in desérto, et mórtui sunt. Hic est panis de cælo descéndens : ut, si quis ex ipso manducáverit, non moriátur. Ego sum panis vivus, qui de cælo descéndi. Si quis manducáverit ex hoc sane, vivet in ætérnum : et panis, quem ego dabo, caro mea est pro mundi vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni Giov. 6, 44-52 IN QUEL tempo, disse Gesù alle turbe dei Giudei: Nessuno può venire a me, se il Padre, che mi ha mandato, non lo attira: ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: saranno tutti ammaestrati da Dio. Chiunque pertanto ha ascoltato il Padre ed ha ricevuto il suo insegnamento viene a me, viene a me. Tuttavia nessuno ha veduto il Padre, se non Colui che è presso Dio; questi ha veduto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha la vita eterna. Sono io il pane di vita. I padri vostri mangiarono nel deserto la manna e morirono. È questo, invece, il pane disceso dal cielo: chi ne mangia non morrà. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Chi mangerà di un tal pane, vivrà in eterno: e il pane che io darò, è la mia carne (sacrificata) per la salute del mondo.”
Calendario Liturgico Festivo 2016 - 2017 (http://www.unavox.it/Strumenti/Calend_Liturg_2016-2017.html)
http://www.unavox.it/Strumenti/Calend_Liturg_2016-2017.html




Sant'Antonio Maria Gianelli - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-maria-gianelli/)
“7 giugno, Sant’Antonio Maria Gianelli, Vescovo e Confessore (Carro, 12.4.1789 – Piacenza, 7.6.1836), fondatore delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto, canonizzato nel 1951 da Papa Pio XII.”


www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Monaci e Martiri Piétro Prete, Vallabónso Diacono, Sabiniàno, Vistremóndo, Abénzio e Geremia, strangolati per Cristo nella persecuzione degli Arabi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Monaci e Martiri , ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Piétro Prete, Vallabónso Diacono, Sabiniàno, Vistremóndo, Abénzio e Geremia possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“7 juin 1099 : début du siège de Jérusalem, par les Croisés de la première Croisade.”
“7 juin 555 : décès du Pape Vigile.”
“7 juin 1929 : suite aux accords de Latran, le Vatican devient un État souverain.”
“7 juin 1660 : apparition de Saint Joseph à Cotignac.
Glorieux Saint Joseph, intercédez pour nous et pour toutes les familles chrétiennes !”



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“7 giugno 2017: mercoledì delle quattro tempora di Pentecoste.”





07 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/07-giugno.htm)
“GIORNO 07
LE PIAGHE SANGUINANTI
7° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Rendere onore al Sangue che Gesù sparse nella Passione.
LE PIAGHE SANGUINANTI
Diamo uno sguardo al Sacro Cuore. Vi scorgiamo il Sangue nel Cuore ferito e le Piaghe alle mani ed ai piedi.
La devozione alle cinque Piaghe e al Preziosissimo Sangue è intimamente unita a quello del Sacro Cuore. Poiché Gesù mostrò a S. Margherita le sue Sacrosante Piaghe, vuol dire che desidera essere onorato come Crocifisso sanguinante.
Nel 1850 Gesù scelse un'anima, affinché divenisse apostola della sua Passione; fu costei la Serva di Dio Maria Marta Chambon. Le furono rivelati i segreti e la preziosità delle Divine Piaghe. Ecco in succinto il pensiero di Gesù:
«Mi addolora che certe anime considerino la devozione alle Piaghe come strana. Con le mie Sante Piaghe voi potete compartire alla terra tutte le ricchezze del Cielo. Dovete far fruttare questi tesori. Non dovete restare poveri, mentre il vostro Padre Celeste è così ricco. La vostra ricchezza è la mia Passione...
«Ti ho scelta per risvegliare la devozione alla mia santa Passione in questi tempi infelici in cui vivi! Ecco le mie Sante Piaghe!
Non distogliere lo sguardo da questo libro e tu sorpasserai in dottrina i più grandi sapienti.
« La preghiera alle mie Piaghe comprende tutto. Offrile di continuo per la salvezza del mondo! Ogni volta che voi offrite al mio Padre Celeste i meriti delle mie Divine Piaghe, voi guadagnate ricchezze immense. Offrirgli le mie Piaghe è come offrirgli la sua gloria; è offrire il Cielo al Cielo. Il Padre Celeste, davanti alle mie Piaghe, mette da parte la giustizia ed usa misericordia.
« Una delle mie creature, Giuda, mi ha tradito ed ha venduto il mio Sangue; ma voi potete così facilmente ricomprarlo. Una sola goccia del mio Sangue è bastevole a purificare tutto il mondo ... e voi non ci pensate ... non ne conoscete il valore!
« Chi è povero, venga con fede e confidenza e prenda dal tesoro della mia Passione! « La via delle mie Piaghe è così semplice e facile per andare in Paradiso!
« Le Divine Piaghe convertono i peccatori; sollevano gli ammalati nell'anima e nel corpo; assicurano la buona morte. Non vi sarà morte eterna per l'anima che spirerà nelle mie Piaghe, perché esse danno la vera vita ».
Poiché Gesù ha fatto conoscere la preziosità delle sue Ferite e del suo Sangue Divino, se vogliamo essere nel numero dei veri amanti del Sacro Cuore, coltiviamo la devozione alle Sante Piaghe ed al Preziosissimo Sangue.
Nell'antica Liturgia c'era la festa del Divin Sangue e precisamente il primo giorno di luglio. Offriamo questo Sangue del Figlio di Dio al Divin Padre tutti i giorni, e più volte al giorno, specialmente quando il Sacerdote solleva il Calice alla Consacrazione, dicendo: Eterno Padre, io vi offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in isconto dei miei peccati, in suffragio delle anime sante del Purgatorio e per i bisogni di Santa Chiesa!
Santa Maria Maddalena De' Pazzi era solita offrire il Divin Sangue cinquanta volte al giorno. Apparendole Gesù le disse: Da che tu fai questa offerta, non puoi immaginare quanti peccatori si siano convertiti e quante anime siano state liberate dal Purgatorio!
È ormai in circolazione e tanto diffusa la preghiera, che si recita in forma di Rosario, cioè per cinquanta volte: Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il Sangue di Gesù Cristo, per la santificazione dei Sacerdoti e la conversione dei peccatori, per i moribondi e le anime del Purgatorio!
Le Sante Piaghe è tanto facile baciarle, servendosi del piccolo Crocifisso, che si suole portare addosso, o di quello che è attaccato alla corona del Rosario. Dando il bacio, con amore e con dolore dei peccati, è bene dire: O Gesù, per le tue Sante Piaghe, pietà di me e del mondo intero!
Ci sono anime che non lasciano passare giorno senza rendere qualche ossequio alle Sacrosante Piaghe, con la recita di cinque Pater e con l'offerta di cinque piccoli sacrifici. Oh, come gradisce il Sacro Cuore queste delicatezze d'amore e come ricambia con particolari benedizioni!
Mentre si presenta l'argomento del Crocifisso, si ricorda ai devoti del Sacro Cuore di avere un pensiero particolare a Gesù ogni venerdì, alle ore tre del pomeriggio, orario in cui il Redentore moriva sulla Croce dissanguato. Si reciti in quel momento qualche preghiera, invitando i familiari a fare altrettanto.
ESEMPIO
Dono straordinario
Un giovane elegante rifiutò l'elemosina ad un poverello, anzi se ne allontanò sdegnato. Ma subito dopo, riflettendo al male fatto, lo richiamò e gli diede una buona offerta. Promise a Dio di non negare mai la carità ad alcun bisognoso.
Gesù gradi questa buona volontà e trasformò quel cuore mondano in un cuore serafico. Gl'infuse il disprezzo del mondo e della sua gloria, gli diede l'amore alla povertà. Alla scuola del Crocifisso il giovane fece passi da gigante nella via della virtù.
Gesù lo premiò anche su questa terra ed un giorno, staccando la mano dalla Croce, gli diede un abbraccio.
Quell'anima generosa ricevette uno dei doni più grandi che Dio possa fare a creatura: l'impressione delle Piaghe di Gesù nel proprio corpo.
Due anni prima di morire era andato sopra un monte, per cominciare il digiuno di quaranta giorni. Una mattina, mentre pregava, vide scendere dal cielo un Serafino, che aveva sei ali luminose ed infocate e le mani ed i piedi forati dai chiodi, come il Crocifisso.
Il Serafino gli disse che era stato mandato da Dio per significargli che avrebbe dovuto avere il martirio d'amore, nella forma di Gesù Crocifisso.
Il santo uomo, ch'era Francesco d'Assisi, si avvide che nel suo corpo erano apparse cinque piaghe: le mani ed i piedi sanguinavano, così anche il costato.
Fortunati gli stimmatizzati, che portano nel corpo le Piaghe di Gesù Crocifisso!
Fortunati anche coloro che onorano le Divine Piaghe e ne portano in cuore la memoria!
Fioretto. Tenere addosso un Crocifisso e baciarne spesso le Piaghe.
Giaculatoria. O Gesù, per le tue Sante Piaghe, pietà di me e del mondo intero!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



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7° giorno: Cuore puro ? Cuore impuro (http://www.stellamatutina.eu/7-giorno-cuore-puro-cuore-impuro/)
“7° giorno: Cuore puro – Cuore impuro
CUORE PURO
«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8).
Con la perenne visione beatifica, Gesù vedeva costantemente Dio. Nella sua anima immacolata, la presenza di Dio splendeva radiosa e ardente in unione d’amore infinito: «Io e il Padre siamo uno» (Gv 10,30), diceva Gesù stesso.
Il Cuore di Gesù, formato dalla carne verginale e dal sangue purissimo dell’Immacolata, è la sorgente di ogni verginità, è la radice di ogni candore. Ogni cuore che voglia essere puro deve immergersi in quel Cuore da cui scaturì sul Calvario, per tutti i cuori, il sangue dell’amore e l’acqua della purezza.
San Gregorio Magno ha detto con ragione: «Il cuore umano non può stare senza godimenti; se non ne trova nella virtù, li cercherà nei piaceri sensuali». Grande verità!
Se il cuore dell’uomo non si innamora di Gesù, si innamora delle creature che portano con loro «la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita» (1Gv 2,16).
Il Cuore di Gesù si circondò di innocenza verginale fin dal seno materno e per tutti i trent’anni vissuti a Nazaret con la Madonna e con san Giuseppe, lo sposo verginale di Maria sempre Vergine.
Ma anche durante la sua vita pubblica, Gesù non nascose mai la preferenza del suo Cuore verso i vergini e i puri di cuore. In una predica, san Giovanni Bosco, parlando una volta delle predilezioni del Cuore di Gesù, faceva appunto queste belle riflessioni: «Quale motivo credete voi che avesse Gesù Cristo di stare tanto e di conversare coi fanciulli, di accarezzarli, se non perché essi non avevano ancora perduto la virtù della purità?
Il Divin Salvatore risuscitò un fanciullo e una fanciulla: ma perché? I Santi Padri dicono che così fece perché i due non avevano perduto la purità.
Perché Gesù Cristo dimostrò tanta predilezione per san Giovanni?… Perché san Giovanni aveva un titolo speciale all’affetto di Gesù per la sua verginale purità».
Se vogliamo essere prediletti dal Cuore di Gesù, dunque, dobbiamo fare del nostro cuore un campo di gigli, perché Egli «pascola fra i gigli» (Ct 2,16).
Supplichiamo spesso, quindi, ripetendo anche noi con il Profeta: «Crea in me, o Dio, un cuore puro» (Sal 50,11).
CUORE IMPURO
Nella vita di santa Veronica Giuliani si legge che una volta Gesù prese il cuore della Santa nelle sua mano, lo strinse e lo spremette, per farle conoscere che cosa contenesse.
Ebbene, da quel cuore uscì prima del sangue (simbolo dell’amore), e poi del pus (simbolo dell’impurità). Il cuore di una Santa stimmatizzata conteneva ancora del pus!
Quanta impurità è capace di contenere il cuore dell’uomo?
Basti pensare a tutte le immondezze e nefandezze che gli uomini compiono nel mondo: culto del sesso, nudismo, lussuria, pornografia, promiscuità, contraccezione, prostituzione, omosessualità, aborto: il cuore immondo vive di queste turpitudini, le brama e se le conquista, magari a prezzo di sangue, pronto anche al delitto.
È sufficiente leggere la cronaca di qualunque giornale per trovarvi ogni giorno fatti di sangue a causa della passione carnale dell’uomo.
Il cuore impuro è un cuore ripugnante schifoso: come il pus. Non per niente diversi Santi avvertivano dal fetore nauseabondo la presenza di un peccatore impuro.
Come potrà mai un cuore impuro vedere e gustare Dio? Sarebbe come voler contemplare uno splendido paesaggio con occhiali coperti di fango e pece. L’uomo carnale non vede altro che carne. San Paolo ha affermato giustamente che agli uomini immondi «non è dato capire le realtà dello Spirito di Dio» (1Cor 2,14), perché «quelli che vivono secondo la carne, hanno in cuore le cose della carne» (Rm 8,5).
Il cuore puro, invece, rende l’occhio dell’uomo trasparente alle cose invisibili e attento a evitare ogni ombra di immondezza. «Io benedico – scriveva il beato Contardo Ferrini – i momenti in cui ho arrossito davanti a una parola sconveniente, ho tremato dinanzi a un pensiero non illibato. Quei momenti li ritroverò nell’eternità, quando me li ricorderà il Signore».
Il cuore puro ha orrore delle sconcezze, siano esse della moda nel vestire, del linguaggio lascivo, degli spettacoli osceni in televisione o al cinema, delle stampe e canzoni luride. Il cuore puro cerca «il latte puro» (1Pt 2,2) dell’amore di Dio e del prossimo.
Pensiamo al cuore puro di santa Maria Goretti, che di fronte all’imposizione violenta del peccato impuro reagisce con orrore, si difende con coraggio intrepido, e si lascia accoltellare piuttosto che macchiare la sua angelica verginità.
Pensiamo a san Luigi Gonzaga, il Santo della purezza, che visse la sua breve vita nel fervore della lunga preghiera, della generosa penitenza, dell’eroica carità che lo spinse a raccogliere gli appestati per le strade, caricarseli sulle spalle e portarli all’ospedale, senza curarsi del contagio che lo porterà alla tomba come un fiore splendente di purezza e di amore.
Il Cuore di Gesù voglia purificare anche il nostro cuore tra le fiamme purissime del suo Cuore.
Proposito: Non permettere ai miei occhi di guardare figure, persone o cose indecenti.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
09-06-17, 21:41
8 e 9 giugno 2017...

8 giugno 2017: ottavo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, giovedì di Pentecoste…



http://www.stellamatutina.eu
8° giorno: Cuore obbediente - Cuore ribelle (http://www.stellamatutina.eu/8-giorno-cuore-obbediente-cuore-ribelle/)
“8° giorno: Cuore obbediente – Cuore ribelle
CUORE OBBEDIENTE
San Francesco d’Assisi insegnava che la carità e l’obbedienza sono virtù sorelle. Amore e sottomissione vanno insieme. Chi ama vuol fare ciò che piace alla persona amata. È verità garantita dalla parola di Gesù: «Faccio sempre quello che piace al Padre mio» (Gv 8,29).
Chi ama è pronto a eseguire ciò che gli chiede la persona amata, perché ogni atto di dedizione alla persona amata nutre e rafforza l’amore reciproco: «Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato» (Gv 4,34).
Anche quando le esigenze dell’amore sono forti e dolorose, anzi, tanto più allora, il cuore che ama rivela la ricchezza e la vera generosità del suo amore.
Il cuore di Gesù, infatti, arrivava a bramare la sua immolazione voluta dal Padre per espiare i peccati dell’umanità: «Devo ricevere un battesimo e quanto mi sento in ansia, finché non sia compiuto!» (Lc 12,50).
E noi sappiamo che anche nell’orto del Getsemani, pur tra spasimi sanguinosi, Gesù disse col cuore straziato: «Non la mia, ma la tua volontà si compia» (Mt 26,39).
Orbene, non è forse vero che noi siamo facili a fare l’obbedienza solo quando costa poco o niente? Ma in questa obbedienza non c’é né grande merito né grande dimostrazione di amore. Tutt’altro. Ricordiamoci una volta per sempre che l’obbedienza diventa tanto più preziosa e rivelatrice d’amore, quanto più comporta sacrificio di sé fino all’immolazione per la persona amata.
E ci basti contemplare il Cuore santissimo di Gesù, obbedientissimo fino a soffrire l’oppressione mortale di tutte le nostre nefandezze per amore verso il Padre e per amore verso di noi.
Obbedienza incondizionata, «fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8): così il Cuore di Gesù era disposto a obbedire, così fu pronto a obbedire, così ubbidì.
E così obbedivano anche i Santi, sempre pronti a qualunque sacrificio di sé, fino all’eroismo.
Sant’Alfonso Rodriguez, nella sua tarda età, sente dirsi un giorno dal suo Superiore: «Voi siete vecchio e infermo, a carico della comunità. Prendete il vostro mantello e tornate nel mondo».
Il santo vecchio fa un inchino, prende il mantello e si avvia.
«Restate – gli dice allora il Superiore – vi faremo l’elemosina d’un pezzo di pane».
Un altro giorno lo stesso Santo sente dirsi: «Partite per le Indie». Senza neppure prendersi il mantello, il Santo fa per avviarsi verso il porto. Il
Superiore lo richiama e gli chiede: «Come avreste potuto raggiungere le Indie? Non avete denari».
«Non fa niente – rispose il Santo – avrei supplicato di essere accettato sulla nave per carità; e se mi avessero rifiutato, avrei camminato sulle onde».
CUORE RIBELLE
Il cuore dell’uomo è cuore ribelle. Segnato in profondità dalla prima ribellione dei progenitori, esso tende sempre a far valere la propria brama di indipendenza da Dio e dagli uomini. L’egoismo lo spinge ad amare solo se stesso, e quindi a sottomettersi solo alle voglie e ai gusti dell’io.
Preferisce sottomettersi al proprio io miserabile anziché a Dio!
Gesù ha stabilito un criterio infallibile per discernere chi lo ama e chi non lo ama: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti» (Gv 14,15).
Non ci sono scappatoie. Chi obbedisce a costo della morte, ama al limite massimo del possibile. Chi obbedisce a metà o a stento, ama a metà o a stento. La misura dell’amore è quella dell’obbedienza.
Bisogna obbedire in tutto, eccetto nel peccato. Non si può sbagliare.
Se a questo punto vogliamo esaminare la nostra obbedienza, forse scopriremo che tante volte anche noi cerchiamo di arrangiarci con le mezze misure per accontentare in parte Gesù e in parte il nostro io; e tante altre volte, forse, anche noi ci illudiamo di far contento Gesù, preferendo le nostre scelte di cose più elevate rispetto agli ordini dei superiori. Inganno e presunzione! Non ci può essere nulla al di sopra della Volontà di Dio, e il Signore sa cavare prodigi anche da ordini di nessun conto.
Quando santa Margherita M. Alacoque cominciò a rivelare il suo straordinario fervore nella contemplazione, la Superiora temette che potesse trattarsi più che altro di debolezza mentale. Perciò decise di impedirle le lunghe concentrazioni nella preghiera, e spesso, quando era l’ora di andare in coro, la mandava invece nell’orto a zappare o a sorvegliare gli asinelli… La Santa obbediva puntualmente e senza rammarico agli ordini della Superiora; ma fu proprio in quel periodo di prove che il Sacro Cuore di Gesù cominciò ad apparirle!
Al contrario, quella volta che santa Margherita aveva avuto il permesso di fare solo mezz’ora di flagellazione ed ella credette bene di raddoppiarla a testa sua per fare più penitenza, Gesù le apparve e le disse che la prima mezz’ora di flagellazione l’aveva fatta per lui, la seconda per il demonio.
Il cuore che ama obbedisce senza discutere, come Gesù: «Ecco, io vengo, Padre, per fare la tua volontà» (Eb 10,9).
Il Cuore di Gesù voglia renderci obbedienti e docili.
Proposito: Esercitarsi nell’obbedienza pronta e generosa.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


08 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/08-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/08-giugno.htm
“LA CROCE
8° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per coloro che si ribellano alla volontà di Dio nelle sofferenze.
LA CROCE
Gesù ci presenta il suo Divin Cuore sormontato da una piccola Croce. Il segno della Croce, distintivo di ogni cristianó, sia particolarmente il distintivo dei devoti del Sacro Cuore.
Croce significa sofferenza, rinuncia, dedizione. Gesù per la nostra redenzione, per dimostrarci l'infinito suo amore, si sottopose ad ogni genere di dolore, sino a dare la vita, umiliato come un malfattore con la condanna a morte.
Gesù abbracciò la Croce, la portò sulle sue spalle e vi morì inchiodato. Il Divin Maestro ripete a noi le parole che disse durante la sua vita terrena: Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua! (S. Matteo, XVI-24).
I mondani non intendono il linguaggio di Gesù; per loro la vita è unicamente piacere e la loro preoccupazione è tenere lontano tutto ciò che richiede sacrificio.
Le anime che aspirano al Cielo devono considerare la vita come tempo di combattimento, come periodo di prova per dimostrare a Dio il loro amore, come preparazione alla felicità eterna. Per seguire gl'insegnamenti del Vangelo, devono tenere a freno le passioni, andare contro lo spirito del mondo e resistere alle insidie di Satana. Tutto ciò richiede sacrificio e costituisce la croce quotidiana.
Altre croci presenta la vita, più o meno pesanti: povertà, contrasti, umiliazioni, incomprensioni, malattie, lutti, disillusioni ...
Le anime piccine nella vita spirituale, quando godono e tutto va secondo i loro gusti, piene d'amor di Dio, (come credono loro!), esclamano: Signore, come siete buono! Vi amo e vi benedico! Quanto amore mi portate! - Quando invece sono sotto il peso della tribolazione, non avendo il vero amor di Dio, giungono a dire: Signore, perché mi trattate male? ... Vi siete dimenticato di me? ... È questa la ricompensa delle preghiere che faccio? ...
Povere anime! Non comprendono che dove c'è la Croce, c'è Gesù; e dove c'è Gesù, c'è anche la Croce! Non pensano che il Signore dimostra il suo amore a noi, mandandoci più croci che consolazioni.
Certi Santi, qualche giorno in cui non avevano alcun che da soffrire, si lamentavano con Gesù: Oggi, o Signore, pare che vi siate dimenticato di me! Nessuna sofferenza mi avete donata!
La sofferenza, quantunque ripugnante alla natura umana, è preziosa e bisogna apprezzarla: distacca dalle cose del mondo e fa aspirare al Cielo, purifica l'anima, facendo riparare i peccati commessi; aumenta il grado di gloria in Paradiso; è moneta per salvare altre anime e per liberare quelle del Purgatorio; è fonte di gioia spirituale; è consolazione grande per il Cuore di Gesù, che attende l'offerta delle sofferenze come riparazione dell'amore divino offeso.
Come comportarsi nella sofferenza? Prima di tutto si preghi, ricorrendo al Sacro Cuore. Nessuno può comprenderci meglio di Gesù, il quale dice: O voi tutti, che vi affaticate e siete sotto il peso della tribolazione, venite a me ed io vi ristorerò! (Matteo 11-28).
Quando abbiamo pregato, lasciamo fare a Gesù; Egli sa quando liberarci dalla tribolazione; se ci libera subito, ringraziamolo; se ritarda ad esaudirci, ringraziamolo ugualmente, uniformandoci pienamente alla sua volontà, che agisce sempre per il nostro maggior bene spirituale. Quando si prega con fede, l'anima si rafforza e si risolleva.
Una delle Promesse fatte dal Sacro Cuore ai suoi devoti è proprio questa: Li consolerò nelle loro afflizioni. - Gesù non mentisce; perciò si abbia fiducia in Lui.
Si fa un appello ai devoti del Divin Cuore: Non sprecare le sofferenze, neppure le piccole, ed offrirle tutte, sempre con amore a Gesù, affinché Egli le utilizzi per le anime e per consolare il suo Cuore.
ESEMPIO
Sono vostro figlio!
In una nobilissima famiglia romana si era svolta una festa solenne. Il figlio Alessio aveva contratto matrimonio.
Nel fiore degli anni, con una nobile sposa, padrone d'immense ricchezze ... la vita gli si presentava come un giardino in fiore.
Lo stesso giorno delle nozze gli apparve Gesù: Lascia, figlio mio, le delizie del mondo! Segui la via della Croce e avrai un tesoro in Cielo! –
Ardente d'amore per Gesù, senza dire nulla ad alcuno, la prima notte del matrimonio il giovane abbandonò la sposa e la casa e si mise in viaggio, col proposito di visitare le principali Chiese del mondo. Diciassette anni durò la pellegrinazione, seminando al suo passaggio la devozione a Gesù ed a Maria Santissima. Ma quanti sacrifici, privazioni ed umiliazioni! Trascorso questo tempo, Alessio ritornò a Roma e si presentò alla casa paterna senza essere riconosciuto, domandando al padre suo l'elemosina e supplicandolo che lo accettasse in qualità dell'ultimo servo. Fu ammesso al servizio.
Stare nella propria casa e vivere da estraneo; avere il diritto di comandare e stare soggetto; potere essere onorato e ricevere umiliazioni; essere ricco ed essere considerato povero e vivere da tale; e tutto ciò per ben diciassette anni; quanto eroismo in un vero amante di Gesù! Alessio aveva compresa la preziosità della Croce ed era felice di offrire ogni giorno a Dio il tesoro della sofferenza. Gesù lo sosteneva e lo confortava.
Prima di morire lasciò uno scritto: « Sono Alessio, vostro figlio, colui che il primo giorno delle nozze abbandonò la sposa ».
Al momento della morte, Gesù glorificò colui che tanto lo aveva amato. Appena spirata l'anima, in tante Chiese di Roma, mentre i fedeli si erano raccolti, si udì una voce misteriosa: Alessio è morto da Santo! ...
Il Papa Innocenzo Primo, conosciuto il fatto, ordinò che il corpo di Alessio fosse portato con sommo onore nella Chiesa di San Bonifacio.
Innumerevoli miracoli Dio operò al suo sepolcro.
Com'è generoso Gesù con le anime che sono generose nella sofferenza!
Fioretto. Non sprecare le sofferenze, specialmente le piccole, che sono le più frequenti e le più facili a sopportarsi; offrirle con amore al Cuore di Gesù per i peccatori.
Giaculatoria. Dio sia benedetto!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




San Massimino - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-massimino/)
http://www.sodalitium.biz/san-massimino/
“8 giugno, san Massimino, Vescovo e Confessore.
“Ad Aix, in Francia, san Massimino, che fu il primo Vescovo di quella città, e dicono che sia stato discepolo del Signore”.”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Calliopa Martire, la quale, per la fede di Cristo, essendole state tagliate le mammelle ed abbruciate le carni, voltolata sopra cocci, finalmente, decapitata, ricevette la palma del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Calliopa possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“8 juin : Saint Médard, Évêque de Noyon (457-545).”
“Quatre-Temps de Pentecôte (été)
Vendredi 9 et samedi 10 juin : jeûne et abstinence.”


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“8 giugno 2017: giovedì di Pentecoste.”



Luca, Sursum Corda!







9 giugno 2017: giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, venerdì delle quattro tempora di Pentecoste…



http://www.stellamatutina.eu
9° giorno: Cuore fedele - Cuore infedele (http://www.stellamatutina.eu/9-giorno-cuore-fedele-cuore-infedele/)
“9° giorno: Cuore fedele – Cuore infedele
CUORE FEDELE
«Ti ho amato di amore immutabile» (Ger 31,3).
Questo è l’amore del Cuore di Gesù. Da Betlemme al Calvario, dalla Cena Eucaristica alla Cena eterna, il Cuore di Gesù è tutto, è sempre «per noi e per la nostra salvezza». Fedeltà santa, perenne, incondizionata: «Sarò con voi fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20). Fedeltà per la nostra salvezza: «Di generazione in generazione durano i pensieri del suo Cuore, per salvare dalla morte i suoi figli» (Sal 32,11).
Eppure, quante volte Gesù avrebbe tutti i motivi e tutto il diritto di allontanarsi e di allontanarci! Invece, Egli continua ad amarci, nonostante le nostre più inique infedeltà. Egli continua a scendere sugli altari nonostante i tradimenti dei suoi ministri; continua a restare nei Tabernacoli, nonostante la solitudine e l’abbandono desolante in cui viene lasciato dai fedeli; continua a donarsi a tutti nella Santa Comunione, nonostante la freddezza e l’indifferenza con cui parecchi lo ricevono. E quanti oggi, scelleratamente, vanno a ricevere la Comunione addirittura in peccato mortale, senza prima confessarsi? Eppure dovrebbero sapere che l’assoluzione sacramentale è assolutamente necessaria prima della Comunione, altri menti si commette un orribile sacrilegio, perché si «mangia e beve la propria condanna» (1Cor 11,29).
Gesù continua a stare in mezzo a noi, anche quando non ci curiamo di Lui, lo mettiamo al secondo e magari all’ultimo posto, pronti persino a barattarlo con una miserabile cupidigia di carne, di denaro o di ambizione.
Povero Cuore di Gesù! Aveva proprio ragione Egli di dire a santa Margherita M. Alacoque: «Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini, che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e consumarsi per manifestare loro il suo amore; eppure in ricambio, io non ricevo, dalla maggior parte, che ingratitudini con irriverenze e sacrilegi…».
Possibile che non accogliamo questi divini lamenti del Cuore di Gesù?
Un giorno santa Teresa d’Avila, in estasi durante l’Adorazione eucaristica, contemplò Gesù che le disse con dolcezza: «Teresa, voglio farti vedere la tua vita».
Apparve subito un bellissimo grappolo d’uva, con gli acini succosi e splendenti, che simboleggiavano le preghiere, le azioni e i sacrifici della Santa.
Ma ecco partire dal Tabernacolo un raggio di luce sfolgorante che investì quel grappolo e vi fece apparire cose ben diverse: alcuni acini erano rosi dai vermi, altri erano vuoti e secchi, altri acidi e rotti…
Santa Teresa comprese il linguaggio di quegli acini, che le svelavano tante piccole infedeltà. Tutta confusa, si gettò ai piedi di Gesù, gli chiese perdono e gli promise di impegnarsi con tutte le forze a correggersi. Fu fedele, e divenne una serafina d’amore per il Cuore di Gesù.
CUORE INFEDELE
«L’amore delle creature è fallace e instabile; l’amore di Gesù è fedele e costante», dice l’Imitazione di Cristo (II, 7,1).
Il cuore dell’uomo è infedele. Dal cuore dell’uomo vengono gli adulteri. Nel cuore dell’uomo si consumano le infedeltà, i tradimenti, gli abbandoni dell’amico, del coniuge, del compagno di lavoro, del socio di affari…, e persino di Dio.
Nella seconda lettera a Timoteo, san Paolo comunica al suo discepolo una brutta notizia: «Demade mi ha lasciato per amore di questo secolo» (Tm 4,9). Con quanta amarezza san Paolo scrive queste parole!
Ma se è già riprovevole l’infedeltà a una creatura, che cosa sarà l’infedeltà a Dio? Parrebbe un assurdo dover ammettere l’infedeltà a Dio. E invece è una realtà posta sotto gli occhi di tutti: quanti cristiani battezzati, cresimati, nutriti dall’Eucaristia, hanno poi abbandonato il Signore sedotti dalla carne e dal mondo o dal denaro? Che dire poi se si tratta di persone consacrate? «Non conosco sacrilegio più orribile – scrive san Bernardo – che quello di riprendere un cuore già dato a Dio». Il Sacro Cuore di Gesù disse una volta a santa Margherita M. Alacoque: «Quel che più mi è penoso è di vedermi trattato così da cuori a me consacrati»: e disse queste parole – ci riferisce la Santa – con accento di dolore così lacerante da straziare.
Come dimenticare che Gesù ci ha amati per primo, continua ad amarci e ci amerà fino alla fine dei tempi?
Egli è l’unico, il supremo Cuore fedele; e non può abbandonarci, perché noi gli siamo costati tutto il suo Sangue. Con che coraggio il nostro cuore gli può preferire qualunque altra creatura o cosa?
Nelle Cronache francescane si legge che un maestro di Parigi aveva preso l’abito di san Francesco, ma la mamma, povera, non si rassegnò a perdere il figlio e andò a scongiurarlo con lacrime e gemiti di ritornare a lei.
Il figlio, col cuore straziato, cedette e promise di tornare a casa l’indomani. Intanto, si prostrò dinanzi al Crocifisso e pregò così, con i singhiozzi:
«Signore, non voglio lasciarti; voglio soltanto assistere mia madre nella sua estrema necessità…».
Il Crocifisso, versando sangue vivo dalle piaghe, gli rispose: «Sei costato più a me che a tua madre, poiché per te io ho versato tutto il mio sangue. Dovrei esserti più caro di tua madre…».
Il buon frate restò in convento, fedele fino alla morte.
Cuore di Gesù, rendi anche il cuor nostro fedele a te fino alla morte.
Proposito: Fare una visita al Sacro Cuore in chiesa o dinanzi a una sua immagine.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/09-giugno.htm
“I PRIMI VENERDI'
9° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per gl'iscritti alla Massoneria.
I PRIMI VENERDI'
Abbiamo considerato il significato degli emblemi del Sacro Cuore. Conviene ora esporre le varie pratiche, che riguardano la devozione al Cuore di Gesù, cominciando dal Primo Venerdì del mese.
Ripetiamo le parole che Gesù rivolse a Santa Margherita:
« Nell'eccesso della misericordia del mio amore infinito, accorderò a tutti coloro che si comunicano nel Primo Venerdì d'ogni mese, per nove mesi consecutivi, la grazia del pentimento finale, onde essi non morranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Santi Sacramenti, ed il mio Cuore in quell'ora estrema sarà il loro rifugio più sicuro ».
Queste solenni parole di Gesù sono rimaste scolpite nella storia della Chiesa e sono sinonimo di Grande Promessa.
Ed invero, quale promessa maggiore della sicurezza eterna? Giustamente la pratica dei nove Primi Venerdì è chiamata la « Tessera del Paradiso ».
Perché Gesù ha chiesto, fra le opere buone, la Santa Comunione? Perché questa gli rende una grande riparazione e tutti, volendo, possono comunicarsi.
Ha scelto il venerdì, affinché le anime gli rendano il delicato atto di riparazione nel giorno in cui si ricorda la sua morte in Croce.
Perché si meriti la Grande Promessa, devono attuarsi le condizioni volute dal Sacro Cuore:
1° Comunicarsi al Primo Venerdì del mese. Non soddisfa a questa condizione chi, per dimenticanza o per impossibilità, volesse supplire in altro giorno, per esempio la domenica.
2° Comunicarsi per nove mesi consecutivi, cioè senza interruzione alcuna, volontaria o no.
3° La terza condizione, che non è detta espressamente, ma che si riduce logicamente, è: che la Santa Comunione si riceva bene.
Questa condizione abbisogna di delucidazione, perchè importantissima e perchè da tanti è poco tenuta in conto.
Comunicarsi bene significa essere in grazia di Dio, quando si riceve Gesù. D'ordinario tanti, prima di comunicarsi, ricorrono al Sacramento della Confessione, per ricevere l'assoluzione delle colpe mortali. Se non ci si confessa come si deve, non si ottiene il perdono dei peccati; la Confessione resta nulla o sacrilega e la Comunione del Venerdì non ottiene il suo effetto, perché è fatta male.
Chi sa quante persone credono di meritare la Grande Promessa e di fatto non la conseguiranno, proprio per la Confessione mal fatta!
Si confessa male chi, consapevole di grave peccato, volontariamente lo tace o nasconde in Confessione, per vergogna o per altro motivo; chi ha la volontà di ritornare a commettere un peccato mortale, quale sarebbe ad esempio, il proposito di non accettare i figliuoli che Dio volesse mandare nella vita matrimoniale.
Si confessa male, e quindi non merita la Grande Promessa, chi non ha la volontà di fuggire le occasioni prossime gravi di peccato; in tale pericolo sono coloro che, pur facendo la pratica dei nove Primi Venerdì, non vogliono troncare un'amicizia veramente pericolosa, non vogliono rinunziare agli spettacoli immorali, a certi balli moderni scandalosi o a letture pornografiche.
Quanti purtroppo si confessano male, servendosi del Sacramento della Penitenza come di solo scarico momentaneo dei peccati, senza vera emendazione!
Si raccomanda ai devoti del Sacro Cuore di fare bene le Comunioni dei Primi Venerdì, anzi di ripetere la pratica, cioè, finita una serie, cominciarne un'altra; s'interessino affinchè tutti i membri della famiglia, almeno una volta in vita, facciano i nove Venerdì e si preghi che li facciano come si deve.
Si diffonda questa devozione, esortando a compierla vicini e lontani, a voce e per iscritto, distribuendo pagelline della Grande Promessa.
Il Sacro Cuore benedice e predilige coloro che si rendono apostoli dei nove Primi Venerdì.
ESEMPIO
Bontà di Gesù
Era sul letto di morte un professore, già da tempo iscritto alla Massoneria. Né la moglie né altri osavano dirgli di ricevere i Santi Sacramenti, conoscendo la sua ostilità alla Religione. Intanto era gravissimo; stava con la bombola dell'ossigeno per respirare ed il medico aveva detto: Probabilmente domani morrà.
La cognata, devota del Sacro Cuore, assidua alla pratica dei Primi Venerdì, ebbe un'ispirazione: mettere un'immagine di Gesù di fronte al moribondo, attaccata al grande specchio dell'armadio. L'immagine era graziosa ed arricchita di una benedizione particolare. Ciò che avvenne fu narrato più volte dal professore:
- Quella notte stavo assai male; pensavo già alla mia fine. Il mio sguardo andò a posarsi sull'immagine di Gesù, che mi stava dinnanzi. Quel bel volto si animò; gli occhi di Gesù mi fissarono. Che sguardo!... Poi mi rivolse la parola: Sei ancora in tempo. Scegli: o vita o morte! - Ero confuso e risposi: Non saprei scegliere!, - Gesù continuò: Allora scelgo io: Vita! - L'immagine ritornò allo stato normale. - Fin qui il professore.
L'indomani mattina volle il Confessore e ricevette i Santi Sacramenti. Non morì. Dopo altri due anni di vita, Gesù chiamò a sè l'ex-massone.
Il fatto fu narrato allo scrivente dalla stessa cognata.
Fioretto. Recitare un Santo Rosario per la conversione degli iscritti alla Massoneria.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, abbi pietà di noi!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




Santi Primo e Feliciano - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santi-primo-feliciano/)
http://www.sodalitium.biz/santi-primo-feliciano/
“9 giugno, Santi Primo e Feliciano Martiri (+303 circa).
“A Nomento, in Sabina, il natale dei santi Martiri Primo e Felicino fratelli, sotto Dioclezino e Massimino Imperatori. Questi gloriosi martiri, avendo condotto nel Signore una lunga vita, ed avendo sofferto tormenti, ora eguali insieme, ora diversi e spietati separatamente, alla fine ambedue percossi con la spada da Promto, Preside di Nomento, compirono il corso del felice combattimento. I loro corpi poi trasportati a Roma, furono con onore sepolti nella chiesa di santo Stefano Protomartire, sul monte Celio”.”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Vincénzo, Levita e Martire, il quale, per la fede di Cristo, fu acerbissimamente flagellato e decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Levita e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Vincénzo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



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“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“9 juin : Saint Prime et Saint Félicien, Frères, Martyrs.”
“Vendredi 9 et samedi 10 juin : jeûne et abstinence.”



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“9 giugno 2017: Primo e Feliciano, santi martiri, la loro traslazione, effettuata da papa Teodoro I (642-649), dal XV miglio della via Nomentana a S. Stefano Rotondo, è tra le primissime operate in Roma. I corpi vennero trovati in un sarcofago l’8 gennaio 1625. Il papa allora fece erigere sul nuovo sepolcro un altare ornato da un paliotto d’argento. Nel 1736, con la costruzione di una nuova ara, opera di Filippo Barigoni, i resti, fino allora situati dinanzi l’altare, furono deposti all’interno di esso.
M.R.: 9 giugno - A Nomentano, in Sabina, il natale dei santi Martiri Primo e Feliciano fratelli, sotto Diocleziano e Massimiano Imperatori. Questi gloriosi martiri, avendo condotto nel Signore una lunga vita, ed avendo sofferto tormenti, ora eguali insieme, ora diversi e spietati separatamente, alla fine ambedue percossi con la spada da Promoto, Preside di Momento, compirono il corso del felice combattimento. I loro corpi poi, trasportati a Roma, furono con onore sepolti nella chiesa di santo Stefano Protomartire, sul monte Celio.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
“9 giugno 2017: venerdì delle quattro tempora di Pentecoste.”



“Venerdì della Pentecoste.”
“Santi Primo e Feliciano, martiri, 9 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
10-06-17, 20:10
10 giugno 2017: decimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, sabato delle quattro tempora di Pentecoste…



http://www.stellamatutina.eu
10° giorno: Cuore coraggioso - Cuore vigliacco (http://www.stellamatutina.eu/10-giorno-cuore-coraggioso-cuore-vigliacco/)
“10° giorno: Cuore coraggioso – Cuore vigliacco
CUORE CORAGGIOSO.
A proposito del coraggio, san Cipriano scriveva: «Lottando contro l’avversità si mostra il vero coraggio in tutta la sua luce».
Un cuore coraggioso è un cuore lottatore. Soltanto chi affronta la lotta, chi mette a rischio se stesso, chi non teme di soccombere, dimostra il coraggio intrepido dell’eroe.
Così Gesù ci ha dimostrato di avere un Cuore coraggioso fino all’eroismo.
Egli sapeva bene quale sorte lo aspettava sulla terra, eppure disse al Padre senza esitazione: «Ecco, io vengo» (Eb 10,9).
Egli sapeva bene che gli sarebbe toccato soffrire dalla culla alla tomba, perché la sofferenza è il prezzo dell’espiazione del peccato. Eppure egli accettò, anzi volle questo cammino di sofferenze per amore del Padre e per amor nostro.
Egli sapeva bene di quale morte ignominiosa gli uomini l’avrebbero fatto morire, straziandolo e dissanguandolo in maniera disumana. Eppure accettò con cuore intrepido ogni abominio, perché «senza effusione di sangue non c’è redenzione» (Eb 9,22).
Egli sapeva bene che restando fra noi nel Santissimo Sacramento dell’altare avrebbe patito tanti maltrattamenti, disprezzi, abbandoni, sacrilegi. Eppure non ha indietreggiato, ma ha tenuto fede coraggiosamente alla sua parola di fedeltà immutabile a noi suoi redenti.
Il coraggio intrepido del Cuore di Gesù! È il coraggio di chi ama fino in fondo, senza riserve, rischiando e perdendo tutto per colui che ama.
Pensiamo al cuore coraggioso dei Santi, fedeli seguaci di Gesù: gli Apostoli, i Martiri, i Missionari, i Confessori, le Vergini…; cuori pieni di amore ardente e audace, coraggioso e forte. Negli Atti degli Apostoli è scritto che i primi Apostoli, lungi dal temere le persecuzioni e le sofferenze, «andavano gioiosi di essere oltraggiati per il nome di Gesù» (At 5,41). Ognuno di essi poteva ripetere con il Salmista: «Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non trema» (Sal 26,3).
Il beato Piergiorgio Frassati era un giovane ardimentoso nelle scalate spirituali e materiali. Gli piaceva molto la montagna; si appassionava a scalare le vette alpine.
Una volta venne fotografato mentre si arrampicava coraggiosamente su una cima rocciosa. Appena vide questa sua fotografia, egli vi scrisse sotto: «Excelsior! Più in alto! Le aspirazioni più alte del cuore vanno ben oltre le vette dei monti».
CUORE VIGLIACCO
«Non essere pusillanime nel tuo cuore» (Sir 7,9).
Per capire subito quanto il nostro cuore sia poco coraggioso, anzi quanto sia meschino e vigliacco, è sufficiente guardare a coloro che hanno saputo offrire a Dio non solo alcuni atti di coraggio, ma l’atto di supremo coraggio: il martirio di sé.
Pensiamo a san Tommaso Moro, Gran Cancelliere d’Inghilterra, uomo coltissimo e saggio, che si rifiutò coraggiosamente di prestare un’obbedienza che riconoscesse il Re Enrico VIII capo della Chiesa Anglicana.
Per questo, perdette il posto e fu ridotto in miseria con la famiglia; poi fu anche imprigionato nel carcere della Torre di Londra.
Visitato dai familiari e dagli amici, veniva da essi esortato, veniva scongiurato di sottomettersi al Re, dal momento che anche i Vescovi, quasi tutti, si erano già sottomessi.
«Il fatto che tutti i Vescovi si siano sottomessi ai voleri del Re – rispose coraggiosamente il martire – non svincola la mia coscienza dal condannare il male fatto dal Re».
Il suo cuore non tremò dinanzi alla minaccia del patibolo.
Anzi lo affrontò con fierezza e nobiltà ammirabili.
Pensiamo anche a quegli eroici ragazzi dell’Armenia che nell’ultima persecuzione dei Turchi contro i cristiani, seppero resistere coraggiosamente a torture e flagelli.
Quando il Vicario Apostolico andò a trovarli, essi dice vano: «Monsignore, vedete: non abbiamo più naso, orecchie, mani; ma non abbiamo rinnegato Gesù Cristo!».
Questi sono i cuori coraggiosi!
I nostri cuori, invece?… Non è forse vero che siamo sempre pronti a tremare al solo sentir parlare di sacrifici e sofferenze? Con quanta industria sappiamo fuggire o cercare ogni mezzo per risparmiarci noie e fastidi sia per il Signore che per i fratelli! E non è forse vero che il rispetto umano a volte ci fa arrivare a essere talmente vigliacchi da vergognarci della nostra Fede? Se siamo onesti, non è difficile dover ammettere che spesso noi abbiamo un cuore di coniglio, anziché un cuore di cristiano…
Eppure è certo che un cristiano non può essere di Cristo se non affronta coraggiosamente il sacrificio di sé per Lui e per i fratelli, come hanno fatto i Santi.
«Che ci vuole per diventare santi?», venne chiesto una volta al santo Curato d’Ars. E il Santo rispose con due sole sublimi parole: «La grazia e la croce».
Il Sacro Cuore di Gesù, sostegno di tutti i martiri, ci rafforzi nel suo amore, ci doni il suo amore forte e intrepido anche di fronte alla morte.
Proposito: Compiere senza rispetto umano gli atti di religione in pubblico: un segno di croce, la preghiera a tavola…
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


10 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/10-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/10-giugno.htm
“I QUINDICI VENERDI' DEL SACRO CUORE
10° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per quelli che aspettano grazie dal Sacro Cuore.
I QUINDICI VENERDI' DEL SACRO CUORE
Maria Santissima è onorata dai fedeli, non solo con la pratica dei primi cinque Sabati del mese, ma anche con i Quindici Sabati consecutivi, che si compiono due volte all'anno, chiudendosi il primo turno l'otto maggio, festa di S. Michele Arcangelo, ed il secondo turno il sette ottobre, festa della Madonna del Rosario.
La pietà dei fedeli ha fatto sì che si rendesse un simile omaggio al Sacro Cuore di Gesù, onorandolo, non solo con i nove primi Venerdì, ma anche con i Quindici Venerdì consecutivi.”





https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1013-atto-di-riparazione-al-sacratissimo-cuore-di-gesu.html
www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Astério Vescovo, il quale, per la fede cattolica, fu molto maltrattato dagli Ariani e confinato nell’Africa dall’imperatore Costanzo, e finalmente, rimandato nella sua chiesa, morì Confessore glorioso. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Confessore, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Astério possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Santa Margherita di Scozia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-margherita-scozia/)
http://www.sodalitium.biz/santa-margherita-scozia/
“10 giugno, Santa Margherita, Vedova (Mecseknádasd, 1045 – Edimburgo, 16 novembre 1093), Regina di Scozia.
Preghiamo Santa Margherita per la conversione della Scozia alla fede cattolica, nazione dove la maggioranza della popolazione aderisce all’eresia presbiteriana.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“10 juin : Sainte Marguerite, Reine d'Écosse (1046-1093).”
“Samedi 10 juin : jeûne et abstinence.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“10 giugno 2017: sabato delle quattro tempora di Pentecoste.”
“10 giugno 2017: Santa Margherita di Scozia, vedova.
Ungheria, circa 1046 - Edimburgo, Scozia, 16 novembre 1093
Figlia di Edoardo, re inglese in esilio per sfuggire all'usurpatore Canuto, Margherita nacque in Ungheria intorno al 1046. Sua madre, Agata, discendeva dal santo re magiaro Stefano. Quando aveva nove anni suo padre potè tornare sul trono; ma presto dovette fuggire ancora, questa volta in Scozia. E qui Margherita a 24 anni fu sposa del re Malcom III, da cui ebbe sei figli maschi e due femmine. Il Messale romano la descrive come «modello di madre e di regina per bontà e saggezza». Si racconta che il re non sapesse leggere e avesse un grande rispetto per questa moglie istruita: baciava i libri di preghiera che la vedeva leggere con devozione. Caritatevole verso i poveri, gli orfani, i malati, li assisteva personalmente e invitava Malcom III a fare altrettanto. Già gravemente ammalata ricevette la notizia dell'uccisione del marito e del figlio maggiore nella battaglia di Alnwick: disse di offrire questa sofferenza come riparazione dei propri peccati. Morì a Edimburgo il 16 novembre 1093.”




Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“Santa Margherita, regina, 10 giugno.”
“Sabato della Pentecoste.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
11-06-17, 19:51
Domenica 11 giugno 2017: FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ…




"FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ."
Guéranger, L'anno liturgico - Festa della Santissima Trinità (http://www.unavoce-ve.it/pg-trinita.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-trinita.htm




Santa Messa domenicale odierna, 11 giugno 2017, di Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) per la festa della Santissima Trinità:



SS. Trinità (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=3DTrHzy0dMQ
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




SS. Trinità - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/ss-trinita/)
http://www.sodalitium.biz/ss-trinita/
“11 giugno 2017, festa della Santissima Trinità.
Adorabile Trinità, Dio solo in tre persone, ci prostriamo innanzi a Voi! Gli angeli irradianti dalla vostra luce non possono sostenerne lo splendore; si velano la faccia e si umiliano al cospetto della vostra infinita Maestà. Permettete ai miseri abitanti della terra di unire le loro adorazioni a quelle degli spiriti celesti. Padre, Creatore del mondo, siate benedetto dall’opera delle vostre mani! Verbo Incarnato, Redentore del mondo, ricevete le lodi di coloro per i quali avete sparso il vostro Sangue preziosissimo! Spirito Santo, sorgente di grazia e principio di amore, siate glorificato nelle anime che sono vostro tempio! Ma ohimè! Signore, odo le bestemmie degli increduli che non vi vogliono conoscere, degli empi che vi oltraggiano, dei peccatori che disprezzano la vostra legge, il vostro amore, i vostri doni. O Padre potentissimo, noi detestiamo tanta audacia e vi offriamo, con le nostre deboli preghiere, la adorazione perfetta del vostro Cristo! O Gesù dite ancora al Padre celeste che perdoni loro, perchè non sanno ciò che fanno! Spirito Santo, cambiate ad essi il cuore ed infiammate il nostro di uno zelo ardente per l’onore di Dio. Padre, Figlio e Spirito Santo regnate finalmente con l’amore così in terra come in cielo. Salgano dovunque verso di Voi inni di benedizione, incenso di preghiere, ossequi di fedeltà. La Santissima Trinità sia sempre lodata, servita e onorata da tutte le creature in Gesù Cristo nostro Signore. Così sia.”


https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1025-adorabile-trinita-dio-solo-in-tre-persone.html
"Preghiera: Adorabile Trinità, Dio solo in tre persone ..."
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1013-atto-di-riparazione-al-sacratissimo-cuore-di-gesu.html
www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Barnaba Apostolo, il quale, di nazione Cipriota, ordinato dai discepoli Apostolo delle genti insieme a Pàolo, percorse con lui molte regioni, esercitando l’ufficio della predicazione evangelica a lui affidato; finalmente, andato a Cipro, vi onorò il suo Apostolato con un glorioso martirio. Il suo corpo, al tempo dell’imperatore Zenóne, fu ritrovato per rivelazione dello stesso Barnaba, insieme ad una copia del Vangelo di san Mattéo, trascritta di sua mano dallo stesso Bàrnaba. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Apostolo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Barnaba possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“11 juin : Saint Barnabé, Apôtre (Ier siècle).”
“Dimanche pour la fête de la Très Sainte Trinité.”
“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour la fête de la Très Sainte Trinité (2016).
http://prieure2bethleem.org/predica/2016_05_22_mai.mp3”





11° giorno: Cuore generoso - Cuore avaro (http://www.stellamatutina.eu/11-giorno-cuore-generoso-cuore-avaro/)
11° giorno: Cuore generoso – Cuore avaro
CUORE GENEROSO
La generosità del Cuore di Gesù è espressa da quel lamento doloroso che Egli potrebbe rivolgere a ciascuno di noi: «Popolo mio, che cos’altro avrei potuto fare per la mia vigna, che non feci?» (Is 5,5).
Nessuno è più generoso di chi dona tutto se stesso in modo da non ricusare più nulla per sé. Ebbene, la generosità di Gesù noi possiamo leggerla in ogni evento della sua vita. Dalla nascita alla morte. Nella vita privata e pubblica. Da solo e con i suoi.
Nasce in una stalla e in un’umile famiglia sconosciuta a tutti.
Vive a Nazaret nel nascondimento più fitto, tanto da meravigliare, un giorno, gli stessi abitanti del piccolissimo villaggio.
Svolge la sua missione pubblica senza avere letteralmente «ove posare il capo» (Mt 8,20).
Sceglie come suoi collaboratori dodici rozzi pescatori e uomini impreparati.
Vuole restare fra noi, e non trova di meglio che mettersi in un frammento di pane, per donarsi a tutti con la massima semplicità.
Vuole morire per noi, e sceglie la morte più spaventosa e più ignominiosa: condannato come un malfattore.
Che cosa poteva fare di più per noi e non l’ha fatto?
Aveva ragione santa Teresina di dire che «chi ama, non conta più».
Soprattutto l’Eucaristia rimane il sublime capolavoro del Cuore di Gesù: ogni qualvolta riceviamo la Santa Comunione o assistiamo alla distribuzione della Santa Comunione, dovremmo piangere di commozione a vedere la generosità dell’amore di Gesù che si è spogliato di se stesso fino a perdere anche ogni figura umana, per donarsi a noi nella maniera più povera, più umile, più dolce.
Cuore di Gesù! Infinitamente ricco, ti sei fatto il più povero di tutti per donarti a noi, insegnandoci che la vera ricchezza è la carità, giacché Dio, infinita ricchezza, è carità.
(...)
San Francesco morì spoglio di ogni bene terreno, ma ricchissimo di beni eterni, come Gesù ci raccomanda: «Non accumulate tesori sulla terra, dove la ruggine e la tignola consumano e dove i ladri sfondano e rubano: ma accumulatevi tesori nel cielo, dove né ruggine né tignola consumano, e dove i ladri non sfondano né rubano» (Mt 1,19-20).
Quando noi cerchiamo di soddisfarci con le cose create possedendo beni di terra, il nostro cuore non può essere mai veramente soddisfatto. Anzi! «Ci hai fatti per te, Signore, – pregava sant’Agostino – e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Te».
Proprio così. Il Cuore di Gesù voglia rendere generoso il nostro cuore nel disfarsi delle cose create che alimentano l’egoismo e l’inquietudine; voglia rendere il nostro cuore povero di beni terreni, e ricchissimo del desiderio di donare e di donarsi.
Proposito: Per amore del Cuore di Gesù fare un’opera di carità ad un povero o a una famiglia povera.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."



11 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/11-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/11-giugno.htm
"L'ORA SANTA
11° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le irriverenze che si fanno nelle Chiese.
L'ORA SANTA
(...) In questo mese del Sacro Cuore approfondiamo l'alto significato dell'Ora Santa, per apprezzarla e per farla con frequenza e devozione.
(...) Impariamo da questo episodio a superare le difficoltà che certe volte possono sorgere, allorché il Signore c'ispira di offrirgli un'Ora Santa.
Fioretto. Raccogliersi in qualche momento della giornata per fare un po' di Ora Santa.
Giaculatoria. Gesù, accresci in me la fede, la speranza e la carità!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)."




Guéranger, L'anno liturgico - Festa della Santissima Trinità (http://www.unavoce-ve.it/pg-trinita.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-trinita.htm
“PROPRIO DEL TEMPO
FESTA DELLA
SANTISSIMA TRINITÀ
Ragioni della festa e della sua tarda istituzione.
Abbiamo visto gli Apostoli nel giorno della Pentecoste ricevere lo Spirito Santo e, fedeli all'ordine del Maestro (Mt 28,19) partire subito per andare ad ammaestrare tutte le genti, e battezzare gli uomini nel nome della Santissima Trinità. Era dunque giusto che la solennità che ha per scopo di onorare il Dio unico in tre persone seguisse immediatamente quella della Pentecoste alla quale è unita da un misterioso legame. Tuttavia, solo dopo lunghi secoli essa è venuta a prender posto nell'Anno liturgico, che si va completando nel corso del tempo.
Tutti gli omaggi che la Liturgia rende a Dio hanno per oggetto la divina Trinità. I tempi sono per essa così come l'eternità; essa è l'ultimo termine di tutta la nostra religione. Ogni giorno ed ogni ora le appartengono. Le feste istituite per commemorare i misteri della nostra salvezza finiscono sempre ad essa. Quelle della Santissima Vergine e dei Santi sono altrettanti mezzi che ci guidano alla glorificazione del Signore unico nell'essenza e triplice nelle persone; quanto all'Ufficio divino della Domenica in particolare, esso offre ogni settimana l'espressione formulata in modo particolare, dell'adorazione e dell'omaggio verso questo mistero, fondamento di tutti gli altri e sorgente di ogni grazia.
Si comprende così perché la Chiesa abbia tardato tanto ad istituire una festa speciale in onore della Santissima Trinità. Mancava del tutto la ragione ordinaria che motiva l'istituzione delle feste. Una festa è la fissazione di un fatto che è avvenuto nel tempo e di cui è giusto perpetuare il ricordo e la risonanza: ora, da tutta l'eternità, prima di qualsiasi creazione, Dio vive e regna, Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Questa istituzione non poteva dunque consistere se non nel fissare sul Calendario un giorno particolare in cui i cristiani si sarebbero uniti in un modo per così dire più diretto nella solenne glorificazione del mistero dell'Unità e della Trinità in una stessa natura divina.
Storia della festa.
Il pensiero si presentò dapprima ad alcune di quelle anime pie e raccolte che ricevono dall'alto il presentimento delle cose che lo Spirito Santo compirà più tardi nella Chiesa. Fin dal secolo VIII, il dotto monaco Alcuino, ripieno dello spirito della Liturgia, credette giunto il momento di redigere una Messa votiva in onore del mistero della Santissima Trinità. Sembra pure che vi sia stato spinto da un desiderio dell'apostolo della Germania, san Bonifacio. La Messa costituiva semplicemente un aiuto alla pietà privata, e nulla lasciava prevedere che ne sarebbe derivata un giorno l'istituzione di una festa. Tuttavia la devozione a questa Messa si estese a poco a poco, e la vediamo accettata in Germania dal Concilio di Seligenstadt, nel 1022.
Ma a quell'epoca in una chiesa del Belgio era già in uso una festa propriamente detta della Santissima Trinità. Stefano, vescovo di Liegi, aveva istituito solennemente la festa della Santissima Trinità nella sua Chiesa nel 920, e fatto comporre un Ufficio completo in onore del mistero. A quei tempi non esisteva ancora la disposizione del diritto comune che riserva alla Santa Sede l'istituzione delle nuove feste, e Richiero, successore di Stefano nella sede di Liegi, tenne in piedi l'opera del suo predecessore.
Essa si estese a poco a poco, e pare che l'Ordine monastico le sia stato subito favorevole; vediamo infatti fin dai primi anni del secolo XI, Bernone, abate di Reichenau, occuparsi della sua propagazione. A Cluny, la festa si stabilì abbastanza presto nel corso dello stesso secolo, come si può vedere dall'Ordinario di quel monastero redatto nel 1091, in cui essa si trova menzionata come istituita già da un certo tempo.
Sotto il pontificato di Alessandro II (1061-1073), la Chiesa Romana, che ha spesso sanzionato, adottandoli, gli usi delle chiese particolari, dovette esprimere un giudizio su questa nuova festa. Il Pontefice, in una delle sue decretali, pur costatando che la festa è già diffusa in molti luoghi, dichiara che la Chiesa Romana non l'ha accettata per il fatto che ogni giorno l'adorabile Trinità è senza posa invocata con la ripetizione delle parole: Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto, e in tante altre formule di lode.
Tuttavia la festa continuava a diffondersi, come attesta il Micrologio; e nella prima parte del secolo XII, l'abate Ruperto affermava già la convenienza di quella istituzione, esprimendosi al riguardo come faremmo oggi noi: "Subito dopo aver celebrato la solennità della venuta dello Spirito Santo, cantiamo la gloria della Santissima Trinità nell'Ufficio della Domenica che segue, e questa disposizione è molto appropriata poiché subito dopo la discesa di quel divino Spirito cominciarono la predicazione e la fede e, nel battesimo, la fede, la confessione del nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Dei divini Uffici, l. xii, c. i).
In Inghilterra l'istituzione della festa della Santissima Trinità ebbe come autore principale il martire san Tommaso di Cantorbery. Fu nel 1162 che egli la istituì nella sua Chiesa, in ricordo della sua consacrazione episcopale che aveva avuto luogo la prima Domenica dopo la Pentecoste. Per la Francia troviamo nel 1260 un concilio di Arles presieduto dall'arcivescovo Florentin, che nel suo sesto canone inaugura solennemente la festa aggiungendovi il privilegio d'una Ottava. Fin dal 1230 l'ordine dei Cistercensi, diffuso nell'intera Europa, l'aveva istituita per tutte le sue case; e Durando di Mende, nel suo Razionale, lascia concludere che il maggior numero delle Chiese latine, durante il secolo XIII usava già la celebrazione di questa festa. Fra tali Chiese ve ne erano alcune che la ponevano non alla prima bensì all'ultima Domenica dopo la Pentecoste e altre che la celebravano due volte: una prima all'inizio della serie delle Domeniche che seguono la solennità di Pentecoste, e una seconda volta alla Domenica che precede immediatamente l'Avvento. Questo uso era mantenuto in modo particolare dalle Chiese di Narbona, di Le-Mans e di Auxerre.
Si poteva sin d'allora prevedere che la Santa Sede avrebbe finito per sanzionare una istituzione che la cristianità desiderava di vedere stabilita dappertutto. Giovanni XXII, che occupò la cattedra di san Pietro fino al 1334, completò l'opera con un decreto nel quale la Chiesa Romana accettava la festa della Santissima Trinità e la estendeva a tutte le Chiese.
Se si cerca ora il motivo che ha portato la Chiesa, guidata in tutto dallo Spirito Santo, ad assegnare così un giorno speciale nell'anno per rendere un solenne omaggio alla divina Trinità, quando tutte le nostre adorazioni, tutti i nostri ringraziamenti, tutti i nostri voti salgono in ogni tempo verso di essa, lo si troverà nella modificazione che si andava introducendo allora nel calendario liturgico. Fin verso il 1000, le feste dei santi universalmente onorati erano molto rare. Da quell'epoca appaiono in maggior numero, ed era da prevedere che si sarebbero moltiplicate sempre di più. Sarebbe giunto il tempo - e sarebbe durato per secoli - in cui l'Ufficio della Domenica che è consacrata in modo speciale alla Santissima Trinità, avrebbe ceduto spesso il posto a quello dei Santi riportati dal corso dell'anno. Si rendeva dunque necessario, per legittimare in qualche modo questo culto dei servi nel giorno consacrato alla suprema Maestà, che almeno una volta nell'anno la Domenica offrisse l'espressione piena e diretta di quella religione profonda che l'intero culto della santa Chiesa professa verso il sommo Signore, che si è degnato di rivelarsi agli uomini nella sua unità ineffabile e nella sua eterna Trinità.
L'essenza della fede.
L'essenza della fede cristiana consiste nella conoscenza e nell'adorazione di Dio unico in tre persone. Da questo mistero scaturiscono tutti gli altri, e se la nostra fede se ne nutre quaggiù come del suo supremo alimento, aspettando che la sua visione eterna ci rapisca in una beatitudine senza fine, è perché è piaciuto al sommo Signore di dichiararsi quale egli è al nostro umile intelletto, pur restando nella sua "luce inaccessibile" (1Tm 6,16). La ragione umana può arrivare a conoscere l'esistenza di Dio come creatore di tutti gli esseri, può farsi un'idea delle sue perfezioni contemplando le sue opere, ma la nozione dell'intima essenza di Dio non poteva giungere a noi se non attraverso la rivelazione che egli si è degnato di farcene.
Ora, volendo il Signore manifestarci misericordiosamente la sua essenza onde unirci più strettamente a sé e prepararci in qualche modo alla visione che deve offrirci di se stesso faccia a faccia nell'eternità, ci ha guidati successivamente di luce in luce, fin quando fossimo abbastanza illuminati per adorare l'Unità nella Trinità e la Trinità nell'Unità. Nel corso dei secoli che precedono l'Incarnazione del Verbo eterno, Dio sembra preoccupato soprattutto di inculcare agli uomini l'idea della sua unità, poiché il politeismo diventa sempre più il male del genere umano, e la nozione stessa della causa spirituale e unica di tutte le cose si sarebbe spenta sulla terra se la Somma Bontà non avesse operato costantemente per conservarla.
Il Figlio rivela il Padre.
Bisognava che giungesse la pienezza dei tempi; allora Dio avrebbe mandato in questo mondo il suo Figlio unigenito generato da lui fin dall'eternità. Egli ha realizzato questo disegno della sua munificenza, "e il Verbo fatto carne ha abitato in mezzo a noi" (Gv 1,14). Vedendo la sua gloria, che è quella del Figlio unigenito del Padre (ibidem), abbiamo conosciuto che in Dio vi è Padre e Figlio. La missione del Figlio sulla terra, nel rivelarci se stesso, ci insegnava che Dio è eternamente Padre, poiché tutto ciò che è in Dio è eterno. Senza questa rivelazione che è per noi un anticipo della luce che attendiamo dopo questa vita, la nostra conoscenza di Dio sarebbe rimasta molto imperfetta. Bisognava che vi fosse infine relazione fra la luce della fede e quella della visione che ci è riservata, e non bastava più all'uomo sapere che Dio è uno.
Ora noi conosciamo il Padre, dal quale, come ci dice l'Apostolo, deriva ogni paternità anche sulla terra (Ef 3,15). Per noi il Padre non è più soltanto il potere creatore che produce gli esseri al di fuori di sé; il nostro occhio, guidato dalla fede, penetra fin nel seno della divina essenza, ed ivi contempliamo il Padre che genera un Figlio simile a sé. Ma, per insegnarcelo, il Figlio è disceso fino a noi. Egli lo dice espressamente: "Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale piace al Figlio rivelarlo" (Mt 11,27). Gloria dunque al Figlio che si è degnato di manifestarci il Padre, e gloria al Padre che il Figlio ci ha rivelato!
Così la scienza intima di Dio ci è venuta dal Figlio che il Padre nel suo amore ci ha donato (Gv 3,16); e onde elevare i nostri pensieri fino alla sua natura divina, questo Figlio di Dio che si è rivestito della nostra natura umana nella sua Incarnazione, ci ha insegnato che il Padre e lui sono uno (ivi 17,22), che sono una stessa essenza nella distinzione delle persone. L'uno genera, l'altro è generato; l'uno si afferma potenza, l'altro sapienza e intelletto.
La potenza non può essere senza l'intelletto, né l'intelletto senza la potenza, nell'essere sommamente perfetto; ma l'uno e l'altro richiedono un terzo termine.
Il Padre e il Figlio mandano lo Spirito Santo.
Il Figlio, che è stato mandato dal Padre, è salito al cielo con la natura umana che ha unita a sé per l'eternità, ed ecco che il Padre e il Figlio mandano agli uomini lo Spirito che procede dall'uno e dall'altro. Con questo nuovo dono, l'uomo giunge a conoscere che il Signore Iddio è in tre persone. Lo Spirito, legame eterno dei primi due, è la volontà, l'amore, nella divina essenza. In Dio dunque è la pienezza dell'essere, senza principio, senza successione e senza progressi, poiché nulla gli manca. In questi tre termini eterni della sua sostanza increata egli è l'atto puro e infinito.
La Liturgia, lode della Trinità.
La sacra Liturgia, che ha per oggetto la glorificazione di Dio e la commemorazione delle sue opere, segue ogni anno le fasi di queste manifestazioni nelle quali il sommo Signore si è dichiarato interamente a dei semplici mortali. Sotto i colori scuri dell'Avvento, abbiamo attraversato il periodo di attesa durante il quale il radioso triangolo lasciava appena penetrare alcuni raggi attraverso le nubi. Il mondo implorava il liberatore, un Messia; e lo stesso Figlio di Dio doveva essere questo liberatore, questo Messia. Perché comprendessimo a fondo gli oracoli che ce lo annunciavano, era necessario che egli venisse. Ci è nato un pargolo (Is 9,6) e abbiamo avuto la chiave delle profezie. Adorando il Figlio, abbiamo adorato anche il Padre che ce lo mandava nella carne e al quale è consostanziale. Quel Verbo di vita che abbiamo visto, che abbiamo sentito, che le nostre mani hanno toccato (1Gv 1,1) nell'umanità, che si era degnato di assumere, ci ha convinti che è veramente una persona, che è distinta dal Padre, poiché l'uno manda e l'altro è mandato. Nella seconda persona divina abbiamo trovato il mediatore che ha riunito la creazione al suo autore, il redentore dei nostri peccati, la luce delle nostre anime, lo Sposo che esse sospirano.
Terminata la serie dei misteri che le sono propri, abbiamo celebrato la venuta dello Spirito santificatore, annunciato come Colui che doveva venire a perfezionare l'opera del Figlio di Dio. L'abbiamo adorato e riconosciuto distinto dal Padre e dal Figlio, che ce lo mandavano con la missione di restare con noi (Gv 14,16). Si è manifestato nelle operazioni divine che gli sono proprie, poiché sono l'oggetto della sua venuta. Esso è l'anima della santa Chiesa, e la conserva nella verità che il Figlio le ha insegnata. È il principio della santificazione delle anime nostre, in cui vuoi porre la sua dimora. In una parola, il mistero della Santissima Trinità è diventato per noi non solo un dogma imposto al nostro pensiero dalla rivelazione, ma una verità praticamente conosciuta da noi per la ineffabile munificenza delle tre divine persone, adottati come siamo dal Padre, fratelli e coeredi del Figlio, mossi e abitati dallo Spirito Santo.
MESSA
Per quanto il sacrificio della Messa sia sempre celebrato in onore della Santissima Trinità, oggi la Chiesa, nei suoi canti, nelle sue preghiere e nelle sue letture, glorifica in modo più preciso il grande mistero che costituisce il fondamento della fede cristiana. Si fa tuttavia la commemorazione della prima Domenica dopo la Pentecoste, per non interrompere l'ordine della Liturgia. La Chiesa usa in questa solennità il colore bianco in segno di letizia e per esprimere la semplicità della purezza dell'essenza divina.
EPISTOLA (Rm 11,33-36). - O profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono incomprensibili i suoi giudizi ed imperscrutabili le sue vie! Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? E chi gli è stato consigliere? Chi gli ha dato per il primo, per averne da ricevere il contraccambio? Da lui e per lui e in lui son tutte le cose. A lui gloria nei secoli. Così sia.
I disegni di Dio.
Non possiamo fermare il nostro pensiero sui consigli divini senza provare una specie di vertigine. L'eterno e l'infinito confondono la nostra debole ragione, e questa ragione nello stesso tempo li riconosce e li confessa. Ora, se i disegni di Dio sulle creature già sorpassano il nostro intelletto, come potrà esserci nota l'intima natura di quell'essere supremo? Tuttavia noi distinguiamo e glorifichiamo in questa essenza increata il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il Padre ha rivelato se stesso mandandoci il suo Figlio, oggetto della eterna compiacenza; il Figlio ci ha manifestato la sua personalità assumendo la nostra carne che il Padre e lo Spirito Santo non hanno assunta insieme con lui; lo Spirito Santo, mandato dal Padre e dal Figlio, è venuto a compiere in noi la missione da essi ricevuta. Il nostro occhio si immerge in queste sacre profondità e il nostro cuore si intenerisce pensando che, se conosciamo Dio, è appunto con i suoi benefici che egli ha formato in noi la nozione di ciò che è. Custodiamo con amore questa fede, e attendiamo con fiducia il momento in cui essa cesserà per far posto alla visione eterna di quello che avremo creduto quaggiù.
VANGELO (Mt 28,18-20). - In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: Mi è stato dato ogni potere, in cielo e in terra. Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo.
La fede nella Trinità.
Il mistero della Santissima Trinità manifestato dalla missione del Figlio di Dio in questo mondo e dalla promessa del prossimo invio dello Spirito Santo, è dichiarato agli uomini nelle solenni parole che Gesù pronuncia prima di salire al cielo. Egli dice: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo" (Mc 16,17); ma aggiunge che il battesimo sarà dato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. D'ora in poi è necessario che l'uomo non solo confessi l'unità di Dio abiurando il politeismo, ma che adori la Trinità delle persone nell'unità dell'essenza. Il grande segreto del cielo è una verità divulgata ora per tutta la terra.
Ringraziamento.
Ma se confessiamo umilmente Dio conosciuto quale è in se stesso, dobbiamo anche rendere l'omaggio d'una eterna riconoscenza alla gloriosa Trinità. Essa non si è solo degnata di imprimere le sue divine sembianze sulla nostra anima, facendola a sua immagine; ma, nell'ordine soprannaturale, si è impossessata del nostro essere e l'ha elevato ad una incommensurabile grandezza. Il Padre ci ha adottati nel suo Figlio incarnato; il Verbo illumina il nostro intelletto con la sua luce; lo Spirito Santo ci ha eletti per sua abitazione: e appunto questo esprime la forma del santo battesimo. Con quelle parole pronunciate su di noi insieme con l'infusione dell'acqua, tutta la Trinità ha preso possesso della sua creatura. Noi ricordiamo tale miracolo ogni qualvolta invochiamo le tre divine persone facendoci il segno della croce. Quando le nostre spoglie mortali saranno portate nella casa di Dio per ricevervi le ultime benedizioni e gli addii della Chiesa terrena, il sacerdote supplicherà il Signore di non entrare in giudizio con il suo servo; e per attirare su quel cristiano già entrato nella sua eternità gli sguardi della misericordia divina, egli mostrerà al supremo Giudice che quel membro del genere umano "fu segnato durante la vita con il sigillo della S. Trinità". Veneriamo in noi quell'augusta impronta che sarà eterna. La riprovazione stessa non la cancellerà. Sia dunque essa la nostra speranza, il nostro nobile titolo, e viviamo a gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Lode alla Santissima Trinità.
Unità indivisibile, Trinità distinta in una sola natura, sommo Dio, che ti sei rivelato agli uomini, degnati di sopportare che noi osiamo esprimere alla tua presenza le nostre adorazioni, ed effondere il ringraziamento che trabocca dai nostri cuori, quando ci sentiamo inondati dai tuoi ineffabili lumi. Unità divina, Trinità divina, noi non ti abbiamo ancora contemplata, ma sappiamo che tu sei poiché ti sei degnata di manifestarti. Questa terra che noi abitiamo sente ogni giorno affermare chiaramente l'augusto mistero la cui visione costituisce il principio della beatitudine degli esseri glorificati nel tuo seno. La stirpe umana ha dovuto aspettare per lunghi secoli prima che la divina formula le fosse pienamente rivelata; ma la generazione alla quale apparteniamo ne è in possesso, e confessa con slancio l'Unità e la Trinità nella tua essenza infinita. Una volta la parola dello Scrittore sacro, simile al lampo che solca le nubi e lascia dietro di sé l'oscurità più profonda, attraversava l'orizzonte del pensiero. Egli diceva: "Ignoro la vera Sapienza, non possiedo la scienza di ciò che è santo. Chi mai è salito al cielo e ne è ridisceso? Chi è colui che tiene nelle mani la tempesta? Chi trattiene le acque come in un involucro? Chi ha fissato i confini della terra? Sai tu quale è il suo nome? Conosci il nome del figlio suo?" (Pr 30,2-4).
Signore Iddio, grazie alla tua infinita misericordia noi conosciamo oggi il tuo nome: tu ti chiami il Padre, e colui che eternamente generi si chiama il Verbo, la Sapienza. Sappiamo anche che dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito d'amore. Il Figlio, rivestito della nostra carne, ha abitato questa terra ed è vissuto in mezzo agli uomini; quindi è disceso lo Spirito, che rimane con noi fino alla consumazione dei destini della famiglia umana quaggiù. Ecco perché osiamo confessare l'Unità e la Trinità; poiché avendo inteso la testimonianza divina abbiamo creduto; e "poiché abbiamo creduto, parliamo con tutta sicurezza" (Sal 115,10; 2Cor 4,13). I tuoi Serafini, o Dio, sono stati intesi dal Profeta cantare: "Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti" (Is 4,3). Noi non siamo che uomini mortali, ma più fortunati di Isaia, senza essere profeti come lui, possiamo pronunciare le parole angeliche e dire: "Santo è il Padre, Santo è il Figlio, Santo è lo Spirito". Essi si sostenevano in volo con due delle ali che possedevano; con altre due si velavano rispettosamente il volto e le ultime due coprivano loro i piedi. Anche noi, fortificati dallo Spirito divino che ci è stato dato, cerchiamo di sollevare sulle ali del desiderio il peso della nostra mortalità; copriamo con il pentimento la responsabilità delle nostre colpe, e velando sotto la nube della fede il debole occhio del nostro intelletto, riceviamo nell'intimo la luce che ci è infusa. Docili alle parole rivelate, ci conformiamo a ciò che esse ci insegnano; essi ci apportano la nozione, non solo distinta ma luminosa, del mistero che costituisce la sorgente e il centro di tutti gli altri. Gli Angeli e i Santi ti contemplano in cielo, con quella ineffabile timidezza che il profeta ci ha descritta mostrandoci il loro sguardo velato sotto le loro ali. Noi non vediamo ancora, non potremmo vedere, ma sappiamo, e questa scienza illumina i nostri passi e ci stabilisce nella verità. Ci guardiamo dallo "scrutare la maestà", per paura "di essere schiacciati sotto la gloria" (Pr 25,27); ma ripensando umilmente a ciò che il cielo si è degnato di rivelarci dei suoi segreti, osiamo dire:
Lode all'unico Dio.
Gloria a te, ESSENZA unica, atto puro, essere necessario, infinito senza divisione, indipendente, completo da tutta l'eternità, tranquillo e sommamente beato. In te noi riconosciamo insieme con l'inviolabile Unità, fondamento di tutte le grandezze, tre persone che sussistono distintamente ma nella loro produzione e nella loro distinzione hanno in comune la stessa natura, in modo che la sussistenza personale che costituisce ciascuna di esse e le distingue l'una dall'altra non apporta fra loro alcuna disuguaglianza. O beatitudine infinita in questa società delle tre persone che contemplano in se stesse le ineffabili perfezioni dell'essenza che le riunisce, e la proprietà di ciascuna delle tre che anima divinamente quella natura che nulla potrebbe limitare o turbare! O miracolo di quella essenza infinita allorché si degna di agire fuori di se stessa, creando altri esseri nella sua potenza e nella sua bontà, operando le tre persone d'accordo, in modo che quella che interviene in una maniera che le è propria, lo fa in virtù di una volontà comune! Un amore speciale sia dunque mostrato alla divina persona che, nell'azione comune alle tre, si degna di rivelarsi in modo speciale alle creature; e nello stesso tempo siano rese grazie alle altre due che si uniscono in una medesima volontà, quella che si manifesta in nostro favore!
Lode al Padre.
Gloria a te, o PADRE, Antico dei giorni (Dn 7,9), innascibile, senza principio ma che comunichi essenzialmente e necessariamente al Figlio e allo Spirito Santo la divinità che risiede in te! Tu sei Dio e sei Padre. Chi ti conosce come Dio e ti ignora come Padre, non ti conosce quale tu sei. Produci, generi, ma è nel tuo seno che sei generatore, poiché nulla di quanto è fuori di te è Dio. Tu sei l'essere, la potenza; ma non sei stato mai senza un Figlio. Tu dici a te stesso tutto quello che sei, ti traduci, e il frutto della fecondità del tuo pensiero, uguale a te, è una seconda persona che esce da te: è il tuo Figliuolo, il tuo Verbo, la tua parola increata. Una volta hai parlato, e la tua parola è eterna come te, come il tuo pensiero di cui è l'espressione infinita. Così lo splendore che brilla ai nostri occhi non è mai stato senza il suo splendore. Questo splendore è da lui, è con lui; emana da lui senza diminuirlo, così come non si isola da lui. Perdona, o Padre, al nostro debole intelletto di cogliere un paragone dagli esseri che tu hai creati. E se consideriamo noi stessi che siamo stati creati da te a tua immagine, non sentiamo forse che il nostro stesso pensiero, per essere distinto nella nostra mente, ha bisogno del termine che lo fissa e lo determina?
O Padre, noi ti abbiamo conosciuto mediante quel Figlio che tu eternamente generi, e che si è degnato di rivelarsi a noi. Egli ci ha insegnato che tu sei Padre e che egli è Figlio, e nello stesso tempo tu sei con lui una stessa cosa (Gv 10,30). Se un Apostolo esclama: "Signore, mostraci il Padre", egli risponde: "Chi vede me, vede il Padre mio" (Gv 14,8-9). O Unità della natura divina, in cui il Figlio, distinto dal Padre, non è tuttavia da meno del Padre! O compiacenza del Padre nel Figlio, mediante il quale egli ha coscien¬za di se stesso; compiacenza d'amore intimo che egli dichiara alle nostre orecchie mortali sulle rive del Giordano e sulla vetta del Tabor (Mt 3,17; 2Pt 1,17).
O Padre, noi ti adoriamo, ma ti amiamo pure: poiché un Padre deve essere amato dai suoi figli, e noi siamo appunto tuoi figli. Un Apostolo non ci insegna forse che ogni paternità procede da te, non solo in cielo, ma anche in terra (Ef 3,15)? Nessuno è padre, nessuno ha l'autorità paterna nella famiglia, nello Stato, nella Chiesa, se non da te, in te e ad imitazione di te. Di più, tu hai voluto che "fossimo non soltanto chiamati tuoi figli, ma che tale qualità fosse reale in noi" (Gv 3,1); non per generazione come è del tuo unico Verbo, ma per una adozione che ci rende suoi "coeredi" (Rm 8,17). Il tuo divin Figlio dice parlando di te: "Io onoro il Padre mio" (Gv 8,49); anche noi ti onoriamo, o sommo Padre, Padre d'immensa maestà, e dal profondo del nostro nulla, nell'attesa dell'eternità, ti glorifichiamo insieme con i santi Angeli e i Beati della nostra stirpe. Che il tuo occhio paterno ci protegga, che si degni di compiacersi anche in quei figli che tu hai previsti, che hai eletti, che hai chiamati alla fede e che osano insieme con l'Apostolo chiamarti "il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione" (2Cor 1,3).
Lode al Figlio.
Gloria a te, o FIGLIO, o Verbo, o Sapienza del Padre! Emanato dalla sua essenza divina, il Padre ti ha dato nascita "prima dell'aurora" (Sal 109,3); egli ti ha detto: "Oggi ti ho generato" (Sal 2,7), e quel giorno che non ha né vigilia né domani è l'eternità. Tu sei Figlio e Figlio unigenito, e questo nome esprime una stessa natura con colui che ti produce; esclude la creazione, e ti mostra consustanziale al Padre, dal quale esci con una perfetta somiglianza. Tu esci dal Padre senza uscire dall'essenza divina, essendo coeterno al tuo principio, poiché in Dio nulla vi è di nuovo e nulla di temporale. In te, la filiazione non è una dipendenza, poiché il Padre non può essere senza il Figlio come il Figlio senza il Padre. Se è nobile per il Padre produrre il Figlio, non è meno nobile per il Figlio esaurire e terminare in sé stesso con la sua filiazione la potenza generatrice del Padre.
O Figlio di Dio, tu sei il Verbo del Padre. Parola increata, tu gli sei intimo come il suo pensiero, che è il suo stesso essere. In te quell'essere si traduce interamente nella sua infinità, in te si conosce. Tu sei il frutto immateriale prodotto dall'intelletto divino del Padre, l'espressione di tutto ciò che egli è sia che ti custodisca misteriosamente "nel suo seno" (Gv 1,18), sia che ti produca al di fuori. Quali termini potremo usare per definirti nella tua magnificenza, o Figlio di Dio?! Lo Spirito Santo si degna di venirci in aiuto nei libri che ha ispirato ed osiamo perciò dire col linguaggio che ci suggerisce: "Tu sei lo splendore della gloria del Padre, la forma della sua sostanza (Ebr 1,3). Tu sei lo splendore dell'eterna luce, lo specchio senza imperfezione della maestà di Dio, la rifrazione della sua eterna bontà" (Sap 7,26). Con la santa Chiesa riunita a Nicea, osiamo dirti ancora: "Tu sei Dio da Dio, lume da lume, Dio vero da Dio vero". Con i Padri e i Dottori aggiungiamo: "Tu sei la lampada eternamente accesa alla lampada eterna. La tua luce non diminuisce affatto quella che si comunica a te, e in te essa non ha nulla di inferiore a quella che l'ha prodotta".
Ma quando questa ineffabile fecondità che dà un Figlio eterno al Padre, al Padre e al Figlio un terzo termine, ha voluto manifestarsi al di fuori della divina essenza, e non potendo produrre più nulla che le fosse uguale si è degnata di chiamare dal nulla la natura intellettuale e ragionevole, come quella che più si avvicinava al suo principio, e la natura materiale come la meno lontana dal nulla, la produzione intima della tua persona nel seno del Padre, o Figlio unigenito di Dio, si è rivelata al mondo nell'atto creatore. Il Padre ha fatto tutte le cose, ma "le ha fatte nella sua Sapienza" cioè è in te che "le ha fatte" (Sal 103,24). Questa missione di operare che hai ricevuta dal Padre, deriva dalla generazione eterna con la quale egli ti produce da se stesso. Tu sei stato lanciato dal tuo misterioso riposo, e le creature visibili e invisibili sono uscite dal nulla dietro il tuo comando. Agendo in un intimo accordo con il Padre, hai diffuso sui mondi, creandoli, qualcosa di quella bellezza e di quell'armonia di cui sei il riflesso nell'essenza divina. Ma la tua missione non era esaurita dalla creazione. L'angelo e l'uomo, esseri intelligenti e liberi, erano chiamati a vedere e a possedere Dio in eterno. Per essi, l'ordine naturale non era sufficiente; bisognava che venisse aperta una via soprannaturale per condurli al loro fine. Questa via, eri tu stesso, o Figlio unigenito di Dio. Assumendo in te la natura umana, tu ti univi all'opera tua, risollevavi fino a Dio l'angelo e l'uomo, e nella tua natura finita apparivi come il tipo supremo della creazione che il Padre aveva compiuta per mezzo tuo. O mistero ineffabile! Tu sei il Verbo increato, e insieme "il primogenito di ogni creatura" (Col 1,15) che doveva essere manifestato a suo tempo, ma che avevi preceduto nell'intenzione divina tutti gli esseri che sono stati creati perché fossero i suoi sudditi.
La stirpe umana, chiamata a possederti nel suo seno come il divino intermediario, la ruppe con Dio: il peccato la precipitò nella morte. Chi poteva ormai risollevarla e restituirla al suo sublime destino? Ancora soltanto tu, o Figlio unigenito del Padre! Non avremmo mai osato sperarlo; ma "il Padre ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16), non più soltanto come mediatore, ma come redentore di noi tutti. O nostro fratello maggiore, tu gli chiedevi "che ti restituisse la tua eredità" (Sal 16,5), e questa eredità hai dovuto riscattarla. Il Padre allora ti affidò la missione di Salvatore per la nostra razza perduta. Il tuo sangue sulla croce fu il prezzo del nostro riscatto, e siamo rinati a Dio e ai nostri onori d'un tempo; per questo ci facciamo vanto, noi tuoi redenti, o Figlio di Dio, di chiamarti NOSTRO SIGNORE.
Liberati dalla morte, purificati dal peccato, ti sei degnato di restituirci tutte le nostre grandezze. Tu infatti sei ormai il CAPO, e noi siamo le tue membra. Tu sei il RE, e noi siamo i tuoi fortunati sudditi. Tu sei il PASTORE, e noi siamo le pecore del tuo unico ovile. Tu sei lo SPOSO, e la Chiesa madre nostra è la tua sposa. Tu sei il PANE vivo disceso dal cielo, e noi siamo i tuoi invitati. O Figlio di Dio, o Emmanuele, o figlio dell'uomo, benedetto il Padre che ti ha mandato; ma benedetto con lui anche tu, che hai adempiuto la sua missione, e che ti sei degnato di dirci che "le tue delizie sono nello stare con i figli degli uomini" (Pr 8,31)!
Lode allo Spirito Santo.
Gloria, a te, o SPIRITO SANTO, che emani per sempre dal Padre e dal Figlio nell'unità della divina sostanza! L'atto eterno con il quale il Padre conosce se stesso produce il Figlio che è l'immagine infinita del Padre, e il Padre è preso d'amore per quello splendore uscito da lui da prima dei secoli. Il Figlio, contemplando il principio da cui emana eternamente, concepisce per tale principio un amore uguale a quello di cui è l'oggetto. Chi potrebbe mai descrivere questo ardore, questa mutua aspirazione che è l'attrazione e il moto d'una persona verso l'altra, nell'immobilità eterna dell'essenza?! Tu sei quell'amore, o Spirito divino, che esci dal Padre e dal Figlio come da uno stesso principio, distinto dall'uno e dall'altro, ma che forma il legame che li unisce nelle ineffabili delizie della divinità: Amore vivo, personale, che procede dal Padre attraverso il Figlio, termine estremo che completa la natura divina e definisce eternamente la Trinità. Nel seno impenetrabile del gran Dio, la personalità ti deriva insieme dal Padre di cui sei l'espressione con un nuovo modo di produzione (Gv 15,26) e dal Figlio che, ricevendo dal Padre, ti dà da se stesso (Gv 16,14-15), poiché l'amore infinito che li unisce eternamente è dei due e non di uno solo. Mai il Padre fu senza il Figlio, mai il Figlio fu senza il Padre; ma neppure mai il Padre e il Figlio sono stati senza di te, o Spirito Santo! Eternamente essi si sono amati, e tu sei l'amore infinito che regna in essi, e al quale essi comunicano la loro divinità. La tua processione dall'uno e dall'altro esaurisce la virtù produttiva dell'essenza increata, e così le divine persone realizzano il numero tre; al di fuori di esse, non vi è che il creato.
Era necessario che nella divina essenza vi fosse non solo la potenza e l'intelletto, ma anche il volere dal quale procede l'azione. Il volere e l'amore sono una sola e medesima cosa, e tu sei, o divino Spirito, quel volere e quell'amore. Quando la gloriosa Trinità opera al di fuori di se stessa, l'atto concepito dal Padre, espresso dal Figlio, si compie per tuo mezzo. Pure per tuo mezzo l'amore che il Padre e il Figlio hanno l'uno per l'altro, e che si personifica in te, si estende agli esseri che saranno creati. Mediante il suo Verbo il Padre li conosce; mediante te, o Spirito amore, li ama, sicché tutta la creazione procede dalla bontà divina.
Emanando dal Padre e dal Figlio, senza perdere l'uguaglianza che hai eternamente con essi, sei mandato dall'uno e dall'altro verso la creatura. Il Figlio, mandato dal Padre, riveste per l'eternità la natura umana, e la sua persona, con le operazioni che le sono proprie, ci appare distinta da quella del Padre. Così pure, o Spirito Santo, noi ti riconosciamo distinto dal Padre e dal Figlio, quando discendi per compiere su di noi la missione che ti è stata assegnata dall'uno e dall'altro. Tu ispiri i profeti (2Pt 1,21), intervieni in Maria nella divina Incarnazione (Lc 1,35), ti posi sul fiore di Iesse (Is 9,2), conduci Gesù al deserto (Lc 4,1), lo glorifichi con i miracoli (Mt 12,28). La sua Sposa, la santa Chiesa, ti riceve anch'essa e tu l'ammaestri in ogni verità (Gv 16, 13), e rimani in lei, come suo amico, fino all'ultimo giorno del mondo (Mt 28,20). Le anime nostre sono segnate del tuo sigillo (Ef 1,13; 4,30), tu le animi della vita soprannaturale (Gal 5,25); abiti finanche nei nostri corpi, che diventano il tuo tempio (1Cor 6,19); e infine sei per noi il dono di Dio (Inno della Pentecoste), la fonte che zampilla sino alla vita eterna (Gv 4, 14; 7,39). Ti siano dunque rese distinte grazie, o Spirito divino, per le distinte operazioni che compi in nostro favore!
Ringraziamento alla Santissima Trinità.
Ed ora, dopo aver adorato l'una dopo l'altra le divine persone, passando in rassegna i loro benefici sul mondo, osiamo ancora elevare il nostro occhio mortale verso quella triplice Maestà che risplende nell'unità della tua essenza, o sommo Signore, e confessiamo ancora una volta, insieme con sant'Agostino, quello che abbiamo saputo da te su te stesso. "Tre è il loro numero: uno che ama colui che è da lui, uno che ama colui che è, e infine lo stesso amore" [1]. Ma dobbiamo ancora compiere un dovere di riconoscenza, celebrando l'ineffabile modo con cui ti sei degnato di imprimere in noi l'immagine di te stesso. Avendo risolto fin dall'eternità di farci compartecipi tuoi, (1Gv 1,3), ci hai preparati secondo un'immagine tolta dal tuo essere divino (Gen 1,27). Tre facoltà nella nostra unica anima rendono testimonianza della nostra origine che è da te; ma questo fragile specchio del tuo essere, che è la gloria della nostra natura, non era che un preludio ai disegni del tuo amore. Dopo averci dato l'essere naturale, avevi risolto nel tuo consiglio, o divina Trinità, di comunicarci anche l'essere soprannaturale. Nella pienezza dei tempi, il Padre ci manda il suo Figlio, e questo Verbo increato reca la luce al nostro intelletto; il Padre e il Figlio ci mandano lo Spirito, e lo Spirito reca l'amore alla nostra volontà; e il Padre che non può essere mandato viene da se stesso, e si dà all'anima nostra di cui trasforma la potenza. È nel santo Battesimo, nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo, che si compie nel cristiano questa produzione delle tre divine persone, in corrispondenza ineffabile con le facoltà elargite all'anima nostra, come l'abbozzo del capolavoro che solo l'azione soprannaturale di Dio può portare a termine.
O unione mediante la quale Dio è nell'uomo e l'uomo è in Dio! Unione mediante la quale giungiamo all'adozione del Padre, alla fraternità con il Figlio, all'eredità eterna. Ma questa abitazione di Dio nella creatura è stato l'amore eterno a formarla gratuitamente, e si mantiene fino a quando l'amore di reciprocità non viene a mancare nell'uomo. Il peccato mortale avrebbe la forza di distruggerla; la presenza delle divine persone che avevano fissato la loro dimora nell'anima (Gv 14,23) e che vorrebbero restare unite ad essa, cesserebbe nell'istante stesso in cui si spegnesse la grazia santificante. Dio allora non sarebbe più nell'anima se non per la sua immensità, e l'anima non lo possederebbe più. Allora Satana ristabilirebbe in essa il regno della sua odiosa trinità: "la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita" (1Gv 2,16). Guai a chiunque osasse sfidare Dio con una rottura così sanguinosa, e sostituire in questo modo il male al sommo bene! È la gelosia del Signore disprezzato, espulso, che ha spalancato gli abissi dell'inferno e acceso le fiamme eterne.
Ma questa rottura è dunque senza più possibile riconciliazione? Sì, se si tratta dell'uomo peccatore, incapace di riallacciare con la Santissima Trinità le relazioni che una gratuita previdenza aveva preparate e che una incomprensibile bontà aveva portate a termine. Ma la misericordia di Dio, che è, come ci insegna la Chiesa nella sacra Liturgia (Colletta della X domenica dopo la Pentecoste), l'attributo più alto della sua potenza, può operare un tale prodigio, e lo opera ogni qualvolta un peccatore si converte. A questa operazione della augusta Trinità che si degna così di discendere nuovamente nel cuore del peccatore pentito, un gaudio immenso, ci dice il Vangelo, si impossessa degli Angeli e dei Santi fin nelle altezze dei cieli (Lc 15,10), poiché il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo hanno reso manifesto il loro amore e cercato la loro gloria rendendo giusto colui che era stato peccatore, e venendo ad abitare in quella pecorella or ora smarrita, in quel prodigo che il giorno prima faceva il guardiano dei porci, in quel ladrone che poco fa, sulla croce, insultava ancora insieme con il suo compagno l'innocente crocifisso.
Adorazione e amore a voi, dunque, o Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità perfetta che ti sei degnata di rivelarti ai mortali, Unità eterna e incommensurabile che hai liberato i padri nostri dal giogo dei falsi dèi. Gloria a te, come era nel principio, prima di tutti gli esseri creati; come è adesso, in quest'ora in cui attendiamo la vera vita che consiste nel contemplarti faccia a faccia; come sarà nei secoli dei secoli, quando l'eternità beata ci avrà riuniti nel tuo seno infinito. Amen.
PREGHIAMO
O Dio onnipotente ed eterno, che per mezzo della vera fede hai concesso di conoscere la gloria dell'eterna tua Trinità e di adorare la grandezza della tua Unità, fa' che questa fede fermissima ci faccia forti in tutte le avversità della vita.
[1] Non amplius quam tria sunt: unus diligens eum qui de illo est, et unus diligens eum de quo est, et ipsa dilectio (De Trin. l. vi c. vii).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 352-368.”





Luca, Sursum Corda!

Holuxar
12-06-17, 19:04
12 giugno 2017: dodicesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…



12° giorno: Cuore ardente - Cuore freddo (http://www.stellamatutina.eu/12-giorno-cuore-ardente-cuore-freddo/)
“12° giorno: Cuore ardente – Cuore freddo.
CUORE ARDENTE.
«Son venuto a portare il fuoco sulla terra, e che cosa voglio se non che si accenda?» (Lc 12,49).
Il Sacro Cuore di Gesù è stato definito una «fornace ardente di carità». A santa Margherita M. Alacoque, infatti, Egli appariva ogni primo venerdì «come uno splendido sole, come una fornace ardente».
Quando si pensa all’amore di Gesù viene spontaneo il pensiero del fuoco: perché? Perché l’amore di Gesù è stato ardente, bruciante, di fuoco, anzi di «fuoco divorante» (Dt 4,24).
Proprio questo fuoco d’amore Egli è venuto a portare tra gli uomini e non desidera che di vederlo acceso in ogni cuore.
Nella vita della beata Giuliana da Norwich si legge che una volta ella fu presa dal desiderio vivissimo di conoscere quanto Gesù avesse amato gli uomini. Tanto insistette nella supplica, che Gesù volle esaudirla cominciando a mostrarle «quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità» (Ef 3,18) del suo amore per noi ma la Beata dovette interrompere subito quella contemplazione perché si avvide che stava letteralmente per impazzire alla vista dell’amore di Gesù; e per tutta la vita ella accusò se stessa di aver commesso una vera pazzia a chiedere di conoscere l’immensità dell’amore di Gesù.
Un Cuore che spinge la sua dedizione alle creature fino a «farsi peccato» (2Cor 5,21) per riscattare noi dal peccato, è un cuore che supera ogni limite e ogni misura nell’amare.
Un Cuore che per restare vivo e palpitante in mezzo alle sue creature inventa il Sacramento dell’Eucaristia, è un cuore che arderà di amore fino alla fine dei secoli.
E che cosa furono le manifestazioni del Sacro Cuore a santa Margherita M. Alacoque, se non una sublime conferma dell’amore incontenibile di Gesù per noi? Gesù stesso una volta disse a santa Margherita che il suo Cuore non riusciva più a «contenere le fiamme della sua ardente carità».
Se lasciassimo incendiare i nostri cuori in quella divina fornace d’amore, quale ardore avremmo in noi!
Quando san Pio X uscì prete dal Seminario, era poverissimo, ma ardentissimo di amore per la salvezza delle anime. E si mise immediatamente all’opera. A Tombolo, era semplice prete, ma la gente diceva: «Il nostro don Giuseppe è sempre in piedi». A Salzano, le sorelle si lamentavano: «Non ha più che pelle e ossa». A Treviso si diceva: «Lavora per quattro». E così via, fino a Roma, dove fu Papa, e lottò come un gigante a difendere la Fede dagli errori del modernismo, a riformare il clero e gli studi, a propugnare la catechesi e il canto sacro… Quale esempio di cuore ardente per tutta la Chiesa!
Potessimo tutti lasciare incendiare i nostri cuori in quella divina fornace d’amore!
CUORE FREDDO
Come risponde l’uomo all’amore ardente del Cuore di Gesù? È triste dover dire che la maggior parte degli uomini risponde con grande freddezza. Di fronte al Cuore ardente di Gesù, il cuore dell’uomo appare un cuore di ghiaccio. L’egoismo gli gela ogni palpito d’amore.
L’io gli blocca ogni moto di dedizione a Dio. Le creature lo dominano tenendolo spento per Iddio e facendolo ardere solo di brame carnali, di voglie terrene, di gusti sensibili.
Santa Margherita M. Alacoque narra che, in una delle apparizioni, il Sacro Cuore di Gesù le prese il cuore dal petto «e lo mise nel Suo Cuore adorabile, nel quale me lo fece vedere quasi come un atomo che si consumava in quell’ardente fornace».
Così potrebbe avvenire per ogni cuore, se ogni uomo si decidesse a offrirlo al Cuore di Gesù.
Ma quanto poche sono le creature che vogliono liberarsi della freddezza e dell’indifferenza del cuore!
Eppure Gesù non fa esclusioni di sorta. Egli vorrebbe accendere e riempire d’amore tutti i cuori. È pronto a farlo. Non brama che questo.
E quando l’amore di Dio riempie il cuore dell’uomo, può arrivare a sommergerlo, fino a farlo soffrire di ardori anche insostenibili. «Che brutta cosa è vivere di cuore!», poteva dire san Pio da Pietrelcina. E noi sappiamo di alcuni Santi nei quali la piena dell’amore ha provocato fenomeni fisici straordinari. A san Filippo Neri, ad esempio, si ingrossò talmente il cuore, per la potenza degli impeti d’amore, che gli si spezzarono alcune costole, e visse così per trent’anni. Santa Gemma Galgani provava un tale calore di fuoco al petto, dalla parte del cuore, che le si bruciacchiavano gli indumenti addosso!
San Stanislao Kostka, santa Veronica Giuliani, san Pio da Pietrelcina, chiedevano di poter applicare del ghiaccio sul cuore, per smorzare in parte gli ardenti calori.
Di fronte a questi esempi, che cosa dire del nostro cuore così vuoto e freddo? Persino le Promesse del Sacro Cuore ci lasciano indifferenti! Persino i richiami e le materne offerte di salvezza del Cuore Immacolato di Maria hanno trovato la maggior parte dei cuori disattenti e insensibili. «Vi ho chiamati e non mi avete risposto» (Pro 1,24), potrebbe dirci giustamente Gesù. Perché non ci decidiamo a corrispondere al suo ardente desiderio di amore? Perché non ci liberiamo di questa brutta freddezza che gela ogni palpito del cuore?
Proposito: Ripetere spesso: «Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più».
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


12 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/12-giugno.htm)
“GIORNO 12
L'ORA DI GUARDIA
12° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare l'indifferenza dei cattivi Cristiani verso Gesù Sacramentato.
L'ORA DI GUARDIA
Santa Margherita stava un giorno nel cortiletto, sito dietro l'abside della Cappella. Era intenta a lavorare, ma il suo cuore era rivolto a Gesù Sacramentato; soltanto il muro impediva la vista del Tabernacolo. Avrebbe preferito, se l'ubbidienza glielo avesse permesso, di stare a pregare, anziché attendere al lavoro. Invidiava santamente la sorte degli Angeli, i quali non hanno altra occupazione che amare e lodare Dio.
All'improvviso fu rapita in estasi ed ebbe una dolce visione. Le apparve il Cuore di Gesù, risplendente, consumato nelle fiamme del suo puro amore, circondato da una grande schiera di Serafini, che cantavano: Amor trionfa! Amor delizia! L'amor del Sacro Cuore tutto allieta! -
La Santa guardava, incantata di meraviglia.
I Serafini si volsero verso di lei e le dissero: Canta con noi ed unisciti a noi nel lodare questo Divin Cuore! -
Margherita rispose: Io non oso. - Essi replicarono: Noi siamo gli Angeli che onoriamo Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento e siamo venuti qui apposta per unirci a te e dare al Divin Cuore l'omaggio di amore, di adorazione e di lode. Noi possiamo fare un patto con te e con tutte le anime: noi terremo il vostro posto davanti al Santissimo Sacramento, così che voi possiate amarlo senza mai cessare, per mezzo di noi vostri ambasciatori. - (Vita di S. Margherita).
La Santa accettò di unirsi al coro dei Serafini per lodare il Signore ed i termini del patto furono scritti a lettere d'oro nel Cuore di Gesù.
Questa visione diede origine ad una pratica, tanto diffusa nel mondo, chiamata « L'Ora di Guardia al Sacro Cuore ». Centinaia di migliaia sono le anime, che vanno orgogliose di chiamarsi e di essere le Guardie del Sacro Cuore. Si sono formate delle Arciconfraternite, con il proprio periodico, affinché gli ascritti possano stare uniti nell'ideale della riparazione ed usufruire dei privilegi, di cui la Santa Chiesa li arricchisce.
In Italia il centro nazionale è a Roma, e precisamente nella Chiesa di San Camillo, in Via Sallustiana. Quando si vuol costituire un gruppo di Guardie d'Onore al Sacro Cuore, ci si rivolga al suddetto centro nazionale, per riceverne le modalità, la pagellina e l'apposita medaglia.
È da augurarsi che in ogni Parrocchia ci sia una buona schiera di Guardie d'Onore, il cui nome sia scritto ed esposto nell'apposito Quadrante.
L'Ora di Guardia non si confonda con l'Ora Santa. Gioverà una breve istruzione. Quando si vogliono acquistare le indulgenze, prendere parte al bene che fanno le altre Guardie d'Onore ed avere il diritto alle Messe di Suffragio, è necessario iscriversi all'Arciconfraternita nazionale di Roma.
Anche senza l'iscrizione, si può divenire Guardie del Sacro Cuore, ma in forma privata.
Compito di queste anime è: Imitare le pie donne, che sul monte del Calvario consolavano Gesù pendente dalla Croce, e fare compagnia al Sacro Cuore chiuso nel Tabernacolo. Il tutto si riduce ad un'ora al giorno. Non vi è nulla di obbligatorio sul come passare l'Ora di Guardia e non è necessario recarsi in Chiesa a trascorrere il tempo in preghiera. Il modo di farla è il seguente:
Si sceglie un'ora del giorno, la più adatta al raccoglimento; può anche cambiarsi, secondo i bisogni, ma è meglio tenere sempre la stessa. Quando scocca l'ora stabilita, da qualunque posto ci si trovi, conviene andare col pensiero davanti al Tabernacolo ed unirsi alle adorazioni dei Cori degli Angeli; si offrono a Gesù in modo speciale le opere di quell'ora. Se è possibile, si reciti qualche preghiera, si legga un buon libro, si cantino delle lodi a Gesù. Nel frattempo, si può anche lavorare, conservando però un po' di raccoglimento. Si evitino le mancanze, anche piccole, e si compia qualche opera buona.
L'Ora di guardia può farsi anche a mezz'ora a mezz'ora; può ripetersi più volte al giorno; si può compiere in compagnia di altri.
Finita l'ora si recita un Pater, Ave e Gloria, ad onore del Sacro Cuore.
Lo scrivente ricorda con piacere che negli anni giovanili, quando lavorava in Parrocchia, aveva circa ottocento anime che giornalmente facevano l'Ora di Guardia e restava edificato dello zelo di certe maestre di taglio e di asilo, le quali facevano con le sartine e con i bambini l'Ora di Guardia in comune.
La devota pratica, di cui si è parlato, fa parte dell'Apostolato della Preghiera.
ESEMPIO
Un militare
Il Cuore di Gesù trova amanti in ogni ceto di persone.
Un giovane aveva lasciata la famiglia per prestare servizio nella vita militare. I sentimenti religiosi, avuti nell'infanzia, e specialmente la devozione al Cuore di Gesù, l'accompagnarono nella vita di caserma, con l'edificazione dei compagni.
Ogni pomeriggio, appena cominciava la sortita, entrava in una Chiesa e li stava per una buona ora raccolto in preghiera.
La sua presenza devota, assidua, in ore in cui la Chiesa era quasi deserta, colpi il Parroco, il quale un giorno lo avvicinò e gli disse:
- Mi piace e nello stesso tempo mi meraviglia la vostra condotta. Lodo la vostra buona volontà a stare davanti al SS. Sacramento.
- Reverendo, se non facessi così, crederei di mancare ad un mio dovere verso Gesù. Impiego tutta la giornata a servizio di un re della terra e non devo impiegare almeno un'ora per Gesù, che è il Re dei re? Godo tanto a fare compagnia al Signore ed è un onore potergli fare un'ora di guardia! -
Quanta sapienza ed amore nel cuore di un militare!
Fioretto. Fare un'Ora di Guardia al Sacro Cuore, possibilmente in compagnia.
Giaculatoria. Amato sia dovunque il Cuore di Gesù!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





San Giovanni da San Facondo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-san-facondo/)
http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-san-facondo/
“12 giugno, San Giovanni da San Facondo, Confessore (1430 – 1479).
“San Giovanni da san Facondo, dell’Ordine degli Eremitani di sant’Agostino, Confessore, che volò al cielo nel giorno precedente”.
O Dio, autore della pace ed amico della carità, che ornasti il beato Giovanni Confessore tuo col dono mirabile di pacificare i nemici, concedi, per i suoi meriti e la sua intercerssione, che, confermati nel tuo amore, non siamo da te separati da alcuna tentazione. Per nostro Signore.”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Leone terzo, Papa, al quale Iddio mirabilmente restituì gli occhi e la lingua, che gli erano stati tolti dagli empi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Pontefice, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Leone terzo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“12 juin 816 : décès du Pape Saint Léon III.”
“12 juin 816 : Saint Étienne IV est élu Pape. Il sacrera le Roi de France, Louis 1er le Pieux, empereur d’Occident, à Reims le 5 octobre 816.”
“12 juin : Saint Jean de Saint-Facond, Religieux Augustin (1430-1479).”




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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“Il 12 giugno 816 muore San Leone III, Sommo Pontefice.”
“12 giugno 2017: San Giovanni di San Facondo, confessore.
Giovanni era nato a Sahagún, in Spagna, verso il 1430. Da giovane uno zio gli aveva trovato una sistemazione presso la curia vescovile di Burgos, procurandogli anche un beneficio ecclesiastico. Ordinato sacerdote, a 33 anni, Giovanni entrò in crisi: non poteva vivere della vigna del Signore senza lavorarvi. Così, alla morte del vescovo, cambiò vita: entrò tra gli Agostiniani, dedicandosi ad un instancabile apostolato: nella predicazione al popolo, nella promozione della pace e della convivenza sociale.
“Se mi chiedesse dell'atteggiamento di Giovanni - testimonia un suo contemporaneo - nei riguardi dei miserabili e degli afflitti, delle vedove e dei fanciulli sfruttati, dei bisognosi e degli ammalati, dovrei rispondere che da uno slancio naturale era abitualmente spinto ad aiutare tutti sia con buone parole sia anche con elemosine a questo scopo. Era anche preoccupato di portare tutti alla pace e alla concordia, dopo aver spente le inimicizie e le discordie. Quando era a Salamanca, essendo tutta la città divisa in fazioni a causa delle discordie civili, riuscì ad evitare molte stragi”.
Fu per i suoi ripetuti tentativi di pacificazione che nel 1476 i nobili di Salamanca sottoscrissero un solenne patto di perpetua concordia. La forza e il coraggio per agire p Giovanni li prendeva dall’Eucaristia, che egli celebrava con straordinaria devozione.
Morì nel 1479. Beatificato nel 1601, fu canonizzato nel 1690. Le reliquie del santo si conservano nella cattedrale nuova di Salamanca, città piena di luoghi i cui nomi ricordano i portenti da lui operati in vita o in morte.”



“San Giovanni di San Facondo, confessore, 12 giugno.”
“Santi Basilide e i suoi compagni, martiri, lo stesso giorno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
13-06-17, 21:19
13 giugno 2017: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa, la seconda delle sei Apparizioni della Madonna alla Cova da Iria a Fatima, tredicesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




“Sant'Antonio di Padova, confessore e dottore, 13 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm





Sant'Antonio di Padova - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/)
http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/
“13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia!”


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https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’António Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore e Dottore della Chiesa, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’António Portoghése possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)
http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/
“Si quæris miracula 13 giugno 2017
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Si quæris miracula
Responsorio in onore di Sant’Antonio di Padova

Si quæris miracula
mors, error, calamitas,
dæmon, lepra fugiunt,
ægri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Pereunt pericula,
cessat et necessitas;
narrent hi, qui sentiunt,
dicant Paduani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Glória Patri et Filio et Spíritui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sæcula sæcolorum.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani. Amen.
Ora pro nobis, Beate Antoni, Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Ecclesiam tuam, Deus, Beati Antonii Confessoris tui commemoratio votiva lætificet, ut spiritualibus semper muniatur auxiliis et gaudiis perfrui mereatur æternis. Per Christum Dominum nostrum.
O Lingua benedicta, quæ Dominum semper benedictisti et alios benedicere fecisti: nunc manifeste apparet quanti meriti extitisti apud Deum.

Se cerchi i miracoli,
la morte, l'errore, la calamità
e il demonio sono messi in fuga,
gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
S'allontanano i pericoli,
scompaiono le necessità;
lo attesti chi ha sperimentato
la protezione del Santo di Padova.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora e sempre,
nei secoli dei secoli.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi. Così sia.
Prega per noi, o Beato Antonio, perché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
O Dio, la votiva commemorazione del Beato Antonio, Confessore tuo, allieti la tua Chiesa affinchè resti sempre munita di aiuti spirituali e meriti di godere gli eterni gaudi del Cielo. Per Cristo, nostro Signore.
O Lingua benedetta, che benedicesti sempre il Signore e lo facesti benedire dagli altri, ora chiaro appare di quanto merito sei stata al cospetto di Dio.

Dal 1866, per volontà di Pio IX, si concede un'indulgenza di 100 giorni a tutti i fedeli che con cuore contrito recitano il presente Responsorio e l'annessa Orazione."
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)





“Oh come tremano, afferma S. Bernardo, i demoni al sentire solamente proferire il nome di Maria: In nomine Mariae omne genu flectitur; et daemones non solum pertimescunt, sed, audita hac voce, contremiscunt (Serm. sup. Miss.). Conforme gli uomini, soggiunge Tommaso de Kempis, (Lib. 4, ad Nov.) cadono a terra per timore, allorché un tuono dal cielo cade lor vicino, così cadono abbattuti i demoni al sentir nominare Maria: Expavescunt caeli reginam spiritus maligni et diffugiunt, audito nomine eius, velut ab igne. Tamquam tonitruum de caelo factum sit, prosternuntur ad sanctae Mariae vocabulum. Ed oh quante belle vittorie di questi nemici han riportato i divoti di Maria col suo santissimo nome! Così li vinse S. Antonio di Padova, così il B. Enrico Susone, così tanti altri amanti di Maria. Si sa dalle relazioni delle missioni del Giappone che ivi ad un certo cristiano una volta comparvero molti demoni in forma di feroci animali a spaventarlo e minacciarlo; ma egli disse lor così: «Io non ho armi di cui possiate voi temere; se vel permette l'Altissimo, fate di me quel che vi piace. Del resto adopro in mia difesa i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.» Così disse appena, ed ecco che al suono de' tremendi nomi si aprì la terra, e precipitarono quei spiriti superbi. E S. Anselmo attesta per sua esperienza di aver veduto ed inteso molti che al nominare Maria subito sono stati liberati da' pericoli: Saepe vidimus et audivimus plurimos homines in suis periculis nominis recordari Mariae, et illico omnis periculi malum evasisse (S. Ans., de Exc. Virg., c. 6).
Da S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria
Parte prima
CAPITOLO IV. - Ad te clamamus, exsules filii Hevae.
§ 2. - Quanto è potente Maria in difendere chi l'invoca nelle tentazioni del demonio.”



Cronologia di Fatima (http://www.unavox.it/103b.htm)
"CRONOLOGIA DI FATIMA."


La Seconda Apparizione a cova da Iria (http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/seconda-apparizione-a-cova-da-Iria.asp)
"13 Giugno 1917 - La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta come voluto dalla Madonna, si trovano alla Cova da Iria. La voce si è sparsa e con loro adesso ci sono circa cinquanta persone. Recitano tutti assieme, il S. Rosario.
Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco, e con le altre persone che erano presenti, scrive Lucia, vidi nuovamente il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio, esattamente come nel mese di maggio.
- Che cosa volete da me? Le chiesi.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in seguito cosa voglio.
- Chiesi la guarigione di un malato.
- Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel corso dell’anno - I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia.
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me per ornare il suo trono.
- Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
- No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio.
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna cera un cuore circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che chiedeva riparazione."




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
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“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima.”
“13 juin 1929: Notre Dame apparaît à sœur Lucie de Fatima à Tuy.”
13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231).”




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“13 giugno 2017: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa.
Il Santo, che ha vissuto in Italia solo alcuni anni della sua vita conclusasi a Padova, è di origine portoghese. Gli ha infatti dato i natali intorno al 1195 Lisbona, in Portogallo. Antonio era figlio di Martino, nobile che la tradizione vuole della famiglia dei Bulhoes y Taveira de Azevedo - da noi chiamati più semplicemente i Buglioni - che annoverava tra i suoi membri il prode Goffredo, condottiero della prima crociata.
Quindicenne, Fernando (con tale nome era stato battezzato) entrò fra i canonici regolari di sant'Agostino, a Lisbona prima e poi a Coimbra. Di intelligenza acuta e brillante, in pochi anni riuscì a immagazzinare tanta cultura teologica, scientifica e soprattutto biblica da meritarsi in seguito il titolo di "Arca del testamento". Gli studi non riuscirono però ad appagare le aspirazioni del suo animo generoso. Il giovane canonico trova la sua strada il giorno in cui a Lisbona approdarono le salme, di cinque frati francescani martirizzati nel Marocco. Decise allora di seguirne le orme entrando tra i francescani di Coimbra con il nome di frate Antonio.
Si era recato in Marocco per coronare la propria vita con il martirio, ma misteriose febbri lo obbligarono a tornare in patria. Durante il viaggio una tempesta lo fece naufragare sulle coste della Sicilia, presso Milazzo. Risalì quindi l'Italia, in compagnia di altri frati, diretti ad Assisi dove si svolgeva il Capitolo generale poi detto "delle stuoie". Era il 1221. Nella cittadina umbra Antonio conobbe Francesco, il quale qualche tempo più avanti, ammirato dalla sua profonda dottrina, lo chiamerà "mio vescovo".
Ad Assisi il frate portoghese venne destinato al convento-romitorio di Montepaolo, vicino a Forlì, dove rimase per qualche tempo alternando preghiere, lavoro e studio. Una predica improvvisata, in occasione di un'ordinazione sacerdotale (era venuto a mancare il predicatore ufficiale), impose all'attenzione di tutti la profonda cultura, la capacità oratoria, e la ricchezza interiore di frate Antonio. All'indomani, lasciato l'eremo di Montepaolo, il frate era già sulle strade polverose dell'Italia settentrionale e della Francia, missionario itinerante e predicatore, ad annunciare il messaggio evangelico e francescano, contro le labili costruzioni degli eretici che avevano infestato quelle regioni. Nella eretica Rimini, che rifiutava di ascoltare la Parola di Dio, egli andò a predicare ai pesci che lo accolsero sulla riva. In altre città eccolo sfidare gli eretici inducendo una mula, tenuta a digiuno per giorni, ad inginocchiarsi di fronte all'ostia consacrata, mentre alle sue froge giungeva invitante il profumo d'un bel mucchio di biada.
Tornato in Italia, si stabilì a Padova, dove proseguì la sua attività di Predicatore.
Celebre un suo quaresimale, tenuto a Padova alcuni mesi prima di morire, e un coraggioso quanto sfortunato incontro con il feroce tiranno Ezzelino da Romano, dal quale era andato a perorare la liberazione di alcuni prigionieri tenuti barbaramente segregati nelle celle del suo palazzo.
Negli ultimi tempi, spossato dalla fatica e dalla malattia (soffriva per le conseguenze delle febbri malariche) accettò l'invito di un amico, il conte Tiso di Camposampiero, a recarsi nel convento di quella cittadina, immerso nella quiete della campagna, per riposarsi. A Camposampiero, Antonio si era fatto costruire dall'amico conte tra i rami fronzuti di un noce una piccola cella, dove si ritirava a pregare. Ma quella solitudine fu infranta dagli ammiratori che, scoperto il nascondiglio segreto, si recavano in massa a chiedergli il conforto della parola.
Nella tarda primavera del 1231, Antonio fu colto da malore. Deposto su un carro trainato da buoi, venne trasportato a Padova, dove aveva chiesto di poter morire. Giunto però all'Arcella, un borgo della periferia della città, la morte lo colse. Spirò mormorando: "Vedo il mio Signore". Era il 13 giugno. Aveva 36 anni.
Il Santo venne sepolto a Padova, nella chiesetta di santa Maria Mater Domini, il rifugio spirituale del Santo nei periodi di intensa attività apostolica. Un anno dopo la morte, la fama dei tanti prodigi compiuti convinse Gregorio IX a bruciare le tappe del processo canonico e a proclamarlo santo. La Chiesa ha reso giustizia alla sua dottrina, proclamandolo nel 1946 di «dottore della chiesa universale».”
“il 13 giugno 1799 il cardinale Ruffo, con l'armata della Santa Fede, entra in Napoli, liberandola dalla repubblica giacobina.”






13° giorno: Cuore misericordioso - Cuore invidioso (http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/)
“13° giorno: Cuore misericordioso – Cuore invidioso
CUORE MISERICORDIOSO
La parola “misericordioso” significa, letteralmente, «dare il cuore ai miseri» (miseris-cor-dare).
Quando Gesù ci dice di essere misericordiosi come il Padre dei cieli che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45), ci chiede appunto di essere buoni e comprensivi di cuore verso coloro che non meriterebbero.
Si sa che il mondo è teatro di tante cattiverie, ingiustizie, disonestà. La tentazione più immediata che tutti proviamo è quella di colpire i malfattori e i malviventi, trattandoli con la severità che meritano.
Ma se facciamo così, non potremo essere mai «figli dell’Altissimo che è benigno anche verso gli ingrati e i cattivi» (Lc 6,35).
Se il Cuore di Gesù avesse voluto trattarci come meritiamo, non si sarebbe mai sottoposto a una vita di stenti e di umiliazioni sulla terra; non avrebbe dovuto mai e poi mai bere il calice amaro della nostra Redenzione; tanto meno sarebbe potuto restare in mezzo a noi e per noi nel Sacramento dell’Eucaristia.
Il Cuore di Gesù, invece, non ha considerato affatto la nostra cattiveria, si è donato tutto, continua a donarsi e si donerà «fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
Anzi, Egli arriva a lasciarsi prendere senza resistenze anche per farsi straziare dai sacrileghi, dai traditori, dai nemici dichiarati come i massoni che si procurano le Ostie consacrate per pugnalarle nelle loro infami logge.
Il Cuore di Gesù è la sorgente inesauribile della misericordia.
Persino sulla croce, Egli grida col Sangue e con la voce una preghiera di misericordia per i suoi carnefici: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Egli sa di quanta fragilità e miseria noi siamo impastati, quanto facilmente siamo vittime di noi stessi e delle nostre passioni, quanto bisogno abbiamo di essere saziati «non di solo pane» (Mt 4,4), ma di ciò che nutre per la vita eterna. Perciò il suo Cuore è sempre pronto a ripetere con ansia di misericordia ciò che disse prima della moltiplicazione dei pani: «Ho pietà di questo popolo» (Mt 15,32).
Perciò Egli ci ha rivelato il suo Cuore e ci ha donato la Grande Promessa, che è un tesoro di misericordia: «Io ti prometto – disse Gesù a santa Margherita – nell’eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale: essi non morranno nella mia disgrazia né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
CUORE INVIDIOSO
L’invidia è il verme roditore che non solo impedisce la misericordia verso chi ha commesso il male, ma vuole distruggere anche il bene che vede nei fratelli.
«Come l’acqua spegne il fuoco – diceva san Vincenzo de’ Paoli – così l’invidia spegne la carità». E san Basilio paragonava gli invidiosi agli avvoltoi che vanno a cercare e a trovare solo le carogne.
L’invidia fa rodere dentro. Suscita l’avversione del cuore. Alimenta sentimenti di disprezzo verso l’altro.
Vorrebbe veder l’altro umiliato e oltraggiato. Fa arrivare fino all’odio e al delitto. San Cipriano scriveva che l’invidia «è il seme di molte scelleratezze».
Si pensi a Caino, invidioso della rettitudine di Abele, fino al punto di assassinarlo. Si pensi a Giuseppe, venduto a ignoti mercanti dai suoi invidiosi fratelli. Si pensi al re Saul, che tentò di uccidere David, per l’invidia che provava a sentir cantare dalla gioventù ebrea: «Saul ne uccise mille – e David diecimila» (1Sam 18,7).
Si pensi agli scribi e ai farisei, che invidiavano Gesù per i suoi discorsi e miracoli, e cercavano malvagiamente di sopprimerlo, perché «se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui» (Gv 11,48).
Tra parenti e conoscenti, tra colleghi e compagni, tra amici ed estranei, quanto spesso il cuore dell’uomo è pieno di invidia per il bene degli altri. Il bene materiale, il bene spirituale, il bene morale: ogni bene può essere oggetto di invidia e nulla sfugge a questa serpe velenosa e strisciante.
Non per niente gli antichi dipingevano l’invidia sotto forma di una vecchia pallida che mangia carne di serpente e di vipera. Il cuore dell’invidioso è pieno di veleno, capace di rovinare ogni bene del fratello, senza riguardo né ritegno non solo per la misericordia, ma neppure per la giustizia e per l’onestà.
Diceva bene san Giovanni Crisostomo: «Solo l’invidia non offre alcun vantaggio, nemmeno apparente; in essa tutto è vergogna, dolore, perversità». E anzi, lo stesso san Giovanni Crisostomo arriva a dire che l’invidia è un peccato più che diabolico, perché i demoni invidiano l’uomo, ma non si invidiano tra loro.
Il Cuore di Gesù ci purifichi con le sue fiamme da questo terribile veleno, liberi il nostro cuore da questo perfido serpente dell’invidia, ci doni la sua dolce misericordia verso tutti.
Proposito: Fare un atto di carità o di cortesia a una persona che ci ha fatto del male.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


13 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm)
“LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
13° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria famiglia.
LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
Fortunata quella famiglia di Betania, che aveva l'onore di ospitare Gesù! I suoi membri, Marta, Maria e Lazzaro, furono santificati dalla presenza, dai colloqui e dalle benedizioni del Figlio di Dio.
Se non può aversi la sorte di ospitare Gesù personalmente, almeno lo si faccia regnare nella famiglia, consacrandola solennemente al suo Divin Cuore.
Consacrandosi la famiglia, dovendosi esporre perennemente l'immagine del Sacro Cuore, si ottiene il compimento della promessa fatta a Santa Margherita: Benedirò i luoghi, dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore. –
La consacrazione della famiglia al Cuore di Gesù è tanto raccomandata dai Sommi Pontefici, per i frutti spirituali che apporta:
benedizione negli affari, conforto nelle pene della vita e misericordiosa assistenza in punto di morte.
La Consacrazione si fa così:
Si sceglie un giorno, possibilmente di festa, oppure il Primo Venerdì del mese. In detto giorno tutti i componenti della famiglia facciano la Santa Comunione; però, se qualche traviato non volesse comunicarsi, la Consacrazione potrebbe avere luogo ugualmente.
S'invitino i parenti ad assistere alla sacra funzione; è bene che s'inviti qualche Sacerdote, quantunque ciò non sia necessario.
I membri della famiglia, prostrati davanti ad un'immagine del Sacro Cuore, appositamente preparata ed ornata, pronunziano la formula della Consacrazione, la quale può trovarsi in certi libretti di devozione.
È lodevole chiudere la funzione con una piccola festicciola familiare, per ricordare meglio il giorno della Consacrazione.
Si consiglia che nelle feste principali, o almeno nel giorno anniversario, venga rinnovato l'atto di Consacrazione.
Ai novelli sposi si raccomanda vivamente di compiere la solenne Consacrazione nel giorno delle nozze, affinché Gesù benedica generosamente la nuova famiglia.
Al venerdì non, si lasci mancare davanti all'immagine del Sacro Cuore il lumicino o il mazzetto di fiori. Questo atto di ossequio è gradito a Gesù ed è buon richiamo ai familiari.
Nei bisogni particolari genitori e figli ricorrano al Sacro Cuore e preghino con fede davanti alla sua immagine.
La stanza, ove Gesù ha il suo posto d'onore, sia considerata come un piccolo Tempio.
È bene scrivere alla base dell'immagine del Sacro Cuore una giaculatoria, per ripeterla ogni qual volta si passi davanti ad essa.
Potrebbe essere: « Cuore di Gesù, benedici questa famiglia! »
La famiglia consacrata non dimentichi che la vita domestica dev'essere santificata da tutti i membri, prima dai genitori e poi dai figliuoli. Si osservino esattamente i Comandamenti di Dio, aborrendo dalla bestemmia e dal parlare scandaloso ed interessandosi della vera educazione religiosa dei piccoli.
Gioverebbe poco alla famiglia l'immagine esposta del Sacro Cuore, se in casa regnasse il peccato o l'indifferenza religiosa.
ESEMPIO
Un quadro
L'autore di questo libretto narra un fatto personale:
Nell'estate del 1936, trovandomi per alcuni giorni in famiglia, esortai un parente a compiere l'atto di Consacrazione.
Per la brevità del tempo, non si poté preparare un quadro conveniente del Sacro Cuore e, per compiere la funzione, si adoperò un bell'arazzo.
Gli interessati al mattino si accostarono alla Santa Comunione ed alle ore nove si raccolsero per l'atto solenne. Era presente anche la mia mamma.
In corta e stola lessi la formula della Consacrazione; alla fine, tenni un discorso religioso, spiegando il significato della funzione. Conclusi così: L'immagine del Sacro Cuore deve avere in questa stanza il posto d'onore. L'arazzo che avete collocato momentaneamente, dev'essere incorniciato ed attaccato alla parete centrale; in tal modo chi entra in questa stanza, subito posa lo sguardo sopra Gesù. –
Le figliuole della famiglia consacrata erano discordi sul posto da scegliere e quasi si bisticciavano. In quell'istante avvenne un fatto curioso. Sulle pareti stavano diversi quadri; sulla parete centrale campeggiava un quadro di Sant'Anna, che da anni non era stato rimosso. Sebbene questo fosse abbastanza in alto, ben assicurato al muro con grosso chiodo e laccio resistente, si sciolse da sè e spiccò un salto. Avrebbe dovuto frantumarsi a terra; invece andò a posarsi sopra un lettino, abbastanza distante dalla parete.
I presenti, compreso chi parla, ebbero un fremito e, considerando le circostanze, dissero: Questo fatto non pare naturale! - Realmente quello era il posto più adatto per intronizzare Gesù, e Gesù stesso se lo scelse.
La mamma mi disse in quell'occasione: Dunque Gesù ha assistito ed ha seguito la nostra funzione?
Sì, il Sacro Cuore, quando si fa una Consacrazione, è presente e benedice!
Fioretto. Mandare sovente il proprio Angelo Custode a rendere omaggio a Gesù Sacramentato.
Giaculatoria. Angioletto mio, vai da Maria E di' che saluti Gesù da parte mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm






Luca, Sursum Corda!

Holuxar
15-06-17, 19:39
14 giugno 2017: quattordicesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…



“San Basilio Magno, vescovo e dottore, 14 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)



San Basilio Magno - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/4459-2/)
“14 giugno, San Basilio Magno, Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa (Cesarea in Cappadocia, 329 – Cesarea in Cappadocia, 1º gennaio 379).
“San Basilio, detto Magno, Confessore e Dottore della Chiesa, che si riposò nel Signore il primo Gennaio, ma si festeggia specialmente in questo giorno, in cui fu ordinato Vescovo di Ce¬sarea nella Cappadocia”.
Colonna mistica della Santa Chiesa, glorioso San Basilio, animato da viva fede e da ardente zelo, non solo abbandonasti il mondo per santificare te stesso, ma fosti ispirato da Dio a tracciare le regole della perfezione evangelica, per condurre gli uomini alla santità. Con la tua sapienza difendesti i dogmi della fede, con la tua carità ti adoperasti a sollevare ogni sorte di miseria del prossimo. La scienza ti rese celebre agli stessi pagani, la contemplazione ti elevò alla familiarità con Dio, e la pietà ti costituì regola vivente di tutti gli asceti, esemplare mirabile dei sacri pontefici, e modello invitto di fortezza a tutti i campioni di Cristo. O grande Santo, impetrami la fede viva per essere fedele al Vangelo: il distacco dal mondo per mirare alle cose celesti, la carità perfetta per amare Dio sopra ogni cosa nel mio prossimo e specialmente ottienimi un raggio della tua sapienza per dirigere tutte le azioni a Dio, nostro ultimo fine, e così giungere un giorno all’eterna beatitudine in Cielo. Così sia.”


www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Marciano Vescovo, il quale, ordinato Vescovo dal beato Piétro Apostolo, ivi, dopo la predicazione del Vangelo, fu ucciso dai Giudèi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Marciano possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“14 juin : Saint Basile le Grand, Docteur de l'Église (329-379).”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“14 giugno 2017: San Basilio Magno, vescovo, confessore e dottore della Chiesa.
S. Basilio nacque nel 330 a Cesarea di Cappadocia da genitori santi. Di buona educazione letteraria e di egregie virtù, prese a condurre vita di eremitica, ma nel 370 fu fatto vescovo della sua città. Il tema che ricorreva più spesso e con più forza era quello della carità, dell’aiuto ai fratelli bisognosi. Lottò contro gli Ariani e scrisse eccellenti opere, specialmente le regole monastiche che ancor oggi sono seguite da moltissimi monaci orientali. Morì povero, come era vissuto, nell’anno 379. Tra i primi e più preziosi amici di S. Basilio, notiamo san Gregorio Nazianzeno: essi si stimolavano a vicenda alla pratica delle virtù e all’acquisto della scienza.”





14° giorno: Cuore dolcissimo - Cuore amaro (http://www.stellamatutina.eu/14-giorno-cuore-dolcissimo-cuore-amaro/)
“14° giorno: Cuore dolcissimo – Cuore amaro
CUORE DOLCISSIMO
La dolcezza del Cuore di Gesù appare sublime dalle pagine evangeliche sul figliuol prodigo (Lc 15,11-32), sulla pecorella smarrita (Lc 15,1-7), sulla chioccia che raduna i pulcini (Lc 13,34), sui miracoli della resurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-46) e del figlio della vedova di Naim (Lc 7,11-15).
La dolcezza del Cuore di Gesù ha rivestito di amabilità tutta la figura di Gesù, le sue azioni, i suoi atteggiamenti, le sue parole. Eccettuato il gesto della cacciata dei rivenditori dal Tempio (Mt 21,12-13) e le severe invettive contro gli «scribi e farisei ipocriti» (Mt 23,1-38) e contro Pietro che gli fu di «scandalo» (Mt 16,23), Gesù dimostra di avere un Cuore dolce e benevolo in misura senza misura. Persino all’Apostolo traditore, Giuda Iscariota, nel momento stesso dell’ignobile tradimento, Gesù rivolge la sua parola di richiamo e di sofferenza con estrema dolcezza: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo? » (Lc 22,48).
Nella vita del santo Curato d’Ars si legge che qualche fedele, a vederlo, esclamava: «Che cosa dev’essere stata la bontà di Gesù, se il nostro Curato è tanto buono?».
Ancora più. Nella vita di san Francesco d’Assisi si legge che qualche frate arrivò a chiamarlo non più Frate Francesco né Padre Francesco, ma Madre carissima, perché la tenerezza del Santo Poverello era davvero materna e dolcissima.
Se il cuore di una creatura umana può arrivare a essere dolcissimo, la misura da adoperare per la dolcezza, la bontà, la benevolenza
del Cuore di Gesù è l’infinità.
Ogni calcolo sarà sempre inferiore alla realtà. Il suo Cuore dolcissimo faceva esclamare alle anime mistiche: «O dolcezza delle dolcezze!».
Aveva ragione l’ardente santa Caterina da Siena di ripetere spesso a voce e per iscritto: «Gesù dolce! Gesù amore!». E santa Gemma Galgani, nelle sue estasi, ripeteva spessissimo il nome adorabile di Gesù con una dolcezza indicibile e una tenerezza inimitabile.
Peccato che noi con la nostra insensibilità di cuore ci chiudiamo all’esperienza più intima dell’unione d’amore con Gesù, che ci farebbe scoprire l’infinita tenerezza del suo Cuore nel quale è racchiusa «la pienezza della divinità» (Col 2,9), ossia la pienezza di ogni dolcezza e bontà.
CUORE AMARO
Quanto amaro c’è nel cuore dell’uomo! Un amaro cattivo, capace di amareggiare la vita propria e altrui con amarezze profonde. Tra genitori e figli, tra sposi, tra parenti e conoscenti, tra amici. Senza parlare delle amarezze fra estranei e fra nemici.
Trovare un cuore amabile e sereno, da cui non aspettarsi qualche amara sorpresa prima o poi, è cosa ben rara su questa povera terra. I cuori dei genitori confidano e sperano nei figli: ma quante amarezze non ricevono essi dalle loro creature? I cuori dei figli confidano nei genitori: ma quante volte i genitori amareggiano i figli, sfruttandoli solo per i loro scopi?
L’egoismo e l’orgoglio, la permalosità e l’ambizione sono le antenne del cuore, pronte a captare ogni minimo sgarbo del fratello a cui reagire con amari risentimenti (“questo non me lo doveva fare!”), pronte a captare ogni minima occasione di soddisfazione e tornaconto, da sfruttare senza riguardo per chicchessia. Il figliuol prodigo che intravede di potersi dare agli spassi e alle dissolutezze, non bada affatto allo schianto del cuore del papà per il suo allontanamento. Quel che contava per lui era solo la soddisfazione delle sue basse voglie.
Perché san Francesco d’Assisi dovette tanto soffrire da parte del papà? Perché il papà voleva soltanto soddisfare la sua ambizione di avere un figlio ricco e onorato dal mondo, senza tenere in nessun conto le nobilissime aspirazioni del figlio a vivere tutto il Vangelo con eroica fedeltà.
Per la stessa ragione, santa Chiara d’Assisi e santa Teresa d’Avila, san Tommaso d’Aquino e san Stanislao Kostka, dovettero fuggire di casa per poter seguire la chiamata di Gesù al convento.
Quando il cuore dell’uomo segue gli impulsi della carne, l’egoismo diventa la sua legge dura e amara. E se si viene contrastati nei propri interessi, scatta la molla dell’avversione e i rapporti diventano tesi e carichi di amarezza reciproca.
Risentimenti amari, parole amare, discorsi e atteggiamenti amari: poveri uomini che si amareggiano la vita l’un l’altro!
Dobbiamo imparare a sostituire all’amaro dell’egoismo il dolce della carità. Allora sarà difficile avere nemici, e si avranno molti amici, come dice lo Spirito Santo: «La parola dolce moltiplica gli amici e placa i nemici» (Sir 6,5).
Guardiamo al Cuore dolcissimo di Gesù. Accostiamogli il nostro cuore. Egli voglia renderlo amabile e dolce al pari del suo.
Proposito: Perdonare di vero cuore a chi ci avesse in qualsiasi modo amareggiato.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


14 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/14-giugno.htm)
“GESU' MISERICORDIOSO
14° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria città.
GESU' MISERICORDIOSO
Nelle Litanie del Sacro Cuore c'è quest'invocazione: Cuore di Gesù, paziente e di molta misericordia, abbiate pietà di noi!
Dio ha tutte le perfezioni ed in grado infinito. Chi può misurare l'onnipotenza, la sapienza, la bellezza, la giustizia e la bontà divina?
L'attributo più bello e più confortante, quello che più si addice alla Divinità e che il Figlio di Dio facendosi uomo ha voluto far risplendere di più, è l'attributo della bontà e della misericordia.
Dio è buono in sé, sommamente buono, e manifesta la sua bontà amando le anime peccatrici, compatendole, perdonando tutto e perseguitando col suo amore i traviati, per tirarli a sé e renderli eternamente felici. Tutta la vita di Gesù fu una continua manifestazione di amore e di misericordia. Dio ha tutta l'eternità per attuare la sua giustizia; ha solo il tempo, per coloro che stanno nel mondo, per usare misericordia; e vuole usare misericordia.
Dice il Profeta Isaia che il castigare è un'opera aliena dall'inclinazione di Dio (Isaia, 28-21). Quando il Signore castiga in questa vita, castiga per usare misericordia nell'altra. Si mostra irato, affinché i peccatori si ravvedano, detestino i peccati e si liberino dal castigo eterno.
Il Sacro Cuore dimostra la sua immensa misericordia coll'aspettare pazientemente a penitenza le anime traviate.
Una persona, desiderosa di piaceri, attaccata solo ai beni di questo mondo, dimentica dei doveri che la legano al Creatore, commette ogni giorno tanti gravi peccati. Gesù potrebbe farla morire e tuttavia non lo fa; preferisce aspettare; anzi conservandola in vita, la provvede del necessario; finge di non vedere i suoi peccati, nella speranza che un giorno o l'altro si ravveda e possa perdonarla e salvarla.
Ma perché Gesù ha tanta pazienza con chi l'offende? Nella sua infinita bontà non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Come dice S. Alfonso, pare che facciano a gara i peccatori a offendere Dio e Dio a pazientare, a beneficare ed a invitare al perdono. Scrive S. Agostino nel libro delle Confessioni: Signore, io ti offendevo e tu mi difendesti! –
Mentre Gesù aspetta i cattivi a penitenza, di continuo elargisce loro i torrenti della sua misericordia, chiamandoli ora con forti ispirazioni e con rimorsi di coscienza, ora con prediche e buone letture ed ora con tribolazioni per malattie o per lutti.
Anime peccatrici, non fate le sorde alla voce di Gesù! Riflettete che Colui il quale vi chiama, un giorno sarà il vostro giudice. Convertitevi ed aprite la porta del vostro cuore al Cuore di Gesù misericordioso! Tu, o Gesù, sei l'infinito; noi, tue creature, siamo vermi della terra. Perché ci ami tanto, anche quando ci ribelliamo a te? Che cosa è l'uomo, di cui il tuo Cuore tanto si premura? È la tua bontà infinita, che ti fa andare in cerca della pecorella smarrita, per riabbracciarla e accarezzarla.
ESEMPIO
Va' in pace!
Tutto il Vangelo è un inno alla bontà ed alla misericordia di Gesù. Meditiamo un episodio.
Un fariseo invitò Gesù a desinare; ed egli, entrato nella sua casa, prese posto a tavola. Ed ecco una donna (Maria Maddalena), conosciuta nella città come peccatrice, avendo saputo che egli era a tavola nella casa del fariseo, portò un vaso di alabastro, pieno d'unguento profumato; ed essendosi messa dietro, vicino ai suoi piedi, con le lacrime cominciò a bagnare i suoi piedi e li asciugava coi capelli del suo capo e baciava i suoi piedi, ungendoli col profumo.
Il fariseo che aveva invitato Gesù, disse fra sé: Se questi fosse un Profeta, saprebbe chi è questa donna che lo tocca e che è peccatrice. - Gesù prese la parola e disse: Simone, ho qualcosa da dirti. - Ed egli: Maestro, parla! - Un creditore aveva due debitori; uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. Non avendo essi di che pagare, condonò il debito ad entrambi. Quale dei due, dunque, lo amerà di più?
Simone rispose: Suppongo sia colui, al quale è stato condonato di più. –
E Gesù continuò: Hai giudicato bene! - Poi rivolto verso la donna, disse a Simone: Vedi questa donna? Io sono entrato nella tua casa e tu non mi hai offerto l'acqua per i miei piedi; invece essa ha bagnato i miei piedi con le sue lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai accolto con un bacio; mentre essa, dacché è venuta, non ha cessato di baciare i miei piedi. Tu non hai unto il mio capo con l'olio; ma essa ha unto i miei piedi col profumo. Per questo io ti dico che i suoi numerosi peccati le sono perdonati, perché ella molto ha amato. Ma colui al quale poco si perdona, poco ama. - E guardando la donna, disse: I tuoi peccati ti sono perdonati... La tua fede ti ha salvata. Va' in pace! - (Luca, VII 36).
Bontà infinita del cuore amabilissimo di Gesù! Si trova davanti alla Maddalena, peccatrice scandalosa, non la respinge, non la rimprovera, ne prende le difese, la perdona e la ricolma di ogni benedizione, sino a volerla ai piedi della Croce, ad apparirle per prima appena risorto ed a farla una grande Santa!
Fioretto. Lungo il giorno baciare con fede e amore l'immagine di Gesù.
Giaculatoria. Gesù misericordioso, confido in te!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
15-06-17, 19:42
15 giugno 2017: FESTA DEL CORPUS DOMINI, quindicesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




"Festa del Corpus Domini.
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm
FESTA DEL CORPUS DOMINI
Il Ss. Sacramento al centro della Liturgia.”



Corpus Domini - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/corpus-domini)
http://www.sodalitium.biz/corpus-domini
“15 giugno 2017, festa del Corpus Domini (di precetto).
O Verbo annichilito nell’Incarnazione, più annichilito ancora nell’Eucaristia, vi adoriamo sotto i veli che nascondono la vostra divinità e la vostra umanità nell’adorabile Sacramento. In questo stato dunque vi ha ridotto il vostro amore! Sacrificio perpetuo, vittima continuamente immolata per noi, Ostia di lode, di ringraziamento, di propiziazione! Gesù nostro mediatore, fedele compagno, dolce amico, medico caritatevole, tenero consolatore, pane vivo disceso dal cielo, cibo delle anime. Voi siete il tutto per i vostri figli! A tant’amore però molti non corrispondono che con la bestemmia e con le profanazioni; molti con l’indifferenza e la tiepidezza, ben pochi con gratitudine ed amore. Perdono, o Gesù, per quelli che vi oltraggiano! Perdono per la moltitudine degli indifferenti e degli ingrati! Perdono altresì per l’incostanza, l’imperfezione, la fiacchezza di quelli che vi amano! Gradite il loro amore quantunque languido, ed accendetelo di più ogni dì; illuminate le anime che non vi conoscono ed ammollite la durezza dei cuori che vi resistono. Fatevi amare sulla terra, o Dio nascosto; lasciatevi vedere e possedere nel Cielo! Così sia.”

Festa del Corpus Domini 2016 a Verrua Savoia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/festa-del-corpus-domini-2016-a-verrua-savoia/)
http://www.sodalitium.biz/festa-del-corpus-domini-2016-a-verrua-savoia/


Festa del Corpus Domini - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/festa-del-corpus-domini/)
http://www.centrostudifederici.org/festa-del-corpus-domini/
"Festa del Corpus Domini
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Corpus Domini
Auguri per la festa del Corpus Domini.
Corpus Domini - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/corpus-domini/)
Della festa del Corpus Domini - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/della-festa-del-corpus-domini/) "
"Catechismo Maggiore di San Pio X – Della festa del Corpus Domini
112 D. Nel giovedì dopo la festa della santissima Trinità qual festa si celebra?
R. Nel giovedì dopo la festa della santissima Trinità si celebra la solennità del Santissimo Sacramento, ossia del Corpus Domini.
113 D. L’ istituzione del Santissimo Sacramento non si celebra nel giovedì santo?
R. La Chiesa celebra nel giovedì santo l’istituzione del Santissimo Sacramento; ma perché allora é occupata principalmente in funzioni di lutto per la passione di Gesù Cristo, ha stimato bene di istituire un’altra festa particolare per onorare questo mistero con piena allegrezza.
114 D. In qual maniera potremo noi onorare il mistero che si celebra nella festa del Corpus Domini?
R. Per onorare il mistero che si celebra nella festa del Corpus Domini dobbiamo accostarci con particolar divozione e fervore alla santissima comunione e ringraziare con tutto l’affetto del cuore il Signore, che ha voluto donarsi a ciascheduno di noi in questo sacramento; assistere in questa solennità, e in tutta l’ottava, se si può, agli uffici divini, e particolarmente al santo sacrifizio della Messa, e far frequenti visite a Gesù velato sotto le specie sacramentali.
115 D. Perché nella festa del Corpus Domini si porta solennemente la santissima Eucaristia in processione?
R. Nella festa del Corpus Domini si porta solennemente la santissima Eucaristia in processione per onorare l’Umanità santissima di nostro Signore nascosta sotto le specie sacramentali;
per ravvivare la fede e accrescere la divozione de’ fedeli verso questo mistero;
per celebrare la vittoria che Egli ha dato alla sua Chiesa sopra i nemici del Sacramento;
per riparare in qualche modo le ingiurie che gli vengono fatte dai nemici della nostra religione.
116 D. Come bisogna assister alla processione del Corpus Domini?
R. Alla processione del Corpus Domini bisogna assistere con grande raccoglimento e modestia, non guardando qua e là, né parlando ad alcuno senza necessità;
con intenzione di onorare per mezzo delle nostre adorazioni il trionfo di Gesù Cristo;
con domandargli umilmente perdono delle comunioni indegne, e di tutte le altre profanazioni, che si fanno di questo divin sacramento; con sentimenti di fede, di confidenza, di amore e di riconoscenza verso Gesù Cristo presente nell’ ostia consacrata."





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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Martiri Vito, Modèsto e Crescénzia, i quali, sotto l’imperatore Diocleziàno, condotti al fiume Sele nella Lucania, dalla Sicilia, dopo aver superato per divina virtù la caldaia di piombo bollente, le fiere ed il rogo, compirono il corso del loro glorioso combattimento. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Martiri ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Martiri
Vito, Modèsto e Crescénzia possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



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"15 giugno 2017: FESTA DEL CORPUS DOMINI."






15 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/15-giugno.htm)
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DOVERI VERSO LA BONTA' DI DIO
15°GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Implorare misericordia pei peccatori più ostinati.
DOVERI VERSO LA BONTA’ DI DIO
(...)
Fioretto. Recitare cinque Pater, Ave e Gloria in onore delle Sante Piaghe per la conversione dei peccatori.
Giaculatoria. Gesù, converti i peccatori!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


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15° giorno: Cuore mortificato - Cuore ingordo (http://www.stellamatutina.eu/15-giorno-cuore-mortificato-cuore-ingordo/)
“15° giorno: Cuore mortificato – Cuore ingordo
CUORE MORTIFICATO-
(...)
Il Cuore divino di Gesù così sobrio e così nobile, voglia liberare il nostro cuore dalle pastoie dell’ingordigia, per farci vivere soprattutto «di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Proposito: Fare una mortificazione a tavola.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm
"FESTA DEL CORPUS DOMINI
Il Ss. Sacramento al centro della Liturgia.
Il lume dello Spirito Santo che è venuto ad accrescere nella Chiesa l'intelligenza sempre più viva del mistero dell'augusta Trinità la porta a contemplare in seguito quell'altra meraviglia che racchiude per se stessa tutte le operazioni del Verbo incarnato, e ci conduce fin da questa vita all'unione divina. Il mistero della Santissima Eucaristia sta per apparire in tutto il suo splendore, ed è necessario disporre gli occhi della nostra anima a ricevere in modo salutare l'irradiazione che ci attende. Come non siano stati mai senza la nozione del mistero della Santissima Trinità e i nostri omaggi si sono sempre rivolti ad essa, così pure la Santissima Eucaristia non ha mai cessato di accompagnarci lungo tutto il corso di questo Anno liturgico sia come mezzo per rendere i nostri omaggi alla suprema Maestà, sia come alimento della vita soprannaturale. Possiamo dire che questi due ineffabili misteri ci sono noti, che li amiamo; ma le grazie della Pentecoste ci hanno aperto un nuovo ingresso in quello che hanno di più intimo, e se il primo ci è apparso ieri circonfuso dai raggi d'una luce più viva, il secondo risplenderà presto per noi d'una chiarezza che l'occhio della nostra anima non aveva ancora percepita.
Essendo la Santissima Trinità, come abbiamo mostrato, l'oggetto essenziale di tutta la religione, il centro a cui convergono tutti i nostri omaggi anche quando sembra che non ne abbiamo una intenzione immediata, si può anche dire che la divina Eucaristia è il mezzo più potente di rendere a Dio il culto che gli è dovuto, ed è per essa che la terra si unisce al cielo. È dunque facile comprendere la ragione del ritardo che la santa Chiesa ha avuto nell'istituire le due solennità che succedono immediatamente a quella della Pentecoste. Tutti i misteri che abbiamo celebrati finora erano contenuti nell'augusto Sacramento che è il memoriale e come il compendio delle meraviglie che il Signore ha operate per noi (Sal 110,4). La realtà della presenza di Cristo sotto le specie sacramentali faceva sì che nell'Ostia noi riconoscessimo nel tempo di Natale il Bambino che ci era nato, nel tempo della Passione la vittima che ci riscattava, nel tempo Pasquale il trionfatore della morte. Non potevamo celebrare tutti quei misteri senza chiamare in nostro aiuto l'immortale Sacrificio, ed esso non poteva essere offerto senza rinnovarli e riprodurli.
Le feste stesse della Santissima Vergine e dei Santi ci mantenevano nella contemplazione del divin Sacramento. Maria, che abbiamo onorata nelle sue solennità dell'Immacolata Concezione, della Purificazione, dell'Annunciazione, non ha forse alimentato con la propria sostanza quel corpo e quel sangue che offriamo sull'altare? La forza invincibile degli Apostoli e dei Martiri che abbiamo celebrati, non l'hanno forse essi attinta nel sacro alimento che dà l'ardore e la costanza? I Confessori e i Vergini non ci sono apparsi come il fiorire del campo della Chiesa che si copre di spighe e di grappoli d'uva grazie alla fecondità che gli dona Colui che è insieme il frumento e la vite (Zac 9,17)?
Raccogliendo tutti i mezzi a nostra disposizione per onorare quei beati abitatori della corte celeste, siamo ricorsi alla salmodia, agli inni, ai cantici, alle formule più solenni e più tenere; ma, in fatto di omaggi alla loro gloria, nulla eguaglia l'offerta del Sacrificio. Con questo noi entriamo in comunicazione diretta con essi, secondo l'energica espressione della Chiesa nel Canone della Messa (communicantes). Essi adorano in eterno la Santissima Trinità per Gesù Cristo e in Gesù Cristo; con il Sacrificio noi ci univamo ad essi nello stesso centro, mescolavamo i nostri omaggi ai loro, e ne risultava per loro un aumento di onore e di beatitudine. La divina Eucaristia, Sacrificio e Sacramento, ci è dunque stata sempre presente; e se, in questi giorni, dobbiamo raccoglierci per meglio comprenderne la grandezza e la potenza infinite, se dobbiamo sforzarci di gustarne con maggior pienezza l'ineffabile soavità, non è una scoperta che ci appare d'improvviso: si tratta dell'elemento che l'amore di Cristo ci ha preparato e di cui già facciamo uso per entrare in rapporto diretto con Dio e rendergli i nostri omaggi più solenni e insieme più intimi.
Prima festa del Sacramento.
Tuttavia lo Spirito che dirige la Chiesa doveva ispirarle un giorno il pensiero di istituire una solennità [1] particolare in onore del mistero augusto in cui sono racchiusi tutti gli altri. L'elemento sacro che dà a tutte le feste dell'anno la loro ragione d'essere e le illumina del loro splendore, la Santissima Eucaristia, richiedeva per se stessa una festa in rapporto con la magnificenza del suo oggetto.
Ma questa esaltazione dell'Ostia, queste marce trionfali così giustamente care alla pietà cristiana dei nostri i giorni, erano impossibili nella Chiesa al tempo dei martiri. Esse non furono usate dopo la vittoria, quasi che non rientrassero nella consuetudine e nello spirito delle forme liturgiche primitive, che continuarono per lungo tempo ad essere in uso. Erano d'altronde meno necessarie e quasi superflue per la viva fede di quel tempo: la solennità del Sacrificio stesso, la partecipazione comune ai Misteri sacri, la lode ininterrotta dei canti liturgici che risuonavano intorno all'altare rendevano a Dio omaggio e gloria, mantenevano l'esatta nozione del dogma, e conservavano nel popolo cristiano una sovrabbondanza di vita spirituale che non si riscontra più nell'età seguente. Il memoriale divino recava i suoi frutti; le intenzioni del Signore nell'istituire il mistero erano compiute, e il ricordo di quella istituzione, celebrato fin d'allora come ai nostri giorni nella Messa del Giovedì santo, rimaneva impresso profondamente nel cuore dei fedeli.
L'indebolimento della fede.
Fu così fino al secolo XIII. Ma allora, e in seguito al raffreddamento che la Chiesa deve costatare all'inizio di quel secolo (Orazione della festa delle Stimmate di san Francesco) si indebolì la fede, e con essa la profonda pietà delle antiche genti cristiane. In questa decadenza progressiva che miracoli di santità individuale non riuscivano ad arrestare, c'era da temere che l'adorabile Sacramento che è il mistero della fede per essenza, avesse a soffrire più di ogni altro per l'indifferenza e la freddezza delle nuove generazioni. Già qua e là, ispirata dall'inferno, era risonata più d'una negazione sacrilega, spaventando i popoli, ancora troppo fedeli in generale per essere sedotti, ma stimolando la vigilanza dei pastori e facendo già numerose vittime.
Le eresie sacramentarie.
Scoto Eriugena aveva tirato fuori la formula dell'eresia sacramentaria: l'Eucaristia non era per lui "che un segno, figura dell'unione spirituale con Gesù, percepita mediante il solo intelletto" [2]. Il suo oscuro pedantismo ebbe scarsa risonanza, e non prevalse contro la tradizione cattolica esposta nei profondi scritti di Pascasio Radberto, Abate di Gorbia. Riportati a galla nel secolo XI da Berengario, i sofismi di Scoto turbarono allora più seriamente e più a lungo la Chiesa di Francia, senza tuttavia sopravvivere all'astuta vanità del loro secondo padre. L'inferno avanzava poco in questi attacchi ancora troppo diretti; raggiunse meglio il suo scopo per vie traverse. L'impero bizantino nutriva i resti della setta manichea che, considerando la carne come l'opera del principio perverso, rovesciava l'Eucaristia dalla base. Mentre, avido di fama, Berengario dogmatizzava ad alta voce senza alcun vantaggio per l'errore, la Tracia e la Bulgaria inviavano sotto sotto i loro apostoli verso l'Occidente. La Lombardia, le Marche e la Toscana furono infestate; oltrepassando i monti, l'impura fiamma si sprigionò insieme in parecchi punti del regno cristianissimo: Orléans, Tolosa, Arras videro il veleno penetrare nelle proprie mura. Si credette di aver soffocato il male in radice con energiche repressioni; ma il contagio si estendeva nell'ombra. Prendendo il mezzogiorno della Francia come base delle sue operazioni, l'eresia si organizzò subdolamente per tutta la durata del secolo XII, e furono tali i suoi progressi latenti che, scoprendosi infine all'inizio del secolo XIII, pretese di sostenere con le armi alla mano i suoi perversi dogmi. Furono necessari spargimenti di sangue per vincerla e sottrarle le sue roccheforti; e ancora per lungo tempo dopo la sconfitta dell'insurrezione armata, l'Inquisizione dovette sorvegliare attivamente le province percosse dal flagello degli Albigesi.
La visione della beata Giuliana.
Simone di Montfort era stato il vindice della fede. Ma nel tempo stesso in cui il braccio vittorioso dell'eroe cristiano sbaragliava l'eresia, Dio preparava al suo Figliolo indegnamente oltraggiato dai settari nel Sacramento del suo amore un trionfo più pacifico e una riparazione più completa. Nel 1208, un'umile religiosa ospedaliera, la Beata Giuliana di Mont-Cornillon presso Liegi, aveva una visione misteriosa, in cui le appariva la luna nella sua pienezza, che mostrava sul proprio disco una incrinatura. Due anni dopo, le fu rivelato che la luna significava la Chiesa del suo tempo, e l'incrinatura che vi rilevava, l'assenza d'una solennità nel Ciclo liturgico, poiché Dio voleva che una nuova festa fosse celebrata ogni anno per onorare solennemente e in modo distinto l'istituzione della Santissima Eucaristia: il ricordo storico della Cena del Signore il Giovedì santo non rispondeva ai nuovi bisogni dei popoli turbati dall'eresia; non bastava più alla Chiesa, distratta del resto allora dalle importanti funzioni di quel giorno, e presto assorbita dalla tristezza del Venerdì santo.
Nel tempo stesso che Giuliana riceveva tale comunicazione, le fu ingiunto di porre ella stessa mano all'opera e di far conoscere al mondo i voleri divini. Passarono vent'anni prima che l'umile e timida vergine potesse trovare il coraggio d'una simile iniziativa. Si confidò infine con un canonico di S. Martino di Liegi, Giovanni di Losanna, che stimava in modo singolare per la sua grande santità, e lo pregò di discutere sull'oggetto della sua missione con i dottori. Tutti furono d'accordo nel riconoscere che non solo nulla si opponeva all'istituzione della festa progettata, ma che ne derivava al contrario un aumento della gloria divina e un gran bene nelle anime. Riconfortata da questa decisione, la Beata fece comporre e approvare per la futura festa un Ufficio proprio che cominciava con le parole: Animarum cibus, e di cui rimangono ancor oggi dei frammenti.
La festa del Corpus Domini.
La Chiesa di Liegi, a cui la Chiesa universale era già debitrice della festa della Santissima Trinità, era predestinata al nuovo onore di dar origine alla festa del Santissimo Sacramento. Fu un giorno radioso, quando, nel 1246, dopo così lungo tempo e innumerevoli ostacoli, Roberto di Torote, vescovo di Liegi, ordinò con un decreto sinodale che ogni anno, il Giovedì dopo la Santissima Trinità, tutte le Chiese della sua diocesi avrebbero dovuto osservare d'ora in poi, astenendosi dalle opere servili e praticando un digiuno di preparazione, una festa solenne in onore dell'ineffabile Sacramento del Corpo del Signore.
La festa del Corpus Domini fu dunque celebrata per la prima volta in quella insigne Chiesa, nel 1247. Il successore di Roberto, Enrico di Gueldre, uomo d'armi e gran signore, aveva altre preoccupazioni che quelle del suo predecessore. Ugo di San Caro, cardinale di Santa Sabina, legato in Germania, venuto a Liegi per porre riparo ai disordini che vi accadevano sotto il nuovo governo, sentì parlare del decreto di Roberto e della nuova solennità. Già priore e provinciale dei Frati Predicatori, era stato fra quelli che, consultati da Giovanni di Losanna, ne avevano favorito il progetto. Volle avere l'onore di celebrare egli stesso la festa, e di cantarvi la Messa in pompa magna. Inoltre, con mandato del 29 dicembre 1253 indirizzato agli Arcivescovi, Vescovi, Abati e fedeli del territorio della sua legislazione, confermò il decreto del vescovo di Liegi e lo estese a tutte le terre di sua giurisdizione, concedendo una indulgenza di cento giorni a tutti coloro che, contriti e confessati, avessero visitato devotamente le chiese in cui si celebrava l'Ufficio della festa, il giorno stesso oppure durante l'Ottava. L'anno seguente, il cardinale di Saint-Georges-au-Voile-d'Or, che gli succedette nella legazione, confermò e rinnovò le ordinanze del cardinale di Santa Sabina. Ma quei reiterati decreti non poterono vincere la freddezza generale; e furono tali le manovre dell'inferno il quale si vedeva raggiunto nei suoi profondi abissi, che dopo la partenza dei legati si videro degli ecclesiastici di gran nome e costituiti in dignità opporre alle ordinanze le loro decisioni particolari. Quando morì la Beata Giuliana, nel 1258, la Chiesa di S. Martino era sempre l'unica in cui si celebrasse la festa che ella aveva avuto la missione di stabilire nel mondo intero. Ma lasciava, perché continuasse la sua opera, una pia reclusa chiamata Eva, che era stata la confidente dei suoi desideri.
L'estensione della festa alla Chiesa Universale.
Il 29 agosto 1261 saliva al trono pontificio Giacomo Pantaleone assumendo il nome di Urbano IV. Aveva conosciuto la Beata Giuliana quando era ancora arcidiacono di Liegi, e ne aveva approvato i progetti. Eva credette di vedere in quell'esaltazione il segno della Provvidenza. Dietro le insistenze della monaca, Enrico di Gueldre scrisse al nuovo Papa per congratularsi con lui e per pregarlo di confermare con la sua sovrana approvazione la festa istituita da Roberto di Torote. Nello stesso tempo diversi prodigi, e in special modo quello del corporale di Bolsena insanguinato da un'ostia miracolosa quasi sotto gli occhi della corte pontificia che risiedeva allora ad Orvieto, parvero spingere Urbano da parte del cielo e rafforzare il grande zelo che egli aveva un tempo manifestato in onore del divin Sacramento. San Tommaso d'Aquino fu incaricato di comporre secondo il rito romano l'Ufficio che doveva sostituire nella Chiesa quello della Beata Giuliana, adattato da essa al rito dell'antica liturgia francese. La bolla Transiturus fece quindi conoscere al mondo le intenzioni del Pontefice: ricordando le rivelazioni di cui aveva avuto un giorno notizia, Urbano IV stabiliva nella Chiesa universale, per la confusione dell'eresia e l'esaltazione della fede ortodossa, una speciale solennità in onore dell'augusto memoriale lasciato da Cristo alla sua Chiesa. Il giorno fissato per tale festa era la Feria quinta ossia il Giovedì dopo l'ottava della Pentecoste.
Sembrava che la causa fosse finalmente giunta al termine. Ma i torbidi che agitavano allora l'Italia e l'Impero fecero dimenticare la bolla di Urbano IV prima ancora che fosse messa in esecuzione. Quarant'anni e più passarono prima che essa fosse di nuovo promulgata e confermata da Clemente V nel concilio di Vienna. Giovanni XXII le diede la forza di legge definitiva inserendola nel Corpo del Diritto nelle Clementine, ed ebbe così il vanto di dare l'ultima mano, verso il 1318, a quella grande opera il cui compimento aveva richiesto più d'un secolo.
Il desiderio del cuore umano.
Nondimeno, contro questa festa e il suo divino oggetto, alcuni hanno ripetuto le parole: Come possono avvenire queste cose? (Gv 3,9; 6,53). La ragione sembrava giustificare le loro affermazioni contro ciò che essi chiamavano le pretese insensate del cuore dell'uomo.
Ogni essere ha sete di felicità, e tuttavia non aspira se non al bene di cui è capace, poiché la condizione della felicità è appunto nella piena soddisfazione del desiderio che lo domina.
Come tutto ciò che vive intorno a lui, l'uomo ha sete di felicità; e tuttavia, trovandosi solo su questa terra, sente in sé aspirazioni che sorpassano infinitamente i limiti della sua fragile natura. Dio che si rivela a lui, mediante le sue opere, in un modo corrispondente alla sua natura creata; Dio causa prima e fine universale, perfezione senza limiti, bellezza infinita, somma bontà, oggetto certamente degno di fissare per sempre colmandogli il suo intelletto e il suo cuore: Dio così conosciuto, così gustato non basta più all'uomo. Questo essere da nulla vuole l'infinito nella sua sostanza, anela a conoscere il volto del Signore e la sua vita intima. La terra non è ai suoi occhi che un deserto senza uscita, senz'acque per estinguere la sua sete (Sal 62,2): "Come il cervo anela all'acqua delle fonti - esclama - così l'anima mia anela a te, o Dio! L'anima mia ha sete del Dio forte, del Dio vivo. Oh, quando verrò, quando pascolerò dinanzi al volto di Dio?" (Sal 41,2-3).
Strano entusiasmo, senza dubbio, per la fredda ragione; pretese, si direbbe, veramente insensate! Questa visione di Dio, questa vita divina, questo banchetto del quale Dio stesso sarebbe il cibo, potrebbe mai l'uomo far sì che queste sublimità non rimangano infinitamente al disopra delle potenze della sua natura, come di ogni natura creata? Un abisso lo separa dall'oggetto che lo affascina, abisso che non è altro se non la spaventosa sproporzione dal nulla all'essere. L'atto creatore nella sua onnipotenza non potrebbe da sé solo colmare tale abisso; e perché la sproporzione cessasse di essere un ostacolo alla bramata unione, bisognerebbe che Dio stesso colmasse la distanza e si degnasse di comunicare a questo rampollo del nulla le sue stesse forze. Ma che è dunque l'uomo, perché l'Essere supremo, la cui magnificenza sorpassa i cieli, si abbassi fino a lui? (Sal 143,5).
La risposta dell'amore infinito.
Dio è amore; e il miracolo non sta nel fatto che noi abbiamo a-mato Dio, ma che egli stesso ci abbia amati (1Gv 4,10). Ora l'amore richiede l'unione, e l'unione richiede degli esseri simili. O ricchezza della divina natura in cui si effondono, ugualmente infiniti, Potenza, Sapienza e Amore, che costituiscono l'augusta Trinità! Gloria a te, Spirito Santo, il cui regno appena iniziato illumina di simili raggi i nostri occhi mortali! In questa settimana che ci vede dare inizio insieme a te all'inventario dei doni preziosi lasciati nelle nostre mani dallo Sposo che saliva al cielo (cfr. Sal 67,19; Ef 4,8), in questo primo Giovedì che ci ricorda la Cena del Signore, tu riveli ai nostri cuori la pienezza e insieme il fine e la mirabile armonia delle opere che compie il Dio uno nella sua essenza e trino nelle sue persone; sotto il velo delle sacre specie, tu offri ai nostri occhi il memoriale vivo delle meraviglie compiute dall'accordo dell'Onnipotenza, della Sapienza e dell'Amore (Sal 110,4)! Solo l'Eucaristia poteva infatti mettere in piena luce lo sviluppo nel tempo, il progressivo avanzare delle divine risoluzioni ispirate dall'amore infinito che le guida sino alla fine (Gv 13,1).
Lode all'eterna Sapienza.
O Sapienza, che sei uscita dalla bocca dell'Altissimo, che corri da un'estremità all'altra e disponi ogni cosa con forza e dolcezza (la prima delle Antifone maggiori dell'Avvento), noi imploravamo nel tempo dell'Avvento la tua venuta in Betlemme, la casa del pane; tu eri la prima aspirazione dei nostri cuori. Il giorno della tua gloriosa Epifania manifestò il mistero delle nozze, e rivelò lo Sposo; la Sposa fu preparata nelle acque del Giordano; cantammo i Magi che accorrevano portando doni al banchetto rappresentativo, e gli invitati che bevevano un vino miracoloso. Ma l'acqua mutata in vino presagiva più sublimi meraviglie. La vite, la vera vite di cui noi siamo i tralci (Gv 15,5), ha dato i suoi magnifici fiori, i suoi frutti di grazia e di onore (Eccli 24,23). Il frumento abbonda nelle valli, e queste cantano un inno di lode (Sal 64,14).
O Sapienza, nobile sovrana, le cui attrattive divine conquistano fin dall'infanzia i cuori bramosi della vera bellezza (Sap 8,2), è dunque giunto il giorno del vero banchetto nuziale! Come una madre colma d'onore, tu accorri per nutrirci del pane di vita, e inebriarci della bevanda salutare (Eccli 15,2-3). Il tuo frutto è migliore dell'oro e della pietra preziosa, e la tua sostanza migliore dell'argento più puro (Prov 8,19). Quelli che ti mangiano avranno ancora fame, quelli che ti bevono non estingueranno la loro sete (Eccli 24,29), poiché la tua compagnia non ha amarezze, la tua società non dà disgusto; con te sono la letizia e il gaudio (Sap 8,16), le ricchezze, la gloria e la virtù (Prov 8,18).
In questi giorni in cui tu elevi il tuo trono nell'assemblea dei santi, penetrando con agio i misteri del divino banchetto, noi vogliamo render note le tue meraviglie e con il tuo consenso cantare le tue lodi davanti agli eserciti dell'Altissimo (Eccli 1,4). Degnati di aprire la tua bocca e di riempirci del tuo Spirito, o divina Sapienza, affinché la nostra lode sia degna del suo oggetto, e abbondi, secondo la tua promessa, nella bocca dei tuoi adoratori (Gv 12,24-25).

MESSA

EPISTOLA (1Cor 11,23-29). - Fratelli: Io ho ricevuto dal Signore quello che ho insegnato a voi, che il Signore Gesù, nella notte in cui era tradito, prese del pane e, dopo aver rese le grazie, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, che sarà dato a morte per voi: fate questo in memoria di me. Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo testamento nel mio sangue: fate questo, tutte le volte che ne berrete, in memoria di me. Or dunque, tutte le volte che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte del Signore, finché egli non venga. Pertanto chiunque mangerà questo pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Provi dunque ciascuno se stesso, e così mangi di quel pane e beva di quel calice; perché chi ne mangia e ne beve indegnamente, mangia e beve la sua condanna, non distinguendo il corpo del Signore.

"Annunciare la morte del Signore".
La Santissima Eucaristia, come Sacrificio e come Sacramento, è il centro della religione cristiana, sicché il Signore ha voluto che il fatto della sua istituzione fosse basato, negli scritti ispirati, su una quadruplice testimonianza. San Paolo, che abbiamo ora sentito, unisce la sua voce a quelle di san Matteo, di san Marco e di san Luca. Egli basa il suo racconto, in tutto conforme a quello degli Evangelisti, sulle parole stesse del Signore, che si degnò di apparirgli e di ammaestrarlo personalmente dopo la sua conversione.
L'Apostolo insiste sul potere che il Salvatore diede ai suoi discepoli di rinnovare l'atto che egli aveva compiuto, e ci insegna in particolare che ogni qualvolta il Sacerdote consacra il corpo e il sangue di Gesù Cristo, annuncia la morte del Signore, esprimendo con tali parole l'unità del Sacrificio sulla croce e sull'altare. Con l'immolazione del Redentore sulla croce la carne di questo Agnello di Dio è diventata "veramente un cibo", e il suo sangue "veramente una bevanda", come ci dirà presto il Vangelo. Non lo dimentichi dunque il cristiano, anche in questo giorno di trionfo. Lo si costata subito: la Chiesa nella Colletta non aveva altro scopo che di inculcare profondamente nell'anima dei suoi figli l'estrema e così commovente raccomandazione del Signore: "Ogni qualvolta berrete di questo calice del nuovo testamento, fatelo in memoria di me". La scelta di questo passo del grande Apostolo come Epistola fa sempre più comprendere al cristiano che la carne divina che nutre l'anima sua è stata preparata sul Calvario e che, se l'Agnello è oggi vivo e, immortale, è diventato nostro cibo attraverso una morte dolorosa. Il peccatore riconciliato riceverà con compunzione quel corpo santo, di cui si rimprovera amaramente di aver versato tutto il sangue con i suoi innumerevoli peccati; il giusto vi parteciperà nell'umiltà, ricordando che anche lui ha avuto la sua parte fin troppo grande ai dolori dell'innocente Agnello e che se oggi sente in sé la vita della grazia, non lo deve che al sangue della Vittima la cui carne gli sarà data in cibo.
La purezza richiesta.
Ma temiamo soprattutto il tremendo sacrilegio condannato dall'Apostolo e che non esiterebbe ad infliggere, con uno spaventoso rovesciamento, una nuova morte all'Autore della vita, nel banchetto stesso del quale il suo sangue fu il prezzo! "Giudichi dunque l'uomo sé stesso - dice san Paolo - e solo allora mangi di quel pane e beva di quel calice". Questa prova, è la confessione sacramentale per chiunque abbia coscienza d'un peccato grave non ancora confessato: qualunque pentimento egli possa averne, e fosse anche già riconciliato con Dio mediante un atto di contrizione perfetta, il precetto dell'Apostolo, interpretato dall'usanza della Chiesa e dalle sue definizioni conciliari (Concilio di Trento, Sess. XIII, c. VII, can. 11), gli vieta l'accesso alla sacra mensa, finché non abbia sottoposto la sua colpa al potere delle Chiavi.
Nella Sequenza, celebre opera del Dottor Angelico, la Chiesa, la vera Sion, manifesta il suo entusiasmo ed effonde il suo amore per il Pane vivo e vivificante, in termini d'una precisione scolastica che sembrerebbe sfidare qualunque poesia nella sua forma. Il mistero eucaristico vi si svolge con la pienezza concisa e la maestà semplice e grandiosa di cui san Tommaso possedette il meraviglioso segreto. Questa esposizione sostanziale dell'oggetto della festa, sostenuta da un canto in armonia con il pensiero, giustifica pienamente l'entusiasmo prodotto nell'anima dal susseguirsi di quelle magnifiche strofe.

SEQUENZA
Loda, o Sion, il Salvatore, loda il duce ed il pastore con inni e canti.
Quanto puoi tanto ardisci, perché egli è superiore ad ogni lode e tu non basti a lodarlo.
Come tema di lode speciale, è il pane vivo e datore di vita che vien proposto oggi.
Quel pane che nella mensa della sacra cena, alla turba dei dodici fratelli, fu dato realmente.
La lode sia piena e sonora, sia gioconda e piena di decoro la gioia dello spirito.
Perché si celebra il giorno solenne, che di questa mensa ricorda la prima istituzione.
In questa mensa del nuovo Re, la novella Pasqua della nuova legge pone fine alla Pasqua antica.
Il nuovo fa cessar l'antico, la verità fa dileguare le ombre, la luce toglie la notte.
Cristo ciò che fece nella cena, comandò che si facesse in suo ricordo.
Ammaestrati dai sacri insegnamenti, noi consacriamo il pane e il vino, ostia di salute.
È un domma per i cristiani, che il pane si converte in carne, e il vino in sangue.
Ciò che non comprendi, ciò che non vedi, l'animosa fede l'assicura, trascendendo ogni ordine naturale.
Sotto diverse specie, che son parvenze e non sostanze, si nascondono cose sublimi.
La carne è cibo, il sangue è bevanda, ma Cristo rimane intero, sotto l'una e l'altra specie.
Da chi lo riceve non è fatto a pezzi, non è rotto, non è diviso: è ricevuto intero.
Lo riceve uno, lo ricevon mille, tanto questi che quelli, e, ricevuto, non si consuma.
Lo ricevono i buoni, lo ricevono i cattivi, ma con sorte diversa: di vita o di morte.
È morte per i cattivi, è vita per i buoni: guarda come la stessa comunione abbia effetti diversi.
Se il sacramento viene spezzato, non vacillare, ma ricordati che è tanto, in un frammento quanto in tutta l'ostia.
La divisione non è della sostanza, ma solo della specie: senza diminuzione dello stato o della grandezza di ciò che sotto le specie è nascosto.
Ecco il pane degli Angeli divenuto cibo dei pellegrini: è il vero pane dei figli, da non gettarsi ai cani.
Fu simboleggiato con figure nell’immolazione di Isacco, nel sacrificio dell'agnello pasquale, nella manna data ai padri.
Buon pastore, pane vero, o Gesù, abbi pietà di noi, nutriscici, difendici, facci vedere i beni nella terra dei viventi.
Tu, che sai tutto e tutto puoi, e ci nutrisci qui, mortali, rendici, lassù, tuoi commensali e coeredi e compagni dei santi cittadini. Amen. Alleluia.

VANGELO (Gv 6,56-59). - In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: La mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre vivente mi inviò ed io vivo per il Padre, così chi mangia me, vivrà anch'egli per me. Questo è il pane disceso dal cielo; e non sarà come la manna che i vostri padri mangiarono e morirono. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno.

L'Eucaristia, alimento di vita per l’anima…
Il discepolo prediletto non poteva rimanere silenzioso sul Mistero d'amore. Tuttavia, quando scrisse il suo Vangelo l'istituzione di questo Sacramento era già abbastanza narrata dai tre Evangelisti che l'avevano preceduto e dall'Apostolo delle Genti. Senza tornare dunque su quella divina storia, egli completò il loro racconto con quello della solenne promessa che aveva fatta il Signore un anno prima della Cena sulle rive del lago di Tiberiade.
All'innumerevole moltitudine che attira al suo seguito il recente miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù si presenta come il vero pane di vita disceso dal cielo e che preserva dalla morte, a differenza della manna data da Mosè ai loro padri. La vita è il primo dei beni, come la morte l'estremo dei mali. La vita risiede in Dio come nella sua sorgente (Sal 35,10); egli solo può comunicarla a chi vuole, e restituirla a chi l'ha perduta.
Il Verbo di Dio è venuto in mezzo agli uomini perché avessero la vita e l'avessero in abbondanza (Gv 10,10). E siccome è proprio del cibo accrescere e mantenere la vita, si è fatto cibo, cibo vivo, vivificante, disceso dal cielo. Partecipando essa stessa della vita eterna che attinge direttamente al seno del Padre, la carne del Verbo comunica questa vita a chi la mangia. Ciò che è per sua natura corruttibile - dice san Cirillo Alessandrino - non può essere vivificato diversamente che con l'unione corporea al corpo di colui è vita per natura; ora, come due pezzi di cera fusi insieme dal fuoco non ne formano più che uno solo, così fa di noi e di Cristo la partecipazione del suo corpo e del suo sangue prezioso. Questa vita dunque che risiede nella carne del Verbo, divenuta nostra in noi stessi, non sarà, come non lo fu in lui, vinta dalla morte; scuoterà nel giorno stabilito le catene dell'antica avversaria, e riporterà la vittoria sulla corruzione dei nostri corpi immortali (san Cirillo Alessandrino, Su san Giovanni, l. x, c. 2).
… e per il corpo.
Così era necessario che non soltanto l'anima fosse rinnovata dal contatto del Verbo, ma che questo stesso corpo terreno e grossolano partecipasse in qualche modo alla virtù vivificante dello Spirito, secondo l'espressione del Signore (Gv 6,64). "Coloro che hanno sorbito il veleno per l'inganno dei loro nemici - dice egregiamente san Gregorio Nisseno - uccidono in sé il virus con un rimedio opposto; ma come è accaduto per la bevanda mortale, bisogna che la pozione salutare sia introdotta fin nelle loro viscere, affinché di qui si diffonda in tutto l'organismo la sua virtù curativa. Noi dunque che abbiamo gustato il frutto deleterio, abbiamo bisogno pure d'un rimedio di salvezza che nuovamente raccolga e armonizzi in noi gli elementi disgregati e confusi della nostra natura e che, penetrando nell'intimo della nostra sostanza, neutralizzi e scacci il veleno con una forza contraria. E quale sarà questo rimedio? Non altro che quel corpo che si è mostrato più potente della morte, ed ha posto per noi il principio della vita. Come un po' di lievito - dice l'Apostolo - assimila tutta la pasta, così questo corpo, entrando nel nostro, lo trasforma interamente in sé. Ma nulla può penetrare così la nostra sostanza corporea se non mediante il mangiare e il bere; è questo il modo, conforme alla sua natura, secondo il quale giunge fino al nostro corpo la virtù vivificante" (san Gregorio Nisseno, Catechesi, xxxvii).

PROCESSIONE
Chi è costei che avanza profumando il deserto del mondo d'una nube d'incenso, di mirra e di ogni sorta di profumi? La chiesa attornia la lettiga dorata in cui appare lo Sposo nella sua gloria. Accanto a lui sono raccolti i forti d'Israele, sacerdoti e leviti del Signore, potenti presso Dio. Figlie di Sion, uscitegli incontro; contemplate il vero Salomone sotto lo splendore del diadema di cui l'ha incoronato la madre nel giorno delle sue nozze e del gaudio del suo cuore (Ct 3,5-11). Questo diadema è la carne che il Verbo ha ricevuta dalla Vergine purissima, quando ha preso in isposa l'umanità (san Gregorio, Sul Cantico dei Cantici). Per quel corpo perfettissimo, per quella carne sacrosanta continua tutti i giorni, sul santo altare, l'ineffabile mistero delle nozze dell'uomo e della Sapienza eterna. Non è dunque giusto che una volta all'anno la santa Chiesa dia libero corso ai suoi trasporti verso lo Sposo nascosto sotto i veli del Sacramento? Per questo il Sacerdote ha oggi consacrato due Ostie, e dopo averne consumato una, ha posto l'altra nell'ostensorio che, recato rispettosamente in mano, attraverserà ora sotto il baldacchino, al canto degli inni, le file della moltitudine prostrata.
Storia.
Questa solenne dimostrazione verso l'Ostia santa, come già abbiamo detto, è più recente della stessa festa del Corpus Domini. Urbano IV non ne parla nella sua Bolla d'istituzione del 1264. Invece, Martino V ed Eugenio IV, nelle loro costituzioni più sopra citate (26 maggio 1429 e 26 maggio 1433), ci danno la prova che essa era già in uso fin da quel tempo, poiché concedono particolari indulgenze a coloro che la seguono. Il milanese Donato Bossio riferisce nella sua Cronaca che "il giovedì 29 maggio del 1404 si portò per la prima volta solennemente il Corpo di Cristo per le strade di Pavia, come è entrato in uso in seguito". Alcuni autori ne hanno concluso che la Processione del Santissimo Sacramento non risaliva oltre tale data, e doveva la sua prima origine alla Chiesa di Pavia. Ma una simile conclusione sorpassa il testo su cui si basa, e che può benissimo non esprimere altro che un fatto di cronaca locale.
Troviamo infatti la Processione menzionata su un titolo manoscritto della Chiesa di Chartres nel 1330, in un atto del Capitolo di Tournai nel 1325, nel concilio di Parigi del 1323 e in quello di Sens del 1320. Speciali indulgenze sono concesse da questi due concili all'astinenza e al digiuno della Vigilia del Corpus Domini, ed essi aggiungono: "Quanto alla solenne Processione che si fa il Giovedì della festa portando il divin Sacramento, siccome pare che essa sia stata introdotta ai giorni nostri per una specie di divina ispirazione, non stabiliamo nulla per il momento, lasciando ogni cosa alla devozione del clero e del popolo" (Labbe, Conc. t. XI, pp. 1680, 1711). L'iniziativa popolare sembra avere avuto dunque una grande parte in questa istituzione; e come Dio aveva scelto, nel secolo precedente, un papa francese per istituire la festa, dalla Francia ancora si diffuse a poco a poco in tutto l'Occidente questo glorioso complemento della solennità del Mistero della fede[3].
Sembra probabile tuttavia che in principio l'Ostia santa non fosse, almeno dappertutto, portata in mostra come oggi nelle processioni, ma solo velata e racchiusa in una cassa o in una teca preziosa. C'era l'usanza di portarla in questa maniera fin dal secolo XI in alcune Chiese nella Processione delle Palme e in quella del mattino della Risurrezione. Abbiamo parlato altrove di queste solenni manifestazioni che del resto non avevano tanto per oggetto di onorare direttamente il divin Sacramento, quanto di rendere più al vivo il mistero del giorno. Comunque sia, l'uso degli estensori o esposizioni, come le chiama il concilio di Colonia del 1452, seguì quasi subito l'istituzione della nuova Processione.
Dottrina del Concilio di Trento.
Tuttavia, l'eresia protestante tacciò subito di novità, di superstizione e di odiosa idolatria questi naturali sviluppi del culto cattolico ispirati dalla fede e dall'amore. Il concilio di Trento colpì di anatema le recriminazioni dei settari (Sess. XIII, c. VI) e, in un capitolo speciale, giustificò la Chiesa in termini che non possiamo fare a meno di riprodurre: "Il santo Concilio dichiara piissima e santissima l'usanza che si è introdotta nella Chiesa, di consacrare ogni anno una festa speciale a celebrare in tutti i modi l'augusto Sacramento, come pure di portarlo in processione per le vie e le pubbliche piazze con pompa ed onore. È giustissimo infatti che siano stabiliti alcuni giorni in cui i cristiani, con una dimostrazione solenne e specialissima, testimoniano la loro gratitudine e il loro devoto ricordo verso il comune Signore e Redentore, per il beneficio ineffabile e divino che ripropone ai nostri occhi la vittoria e il trionfo della sua morte. Così bisognava ancora che la verità vittoriosa trionfasse sulla menzogna e sull'eresia, in modo che i suoi avversari, in mezzo a tanto splendore e a tanto gaudio di tutta la Chiesa, o perdano il coraggio o, confusi, giungano alfine alla resipiscenza (Sessione XIII, c. V).
Le bellezze della festa del Corpus Domini.
Ma noi cattolici, fedeli adoratori del Sacramento d'amore, "con quale gaudio", esclama l'eloquente Padre Faber, "non dobbiamo contemplare quella splendente e immensa nube di gloria che la Chiesa in questa occasione fa salire verso Dio! Sì, sembrerebbe che il mondo sia ancora nel suo stato di fervore e d'innocenza primitiva! Guardate quelle gloriose processioni che, con i loro stendardi scintillanti al sole, si snodano attraverso le strade ornate di fiori dei villaggi cristiani, sotto le volte venerabili delle antiche basiliche e lungo i cortili dei seminari, asili della pietà. In quel concorso di folle, il colore del volto e la diversità delle lingue non sono che rinnovate prove dell'unità di quella fede che tutti sono lieti di professare con la voce del magnifico rituale di Roma. Su quanti altari di forma diversa, tutti ornati dei fiori più soavi e risplendenti di luce, tra nuvole d'incenso, al suono dei sacri cantici e davanti a una moltitudine prostrata e raccolta, il Santissimo Sacramento viene sollevato per ricevere le adorazioni dei fedeli, e abbassato per benedirli! E quanti atti ineffabili di fede e d'amore, di trionfo e di riparazione non ci rappresenta ognuna di queste cose! Il mondo intero e l'aria della primavera sono ripieni di canti di letizia. I giardini sono spogli dei loro più bei fiori, che mani devote gettano sul cammino del Dio che passa velato nel Sacramento. Le campane fanno risuonare lontano i loro giocondi concerti. Il Papa sul suo trono e la giovinetta nel suo villaggio, le religiose di clausura e gli eremiti solitari, i vescovi, i dignitari e i predicatori, gli imperatori, i re e i principi, tutti sono oggi ripieni del pensiero del Santissimo Sacramento. Le città sono illuminate, le abitazioni degli uomini sono animate dai trasporti della gioia. È tale la letizia universale che gli uomini vi si abbandonano senza sapere perché, e rinasce su tutti i cuori dove regna la tristezza, sui poveri, su tutti quelli che rimpiangono la libertà, la famiglia o la patria. Tutti questi milioni di anime che appartengono alla regale famiglia e al linguaggio spirituale di san Pietro sono oggi più o meno prese dal Santissimo Sacramento, sì che tutta la Chiesa militante trasalisce d'una gioia e d'una emozione simile al fremito dei flutti del mare agitato. Il peccato sembra dimenticato; le lacrime stesse sembrano piuttosto strappate dall'eccesso della felicità che dalla penitenza. È un'ebbrezza simile a quella che trasporta l'anima che fa il suo ingresso in cielo; o meglio si direbbe che la terra stessa passa nel cielo, come potrebbe accadere appunto per la gioia di cui l'inonda il Santissimo Sacramento" (Il Santissimo Sacramento, I, p. 4).
Durante la Processione si cantano gli Inni dell'Ufficio del giorno, il Lauda Sion, il Te Deum e, secondo la lunghezza del percorso, il Benedictus, il Magnificat o altri canti liturgici che abbiano qualche riferimento all'oggetto della festa, come gli Inni della Ascensione indicati nel Rituale. Ritornando alla Chiesa, la funzione termina, come al solito, con il canto del Tantum ergo, del Versetto e dell'Orazione del Santissimo Sacramento. Ma, dopo la Benedizione solenne, il Diacono espone l'Ostia santa sul trono dove i fedeli le faranno una guardia d'onore.
PREGHIAMO
O Dio, che in questo mirabile Sacramento ci hai lasciato il ricordo della tua passione, concedici di venerare i sacri misteri del tuo Corpo e del tuo Sangue con tanta fede da sentire sempre in noi gli effetti della tua redenzione.
[1] A questo punto termina il testo di Dom Guéranger.
[2] Dionigi, Gerarchia celeste.
[3] Tal In seguito al concilio del 1311, in cui la festa fu definitivamente promulgata, Vienna prese come emblema un albero sormontato da un calice e da un'ostia circondate dalle parole: Vienna civitas sancta.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 370-387."






Buona solennità del CORPUS DOMINI a tutti i cattolici!

Luca, Sursum Corda!

Holuxar
17-06-17, 19:48
16 e 17 giugno 2017: Venerdì e Sabato infra l’Ottava del Corpus Domini...


16 giugno 2017: Venerdì infra l'Ottava del Corpus Domini, sedicesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




“Venerdì dopo la festa del Corpus Domini.”
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm



Invocazioni al Cuore Eucaristico di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/invocazioni-al-cuore-eucaristico-gesu/)
http://www.sodalitium.biz/invocazioni-al-cuore-eucaristico-gesu/
“Invocazioni al Cuore Eucaristico di Gesù
1. Cuore Eucaristico di Gesù, concedete la pace alle nostre famiglie: Voi ce l’avete promesso.
2. Cuore Eucaristico di Gesù, concedeteci tutte le grazie necessarie al nostro stato: Voi ce l’avete promesso.
3. Cuore Eucaristico di Gesù, consolateci nelle nostre pene: Voi ce l’avete promesso.
4. Cuore Eucaristico di Gesù, siate il nostro asilo sicuro in ogni ora brutta della nostra vita: Voi ce l’avete promesso.
5. Cuore Eucaristico di Gesù, siate il nostro rifugio nel momento della nostra morte: Voi ce l’avete promesso.
6. Cuore Eucaristico di Gesù, benedite largamente tutte le nostre intraprese: Voi ce l’avete promesso.
7. Cuore Eucaristico di Gesù, siate la sorgente e l’oceano della misericordia per tutti noi peccatori: Voi ce l’avete promesso.
8. Cuore Eucaristico di Gesù, cambiate i tiepidi in fervorosi vostri amanti: Voi ce l’avete promesso.
9. Cuore Eucaristico di Gesù, fate salire molto presto i ferventi a gran perfezione: Voi ce l’avete promesso.
10. Cuore Eucaristico di Gesù, benedite i luoghi e le case dov’è esposta la vostra immagine: Voi ce l’avete promesso.
11. Cuore Eucaristico di Gesù, date ai sacerdoti la forza di muovere i cuori più induriti: Voi ce l’avete promesso.
12. Cuore Eucaristico di Gesù, scrivete nel vostro Cuore il nome di quanti propagano la vostra divozione: Voi ce l’avete promesso.
13. Cuore Eucaristico di Gesù, date la grazia finale a chi per nove mesi si comunica il primo venerdì con sentimenti di riparazione: Voi ce l’avete promesso.
14. Cuore Eucaristico di Gesù, ristorate quanti vengono a Voi oppressi e affaticati: Voi ce l’avete promesso.
15. Cuore Eucaristico di Gesù, concedeteci tutte le grazie, che domandiamo al Padre in nome vostro: Voi ce l’avete promesso.
16. Cuore Eucaristico di Gesù, mandate buoni operai alla vostra messe: Voi ce l’avete promesso.?
17. Cuore Eucaristico di Gesù, concedete la buona volontà a quanti ve la chiedono: Voi ce l’avete promesso.
18. Cuore Eucaristico di Gesù, concedeteci il dono della sapienza: Voi ce l’avete promesso.
19. Cuore Eucaristico di Gesù, concedete alla Chiesa perpetuo trionfo sopra l’inferno: Voi ce l’avete promesso.
20. Cuore Eucaristico di Gesù, date l’acqua viva della santità a chi ve la chiede: Voi ce l’avete promesso.
21. Cuore Eucaristico di Gesù, siate sempre coi vostri Apostoli della parola e della penna: Voi ce l’avete promesso.
22. Cuore Eucaristico di Gesù, siate in mezzo alla famiglia quando vi prega tutta unita: Voi ce l’avete promesso.
23. Cuore Eucaristico di Gesù, esaudite sempre le nostre preghiere in vita ed in morte: Voi ce l’avete promesso.
Don Giacomo Alberione.”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Aureo Vescovo, e Giustina sua sorella, e degli altri Martiri, i quali, mentre erano riuniti in chiesa, furono trucidati dagli Unni che andavano saccheggiando la Germània. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Martiri ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Aureo Vescovo, e Giustina sua sorella, e gli altri Martiri possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“16 juin : Saint Jean-François Régis, Confesseur (1597-1640).”
“16 juin 1846 : élection du Pape Pie IX.
A la mort de Grégoire XVI, Mastai Ferretti est élu Pape. Il prend le nom de Pie IX, en hommage à Pie VII.
Le 8 décembre 1854, Pie IX proclame le dogme de l’Immaculée Conception. La Sainte Vierge le remercie en se présentant à Sainte Bernadette Soubirous sous ce vocable. Hormis le pontificat de Saint-Pierre, Pie IX a le plus long pontificat de l’Histoire (31 ans et 236 jours, de 1846 à 1878).”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“16 giugno 2017: Venerdì infra l'Ottava del Corpus Domini.”
“Il 16 giugno 1846 Papa Pio IX Mastai Ferretti viene esaltato al Sommo Pontificato.”




16 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/16-giugno.htm)
“ABUSO DELLA DIVINA MISERICORDIA.
16° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le impurità e gli scandali del mondo.
ABUSO DELLA DIVINA MISERICORDIA
Nei giorni precedenti abbiamo considerato la misericordia di Dio; ora consideriamo la sua giustizia.
Il pensiero della divina bontà è confortante, ma quello della divina giustizia è più fruttuoso, quantunque meno piacevole. Dio non deve considerarsi solo per metà, come dice San Basilio, cioè pensandolo soltanto buono; Dio è anche giusto; e poiché gli abusi della divina misericordia sono frequenti, meditiamo i rigori della divina giustizia, per non cadere nella disgrazia dell'abuso della bontà del Sacro Cuore.
Dopo del peccato, bisogna sperare nella misericordia, pensare alla bontà di quel Cuore Divino, il quale accoglie con amore e gioia l'anima pentita. Il disperare del perdono, anche dopo un numero sterminato di colpe gravi, è un insulto al Cuore di Gesù, fonte di bontà.
Ma prima di commettere un grave peccato, bisogna pensare alla terribile giustizia di Dio, la quale può ritardare a punire il peccatore (e questa è misericordia!), ma certamente lo punirà, o in questa o nell'altra vita.
Tanti peccano, pensando: Gesù è buono, è Padre di misericordia; farò un peccato e poi me lo confesserò. Certamente Dio mi perdonerà. Quante volte mi ha perdonato! ...
Dice Sant'Alfonso: Non merita la misericordia di Dio, chi si serve della sua misericordia per offenderlo. Chi offende la giustizia divina, può ricorrere alla misericordia. Ma chi offende la misericordia abusandone, a chi ricorrerà?
Dice Dio: Non dire: La misericordia di Dio è grande ed avrà compassione della moltitudine dei miei peccati (... quindi posso peccare!) (Eccl., VI).
La bontà di Dio è infinita, ma gli atti della sua misericordia, nei rapporti con le singole anime, sono finiti. Se il Signore sopportasse sempre il peccatore, nessuno andrebbe all'inferno; invece si sa che tante anime si dannano.
Iddio promette il perdono e lo concede volentieri all'anima pentita, risoluta di lasciare il peccato; ma chi pecca, dice S. Agostino, abusando della divina bontà, non è un penitente, ma uno schernitore di Dio. - con Dio non si scherza! - dice San Paolo (Galati, VI, 7).
La speranza del peccatore dopo la colpa, quando c'è il vero pentimento, è cara al Cuore di Gesù; ma la speranza dei peccatori ostinati, è l'abominio di Dio (Giobbe, XI, 20).
Taluno dice: Il Signore mi ha usato tanta misericordia nel passato; spero che me la userà anche in avvenire. - Si risponde:
E per questo tu vuoi ritornare ad offenderlo? Non pensi che così tu disprezzi la bontà di Dio e stanchi la sua pazienza? E' vero che il Signore in passato ti ha sopportato, ma ha agito così per darti tempo a pentirti dei peccati e piangerli, non per darti tempo di offenderlo ancora!
E’scritto nel libro dei Salmi: Se non vi convertite, il Signore ruoterà la sua spada (Salmi, VII, 13). Chi abusa della divina misericordia, tema l'abbandono di Dio! O muore improvvisamente mentre pecca o viene privato delle grazie divine abbondanti, per cui non avrà la forza di lasciare il male e morrà nel peccato. L'abbandono di Dio porta alla cecità della mente e all'indurimento del cuore. L'anima ostinata nel male è come una campagna senza muro e senza siepe. Dice il Signore: Toglierò la siepe e la vigna sarà devastata (Isaia, V, 5).
Quando un'anima abusa della bontà divina, viene abbandonata così: le toglie Dio la siepe del suo timore, il rimorso di coscienza, la luce della mente ed allora entreranno in quell'anima tutti i mostri dei vizi (Salmi, CIII, 20).
Il peccatore abbandonato da Dio disprezza tutto, pace del cuore, ammonizioni, Paradiso! Cerca di godere e di distrarsi. Il Signore lo vede ed aspetta ancora; ma più ritarda il castigo e maggiore sarà. - Usiamo misericordia all'empio, dice Dio, ed egli non si rimetterà! (Isaia, XXVI, 10).
Oh quale castigo è quando il Signore lascia l'anima peccatrice nel suo peccato e pare che non gliene domandi conto! Dio vi aspetta per rendervi vittime della sua giustizia nella vita eterna. È cosa orrenda cadere nelle mani del Dio Vivente!
Domanda il profeta Geremia: Per qual motivo tutto va a seconda per gli empi? Poi risponde: Tu, o Dio, li raduni quale gregge al macello (Geremia, XII, 1).
Non c'è maggior castigo, che il permettere Dio che il peccatore aggiunga peccati a peccati, secondo ciò che dice Davide: Aggiungono iniquità ad iniquità... Siano cancellati dal libro dei viventi! (Salmi, 68).
O peccatore, rifletti! Tu pecchi e Dio, per sua misericordia, tace, ma non tace sempre. Quando giungerà l'ora della giustizia, ti dirà: Queste iniquità hai fatte ed io ho taciuto. Hai creduto, iniquo, che io sia simile a te! Ti prenderò e ti metterò contro la tua stessa faccia! (Salmi, 49).
La misericordia che il Signore usa al peccatore ostinato, sarà motivo di più terribile giudizio e condanna.
Anime devote del Sacro Cuore, ringraziate Gesù della misericordia che vi ha usato nel passato; promettete di non abusare mai della sua bontà; riparate oggi, ed anche tutti i giorni, gl'innumerevoli abusi che fanno i cattivi della misericordia divina e così consolerete il suo afflitto Cuore!
ESEMPIO
Il Commediante
S. Alfonso, nel suo libro « Apparecchio alla morte », narra:
Si era presentato al Padre Luigi La Nusa, a Palermo, un commediante, il quale, spinto dai rimorsi dello scandalo, decise di confessarsi. Ordinariamente chi vive a lungo nell'impurità, non suole distaccarsi risolutamente dal vizio. Il santo Sacerdote, per illustrazione divina, vide lo stato misero di quel commediante e la sua poca buona volontà; perciò gli disse: Non abusate della divina misericordia; Dio vi concede ancora dodici anni di vita; se entro questo tempo non vi correggete, farete una mala morte. –
Il peccatore dapprima s'impressionò, ma poi si tuffò nel mare dei piaceri e non senti più il rimorso. Un giorno incontrò un amico e a vederlo pensoso, gli disse: Cosa ti è capitato? - Sono stato a confessarmi; vedo che la mia coscienza è imbrogliata! - E lascia la malinconia! Godi la vita! Guai a impressionarsi di ciò che dice un Confessore! Sappi che un giorno il Padre La Nusa mi disse che Dio mi dava ancora dodici anni di vita e che se nel frattempo io non avessi lasciato l'impurità, sarei morto malamente. Proprio in questo mese si compiono i dodici anni, ma io sto benissimo, godo sul palcoscenico, i piaceri, sono tutti miei! Vuoi stare allegro? Vieni sabato prossimo a vedere una nuova commedia, da me composta. -
Il sabato, 24 novembre 1668, mentre l'artista stava per presentarsi sulla scena, fu colpito da paralisi e morì tra le braccia di una donna, pure commediante. E così finì la commedia della sua vita!
Chi male vive, male muore!
Fioretto. Recitare devotamente il Rosario, affinché la Madonna ci liberi dal furore della divina giustizia, specialmente nell'ora della morte.
Giaculatoria. Dalla tua ira; liberaci, o Signore!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


16° giorno: Cuore zelante - Cuore negligente (http://www.stellamatutina.eu/16-giorno-cuore-zelante-cuore-negligente/)
“16° giorno: Cuore zelante – Cuore negligente
CUORE ZELANTE
Un cuore zelante è un cuore proteso all’onore di Dio e alla salvezza delle anime.
Lo zelo del Cuore di Gesù per la gloria del Padre balza evidente da parecchie pagine del Vangelo.
«Io onoro il Padre mio» (Gv 8,49). Tutto lo spirito di Gesù è racchiuso in queste parole.
Lo zelo del Cuore di Gesù per il rispetto e il decoro del Tempio di Dio, è ben manifesto in quell’episodio della cacciata dei rivenditori dall’atrio del Tempio. In quell’occasione Gesù non esitò a far uso anche dei flagelli e della forza fisica nel rovesciare i tavoli della merce: «La mia casa è casa di preghiera, e voi ne avete fatto una spelonca di ladri…» (Lc 19,46). Giusto. Esigere il rispetto della Casa di Dio, da coloro che si presentano in chiesa vestiti indecentemente, che si comportano come se stessero in piazza o al bar, è dovere grave di ogni cristiano. Con il Salmista, ogni cristiano dovrebbe poter ripetere: «Mi divora lo zelo della tua Casa» (Sal 68,10).
Lo zelo del Cuore di Gesù per la salvezza degli uomini splende da ogni Tabernacolo eucaristico; splende nella Chiesa e nei Sacramenti. Inoltre, si è manifestato in modo nuovo e mirabile nelle apparizioni a santa Margherita M. Alacoque, con il dono delle straordinarie promesse di salvezza eterna e di benedizioni speciali a chi fa la pratica dei nove primi venerdì del mese e a chi zela il culto al Sacro Cuore.
Infine, lo zelo del Cuore di Gesù per alleviare anche le sofferenze fisiche degli uomini appare commovente da tutte le guarigioni di lebbrosi, storpi, ciechi, muti e sordi, dalle moltiplicazioni dei pani, dalle resurrezioni di Lazzaro e del figlio della vedova di Naim. E non dimentichiamoci che le opere sante compiute da Gesù con il suo zelo instancabile sono da noi conosciute solo in piccola parte.
L’Evangelista Giovanni, infatti, alla fine del suo Vangelo ha scritto che «vi sono molte altre cose fatte da Gesù, le quali, se a una a una fossero scritte, ritengo che neppure il mondo intero potrebbe contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (Gv 21,25).
Pensando allo zelo di Gesù per noi poveri miserabili, non dovremmo stancarci mai di lodarlo e benedirlo per tutta la vita, con il solo rammarico di non poterlo mai ripagare come merita. E invece, quanto squallore in tanti cuori degli uomini, rispetto al cuore di san Francesco d’Assisi, che sul letto di morte si accusava di aver fatto troppo poco per il Signore!
CUORE NEGLIGENTE
Lo zelo è una delle caratteristiche speciali dei Santi.
Pensiamo agli Apostoli, dopo la Pentecoste, in giro per il mondo. Pensiamo allo zelo di santo Stefano Protomartire. Pensiamo a san Paolo, e via via, fino a san Francesco d’Assisi, sant’Antonio di Padova, san Francesco Saverio, sant’Alfonso de’ Liguori, san Giovanni Bosco…
Un cuore che ama fa suoi gli interessi della persona amata. Chi ama Gesù, fa suoi i grandi interessi di Gesù: il Regno di Dio, la salvezza delle anime.
Lo spettacolo del mondo contro Dio, degli uomini lontani da Dio, di coloro che «preferiscono la gloria degli uomini alla gloria di Dio» (Gv 12,43), fa ardere di zelo il cuore del Santo e non dà requie agli sforzi di diventare «una lode della gloria di Dio» (Ef 1,6) e di portare tutti a Dio, ripetendo con san Paolo: «Io ben volentieri mi spenderò, e io stesso sarò speso tutto per le anime vostre» (2Cor 12,15).
San Gregorio il Taumaturgo convertì grandi masse di pagani con zelo instancabile.
Vicino a morire, chiese: «Ditemi, quanti abitanti non cristiani conta ancora questa città?».
«Diciassette» – gli risposero.
«Siano rese grazie a Dio! – esclamò il Santo –. Solo diciassette cristiani trovai qui al mio arrivo».
Quando san Filippo Neri si ammalò gravemente, i discepoli gli rimproverarono con forza gli eccessi di lavoro nell’apostolato. Ma il Santo rispondeva con un sorriso: «Il paradiso, credetelo a me, non è fatto per i poltroni!».
A san Leonardo da Porto Maurizio, ormai vecchio e logorato da 44 anni di eroico apostolato, un giorno un Cardinale chiese di prendersi un breve periodo di riposo.
Ma il Santo rispose con tutta amabilità: «Il riposo io non lo desidero né lo voglio sulla terra, ma in Cielo!».
Che dire invece del nostro zelo per Iddio e per i fratelli?
Ne abbiamo almeno un poco? O abbiamo un cuore che ama molto più l’ozio che lo zelo, molto più l’accidia che lo sforzo generoso per gli altri?
Un cuore accidioso, un cuore ozioso e negligente, è un cuore veramente meschino, che mortifica le proprie energie e ferma i palpiti, quando si tratta di donarsi a Dio e ai fratelli. Preferisce i propri comodi, il dolce far niente. È un cuore tisico e rachitico.
Ma, attenti all’accidia! Perché «come l’acqua che non scorre e resta stagnante in un fossato s’imputridisce – scrive san Bernardo –, così un corpo che poltrisce nell’ozio, genera e nutre la foga delle passioni e delle voluttà carnali».
Accidia, pigrizia, indolenza, negligenza: sono il disonore dei cristiani, che dovrebbero invece ripetere con san Paolo: «L’amore di Cristo ci fa premura» (2Cor 5,14), che dovrebbero aspirare a poter dire con santa Teresa: «Vorrei tenere nelle mie mani il cuore di tutti gli uomini, per accenderli tutti del santo amore di Dio».
Proposito: Adoperarsi con ogni industria per fare avvicinare ai Sacramenti qualche anima lontana.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



Luca, Sursum Corda!







17 giugno 2017: Sabato infra l’Ottava del Corpus Domini, diciassettesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




“Sabato dopo la festa del Corpus Domini.”
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm



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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Martiri Manuéle, Sabéle ed Ismaéle, i quali, mandati come ambasciatori del Re di Pèrsia presso Giuliàno l’Apóstata per trattare la pace, per ordine dello stesso Imperatore, essendo spinti ad adorare gl’idoli e ciò ricusando con animo costante, furono percossi colla spada. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Martiri Manuéle, Sabéle ed Ismaéle possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“17 juin : Saint Avit, Abbé de Micy († 530).”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“17 giugno 2017: Sabato infra l'Ottava del Corpus Domini.”
“Il 17 giugno 676 muore Papa Adeodato II, Sommo Pontefice.”




17 Giugno - San Ranieri di Pisa (http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-ranieri-di-pisa.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-ranieri-di-pisa.htm
“17 GIUGNO SAN RANIERI DI PISA 1118 – 1161.
Nacque nel 1118 da Gandulfo Scacceri e Mingarda Buzzacherini. Malgrado gli sforzi dei genitori desiderosi di impartirgli un'educazione rigorosa, visse la giovinezza all'insegna dello svago e del divertimento. Ma a diciannove anni la sua vita cambiò. Fu decisivo l'incontro con Alberto, un eremita proveniente dalla Corsica che si era stabilito nel monastero pisano di San Vito. Scelse quindi di abbracciare in pienezza la fede, tanto da partire per la Terra Santa. A 23 anni decise di vivere in assoluta povertà, liberandosi di tutte le ricchezze per darle ai poveri. Trascorse un lungo periodo presso gli eremiti di Terra Santa vivendo esclusivamente di elemosine. Mangiava due volte alla settimana sottoponendo il suo corpo a grandi sacrifici. Tornato a Pisa nel 1154, circondato dalla fama di santità, vi operò miracoli, così come aveva fatto in Terra Santa. Morì venerdì 17 giugno 1161. Nel 1632 venne eletto patrono principale della diocesi e della città di Pisa. (Avvenire)”




17 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/17-giugno.htm)
“IL NUMERO DEI PECCATI
17° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare l'abuso che tanti fanno della misericordia di Dio.
IL NUMERO DEI PECCATI
Consideriamo l'abuso della divina misericordia in rapporto al numero dei peccati. Manda più anime all'inferno la misericordia di Dio, anziché la giustizia (S. Alfonso). Se il Signore castigasse subito chi l'offende, volta per volta, certamente verrebbe offeso molto di meno; ma poiché usa misericordia ed aspetta pazientemente, i peccatori approfittano per continuare ad offenderlo.
Insegnano i Dottori della Santa Chiesa, tra cui S. Ambrogio e S. Agostino, che come Dio tiene determinato per ogni persona il numero dei giorni di vita, compiuto il quale giungerà la morte, così ancora tiene determinato il numero dei peccati che vuole perdonare, compiuto il quale sopraggiungerà la divina giustizia.
Le anime peccatrici, che hanno poca voglia di lasciare il male, non tengono conto del numero dei loro peccati e credono che importi poco peccare dieci volte o venti o cento; ma il Signore ne tiene stretto conto ed aspetta, nella sua misericordia, che giunga l'ultimo peccato, quello che completerà la misura, per applicare la sua giustizia.
Nel libro della Genesi (XV - 16) si legge: Non sono ancora complete le iniquità degli Amorrei! - Questo passo della Sacra Scrittura dimostra che il Signore ritardava il castigo degli Amorrei, perché ancora il numero delle loro colpe non era completo.
Il Signore disse anche: Io non avrò più compassione d'Israele (Osea, 1-6). Mi hanno tentato per dieci volte... e non vedranno la terra promessa (Num., XIV, 22).
Conviene dunque stare attenti al numero dei gravi peccati e ricordare le parole di Dio: Del peccato rimesso non essere senza timore e non aggiungere peccato a peccato! (Eccl., V, 5).
Infelici coloro che accumulano peccati e poi, di tanto in tanto, vanno a deporli al confessionale, per ritornarvi fra non molto con un altro carico!
Taluni si mettono ad indagare il numero delle stelle e degli Angeli. Ma chi può sapere il numero degli anni di vita che Dio concede ad ognuno? E chi può conoscere quale sia il numero dei peccati che Dio vorrà perdonare al peccatore? E non potrà darsi che quel peccato che stai per commettere, o misera creatura, sia proprio quello che completerà la misura della tua iniquità?
Insegna S. Alfonso e con lui altri sacri scrittori, che il Signore non tiene conto degli anni degli uomini, ma dei loro peccati, e che il numero delle iniquità che vuole perdonare varia da persona a persona; a chi perdona cento peccati, a chi mille ed a chi uno solo.
La Madonna manifestò ad una certa Benedetta di Firenze, che una fanciulla di dodici anni al primo peccato fu condannata all'inferno (S. Alfonso).
Forse qualcuno temerariamente vorrà chiedere a Dio ragione perché ad un'anima perdona di più e ad un'altra di meno. Il mistero della divina misericordia e della divina giustizia si deve adorare e dire con S. Paolo: O profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono incomprensibili i suoi giudizi, imperscrutabili le sue vie! (Romani, XI, 33).
Sant'Agostino dice: Quando Dio usa misericordia con uno, la usa gratuitamente; quando la nega, fa ciò con giustizia. -
Dalla considerazione della tremenda giustizia di Dio, cerchiamo di trarre dei frutti pratici.
I peccati della vita passata mettiamoli nel Cuore di Gesù, confidando nella sua infinita misericordia. In avvenire però stiamo attenti a non offendere gravemente la Divina Maestà.
Quando il demonio invita a peccare ed inganna col dire: Ancora sei giovane! ... Dio ti ha perdonato sempre e ti perdonerà ancora!... - si risponda: E se questo peccato completerà il numero delle mie colpe e cesserà per me la misericordia, cosa avverrà dell'anima mia? ...
ESEMPIO
Castigo solenne
Al tempo di Abramo, le città della Pentapoli si erano date alla più profonda immoralità; le più gravi colpe si commettevano a Sodoma ed a Gomorra.
Quegli infelici abitanti non contavano i loro peccati, ma li contava Dio. Quando il numero delle colpe fu completo, quando la misura fu al colmo, si manifestò la divina giustizia.
Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: Il grido contro Sodoma e Gomorra si è fatto più forte ed i loro peccati sono divenuti troppo enormi. Manderò la punizione! -
Abramo conoscendo la misericordia di Dio, disse: Farai tu, o Signore, morire il giusto con il malvagio? Se ci fossero a Sodoma cinquanta persone giuste, tu perdoneresti?
- Se io trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti... o quaranta... od anche dieci, risparmierò il castigo. -
Queste poche anime buone non c'erano e la misericordia di Dio diede il posto alla giustizia.
Una mattina, mentre sorgeva il sole, il Signore fece cadere sulle città peccatrici una terribile pioggia, non di acqua, ma di zolfo e fuoco; tutto andò in fiamme. Gli abitanti in preda alla disperazione, tentarono di salvarsi, ma nessuno ci riuscì, tranne la famiglia di Abramo, ch'era stata preavvisata a fuggire.
Il fatto è narrato dalla Sacra Scrittura e dovrebbe essere ben meditato da coloro che facilmente peccano, senza far caso del numero di peccati.
Fioretto. Evitare le occasioni, ove c'è pericolo di offendere Dio.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi la forza nelle tentazioni!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



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Home - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/)
17° giorno: Cuore paziente - Cuore impaziente (http://www.stellamatutina.eu/17-giorno-cuore-paziente-cuore-impaziente/)
“17° giorno: Cuore paziente – Cuore impaziente
CUORE PAZIENTE
La pazienza del Cuore di Gesù è tale che ci meraviglierà instancabilmente per tutta l’eternità.
Come fa Egli a sopportare tutta la nostra meschinità così spesso insolente e malvagia? Come fa a non stancarsi di questi uomini che si stancano invece di Lui con una facilità assurda?
Una sola volta Gesù disse con dolore: «fino a quando sarò con voi e vi sopporterò?» (Lc 9,41). Per il resto, quanta pazienza sconfinata verso noi uomini «cattivi» (Lc 11,11)!
La vera carità è così: è anzitutto paziente. Lo dice bene san Paolo quando fa l’elenco delle qualità che caratterizzano la carità, e al primo posto mette la pazienza: «La carità è paziente» (1Cor 13,4).
Il Cuore di Gesù, reggia dell’amore, è tutto pazienza verso di noi poveri peccatori. Che cosa ci dimostra Egli nell’Eucaristia, se non un’infinita pazienza che lo fa continuare a restare in mezzo a noi, nonostante le indifferenze, le freddezze, le irriverenze, gli oltraggi, le profanazioni e i sacrilegi?
Sono tanti oggi quei cristiani senza più cervello che si accostano a ricevere la Santa Comunione con il peccato mortale nell’anima, senza essersi prima confessati.
Questo è un orribile sacrilegio, come la Chiesa ha sempre insegnato, ma essi lo fanno lo stesso con una incoscienza da stolti e malvagi.
E Gesù tace. Continua a farsi straziare, senza fiatare.
Come nel pretorio di Pilato: «Gesù taceva» (Mt 26,63). Egli continua a farsi insultare e oltraggiare, come sulla Croce, pregando per coloro che lo colpiscono (Lc 23,34).
Che dire poi dell’infinita pazienza che Gesù ci dimostra nel Sacramento della sua misericordia, la Santa Confessione?
Sempre pronto a perdonare, sempre pronto a riabbracciare chiunque gli chieda sinceramente perdono, fosse pure il più nefando traditore e criminale. Forse per questo, san Pio da Pietrelcina, nella Confessione, dava spesso per penitenza sacramentale la recita di cinque Pater, Ave,
Gloria al Sacro Cuore di Gesù.
Eppure ci sono tanti che abusano di questo Sacramento ricevendolo senza pentimento né proposito di correggersi; tanti lo rifiutano fino a ignorarlo; tanti arrivano a disprezzarlo. Vien davvero voglia di ripetere: «Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso» (Sal 63,7).
Pazienza infinita del Cuore di Gesù, quanto dobbiamo esserti grati! È con le tue lunghe attese che tante volte hai portato a salvezza gli uomini legati al peccato.
È con le tue silenziose sofferenze che hai parlato agli uomini sordi facendo udire loro la parola del perdono che salva da ogni perdizione.
Cuore di Gesù, paziente e misericordioso, sii in eterno benedetto!
CUORE IMPAZIENTE
L’impazienza è certamente uno dei difetti più comuni dell’uomo. Specialmente dell’uomo d’oggi, reso eccitabile e nervoso da una vita sociale così carica di tensioni.
Il cristiano, però, anche in queste condizioni deve avere il cuore saldo, senza perdere mai la serenità e lapace interiore: «Non si turbi il vostro cuore» (Gv 14,1).
Il cristiano, infatti, sa bene che la pazienza dona all’uomo il dominio di se stesso: «Con la vostra pazienza possederete le vostre anime» (Lc 21,19); «L’uomo paziente vale più dell’uomo forte: chi domina l’animo suo è da più di un espugnatore di città» (Pro 16,32).
Il cristiano sa bene che la pazienza nelle tribolazioni è la garanzia più certa della carità genuina. Non può esistere vera carità senza pazienza. Sono indivisibili. Se la carità viene considerata regina delle virtù, san Giovanni Crisostomo dice che anche «la pazienza nelle afflizioni è la regina e come la corona di tutte le altre virtù».
Fra Ginepro, uno dei più incantevoli compagni di san Francesco d’Assisi, sapeva sopportare con straordinaria letizia ogni sorta di insulti. In pellegrinaggio verso Roma, una volta, poco fuori di Assisi, venne insultato da diversi giovinastri che gli andavano appresso. Tutto giulivo, il pio fraticello disse loro: «Bravi! Seguitemi pure e tiratemi di coteste pietre preziose; io non desidero altro che di esserne lapidato fino a Roma!».
Qual è la nostra pazienza, invece? Anziché un cuore saldo, abbiamo un cuore fragile e instabile, pronto a reagire e a scattare, credendo così di essere forti, mentre non facciamo che manifestare tutta la nostra debolezza con noi stessi e con gli altri.
Santa Margherita M. Alacoque ci ha lasciato un magnifico esempio di vita paziente fra tribolazioni, malattie e amarezze subite a causa delle rivelazioni del Sacro Cuore. E questo era il migliore ricambio d’amore che ella donava a Gesù con i fatti.
Riflettiamo bene su questo magnifico insegnamento di san Bonaventura: «Parecchi dicono che vorrebbero anche morire per Gesù Cristo, ma poi non vogliono sopportare una sola parola penosa per Gesù Cristo. Ebbene: chi trema allo stormir d’una foglia, come starà saldo nell’attesa del colpo di spada sulla testa? Abituatevi a sopportare pazientemente le minime cose, per essere in grado di soffrire quelle più grandi».
Proposito: Conservare la calma e la serenità nei contrasti inevitabili con qualche carattere difficile.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
18-06-17, 22:58
18 giugno 2017: Domenica del Corpus Domini, seconda dopo la Pentecoste:



Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm
"FESTA DEL CORPUS DOMINI
Il Ss. Sacramento al centro della Liturgia."

Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Seconda dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm
“DOMENICA SECONDA DOPO LA PENTECOSTE
L'EUCARISTIA SACRIFICIO PERFETTO.”





Santa Messa domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina 18 giugno 2017 nell' ottava del Corpus Domini:



“nell' ottava Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=TlCiqS17hGA
nell' ottava Corpus Domini (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=dRgJsXZWxHE
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)”




“Tantum Ergo
https://www.youtube.com/watch?v=yYxyiUB1L0s”
https://www.youtube.com/watch?v=Swns4Kjzc9E



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“18 Juin : Saint Marc et Saint Marcellien, Martyrs († 286).”
“18 Juin : Saint Ephrem, Diacre et Docteur de l'Église (306-374).”
“Dimanche dans l'Octave de la Fête-Dieu
Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Dimanche dans l'Octave de la Fête-Dieu (2016).
http://prieure2bethleem.org/predica/2016_05_29_mai.mp3”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Calogero Eremita, la cui santità specialmente risplende nel liberare gli indemoniati. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Eremita, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Calogero possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Sant'Efrem - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/4468-2/)
http://www.sodalitium.biz/4468-2/
“18 giugno, Sant’Efrem, Diacono, Confessore e Dottore della Chiesa (Nisibis, 306 – Edessa, 9 giugno 373).
“Ad Edessa, in Mesopotamia, sant’Efrem, Diacono Edesseno e . Confessore, il quale, dopo molte fatiche sostenute per la fede di Cristo, illustre per dottrina e santità, sotto l’imperatore Valente, si riposò in Dio, e dal Papa Benedetto decimoquinto fu proclamato Dottore della Chiesa universale”.”



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“18 giugno 2017
Sant'Efrem diacono e dottore della Chiesa è nato nel 306 a Nisibi, in Mesopotamia ed è morto nel 373 a Edessa. Scrittore della chiesa di Siria, fu grande oratore, e venne definito "l'arpa dello Spirito Santo".
“18 giugno 2017
Marco e Marcelliano, santi, martiri di Roma, le reliquie, unitamente a quelle di Tranquillino, loro presunto padre, e di Felice e di Vittore, sono custodite all’altare in fondo alla cripta dei Ss. Cosma e Damiano in Via Sacra. La Passio Sebastiani ci tramanda che Marco e Marcelliano erano fratelli e pochi giorni prima della loro ascesa in Cielo furono ordinati diaconi da papa Caio. Furono sepolti vicino a papa Damaso nel cimitero di Basileo, luogo ancora oggi non identificato. Nel 1583 i resti furono ritrovati sepolti nell’angolo sinistro della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano. Per custodirne i corpi fu consacrato un altare dal futuro pontefice Leone XI, altare al quale Gregorio XIII concesse l’Indulgenza Plenaria. Il 10 dicembre del 1949 venne eseguita la ricognizione delle reliquie; in questa occasione si prese atto che parte di esse erano state donate alla chiesa di Forme (Aquila), dove i santi sono venerati come Patroni. Loro resti sono anche dentro l’urna di porfido dell’altare maggiore di S. Nicola in Carcere. Parte di un braccio di Marcelliano è conservato in un reliquiario d’argento del XIII secolo nella chiesa di S. Maria in Campitelli. Secondo una tradizione si vorrebbero loro reliquie anche nella chiesa di S. Medardo a Soissons.
M.R.: 18 giugno - A Roma, sulla via Ardeatina, il natale dei santi Martiri Marco e Marcelliano fratelli, i quali nella persecuzione di Diocleziano, dal Giudice Fabiano presi e legati ad un tronco, furono trafitti nei piedi con acuti chiodi, e perchè non cessavano di lodare Cristo, furono trapassati con lance nei fianchi, e colla gloria del martirio passarono al regno celeste.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
“18 giugno 2017: La nozione del sacrificio.”






Diciottesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù:




18 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/18-giugno.htm)
“GIORNO 18
LE GRANDI AMAREZZE DEL CUORE DI GESU'
18° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per quelli che tradiscono e rinnegano Gesù.
LE GRANDI AMAREZZE DEL CUORE DI GESÙ
Nelle Litanie del Sacro Cuore c'è l'invocazione: «Cuore di Gesù, saturato di obbrobri, abbiate pietà di noi!»
La Passione di Gesù fu un grande cumulo di umiliazioni e di obbrobri, che soltanto il Figlio di Dio potè abbracciare e sostenere per amore delle anime.
Basta pensare a qualche scena del Pretorio di Pilato, per intenerirsi sino alle lacrime.
Gesù, centro dei cuori e dell'universo, splendore del Divin Padre e sua Immagine Vivente, gaudio eterno della Corte Celeste... vestito da re di burla; una corona di spine pungenti, che gli ricopre il capo; il volto solcato di Sangue; uno straccio rosso sulle spalle, significante la porpora reale; una canna in mano, simbolo dello scettro; le mani legate, come un malfattore; gli occhi bendati! ... Gli insulti e le bestemmie non si possono contare. Sul volto divino si lanciano sputi e schiaffi. Per maggiore scherno gli si dice: Nazareno, indovina chi ti ha percosso! ...
Gesù non parla, non reagisce, pare insensibile a tutto... ma il suo delicatissimo Cuore soffre oltre ogni dire! Coloro per i quali si è fatto Uomo, ai quali riapre il Paradiso, lo trattano così!
Ma non sempre il mansueto Gesù tace; nel colmo dell'amarezza manifesta il suo dolore e contemporaneamente l'amore. Si avvicina Giuda per tradirlo; vede l'infelice Apostolo, che per amore aveva scelto, che aveva ricolmato di delicatezze;... permette che con il segno dell'amicizia, col bacio, faccia il tradimento; ma non contenendo più il dolore, esclama: Amico, a che sei venuto?... Con un bacio tradisci il Figliuolo dell'Uomo?... –
Queste parole, uscite dal Cuore di un Dio amareggiato, entrarono come saette nel cuore di Giuda, il quale non ebbe più pace, finché andò ad impiccarsi.
Fin tanto che gli obbrobri venivano da parte dei nemici, Gesù taceva, ma non tacque davanti all'ingratitudine di Giuda, un prediletto.
Di quanti insulti il Cuore di Gesù è ricoperto ogni giorno! Quante bestemmie, scandali, delitti, odii e persecuzioni! Ma ci sono dei dispiaceri che feriscono il Divin Cuore in modo particolare. Sono le cadute gravi di certe anime pie, di anime a Lui consacrate, che prese dal laccio di un affetto disordinato e indebolite da una passione poco mortificata, lasciano l'amicizia di Gesù, cacciandolo dal loro cuore, e si mettono a servizio di Satana.
Povere anime! Prima frequentavano la Chiesa, si accostavano spesso alla S. Comunione, nutrivano e confortavano il loro spirito con sante letture... ed ora non più!
Cinema, danze, spiagge, romanzi, libertà dei sensi!...
Gesù buon Pastore, che va dietro a chi mai l'ha conosciuto ed amato per tirarlo a sè e dargli un posto nel suo Cuore, che dolore deve provare e che umiliazione subire nel suo amore vedendo allontanare dal suo servizio anime, che in passato gli sono state carissime! E le vede nella via del male, pietra di scandalo ad altre!
La corruzione dell'ottimo è pessima. Ordinariamente, chi è stato molto vicino a Dio e poi se ne allontana, diviene più cattivo degli altri cattivi.
Anime sventurate, avete tradito Gesù come Giuda! Questi lo tradì per trema denari e voi per appagare una vile passione, che tante amarezze vi cagiona. Non imitate Giuda; non disperatevi! Imitate San Pietro, il quale rinnegò il Maestro per tre volte, ma poi pianse amaramente, dimostrando il suo amore a Gesù col dare la sua vita per Lui.
Da quanto si è detto, risultano delle conclusioni pratiche.
Prima di tutto, chi ama Gesù, sia forte nelle tentazioni. Quando insorgono terribilmente le passioni, specialmente l'impurità, si dica: Ed io, dopo tante proteste di amore a Gesù, dopo tanti benefici ricevuti, avrò l'ardire di tradire il suo amore e rinnegarlo col darmi al demonio?... Oserò mettermi nel numero di chi amareggia Gesù? Prima morire, come S. Maria Goretti, anziché ferire il Cuore di Gesù!
In secondo luogo, si deve prendere viva parte al dolore che recano a Gesù coloro che lo tradiscono e rinnegano. Per costoro oggi si preghi e si ripari, affinché il Sacro Cuore sia consolato ed affinché i traviati si convertano.
ESEMPIO
Il pozzo
Il Sommo Pontefice Leone XIII disse a D. Bosco in una udienza privata: Desidero che sorga in Roma, e precisamente nella zona di Castro Pretorio, un bel tempio da dedicarsi al Sacro Cuore. Potreste voi prenderne l'impegno?
- Il desiderio di Vostra Santità è un comando per me. Non domando aiuto finanziario, ma solo la Paterna Vostra Benedizione. -
Don Bosco, fidando nella Provvidenza, potè costruire un magnifico tempio ove il Sacro Cuore riceve ogni giorno tanti omaggi. Gesù gradì le fatiche del suo Servo e fin dall'inizio dei lavori di costruzione gli dimostrò con una celeste visione il suo compiacimento.
Il 30 aprile del 1882, Don Bosco era nella sacrestia della cappella, presso la sorgente Chiesa del S. Cuore. Gli apparve Luigi Colle, giovane di preclare virtù, morto già da tempo a Tolone.
Il Santo, che già parecchie volte se l'era visto apparire, si fermò a contemplarlo. Vicino a Luigi stava un pozzo, dal quale il giovane cominciò ad attingere acqua. Ne aveva tirata abbastanza.
Meravigliato, Don Bosco, chiese: Ma perché tiri su tanta acqua?
- Attingo per me e per i miei genitori. - Ma perché in tanta quantità?
- Non comprende? Non vede che il pozzo raffigura il Sacro Cuore di Gesù? Quanti più tesori di grazia e di misericordia ne escono, tanti più ve ne rimangono.
- Come mai, Luigi, ti trovi qui?
- Sono venuto a farle una visita ed a dirle che io sono felice in Paradiso. -
In questi visione di San Giovanni Bosco il Sacro Cuore è presentato come pozzo inesauribile di misericordia. Invochiamo oggi con frequenza la divina misericordia per noi e per le anime più bisognose.
Fioretto. Evitare le piccole mancanze volontarie, che tanto dispiaciono a Gesù.
Giaculatoria. Gesù, ti ringrazio che tante volte mi hai perdonato!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


18° giorno: Cuore amico - Cuore nemico (http://www.stellamatutina.eu/18-giorno-cuore-amico-cuore-nemico/)
“18° giorno: Cuore amico – Cuore nemico.
CUORE AMICO.
Quando Gesù, prima di salire il Calvario, fece il discorso di addio agli apostoli nell’ultima Cena, usò le espressioni più forti dell’amicizia: «Nessuno ha amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici» (Gv 15,13), e «voi siete i miei amici» (Gv 15,14).
Il Cuore di Gesù è il nostro supremo Cuore amico.
Come Dio e come uomo, Egli non verrà mai meno nella sua amicizia per noi che siamo stati da lui «riscattati a caro prezzo» (1Cor 6,20), a prezzo del suo «sangue prezioso» (1Pt 1,19). A noi Egli ha lasciato la sua promessa: «Sarò con voi fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
San Girolamo scrisse una volta in una lettera a un cuore in tormento: «Vuoi tu provare le ineffabili delizie dell’amicizia? Sii l’amico di Dio!».
Se vogliamo la pace e la serenità dell’animo, Gesù ci dice con parola consolante: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14,27). Se vogliamo il sostegno e la forza per tirare avanti in questo mondo perverso, Egli ci assicura: «Confidate, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). Se vogliamo il conforto nei travagli e nei dolori, ricordiamo Gesù che ci ripete senza stancarsi: «Venite a Me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28) e a santa Margherita il Sacro Cuore fece questa promessa per tutti i devoti: «Li consolerò nelle loro pene».
Diceva bene san Bonaventura, innamoratissimo del Sacro Cuore: «Nel suo sacro Corpo voglio innalzare tre tende: una nelle sue mani, una nei piedi, e una terza, per sempre, nel suo costato aperto; qui parlerò al suo Cuore, e impetrerò quanto vorrò». E santa Gemma Galgani proponeva a Gesù, con la sua solita tenerezza, di fare del proprio cuore una «tenda d’amore» per vivere sempre con Lui e piena solo di Lui.
Anche le apparizioni del Sacro Cuore a santa Margherita sono state un’altra squisita espressione dell’amicizia di Gesù. Il dono della devozione al Sacro Cuore è il dono dell’amore di Gesù che vuol vivere in comunione con noi.
E anzi: ogni giorno noi dovremmo bramare di fondere il nostro cuore con quello di Gesù nella Santa Comunione.
E così, di giorno in giorno, fino alla morte, che sarà serena perché potremo presentarci con fiducia a Lui, come ci assicura santa Margherita:
«Oh, quanto è dolce la morte, dopo aver vissuto con devozione costante al Cuore di Colui che ci dovrà giudicare!». E Gesù stesso ha promesso:
«Sarò loro rifugio in vita, e particolarmente in morte».
CUORE NEMICO
Il nostro cuore non ha che una scelta: o è amico o è nemico di Gesù Cristo: «Chi non è con Me è contro di Me» (Mt 12,30).
Purtroppo, noi possiamo essere nemici di Gesù, e lo siamo ogni qualvolta ci mettiamo a pensare, parlare o agire diversamente da come Lui ci ha insegnato.
«Se uno osserva la sua parola – dice l’Evangelista – veramente l’amore di Dio in lui è perfetto. In ciò conosciamo di essere in Lui. Chi dice di dimorare in Lui, deve camminare cosi come Egli camminò» (1Gv 2,6).
Chi invece rifiuta la parola di Gesù, si mette contro di Lui, rinnega il suo amore, come Gesù stesso ha detto: «Chi non mi ama, non osserva la mia parola» (Gv 14,24).
Un cuore nemico è un cuore in peccato mortale, che ha amato qualcosa più di Dio, che ha venduto Gesù per trenta denari, che lo ha barattato con Barabba.
Anziché di Cristo, i cuori di troppi cristiani sono amici di quel mondo maledetto da Gesù (Lc 17,1) e che rende nemici di Dio, come grida san Giacomo: «Adulteri, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia nei riguardi di Dio? Chiunque pertanto vuole essere amico del mondo, si costituisce nemico di Dio» (Gc 4,2-3).
E quando manca l’amore di Dio, manca anche l’amore del prossimo. Se non si ama Gesù, come si può amare i fratelli? come si può amare persino i nemici? Molti si illudono stoltamente di amare il prossimo, pur calpestando qualche comandamento di Dio. Confondono l’amore che viene da Dio – la carità, la grazia divina – con i sentimenti naturali di compassione o benevolenza che si può provare per gli altri. È un’apparenza che inganna, questa, perché «chi disprezza anche uno solo dei dieci comandamenti – insegna sant’Agostino – pecca contro l’amore dal quale dipendono tutti i Comandamenti».
E sant’Antonio di Padova aggiunge: «Solo l’amore al Cuore del Redentore può portare all’amore del prossimo».
Ma come potrò amare il fratello con l’amore di Cristo, se il mio cuore si è fatto nemico di Cristo, calpestando il suo volere? «Da questo conosciamo di amare i figli di Dio – dice san Giovanni – se amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti» (1Gv 5,2).
Se Gesù vuole che io santifichi la Domenica con la partecipazione alla Santa Messa (terzo comandamento), se vuole che io non commetta atti impuri (sesto comandamento) e non desideri la donna che non è mia sposa (nono comandamento), quando commetto questi peccati io oltraggio il Cuore di Gesù calpestando il suo volere.
Il mio cuore diventa allora suo nemico, al servizio del demonio: «Chi commette il peccato viene dal diavolo» (Gv 3,8).
Come potrò dunque amare il fratello, se non con questo stesso cuore nemico di Gesù? Il mio amore non potrà essere che un amore disgraziato, ossia senza la grazia di Dio. È orribile. Ma è così!
Cuore di Gesù, salva il nostro cuore!
Proposito: Pregare ogni giorno per i nemici.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Seconda dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm
“DOMENICA SECONDA DOPO LA PENTECOSTE
L'EUCARISTIA SACRIFICIO PERFETTO.
La nozione del sacrificio.
L'Eucaristia ha per fine principale l'applicazione incessante quaggiù del Sacrificio del Calvario. Bisogna dunque che consideriamo questo Sacrificio dell'Uomo-Dio in se stesso, onde meglio ammirare la mirabile continuazione che se ne fa nella Chiesa. A questo riguardo è opportuno precisare innanzitutto la nozione generale di Sacrificio.
Dio ha diritto all'omaggio della sua creatura. Se i re e i potenti della terra erano in diritto di esigere dai loro vassalli il solenne riconoscimento della loro sovranità, a maggior ragione il dominio supremo del primo Essere, causa prima e fine ultimo di tutte le cose, lo impone agli esseri chiamati dal nulla dalla sua onnipotente bontà. E come, mediante il tributo che lo accompagnava, l'omaggio dei servi e dei vassalli implicava, insieme con la confessione della loro sudditanza, la dichiarazione effettivadei beni e dei diritti che essi riconoscevano di avere dal loro signore, così l'atto con il quale la creatura si umilia dinanzi al suo Creatore dovrà manifestare a sufficienza, per se stesso, che essa lo riconosce come Signore di tutte le cose e autore della vita.
Ma può accadere che la creatura abbia, di sua iniziativa, conferito contro se stessa alla giustizia di Dio dei diritti ben più terribili che quelli della sua onnipotenza e della sua bontà. La misericordia infinita può allora, in verità, sospendere o commutare l'esecuzione delle vendette del sommo Signore; ma l'atto di omaggio dell'essere creato divenuto peccatore non sarà completo se non a patto di esprimere d'ora in poi, con la sua dipendenza di creatura, la confessione della propria colpa e la giustizia del castigo incorso con la trasgressione dei divini precetti; la supplice oblazione dello schiavo ribelle dovrà mostrare, per la sua stessa natura, che Dio non è più soltanto per lui l'autore della vita, ma l'arbitro della morte.
Questa è la vera nozione del Sacrificio, così chiamato per il fatto che esso separa dalla moltitudine esseri della medesima natura, e rende sacra l'offerta con la quale si esprime: oblazione interiore e puramente spirituale negli spiriti distinti dalla materia; oblazione spirituale e sensibile insieme per l'uomo che, composto di anima e di corpo, deve l'omaggio a Dio per l'una e per l'altro. Il Sacrificio non può essere offerto che a Dio; e la religione che ha per oggetto il culto dovuto al Signore, trova appunto in esso la sua suprema espressione.
L'unità in Dio della Creazione.
È mediante il Sacrificio che Dio raggiunge il fine che si è proposto nella creazione: la sua stessa gloria (Pr 16,4). Ma perché dal mondo si elevasse verso il suo Autore un omaggio che rappresentasse la misura dei suoi doni, occorreva un capo che riassumesse il mondo intero nella sua persona e, disponendo di esso come di un bene proprio, l'offrisse pienamente al Signore insieme con se stesso. Dio fa ancora di più: dandogli per Capo il suo stesso Figliolo rivestito della nostra natura, fa sì che, rivestendo l'omaggio di questa natura inferiore la dignità della persona, l'onore reso sia veramente degno della suprema Maestà.
Mirabile coronamento dell'opera creatrice! L'immensa gloria che rende al Padre il Verbo incarnato ha riaccostato Dio e la creatura, così distanti l'uno dall'altra, e ricade sul mondo in fiumi di grazia che finiscono di colmare l'abisso. Il Sacrificio del Figlio dell'uomo diviene la base e la ragione dell'ordine soprannaturale, in cielo e in terra. Cristo è l'oggetto primo e principale del decreto di creazione. Per Lui vennero fuori dal nulla, alla voce del Padre, i diversi gradi dell'essere spirituale e materiale, chiamati a formare la sua reggia e la sua corte: così pure nell'ordine della grazia egli è veramente l'uomo, il Diletto. Lo Spirito di dilezione si diffonderà da quell'unico diletto, dal Capo su tutte le membra, comunicando senza riserva la vera vita, l'essere soprannaturale a quelli che Cristo si sarà degnato di far partecipi della sua divina sostanza al banchetto d'amore. Poiché al seguito del Capo verranno le membra, unendo al suo il loro omaggio; e questo omaggio che, di per sé, sarebbe rimasto troppo al disotto della Maestà infinita, riceverà, con la loro incorporazione al Verbo incarnato nell'atto del suo Sacrificio, la dignità di Cristo stesso.
Così pure, non si finirà di ripeterlo contro il gretto individualismo che tende a dare alle pratiche d'una devozione privata la preponderanza sulla solennità dei grandi atti liturgici che formano l'essenza della religione: mediante il Sacrificio si consuma nell'unità l'intera creazione e si pongono in Dio le basi della vera vita sociale. Che essi siano una sola cosa in noi come tu sei in me ed io in te (Gv 17,21): ecco l'ultima espressione dei voleri del Creatore, rivelata al mondo dall'Angelo del gran Consiglio venuto sulla terra a realizzare quel divino programma. Ora, è appunto la religione che raccoglie davanti a Dio i diversi elementi del corpo sociale; e il Sacrificio, che ne è l'atto fondamentale, è insieme il mezzo e il fine di questa grandiosa unificazione in Cristo, il compimento segnerà la consumazione del regno eterno del Padre divenuto per lui tutto in tutti (1Cor 15,24-28).
Cristo, Sacerdote e Vittima.
Ma questa regalità eterna, che il regno di Cristo quaggiù prepara al Padre (ivi 24,25) ha dei nemici che è necessario vincere. I Principati, le Potestà e le Virtù dell'inferno si sono alleati contro di essa. La loro rabbia, riversandosi sull'uomo, immagine di Dio, ha introdotto nel mondo la disobbedienza e la morte (Sap 2,23.24); mediante l'uomo divenuto suo schiavo, il peccato si è fatto un'arma di tutti i precetti divini contro il loro Autore (Rm 7,11). Prima dunque di poter essere accette al Padre, le future membra dì Cristo richiedono un Sacrificio di propiziazione e di liberazione. È necessario che lo stesso Cristo viva la vita espiatrice del peccato, soffra le sue sofferenze e muoia di morte (Gen 2,17). Questa è infatti la pena applicata come sanzione fin dal principio al precetto divino: pena estrema per il trasgressore che non poteva subirne una maggiore, ma sproporzionata tuttavia all'offesa della suprema Maestà, a meno che una persona divina, addossandosi la spaventosa responsabilità di quel debito infinito, subisse la pena dell'uomo e lo restituisse all'innocenza.
Venga dunque il nostro Pontefice, appaia il divin Capo della nostra stirpe e del mondo! Poiché ha amato la giustizia e odiato l'iniquità, Dio l'ha unto con l'olio di letizia in mezzo ai suoi fratelli (Sal 44,8). Egli era Cristo per il sacerdozio a lui destinato fin dal seno del Padre; ed è Gesù, poiché il Sacrificio che sta per offrire salverà il suo popolo dal peccato (Mt 1,21): GESÙ CRISTO, ecco quale dev'essere il nome del Pontefice eterno!
Quale potenza e quale amore nel suo Sacrificio! Sacerdote e vittima insieme, egli prende in sé la morte per distruggerla e nello stesso tempo vince il peccato nella sua carne innocente; soddisfa fino all'ultimo centesimo e oltre alla giustizia del Padre; strappa il decreto che ci era contrario, lo inchioda alla croce, lo cancella nel suo sangue e, spogliando i Principati avversi del loro tirannico impero, li incatena al proprio carro di trionfo (Col 2,14.5). Crocifisso con lui, il nostro uomo vecchio ha perduto il suo corpo di peccato; rinnovato nel sangue redentore, esce con lui dal sepolcro per una vita nuova (Rm 6,4.10). "Voi siete morti - dice l'Apostolo - e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio; quando apparirà Cristo, vita vostra, anche voi apparirete con lui nella gloria" (Col 3,3). È infatti come Capo che Cristo ha sofferto; il suo sacrificio abbraccia l'intero corpo di cui è capo, e che egli trasforma con se per l'olocausto eterno il cui soave odore profumerà il cielo.
Cristiani, penetriamoci di questi sublimi insegnamenti. Più comprenderemo il Sacrificio dell'Uomo-Dio nella sua immensa grandezza, più facilmente lasceremo che la Chiesa, nella sua Liturgia, sottragga le anime nostre alle egoistiche e meschine preoccupazioni d'una pietà troppo spesso ripiegata su se stessa. Membra di Cristo-Pontefice, dilatiamo i nostri cuori e apriamoli ai torrenti di luce e d'amore che scaturiscono dal Calvario.
MESSA
La maggior parte delle Chiese celebrano oggi soltanto la solennità del Corpus Domini. La Messa che si canta in queste Chiese è quella del giorno stesso della festa, con la commemorazione della Domenica secondo l'uso ordinario. Al contrario, nei luoghi in cui la solennità è stata celebrata il Giovedì, si dice la Messa di questa Domenica che è la seconda dopo la Pentecoste. Oggi, ha luogo la grande Processione del Corpus Domini, se non fu fatta Giovedì scorso.
EPISTOLA (1Gv. 3,13-18). - Carissimi: Non vi stupite, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo d'essere stati trasportati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama resta nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida ha dimorante in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuta la carità di Dio: dall'avere egli dato la sua vita per noi; ed anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Se uno avrà dei beni di questo mondo e, vedendo il suo fratello nel bisogno, gli chiuderà il proprio cuore, come potrebbe la carità di Dio abitare in lui ? Figliolini miei, non amiamo a parole e con la lingua, ma con le opere e in verità.
Il memoriale dell'amor divino.
Queste parole del discepolo prediletto non potevano essere ricordate meglio al popolo fedele che in questa domenica. L'amore di Dio per noi è il modello e la ragione di quello che noi dobbiamo avere per i nostri simili; la carità divina è l'immagine della nostra. "Io vi ho dato l'esempio - dice il Salvatore - affinché come ho fatto io così facciate anche voi" (Gv 13,15). Se egli dunque è arrivato fino a dare la sua vita, bisogna che anche noi sappiamo dare la nostra, all'occasione, per salvare i nostri fratelli. A maggior ragione dobbiamo aiutarli secondo le nostre possibilità nei loro bisogni, ed amarli non con le parole e con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
Ora il divino memoriale è forse altro se non l'eloquente dimostrazione dell'amore infinito, il monumento reale e la rappresentazione permanente di quella morte d'un Dio alla quale si riferisce l'Apostolo?
Sicché il Signore attese, per promulgare la legge dell'amore fraterno che veniva a portare al mondo, l'istituzione del Sacramento che doveva dare a quella legge il suo potente punto d'appoggio. Ma appena ebbe creato l'augusto Mistero, appena si fu dato sotto le sacre specie: "Io vi do un comandamento nuovo", egli disse, "e il mio comandamento è che vi amiate scambievolmente come io ho amato voi" (Gv 13,34; 15,12). Precetto nuovo, infatti, per un mondo in cui l'egoismo rappresentava l'unica legge; nota distintiva che avrebbe fatto riconoscere fra tutti i discepoli di Cristo (ivi 13,35), e li avrebbe sacrificati nello stesso tempo all'odio del genere umano (Tacito,Ann. XV), ribelle a quella legge d'amore. È all'ostile accoglienza fatta dal mondo d'allora al nuovo popolo che rispondono le parole di san Giovanni nella nostra Epistola: "Miei diletti, non stupite se il mondo vi odia. Noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita, perché amiamo i nostri fratelli. Chi non ama rimane nella morte".
L'unione dei membri fra loro mediante il divin Capo è il costitutivo essenziale del cristianesimo; l'Eucaristia è l'alimento di tale unione, il legame potente del corpo mistico del Salvatore che, mediante essa, cresce quotidianamente nella carità (Ef 6, 16). La carità, la pace, la concordia è dunque, insieme con l'amore di Dio stesso, la più indispensabile e la migliore preparazione ai sacri Misteri. È quanto ci spiega la raccomandazione del Signore nel Vangelo: "Se dunque stai per fare la tua offerta all'altare e ivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia la tua offerta lì davanti all'altare, e va prima a riconciliarti con il tuo fratello; quindi torna a fare la tua offerta" (Mt 5,23-24).
VANGELO (Lc 14,16-24). - In quel tempo, disse Gesù ai Farisei questa parabola: Un uomo fece una gran cena e invitò molti. E all'ora della cena mandò il suo servo a dir ai convitati: Venite, ché tutto è pronto. E cominciarono tutti insieme a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un podere e bisogna che vada a vederlo; ti prego, abbimi per iscusato. E un altro gli disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vo a provarli; ti prego, abbimi per iscusato. E un altro gli disse: Ho preso moglie; quindi non posso venire. Ed il servo tornò a riferire queste cose al padrone. Allora, sdegnato, il padrone di casa disse al servo: Presto, va' per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi. E come il servo tornò a dire: Signore, è stato fatto come hai ordinato, e ancora c'è posto; il padrone gli disse: Va' fuori per le strade e lungo le siepi e forza la gente a venire, affinché si riempia la mia casa. E vi assicuro che nessuno dei primi invitati assaggerà la mia cena.
Il banchetto nuziale dell'Agnello.
Questo Vangelo era attribuito all'odierna Domenica prima ancora dell'istituzione della festa del Corpus Domini. Il divino Spirito che assiste la Chiesa nell'ordinamento della sua Liturgia, preparava così in anticipo il complemento degli insegnamenti di questa grande solennità.
La parabola che propone qui il Salvatore alla tavola d'un capo dei Farisei tornerà alle sue labbra nel mezzo del tempio, nei giorni che precederanno immediatamente la sua Passione e la sua morte (Mt 22,1-14). Significativa insistenza, che ci rivela abbastanza l'importanza dell'allegoria! Che cos'è infatti quella mensa dai numerosi convitati, quel banchetto nuziale, se non quello stesso che l'eterna Sapienza ha preparato fin dal principio del mondo? Nulla è mancato agli splendori dei divini preparativi. Tuttavia il popolo amato, ricolmo di benefici, ha recalcitrato contro l'amore, e ha voluto provocare con i suoi abbandoni sprezzanti l'ira del Dio suo Salvatore (Dt 32,15-16).
Ma ciò nonostante l'eterna Sapienza offre ancora agli ingrati figli di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, in ricordo delle loro preghiere, il primo posto al suo banchetto, e appunto alle pecorelle smarrite della casa d'Israele sono innanzitutto mandati gli Apostoli (Mt 10, 6; At 13,46). "O quali ineffabili riguardi! - esclama san Giovanni Crisostomo - Cristo chiama i Giudei davanti alla croce; persevera dopo la sua immolazione e continua a chiamarli. Mentre avrebbe dovuto, stando alle apparenze, colpirli con il più duro castigo, li invita alla sua alleanza e li colma di onori. Ma essi, che hanno ucciso i suoi profeti e hanno ucciso lui stesso, sollecitati da un simile Sposo, invitati a simili nozze dalla loro stessa vittima, non ne tengono conto, e adducono a pretesto le loro paia di buoi, le mogli o i campi" (Omelia 69 su san Matteo). Presto i pontefici, gli scribi, i farisei ipocriti perseguiteranno e uccideranno a loro volta anche gli Apostoli, e il servo della parabola non condurrà da Gerusalemme al banchetto del padre di famiglia se non i poveri, gli umili, gl'infermi delle strade e delle piazze della città, nei quali perlomeno l'ambizione, l'avarizia o i piaceri non avranno posto ostacolo all'avvento del regno di Dio.
Allora appunto si compirà la vocazione dei gentili, e il grande mistero della sostituzione del popolo nuovo all'antico nell'alleanza divina. "Le nozze del mio Figliolo erano pronte - dirà Dio Padre ai suoi servi - ma quelli che avevo invitati non ne sono stati degni. Andate dunque; lasciate la città maledetta che non ha riconosciuto il tempo della sua visita (Lc 19,44); uscite per i crocicchi, percorrete tutte le strade, cercate nei campi della gentilità, e invitate alle nozze tutti quelli che incontrerete" (Mt 22,8-14).
Gentili, glorificate Dio per la sua misericordia (Rm 15,9). Invitati senza alcun merito da parte vostra al banchetto preparato per altri, abbiate timore di incorrere nelle sanzioni che li hanno esclusi dai favori promessi ai loro padri. Storpio e cieco chiamato dal crocicchio, affrettati alla sacra mensa. Ma pensa anche, in segno di onore per Colui che ti chiama, a deporre le vesti immonde del mendicante della strada. Indossa subito la veste nuziale. La tua anima è ormai regina a motivo di quell'invito alle nozze sublimi: "Ornala dunque di porpora - dice san Giovanni Crisostomo; - mettile il diadema, e ponila sul trono. Pensa alle nozze che ti attendono, alle nozze di Dio! Di quale tessuto d'oro, di quale varietà di ornamenti non deve risplendere l'anima chiamata a varcare la soglia di quella sala del banchetto, di quella camera nuziale!" (Omelia 69 su san Matteo).
PREGHIAMO
Fa', o Signore, che noi nutriamo sempre rispetto e amore per il tuo santo nome, perché la tua provvidenza non abbandona quelli che stabilisci solidamente nel tuo amore.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 392-399.”



Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm
"FESTA DEL CORPUS DOMINI
Il Ss. Sacramento al centro della Liturgia."




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
20-06-17, 19:31
19 e 20 giugno 2017: lunedì e martedì infra l'ottava del Corpus Domini...


19 giugno 2017: lunedì infra l'ottava del Corpus Domini, diciannovesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…



http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
“Santa Giuliana Falconieri, vergine, 19 giugno.”
“Santi Gervasio e Protasio, martiri, lo stesso giorno.”




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“19 juin : Sainte Julienne de Falconiéri, Vierge (1270-1341).”


http://www.sodalitium.biz/santa-giuliana-falconieri/
19 giugno, Santa Giuliana Falconieri, Vergine (Firenze, 1270 circa – Firenze, 1341).
“A Firenze santa Giuliana Falconieri Vergine, Fondatrice delle Sorelle dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, dal Sommo Pontefice Clemente duodecimo ascritta nel numero delle sante Vergini”.


www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Giuliana Falconièri Vergine, Fondatrice delle Sorelle dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, dal Sommo Pontefice Clemènte duodecimo ascritta nel numero delle sante Vergini. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questa santa Vergine, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Giuliana Falconièri possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“19 giugno 2017: Santi Gervasio e Protasio, martiri
A Milano, commemorazione dei santi Gervasio e Protasio, martiri, i cui corpi furono rinvenuti da sant’Ambrogio e in questo giorno solennemente traslati nella nuova basilica da lui costruita.”
“19 giugno 2017
Giuliana Falconieri, santa, morta il 19 giugno del 1341 fu sepolta nella chiesa dell’Annunziata di Firenze. Venne beatificata nel 1678 e canonizzata nel 1737. Le Mantellate trasteverine della chiesa di S. Maria Regina Coeli, sue consorelle, possedevano la reliquia di una sua gamba, che attualmente risulta conservata in un’urna in S. Marcello al Corso. In questa chiesa, poste in altre otto urne, si custodiscono le preziose reliquie del beato Barbarici, dei martiri Pio, Felice e Modesto, di santa Faustina, di S. Rufino, della Beata Elisabetta Picenardi, di S. Filippo Benizi, del Beato Bonaventura Tornielli, dei Sette Santi Fondatori.
M.R.: 19 giugno - A Firenze santa Giuliana Falconieri Vergine Fondatrice delle Sorelle dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, dal Sommo Pontefice Clemente duodecimo ascritta nel numero delle sante Vergini.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”




19 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/19-giugno.htm)
“GIORNO 19
RIMEDIARE AL PASSATO
19° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i propri peccati.
RIMEDIARE AL PASSATO
Gesù ha il cuore di amico, di fratello, di padre.
Nell'Antico Testamento Dio si manifestava spesso agli uomini come il Dio della giustizia e del rigore; ciò era richiesto dalla rozzezza del suo popolo, che era l'ebreo, e dal pericolo dell'idolatria.
Il Nuovo Testamento invece ha la legge d'amore. Con la nascita del Redentore apparve nel mondo le benignità.
Gesù, volendo attrarre tutti al suo Cuore, trascorse la vita terrena beneficando e dando continuo saggio della sua infinita bontà; per questo i peccatori accorrevano a Lui senza timore.
Amò presentarsi al mondo come medico premuroso, come pastore buono, come amico, fratello e padre, disposto a perdonare non, sette volte, ma settanta volte sette. All'adultera, che a Lui fu presentata come degna di essere uccisa a sassate, diede generosamente il perdono, come lo diede alla Samaritana, a Maria di Magdala, a Zaccheo, al buon ladrone.
Usufruiamo anche noi della bontà del Cuore di Gesù, perché anche noi abbiamo peccato; nessuno dubiti del perdono.
Tutti siamo peccatori, quantunque non tutti allo stesso grado; ma chi più ha peccato, più in fretta e con fiducia si rifugi nel Cuore amabilissimo di Gesù. Se le anime peccatrici sono sanguinanti e rosse come cocciniglia, se confidano in Gesù, risanano e diventano bianche più che la neve.
Il ricordo dei peccati commessi suole essere un pensiero opprimente. Ad una certa età, quando diminuisce il bollore delle passioni, o dopo un periodo di crisi umiliante, l'anima, toccata dalla grazia di Dio, vede le gravi colpe in cui é caduta e naturalmente ne arrossisce; poi si domanda: Come mi trovo ora davanti a Dio?...
Se non si ricorre a Gesù, aprendo il cuore alla fiducia ed all'amore, prende il sopravvento il timore e lo scoraggiamento ed il demonio ne approfitta per deprimere l'anima, generando malinconia e pericolosa tristezza; il cuore depresso è come un uccella con le ali tarpate, incapace di spiccare il volo verso la cima delle virtù.
Il ricordo delle vergognose cadute e dei gravi dispiaceri arrecati a Gesù si deve utilizzare in bene, come si utilizza il concime per fecondare le piante e farle fruttare.
Venendo alla pratica, come si riesce in un affare di coscienza così importante? Si suggerisce la maniera più semplice ed efficace.
Quando si presenta alla mente il pensiero d'un passato peccaminoso:
1. - Si faccia un atto d'umiltà, riconoscendo la propria miseria. Appena l'anima si umilia, attira lo sguardo misericordioso di Gesù, il quale resiste ai superbi e dà la sua grazia agli umili. Presto il cuore comincia a rasserenarsi.
2. - Si apra l'animo alla fiducia, pensando alla bontà di Gesù, e si dica: Cuore di Gesù, confido in Te!
3. - Si emetta un atto d'amor di Dio, fervente, dicendo: Gesù mio, molto ti ho offeso; ma molto ora ti voglio amare! - L'atto di amore è un fuoco che brucia e distrugge i peccati.
Compiendo i sopraddetti tre atti, di umiltà, di fiducia e d'amore, l'anima avverte un misterioso sollievo, un'intima gioia e pace, che si può solo provare ma non esprimere.
Data l'importanza dell'argomento, ai devoti del Sacro Cuore si fanno delle raccomandazioni.
1. - In un periodo qualsiasi dell'anno, scegliere un mese e dedicarlo tutto alla riparazione dei peccati commessi nella vita.
E' consigliabile fare questo almeno una volta nel corso della vita.
2. - È bene scegliere anche un giorno alla settimana, tenendolo stabile, e destinarlo alla riparazione delle proprie colpe.
3. - Chi avesse dato scandalo, o con la condotta o con i consigli o con eccitamenti al male, preghi sempre per le anime scandalizzate, affinché nessuna si danni; inoltre salvi più anime che può con l'apostolato della preghiera e della sofferenza.
Un ultimo suggerimento si dà a chi ha peccato e realmente vuole rimediare: compiere molti atti buoni, in opposizione agli atti cattivi.
Chi ha mancato contro la purezza, coltivi bene il giglio della bella virtù, mortificando i sensi e specialmente gli occhi ed il tatto; castighi il corpo con penitenze corporali.
Chi ha peccato contro la carità, portando odio, mormorando, imprecando, faccia del bene a chi gli ha fatto del male.
Chi ha trascurato la Messa nei giorni festivi, ascolti più Messe che può, anche nei giorni feriali.
Quando si compie un gran numero di simili atti buoni, non solo si ripara il male fatto, ma ci si rende più cari al Cuore di Gesù.
ESEMPIO
Un segreto d'amore
Fortunate le anime, che durante la vita mortale possono godere delle delicatezze dirette di Gesù! Sono queste le persone privilegiate, che Dio sceglie affinchè riparino per l'umanità peccatrice.
Un'anima peccatrice, che fu poi preda della divina misericordia, godeva delle predilezioni di Gesù. Addolorata dei peccati commessi, ed anche gravi, memore di ciò che disse il Signore a San Girolamo « Dammi i tuoi peccati! », spinta dal divino amore e dalla confidenza, disse a Gesù: Ti regalo, Gesù mio, tutti i miei peccati! Distruggili nel tuo Cuore!
Gesù sorrise e poi rispose:. Ti ringrazio di questo gradito regalo! Tutto perdonato! Dammi spesso, anzi spessissimo, i tuoi peccati ed io ti dono le mie carezze spirituali! - Commossa a tanta bontà, quell'anima offriva a Gesù le sue colpe molte volte al giorno, ogni volta che pregava, quando entrava in Chiesa o vi passava dinnanzi... e suggeriva agli altri di fare altrettanto.
Si approfitti di questo segreto d'amore!
Fioretto. Fare la S. Comunione e possibilmente ascoltare la S. Messa in riparazione dei propri peccati e dei cattivi esempi dati.
Giaculatoria. Gesù, ti offro i miei peccati. Distruggili!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


19° giorno: Cuore prudente - Cuore imprudente (http://www.stellamatutina.eu/19-giorno-cuore-prudente-cuore-imprudente/)
“19° giorno: Cuore prudente – Cuore imprudente
CUORE PRUDENTE.
«Nel pensiero divino – insegna san Cipriano – l’anima dev’essere la guida del corpo; ma, se questo prende il sopravvento, finisce col trascinare la sua stessa guida nella rovina fatale».
La prudenza è una virtù guida dell’uomo, anzi è «la moderatrice delle virtù, degli affetti e dei costumi.
Togli la prudenza, e la virtù diverrà vizio, la sapienza follia o eccesso», dice san Lorenzo Giustiniani.
Gesù ha parlato più volte della prudenza nel Vangelo: «Siate prudenti come serpenti» (Mt 10,16). Ha descritto la prudenza dell’uomo che dovendo edificarsi la casa, se la edifica sulla roccia (Mt 7,24), e fa prima i conti a tavolino sui mezzi a disposizione per portarla a termine senza esporsi alle critiche degli altri (Lc 14,28-30).
Gesù ha lodato la prudenza dell’uomo saggio che trova un tesoro in un campo, e corre a vendere tutto ciò che ha, per acquistare quel campo (Mt 13,44). Ha magnificato la prudenza nella bellissima parabola delle vergini prudenti, che, a differenza delle vergini imprudenti, si erano fornite dell’olio nelle lampade per averle accese all’arrivo dello sposo ed entrare con Lui al banchetto nuziale (Mt 25,1-13).
Gesù stesso ha dato l’esempio di alta prudenza nel rispondere con ponderazione alle domande insidiose degli scribi e farisei, che cercavano ogni occasione per coglierlo in fallo nelle parole e nei fatti.
Il Cuore di Gesù è sorgente della prudenza cristiana che deriva dall’amore, e vuole porsi a custodia e a garanzia dell’amore. Bisogna essere prudenti per non perdere la vita della grazia, per non compromettere la fede, per salvaguardare i valori e soprattutto i valori più alti ricevuti da Dio.
Non è certo la «prudenza della carne» (Rm 8,6) che Gesù vuol vedere in noi. La prudenza della carne non mira che a salvaguardare i propri tornaconti terreni, le soddisfazioni degli istinti, le ambizioni del cuore, le voglie e i gusti dell’«uomo animale» (1Cor 2,14), pronta ai compromessi e ai baratti, sacrificando la coscienza alla carne, la coerenza ai capricci, le esigenze della vita cristiana alle seduzioni del mondo e del peccato.
La prudenza cristiana, invece, fa guardare sempre a ciò che vale al cospetto di Dio e per l’eternità. Per questo fa essere pronti anche a cavarsi un occhio e a troncarsi un piede (Mt 18,8), pur di non perdere la propria anima, che è unica, e in cambio della quale l’uomo non può dare nulla (Mt 16,26).
Gesù Crocifisso, con il suo Cuore squarciato, ci dimostra la suprema prudenza nel conquistare a prezzo del sangue i supremi beni della gloria di Dio e della salvezza delle anime.
CUORE IMPRUDENTE
La prudenza è un tesoro che «vale più di tutti i tesori» (Pro 3,13). Ma gli uomini in possesso di questo tesoro sono davvero pochi. Nel compiere il bene o nell’evitare il male, quante imprudenze si compiono! Con le parole o con i fatti, per sé o per gli altri, piccoli e grandi, combiniamo spesso danni e rovine che la prudenza avrebbe fatto evitare.
Oggi, poi, con tanti pericoli che incombono, con tutta la corruzione e la disonestà che domina la nostra vita sociale, è tanto più necessario «non far nulla senza averci ben pensato» (Sir 32,24). «In tutte le azioni – raccomanda sant’Ambrogio – dobbiamo stare in guardia perché la passione non turbi la ragione, della quale dobbiamo ascoltare il consiglio».
Le tensioni nervose, gli stimoli eccitanti della pubblicità, le provocazioni pressoché continue delle passioni stuzzicate, le occasioni così frequenti di peccato, esigerebbero un cuore prudente a tutta prova, per non agire sotto la pressione degli impulsi del momento che fanno scegliere senza ponderatezza né misura. Sant’Ignazio di Loyola raccomandava ai suoi con saggezza: «Non si deve prendere nessuna decisione né nell’entusiasmo né nella depressione dell’animo, ma si deve decidere secondo quel che consiglia la matura riflessione, e non l’impulso».
Se si fosse ponderato con prudenza, molti non avrebbero sbagliato la scelta della loro strada o la scelta del lavoro, evitando così il lamento dell’insoddisfazione di fondo che non lascia più quieti.
Se si ponderasse con cuore sincero l’offerta straordinaria della salvezza eterna che il Cuore di Gesù ha assicurato a chi pratica i nove primi venerdì del mese (con la Confessione e la Comunione), non ci sarebbe nessun cristiano così imprudente e superficiale da rifiutare una simile offerta. E invece, quanti non tengono in nessun conto questa offerta del Cuore di Gesù!
Il cuore imprudente è leggero, frivolo, capriccioso.
Cerca solo emozioni e soddisfazioni. Non vuole impegni né sforzi. Per lui la strada migliore da percorrere è sempre la più facile. E si illude penosamente di trovarsi sempre bene.
«Attenti alla strada! – ammoniva san Giuseppe Cafasso in una predica – La strada del mondo è tracciata lungo un precipizio…». Chiediamo a Gesù di rendere il nostro cuore prudente e avveduto sulle strade di questo mondo.
Proposito: Leggere e meditare le parabole del Regno dei cieli (Mt 13,44-50; 25,1-13).
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



Luca, Sursum Corda!








20 giugno 2017: San Silverio Papa e martire, martedì infra l'ottava del Corpus Domini, ventesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…



Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
"San Silverio, papa e martire, 20 giugno."



Madonna della Consolata - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/madonna-della-consolata/)
http://www.sodalitium.biz/madonna-della-consolata/
“20 giugno, Madonna della Consolata, patrona di Torino.
Preghiera alla SS. Vergine Consolata.
Oppresso dalla tribolazione, gemendo e piangendo sotto il peso delle mie miserie, a Voi ricorro, o Beatissima Vergine Maria.
Voi siete in Cielo la Regina degli Angeli e dei Santi, ma qui in terra Voi volete essere la Madre delle consolazioni. Voi siete la Consolata; ed io Vostro figlio benché indegno voglio essere simile a Voi, voglio essere consolato.
Io non Vi chiedo onori, o Maria, non piaceri, non ricchezze: io Vi chiedo consolazione. O Madre mia dolcissima, Voi sapete il modo, Voi conoscete la via per esaudirmi; in Voi pienamente mi affido.
Dite una parola a quel Gesù che con tanto amore tenete fra le Vostre braccia: ed io gusterò la gioia del conforto.
Da Voi consolato, o Maria, e dal Vostro Divin figlio, io porterò in pace le stesse mie tribolazioni; mi sarà facile il soffrire, mi sarà dolce il morire; e come sarò giunto ai piedi del Vostro trono, io canterò senza posa in eterno le Vostre misericordie. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“20 juin 1667 : Clément IX est élu Pape.
Giulio Rospigliosi est né le 27 janvier 1600 à Pistoia. Docteur en philosophie, il devient enseignant en théologie.
En 1657, on le nomme cardinal, puis secrétaire d’Etat en 1657 ; il est élu Pape le 20 juin 1667 sous le nom de Clément IX.
Par la suite, il devient le médiateur pour la négociation du Traité d’Aix-la-Chapelle (1668) et fait cesser la guerre de dévolution entre la France, l’Espagne, l’Angleterre et les Pays-Bas.”
“20 juin 1809 : Napoléon apprend son excommunication fulminée par Pie VII.”
“20 juin : Saint Sylvère, Pape et Martyr († 538).”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Silvério, Papa e Martire, il quale, non avendo voluto ristabilire Antimo, Vescovo eretico, deposto dal suo predecessore Agapito, fu da Belisario, per istigazione dell’empia Teodóra Augusta, cacciato in esilio, ed ivi morì sfinito per i molti disagi sopportati per la fede cattolica. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Papa e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Silvério possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“20 giugno 2017: martedì infra l'Ottava del Corpus Domini.”
“20 giugno 2017: San Silverio, Papa e martire (vittima del cesarismo bizantino).”




20 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/20-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/20-giugno.htm
“GIORNO 20
MANSUETUDINE DI GESU'
20° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare gli omicidi, i ferimenti e le risse.
MANSUETUDINE DI GESÙ
Gesù è il Maestro Divino; noi siamo i suoi discepoli ed abbiamo il dovere di ascoltare i suoi insegnamenti e di metterli in pratica.
Consideriamo alcune lezioni particolari, che il Sacro Cuore ci impartisce.
La Chiesa rivolge a Gesù questa invocazione: Cuore di Gesù, mite ed umile di Cuore, rendi il nostro cuore simile al tuo! - Con tale preghiera ci presenta il Sacro Cuore, come modello di mansuetudine e d'umiltà e ci esorta a domandargli queste due virtù.
Dice Gesù: Prendete su di voi il mio giogo ed imparate da me, che sono mite ed umile di Cuore, e troverete il riposo alle anime vostre, perchè il mio giogo è soave ed il mio peso è leggero. (S. Matteo, XI-29). Quanta pazienza, mansuetudine e dolcezza manifestò Gesù nella sua vita! Da Bambino, cercato a morte da Erode, fuggì lontano, in braccio alla Vergine Madre. Nella vita pubblica fu perseguitato dai perfidi Giudei e offeso con i titoli più umilianti, quale « bestemmiatore » ed « indemoniato ». Nella Passione, accusato falsamente, taceva, tanto che Pilato con meraviglia disse: Vedi di quante cose ti accusano! Perché non rispondi? (S. Marco, XV-4). Condannato a morte innocentemente, si avviò al Calvario, con la Croce sulle spalle, come un mansueto agnello che va al macello.
Oggi Gesù ci dice: Imitatemi, se volete essere miei devoti! -
Nessuno può imitare perfettamente il Maestro Divino, ma tutti dobbiamo sforzarci di ricopiare in noi la sua immagine come meglio ci è possibile.
Sant'Agostino osserva: Quando Gesù dice. Imparate da me! - non intende che impariamo da Lui a creare il mondo ed a fare miracoli, bensì ad imitarlo nella virtù. Se vogliamo trascorrere serenamente la vita, non amareggiarci più del bisogno, stare in pace nella famiglia, vivere pacificamente col nostro prossimo, coltiviamo la virtù della pazienza e della mansuetudine. Tra le beatitudini annunziate da Gesù sulla montagna, c'è questa: Beati i mansueti, perché erediteranno la terra! - (S. Matteo, V-5). Ed invero, chi è paziente e dolce, chi è delicato nei modi, chi tutto sopporta con calma, diviene padrone dei cuori; al contrario, il carattere nervoso ed impaziente aliena gli animi, si rende pesante e viene disprezzato. La pazienza ci è tanto necessaria e bisogna esercitarla prima di tutto con noi stessi. Quando si avvertono nel nostro animo i moti dell'ira, freniamo subito la commozione e conserviamo il dominio di noi stessi. Questa padronanza si acquista con l'esercizio e con la preghiera.
È anche vera pazienza con noi stessi il sopportare il nostro carattere ed i nostri difetti. Quando commettiamo uno sbaglio, senza arrabbiarci, ma diciamo con calma: Pazienza! - Se cadiamo in un difetto, anche dopo aver promesso di non, ricadervi, non perdiamo la pace; facciamoci coraggio e promettiamo di non cadervi in seguito. Fanno tanto male coloro che perdono le staffe e poi si arrabbiano perché si sono arrabbiati e s'indispettiscono con se stessi.
Pazienza con gli altri! Coloro, coi quali abbiamo da trattare, sono come noi, pieni di difetti e, come vogliamo essere compatiti noi negli sbagli e nelle mancanze, così dobbiamo compatire gli altri. Rispettiamo i gusti e le vedute altrui, finché non sono evidentemente male.
Pazienza in famiglia, più che altrove, specialmente con i vecchi e gli ammalati. Si raccomanda:
1. - Nei primi assalti dell'impazienza frenare in modo particolare la lingua, affinché non si pronunzino ingiurie, imprecazioni o parole poco decenti.
2. - Nelle discussioni non pretendere di avere sempre ragione; sapere cedere, quando lo richiede la prudenza e la carità.
3. - Nei contrasti non accalorarsi troppo, ma parlare « piano » e con calma. Un forte contrasto o diverbio si può vincere con una risposta mite; donde il proverbio: « La risposta dolce spezza l'ira! »
Quanto bisogno c'è di mansuetudine nella famiglia e nella società! A chi ricorrere per averla? Al Sacro Cuore! Diceva Gesù a Suor Maria della Trinità: Ripetimi spesso questa preghiera: Rendi, Gesù, il mio cuore mite ed umile come il tuo!
ESEMPIO
Trasformazione
Una nobile famiglia era allietata da una corona di figliuoli, d'indole più o meno differente. Chi faceva esercitare spesso la pazienza alla mamma era Francesco, ragazzo di buon cuore, intelligente, ma collerico ed ostinato nei suoi pensieri.
Questi si accorse che nella vita si sarebbe trovato male, lasciando senza freno i suoi nervi, e propose di correggersi assolutamente; con l'aiuto di Dio riuscì.
Studiò a Parigi e nell'Università di Padova, dando ai compagni di studio esempi di pazienza e di grande dolcezza. Si offrì a Dio e fu ordinato Sacerdote e consacrato Vescovo. Iddio permise che esercitasse l'ufficio di Pastore delle anime nella difficile regione del Chiablese, in Francia, ov'erano i protestanti più sfegatati.
Quanti insulti, persecuzioni e calunnie! Francesco rispondeva col sorriso e con la benedizione. Da giovanetto aveva proposto di rendersi sempre più dolce e mansueto, contraddicendo all'indole collerica, alla quale per natura sentivasi inclinato; nel suo campo di apostolato le occasioni di esercitare la pazienza, anche eroica, erano frequenti; ma seppe dominarsi, sino a destare le meraviglie degli avversari.
Un avvocato, spinto da Satana, nutriva un odio implacabile contro il Vescovo e glielo esternava in privato ed in pubblico.
Il Vescovo un giorno, incontrandolo, gli si avvicinò amichevolmente; prendendolo per mano gli disse: Io vi voglio bene; voi volete farmi del male; ma sappiate che anche quando voi mi strappaste un occhio, io seguiterei a guardarvi amorevolmente con l'altro. -
L'avvocato non ritornò a migliori sentimenti e, non potendo sfogare la collera contro il Vescovo, ferì di spada il suo Vicario Generale. Fu messo in prigione. Francesco andò a visitare il suo acerrimo nemico nella prigione, l'abbracciò e tanto brigò finché lo fece mettere in libertà. Con tale eccesso di bontà e di pazienza, tutti i protestanti del Chiablese si convertirono, in numero di settanta mila.
San Vincenzo De' Paoli una volta esclamò: Ma se Monsignor di Sales è tanto dolce, come doveva essere dolce Gesù!?...
Francesco, il ragazzo collerico di un tempo, oggi è Santo, il Santo della dolcezza, San Francesco di Sales.
Ricordiamoci che chi vuole, può correggere il suo carattere, anche se molto nervoso.
Fioretto. Nelle contrarietà frenare i moti della collera.
Giaculatoria. Rendi, Gesù, il mio cuore mite ed umile come il tuo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


20° giorno: Cuore giusto - Cuore ingiusto (http://www.stellamatutina.eu/20-giorno-cuore-giusto-cuore-ingiusto/)
http://www.stellamatutina.eu/20-giorno-cuore-giusto-cuore-ingiusto/
“20° giorno: Cuore giusto – Cuore ingiusto.
CUORE GIUSTO
La giustizia è perfezione, perché è armonia delle cose.
È giusto ciò che è retto e ordinato. Dio è giustizia infinita.
Il Cuore di Gesù è il cuore giusto per eccellenza.
Tutto in esso è armonia degli affetti, equilibrio dei sentimenti, misura delle emozioni, ordine dei movimenti.
La giustizia si esercita verso Dio e verso gli uomini: «Date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21).
Gesù si è incarnato per un’opera di somma giustizia oltre che di sommo amore. Egli voleva soddisfare la giustizia di Dio per il peccato dell’uomo. Solo Lui – Dio uomo – poteva riparare su misura infinita l’oltraggio infinito che il peccato arreca a Dio. E Lui lo ha fatto espiando nel suo Corpo Santissimo le nostre colpe, pagando con il suo Sangue Divino la gloria di Dio e la nostra salvezza.
Ma proprio Lui, venuto a riparare l’ingiustizia dell’uomo, è stato vittima della più grande ingiustizia che l’umanità abbia mai compiuto da che mondo è mondo.
A parte il tradimento di Giuda e l’odio degli scribi e dei farisei, a parte la montatura delle calunnie per avere un qualsiasi capo d’accusa contro di Lui, bastano più di tutto le parole che Pilato disse nel tentativo di evitare a Gesù la morte: «Non trovo in lui nessuna colpa» (Lc 23,22).
Gesù fu riconosciuto pubblicamente innocente. Eppure venne condannato e crocifisso fra due ladroni. Inconcepibile ingiustizia contro l’uomo giusto!
Fra le beatitudini, Gesù ha messo questa che dice: «Beati voi quando vi oltraggeranno, vi perseguiteranno, vi calunnieranno a causa mia» (Mt 5,15). San Bonaventura dice giustamente che questa è la più alta delle beatitudini proclamate e vissute da Gesù per noi. L’oltraggio, la calunnia: per un cuore giusto sono le cose più terribili. Ma se crocifiggono il cristiano, nello stesso tempo lo esaltano, perché «grande sarà la vostra ricompensa nei cieli» (Mt 5,12). E Gesù ce ne ha dato la garanzia con la sua Passione e Morte trasformate in Resurrezione e Ascensione al cielo.
CUORE INGIUSTO
Il mondo è stato definito un teatro di ingiustizie. E gli uomini sono gli attori che offrono un continuo spettacolo di ingiustizie.
Verso Dio, anzitutto, e verso i fratelli. Pur di appagare il proprio egoismo, il cuore dell’uomo sa calpestare ogni senso di giustizia a livello sia personale che sociale, sia materiale che spirituale. «Dal cuore dell’uomo vengono pensieri cattivi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, falsità, bestemmie» (Mt 15,19). Infedeltà e inganni, menzogne e tradimenti, sequestri e rapine, violenze e delitti: basta leggere le cronache di un qualunque giornale quotidiano in ogni parte del mondo, per conoscere liste di nefandezze che gli uomini sanno trarre dal loro cuore.
A parte, però, le cronache nere dei fatti più gravi e clamorosi, non è forse vero che la nostra stessa giornata risulta così spesso piena di tante ingiustizie segrete e non segrete?
Ingiustizie nei pensieri con i sospetti e i giudizi temerari.
Ingiustizie nelle parole con le critiche e le mormorazioni.
Ingiustizie nei desideri con le brame della donna e delle cose d’altri. Ingiustizie nelle azioni con i modi di trattare bruschi e duri, secondo gli umori, i nervi, le simpatie e le antipatie.
Quale rete sottile di ingiustizie viene tessuta lungo le nostre giornate!
Perché tutto questo? Unicamente perché non vogliamo seguire il Volere di Dio che ci ha tracciato il binario della giustizia e della bontà.
Basterebbe l’osservanza fedele dei Comandamenti di Dio per avere il cuore giusto, sempre pieno di rettitudine.
Dell’uomo giusto, infatti, il Salmista dice: «La legge del suo Dio è nel suo cuore» (Sal 36,30).
E in cima alla legge di Dio, è chiaro, stanno l’onore e l’amore che dobbiamo offrire al nostro Creatore e Padre, al nostro Redentore e Fratello, allo Spirito Santo, nostro Santificatore e Difensore, alla Madonna, nostra Genitrice e Mediatrice. Pensiamo, adesso, al Sacro Cuore di Gesù. Nelle apparizioni a santa Margherita, Egli afferma con trasporto di essere «appassionato di amore per gli uomini», fino a volere «arricchirli dei suoi preziosi tesori, e trarli dalla perdizione».
Eppure, senza ritegno, la maggior parte degli uomini gli danno in cambio soltanto «ingratitudini, con irriverenze e sacrilegi, freddezze e disprezzo». Non è forse nera ingiustizia, questa, nei nostri cuori?
Ci ravvederemo?
Cuore di Gesù, ricettacolo della giustizia, abbi pietà di noi e donaci la forza di riparare a tante ingiustizie compiute da noi e dagli altri.
Proposito: Impegno di osservare esattamente i doveri del proprio stato.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
21-06-17, 20:56
21 giugno 2017: San Luigi Gonzaga, confessore, mercoledi infra l'Ottava del Corpus Domini…




“San Luigi Gonzaga, confessore, 21 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



San Luigi Gonzaga - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/4493-2/)
http://www.sodalitium.biz/4493-2/
“21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solenne¬ mente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
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https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“21 juin 1429 : la triple donation du Royaume de France.”
“21 juin 1791 : arrestation du Roi de France Louis XVI à Varennes.”
“21 juin 1054 : décès de Bruno d’Eguisheim-Dagsbourg, connut comme Pape sous le nom de Saint Léon IX.”
“21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591).”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Demétria Vergine: fu figlia dei santi Martiri Flaviàno e Dafrósa e sorella della santa Vergine e Martire Bibiàna; ed ottenne, sotto Giuliano l’Apòstata, la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Demétria possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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“21 giugno 2017: mercoledi infra l'Ottava del Corpus Domini.”
“21 giugno 2017: San Luigi Gonzaga, confessore.
Luigi Gonzaga, santo, le ceneri poste in un vaso di lapislazzuli si venerano nella cappella a lui dedicata in S. Ignazio di Loyola a Campo Marzio. Morto nel 1591 a ventitre anni, fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’Annunziata del Collegio Romano, dove ebbe varie sepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il 5 agosto del 1649.
M.R.: 21 giugno - A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l'innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”





21 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm
“GIORNO 21
UMILTA' DI GESU'
21° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per la gioventù maschile e femminile.
UMILTA’ DI GESÙ
Il Cuore di Gesù si presenta al mondo, non solo come modello di mitezza, ma anche di umiltà. Queste due virtù sono inseparabili, per cui chi è mite è pure umile, mentre chi è impaziente suole essere anche superbo. Impariamo da Gesù ad essere umili di cuore.
Il Redentore del mondo, Gesù Cristo, è il medico delle anime e con la sua Incarnazione volle curare le piaghe dell'umanità, specialmente la superbia, che è la radice di ogni peccato, e volle dare luminosissimi esempi d'umiltà, sino a dire: Imparate da me, che sono umile di Cuore!
Riflettiamo un po' sul gran male che è la superbia, per detestarla e per invogliarci dell'umiltà.
La superbia è la stima esagerata di se stessi; è il desiderio disordinato della propria eccellenza; è la smania di comparire e attirarsi la stima altrui; è la ricerca della lode umana; è l'idolatria della propria persona; è una febbre che non dà pace.
Dio odia la superbia e la punisce inesorabilmente. Cacciò dal Paradiso Lucifero e tanti altri Angeli, rendendoli tizzoni d'inferno, a motivo della superbia; per la stessa ragione punì Adamo ed Eva, i quali avevano mangiato il frutto proibito, sperando di divenire simili a Dio.
La persona superba è odiata da Dio ed anche dagli uomini, perchè costoro, pur essendo superbi, ammirano e sono attratti dall'umiltà.
Lo spirito del mondo è spirito di superbia, che si manifesta in mille modi.
Lo spirito del Cristianesimo invece è tutto improntato all'umiltà.
Gesù è il modello perfettissimo dell'umiltà, abbassandosi oltre ogni dire, sino a lasciare la gloria del Cielo e farsi Uomo, a vivere nel nascondimento di una povera bottega e ad abbracciare ogni sorta di umiliazione, specialmente nella Passione.
Amiamo anche noi l'umiltà, se vogliamo piacere al Sacro Cuore, e pratichiamola ogni giorno, perché ogni giorno se ne presentano le occasioni.
L'umiltà consiste nello stimarci per quello che siamo, cioè un impasto di miseria, fisica e morale, e nell'attribuire a Dio l'onore di qualche bene che in noi riscontriamo.
Se riflettiamo a ciò che realmente siamo, dovrebbe costarci poco il mantenerci umili. Abbiamo forse delle ricchezza? O le abbiamo ereditate e questo non è nostro merito; o le abbiamo acquistate, ma presto dovremo lasciarle.
Abbiamo un corpo? Ma quante miserie fisiche!... Si perde la salute; sparisce la bellezza; attende la putrefazione del cadavere.
E l'intelligenza? Oh, com'è limitata! Come sono scarse le cognizioni umane, davanti allo scibile dell'universo!
La volontà poi è inclinata al male; si vede il bene, si apprezza e tuttavia ci si appiglia al male. Oggi si detesta il peccato, domani lo si commette pazzamente.
Come possiamo insuperbirci se siamo polvere e cenere, se siamo nulla, anzi se siamo numeri negativi davanti alla Divina Giustizia?
Poiché l'umiltà è il fondamento di ogni virtù, i devoti del Sacro Cuore facciano di tutto per praticarla, poiché, come non si può piacere a Gesù se non si ha la purezza, che è l'umiltà del corpo, così non gli si può piacere senza l'umiltà, che è la purezza dello spirito.
Pratichiamo l'umiltà con noi stessi, non cercando di comparire, non brigando per guadagnarci la lode umana, respingendo subito i pensieri di orgoglio e di vana compiacenza, anzi facendo un atto d'umiltà interna ogni qual volta avvertiamo un pensiero di superbia. Si mortifichi la voglia di primeggiare.
Siamo umili con il prossimo, non disprezziamo alcuno, perché chi disprezza, dimostra di avere molta superbia. L'umile compatisce e copre i difetti altrui.
Non si trattino con alterigia gl'inferiori ed i dipendenti.
Si combatta la gelosia, che è la figlia più pericolosa della superbia.
Si accettino in silenzio le umiliazioni, senza scusarsi, quando questo non porta conseguenze. Come benedice Gesù quell'anima, che accetta un'umiliazione in silenzio, per amore suo! Lo imita nel suo silenzio davanti ai tribunali.
Quando si riceve qualche lode, si offra subito a Dio la gloria e si faccia un atto di umiltà internamente.
Si pratichi più che tutto l'umiltà nei rapporti con Dio. La superbia spirituale è pericolosa assai. Non ci si stimi più buoni degli altri, perché il Signore è il Giudice dei cuori; convinciamoci che siamo peccatori, capaci di ogni peccato, se Dio non ci sostenesse con la sua grazia. Chi sta in piedi, stia attento a non cadere! Chi ha la superbia spirituale e crede di avere molta virtù, tema di fare qualche grave caduta, perché Dio potrebbe rallentare la sua grazia e permettere che cada in umilianti colpe! Il Signore resiste ai superbi e li umilia, mentre si avvicina agli umili e li esalta.
ESEMPIO
Minaccia divina
Gli Apostoli, prima che ricevessero lo Spirito Santo, erano molto imperfetti e lasciavano a desiderare riguardo all'umiltà.
Non comprendevano gli esempi che loro dava Gesù e le lezioni d'umiltà, che sgorgavano dal suo Cuore Divino. Una volta il Maestro li chiamò a sè vicino e disse: Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano ed i grandi esercitano il potere sopra di esse. Ma tra voi non sarà così; anzi chi vorrà tra voi divenire maggiore, sia vostro ministro. E chi vorrà tra voi essere il primo, sia vostro servo, come il Figliuolo dell'Uomo, che non è venuto ad essere servito, ma a servire ed a dare la sua vita in redenzione di molti (S. Matteo, XX - 25).
Quantunque alla scuola del Maestro Divino, gli Apostoli non si distaccarono subito dallo spirito di superbia, sino a meritarne rimprovero.
Un giorno si avvicinavano alla città di Cafarnao; approfittando che Gesù era un po' scostato e pensando che non li ascoltasse, misero avanti la questione: chi di loro fosse il più grande. Ognuno portava le ragioni del proprio primato. Gesù tutto udiva e taceva, addolorato che i suoi intimi non apprezzassero ancora il suo spirito d'umiltà; ma giunti a Cafarnao ed entrati in casa, domandò loro: Di che cosa discorrevate per via?
Gli Apostoli compresero, arrossirono e tacquero.
Gesù allora si sedette, prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e dopo averlo abbracciato, disse: Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei Cieli! (Matteo, XVIII, 3). Questa è la minaccia che fa Gesù ai superbi: non ammetterli nel Paradiso.
Fioretto. Pensare alla propria nullità, richiamando alla mente il giorno in cui saremo cadaveri dentro una bara.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi il disprezzo delle vanità del mondo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



21° giorno: Cuore forte - Cuore debole (http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/)
http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/
“21° giorno: Cuore forte – Cuore debole
CUORE FORTE
La fortezza è la virtù di coloro che affrontano con coraggio difficoltà e pericoli, e anche la morte, per il servizio di Dio e il bene dei fratelli.
Un cuore forte è un cuore virile, generoso e saldo nel sopportare pesi o avversità anche gravi, non esclusa la morte violenta.
Pensiamo al cuore dei Martiri che entrano nell’arena e vanno incontro alle belve feroci per farsi sbranare, pur di non tradire la fede in Gesù che ha detto: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima» (Mt 10,28).
Il glorioso san Sebastiano, colpito dalle frecce dei carnefici, cadde ferito gravemente, ma non morì. Venne curato dai cristiani, e si riebbe; ma, lungi dal pensare a una fuga, con cuore intrepido si presentò all’imperatore Diocleziano, e gli disse, vedendolo tremare: «Tu tremi, Cesare. Perché? Temi forse che io nasconda un pugnale sotto la toga? L’unica vendetta dei cristiani è quella di pregare per i loro persecutori e assassini…».
Ma pensiamo soprattutto alla fortezza del Cuore di Gesù, il Martire divino, che si donò all’immolazione per noi, lasciandosi anche trafiggere dalla lancia di Longino. Perché Gesù si volle immolare, e che cosa lo sostenne nell’immolazione? Lo sostenne unicamente l’amore, perché solo l’amore è più forte della stessa morte (Ct 8,6).
Solo la fortezza che deriva dall’amore è intrepida, anche se non temeraria, e rende audaci nella dedizione fino al sacrificio totale. Gesù si è comportato così con noi, e la fortezza dell’amore per la nostra salvezza l’ha sostenuto nel Getsemani, sotto i flagelli, sotto la corona di spine, sotto la condanna al grido di «crocifiggilo» (Mc 15,14), sotto la croce e sulla croce, e continua a sostenerlo nell’Eucaristia come vittima che intercede instancabilmente per noi (Eb 7,25).
Ci vuole un cuore fortissimo per sostenere infedeltà e tradimenti degli amici, oltraggi e bestemmie dai beneficati.
E il Cuore di Gesù non solo sostiene, ma è pronto a perdonare, a dimenticare, a riabbracciare chi ritorna a Lui. Egli è preoccupato unicamente della salvezza dell’uomo, e chi ritorna a Lui, sentirà ripetere da Lui ciò che disse il papà del figliuol prodigo: «Questo figlio era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,24).
Quando si ama, si è così; più cresce l’amore, più non si guarda che alla persona amata. E quando sappiamo che chi ci ama e chi possiamo amare è una Persona Divina, l’amore può raggiungere una forza che supera ogni limite e ci dona i «folli per Cristo» (1Cor 4,10), capaci di ripetere ciò che diceva l’ardente san Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada?… Né morte né vita… ci potrà separare dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù Signore nostro» (Rm 8,35-39).
CUORE DEBOLE
L’uomo è creatura dal cuore debole. L’instabilità e la fragilità, l’egoismo e la viltà hanno molto spesso il dominio del cuore dell’uomo. Anche di fronte agli affetti più sacri, il cuore dell’uomo non promette che una sicurezza relativa.
Quanti affetti umani infranti dall’infedeltà coniugale; quanti impegni sacri profanati dall’abbandono della missione sacerdotale; quanti vincoli di amicizia spezzati dall’instabilità del cuore dell’uomo!
Se il cuore dell’uomo è capace di amare con dedizione senza pari, è anche capace, però, di lasciarsi sedurre da un piacere, da una soddisfazione, da un guadagno immediato.
Un giorno un papà di famiglia chiese al santo Curato d’Ars: «Posso condurre mia figlia al ballo?». «No, amico mio», rispose con decisione il Santo.
«Ma non ballerà», disse il papà. E il Santo, pronto: «Ballerà il suo cuore!».
Proprio così. Il cuore dell’uomo balla molto facilmente di fronte alla seduzione del male.
Sono molti, purtroppo, i cristiani che cedono alle sollecitazioni morbose e spesso immonde del cinema, degli spettacoli televisivi, della stampa e delle mode scandalose.
A volte basta che un amico inviti al cinema osceno o passi una rivista pornografica, e non si ha la forza di opporsi.
Si direbbe che in tanti cristiani ci sia un cuore di coniglio anziché un cuore di soldato del Regno di Dio.
E così, dove c’è un cuore di coniglio, si viene meno anche a doveri assunti con grande impegno e magari con entusiasmo. Pensiamo, ad esempio, a quanti decidono di fare fedelmente i nove primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore. Cominciano per uno, due, tre Venerdì poi un intoppo, una difficoltà che esigerebbe un atto di forza, e invece si interrompe tutto miseramente, perché non si ha il cuore forte.
Eppure la devozione al Sacro Cuore, quando è sincera, rende il cuore nostro simile al Cuore di Gesù: mite e umile, ma anche forte e coraggioso. Santa Margherita dovette avere un cuore intrepido per portare avanti la devozione al Sacro Cuore. Era donna, era sola, con poca salute, senza mezzi, chiusa in un monastero, inesperta, incompresa e malvista per la novità della devozione al Sacro Cuore. Ma l’amore supplisce a tutto. Un cuore pieno d’amore divino può tentare ogni impresa. E il Cuore di Gesù la sostenne fino alla fine, vittoriosamente.
Proposito: Impegno di fare ogni anno fedelmente i nove primi venerdì del mese.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-luigi-gonzaga.htm
"21 GIUGNO
SAN LUIGI GONZAGA
Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591
Fu tra i Santi che più si distinsero per innocenza e purezza. La Chiesa gli dà il titolo di
"giovane angelico" perchè egli, nella sua vita, assomigliò agli Angeli, nei pensieri,
negli affetti, nelle opere. Nacque da famiglia principesca, crebbe tra gli agi e fu esposto
a moltissime tentazioni nelle varie corti che frequentò ma, con la più rigida modestia
e con la più severa penitenza, seppe custodire così illibato il giglio della sua verginità
da non offuscarlo mai, neppure con un piccolo neo. Non si era ancora accostato
alla prima Comunione che già aveva consacrato a Dio la sua verginità."

"NOVENA A SAN LUIGI GONZAGA
(diffusa da San Giovanni Bosco - testo tratto da: il Giovane Provveduto)
Valida anche per la Pia pratica delle 6 Domeniche in onore di San Luigi:
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Plenaria a tutti quelli, che santificheranno sei Domeniche consecutive ad onore di Lui. Queste Domeniche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell'anno, purchè uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Questa Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."

"ORAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
I. O caro S. Luigi, che emulaste sulla terra la purezza degli Angeli del Cielo, avendo conservato fino alla morte bella e candida la stola della battesimale innocenza, per quel grande amore che portaste a tutte le virtù, e specialmente a quella che rende i giovani altrettanti angeli in carne, impetrateci da Dio una grande purità di mente, di cuore, di costumi, e la grazia di non perdere giammai la sua preziosa amicizia. Gloria.
2. O caro S. Luigi, che ben conoscendo la necessità dell'obbedienza per conseguire l'eterna salute, avete sempre riconosciuto nella volontà dei vostri superiori quella di Dio, sottoponendovi con gioia e prontezza, fate che anche noi vi imitiamo in sì bella virtù, per goderne i meriti con voi in eterno. Gloria.
3. O caro S. Luigi, che sebbene viveste sulla terra una vita da vero angelo di paradiso, pure avete voluto castigare il vostro corpo colla più austera mortificazione, ottenete a noi che abbiamo macchiato le anime nostre da molti peccati, di vincere le nostre delicatezze e di esercitare le opere di vera e sincera penitenza, col sopportare volentieri gli incomodi e i dispiaceri della vita, onde conseguire quel premio eterno, che Iddio misericordioso concede in paradiso ai veri e sinceri penitenti. Gloria."

"ATTO DI CONSACRAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
O angelico S. Luigi, noi ci affidiamo oggi alla vostra protezione e vi eleggiamo per nostro speciale protettore ed avvocato presso Dio. Prostrati ai vostri piedi risolviamo fermamente di adoperarci con tutte le nostre forze per onorarvi ed imitarvi. Da oggi innanzi, noi vogliamo far aperta professione di essere totalmente vostri, di camminare sulle vostre tracce, di imitare le vostre virtù, e specialmente la vostra angelica purità, la vostra profonda umiltà, la vostra perfetta ubbidienza e la vostra carità incomparabile. Tanto promettiamo solennemente a pie' del vostro altare in presenza di tutta la Corte Celeste. Voi però, o gran Santo, otteneteci la grazia di essere fedeli a questa promessa per tutta la nostra vita onde poterci meritare la gloria eterna. Così sia."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PER LA PUREZZA
O Luigi, Santo, di angelici costumi adorno, io indegnissimo vostro devoto, raccomando a voi singolarmente la castità del mio corpo e della mia anima. Vi prego per l’angelica vostra purezza di raccomandarmi all’Angelo immacolato Gesù Cristo ed alla sua Santissima Maria Vergine delle vergini, ed a custodirmi da ogni grave peccato.
Non permettere che io mi imbratti di macchia alcuna di impurità ma quando mi vedrete nella tentazione e nel pericolo di peccare, allontanate dal cuor mio i pensieri e gli affetti immondi e risvegliate in me la memoria dell’eternità e di Gesù Crocifisso, imprimetemi altamente nel cuore un timore santo di Dio; e riscaldatemi di amor divino, fate che, con l’imitare voi in terra, meriti con voi di godere Dio nel cielo.
Amen.
Pater, Ave e Gloria."

"Glorioso san Luigi, che conducesti una vita santa e illibata, tutta dedita
al servizio di Dio, ottienici la grazia di vincere le tentazioni del male
e di conservare sempre puro il nostro cuore.
Tu che consumasti la tua giovane vita a servizio dei fratelli ammalati di peste,
concedici di esercitare con animo generoso la carità verso tutti gli uomini
e in particolare verso coloro che soffrono."


"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
I. Angelico S. Luigi, che nonostante tu sia nato fra gli agi e le ricchezze del mondo,
con il continuo esercizio dell'orazione, del ritiro e della penitenza, non hai aspirato che ai beni del Paradiso,
ottieni a noi tutti la grazia di guardare sempre con distacco le comodità della vita presente,
al fine di assicurarci i gaudi della vita futura. Gloria al Padre...
II. Angelico S. Luigi, che nonostante tu non abbia mai perso l'innocenza battesimale,
mortificasti sempre la tua carne con i più tormentosi strumenti e con il più rigoroso digiuno,
ottieni a noi tutti la grazia di mortificare tutti i nostri sensi affinché non abbiano a causarci
la perdita del più prezioso tra i tesori, che è la grazia di Dio. Gloria al Padre...
III. Angelico S. Luigi, che piangesti con contrizione così viva le più leggere imperfezioni della tua fanciullezza,
da svenire ai piedi del confessore nell'atto di accusartene, ottieni a noi tutti la grazia di piangere con grande sincerità
le nostre colpe, e di accostarci sempre con le giuste disposizioni al Sacramento della Penitenza. Gloria al Padre...
IV. Angelico S. Luigi, che nella necessità di intrattenerti con i grandi del tuo tempo e di partecipare
ai loro mondani divertimenti, ti sei sempre trattenuto con loro con così grande riserbo
da essere da tutti indicato come un angelo in carne, ottieni a noi tutti la grazia di disprezzare il rispetto umano
e di tenere sempre una condotta che sia edificante per i fratelli. Gloria al Padre...
V. Angelico S. Luigi, che chiamato allo stato religioso, fra tutti gli ostacoli che ti opposero, ti mostrasti fermo e deciso
nel tuo santo proposito, e vi corrispondesti poi così bene da servire da modello per i più perfetti,
ottieni a noi tutti la grazia di seguire sempre con fedeltà e di corrispondere con esattezza alla chiamata divina,
Gloria al Padre...
VI. Angelico S. Luigi, che, consacrato al Signore con voto irrevocabile fin dai tuoi primi anni,
fosti così unito a Dio da non subire mai distrazione nella preghiera, da non soffrire mai tentazioni di impurità,
da essere miracolosamente conservato in vita tra i pericoli di naufragio e di incendio, e da ottenere sempre
tutto quello che chiedevi nell'orazione, ottieni a noi tutti la grazia di evitare tutto quello che potrebbe dispiacere a Dio,
affinché, costantemente protetti da Lui, resistiamo alle tentazioni del nemico e, crescendo nella strada della
giustizia, arriviamo a meritarci, con te, la gloria nel cielo. Gloria al Padre..."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PATRONO DELLA GIOVENTU'
"O San Luigi Patrono della gioventù, rendimi Angelo come sei tu"
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
23-06-17, 21:39
22 giugno 2017: ottava del Corpus Domini…

23 giugno 2017: festa del Sacratissimo Cuore di Gesù…




22 giugno 2017: ottava del Corpus Domini…




http://www.sodalitium.biz/san-paolino-nola/
“22 giugno, San Paolino da Nola, Vescovo e Confessore (Bordeaux, 355 – Nola, 22 giugno 431).
O splendido modello di cristiana perfezione, glorioso San Paolino, noi ammiriamo gli arcani disegni di Dio che vi condusse fino alla più sublime santità, che tutta in voi si manifestava non solo dalle opere, ma ancora dall’indole mitissima dal soave sorriso del volto, dalla dolcezza delle parole.
Decorato della dignità episcopale, offriste tutta l’anima per il bene del gregge affidatovi, e con vincoli di sincera amicizia stringeste a voi i più celebri uomini del vostro tempo, da Sant’Ambrogio a San Girolamo a Sant’Agostino, facendo di Nola come un crocevia dello spirito, luogo di pace, di ospitalità, di preghiera. O nostro amorevole padre, impetrateci la grazia di santificare con le opere lo stato in cui piacque a Dio di collocarci, ed in cuore infondeteci quei sentimenti di amore verso il prossimo che ci rendono, in mezzo ai nostri fratelli, veri imitatori della vostra soavità e dolcezza. Così sia.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“22 juin : Saint Paulin, Évêque de Nole (354-431).”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Giovànni Fisher, Vescovo di Rochester e Cardinale, che per la fede cattolica e il primato del Romano Pontefice, per ordine del Re Enrico ottavo, fu decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Cardinale e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Giovànni Fisher possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“22 giugno 2017: ottava del Corpus Domini.”
“22 giugno 2017.
Paolino Ponzio Meropio Anicio, vescovo di Nola, santo, morì nel 431 e fu sepolto accanto a S. Felice a Nola. I suoi resti verso l’847 furono portati a Benevento. L’imperatore Ottone III li portò a Roma e li depose nella chiesa allora dedicata al vescovo di Praga Adalberto, all’Isola Tiberina. Tra il 1527 e il 1560, per il cattivo stato del convento, le spoglie stettero in Vaticano. Nel 1806 venne fatta la ricognizione delle sue reliquie a S. Bartolomeo Apostolo all’Isola Tiberina, in tale occasione si rinvennero anche quelle di S. Teodoro. Il 14 maggio del 1909 il corpo fu nuovamente traslato a Nola e riposto sotto l’altare della Cattedrale. Allora si prelevò parte dell’osso frontale per donarla alla chiesa che lo aveva custodito per mille anni.
M.R.: 22 giugno - Presso Nola, città della Campania, il natale del beato Paolino, Vescovo e Confessore, il quale da nobilissimo e ricchissimo divenne povero ed umile per Cristo, e, non avendo più nulla, si fece schiavo per riscattare il figlio di una vedova, che i Vandali devastata la Campania, avevano condotto schiavo nell’Africa. Fu poi illustre non solo per dottrina e gran santità di vita, ma anche per la sua potenza contro i demoni. Le sue splendide lodi furono celebrate nei loro scritti dai santi Ambrogio, Girolamo, Agostino e Gregorio Papa. Il suo corpo, trasferito a Benevento e di là a Roma, finalmente, per ordine del Sommo Pontefice Pio decimo, fu restituito a Nola.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”





22° giorno: Cuore temperante - Cuore intemperante (http://www.stellamatutina.eu/22-giorno-cuore-temperante-cuore-intemperante/)
"22° giorno: Cuore temperante – Cuore intemperante
CUORE TEMPERANTE
La temperanza è la virtù cardinale fra le più nobili dell’uomo. Essa dona all’uomo il dominio di sé, l’armonia fra corpo e anima, l’ordinata sottomissione dei sensi e degli istinti allo spirito.
Un cuore temperante è un cuore sobrio, ordinato e nobile, che tiene in equilibrio tutta la persona.
Il divin Cuore di Gesù ci appare modello di temperanza per tutta la sua vita vissuta in perfetta sobrietà con se stesso e con gli altri.
Anch’Egli aveva gli stimoli della fame e della sete, del sonno e del riposo. Ma sappiamo bene come fosse padrone di sé, mortificandosi a tempo e luogo.
Gesù fece una quaresima intera di digiuno nel deserto; soffrì la sete al pozzo di Sichem e sulla Croce; sacrificava il sonno per trascorrere in preghiera le notti o le ore mattutine prima dell’alba; rinunziava spesso al riposo e al cibo per ammaestrare le folle e curare tanti ammalati.
Una vita sobria e forte, che ha disdegnato la soddisfazione di tante voglie della natura, da noi ritenute necessarie.
Gesù ci dimostra come si debba contentarsi del poco, con il cuore libero di dedicarsi a ciò che più vale, a ciò che resta per sempre: l’amore di Dio e del prossimo nella preghiera, nel sacrificio, nella carità.
A san Macario, celebre Padre del deserto, fu regalato un giorno un magnifico grappolo d’uva. Il Santo volle mortificarsi e si affrettò a portarlo a un altro eremita; questi accettò con riconoscenza, ma pensò anche lui di farne un sacrificio, portando quel grappolo d’uva a un altro monaco malaticcio. E così, dall’uno all’altro, il grappolo fece un lungo giro e ritornò a san Macario, il quale rimase molto edificato della temperanza e della carità fraterna che regnava fra i monaci.
Il cuore temperante è fatto così: si contenta dello stretto necessario, e tutto il resto lo trasforma in dono d’amore a Dio e ai fratelli.
Gesù ci offre il suo Cuore per questo: dobbiamo imparare da Lui ad amare ciò che solo merita di essere amato, perché non ci verrà mai meno, trasformando tutto il resto in occasione e mezzo di carità nella rinuncia alle voglie della natura ferita.
CUORE INTEMPERANTE
«L’uomo deve imparare a trattare il corpo come si tratta un malato, a cui si rifiutano molte cose inutili che desidera, e al quale si prescrive un regime che ripugna».
Questa massima di san Bernardo è la massima d’oro dell’uomo temperante.
Al contrario, per l’uomo intemperante, vale la terribile espressione di san Paolo: «Il loro dio è il ventre» (Fil 3,19), e il versetto del Salmista: «Torpido come il grasso è il loro cuore» (Sal 118,70).
Forse sono pochi coloro che si rendono conto della gravità mortale che l’intemperanza provoca al corpo e allo spirito. «Per l’intemperanza molti perirono – dice lo Spirito Santo – mentre l’uomo sobrio prolunga la vita» (Sir 37,34).
Questa è una verità che riguarda molti uomini. I vizi e i bagordi, le crapule e le ubriachezze, hanno distrutto la salute fisica e morale di tanti uomini. Fumo e vino, scorpacciate e leccornie, liquori e droghe, hanno falciato più vite umane che le guerre, hanno distrutto sistemi nervosi, hanno fatto dilapidare patrimoni, provocando rovine e miserie senza numero. «L’insonnia, i disturbi e i dolori sono per l’uomo intemperante», dice ancora lo Spirito Santo (Sir 31,23-24).
Anche parecchi grandi uomini si sono rovinati per non aver praticato la necessaria temperanza. Si sa, ad esempio, che Maometto, per le sue intemperanze nel cibo e nell’impudicizia, morì a sessant’anni quasi improvvisamente, ed era diventato così corpulento che negli ultimi anni non riusciva più a fare le prostrazioni di rito durante la preghiera.
Ma i danni più disastrosi dell’intemperanza sono morali e spirituali. A causa dell’intemperanza il cuore viene disfatto e corrotto, lo spirito viene soffocato e degradato.
«Nel vino c’è la lussuria», ha detto san Paolo (Ef 5,18). «Le carni, il vino e il ventre pieno sono un semenzaio di iniquità», ha sentenziato san Girolamo. «La voluttà è compagna ordinaria dell’intemperanza; mentre i sensi perdono del loro vigore nelle delizie della mensa, il cuore si lascia andare ai vani piaceri», aggiunge san Gregorio.
«Quando abbiamo contentato il demonio dell’intemperanza, esso si ritira, per far posto a un altro demonio: quello dell’impurità», avverte san Giovanni Climaco. E infine, sant’Isidoro completa il quadro della rovina dicendo: «Gli eccessi della tavola illanguidiscono la vivacità dell’intelligenza e deprimono le facoltà dello spirito».
Attenti, quindi. Ispiriamoci al Cuore di Gesù, modello di ogni sobrietà. Egli ci doni il dominio di noi stessi per una retta vita cristiana. (...)
Proposito: Ogni venerdì fare una mortificazione nel cibo.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."


22 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/22-giugno.htm)
GIORNO 22
VITA DI FEDE
22° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per quelli che sono fuori della Chiesa Cattolica.
VITA DI FEDE
Un giovane era posseduto dal demonio; lo spirito maligno gli toglieva la parola, lo gettava nel fuoco oppure nell'acqua e lo tormentava in diversi modi.
Il padre condusse questo infelice figlio dagli Apostoli, affinché lo liberassero. Malgrado i loro tentativi, gli Apostoli non riuscirono. L'afflitto padre si presentò a Gesù e piangendo gli disse: Ti ho condotto mio figlio; se tu puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e vieni in nostro aiuto! -
Gesù gli rispose: Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede! - Il padre esclamò tra le lacrime: Io credo, o Signore! Aiuta la mia poca fede! - Gesù allora sgridò il demonio ed il giovane rimase libero.
Gli Apostoli domandarono: Maestro, perché non abbiamo potuto cacciarlo noi? - Per la vostra poca fede; perché in verità vi dico che se avrete fede quanto un granello di senapa, direte a questo monte: Passa da qui a là! - ed esso passerà e niente vi sarà impossibile - (S. Matteo, XVII, 14).
Che cosa è questa fede, che Gesù richiedeva prima di operare un miracolo? È la prima virtù teologale, il cui germe Dio mette nel cuore nell'atto del Battesimo e che ognuno deve far germogliare e sviluppare con la preghiera e le buone opere.
Il Cuore di Gesù ricorda oggi ai suoi devoti la guida della vita cristiana, che è la fede, perché il giusto vive di fede e senza fede è impossibile piacere a Dio.
La virtù della fede è un abito intrinsecamente soprannaturale, che dispone l'intelligenza a credere fermamente alle verità rivelate da Dio ed a darne l'assenso.
Lo spirito di fede è l'attuazione di questa virtù nella vita pratica, per cui non bisogna contentarsi di credere a Dio, a Gesù Cristo ed alla sua Chiesa, ma si deve improntare tutta la vita alla luce soprannaturale. La fede senza le opere è morta (Giacomo, 11, 17). Anche i demoni credono, eppure sono nell'inferno.
Chi vive di fede, è come colui che di nottetempo cammina rischiarato da una lampada; sa dove mettere i piedi e non inciampa. Gl'increduli e i noncuranti della fede sono come i ciechi che vanno brancolando e nelle prove della vita cadono, si rattristano o si disperano e non raggiungono il fine per cui sono stati creati: l'eterna felicità.
La fede è il balsamo dei cuori, che sana le ferite, addolcisce la dimora in questa valle di lacrime e rende meritoria la vita.
Coloro che vivono di fede, possono paragonarsi a quei fortunati che nei forti calori estivi dimorano in alta montagna e godono, il fresco e l'aria ossigenata, mentre nella pianura la gente soffoca e smania.
Coloro che frequentano la Chiesa e particolarmente i devoti del Sacro Cuore, hanno, la fede e devono ringraziare il Signore, perchè la fede è dono di Dio. Ma in tanti la fede è poca, debole assai e non apporta i frutti, che il Sacro Cuore attende.
Ravviviamo la nostra fede e viviamola appieno, affinché Gesù non abbia a dirci: Dov'è la vostra fede? (Luca, VIII, 25).
Più fede nella preghiera, convinti che se ciò che domandiamo è conforme ai voleri divini, l'otterremo presto o tardi, purché la preghiera sia umile e perseverante. Persuadiamoci che la preghiera non è mai sprecata, perchè se non otteniamo ciò che chiediamo, otterremo qualche altra grazia, forse maggiore.
Più fede nel dolore, pensando che di esso si serve Iddio per distaccarci dal mondo, per purificarci e per arricchirci di meriti.
Nelle pene più atroci, quando il cuore sanguina, ravviviamo la fede ed invochiamo l'aiuto di Dio, chiamandolo col dolce nome di Padre! « Padre nostro, che sei nei Cieli ... ». Egli non permetterà che i figli abbiano sulle spalle una croce più pesante di quella che possano sopportare.
Più fede nella vita quotidiana, ricordandoci spesso che Dio ci è presente, che vede i nostri pensieri, che vaglia i nostri desideri e che tiene in conto tutti i nostri atti, benché minimi, anche un solo buon pensiero, per darci a suo tempo un'eterna ricompensa. Più fede dunque nella solitudine, per vivere nella massima modestia, perchè mai siamo soli, trovandoci sempre alla presenza di Dio.
Più spirito di fede, per sfruttare tutte le occasioni - che la bontà di Dio ci presenta per guadagnare meriti: l'elemosina ad un poverello, un favore a chi non lo merita, il silenzio in un rimprovero, la rinunzia ad un piacere lecito ...
Più fede nel Tempio, pensando che vi dimora Gesù Cristo, vivo e vero, circondato da schiere di Angeli e quindi: silenzio, raccoglimento, modestia, buon esempio!
Viviamo intensamente la nostra fede. Preghiamo per quelli che non l'hanno. Ripariamo il Sacro Cuore di tutte le mancanze di fede.
ESEMPIO
Ho perduta la fede
La fede, d'ordinario, sta in rapporto alla purezza; più si è puri, più si sente la fede; più si cede all'impurità, più diminuisce la luce divina, sino ad eclissarsi del tutto.
Un episodio della mia vita sacerdotale comprova l'argomento.
Trovandomi in una famiglia, mi colpì la presenza di una donna, vestita con eleganza e ben truccata; il suo sguardo non era sereno. Approfittai per dirle una buona parola. Pensi, signora, un poco all'anima sua! -
Quasi offesa del mio dire, rispose: Che significa?
- Come ha cura del corpo, l'abbia anche dell'anima. Le raccomando la Confessione.
Cambi discorso! Non mi parli di queste cose. -
L'avevo toccata sul vivo; e continuai: - Lei, dunque, è contraria alla Confessione. Ma sempre nella sua vita è stata così?
- Sino ai venti anni andavo a confessarmi; poi ho cessato e non mi confesserò più.
- Dunque ha perduta la fede? - Sì, l'ho perduta! ...
- Le dico io il motivo: Da che si è data alla disonestà, non ha più fede! - Difatti un'altra signora, ch'era presente, mi disse: - Da diciotto anni questa donna mi ha rubato il marito!
Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio! (Matteo, V, 8). Lo vedranno faccia a faccia in Paradiso, ma lo vedono anche sulla terra con la loro viva fede.
Fioretto. Stare in Chiesa con molta fede e fare devotamente la genuflessione davanti al SS. Sacramento, pensando che Gesù è vivo e vero nel Tabernacolo.
Giaculatoria. Signore, accresci la fede nei tuoi seguaci!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)




Luca, Sursum Corda!









23 giugno 2017: festa del Sacratissimo Cuore di Gesù…




Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm
"VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE
LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ."



Sacro Cuore - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-2/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-2/
“23 giugno 2017, festa del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai desideri vostri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“Fête du Sacré-Cœur.”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Ediltrude, Regina e Vergine, la quale passò al Signore illustre per santità e per miracoli. Il suo corpo, dopo undici anni, fu trovato incorrotto. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Regina e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Ediltrude possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”






23° giorno: Cuore libero - Cuore schiavo (http://www.stellamatutina.eu/23-giorno-cuore-libero-cuore-schiavo/)
http://www.stellamatutina.eu/23-giorno-cuore-libero-cuore-schiavo/
23° giorno: Cuore libero – Cuore schiavo
CUORE LIBERO
«L’uomo gode vera pace e vera libertà – diceva Leone Magno – quando la carne è sottomessa allo spirito, e lo spirito a Dio».
La libertà è dominio delle cose. Chi è libero comanda.
Chi è schiavo obbedisce. Un fumatore, un dissoluto, un drogato, devono obbedire agli impulsi che li dominano.
Non sono più liberi, ma schiavi del tabacco, della carne e della droga.
Dio è libertà. Non dipende da nessuno, non è condizionato da nulla, è al di sopra di tutto e di tutti, il bene infinito è il suo regno.
Il Cuore di Gesù è il Cuore di Dio, libero e sovrano, domina ogni cosa e dona libertà a ogni creatura. «Dov’è lo Spirito del Signore – scrive san Paolo – ivi è libertà» (2Cor 3,17).
Il Cuore di Gesù è sorgente di amore, di umiltà, di purezza, di pazienza, di giustizia, di fortezza e di ogni altra virtù.
Orbene, le virtù donano la vera libertà dalla tirannia dell’egoismo, dell’orgoglio, della lussuria, dell’ira, dell’ingiustizia, del rispetto umano, e di ogni altro vizio. Questa è la «gloriosa libertà dei figli di Dio» (Rm 8,21). La libertà del bene e della virtù, la libertà della verità e della carità.
«La libertà vi farà liberi» (Gv 8,32), ha detto Gesù. Da che cosa? Dall’errore, dall’inganno, dall’illusione. Un cuore dominato dal vizio o dall’errore è un cuore imprigionato, è un cuore in stato di infarto, che non riesce più a pompare il sangue della vita e dell’amore.
Il Cuore di Gesù vuole che noi abbiamo il cuore libero e sereno, generoso e gioioso nel bene e nella verità. Il cuore di san Francesco d’Assisi che canta con tutte le creature le glorie di Dio, è un cuore libero e giocondo nell’amore umano e sovrumano. Ogni creatura gli appartiene e con ogni creatura egli si innalza fino all’Altissimo Onnipotente buon Signore.
Il Cuore di Gesù, libero nella verità e nella carità, si riflette nel cuore dei Santi, così liberi anch’essi di donarsi senza limiti e senza riserve, a tutto e a tutti.
Quando Gesù ci dice che Egli dona liberamente la sua stessa vita per la nostra salvezza (Gv 10,17-18), vediamo questa stessa libera donazione della vita in san Massimiliano M. Kolbe che si offre ad andare a morire al posto di un papà di famiglia.
Il Cuore di Gesù e il cuore dei Santi: quale scuola di libertà per i nostri poveri cuori così spesso tiranneggiati da vizi ed errori!
CUORE SCHIAVO
«Castigo il mio corpo e lo riduco in servitù» (1Cor 9,27). San Paolo scriveva con fierezza cristiana queste parole. Egli amava fortemente la libertà e non l’avrebbe mai tenuta prigioniera dei sensi. Perciò nella lotta fra carne e spirito, fra sensi e ragione, fra istinti e grazia, egli è tutto dalla parte dello spirito, della ragione e della grazia, colpendo il suo corpo come un pugile in lotta contro il suo avversario da dominare (1Cor 9,26).
Al contrario, molti di noi, invece di castigare il corpo per farlo servire allo spirito, accarezzano la propria carne, assecondando i sensi, coltivano gli istinti, a tutto danno dello spirito, a disonore della ragione, a discapito della grazia. Si vive a rovescio. Il cuore allora diventa lo schiavo sfruttato dalle passioni, dalle voglie, dai capricci della carne e delle creature, delle opinioni e delle mode di passaggio.
Povero cuore, ridotto a un burattino agli ordini di tutti!
«Chi commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34).
Sant’Agostino conosceva per esperienza questa verità e poté scrivere le mirabili pagine delle sue Confessioni per testimoniare come il cuore dell’uomo sia il campo di battaglia in cui si conquista o si perde la libertà e come sia dura la lotta per liberarsi dalla schiavitù delle passioni, specialmente della lussuria e della bestemmia.
E non è forse così? Chi può contare oggi i cuori ridotti a fogne della lussuria? Chi può contare oggi i cuori devastati dalla bestemmia? Perché tanti giovani e uomini non frequentano la Chiesa né i Sacramenti? Solo perché sono schiavi incatenati all’impurità e alla bestemmia.
Questa è condizione reale di tanti cristiani. Inutile nascondere la verità.
«Tu credi che sarebbe cosa assai strana – scrive san Giovanni d’Avila – vedere una bestia menare l’uomo per la cavezza, e farlo andare dove le piace?… Eppure di uomini che si lasciano tirare per la cavezza dalle loro brutali passioni ve ne sono moltissimi…».
Nella vita di Lutero leggiamo questo piccolo ma terribile episodio.
Una sera d’estate, mentre Lutero era affacciato alla finestra con la sua donna, questa gli additò il firmamento stellato e gli disse: «Guarda come è bello!».
«Sì – rispose cupamente Lutero – ma non è per noi!».
«E se torniamo sulla retta via?», replicò la donna. «Ora è tardi; ormai il carro è troppo affondato nel fango!».
Quale spaventosa condizione di schiavitù! Cuore di Gesù, donaci la libertà.
Proposito: Recitare la coroncina al Sacro Cuore di Gesù, chiedendogli la libertà del cuore.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."


23 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/23-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/23-giugno.htm
GIORNO 23
IL PENSIERO DEL PARADISO
23° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per il Papa, per i Vescovi e per i Sacerdoti.
IL PENSIERO DEL PARADISO
Gesù ci dice di tenere i nostri cuori fissi là, dove sono i veri gaudi. Ci esorta a stare distaccati dal mondo, a pensare spesso al Paradiso, a tesoreggiare per l'altra vita. Siamo su questa terra, non per restarvi sempre, ma per un tempo più o meno lungo; da un momento all'altro può scoccare per noi l'ultima ora. Dobbiamo vivere ed abbiamo bisogno delle cose del mondo; ma è necessario servirsi di queste cose, senza attaccarvi troppo il cuore.
La vita deve paragonarsi ad un viaggio. Stando in treno, quante cose si vedono! Ma sarebbe pazzo quel viaggiatore che vedendo una bella villa, interrompesse il viaggio e si fermasse lì, dimentico della sua città e della sua famiglia. Sono anche pazzi, moralmente parlando, coloro che si attaccano troppo a questo mondo e pensano poco o niente al fine della vita, alla beata eternità, alla quale tutti dobbiamo aspirare.
I nostri cuori, dunque, siano fissi al Paradiso. Fissare una cosa significa guardarla attentamente ed a lungo e non dare soltanto uno sguardo fugace. Gesù dice di tenere i nostri cuori fissi, cioè applicati, ai gaudi eterni; sono perciò da compatire coloro che pensano raramente ed alla sfuggita al bel Paradiso.
Purtroppo le sollecitudini della vita sono altrettante spine che soffocano le aspirazioni al Cielo. A che cosa si pensa di continuo in questo mondo? Che cosa si ama? Quali beni si cercano? ... I piaceri corporali, le soddisfazioni della gola, l'appagamento del cuore, il denaro, le comparse vane, i divertimenti, gli spettacoli ... Tutto ciò non è vero bene, perché non soddisfa pienamente il cuore umano e non è duraturo. Gesù ci esorta a cercare i veri beni, quelli eterni, che i ladri non possono rapirci e che la ruggine non può corrompere. I veri beni sono le opere buone, compiute in grazia di Dio e con retta intenzione.
I devoti del Sacro Cuore non devono imitare i mondani, che possono paragonarsi agli animali immondi, i quali preferiscono il fango e non sollevano lo sguardo in alto; imitino piuttosto gli uccelli, che toccano la terra appena appena, per necessità, per cercare un po' di becchime, e subito spiccano il volo in alto.
Oh, com'è sordida la terra, allorché si guarda il Cielo!
Entriamo nelle vedute di Gesù e non attacchiamo soverchiamente il cuore né alla nostra abitazione, che dovremo un giorno lasciare, né alle proprietà, che poi passeranno agli eredi, né al corpo, che andrà a marcire.
Non portiamo invidia a coloro che hanno molta ricchezza, perché vivono con più preoccupazione, morranno con più rincrescimento e daranno a Dio stretto conto dell'uso che ne avranno fatto.
Portiamo piuttosto una santa invidia a quelle anime generose, che ogni giorno si arricchiscono di beni eterni con molte opere buone ed esercizi di pietà ed imitiamo la loro vita.
Pensiamo al Paradiso nelle sofferenze, memori delle parole di Gesù: La vostra tristezza sarà cambiata in letizia! (Giovanni, XVI, 20).
Nelle piccole e momentanee gioie della vita solleviamo lo sguardo al Cielo, pensando: Ciò che si gode quaggiù è nulla, in paragone ai gaudi del Paradiso.
Non lasciamo passare un solo giorno, senza aver rivolto il pensiero alla Patria Celeste; ed alla fine della giornata domandiamoci sempre: Oggi cosa ho guadagnato per il Paradiso?
Come l'ago magnetico della bussola è di continuo rivolto al polo nord, così il nostro cuore sia rivolto al Cielo: Ivi sia fisso il nostro cuore, dove sono i veri gaudi!
ESEMPIO
Un'artista
Eva Lavallièrs, orfana di padre e di madre, dotata di molta intelligenza e di animo ardente, fu attratta fortemente dai beni di questo mondo ed andò in cerca di gloria e di piaceri. I teatri di Parigi furono il campo della sua giovinezza. Quanti applausi! Quanti giornali la esaltavano! Ma quante colpe e quanti scandali! ...
Nel silenzio della notte, rientrando in se stessa piangeva; non era sazio il suo cuore; aspirava a cose maggiori.
La celebre artista si era ritirata in un paesello, per riposare un poco e per disporsi ad un ciclo di recite. La vita silenziosa la portò alla meditazione. La grazia di Dio le toccò il cuore ed Eva Lavallièrs, dopo una grande lotta interna, decise di non fare più l'artista, di non aspirare più ai beni terreni e di mirare soltanto al Cielo. Non poté essere smossa dai solleciti pressanti di persone interessate; perseverò nel buon proposito ed abbracciò generosamente la vita cristiana, con la frequenza ai Sacramenti, con le opere buone, ma più di tutto sopportando con amore una grande croce, che doveva portarla alla tomba. La sua condotta edificante fu un'adeguata riparazione agli scandali dati.
Un giornale di Parigi aveva proposto un questionario ai suoi lettori, diretto a conoscere i vari gusti, specialmente delle signorine. Quante risposte vane a quel questionario! Volle rispondere anche l'ex artista, ma nel seguente tenore:
« Qual è il vostro fiore preferito? » - Le spine della corona di Gesù.
« Lo sport più preferito? » - La genuflessione.
« Il luogo che più amate? » - Il Monte Calvario.
« Qual è il gioiello più caro? » - La corona del Rosario.
« Qual è la vostra proprietà? » - La tomba.
« Sapete dire cosa siete? » - Un verme immondo.
« Chi forma la vostra gioia? » - Gesù. Così rispondeva Eva Lavallièrs, dopo aver apprezzato i beni spirituali ed avere fissato lo sguardo sul Sacro Cuore.
Fioretto. Se c'è qualche affetto disordinato, troncarlo subito, per non mettersi in pericolo di perdere il Paradiso.
Giaculatoria. Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)."






Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm
"VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE
LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.
Oggi la Chiesa ci propone di onorare con un culto speciale il Cuore sacratissimo di Gesù di cui il sacramento ci ha già rivelato l'immensa tenerezza. E per stimolarci ad onorare quel Cuore divino con maggior rispetto e devozione, Pio XI ha elevato questa festa al rito di doppio di prima classe e messo la sua Ottava alla pari di quelle di Natale e dell'Ascensione [1]. Il culto del Sacro Cuore - scriveva egli ancora Cardinale - è la quintessenza stessa del cristianesimo, il compendio e il sommario di tutta la religione. Il cristianesimo, opera d'amore nel suo inizio, nei suoi progressi e nel suo compimento non potrebbe essere identificato assolutamente con nessuna altra devozione come con quella del Sacro Cuore [2].

Oggetto della devozione al Sacro Cuore.
L'oggetto della devozione al Sacro Cuore è lo stesso Cuore ardente d'amore per Dio e per gli uomini. Dall'Incarnazione infatti Nostro Signor Gesù Cristo è l'oggetto dell'adorazione e dell'amore di ogni creatura, non soltanto come Dio ma come Uomo-Dio. Essendo la divinità e l'umanità unite nell'unica persona del Verbo divino, Egli merita tanto come Uomo che come Dio tutti gli omaggi del nostro culto; e come in Dio tutte le perfezioni sono adorabili, così pure in Cristo tutto è adorabile: il suo corpo, il suo sangue, le sue piaghe, il suo cuore, e per questo la Chiesa ha voluto offrire alla nostra adorazione questi oggetti sacri.

Il cuore di carne dell'Uomo-Dio.
In questo giorno essa ci mostra soprattutto il Cuore del Salvatore e ci chiede di onorarlo sia che lo consideriamo in se stesso sia che lo consideriamo come il simbolo vivente della sua carità.
In se stesso, questo Cuore di Gesù, per quanto sia solo un poco di carne, è già degno del nostro culto. Nella vita naturale del corpo umano, non è forse il cuore l'organo più nobile e più necessario, quello che distribuisce a tutte le membra il sangue che vivifica, che nutre, che rigenera e purifica? Adorare il Cuore di Gesù significa adorare per così dire, nel suo principio, nel suo fulcro, la vita di sacrificio e d'immolazione del nostro Salvatore. Significa adorare il prezioso recettacolo in cui le ultime gocce del sangue divino hanno atteso, per effondersi, che venisse a colpirlo la lancia di Longino. Quel cuore squarciato rimane per sempre come la testimonianza d'una vita che si è data interamente per la salvezza del mondo.
Nell'ordine morale, il cuore di carne occupa un posto altrettanto importante. Da sempre esso è considerato come la sede della vita affettiva dell'uomo, perché è l'organo che ne risente nella maniera più sensibile tutte le fluttuazioni. Le sue pulsazioni battono al ritmo dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, delle nostre passioni. Il linguaggio ha consacrato questo modo di vedere: è il cuore che ama, che compatisce, che soffre, si sacrifica e si dona. E come la bassezza di cuore genera tutti i vizi, così pure il cuore nobile ed elevato è la sorgente da cui s'irradiano insieme con l'amore tutte le virtù. Gesù, vero uomo, ha parlato così di se stesso. Ha offerto il suo cuore umano alla nostra contemplazione, mostrandolo circondato di fiamme ardenti e dicendo: "Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini", che lo ha portato verso tutte le sofferenze e le miserie dell'umanità, che ha avuto pietà dell'immensa moltitudine delle anime, e che Gli ha ispirato non solo di moltiplicare i miracoli, ma di istituire la Santissima Eucaristia, di fondare la Chiesa, di soffrire e di morire per riscattarci.
Se il cuore è per noi il centro in cui sono raccolte e il focolaio da cui s'irradiano le doti e le virtù, se sappiamo rendere omaggio al cuore delle persone particolarmente benefiche, quanto più non dobbiamo onorare il Cuore di Gesù come l'abisso, il santuario, il tabernacolo di tutte le virtù? Gli Inni dell'Ufficio e le Litanie le descrivono in numerose invocazioni che noi ripeteremo e mediteremo in questi giorni. E onde persuaderci ancor più dell'importanza e dell'utilità della devozione al Sacro Cuore, concludiamo ascoltando quanto scrive un certosino di Treviri morto nel 1461. Le sue parole saranno per noi un'indicazione di quello che dobbiamo fare per entrare nelle intenzioni della Chiesa che sono quelle stesse del suo celeste Sposo: "Se volete completamente e facilmente purificarvi dei vostri peccati, liberarvi delle vostre passioni e arricchirvi di tutti i beni… mettetevi alla scuola dell'eterna carità. Riponete, immergete spesso in ispirito... tutto il vostro cuore e la vostra mente nel Cuore dolcissimo di Nostro Signor Gesù Cristo in croce. Quel Cuore è pieno d'amore... Mediante lui noi abbiamo accesso al Padre nell'unità di spirito; egli abbraccia d'un immenso amore tutti gli eletti... In quel Cuore dolcissimo si trova ogni sorta di virtù, la fonte della vita, la consolazione perfetta, la vera luce che illumina ogni uomo, ma soprattutto chi ha fatto devotamente ricorso a Lui in ogni afflizione e necessità. Tutto il bene che si può desiderare lo si attinge abbondante in lui; ogni salvezza ed ogni grazia ci vengono da quel Cuore dolcissimo, e non da altrove. Esso è il focolare dell'amore divino che brucia sempre del fuoco dello Spirito Santo, che purifica, consuma e trasforma in sé tutti coloro che Gli sono uniti e che desiderano attaccarsi a Lui. Ora come ogni bene ci viene da questo Cuore dolcissimo di Gesù, così pure tutto dovete riferirvi... tutto restituirgli senza nulla attribuire a voi... In quello stesso Cuore confesserete i vostri peccati, domanderete perdono e grazia, loderete e ringrazierete... Per questo bacerete spesso con riconoscenza quel Cuore piissimo di Gesù inseparabilmente unito al Cuore divino, dove sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, un'immagine, voglio dire, sia di quel Cuore, sia del Crocifisso. Aspirerete senza posa a contemplarlo faccia a faccia confidandogli le vostre pene; attirerete così nel vostro cuore il suo spirito e il suo amore, le sue grazie e le sue virtù; a Lui ricorrerete nei beni e nei mali, in Lui avrete fiducia, a Lui vi attaccherete, in Lui abiterete, affinché, in cambio, si degni di porre la sua dimora nel vostro cuore; e qui infine dormirete dolcemente e riposerete nella pace. Poiché anche se i cuori di tutti i mortali vi abbandonassero, quel Cuore fedelissimo non vi ingannerà e non vi abbandonerà mai. E non trascurerete di onorare devotamente e di invocare anche la gloriosa Madre di Dio e dolcissima Vergine Maria, perché si degni di impetrarvi dal Cuore dolcissimo del suo Figliolo tutto quanto vi sarà necessario. In cambio, voi offrirete tutto al Cuore di Gesù attraverso le sue mani benedette" [3].

MESSA

EPISTOLA (Ef 3,8-19). - Fratelli: A me, il minimo dei santi, è stata concessa questa grazia di evangelizzare tra i Gentili le incomprensibili ricchezze di Cristo, e di illuminare tutti riguardo all'attuazione del mistero ascoso da secoli in Dio, il quale ha creato ogni cosa, affinché dai principati e dalle potestà sia conosciuta per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha mandato ad effetto per mezzo di Cristo Gesù Signor nostro, in cui abbiamo la fiducia di poterci avvicinare con tutta confidenza a Dio per mezzo della fede in lui. Quindi vi chiedo di non perdervi d'animo a motivo delle tribolazioni ch'io soffro per voi e che sono la vostra gloria. A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, da cui ogni famiglia e nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere mediante lo Spirito di lui potentemente corroborati nell'uomo inferiore, in modo che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori, e voi, radicati nella fede, fondati nella carità, possiate, con tutti i santi, comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, anzi possiate conoscere ciò che supera ogni scienza, la stessa carità di Cristo, in modo che siate ripieni di tutta la pienezza di Dio.

Il "Mistero di Cristo".
È giusto ricordare questa pagina luminosa in cui san Paolo ci svela in termini sublimi l'amore infinito di Dio per la sua creatura. Da tutta l'eternità è stato concepito da Dio un disegno che è come la ragione, la spiegazione, il motivo della creazione, e tale disegno consiste nel chiamare tutta l'umanità a partecipare alla vita di Cristo. Dio ha tanto amato gli uomini che ha dato loro il suo Figliolo unigenito affinché per lui e in lui diventino a loro volta suoi figli per l'eternità. Cristo con i suoi tesori di sapienza e di scienza; Cristo nel quale sono benedette tutte le genti, nel quale gli uomini sono salvati e fatti simili a lui nell'unità del suo corpo mistico; Cristo che abita in noi e ci fa vivere mediante la fede e l'amore, ecco dunque il mistero appena intravisto dai Patriarchi e dai Profeti e che il Nuovo Testamento ci rivela con incomparabile chiarezza. Ma il mistero di Cristo non si completa veramente che in noi e con la nostra cooperazione. Tutte le ricchezze messe così generosamente da Dio a nostra disposizione e di cui Cristo è la fonte, la Chiesa, i sacramenti, l'Eucaristia, non hanno altro fine che la santificazione di ciascuna delle nostre anime individualmente. Per questo l'Apostolo innalza a Dio una preghiera insistente, chiedendogli che le sue intenzioni di misericordia e d'amore non vengano meno davanti alla nostra ostinazione e alla nostra ribellione e che non sia reso vano in noi lo sforzo compiuto sul Calvario. Solenne si fa la sua supplica perché regni completamente in noi quella vita interiore che ci è stata data nel battesimo, l'uomo nuovo, il cristiano, il figlio di Dio, e questo attraverso la fine dell'uomo vecchio, mediante una costante adesione a Dio, una reale comunione di vita che sottometta a lui tutta la nostra attività. Allora la carità crescerà sovrana in noi, e il piano di Dio pienamente realizzato si compirà per noi fino alla beatitudine eterna.

VANGELO (Gv 19,31-37). - In quel tempo: I Giudei, affinché non restassero in croce i corpi nel sabato (che era Parasceve ed era solenne quel sabato) chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andaron quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro che eran con lui crocifissi; ma quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E chi vide lo ha attestato; e la sua testimonianza è vera. Ed egli sa di dire il vero, affinché voi pure crediate. Certamente, questo è avvenuto, affinché s'adempisse la Scrittura: Non gli romperete alcun osso. E un'altra Scrittura dice pure: Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto.

"Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto"! Ascoltiamo questo testo misterioso con il commosso raccoglimento della nostra santa madre Chiesa. Osserviamo la via donde essa è uscita. È appunto dal Cuore dell'Uomo-Dio che è nata. Non poteva avere altra origine, poiché è l'opera per eccellenza del suo amore, ed è appunto per questa Sposa che egli ha fatto tutte le altre opere. Eva fu tratta dal fianco di Adamo in un modo figurativo; ma non ne doveva restare traccia, perché fosse chiaro che la donna era stata tratta dall'uomo solo per un sublime mistero, e non vi si vedesse per lei inferiorità di natura. Ma nel Signore era giusto che la gloriosa traccia di quella uscita rimanesse, perché è una realtà. Bisogna che la sua Sposa, fondandosi su tale origine, possa continuamente far ricorso al suo amore, e sia sempre aperto davanti a lei il cammino perché raggiunga con sicurezza e con prontezza il suo Cuore in ogni cosa.
[1] L'ottava del Sacro Cuore è stata recentemente soppressa. Vedi nota per la Festa del Corpus Domini, p. 53.
[2] Opere, II, p. 48.
[3] Cfr. Etudes, CXXVII, p. 605.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 413-417."





Luca, Sursum Corda!

Holuxar
25-06-17, 22:43
Sabato 24 giugno: ventiquattresimo giorno del Sacro Cuore di Gesù…



“24 GIUGNO: NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.”
Guéranger, L'anno liturgico - 24 giugno. Natività di san Giovanni Battista (http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm)



Natività di san Giovanni Battista - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/nativita-san-giovanni-battista/)
“24 giugno, Natività di san Giovanni Battista.
“La Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore, e figlio dei santi Zaccaria ed Elisabetta, il quale fu ripieno di Spirito Santo, mentre era ancora nel seno di sua madre”.
1) O glorioso S. Giovanni Battista, che fra i nati di donna fosti il profeta più grande: benché santificato sin dal seno materno, tu vorresti ritirarti nel deserto per dedicarti alla preghiere ed alla penitenza. Ottienici dal Signore il distacco da ogni ideale terreno per avviarci verso il raccoglimento del dialogo con Dio e la mortificazione delle passioni. Gloria.
2) O zelantissimo precursore di Gesù che pur senza operare alcun miracolo attirasti a te le folle per prepararle ad accogliere il Messia e ad ascoltare le sue parole di vita eterna, ottienici la docilità alle ispirazioni del Signore in modo che con la testimonianza della nostra vita possiamo condurre le anime a Dio, quelle soprattutto che hanno più bisogno della sua misericordia. Gloria.
3) O martire invitto che per la fedeltà alla Legge di Dio e per la santità del matrimonio ti opponesti agli esempi di vita dissoluta a costo della libertà e della vita, ottienici da Dio una volontà forte e generosa affinché, vincendo ogni umano timore, osserviamo la Legge di Dio, professiamo apertamente la fede e seguiamo gli insegnamenti del Maestro Divino e della sua santa Chiesa. Gloria.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“24 juin : Nativité de Saint Jean-Baptiste.”


www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Giovanni Battista, Precursore del Signore, e figlio dei santi Zaccaria ed Elisabétta, il quale fu ripieno di Spirito Santo, mentre era ancora nel seno di sua madre. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Profeta, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Giovanni Battista possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“24 GIUGNO 2017: NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA (Doppio di prima classe con Ottava comune)”
“La vista del tuo adorato Cuore, o Gesù, mi fa ripetere, fra i sospiri e il pianto, "Non più peccati, o Gesù, non più!".”





24 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/24-giugno.htm)
“LA PACE
24° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati di odio.
LA PACE
Una delle promesse che il Sacro Cuore ha fatto ai suoi devoti, è: Metterò la pace nelle loro famiglie.
La pace è un dono di Dio; può darla soltanto Dio; e noi dobbiamo apprezzarla e custodirla nel nostro cuore e nella famiglia.
Gesù è il Re della pace. Quando mandava i discepoli in giro per le città ed i castelli, raccomandava loro di essere portatori di pace: Entrando in qualche casa, salutatela con dire: Pace a questa casa! - E se la casa ne è degna, verrà la vostra pace sopra di essa; se invece non è degna, la vostra pace ritornerà a voi! (Matteo, XV, 12).
- La pace sia con voi! (S. Giovanni, XXV, 19). Questo era il saluto e 1'augurio che Gesù rivolgeva agli Apostoli, quando appariva ad essi dopo la risurrezione. - Va' in pace! - diceva ad ogni anima peccatrice, quando la licenziava dopo averle perdonato i peccati (S. Luca, VII, 50).
Allorché Gesù disponeva gli animi degli Apostoli alla sua dipartita da questo mondo, li confortava con dire: Vi lascio la mia pace; vi dono la mia pace; ve la do, non come suole darla il mondo. Non si turbi il vostro cuore (S. Giovanni, XIV, 27).
Alla nascita di Gesù, gli Angeli annunziarono al mondo la pace, dicendo: Pace in terra agli uomini di buona volontà! (San Luca, II, 14).
La S. Chiesa implora di continuo la pace di Dio sulle anime, mettendo sulle labbra dei Sacerdoti, nella Messa, questa preghiera:
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, donaci la pace! -
Che cosa è la pace, tanto prediletta da Gesù? È la tranquillità dell'ordine; è l'armonia della volontà umana con quella divina; è una profonda serenità dello spirito, che può conservarsi anche. nelle prove più dure.
Non c'è pace per gli empi! La godono solamente coloro che vivono nella grazia di Dio e si studiano di osservare la legge divina meglio che sia possibile.
Il primo nemico della pace è il peccato. Lo sanno per triste esperienza coloro che cedono alla tentazione e commettono una grave colpa; subito perdono la pace del cuore e ne hanno in cambio amarezza e rimorso.
Il secondo ostacolo alla pace è l'egoismo, l'orgoglio, la detestabile superbia, per cui si brama di eccellere. Il cuore degli egoisti e dei superbi è senza pace, sempre inquieto. I cuori umili godono la pace di Gesù. Se ci fosse più umiltà, dopo un rimprovero o un'umiliazione, quanti rancori e desideri di vendetta si eviterebbero e quanta pace resterebbe nel cuore e nelle famiglie!
L'ingiustizia è soprattutto la nemica della pace, perché non conserva l'armonia nei rapporti col prossimo. Chi è ingiusto, pretende i propri diritti, sino all'esagerazione, ma non rispetta i diritti altrui. Questa ingiustizia porta la guerra nella società e la discordia nella famiglia.
Custodiamo la pace, dentro di noi e attorno a noi!
Sforziamoci di non perdere mai la pace del cuore, non solo evitando il peccato, ma anche tenendo lontano ogni turbamento dello spirito. Tutto ciò che porta turbamento nel cuore ed irrequietezza, viene dal demonio, il quale suole pescare nel torbido.
Lo spirito di Gesù è spirito di serenità e di pace.
Le anime poco esperte nella vita spirituale, facilmente sono preda del turbamento interiore; un nonnulla toglie loro la pace. Siano perciò vigilanti e preghino.
Santa Teresina, provata in tutti i modi nel suo spirito, diceva: Signore, provatemi, fatemi soffrire, ma non privatemi della vostra pace!
Custodiamo la pace nella famiglia! La pace domestica è una grande ricchezza; la famiglia che ne è priva, è simile ad un mare in tempesta. Infelici coloro che sono costretti a vivere in una casa, ove non regna la pace di Dio!
Questa pace domestica si mantiene con l'ubbidienza, cioè col rispettare la gerarchia che Dio vi ha messa. La disubbidienza turba l'ordine familiare.
Si mantiene con l'esercizio della carità, compatendo e sopportando i difetti dei congiunti. Si pretende che gli altri non manchino mai, non facciano sbagli, insomma che siano perfetti, mentre noi commettiamo tante mancanze.
La pace nella famiglia si conserva col troncare all'inizio qualunque motivo di discordia. Si spenga subito il fuoco, prima che diventi incendio! Si smorzi la fiamma della discordia e non si metta legna al fuoco! Se sorge in famiglia un disaccordo, un dissapore, si chiarisca tutto con calma e con prudenza; si faccia tacere ogni passione. E’ meglio cedere in qualche cosa, anche con sacrificio, anzichè turbare la pace della casa. Fanno bene coloro che ogni giorno recitano un Pater, Ave e Gloria per la pace nella propria famiglia.
Quando sorgesse in casa qualche forte contrasto, apportatore di odio, ci si sforzi di dimenticare; non si richiamino alla mente i torti ricevuti e non se ne parli, perchè il ricordo e il parlarne riaccendono il fuoco e la pace si allontana sempre più.
Non si dissemini la discordia, togliendo la pace a qualche cuore o a qualche famiglia; ciò avviene specialmente con il parlare imprudente, con l'intromettersi negli affari intimi del prossimo senza esserne richiesti e col rapportare alle persone ciò che si sente dire contro di loro.
I devoti del Sacro Cuore custodiscano la loro pace, la portino ovunque con l'esempio e la parola e s'interessino a farla ritornare in quelle famiglie, di parenti o di amici, da cui è stata bandita.
ESEMPIO
Ritornò la pace
A motivo dell'interesse, ebbe origine uno di quegli odi che mettono a soqquadro le famiglie.
Una figliuola, da anni accasata, cominciò ad odiare i genitori e gli altri familiari; il marito ne approvava l'agire. Non più visite al padre ed alla madre, né saluto, ma ingiurie e minacce.
La tempesta durò a lungo. Il genitore, nervoso ed intransigente, in un dato momento ideò la vendetta.
In quella casa era penetrato il demonio della discordia ed era sparita la pace. Solo Gesù poteva rimediare, ma invocato con fede.
Alcune anime pie della famiglia, la madre e due figliuole, devote del Sacro Cuore, stabilirono di ricevere molte volte la Comunione, perchè non capitasse qualche delitto e perchè presto ritornasse la pace.
Si era nel corso delle Comunioni, quando all'improvviso cambiò la scena.
Una sera la figlia ingrata, toccata dalla grazia di Dio, si presentò umiliata alla casa paterna. Riabbracciò la madre e le sorelle, chiese perdono della sua condotta e volle che tutto si dimenticasse. Era assente il padre e si temeva qualche temporale appena fosse rientrato, conoscendosi il suo carattere focoso. Ma non fu così! Rientrando questi a casa calmo e mansueto come un agnellino, abbracciò la figlia, si sedette in serena conversazione, come se nulla fosse capitato precedentemente.
Chi scrive, testimonia il fatto.
Fioretto. Custodire la pace nella famiglia, nella parentela e nel vicinato.
Giaculatoria. Dammi, o Gesù, la pace del cuore!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


24° giorno: Cuore leale - Cuore falso (http://www.stellamatutina.eu/24-giorno-cuore-leale-cuore-falso/)
“24° giorno: Cuore leale – Cuore falso
CUORE LEALE
Un cuore leale è un cuore nobile e forte. Merita fiducia e lode. «Il Signore si compiace, in quelli che camminano con schiettezza» (Pro 11,20).
Il cuore leale si riconosce subito, perché non ha paura di soffrire a causa della verità, per la sua sincerità. Anzi, tanto più è leale, quanto più è pronto a rimetterci persino la vita piuttosto che mentire.
Nella persecuzione di Diocleziano, un drappello di soldati venne mandato a catturare sant’Antimo, Vescovo di Nicomedia. Senza saperlo, entrarono proprio nella casa di sant’Antimo, per chiedere da mangiare. Il Vescovo stesso si mise subito a servirli, senza che i soldati sospettassero che fosse proprio lui il Vescovo da catturare.
Appena rifocillati, i soldati gli chiesero qualche notizia sul vescovo Antimo.
«Ma sono io!» – rispose tranquillamente il Santo.
I soldati rimasero sbalorditi e imbarazzati. Non avrebbero mai avuto il coraggio di imprigionare chi li aveva rifocillati e serviti. Gli proposero, perciò, di fuggire a destra, mentre essi lo avrebbero cercato a sinistra, in modo da non trovarlo. «No no… – rispose serenamente il Vescovo –. Non voglio essere complice della vostra bugia. Io non mentirò né permetterò che voi mentiate per salvare a me la vita. Conducetemi pure dove vi è stato imposto».
I soldati dovettero condurlo, e il Vescovo perse la vita, per non aver voluto mentire.
Quante volte Gesù stava per essere lapidato perché diceva la verità? «Non ti lapidiamo per nessuna opera buona, ma… perché tu, che sei uomo, ti fai Dio» (Gv 10,33).
Leggendo il Vangelo notiamo subito che il parlare di Gesù manifesta sempre un pensiero lucido e schietto, rivelatore di una sincerità di cuore che non ammette riserve.
«Il vostro parlare sia: sì sì, no no. Il di più è dal maligno» (Mt 5,37). I farisei avevano paura di Gesù, perché si sentivano smascherati nella loro perfida ipocrisia: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti» (Mt 23,14). La falsità e l’ipocrisia sono figlie del diavolo, che è «il padre della menzogna» (Gv 8,44).
Un cuore leale ispira ammirazione e soprattutto fiducia.
Sul Cuore di Gesù noi possiamo poggiare il capo e riposare tranquilli. «In verità vi dico, il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai» (Mc 13,31).
CUORE FALSO
«Il cuore doppio è in abominio al Signore» (Pro 11,20).
Quanto piace al Signore il cuore sincero, tanto gli dispiace il cuore falso. Un cuore falso è un cuore nemico. Impossibile fidarsi.
È capace di ingannare, di abbandonare, di tradire.
Il bacio di Giuda è il simbolo del cuore falso. Dietro il segno dell’amore più fraterno, espresso dal bacio, c’è il pugnale del tradimento che ti colpisce a rovina. «Con la bocca benedicono, nel loro cuore maledicono» (Sal 61,5).
Quando i compagni di università si accorsero che Contardo Ferrini era un giovane virtuoso in maniera eccezionale, si misero con gusto perfido a tendergli insidie dietro le false apparenze dell’amicizia. Ma il beato Contardo si accorse presto dei tranelli in cui volevano farlo cadere, e si allontanò subito da quei falsi amici.
«Quante volte non ho trovato fedeltà, ove credevo che ve ne sarebbe stata!», esclama l’Imitazione di Cristo (III, 45,1). L’inganno e la falsità sono le armi tenebrose del cuore sleale. «Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra» (Sal 54,22).
“Dagli amici mi guardi Dio”, dice un detto antico.
Perché? Perché è molto frequente avere amici dal cuore doppio, che si tirano indietro proprio nel momento della prova di fedeltà.
Quante volte facciamo così anche noi con il Signore!
È facile sentir dire che si è devoti del Sacro Cuore. Ma è difficile voler capire che si è sinceri devoti del Sacro Cuore, quando si è fedeli agli impegni presi. Non si ha il cuore leale se si prende l’impegno di fare la Confessione e Comunione nei nove primi venerdì del mese, e poi, non si mantiene l’impegno fino alla fine. Non si ha il cuore leale se si vuole essere devoti del Sacro Cuore, e poi ci si disinteressa del tutto del culto da diffondere dovunque sia possibile. «Fratelli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (Gv 3,18).
Animiamoci, quindi, con cuore leale e schietto ad amare e a far amare il Sacro Cuore, ricordando quella promessa di Gesù che dice: «Le persone che propagheranno questa mia devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato».
È possibile una promessa più consolante di questa?
Proposito: Sforzarsi di introdurre il culto al Sacro Cuore in qualche famiglia.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”






Guéranger, L'anno liturgico - 24 giugno. Natività di san Giovanni Battista (http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm)
“24 GIUGNO NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
I-LA GLORIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Il Messia nascosto.
"Voce di colui che grida nel deserto: Preparate le vie del Signore; ecco il vostro Dio" (Is 40,3.9)! Oh, chi, nel nostro arido secolo, comprenderà l'esultanza della terra a questo annuncio per tanto tempo atteso? Il Dio promesso non è ancora manifestato; ma già i cieli si sono umiliati (Sal 17,10), per lasciargli libero il passaggio. Sotto il velo di umiltà, in cui come prima della sua nascita, deve continuare a velare agli uomini la sua divinità, chi scoprirà l'Emmanuele? Chi soprattutto, avendolo riconosciuto nelle sue misericordiose umiliazioni, saprà farlo accettare da un mondo folle di orgoglio, e potrà dire, mostrando nella folla il figlio del falegname (Mt 13,55): Ecco colui che i vostri padri aspettavano!
Questo infatti è l'ordine stabilito dall'alto per la manifestazione del Messia: il Dio fatto uomo non si intrometterà da se stesso negli atti della vita pubblica; aspetterà, per inaugurare il suo divino ministero, che un membro di quella stirpe divenuta la sua, un uomo venuto prima di lui e dotato a tal fine di sufficiente credito, lo presenti al suo popolo.
Convenienza di un precursore.
Missione sublime, che farà d'una creatura il garante di Dio, il testimone del Verbo! La grandezza di colui che deve riempirlo era indicata, come quella del Messia, molto tempo prima della sua nascita. Non già che, per illuminare i suoi passi, Cristo avesse bisogno d'un aiuto estraneo; ma tanti falsi splendori avevano ingannato l'umanità, durante la notte dei secoli di attesa, che la vera luce, sorgendo d'improvviso, non sarebbe stata compresa, o non avrebbe fatto che accecare degli occhi resi impotenti dalle tenebre precedenti a sopportare il suo splendore. L'eterna Sapienza aveva dunque stabilito che, come l'astro del giorno è annunciato dalla stella del mattino, così Cristo luce sarebbe stato preceduto quaggiù da un astro precursore, e segnalato dall'irradiamento di cui egli stesso avrebbe rivestito quel fedele messaggero della sua venuta. Quando un tempo l'Altissimo si degnava di schiarire l'avvenire per i suoi profeti, il lampo che, ad intermittenza, solcava così il cielo dell'antica alleanza, si spegneva nella notte, senza portare il giorno; ma l'astro cantato nel salmo non conoscerà la sconfitta: non essendo di per sé, come ogni creatura, che nulla e tenebre, rifletterà così da vicino lo splendore del Messia, che parecchi lo prenderanno per Cristo stesso (Lc 3,15).
L'annuncio profetico.
La misteriosa conformità di Cristo e del suo Precursore, gl'incomparabili accostamenti che li unisce, sono notati in molti punti dei Libri sacri. Se Cristo è Verbo, la parola eterna del Padre, lui sarà la Voce che porterà tale parola dove deve giungere. Cristo è l'angelo dell'alleanza; ma nello stesso testo in cui lo Spirito Santo gli dà un appellativo così pieno per noi di speranza, pare che porti anche quel nome d'angelo il fedele ambasciatore a cui la terra sarà debitrice di conoscere lo Sposo: "Ecco che io mando il mio angelo che preparerà il cammino davanti a me, e presto verrà nel suo tempio il dominatore che cercate, l'angelo dell'alleanza che desiderate; ecco che egli viene, dice il Signore degli eserciti" (Mal 3,1). E ponendo fine al ministero profetico di cui è l'ultimo rappresentante, Malachia termina i suoi stessi oracoli con le parole che abbiamo intese rivolgere da Gabriele a Zaccaria, per annunciargli la prossima nascita del Precursore (ivi 4,5.6).
L'annuncio angelico.
La presenza di Gabriele, in questa occasione, mostrava essa pure come il bambino allora promesso sarebbe stato l'intimo del Figlio di Dio; poiché lo stesso principe delle milizie celesti sarebbe presto venuto ad annunciare l'Emmanuele. Molti tuttavia sono i messaggeri fedeli ai piedi del trono della Santissima Trinità, e la scelta di quegli augusti legati varia, di solito, secondo l'importanza delle istruzioni che l'Altissimo trasmette per loro mezzo al mondo. Ma era conveniente che l'arcangelo incaricato di concludere le sacre nozze del Verbo con l'umanità, preludesse a quella grande missione preparando la venuta di colui che gli eterni decreti avevano designato come l'Amico dello Sposo (Gv 3,29). Sei mesi dopo, inviato a Maria, egli recava il suo divino messaggio rivelando alla Vergine purissima il prodigio che, fin da allora, dava un figlio alla sterile Elisabetta: primo passo dell'Onnipotente verso un miracolo ancora più sublime. Giovanni non è ancora nato: ma senza tardare oltre, la sua missione è aperta; egli attesta la verità delle promesse dell'angelo. Quale ineffabile garanzia è quella di questo bambino, ancora nascosto nel seno della madre, e già testimone di Dio nel sublime commercio che tiene sospesa la terra e il cielo! Illuminata dall'alto, Maria riceve la testimonianza e non esita più: "Ecco la serva del Signore, dice all'Arcangelo; sia fatto di me secondo la tua parola" (Lc 1,38).
La santificazione del Precursore.
Gabriele si è ritirato, portando con sé il segreto divino che non dovrà comunicare al resto del mondo. La Vergine prudentissima non parlerà nemmeno essa; lo stesso Giuseppe, suo virgineo sposo, non riceverà comunicazione del mistero. Non abbiamo tuttavia timore! C'è qualcuno per cui l'Emmanuele non avrà né segreti né ritardi; ed egli saprà rivelare il prodigio. Il Verbo ha appena preso possesso del santuario immacolato in cui doveva passare i nove primi mesi della sua dimora fra gli uomini, che la Vergine illuminata interiormente dal desiderio del suo Figliolo, si reca con tutta sollecitudine verso i monti della Giudea (Lc 1,39). All'amico dello Sposo la sua prima visita, a Giovanni l'inizio delle sue grazie. Una festa a parte ci permetterà di onorare in modo speciale il giorno prezioso in cui il Dio Bambino, santificando il suo Precursore, si rivela a Giovanni attraverso la voce di Maria; in cui la Vergine, manifestata da Giovanni che trasalisce nel seno della madre, proclama finalmente le grandi cose che l'Onnipotente ha operate in lei secondo la misericordiosa promessa che fece un tempo ai padri nostri, ad Abramo e alla sua posterità per tutti i secoli (Lc 1,55).
La nascita del Precursore.
Ma è giunto il tempo in cui la notizia dei figli e delle madri si deve spargere ai paesi d'intorno, in attesa che giunga al mondo intero. Giovanni sta per nascere e, non potendo ancora parlare, scioglierà la lingua del padre. Farà cessare il mutismo da cui il vecchio sacerdote, immagine dell'antica legge, era stato colpito dall'angelo; e Zaccaria, ripieno dello Spirito Santo, renderà manifesta con un nuovo cantico la visita benedetta del Signore Dio d'Israele (Lc 1,68).
II. - LA LITURGIA DELLA FESTA
La pietà antica.
Tutto ci mostra in questa festa una delle solennità più care alla Sposa. Che avverrebbe mai se, risalendo verso i tempi più felici, ci fosse concesso di prendere parte alle antiche manifestazioni del sentimento cattolico in questo giorno? Nei grandi secoli in cui la pietà dei popoli seguiva docilmente le ispirazioni della Chiesa, lo spettacolo delle dimostrazioni, suggerite alla fede di tutti dal ritorno di cari anniversari, manteneva in ognuno la comprensione dell'opera divina e delle grandi armonie che l'antico Ciclo sapeva rendere. Oggi che lo spirito liturgico è diminuito per molti, non si riscontra più il movimento veramente cattolico che imprimeva alle folle, e l'assenza di un sicuro orientamento si fa risentire nella devozione di un gran numero di persone: disorientata, non più capace di puntare sui fari luminosi che la Chiesa aveva disposti ad ogni mutamento di rotta, essa appare talvolta più sensibile al vento delle novità che alla tradizionale ispirazione dello Spirito Santo; è priva di quel particolare senso che i più piccoli come i più grandi della famiglia cristiana attingevano alla comune scuola del sacro Ciclo; senza una veduta sintetica, troppo sovente essa difetta di proporzioni, e la mancanza di equilibrio l'espone a un'infinità di false mosse piene di pericoli o senz'altro risultato se non di una fatica priva di vantaggi. Tuttavia le scosse e le deviazioni recate dall'insufficienza di alcuni, non fanno vacillare la nave della vera pietà, poiché contro i venti e le maree, e perfino in mezzo alle mutilazioni che deve subire, la ferma mano del pilota supremo mantiene sempre la primitiva direzione. Siamo ben lontani dal tempo in cui due eserciti nemici, trovandosi di fronte, la vigilia di san Giovanni, rimandavano la battaglia all'indomani della festa (Battaglia di Fontenay, sabato 25 giugno dell'841). In Francia, dove la prudenza benevola della Chiesa si è rassegnata a tante perdite dolorose, la Natività di san Giovanni Battista viene celebrata solennemente solo quando cade di Domenica; tuttavia, elevata nel calendario a doppio di prima classe con Ottava [1], continua a presentarsi al fedele attento rivestita dei caratteri che designano in essa uno dei più importanti giorni dell'anno.
La festa del 29 agosto.
Un'altra festa deve giungere, alla fine di agosto, ad esigere i nostri omaggi verso il figlio di Zaccaria e di Elisabetta: la festa del suo glorioso martirio e della sua nascita al cielo. Ma, per quanto venerabile debba essere per noi, secondo l'espressione stessa della Chiesa nel giorno della Decollazione di san Giovanni Battista, essa non avrà lo splendore di quest'ultima. Infatti, la solennità di questo giorno si riferisce non tanto a Giovanni, quanto a Gesù da lui annunciato; mentre la Decollazione, più personale per il nostro Santo, non presenta nel piano divino l'importanza che aveva la sua nascita, preludio di quella del Figlio di Dio.
Il Natale estivo.
Gesù solo è la luce, la luce senza la quale il mondo resterebbe nella morte; e Giovanni non è che l'uomo mandato da Dio, senza il quale la luce resterebbe sconosciuta (Gv 1,4-10). Ma Gesù essendo inseparabile da Giovanni, come il giorno dalla sua aurora, non si deve stupire che l'esultanza del mondo, alla nascita di Giovanni, faccia parte di quella che susciterà a suo tempo la venuta del Salvatore. È Natale estivo. Fin dall'inizio, Dio e la sua Chiesa si preoccuparono, come presto vedremo dimostrare mediante molti riaccostamenti, la dipendenza e la somiglianza delle due solennità.
Precursore dei Martiri.
Dio, la cui provvidenza cerca in tutto la glorificazione del suo Verbo fatto carne, calcola gli uomini e i secoli secondo la testimonianza che rendono a Cristo; per questo Giovanni è così grande. Da colui infatti che i profeti annunciavano come venturo, che gli apostoli predicavano come già venuto, egli solo, profeta e apostolo insieme, ha detto mostrandolo: Eccolo! Essendo dunque Giovanni il testimone per eccellenza (Gv 1,7) era giusto che presiedesse al glorioso periodo in cui, per tre secoli, la Chiesa rese allo Sposo quella testimonianza del sangue che dà ai martiri il primo posto nella sua riconoscenza, dopo gli apostoli i profeti sul cui fondamento essa è basata (Ef 2,20). Dieci volte si aprirono, sull'immensa estensione dell'impero, le vene della Sposa; e l'eterna Sapienza volle che la decima e ultima persecuzione si ricollegasse, appunto per il 25 dicembre del 303, in Nicomedia (v. vol. I, p. 136), alla nascita del Figlio di Dio di cui assicurava il trionfo. Ma se la Natività dell'Emmanuele illumina in tal modo nei sacri testi la fine delle grandi battaglie, quella di Giovanni, come era giusto, ne segna gli inizi. Fu nell'anno 64 che, per la prima volta, Roma pagana aprì le sue arene ai soldati di Cristo; ed è il 24 giugno che la Chiesa ne consacra l'augusto ricordo, con quella menzione che fa seguito, nel suo Martirologio, all'annuncio riguardante la Natività del Precursore: "A Roma, la santa memoria di numerosi martiri che, sotto l'imperatore Nerone, furono calunniosamente accusati dell'incendio della città, e morirono per ordine del principe con varii supplizi: gli uni esposti, sotto pelli di animali, ai morsi dei cani, altri crocefissi, altri bruciati a guisa di torce al cadere del giorno per servire da fiaccole nella notte. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli: primizie elette che la Chiesa romana, campo fecondo di martiri, offrì prima della morte degli Apostoli al Signore".
Precursore dei monaci.
La solennità del 24 giugno illumina dunque in duplice maniera le origini del cristianesimo. Non vi furono mai giorni abbastanza cattivi nella Chiesa, in cui sia venuta meno, anche per un anno solo, la predizione dell'angelo che molti si sarebbero rallegrati alla nascita di Giovanni (Lc 1, 14); insieme alla gioia, la sua parola, i suoi esempi, la sua intercessione davano coraggio ai martiri. Dopo il trionfo riportato dal Figlio di Dio sulla negazione pagana, quando alla testimonianza del sangue seguì quella della confessione mediante le opere e la lode, Giovanni conservò il suo posto di precursore di Cristo nelle anime. Guida dei monaci, li conduce lontano dal mondo e li fortifica nella battaglie della solitudine; amico dello Sposo, continua a formare la Sposa, preparando al Signore un popolo perfetto (ivi 17).
Precursore dei fedeli.
Nei diversi stati, a tutti i gradi della vita cristiana, si fa sentire il suo benevolo e necessario influsso. "Precursore nella nascita, precursore nella morte, san Giovanni - dice sant'Ambrogio - continua a camminare davanti al Signore. E forse più di quanto noi pensiamo, la sua misteriosa azione ha la propria parte nella nostra vita presente, nel giorno attuale. Quando cominciamo a credere in Cristo, vi è come una virtù di Giovanni che ci attira dietro di sé; egli inclina nel senso della fede i sentieri della nostra anima; raddrizza i cammini tortuosi di questa vita, ne fa la retta via del nostro pellegrinaggio, perché non abbiamo a cadere nelle anfrattuosità dell'errore; fa sì che tutte le nostre valli possano ricolmarsi dei frutti delle virtù e che ogni altura mondana si abbassi davanti al Signore" (Lc 1,38).
Patrono dei battisteri.
Ma se il Precursore ha la sua parte in ogni progresso della fede che avvicina a Cristo le anime, interviene ancor più in ogni battesimo che viene ad arricchire la Sposa. A lui sono consacrati i battisteri. Il battesimo che egli impartiva alle folle sulle rive del Giordano non ebbe mai, è vero, il potere del battesimo cristiano; ma immergendo l'Uomo-Dio nelle acque, poneva le acque in possesso della virtù fecondatrice, che, scaturita dall'Uomo-Dio, avrebbe loro dato di completare fino alla fine dei tempi, con l'accesso di nuovi mèmbri, il corpo della Chiesa unita a Cristo.
Patrono dei popoli e delle Chiese.
La fede dei nostri padri non ignorava i grandi benefici di cui erano debitori a Giovanni gli individui e i popoli. Molti neofiti ricevevano il suo nome nel battesimo, e tanto era efficace per condurre fino alla santità l'aiuto prestato da lui ai suoi fedeli devoti, che non vi è giorno del calendario in cui non si possa onorare la nascita in cielo di qualcuno di essi. Patrono un tempo dei Longobardi, san Giovanni Battista lo è oggi del Canada Francese. Ma, sia in Oriente sia in Occidente, chi potrebbe contare le regioni, le città, le abbazie, le chiese poste sotto quel potente patronato: dal tempio che, sotto Teodosio, sostituì ad Alessandria l'antico Serapeon con i suoi famosi misteri, fino al santuario innalzato sulle rovine dell'altare di Apollo, a Monte Cassino, dal patriarca dei monaci; dalle quindici chiese che Bisanzio aveva dedicate fra le sue mura al Precursore, fino a quella augusta basilica del Laterano che, nella capitale del mondo cristiano, rimane come la regina e la madre di tutte le Chiese della Città e del mondo! Dapprima dedicata al Salvatore, essa unì ben presto a quel sacro appellativo, come inseparabile, quello dell'Amico dello Sposo.
Solennità della vigilia.
La Vigilia di san Giovanni non è più di precetto; un tempo, tuttavia, non un solo giorno di digiuno ci si imponeva all'avvicinarsi della Natività del Precursore, ma un'intera quaresima, che richiamava con la sua durata e le sue prescrizioni l'Avvento del Signore. Più severe erano state le sante esigenze della preparazione, più cara e meglio compresa era la festa. Dopo aver uguagliato la penitenza della Quaresima di Giovanni alle austerità di quella di Natale, non ci stupiva più di vedere che la Chiesa riavvicinava nella Liturgia le due Natività.
I fuochi di san Giovanni.
Tre Messe celebravano la nascita di Giovanni, come quella di Colui che egli fece conoscere alla Sposa: la prima, di notte, ricordava il suo titolo di precursore; la seconda, allo spuntare del giorno, onorava il suo battesimo; l'ultima, a Terza, esaltava la sua santità (Sacr. Gregor. Amal, pseudo Alcuino, Ord. Rom.). Inoltre, come vi erano una volta due Mattutini nella notte di Natale, Durando di Mende ci riferisce, insieme con Onorio di Autun, che parecchi celebravano nella festa di san Giovanni, un duplice Ufficio (Ration. 7,14). Il primo cominciava al tramonto; era senza alleluia, per significare il tempo della Legge e dei Profeti che durò fino a Giovanni (Lc 16,16). Il secondo, si iniziava nel cuore della notte e terminava all'aurora; veniva cantato con alleluia, per indicare l'inizio dei tempi della grazia e del regno di Dio (ibid.).
La letizia, che è il carattere specifico di questa festa, dilagava anche fuori dei luoghi santi, e si spandeva finanche sui Musulmani infedeli. Se a Natale il rigore della stagione confinava accanto al focolare domestico le commoventi manifestazioni della pietà privata, lo splendore delle notti della solennità estiva porgeva alla viva fede dei popoli l'occasione di rifarsi. Completava così quello che le sembrava l'insufficienza delle sue dimostrazioni verso il Bambino Dio, con gli onori resi al Precursore nella sua culla. Appena si spegnevano gli ultimi raggi del sole, dal lontano Oriente fino all'estremo Occidente, sull'intera superficie del mondo, immensi falò si levavano dalle montagne, e salivano d'un tratto da tutte le città, in ogni borgata, nei più piccoli villaggi. Erano i fuochi di san Giovanni: testimonianza autentica, e continuamente rinnovata, nella verità delle parole dell'angelo e della profezia la quale annunciava quella gioia universale che doveva salutare la nascita del figlio di Elisabetta. Come una lampada ardente e risplendente, secondo l'espressione del Signore, egli era apparso nella notte senza fine. Per un tempo, la sinagoga aveva voluto rallegrarsi ai suoi raggi (Gv 5,35); ma, poi sconcertata dalla sua fedeltà che le impediva di sacrificarsi per Cristo e per la vera luce (ivi 1,20), irritata alla vista dell'Agnello che Giovanni mostrava come la salvezza del mondo e non più soltanto di Israele (ivi 29), si era rivolta subito nuovamente verso la notte e aveva messo da se stessa ai propri occhi la benda che la faceva rimanere nelle tenebre fino ai nostri giorni. Grata a colui che non aveva voluto né mutilare né ingannare la Sposa, la gentilità lo esaltò tanto più quanto più egli si era umiliato; raccolse gli ideali che avrebbe dovuto custodire la sinagoga ripudiata, e manifestò con tutti i mezzi in suo potere che, senza confondere la luce avuta dal Precursore con lo splendore del Sole di giustizia, ne salutava tuttavia con entusiasmo quella luce che era stata per l'umanità l'aurora dei gaudi nuziali.
Antichità dei fuochi di san Giovanni.
Si potrebbe quasi dire dei fuochi di san Giovanni che risalgono all'origine stessa del cristianesimo. Per lo meno, appaiono fin dai primi tempi della pace, come un frutto dell'iniziativa popolare, non senza stimolare talvolta la sollecitudine dei Padri e dei concili, pronti ad allontanare qualunque idea superstiziosa di manifestazioni che volessero sostituire, del resto così felicemente, le feste pagane dei solstizi. Ma la necessità di combattere alcuni abusi, possibili oggi come allora, non impedì alla Chiesa di incoraggiare un genere di manifestazioni che rispondeva così bene al carattere della festa [2].
I fuochi di san Giovanni completavano felicemente la solennità liturgica; mostrando unite in uno stesso pensiero la Chiesa e la città terrena. Infatti, l'organizzazione di questi festeggiamenti spettava ai comuni, e i municipi ne sopportavano tutte le spese. Così, il privilegio di accendere i fuochi era riservato di solito alle personalità eminenti nel campo civile. Gli stessi re, prendendo parte alla gioia di tutti, si facevano un onore di dare questo segnale di allegria ai loro popoli; Luigi XIV, nel 1648, mise ancora il fuoco alla pira della piazza di Grève, come avevano fatto i suoi predecessori. D'altronde, come si usa sempre in parecchi luoghi della cattolica Bretagna, il clero, invitato a benedire le cataste di legna, vi gettava poi la prima torcia, mentre la folla, recando altre torce accese, si spargeva nelle campagne intorno alle messi in maturazione, oppure seguiva sulle rive del mare le sinuosità della costa, con grida di gioia a cui rispondevano i fuochi accesi nelle vicine isole.
La "Girandola".
In alcuni luoghi, la girandola, disco infuocato che girava su se stesso e percorreva le strade della città o scendeva dalla cima dei monti, rappresentava il moto del sole che raggiunge il punto più alto della sua corsa per ridiscenderne subito; richiamava così le parole del Precursore riguardo al Messia: Bisogna che egli cresca e che io diminuisca (Gv 3,30). Il simbolismo era completato dall'usanza che si aveva di bruciare le ossa e gli avanzi di ogni specie, in quel giorno che annunciava la fine della legge antica e l'inizio dei tempi nuovi, secondo il detto della Scrittura: Rigetterete ciò che è vecchio all'arrivo dei nuovi beni (Lev 26,10).
Beate le popolazioni che conservano ancora qualcosa delle usanze a cui la semplicità dei nostri padri attingeva una letizia più vera e più pura certamente di quelle chieste dai loro successori a certe feste in cui l'anima non prende più parte.
III. MESSA
La Messa è composta di diversi passi dell'Antico e del Nuovo Testamento. La Chiesa, dicono gli autori liturgici, vuole così ricordarci che Giovanni forma il legame delle sue alleanze e partecipa a ciascuna di esse. Egli è la preziosa graffe che fissa il duplice manto della legge e della grazia (San Pier Cris., Discorso 91) sul petto dell'eterno Pontefice.
EPISTOLA (Is 49,1-3;5-7). - Udite, o isole, state attenti, o popoli lontani, il Signore mi ha chiamato dal seno materno, dal seno di mia madre si ricordò del mio nome. Egli fece la mia bocca come spada tagliente, mi custodì sotto l'ombra della sua mano, ha fatto di me una freccia scelta, mi ha nascosto nella sua faretra. E mi ha detto: Tu sei il mio servo, o Israele; in te sarò glorificato. Ed ora parla il Signore, colui che fin dal seno della madre mi fece suo servo: ecco io ti ho donato a luce delle nazioni, affinché tu sia la mia salvezza fino agli ultimi confini del mondo. I re e i principi s'alzeranno appena ti vedono. T'adoreranno a causa del Signore e del santo d'Israele che ti ha eletto.
Gratitudine dei Gentili.
Figli della Chiesa, entriamo nei suoi pensieri; comprendiamo quale debba essere la riconoscenza di noi gentili verso colui al quale ogni carne sarà debitrice di aver conosciuto il Salvatore (Is 40,5). Dal deserto d'onde la sua voce stigmatizzava l'orgoglio dei discendenti del patriarca, egli ci vedeva succedere all'orgogliosa sinagoga; senza recar detrimento alle divine esigenze, la sua austera predicazione aveva, per i futuri privilegiati dello Sposo, delle sfumature di linguaggio che non conosceva nei riguardi dei Giudei. "Razza di vipere - diceva a questi ultimi - chi vi ha insegnato a fuggire l'ira che vi sovrasta? Fate dunque frutti degni di penitenza, e non vi mettete a dire: Abbiamo per padre Abramo, perché vi dico: Dio può anche da queste pietre far sorgere dei figli di Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero adunque che non rende buon frutto sta per essere tagliato e gettato nel fuoco" (Lc 3,7-9). Ma al pubblicano disprezzato, al soldato detestato, a tutti i cuori aridi della gentilità, troppo simili in realtà alle pietre del deserto, Giovanni Battista annunciava la grazia che avrebbe dissetato e rese feconde nella giustizia le loro anime inaridite: "Pubblicani, non contravvenite alle esigenze del fisco; soldati, accontentatevi del vostro soldo (ivi 12-14); Mosè ha dato la legge; ma migliore di essa è la grazia, opera di colui che io annuncio (Gv 1,15-17): è lui che toglie i peccati del mondo (ivi 29), e da a tutti noi la sua pienezza" (ivi 16).
Ingratitudine dei Giudei.
Quali nuovi orizzonti per quei derelitti che lo sdegno d'Israele aveva per tanto tempo tenuto in disparte! Ma per la sinagoga, simile attentato al preteso privilegio di Giuda era un delitto. Essa aveva tollerato le sanguinose invettive del figlio di Zaccaria; s'era mostrata pronta ad acclamarlo come il Cristo (Gv 1,19); ma invitarla a camminare, essa che si proclamava pura, di pari passo con l'impura gentilità, era davvero troppo: Giovanni, da quel momento, fu considerato come sarà considerato il suo maestro. Gesù, più tardi, insisterà su questa differente accoglienza fatta al suo Precursore da quelli che l'ascoltavano; ne farà la base della sua sentenza di riprovazione contro i giudei: "In verità vi dico: i pubblicani e le meretrici vi andranno avanti nel regno di Dio. Perché è venuto a voi Giovanni nelle vie della giustizia, e non gli avete creduto; ma i pubblicani e le meretrici gli han creduto: e voi nemmeno dopo aver veduto queste cose vi siete pentiti per credere a lui" (Mt 21,31-32).
VANGELO (Lc 1,56-68). - Or compiutosi per Elisabetta il tempo di partorire, diede alla luce un figlio. E i suoi vicini ed i parenti, avendo udito come il Signore aveva manifestato la sua misericordia verso di lei, se ne congratulavan con essa. Ed avvenne che l'ottavo giorno vennero a circoncidere il bambino e lo chiamavan Zaccaria, dal nome di suo padre. Ma la madre s'opponeva dicendo: No, davvero: deve chiamarsi Giovanni. E le replicarono contro: Non v'è alcuno della tua parentela che porti questo nome. Ed accennavano al padre come volesse chiamarlo. Ed egli, chiesta una tavoletta, vi scrisse: Il suo nome è Giovanni. E tutti restarono meravigliati. E in quell'istante la sua bocca s'aprì, e la sua lingua si sciolse, e parlò benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furon presi da timore, e per tutte le montagne di Giudea eran divulgate tutte queste cose, e quanti le udivano le serbavano nel cuore e dicevano: Chi sarà mai questo bambino? E la mano del Signore era infatti con lui. E Zaccaria, suo padre, fu ripieno di Spirito Santo, e profetò, dicendo: Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
I Santuari di Ain-Karim.
Dopo i luoghi santificati dal passaggio in questo mondo del Verbo fatto carne, non ve n'è alcun altro in Palestina che debba interessare l'anima cristiana più di quello in cui si sono compiuti gli eventi narrati nel nostro Vangelo. La città che diede onore alla nascita del precursore si trova a due leghe da Gerusalemme verso ponente, come Betlemme, dove nacque il Salvatore, è a due leghe a mezzogiorno della città Santa. Uscito dalla porta di Jaffa, il pellegrino che si dirige verso San Giovanni della Montagna incontra innanzitutto il monastero greco di S. Croce. Quindi, continuando il cammino, attraverso il massiccio delle montagne di Giuda, raggiunge una vetta da cui scopre il Mediterraneo. La casa di Obed Edon che celò per tre mesi l'arca santa si elevava su questo punto, da cui una breve strada conduce al luogo dove Maria, la vera arca dell'alleanza, passò anch'essa tre mesi di benedizioni presso la cugina Elisabetta. Due santuari distanti circa mille passi l'uno dall'altro, consacrano i grandi ricordi che ci sono stati richiamati alla memoria da san Luca: in uno fu concepito e nacque Giovanni Battista; nell'altro ebbe luogo la circoncisione del Precursore, otto giorni dopo la sua nascita. Il primo sorge sul luogo dove era la casa di città di Zaccaria; risale, nella sua forma attuale, ad un'epoca anteriore alle crociate. È una bella Chiesa a tre navate e a cupola. L'altare maggiore è dedicato a san Zaccaria, quello di destra a santa Elisabetta. Sulla sinistra, sette gradini di marmo conducono ad una cappella sotterranea scavata nella roccia e che non è altro se non l'appartamento più riposto della primitiva casa: è il santuario della Natività di san Giovanni. Quattro lampade rompono l'oscurità di quella venerabile cripta, mentre altre sei, sospese sotto la stessa mensa dell'altare, illuminano la seguente iscrizione incisa sul marmo del pavimento: HIC PRAECURSOR DOMINI NATUS EST. Uniamoci in questo giorno ai figli di san Francesco, custodi di tanti ineffabili ricordi.
Le tradizioni locali collocano a qualche distanza da questo primo santuario, come abbiamo detto, il ricordo della circoncisione del Precursore. Oltre alla sua casa di città, infatti, Zaccaria ne possedeva un'altra più isolata. Elisabetta vi si era ritirata durante i primi mesi della sua gravidanza, per gustare nel silenzio il dono di Dio (Lc 1,24-25). È qui che la Vergine venendo da Nazaret l'aveva incontrata, che si era verificato il sublime trasalimento dei figli e delle madri, che il Magnificataveva dato prova al cielo che ormai la terra riportava la vittoria su di esso con la lode e con l'amore. Era giusto che il canto di Zaccaria, il Cantico del mattino, risuonasse anch'esso, per la prima volta, nel luogo da cui quello della sera era salito come un incenso di così soave odore.
Urbano V, nel 1368, aveva ordinato di cantare il Credo nel giorno della Natività di san Giovanni Battista e durante l'Ottava, per evitare che il Precursore apparisse inferiore agli Apostoli. L'antica usanza di sopprimere il Simbolo in questa festa ha tuttavia prevalso: non come un segno di inferiorità, riguardo a colui che si eleva al di sopra di tutti quelli che annunciarono il regno di Dio; ma per ricordare che egli terminò la sua vita prima della promulgazione del Vangelo.
Missione permanente del Precursore.
Precursore del Messia, noi condividiamo il gaudio che la tua nascita recò al mondo. Essa annunciava la nascita stessa del Figlio di Dio. Orbene, ogni anno, l'Emmanuele prende nuovamente vita nella Chiesa e nelle anime; e anche oggi come venti secoli or sono, non vuole nascere senza che tu stesso abbia, come allora, preparato le vie a quella natività che dà a ciascuno di noi il suo Salvatore. Termina appena la serie dei misteri che hanno compiuto la glorificazione dell'Uomo-Dio e fondato la Chiesa, che già Natale si mostra all'orizzonte; e già nella sua culla, Giovanni trasalisce e rivela l'avvicinarsi del Bambino Dio. Dolce profeta dell'Altissimo, che ancora non puoi parlare e tuttavia già sorpassi tutti i principi della profezia, presto sembrerà che il deserto ti abbia rapito per sempre al commercio degli uomini. Ma nei giorni dell'Avvento, la Chiesa ti avrà ritrovato; essa ci riporterà continuamente ai tuoi sublimi insegnamenti, alle testimonianze che renderai a colui che essa attende. Fin d'ora, inizia la preparazione delle nostre anime; ridisceso sulla nostra terra in questo giorno di letizia, venuto come messaggero del prossimo arrivo del Signore, potresti forse rimanere un solo istante ozioso dinanzi all'opera immensa che ti incombe nei nostri riguardi?
I degni frutti di penitenza.
Scacciare il peccato, domare i vizi, raddrizzare gli istinti perversi della povera natura decaduta: tutto ciò avrebbe dovuto essere senza dubbio realizzato, tutto ciò si sarebbe già compiuto da lungo tempo, se avessimo risposto fedelmente alle tue passate fatiche. Eppure è proprio vero: in molti, si ha l'impressione che non sia mai cominciato il dissodamento: terreni ribelli, in cui le pietre e i roghi sfidano le tue cure da lunghi anni. Noi lo riconosciamo, nella confusione delle nostre anime colpevoli; confessiamo le nostre colpe a te e al Dio onnipotente, come ci insegna a fare la Chiesa all'inizio del santo Sacrificio; ma nello stesso tempo, ti preghiamo insieme con essa di intercedere per noi presso il Signore Dio nostro. Tu l'hai proclamato nel deserto: perfino da queste pietre, Dio può sempre far nascere dei figli di Abramo.
Presenza di san Giovanni nella Messa.
Ogni giorno, le solenni formule dell'oblazione che prepara l'immolazione continuamente rinnovata del Salvatore, ci mostrano la parte onorevole e potente che ti spetta nell'augusto Sacrificio; il tuo nome, nuovamente pronunciato quando la sacra Vittima è sull'altare, supplica allora per noi peccatori il Dio di ogni misericordia. Possa egli, in considerazione dei tuoi meriti e della nostra miseria, essere propizio alla preghiera perseverante della nostra santa madre Chiesa, mutare i nostri cuori, e sostituire i loro perversi attaccamenti con le attrattive delle virtù che ci faranno meritare la visita dell'Emmanuele! In quel sublime momento dei Misteri, tre volte invocato secondo la formula stessa che tu ci hai insegnata, l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo avrà anch'egli pietà di noi e ci darà la pace: quella pace preziosa, con il cielo, con la terra e con noi stessi, che ci preparerà per lo Sposo, rendendoci figli di Dio (Gv 1,12; Mt 5,9), secondo la testimonianza che parimenti ogni giorno tu rinnovi per bocca del sacerdote prima che egli lasci l'altare. Allora il tuo gaudio e il nostro sarà completo, o Precursore; la sacra unione, di cui questo giorno della tua natività racchiude per noi la speranza già così lieta, sarà diventata, fin da questa terra e sotto le ombre della fede, una sublime realtà, mentre aspettiamo la chiara visione dell'eternità.
[1] Anche l'ottava di san Giovanni fu soppressa col decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 23 marzo 1955.
[2] I pagani celebravano da lungo tempo il solstizio d'estate, il 24 giugno, con fuochi di allegria in onore del sole. I cristiani adottarono tale usanza, in onore di colui che, fiaccola ardente, fu il Precursore della vera luce (DAC V, c. 1468).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 771-785.”





Luca, Sursum Corda!

Holuxar
25-06-17, 22:48
25 giugno 2017: Domenica infra l'ottava del Sacro Cuore…



“Nell' ott. Sacro Cuore (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=_IIHpZEB93o
Nell' ott. Sacro Cuore (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=cS2tQzlR4Qw
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815" (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)




Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm)
“DOMENICA TERZA DOPO LA PENTECOSTE.
Nella maggior parte delle chiese di Francia ha luogo oggi la seconda Processione del Santissimo Sacramento, così come la prima si era celebrata nella Domenica precedente. In parecchi luoghi vi è anche l'usanza di cantare in questo stesso giorno la Messa solenne del Sacro Cuore, alla quale molti fedeli non potrebbero assistere il giorno stesso della festa.
La Messa di questo giorno è precisamente quella della terza Domenica dopo la Pentecoste. Gli ultimi decreti romani l'avevano assegnata, senza possibilità di spostamento, alla Domenica fra l'Ottava del Sacro Cuore, ottava ora soppressa.
Sarà facile notare come i testi di questa Messa della terza Domenica dopo la Pentecoste si adattino con facilità e naturalezza alla memoria della festa del Sacro Cuore di Gesù, al punto da sembrare che siano stati composti per essa.
MESSA
L'anima fedele ha visto chiudersi nella sacra Liturgia la successione dei misteri del Salvatore. Lo Spirito Santo è disceso per sostenerla in quest'altra parte del ciclo, nella quale non si svolgerà più davanti ad essa che la feconda semplicità della vita cristiana. Egli la istruisce e la forma sui dati del Maestro divino risalito al cielo. E innanzitutto le insegna a pregare. Poiché la preghiera, diceva il Signore, dev'essere di tutti i giorni e di tutti gli istanti (Lc 18,1), eppure noi non sappiamo né ciò che è necessario chiedere, né come convenga farlo. Ma lo sa Colui che aiuta la nostra debolezza, e chiede in noi e per noi con gemiti inenarrabili (Rm 8, 26).
EPISTOLA (1Pt 5,6-11). - Carissimi: Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti nel tempo della visita; e gettate in lui ogni vostra ansietà, perché Egli ha cura di voi. Siate sobrii e vegliate, perché il diavolo, vostro avversario, come leone ruggente vi gira intorno, cercando chi divorare; resistetegli forti nella fede, sapendo che i vostri fratelli dispersi nel mondo soffrono gli stessi vostri patimenti. Ma il Dio d'ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi confermerà. A lui la gloria e l'impero nei secoli dei secoli. Così sia.
Le prove e il loro merito.
Le miserie di questa vita sono la prova che Dio fa subire ai suoi soldati, per giudicarli e classificarli nell'altra secondo il loro valore. Sicché tutti, in questo mondo, hanno la loro parte di sofferenze. La gara è aperta, la battaglia ingaggiata; l'Arbitro guarda e giudica: presto darà la sentenza sui diversi meriti dei combattenti, e li chiamerà dalle fatiche dell'arena al riposo del trono su cui siede egli stesso. Beati allora quelli che, riconoscendo la mano di Dio nella prova, si saranno chinati sotto quella mano potente con amore e con fiducia! Contro queste anime forti nella fede, il leone ruggente non avrà potuto prevalere. Sobri e vigilanti nella vita del loro pellegrinaggio, senza atteggiarsi a vittime, sapendo bene che tutto soffre quaggiù, avranno unito con letizia le loro sofferenze a quelle di Cristo, e trasaliranno nella manifestazione eterna della sua gloria che sarà anche la loro eredità per i secoli senza fine.
VANGELO (Lc 15,1-10). - In quel tempo: I pubblicani ed i peccatori si accostavano a lui per udirlo, e ne sussurravano i Farisei e gli Scribi col dire: Costui accoglie i peccatori e mangia con essi. Ed egli prese a dir loro questa parabola: Chi di voi se ha cento pecore, e ne perde una, non lascia le altre novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrovi ? E come l'ha ritrovata, se la mette tutto allegro sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e vicini e dice loro: Rallegratevi meco perché ho ritrovato la mia pecorella smarrita ! Così vi dico, si farà più festa in cielo per un peccatore pentito, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di penitenza. Or qual donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e non spazza la casa e non cerca attentamente finché l'abbia trovata? E, trovatala, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, ché ho trovato la dramma perduta. Così, vi dico, si fa festa dinanzi agli Angeli di Dio per un peccatore pentito.
Il premio delle anime.
La parabola della pecorella ricondotta all'ovile sulle spalle del Pastore era cara ai primi cristiani; la si trova raffigurata dappertutto nei monumenti dei primi secoli. Essa ci ricorda il Signore Gesù che or ora risaliva trionfalmente in cielo portando con sé l'umanità perduta e riacquistata. "Chi è infatti il Pastore della nostra parabola - esclama sant'Ambrogio - se non Cristo che ti porta nel suo corpo e ha preso su di sé i tuoi peccati? Quella pecora è una per il genere, non per il numero. Ricco Pastore, di cui tutti noi formiamo la centesima parte del gregge! Poiché egli ha gli Angeli, gli Arcangeli, le Dominazioni, le Potestà, i Troni e il resto, innumerevoli greggi che ha lasciati sui monti per correre dietro alla pecora smarrita" (Comm. su san Luca, VII).
La parabola della dracma perduta e ritrovata espone, in una forma ancora più familiare e simpatica, questa stessa dottrina che è veramente al centro dell'insegnamento del Salvatore. È per i peccatori che il Verbo si è incarnato, e per far loro conoscere il suo amore ha voluto un cuore di carne, e ha voluto che si sapesse come uno dei suoi maggiori gaudi consistesse nel ritrovare un'anima perduta. Di questo gaudio egli rende subito partecipi i suoi amici del Cielo: vuole che tutti lo provino. Anche noi su questa terra abbiamo diritto a condividerlo: come potrebbero, quelli che amano il Sacro Cuore e si uniscono a tutti i suoi sentimenti, rimanere estranei a simile felicità? Ma, tornando su noi stessi, uniremo al gaudio e alla lode che essa produce un sentimento di profonda gratitudine, dicendo con san Giovanni Eudes: "Che cosa ti renderò, o mio Salvatore; e che farò per amor tuo, giacché tu mi hai tratto fuori dagli abissi dell'inferno ogni qualvolta vi sono caduto con i miei peccati o vi sarei caduto se la carità del tuo Cuore dolcissimo non me ne avesse preservato!?" [1].
PREGHIAMO
O Dio, protettore di coloro che sperano in te e senza il cui aiuto niente è stabile e santo, moltiplica su di noi la tua misericordia, affinché, sotto il tuo governo e la tua guida, passiamo attraverso i beni della terra senza perdere di mira quelli eterni.
[1] Coeur admirable, l. XII, p. 246.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 420-422.”




San Guglielmo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-guglielmo/)
“25 giugno, San Guglielmo da Vercelli, Abate di Montevergine (Vercelli, 1085 – Abbazia del Goleto, 25 giugno 1142).
“Nel territorio di Guleto, presso Nusco, san Guglielmo Confes¬sore, Padre degli Eremiti di Monte Vergine”.
O Signore, concedi, per intercessione del tuo servo S. Guglielmo, di compiere nella nostra vita la tua santissima e amabilissima volontà, affinchè possiamo riportare vittoria sui nemici della nostra salvezza.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“Dimanche dans l'Octave du Sacré-Cœur.”
“25 juin : Saint Prosper d'Aquitaine, Docteur de l'Église († 466).”
“25 juin : Saint Guillaume, Fondateur d'ordre († 1142).”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Febrònia, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione di Diocleziàno, sotto il Giudice Silèno, per conservare la fede e la pudicizia, prima battuta con verghe e tormentata nell’eculeo, quindi lacerata con pettini e bruciata col fuoco, finalmente, dopo esserle stati cavati i denti e tagliate le mammelle e i piedi, condannata a morte, adorna di tanti gioielli di tormenti se ne andò allo Sposo. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Febrònia possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”




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“25 giugno 2017: domenica infra l'ottava del Sacro Cuore.”
“25 giugno 2017: infra l'ottava di San Giovanni Battista.”
“25 giugno 2017: San Guglielmo abate e confessore.
Guglielmo era probabilmente figlio di nobile vercellesi. Divenuto monaco a quindici anni. Dopo un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, si reca a Roma e decide di raggiungere la Puglia per imbarcarsi pellegrino verso la Palestina. Presso Oria (Brindisi) incappa in un gruppo di banditi che lo picchiano selvaggiamente perché delusi dal magro bottino. L'evento gli viene interpretato da san Giovanni da Matera che incontra a Ginosa presso Taranto come la volontà del Signore a non effettuare il viaggio. Dopo indecisioni e prove, guglielmo si ritira a Montevergine, nel gruppo appenninico del Partenio, presso Avellino. Terra ancora di orsi e di lupi, dove vive un anno come eremita. raggiunto da altri uomini, tra cui alcuni sacerdoti, a loro volta attratti dalla vita eremitica, forma una comunità dalla quale fonda la Congregazione Benedettina di Montevergine, con caratteristiche cenobitiche, divenendone l'abate. La località viene raggiunta da numerosi pellegrini, cui bisogna predicare e amministrare i sacramenti, nella chiesetta consacrata nel 1124. Fermamente legato alla Regola di san Benedetto, l'ideale di vita ascetica da lui proposto, rientrava in quel movimento spirituale che interpretava la regola stessa in modo più rigido, dando maggior spazio alla preghiera e alla contemplazione, ma l'affluenza sempre maggiore dei pellegrini richiede anche un’attività pastorale e la cura delle anime. Desideroso di un periodo di solitudine, nominò il suo successore, il futuro beato Alberto, e si ritira sul monte Cognato in Lucania, dove nasce una nuova comunità, quindi Guglielmo si ritira nuovamente questa volta a Goleto (Avellino) dove vive per un anno in una cella ricavata nella cavità di un albero, qui nasce il monastero di San Salvatore, diviso in due parti destinate rispettivamente ai religiosi e alle religiose, ciascuno con la sua chiesa. Proseguì il suo itinerario fondando monasteri a Rocca San Felice, Foggia e Treia. Ritornerà quindi nel monastero del Goleto dove morirà. Nelle sue comunità viene ben presto venerato come santo e il culto pubblico viene autorizato da alcuni vescovi e nel 1785 esteso a tutta la Chiesa. Nel 1807 il suo corspo sarà traslato al monastero di Montevergine dove è oggi conservato. Una sua biografia fu scritta nel XII secolo. Nel 1942 papa Pio XII ha prolamato Guglielmo di Montevergine patrono primario dell'Irpinia. In san Pietro a Roma è raffigurato con una statua che ha un lupo accovacciato ai piedi, in ricordo di un prodigio che attribuitoli dalla tradizione: quando viveva eremita sui monti irpini, l’asino che era il suo prezioso mezzo di trasporto fu sbranato da un lupo, che Guglielmo ammansì e usò come animale da soma.”




25 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/25-giugno.htm)
“LA BUONA MORTE
25° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per ottenere la buona morte a noi ed ai nostri familiari.
LA BUONA MORTE
«Tu, salute dei viventi - Tu, speranza di chi muor! » - Con questa parola di fiducia le anime pie inneggiano al Cuore Eucaristico di Gesù. Realmente la devozione al Sacro Cuore, praticata come si deve è la caparra sicura della buona morte, avendo Gesù impegnata la sua parola ai suoi devoti con questa confortante promessa: Sarò il loro più sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte! –
La speranza è la prima a nascere e l'ultima a morire; il cuore umano vive di speranza; ha bisogno però di una speranza forte, consistente, che diventi sicurezza. Le anime di buona volontà si aggrappano con fiducia illimitata all'àncora di salvezza, che è il Sacro Cuore, e nutrono la ferma speranza di fare una buona morte.
Morire bene vuol dire salvarsi eternamente; significa raggiungere l'ultimo e più importante fine della nostra creazione. Conviene, dunque, essere molto devoti del Sacro Cuore, per meritare la sua assistenza in morte.
Morremo certamente; è incerta l'ora della nostra fine; ignoriamo qual genere di morte la Provvidenza ci abbia preparato; è sicuro che grandi tribolazioni attendono coloro che stanno per lasciare il mondo, sia per il distacco dalla vita terrena e per lo sfacelo del corpo e sia, più che tutto, per il timore del divino giudizio.
Ma noi facciamoci coraggio! Il nostro Dívin Redentore con la sua morte in Croce ha meritato per tutti la buona morte; specialmente l'ha meritato per i devoti del suo Divin Cuore, proclamandosi loro rifugio in quell'ora estrema.
Chi è sul letto di morte, ha bisogno di forza particolare per sopportare con pazienza e con merito le sofferenze corporali e quelle morali. Gesù, che è Cuore delicatissimo, non lascia soli i suoi devoti e li assiste dando loro fortezza e pace interiore e fa come quel capitano che incoraggia e sostiene i suoi soldati durante la battaglia. Gesù non solo incoraggia, ma dà la forza proporzionata al bisogno del momento, perchè Egli è la fortezza personificata.
Il timore del prossimo giudizio divino potrebbe assalire, e spesso assale, coloro che stanno per morire. Ma che timore può avere l'anima devota del Sacro Cuore?... Teme il giudice che batte, dice San Gregorio Magno, colui che l'ha disprezzato. Ma chi onora in vita il Cuore di Gesù, deve bandire ogni timore, pensando: Ho da comparire davanti a Dio per essere giudicato e ricevere l'eterna sentenza. Il mio giudice è Gesù, quel Gesù, il cui Cuore ho riparato e consolato le tante volte; quel Gesù che mi ha promesso il Paradiso con le Comunioni dei Primi Venerdì...
I devoti del Sacro Cuore possono e devono sperare una morte serena; e se il ricordo di gravi colpe li assalisse, richiamino subito alla mente il Cuore Misericordioso di Gesù, che tutto perdona e dimentica.
Prepariamoci al passo supremo della nostra vita; ogni giorno sia una preparazione alla buona morte, onorando il Sacro Cuore e stando vigilanti.
I devoti del Sacro Cuore dovrebbero affezionarsi alla pia pratica, detta « Esercizio della buona morte ». Ogni mese dovrebbe disporsi l'anima a lasciare il mondo ed a presentarsi a Dio. Questo pio esercizio, detto anche « Ritiro Mensile », è praticato da tutte le persone consacrate, da chi milita nelle file dell'Azione Cattolica e da tante e tante altre anime; sia anche il distintivo di tutti i devoti del Sacro Cuore. Si seguano queste norme:
1. - Scegliere un giorno del mese, il più comodo, per attendere agli affari dell'anima, destinandovi quelle ore che si possono sottrarre alle quotidiane occupazioni.
2. - Si faccia una rivista accurata della coscienza, per vedere se si è distaccati dal peccato, se c'è qualche grave occasione di offendere Dio, come ci si accosta alla Confessione e si faccia una confessione come se fosse l'ultima della vita; la S. Comunione si riceva come Viatico.
3. - Si recitino le Preghiere della Buona Morte e si faccia un po' di meditazione sui Novissimi. Si può compierlo da soli, ma è meglio farlo in compagnia di altri.
Oh, come è caro a Gesù il suddetto pio esercizio!
La pratica dei Nove Venerdì assicura il ben morire. Quantunque la Grande Promessa della buona morte Gesù l'abbia fatta direttamente a coloro che si comunicano bene per Nove Primi Venerdì consecutivi, si può sperare che indirettamente giovi anche ad altre anime.
Se nella propria famiglia ci fosse qualcuno che mai avesse fatto le nove Comunioni ad onore del Sacro Cuore e non avesse voglia di farle, supplisca qualche altro della sua famiglia; così una madre o una figliuola zelante potrebbero fare tante serie di Primi Venerdì, quanti sono i familiari che trascurano così bella pratica.
È da sperare che in tal modo almeno si assicuri la buona morte a tutti i propri cari. Questo eccellente atto di carità spirituale si può compiere anche a vantaggio di tanti altri peccatori, di cui si viene a conoscenza.
ESEMPIO
Morte invidiabile
Gesù permette che i suoi Ministri assistano a delle scene edificanti, affinchè possano narrarle ai fedeli e confermarli nel bene.
Lo scrivente riporta una scena commovente, che dopo anni ricorda con piacere. Spasimava sul letto di morte un padre di famiglia, quarantenne. Ogni giorno desiderava che io andassi al suo capezzale per assisterlo. Era devoto al S. Cuore e teneva vicino al letto un bel quadro, sul quale spesso posava lo sguardo, accompagnandolo con qualche invocazione.
Sapendo che il sofferente amava molto i fiori, glieli portavo con gioia; però mi diceva: Li metta davanti al Sacro Cuore! - Un giorno gliene portai uno tanto bello e molto profumato.
- Questo è per lei! - No; si dà a Gesù! - Ma per il Sacro Cuore ci sono gli altri fiori; questo è esclusivamente per lei, per odorarlo ed avere un po' di sollievo. - No, Padre; mi privo anche di questo piacere. Anche questo fiore va al Sacro Cuore. - Quando credetti opportuno, gli amministrai l'Olio Santo e gli diedi la S. Comunione come Viatico. Frattanto la madre, la sposa ed i quattro figlioletti erano lì ad assistere. D'ordinario sono angosciosi questi momenti per i familiari e più che tutto per il moribondo.
All'improvviso il povero uomo diede in uno scoppio di pianto. Pensai: Chi sa che strazio avrà nel cuore! - Si faccia coraggio, gli dissi. Perchè piange?
- La risposta non la immaginavo: Piango per la grande gioia che sento nell'anima mia! ... Mi sento felice!... –
Stare per lasciare il mondo, la madre, la sposa ed i bambini, avere tante sofferenze per la malattia, ed essere felice!... Chi dava tanta forza e gioia a quel moribondo? Il Sacro Cuore, che aveva onorato in vita, la cui immagine mirava con amore!
Mi fermai pensoso, fissando il morente, e sentii una santa invidia, per cui esclamai:
Fortunato uomo! Come la invidio! Potessi anch'io finire così la mia vita!... - Dopo breve tempo quel mio amico spirò.
Così muoiono i veri devoti del Sacro Cuore!
Fioretto. Promettere seriamente al Sacro Cuore di fare ogni mese il Ritiro Mensile e trovare qualche persona che ci faccia compagnia.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, assistimi e sostienimi nell'ora della morte!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


25° giorno: Cuore orante - Cuore distratto (http://www.stellamatutina.eu/25-giorno-cuore-orante-cuore-distratto/)
“25° giorno: Cuore orante – Cuore distratto
CUORE ORANTE
Il cuore orante che ama cerca la vicinanza e l’unione con la persona amata. Più si ama, più si vuole stare con colui che ama. Gesù diceva del suo Divin Padre: «Il Padre è in me e io sono nel Padre» (Gv 10,38). Unione sublime e suprema nell’amore sostanziale ed eterno.
L’espressione più semplice e universale dell’unione con Dio è la preghiera. Il rapporto d’amore con Dio, che si fa colloquio, noi lo chiamiamo preghiera vocale. Il rapporto d’amore senza suono di parole lo chiamiamo preghiera mentale. Il rapporto d’amore nutrito di cuore e tenerezza lo chiamiamo preghiera affettiva. Il rapporto d’amore espresso in contemplazione pura e ardente dell’amore lo chiamiamo preghiera contemplativa.
Il bimbo che dice le preghiere del mattino e della sera, il giovane che medita silenzioso, il sacerdote che celebra con passione e dolore, il monaco assorto in profonda contemplazione: sono tutti cuori in rapporto d’amore con Dio mediante la preghiera.
Il Vangelo ci presenta Gesù in preghiera più volte e in più occasioni. Gesù prega di notte e di giorno, al mattino presto e di sera. Prega nel tempio e per le strade, nel deserto e tra le folle, nel Cenacolo e nell’Orto degli Ulivi, sui monti e sui laghi.
Soprattutto il Cuore di Gesù prega incessantemente nei Tabernacoli: «È sempre a intercedere per noi» (Eb 7,25).
Santa Gertrude scrisse che il «Cuore di Gesù è un altare sul quale Gesù si offre al Padre, ostia perfetta». San Gregorio dice a tutti i cristiani: «Il nostro cuore è l’altare di Dio». Su questo altare dovrebbe bruciare continuamente l’incenso della preghiera.
Ma perché Gesù «intercede per noi»? (Rm 8,34). Unicamente perché ci ama.
Perché i Santi cercano di pregare più che possono con passione e forza instancabili? Perché amano Gesù.
Perché amano i fratelli. Non c’è altra risposta.
Dalla vita di santa Margherita M. Alacoque sappiamo che ella ogni mattina, appena si svegliava, prima ancora dell’alba, salutava il suo Angelo Custode e per prima cosa affidava il cuore, perché lo portasse subito al Cuore di Gesù nel Tabernacolo. Che meraviglia di amore è questo! Preghiera e unione dei cuori: chi ama Gesù non può fare diversamente.
La stessa santa Margherita raccomandava anche a noi: «Mandate ogni tanto per mezzo del vostro buon Angelo, il vostro cuore a unirsi con quello di Gesù Sacramentato ». Perché non farlo? Quanto amore in più ci crescerebbe ogni giorno nel cuore!
CUORE DISTRATTO
La distrazione: forse possiamo definirla la regina del nostro cuore. È essa che ci governa dappertutto: in casa, in chiesa, per le strade, al lavoro, in compagnia o da soli.
Raccogliersi, concentrarsi, è diventata una cosa molto difficile. Gustare le gioie dell’interiorità nell’elevazione dello spirito, forse ci è diventato addirittura impossibile.
In tal modo, il nostro cuore distratto non prova nulla delle soavità celesti che la vera preghiera porta con sé, come ci insegnano i Santi.
San Francesco Saverio, pur in mezzo a preoccupazioni di ogni sorta nelle lontane terre d’oriente, a volte durante la preghiera lo si vedeva slacciarsi il petto per l’impeto del cuore, ed esclamava: «Ma basta, Signore, non più consolazioni… il mio cuore non è capace di contenerlo».
San Pio da Pietrelcina talvolta si lamentava di fare «indigestioni» di consolazioni spirituali soavissime.
Un santo ragazzo, Aldo Marcozzi, a dodici anni, chiese in dono al papà, che cosa? «Un inginocchiatoio per farvi le meditazioni». Alla mamma che lo invitava ad andare a vedere la vita di Gesù al cinema, il ragazzo rispose: «La vita di Gesù la trovo più bella nel Vangelo».
E quante volte la mamma lo trovò assorto in preghiera con il suo bel volto angelicamente beato!
A noi invece, forse non capita mai nulla di simile perché abbiamo essiccato la sorgente della gioia interiore.
Anziché abbeverarci con la preghiera alla fonte del cuore di Gesù che zampilla acque di vita eterna (Gv 4,14), noi ci abbeveriamo con la dissipazione ai pantani e agli acquitrini del mondo. Oscenità e turpitudini, scandali e vergogne, ci circondano, ci assalgono, ci sommergono da ogni lato: in casa, con la televisione, la radio, le stampe; fuori casa, con i cinema, le mode indecenti, il turpiloquio, le pubblicità immonde.
Dobbiamo difenderci, perché è in pericolo la nostra salvezza eterna. Opporsi è indispensabile. Facciamolo nel modo più semplice e fecondo, con la preghiera lungo la giornata: preghiera mattina e sera, preghiera prima dei pasti e delle azioni più importanti. Una pagina del Vangelo o della vita di un Santo. La recita del Rosario, da soli o in famiglia.
Santa Margherita ci raccomanda molto la Comunione spirituale. Gesù stesso le rivelò che la gradiva moltissimo: «Provo tanta gioia quando un’anima mi desidera». Santa Margherita non solo ne faceva molte ogni giorno, ma raccomandava con premura: «Dovete fare tante e tante Comunioni di desiderio per fare ammenda al Cuore di Gesù e chiedergli perdono di tutte le Comunioni fatte male da noi e dai cattivi cristiani».
Vogliamo impegnarci anche noi?
Proposito: Impegnarsi a fare almeno una Comunione spirituale ogni giorno.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



Luca, Sursum Corda!

Holuxar
28-06-17, 23:47
26 e 27 giugno 2017: infra l'Ottava del Sacro Cuore…



26 giugno 2017: infra l'Ottava del Sacro Cuore…




http://www.sodalitium.biz/ss-giovanni-paolo/
“26 giugno, Santi Giovanni e Paolo, Martiri.
“A Roma, sul monte Celio, i santi Martiri Giovanni e Paolo fratelli, dei quali il primo era maggiordomo, il secondo primicerio di Costanza Vergine, figlia dell’imperatore Costantino : ambedue, decapitati sotto Giuliano l’Apostata, ricevettero la palma del martirio”.”


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“26 giugno 2017: infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
“26 giugno 2017: infra l'Ottava di San Giovanni Battista.”
“26 giugno 2017.
Giovanni e Paolo, santi, martiri a Roma, i resti sono all’altare maggiore della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio. Sepolti nella cripta sotterranea furono, nel 1588, portati nella chiesa superiore. Nel 1677 il cardinale Filippo Tommaso Howard di Norfolck li collocò sotto l’altare maggiore. Le reliquie, estratte da una cassa di piombo, furono collocate in vasi di vetro e d’argento e ricollocate da Benedetto XIII e dal cardinale Fabrizio Paolucci, dopo una solenne processione, il 2 febbraio 1726, nell’urna di porfido rosso. In tempi passati parte delle loro reliquie pervennero all’abbazia di Casamari e nel 1572 vennero portate nella cattedrale di Veroli. Altre furono donate nel X secolo al monastero di Pagerne e nel 1536 trasferite a Friburgo.
M.R.: 26 giugno - A Roma, sul monte Celio, i santi Martiri Giovanni e Paolo fratelli, dei quali il primo era maggiordomo, il secondo primicerio di Costanza Vergine, figlia dell'Imperatore Costantino: ambedue, decapitati sotto Giuliano l'Apostata, ricevettero la palma del martirio.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”


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“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“26 juin : Saint Jean et saint Paul, Martyrs († 362).”



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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Pelàgio giovanetto, il quale, per la confessione della fede, tagliato membro a membro con forbici di ferro per ordine di Abdaraméno, Re dei Saracèni, compì gloriosamente il suo martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Pelàgio giovanetto possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”




26 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/26-giugno.htm)
“GESU' ED I PECCATORI
26° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per i peccatori di nostra conoscenza.
GESU’ ED I PECCATORI
I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l'oceano infinito della misericordia! - Questa è una delle promesse che Gesù fece a S. Margherita.
Gesù s'incarnò e morì in Croce per salvare le anime peccatrici; ad esse mostra ora il suo Cuore aperto, invitando ad entrarvi e ad usufruire della sua misericordia.
Quanti peccatori godettero della misericordia di Gesù, mentr'Egli era su questa terra! Richiamiamo alla mente l'episodio della Samaritana.
Giunse Gesù ad una città della Samaria, detta Sichar, vicino alla tenuta che da Giacobbe fu data al suo figlio Giuseppe, dove era pure il pozzo di Giacobbe. Or dunque Gesù, stanco del viaggio, stava a sedere vicino al pozzo.
Venne ad attingere acqua una donna, pubblica peccatrice. Gesù s'intenerì a mirarla e volle farle conoscere la sorgente inesauribile della sua bontà.
Volle convertirla, renderla felice, salvarla; quindi cominciò a penetrare con delicatezza in quel cuore impuro. Rivolto a lei, disse: Donna, dammi da bere!
La Samaritana rispose: Come mai Tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono Samaritana? - Gesù soggiunse: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere! - tu stessa forse ne avresti chiesto a Lui e ti avrebbe dato acqua viva! –
La donna continuò: Signore, non - hai con che attingere ed il pozzo è profondo; donde hai quest'acqua viva?... -
Gesù parlava dell'acqua dissetante del suo amore misericordioso; ma la Samaritana non comprendeva. Le disse dunque: Chi beve di quest'acqua (del pozzo), tornerà ad avere sete; ma chi beve l'acqua che gli darò io, non avrà più sete in eterno; che anzi l'acqua, da me data, diventerà in lui fonte d'acqua viva zampillante in vita eterna. –
La donna ancora non capiva e dava alle . parole di Gesù il significato materiale; perciò rispose: Dammi di questa acqua, affinchè non abbia più sete e non abbia a venire qui per attingere. - Dopo ci ciò, Gesù le fece vedere il suo misero stato, le nefandezze commesse: Donna, le disse, va' a chiamare tuo marito e ritorna qui!
- Non ho marito! - Hai detto bene: Non ho marito! - perchè ne hai avuti cinque e quello che hai ora non è tuo marito! - Umiliata a tale rivelazione, la peccatrice esclamò: Signore, vedo che sei un Profeta!... –
Gesù poi le si manifestò quale Messia, le cambiò il cuore e di una donna peccatrice ne fece un'apostola.
Quante anime ci sono nel mondo come la Samaritana!... Assetati di cattivi piaceri, preferiscono restare sotto la schiavitù delle passioni, anzichè vivere secondo la legge di Dio e godere della vera pace!
Gesù brama la conversione di questi peccatori e mostra la devozione al suo Sacro Cuore come arca di salvezza ai traviati. Vuole che si comprenda che il suo Cuore vuole salvare tutti e che la sua misericordia è un oceano infinito.
Peccatori, ostinati o del tutto indifferenti alla Religione, se ne trovano ovunque. Quasi in ogni famiglia c'è la rappresentanza, sarà la sposa, un figliuolo, una figliuola; sarà qualcuno dei nonni o altro congiunto. In simili casi si raccomanda di rivolgersi al Cuore di Gesù, offrendo preghiere, sacrifici ed altre opere buone, affinchè la misericordia divina li converta. In pratica, si consiglia,:
1. - Comunicarsi spesso a vantaggio di questi traviati.
2. - Fare celebrare, o almeno ascoltare delle S. Messe allo stesso scopo.
3. - Fare carità ai poverelli.
4. - Offrire dei piccoli sacrifici, con la pratica dei fioretti spirituali.
Fatto questo, si stia sereni e si aspetti l'ora di Dio, la quale può essere vicina o lontana. Il Cuore di Gesù, con l'offerta di opere buone in suo onore, certamente lavora nell'anima peccatrice e poco per volta la converte servendosi o di un buon libro, o di una santa conversazione, o di un rovescio di fortuna, o di un lutto improvviso...
Quanti peccatori ritornano ogni giorno a Dio!
Quante spose hanno la gioia di frequentare la Chiesa e di comunicarsi in compagnia di quel marito, che un giorno era ostile alla Religione! Quanti giovani, di ambo i sessi, riprendono la vita cristiana, troncando risolutamente una catena di peccato!
Ma queste conversioni sogliono essere frutto di molta e perseverante preghiera, rivolta al Sacro Cuore da anime zelanti.
ESEMPIO
Una sfida
Una signorina, devota del Cuore di Gesù, entrò in discussione con un uomo irreligioso, uno di quegli uomini restii al bene e cocciuto nelle sue idee. Tentò di convincerlo con buone argomentazioní e paragoni, ma tutto fu inutile. Solo un miracolo avrebbe potuto cambiarlo.
La signorina non si perdette di coraggio e gli lanciò una sfida: Lei dice di non volersi assolutamente dare a Dio; ed io l'assicuro che presto cambierà parere. So io come farla convertire! –
Quell'uomo si allontanò con una risatina di scherno e di compassione, dicendo: Vedremo chi vincerà! –
Subito la signorina cominciò le nove Comunioni dei Primi Venerdì, pròponendosi di ottenere dal Sacro Cuore la conversione di quel peccatore. Pregò molto e con molta fiducia.
Compiuta la serie delle Comunioni, Iddio permise che i due s'incontrassero. La donna chiese: Dunque, lei si è convertito? - Si, mi sono convertito! Lei ha vinto... Non sono più quello di prima. Mi sono già dato a Dio, mi sono confessato, faccio la S. Comunione e sono proprio contento. - Avevo ragione di sfidarla quella volta? Ero sicura della vittoria. - Sarei curioso di sapere cosa ha fatto per me! - Mi comunicai nove volte nei Primi Venerdì di mese e pregai tanto tanto la infinita misericordia del Cuore di Gesù per il suo ravvedimento. Oggi godo a sapere che lei è cristiano praticante. - Il Signore le ripaghi il bene fattomi! –
Quando la signorina narrò il fatto allo scrivente, ne ricevette meritata lode.
Si imiti la condotta di questa devota del Sacro Cuore, per fare convertire molti peccatori.
Fioretto. Fare la S. Comunione per i peccatori più ostinati della propria città.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, salva le anime!”


26° giorno: Cuore penitente - Cuore gaudente (http://www.stellamatutina.eu/26-giorno-cuore-penitente-cuore-gaudente/)
“CUORE PENITENTE
Il Cuore di Gesù è apparso a santa Margherita coronato di spine e sormontato da una croce tra le fiamme.
Le spine pungono e fanno sanguinare, il fuoco brucia e consuma, la croce umilia e immola.
Un cuore penitente non poteva presentarsi in modo più eloquente e convincente. Chi non capisce il linguaggio doloroso delle spine, del fuoco, della croce?
In tal modo il Cuore di Gesù continua ad insegnarci che l’espiazione è un’esigenza dell’amore. Chi ama è ben lieto di sacrificarsi per la persona amata.
Anche l’Immacolata apparve a Fatima con il Cuore circondato di spine. Quelle spine pungenti stavano sempre davanti agli occhi dei tre pastorelli. Erano il simbolo della sofferenza per i peccati degli uomini che rischiano la dannazione.
Gesù «vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,10), ha pagato il riscatto della nostra salvezza. Adesso vuole la nostra amorosa accettazione della salvezza. Ma molti purtroppo, per non «tenere a freno lo stimolo» della carne (At 9,5), rifiutano o compromettono il dono della salvezza offerto da Gesù a prezzo del suo Sangue. È inconcepibile, è avvilente, ma è così.
Che dire poi se riflettiamo che tutta la vita di Gesù fu penitente per la sua libera scelta? «Povertà, disprezzo e dolore» sono stati la compagnia di Gesù sulla terra, diceva la beata Angela da Foligno. Dalla grotta di Betlem al Golgota: là una greppia per animali, qua infamato e condannato. Il Cuore di
Gesù si è sottoposto all’espiazione universale, mosso e sostenuto da un amore «che supera ogni intendimento» (Ef 13,19).
Il Cuore penitente di Gesù vuole anche insegnarci l’illusione di trovare la vera gioia nel mondo. «Ogni gaudio carnale – scrive l’Imitazione di Cristo – s’insinua piacevolmente, infine morde e uccide». Al contrario, san Francesco d’Assisi, in mezzo a terribili sofferenze e privazioni, cantava giulivo: «Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto».
L’amore pieno di grazia: questo è l’amore che allieta l’uomo anche in mezzo alle tribolazioni, questo è l’amore che spingeva gli Apostoli a predicare Gesù per il mondo «contenti di essere oltraggiati» (At 3,41) e di «portare gli obbrobri di Lui» (Eb 13,13).
CUORE GAUDENTE
Si sa che santa Margherita M. Alacoque, prima di farsi suora, ebbe un breve periodo in cui il suo cuore si perse dietro le soddisfazioni della vanità femminile.
Quante lagrime verserà poi, in riparazione, appena conosciuto l’infinito amore del Cuore di Gesù per noi.
Anzi, la riparazione delle offese all’amore di Gesù sarà uno dei contenuti centrali della devozione al Sacro Cuore. E santa Margherita la fece in maniera eroica, riempiendo la sua vita di mortificazioni e di penitenze molto dure: flagellazioni, cilizi, digiuni, veglie, prostrazioni per ore e ore… Una volta, poi, nell’empito dell’ardore, prese un temperino e si incise il nome di Gesù sul petto, portando questa piaga d’amore come segno visibile di Colui che le riempiva e le bruciava il cuore.
Certo, una vera devozione al Sacro Cuore non può esigere in chi ama dilettarsi di questo mondo, correndo dietro i capricci e gusti della carne. Gesù vuole il nostro cuore libero e puro, pieno soltanto di amore totalitario a Dio e ai fratelli. Tutto ciò che ostacola o riduce questo amore totale deve essere respinto.
San Giuseppe Cafasso in una sua predica diceva che l’uomo somiglia a una vite, la quale è una delle piante più disordinate che ci sia. Per tenerla in ordine, si taglia, si sfronda, si lega. Così produce il suo buon vino «che allieta il cuore dell’uomo» (Sir 40,20).
Ebbene, san Giuseppe Cafasso fa l’applicazione al nostro corpo così facilmente in disordine nelle sue voglie.
«Cosa s’ha da fare? – dice il Santo – Sono io il padrone e tocca a me comandare: orsù, abbassa quegli sguardi! A casa quegli occhi! Indietro quella parola! Ferme quelle mani! Attento a quel passo!… ».
La vera educazione cristiana del cuore è fatta così.
L’amore puro nasce dal sacrificio e si nutre di sacrifici.
La Mamma di sant’Edmondo, arcivescovo di Canterbury, quando mandava la biancheria al figlio durante il periodo degli studi a Parigi, non dimenticava mai di metterci insieme qualche strumento di penitenza. Ella aveva abituato il figlio a digiunare tutti i venerdì e a portare tre volte alla settimana un cilizio per difendere il tesoro della castità.
Un cuore che ama Dio deve essere un cuore virile, che punta in alto, disdegna le pianure, vuole «camminare sulle alture » (Ab 3,19).
Aveva ragione sant’Agostino di piangere, anche nella vecchiaia, i peccati della sua giovinezza. Sul letto di morte, gli era stato proibito di leggere. Egli allora si fece portare dei grandi fogli di pergamena, vi fece scrivere a grandi lettere i Salmi penitenziali di Davide, e li fece appendere al muro, di fronte al letto. Così li aveva sempre davanti agli occhi, li leggeva e piangeva di continuo…
Che cosa facciamo del cuore, noi? Lo nutriamo forse di gioie effimere e false? Ascoltiamo il Cuore di Gesù che dice anche a noi: «Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore» (Sal 36,3).
Proposito: Negare al corpo qualche soddisfazione per riparare le soddisfazioni illecite.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



Luca, Sursum Corda!










27 giugno 2017: infra l'Ottava del Sacro Cuore…



http://www.sodalitium.biz/4599-2/
“I Protomartiri Romani (24 giugno, un tempo la festa era il 27 giugno).
“A Roma la commemorazione di moltissimi santi Martiri, i quali dall’imperatore Nerone, per allontanare l’odio proveniente dall’aver egli incendiato la Città, calunniosamente accusati, furono fatti uccidere crudelissimamente in diverse maniere. Infatti alcuni di essi, coperti con pelli di fiere, furono esposti ad esser dilaniati dai cani; altri furono confitti in croce; ed altri furono bruciati, affinchè, quando fosse terminato il giorno, servissero di lume durante la notte. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei Martiri, che la Chiesa Romana, fecondo campo di Martiri, mandò al
Signore prima della morte degli Apostoli”.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“27juin - Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg : Saint Anthelme, Évêque et Confesseur (1107-1178).”
“27 juin : Notre-Dame du Perpétuel Secours.”
“27 juin - Diocèse de Bâle : Saint Burchard, Confesseur.”
“27 juin : Saint Ladislas, Roi de Hongrie (1031-1095).”



https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1045-invochiamo-il-cuore-eucaristico-di-gesu.html

www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Anétto Martire, il quale, nella persecuzione di Diocleziàno, sotto il Preside Urbàno, avendo esortato altri al martirio e abbattuto gli idoli colla sua orazione, fu fatto percuotere da dieci soldati; e alla fine, tagliategli le mani ed i piedi, fu decapitato, e così ricevette la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Anétto possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“27 giugno 2017: infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
“27 giugno 2017: infra l'ottava di san giovanni Battista.”




27 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/27-giugno.htm)
“GIORNO 27
LA TIEPIDEZZA
27° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare affinchè i Missionari convertano gl'infedeli.
LA TIEPIDEZZA
Nel libro dell'Apocalisse (III - 15) si legge il rimprovero che Gesù fece al Vescovo di Laodicea, il quale si era rallentato nel divino servizio: - Mi sono note le tue opere e so che non sei né freddo; né caldo. O fossi tu freddo o caldo! Ma poichè sei tiepido, né freddo, né caldo, comincerò a vomitarti dalla mia bocca... Fa' penitenza. Ecco, io sto alla porta e batto; se uno ascolterà la mia voce e mi aprirà la porta, io entrerò da lui.
Come Gesù rimproverò la tiepidezza di quel Vescovo, così la rimprovera in coloro che si mettono al suo servizio con poco amore. La tiepidezza, o accidia spirituale, fa nausea a Dio, sino a provocarlo al vomito, parlando in linguaggio umano. Spesso è da preferirsi un cuore freddo ad uno tiepido, perchè il freddo potrebbe infervorarsi, mentre il tiepido suole restare sempre tale.
Tra le promesse del Sacro Cuore abbiamo questa: I tiepidi diventeranno fervorosi.
Poichè Gesù ha voluto fare una promessa esplicita, vuol dire che desidera che i devoti del suo Divin Cuore siano tutti fervorosi, pieni di slancio nell'operare il bene, interessati della vita spirituale, premurosi e delicati con Lui.
Consideriamo cosa sia la tiepidezza e quali siano i rimedi per risorgerne.
La tiepidezza è una certa noia nel fare il bene e nel fuggire il male; per conseguenza i tiepidi trascurano i doveri della vita cristiana con molta facilità, oppure li compiono malamente, con negligenza. Esempi di tiepidezza sono: tralasciare la preghiera per pigrizia; pregare sbadatamente, senza sforzo per stare raccolti; rimandare da un giorno all'altro un buon proponimento, senza poi attuarlo; non mettere in pratica le buone ispirazioni, che con insistenza amorosa Gesù fa sentire; trascurare tanti atti di virtù per non imporsi dei sacrifici; darsi poco pensiero del progresso spirituale; più che tutto, commettere tante piccole colpe veniali, volontariamente, senza rimorso e senza voglia di correggersi.
La tiepidezza, che di per sé non è colpa grave, può portare al peccato mortale, perchè rende la volontà debole, incapace di resistere ad una forte tentazione. Non facendo caso dei peccati leggeri, o veniali, l'anima tiepida si mette sopra un pendio pericoloso e potrebbe precipitare nella colpa grave. Lo dice il Signore: Chi disprezza le piccole cose, a poco a poco cadrà nelle grandi (Eccl., XIX, 1).
La tiepidezza non si confonda con l'aridità di spirito, che è uno stato particolare in cui possono trovarsi anche le anime più sante.
L'anima arida non prova le gioie spirituali, anzi spesso ha noia e ripugnanza a fare il bene; tuttavia non lo tralascia. Cerca di piacere in tutto a Gesù, evitando le piccole mancanze volontarie. Lo stato di aridità, non essendo volontario e neppure colpevole, non dispiace a Gesù, anzi gli dà gloria e porta l'anima ad un alto grado di perfezione, distaccandola dai gusti sensibili.
Ciò che deve combattersi è la tiepidezza; la devozione al Sacro Cuore ne è il rimedio più efficace, avendo Gesù fatta la promessa formale « I tiepidi diventeranno fervorosi ».
Non si è dunque veri devoti del Cuore di Gesù, se non si vive fervorosamente. Per riuscirvi:
1. - Fare attenzione a non commettere con facilità le piccole mancanze, volontariamente, ad occhi aperti. Quando si ha la debolezza di farne qualcuna, si rimedi subito col chiedere perdono a Gesù e col compiere una o due opere buone in riparazione.
2. - Pregare, pregare spesso, pregare attentamente e non tralasciare per noia alcun esercizio devoto. Chi fa bene la meditazione ogni giorno, anche per breve durata, certamente supererà la tiepidezza.
3. - Non lasciar passare giorno, senza avere offerto a Gesù alcune piccole mortificazioni, o sacrifici. L'esercizio dei fioretti spirituali rimette il fervore.
ESEMPIO
Lezioni di fervore
Un indiano per nome Ciprà, convertitosi dal paganesimo alla fede cattolica, era divenuto fervente devoto del Sacro Cuore.
In un infortunio del lavoro riportò una ferita alla mano. Lasciò le Montagne Rocciose, ov'era la Missione Cattolica, ed andò lontano in cerca del medico. Questi, vista la gravità della ferita, disse all'indiano di fermarsi con lui per qualche tempo, per curare bene la ferita.
- Io non posso fermarmi qui, rispose Ciprà; domani sarà il Primo Venerdì del Mese ed io dovrò trovarmi alla Missione per ricevere la Santa Comunione. Dopo ritornerò. - Ma dopo, soggiunse il medico, potrebbe svilupparsi l'infezione e forse dovrò tagliarvi la mano! - Pazienza, mi taglierete la mano, ma non avverrà mai che Ciprà lasci nel giorno del Sacro Cuore la Comunione! –
Ritornò alla Missione, con gli altri fedeli rese onore al Cuore di Gesù e poi rifece il lungo viaggio per presentarsi al medico.
Osservata la ferita, il medico indispettito esclamò: Ve l'avevo detto! È cominciata la cancrena; ora devo tagliarvi tre dita!
- Le tagli pure!... Vada tutto per amore del Sacro Cuore! - Con animo forte subì l'amputazione, contento di avere ben comprata quella Comunione del Primo Venerdì.
Quale lezione di fervore dà un convertito a tanti fedeli tiepidi!
Fioretto. Fare alcune mortificazioni di gola, per amore del Sacro Cuore.
Giaculatoria. Cuore Eucaristico di Gesù, ti adoro per quelli che non ti adorano!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


27° giorno: Cuore trafitto - Cuore assassino (http://www.stellamatutina.eu/27-giorno-cuore-trafitto-cuore-assassino/)
“27° giorno: Cuore trafitto – Cuore assassino
CUORE TRAFITTO
«Guarderanno a colui che hanno trafitto» (Zc 12,10).
Per poter parlare del Cuore trafitto di Gesù bisognerebbe avere il Cuore della Madonna, trapassato «da una spada» (Lc 2,35), o il cuore trafitto di san Francesco, di santa Teresa d’Avila, di santa Veronica Giuliani, di santa Gemma Galgani, di san Pio da Pietrelcina, che hanno ricevuto il dono mistico della trasverberazione e hanno parlato di questa trafittura come di un torrente di fuoco misterioso che fa sanguinare il cuore di amore e di dolore.
Certo è che sulla croce, noi vediamo che cosa significa amare «con tutto il cuore» (Mc 12,30). Gesù ci ha amato con tutto il cuore, fino a farselo spaccare, perché noi potessimo entrarci e prenderci dimora.
Scriveva sant’Agostino: «Longino mi ha aperto con la lancia il costato di Cristo. Io vi sono entrato e vi rimango con sicurezza». San Bonaventura aggiunge con commozione: «Come non ammirare quel costato aperto, che unisce il Cuore di Gesù al nostro cuore?». E san Pietro Canisio, familiarizzando con Gesù, gli diceva affettuosamente: «Voi, o Gesù, apriste il Cuore del vostro corpo…io mi rifugiai in Esso e trovai il nutrimento dell’anima».
Guardando il Cuore trafitto di Gesù possiamo comprendere dove arriva la ferita del nostro peccato mortale: arriva fino a lì, nel Cuore di Gesù, a trapassarlo!
Una volta la serva di Dio, suor Benigna Consolata Ferrero ebbe questa terribile visione: due furiosi cani mastini si contendevano un pezzo di carne a forma di cuore, lacerandolo orrendamente. Gesù le disse: «È la figura del mio Cuore straziato dai peccatori». Ci pensiamo?
Guardando il Cuore trafitto di Gesù noi possiamo ripetere davvero con san Paolo: «Ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). Il Cuore trafitto di Gesù è l’espressione più alta dell’immolazione di Gesù. Ce lo insegna santa Margherita quando scrive: «Non so se, nella vita spirituale, vi sia un altro esercizio di devozione più atto ad elevare in poco tempo un’anima alla più alta perfezione, e a farle gustare tutte le dolcezze che si trovano al servizio di Gesù Cristo». Ce lo conferma suor Josefa Menendez, la Messaggera del Sacro Cuore, quando scrive che la piaga del Cuore di Gesù dona valore infinito a ogni nostra offerta, come le disse Gesù stesso: «Metti tutto nella piaga del mio Cuore, al fine di dare alla tua offerta un valore infinito».
CUORE ASSASSINO
«Dal cuore dell’uomo vengono gli omicidi…» (Mc 7,21).
Quale differenza! Il Cuore di Gesù si dona fino al punto di farsi squarciare dai suoi nemici. Il cuore dell’uomo, invece, è capace di arrivare all’assassinio del proprio fratello.
Basti pensare alle violenze atroci che ogni giorno la cronaca registra con il racconto di delitti e crimini. Basti pensare, soprattutto, alle leggi assassine che legalizzano l’aborto provocando un’ecatombe giornaliera di tante creature umane innocenti.
Ma non è tutto. Il cuore assassino non si ferma all’uomo.
Va oltre. Vuole uccidere anche Dio. C’è riuscito sul calvario al grido assassino di «crocifiggilo, crocifiggilo» (Gv 19,6). E ci riesce ancora, profanando i Tabernacoli, calpestando le Ostie consacrate o pugnalandole, come fanno i massoni e satanisti nelle celebrazioni dei loro riti tenebrosi.
Ma c’è ancora. Il cuore assassino continua a rivoltarsi contro Gesù con ogni peccato mortale, crocifiggendolo di nuovo crudelmente. Il cuore dell’uomo, allora, diventa il patibolo di Gesù (Eb 6,6). Questo è il tradimento dell’infame coraggio di accostarsi a ricevere Gesù Eucaristico con l’anima in peccato mortale.
Un vecchio missionario fra le tribù dell’Oregon, una notte venne assalito da una banda di selvaggi. Il missionario fece il suo atto di contrizione e poi riuscì a parlare, ricordando a quei selvaggi il bene compiuto con tanti sacrifici quotidiani. Alla fine concluse dicendo: «Adesso, se avete sete del mio sangue, eccomi nelle vostre mani; ma colpitemi qui al cuore! – e si scoprì il petto –. Trafiggete questo cuore che vi ha amato».
Quei barbari si trattennero, si confusero, si commossero.
E lasciarono il missionario senza fargli alcun male.
Noi, invece, ogni volta che commettiamo un peccato mortale, (una bestemmia, un atto impuro, una Messa festiva omessa, e ancor più una Comunione in peccato mortale), colpiamo Gesù al Cuore, senza pietà. Rinnoviamo la «fucilazione del Sacro Cuore», fatta in Spagna da un gruppo di comunisti e anarchici di Barcellona, quando con odio sacrilego scaricarono i loro fucili contro un’immagine del Cuore di Gesù.
Che dire poi dell’odio nel cuore verso il prossimo?
Chi potrà contare i sentimenti di rancore, di avversione o di vendetta che albergano spesso nel cuore dell’uomo?
Eppure il cristiano sa bene che deve amare anche i nemici e pregare per i disonesti e i malvagi (Mt 5,44). «Non lasciarti vincere dal male – grida san Paolo – ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21).
Il Cuore di Gesù voglia «trafiggere» il nostro cuore con il suo amore forte e operoso verso Dio e i fratelli.
Proposito: Perdonare di cuore a chi ci offende o maltratta.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
29-06-17, 00:17
28 giugno 2017: Vigilia dei Santi Pietro e Paolo…



Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“Vigilia dei santi apostoli Pietro e Paolo, 28 giugno.”
“Sant'Ireneo, vescovo e martire, lo stesso giorno.”



Sant'Ireneo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/4616-2/)
http://www.sodalitium.biz/4616-2/
“28 giugno, Sant’Ireneo, Vescovo e Martire (Smirne, 130 – Lione, 202).
“A Lione, in Francia, sant’Ireneo, Vescovo e Martire, il quale (come scrive san Girolamo) fu discepolo del beato Policarpo, Vescovo di Smirne, e vicino ai tempi Apostolici. Egli, avendo moltissimo combattuto colla parola e cogli scritti contro gli eretici, finalmente, nella persecuzione di Severo, con quasi tutto il popolo della sua città, fu coronato con glorioso martirio”.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“28 juin : Saint Irénée, Évêque et Martyr (120-202).”
“28 juin 767 : décès du Pape Saint Paul Ier. Saint Paul Ier, naît à Rome et succède à son frère le Pape Étienne II, dont il continue la politique.
“28 juin 1476 : naissance de Gian Pietro Carafa, futur Pape Paul IV. C’est le 223ème pape de l’Église catholique.”
“28 juin 1098 : victoire des Croisés lors du second siège d’Antioche.”



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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Irenéo, Vescovo e Martire, il quale (come scrive san Girolamo) fu discepolo del beato Policàrpo, Vescovo di Smirne, e vicino ai tempi Apostolici. Egli, avendo moltissimo combattuto colla parola e cogli scritti contro gli eretici, finalmente, nella persecuzione di Sevèro, con quasi tutto il popolo della sua città, fu coronato con glorioso martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Irenéo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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“28 giugno 2017: Vigilia dei Santi Pietro e Paolo.”
“28 giugno 2017: Sant'Ireneo da Lione, vescovo e martire.”





28° giorno: Cuore verginale - Cuore diviso (http://www.stellamatutina.eu/28-giorno-cuore-verginale-cuore-diviso/)
http://www.stellamatutina.eu/28-giorno-cuore-verginale-cuore-diviso/
“28° giorno: Cuore verginale – Cuore diviso
CUORE VERGINALE
Il cuore verginale è il cuore tutto di Dio, esclusivamente suo. Il Cuore di Gesù è il cuore verginale per eccellenza divina: perché è il Cuore stesso di Dio.
La verginità è sublimità e potenza d’amore intatto e totale. Un cuore vergine è un cuore tutto e solo amore.
Non ammette divisioni né dispersione. Si dona in pienezza, perché è pienezza d’amore.
Il Cuore di Gesù è questa pienezza d’amore verginale.
Il Cuore di Maria è tabernacolo della verginità in cui venne formato il Cuore verginale di Gesù.
Concepito verginalmente, nato verginalmente, Gesù è il «figlio della verginità», come disse sant’Ambrogio; e il suo Cuore è la sorgente divina dell’amore verginale.
Per questo i cuori vergini sono quelli che Gesù scambia ben volentieri con il suo. A santa Lutgarda, a santa Veronica Giuliani, a santa Caterina da Siena, a santa Margherita M. Alocoque, è avvenuto questo fatto mistico della sostituzione del loro cuore con quello di Gesù.
«La verginità è la dimora soave di Gesù», ha scritto san Giovanni Climaco. E Gesù stesso in una delle apparizioni disse a santa Margherita: «Voglio che il tuo cuore sia un asilo per me, dove potermi rifugiare e gioire, quando i peccatori mi perseguitano e mi cacciano da loro». Per questo tutti i Santi hanno magnificato la verginità e hanno saputo compiere anche eroismi per non perderla, come fecero, ad esempio san Benedetto, san Francesco d’Assisi, san Tommaso d’Aquino. Che dire poi delle schiere verginali di martiri che hanno preferito la morte alla perdita della verginità?
I cuori verginali sono i prediletti del Cuore di Gesù.
Soltanto san Giovanni evangelista, l’apostolo vergine, ebbe il privilegio di posare il capo sul Cuore di Gesù (Gv 21,20). Lo stesso san Giovanni ha scritto nell’Apocalisse la celebre visione del Paradiso dove 144 mila vergini cantano «un cantico nuovo» e «seguono l’Agnello dovunque vada» (Ap 14,14).
L’amore dei cuori verginali risuona nei Cieli come un cantico speciale, che nessun altro cuore può cantare.
L’unione dei cuori verginali con il Cuore di Gesù è così intima e indivisibile che Gesù per l’eternità sarà circondato da moltitudini di vergini.
Per questo è una cosa sublime la vocazione religiosa.
E aveva ragione santa Maria Maddalena de’ Pazzi di dire che «la vocazione religiosa è la grazia più insigne che Dio possa fare a un’anima dopo il santo Battesimo, perché se il Battesimo rende figlia di Dio, la verginità consacrata rende sposa di Dio.
«O verginità – esclama sant’Atanasio – corona che mai appassisce, santuario dello Spirito Santo, pietra preziosa, quanti pochi ti sanno trovare!»
Il Cuore di Gesù voglia arricchire la Chiesa di molte vocazioni alla vita verginale.
CUORE DIVISO
«Non tutti possono capire questa parola» (Mt 19,11), ha detto Gesù a proposito della verginità. Sono pochi e scelti i cuori vergini chiamati a realizzare l’amore sommo ed esclusivo del dono sponsale di sé a Dio. La maggior parte dei cuori, invece, realizza la totalità dell’amore a Dio dividendo il proprio cuore con quello di una creatura nel Sacramento del matrimonio. Questa è una via più difficile, ma anche per essa, nonostante il cuore «diviso» (1Cor 7,33), si può e si deve arrivare alla santificazione, ossia alla pienezza dell’amore divino.
Basti pensare alle figure splendide di santi coniugi come sant’Enrico e santa Cunegonda, santa Bianca di Castiglia, san Luigi IX, santa Elisabetta d’Ungheria, san Tommaso Moro, i genitori di santa Teresina.
La devozione al Cuore di Gesù nelle famiglie cristiane diventa sorgente di pace. L’ha detto Gesù stesso in una promessa: «Metterò e conserverò la pace nelle famiglie dei miei devoti». Per questo il papa san Pio X ci teneva moltissimo alla consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore, e raccomandava che in ogni casa ci fosse un quadro del Sacro Cuore da venerare, poiché attira grazie e benedizioni: «Benedirò i luoghi dove sarà esposta e venerata l’immagine del mio Cuore».
Introdurre il Cuore di Gesù nelle famiglie, oggi è urgente.
Noi assistiamo sgomenti alle rovine della famiglia, alle profanazioni del matrimonio, agli sbandamenti dei figli. I cuori non sono soltanto divisi, ma in lotta fra loro nello stesso nido familiare. Nei riguardi della famiglia, del resto, oggi si comincia male e si finisce malissimo.
Si comincia con l’educazione sessuale, molto spesso scuola di corruzione; si continua con la promiscuità e la coeducazione a tutti i livelli; si arriva alle esperienze di peccato e ai rapporti prematrimoniali; si finisce nel matrimonio già distrutti e si precipita poi nei peccati contro la vita con l’uso degli anticoncezionali, con il ricorso all’aborto.
Che poi siano frequenti gli adulteri, le separazioni, i divorzi, che meraviglia fa? Nessuna.
Cuori divisi da Dio e dagli uomini. Cuori corrosi dall’egoismo. Cuori animalizzati fino a nutrirsi solo di sesso. Cuori da consumismo sfruttatore. Poveri cuori degli uomini!
Il Cuore di Gesù abbia pietà dei nostri cuori così divisi da Dio e dai fratelli!
Proposito: Fare (o rinnovare) la consacrazione della famiglia al Sacro Cuore.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


28 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/28-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/28-giugno.htm
“APOSTOLI DEL CUORE DI GESU'
28° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittime dei peccati, abbiate pietà di noi.
Intenzione. - Riparare: la trascuratezza dei genitori nell'educare i figli.
APOSTOLI DEL CUORE DI GESU’
Essere devoti del Sacro Cuore è un gran bene, ma esserne apostoli è cosa più eccellente.
Il devoto si contenta di rendere a Gesù particolari atti di amore e di riparazione; ma l'apostolo lavora affinchè la devozione al Sacro Cuore sia conosciuta, apprezzata e praticata e mette in atto tutti quei mezzi che un ardente amore divino suggerisce.
Gesù, per invogliare i suoi devoti a divenire veri apostoli, fece una promessa meravigliosa, quanto mai bella: « Il nome di coloro che diffonderanno questa devozione, sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà cancellato mai! ».
Essere scritti nel Cuore di Gesù significa essere annoverati tra i prediletti, tra i predestinati alla gloria del Cielo; significa godere in questa vita delle carezze di Gesù e dei suoi particolari favori.
Chi non vorrà fare il possibile per conseguire una tale promessa?
Non si pensi che solo i Sacerdoti possano fare l'apostolato della devozione al Sacro Cuore predicando dal pulpito; ma tutti possono fare apostolato, perchè a tutti è rivolta la promessa.
Si suggeriscono ora i modi opportuni e pratici per fare onorare il Sacro Cuore da tanti altri.
Qualunque ambiente, qualunque tempo è adatto a quest'apostolato, purchè si sfruttino con prudenza le circostanze che la Provvidenza presenta.
L'autore di questo libro rimase una volta edificato assai dallo zelo di un povero venditore ambulante. Andava questi in giro a vendere petrolio. Quando aveva davanti a sé un gruppetto di donne, faceva una parentesi alla vendita e parlava del Sacro Cuore, esortando a fare la Consacrazione della famiglia. Il suo dire semplice e disinteressato toccava il cuore di tante popolane e riuscì a fare attuare molte consacrazioni nei rioni più irreligiosi della città. Forse ottenne più frutti l'apostolato di questo uomo, anziché la predica di un grande oratore.
Si fa apostolato tutte le volte che si parla del Sacro Cuore. Si raccontino le grazie che si sono ottenute per invogliare altri a ricorrere nei bisogni al Cuore di Gesù. Si diffondano pagelline e libretti del Sacro Cuore. Ci sono anime apostole, che con sacrifici e risparmi acquistano stampe e poi le regalano. Chi non potesse fare ciò si presti almeno alla diffusione, appoggiando ed aiutando l'apostolato degli altri. Si regali la pagellina del Sacro Cuore a chi viene a fare visita in casa, a coloro che frequentano il laboratorio, agli alunni ed alle alunne; si accluda nelle lettere; si faccia pervenire lontano, specie a quelle persone che ne hanno bisogno.
Ogni mese si trovi qualche anima fredda o indifferente e si disponga bellamente a fare la Comunione del Primo Venerdì. Certe persone hanno bisogno di una parola persuasiva per avvicinarsi al Cuore di Gesù.
Come sarebbe bello e quale gioia si darebbe al Signore, se ogni anima devota del Sacro Cuore presentasse ogni Primo Venerdì a Gesù un'altra anima
È apostolato, come si è detto sopra, far consacrare la famiglia al Cuore di Gesù. Gli apostoli s'interessino perchè tale Consacrazione sia fatta con solennità in casa propria, nelle famiglie dei parenti e in quelle del vicinato e si convincano i prossimi sposi a consacrarsi al Sacro Cuore il giorno delle nozze.
È pure apostolato esortare alla riparazione, specialmente organizzando gruppi di anime pie, affinchè si faccia l'Ora di Guardia il turno privato dell'Ora Santa; affinchè ci siano molte Comunioni riparatrici nei giorni in cui Gesù è più offeso; è apostolato sublime trovare « anime ostie », cioè persone che si consacrano completamente alla riparazione.
Si può anche essere apostoli del Sacro Cuore:
1. - Pregando affinchè si diffonda nel mondo questa devozione.
2. - Offrendo sacrifici, il che facciano specialmente gli ammalati, con l'accettare con rassegnazione le sofferenze, allo scopo che si propaghi nel mondo la devozione al Sacro Cuore.
In fine, si sfruttino le iniziative, che sono disseminate in questo libretto, affinché ognuno possa dire: Il mio nome è scritto nel Cuore di Gesù e non ne verrà cancellato mai!
ESEMPIO
Grazia ottenuta
Una donna era afflittissima. Il marito era andato in America in cerca di lavoro. Nel primo tempo questi scriveva con regolarità e con affetto verso la famiglia; poi cessò la corrispondenza.
Da due anni la sposa era preoccupata: Il marito sarà morto?... Si sarà dato alla vita libera?... - Tentò di avere qualche notizia, ma invano.
Si rivolse allora al Cuore di Gesù e cominciò le Comunioni dei Primi Venerdì, supplicando Dio di farle giungere qualche buona notizia.
Finì la serie delle nove Comunioni; nessuna nuova. Trascorsa poco più di una settimana, giunse la lettera del marito. Grande tu la gioia della sposa, ma più grande fu la meraviglia quando si accorse che la data della lettera corrispondeva al giorno, in cui essa aveva fatta l'ultima Comunione.
La donna chiudeva i Nove Primi Venerdì e Gesù quel giorno stesso muoveva lo sposo a scrivere. Vera grazia del Sacro Cuore, che l'interessata raccontò commossa all'autore di queste pagine.
Il narrare queste e simili grazie, è un vero apostolato che si compie, perché così le anime bisognose e afflitte si orientano verso il Cuore di Gesù.
Fioretto. Scegliere un'opera buona da fare ogni venerdì ad onore del Sacro Cuore: o una preghiera, o un sacrificio, o un atto di carità.
Giaculatoria. Eterno Padre, vi offro tutte le Messe che si sono celebrate e che si celebreranno, specialmente quelle di oggi!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
30-06-17, 18:39
29 giugno 2017: Festa dei Santi Pietro e Paolo…



Guéranger, L'anno liturgico - San Pietro e san Paolo, apostoli (http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm)
“29 GIUGNO SAN PIETRO E SAN PAOLO, APOSTOLI.”



Santi Pietro e Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santi-pietro-paolo/)
“29 giugno, Santi Pietro e Paolo Apostoli.
“A Roma il natale dei santi Apostoli Pietro e Paolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Nerone Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticano presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiense, e venerato con pari onore”.
O Santi Apostoli Pietro e Paolo, io vi eleggo oggi e per sempre come miei speciali protettori ed avvocati, e mi rallegro umilmente, tanto con voi, o San Pietro principe degli Apostoli, perchè siete quella pietra su cui Iddio edificò la sua Chiesa, che con voi, o San Paolo, prescelto da Dio per vaso di elezione e predicatore della verità, e vi prego di ottenermi viva fede, speranza ferma e carità perfetta, totale distacco da me stesso, disprezzo del mondo, pazienza nelle avversità e umiltà nelle prosperità, attenzione nell’orazione, purità di cuore, retta intenzione nell’operare, diligenza nell’adempiere gli obblighi del mio stato, costanza nei proponimenti, rassegnazione al volere di Dio, e perseveranza nella divina grazia sino alla morte. E così, mediante la vostra intercessione, ed i gloriosi vostri meriti, superate le tentazioni del mondo, del demonio e della carne, sia fatto degno di venire dinanzi al cospetto del supremo ed eterno Pastore delle anime, Gesù Cristo, il quale con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli, per goderlo ed amarlo eternamente. Così sia.”




Don Floriano Abrahamowicz in data odierna - 29 giugno 2017, Natale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo - festeggia i venticinque anni di sacerdozio!!!
Auguro di cuore un felice anniversario a questo raro esemplare di coraggioso sacerdote integralmente cattolico; sabato 1 luglio e Domenica 2 Luglio 2017 sarò alla Santa Messa da lui celebrata ("non una cum", cioè di "sede vacante", ovviamente...) alla "Domus Lefebvre" a Paese (TV) e gli farò di persona gli auguri!!!
29 giugno 1992 - 29 giugno 2017: 25 anni di sacerdozio, che Dio benedica don Floriano!!!




https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
"Giovedì 29 Giugno don Floriano celebra 25 anni di sacerdozio!!
A causa di una festa altrove il Catechismo non avrà luogo Giovedì 29 Giugno. Qua a Paese, TV ringrazieremo e celebreremo con una Santa Messa e in seguito una grigliata domenica 2 Luglio. Josef"
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“29 juin : Saints Pierre et Paul, Apôtres.”
“Papauté : Le faux argument du reniement de saint Pierre”
http://ddata.over-blog.com/0/46/19/78/Le-faux-argument-du-reniement-de-saint-Pierre.pdf


https://www.radiospada.org/2016/04/il-rinnegamento-di-sanpietro-una-messa-a-punto-teologica/
"Il Rinnegamento di San Pietro: una messa a punto teologica di Clemente LECUYER (7 gennaio 2015)
L’infallibilità papale non è mai stata attaccata dopo la promulgazione del dogma nel 1870.
Oggi, sentiamo spesso nelle file dei cattolici chiamati “tradizionalisti”, come il primo Papa, San Pietro, avrebbe commesso un atto pubblico di apostasia, rinnegando nostro Signore il Venerdì Santo.
Così per loro, ne consegue che è possibile per un Papa negare pubblicamente i principi cattolici e perdere la fede.
L’unico problema è che tutto questo non è vero!
Sia nei loro sermoni che nei loro scritti, i sacerdoti della Fraternità San Pio X, per esempio sostengono questo “argomento” regolarmente:
“Dovremmo dimenticare che il primo Papa, San Pietro rinnegò Cristo tre volte prima che il gallo canti” (conoscere e servire. Supplemento n ° 10 pubblicato sul sito KIID)
Sul sito Aveclimmaculée c’è un parallelo tra il rinnegamento di San Pietro e la situazione attuale del papato:
“O San Pietro, ricordatevi quel momento di debolezza che aveste quando, in preda a paura e rinnegaste Gesù tre volte. Attualmente il papa rinnega ugualmente nostro Signore. San Pietro, noi vi amiamo e vi seguiamo perché avete pianto amaramente il vostro peccato. “
Questo confronto è assurdo e dovrebbe essere respinto con forza. Molto prima di noi, alcuni pirati della fede, non volendo riconoscere l’ infallibilità papale in tutta la sua estensione, avanzavano con la garanzia del falso esempio del “Rinnegamento di San Pietro”.
Nel XII secolo, San Francesco d’Assisi già tentava di uccidere questa idea perniciosa:
“La negazione fatta da Pietro il giorno della passione non deve turbarci perché Pietro non perse la fede, ma solo peccò circa la confessione della fede. La paura gli fece sconfessare quello in cui credeva. Credeva bene, ma parlò male “. ( La polemica cattolica )
Più tardi, nel XIX secolo, la RP Boylesve Marin (1813-1892), gesuita, distrugge l’eccezione in una delle sue opere:
“Il Papa è infallibile nella fede, è lui a dover confermare gli altri vescovi, non è agli altri vescovi il rafforzarlo per renderlo infallibile. Ma poche ore dopo, Pietro quasi tre volte ha rinnegato il suo Maestro. Non è spiegato come questa obiezione possa essere sollevata con un po’ di serietà . Le soluzioni abbondano.
1) Pietro era già vicario di Gesù Cristo? Era già investito della sovranità pontificia, e responsabile di insegnare alla Chiesa? Ovviamente no, dal momento che Gesù era ancora vivo ed era presente sulla terra. Pietro non poteva entrare in carica che dopo la sua Ascensione del suo Maestro divino, almeno, e al massimo, dopo l’investitura espressa che sentiremo tra un attimo.
2) … Questo non fu certamente fatto come dottore universale, ma piuttosto per suo conto personale, quando disse: Io non conosco quell’uomo. Tremando per se stesso, non pensava affatto di insegnare niente a nessuno di sorta; troppo poco preoccupato, in quel momento, di cosa dovesse o non dovesse credere per essere salvato, egli non aveva davanti a lui che dei miserabili servi, non uno che apparteneva alla Chiesa, che del resto non esisteva ancora e tuttavia non era ancora formata. Gesù disse, è vero, che questo apostolo era la roccia su cui avrebbe edificato la sua Chiesa; ma se i materiali di costruzione sono stati sollevati, e la prima pietra è stata designata, essa non è stata ancora posta, e il fondamento non era stato ancora stabilito.
3) Infine, in questa triste circostanza, la fede è venuta meno a Pietro? Vedete questa tavola servita di cibi grassi e circondata da ospiti, che tutti, tranne il giovane, ma timido cattolico, sono più che indifferenti per quanto riguarda la legge di astinenza.Oggi è Venerdì. Il buon giovane, molto imbarazzato di essere lì, accetta ciò che viene offerto e reso grasso. Un ospite che, nello stesso imbarazzo, riconosciuta per quello che è, gli ricorda, con un sorriso un po ‘beffardo, è Venerdì. – ” Signore , rispose il giovane con audacia apparente, signore, non so quello che dici .” – Assolutamente come Simon Pietro! Oh! non manca la fede in questo cristiana - c’è qualcosa d’altro. Fede No, mille volte no, Pietro non ha mancato; è il coraggio che in lui fu carente.
Ma se Gesù Cristo ha garantito a Pietro dell’infallibilità nella fede, egli non ha promesso l’impeccabilità nella conduzione e nel parlare. Situati in circostanze analoghe, altri Papi possono anche essere deboli, ma non uno mancherà nella sua fede e nel suo insegnamento papale . ( Risposte alle obiezioni fondamentali contro il potere e contro l’infallibilità del Papa , RP Marin Boylesve 1877 )
Poco dopo, è stata la volta di padre Garrigou-Lagrange, un filosofo domenicano e tomista e teologo di spicco del XX secolo, per mettere le cose in chiaro su questo argomento:
“Il peccato di Pietro – il triplice rinnegamento di Cristo durante la sua passione – era un peccato contro la confessione esterna di fede: ” Non conosco il Cristo “ . Non è stata una perdita di fede. l’Apostolo avrebbe perso la fede e peccato mortalmente contro atto interno obbligatorio di fede, se avesse ammesso questa negazione nel suo cuore o avesse deliberatamente messo in dubbio qualsiasi verità rivelata sulla quale aveva ricevuto istruzioni sufficienti. Le sue imprecazioni esterne, emesse nell’ambito della paura, non sono in alcun modo l’indicazione che tale fosse stato il caso “. ( Le virtù teologali , RP Garrigou-Lagrange, Vol. 1: sulla fede)
Non c’è nulla di cui sorprendersi se ai cosiddetti tradizionalisti piace diffondere allegramente idee sbagliate più volte confutate in passato, invece di difendere e stabilire la verità!
Quindi, nei termini di ciò che ci insegnano questi autori, affermare che “il primo Papa ha negato nostro Signore Gesù Cristo” è innegabile che sia:
– Una calunnia a San Pietro,
– Un attacco oltraggioso contro l’istituzione del papato,
-Un argomento fallace e pernicioso da “minimalisti” in materia di infallibilità, che cercano di farci credere che la Sede Apostolica può commettere atti di apostasia.
Comparare i falsi “papi” del Vaticano II con San Pietro è una bestemmia abominevole!
San Pietro stesso, preferì subire il martirio e dare la sua vita per il Signore.
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno organizzato e presieduto le più spettacolari apostasie di Assisi, dove tutte le grandi religioni pagane del mondo si sono riunite per pregare i loro “dei”, accanto alle diverse comunità “cristiane”.
San Pietro, salvate la Chiesa!"



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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Apostoli Piétro e Pàolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Neróne Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticàno presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiènse, è venerato con pari onore. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi immensi Santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Apostoli Piétro e Pàolo possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
I Santi Pietro e Paolo, fustigatori di tutti gli eretici e protagonisti di un proselitismo incessante e poderosamente fruttifero, odiati dal mondo, finalmente coronati con la gloria del martirio per la loro integrale fedeltà a Cristo.”



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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“29 giugno 2017: Festa dei Santi Pietro e Paolo (Doppio di prima classe con Ottava comune - Festa di precetto).”





29 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/29-giugno.htm)
“GIORNO 29
LE ISPIRAZIONI
29° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per coloro che sono sull'orlo dell'inferno, prossimi a cadervi se non sono aiutati.
LE ISPIRAZIONI
Un'immagine sacra rappresenta Gesù sotto le sembianze di viandante, con il bastone in mano, in atto di battere ad una porta. Si è osservato che alla porta manca la maniglia.
L'autore di tale immagine ha inteso concretizzare il detto dell'Apocalisse: Io sto alla porta e batto; se uno ascolterà la mia voce e mi aprirà la porta, io entrerò da lui (Apocalisse, III, 15).
Nell'Invitatorio, che la Chiesa fa ripetere tutti i giorni ai Sacerdoti, all'inizio della sacra ufficiatura, è detto: Oggi, se udirete la sua voce, non vogliate indurire i vostri cuori!
La voce di Dio, di cui si parla, è l'ispirazione divina, la quale parte da Gesù ed è diretta all'anima. La porta, che non ha la maniglia all'esterno, fa comprendere che l'anima, udita la voce divina, ha il dovere di muoversi, di aprire internamente e di far entrare Gesù.
La voce di Dio non è sensibile, cioé non colpisce l'orecchio, ma va alla mente e scende al cuore; è voce delicata, che non può udirsi se non c'è il raccoglimento interiore; è voce amorosa e sapiente, che invita dolcemente, rispettando la libertà umana.
Consideriamo l'essenza della divina ispirazione e la responsabilità che ne proviene a chi la riceve.
L'ispirazione è un dono gratuito; si chiama anche grazia attuale, perchè d'ordinario è momentanea ed è data all'anima in qualche bisogno particolare; è un raggio di luce spirituale, che illumina la mente; è un invito misterioso che fa Gesù all'anima, per tirarla a sé o per disporla a maggiori grazie.
Essendo l'ispirazione un dono di Dio, si ha il dovere di riceverla, di apprezzarla e di farla fruttare. Si rifletta su questo: Dio non spreca i suoi doni; Egli è giusto e chiederà conto di come si siano fatti fruttare i suoi talenti.
È doloroso il dirlo, ma tanti fanno i sordi alla voce di Gesù e rendono inefficaci o inutili le sante ispirazioni. San'Agostino, pieno di sapienza, dice: Temo il Signore che passa! - volendo significare che se Gesù batte oggi, batte domani alla porta del cuore, e si resiste e non gli si apre la porta, potrebbe allontanarsi e non ritornare più.
È necessario dunque ascoltare la buona ispirazione e metterla in pratica, rendendo in tal modo efficace la grazia attuale che Dio dà.
Quando si ha un buon pensiero da attuare e questo ritorna con insistenza alla mente, ci si regoli così: Si preghi, affinché Gesù dia la luce necessaria; si rifletta seriamente se e come mettere in atto ciò che Dio ispira; nel caso dubbio, si chieda il parere al Confessore o al Direttore Spirituale.
Le ispirazioni più importanti potrebbero essere:
Consacrarsi al Signore, lasciando la vita secolare.
Fare il voto di verginità.
Offrirsi a Gesù come « anima ostia » o vittima riparatrice.
Dedicarsi all'apostolato. Troncare un'occasione di peccato. Riprendere la meditazione quotidiana, ecc...
Chi sente, e da tempo, qualcuna delle suddette ispirazioni, ascolti la voce di Gesù e non induri il suo cuore.
Il Sacro Cuore fa udire con frequenza la sua voce ai suoi devoti, o durante una predica o una pia lettura, o mentre sono in preghiera, specialmente durante la Messa e nel tempo della Comunione, o mentre sono nella solitudine e nel raccoglimento interiore.
Una sola ispirazione, assecondata con prontezza e generosità, potrebbe essere il principio di una vita santa o di una vera rinascita spirituale, mentre un'ispirazione resa vana potrebbe rompere la catena di tante altre grazie che Dio vorrebbe elargire.
ESEMPIO
Idea geniale
La signora De Franchis, da Palermo, ebbe una buona ispirazione: A casa mia c'è il necessario ed anche il più. Quanti invece mancano di pane! È doveroso aiutare qualche povero, anche giornalmente. Questa ispirazione fu messa in pratica. All'ora di pranzo la signora pose un piatto al centro della tavola; poi disse ai figli: A pranzo e a cena noi penseremo ogni giorno a qualche povero. Ognuno si privi di qualche boccone di minestra o di pietanza e lo metta in questo piatto. Sarà il boccone del povero. Gesù gradirà la nostra mortificazione e l'atto di carità. -
Tutti furono contenti dell'iniziativa. Ogni giorno, dopo il pasto, entrava un povero e veniva servito con delicata premura.
Una volta un giovane Sacerdote, trovandosi nella famiglia De Franchis, a vedere con quanto amore preparavano il piatto per il povero, rimase gradevolmente sorpreso di quel nobile atto di carità. Fu un'ispirazione per il suo cuore ardente di Sacerdote: Se in ogni famiglia nobile o benestante si preparasse un piatto per un bisognoso, migliaia di poveri potrebbero sfamarsi in, questa città! -
Il buon pensiero, che Gesù ispirò, fu efficace. Il fervoroso ministro di Dio cominciò a propagare l'iniziativa e giunse a fondare un Ordine Religioso: « Il Boccone del Povero » con i due rami, maschile e femminile.
Quanto bene in un secolo si è compiuto e quanto se ne compirà dai membri di questa Famiglia Religiosa!
Quel Sacerdote al presente è Servo di Dio ed è inoltrata la sua Causa di Beatificazione e di Canonizzazione.
Se Padre Giacomo Gusmano non fosse stato docile alla divina ispirazione, non avremmo nella Chiesa la Congregazione del « Boccone del Povero ».
Fioretto. Ascoltare le buone ispirazioni e metterle in pratica.
Giaculatoria. Parla, o Signore, che io ti ascolto!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


29° giorno: Cuore sacerdotale - Cuore profano (http://www.stellamatutina.eu/29-giorno-cuore-sacerdotale-cuore-profano/)
“29° giorno: Cuore sacerdotale – Cuore profano
CUORE SACERDOTALE
Il Cuore di Gesù è il cuore sacerdotale per eminenza.
In esso è la sorgente infinita del Sacerdozio. Nessun cuore può essere sacerdotale se non partecipando alla pienezza del Sacerdozio racchiusa nel Cuore di Gesù.
Il cuore sacerdotale è il cuore consacrato «a vantaggio degli uomini in tutte le cose di Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati…» (Eb 5,1-2).
Il Cuore di Gesù è stato l’altare e la vittima sublime per la gloria di Dio e per la salvezza degli uomini. Tutto l’amore per il Padre, tutto l’amore per noi, Gesù lo brucia sull’altare del suo adorabile Cuore. Tutto il dolore per le offese a Dio, tutto il dolore per le rovine delle anime, Gesù lo soffre nel suo adorabile Cuore. Tutte le offerte di riparazione a Dio e di espiazione per gli uomini, Gesù le trasforma in offerta sacerdotale di adorazione, lode, riparazione, propiziazione.
Cuore sacerdotale di Gesù, riempi i cuori dei tuoi Sacerdoti e fa che ti amino, per meritare anche il frutto particolare della tua promessa: «Ai sacerdoti darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
Ogni vocazione sacerdotale ha la sua radice nel Cuore di Gesù. Nessuno può diventare Sacerdote se non viene scelto e chiamato da Gesù: «Io ho scelto voi» (Gv 15,16). E deve essere grande l’amore del Cuore di Gesù verso i Sacerdoti, se la sera del Giovedì santo, nell’ultima Cena, allorché Egli istituì il Sacerdozio sacramentale, uscì in questa esclamazione: «Ho desiderato ardentemente fare questa Pasqua con voi, prima di soffrire» (Lc 22,15). Ed è per questo che il suo lamento più doloroso a santa Margherita fu quello riguardante i sacerdoti: «Quel che più mi è penoso, è di vedermi trattato così da cuori a me consacrati».
I Sacerdoti sono i prediletti del Cuore di Gesù, sono la porzione più preziosa del suo amore, sono i suoi ministri, i suoi amici, i suoi intimi. Beato chi è chiamato e chi corrisponde a questa scelta d’amore così personale!
Purtroppo anche in questo «molti sono i chiamati, pochi gli eletti» (Mt 20,16). Se san Giovanni Bosco dice che Dio chiama al Sacerdozio uno su tre ragazzi, è ben triste sapere che la corrispondenza a questa chiamata eccezionale è molto, molto scarsa, e sta calando ancora in modo pauroso, perché la maggior parte dei giovani corrono appresso alle chimere del mondo e vivono incatenati agli istinti più vergognosi della carne.
Cuore di Gesù, salva e santifica i tuoi Sacerdoti!
CUORE PROFANO
«Voi siete stirpe eletta, regale sacerdozio» (1Pt 2,9).
La Chiesa è formata di cristiani che costituiscono un popolo sacerdotale. Se il Sacerdozio fa volgere l’anima a Dio, per offrirgli «doni e sacrifici per i peccati» (Eb 5,1-2), un popolo sacerdotale è un popolo che è in comunione con Dio e fa ogni giorno le sue offerte a Dio in modo spirituale.
Un popolo sacerdotale è soprattutto un popolo che prega, che sta volentieri presso l’altare di Dio, che teme e ama Dio, che ha il senso del sacro, che orienta e trasporta tutto verso Dio: «Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate qualunque cosa, fate tutto per la gloria di Dio» (1Cor 10,31).
Se invece il cuore di un uomo è alieno dal rapporto con Dio, se è vuoto di richiami e aspirazioni a Dio, e non si trova affatto a suo agio nella preghiera, mentre è gonfio di interessi e di tensioni terrestri, questo cuore è tutt’altro che sacerdotale. È solo un cuore profano.
Il cuore profano è il cuore che non sente pressoché mai il bisogno di pregare, debole di fede, più debole ancora di fronte alla seduzione del peccato, che gli fa distruggere l’amicizia di Dio con la perdita della grazia divina.
Esso trova i suoi gusti solo nelle passioni per le creature, per lo sport e la politica, per la moda e le canzoni, per i soldi e i successi. Povero cuore pieno di fatuità!
E magari arriva a illudersi di essere religioso perché nel momento del bisogno si rivolge a Dio per rimedio ai guai.
«Non è così che dovete fare, se volete guarire» – diceva il santo Curato d’Ars a un giovane epilettico molto debole nella fede e nella morale.
Ad una pia signora che era andata da lui in pellegrinaggio per ottenere la guarigione di un parente, il santo Curato d’Ars disse: «Fate una novena di preghiera. Ma non so se il Signore vi ascolterà, perché in quella casa laggiù c’è tanta religione quanta in una scuderia di cavalli». E il giovane morì.
Proprio così. In tanti cuori di cristiani c’è tanta religione e fedeltà a Dio quanto in una «scuderia di cavalli».
Altro che cuori sacerdotali! Sono cuori profani, pieni solo di «carne e sangue» (Mt 16,17).
Se il nostro cuore ha 22 miliardi di cellule, con circa 100.000 battiti al giorno, e 40 milioni all’anno, quante di queste cellule e di questi battiti noi consacriamo ogni giorno a Gesù? Molto pochi, o forse neppure uno?
Esaminiamoci. Pensiamo a tutti i battiti del cuore che sciupiamo dietro le passioni di cui siamo schiavi: lo sport, il sesso, il denaro, lo studio, la politica, gli spettacoli, i divertimenti…, e capiremo come siamo lontani da una santa Teresina che non voleva perdere «neppure un atomo» del suo cuore senza darlo a Gesù.
Così sia il nostro cuore. Proteso verso il cielo. Pieno solo di Gesù, come ci dice san Paolo: «Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori» (Ef 3,17).
Proposito: Pregare molto il Sacro Cuore perché voglia donarci santi Sacerdoti.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Guéranger, L'anno liturgico - San Pietro e san Paolo, apostoli (http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm)
“29 GIUGNO SAN PIETRO E SAN PAOLO, APOSTOLI.
La risposta dell'amore.
"Simone, figlio di Giona, mi ami tu?". Ecco l'ora in cui si fa sentire la risposta che il Figlio dell'Uomo esigeva dal pescatore di Galilea. Pietro non teme la triplice domanda del Signore. Dalla notte in cui il gallo fu meno pronto a cantare che non il primo fra gli Apostoli a rinnegare il suo Maestro, lacrime senza fine hanno segnato due solchi sulle sue guance; ma è spuntato il giorno in cui cesseranno i pianti. Dal patibolo sul quale l'umile discepolo ha voluto essere inchiodato con il capo in giù, il suo cuore traboccante ripete infine senza timore la protesta che, dalla scena sulle rive del lago di Tiberiade, ha silenziosamente consumato la sua vita: "Sì, o Signore, tu sai che io ti amo!" (Gv 21,17).
L'amore, segno del nuovo sacerdozio.
L'amore è il segno che distingue dal ministero della legge di servitù il sacerdozio dei tempi nuovi. Impotente, immerso nel timore, il sacerdote ebreo non sapeva far altro che irrorare l'altare figurativo del sangue di vittime che sostituivano lui stesso. Sacerdote e vittima insieme, Gesù chiede di più a coloro che chiama a partecipare alla prerogativa che lo fa pontefice in eterno secondo l'ordine di Melchisedech (Sal 109,4). "Non vi chiamerò più servi, perché il servo non sa quel che fa il padrone. Ma vi ho chiamati amici perché vi ho comunicato tutto quello che ho udito dal Padre mio (Gv 15,15). "Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Perseverate nell'amor mio" (ivi, 9).
Ora, per il sacerdote ammesso in tal modo nella comunità del Pontefice eterno, l'amore è completo solo se si estende all'umanità riscattata nel grande Sacrificio. E, si noti bene: in ciò vi è per lui qualcosa di più dell'obbligo comune a tutti i cristiani di amarsi a vicenda come membra di uno stesso Capo; poiché, con il suo sacerdozio, egli fa parte del Capo, e per questo motivo la carità deve prendere in lui qualcosa del carattere e delle profondità dell'amore che questo Capo ha per le sue membra. Che cosa accadrebbe se, al potere che possiede di immolare Cristo stesso, al dovere di offrirsi insieme con lui nel segreto dei Misteri, la pienezza del pontificato venisse ad aggiungere la missione pubblica di dare alla Chiesa l'appoggio di cui ha bisogno, la fecondità che lo Sposo celeste si aspetta da essa? È allora che, secondo la dottrina espressa fin dalle più remote antichità dai Papi, dai Concili e dai Padri, lo Spirito Santo lo rende atto alla sua sublime missione identificando completamente il suo amore a quello dello Sposo di cui soddisfa gli obblighi e di cui esercita i diritti.
L'amore di san Pietro.
Affidando a Simone figlio di Giona l'umanità rigenerata, la prima cura dell'Uomo-Dio era stata quella di assicurarsi che egli sarebbe stato veramente il vicario del suo amore (Sant'Ambrogio, Comm. su san Luca, 10); che, avendo ricevuto più degli altri, avrebbe amato più di tutti (Lc 7,47; Gv 21,15); che, erede dell'amore di Gesù per i suoi che erano nel mondo li avrebbe amati al pari di lui sino alla fine (Gv 13,1). Per questo la costituzione di Pietro al vertice della sacra gerarchia, concorda nel Vangelo con l'annuncio del suo martirio (ivi 21,18): pontefice supremo, doveva seguire fino alla Croce il supremo gerarca (ivi 19,22).
Ora, la santità della creatura, e nello stesso tempo la gloria del Dio creatore e salvatore, non trovano la loro piena espressione che nel Sacrificio che abbraccia pastore e gregge in uno stesso olocausto.
Per questo fine supremo di ogni pontificato e di ogni gerarchia, dall'Ascensione di Gesù in poi Pietro aveva percorso la terra. A Joppe, quando era ancora agli inizi del suo itinerario apostolico, una misteriosa fame si era impadronita di lui: "Alzati, Pietro, uccidi e mangia", aveva detto lo Spirito; e, nello stesso tempo, una visione simbolica presentava riuniti ai suoi occhi gli animali della terra e gli uccelli del cielo (At 10,9-16). Era la gentilità che egli doveva congiungere, alla tavola del divino banchetto, ai resti d'Israele. Vicario del Verbo, condivideva la sua immensa fame; la sua carità, come un fuoco divoratore, si sarebbe assimilati i popoli; realizzando il suo attributo di capo, sarebbe venuto il giorno i cui, vero capo del mondo, avrebbe fatto di quella umanità offerta in preda alla sua avidità il corpo di Cristo nella sua stessa persona. Allora, nuovo Isacco, o piuttosto vero Cristo, avrebbe visto anche lui innalzarsi davanti a sé il monte dove Dio guarda, aspettando l'offerta (Gen 22,14).
Il martirio di san Pietro.
Guardiamo anche noi, poiché quel futuro è divenuto presente, e, come nel grande Venerdì, prendiamo anche noi parte allo spogliamento che si annuncia. Parte beata, tutta di trionfo: qui almeno, il deicidio non unisce la sua lugubre nota all'omaggio del mondo e il profumo d'immolazione che già si eleva dalla terra riempie i cieli della sua soave letizia. Divinizzata dalla virtù dell'adorabile ostia del Calvario, si direbbe infatti che la terra oggi basti a se stessa. Semplice figlio di Adamo per natura, e tuttavia vero pontefice supremo, Pietro avanza portando il mondo: il suo sacrificio completerà quello dell'Uomo-Dio che lo investì della sua grandezza (Col 1,24); inseparabile dal suo capo visibile, anche la Chiesa lo riveste della sua gloria (1Cor 11,7). Per il potere di quella nuova croce che si eleva, Roma oggi diventa la città santa. Mentre Sion rimane maledetta per avere una volta crocifisso il suo Salvatore, Roma avrà un bel rigettare l'Uomo-Dio, versarne il sangue nella persona dei suoi martiri, nessun delitto di Roma potrà prevalere contro il grande fatto che si pone in quest'ora: la croce di Pietro le ha delegato tutti i diritti di quella di Gesù, lasciando ai Giudei la maledizione; essa ora diventa la Gerusalemme.
Il martirio di san Paolo.
Essendo dunque tale il significato di questo giorno, non ci si stupirà che l'eterna Sapienza abbia voluto renderlo ancora più sublime, unendo l'immolazione dell'apostolo Paolo al Sacrificio di Simon Pietro. Più di ogni altro, Paolo aveva portato avanti, con le sue predicazioni, l'edificazione del corpo di Cristo (Ef 4,12); se oggi la santa Chiesa è giunta a quel pieno sviluppo che le consente di offrirsi nel suo capo come un'ostia di soavissimo odore, chi meglio di lui potrebbe dunque meritare di completare l'offerta? (Col 1,24; 2Cor 12,15). Essendo giunta l'età perfetta della Sposa (Ef 4,13), anche la sua opera è terminata (2Cor 11,2). Inseparabile da Pietro nelle sue fatiche in ragione della fede e dell'amore, lo accompagna parimenti nella morte (Antifona dell'Ufficio); entrambi lasciano la terra nel gaudio delle nozze divine sigillate con il sangue, e salgono insieme all'eterna dimora dove l'unione è perfetta (2Cor 5).
VITA DI SAN PIETRO - Dopo la Pentecoste, san Pietro organizzò con gli altri Apostoli la chiesa di Gerusalemme, quindi le chiese di Giudea e di Samaria, e infine ricevette nella Chiesa il centurione Cornelio, il primo pagano convertito. Sfuggito miracolosamente alla morte che gli riservava il re Erode Agrippa, lasciò la Palestina e si recò a Roma dove fondò, forse fin dall'anno 42, la Chiesa che doveva essere il centro della Cattolicità. Da Roma intraprese parecchi viaggi apostolici. Verso il 50 è a Gerusalemme per il Concilio che decretò l'ammissione dei Gentili convertiti nella Chiesa, senza obbligarli alle osservanze della legge mosaica. Passò ad Antiochia, nel Ponto, in Galazia, in Cappadocia, in Bitinia e nella provincia dell'Asia. Avendo un incendio distrutto la città di Roma nel 64, si accusarono i cristiani di essere gli autori della catastrofe e Nerone li fece arrestare in massa. Parecchie centinaia, forse anche parecchie migliaia furono condannati a morte mediante vari supplizi: alcuni furono crocifissi, altri bruciati vivi, altri dati in pasto alle belve nell'anfiteatro, altri infine decapitati. San Pietro, dapprima incarcerato secondo una antica tradizione nel carcere Mamertino, fu crocifisso con la testa in giù, negli orti di Nerone, sul colle Vaticano. Qui fu seppellito. La data esatta del suo supplizio è il 29 giugno del 67.
La festa del 29 giugno.
Dopo le grandi solennità dell'Anno Liturgico e la festa di san Giovanni Battista, non ve n'è alcun'altra più antica o più universale nella Chiesa di quella dei due Principi degli Apostoli. Molto presto Roma celebrò il loro trionfo nella data stessa del 29 giugno che li vide elevarsi dalla terra al cielo. La sua usanza prevalse subito su quella di alcune regioni, dove si era dapprima deciso di fissare la festa degli Apostoli agli ultimi giorni di dicembre. Certamente, era un nobile pensiero quello di presentare i padri del popolo cristiano al seguito dell'Emmanuele nel suo ingresso nel mondo. Ma come abbiamo visto, gli insegnamenti di questo giorno hanno, per se stessi, una importanza preponderante nell'economia del dogma cristiano; essi formano il complemento dell'intera opera del Figlio di Dio; la croce di Pietro costituisce la Chiesa nella sua stabilità, e assegna al divino Spirito l'immutabile centro delle sue operazioni. Roma era dunque ben ispirata quando, riservando al discepolo prediletto l'onore di vegliare per i suoi fratelli presso la culla del Dio-Bambino, conservava la solenne commemorazione dei Principi dell'apostolato nel giorno scelto da Dio per porre termine alle loro fatiche e coronare, insieme con la loro vita, l'intero ciclo dei misteri.
Il ricordo dei dodici Apostoli.
Ma era giusto non dimenticare, in un giorno così solenne, quegli altri messaggeri del padre di famiglia che irrorarono anch'essi dei loro sudori e del loro sangue tutte le strade del mondo, per accelerare il trionfo e radunare gli invitati del banchetto nuziale (Mt 22,8-10). Grazie appunto ad essi, la legge di grazia è ora definitivamente promulgata in mezzo alle genti e la buona novella ha risuonato in tutte le lingue e su tutte le sponde (Sal 18,4-5). Cosicché la festa di san Pietro, particolarmente completata dal ricordo di Paolo che gli fu compagno nella morte, fu tuttavia considerata, fin dai tempi più remoti, come quella dell'intero Collegio Apostolico. Non si sarebbe potuto pensare, nei primi tempi di poter separare dal glorioso capo alcuno di quelli che il Signore aveva riavvicinati così intimamente, nella solidarietà della comune opera. In seguito tuttavia furono consacrate successivamente particolari solennità a ciascuno di essi, e la festa del 29 giugno rimase attribuita più esclusivamente ai due principi il cui martirio aveva reso illustre questo giorno. Avvenne anche presto che la Chiesa romana, non credendo di poterli onorare convenientemente entrambi in uno stesso giorno, rimandò all'indomani la lode più esplicita del Dottore delle genti.
MESSA
EPISTOLA (At 12,1-11). - In quei giorni, il re Erode mise mano a maltrattare alcuni della Chiesa. Fece morir di spada Giacomo, fratello di Giovanni; e, vedendo che ciò era accetto ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano i giorni degli azzimi. E, presolo, lo mise in prigione, dandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, volendo dopo la Pasqua presentarlo al popolo. Pietro adunque era custodito nella prigione, ma dalla Chiesa si faceva continua orazione per lui. Or quando Erode stava per presentarlo al popolo, proprio la notte avanti, Pietro dormiva in mezzo a due soldati, stretto con doppia catena, e le sentinelle, alla porta, custodivano il carcere. Ed ecco presentarsi l'Angelo del Signore, e splendere una luce nella cella. E l'Angelo, percosso il fianco di Pietro, lo svegliò dicendo: Presto, levati. E le catene gli caddero dalle mani. L'Angelo gli disse: Cingiti e legati i sandali. E lo fece. E gli aggiunse: Buttati addosso il mantello e seguimi. E Pietro, uscendo, lo seguiva, e non sapeva essere realtà quel che era fatto dall'Angelo, ma credeva di vedere una visione. E passata la prima e la seconda sentinella, giunsero alla porta di ferro che mette in città, la quale si aprì loro da se medesima. E usciti fuori, si inoltrarono per una strada e d'improvviso l'Angelo sparì da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: Or veramente riconosco che il Signore ha mandato il suo Angelo e m'ha liberato dalle mani di Erode e dall'attesa del popolo dei Giudei.
La partenza verso Roma.
È difficile tornare con maggior insistenza di quanto faccia la Liturgia di questo giorno sull'episodio della prigionia di san Pietro a Gerusalemme. Parecchie Antifone e tutti i Capitoli dell'Ufficio sono tratti da esso; l'Introito lo cantava or ora; ed ecco che l'Epistola ci offre nella sua integrità il racconto che sembra interessare in modo tanto particolare oggi la Chiesa di Dio. Il segreto di tale preferenza è facile a scoprirsi. Questa festa è quella in cui la morte di Pietro conferma la Chiesa nelle sue auguste prerogative di Regina, di Madre e di Sposa; ma quale fu il punto di partenza di tali grandezze, se non il momento solenne fra tutti, in cui il Vicario dell'Uomo-Dio, scuotendo su Gerusalemme la polvere dei suoi calzari (Lc 10,11), volse la faccia verso l'Occidente, e trasferì in Roma i diritti della sinagoga ripudiata? Ora è appunto nell'uscire dalla prigione di Erode, che questo sublime episodio ebbe luogo. E uscendo dalla città se ne andò - dicono gli Atti - in un altro luogo (At 12,17). Questo altro luogo, secondo la testimonianza della storia e di tutta la tradizione, era la città chiamata a diventare la nuova Sion; era Roma, dove qualche settimana dopo giungeva Simon Pietro. Cosicché, riprendendo le parole dell'angelo in uno dei Responsori dell'Ufficio del Mattutino, la gentilità cantava questa notte: "Alzati, Pietro, e indossa i tuoi vestiti: cingiti di forza, per salvare le genti; poiché le catene sono cadute dalle tue mani".
Il sonno di Pietro.
Come un giorno Gesù nella barca vicina ad affondare, Pietro dormiva tranquillamente alla vigilia del giorno in cui doveva morire. La tempesta, i pericoli d'ogni sorta, non saranno risparmiati nel corso dei secoli ai successori di Pietro. Ma non si vedrà più, sulla barca della Chiesa, il panico che si era impadronito dei compagni del Signore nel battello sollevato dall'uragano. Mancava allora ai discepoli la fede, ed era appunto la sua assenza a cagionare il loro spavento (Mc 4,40). Ma dalla discesa dello Spirito divino, quella fede preziosa da cui derivano tutti i doni non può far difetto alla Chiesa. Essa dà ai capi la serenità del Maestro; mantiene nel cuore del popolo fedele la preghiera ininterrotta, la cui umile fiducia vince silenziosamente il mondo, gli elementi e Dio stesso. Se accade che la barca di Pietro rasenti qualche abisso e il pilota sembri addormentato, la Chiesa non imiterà i discepoli nella tempesta del lago di Genezareth. Non si farà giudice del tempo e dei metodi della Provvidenza, né crederà lecito riprendere colui che deve vegliare per noi: ricordando che, per sciogliere senza tumulto le situazioni più difficili, possiede un mezzo migliore e più sicuro; non ignorando che, se non fa difetto l'intercessione, l'angelo del Signore verrà lui stesso a tempo opportuno a ridestare Pietro e a spezzare le sue catene.
Potere della preghiera.
Oh, come le poche anime che sanno pregare sono più potenti, nella loro ignorata semplicità, della politica e dei soldati di tutti gli Erodi del mondo! La piccola comunità raccolta nella casa di Maria, madre di Marco (At 12,12) era ben poco numerosa; ma da essa giorno e notte s'innalzava la preghiera. Fortunatamente, non vi si conosceva il fatale naturalismo che, sotto lo specioso pretesto di non tentare Dio, rifiuta di chiedergli l'impossibile quando sono in gioco gli interessi della sua Chiesa. Certo, le precauzioni di Erode Agrippa per non lasciar sfuggire il suo prigioniero facevano onore alla sua prudenza, e certo la Chiesa chiedeva l'impossibile esigendo la liberazione di Pietro: tanto è vero che quelli stessi che allora pregavano, una volta esauditi non riuscivano a credere ai propri occhi. Ma la loro forza era stata appunto quella di sperare contro ogni speranza (Rm 4,18) ciò che essi stessi consideravano come follia (At 12,14-15), di sottomettere nella loro preghiera il giudizio della ragione alle sole vedute della fede.
VANGELO (Mt 16,13-19). - In quei giorni: Venuto Gesù nelle parti di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: La gente che dice mai che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Chi Giovanni Battista; chi Elia; chi Geremia, od uno dei profeti. Dice loro Gesù: Ma voi chi dite ch'io sia? Rispondendo Simon Pietro disse: Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente. E Gesù gli replicò: Te beato, o Simone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te l'ha rivelato; ma il Padre mio che è nei cieli. Ed io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno mai prevarranno contro di lei. E a te darò le chiavi del regno dei cieli: e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli.
Confessione di san Pietro.
La grata letizia porta Roma a ricordare l'istante beato in cui, per la prima volta, lo Sposo fu salutato col suo divino appellativo dall'umanità: Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivo! L'amore e la fede costituiscono in questo momento Pietro suprema e antichissima sommità dei teologi, come lo chiama san Dionigi nel libro dei Nomi divini. Per primo, infatti, nell'ordine del tempo come per la pienezza del dogma egli risolse il problema la cui formula senza soluzione era stato il supremo sforzo della teologia dei secoli profetici.
Dignità di san Pietro.
Sei tu dunque, o Pietro, più sapiente di Salomone? E quanto lo Spirito Santo dichiarava al di sopra di ogni scienza, potrà essere il segreto di un povero pescatore? È così. Nessuno conosce il Figlio se non il Padre (Mt 11,27); ma il Padre stesso ha rivelato a Simone il mistero del Figlio, e le parole che ne fanno fede non sono soggette a critica. Esse infatti non sono una giunta menzognera ai dogmi divini: oracolo dei cieli che passa attraverso una bocca umana, elevano il loro beato interprete al disopra della carne e del sangue. Al pari di Cristo di cui per esse diviene Vicario, egli avrà come unica missione di essere un'eco fedele del cielo quaggiù (Gv 15,15), dando agli uomini ciò che riceve (ivi 17,18): le parole del padre (ivi 14). È tutto il mistero della Chiesa, della terra e del cielo insieme, contro la quale l'inferno non prevarrà.
Il fondamento della Chiesa.
O Pietro, noi salutiamo la gloriosa tomba in cui sei disceso! Soprattutto a noi, infatti, figli di quell'Occidente che tu hai voluto scegliere, spetta celebrare nell'amore e nella fede le glorie di questo giorno. È su te che dobbiamo costruire, poiché vogliamo essere gli abitanti della città santa. Seguiremo il consiglio del Signore (Mt 7,24-27), costruendo sulla roccia le nostre case di quaggiù, perché resistano alla tempesta e possano diventare una dimora eterna. O come più viva è la nostra riconoscenza per te, che ti degni di sostenerci così, in questo secolo insensato che, pretendendo di costruire nuovamente l'edificio sociale, volle stabilirlo sulla mobile sabbia delle opinioni umane, e che ha saputo moltiplicare soltanto i crolli e le rovine! La pietra che i moderni architetti hanno rigettata, è forse meno perciò la pietra angolare? E la sua virtù non appare forse appunto nel fatto che, rigettandola, è contro di essa che urtano e s'infrangono? (1Pt 2,6-8).
Devozione verso san Pietro.
Ora dunque che l'eterna Sapienza eleva su di te, o Pietro, la sua casa, dove potremmo trovarla altrove? Da parte di Gesù risalito al cielo, non sei forse tu che possiedi ormai le parole di vita eterna? (Gv 6,69). La nostra religione, il nostro amore verso l'Emmanuele sono quindi incompleti, se non arrivano fino a te. E avendo tu stesso raggiunto il Figlio dell'uomo alla destra del Padre, il culto che ti rendiamo per le tue divine prerogative si estende al Pontefice tuo successore, nel quale continui a vivere mediante esse: culto reale che si rivolge a Cristo nel suo Vicario e che, pertanto, non potrebbe accontentarsi della troppo sottile distinzione fra la Sede di Pietro e colui che la occupa. Nel Romano Pontefice tu sei sempre, o Pietro, l'unico pastore e il sostegno del mondo. Se il Signore ha detto: "Nessuno va al Padre se non per me" (ivi 14,6), sappiamo pure che nessuno arriva al Signore se non per tuo mezzo. Come potrebbero i diritti del Figlio di Dio, pastore e vescovo delle anime nostre (1Pt 2,25), subire un detrimento in questi omaggi della terra riconoscente? Non possiamo celebrare le tue grandezze senza che, subito facendoci fissare i pensieri in Colui del quale sei come il segno sensibile, come un augusto sacramento, tu non ci dica, come dicesti ai padri nostri, mediante l'iscrizione posta sulla tua antica statua: Contemplate il Dio Verbo, la pietra divinamente tagliata nell'oro, sulla quale stabilito, io non sono crollato.
PREGHIAMO
O Dio, che hai santificato questo giorno col martirio degli apostoli Pietro e Paolo, concedi alla tua Chiesa di seguire in tutto l'insegnamento di questi due fondatori della nostra religione.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 798-807.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
30-06-17, 18:46
30 giugno 2017: trentesimo ed ultimo giorno di giugno, mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“Commemorazione di san Paolo apostolo, 30 giugno.”



Commemorazione San Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/commemorazione-san-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/commemorazione-san-paolo/
“30 giugno, Commemorazione di San Paolo Apostolo.
O glorioso san Pietro che aveste in Gesù Cristo una fede così viva da confessare per primo che egli era Figliuolo di Dio vivo, che amaste tanto ardentemente Gesù Cristo da protestarvi pronto a soffrire per lui la prigione e la morte; che in premio della vostra fede, della vostra umiltà e del vostro amore foste da Gesù Cristo destinato ad essere il principe degli apostoli, otteneteci, vi preghiamo, che anche noi ci convertiamo prontamente al Signore ogni qualvolta ci lasciamo tradire dalla nostra debolezza e non cessiamo di piangere sino alla morte i peccati da noi commessi; otteneteci di amare il Divin Maestro in modo da essere pronti a dare il sangue e la vita per la sua fede nonché a soffrire qualunque sventura piacerà a Lui di mandarci per mettere alla prova la nostra fedeltà. Così sia.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“30 Juin : Saint Paul, Apôtre des Gentils.”
“30 juin 1073 : élection du Pape Saint Grégoire VII.”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Lucina, discepola degli Apostoli, la quale, provvedendo colle sue sostanze alle necessità dei Santi, visitava i Cristiani chiusi in carcere, e attendeva a seppellire i Martiri, presso i quali anch’essa, in una cripta da lei fabbricata, fu sepolta. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa discepola, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Lucina possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“30 giugno 2017: ottava del Sacro Cuore.”
“30 giugno 2017: Memoria di San Pietro, principe degli Apostoli.”
“30 giugno 2017: Commemorazione di San Paolo apostolo.”





30° giorno: Cuore eucaristico - Cuore ingrato (http://www.stellamatutina.eu/30-giorno-cuore-eucaristico-cuore-ingrato/)
http://www.stellamatutina.eu/30-giorno-cuore-eucaristico-cuore-ingrato/
“30° giorno: Cuore eucaristico – Cuore ingrato
CUORE EUCARISTICO
Il Cuore di Gesù vivo e palpitante è una realtà in mezzo a noi. Se vogliamo stare fisicamente accanto al Cuore di Gesù, basta che ci accostiamo e sostiamo presso il Tabernacolo eucaristico. Santa Gemma Galgani sentiva così viva questa vicinanza, che a volte, accostandosi troppo all’altare, per l’ardore che provava, le si bruciavano gli indumenti dalla parte del cuore!
Se poi vogliamo avere il Cuore di Gesù presente fisicamente nel nostro stesso cuore, basta che ci accostiamo al Sacramento dell’Eucaristia ricevendo la Comunione.
«Nella Santa Comunione – scriveva il beato Contardo Ferrini – Gesù si incarna nel nostro cuore». Nella Comunione avviene la fusione dei due cuori: il Cuore di Gesù nel cuore dell’uomo, e viceversa. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,57). Sulla terra non c’è cosa più grande e sublime di questa fusione d’amore fra Gesù e la creatura.
In particolare possiamo dire che l’Eucaristia è tutto il Cuore di Gesù, è solo il Cuore di Gesù. Questa non è un’affermazione esagerata, ma è una meravigliosa scoperta che ci è venuta, recentemente, dalle analisi fatte sull’Ostia trasformata miracolosamente in carne e conservata nel Santuario Eucaristico di Lanciano. I risultati delle analisi ci fanno sapere che quella carne è viva, e appartiene alla carne del cuore !
Eucaristia e Cuore di Gesù: sono una cosa sola.
Per questo il Sacro Cuore appariva a santa Margherita quasi sempre dal Tabernacolo. Per questo, di frequente, sulle porticine dei Tabernacoli, viene disegnato il Cuore di Gesù. Per questo la devozione è inseparabile dall’Eucaristia, e porta alla Comunione, come è richiesto dalla pratica dei nove primi venerdì del mese. Per questo san Carlo da Sezze, fermatosi in una chiesa ad adorare Gesù Eucaristico, ebbe il cuore trafitto da un dardo d’amore che partì dall’Ostia santa durante l’Elevazione nella Santa Messa.
Che meraviglia per noi poveri uomini avere l’Eucaristia!
A rifletterci solo poco, parrebbe impossibile e incredibile.
Come mai il Verbo Incarnato se ne sta in poco pane, chiuso in una piccola prigione? «Signore – esclamò una volta san Bernardo – questo non conviene alla vostra maestà!». «Non fa niente – rispose Gesù – basta che convenga al mio amore!». È l’amore che imprigiona Gesù per noi. E san Giovanni Eudes spiega che il Cuore Eucaristico di Gesù, avvolto da otto fiamme, è tenuto fermo in mezzo a noi dalla prima di quelle fiamme.
Cuore Eucaristico di Gesù, quanto dovremmo amarti, fino a impazzire!
CUORE INGRATO
Che il cuore dell’uomo sappia essere ingrato, e che spesso lo sia, è una di quelle verità amare di cui a tutti tocca fare la dolorosa esperienza.
Nei riguardi di Dio, però l’ingratitudine del cuore umano diventa di una mostruosità che non si può definire.
Dio ci ha fatti suoi figli in Gesù Cristo, rendendoci «partecipi della natura divina» con il dono della grazia (2Pt 1,4). Gesù ci ha dato i Sacramenti della salvezza e soprattutto ci ha donato se stesso nel Sacramento dell’Eucaristia, per restare con noi «fino alla fine dei tempi» (Mt 28,20).
Ancora: Gesù ci ha manifestato in modo particolare il suo Cuore vivo e palpitante in ogni Tabernacolo eucaristico, ardente d’amore per noi. Infine, il Cuore di Gesù ci ha fatto dono della pratica dei nove primi venerdì del mese, con la garanzia della salvezza eterna.
Sapere tutto questo, mostrarsi freddi, indifferenti o addirittura ostili e sacrileghi, è cosa inammissibile. Eppure è così.
Gesù vuol donare il suo Cuore all’uomo, e il cuore dell’uomo lo rifiuta, Gesù vuol farsi “uno” con il cuore dell’uomo, ad ogni Comunione eucaristica, ma l’uomo lo ignora e respinge, o, peggio lo riceve a tradimento con il peccato mortale. Una Comunione sacrilega è simile al bacio di Giuda.
Pugnalare Gesù al Cuore!
Eppure sappiamo che la Comunione eucaristica è la somma dell’amore divino e umano. È il dono dell’intimità divina più profonda per l’anima e per il corpo. Vale molto più l’esperienza di una Santa Comunione che l’esperienza di san Giovanni Evangelista quando poggiò il capo sul petto di Gesù. Nella Santa Comunione non c’è solo un avvicinamento, ma c’è fusione di cuori e di battiti, di carne e di sangue. Che mistero ineffabile di amore!
Inoltre, la Presenza reale di Gesù nell’Eucaristia ci chiama all’Adorazione. È ai piedi dei Tabernacoli che i Santi amavano intrattenersi a tu per tu con il Cuore di Gesù. Santa Margherita era celebre per le sue lunghe Adorazioni eucaristiche, ed ella ci raccomanda in particolare l’Ora santa di Adorazione nella notte fra il giovedì e il venerdì, che Gesù stesso le chiese. Che dire delle lunghe Adorazioni eucaristiche di san Francesco d’Assisi, santa Matilde, santa Caterina da Siena, san Giovanni Eudes, sant’Alfonso de’ Liguori, san Pietro Giuliano Eymard, santa Gemma Galgani, fratel Charles de Foucauld, san Pio da Pietrelcina?…
Non ci può essere devozione al Sacro Cuore che sia così vera e intensa come quella che si incentra sull’Eucaristia. (…)
Che sia così per noi, per tutta la vita. Amen.
Proposito: Fare un’Ora di Adorazione o almeno una lunga visita eucaristica.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


30 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/30-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/30-giugno.htm
“GIORNO 30
IL PIU' FORTE LAMENTO DI GESU'
30° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le Comunioni sacrileghe, che si sono fatte e si faranno.
IL PIU' FORTE LAMENTO DI GESU'
Il mese di giugno è al termine; poiché non deve aver termine la devozione al Sacro Cuore, consideriamo oggi un lamento ed un desiderio di Gesù, per prendere delle sante risoluzioni, che devono accompagnarci tutta la vita.
Gesù Sacramentato sta nei Tabernacoli ed il Cuore Eucaristico non sempre e non da tutti è trattato come conviene.
Ricordiamo il più forte lamento che Gesù rivolse a Santa Margherita nella grande apparizione, quando le mostrò il Cuore: Ecco quel Cuore, che tanto ha amato gli uomini... sino a consumarsi per testimoniare loro il suo amore; e per compenso, dai più non ricevo che ingratitudini, a causa delle loro irriverenze e sacrilegi, e della freddezza e disprezzo che essi hanno per me in questo Sacramento d'amore! -
Dunque, il maggior lamento di Gesù è per i sacrilegi eucaristici e per la freddezza e le irriverenze con cui è trattato nei Tabernacoli; il suo maggior desiderio è la riparazione eucaristica.
Dice Santa Margherita: Un giorno, dopo la S. Comunione, il mio Sposo Divino si presentò a me sotto le sembianze di Ecce Homo, carico della Croce, tutto coperto di piaghe e lividure. Il suo Sangue adorabile gli colava da ogni parte ed Egli mi disse con voce triste ed addolorata: Non ci sarà nessuno che abbia pietà di me, nessuno che voglia compatirmi e prendere parte al mio dolore nel pietoso stato in cui mi mettono i peccatori? -
Un altro giorno, in cui una persona aveva fatto male la Comunione, Gesù si fece vedere a Santa Margherita come legato e calpestato sotto i piedi di quell'anima sacrilega e con voce mesta le diceva: Guarda come mi trattano i peccatori! -
Ed un'altra volta ancora, mentre veniva ricevuto sacrilegamente, si mostrò alla Santa, dicendole: Guarda come mi tratta quell'anima che mi ha ricevuto; essa ha rinnovato tutti i dolori della mia Passione! - Allora Margherita, gettandosi ai piedi di Gesù, disse: Mio Signore e mio Dio, se la mia vita può essere utile per riparare queste ingiurie, eccomi come una schiava; fa' di me tutto ciò che ti piacerà! - Il Signore subito la invitò a fare un'ammenda onorevole per riparare tanti sacrilegi eucaristici.
Dopo quanto si è detto, si prenda da tutti i devoti del Sacro Cuore una risoluzione importante, da ricordare possibilmente ogni giorno: Offrire le Messe che si ascoltano, nelle feste e nei giorni feriali, ed offrire sempre la S. Comunione con l'intenzîone di riparare i sacrilegi eucaristici, specialmente della giornata, la freddezza e le irriverenze che si fanno a Gesù Sacramentato; si possono mettere anche altre intenzioni, ma la principale sia la riparazione eucaristica. In tal modo si consola il Cuore Eucaristico di Gesù.
L'altra risoluzione, che mai deve dimenticarsi e che sia come il frutto del mese del Sacro Cuore, è la seguente: Avere una grande fede in Gesù Sacramentato, onorare il suo Cuore Eucaristico e saper trovare ai piedi del Tabernacolo il conforto nelle pene, la forza nelle tentazioni, la sorgente delle grazie. Il fatto, che ora verrà narrato, sia ai devoti del Sacro Cuore di grande ammaestramento.
ESEMPIO
Preghiera di una madre affitta
Nel libro « Tesoro di storia sul Sacro Cuore » è riportata una conversione meravigliosa.
A New York era stato arrestato un giovanotto sui venti anni, dedito al libertinaggio. Dopo due anni uscì dalla prigione; ma lo stesso giorno in cui fu messo in libertà, rissò e fu ferito mortalmente. I poliziotti lo portarono a casa.
La madre del giovane delinquente era molto religiosa, devota del Cuore Eucaristico di Gesù; il marito, pessimo uomo, maestro di malvagità al figlio, era la sua croce quotidiana. Tutto sopportava l'infelice donna sostenuta dalla fede.
Quando mirò il figlio ferito, sapendolo prossimo alla morte, non indugiò ad interessarsi dell'anima di lui.
- Povero figlio mio, tu stai molto male; la morte ti è vicina; devi presentarti a Dio; è tempo di pensare all'anima tua! -
Per tutta risposta, il giovane le rivolse una litania d'ingiurie e d'imprecazioni e cercava qualche oggetto a portata di mano per scaraventarglielo.
Chi avrebbe potuto convertire questo peccatore? Soltanto Dio, con un miracolo! Dio mise in mente alla donna una bella ispirazione, che subito venne attuata.
La madre prese un'immagine del Sacro Cuore e la legò ai piedi del letto, ove giaceva suo figlio; poi corse alla Chiesa, ai piedi di Gesù Sacramentato e della Vergine Santissima, e poté ascoltare la Messa. Col cuore amareggiato non riuscì a formulare che questa preghiera: Signore, voi che avete detto al buon ladrone « Oggi sarai con me in Paradiso! », ricordatevi di mio figlio nel vostro regno e non lasciatelo perire in eterno! -
Non si stancava di ripetere questa preghiera e solo questa.
Il Cuore Eucaristico di Gesù, che si commosse alle lacrime della vedova di Naim, si commosse pure alle preghiere di questa madre, che a Lui ricorreva per aiuto e conforto, ed operò un prodigio. Mentre essa era ancora in Chiesa, Gesù apparve al figlio morente, sotto forma di Sacro Cuore, e gli disse: Oggi sarai con me in Paradiso! -
Il giovane si commosse, riconobbe il suo triste stato, ebbe dolore dei suoi peccati; in un attimo divenne un altro..
Quando la madre rincasò e rivide il figlio sereno, sorridente, seppe che gli era apparso il Sacro Cuore e gli aveva detto le parole, un giorno dette dalla Croce al buon ladrone « Oggi sarai con me in Paradiso! ... », piena di gioia disse: Figlio mio, vuoi ora un Sacerdote? - Sì mamma, e subito! -
Venne il Sacerdote e il giovane si confessò. Il ministro di Dio, finita la confessione, ruppe in pianto e disse alla madre: Non ho mai udito una confessione simile; vostro figlio mi è sembrato in estasi! -
Da lì a poco rincasò il marito, il quale, udita la narrazione della comparsa del Sacro Cuore, subito cambiò mentalità. Il figlio gli disse: Padre mio, pregate anche voi il Sacro Cuore ed Egli vi salverà! -
Morì il giovane lo stesso giorno, dopo essersi comunicato. Si convertì il padre e visse sempre da buon cristiano.
La preghiera fiduciosa ai piedi del Tabernacolo è la chiave preziosa per penetrare nel Cuore Eucaristico di Gesù.
Fioretto. Fare molte Comunioni Spirituali, con fede ed amore.
Giaculatoria. Gesù, tu sei mio; io sono tua!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
01-06-18, 23:12
1 GIUGNO 2018: primo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



"Mese del Sacro Cuore - Sodalitium"
Mese del Sacro Cuore - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/
«Mese del Sacro Cuore
Il mese di giugno è consacrato alla devozione del Sacratissimo Cuore di Gesù.
ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ.
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito.
Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.»
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Sant'Angela Merici - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santangela-merici/)
http://www.sodalitium.biz/santangela-merici/
«1 giugno, Sant’Angela Merici, Vergine (Desenzano sul Garda, 21 marzo 1474 – Brescia, 27 gennaio 1540), fondatrice delle Orsoline.
“Sant’Angela Merici Vergine, del Terz’Ordine di san Francesco, Fondatrice della Congregazione delle Vergini di sant’Orsola: fu chiamata dallo Sposo celeste a ricevere la corona incorruttibile il ventisette Gennaio”.
O Signore, che per mezzo di Angela, hai fatto fiorire nella tua chiesa un nuovo giardino di sacre vergini, dacci per sua intercessione, di vivere santamente, affinché meritino di godere i gaudi eterni.»
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https://www.youtube.com/user/sodalitium
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)




https://www.agerecontra.it/?s=sacro+cuore
"1796: quando il Tirolo sì consacrò al Sacro Cuore 3 giugno 2014"
https://www.agerecontra.it/2014/06/1796-quando-il-tirolo-si-consacro-al-sacro-cuore/
"SACRO CUORE DI GESÙ TRAFITTO DI NUOVO NEL NOSTRO TEMPO 27 giugno 2014"
https://www.agerecontra.it/2014/06/sacro-cuore-di-gesu-trafitto-di-nuovo-nel-nostro-tempo/
"IL CUORE DIVINO DEL CORPO MISTICO NELL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA 5 giugno 2015 Arai Daniele"
https://www.agerecontra.it/2015/06/il-cuore-divino-del-corpo-mistico-nellimmacolato-cuore-di-maria/
"IL SACRO CUORE DI GESÙ A PARAY-LE-MONIAL ACCANTO ALL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA A FATIMA 12 giugno 2015 Arai Daniele"
https://www.agerecontra.it/2015/06/il-sacro-cuore-di-gesu-a-paray-le-monial-accanto-allimmacolato-cuore-di-maria-a-fatima/
"Il Presidente del Perù ha consacrato ufficialmente il Paese al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria 2 novembre 2016"
https://www.agerecontra.it/2016/11/il-presidente-del-peru-ha-consacrato-ufficialmente-il-paese-al-sacro-cuore-di-gesu-e-al-cuore-immacolato-di-maria/
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2016/11/ajesuspo-7582721.jpg




La devozione al Sacro Cuore di Gesù (http://www.recuperanti.it/tonina_devozione_66.php)
http://www.recuperanti.it/tonina_devozione_66.php
I RECUPERANTI - Sacro Cuore (http://www.recuperanti.it/h_sacro_cuore_05.php)
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01 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/01-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/01-giugno.htm
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'.
MEDITAZIONI E PREGHIERE."



http://www.stellamatutina.eu/
"1° giorno: Chi è Gesù - Chi è l'uomo"
1° giorno: Chi è Gesù - Chi è l'uomo (http://www.stellamatutina.eu/1-giorno-chi-e-gesu-chi-e-luomo/)
http://www.stellamatutina.eu/1-giorno-chi-e-gesu-chi-e-luomo/
“1° giorno: Chi è Gesù – Chi è l’uomo.
CHI È GESÙ.”



“Sant'Angela Merici, vergine, 1 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm






Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
* CORONCINA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Per cui Pio VII, 20 Marzo 1815, accordò ogni volta 300 giorni d'Indulgenza e la Plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio a chi l'avrà recitata per un mese intero e confessato e comunicato avrà pregato secondo la mente di Sua Santità.
V. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
R. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri.
[V. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
R. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.]
I. Amorosissimo mio Gesù, nel riflettere sul vostro buon Cuore, e vederlo tutto pietà e dolcezza pei peccatori, mi sento rallegrare il mio e colmare di fiducia. Ahimè, quanti peccati ho commesso! Ma ora, qual Pietro, qual Maddalena dolente, li piango e li detesto, perché sono offese di Voi sommo bene. Sì, sì, concedetemi il perdono ed oh! muoia io, vel chieggo pel vostro buon Cuore, muoia prima di offendervi, o viva solo per riamarvi.
Pater noster. 5 Gloria Patri.
Cuore del mio Bene
È ver, t'amo sì poco;
Ma strugger mi vorrei
Nel tuo bel fuoco.
Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t'ami sempre più.
II. Benedico, Gesù mio, l’umilissimo vostro Cuore, e vi ringrazio che, nel darmelo per esemplare, non solo con forte premura m'incitate ad imitarlo, ma, a costo pure di tante vostre umiliazioni, me ne additate ed appianate la via. Folle che fui ed ingrato! Ah! Quanto traviai! Perdonatemi. Non più superbia né vanità; ma con umile cuore, tra le umiliazioni, seguir voglio Voi e conseguir pace e salute. Avvaloratemi Voi, e benedirò in eterno il vostro Cuore.
Pater noster. 5 Gloria Patri.
Sei tesoro d'amore
O cuore del mio Bene
Quando mi stringeranno
Le tue catene.
Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.
III. Ammiro, Gesù mio, il pazientissimo vostro Cuore, e vi ringrazio di tanti maravigliosi esempi d’invitta sofferenza a noi lasciati. Sento al vivo il rimprovero che queste fanno alla strana mia delicatezza, insofferente d’ogni piccola pena. Ah! Gesù caro, infondete nel mio cuore, fervido e costante amore alle tribolazioni, alle croci, alla mortificazione, alla penitenza, acciocché, seguendovi al Calvario, giunga con Voi alla gloria, alla gioia in Paradiso.
Pater noster. 5 Gloria Patri.
Del tuo bel Cuore
Amato mio diletto
Bramo una fiamma
Almeno in questo petto.
Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.
IV. Innanzi al mansuetissimo vostro Cuore, caro Gesù io m'inorridisco del mio sì diverso dal vostro. Pur troppo io ad un'ombra, ad un gesto, ad una parola in contrario, m'inquieto e lamento. Deh! Perdonate i miei trasporti e datemi grazia di imitare nell’avvenire, in qualunque contrarietà, la inalterabile vostra mansuetudine, e così godere perpetua santa pace.
Pater noster. 5 Gloria Patri.
Nella tua piaga
Qual colomba ascosa
Fammi, o Gesù
Del tuo bel cuore la sposa.
Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.
V. Si cantino pur lodi, o Gesù, al generosissimo vostro Cuore, vincitore della morte e dell’inferno; ben se la merita tutte. Io resto, più che mai confuso, al vedere il mio sì pusillanime, che teme qualunque diceria ed umano rispetto; ma non sarà più così. Da Voi imploro sì coraggiosa forza, che combattendo e vincendo in terra, trionfi poi lieto con Voi in Cielo.
Pater noster. 5 Gloria Patri.
Serafini del Cielo
Deh! Voi m'insegnate
Come si ami quel Cuore
Cui tanto amate.
Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.
Volgiamoci a Maria, e confidando nel materno suo Cuore diciamo:
Per gli alti pregi del vostro Cuore dolcissimo, impetratemi, o gran Madre di Dio e Madre mia, Maria, vera e stabile devozione al Sacro Cuore di Gesù, vostro Figliuolo, onde io in esso, coi miei pensieri ed affetti racchiuso, adempia tutti i miei doveri e con l’alacrità di cuore serva sempre, ma specialmente in questo giorno, a Gesù.
V. Cor Jesu fragrans amore nostri.
R. Inflamma cor nostrum amore tui.
Oremus.
Illo nos igne, quaesumus Domine, Spiritus Sanctus inflammet, quem Dominus noster Jesus Christus e penetralibus Cordis sui misit in terram et voluit vehementer accendi. Qui tecum vivit et regnat in unitate ejusdem Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
[V. Cuor di Gesù, ardente di amore per noi.
R. Infiamma il cuor nostro di amore per te.
Preghiamo.
O Signore, ti preghiamo, lo Spirito Santo ci infiammi con quel fuoco, che il Signor nostro Gesù Cristo mandò sulla terra dalle profondità del suo Cuore e volle veementemente fosse acceso. Egli che è Dio, e vive e regna in unità del medesimo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.]
** LITANIE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Le Litanie del Sacratissimo Cuore di Gesù, composte di trentatré invocazioni, furono approvate nella loro forma definita da Sua Santità Leone XIII il 2 aprile 1899. Il Sommo Pontefice Pio XI le arricchì di un'indulgenza di sette anni e di un'indulgenza plenaria alle solite condizioni se dette indulgenze con i versetti e l'orazione vengono recitate piamente per un mese intero.»
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/05/litanie-del-sacro-cuore-di-gesu.html?m=1

«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
In questo mese di Giugno, mese del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, mediteremo sull'immesità di questo Cuore Divino, dal devozionario Nuovo Mese del Sacro Cuore per Mons. Nicola Tafuri ed Alfonso M. Sepe, sacerdoti napoletani (Napoli, 1886).»

«FERIA SEXTA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Venerdì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«FERIA SEXTA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Venerdì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
ANTIPHONA AD BENEDICTUS, AD LAUDES IN FESTO SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI.
Ego sum panis vivus, qui de cælo descéndi: si quis manducáverit ex hoc pane, vivet in ætérnum, allelúja.
ANTIFONA AL BENEDICTUS, ALLE LODI DELLA FESTA DEL SS. CORPO DI N.S.G. CRISTO.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo; se uno mangerà di questo pane, vivrà in eterno, alleluia.
Antifona musicata da Tomás Luis de Victoria (1548-1611): https://youtu.be/I5XDZRZkYgk »
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«MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
(da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE II. Gesù sta negli Altari per farsi trovare da tutti.
Dicea S. Teresa(1) che in questa terra non possono tutti i sudditi parlar col principe. La povera gente il più che può sperare è di fargli parlare per mezzo di qualche terza persona. Ma per parlare con voi, o Re del cielo, non v'è bisogno di terze persone, ognuno che vi vuole, vi trova nel Santissimo Sagramento, e può parlarvi a suo piacere e senza soggezione. Che perciò dicea la stessa santa(2) che Gesù Cristo nel Sagramento ha coverta la sua maestà coll'apparenza di pane, per darci più confidenza e toglierci ogni timore di accostarci ad esso. Ah che Gesù dagli altari par che ognora esclami e dica: "Venite ad me omnes, qui laboratis, et onerati estis, et ego reficiam vos" (Matth. 12. 28). Venite, dice, venite poveri, venite infermi, venite tribolati, venite giusti e peccatori, ed in me troverete il ristoro a tutte le vostre perdite ed afflizioni. Questo è il desiderio di Gesù Cristo, di consolar ognuno che a lui ricorre. Egli di giorno e di notte dimora negli altari per farsi trovare da tutti e per far grazie a tutti. Perciò i santi aveano qui in terra tal piacere di trattenersi innanzi a Gesù Sagramentato, che i giorni e le notti lor pareano momenti. La contessa di Feria fatta monaca di S. Chiara(3) non era mai sazia di starsene nel coro a vista della custodia; interrogata un giorno che cosa mai facesse per tanto tempo davanti il Santissimo Sagramento, rispose con meraviglia: "Che si fa davanti al Santissimo Sagramento? Che si fa? si ringrazia, si ama e si domanda". S. Filippo Neri(4) stando a vista del Santissimo Sagramento esclamava: "Ecco l'amor mio, ecco tutto il mio amore". Ah se Gesù Cristo fosse ancora tutto il nostro amore, anche a noi i giorni e le notti alla sua presenza parrebbero momenti.
Affetti e preghiere.
Così Gesù mio, da ogg'innanzi(5) spero di dirvi sempre ancor io, venendo a visitarvi negli altari: "Ecco l'amor mio, ecco tutto il mio amore". Sì, amato mio Redentore, io non voglio amare altro che voi. Voi solo voglio che siate(6) l'unico amore dell'anima mia. Mi sento morir di dolore, pensando che per lo(7) passato ho amato le creature e le mie soddisfazioni più di voi, voltando le spalle a voi, bene infinito. Ma voi perché non volete vedermi perduto, mi avete sofferto con tanta pazienza, ed in vece di castigarmi mi avete ferito il cuore con tante saette d'amore, sì che non ho potuto più resistere alle vostre finezze, e mi son dato a voi. Vedo che voi mi volete tutto per voi.
Ma giacché lo volete, fatelo, perché voi l'avete da fare. Distaccatemi da tutti gli affetti alla terra e da me stesso, e fate ch'io(8) non cerchi altri che voi, non pensi ad altri che a voi, non parli d'altri che di voi, e non desideri, non sospiri che di ardere, di vivere e di morire per voi. O amore del mio Gesù, vieni ed occupa tutto il mio cuore, e tu discacciane tutti gli amori, che non sono per Dio. V'amo(9) Gesù mio Sagramentato, v'amo(10) mia vita, mio tesoro, mio amore, mio tutto.
O Maria, speranza mia, pregate per me e rendetemi tutto di Gesù.
Note.
1 [3.] S. TERESA, Libro de la vida, c. 37; Obras, I, Burgos 1915, 323-24.
2 [8.] S. TERESA, Cammino di perfezione, c. 34; Op. spirit., I Venezia 1678, 215. Cfr. Obras, III, Burgos 1916, 164.
3 [20.] Forse da C. A. CATTANEO, Esercizi spirituali di S. Ignazio, ott. giorno, l'amore di G. Cristo nel SS. Sacramento, rifless., n. 3; Venezia 1735, 244: «La contessa di Feria, rimasta vedova di 24 anni, prese l'abito di S. Chiara, e dallo spesso e lungo trattenersi che faceva avanti l'altare fu chiamata la sposa del Santissmo. Interrogata che facesse e che pensasse in quelle ore, che stava dinanzi al Santissimo rispose: Io vi starei tutta l'eternità; e non è ivi la stessa essenza di Dio, che sarà pascolo eterno de' beati? Buon Iddio! E che si fa dinanzi a lui? E che non si fa? Si ama, si loda, si ringrazia, si dimanda. E che cosa fa un povero avanti il ricco? Che fa un ammalato avanti il medico? Che fa un assetato ad una fontana chiara? Che fa un affamato ad una lauta mensa?». Vedi M. DE ROA, Vita, l. IV, c. 5 e l. IX, c. 13; Roma 1666; S. LEONARDO DA PORTO MAUR., Manuale sacro, p. II, §. 5; Roma 1734, 58.
4 [24.] BACCI, Vita di S. Filippo Neri fiorentino, l. IV, c. I, n. 4; Bologna 1686, 273.
5 [5.] ogg'innanzi) oggi innanzi B B1 B2.
6 [8.] siate) siete V NS: err. tipogr.
7 [9.] per lo) per il B B1 B2.
8 [16.] ch'io) che io B B1 B2.
9 [20.] v'amo) vi amo B B1 B2.
10 [21.] v'amo) vi amo B B1 B2.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34133056_1390258681075450_9077898565371559936_n.jp g?_nc_cat=0&oh=cabce988741a46b38574c5e3488043ef&oe=5BB4D95E


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34133056_1390258681075450_9077898565371559936_n.jp g?_nc_cat=0&oh=cabce988741a46b38574c5e3488043ef&oe=5BB4D95E


“FERIA SEXTA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Venerdì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo).
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm
SANTA MESSA.
Dopo il dogma della SS. Trinità, lo Spirito Santo ci rammenta quello dell'Incarnazione di Gesù, facendoci celebrare con la Chiesa il Sacramento per eccellenza che, riepilogando tutta la vita del Salvatore, dà a Dio gloria infinita e applica alle anime in tutti i momenti i frutti della Redenzione (Orazione). Gesù ci ha salvati sulla Croce e l'Eucarestia, istituita alla vigilia della Passione di Cristo, ne è il perpetuo ricordo (Orazione). L'altare è il prolungamento del Calvario, la Messa annuncia «la morte del Signore» (Epistola). Infatti Gesù vi si trova allo stato di vittima, poiché le parole della doppia consacrazione ci mostrano che il pane si è cambiato in corpo di Cristo, e il vino in sangue di Cristo; di modo che per ragione di questa doppia consacrazione, che costituisce il sacrificio della Messa, le specie del pane hanno una ragione speciale a chiamarsi Corpo di Cristo benché contengano Cristo tutto intero, poiché egli non può morire, e le specie del vino una ragione speciale a chiamarsi Sangue di Cristo, per quanto anche esse contengano Cristo tutt'intero. E così il Salvatore stesso, che è il sacerdote principale della Messa, offre con sacrificio incruento, nel medesimo tempo che i suoi sacerdoti, il suo Corpo e il suo Sangue che realmente furono separati sulla croce, e che sull'altare lo sono in maniera rappresentativa o sacramentale.
Dall'altra parte si vede che l'Eucarestia fu istituita sotto forma di cibo (Alleluja) perché possiamo unirci alla vittima del Calvario. L'Ostia Santa diviene così il «frumento che nutre le nostre anime» (Introito). E a quel modo che il Cristo, come Figlio di Dio, riceve la vita eterna del Padre, così i cristiani partecipano a questa vita eterna (Vangelo) unendosi a Gesù mediante il Sacramento che è il Simbolo dell'unità (Segreta). Così questo possesso anticipato della vita divina sulla terra mediante l'Eucarestia, è pegno e principio di quella di cui gioiremo pienamente in cielo (Postcommunio).«Il medesimo Pane degli angeli che noi mangiamo ora sotto le sacre specie, dice il Concilio di Trento, ci alimenterà in cielo senza veli», poiché vedremo faccia a faccia nel cielo, Colui che contempliamo ora con gli occhi della fede sotto le specie eucaristiche.
Consideriamo la Messa come centro di tutto il culto eucaristico della Chiesa; consideriamo nella Comunione il mezzo stabilito da Gesù per farci partecipare più pienamente a questo divino sacrifizio; così la nostra devozione verso il Corpo e Sangue del Salvatore ci otterrà efficacemente i frutti della sua redenzione.
Per comprendere il significato della Processione che segue la Messa, richiamiamo alla mente come gli Israeliti onoravano l'Arca dell'Alleanza che simboleggiava la presenza di Dio in mezzo a loro. Quando essi eseguivano le loro marce trionfali, l'Arca Santa avanzava portata dai leviti, in mezzo a una nuvola d'incenso, al suono degli strumenti di musica, di canti, e di acclamazioni di una folla entusiasta. Noi Cristiani abbiamo un tesoro molto più prezioso, perché nell'Eucarestia possediamo Dio stesso. Siamo dunque, santamente fieri di fargli scorta ed esaltiamo, per quanto ci è possibile, il suo trionfo.
- All'Introito.
Il frumento della Palestina e il miele che le api vi depositano nelle fessure delle roccie sono una figura dell'Eucaristia che noi mangiamo nella vera terra promessa che è la Chiesa.
- All'Epistola.
Sermone di san Tommaso d'Aquino.
Lo stesso Opuscolo 57.
Conviene pertanto alla devozione dei fedeli di celebrare solennemente l'istituzione di così salutare e mirabile Sacramento, per venerare il modo ineffabile della presenza divina sotto un Sacramento visibile, per lodare la potenza di Dio, che opera tante meraviglie nel medesimo Sacramento, e per rendere a Dio, per un benefizio così utile e soave, le dovute azioni di grazie. Ma sebbene il giorno della Cena, in cui, come si sa questo Sacramento fu istituito, si faccia, nella Messa, una speciale menzione della sua istituzione; pure tutto il resto dell'ufficio di quel giorno si riferisce alla passione di Cristo, che la Chiesa allora è occupata a venerare.
Affinché dunque il popolo fedele onorasse l'istituzione di sì gran Sacramento con un ufficio tutto proprio d'una solennità, il Romano Pontefice Urbano IV, penetrato di devozione verso questo Sacramento, stabilì piamente, che la memoria della sopradetta istituzione si celebrasse da tutti i fedeli il primo giovedì dopo l'Ottava di Pentecoste, dando così a quanti usiamo, per nostra salute, di questo Sacramento durante tutto il corso dell'anno, il mezzo di onorarne specialmente l'istituzione in quel tempo medesimo in cui lo Spirito Santo, rischiarando i cuori dei discepoli, ne dava loro una piena conoscenza. Difatti fu ancora in quel tempo medesimo che i fedeli cominciarono a frequentare questo Sacramento.
E perché in questo giovedì e per tutta l'Ottava seguente si faccia più degnamente memoria di sì salutare istituzione e per dare maggior splendore a questa solennità, in luogo delle distribuzioni materiali che ricevono nelle chiese cattedrali quelli che sono presenti alle Ore Canoniche notturne e diurne, il predetto Romano Pontefice, con una liberalità tutta apostolica, arricchì di larghezze spirituali tutti quelli che assisterebbero personalmente alle dette Ore, affinché così i fedeli accorressero alla solennità di sì gran festa con maggiore avidità e più numerosi.
- Al Vangelo.
Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 27 su Giovanni.
Abbiamo sentito dal Vangelo le parole del Signore che fanno seguito a quelle del nostro ultimo discorso. I vostri spiriti, più ancora che le vostre orecchie, ne attendono la spiegazione, che quest'oggi non può non riuscirvi gradita: perché si tratta del corpo del Signore ch'egli prometteva di dare a mangiare per la vita eterna. Ora, affin di stabilire fin dove andrebbe questa comunicazione, questo dono di sé, in qual maniera darebbe la sua carne a mangiare, egli disse: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui» (Joan. 6,57). Il segno che il fedele ha mangiato e bevuto è questo: se Cristo dimora in lui, e lui in Cristo; se Cristo abita in lui, e lui in Cristo; s'egli aderisce a Cristo talmente da non esserne separato.
Ecco dunque l'insegnamento e la lezione che egli ci dà con queste misteriose parole, cioè che dobbiamo far parte del suo corpo, essere delle sue membra sottomesse a lui come a nostro capo, e mangiare la sua carne, senza separarsi mai dalla sua unità. Ma molti dei presenti, non compresero punto e si scandalizzarono; perché, udendo queste cose, non concepivano che cose carnali, essendo carne essi stessi. Ora l'Apostolo dice, ed è la verità: «Giudicare secondo la carne, è la morte» (Rom. 8.6). Il Signore ci dà a mangiare la sua carne: e giudicare secondo la carne, è la morte. Quando egli dice della sua carne che in essa si trova la vita eterna; non dobbiamo dunque giudicare della sua carne secondo la carne ed essere simili a quelli di cui si dice: «Molti» non dei suoi nemici ma «dei suoi discepoli» udendolo, dissero: «Questo linguaggio è duro, e chi lo può intendere?» (Joan. 6,61).
Se i discepoli trovarono duro questo linguaggio, che dire dei suoi nemici? Eppure bisognava esprimersi qui in modo da non esser compreso da tutti. Il segreto di Dio deve farci attenti, non ostili: ma la fede di quei discepoli venne subito meno al sentire tali cose dal Signore Gesù Cristo. Non credettero che annunziasse qualche cosa di grande, e che quelle parole coprissero una grazia novella: ma le intesero come vollero e affatto umanamente, pensarono cioè che Gesù era capace o che Gesù disegnava di distribuire, come in pezzi, a coloro che credevano in lui, la carne onde il Verbo era rivestito. «E duro, dicono, questo linguaggio: e chi lo può intendere?».”
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www.sursumcorda.cloud
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Tespésio Martire, il quale, sotto l’imperatore Alessandro e il Prefetto Simplicio, dopo altri tormenti, fu decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Tespésio possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

“Gesù, Giuseppe e Voi Vergin Maria
Custodite ogni dì l’anima mia.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
«Apostolat de la prière, juin 2018
POUR QUE NOUS AYONS UNE PLUS GRANDE DÉVOTION ENVERS L'EUCHARISTIE.»
http://www.sodalitium.eu/wp-content/uploads/2016/08/Billet.juin18.pdf
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1er juin : Saint Pamphile, Prêtre et Martyr (? 308) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-juin-saint-pamphile)
“1er juin : Saint Pamphile, Prêtre et Martyr († 308).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/2728/4334/06_01_saint_pamphile.jpg


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1er juin : Sainte Angèle Merici, Vierge (? 1540) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-juin-sainte-angele-merici)
“1er juin : Sainte Angèle Merici, Vierge.”
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“1er juin 1846 : décès du Pape Grégoire XVI.”





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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“Pietro Ferrari
La questione ebraica oltre ad essere metastorica è addirittura metafisica, quindi umanamente parlando, irrisolvibile.”
Terra Santa ? Nuovi insediamenti illegali - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/terra-santa-nuovi-insediamenti-illegali/)
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 53/18 del 1° giugno 2018, Santa Angela Merici.”




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“1 giugno 987: Ugo Capeto viene incoronato Re di Francia. Inizia così la continuità dinastica che, per otto secoli e fino al sangue della sovversione rivoluzionaria, rappresenterà il cuore della sovranità francese.”
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“1 giugno 2018: Venerdì infra l'Ottava del Corpus Domini.”
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“1 giugno 2018: Sant'Angela Merici, vergine.
Nacque a Desenzano del Garda verso il 1470. indossò l'abito del Terzo Ordine di San Francesco e radunò intorno a se gruppi di ragazze che educava nelle opere di carità. Nel 1535 fondò a Brescia l'Istituto femminile di sant'Orsola, finalizzato allo scopo di istuire alla vita cristiana le ragazze povere. Morì il 24 gennaio 1540 a Brescia. Fu beatificata nel 1768 da Papa Clemente XIII e canonizzata nel 1807 da Papa Pio VII.
Dal "Testamento spirituale" di sant'Angela Merici
Trattiamo con soavità come Dio
Mie carissime madri e sorelle in Gesù Cristo, sforzatevi, coll'aiuto della grazia, di acquistare e conservare in voi tale intenzione e sentimento buono, da essere mosse alla cura e al governo della Compagnia solo per amore di Dio e per lo zelo della salute delle anime. Se tutte le vostre opere saranno così radicate in questa duplice carità, non potranno portare se non buoni e salutieri frutti. Perciò dice il Salvator nostro: "Un albero buono non può produrre frutti cattivi" (Mt 7, 18) come volesse dire che il cuore, quando è informato alla carità, non può produrre se non buone e sante opere. Onde ancora diceva sant'Agostino: Ama e fà quel che vuoi, come se dicesse chiaramente: La carità non può peccare.
Vi supplico ancora di voler ricordare e tenere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliuole ad una ad una; e non solo i loro nomi, ma ancora la condizione e indole e stato ed ogni cosa loro. Il che non vi sarà cosa difficile, se le abbraccerete con viva carità. Anche le madri secondo la carne, se avessero mille figliuoli, tutti se li terrebbero nell'animo totalmente fissi ad uno ad uno, perché così opera il vero amore. Anzi pare che, quanti più ne hanno, tanto più cresca l'amore e la cura particolare per ciascuno. Maggiormente le madri secondo lo spirito possono e devono far questo, perché l'amore secondo lo spirito é, senza confronto, molto più potente dell'amore secondo la carne. Dunque, mie carissime madri, se amerete queste nostre figliuole con viva e sviscerata carità, sarà impossibile che non le abbiate tutte particolarmente impresse nella memoria e nel cuore.
Impegnatevi a tirarle su con amore e con mano soave e dolce, e non imperiosamente né con asprezza; ma in tutto vogliate esser piacevoli. Ascoltate Gesù Cristo che raccomanda: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt 11, 29); e di Dio si legge che "governa con bontà eccellente ogni cosa" (Sap 8, 1). E ancora Gesù Cristo dice: il mio giogo é dolce e il mio carico leggero" (Mt 11, 30). Ecco perché dovete sforzarvi di usare ogni piacevolezza possibile. Soprattutto guardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza: poiché Dio ha dato ad ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone, invita e consiglia. Non dico però che alle volte non si debba usare qualche riprensione ed asprezza a tempo e luogo secondo l'importanza, la condizione e il bisogno delle persone, ma solamente dobbiamo essere mosse a questo dalla carità e dallo zelo delle anime.”
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"Il 1 giugno 1846 muore Papa Gregorio XVI Cappellari, Sommo Pontefice."
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https://www.radiospada.org/2013/12/sacro-cuore-devozione-per-i-tempi-primi-e-ultimi-prima-parte/
https://www.radiospada.org/2013/12/sacro-cuore-devozione-per-i-tempi-primi-e-ultimi-seconda-parte/
https://www.radiospada.org/2013/12/sacro-cuore-devozione-per-i-tempi-primi-e-ultimi-terza-e-ultima-parte/
https://www.radiospada.org/2012/06/il-cuore-del-re-una-galleria-di-immagini-del-sacro-cuore-di-gesu/
https://www.radiospada.org/2012/07/le-1esse-del-sacro-cuore-di-gesu-testoimmaginivideo/
"Le 12 Promesse del Sacro Cuore di Gesù. TESTO/IMMAGINI/VIDEO.
Già ci eravamo occupati di questo Grande Tema in una precedente galleria di Immagini: Il Cuore del Re (una galleria di immagini del Sacro Cuore di Gesù)
CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA. Mostrando un giorno il suo Cuore a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690) Gesù disse:
«Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo…»
In diverse apparizioni a Santa Margherita, Gesù fece le seguenti promesse per coloro che avessero onorato il suo Cuore e che la Santa riporta nelle sue lettere:
1. «Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato».
2. «Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise».
3. «Li consolerò nelle loro afflizioni».
4. «Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte».
5. «Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere».
6. «I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della Misericordia».
7. «Riporterò le comunità religiose e i singoli fideli al loro primo fervore».
8. «Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione».
9. «Benedirò i luoghi dove l’immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata».
10. «A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
11. «Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato».
12. «Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale… Essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
***
Radio Spada è un sito che si pone sotto la protezione dei Tre Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria."
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Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
02-06-18, 16:58
2 GIUGNO 2018: secondo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/

Santi Marcellino e Pietro - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santi-marcellino-pietro/)
http://www.sodalitium.biz/santi-marcellino-pietro/
«2 giugno, Santi Marcellino e Pietro, Martiri.
“Roma il natale dei santi Martiri Marcellino Prete e Pietro Esorcista, i quali, sotto Diocleziano, in prigione ammaestrando molti nella fede, dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, dal Giudice Sereno furono decapitati nel luogo, detto Selva Nera, che poi, in onore dei Santi, cambiato nome, fu chiamato Selva Candida. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe, vicino a san Tiburzio, e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Damaso Papa”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/marcellino-pietro-292x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/marcellino-pietro-292x300.jpg


Della festa del «Corpus Domini» - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/festa-del-corpus-domini/)
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium
“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/



«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php



Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“Santi Marcellino, Pietro ed Erasmo, martiri, 2 giugno.”




http://www.stellamatutina.eu/
2° giorno: Il cuore di Gesù - Il cuore dell'uomo - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/2-giorno-il-cuore-di-gesu-il-cuore-delluomo/)
http://www.stellamatutina.eu/2-giorno-il-cuore-di-gesu-il-cuore-delluomo/
“2° giorno: Il cuore di Gesù – Il cuore dell’uomo. (…)
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”
http://www.stellamatutina.eu/wp-content/uploads/2014/05/stellamatutina-sacro-cuore-di-ges%C3%B9.jpg


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02 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/02-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/02-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE
2° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Ringraziare Gesù che è morto in Croce per noi. (…)
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù -" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
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«SABBATO INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Sabato infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34133848_1391162187651766_1261243341475938304_n.jp g?_nc_cat=0&oh=d65878ae065fafd652f7bee6bde6d9fa&oe=5BB1F9D9


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«SABBATO INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Sabato infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
ANTIPHONA AD MAGNIFICAT, AD II VESPERAS IN FESTO SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI.
O sacrum convivium, in quo Christus sumitur: recolitur memória passiónis ejus: mens implétur grátia: et futuræ glóriæ nobis pignus datur, allelúja.
ANTIFONA AL MAGNIFICAT, AI II VESPRI DELLA FESTA DEL SS. CORPO DI N.S.G. CRISTO.
O sacro convito, * in cui si riceve Cristo; si rinnova la memoria della sua passione; l'anima è ricolma di grazia; e a noi si dà il pegno della gloria futura, alleluia.
Antifona musicata da Richard Farrant (1530 - 1585): https://youtu.be/qzFhZ7VDxUg »
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34143588_1391082890993029_4046885200389472256_n.jp g?_nc_cat=0&oh=3e45ef208c763652e467f160cbb1a1a2&oe=5BBC9718


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“MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA (da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE III. Del gran dono, che ci ha fatto Gesù donandosi a noi nel Santissimo Sagramento.”
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“SABBATO INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Sabato infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
SANTA MESSA.”
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“NOVENA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (30 Maggio - 7 Giugno).”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34048660_1388635744571077_6087519532467879936_n.jp g?_nc_cat=0&oh=14e109f593488d0a13ad36f5bd83dd0d&oe=5BB5EE9F


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34048660_1388635744571077_6087519532467879936_n.jp g?_nc_cat=0&oh=14e109f593488d0a13ad36f5bd83dd0d&oe=5BB5EE9F





Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
2 juin : Saint Pothin et ses Compagnons, Martyrs (? 177) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/2-juin-saint-pothin-et-ses-compagnons)
“2 juin : Saint Pothin et ses Compagnons, Martyrs († 177).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1215/2728/1486/06_02_saint_pothin.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/1215/2728/1486/06_02_saint_pothin.jpg


“2 juin 575 : élection du Pape Benoît Ier.”
“2 juin 657 : décès du Pape Eugène Ier.”
“2 juin 1537 : publication de la lettre Veritas Ispa du Pape Paul III adressée au card. Jean de Tavera dans laquelle il condamne l’esclavage.”
“Apostolat de la prière : juin 2018. Pour la propagation de la dévotion au Sacré-Cœur.”




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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Martiri Marcellino Prete e Piétro Esorcista, i quali, sotto Diocleziàno, in prigione ammaestrando molti nella fede, dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, dal Giudice Seréno furono decapitati nel luogo, detto Selva Nera, che poi, in onore dei Santi, cambiato nome, fu chiamato Selva Càndida. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe, vicino a san Tibùrzio, e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Dàmaso Papa. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Martiri Marcellino Prete e Piétro Esorcista possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Dei Santi la pace, concedi al mio cuore.”
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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“2 giugno 2018: infra l'Ottava del Corpus Domini.”
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“Il 2 giugno 575 Papa Benedetto I viene esaltato al Sommo Pontificato.”

“Il 2 giugno 657 muore Sant'Eugenio I, Sommo Pontefice.”

“2 giugno 2018. Marcellino e Pietro, santi, martiri di Roma, nel 1256 loro resti furono adoperati da Papa Alessandro IV per consacrare l’altare maggiore della chiesa a loro dedicata. Sempre loro reliquie non insigni vennero utilizzate per la riconsacrazione dell’altare il 28 aprile 1754 dal cardinale titolare Vincenzo Malvezzi. I due martiri erano venerati dai pellegrini del VII secolo nel cimitero "ad duas lauros", al terzo miglio della Via Labicana; la loro cripta fu scoperta nel 1896 (ingresso in via Casilina, n.641). I resti vennero trafugati nell’827 da quattro monaci francesi per conto di Eginardo e portati prima in Francia, poi in Germania a Seligenstadt. A titolo di riparazione furono donati a S. Pio V i corpi dei martiri Servanzio e Lamberto vescovo. Le reliquie di Marcellino e di Pietro, nella seconda metà del XVIII secolo, risultavano anche in una chiesa a loro intitolata a Cremona.
M.R.: 2 giugno - A Roma il natale dei santi Martiri Marcellino Prete e Pietro Esorcista, i quali, sotto Diocleziano, ammaestrando in prigione molti nella fede, dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, dal Giudice Sereno furono decapitati nel luogo, detto Selva Nera, che poi, in onore dei Santi, cambiato nome, fu chiamato Selva Candida. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe, vicino a san Tiburzio, e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Damaso Papa. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari]”
“Sant'Erasmo
Originario di Antiochia, fu costretto durante la persecuzione di Diocleziano a nascondersi sul monte Libano. Arrestato e torturato fu miracolosamente liberato. Si recò in Illiria dove operò numerose conversioni. Nuovamente arrestato su ordine dell'imperatore Massimiano, sarebbe stato ancora liberato dall'arcangelo Michele che lo avrebbe condotto a Formia dove divenne vescovo e dove subì il martirio.”
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Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
03-06-18, 16:17
DOMENICA 3 GIUGNO 2018: infra l'Ottava del CORPUS DOMINI, terzo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Mese del Sacro Cuore - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/

Nell'ottava del Corpus Domini - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/nellottava-del-corpus-domini-2/)
http://www.sodalitium.biz/nellottava-del-corpus-domini-2/
«Domenica 3 giugno 2018, nell’ottava del Corpus Domini.
Gesù mio, credo che voi siete nel SS. Sacramento, V’amo sopra ogni cosa e vi desidero nell’anima mia. Poichè ora non posso ricevervi sacramentalmente, venite almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto: io vi abbraccio e tutto mi unico a Voi; non permettete ch’io m’abbia a separare da Voi.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/8516b462412a059e71a7a18507025b78-eucharist-corpus-christi-1.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/8516b462412a059e71a7a18507025b78-eucharist-corpus-christi-1.jpg


Della festa del «Corpus Domini» - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/festa-del-corpus-domini/)
http://www.sodalitium.biz/festa-del-corpus-domini/


SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell’I.M.B.C. – Istituto Mater Boni Consilii:


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium
“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

“Oratorio Sant'Ambrogio – Milano
Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”
Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/



SANTA MESSA domenicale con adorazione eucaristica celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina alle ore 10.30, DOMENICA 3 GIUGNO 2018 nell'Ottava del CORPUS DOMINI:


«Domenica nell'ott. di Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PV3Wd1gYDlE
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre:
domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/)
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php»


Santa Messa celebrata da Don Floriano Abrahamowicz stasera alle ore 18.30 a Trieste come ogni prima domenica del mese.




Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Seconda dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm
«DOMENICA SECONDA DOPO LA PENTECOSTE.
L'EUCARISTIA SACRIFICIO PERFETTO.»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)




Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«DOMINICA II POST PENTECOSTEN INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Domenica II dopo Pentecoste infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
HYMNUS AD MATUTINUM IN FESTO SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI.
Sacris solémniis juncta sint gáudia,
Et ex præcórdiis sonent præcónia;
Recédant vétera, nova sint ómnia,
Corda, voces, et ópera.
Noctis recólitur cœna novíssima,
Qua Christus créditur agnum et ázyma
Dedísse frátribus, juxta legítima
Priscis indúlta pátribus.
Post agnum týpicum, explétis épulis,
Corpus Domínicum datum discípulis,
Sic totum ómnibus, quod totum síngulis,
Ejus fatémur mánibus.
Dedit fragílibus córporis férculum,
Dedit et trístibus sánguinis póculum,
Dicens: Accípite quod trado vásculum;
Omnes ex eo bíbite.
Sic sacrifícium istud instítuit,
Cujus offícium commítti vóluit
Solis presbýteris, quibus sic cóngruit,
Ut sumant, et dent céteris.
Panis angélicus fit panis hóminum;
Dat panis cǽlicus figúris términum;
O res mirábilis! mandúcat Dóminum
Pauper, servus et húmilis.
Te, trina Deítas únaque, póscimus;
Sic nos tu vísita, sicut te cólimus:
Per tuas sémitas duc nos quo téndimus,
Ad lucem quam inhábitas.
Amen.
INNO AL MATTUTINO DELLA FESTA DEL SS. CORPO DI N.S.G. CRISTO.
A solennità sì santa vada congiunto il gaudio,
e dall'intimo del cuore s'elevi un cantico;
si smetta il vecchio, tutto sia nuovo,
cuori, voci ed opere.
L'ultima cena si commemora di quella notte,
in cui sappiamo che Cristo diede ai fratelli
l'agnello e gli azzimi,
secondo le prescrizioni date agli antichi padri.
Dopo l'agnello figurativo, terminato il convito,
che il Signore desse il suo corpo ai discepoli
e intero a tutti come intero ai singoli,
colle proprie mani, noi lo confessiamo.
Diede a loro deboli il corpo suo in cibo,
diede a loro mesti il sangue suo a bere,
dicendo: Prendete il calice che vi presento;
tutti bevetene.
Così egli istituì questo sacrificio,
il cui ministero volle affidare
ai soli sacerdoti, ai quali si appartiene così,
che ne prendano essi e ne diano agli altri.
Il pane degli Angeli divien pane degli uomini;
il pane celeste alle figure pon termine;
o cosa mirabile! si pasce del Signore
il povero, il servo e il meschino.
Te Dio uno e trino noi preghiamo;
che tu ci visiti oggi che ti adoriamo;
per i tuoi sentieri ci conduci là dove tendiamo,
alla luce dove tu abiti.
Amen.
Inno musicato da Domenico Zipoli (1688 - 1726):https://youtu.be/kht7vIx7aXQ»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34146442_1392270937540891_6557702667651514368_n.jp g?_nc_cat=0&oh=8bf41c2dab9438c8605627b313981a8d&oe=5BBF4EE8


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34146442_1392270937540891_6557702667651514368_n.jp g?_nc_cat=0&oh=8bf41c2dab9438c8605627b313981a8d&oe=5BBF4EE8


«DOMINICA II POST PENTECOSTEN INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Domenica II dopo Pentecoste infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Seconda dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom2.htm
SANTA MESSA.
La seconda Domenica dopo Pentecoste cade fra l'ottava della solennità del Corpus Domini. I testi della liturgia cantano l'amore e la bontà paterna di Dio, che ci libera dai nemici spirituali e temporali, che ci santifica, che ci insegna ad amare il nostro prossimo per amore del Signore che per primo ci ha amato. E nell'Eucaristia, Sacramento e Sacrificio, prefigurata dal convito di cui parla il Vangelo, noi possiamo ammirare il memoriale vivo e reale ed eterno della Divina Carità dell'umanato Verbo Redentore, Pontefice e Vittima della nuova ed eterna alleanza.
- All'Epistola.
L'Eucaristia, come sacrifizio, è la manifestazione continua dell'amore che Dio ha per noi; poiché essa ci ricorda che Gesù ha data la sua vita per salvarci (Epistola ed Introito). «Quale pastore, dice San Giovanni Crisostomo, ha dato mai il suo sangue per nutrimento alle sue pecorelle?» (Secondo Notturno). L'assistenza alla Messa, ch'è il memoriale perenne della passione di Cristo, deve dunque indurci a sacrificare noi stessi per il bene del prossimo, come Gesù ha fatto morendo sulla croce.
Sermone di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 60 al popolo d'Antiochia.
Poiché il Verbo dice: «Questo è il mio corpo», adoriamo e crediamo e contempliamolo cogli occhi dello spirito. Perché Cristo non ci ha dato nulla di sensibile, ma sotto cose sensibili ci dà tutto a comprendere. Lo stesso è nel battesimo: dove per mezzo di una cosa sensibile, cioè l'acqua, ci si conferisce il dono; ma spirituale è la cosa che si compie, cioè la rigenerazione e rinnovazione. Se tu non avessi il corpo, non ci sarebbe nulla di corporale nei doni ch'egli ti dà; ma perché l'anima è unita al corpo, perciò ti dona lo spirituale mediante il sensibile. Quanti ora dicono: Vorrei vedere la sua forma, la sua figura, le vesti, i calzari? Ebbene, tu lo vedi, lo tocchi, lo mangi. Tu desideri vederne le vesti, egli invece ti concede non solo di vederlo, ma ancora di mangiarlo, di toccarlo e di riceverlo dentro di te.
Nessuno dunque si accosti con nausea, nessuno con trascuratezza; siano tutti ardenti, pieni di fervore e premurosi. Che se i Giudei mangiavano l'agnello pasquale in piedi, calzati e col bastone in mano, con premura, molto più tu devi avere questa sollecitudine. Perché mentre quelli dovevano partire per la Palestina e perciò erano in assetto di viaggiatori, tu invece devi emigrare al cielo. Quindi bisogna che tu sia vigilante in tutto: che si minaccia non piccola pena a chi si comunica indegnamente. Pensa quanto ti sdegni contro chi lo tradì e contro quelli che lo crocifissero: bada pertanto che anche tu non divenga colpevole del corpo e del sangue di Cristo. Quelli ne uccisero il corpo santissimo, ma tu lo ricevi coll'anima impura, dopo tanti benefici. Non contento d'essersi fatto uomo, d'essere stato schiaffeggiato e crocifisso, egli di più si unisce a noi così che noi diventiamo uno stesso corpo con lui, e non solo mediante la fede, ma effettivamente e in realtà.
Chi dunque dev'essere più puro di colui che partecipa a tanto sacrificio? quanto più splendida del raggio del sole non dev'essere la mano che distribuisce questa carne? la bocca che si riempie di questo fuoco spirituale, la lingua che s'imporpora di sangue sì tremendo? Pensa a tutto l'onore che ne ricevi, a qual mensa prendi parte. Ciò che gli Angeli riguardano con tremore, e non possono mirare liberamente per lo splendore abbagliante, noi ne facciamo nostro alimento, ci uniamo ad esso e diventiamo con Cristo un solo corpo e una sola carne. «Chi ridirà i prodigi del Signore, farà udire tutte le sue lodi?» (Sal.105,2). Qual pastore pasce le pecorelle col proprio sangue? Ma che dico pastore? Ci sono molte madri che dànno ad altre nutrici i figli che esse hanno messo al mondo. Egli non ha fatto così: ma ci nutrisce lui stesso col proprio sangue, e c'incorpora assolutamente a sé.
- Al Vangelo.
L'Eucaristia, come sacramento, dimostra l'amore di Dio verso di noi.
Il Signore ci dona il suo corpo da mangiare, il suo sangue da bere. «Pensa, dice San Giovanni Crisostomo, all'onore che ti viene e a quale mensa prendi parte. Quello che gli Angeli riguardano con tremore, noi facciamo nostro cibo, ci uniamo e diveniamo con Cristo un solo corpo e una sola carne» (Secondo Notturno). È il preludio del banchetto celeste di cui ci parlano così spesso i Patriarchi, i Profeti e il Vangelo. I Giudei, per orgoglio, per avarizia o per lussuria, si sono assentati, e Dio ha scelto noi in loro vece (Vangelo).
Omelia di san Gregorio Papa.
Omelia 36 sul Vangelo.
Tra i godimenti del corpo, fratelli carissimi, e quelli dell'anima ordinariamente c'è questa differenza: che i godimenti del corpo, quando non si hanno, accendono in noi un ardente desiderio; e mentre si gustano avidamente, fanno venir presto la nausea a chi li gusta perché saziano. I godimenti dello spirito, al contrario, provocano nausea quando non si hanno; ma quando si hanno, eccitano il desiderio: e chi li gusta tanto più li appetisce, quanto più se ne nutrisce. In quelli il desiderio piace, ma il provarli produce dispiacere; questi, al contrario, sembrano di poco valore allorché si desiderano, ma il loro uso piace assai di più. In quelli l'appetito genera sazietà e la sazietà il disgusto; in questi invece l'appetito fa nascere il godimento e la sazietà l'appetito.
Infatti le delizie spirituali aumentano il desiderio nell'anima, a misura che essa se ne sazia: più si gusta il loro sapore, e più si conosce che si devono desiderare con avidità; ciò spiega perché non si possono amare senza averle provate, perché non se ne conosce il sapore. E per verità, chi può amare quello che non conosce? Onde il Salmista ci ammonisce dicendo: «Gustate, e vedete come è dolce il Signore» (Ps. 33,9). Come se dicesse formalmente: Voi non conoscete la sua dolcezza se non lo gustate; ma toccate col palato del vostro cuore l'alimento della vita, affinché, provando la sua dolcezza, possiate amarlo. L'uomo poi perdé queste delizie, quando peccò nel paradiso: egli ne uscì fuori, quando chiuse la bocca all'alimento dell'eterna dolcezza.
Onde anche noi, nati nelle pene di questo esilio, siamo già giunti quaggiù a tal disgusto, che non sappiamo più quel che dobbiamo desiderare. E tanto più cresce in noi questa malattia della nausea, quanto più l'anima si allontana da questo alimento pieno di dolcezza; ed ella giunge a perdere ogni appetito per queste interne delizie, perciò stesso che se ne tiene lontana ed ha perduto da molto tempo l'uso di gustarle. È il nostro disgusto dunque che ci fa deperire, è questa funesta inedia prolungata che ci spossa. E perché non vogliamo gustare di dentro la dolcezza che ci è offerta, amiamo, miseri, la fame che ci consuma di fuori.»
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/06/domenica-fra-lottava-del-corpus-domini.html?m=1
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«DOMINICA II POST PENTECOSTEN INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Domenica II dopo Pentecoste infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
(da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE IV. Del grande amore, che Gesù Cristo ci ha dimostrato nel Santissimo Sagramento.
"Sciens Iesus, quia venit hora eius, ut transeat ex hoc mundo ad Patrem, cum dilexisset suos, in finem dilexit eos" (Io. 13.1). Sapendo Gesù esser giunta l'ora della sua morte, volle prima di morire lasciarci il contrassegno più grande, che potea darci del suo affetto, e fu questo il dono del Santissiml Sagramento. "In finem dilexit eos, spiega il Grisostomo,(1) extremo amore dilexit eos". Amò allora gli uomini col più grande amore, con cui potea amarli, donando loro tutto se stesso. Ma in qual tempo Gesù istituì questo gran Sagramento, con lasciarci se stesso? Nella notte antecedente alla sua morte: "In qua nocte tradebatur (scrive l'Apostolo) accepit panem, et gratias agens, fregit, et dixit: Accipite, et manducate, hoc est corpus meum" (I Cor. 11.24).(2) Nel mentre che gli uomini s'apparecchiavano a dargli la morte, egli lor(3) volle dimostrare quest'ultima(4) pruova del suo amore. I segni d'affetto che ci dimostrano gli amici in tempo della loro morte, restano più impressi nel nostro cuore; a tal fine volle Gesù poco prima di morire lasciarci questo dono del Sagramento. Ben dunque da S. Tommaso(5) questo dono fu chiamato Sagramento e pegno d'amore: "Sacramentum caritatis, caritatis pignus"; e da S. Bernardo(6) amore degli amori, "Amor amorum"; perché in questo Sagramento Gesù Cristo unì e compì tutte l'altre finezze d'amore a noi dimostrate. Quindi S. Maria Maddalena de' Pazzi(7) chiamava il giorno, in cui Gesù istituì questo Sagramento, "il giorno dell'amore".
Affetti e preghiere.
O amore infinito di Gesù, degno d'essere amato con altro infinito amore! Voi Signor mio, siete così innamorato degli uomini, e come poi gli uomini sono così disamorati con voi! Che più avete da fare per farvi da essi amare? Deh Gesù mio, voi siete così amabile e così amante, fatevi conoscere e fatevi amare. Quando io amerò voi, come voi avete amato me? Deh scovritemi(8) sempre più le grandezze della vostra bontà, acciocch'io(9) sempre più arda per voi d'amore, e m'impieghi a darvi gusto. O diletto dell'anima mia, vi avessi sempre amato! Oimè che vi è stato un tempo, in cui non solamente non v'ho(10) amato, ma ho disprezzata la grazia vostra e 'l vostro amore. Mi consola il dolore che ne sento, e spero il perdono per la vostra promessa di perdonar(11) chi si pente. A voi, mio Salvatore, converto tutti gli affetti miei; aiutatemi voi per li meriti della vostra passione ad amarvi con tutte le mie forze. O morissi per voi come voi siete morto per me.
O Madre di Dio, Maria ottenetemi voi la grazia di non amare d'ogg'innanzi(12) altro che Dio.
Note.
1 [16.] CHRYSOST., In Ioannem, hom. 70, n. 1; PG 59, 381-82: «Viden quomodo relicturus eos, vehementiorem amorem exhibeat: Cum dilexisset suos qui erant in mundo, in finem dilexit eos, hoc significat: nihil praetermisit eorum quae ardenter amantem oportet facere. Cur non a principio hoc fecit? Maiora in extremo facit, ut eorum caritatem augeat, et magnum indat animum ad futura perferenda mala... Quid significat illud, in finem dilexit eos? Id est, amare perseveravit, ac ferventis amoris signum hoc esse dicit».
2 [22.] I Cor., 11, 23-24.
3 [23.] lor) loro B B1 B2.
4 [24.] quest'ultima) questa ultima B B1 B2.
5 [1.] Da SIMONE BAGNATI, Finezze eucaristiche, ser. 15; Napoli 1724, 184: «È una lega tutta fior d'amore, d'un Dio amante del genere umano, chiamato per antonomasia dal dottor Angelico: Sacramentum charitatis; summae Christi charitatis pignus est. Opusc. 58, c. 25». Cfr. Opera S. Thomae, op. 58, c. 25; XVII, Romae 1570, f. 56, col. 3: «Nominatur enim quandoque verus panis, quandoque sacramentum altaris, quandoque sacramentum charitatis». La critica moderna rigetta come spurio l'opuscolo: cfr. Opuscula theologica S. Thomae, I, Taurini 1954, p. XV.
6 [4.] Ps. BERNARDUS, Sermo de excellentia SS. Sacramenti et dignitate sacerdotum, n. 10: PL 184, 987: «Potesne aestimare quale vel quantum est hoc sanctum sanctorum, et sacramentum sacramentorum, amor amorum, dulcedo omnium dulcedinum?» (Vedi Glorieux, 72).
7 [5.] V. PUCCINI, op. cit., c. 92; Venezia 1642, 170: «Parlava di questo SS. Sagramento con gran tenerezza d'amore; e il giovedì, che fu quel giorno in cui fu da Gesù istituito, lo chiamava il dì dell'amore, e avea particolare desiderio che in questo giorno le sorelle si comunicassero».
8 [14.] scovritemi) scopritemi B B1 B2.
9 [15.] acciocch'io) acciocché io B B1 B2.
10 [17.] v'ho) vi ho B B1 B2.
11 [19.] perdonar) perdonare B B1 B2.
12 [4.] ogg'innanzi) oggi innanzi B B1 B2.»
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«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
* CORONCINA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Per cui Pio VII, 20 Marzo 1815, accordò ogni volta 300 giorni d'Indulgenza e la Plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio a chi l'avrà recitata per un mese intero e confessato e comunicato avrà pregato secondo la mente di Sua Santità.»
«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
In questo mese di Giugno, mese del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, mediteremo sull'immesità di questo Cuore Divino, dal devozionario Nuovo Mese del Sacro Cuore per Mons. Nicola Tafuri ed Alfonso M. Sepe, sacerdoti napoletani (Napoli, 1886).»

«NOVENA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (30 Maggio - 7 Giugno).»
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Dimanche dans l'Octave de la Fête-Dieu.”
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“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Dimanche dans l'Octave de la Fête-Dieu (2016).
http://prieure2bethleem.org/predica/2016_05_29_mai.mp3”
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3 juin : Sainte Clotilde, Reine de France (476-545) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/3-juin-sainte-clotilde)
3 juin : Sainte Clotilde, Reine de France (476-545)
http://liguesaintamedee.ch/application/files/5315/2728/1842/06_03_sainte_clotilde_2.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/5315/2728/1842/06_03_sainte_clotilde_2.jpg


“Apostolat de la prière : juin 2018. Pour la propagation de la dévotion au Sacré-Cœur.”





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“Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Pàola, Vergine e Martire, la quale, mentre raccoglieva il sangue dei predetti Martiri Lucilliàno e Compagni, fu presa, battuta colle verghe, e gettata nel fuoco; ma, rimasta illesa, finalmente anch’essa fu decapitata nello stesso luogo, dove era stato crocifisso san Lucilliàno. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Pàola, Vergine e Martire, possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Il numero 115 di SVRSVM CORDA® del 3 giugno 2018:
- Comunicato numero 115. Le nozze di Cana;
- Preghiera ai Santi Marcellino e Pietro;
- Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù;
- Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 7 e 8;
- Preghiera a Sant’Angela Merici, Vergine;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Isidoro di Pelusio;
- Preghiera per la Festa del Corpus Domini;
- San Tommaso: in qualsiasi regno e in qualunque dominio è necessaria moneta propria;
- Dizionario di teologia dommatica. L’idolatria.
Già disponibili sul sito:
- Teologia Politica 104. Coesistenza nella verità. Guerra alla guerra;
- Racconti miracolosi n° 63. Santa Francesca Romana e l’angelo custode.
amDg! www.sursumcorda.cloud »
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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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Adorazione eucaristica - Preghiere giaculatorie (http://www.adorazioneeucaristica.it/giaculatorie.htm)
"Preghiere di adorazione eucaristica
Giaculatorie
Amore, onore e gloria al Cuore eucaristico di Gesù.
Benedetto il sacratissimo Cuore eucaristico di Gesù.
Cuore eucaristico di Gesù, abbi pietà di noi.
Cuore eucaristico di Gesù, accresci in noi la fede, la speranza e la carità.
Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento.
Lodato e benedetto sia il Sacro Cuore e il prezioso Sangue di Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare.
O Cuore eucaristico di Gesù, che ardi d'amore per noi, accendi i nostri cuori d'amore per Te.
O Gesù nel Santissimo Sacramento, abbi pietà di noi.
Sia lodato e adorato in eterno il Santissimo Sacramento.
Sia lodato il Cuore Sacratissimo di Gesù nel Santissimo Sacramento.
Ti adoro, o Sacratissimo Cuore eucaristico di Gesù.
Sia sempre lodato e ringraziato il Santissimo Sacramento."



http://www.stellamatutina.eu
3° giorno: Cuore d'amore - Cuore egoista - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/3-giorno-cuore-damore-cuore-egoista/)
“3° giorno: CUORE D’AMORE
Gesù è Dio. E Dio è Amore.
Il Cuore di Gesù, quindi, è Cuore tutto d’amore. (…)
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”
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03 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/03-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/03-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
3° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per i moribondi della giornata. (…)
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù -" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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«3 giugno 2018: Domenica infra l'Ottava del Corpus Domini.
L'EUCARISTIA SACRIFICIO PERFETTO.»
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“Non ho che il mio cuore, prendetelo, o Madre, con tutte le sue debolezze, e arricchitelo di meriti per la vita eterna”
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"Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo"
https://www.radiospada.org/2018/06/chi-ci-separera-dunque-dallamore-di-cristo/
“(…) Ci sentiamo orgogliosi di essere seguaci di Cristo e siamo disposti ad affrontare ogni sorta di discriminazione perché Cristo stesso disse «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia» (Giovanni 15,18). Allora, nulla ci impedisce di vivere la nostra fede cristiana e anche se il rischio di perdere la nostra vita in qualsiasi momento è sempre nella nostra mente, noi continuiamo a chiamare Cristo nostro Signore e Salvatore e testimoniare la nostra fede in lui. La persecuzione anche con i suoi effetti negativi continua a rafforzarci nella nostra fede e siamo sicuri che Dio ci ricompenserà. Crediamo fortemente nella promessa che Gesù durante il suo Sermone sul Monte Tabor ha fatto a coloro che soffriranno le persecuzioni dicendo: «beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli» (Matteo 5, 11-12). Continuamo ad essere la luce del mondo che non può stare nascosta. Risplendiamo la nostra luce davanti agli uomini perché possono vedere le nostre buone opere e rendano Gloria al nostro Padre che è nei cieli (Cfr. Matteo 5,14-16). Finisco qui con le parole di San Paolo che disse «Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?» (Romani 8, 35).”
https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2013/10/cristore.png?w=426&ssl=1


https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2013/10/cristore.png?w=426&ssl=1


https://www.radiospada.org/2012/07/le-1esse-del-sacro-cuore-di-gesu-testoimmaginivideo/

https://www.radiospada.org/2012/06/il-cuore-del-re-una-galleria-di-immagini-del-sacro-cuore-di-gesu/




COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
04-06-18, 23:01
4 GIUGNO 2018: quarto giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA SECUNDA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Lunedì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
(da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE V. Dell'unione che si fa dell'anima con Gesù nella Santa Comunione.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34480461_1392934334141218_2374483183673540608_n.jp g?_nc_cat=0&oh=1e78674c626b41b32ad036676b2d9dc3&oe=5BB2C45E


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«FERIA SECUNDA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Lunedì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
HYMNUS AD LAUDES IN FESTO SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34321446_1392933730807945_769045990639403008_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=34f1989c4593b05e6cae8ffebb247773&oe=5B7CA42E


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«NOVENA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (30 Maggio - 7 Giugno) .»
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http://www.stellamatutina.eu/
4° giorno: Cuore filiale - Cuore insensibile - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/4-giorno-cuore-filiale-cuore-insensibile/)
“4° giorno: Cuore filiale – Cuore insensibile
CUORE FILIALE. (…)”


04 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/04-giugno.htm)
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU' MEDITAZIONI E PREGHIERE
IL CUORE 4° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per coloro che vivono abitualmente in peccato.
IL CUORE
Consideriamo gli emblemi del Sacro Cuore e procuriamo di trarre profitto dagl'insegnamenti che ci dà il Divin Maestro. (…)”




Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#SANTI2)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#SANTI2
“San Francesco Caracciolo, confessore, 4 giugno.”




San Francesco Caracciolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-francesco-caracciolo/)
http://www.sodalitium.biz/san-francesco-caracciolo/
«4 giugno, San Francesco Caracciolo, Confessore (Villa Santa Maria, 13 ottobre 1563 – Agnone, 4 giugno 1608).
“In Agnone, nell’Abruzzo citeriore, san Francesco, della nobile famiglia Napoletana Caracciolo, Confessore, Fondatore della Con-gregazione dei Chierici Regolari Minori, il quale arse di meravigliosa carità verso Dio e verso il prossimo, e di ardentissimo zelo nel propagare il culto della sacra Eucaristia, e dal Sommo Pontefice Pio settimo fu ascritto nel catalogo dei Santi. Il suo corpo fu trasferito a Napoli, nella Campania, ed è ivi venerato con somma devozione”.»
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“Sodalitium IMBC.”
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“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/



«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php



Processiamo i liberatori - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/processiamo-i-liberatori/)
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 54/18 del 4 giugno 2018, San Francesco Caracciolo.”




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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Francésco, della nobile famiglia Napoletana Caracciolo, Confessore, Fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari Minori, il quale arse di meravigliosa carità verso Dio e verso il prossimo, e di ardentissimo zelo nel propagare il culto della sacra Eucaristia, e dal Sommo Pontefice Pio settimo fu ascritto nel catalogo dei Santi. Il suo corpo fu trasferito a Nàpoli, nella Campània, ed è ivi venerato con somma devozione. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Francesco nobile Caracciolo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

“Del Santo amor Vostro, le dolci catene
A voi mi congiungan, o caro mio Bene.”
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
4 juin : Saint François Caracciolo, Confesseur (1563-1608) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-juin-saint-francois-caracciolo)
“4 juin : Saint François Caracciolo, Confesseur (1563-1608).”
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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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“4 giugno 2018: infra l'Ottava del Corpus Domini.”
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“4 giugno 2018: San Francesco Caracciolo, confessore.
Nato il 13 ottobre 1563 a Villa S. Maria di Chieti e trasferitosi a Napoli a ventidue anni di età per completarvi gli studi teologici. Gli anni della sua giovinezza erano trascorsi senza che nulla di particolare facesse presagire in lui la straordinaria attività apostolica che nella pur breve vita (morì a 45 anni) avrebbe svolto. Con i due committenti si recò all'eremo di Camaldoli per l'elaborazione della Regola, che papa Sisto V approvò il 10 luglio 1588. A Francesco Caracciolo si deve l'inserimento di un quarto voto, oltre ai consueti di castità, povertà e obbedienza: quello di non accettare alcuna dignità ecclesiastica. L'anno dopo Ascanio Caracciolo emetteva i voti religiosi assumendo il nome di Francesco. Nel 1593 la piccola congregazione, che aveva preso dimora in un'angusta casa nei pressi della Chiesa della Misericordia, tenne il primo capitolo generale e Francesco dovette accettare per obbedienza la carica di preposito generale. Intanto la giovane congregazione approdava a Roma, alla chiesa di S. Agnese in piazza Navona. Scaduto il suo mandato, tornò in Spagna dov'era stato già nel 1593 e vi fondò una casa religiosa a Valladolid e un collegio ad Alcalà. Fu maestro dei novizi a Madrid e di nuovo proposito della casa di S. Maria Maggiore di Napoli. Le molteplici attività avevano fiaccato la sua già debole fibra. Durante un soggiorno ad Agnone, presso i padri dell'Oratorio, cadde gravemente ammalato e morì il 4 giugno 1608. Il suo corpo, trasportato a Napoli, fu sepolto nella chiesa di S. Maria Maggiore. Il primo dei suoi tanti miracoli, la guarigione di uno storpio proprio durante i funerali, fu la scintilla che accese il gran fuoco della devozione dei napoletani verso questo santo "oriundo", canonizzato da Pio VII il 24 maggio 1807 ed eletto nel 1840 compatrono della città partenopea.”
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COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
05-06-18, 22:41
5 GIUGNO 2018: infra l'Ottava del Corpus Domini, quinto giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA TERTIA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Martedì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34560527_1393904297377555_8545457937907187712_n.jp g?_nc_cat=0&oh=092f46377ed378b3038621d0a9a94c77&oe=5BB73C90


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«MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
(da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE VI. Il desiderio che ha Gesù Cristo di unirsi con noi nella Santa Comunione.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34443327_1393892984045353_5083570806768795648_n.jp g?_nc_cat=0&oh=247daca4f62d04382ec3c47e5637ee30&oe=5BC3D55D


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«FERIA TERTIA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Martedì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
HYMNUS AD I ET II VESPERAS IN FESTO SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI.
Pange, lingua, gloriósi
Córporis mystérium,
Sanguinísque pretiósi,
Quem in mundi prétium
Fructus ventris generósi
Rex effúdit géntium.
Nobis datus, nobis natus
Ex intacta Vírgine,
Et in mundo conversátus,
Sparso verbi sémine,
Sui moras incolátus
Miro clausit órdine.
In suprémæ nocte cœnæ
Recúmbens cum frátribus,
Observáta lege plene
Cibis in legálibus,
Cibum turbæ duodénæ
Se dat suis mánibus.
Verbum caro, panem verum
Verbo carnem éfficit;
Fitque sanguis Christi merum:
Et si sensus déficit,
Ad firmándum cor sincérum
Sola fides súfficit.
Tantum ergo Sacraméntum
Venerémur cérnui:
Et antíquum documéntum
Novo cedat ritui:
Præstet fides suppleméntum
Sénsuum defectui.
Genitóri, Genitóque
Laus et jubilátio,
Salus, honor, virtus quoque
Sit et benedíctio:
Procedénti ab utróque
Compar sit laudátio.
Amen.

INNO AI I E II VESPRI DELLA FESTA DEL SS. CORPO DI N.S.G. CRISTO.
Canta, o lingua, il mistero
del Corpo glorioso
e del Sangue prezioso,
che in prezzo del mondo
ha versato il frutto d'un seno generoso
il Re delle genti.
Dato a noi e nato per noi
da intatta Vergine,
dopo d'esser vissuto nel mondo
e sparso il seme della parola,
chiuse la fine del suo pellegrinaggio
con una meravigliosa istituzione.
Nella notte dell'ultima cena,
sedendo a mensa coi fratelli,
pienamente osservata la legge
sui cibi prescritti,
al collegio dei dodici in cibo
dà se stesso colle sue mani.
Il Verbo incarnato, con una parola,
di vero pane fa sua carne;
e il vino diventa sangue di Cristo;
e se i sensi ciò non comprendono,
a persuadere un cuor sincero
basta la sola fede.
Quindi un tanto Sacramento
prostrati veneriamo;
e l'antico sacrificio
ceda il posto al nuovo rito;
la fede poi supplisca
al difetto dei sensi.
Al Padre e al Figlio
sia lode e giubilo,
salute, onore, potenza
e benedizione;
a Colui che procede da ambedue
sia pari lode.
Amen.
* Tale Inno, oltre ad esser parte dell'Officio composto da San Tommaso d'Aquino per la festa del SS. Corpo di N.S.G. Cristo, è cantato in occasione delle processioni e delle benedizioni eucaristiche. In tal caso si prosegue col versetto e coll'Orazione, quivi sotto:
V. Panem de cœlo præstitisti eis.
R. Omne delectamentum in se habentem.
Oremus.
Deus, qui nobis sub Sacraménto mirábili passiónis tuæ memóriam reliquísti: tríbue, quǽsumus, ita nos Córporis et Sánguinis tui sacra mystéria venerári, ut redemptiónis tuæ fructum in nobis júgiter sentiámus.
Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
V. Hai dato loro un pane dal cielo.
R. Avente in sé ogni dolcezza.
Preghiamo.
O Dio, che sotto un Sacramento mirabile ci hai lasciato il ricordo della tua passione: concedici, ti preghiamo, di venerare così i sacri misteri del Corpo e Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.
Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
** Indulgenze.
Pio VII con decreto 25 agosto 1818, concesse in perpetuo l'Indulgenza di 300 giorni ogni volta che si recita il Pange Lingua, e 100 giorni soltanto a chi recita il solo Tantum Ergo (ultime due strofe dell'Inno), sempre inteso che vi si aggiunga il suddetto Responsorio: Panem de cœlo, etc. e la successiva orazione Deus, qui nobis. Chi praticherà questa divozione almeno 10 volte al mese ottiene l'Indulgenza Plenaria una volta all'anno in un giorno a sua scelta, oltre la Plenaria nel Giovedì Santo e nella festa del Corpus Domini, o in un giorno dell'Ottava, purché, confessato e comunicato, visiti una Chiesa o un pubblico Oratorio e vi preghi secondo la mente di Sua Santità.
Inno in gregoriano: https://youtu.be/QmW5pD9Qdvc»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34673386_1393891357378849_8754145992183382016_n.jp g?_nc_cat=0&oh=d1f6d60e5e2e221a33d5232a974654f6&oe=5BBC169C


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34673386_1393891357378849_8754145992183382016_n.jp g?_nc_cat=0&oh=d1f6d60e5e2e221a33d5232a974654f6&oe=5BBC169C


«FERIA TERTIA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Martedì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
SANTA MESSA.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34447266_1393890167378968_6224318789215846400_n.jp g?_nc_cat=0&oh=414dcf0ae95436f2bfc71abb91edbc73&oe=5BB96A07


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34447266_1393890167378968_6224318789215846400_n.jp g?_nc_cat=0&oh=414dcf0ae95436f2bfc71abb91edbc73&oe=5BB96A07


«NOVENA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (30 Maggio - 7 Giugno) .»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34048660_1388635744571077_6087519532467879936_n.jp g?_nc_cat=0&oh=14e109f593488d0a13ad36f5bd83dd0d&oe=5BB5EE9F


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34048660_1388635744571077_6087519532467879936_n.jp g?_nc_cat=0&oh=14e109f593488d0a13ad36f5bd83dd0d&oe=5BB5EE9F






“San Bonifacio, vescovo e martire, 5 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



05 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/05-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/05-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU' MEDITAZIONI E PREGHIERE
LA FERITA DEL CUORE
5° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le bestemmie, gli scandali ed i delitti.
(…) Anime peccatrici, voi coi vostri peccati siete state la causa della morte di Gesù. Avete ferito mortalmente, e non una volta sola, il suo Divin Cuore! ... Eppure Gesù vi ama ancora; vi aspetta a penitenza e vi apre la porta della misericordia, che è la ferita del suo Costato! Convertitevi e riparate!
Fioretto. Offrite tutte le sofferenze di oggi per consolare Gesù delle offese che riceve.
Giaculatoria. Gesù, perdona i peccati del mondo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


Home - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/)
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5° giorno: Cuore mite - Cuore duro (http://www.stellamatutina.eu/5-giorno-cuore-mite-cuore-duro/)
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“5° giorno: Cuore mite – Cuore duro
CUORE MITE. (…)
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





San Bonifacio - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-bonifacio/)
http://www.sodalitium.biz/san-bonifacio/
«5 giugno, San Bonifacio, Vescovo e Martire (680 – 754).
“Nella Frisia san Bonifacio, Vescovo di Magonza e Martire. Questi, dall’Inghilterra andato a Roma, dal Papa beato Gregorio secondo fu mandato in Germania per predicare la fede di Cristo a quelle genti, e, avendo ivi sottomesso alla religione Cristiana una grandissima moltitudine, specialmente dei Frisoni, meritò di essere chiamato Apostolo dei Germani; alla fine nella Frisia dai pagani infuriati colpito con la spada, compì il martirio insieme ad Eobano Coepiscopo e ad alcuni altri servi di Dio”.»
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«Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza - Segnalazioni:
- 5 per mille
http://www.sodalitium.biz/come-aiutarci/
- Omelia di don Ricossa sul tema dell’assistenza o meno alla Messa detta "una cum"
https://www.youtube.com/watch?v=38015U-WLEY
- Processioni del Corpus Domini Verrua Savoia (TO):
http://www.sodalitium.biz/corpus-domini-2018-fotogallery/
Dendermonde (Belgio):
http://www.sodalitium.cloud/fotogalerij-sacramentsprocessie-3-juni-2018-dendermonde-kapel-moeder-goede-raad/
Sito ufficiale: http://www.centrostudifederici.org »


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Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Bonifàcio, Vescovo di Magónza e Martire. Questi, dall’Inghiltérra andato a Roma, dal Papa beato Gregorio secondo fu mandato in Germània per predicare la fede di Cristo a quelle genti, e, avendo ivi sottomesso alla religione Cristiana una grandissima moltitudine, specialmente dei Frisoni, meritò di essere chiamato Apostolo dei Germàni; alla fine nella Frisia dai pagani infuriati colpito con la spada, compì il martirio insieme ad Eóbano Coepiscopo e ad alcuni altri servi di Dio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Bonifàcio possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»
«Oggi ricordiamo anche san Dorotéo Prete (a Tiro, nella Fenicia), il quale soffrì molti tormenti sotto Diocleziàno; e, sopravvivendo fino ai tempi di Giuliano, sotto di lui, all’età di centosette anni, onorò col martirio la sua veneranda vecchiaia. San Dorotéo pregate per noi presso Dio affinché ci ottenga la perseveranza finale.»




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5 juin : Saint Boniface, Archevêque de Mayence, Martyr (680-754) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/5-juin-saint-boniface)
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“5 juin : Saint Boniface, Archevêque de Mayence, Martyr (680-754).”
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«5 giugno 2018: infra l'Ottava del Corpus Domini.»
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«5 giugno 2018: San Bonifacio, vescovo e martire.
Senza l'opera missionaria di Bonifacio non sarebbe stata possibile l'organizzazione politica e sociale europea di Carlo Magno. Bonifacio o Winfrid sembra appartenesse a una nobile famiglia inglese del Devonshire, dove nacque nel 673 (o 680). Professò la regola monastica nell'abbazia di Exeter e di Nurslig, prima di dare inizio all'evangelizzazione delle popolazioni germaniche oltre il Reno. Dopo le prime difficoltà in tre anni percorse gran parte del territorio germanico. Convocato a Roma, ebbe dal papa l'ordinazione episcopale e il nuovo nome di Bonifacio. Prima di organizzare la Chiesa sulla riva destra del Reno pensò alla fondazione, tra le regioni di Hessen e Turingia, di un'abbazia, che divenisse il centro propulsore della spiritualità e della cultura religiosa della Germania. Nacque così la celebre abbazia di Fulda. Come sede arcivescovile scelse la città di Magonza. Morì nel 754.»
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“Il 5 giugno 1305 Papa Clemente V de Got viene esaltato al Sommo Pontificato.”


https://www.radiospada.org/2018/05/haurietis-aquas-lenciclica-dimenticata-di-pio-xii-sul-culto-al-sacro-cuore-pubblicata-nel-1956/
https://www.radiospada.org/2012/07/le-1esse-del-sacro-cuore-di-gesu-testoimmaginivideo/
https://www.radiospada.org/2013/12/sacro-cuore-devozione-per-i-tempi-primi-e-ultimi-prima-parte/
https://www.radiospada.org/2014/06/sacro-cuore-spada-e-scudo-per-le-nostre-famiglie/
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COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
06-06-18, 21:31
6 GIUGNO 2018: infra l'Ottava del Corpus Domini, sesto giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
(da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE VII. La Santa Comunione ci ottiene perseveranza nella divina grazia.»
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«HYMNUS AMBROSIANUS
Te laudamus, Domine omnipotens,
qui sedes super Cherubim et Seraphim.
Quem benedicunt Angeli, Arcangeli,
et laudant Prophetae et Apostoli.
Te laudamus, Domine, orando,
qui venisti peccata solvendo.
Te deprecamur magnum Redentorem,
quem Pater misit ovium pastorem.
Tu es Christus Dominus Salvator,
qui de Maria Virgine es natus.
Hunc sacrosanctum calicem sumentes,
ab omni culpa libera nos semper.
INNO AMBROSIANO.
Ti lodiamo, Signore onnipotente,
che siedi sui Cherubini e i Serafini.
Ti benedicono gli Angeli e gli Arcangeli,
e ti lodano i Profeti e gli Apostoli.
Noi ti lodiamo, o Signore, prostati,
che venisti a redimere i peccati.
Noi t’invochiamo, o grande Redentore,
che il Padre ci mandò come pastore.
Tu sei Cristo, il Signore Salvatore,
che nacque dalla Vergine Maria.
Noi che assumiamo questo sacrosanto calice,
liberaci sempre da ogni colpa.
https://youtu.be/a48zSbfn5KA»
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«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
SANTA MESSA.»
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“NOVENA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (30 Maggio - 7 Giugno).”
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https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/06/miracolo-eucaristico-di-torino.html
«mercoledì 6 giugno 2018
Miracolo Eucaristico di Torino.
Torino non è solo la città della Sindone, essa è pure “la città del Santissimo Sacramento” (Pio XII) a motivo del miracolo eucaristico che vi si verificò il 6 giugno 1453. Ci racconta questo prodigio del Dio-con-noi san Giovanni Bosco che in occasione del IV centenario del Miracolo ne scisse un saggio storico.
“Mentre governava la santa Romana Chiesa Nicolò V, e Ludovico di Savoia era duca di Torino, avvenne uno strepitoso miracolo nella città di Torino. Innumerevoli storici vanno d’accordo nel riferirlo come segue.
In una guerra di que’ tempi avvenuta tra Savoiardi, Piemontesi e Francesi, parecchi luoghi posti sul confine di questi Stati furono saccheggiati. La terra di Exilles, paese poco distante da Susa, fu pure abbandonata all’arbitrio dei predatori. Alcuni ribaldi non paghi di quanto trovarono nelle case dei privati, entrarono nella Chiesa Parrocchiale di questo paese, e tra le altre cose rubarono un ostensorio con entro l’ostia consacrata. Involsero il sacro vaso con altre spoglie, e fattone un grosso fagotto, il posero sopra un mulo prendendo la strada di Torino.
Era il sei di giugno 1453, verso le cinque pomeridiane, quando giunsero in Torino innanzi ad una chiesa dedicata a S. Silvestro. Ivi il Signore voleva palesare ai Torinesi un segno del suo immenso amore e dell’infinita sua potenza. Improvvisamente il mulo si ferma, stramazza al suolo, e rimane immobile; il condottiero grida, minaccia e percuote il giumento, ma tutto invano.
Allora l’invoglio,come se fosse disfatto da mano invisibile, ad un tratto si scioglie, e l’ostensorio da se stesso si leva in aria e si ferma a vista di tutti, tramandando risplendentissima luce. In pochi istanti il fatto si divulga per tutta la città, e il popolo corre affollato a contemplare le divine maraviglie.
Un sacerdote di nome Bartolommeo Cocono, alla vista di tale prodigio, recasi tosto ad informare il Vescovo di nome Ludovico Romagnano. Quel prelato, assicuratosi di quanto avveniva, raduna quei canonici e clero che in quel momento poté raccogliere, e, facendo precedere la croce, vanno tosto processionalmente in sul luogo. Colà giunti attoniti e maravigliati si prostrano a terra, e adorano il Santissimo Corpo di Gesù Cristo, in nuova guisa glorificato. Ma quale non fu la meraviglia, allorché videro l’ostensorio cadere in terra, e l’ostia sola rimanere in aria più risplendente che il sole! Universale commozione sorprende tutti gli astanti: lagrime, sospiri, fervorose preghiere occupano la mente e il cuore di tutti; da tutte le parte si esclama: mane nobiscum Domine: Signore, rimani fra noi. Il Vescovo preso un calice lo tiene colle mani alzate sotto all’ostia, che tuttora stava sospesa in aria tramandando vivi raggi come risplendetissimo sole. Ed ecco un nuovo prodigio; quasi l’ostia volesse ubbidire alla voce del pastore e de’ fedeli, a poco a poco si abbassa e discende nel calice. Allora fra cantici dell’estatica moltitudine, il Vescovo porta come in grande trionfo il sacro deposito nella Chiesa Cattedrale di S. Giovanni.
Quell’ostia sacrosanta si conservò per lungo tempo in questa chiesa, recandosi i Torinesi con edificante pietà ad adorarla. La fama di tal prodigio non fu ristretta nella città di Torino; molti dai vicini paesi vennero ad adorare Gesù Sacramentato, e fra le molte grazie che si ottennero per quell’ostia prodigiosa, merita di essere riferita quella che riguarda ad un certo Tommaso Soleri di Rivarolo, Diocesi d’Ivrea. Era questi da tre anni inchiodato in un letto per dolorosissima malattia di podagra. Udito a parlare del gran miracolo avvenuto in Torino, fece voto, e con vivezza di fede promise, che se fosse guarito, sarebbe andato a visitare quell’ostia miracolosamente scoperta, facendo celebrare una Messa coll’offerta di una torchia del peso di tre libbre.
Fatta la promessa si sentì immantinente guarito; tosto si levò dal letto servendosi di quelle mani e di quei piedi che da tre anni gli tornavano inutili. Pertanto nel 1454, vale a dire, l’anno immediatamente dopo il miracolo, venne da Rivarolo a compiere in persona il voto da lui fatto, e ringraziare il Signore Iddio della grazia ricevuta.
Nel 1455 i canonici della Metropolitana si radunarono a Concilio e ad unanimità di voti decretarono di far costrurre un magnifico tabernacolo per conservare in luogo più degno l’ostia prodigiosa, la quale si conservò, finché venne ordine da Roma, che fosse consumata secondo il sacro rito.
Se qualcuno ci domandasse, che cosa rammenti ai popoli la chiesa del Corpus Domini, noi possiamo rispondere: questa chiesa è un monumento parlante, che dice a tutti quelli che la veggono: QUI AVVENNE IL GRAN PRODIGIO. Nell’anno 1453 il Municipio di Torino ordinò, che il luogo del miracolo fosse segnato con una cappelletta, la quale divenne bentosto ristretta atteso il gran concorso di popolo che ivi interveniva.
Nel 1521 i Decurioni della Città, desiderosi che sempre più viva si mantenesse la memoria di un tal miracolo, ottennero dall’Arcivescovo la facoltà di fabbricare un’altra chiesa più vasta, vale a dire, racchiudendo il sito in cui era avvenuto il miracolo. La qual chiesa in breve tempo fu condotta a termine; e nel 1525 fu eretta la Compagnia del Corpus Domini, la quale appunto porta per divisa il calice dorato, a cui sovrasta l’ostia onde rappresentare in viva immagine e continua visibile storia il miracoloso avvenimento.
Nel tristo caso che una pestilenza funestava questa nostra città, il Municipio in corpo fece voto di edificare un nuovo tempio di più ampia e magnifica forma. Ricorsero perciò a Monsignore Carlo Broglia, Arcivescovo di Torino, il quale volle egli stesso informarsi bene della verità del miracolo: e lasciò scritto che: informato appieno dello stupendo e verissimo miracolo, sì per le antiche autentiche scritture da lui vedute e lette, come per le debite e legittime informazioni, assecondò la dimanda.
L’opera fu cominciata nel 1607, e fu con somma alacrità condotta a termine, ed è la presente chiesa del Corpus Domini, la quale noi chiamiamo monumento che afferma e dice a tutti quelli che vivono e vivranno dopo di noi, come Iddio siasi compiaciuto manifestare ai Torinesi un tratto particolare di bontà e di amore.
Fra le cose che meritano speciale considerazione vuolsi rilevare il luogo dove avvenne il miracolo. Esso è quasi nel mezzo del pavimento della Chiesa, vicino al pulpito, cinto con cancelli di ferro; là proprio, ove il giument stramazzò, havvi una lapide in cui si legge:
HIC VBI PROFVGVM CHRISTI CORPVS
SVBDIALEM SIBI STATIONEM OBITER ELEGIT
AVGVSTVM HOC ET MANSVRVM
NVMINI DOMICILIVM CIVIBVS PERFVGIVM
TAVRINENSIS AVGVSTA
CISALPINOS POPVLOS DEPOPVLANTE TABE
PRO CIVIVM SALVTE DEVOVIT
ANNO MDLXXXXVIII
(Notizie storiche intorno al miracolo del SS. Sacramento avvenuto in Torino il 6 giugno 1453 con un cenno sul quarto centenario del 1853, Torino, 1853, pp. 7-13).»
https://1.bp.blogspot.com/-vfVgRPQuroE/Wxcbu0MHTaI/AAAAAAAABD8/Je8TSNYshW0eCp9b4ZaDrFoFVhAo1QPfQCLcBGAs/s1600/Corpus_Domini_miracolo_Torino_volta.jpg


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“San Norberto, vescovo e confessore, 6 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



https://forum.termometropolitico.it/584759-6-giugno-s-norberto-vescovo-e-fondatore.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Norberto
«Nome di origine germanica. È composto dalle radici nord (o north, "nord") e beraht (o berth, "brillante", "illustre"); il significato si può quindi interpretare con "splendore del Nord", o "celebre del Nord". Il primo elemento si ritrova anche nel nome Normanno, mentre il secondo, molto comune nei nomi germanici, si riscontra ad esempio in Roberto, Alberto, Dagoberto, Egberto e via dicendo.
L'onomastico si festeggia il 6 giugno in ricordo di san Norberto di Prémontré, arcivescovo di Magdeburgo e fondatore dei premonstratensi.»




San Norberto - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-norberto/)
http://www.sodalitium.biz/san-norberto/
«6 giugno, San Norberto, Vescovo e Confessore (Xanten, 1080 circa – Magdeburgo, 6 giugno 1134), fondatore dell’Ordine Premostratense.
“A Magdeburgo san Norbérto, Vescovo di quella città e Confessore, Fondatore dell’Ordine Premostraténse”.
O Signore, che il tuo beato confessore e vescovo Norberto rendesti banditore esimio della tua parola, e per suo mezzo rendesti feconda la tua Chiesa di una nuova famiglia, deh! fa che per i suoi meriti possiamo praticare col tuo aiuto quando egli ha insegnato con le parole e colle opere.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/norberto-275x300.jpg


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“Sodalitium IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/)
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch/)
http://www.saintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
https://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/6-juin-saint-norbert
“6 juin : Saint Norbert, Archevêque, Fondateur de l'Ordre des Prémontrés (1080-1134).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/4115/2788/9988/06_06_saint_norbert.jpg


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“6 juin 684 : début du pontificat de Saint Benoît II.”
“6 juin 824 : élection du Pape Eugène II.”
“6 juin 1830: apparition du Christ à Ste Catherine Labouré en la fête de la Sainte Trinité comme un Roi crucifié, dépouillé de ses ornements.”





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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Artémio, con la sua moglie Càndida e la figlia Paolina. Di essi Artémio, convertitosi a Cristo per la predicazione ed i miracoli di san Piétro Esorcista, e battezzato con tutta la famiglia da san Marcellino Prete, per ordine del Giudice Seréno fu battuto con flagelli piombati e ucciso colla spada; la moglie e la figlia, gettate in una caverna, furono sotterrate con sassi e calcinacci. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Martiri ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Artémio, Candida e Paolina possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

“Preghiera per la Festa del Corpus Domini.”
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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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06 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/06-giugno.htm)
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE
LA CORONA DI SPINE
6° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per i pensieri impuri, di odio e di superbia.
Fioretto. Allontanare subito i pensieri d'impurità e di odio.
Giaculatoria. Gesù, per la tua coronazione di spine perdona i miei peccati di pensiero!
“(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù -" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)”


6° giorno: Cuore umile - Cuore superbo (http://www.stellamatutina.eu/6-giorno-cuore-umile-cuore-superbo/)
“6° giorno: Cuore umile – Cuore superbo
CUORE UMILE
«Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29).
(…) Proposito: Ripetere spesso l’invocazione «Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo».
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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«6 giugno 2018: infra l'Ottava del Corpus Domini.»
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«6 giugno 2018: san Norberto, vescovo e confessore.
San Norberto è il fondatore, nel 1121, di un antico ordine monastico, che però si dedicò anche all'evangelizzazione "ad extra", anticipando così l'avvento degli ordini mendicanti: i Premostratensi. Il nome viene dalla valle francese di Prémontré, nei pressi di Laon, dove il santo si era fermato insieme ad alcuni compagni. Norberto era nato a Xanten, in Germania, tra il 1080 e il 1085. Fece vita mondana, ma poi un evento lo sconvolse e lo indusse a cambiare. Un fulmine gli cadde vicino, per fortuna solo tramortendolo. Divenne prete, fondò l'ordine - che presto si diffuse in Europa e anche in Palestina - dal 1126 fu vescovo di Magdeburgo. Morì nel 1134 ed è santo dal 1582.»
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Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca,Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
07-06-18, 19:13
7 GIUGNO 2018: Ottava del Corpus Domini, settimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«OCTAVA SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
(da VIA DELLA SALUTE di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
MEDITAZIONE VIII. Dell'apparecchio e ringraziamento dovuto alla Santa Comunione.»
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«OCTAVA SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Festa del Corpus Domini (http://www.unavoce-ve.it/pg-corpusdomini.htm)
SANTA MESSA.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34793158_1395615263873125_6671991021548601344_n.jp g?_nc_cat=0&oh=17aeb0d7b266eed2cdb8e46c7e7289a8&oe=5B824278


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«OCTAVA SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI
(Ottava del SS. Corpo di N.S.G. Cristo)
SEQUENTIA IN FESTO SS. CORPORIS D.N.J. CHRISTI.
Sancti Thomæ de Aquino.
Lauda, Sion, Salvatórem,
lauda ducem et pastórem
in hymnis et cánticis.
Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudáre súfficis.
Laudis thema speciális,
panis vivus et vitális
hódie propónitur.
Quem in sacræ mensa cenæ
turbæ fratrum duodénæ
datum non ambígitur.
Sit laus plena, sit sonóra,
sit jucúnda, sit decóra
mentis jubilátio.
Dies enim sollémnis agitur,
in qua mensæ prima recólitur
hujus institútio.
In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis
Phase vetus términat.
Vetustátem nóvitas,
umbram fugat véritas,
noctem lux elíminat.
Quod in coena Christus gessit,
faciéndum hoc expréssit
in sui memóriam.
Docti sacris institútis,
panem, vinum in salútis
consecrámus hóstiam.
Dogma datur Christiánis,
quod in carnem transit panis
et vinum in sánguinem.
Quod non capis, quod non vides,
animosa fírmat fides,
præter rerum órdinem.
Sub divérsis speciébus,
signis tantum, et non rebus,
latent res exímiæ.
Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus
sub utráque spécie.
A suménte non concísus,
non confráctus, non divísus:
ínteger accípitur.
Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
nec sumptus consúmitur.
Sumunt boni, sumunt mali
sorte tamen inæquáli,
vitæ vel intéritus.
Mors est malis, vita bonis:
vide, paris sumptiónis
quam sit dispar éxitus.
Fracto demum sacraménto,
ne vacílles, sed meménto,
tantum esse sub fragménto,
quantum toto tégitur.
Nulla rei fit scissúra:
signi tantum fit fractúra:
qua nec status nec statúra
signáti minúitur.
Ecce panis Angelórum,
factus cibus viatórum:
vere panis filiórum,
non mitténdus cánibus.
In figúris præsignátur,
cum Isaac immolátur:
agnus paschæ deputátur:
datur manna pátribus.
Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserére:
tu nos pasce, nos tuére:
tu nos bona fac vidére
in terra vivéntium.
Tu, qui cuncta scis et vales:
qui nos pascis hic mortáles:
tuos ibi commensáles,
coherédes et sodáles
fac sanctórum cívium.
Amen. Allelúja.

SEQUENZA DELLA FESTA DEL CORPO DEL S.N.G. CRISTO.
di San Tommaso d'Aquino.
Loda, o Sion, il Salvatore,
loda il capo e il pastore,
con inni e càntici.
Quanto puoi, tanto inneggia:
ché è superiore a ogni lode,
né basta il lodarlo.
Il pane vivo e vitale
è il tema di lode speciale,
che oggi si propone.
Che nella mensa della sacra cena,
fu distribuito ai dodici fratelli,
è indubbio.
Sia lode piena, sia sonora,
sia giocondo e degno
il giúbilo della mente.
Poiché si celebra il giorno solenne,
in cui in primis fu istituito
questo banchetto.
In questa mensa del nuovo Re,
la nuova Pasqua della nuova legge
estingue l’antica.
Il nuovo rito allontana l’antico,
la verità l’ombra,
la luce elímina la notte.
Ciò che Cristo fece nella cena,
ordinò che venisse fatto
in memoria di sé.
Istruiti dalle sacre leggi,
consacriamo nell’ostia di salvezza
il pane e il vino.
Ai Cristiani è dato il dogma:
che il pane si muta in carne,
e il vino in sangue.
Ciò che non capisci, ciò che non vedi,
lo afferma pronta la fede,
oltre l’ordine naturale.
Sotto specie diverse,
che son solo segni e non sostanze,
si celano realtà sublimi.
La carne è cibo, il sangue bevanda,
ma Cristo è intero
sotto l’una e l’altra specie.
Da chi lo assume, non viene tagliato,
spezzato, diviso:
ma preso integralmente.
Lo assuma uno, lo assumino in mille:
quanto riceve l’uno tanto gli altri:
né una volta ricevuto viene consumato.
Lo assumono i buoni e i cattivi:
ma con diversa sorte
di vita e di morte.
Pei cattivi è morte, pei buoni vita:
oh che diverso ésito
ha una stessa assunzione.
Spezzato poi il Sacramento,
non temere, ma ricorda
che tanto è nel frammento
quanto nel tutto.
Non v’è alcuna separazione:
solo un’apparente frattura,
né vengono diminuiti stato
e grandezza del simboleggiato.
Ecco il pane degli Angeli,
fatto cibo dei viandanti:
in vero il pane dei figli
non è da gettare ai cani.
Prefigurato
con l’immolazione di Isacco,
col sacrificio dell’Agnello Pasquale,
e con la manna donata ai padri.
Buon pastore, pane vero,
o Gesú, abbi pietà di noi:
Tu ci pasci, ci difendi:
fai a noi vedere il bene
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e tutto puoi:
che ci pasci, qui, mortali:
fa che siamo tuoi commensali,
coeredi e compagni dei santi del cielo.
Amen. Allelúia.

Audio: https://youtu.be/qjyFJBABHFw »
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«NOVENA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (30 Maggio - 7 Giugno).»
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07 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/07-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/07-giugno.htm
“GIORNO 07
LE PIAGHE SANGUINANTI
7° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Rendere onore al Sangue che Gesù sparse nella Passione. (...)
Fioretto. Tenere addosso un Crocifisso e baciarne spesso le Piaghe.
Giaculatoria. O Gesù, per le tue Sante Piaghe, pietà di me e del mondo intero!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


Home - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu)
http://www.stellamatutina.eu
7° giorno: Cuore puro ? Cuore impuro (http://www.stellamatutina.eu/7-giorno-cuore-puro-cuore-impuro/)
http://www.stellamatutina.eu/7-giorno-cuore-puro-cuore-impuro/
“7° giorno: Cuore puro – Cuore impuro
CUORE PURO
«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8).
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Sant'Antonio Maria Gianelli - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-maria-gianelli/)
http://www.sodalitium.biz/santantonio-maria-gianelli/
«7 giugno, Sant’Antonio Maria Gianelli, Vescovo e Confessore (Carro, 12.4.1789 – Piacenza, 7.6.1836), fondatore delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto, canonizzato nel 1951 da Papa Pio XII.
“A Piacènza, sant’António Maria Gianélli, Vescovo di Bóbbio, Fondatore delle Figlie di Maria santissima dell’Orto, che il Papa Pio dodicesimo annoverò tra i Santi”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gianelli-170x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gianelli-170x300.jpg


“Sodalitium IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/



«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/


“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg


https://www.facebook.com/fidecatholica/


“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/nonunacumromancatholicssedevacantists/





Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
7 juin : Saint Claude, Archevêque de Besançon (607-699) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/7-juin-saint-claude)
“7 juin : Saint Claude, Archevêque de Besançon (607-699).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1015/2791/9959/06_07_saint_claude_2.JPEG


http://liguesaintamedee.ch/application/files/1015/2791/9959/06_07_saint_claude_2.JPEG


“7 juin 1099 : début du siège de Jérusalem, par les Croisés de la première Croisade.”
“7 juin 555 : décès du Pape Vigile.”
“7 juin 1929 : suite aux accords de Latran, le Vatican devient un État souverain.”
7 juin 1660 : apparition de Saint Joseph à Cotignac :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/7-juin-1660-cotignac)
“7 juin 1660 : apparition de Saint Joseph à Cotignac.
Glorieux Saint Joseph, intercédez pour nous et pour toutes les familles chrétiennes !”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/5915/2792/0234/06_07_cotignac.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/5915/2792/0234/06_07_cotignac.jpg





www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Monaci e Martiri Piétro Prete, Vallabónso Diacono, Sabiniàno, Vistremóndo, Abénzio e Geremia, strangolati per Cristo nella persecuzione degli Arabi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Monaci e Martiri , ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Piétro Prete, Vallabónso Diacono, Sabiniàno, Vistremóndo, Abénzio e Geremia possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1013-atto-di-riparazione-al-sacratissimo-cuore-di-gesu.html





Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“7 giugno 2018: Ottava del Corpus Domini.”
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“Il 7 giugno 555 muore Papa Vigilio, Sommo Pontefice.”
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https://www.radiospada.org/2012/07/le-1esse-del-sacro-cuore-di-gesu-testoimmaginivideo/

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34192212_2134781843218140_3309591172824956928_n.jp g?_nc_cat=0&oh=d2ed333cb84dba8a889a83a6f47b2b39&oe=5B82BD80


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COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
08-06-18, 19:57
8 GIUGNO 2018: ottavo giorno del Mese e FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm



http://www.unavox.it/NuoveImmagini/SS-Cuori_GESU_MARIA.jpg


http://www.unavox.it/NuoveImmagini/SS-Cuori_GESU_MARIA.jpg



La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“La riparazione al Sacro Cuore 8 giugno 2018
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 56/18 dell’8 giugno 2018, Sacro Cuore
La riparazione al Sacro Cuore
Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/9014911100_fd005303e9_o-300x195.jpg


http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/9014911100_fd005303e9_o-300x195.jpg





https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/01/atto-di-riparazione-al-sacro-cuore-di.html?m=1
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1


Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«IN FESTO SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Festa del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Doppio di I classe con Ottava privilegiata di III ordine.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA.»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
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«IN FESTO SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI.
(Festa del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
* Spiegazione dell'immagine.
Il Sacro Cuore di Gesù è rivestito dei paramenti sacerdotali perché nel mistero dell'Incarnazione fu consacrato sacerdote con l'unzione della divinità. Perciò Egli è Pontefice, il mediatore fra Dio e gli uomini, il re di tutti i cuori.
Il Sacro Cuore di Gesù è rappresentato sulla croce, perché è per amore verso di noi che egli si fece vittima del suo proprio sacrificio. Per diritto di conquista dunque Egli è nostro liberatore, nostro re d'amore come attesta Maria Maddalena, che tiene in mano i chiodi, che inchiodarono Cristo sulla croce e il calice del sangue, che Egli versò come «Figlio dell'uomo» per salvarci. Così, innalzato come su un trono, ricoperto della porpora del suo sangue Egli è cinto, come Pontefice e come Vittima, del diadema e della regalità d'amore che esercita al riguardo di tutti gli uomini, stende le braccia per attirarli a sé ed offrirli a Dio, come vittime unite al suo Sacrificio.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34687530_1396695623765089_4977035813733793792_n.jp g?_nc_cat=0&oh=ed17dfa8f0184801dd6919781227524a&oe=5BAF4DFB


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«IN FESTO SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Festa del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo).»
“FLORILEGIO DI SCRITTI
* Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 120 su Giovanni.
«Vennero, dunque, i soldati e spezzarono le gambe al primo, poi all'altro che era crocifisso insieme con lui. Giunti a Gesù, vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli aprì il costato con la lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua» (Joann 19, 32-34). L'Evangelista ha usato un verbo significativo. Non ha detto: colpì, ferì il suo costato, o qualcosa di simile. Ha detto: aprì, per indicare che nel costato di Cristo fu come aperta la porta della vita, donde fluirono i sacramenti della Chiesa, senza dei quali non si entra a quella vita che è la vera vita. Quel sangue è stato versato per la remissione dei peccati; quell'acqua tempera il calice della salvezza, ed è insieme bevanda e lavacro. Questo mistero era stato preannunciato da quella porta che Noè ebbe ordine di aprire nel fianco dell'arca (cf. Gn 6, 16), perché entrassero gli esseri viventi che dovevano scampare al diluvio, con che era prefigurata la Chiesa.
* Dall'omelia di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 84.
Vedi di che valore sia la verità? Per quel che fanno i Giudei si adempia una profezia: infatti da ciò altre cose furono manifestate. Giunsero dunque i soldati, e degli altri ruppero le gambe, ma non di Cristo; ma per conciliarsi il benvolere dei Giudei, aprirono il suo costato con la lancia, e lo insultano quando è già morto. Che volontà pessima e vergognosa! Ma non ti turbare, carissimo! Le cose infatti che essi svelarono con intenzione cattiva, concordavano con la verità. Da qui fu compiuta la profezia che diceva: «Volgeranno gli sguardi a colui che hanno trafitto» (Joann 19, 37). Ma non solo questo, ma fu un argomento anche per quelli che non avrebbero creduto, come per Tommaso, e coloro che eran con lui. Per queste cose anche un arcano mistero fu confermato: uscì infatti sangue ed acqua. Non per caso e semplicemente queste fonti scaturirono, ma perché da entrambe è costituita la Chiesa.
* Dal sermone di san Bernardo Abate.
Sermone 3 sulla Passione.
Giunti una volta al Cuore dolcissimo di Gesù, e siccome è bene lo starsene qui, non lasciamoci facilmente distaccare da lui, del quale è scritto: «Quelli che s’allontanano da te saranno iscritti sulla polvere» (Ger 17,13). Che cosa allora per quelli che si avvicinano? Tu stesso ci insegni. Tu hai detto a coloro che si avvicinano a te: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono stati scritti in cielo» (Lc 10,20). Ci avviciniamo dunque a te, ed esulteremo e gioiremo in te, memori del Tuo Cuore. «O quanto è buono e dolce abitare in questo Cuore!» (Ps. 132,1). Un buon tesoro, una perla preziosa è il tuo Cuore, o ottimo Gesù, che abbiam trovato dopo aver scavato nel campo del tuo corpo. Chi getterà questa perla? Anzi darò via tutte le perle, darò in cambio i pensieri e gli affetti miei e me la comprerò, gettando ogni mia sollecitudine nel Cuore del buon Gesù, ed esso senza dubbio mi nutrirà. Avendo dunque trovato questo Cuore, ch'è tuo e mio, o dolcissimo Gesù, ti pregherò, o mio Dio: ammetti nel sacrario della tua udienza le mie preghiere: anzi attirami tutto nel tuo Cuore.
Innanzi a questo tempio, a questo Santo dei Santi, a quest'arca del Testamento adorerò, e loderò il nome del Signore, dicendo con David: Ho trovato il mio cuore, perché preghi il mio Dio. Ed io ho trovato il cuore del Re, del fratello, e del buon amico, Gesù. E forse non adorerò? Avendo dunque trovati il tuo ed il mio Cuore, dolcissimo Gesù, adorerò te mio Dio: accogli solo nel sacrario del tuo esaudire le mie preghiere: anzi, attrai me tutto nel tuo Cuore. O Gesù più bello di ogni bellezza: «Lavami ancor più dalla mia iniquità, e mondami dal mio peccato» (Ps. 50,3): così che, purificato tramite te, io possa accedere a te che sei purissimo, e nel tuo Cuore meriti di abitare tutti i giorni della mia vita, e vedere e contemporaneamente fare la tua volontà!
Per questo fu perforato il tuo costato, perché sia palese per noi l'entrata. Per questo fu ferito il tuo Cuore, perché in quello, e in te, possiamo abitare sciolti dalle preoccupazioni esterne. Nondimeno fu ferito anche per questo, affinché per una ferita visibile vediamo la ferita invisibile dell'amore. In qual modo questo ardore si può meglio mostrare, se non che non solo il corpo, ma anche davvero lo stesso Cuore permise che fosse ferito? Quindi la ferita nella carne mostra la ferita nello spirito. Chi non potrà amare un Cuore così ferito? Chi tanto amante non potrà riamare? Chi non abbraccerà uno tanto casto? Noi dunque ancora rimanenti nel corpo, per quanto possiamo, amiamo, riamiamo, abbracciamo il nostro ferito, di cui gli empi agricoltori perforarono le mani ed i piedi, il costato ed il Cuore: e rimaniamo, perché il nostro cuore, ancora duro ed impenitente, si degni di stringere nella catena del suo amore e di ferire con la lancia.
* Dalle «Opere» di san Bonaventura, vescovo.
(Opusc. 3, Il legno della vita, 29-30. 47; Opera omnia 8, 79)
Presso di te è la sorgente della vita.
Considera anche tu, o uomo redento, chi, quanto grande e di qual natura sia colui che pende per te dalla croce. La sua morte dà la vita ai morti, al suo trapasso piangono cielo e terra, le dure pietre si spaccano.
Inoltre, perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse formata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19, 37), per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
Sorgi, dunque, o anima amica di Cristo. Sii come colomba «che pone il suo nido nelle pareti di una gola profonda» (Ger 48, 28). Come «il passero che ha trovato la sua dimora» (Sal 83, 4), non cessare di vegliare in questo santuario. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). Da qui infatti scaturisce la sorgente che scende dal centro del paradiso, la quale, divisa in quattro fiumi (cfr. Gn 2, 10) e, infine, diffusa nei cuori che ardono di amore, feconda ed irriga tutta la terra.
Corri a questa fonte di vita e di luce con vivo desiderio, chiunque tu sia, o anima consacrata a Dio, e con l'intima forza del cuore grida a lui: «O ineffabile bellezza del Dio eccelso, o splendore purissimo di luce eterna! Tu sei vita che vivifica ogni vita, luce che illumina ogni luce e che conserva nell'eterno splendore i multiformi luminari che brillano davanti al trono della tua divinità fin dalla prima aurora.
O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! La tua profondità è senza fine, la tua altezza senza termine, la tua ampiezza è infinita, la tua purezza imperturbabile! Da te scaturisce il fiume «che rallegra la città di Dio» (Sal 45, 5), perché «in mezzo ai canti di una moltitudine in festa» (Sal 41, 5) possiamo cantare cantici di lode, dimostrando, con la testimonianza dell'esperienza, che «in te è la sorgente della vita e alla tua luce vediamo la luce» (Sal 35, 10).”
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8° giorno: Cuore obbediente - Cuore ribelle (http://www.stellamatutina.eu/8-giorno-cuore-obbediente-cuore-ribelle/)
http://www.stellamatutina.eu/8-giorno-cuore-obbediente-cuore-ribelle/
"8° giorno: Cuore obbediente – Cuore ribelle
CUORE OBBEDIENTE
San Francesco d’Assisi insegnava che la carità e l’obbedienza sono virtù sorelle. Amore e sottomissione vanno insieme. Chi ama vuol fare ciò che piace alla persona amata. È verità garantita dalla parola di Gesù: «Faccio sempre quello che piace al Padre mio» (Gv 8,29).
Chi ama è pronto a eseguire ciò che gli chiede la persona amata, perché ogni atto di dedizione alla persona amata nutre e rafforza l’amore reciproco: «Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato» (Gv 4,34).
Anche quando le esigenze dell’amore sono forti e dolorose, anzi, tanto più allora, il cuore che ama rivela la ricchezza e la vera generosità del suo amore.
Il cuore di Gesù, infatti, arrivava a bramare la sua immolazione voluta dal Padre per espiare i peccati dell’umanità: «Devo ricevere un battesimo e quanto mi sento in ansia, finché non sia compiuto!» (Lc 12,50).
E noi sappiamo che anche nell’orto del Getsemani, pur tra spasimi sanguinosi, Gesù disse col cuore straziato: «Non la mia, ma la tua volontà si compia» (Mt 26,39).
(...) Quando santa Margherita M. Alacoque cominciò a rivelare il suo straordinario fervore nella contemplazione, la Superiora temette che potesse trattarsi più che altro di debolezza mentale. Perciò decise di impedirle le lunghe concentrazioni nella preghiera, e spesso, quando era l’ora di andare in coro, la mandava invece nell’orto a zappare o a sorvegliare gli asinelli… La Santa obbediva puntualmente e senza rammarico agli ordini della Superiora; ma fu proprio in quel periodo di prove che il Sacro Cuore di Gesù cominciò ad apparirle!
Al contrario, quella volta che santa Margherita aveva avuto il permesso di fare solo mezz’ora di flagellazione ed ella credette bene di raddoppiarla a testa sua per fare più penitenza, Gesù le apparve e le disse che la prima mezz’ora di flagellazione l’aveva fatta per lui, la seconda per il demonio.
Il cuore che ama obbedisce senza discutere, come Gesù: «Ecco, io vengo, Padre, per fare la tua volontà» (Eb 10,9).
Il Cuore di Gesù voglia renderci obbedienti e docili.
Proposito: Esercitarsi nell’obbedienza pronta e generosa.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."


08 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/08-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/08-giugno.htm
GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE
LA CROCE
8° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per coloro che si ribellano alla volontà di Dio nelle sofferenze.
LA CROCE
Gesù ci presenta il suo Divin Cuore sormontato da una piccola Croce. Il segno della Croce, distintivo di ogni cristianó, sia particolarmente il distintivo dei devoti del Sacro Cuore.
Croce significa sofferenza, rinuncia, dedizione. Gesù per la nostra redenzione, per dimostrarci l'infinito suo amore, si sottopose ad ogni genere di dolore, sino a dare la vita, umiliato come un malfattore con la condanna a morte.
Gesù abbracciò la Croce, la portò sulle sue spalle e vi morì inchiodato. Il Divin Maestro ripete a noi le parole che disse durante la sua vita terrena: Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua! (S. Matteo, XVI-24).
I mondani non intendono il linguaggio di Gesù; per loro la vita è unicamente piacere e la loro preoccupazione è tenere lontano tutto ciò che richiede sacrificio.
Le anime che aspirano al Cielo devono considerare la vita come tempo di combattimento, come periodo di prova per dimostrare a Dio il loro amore, come preparazione alla felicità eterna. Per seguire gl'insegnamenti del Vangelo, devono tenere a freno le passioni, andare contro lo spirito del mondo e resistere alle insidie di Satana. Tutto ciò richiede sacrificio e costituisce la croce quotidiana.
Altre croci presenta la vita, più o meno pesanti: povertà, contrasti, umiliazioni, incomprensioni, malattie, lutti, disillusioni ...
Le anime piccine nella vita spirituale, quando godono e tutto va secondo i loro gusti, piene d'amor di Dio, (come credono loro!), esclamano: Signore, come siete buono! Vi amo e vi benedico! Quanto amore mi portate! - Quando invece sono sotto il peso della tribolazione, non avendo il vero amor di Dio, giungono a dire: Signore, perché mi trattate male? ... Vi siete dimenticato di me? ... È questa la ricompensa delle preghiere che faccio? ...
Povere anime! Non comprendono che dove c'è la Croce, c'è Gesù; e dove c'è Gesù, c'è anche la Croce! Non pensano che il Signore dimostra il suo amore a noi, mandandoci più croci che consolazioni.
Certi Santi, qualche giorno in cui non avevano alcun che da soffrire, si lamentavano con Gesù: Oggi, o Signore, pare che vi siate dimenticato di me! Nessuna sofferenza mi avete donata!
La sofferenza, quantunque ripugnante alla natura umana, è preziosa e bisogna apprezzarla: distacca dalle cose del mondo e fa aspirare al Cielo, purifica l'anima, facendo riparare i peccati commessi; aumenta il grado di gloria in Paradiso; è moneta per salvare altre anime e per liberare quelle del Purgatorio; è fonte di gioia spirituale; è consolazione grande per il Cuore di Gesù, che attende l'offerta delle sofferenze come riparazione dell'amore divino offeso.
Come comportarsi nella sofferenza? Prima di tutto si preghi, ricorrendo al Sacro Cuore. Nessuno può comprenderci meglio di Gesù, il quale dice: O voi tutti, che vi affaticate e siete sotto il peso della tribolazione, venite a me ed io vi ristorerò! (Matteo 11-28).
Quando abbiamo pregato, lasciamo fare a Gesù; Egli sa quando liberarci dalla tribolazione; se ci libera subito, ringraziamolo; se ritarda ad esaudirci, ringraziamolo ugualmente, uniformandoci pienamente alla sua volontà, che agisce sempre per il nostro maggior bene spirituale. Quando si prega con fede, l'anima si rafforza e si risolleva.
Una delle Promesse fatte dal Sacro Cuore ai suoi devoti è proprio questa: Li consolerò nelle loro afflizioni. - Gesù non mentisce; perciò si abbia fiducia in Lui.
Si fa un appello ai devoti del Divin Cuore: Non sprecare le sofferenze, neppure le piccole, ed offrirle tutte, sempre con amore a Gesù, affinché Egli le utilizzi per le anime e per consolare il suo Cuore.
ESEMPIO
Sono vostro figlio!
In una nobilissima famiglia romana si era svolta una festa solenne. Il figlio Alessio aveva contratto matrimonio.
Nel fiore degli anni, con una nobile sposa, padrone d'immense ricchezze ... la vita gli si presentava come un giardino in fiore.
Lo stesso giorno delle nozze gli apparve Gesù: Lascia, figlio mio, le delizie del mondo! Segui la via della Croce e avrai un tesoro in Cielo! -
Ardente d'amore per Gesù, senza dire nulla ad alcuno, la prima notte del matrimonio il giovane abbandonò la sposa e la casa e si mise in viaggio, col proposito di visitare le principali Chiese del mondo. Diciassette anni durò la pellegrinazione, seminando al suo passaggio la devozione a Gesù ed a Maria Santissima. Ma quanti sacrifici, privazioni ed umiliazioni! Trascorso questo tempo, Alessio ritornò a Roma e si presentò alla casa paterna senza essere riconosciuto, domandando al padre suo l'elemosina e supplicandolo che lo accettasse in qualità dell'ultimo servo. Fu ammesso al servizio.
Stare nella propria casa e vivere da estraneo; avere il diritto di comandare e stare soggetto; potere essere onorato e ricevere umiliazioni; essere ricco ed essere considerato povero e vivere da tale; e tutto ciò per ben diciassette anni; quanto eroismo in un vero amante di Gesù! Alessio aveva compresa la preziosità della Croce ed era felice di offrire ogni giorno a Dio il tesoro della sofferenza. Gesù lo sosteneva e lo confortava.
Prima di morire lasciò uno scritto: « Sono Alessio, vostro figlio, colui che il primo giorno delle nozze abbandonò la sposa ».
Al momento della morte, Gesù glorificò colui che tanto lo aveva amato. Appena spirata l'anima, in tante Chiese di Roma, mentre i fedeli si erano raccolti, si udì una voce misteriosa: Alessio è morto da Santo! ...
Il Papa Innocenzo Primo, conosciuto il fatto, ordinò che il corpo di Alessio fosse portato con sommo onore nella Chiesa di San Bonifacio.
Innumerevoli miracoli Dio operò al suo sepolcro.
Com'è generoso Gesù con le anime che sono generose nella sofferenza!
Fioretto. Non sprecare le sofferenze, specialmente le piccole, che sono le più frequenti e le più facili a sopportarsi; offrirle con amore al Cuore di Gesù per i peccatori.
Giaculatoria. Dio sia benedetto!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)."
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«8 giugno 2018, festa del sacratissimo Cuore di Gesù.
Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai desideri vostri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia.»
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“Sodalitium IMBC.”
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“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
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Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
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«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
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CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
8 juin : Saint Médard, Évêque de Noyon (457-545) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/8-juin-saint-medard)
“8 juin : Saint Médard, Évêque de Noyon (457-545).”
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“8 juin : Fête du Sacré-Cœur.”
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“Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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“8 giugno 2018: LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.”
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“Nella Festa del Sacro Cuore la raccolta di tutti gli articoli di Radio Spada su questa fondamentale devozione: https://bit.ly/2M8moob.”
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https://www.radiospada.org/2012/07/le-1esse-del-sacro-cuore-di-gesu-testoimmaginivideo/
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Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm
«VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.
LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.
Oggi la Chiesa ci propone di onorare con un culto speciale il Cuore sacratissimo di Gesù di cui il sacramento ci ha già rivelato l'immensa tenerezza. E per stimolarci ad onorare quel Cuore divino con maggior rispetto e devozione, Pio XI ha elevato questa festa al rito di doppio di prima classe e messo la sua Ottava alla pari di quelle di Natale e dell'Ascensione [1]. Il culto del Sacro Cuore - scriveva egli ancora Cardinale - è la quintessenza stessa del cristianesimo, il compendio e il sommario di tutta la religione. Il cristianesimo, opera d'amore nel suo inizio, nei suoi progressi e nel suo compimento non potrebbe essere identificato assolutamente con nessuna altra devozione come con quella del Sacro Cuore [2].
Oggetto della devozione al Sacro Cuore.
L'oggetto della devozione al Sacro Cuore è lo stesso Cuore ardente d'amore per Dio e per gli uomini. Dall'Incarnazione infatti Nostro Signor Gesù Cristo è l'oggetto dell'adorazione e dell'amore di ogni creatura, non soltanto come Dio ma come Uomo-Dio. Essendo la divinità e l'umanità unite nell'unica persona del Verbo divino, Egli merita tanto come Uomo che come Dio tutti gli omaggi del nostro culto; e come in Dio tutte le perfezioni sono adorabili, così pure in Cristo tutto è adorabile: il suo corpo, il suo sangue, le sue piaghe, il suo cuore, e per questo la Chiesa ha voluto offrire alla nostra adorazione questi oggetti sacri.
Il cuore di carne dell'Uomo-Dio.
In questo giorno essa ci mostra soprattutto il Cuore del Salvatore e ci chiede di onorarlo sia che lo consideriamo in se stesso sia che lo consideriamo come il simbolo vivente della sua carità.
In se stesso, questo Cuore di Gesù, per quanto sia solo un poco di carne, è già degno del nostro culto. Nella vita naturale del corpo umano, non è forse il cuore l'organo più nobile e più necessario, quello che distribuisce a tutte le membra il sangue che vivifica, che nutre, che rigenera e purifica? Adorare il Cuore di Gesù significa adorare per così dire, nel suo principio, nel suo fulcro, la vita di sacrificio e d'immolazione del nostro Salvatore. Significa adorare il prezioso recettacolo in cui le ultime gocce del sangue divino hanno atteso, per effondersi, che venisse a colpirlo la lancia di Longino. Quel cuore squarciato rimane per sempre come la testimonianza d'una vita che si è data interamente per la salvezza del mondo.
Nell'ordine morale, il cuore di carne occupa un posto altrettanto importante. Da sempre esso è considerato come la sede della vita affettiva dell'uomo, perché è l'organo che ne risente nella maniera più sensibile tutte le fluttuazioni. Le sue pulsazioni battono al ritmo dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, delle nostre passioni. Il linguaggio ha consacrato questo modo di vedere: è il cuore che ama, che compatisce, che soffre, si sacrifica e si dona. E come la bassezza di cuore genera tutti i vizi, così pure il cuore nobile ed elevato è la sorgente da cui s'irradiano insieme con l'amore tutte le virtù. Gesù, vero uomo, ha parlato così di se stesso. Ha offerto il suo cuore umano alla nostra contemplazione, mostrandolo circondato di fiamme ardenti e dicendo: "Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini", che lo ha portato verso tutte le sofferenze e le miserie dell'umanità, che ha avuto pietà dell'immensa moltitudine delle anime, e che Gli ha ispirato non solo di moltiplicare i miracoli, ma di istituire la Santissima Eucaristia, di fondare la Chiesa, di soffrire e di morire per riscattarci.
Se il cuore è per noi il centro in cui sono raccolte e il focolaio da cui s'irradiano le doti e le virtù, se sappiamo rendere omaggio al cuore delle persone particolarmente benefiche, quanto più non dobbiamo onorare il Cuore di Gesù come l'abisso, il santuario, il tabernacolo di tutte le virtù? Gli Inni dell'Ufficio e le Litanie le descrivono in numerose invocazioni che noi ripeteremo e mediteremo in questi giorni. E onde persuaderci ancor più dell'importanza e dell'utilità della devozione al Sacro Cuore, concludiamo ascoltando quanto scrive un certosino di Treviri morto nel 1461. Le sue parole saranno per noi un'indicazione di quello che dobbiamo fare per entrare nelle intenzioni della Chiesa che sono quelle stesse del suo celeste Sposo: "Se volete completamente e facilmente purificarvi dei vostri peccati, liberarvi delle vostre passioni e arricchirvi di tutti i beni… mettetevi alla scuola dell'eterna carità. Riponete, immergete spesso in ispirito... tutto il vostro cuore e la vostra mente nel Cuore dolcissimo di Nostro Signor Gesù Cristo in croce. Quel Cuore è pieno d'amore... Mediante lui noi abbiamo accesso al Padre nell'unità di spirito; egli abbraccia d'un immenso amore tutti gli eletti... In quel Cuore dolcissimo si trova ogni sorta di virtù, la fonte della vita, la consolazione perfetta, la vera luce che illumina ogni uomo, ma soprattutto chi ha fatto devotamente ricorso a Lui in ogni afflizione e necessità. Tutto il bene che si può desiderare lo si attinge abbondante in lui; ogni salvezza ed ogni grazia ci vengono da quel Cuore dolcissimo, e non da altrove. Esso è il focolare dell'amore divino che brucia sempre del fuoco dello Spirito Santo, che purifica, consuma e trasforma in sé tutti coloro che Gli sono uniti e che desiderano attaccarsi a Lui. Ora come ogni bene ci viene da questo Cuore dolcissimo di Gesù, così pure tutto dovete riferirvi... tutto restituirgli senza nulla attribuire a voi... In quello stesso Cuore confesserete i vostri peccati, domanderete perdono e grazia, loderete e ringrazierete... Per questo bacerete spesso con riconoscenza quel Cuore piissimo di Gesù inseparabilmente unito al Cuore divino, dove sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, un'immagine, voglio dire, sia di quel Cuore, sia del Crocifisso. Aspirerete senza posa a contemplarlo faccia a faccia confidandogli le vostre pene; attirerete così nel vostro cuore il suo spirito e il suo amore, le sue grazie e le sue virtù; a Lui ricorrerete nei beni e nei mali, in Lui avrete fiducia, a Lui vi attaccherete, in Lui abiterete, affinché, in cambio, si degni di porre la sua dimora nel vostro cuore; e qui infine dormirete dolcemente e riposerete nella pace. Poiché anche se i cuori di tutti i mortali vi abbandonassero, quel Cuore fedelissimo non vi ingannerà e non vi abbandonerà mai. E non trascurerete di onorare devotamente e di invocare anche la gloriosa Madre di Dio e dolcissima Vergine Maria, perché si degni di impetrarvi dal Cuore dolcissimo del suo Figliolo tutto quanto vi sarà necessario. In cambio, voi offrirete tutto al Cuore di Gesù attraverso le sue mani benedette" [3].
MESSA
EPISTOLA (Ef 3,8-19). - Fratelli: A me, il minimo dei santi, è stata concessa questa grazia di evangelizzare tra i Gentili le incomprensibili ricchezze di Cristo, e di illuminare tutti riguardo all'attuazione del mistero ascoso da secoli in Dio, il quale ha creato ogni cosa, affinché dai principati e dalle potestà sia conosciuta per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha mandato ad effetto per mezzo di Cristo Gesù Signor nostro, in cui abbiamo la fiducia di poterci avvicinare con tutta confidenza a Dio per mezzo della fede in lui. Quindi vi chiedo di non perdervi d'animo a motivo delle tribolazioni ch'io soffro per voi e che sono la vostra gloria. A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, da cui ogni famiglia e nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere mediante lo Spirito di lui potentemente corroborati nell'uomo inferiore, in modo che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori, e voi, radicati nella fede, fondati nella carità, possiate, con tutti i santi, comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, anzi possiate conoscere ciò che supera ogni scienza, la stessa carità di Cristo, in modo che siate ripieni di tutta la pienezza di Dio.
Il "Mistero di Cristo".
È giusto ricordare questa pagina luminosa in cui san Paolo ci svela in termini sublimi l'amore infinito di Dio per la sua creatura. Da tutta l'eternità è stato concepito da Dio un disegno che è come la ragione, la spiegazione, il motivo della creazione, e tale disegno consiste nel chiamare tutta l'umanità a partecipare alla vita di Cristo. Dio ha tanto amato gli uomini che ha dato loro il suo Figliolo unigenito affinché per lui e in lui diventino a loro volta suoi figli per l'eternità. Cristo con i suoi tesori di sapienza e di scienza; Cristo nel quale sono benedette tutte le genti, nel quale gli uomini sono salvati e fatti simili a lui nell'unità del suo corpo mistico; Cristo che abita in noi e ci fa vivere mediante la fede e l'amore, ecco dunque il mistero appena intravisto dai Patriarchi e dai Profeti e che il Nuovo Testamento ci rivela con incomparabile chiarezza. Ma il mistero di Cristo non si completa veramente che in noi e con la nostra cooperazione. Tutte le ricchezze messe così generosamente da Dio a nostra disposizione e di cui Cristo è la fonte, la Chiesa, i sacramenti, l'Eucaristia, non hanno altro fine che la santificazione di ciascuna delle nostre anime individualmente. Per questo l'Apostolo innalza a Dio una preghiera insistente, chiedendogli che le sue intenzioni di misericordia e d'amore non vengano meno davanti alla nostra ostinazione e alla nostra ribellione e che non sia reso vano in noi lo sforzo compiuto sul Calvario. Solenne si fa la sua supplica perché regni completamente in noi quella vita interiore che ci è stata data nel battesimo, l'uomo nuovo, il cristiano, il figlio di Dio, e questo attraverso la fine dell'uomo vecchio, mediante una costante adesione a Dio, una reale comunione di vita che sottometta a lui tutta la nostra attività. Allora la carità crescerà sovrana in noi, e il piano di Dio pienamente realizzato si compirà per noi fino alla beatitudine eterna.
VANGELO (Gv 19,31-37). - In quel tempo: I Giudei, affinché non restassero in croce i corpi nel sabato (che era Parasceve ed era solenne quel sabato) chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andaron quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro che eran con lui crocifissi; ma quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E chi vide lo ha attestato; e la sua testimonianza è vera. Ed egli sa di dire il vero, affinché voi pure crediate. Certamente, questo è avvenuto, affinché s'adempisse la Scrittura: Non gli romperete alcun osso. E un'altra Scrittura dice pure: Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto.
"Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto"! Ascoltiamo questo testo misterioso con il commosso raccoglimento della nostra santa madre Chiesa. Osserviamo la via donde essa è uscita. È appunto dal Cuore dell'Uomo-Dio che è nata. Non poteva avere altra origine, poiché è l'opera per eccellenza del suo amore, ed è appunto per questa Sposa che egli ha fatto tutte le altre opere. Eva fu tratta dal fianco di Adamo in un modo figurativo; ma non ne doveva restare traccia, perché fosse chiaro che la donna era stata tratta dall'uomo solo per un sublime mistero, e non vi si vedesse per lei inferiorità di natura. Ma nel Signore era giusto che la gloriosa traccia di quella uscita rimanesse, perché è una realtà. Bisogna che la sua Sposa, fondandosi su tale origine, possa continuamente far ricorso al suo amore, e sia sempre aperto davanti a lei il cammino perché raggiunga con sicurezza e con prontezza il suo Cuore in ogni cosa.
[1] L'ottava del Sacro Cuore è stata recentemente soppressa. Vedi nota per la Festa del Corpus Domini, p. 53.
[2] Opere, II, p. 48.
[3] Cfr. Etudes, CXXVII, p. 605.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 413-417.»




COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
09-06-18, 19:28
9 GIUGNO 2018: nono giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO e FESTA DI MARIA REGINA…



Maria Regina - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/maria-regina/)
http://www.sodalitium.biz/maria-regina/
«9 giugno 2018, festa di Maria Regina (traslata dal 31 maggio, celebrata oggi dopo l’ottava del Corpus Domini e la festa del Sacro Cuore).
Preghiera di Pio XII a Maria Regina.
Dal profondo di questa terra di lacrime, ove la umanità dolorante penosamente si trascina; tra i flutti di questo nostro mare perennemente agitato dai venti delle passioni; eleviamo gli occhi a voi, o Maria, Madre amatissima, per riconfortarci contemplando la vostra gloria, e per salutarvi Regina e Signora dei cieli e della terra, Regina e Signora nostra. Questa vostra regalità vogliamo esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il vostro essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità, per conquista. Regnate, o Madre e Signora, mostrandoci il cammino della santità, dirigendoci e assistendoci, affinché non ce ne allontaniamo giammai. Come nell’alto del cielo Voi esercitate il vostro primato sopra le schiere degli Angeli, che vi acclamano loro Sovrana; sopra le legioni dei Santi, che si dilettano nella contemplazione della vostra fulgida bellezza; così regnate sopra l’intero genere umano, soprattutto aprendo i sentieri della fede a quanti ancora non conoscono il vostro Figlio. Regnate sulla Chiesa, che professa e festeggia il vostro soave dominio e a voi ricorre come a sicuro rifugio in mezzo alle calamità dei nostri tempi. Ma specialmente regnate su quella porzione della Chiesa, che è perseguitata ed oppressa, dandole la fortezza per sopportare le avversità, la costanza per non piegarsi sotto le ingiuste pressioni, la luce per non cadere nelle insidie nemiche, la fermezza per resistere agli attacchi palesi, e in ogni momento la incrollabile fedeltà al vostro Regno. Regnate sulle intelligenze, affinché cerchino soltanto il vero; sulle volontà, affinché seguano solamente il bene; sui cuori, affinché amino unicamente ciò che voi stessa amate. Regnate sugl’individui e sulle famiglie, come sulle società e le nazioni; sulle assemblee dei potenti, sui consigli dei savi, come sulle semplici aspirazioni degli umili. Regnate nelle vie e nelle piazze, nelle città e nei villaggi, nelle valli e nei monti, nell’aria, nella terra e nel mare; e accogliete la pia preghiera di quanti sanno che il vostro è regno di misericordia, ove ogni supplica trova ascolto, ogni dolore conforto, ogni sventura sollievo, ogni infermità salute, e dove, quasi al cenno delle vostre soavissime mani, dalla stessa morte risorge sorridente la vita. Otteneteci che coloro, i quali ora in tutte le parti del mondo vi acclamano e vi riconoscono Regina e Signora, possano un giorno nel cielo fruire della pienezza del vostro Regno, nella visione del vostro Figlio, il quale col Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia!»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/maria-regina-copia-252x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/maria-regina-copia-252x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/santi-primo-feliciano/
«9 giugno, Santi Primo e Feliciano Martiri (+303 circa).
“A Nomento, in Sabina, il natale dei santi Martiri Primo e Felicino fratelli, sotto Dioclezino e Massimino Imperatori. Questi gloriosi martiri, avendo condotto nel Signore una lunga vita, ed avendo sofferto tormenti, ora eguali insieme, ora diversi e spietati separatamente, alla fine ambedue percossi con la spada da Promto, Preside di Nomento, compirono il corso del felice combattimento. I loro corpi poi trasportati a Roma, furono con onore sepolti nella chiesa di santo Stefano Protomartire, sul monte Celio”.»


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
"La Santa Messa tutte le domeniche ore 10.30 a Paese, Treviso."




La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
"Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/


“Pascendi Dominici Gregis.”
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https://www.facebook.com/fidecatholica/


“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/nonunacumromancatholicssedevacantists/





Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
9 juin : Saint Prime et Saint Félicien, Frères, Martyrs :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/9-juin-saint-prime-et-saint-felicien)
“9 juin : Saint Prime et Saint Félicien, Frères, Martyrs.”
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“Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Vincénzo, Levita e Martire, il quale, per la fede di Cristo, fu acerbissimamente flagellato e decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Levita e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Vincénzo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

«Anteprima numero 116 di SVRSVM CORDA® del 10 giugno 2018. Contenuti pubblicati:
- Comunicato numero 116. I mercanti del tempio;
- Preghiera per la Festa del Cuore di Gesù;
- Prontuario del Predicatore. L’avarizia, l’usura e l’usuraio;
- Preghiera per la Festa di Maria Regina;
- Il Sacro Cuore di Gesù (di dom Guéranger);
- Preghiera a San Norberto, Vescovo;
- Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 9 e 10;
- Prontuario del Predicatore. Sentenze di Sant’Agostino sull’avarizia;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Isacco delle Celle (parte 1).
Già leggibili sul sito:
- Teologia Politica 105. Collaborazione fra datori e prestatori di lavoro;
- Racconti miracolosi n° 64. Un pellegrino in Palestina: la terra santa.»
www.sursumcorda.cloud
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"9 giugno 2018, festa di Maria Regina (traslata dal 31 maggio e celebrata oggi dopo l’ottava del Corpus Domini e la festa del Sacro Cuore)."
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“Santi Primo e Feliciano, martiri, 9 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




http://www.stellamatutina.eu
Home - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu)
9° giorno: Cuore fedele - Cuore infedele (http://www.stellamatutina.eu/9-giorno-cuore-fedele-cuore-infedele/)
http://www.stellamatutina.eu/9-giorno-cuore-fedele-cuore-infedele/
“9° giorno: Cuore fedele – Cuore infedele
CUORE FEDELE
«Ti ho amato di amore immutabile» (Ger 31,3).
Questo è l’amore del Cuore di Gesù. Da Betlemme al Calvario, dalla Cena Eucaristica alla Cena eterna, il Cuore di Gesù è tutto, è sempre «per noi e per la nostra salvezza». Fedeltà santa, perenne, incondizionata: «Sarò con voi fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20). Fedeltà per la nostra salvezza: «Di generazione in generazione durano i pensieri del suo Cuore, per salvare dalla morte i suoi figli» (Sal 32,11). (…)
Cuore di Gesù, rendi anche il cuor nostro fedele a te fino alla morte.
Proposito: Fare una visita al Sacro Cuore in chiesa o dinanzi a una sua immagine.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


09 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/09-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/09-giugno.htm
“I PRIMI VENERDI'
9° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per gl'iscritti alla Massoneria. (…)
Fioretto. Recitare un Santo Rosario per la conversione degli iscritti alla Massoneria.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, abbi pietà di noi!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù -" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”






https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/01/atto-di-riparazione-al-sacro-cuore-di.html?m=1
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1


Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«IN FESTO PURISSIMI CORDIS DOMINÆ NOSTRÆ BEATÆ VIRGINIS MARIÆ SANCTISSIMÆ
(Festa del Purissimo Cuore della Signora Nostra Beata Vergine Maria Santissima)
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
Nel Sabato che segue la festa del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo, in alcuni luoghi si celebra la festa del Purissimo Cuore della Signora Nostra Beata Vergine Maria Santissima.
Gli inizi del culto pubblico e liturgico dei due Sacratissimi Cuori son dovuti al grande Apostolo della Francia settentrionale: San Giovanni Eudes.
Prima che Pio XII nel 1944 istituisse per la Chiesa Universale la festa del Cuore Immacolato di Maria, fissandola al 22 agosto, Ottava dell’Assunzione, Pio VII aveva già concesso a suo tempo l’Ufficio e la Messa del Cuore Purissimo di Maria da celebrarsi il sabato dopo la festa del Sacro Cuore di Gesù. Pio IX, che estese a tutta la Chiesa la festa del Divin Cuore, dotò la festa di nuovi testi. Benedetto XV nell’approvare la nuova edizione del Messale Romano nel 1920 fece inserire questa festa nell’Appendix pro aliquibus locis. La festività “pacellina” la sostituì.»
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/06/il-cuore-purissimo-della-beata-vergine.html?m=1
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«IN FESTO PURISSIMI CORDIS DOMINÆ NOSTRÆ BEATÆ VIRGINIS MARIÆ SANCTISSIMÆ
(Festa del Purissimo Cuore della Signora Nostra Beata Vergine Maria Santissima)
SABBATO INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Sabato infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis. »
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34687255_1397995520301766_5967288807848935424_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2b14df288188905810cfbff0c09801e7&oe=5BB3A0C9


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34687255_1397995520301766_5967288807848935424_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2b14df288188905810cfbff0c09801e7&oe=5BB3A0C9


«SABBATO INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Sabato infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm»

«La pagina Christus vincit pregherà in riparazione dello scandalo pubblico del Gay Pride nella Città Santa (Roma). Chi può si unisca alla preghiera.
Miserere nostri, Domine.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34849134_1397699186998066_3632448318346362880_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b74af9ba6e4e1a8439fccba0734060e0&oe=5B78A315




https://www.agerecontra.it/
https://www.agerecontra.it/2018/06/riparazioni-ai-gay-pride-tornare-alla-tradizione-cattolica/
«Riparazioni ai Gay Pride: tornare alla Tradizione Cattolica! di Matteo Castagna
Marco Tosatti, sul suo sito “Stilum Curiae” informa che, mentre per noi cattolici il mese di giugno è quello del Sacro Cuore di Gesù, per altri è il mese dei Gay Pride, quelle manifestazioni di presunti diritti che spesso scadono in risvolti piuttosto osceni e altrettanto spesso assumono toni insultanti proprio verso i cristiani e i cattolici. (…)
Comunque, tornando al Gay Pride Romano, nel silenzio gay-friendly della Contro-Chiesa che occupa il Vaticano c’è chi ha pensato di organizzare per stamattina una “Processione in riparazione del “gay pride” di Roma”. Si svolgerà a Piazza del Popolo, ore 11.00.
Le pubbliche riparazioni sono state sempre molto incoraggiate dalla Chiesa (rif.: Miserentissimus Redemptor e Caritate Christi Compulsi di S.S. Pio XI) tanto che fin dagli anni ’90, tra gli sfottò e diffidenze di alcuni presunti amici e le polemiche dei nemici, a Verona i cattolici tradizionalisti militanti le organizzano con ampio successo. Negli ultimi anni osserviamo che, vinti il rispetto umano e le frenate o proibizioni curiali, anche i cosiddetti parrocchiani (ovvero i “conciliari conservatori” che, almeno sui temi etici la pensano ancora da cattolici) si accodano o ne organizzano da sè.
Siamo lieti d’esser stati visti come una sorta di apripista da parte dei più buoni, tra i conciliari conservatori, tanto che oggi il comitato San Filippo Neri si radunerà per pregare in riparazione, come fatto a Reggio Emilia e come accadrà a Varese col comitato “Beato Miguel A. Pro” e a Pavia col comitato “Beata Veronica da Binasco”. Pregheranno il Rosario. Si tratta di iniziative da parte di laici. Non ci risulta che vi si annidino anticlericali.
Un plauso al coraggio di queste famiglie, di questi giovani e di queste persone in generale, che nella modalità suggerita dalla Chiesa, esercitano il pieno diritto d’esprimere dissenso e chiedere perdono per questi pubblici peccatori. Auguriamoci che tali invocazioni giungano all’unico Vero Dio, Uno e Trino, alla Santa Vergine Maria, Immacolata Concezione, a tutti i Santi. Auguriamoci che il risveglio dei laici serva al risveglio di molti altri, sia preludio a passaggi ulteriori di costoro, affinché comprendano che sono controcorrente anche rispetto alle loro stesse gerarchie ecclesiastiche, traendone le debite conseguenze, dolorose ma inevitabili. La Tradizione vi attende a braccia aperte. (…)»




“AVE CRUX SPES UNICA
9 giugno 2018: la Croce di Cristo innalzata all'Obelisco Flaminio di Piazza del Popolo in Roma per riparare allo scandalo del Gay Pride.
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34963238_2144328515596806_3236234016172539904_n.pn g?_nc_cat=0&oh=cf4583f85ea90995e2149072d148bb5b&oe=5B7E101E
Sacerdoti della FSSPX."



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“9 giugno 2018: Primo e Feliciano, santi martiri, la loro traslazione, effettuata da papa Teodoro I (642-649), dal XV miglio della via Nomentana a S. Stefano Rotondo, è tra le primissime operate in Roma. I corpi vennero trovati in un sarcofago l’8 gennaio 1625. Il papa allora fece erigere sul nuovo sepolcro un altare ornato da un paliotto d’argento. Nel 1736, con la costruzione di una nuova ara, opera di Filippo Barigoni, i resti, fino allora situati dinanzi l’altare, furono deposti all’interno di esso.
M.R.: 9 giugno - A Nomentano, in Sabina, il natale dei santi Martiri Primo e Feliciano fratelli, sotto Diocleziano e Massimiano Imperatori. Questi gloriosi martiri, avendo condotto nel Signore una lunga vita, ed avendo sofferto tormenti, ora eguali insieme, ora diversi e spietati separatamente, alla fine ambedue percossi con la spada da Promoto, Preside di Momento, compirono il corso del felice combattimento. I loro corpi poi, trasportati a Roma, furono con onore sepolti nella chiesa di santo Stefano Protomartire, sul monte Celio.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
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“9 giugno 2018: infra l'ottava del Sacro Cuore.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
10-06-18, 23:05
DOMENICA 10 GIUGNO 2018: decimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, Domenica III dopo Pentecoste infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore di N.S.G. Cristo…


«LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm




SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina DOMENICA 10 GIUGNO 2018 nell'ottava della FESTA del SACRO CUORE:


«Domenica nell'ott. del Sacro Cuore (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=r9kqJL0yX_E
Domenica nell'ott. del Sacro Cuore (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=fUEaQ9zYtnk
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche ore 10.30 a Paese, Treviso.»


SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii - IMBC:


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/


Santa Margherita di Scozia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-margherita-scozia/)
http://www.sodalitium.biz/santa-margherita-scozia/
«10 giugno, Santa Margherita, Vedova (Mecseknádasd, 1045 – Edimburgo, 16 novembre 1093), Regina di Scozia.
Preghiamo Santa Margherita per la conversione della Scozia alla fede cattolica, nazione dove la maggioranza della popolazione aderisce all’eresia presbiteriana.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/margherita-scozia-263x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/margherita-scozia-263x300.jpg



Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/

La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/9014911100_fd005303e9_o-300x195.jpg





https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«DOMINICA III POST PENTECOSTEN INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS D.N.J. CHRISTI
(Domenica III dopo Pentecoste infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore di N.S.G. Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«Della pecorella smarrita e della decima dramma perduta.»
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«O Domine noster Jesu Christe, libera nos ab insidiis diaboli.»
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«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
* Commentario delle Litanie al Sacro Cuore (2).
In questo mese di Giugno, mese del Sacratissimo Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, a partire dall'Ottavario della festa propria, inizieremo un ciclo di catechesi sul significato delle singole invocazioni delle Litanie al Sacratissimo Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, per penetrare maggiormente in questo Cuore Divino con spirito di orazione perfetta e per gustarne le delizie ineffabili.
Le catechesi saranno tratte da "Pratica e Dottrina della Divozione al Sacro Cuore. Volume II. La Dottrina" di A. Vermeersch S.J., versione tradotta in italiano da P.G.M. Bracale S.J., Torino 1921.»

Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
“10 giugno : Festa dell’Angelo del Portogallo, che, concessa da Giulio II nel 1504, fu dotata di ufficio proprio da Sisto V nel 1590. Caduta in disuso nel secolo XIX, fu soppressa da san Pio X. Fu riconfermata da Pio XII nel 1952 dopo che lo stesso spirito beato era apparso ai pastorelli di Fatima tra il 1915 e il 1916 insegnando loro la note orazione: «Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Io Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano, non Vi amano. Santissima Trinità, Padre, Figliuolo e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze da cui Egli medesimo è offeso. Per i meriti infiniti del suo Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria io Vi domando la conversione dei poveri peccatori».”


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https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/05/litanie-del-sacro-cuore-di-gesu.html?m=1
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/01/atto-di-riparazione-al-sacro-cuore-di.html?m=1
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1





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https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1013-atto-di-riparazione-al-sacratissimo-cuore-di-gesu.html
“Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda. Numero 116 di SVRSVM CORDA® del 10 giugno 2018.
- Comunicato numero 116. I mercanti del tempio;
- Preghiera per la Festa del Cuore di Gesù;
- Prontuario del Predicatore. L’avarizia, l’usura e l’usuraio;
- Preghiera per la Festa di Maria Regina;
- Il Sacro Cuore di Gesù (di dom Guéranger);
- Preghiera a San Norberto, Vescovo;
- Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 9 e 10;
- Prontuario del Predicatore. Sentenze di Sant’Agostino sull’avarizia;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Isacco delle Celle (parte 1).
Già leggibili sul sito:
- Teologia Politica 105. Collaborazione fra datori e prestatori di lavoro;
- Racconti miracolosi n° 64. Un pellegrino in Palestina: la terra santa.»
www.sursumcorda.cloud
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“10 Giugno 1809. Ricordammo, con Sant’Ambrogio, che il Santo uomo Naboth possessore della sua vigna, avendogli il Re domandato di cedergli la sua vigna dove sradicate le viti avrebbe seminato dei volgari ortaggi, rispose: non cederò mai ad altri l’eredità dei miei padri. Di conseguenza giudicammo che a Noi fosse assai meno lecito cedere tanto antica e sacra eredità (cioè il dominio temporale di questa Santa Sede posseduto per tanta serie di secoli dai Romani Pontefici Nostri Predecessori per palese volere della Divina Provvidenza), o tacitamente acconsentire che chiunque si impadronisse della capitale del Mondo cattolico, dove sconvolta e distrutta la santissima forma di governo che fu da Gesù Cristo lasciata alla sua Santa Chiesa e regolata dai sacri canoni fondati sullo spirito di Dio, sostituirebbe a questa un codice contrario assolutamente, non solo ai sacri canoni, ma anche ai precetti evangelici e introdurrebbe, secondo il solito, quel nuovo ordine di cose che tende apertamente ad associare ed a confondere con la Chiesa cattolica tutte le superstizioni e le sette. Naboth difese le sue viti anche col suo sangue. Potevamo Noi, qualunque cosa stesse per accaderCi, esimersi dal difendere i diritti e possessi della Santa Romana Chiesa, dal momento che per mantenerli secondo tutte le Nostre possibilità fummo vincolati da un sacro solenne giuramento? O dal difendere la libertà della Sede Apostolica, che è così legata alla libertà e utilità di tutta la Chiesa? Ancorché mancassero altri argomenti, le cose che ora accadono dimostrano fin troppo efficacemente quanta realmente sia la convenienza e la necessità di questo Principato temporale che garantisce al capo supremo della Chiesa il sicuro e libero esercizio di quel potere spirituale che per volontà divina gli fu dato su tutto il mondo.
da SS Pio VII, Quum memoranda. Citato da SS Pio IX, Respicientes ea.”


“Preghiere cattoliche:
www.sursumcorda.cloud/preghiere.html ”
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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/


“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg


https://www.facebook.com/fidecatholica/


“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/catholiquesromainssedevacantistes/



Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)
http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)
http://www.fathercekada.com/

Home | Traditional Latin Mass Resources (http://www.traditionalmass.org/)
http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/





Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Dimanche dans l'Octave du Sacré-Cœur.”
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“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Troisième Dimanche après la Pentecôte : jetez vos pensées dans le Seigneur.
http://prieure2bethleem.org/predica/2017_06_25.mp3.”
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10 juin : Sainte Marguerite, Reine d'Écosse (1046-1093) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/10-juin-sainte-marguerite)
“10 juin : Sainte Marguerite, Reine d'Écosse (1046-1093).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/4015/2792/0737/06_10_sainte_marguerite.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/4015/2792/0737/06_10_sainte_marguerite.jpg





http://www.stellamatutina.eu/
10° giorno: Cuore coraggioso - Cuore vigliacco (http://www.stellamatutina.eu/10-giorno-cuore-coraggioso-cuore-vigliacco/)
http://www.stellamatutina.eu/10-giorno-cuore-coraggioso-cuore-vigliacco/
“10° giorno: Cuore coraggioso – Cuore vigliacco
CUORE CORAGGIOSO.
A proposito del coraggio, san Cipriano scriveva: «Lottando contro l’avversità si mostra il vero coraggio in tutta la sua luce».
Un cuore coraggioso è un cuore lottatore. Soltanto chi affronta la lotta, chi mette a rischio se stesso, chi non teme di soccombere, dimostra il coraggio intrepido dell’eroe.
Così Gesù ci ha dimostrato di avere un Cuore coraggioso fino all’eroismo.
Egli sapeva bene quale sorte lo aspettava sulla terra, eppure disse al Padre senza esitazione: «Ecco, io vengo» (Eb 10,9). (…)
Il Sacro Cuore di Gesù, sostegno di tutti i martiri, ci rafforzi nel suo amore, ci doni il suo amore forte e intrepido anche di fronte alla morte.
Proposito: Compiere senza rispetto umano gli atti di religione in pubblico: un segno di croce, la preghiera a tavola…
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


10 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/10-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/10-giugno.htm
“I QUINDICI VENERDI' DEL SACRO CUORE
10° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per quelli che aspettano grazie dal Sacro Cuore.
I QUINDICI VENERDI' DEL SACRO CUORE
Maria Santissima è onorata dai fedeli, non solo con la pratica dei primi cinque Sabati del mese, ma anche con i Quindici Sabati consecutivi, che si compiono due volte all'anno, chiudendosi il primo turno l'otto maggio, festa di S. Michele Arcangelo, ed il secondo turno il sette ottobre, festa della Madonna del Rosario.
La pietà dei fedeli ha fatto sì che si rendesse un simile omaggio al Sacro Cuore di Gesù, onorandolo, non solo con i nove primi Venerdì, ma anche con i Quindici Venerdì consecutivi. (...)
Fioretto. A qualche anima bisognosa parlare della devozione al Cuore di Gesù, per attirarla a Dio.
Giaculatoria. Gesù mio, misericordia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)”





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“10 giugno 2018; Domenica infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
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“10 giugno 2018: Santa Margherita di Scozia, vedova (Ungheria, circa 1046 - Edimburgo, Scozia, 16 novembre 1093).
Figlia di Edoardo, re inglese in esilio per sfuggire all'usurpatore Canuto, Margherita nacque in Ungheria intorno al 1046. Sua madre, Agata, discendeva dal santo re magiaro Stefano. Quando aveva nove anni suo padre potè tornare sul trono; ma presto dovette fuggire ancora, questa volta inScozia. E qui Margherita a 24 anni fu sposa del re Malcom III, da cui ebbe sei figli maschi e due femmine. Il Messale romano la descrive come «modello di madre e di regina per bontà e saggezza». Si racconta che il re non sapesse leggere e avesse un grande rispetto per questa moglie istruita: baciava i libri di preghiera che la vedeva leggere con devozione. Caritatevole verso i poveri, gli orfani, i malati, li assisteva personalmente e invitava Malcom III a fare altrettanto. Già gravemente ammalata ricevette la notizia dell'uccisione del marito e del figlio maggiore nella battaglia di Alnwick: disse di offrire questa sofferenza come riparazione dei propri peccati. Morì a Edimburgo il 16 novembre 1093.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
11-06-18, 22:55
11 GIUGNO 2018: undicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA SECUNDA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Lunedì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«FERIA SECUNDA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Lunedì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm »
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«SAN BARNABA
Apostolo
Doppio maggiore.
Paramenti rossi.
Nascita Cipro, I secolo d.C.
Morte Salamina, I secolo d.C. (61 d.C. circa)
Santuario principale Monastero di Salamina, Cipro
Attributi Bastone del pellegrino, Ramo di Palma, Vangelo di San Matteo.
Patrono di Cipro, Logrono (Spagna), Villingen (Germania), Contro la grandine.
Tradizionalmente è considerato il primo vescovo di Milano.
SANTA MESSA
La Chiesa, istituita da Gesù Cristo e fecondata dallo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste, doveva estendersi attraverso il mondo. Ora, quando San Paolo, all'uscire dal lungo ritiro in Arabia, venne a Gerusalemme per la prima volta dopo la sua conversione, e volle sottomettere all'approvazione di Pietro la missione di cui il Maestro stesso l'aveva incaricato presso i Gentili, fu San Barnaba che lo presentò agli Apostoli. «Uomo buono e ripieno dello Spirito Santo» (Epistola), San Barnaba per dodici anni, predicò il Vangelo con San Paolo, ai pagani di Cipro e in un gran numero di città e paesi (Graduale). Così la Chiesa l'onora come Apostolo e la liturgia gli applica le parole di Gesù che annunciava ai suoi Dodici che, stabiliti principi su tutta la terra (Offertorio), si sarebbero assisi sui troni per giudicare le dodici tribù d'Israele (Communio). Separatosi da San Paolo, ritornò a Cipro. Come Vangelo della Messa è stato scelto quel tratto in cui Gesù predica con termini espliciti e scultorii le incredibili tribolazioni che gli Apostoli e i loro collaboratori avrebbero dovuto soffrire per opera della Sinagoga. Gli Atti Apostolici costituiscono una lunga, sebbene concisa, documentazione dell'avveramento della profezia di Gesù. Nessun migliore monumento di San Luca poteva elevare all'eroismo dei primi missionari. Il suo nome è inserito nel Canone della Messa immediatamente dopo quello di San Mattia (secondo elenco)1. Imitiamo lo spirito d'apostolato di San Barnaba, la cui anima era tutta accesa degli ardori dello Spirito Santo.
(1) Al Communicantes figurano gli undici Apostoli che facevano parte del gruppo degli Apostoli scelti da Nostro Signore, e San Paolo che la Chiesa non separa da San Pietro.
San Mattia e San Barnaba sono citati al Nobis quoque peccatoribus, perché sono stati chiamati all'apostolato dopo la morte del Salvatore. Sono così ricordati in tutto, nei due elenchi, quattordici apostoli come altrettanti son festeggiati durante l'anno.
* Barnaba, Levita, detto anche Giuseppe, oriundo di Cipro, fu ordinato con Paolo quale Apostolo dei Gentili per annunziare il Vangelo di Gesù Cristo. Egli, venduto il podere che aveva, portò agli Apostoli il denaro ricavatone. Inviato poi a predicare ad Antiochia, avendovi trovati molti convertiti alla fede di Cristo Signore, se ne rallegrò immensamente, e li esortava a perseverare nella fede di Cristo. Le sue esortazioni ebbero gran successo, perché tutti lo riputavano siccome uomo buono e pieno dello Spirito Santo.
Di là partito per Tarso per cercarvi Paolo, tornò con lui ad Antiochia. Rimasti un anno fra la cristianità di questa città, inculcarono a quei uomini i precetti della fede e della vita cristiana: e là ancora gli adoratori di Gesù Cristo ricevettero per la prima volta il nome di Cristiani. Or i discepoli di Paolo e Barnaba mantenevano colle loro facoltà i Cristiani della Giudea, inviando loro elemosine per mezzo di Paolo e Barnaba. I quali, dopo avere adempito a questo dovere di carità, ritornarono in Antiochia insieme con Giovanni soprannominato Marco.
Mentre Paolo e Barnaba attendevano al servizio del Signore nella Chiesa di Antiochia digiunando e pregando insieme cogli altri profeti e dottori, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Saulo e Barnaba per un'opera alla quale li ho eletti. Allora, dopo d'aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono. Essi dunque andarono a Seleucia, e di lì a Cipro; e poi percorsero molte città e regioni predicando il Vangelo con somma utilità degli uditori. In ultimo Barnaba separatosi da Paolo, s'imbarcò per Cipro insieme con Giovanni soprannominato Marco; e là verso il settimo anno di Nerone, l'11 di Giugno, alla gloria del ministero apostolico aggiunse la corona del martirio. Sotto l'imperatore Zenone, il suo corpo fu scoperto nell'isola di Cipro; e sul suo petto c'era il Vangelo di Matteo, trascritto colla mano di Barnaba.
- Al Vangelo.
** Omelia di San Giovanni Crisostomo.
Omelia 34 su Matteo, dopo il principio.
Il Signore, bandita ogni sollecitudine dal cuore dei discepoli, armatili del potere dei miracoli, staccatili da tutti gli affari del mondo, liberatili da ogni cura di cose temporali, e fattili in certo qual modo di ferro e di diamante, allora finalmente predice loro i mali cui andrebbero incontro. Molti vantaggi ne venivano da questa predizione di cose future. Primo essi così apprendevano la prescienza straordinaria di lui. Poi, nessuno di essi poteva sospettare che mali sì gravi provenissero dalla debolezza del loro Maestro. Di più, quelli ch'erano per soffrirli non si sarebbero turbati alla loro comparsa improvvisa ed inattesa. Infine, non si sarebbero commossi troppo allorché ne avrebbero sentito parlare nell'imminenza stessa della sua passione.
Ora, perché intendessero trattarsi per l'avvenire un genere nuovo di guerra, d'un modo di combattere ben diverso, dacché li inviava senz'armi, con una veste sola, senza scarpe, senza bastone, senza cintura e senza sacca da viaggio, ordinando di mangiare da coloro che li avessero accolti; senza por fine al suo dire ma anzi riaffermando la sua inesprimibile potenza: Anche allora, disse, mostratevi però mansueti come pecore, benché dovrete andare incontro ai lupi, né solamente incontro ai lupi, ma ancora in mezzo ai lupi: (e non comanda solo di avere la mansuetudine delle pecore, ma anche la semplicità della colomba); allora soprattutto io mostrerò la mia forza, quando i lupi saranno vinti dalle pecore; e sebbene queste siano in mezzo ai lupi, e vengano lacerate con innumerevoli morsi, non solamente esse non verranno divorate, ma convertiranno i loro nemici, comunicando loro la propria natura.
E certo è assai più grande e mirabile cambiare le menti dei nemici e trasformare il loro animo, che ucciderli; tanto più ch'essi erano dodici appena, mentre di lupi n'era piena tutta quanta la terra. Vergogniamoci dunque noi, che facciamo tutto l'opposto, e ci scagliamo sugli avversari come tanti lupi. Finché saremo pecore, certo vinceremo; ancorché ci circondassero mille lupi, li supereremo e saremo vincitori. Ma se invece saremo lupi, saremo vinti; perché allora ci vien meno il soccorso del Pastore, il quale pasce non i lupi ma le pecore.
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/san-barnaba-apostolo.html?m=1
Nella Santa Messa di San Barnaba Apostolo (link precedente), si fa Commemorazione del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo, con l'Oratio, Secreta e Postcommunio della Santa Messa della festa propria (vedasi link seguente).»
Sardinia Tridentina: Festa del sacratissimo Cuore di Gesù. (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1)
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35056322_1399637933470858_8872946282239361024_n.jp g?_nc_cat=0&oh=ce13219ddbb67943dbad9e9830d696e3&oe=5BBC7E4C




Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
"San Barnaba, apostolo, 11 giugno."




San Barnaba - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-barnaba/)
http://www.sodalitium.biz/san-barnaba/
«11 giugno, San Barnaba, Apostolo.
“A Salamina, in Cipro, il natale di san Barnaba Apostolo, il quale, di nazione Cipriota, ordinato dai discepoli Apostolo delle genti insieme a Pàolo, percorse con lui molte regioni, esercitando l’ufficio della predicazione evangelica a lui affidato; finalmente, andato a Cipro, vi onorò il suo Apostolato con un glorioso martirio. Il suo corpo, al tempo dell’imperatore Zenóne, fu ritrovato per rivelazione dello stesso Barnaba, insieme ad una copia dei Vangelo di san Mattéo, trascritta di sua mano dallo stesso Bàrnaba”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/st-barnabas-stained-glass-st-barnabas-and-st-nicholas-church-burmington-c04cge-197x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/st-barnabas-stained-glass-st-barnabas-and-st-nicholas-church-burmington-c04cge-197x300.jpg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
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https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/catholiquesromainssedevacantistes/



Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)

: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)

Home | Traditional Latin Mass Resources (http://www.traditionalmass.org/)

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1013-atto-di-riparazione-al-sacratissimo-cuore-di-gesu.html
“Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
11 juin : Saint Barnabé, Apôtre (Ier siècle) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/11-juin-saint-barnabe)
“11 juin : Saint Barnabé, Apôtre (Ier siècle).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1315/2856/4459/06_11_saint_barnabe.jpg


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11° giorno: Cuore generoso - Cuore avaro (http://www.stellamatutina.eu/11-giorno-cuore-generoso-cuore-avaro/)
http://www.stellamatutina.eu/11-giorno-cuore-generoso-cuore-avaro/
“11° giorno: Cuore generoso – Cuore avaro
CUORE GENEROSO
La generosità del Cuore di Gesù è espressa da quel lamento doloroso che Egli potrebbe rivolgere a ciascuno di noi: «Popolo mio, che cos’altro avrei potuto fare per la mia vigna, che non feci?» (Is 5,5).
Nessuno è più generoso di chi dona tutto se stesso in modo da non ricusare più nulla per sé. Ebbene, la generosità di Gesù noi possiamo leggerla in ogni evento della sua vita. Dalla nascita alla morte. Nella vita privata e pubblica. Da solo e con i suoi.
Nasce in una stalla e in un’umile famiglia sconosciuta a tutti.
Vive a Nazaret nel nascondimento più fitto, tanto da meravigliare, un giorno, gli stessi abitanti del piccolissimo villaggio.
Svolge la sua missione pubblica senza avere letteralmente «ove posare il capo» (Mt 8,20).
Sceglie come suoi collaboratori dodici rozzi pescatori e uomini impreparati.
Vuole restare fra noi, e non trova di meglio che mettersi in un frammento di pane, per donarsi a tutti con la massima semplicità.
Vuole morire per noi, e sceglie la morte più spaventosa e più ignominiosa: condannato come un malfattore.
Che cosa poteva fare di più per noi e non l’ha fatto?
Aveva ragione santa Teresina di dire che «chi ama, non conta più».
Soprattutto l’Eucaristia rimane il sublime capolavoro del Cuore di Gesù: ogni qualvolta riceviamo la Santa Comunione o assistiamo alla distribuzione della Santa Comunione, dovremmo piangere di commozione a vedere la generosità dell’amore di Gesù che si è spogliato di se stesso fino a perdere anche ogni figura umana, per donarsi a noi nella maniera più povera, più umile, più dolce.
Cuore di Gesù! Infinitamente ricco, ti sei fatto il più povero di tutti per donarti a noi, insegnandoci che la vera ricchezza è la carità, giacché Dio, infinita ricchezza, è carità. (...)
San Francesco morì spoglio di ogni bene terreno, ma ricchissimo di beni eterni, come Gesù ci raccomanda: «Non accumulate tesori sulla terra, dove la ruggine e la tignola consumano e dove i ladri sfondano e rubano: ma accumulatevi tesori nel cielo, dove né ruggine né tignola consumano, e dove i ladri non sfondano né rubano» (Mt 1,19-20).
Quando noi cerchiamo di soddisfarci con le cose create possedendo beni di terra, il nostro cuore non può essere mai veramente soddisfatto. Anzi! «Ci hai fatti per te, Signore, – pregava sant’Agostino – e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Te».
Proprio così. Il Cuore di Gesù voglia rendere generoso il nostro cuore nel disfarsi delle cose create che alimentano l’egoismo e l’inquietudine; voglia rendere il nostro cuore povero di beni terreni, e ricchissimo del desiderio di donare e di donarsi.
Proposito: Per amore del Cuore di Gesù fare un’opera di carità ad un povero o a una famiglia povera.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


11 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/11-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/11-giugno.htm
"L'ORA SANTA
11° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le irriverenze che si fanno nelle Chiese.
L'ORA SANTA
(...) In questo mese del Sacro Cuore approfondiamo l'alto significato dell'Ora Santa, per apprezzarla e per farla con frequenza e devozione.
(...) Impariamo da questo episodio a superare le difficoltà che certe volte possono sorgere, allorché il Signore c'ispira di offrirgli un'Ora Santa.
Fioretto. Raccogliersi in qualche momento della giornata per fare un po' di Ora Santa.
Giaculatoria. Gesù, accresci in me la fede, la speranza e la carità!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)."




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
«11 giugno 2018: infra l'Ottava del Sacro Cuore.»
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“11 giugno 2018: San Barnaba, apostolo ed evangelizzatore di Milano.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
13-06-18, 01:37
12 GIUGNO 2018: dodicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«FERIA TERTIA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Martedì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«FERIA TERTIA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Martedì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Semidoppio.
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SANTA MESSA.»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
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“SAN GIOVANNI DI SAN FACONDO
Confessore
Doppio.
Paramenti bianchi.
Nascita Sahagún, 1430
Morte Salamanca, 11 giugno 1479
Beatificazione 1601 da papa Clemente VIII
Canonizzazione 16 ottobre 1690 da papa Alessandro VIII
Patrono di lattonieri
SANTA MESSA
San Giovanni nacque a Sahagún in Spagna, e passò la giovinezza in un monastero benedettino. Dotato dallo Spirito Santo di un mirabile dono di pacificazione (Orazione), esortò fin dall'infanzia gli altri fanciulli alla concordia. Durante una guerra civile predicò nella città di Salamanca, e riuscì ad estinguere le fazioni che vi regnavano. Dostribuì ai poveri le sue ricche rendite (Epistola), e si consacrò tutto alle opere di carità, alla preghiera e alla contemplazione della sapienza divina (Introito). Per essere pronto quando il Maestro venisse a cercarlo (Vangelo) entrò nell'Ordine di Sant'Agostino, in cui si fece notare per la sua straordinaria devozione al Santo Sacrificio della Messa. Morì nel 1479 esclamando: «Signore, io ripongo tutta la mia fiducia in Te in quest'ora estrema e rimetto il mio spirito nelle tue mani».
* Giovanni, nato da nobile famiglia di Sahagún in Spagna, fu ottenuto da Dio per le buone opere e le preghiere dei genitori rimasti per lungo tempo senza figli. Fin dai primi anni diede mirabile indizio della futura santità; perché sovente da luogo elevato arringava gli altri fanciulli per esortarli alla virtù e al culto di Dio, e per comporre i loro dissidi. In patria fu affidato ai monaci di san Facondo dell'ordine di san Benedetto, affinché lo iniziassero ai primi elementi delle lettere. Mentre vi si applicava, il padre gli procurò il beneficio d'una parrocchia; ma per nessuna ragione si poté indurre il giovane a ritenere tale carica. Ammesso tra i famigliari del vescovo di Burgos, ne divenne intimo per la sua specchiata probità, e da lui fu fatto prete e canonico, e ricolmo di molti benefici. Ma abbandonato il palazzo episcopale per servire a Dio più quietamente, e rinunziato ad ogni provento ecclesiastico, si ritirò presso una piccola cappella, dove celebrava la Messa ogni dì e ragionava sovente delle cose divine con grande edificazione degli uditori.
Poi andato a Salamanca per gli studi, e ricevuto nel celebre collegio di san Bartolomeo, vi esercitò il ministero sacerdotale in tal maniera, che mentre attendeva agli studi diletti, era altresì assiduo alle sante concioni. Caduto gravissimamente malato, fece voto d'imporsi una disciplina più severa, e, per adempierlo, dopo aver dato ad un povero quasi nudo la migliore delle sue vesti che aveva, si portò al monastero di sant'Agostino allora assai fiorente per severità d'osservanza; ed ammessovi, sorpassò i più provetti nella obbedienza, sottomissione, veglie e orazione. Essendogli stata affidata la cura della cantina, gli bastò toccare un piccolo fusto di vino per attingerne un anno intero per tutti i religiosi. Compiuto l'anno di noviziato, per ordine del prefetto del convento riprese il ministero della predicazione. Fazioni cruente avevano così confuso allora ogni legge divina ed umana a Salamanca, che quasi ad ogni ora succedevano massacri, e non solo le strade e le piazze, ma perfino le chiese rigurgitavano del sangue d'ogni ceto, principalmente della nobiltà.
Ma Giovanni sia colla predicazione, sia coi privati discorsi calmò gli animi, e ritornò la tranquillità nella città. Offese gravemente un alto personaggio per averne ripresa la crudeltà verso i sudditi. Perciò questi gli spedì sul suo cammino due cavalieri, perché l'ammazzassero; e l'avevano già raggiunto, allorché Dio permise che fossero colpiti da stupore e rimanessero immobilizzati insieme coi cavalli, finché, prostesi ai piedi del sant'uomo, non gli ebbero domandato grazia del loro delitto. Quel personaggio poi, percosso da repentino terrore, disperava già della salute, quando, fatto chiamare Giovanni e pentitosi del fatto, riebbe la sanità. Un'altra volta, uomini faziosi, che l'inseguivano con bastoni, ebbero le braccia paralizzate, e non ricuperarono le forze se non dopo averne implorato il perdono. Mentre diceva la Messa, era solito vedere presente Cristo Signore, e inebriarsi dei celesti misteri alla sorgente stessa della divinità; sovente penetrava nel segreto dei cuori, prediceva l'avvenire con rara sagacia, e risuscitò la figlia di suo fratello morta a sette anni. Infine, predetto il giorno della morte e ricevuti devotissimamente i sacramenti della Chiesa, terminò la mortale carriera, glorioso per molti miracoli prima e dopo morte. I quali regolarmente constatati, Alessandro VIII lo iscrisse nel numero dei Santi.
- Al Vangelo.
** Omelia di s. Gregorio Papa.
Omelia sui Vangeli.
La lettura del santo Vangelo, fratelli carissimi, è chiara. Ma affinché, per la sua stessa semplicità, non sembri a qualcuno troppo elevata, esaminiamola brevemente in modo che la sua esposizione sia chiara per quelli che la ignorano, senza essere gravosa per quelli che la conoscono. Il Signore dice: «Siano cinti i vostri fianchi». Noi cingiamo i fianchi, quando freniamo con la continenza i movimenti della carne. Ma poiché è poco astenersi dal male, se ciascuno non si applica ancora, e con assidui sforzi, a fare il bene, subito si aggiunge: «E le lucerne siano accese nelle vostre mani». Noi teniamo in mano le lucerne accese, quando diamo al nostro prossimo con le buone opere esempi che lo illuminano. A proposito di tali opere il Signore dice: «La vostra luce risplenda davanti agli uomini, affinché essi vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».
Sono due quindi le cose che vengono comandate: cingere i fianchi e tenere le lucerne: cioè la castità deve risplendere nel nostro corpo e la luce della verità nelle nostre opere. Infatti l'una cosa senza l'altra non può assolutamente essere gradita al nostro Redentore; né colui che compie opere buone, finché non abbandoni le sozzure della lussuria, né colui che eccelle per la sua castità ma non si esercita nelle opere buone. Né la castità dunque è una grande virtù senza le opere buone, né le opere buone possono valere qualcosa senza la castità. Ma anche se si osservano i due comandamenti, rimane il dovere, per chiunque si tratti, di tendere con la speranza alla patria superna e di non star lontano in alcun modo dai vizi soltanto per l'onore di questo mondo.
«E voi siate come coloro che aspettano il loro padrone quando torni dalle nozze, per aprirgli subito appena giungerà e picchierà alla porta». Il Signore in verità viene quando si affretta al giudizio; picchia poi quando, con gli affanni della malattia, ci avverte che ormai la morte è vicina. Noi gli apriamo subito, se lo riceviamo con amore. Non vuole infatti aprire al giudice che picchia, colui che ha paura di uscire dal corpo e ha timore di vedere questo giudice, che ricorda di aver disprezzato. Ma chi è tranquillo per la sua speranza e per il suo modo di agire, apre subito a chi picchia, perché accoglie con gioia il giudice; e, quando è vicino il tempo della morte, egli si rallegra pensando ad una gloriosa retribuzione.
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/san-giovanni-di-san-facondo-confessore.html?m=1
Nella Santa Messa di San Giovanni di San Facondo Confessore, si fa Commemorazione sia dei SS. Basilide, Cirino, Nabore e Nazario Martiri (link precedente), sia del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo, con l'Oratio, Secreta e Postcommunio della Santa Messa della festa propria (vedasi link seguente).”
Sardinia Tridentina: Festa del sacratissimo Cuore di Gesù. (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1)
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http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
"San Giovanni di San Facondo, confessore, 12 giugno."
"Santi Basilide e i suoi compagni, martiri, lo stesso giorno."




San Giovanni da san Facondo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-san-facondo/)
http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-san-facondo/
«12 giugno 2018: San Giovanni di San Facondo, confessore.
“San Giovanni da san Facondo, dell’Ordine degli Eremitani di sant’Agostino, Confessore, che volò al cielo nel giorno precedente”.
O Dio, autore della pace ed amico della carità, che ornasti il beato Giovanni Confessore tuo col dono mirabile di pacificare i nemici, concedi, per i suoi meriti e la sua intercessione, che, confermati nel tuo amore, non siamo da te separati da alcuna tentazione. Per nostro Signore.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/giovanni-san-facondo-222x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/giovanni-san-facondo-222x300.jpg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php



La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
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Siria: le sanzioni contro una popolazione stremata - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/siria-sanzioni-popolazione-stremata/)
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 57/18 del 12 giugno 2018, San Giovanni da San Facondo.”




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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)
http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)
http://www.fathercekada.com/

Home | Traditional Latin Mass Resources (http://www.traditionalmass.org/)

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Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
12 juin : Saint Jean de Saint-Facond, Religieux Augustin (1430-1479) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/12-juin-saint-jean-de-saint-facond)
“12 juin : Saint Jean de Saint-Facond, Religieux Augustin (1430-1479).”
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“Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”

"12 giugno 1954. Se le forze del male non cessano, nel volger dei secoli, i loro attacchi contro l'opera del Divin Redentore, Iddio non manca di rispondere alle angosciose suppliche dei suoi figli in pericolo, suscitando anime ricche di doni della natura e della grazia, che siano per i loro fratelli di conforto e di aiuto. Quando si affievolisce nella coscienza degli uomini la cognizione delle verità salutari, oscurate dagli allettamenti dei beni terreni, quando lo spirito di rivolta e di orgoglio suscita contro la Chiesa persecuzioni subdole o violente, in mezzo alle miserie, sempre presenti, delle anime e dei corpi, la Divina Provvidenza chiama sotto il vessillo della Croce di Cristo eroi di santità, irradianti splendori di purezza verginale e di carità fraterna, per sovvenire a tutte le necessità delle anime e mantenere nella sua integrità il fervore delle virtù cristiane. La vita di coloro che oggi la Chiesa glorifica è tutta compresa nelle parole del Salmista: « Angustia et tribulatio venerunt super me, mandata tua deliciae meae sunt » (Ps. 118, 143). A Pietro-Luigi-Maria Chanel toccò l'onore di essere il primo a versare il sangue per la fede in Oceania. ... Se però è necessario di annunciare agl'infedeli il messaggio di Cristo, non è meno essenziale di mantenere vivo l'ardore della fede nel popolo cristiano. Nella falange gloriosa dei Santi, che questa terra romana ha dato alla Chiesa, rifulge di luce speciale Gaspare del Bufalo. ... Ma se Iddio domanda sovente ai suoi eletti d'intraprendere grandi opere per la sua gloria, vuole altresì che essi sappiano soffrire nella ubbidienza e nel silenzio. Ed invero non si richiede minor generosità per resistere saldamente in mezzo al naufragio e preparare con tenacia l'ora in cui tornerà a regnare la pace. Quando la Compagnia di Gesù fu espulsa dal Regno di Spagna, Giuseppe Pignatelli si era già guadagnato la stima dei suoi Superiori con la elevatezza del suo spirito, l'ingegnosa sua carità verso i poveri e i condannati a morte, l'autorità della sua persona che gli permetteva di calmare le sedizioni popolari. ... Mentre i tre eroi che abbiamo teste commemorati avevano profuso tutte le loro virili energie nel duro combattimento contro le forze del male, ecco apparire al nostro sguardo l'immagine di Domenico Savio, gracile adolescente, dal corpo debole, ma dall'anima tesa in una pura oblazione di sè all'amore sovranamente delicato ed esigente di Cristo ... Associata alla gloria di cosi illustri Confessori, una Vergine insigne per il suo amore alla Croce, Maria Crocifissa Di Rosa, di famiglia patrizia bresciana, canta anch'ella gli splendori dello Sposo divino. Era appena piamente spirata la sua madre terrena, che, ad imitazione di S. Teresa di Gesù, ella si rifugia nelle braccia della Madre celeste ... Essi intessono insieme una maravigliosa corona alla Vergine Maria, che li ha adornati coi suoi eletti favori e si è compiaciuta di accogliere i loro fedeli servigi.
Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
IN OCCASIONE DELLA CANONIZZAZIONE DEI SANTI: PIETRO CHANEL, GASPARE DEL BUFALO, GIUSEPPE PIGNATELLI, DOMENICO SAVIO E MARIA CROCIFISSA DI ROSA"
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12° giorno: Cuore ardente - Cuore freddo (http://www.stellamatutina.eu/12-giorno-cuore-ardente-cuore-freddo/)
http://www.stellamatutina.eu/12-giorno-cuore-ardente-cuore-freddo/
“12° giorno: Cuore ardente – Cuore freddo
CUORE ARDENTE
«Son venuto a portare il fuoco sulla terra, e che cosa voglio se non che si accenda?» (Lc 12,49). Il Sacro Cuore di Gesù è stato definito una «fornace ardente di carità». A santa Margherita M. Alacoque, infatti, Egli appariva ogni primo venerdì «come uno splendido sole, come una fornace ardente». (…)
Proposito: Ripetere spesso: «Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più».
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


12 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/12-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/12-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU' MEDITAZIONI E PREGHIERE
GIORNO 12
L'ORA DI GUARDIA 12° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare l'indifferenza dei cattivi Cristiani verso Gesù Sacramentato. (…)
Fioretto. Fare un'Ora di Guardia al Sacro Cuore, possibilmente in compagnia.
Giaculatoria. Amato sia dovunque il Cuore di Gesù!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
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“12 giugno 2018: infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
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«12 giugno 2018: San Giovanni di San Facondo, confessore.
Giovanni era nato a Sahagún, in Spagna, verso il 1430. Da giovane uno zio gli aveva trovato una sistemazione presso la curia vescovile di Burgos, procurandogli anche un beneficio ecclesiastico. Ordinato sacerdote, a 33 anni, Giovanni entrò in crisi: non poteva vivere della vigna del Signore senza lavorarvi. Così, alla morte del vescovo, cambiò vita: entrò tra gli Agostiniani, dedicandosi ad un instancabile apostolato: nella predicazione al popolo, nella promozione della pace e della convivenza sociale.
“Se mi chiedesse dell'atteggiamento di Giovanni - testimonia un suo contemporaneo - nei riguardi dei miserabili e degli afflitti, delle vedove e dei fanciulli sfruttati, dei bisognosi e degli ammalati, dovrei rispondere che da uno slancio naturale era abitualmente spinto ad aiutare tutti sia con buone parole sia anche con elemosine a questo scopo. Era anche preoccupato di portare tutti alla pace e alla concordia, dopo aver spente le inimicizie e le discordie. Quando era a Salamanca, essendo tutta la città divisa in fazioni a causa delle discordie civili, riuscì ad evitare molte stragi”.
Fu per i suoi ripetuti tentativi di pacificazione che nel 1476 i nobili di Salamanca sottoscrissero un solenne patto di perpetua concordia. La forza e il coraggio per agire p Giovanni li prendeva dall’Eucaristia, che egli celebrava con straordinaria devozione.
Morì nel 1479. Beatificato nel 1601, fu canonizzato nel 1690. Le reliquie del santo si conservano nella cattedrale nuova di Salamanca, città piena di luoghi i cui nomi ricordano i portenti da lui operati in vita o in morte.»
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
13-06-18, 20:06
13 GIUGNO 2018: SANT'ANTONIO DA PADOVA, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA (1195-1231), anniversario della seconda delle sei Apparizioni della Madonna alla Cova da Iria a Fatima; tredicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«Sant’Antonio di Padova, confessore e dottore, 13 giugno.»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35284201_1401890446578940_321945156460740608_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=34d47ffa484a6b29d86aa59f740d9e79&oe=5BC30AF1


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35284201_1401890446578940_321945156460740608_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=34d47ffa484a6b29d86aa59f740d9e79&oe=5BC30AF1


«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35123953_1401871949914123_2925020492630851584_n.jp g?_nc_cat=0&oh=df006e04b36d05bec2975e36753be831&oe=5BAE245D


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35123953_1401871949914123_2925020492630851584_n.jp g?_nc_cat=0&oh=df006e04b36d05bec2975e36753be831&oe=5BAE245D


«SANT'ANTONIO DA PADOVA
Confessore e Dottore della Chiesa.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35240068_1401768436591141_5373112092838592512_n.jp g?_nc_cat=0&oh=303c2bf23c9376bf7a97e94059df2562&oe=5BADC91A


«SANT'ANTONIO DA PADOVA
Confessore e Dottore della Chiesa.
Doppio.
Paramenti bianchi.
Copatrono della Città di Napoli e del Regno di Napoli.
Nascita Lisbona, Portogallo, 15 agosto 1195
Morte Padova, Italia, 13 giugno 1231
Canonizzazione Spoleto, 30 maggio 1232, da papa Gregorio IX
Dichiarato Dottore della Chiesa nel 1946 da papa Pio XII
Santuario principale Basilica di Sant'Antonio, Padova
Attributi Libro, pesce, giglio candido, Bambin Gesù, pane, fiamma, cuore
Patrono di Brasile, Portogallo, poveri, oppressi, orfani, prigionieri, naufraghi, bambini malati, vetrai, reclute, donne incinte, affamati, viaggiatori, animali, oggetti smarriti, pescatori, cavalli, marinai, nativi americani, sterilità, fidanzati, matrimonio, vedi patronati
SANTA MESSA
Nato a Lisbona da genitori nobili, egli disprezzò tutte le ricchezze (Epistola). Ripieno dello Spirito Santo che trasformò gli Apostoli, entrò nella milizia religiosa per poter lottare per la causa della fede e per esser pronto allorché il Maestro venisse (Vangelo). Ritiratosi dapprima in Toscana, vi si dedicò alla contemplazione divina (Introito), poi ricevette la missione di predicar l'Evangelo. La sapienza della sua dottrina e la sua eloquenza lo fecero chiamare «Arca del Testamento» e «Martello degli eretici». Un anno prima della sua morte, venne a Padova dove, carico di meriti, morì all'età di trentacinque anni, nel 1231, e fu da Gesù preposto in cielo a tutti i suoi beni (Communio).
* Antonio, nato a Lisbona in Portogallo da genitori, che l'allevarono piamente, adolescente abbracciò la vita dei canonici regolari. Ma nel trasportarsi a Coimbra i corpi dei cinque beati Martiri dei frati Minori, che poco prima avevano sofferto per la fede di Cristo nel Marocco, acceso dal desiderio del martirio passò nell'ordine Francescano. Sotto l'impulso di questa fiamma si diresse subito nei paesi dei Saraceni; ma assalito da una malattia e costretto a rimpatriare su d'una nave che faceva rotta per la Spagna, la violenza dei venti lo spinse in Sicilia.
Dalla Sicilia andò al capitolo generale di Assisi; e poi si ritirò nell'eremo di monte s. Paolo nell'Emilia, dove attese per molto tempo alla divina contemplazione, al digiuno e alle veglie. Quindi elevato agli ordini sacri e mandato a predicare il Vangelo, colla sapienza e la facondia del dire riportò tali successi e suscitò tanta ammirazione di sé, che il sommo Pontefice, uditolo una volta predicare, lo appellò l'arca del Testamento. Innanzi tutto egli combatté l'eresie con estrema energia, onde fu detto il perpetuo martello degli eretici.
Primo del suo ordine, in grazia della sua singolare dottrina, insegnò le sacre lettere a Bologna e altrove, e diresse gli studi dei suoi confratelli. Dopo aver percorso molte Provincie, un anno prima di morire giunse a Padova, dove lasciò monumenti insigni di santità. Infine dopo aver sostenuto grandi fatiche per la gloria di Dio, glorioso di meriti e miracoli s'addormentò nel Signore il 13 Giugno dell'anno 1231. Il sommo Pontefice Gregorio IX l'iscrisse nel numero dei santi Confessori.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6, tom. 4.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. «Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà?» (Matth. 5,13). Cioè, se voi, che dovete certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali, perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più «a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini» (Matth 5,13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione; ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
«Voi siete la luce del mondo» (Matth. 5,14). Come più sopra ha detto «il sale della terra» (Matth 5, l13), così ora dice «la luce del mondo». Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. «Non può rimaner nascosta una città situata su un monte» (Matth. 5,14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.
** Omelia di sant'Ilario Vescovo.
Commentario su Matteo, cap. 5.
Voi siete il sale della terra. Se il sale diventa insipido, non è buono a nulla quello che si salerà. Ma io credo che non ci sia il sale della terra. In che modo quindi chiamò gli apostoli il sale della terra? Ma va cercata la proprietà delle cose dette, che sarà mostrata sia dal compito degli apostoli, sia dalla natura dello stesso sale. Il sale è in sé come una cosa sola e contiene l'elemento dell'acqua e quello del fuoco, e questo di due è una cosa sola.
Questo dunque reso efficace in ogni uso del genere umano, impartisce l'incorruttibilità ai corpi su cui sia stato cosparso, ed è dispensatore prontissimo ad ogni senso del sapore intrinseco. Ma gli apostoli sono i predicatori delle cose celesti, e come i seminatori dell'eternità, conferenti l'immortalità a tutti i corpi sui quali sia stato cosparso il loro annuncio. Meritatamente quindi sono chiamati sale della terra, perché conservano i corpi per l'eternità a maniera di una salatura per virtù della dottrina.
Ma la natura del sale è sempre la stessa, né si può mai mutare. È vero che l'uomo sarà sottoposto alla mutazione e solo è beato chi sarà rimasto fino alla fine in tutte le opere di Dio: pertanto li ammonisce, avendoli chiamati sale della terra, di persistere nella virtù della potenza a loro conferita, per evitare che diventati vani non salino più, ed essi, perso il senso del sapore ricevuto, non possano vivificare i corpi corrotti, e gettati dagli armai della Chiesa, con quelli che avrebbero salato, siano calpestati dai piedi dei passanti.
** Sermone di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 15 su Matteo, dopo la metà.
Fate attenzione a ciò che disse, «Voi siete il sale della terra»: tramite ciò mostra quanto necessariamente insegni queste cose. Non infatti, disse, solo della vostra vita, ma di tutto il mondo dovrete render conto. Non vi mando certo solo a due città, o a dieci, o a venti, come mandavo i profeti: ma ad ogni terra e fino al mare, e a tutto il mondo, e questo è oppresso da vari crimini.
Dicendo infatti, «Voi siete il sale della terra», mostra che tutta la natura degli uomini è vanificata, e corrotta dalla violenza dei peccati: e quindi richiede da loro quelle virtù, che massimamente sono necessarie ed utili per procurare la salvezza di molti. Infatti chi è mansueto e modesto, e misericordioso e giusto, non rinchiude solo dentro di sé queste cose fatte bene, ma farà defluire queste eccellenti fonti anche all'utilità degli altri. Quindi chi è puro di cuore e pacifico, e sopporta la persecuzione per la verità, nondimeno stabilisce la vita per il bene comune.
Non pensate quindi, disse, che sarete condotti a facile battaglie, né che dovrete far conto di cose da poco. Voi siete il sale della terra. Cosa allora? Hanno medicato cose putrefatte? Per niente: né infatti è possibile che quelle cose che sono già corrotte siano riparate tramite la frizione del sale. Non fecero perciò questo, ma le cose prima rinnovate, ed a loro affidate, e già liberate da quella putrefazione, aspergevano di sale, e conservavano in quella novità, che avevano preso dal Signore. Certamente liberare dalla putredine del peccato, è proprio del potere di Cristo: ma ché non ritornino di nuovo a questi, è proprio della cura e del lavoro degli Apostoli.
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Nella Santa Messa di Sant'Antonio da Padova (link precedente), si fa Commemorazione del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo con l'Oratio, Secreta e Postcommunio della Santa Messa della festa propria (vedasi link seguente).»
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1
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“Sancte Antoni Paduane, ora pro nobis.”
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Sant'Antonio di Padova - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/)
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«13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia.»
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)

“Sodalitium - IMBC.”
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“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
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Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
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«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
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CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
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La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
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“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)
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: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)
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Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/13-juin-saint-antoine-de-padoue)
“13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231).”
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13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/13-juin-1917-deuxieme-apparition-de-fatima)
“13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima.”
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“13 juin 1929: Notre Dame apparaît à sœur Lucie de Fatima à Tuy.”




https://www.agerecontra.it/2015/01/il-ruolo-meta-politico-di-christus-rex-e-la-protesta-militante-a-padova/
«(…) Matteo Castagna ha dichiarato: “Il calendario interreligioso è uno scandalo pubblico che va riparato con la preghiera ma anche con l’azione. Esso offende, col suo messaggio relativista, sia il Cattolicesimo come unica Via per la Salvezza, sia il Santo Patrono di Padova.(…)»
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www.sursumcorda.cloud
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’António Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore e Dottore della Chiesa, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’António Portoghése possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
+ Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà. Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia. +
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
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“Sodalitium IMBC - Fervorino di don Piero Fraschetti a Loreto 2018”
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=HMLASbYvgK4
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"Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici"
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)
http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/
«Si quæris miracula 13 giugno 2018
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Si quæris miracula
Responsorio in onore di Sant’Antonio di Padova
Si quæris miracula
mors, error, calamitas,
dæmon, lepra fugiunt,
ægri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Pereunt pericula,
cessat et necessitas;
narrent hi, qui sentiunt,
dicant Paduani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Glória Patri et Filio et Spíritui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sæcula sæcolorum.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani. Amen.
Ora pro nobis, Beate Antoni, Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Ecclesiam tuam, Deus, Beati Antonii Confessoris tui commemoratio votiva lætificet, ut spiritualibus semper muniatur auxiliis et gaudiis perfrui mereatur æternis. Per Christum Dominum nostrum.
O Lingua benedicta, quæ Dominum semper benedictisti et alios benedicere fecisti: nunc manifeste apparet quanti meriti extitisti apud Deum.

Se cerchi i miracoli,
la morte, l'errore, la calamità
e il demonio sono messi in fuga,
gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
S'allontanano i pericoli,
scompaiono le necessità;
lo attesti chi ha sperimentato
la protezione del Santo di Padova.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora e sempre,
nei secoli dei secoli.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi. Così sia.
Prega per noi, o Beato Antonio, perché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
O Dio, la votiva commemorazione del Beato Antonio, Confessore tuo, allieti la tua Chiesa affinchè resti sempre munita di aiuti spirituali e meriti di godere gli eterni gaudi del Cielo. Per Cristo, nostro Signore.
O Lingua benedetta, che benedicesti sempre il Signore e lo facesti benedire dagli altri, ora chiaro appare di quanto merito sei stata al cospetto di Dio.
Dal 1866, per volontà di Pio IX, si concede un'indulgenza di 100 giorni a tutti i fedeli che con cuore contrito recitano il presente Responsorio e l'annessa Orazione.»
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)




“Oh come tremano, afferma S. Bernardo, i demoni al sentire solamente proferire il nome di Maria: In nomine Mariae omne genu flectitur; et daemones non solum pertimescunt, sed, audita hac voce, contremiscunt (Serm. sup. Miss.). Conforme gli uomini, soggiunge Tommaso de Kempis, (Lib. 4, ad Nov.) cadono a terra per timore, allorché un tuono dal cielo cade lor vicino, così cadono abbattuti i demoni al sentir nominare Maria: Expavescunt caeli reginam spiritus maligni et diffugiunt, audito nomine eius, velut ab igne. Tamquam tonitruum de caelo factum sit, prosternuntur ad sanctae Mariae vocabulum. Ed oh quante belle vittorie di questi nemici han riportato i divoti di Maria col suo santissimo nome! Così li vinse S. Antonio di Padova, così il B. Enrico Susone, così tanti altri amanti di Maria. Si sa dalle relazioni delle missioni del Giappone che ivi ad un certo cristiano una volta comparvero molti demoni in forma di feroci animali a spaventarlo e minacciarlo; ma egli disse lor così: «Io non ho armi di cui possiate voi temere; se vel permette l'Altissimo, fate di me quel che vi piace. Del resto adopro in mia difesa i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.» Così disse appena, ed ecco che al suono de' tremendi nomi si aprì la terra, e precipitarono quei spiriti superbi. E S. Anselmo attesta per sua esperienza di aver veduto ed inteso molti che al nominare Maria subito sono stati liberati da' pericoli: Saepe vidimus et audivimus plurimos homines in suis periculis nominis recordari Mariae, et illico omnis periculi malum evasisse (S. Ans., de Exc. Virg., c. 6).
Da S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria
Parte prima
CAPITOLO IV. - Ad te clamamus, exsules filii Hevae.
§ 2. - Quanto è potente Maria in difendere chi l'invoca nelle tentazioni del demonio.”


Cronologia di Fatima (http://www.unavox.it/103b.htm)
http://www.unavox.it/103b.htm
"CRONOLOGIA DI FATIMA."


La Seconda Apparizione a cova da Iria (http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/seconda-apparizione-a-cova-da-Iria.asp)
"13 Giugno 1917 - La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta come voluto dalla Madonna, si trovano alla Cova da Iria. La voce si è sparsa e con loro adesso ci sono circa cinquanta persone. Recitano tutti assieme, il S. Rosario.
Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco, e con le altre persone che erano presenti, scrive Lucia, vidi nuovamente il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio, esattamente come nel mese di maggio.
- Che cosa volete da me? Le chiesi.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in seguito cosa voglio.
- Chiesi la guarigione di un malato.
- Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel corso dell’anno - I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia.
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me per ornare il suo trono.
- Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
- No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio.
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna cera un cuore circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che chiedeva riparazione."




13° giorno: Cuore misericordioso - Cuore invidioso (http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/)
http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/
“13° giorno: Cuore misericordioso – Cuore invidioso
CUORE MISERICORDIOSO
La parola “misericordioso” significa, letteralmente, «dare il cuore ai miseri» (miseris-cor-dare).
Quando Gesù ci dice di essere misericordiosi come il Padre dei cieli che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45), ci chiede appunto di essere buoni e comprensivi di cuore verso coloro che non meriterebbero.
Si sa che il mondo è teatro di tante cattiverie, ingiustizie, disonestà. La tentazione più immediata che tutti proviamo è quella di colpire i malfattori e i malviventi, trattandoli con la severità che meritano.
Ma se facciamo così, non potremo essere mai «figli dell’Altissimo che è benigno anche verso gli ingrati e i cattivi» (Lc 6,35).
Se il Cuore di Gesù avesse voluto trattarci come meritiamo, non si sarebbe mai sottoposto a una vita di stenti e di umiliazioni sulla terra; non avrebbe dovuto mai e poi mai bere il calice amaro della nostra Redenzione; tanto meno sarebbe potuto restare in mezzo a noi e per noi nel Sacramento dell’Eucaristia.
Il Cuore di Gesù, invece, non ha considerato affatto la nostra cattiveria, si è donato tutto, continua a donarsi e si donerà «fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
Anzi, Egli arriva a lasciarsi prendere senza resistenze anche per farsi straziare dai sacrileghi, dai traditori, dai nemici dichiarati come i massoni che si procurano le Ostie consacrate per pugnalarle nelle loro infami logge.
Il Cuore di Gesù è la sorgente inesauribile della misericordia.
Persino sulla croce, Egli grida col Sangue e con la voce una preghiera di misericordia per i suoi carnefici: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Egli sa di quanta fragilità e miseria noi siamo impastati, quanto facilmente siamo vittime di noi stessi e delle nostre passioni, quanto bisogno abbiamo di essere saziati «non di solo pane» (Mt 4,4), ma di ciò che nutre per la vita eterna. Perciò il suo Cuore è sempre pronto a ripetere con ansia di misericordia ciò che disse prima della moltiplicazione dei pani: «Ho pietà di questo popolo» (Mt 15,32).
Perciò Egli ci ha rivelato il suo Cuore e ci ha donato la Grande Promessa, che è un tesoro di misericordia: «Io ti prometto – disse Gesù a santa Margherita – nell’eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale: essi non morranno nella mia disgrazia né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
CUORE INVIDIOSO
L’invidia è il verme roditore che non solo impedisce la misericordia verso chi ha commesso il male, ma vuole distruggere anche il bene che vede nei fratelli.
«Come l’acqua spegne il fuoco – diceva san Vincenzo de’ Paoli – così l’invidia spegne la carità». E san Basilio paragonava gli invidiosi agli avvoltoi che vanno a cercare e a trovare solo le carogne.
L’invidia fa rodere dentro. Suscita l’avversione del cuore. Alimenta sentimenti di disprezzo verso l’altro.
Vorrebbe veder l’altro umiliato e oltraggiato. Fa arrivare fino all’odio e al delitto. San Cipriano scriveva che l’invidia «è il seme di molte scelleratezze».
Si pensi a Caino, invidioso della rettitudine di Abele, fino al punto di assassinarlo. Si pensi a Giuseppe, venduto a ignoti mercanti dai suoi invidiosi fratelli. Si pensi al re Saul, che tentò di uccidere David, per l’invidia che provava a sentir cantare dalla gioventù ebrea: «Saul ne uccise mille – e David diecimila» (1Sam 18,7).
Si pensi agli scribi e ai farisei, che invidiavano Gesù per i suoi discorsi e miracoli, e cercavano malvagiamente di sopprimerlo, perché «se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui» (Gv 11,48).
Tra parenti e conoscenti, tra colleghi e compagni, tra amici ed estranei, quanto spesso il cuore dell’uomo è pieno di invidia per il bene degli altri. Il bene materiale, il bene spirituale, il bene morale: ogni bene può essere oggetto di invidia e nulla sfugge a questa serpe velenosa e strisciante.
Non per niente gli antichi dipingevano l’invidia sotto forma di una vecchia pallida che mangia carne di serpente e di vipera. Il cuore dell’invidioso è pieno di veleno, capace di rovinare ogni bene del fratello, senza riguardo né ritegno non solo per la misericordia, ma neppure per la giustizia e per l’onestà.
Diceva bene san Giovanni Crisostomo: «Solo l’invidia non offre alcun vantaggio, nemmeno apparente; in essa tutto è vergogna, dolore, perversità». E anzi, lo stesso san Giovanni Crisostomo arriva a dire che l’invidia è un peccato più che diabolico, perché i demoni invidiano l’uomo, ma non si invidiano tra loro.
Il Cuore di Gesù ci purifichi con le sue fiamme da questo terribile veleno, liberi il nostro cuore da questo perfido serpente dell’invidia, ci doni la sua dolce misericordia verso tutti.
Proposito: Fare un atto di carità o di cortesia a una persona che ci ha fatto del male.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


13 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm
“LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
13° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria famiglia.
LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
Fortunata quella famiglia di Betania, che aveva l'onore di ospitare Gesù! I suoi membri, Marta, Maria e Lazzaro, furono santificati dalla presenza, dai colloqui e dalle benedizioni del Figlio di Dio.
Se non può aversi la sorte di ospitare Gesù personalmente, almeno lo si faccia regnare nella famiglia, consacrandola solennemente al suo Divin Cuore.
Consacrandosi la famiglia, dovendosi esporre perennemente l'immagine del Sacro Cuore, si ottiene il compimento della promessa fatta a Santa Margherita: Benedirò i luoghi, dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore. –
La consacrazione della famiglia al Cuore di Gesù è tanto raccomandata dai Sommi Pontefici, per i frutti spirituali che apporta:
benedizione negli affari, conforto nelle pene della vita e misericordiosa assistenza in punto di morte.
La Consacrazione si fa così:
Si sceglie un giorno, possibilmente di festa, oppure il Primo Venerdì del mese. In detto giorno tutti i componenti della famiglia facciano la Santa Comunione; però, se qualche traviato non volesse comunicarsi, la Consacrazione potrebbe avere luogo ugualmente.
S'invitino i parenti ad assistere alla sacra funzione; è bene che s'inviti qualche Sacerdote, quantunque ciò non sia necessario.
I membri della famiglia, prostrati davanti ad un'immagine del Sacro Cuore, appositamente preparata ed ornata, pronunziano la formula della Consacrazione, la quale può trovarsi in certi libretti di devozione.
È lodevole chiudere la funzione con una piccola festicciola familiare, per ricordare meglio il giorno della Consacrazione.
Si consiglia che nelle feste principali, o almeno nel giorno anniversario, venga rinnovato l'atto di Consacrazione.
Ai novelli sposi si raccomanda vivamente di compiere la solenne Consacrazione nel giorno delle nozze, affinché Gesù benedica generosamente la nuova famiglia.
Al venerdì non, si lasci mancare davanti all'immagine del Sacro Cuore il lumicino o il mazzetto di fiori. Questo atto di ossequio è gradito a Gesù ed è buon richiamo ai familiari.
Nei bisogni particolari genitori e figli ricorrano al Sacro Cuore e preghino con fede davanti alla sua immagine.
La stanza, ove Gesù ha il suo posto d'onore, sia considerata come un piccolo Tempio.
È bene scrivere alla base dell'immagine del Sacro Cuore una giaculatoria, per ripeterla ogni qual volta si passi davanti ad essa.
Potrebbe essere: « Cuore di Gesù, benedici questa famiglia! »
La famiglia consacrata non dimentichi che la vita domestica dev'essere santificata da tutti i membri, prima dai genitori e poi dai figliuoli. Si osservino esattamente i Comandamenti di Dio, aborrendo dalla bestemmia e dal parlare scandaloso ed interessandosi della vera educazione religiosa dei piccoli.
Gioverebbe poco alla famiglia l'immagine esposta del Sacro Cuore, se in casa regnasse il peccato o l'indifferenza religiosa.
ESEMPIO
Un quadro
L'autore di questo libretto narra un fatto personale:
Nell'estate del 1936, trovandomi per alcuni giorni in famiglia, esortai un parente a compiere l'atto di Consacrazione.
Per la brevità del tempo, non si poté preparare un quadro conveniente del Sacro Cuore e, per compiere la funzione, si adoperò un bell'arazzo.
Gli interessati al mattino si accostarono alla Santa Comunione ed alle ore nove si raccolsero per l'atto solenne. Era presente anche la mia mamma.
In corta e stola lessi la formula della Consacrazione; alla fine, tenni un discorso religioso, spiegando il significato della funzione. Conclusi così: L'immagine del Sacro Cuore deve avere in questa stanza il posto d'onore. L'arazzo che avete collocato momentaneamente, dev'essere incorniciato ed attaccato alla parete centrale; in tal modo chi entra in questa stanza, subito posa lo sguardo sopra Gesù. –
Le figliuole della famiglia consacrata erano discordi sul posto da scegliere e quasi si bisticciavano. In quell'istante avvenne un fatto curioso. Sulle pareti stavano diversi quadri; sulla parete centrale campeggiava un quadro di Sant'Anna, che da anni non era stato rimosso. Sebbene questo fosse abbastanza in alto, ben assicurato al muro con grosso chiodo e laccio resistente, si sciolse da sè e spiccò un salto. Avrebbe dovuto frantumarsi a terra; invece andò a posarsi sopra un lettino, abbastanza distante dalla parete.
I presenti, compreso chi parla, ebbero un fremito e, considerando le circostanze, dissero: Questo fatto non pare naturale! - Realmente quello era il posto più adatto per intronizzare Gesù, e Gesù stesso se lo scelse.
La mamma mi disse in quell'occasione: Dunque Gesù ha assistito ed ha seguito la nostra funzione?
Sì, il Sacro Cuore, quando si fa una Consacrazione, è presente e benedice!
Fioretto. Mandare sovente il proprio Angelo Custode a rendere omaggio a Gesù Sacramentato.
Giaculatoria. Angioletto mio, vai da Maria E di' che saluti Gesù da parte mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




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“13 giugno 2018: infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
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“13 giugno 2018: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa.
Il Santo, che ha vissuto in Italia solo alcuni anni della sua vita conclusasi a Padova, è di origine portoghese. Gli ha infatti dato i natali intorno al 1195 Lisbona, in Portogallo. Antonio era figlio di Martino, nobile che la tradizione vuole della famiglia dei Bulhoes y Taveira de Azevedo - da noi chiamati più semplicemente i Buglioni - che annoverava tra i suoi membri il prode Goffredo, condottiero della prima crociata.
Quindicenne, Fernando (con tale nome era stato battezzato) entrò fra i canonici regolari di sant'Agostino, a Lisbona prima e poi a Coimbra. Di intelligenza acuta e brillante, in pochi anni riuscì a immagazzinare tanta cultura teologica, scientifica e soprattutto biblica da meritarsi in seguito il titolo di "Arca del testamento". Gli studi non riuscirono però ad appagare le aspirazioni del suo animo generoso. Il giovane canonico trova la sua strada il giorno in cui a Lisbona approdarono le salme, di cinque frati francescani martirizzati nel Marocco. Decise allora di seguirne le orme entrando tra i francescani di Coimbra con il nome di frate Antonio.
Si era recato in Marocco per coronare la propria vita con il martirio, ma misteriose febbri lo obbligarono a tornare in patria. Durante il viaggio una tempesta lo fece naufragare sulle coste della Sicilia, presso Milazzo. Risalì quindi l'Italia, in compagnia di altri frati, diretti ad Assisi dove si svolgeva il Capitolo generale poi detto "delle stuoie". Era il 1221. Nella cittadina umbra Antonio conobbe Francesco, il quale qualche tempo più avanti, ammirato dalla sua profonda dottrina, lo chiamerà "mio vescovo".
Ad Assisi il frate portoghese venne destinato al convento-romitorio di Montepaolo, vicino a Forlì, dove rimase per qualche tempo alternando preghiere, lavoro e studio. Una predica improvvisata, in occasione di un'ordinazione sacerdotale (era venuto a mancare il predicatore ufficiale), impose all'attenzione di tutti la profonda cultura, la capacità oratoria, e la ricchezza interiore di frate Antonio. All'indomani, lasciato l'eremo di Montepaolo, il frate era già sulle strade polverose dell'Italia settentrionale e della Francia, missionario itinerante e predicatore, ad annunciare il messaggio evangelico e francescano, contro le labili costruzioni degli eretici che avevano infestato quelle regioni. Nella eretica Rimini, che rifiutava di ascoltare la Parola di Dio, egli andò a predicare ai pesci che lo accolsero sulla riva. In altre città eccolo sfidare gli eretici inducendo una mula, tenuta a digiuno per giorni, ad inginocchiarsi di fronte all'ostia consacrata, mentre alle sue froge giungeva invitante il profumo d'un bel mucchio di biada.
Tornato in Italia, si stabilì a Padova, dove proseguì la sua attività di Predicatore.
Celebre un suo quaresimale, tenuto a Padova alcuni mesi prima di morire, e un coraggioso quanto sfortunato incontro con il feroce tiranno Ezzelino da Romano, dal quale era andato a perorare la liberazione di alcuni prigionieri tenuti barbaramente segregati nelle celle del suo palazzo.
Negli ultimi tempi, spossato dalla fatica e dalla malattia (soffriva per le conseguenze delle febbri malariche) accettò l'invito di un amico, il conte Tiso di Camposampiero, a recarsi nel convento di quella cittadina, immerso nella quiete della campagna, per riposarsi. A Camposampiero, Antonio si era fatto costruire dall'amico conte tra i rami fronzuti di un noce una piccola cella, dove si ritirava a pregare. Ma quella solitudine fu infranta dagli ammiratori che, scoperto il nascondiglio segreto, si recavano in massa a chiedergli il conforto della parola.
Nella tarda primavera del 1231, Antonio fu colto da malore. Deposto su un carro trainato da buoi, venne trasportato a Padova, dove aveva chiesto di poter morire. Giunto però all'Arcella, un borgo della periferia della città, la morte lo colse. Spirò mormorando: "Vedo il mio Signore". Era il 13 giugno. Aveva 36 anni.
Il Santo venne sepolto a Padova, nella chiesetta di santa Maria Mater Domini, il rifugio spirituale del Santo nei periodi di intensa attività apostolica. Un anno dopo la morte, la fama dei tanti prodigi compiuti convinse Gregorio IX a bruciare le tappe del processo canonico e a proclamarlo santo. La Chiesa ha reso giustizia alla sua dottrina, proclamandolo nel 1946 di «dottore della chiesa universale».”
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“il 13 giugno 1799 il cardinale Ruffo, con l'armata della Santa Fede, entra in Napoli, liberandola dalla repubblica giacobina.”
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"CLERICUS ET MILES
S.E.R. Fabrizio Ruffo, Cardinale Diacono di Santa Romana Chiesa, Liberatore di Napoli dalla tirannide giacobina."
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/
"[VITA EST MILITIA] Cardinale Fabrizio Ruffo
Cardinale Fabrizio Ruffo
Fabrizio Ruffo nacque nel 1744 nell’avito castello calabrese di San Lucido dalla famiglia dei Duchi di Baranello e Bagnara, ramo collaterale dei Principi Ruffo. Venne subito avviato alla carriera ecclesiastica ed affidato allo zio Cardinal Tommaso Ruffo, che l’affiancò al suo segretario Giovanni Braschi, il futuro Pio vi, di cui il Nostro divenne subito grande amico e che, salito al Soglio, lo fece Tesoriere generale della Camera Apostolica; costretto a deporlo dall’incarico per via delle lamentele dei feudatarj che videro messi in pericolo i loro privilegi dalla sua amministrazione, Papa Braschi gli assegnò in cambio la Porpora cardinalizia (1794). Trasferitosi a Napoli alla Corte di Ferdinando iv, all’arrivo dei francesi il Cardinal Ruffo seguì il suo Re nella fuga palermitana del 1798; ma, nominato da Ferdinando Luogotentente generale, l’anno successivo pianificò e guidò, anche grazie all’appoggio inglese, la spedizione che doveva portare l’Esercito della Santa Fede a riprendere il Mezzogiorno d’Italia e sciogliere l’abusiva Repubblica Partenopea: erano 25.000 uomini, dai militari borbonici ai popolani ai semplici briganti – tra cui il celebre Fra Diavolo – chi difensore della Fede, chi della Patria. Il 13 giugno il Cardinale riuscì a prendere Napoli e a restaurare la legittima Monarchia: ma le sue promesse d’amnistia non furono rispettate dal Re e da Horatio Nelson, che massacrarono i ribelli senza pietà ed iniziarono una lunga sequela d’esecuzioni. Profondamente amareggiato, decise, date le dimissioni da Vicario generale del Regno di Napoli, di ritornare a Roma, la cui Repubblica aveva contribuito a far cadere inviando un contingente del suo esercito. Schiacciato dal rigurgito rivoluzionario che seguì, tornò infine presso Re Ferdinando, che lo fece ambasciatore a Parigi; dopo essere stato mediatore tra il Corso ed il prigioniero Pio vii, continuò a servire il Papa e Re Ferdinando in varj incarichi istituzionali. Ritiratosi a Napoli, la morte lo colse assorto nei suoi studj nel 1827."
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“SANT'ANTONIO DI PADOVA.”
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SANCTE ANTONI ORA PRO NOBIS!!!
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
14-06-18, 21:33
14 GIUGNO 2018: quattordicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO; Giovedì dopo l'Ottava del Corpus Domini, FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE EUCARISTICO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA QUINTA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Giovedì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
* FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE EUCARISTICO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE EUCARISTICO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
«La ragione particolare e lo scopo di questa festa, che ha un ufficio ed una Messa propria, è di commemorare, dice il decreto di istituzione (Benedetto XV, 9 Novembre 1921), l'amore di nostro Signor Gesù Cristo nel mistero dell'Eucarestia. Con questo mezzo la Chiesa vuole eccitare maggiormente i fedeli ad avvicinarsi con confidenza al santissimo mistero e consumare sempre più i cuori con le fiamme della carità divina di cui bruciava il Sacro Cuore quando, nel suo amore infinito, istituì la Santissima Eucarestia, dove questo medesimo divin Cuore li governa e li ama vivendo e abitando con essi, onde essi vivano ed abitino in lui: perché, in questo sacramento della Santissima Eucarestia, Egli si offre e si dà a noi come vittima, come compagno, come nutrimento, come viatico e come pegno della gloria futura».”
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/06/cuore-eucaristico-di-gesu.html?m=1


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«Cuore Eucaristico di Gesù; dolce compagno del nostro esilio, io vi adoro. Cuore Eucaristico di Gesù - Cuore solitario - Cuore umiliato - Cuore derelitto - Cuore dimenticato - Cuore disprezzato - Cuore oltraggiato - Cuore disconosciuto dagli uomini - Cuore amante i nostri cuori - Cuore supplicante d’essere amato - Cuore paziente ad attenderci - Cuore premuroso di esaudirci - Cuore desideroso di essere pregato - Cuore fonte perenne di nuove grazie - Cuore silenzioso che volete parlare alle anime - Cuore dolce rifugio della vita nascosta - Cuore maestro dei segreti dell’unione divina - Cuore di colui che dorme, ma sempre veglia - Cuore Eucaristico di Gesù abbiate pietà di noi. Gesù Ostia, io voglio consolarvi - Io mi unisco a voi - Io mi immolo con voi - Io mi annichilo dinanzi a voi - Io voglio dimenticarmi per pensare a voi - Essere dimenticato e disprezzato per amor vostro - Non essere compreso ed amato che da voi - Mi tacerò per ascoltarvi e mi lascerò per perdermi in voi. Fate che io sollevi così la vostra sete della mia salute, la vostra sete ardente della mia santità, e che, purificato, io vi renda un puro e vero amore. Io non voglio più stancare la vostra attesa; prendetemi, io mi dò a voi - Io vi consegno tutte le mie opere, il mio spirito per illuminarlo, il mio cuore per dirigerlo, la mia volontà per fissarla, la mia miseria per soccorrerla, l’anima mia ed il mio corpo per nutrirli. Cuore Eucaristico del mio Gesù, il cui sangue è la vita dell’anima mia, che io più non viva, ma vivete solo in me. Così sia.
(220 giorni indulgenza, Leone XIII, 6 febbraio 1899).»
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«San Basilio Magno, vescovo e dottore, 14 giugno.»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




San Basilio Magno - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-basilio-magno/)
http://www.sodalitium.biz/san-basilio-magno/
«14 giugno, San Basilio Magno, Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa (Cesarea in Cappadocia, 329 – Cesarea in Cappadocia, 1º gennaio 379).
“San Basilio, detto Magno, Confessore e Dottore della Chiesa, che si riposò nel Signore il primo Gennaio, ma si festeggia specialmente in questo giorno, in cui fu ordinato Vescovo di Cesarea nella Cappadocia”.
Colonna mistica della Santa Chiesa, glorioso San Basilio, animato da viva fede e da ardente zelo, non solo abbandonasti il mondo per santificare te stesso, ma fosti ispirato da Dio a tracciare le regole della perfezione evangelica, per condurre gli uomini alla santità. Con la tua sapienza difendesti i dogmi della fede, con la tua carità ti adoperasti a sollevare ogni sorte di miseria del prossimo. La scienza ti rese celebre agli stessi pagani, la contemplazione ti elevò alla familiarità con Dio, e la pietà ti costituì regola vivente di tutti gli asceti, esemplare mirabile dei sacri pontefici, e modello invitto di fortezza a tutti i campioni di Cristo. O grande Santo, impetrami la fede viva per essere fedele al Vangelo: il distacco dal mondo per mirare alle cose celesti, la carità perfetta per amare Dio sopra ogni cosa nel mio prossimo e specialmente ottienimi un raggio della tua sapienza per dirigere tutte le azioni a Dio, nostro ultimo fine, e così giungere un giorno all’eterna beatitudine in Cielo. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/basilio-magno-236x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/basilio-magno-236x300.jpg


"Sante Messe - Sodalitium."
Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
"318 Catechismo di S. Pio X."
https://www.youtube.com/watch?v=TJI7hYYV9Zo
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php
“Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.”
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
“La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.”




"La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici."
La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”

I cattolici perseguitati nella Cina capital-comunista - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/cattolici-perseguitati-nella-cina-capital-comunista/)
“I cattolici perseguitati nella Cina capital-comunista 14 giugno 2018
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 58/18 del 14 giugno 2018, San Basilio Magno.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/henan_via_crucis.png




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

http://www.fathercekada.com/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Marciano Vescovo, il quale, ordinato Vescovo dal beato Piétro Apostolo, ivi, dopo la predicazione del Vangelo, fu ucciso dai Giudèi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Marciano possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

“14 giugno, San Basilio Magno, Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa.
+ Colonna mistica della Santa Chiesa, glorioso San Basilio, animato da viva fede e da ardente zelo, non solo abbandonasti il mondo per santificare te stesso, ma fosti ispirato da Dio a tracciare le regole della perfezione evangelica, per condurre gli uomini alla santità. Con la tua sapienza difendesti i dogmi della fede, con la tua carità ti adoperasti a sollevare ogni sorte di miseria del prossimo. La scienza ti rese celebre agli stessi pagani, la contemplazione ti elevò alla familiarità con Dio, e la pietà ti costituì regola vivente di tutti gli asceti, esemplare mirabile dei sacri pontefici, e modello invitto di fortezza a tutti i campioni di Cristo. O grande Santo, impetrami la fede viva per essere fedele al Vangelo: il distacco dal mondo per mirare alle cose celesti, la carità perfetta per amare Dio sopra ogni cosa nel mio prossimo e specialmente ottienimi un raggio della tua sapienza per dirigere tutte le azioni a Dio, nostro ultimo fine, e così giungere un giorno all’eterna beatitudine in Cielo. Così sia. +
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.”
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“Quante volte il mio polso vibrerà, tante volte mi protesto unirmi in ispirito coi nove cori degli Angeli e con essi cantare quell’eccelso trisagio: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti.”
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http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
14 juin : Saint Basile le Grand, Docteur de l'Église (329-379) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/14-juin-saint-basile-le-grand)
“14 juin : Saint Basile le Grand, Docteur de l'Église (329-379).”
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14 juin 1790 : les premiers martyrs de la Révolution Française à Nîmes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/14-juin-1790-les-premiers-martyrs-de-la-revolution)
14 juin 1790 : les premiers martyrs de la Révolution Française à Nîmes
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Giugno Archives - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/category/spiritualita/mesi-meditati/giugno/)
14° giorno: Cuore dolcissimo - Cuore amaro (http://www.stellamatutina.eu/14-giorno-cuore-dolcissimo-cuore-amaro/)
http://www.stellamatutina.eu/14-giorno-cuore-dolcissimo-cuore-amaro/
“14° giorno: Cuore dolcissimo – Cuore amaro
CUORE DOLCISSIMO
La dolcezza del Cuore di Gesù appare sublime dalle pagine evangeliche sul figliuol prodigo (Lc 15,11-32), sulla pecorella smarrita (Lc 15,1-7), sulla chioccia che raduna i pulcini (Lc 13,34), sui miracoli della resurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-46) e del figlio della vedova di Naim (Lc 7,11-15).
La dolcezza del Cuore di Gesù ha rivestito di amabilità tutta la figura di Gesù, le sue azioni, i suoi atteggiamenti, le sue parole. Eccettuato il gesto della cacciata dei rivenditori dal Tempio (Mt 21,12-13) e le severe invettive contro gli «scribi e farisei ipocriti» (Mt 23,1-38) e contro Pietro che gli fu di «scandalo» (Mt 16,23), Gesù dimostra di avere un Cuore dolce e benevolo in misura senza misura. Persino all’Apostolo traditore, Giuda Iscariota, nel momento stesso dell’ignobile tradimento, Gesù rivolge la sua parola di richiamo e di sofferenza con estrema dolcezza: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?» (Lc 22,48).
Nella vita del santo Curato d’Ars si legge che qualche fedele, a vederlo, esclamava: «Che cosa dev’essere stata la bontà di Gesù, se il nostro Curato è tanto buono?».
Ancora più. Nella vita di san Francesco d’Assisi si legge che qualche frate arrivò a chiamarlo non più Frate Francesco né Padre Francesco, ma Madre carissima, perché la tenerezza del Santo Poverello era davvero materna e dolcissima.
Se il cuore di una creatura umana può arrivare a essere dolcissimo, la misura da adoperare per la dolcezza, la bontà, la benevolenza
del Cuore di Gesù è l’infinità.
Ogni calcolo sarà sempre inferiore alla realtà. Il suo Cuore dolcissimo faceva esclamare alle anime mistiche: «O dolcezza delle dolcezze!».
Aveva ragione l’ardente santa Caterina da Siena di ripetere spesso a voce e per iscritto: «Gesù dolce! Gesù amore!». E santa Gemma Galgani, nelle sue estasi, ripeteva spessissimo il nome adorabile di Gesù con una dolcezza indicibile e una tenerezza inimitabile.
Peccato che noi con la nostra insensibilità di cuore ci chiudiamo all’esperienza più intima dell’unione d’amore con Gesù, che ci farebbe scoprire l’infinita tenerezza del suo Cuore nel quale è racchiusa «la pienezza della divinità» (Col 2,9), ossia la pienezza di ogni dolcezza e bontà.
CUORE AMARO
Quanto amaro c’è nel cuore dell’uomo! Un amaro cattivo, capace di amareggiare la vita propria e altrui con amarezze profonde. Tra genitori e figli, tra sposi, tra parenti e conoscenti, tra amici. Senza parlare delle amarezze fra estranei e fra nemici.
Trovare un cuore amabile e sereno, da cui non aspettarsi qualche amara sorpresa prima o poi, è cosa ben rara su questa povera terra. I cuori dei genitori confidano e sperano nei figli: ma quante amarezze non ricevono essi dalle loro creature? I cuori dei figli confidano nei genitori: ma quante volte i genitori amareggiano i figli, sfruttandoli solo per i loro scopi?
L’egoismo e l’orgoglio, la permalosità e l’ambizione sono le antenne del cuore, pronte a captare ogni minimo sgarbo del fratello a cui reagire con amari risentimenti (“questo non me lo doveva fare!”), pronte a captare ogni minima occasione di soddisfazione e tornaconto, da sfruttare senza riguardo per chicchessia. Il figliuol prodigo che intravede di potersi dare agli spassi e alle dissolutezze, non bada affatto allo schianto del cuore del papà per il suo allontanamento. Quel che contava per lui era solo la soddisfazione delle sue basse voglie.
Perché san Francesco d’Assisi dovette tanto soffrire da parte del papà? Perché il papà voleva soltanto soddisfare la sua ambizione di avere un figlio ricco e onorato dal mondo, senza tenere in nessun conto le nobilissime aspirazioni del figlio a vivere tutto il Vangelo con eroica fedeltà.
Per la stessa ragione, santa Chiara d’Assisi e santa Teresa d’Avila, san Tommaso d’Aquino e san Stanislao Kostka, dovettero fuggire di casa per poter seguire la chiamata di Gesù al convento.
Quando il cuore dell’uomo segue gli impulsi della carne, l’egoismo diventa la sua legge dura e amara. E se si viene contrastati nei propri interessi, scatta la molla dell’avversione e i rapporti diventano tesi e carichi di amarezza reciproca.
Risentimenti amari, parole amare, discorsi e atteggiamenti amari: poveri uomini che si amareggiano la vita l’un l’altro!
Dobbiamo imparare a sostituire all’amaro dell’egoismo il dolce della carità. Allora sarà difficile avere nemici, e si avranno molti amici, come dice lo Spirito Santo: «La parola dolce moltiplica gli amici e placa i nemici» (Sir 6,5).
Guardiamo al Cuore dolcissimo di Gesù. Accostiamogli il nostro cuore. Egli voglia renderlo amabile e dolce al pari del suo.
Proposito: Perdonare di vero cuore a chi ci avesse in qualsiasi modo amareggiato.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


14 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/14-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/14-giugno.htm
“GESU' MISERICORDIOSO
14° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria città.
GESU' MISERICORDIOSO
Nelle Litanie del Sacro Cuore c'è quest'invocazione: Cuore di Gesù, paziente e di molta misericordia, abbiate pietà di noi!
Dio ha tutte le perfezioni ed in grado infinito. Chi può misurare l'onnipotenza, la sapienza, la bellezza, la giustizia e la bontà divina?
L'attributo più bello e più confortante, quello che più si addice alla Divinità e che il Figlio di Dio facendosi uomo ha voluto far risplendere di più, è l'attributo della bontà e della misericordia.
Dio è buono in sé, sommamente buono, e manifesta la sua bontà amando le anime peccatrici, compatendole, perdonando tutto e perseguitando col suo amore i traviati, per tirarli a sé e renderli eternamente felici. Tutta la vita di Gesù fu una continua manifestazione di amore e di misericordia. Dio ha tutta l'eternità per attuare la sua giustizia; ha solo il tempo, per coloro che stanno nel mondo, per usare misericordia; e vuole usare misericordia.
Dice il Profeta Isaia che il castigare è un'opera aliena dall'inclinazione di Dio (Isaia, 28-21). Quando il Signore castiga in questa vita, castiga per usare misericordia nell'altra. Si mostra irato, affinché i peccatori si ravvedano, detestino i peccati e si liberino dal castigo eterno.
Il Sacro Cuore dimostra la sua immensa misericordia coll'aspettare pazientemente a penitenza le anime traviate.
Una persona, desiderosa di piaceri, attaccata solo ai beni di questo mondo, dimentica dei doveri che la legano al Creatore, commette ogni giorno tanti gravi peccati. Gesù potrebbe farla morire e tuttavia non lo fa; preferisce aspettare; anzi conservandola in vita, la provvede del necessario; finge di non vedere i suoi peccati, nella speranza che un giorno o l'altro si ravveda e possa perdonarla e salvarla.
Ma perché Gesù ha tanta pazienza con chi l'offende? Nella sua infinita bontà non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Come dice S. Alfonso, pare che facciano a gara i peccatori a offendere Dio e Dio a pazientare, a beneficare ed a invitare al perdono. Scrive S. Agostino nel libro delle Confessioni: Signore, io ti offendevo e tu mi difendesti! –
Mentre Gesù aspetta i cattivi a penitenza, di continuo elargisce loro i torrenti della sua misericordia, chiamandoli ora con forti ispirazioni e con rimorsi di coscienza, ora con prediche e buone letture ed ora con tribolazioni per malattie o per lutti.
Anime peccatrici, non fate le sorde alla voce di Gesù! Riflettete che Colui il quale vi chiama, un giorno sarà il vostro giudice. Convertitevi ed aprite la porta del vostro cuore al Cuore di Gesù misericordioso! Tu, o Gesù, sei l'infinito; noi, tue creature, siamo vermi della terra. Perché ci ami tanto, anche quando ci ribelliamo a te? Che cosa è l'uomo, di cui il tuo Cuore tanto si premura? È la tua bontà infinita, che ti fa andare in cerca della pecorella smarrita, per riabbracciarla e accarezzarla.
ESEMPIO
Va' in pace!
Tutto il Vangelo è un inno alla bontà ed alla misericordia di Gesù. Meditiamo un episodio.
Un fariseo invitò Gesù a desinare; ed egli, entrato nella sua casa, prese posto a tavola. Ed ecco una donna (Maria Maddalena), conosciuta nella città come peccatrice, avendo saputo che egli era a tavola nella casa del fariseo, portò un vaso di alabastro, pieno d'unguento profumato; ed essendosi messa dietro, vicino ai suoi piedi, con le lacrime cominciò a bagnare i suoi piedi e li asciugava coi capelli del suo capo e baciava i suoi piedi, ungendoli col profumo.
Il fariseo che aveva invitato Gesù, disse fra sé: Se questi fosse un Profeta, saprebbe chi è questa donna che lo tocca e che è peccatrice. - Gesù prese la parola e disse: Simone, ho qualcosa da dirti. - Ed egli: Maestro, parla! - Un creditore aveva due debitori; uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. Non avendo essi di che pagare, condonò il debito ad entrambi. Quale dei due, dunque, lo amerà di più?
Simone rispose: Suppongo sia colui, al quale è stato condonato di più. –
E Gesù continuò: Hai giudicato bene! - Poi rivolto verso la donna, disse a Simone: Vedi questa donna? Io sono entrato nella tua casa e tu non mi hai offerto l'acqua per i miei piedi; invece essa ha bagnato i miei piedi con le sue lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai accolto con un bacio; mentre essa, dacché è venuta, non ha cessato di baciare i miei piedi. Tu non hai unto il mio capo con l'olio; ma essa ha unto i miei piedi col profumo. Per questo io ti dico che i suoi numerosi peccati le sono perdonati, perché ella molto ha amato. Ma colui al quale poco si perdona, poco ama. - E guardando la donna, disse: I tuoi peccati ti sono perdonati... La tua fede ti ha salvata. Va' in pace! - (Luca, VII 36).
Bontà infinita del cuore amabilissimo di Gesù! Si trova davanti alla Maddalena, peccatrice scandalosa, non la respinge, non la rimprovera, ne prende le difese, la perdona e la ricolma di ogni benedizione, sino a volerla ai piedi della Croce, ad apparirle per prima appena risorto ed a farla una grande Santa!
Fioretto. Lungo il giorno baciare con fede e amore l'immagine di Gesù.
Giaculatoria. Gesù misericordioso, confido in te!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





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«14 giugno 2018: San Basilio Magno, vescovo, confessore e dottore della Chiesa.
S. Basilio nacque nel 330 a Cesarea di Cappadocia da genitori santi. Di buona educazione letteraria e di egregie virtù, prese a condurre vita di eremitica, ma nel 370 fu fatto vescovo della sua città. Il tema che ricorreva più spesso e con più forza era quello della carità, dell’aiuto ai fratelli bisognosi. Lottò contro gli Ariani e scrisse eccellenti opere, specialmente le regole monastiche che ancor oggi sono seguite da moltissimi monaci orientali. Morì povero, come era vissuto, nell’anno 379. Tra i primi e più preziosi amici di S. Basilio, notiamo san Gregorio Nazianzeno: essi si stimolavano a vicenda alla pratica delle virtù e all’acquisto della scienza.»
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«Giovedì dopo l'Ottava del Corpus Domini : Cuore Eucaristico di Gesù.
"Certo il Sacro Cuore è pure in Cielo, ma per gli Angeli ed i Santi già coronati. Nell'Eucaristia è per noi. Dunque la nostra devozione verso il Sacro Cuore dev'essere eucaristica, concentrarsi nella divina Eucaristia, come nel centro personale e vivente dell'amore e delle grazie del Sacro Cuore per noi" (San Pietro Giuliano Eymard, La Presenza Reale, Cap. XXXIX)»
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
15-06-18, 19:13
15 GIUGNO 2018: quindicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«DIE OCTAVA SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35381389_1404548596313125_1564164653263618048_n.jp g?_nc_cat=0&oh=1633e5591020a5355f36ff44360c1cc8&oe=5BAE0493


«DIE OCTAVA SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm
Il Protestantesimo nel secolo XVI e il Giansenismo nel XVIII avevano tentato di sfigurare uno dei dogmi essenziali al cristianesimo: l'amore di Dio verso tutti gli uomini. Lo Spirito Santo, che è spirito d'amore, e che dirige la Chiesa per opporsi all'eresia invadente, affinché la Sposa di Cristo, lungi dal veder diminuire il suo amore verso Gesù, lo sentisse crescere maggiormente, ispirò la festa del Sacro Cuore. L'Officio di questo giorno mostra «il progresso trionfale del culto del Sacro Cuore nel corso dei secoli. Fin dai primi tempi i Padri, i Dottori, i Santi hanno celebrato l'amore del Redentore nostro e hanno detto che la piaga, fatta nel costato di Gesù Cristo, era la sorgente nascosta di tutte le grazie. Nel Medioevo le anime contemplative presero l'abitudine di prenetrare per questa piaga fino al Cuore di Gesù, trafitto per amore verso gli uomini» (2° Notturno).
San Bonaventura parla in questo senso: «Per questo è stato aperto il tuo costato, affinché possiamo entrarvi. Per questo è stato ferito il tuo Cuore affinché possiamo abitare in esso al riparo delle agitazioni del mondo» (3° Notturno).
Le due vergini benedettine Santa Geltrude e Santa Metilde nel XIII secolo ebbero una visione assai chiara della grandezza della devozione al Sacro Cuore. San Giovanni Evangelista apparendo alla prima le annunziò che «il linguaggio dei felici battiti del Cuore di Gesù, che egli aveva inteso, allorché riposò sul suo petto, era riservato per gli ultimi tempi allorché il mondo invecchiato e raffreddato nell'amore divino si sarebbe riscaldato alla rivelazione di questi misteri» (L'araldo dell'amore divino. Libro IV, c. 4). Questo Cuore, dicono le due Sante, è un altare sul quale Gesù Cristo si offre al Padre, vittima perfetta e pienamente gradita. È un turibolo d'oro dal quale s'innalzano verso il Padre tante volute di fumo d'incenso quanti gli uomini per i quali Cristo ha sofferto. In questo Cuore le lodi e i ringraziamenti che rendiamo a Dio e tutte le buone opere che facciamo, sono nobilitate e diventano gradite al Padre.
Per rendere questo culto pubblico e ufficiale, la Provvidenza suscitò dapprima San Giovanni Eudes, che compose fin dal 1670, un Ufficio e una Messa del Sacro Cuore, per la Congregazione detta degli Eudisti. Poi scelse una delle figlie spirituali di San Francesco di Sales, Santa Margherita Maria Alacoque, alla quale Gesù mostrò il suo Cuore, a Paray-le-Monial, il 16 giugno 1675, il giorno del Corpus Domini, e le disse di far stabilire una festa del Sacro Cuore il Venerdì, che segue l'Ottava del Corpus Domini. Infine, Dio si servì per propagare questa devozione, del Beato Claudio de La Colombière religioso della Compagnia di Gesù «che mise tutto il suo zelo a propagare la devozione del Sacro Cuore». Nel 1765, Clemente XIII approvò la festa e l'ufficio del Sacro Cuore, e nel 1856 Pio IX l'estese a tutta la Chiesa. Nel 1929 Pio XI approvò una nuova Messa e un nuovo Ufficio del Sacro Cuore, e vi aggiunse un'Ottava privilegiata.
Venendo dopo tutte le feste di Cristo, la solennità del Sacro Cuore le completa riunendole tutte in un unico oggetto, che materialmente è il Cuore di carne di un Uomo-Dio e formalmente è l'immensa carità, di cui questo Cuore è simbolo. Questa festa non si riferisce a un mistero particolare della vita del Salvatore, ma li abbraccia tutti. È la festa dell'amor di Dio verso gli uomini, amore che fece scendere Gesù sulla terra con la sua Incarnazione per tutti (Offertorio) che per tutti è salito sulla Croce per la nostra Redenzione (Vangelo, 2° antifona dei Vespri) e che per tutti discende ogni giorno sui nostri altari colla Transustanziazione, per applicarci i frutti della sua morte sul Golgota (Communio).
Questi tre misteri ci manifestano più specialmente la carità divina di Gesù nel corso dei secoli (Introito). È «il suo amore che lo costrinse a rivestire un corpo mortale» (Inno del Mattutino). È il suo amore che volle che questo cuore fosse trafitto sulla croce (Invitatorio, Vangelo) affinché ne scorresse un torrente di misericordia e di grazie (Prefazio) che noi andiamo ad attingere con gioia (Versetto dei Vespri); un'acqua che nel Battesimo ci purifica dei nostri peccati (Ufficio dell'Ottava) e il sangue, che nell'Eucaristia nutrisce le nostre anime (Communio). E, come la Eucaristia è il prolungamento dell'Incarnazione e il memoriale del Calvario, Gesù domandò che questa festa fosse collocata immediatamente dopo l'Ottava del SS. Sacramento.
Le manifestazioni dell'amore di Cristo mettono maggiormente in evidenza l'ingratitudine degli uomini, che corrispondono a questo amore con una freddezza ed una indifferenza sempre più grande, perciò questa solennità presenta essenzialmente un carattere di riparazione, che esige, la detestazione e l'espiazione di tutti i peccati, causa attuale dell'agonia che Gesù sopportò or sono duemila anni.
Se Egli previde allora i nostri peccati, conobbe anche anticipatamente la nostra partecipazione alle sue sofferenze e questo lo consolò nelle sue pene (Offertorio). Egli vide soprattutto le sante Messe e le Sante Comunioni, nelle quali noi ci facciamo tutti i giorni vittime con la grande Vittima, offrendo a Dio, nelle medesime disposizioni del Sacro Cuore in tutti gli atti della sua vita, al Calvario e ora nel Cielo, tutte le nostre pene e tutte le nostre sofferenze, accettate con generosità. Questa partecipazione alla vita eucaristica di Gesù è il grande mezzo di riparare con Lui, ed entrare pienamente nello spirito della festa del Sacro Cuore, come lo spiega molto bene Pio XI nella sua Enciclica Miserentissimus (2° Notturno dell'Ottava) e nell'Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù, che si deve leggere in questo giorno davanti al SS. Sacramento esposto.
* Sermone di san Bernardo Abate.
Sermone 61 sul Cantico dei Cantici, n. 3-5.
Invero dove per gl'infermi sicura e stabile sicurezza e quiete, se non nelle piaghe del Salvatore? Tanto più sicuro io vi abito, quanto più potente è egli a salvare. Freme il mondo, pressa il corpo, insidia il diavolo: io non cado poiché sono fondato su solida pietra. Ho commesso un gran peccato: si turberà la coscienza, ma non si sconcerterà, perché mi ricorderò delle piaghe del Signore. «Egli infatti è stato piagato per le nostre iniquità» (Is. 53,5). Chi è tanto condannato a morte, che non possa esser liberato dalla morte di Cristo? Se dunque mi verrà in mente medicina tanto potente ed efficace, non potrò essere già spaventato da alcun morbo maligno.
Io pertanto fidente, ciò che mi manca da me, me lo prenderò dalle viscere del Signore, perché le misericordie vi abbondano; né vi mancano i fori per cui fluiscono. «Hanno forato le sue mani ed i piedi» (Ps. 21,17) e con una lancia hanno aperto il suo costato; e per questi fori mi è lecito succhiare il miele dalla pietra e l'olio dal sasso più duro (Deut. 32,13); cioè gustare e vedere come è dolce il Signore (Ps. 33,9). Egli aveva pensieri di pace, e io non lo sapevo (Ger. 29,11). «Infatti chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere?» (Rom. 11,34). Ma la chiave che apre, è diventata per me un chiodo penetrante affinché io vegga la volontà del Signore. Perché non la vedrò per la ferita? Grida il chiodo, grida la piaga che veramente Dio è in Cristo che riconcilia con sé il mondo.
Il ferro trapassò l'anima sua, e raggiunse il suo Cuore, affinché egli sappia compatire alle mie infermità. E aperto l'arcano del Cuore per le ferite del corpo; è aperto quel gran mistero di pietà, sono aperte le «viscere di misericordia del nostro Dio per le quali l'Oriente ci ha visitati dall'alto» (Luc. 1,68). Perché non sarebbero aperte le viscere per le piaghe? In che infatti più chiaramente che nelle tue viscere sarebbe apparso che tu, o Signore, sei dolce e mite «e pieno di misericordia?» (Ps. 85,14). Invero «nessuno ha misericordia più grande di quello che dà la sua vita» (Joann. 15,13) per i votati e condannati a morte. Quindi è merito mio la misericordia del Signore. Non son del tutto privo di merito, finché egli non lo sarà di misericordia. E se «le misericordie del Signore sono ab eterno e in eterno» (Ps. 102,17) anch'io «le misericordie del Signore canterò in eterno» (Ps. 88,2).
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 120 su Giovanni, n. 2-3.
«Ma quando furono a Gesù, e lo videro già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato, e subito n'uscì sangue ed acqua» (Joann. 19,33). L'Evangelista ha usato una parola studiata, poiché non ha detto: gli percosse il costato, o ferì, o altro di simile, ma aprì, per mostrarci che la porta della vita ci si apre in certo modo là donde sono sgorgati i Sacramenti della Chiesa, senza i quali non si ha accesso alla vita, che è la sola vera vita. Quel sangue che fu versato, fu versato per la remissione dei peccati. Quell'acqua ci tempera la bevanda della salvezza, ed essa è insieme bagno purificatore e bevanda. Questo significava l'ordine dato a Noè d'aprire una porta nel fianco dell'arca per farvi entrare gli animali che non dovevano perire nel diluvio, e che rappresentavano la Chiesa.
Perciò la prima donna fu tratta dal costato dell'uomo addormentato e fu chiamata la vita e la madre dei viventi. Perché simboleggiava un gran bene, prima che commettesse il gran male della prevaricazione. Questo secondo Adamo, chinato il capo, s'addormentò sulla croce, affinché ne fosse formata la sua sposa, che uscì dal costato di lui addormentato. O morte per cui i morti rianno la vita! Che più puro di questo sangue? Che più salutare di questa ferita? «Il fatto, dice, è attestato da chi lo vide, e la sua testimonianza è degna di fede; ed egli sa di dire il vero, e lo attesta affinché anche voi crediate» (Joann. 31,33). Non disse: Affinché anche voi lo sappiate, ma affinché crediate. Infatti sa il fatto chi l'ha visto, e occorre che creda alla sua testimonianza chi non l'ha visto. Ora è più proprio della fede il credere che il vedere.
Egli ha riferito due testimonianze dalle Scritture riguardo alle singole cose che racconta essere avvenute. Infatti perché aveva detto: «Ma quando furono a Gesù, e lo videro già morto, non gli ruppero le gambe» a questo si riferisce la testimonianza: «Non gli sarà spezzato alcun osso» (Exod. 12,46): il che era stato comandato a coloro che avevano avuto l'ordine di celebrare la Pasqua coll'immolazione dell'agnello nella vecchia legge, che prefigurava la Passione del Signore: onde «nostra Pasqua è stato immolato Cristo» (1Cor. 5,7); del quale anche il profeta Isaia aveva predetto: «Egli come agnello è stato condotto ad essere immolato» (Is. 53,7). Similmente perché aveva soggiunto dicendo: «Ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato», a questo si riferisce l'altra testimonianza: «Volgeranno lo sguardo a colui che han trafitto» (Zacch. 12,13), dove fu promesso Cristo venturo in quella stessa carne nella quale fu crocifisso.»
Sardinia Tridentina: Festa del sacratissimo Cuore di Gesù. (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1)
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«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
* CORONCINA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Per cui Pio VII, 20 Marzo 1815, accordò ogni volta 300 giorni d'Indulgenza e la Plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio a chi l'avrà recitata per un mese intero e confessato e comunicato avrà pregato secondo la mente di Sua Santità.»
https://2.bp.blogspot.com/-Hlyvcowy_SU/WxEc5nxFHmI/AAAAAAAABDI/BiFcNd59K5Q1GR_8P9e7PnSaJNMnvh3OwCLcBGAs/s640/037-consacrazione-a-maria-2.jpg
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San Vito - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-vito/)
http://www.sodalitium.biz/san-vito/
«15 giugno 2018, Ottava del Sacro Cuore e festa di san Vito, Martire.
“Presso il fiume Seie, nella Lucania, il natale dei santi Martiri Vito, Modèsto e Crescénzia, i quali, sotto l’imperatore Diocleziàno, là condotti dalla Sicilia, dopo aver superato per divina virtù la caldaia di piombo bollente, le fiere ed il rogo, compirono il corso del loro glorioso combattimento”.»
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
“318 Catechismo di S. Pio X.”
https://www.youtube.com/watch?v=TJI7hYYV9Zo
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
“Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.”
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
“La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.”




La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”

Pellegrinaggio a Lourdes - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/pellegrinaggio-a-lourdes/)
«Pellegrinaggio a Lourdes 15 giugno 2018.
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Pellegrinaggio a Lourdes
In occasione del 160° anniversario delle apparizioni, l’Istituto Mater Boni Consilii organizza un pellegrinaggio a Lourdes per pregare e ritrovarsi ai piedi della Madonna, (Messa quotidiana, rosario, via Crucis…).
Visiteremo diversi luoghi attorno al santuario come la casa natale di santa Bernadetta, “le cachot” dov’è vissuta con la sua famiglia, ecc.
Venite numerosi in famiglia o con amici per aumentare il vostro fervore e le forze spirituali, e deporre le vostre suppliche ai piedi di Maria nella grotta.
Il pellegrinaggio comincerà venerdì 28 settembre alle 17.00 (chi arriva in ritardo potrà raggiungere il gruppo per la Messa alle 18.00) e si concluderà domenica 30 settembre alle 13.30 dopo pranzo.
Trovate tutte le informazioni utili in questo volantino: https://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/LOURDES.pdf
Pellegrinaggio a Lourdes - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/pellegrinaggio-a-lourdes/)
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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)

: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)

Home | Traditional Latin Mass Resources (http://www.traditionalmass.org/)

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https://www.truerestoration.org/




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

15 juin : Sainte Germaine Cousin, Vierge, Bergère (1579-1601) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/15-juin-sainte-germaine-cousin)
“15 juin : Sainte Germaine Cousin, Vierge, Bergère (1579-1601).”
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15 juin : [diocèse de Sion ] Saint Bernard de Menthon, Confesseur :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/15-juin-diocese-de-sion-saint-bernard-de-menthon-confesseur)
“15 juin : [diocèse de Sion ] Saint Bernard de Menthon, Confesseur.”
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Martiri Vito, Modèsto e Crescénzia, i quali, sotto l’imperatore Diocleziàno, condotti al fiume Sele nella Lucania, dalla Sicilia, dopo aver superato per divina virtù la caldaia di piombo bollente, le fiere ed il rogo, compirono il corso del loro glorioso combattimento. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Martiri ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Martiri Vito, Modèsto e Crescénzia possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

«14 giugno 1761.Importa assai che per questo compito d’insegnare la dottrina cristiana al popolo scegliate degli uomini non solo provvisti di scienza delle cose sacre, ma molto più di umiltà e di zelo per la santificazione delle anime, e ardenti di carità. Infatti, tutta la disciplina cristiana consiste non nell’abbondante eloquio, non nell’astuzia del disputare, non nell’appetito di lode e di gloria, ma nella vera e volontaria umiltà. Vi sono infatti taluni che una scienza maggiore innalza, ma disgiunge dalla comunità degli altri; e quanto più sanno, tanto più mancano della virtù della concordia: essi sono ammoniti dalla sapienza stessa, dalla parola di Dio: "Abbiate sale in voi (Mc 9,49) e abbiate pace tra noi": così infatti è da ritenersi il sale della sapienza, affinché da esso l’amore del prossimo sia custodito, e le debolezze siano temperate. Se essi sono animati dallo zelo della sapienza e sono distolti dalla cura del prossimo ed orientati verso le discordie, essi hanno un sale senza pace, non dono di virtù, ma motivo di dannazione; quanto più sanno (ammesso che sappiano), tanto peggio peccano. Li condanna veramente la sentenza di Giacomo apostolo con quelle parole: "Se avete una rivalità amara, e nei vostri cuori albergano contese, non vantatevi di essere mendaci verso la verità: codesta sapienza non viene dall’alto, ma è terrena, animale, diabolica" (Gc 3,14): dove infatti ci sono invidia e contesa, colà si trovano incostanza e ogni opera cattiva. Ma la sapienza che viene dall’alto è anzitutto pudica, quindi pacifica, modesta, docile, consenziente nel bene, piena di misericordia e di frutti buoni, non ipercritica, senza emulazione.
Da SS Clemente XIII, In Dominico agro.»
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http://www.centrostudifederici.org/pellegrinaggio-a-lourdes/

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“Quante volte il mio polso vibrerà, tante volte mi protesto unirmi in ispirito coi nove cori degli Angeli e con essi cantare quell’eccelso trisagio: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti.”
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"Finalmente ogni volta che mi batte il cuore, intendo dirvi; amabilissimo mio Gesù Vi amo, mio dolcissimo Gesù, con tutto il mio cuore desidero amarvi, per tutta l’eternità."
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15 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/15-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/15-giugno.htm
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE
DOVERI VERSO LA BONTA' DI DIO
15° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Implorare misericordia pei peccatori più ostinati.
DOVERI VERSO LA BONTA’ DI DIO
(...) Fioretto. Recitare cinque Pater, Ave e Gloria in onore delle Sante Piaghe per la conversione dei peccatori.
Giaculatoria. Gesù, converti i peccatori!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


15° giorno: Cuore mortificato - Cuore ingordo (http://www.stellamatutina.eu/15-giorno-cuore-mortificato-cuore-ingordo/)
http://www.stellamatutina.eu/15-giorno-cuore-mortificato-cuore-ingordo/
“15° giorno: Cuore mortificato – Cuore ingordo
CUORE MORTIFICATO-
(...) Il Cuore divino di Gesù così sobrio e così nobile, voglia liberare il nostro cuore dalle pastoie dell’ingordigia, per farci vivere soprattutto «di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Proposito: Fare una mortificazione a tavola.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
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“15 giugno 2018: Ottava del Sacro Cuore.”
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“15 giugno 2018: Ss. Vito, Modesto e Crescenzia, martiri.
Nato a Marsala (Sicilia) nell'anno 286 d.C., Vito rimase orfano di madre e fu affidato alle cure di una nutrice cristiana di nome Crescenzia e di un educatore, pure lui cristiano di nome Modesto, che di nascosto dal padre lo educarono alla fede cristiana. La leggenda racconta che il piccolo Vito già all'età di sette anni compiva miracoli. Lapersecuzione di Diocleziano iniziata il 23 febbraio 303, raggiunse ben presto la Sicilia, dove numerosi credenti preferivano morire piuttosto che rinnegare la propria fede. Il padre di Vito, scoperto che il figlio era cristiano cerco di strapparlo a quella fede, ma ottenuto un rifiuto dal figlio, lo denunciò egli stesso alle autorità Vito fu imprigionato e torturato subendo tutto questo con coraggio e con gioia per essere simile al Signore sulla croce. A questo punto la storia si mescola con la leggenda che lo vuole liberato da un angelo e portato in Lucania dove continuò il suo apostolato. La sua fama di esorcista giunse fino all'imperatore Diocleziano, che gli chiese di liberare il figlio posseduto da un demonio. Nonostante ciò fu lo stesso Diocleziano che in seguito ne ordinò l'uccisione che avvenne presso il fiume Sele. Più probabilmente fu portato prigioniero insieme ai suoi istitutori in Lucania, dove avvenne il martirio. E' patrono di Mascalucia (Catania).
Le reliquie di San Vito sono venerate in molte chiese d’Europa. Secondo l’Inventario (1870) si esponeva un suo braccio nella chiesa romana dei Ss. Vito, Modesto e Crescenzia. I resti di S. Vito e dei suoi compagni furono usati per la consacrazione di questa chiesa nel 1586 e si trovano, secondo il Diario Romano (1926), nella basilica dei Ss. XII Apostoli.
M.R.: 15 giugno - Presso il fiume Sele, nella Lucania, il natale dei santi Martiri Vito, Modesto e Crescenzia, i quali, sotto l’Imperatore Diocleziano, là condotti dalla Sicilia, dopo aver superato per divina virtù la caldaia di piombo bollente, le fiere e il rogo, compirono il corso del loro glorioso combattimento. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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Il 15 giugno 1520 Leone X, Sommo Pontefice, pubblica la bolla "Exurge Domine" in cui condanna infallibilmente gli errori di Martin Lutero e dei suoi seguaci. (Errori condannati: Leone X - Exsurge Domine (http://www.totustuustools.net/denzinger/l10exurg.htm))
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35329376_2152112811485043_4824079980939968512_n.jp g?_nc_cat=0&oh=a1667c452a0668986881998e2a69b23e&oe=5BA86C30


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35329376_2152112811485043_4824079980939968512_n.jp g?_nc_cat=0&oh=a1667c452a0668986881998e2a69b23e&oe=5BA86C30


“Il 15 giugno 1094 Rodrigo Díaz de Vivar, detto El Cid Campeador, libera - temporaneamente - Valencia dal dominio maomettano.”
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-el-cid-campeador-duca-di-valencia/
«El Cid Campeador
Don Rodrigo Dìaz, al di là dei meriti personali, è divenuto quasi l’emblema stesso della Reconquista; detto El Cid, cioè “il signore”, dai mori e Campeador, ossia “Campione” dai cristiani, nacque nel 1040 a Bivàr, vicino Burgos e, cresciuto, orfano di padre, alla corte di Castiglia insieme al Principe Sancho, divenne a 23 anni Alférez (alfiere, cioè comandante) dell’esercito del Re Ferdinando I; dopo la sua morte servirà fedelmente l’amico Sancho II dandogli man forte contro gli altri fratelli e consentendogli di far suoi il Leòn e la Galizia. Quando Sancho fu assassinato, egli offrì i suoi servigi al nuovo Re, suo fratello Alfonso VI, che però non aveva fiducia in lui e che, dopo averlo compensato dandogli in isposa sua nipote Ximena, assegnò la carica di Alférez al Conte Garcìa Ordoñez perché manovrasse contro il Cid. Questi scoprì il suo doppio giuoco mentre difendeva il Re moro di Saragozza, tributario di Alfonso, da un altro emiro, sobillato proprio da Ordoñez, che fece arrestare. Presto liberato, l’Alférez per vendicarsi accusò il Cid d’appropriazione indebita di beni della Corona durante il saccheggio di Toledo, allora città moresca, azione che nessuno gli aveva ordinato: ne ottenne l’esilio e la confisca dei beni (1079). Fatti riparare moglie e figli nel monastero di Cardeña, rifiutato dal Conte Berengario di Barcellona s’offrì come mercenario al Re di Saragozza Al-Moctadir ed in seguito ai suoi successori Al-Mutamin ed Al-Mostain. Ad Almenar (1082) e a Morella (1084) l’esercito del Cid decimò le armate dei Re cristiani alleati; ma dopo aver salvato Re Alfonso da un attentato tesogli dal Governatore di Rueda, fu da lui riaccolto a corte; sullo sfondo dell’avanzata dei berberi Almoravidi, tra liti e riconciliazioni, Rodrigo servì alternativamente Alfonso ed Al-Mostain entro coalizioni promiscue cristiano-moresche, ottenendo infine alla Castiglia la sottomissione di tutto il levante spagnuolo e per sé un principato autonomo a Valencia. Infine, in seguito alla definitiva riappacificazione col suo Sovrano, dopo le sconfitte di Consuegra ed Acira riuscì ad ottenere contro gli Almoravidi le importanti vittorie di Almenar e Murviedro. Morì osannato dal popolo nel 1099.»
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
16-06-18, 23:53
16 GIUGNO 2018: sedicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
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«BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA IN SABATO
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA IN SABATO
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA.
La nostra santa Madre Chiesa, dal secolo nono, ha consacrato il sabato alla venerazione della beatissima Vergine Maria. È stato scelto questo giorno in riferimento al riposo che Iddio fece il sabato dopo la Creazione: nel grembo purissimo dell'Immacolata si riposò infatti per nove mesi il Verbo incarnato. Parimenti il Sabato Santo, mentre era spenta la fede degli Apostoli, dei Discepoli e delle Pie Donne, quella della Vergine risplendeva sola nelle perfezione, sì che il mattino di Pasqua non andò a cercar tra i morti Colui che sapeva esser vivo. Cinque sono i formulari della memoria di santa Maria in sabato: dell'Avvento, da Natale alla Purificazione, dalla Purificazione a Pasqua, da Pasqua all'ottava di Pentecoste, dall'ottava di Pentecoste all'Avvento o fra l'anno. Nelle Messe fra l'anno la Chiesa ci invita a meditare il miracolo della Vergine Madre, della fanciulla di Nazareth predestinata fin dall'eternità e preservata dal peccato originale per essere Genitrice del Redentore, Corredentrice del genere umano, Mediatrice di grazia e modello di ogni virtù. Invochiamo e imitiamo Nostra Signora e non saremo delusi.
* Sermone di san Bernardo Abate.
Sulle Parole dell'Apocalisse capo 12.
Certo grandemente, o dilettissimi, ci nocquero un uomo e una donna; ma, grazie a Dio, per un uomo e per una donna è anche tutto restaurato, e non senza una grande messe di grazie. Poiché non come il delitto così pure il dono; ma la grandezza del benefizio supera l'entità del danno. Difatti il prudentissimo e clementissimo artefice non ruppe quello che era fracassato, ma lo rifece interamente e più utilmente; formando cioè per noi un nuovo Adamo dal tronco del vecchio, e sostituendo Maria a Eva.»
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/sancta-maria-in-sabbato.html?m=1
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«NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELLA NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Precursore di Nostro Signore Gesù Cristo
Nato 6 mesi prima di Nostro Signore Gesù Cristo e martirizzato nel 30 d. C. da Erode Agrippa.
(15 - 23 Giugno)
Si ricorda di viverla in grazia di Dio.
V. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
R. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri.
[V. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
R. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.]
I. O glorioso san Giovanni, che col vivere sempre la vita più illibata, corrispondeste così bene al vostro nome che significa Grazia, ottenete a noi pure di vivere sì santamente da corrispondere con esattezza al nome glorioso che portiamo di Cristiani.
Gloria Patri.
Oremus.
Deus, qui præséntem diem honorábilem nobis in beáti Joánnis nativitáte fecísti: da pópulis tuis spirituálium grátiam gaudiórum; et ómnium fidélium mentes dirige in viam salútis ætérnæ.
Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
R. Amen.
[Preghiamo.
O Dio, che ci hai reso venerando questo giorno per la nascita del beato Giovanni: dà ai tuoi popoli la grazia delle gioie spirituali; e guida le menti di tutti i fedeli sulla via della eterna salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.]
Sancte Joannis Baptista, ora pro nobis.»





Sant'Aureliano - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santaureliano/)
http://www.sodalitium.biz/santaureliano/
«16 giugno, sant’Aureliano (+Lione, 16 giugno 551).
“A Lióne, in Frància, la deposizione del beato Aureliàno, Vescovo d’Arles”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/staurelien.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/staurelien.jpg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
“Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.”
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
“La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.”




La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”

https://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/LOURDES.pdf
http://www.sodalitium.biz/pellegrinaggio-a-lourdes/
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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

http://www.fathercekada.com/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/





Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

16 juin : Saint Jean-François Régis, Confesseur (1597-1640) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/16-juin-saint-jean-francois-regis)
“16 juin : Saint Jean-François Régis, Confesseur (1597-1640).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3415/2856/4465/06_16_saint_jean_francois_regis.gif


http://liguesaintamedee.ch/application/files/3415/2856/4465/06_16_saint_jean_francois_regis.gif


“16 juin 1846 : élection du Pape Pie IX.
A la mort de Grégoire XVI, Mastai Ferretti est élu Pape. Il prend le nom de Pie IX, en hommage à Pie VII.
Le 8 décembre 1854, Pie IX proclame le dogme de l’Immaculée Conception. La Sainte Vierge le remercie en se présentant à Sainte Bernadette Soubirous sous ce vocable. Hormis le pontificat de Saint-Pierre, Pie IX a le plus long pontificat de l’Histoire (31 ans et 236 jours, de 1846 à 1878).”

Pèlerinage à Lourdes en semptembre 2018 - Sodalitium (http://www.sodalitium.eu/pelerinage-a-lourdes-semptembre-2018/)
http://www.sodalitium.eu/pelerinage-a-lourdes-semptembre-2018/




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Aureo Vescovo, e Giustina sua sorella, e degli altri Martiri, i quali, mentre erano riuniti in chiesa, furono trucidati dagli Unni che andavano saccheggiando la Germània. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi Martiri ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Aureo Vescovo, e Giustina sua sorella, e gli altri Martiri possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Se una natura qualsiasi non viene mai a mancare nelle cose necessarie - come scrive Aristotele nel terzo libro de «Il cielo e il mondo», molto meno dovrà farlo l’arte che imita la natura. Fra tutte le arti, poi, quella di vivere e di governare è più alta e più ampia, come insegna Cicerone nelle «Disputazioni tuscolane». Dunque - conclude San Tommaso nel De Regimine - i re e i prìncipi non devono abbandonare i bisognosi nelle necessità, ma anzi li devono aiutare.
dal prossimo numero di SVRSVM CORDA®, 117 del 17 giugno 2018 - www.sursulcorda.cloud ”
“Perciò è impossibile che i re e i prìncipi non errino, se non si rivolgono a Colui che tutto governa e che di tutto è il Creatore. Infatti nell’Ecclesiastico sta scritto che i re del popolo di Israele, tranne David, Ezechia e Giosia che furono uomini spirituali e illuminati da Dio, furono tutti peccatori davanti a Dio. Ebbene, a queste carenze si rimedia col merito dell’elemosina donde i poveri ricevono sostentamento; come per bocca del profeta Daniele fu detto a un principe pagano, al re di Babilonia Nabucodonosor, che era supremo monarca di tutto l’Oriente: «Riscattati con elemosine dai tuoi peccati, e dalle tue iniquità con beneficenze ai poveri» (Daniele, IV, 24). • Dunque le elemosine che i prìncipi fanno agli indigenti sono quasi una fideiussione a loro favore presso Dio per il pagamento dei debiti dei peccati, come dice Aristotele della moneta in rapporto alle cose venali. E come la moneta è la misura negli scambi per la vita corporale, così è l’elemosina per la vita spirituale; perciò nell’Ecclesiastico (XVII,18) sta scritto: «L’elemosina dell’uomo è per lui come una borsa ed egli [Dio] tiene conto del favore prestato come della pupilla».
Dal numero 117 di SVRSVM CORDA del 17 giugno 2018. Saranno pubblicati i seguenti contenuti:
- Comunicato numero 117. Nicodemo: né Pietro, né Giuda;
- Preghiera a San Vito, Martire;
- Dizionario biblico. Il retto fariseo Nicodemo;
- Preghiera a San Basilio Magno, Dottore;
- Dizionario di teologia dommatica. Le Note distintive della Chiesa;
- Brevi cenni sull’Astrologia (parte 4);
- Preghiera a Sant’Antonio di Padova, Dottore;
- Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 11 e 12;
- San Tommaso: il Re è tenuto alla previdenza a favore dei veri poveri;
- Preghiera a San Giovanni da San Facondo;
Già leggibili sul sito:
- Teologia Politica 106. Collettivismo, proprietà privata e modernismo sociale;
- Racconti miracolosi n° 65. Decapitazione del martire giapponese di quattro anni.
https://www.sursumcorda.cloud/ ”
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16 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/16-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/16-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE.
ABUSO DELLA DIVINA MISERICORDIA.
16° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le impurità e gli scandali del mondo.
ABUSO DELLA DIVINA MISERICORDIA
Nei giorni precedenti abbiamo considerato la misericordia di Dio; ora consideriamo la sua giustizia.
Il pensiero della divina bontà è confortante, ma quello della divina giustizia è più fruttuoso, quantunque meno piacevole. Dio non deve considerarsi solo per metà, come dice San Basilio, cioè pensandolo soltanto buono; Dio è anche giusto; e poiché gli abusi della divina misericordia sono frequenti, meditiamo i rigori della divina giustizia, per non cadere nella disgrazia dell'abuso della bontà del Sacro Cuore.
Dopo del peccato, bisogna sperare nella misericordia, pensare alla bontà di quel Cuore Divino, il quale accoglie con amore e gioia l'anima pentita. Il disperare del perdono, anche dopo un numero sterminato di colpe gravi, è un insulto al Cuore di Gesù, fonte di bontà.
Ma prima di commettere un grave peccato, bisogna pensare alla terribile giustizia di Dio, la quale può ritardare a punire il peccatore (e questa è misericordia!), ma certamente lo punirà, o in questa o nell'altra vita.
Tanti peccano, pensando: Gesù è buono, è Padre di misericordia; farò un peccato e poi me lo confesserò. Certamente Dio mi perdonerà. Quante volte mi ha perdonato! ...
Dice Sant'Alfonso: Non merita la misericordia di Dio, chi si serve della sua misericordia per offenderlo. Chi offende la giustizia divina, può ricorrere alla misericordia. Ma chi offende la misericordia abusandone, a chi ricorrerà?
Dice Dio: Non dire: La misericordia di Dio è grande ed avrà compassione della moltitudine dei miei peccati (... quindi posso peccare!) (Eccl., VI).
La bontà di Dio è infinita, ma gli atti della sua misericordia, nei rapporti con le singole anime, sono finiti. Se il Signore sopportasse sempre il peccatore, nessuno andrebbe all'inferno; invece si sa che tante anime si dannano.
Iddio promette il perdono e lo concede volentieri all'anima pentita, risoluta di lasciare il peccato; ma chi pecca, dice S. Agostino, abusando della divina bontà, non è un penitente, ma uno schernitore di Dio. - con Dio non si scherza! - dice San Paolo (Galati, VI, 7).
La speranza del peccatore dopo la colpa, quando c'è il vero pentimento, è cara al Cuore di Gesù; ma la speranza dei peccatori ostinati, è l'abominio di Dio (Giobbe, XI, 20).
Taluno dice: Il Signore mi ha usato tanta misericordia nel passato; spero che me la userà anche in avvenire. - Si risponde:
E per questo tu vuoi ritornare ad offenderlo? Non pensi che così tu disprezzi la bontà di Dio e stanchi la sua pazienza? E' vero che il Signore in passato ti ha sopportato, ma ha agito così per darti tempo a pentirti dei peccati e piangerli, non per darti tempo di offenderlo ancora!
E’scritto nel libro dei Salmi: Se non vi convertite, il Signore ruoterà la sua spada (Salmi, VII, 13). Chi abusa della divina misericordia, tema l'abbandono di Dio! O muore improvvisamente mentre pecca o viene privato delle grazie divine abbondanti, per cui non avrà la forza di lasciare il male e morrà nel peccato. L'abbandono di Dio porta alla cecità della mente e all'indurimento del cuore. L'anima ostinata nel male è come una campagna senza muro e senza siepe. Dice il Signore: Toglierò la siepe e la vigna sarà devastata (Isaia, V, 5).
Quando un'anima abusa della bontà divina, viene abbandonata così: le toglie Dio la siepe del suo timore, il rimorso di coscienza, la luce della mente ed allora entreranno in quell'anima tutti i mostri dei vizi (Salmi, CIII, 20).
Il peccatore abbandonato da Dio disprezza tutto, pace del cuore, ammonizioni, Paradiso! Cerca di godere e di distrarsi. Il Signore lo vede ed aspetta ancora; ma più ritarda il castigo e maggiore sarà. - Usiamo misericordia all'empio, dice Dio, ed egli non si rimetterà! (Isaia, XXVI, 10).
Oh quale castigo è quando il Signore lascia l'anima peccatrice nel suo peccato e pare che non gliene domandi conto! Dio vi aspetta per rendervi vittime della sua giustizia nella vita eterna. È cosa orrenda cadere nelle mani del Dio Vivente!
Domanda il profeta Geremia: Per qual motivo tutto va a seconda per gli empi? Poi risponde: Tu, o Dio, li raduni quale gregge al macello (Geremia, XII, 1).
Non c'è maggior castigo, che il permettere Dio che il peccatore aggiunga peccati a peccati, secondo ciò che dice Davide: Aggiungono iniquità ad iniquità... Siano cancellati dal libro dei viventi! (Salmi, 68).
O peccatore, rifletti! Tu pecchi e Dio, per sua misericordia, tace, ma non tace sempre. Quando giungerà l'ora della giustizia, ti dirà: Queste iniquità hai fatte ed io ho taciuto. Hai creduto, iniquo, che io sia simile a te! Ti prenderò e ti metterò contro la tua stessa faccia! (Salmi, 49).
La misericordia che il Signore usa al peccatore ostinato, sarà motivo di più terribile giudizio e condanna.
Anime devote del Sacro Cuore, ringraziate Gesù della misericordia che vi ha usato nel passato; promettete di non abusare mai della sua bontà; riparate oggi, ed anche tutti i giorni, gl'innumerevoli abusi che fanno i cattivi della misericordia divina e così consolerete il suo afflitto Cuore!
ESEMPIO
Il Commediante
S. Alfonso, nel suo libro « Apparecchio alla morte », narra:
Si era presentato al Padre Luigi La Nusa, a Palermo, un commediante, il quale, spinto dai rimorsi dello scandalo, decise di confessarsi. Ordinariamente chi vive a lungo nell'impurità, non suole distaccarsi risolutamente dal vizio. Il santo Sacerdote, per illustrazione divina, vide lo stato misero di quel commediante e la sua poca buona volontà; perciò gli disse: Non abusate della divina misericordia; Dio vi concede ancora dodici anni di vita; se entro questo tempo non vi correggete, farete una mala morte. –
Il peccatore dapprima s'impressionò, ma poi si tuffò nel mare dei piaceri e non senti più il rimorso. Un giorno incontrò un amico e a vederlo pensoso, gli disse: Cosa ti è capitato? - Sono stato a confessarmi; vedo che la mia coscienza è imbrogliata! - E lascia la malinconia! Godi la vita! Guai a impressionarsi di ciò che dice un Confessore! Sappi che un giorno il Padre La Nusa mi disse che Dio mi dava ancora dodici anni di vita e che se nel frattempo io non avessi lasciato l'impurità, sarei morto malamente. Proprio in questo mese si compiono i dodici anni, ma io sto benissimo, godo sul palcoscenico, i piaceri, sono tutti miei! Vuoi stare allegro? Vieni sabato prossimo a vedere una nuova commedia, da me composta. -
Il sabato, 24 novembre 1668, mentre l'artista stava per presentarsi sulla scena, fu colpito da paralisi e morì tra le braccia di una donna, pure commediante. E così finì la commedia della sua vita!
Chi male vive, male muore!
Fioretto. Recitare devotamente il Rosario, affinché la Madonna ci liberi dal furore della divina giustizia, specialmente nell'ora della morte.
Giaculatoria. Dalla tua ira; liberaci, o Signore!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


16° giorno: Cuore zelante - Cuore negligente (http://www.stellamatutina.eu/16-giorno-cuore-zelante-cuore-negligente/)
http://www.stellamatutina.eu/16-giorno-cuore-zelante-cuore-negligente/
“16° giorno: Cuore zelante – Cuore negligente
CUORE ZELANTE
Un cuore zelante è un cuore proteso all’onore di Dio e alla salvezza delle anime.
Lo zelo del Cuore di Gesù per la gloria del Padre balza evidente da parecchie pagine del Vangelo.
«Io onoro il Padre mio» (Gv 8,49). Tutto lo spirito di Gesù è racchiuso in queste parole.
Lo zelo del Cuore di Gesù per il rispetto e il decoro del Tempio di Dio, è ben manifesto in quell’episodio della cacciata dei rivenditori dall’atrio del Tempio. In quell’occasione Gesù non esitò a far uso anche dei flagelli e della forza fisica nel rovesciare i tavoli della merce: «La mia casa è casa di preghiera, e voi ne avete fatto una spelonca di ladri…» (Lc 19,46). Giusto. Esigere il rispetto della Casa di Dio, da coloro che si presentano in chiesa vestiti indecentemente, che si comportano come se stessero in piazza o al bar, è dovere grave di ogni cristiano. Con il Salmista, ogni cristiano dovrebbe poter ripetere: «Mi divora lo zelo della tua Casa» (Sal 68,10).
Lo zelo del Cuore di Gesù per la salvezza degli uomini splende da ogni Tabernacolo eucaristico; splende nella Chiesa e nei Sacramenti. Inoltre, si è manifestato in modo nuovo e mirabile nelle apparizioni a santa Margherita M. Alacoque, con il dono delle straordinarie promesse di salvezza eterna e di benedizioni speciali a chi fa la pratica dei nove primi venerdì del mese e a chi zela il culto al Sacro Cuore.
Infine, lo zelo del Cuore di Gesù per alleviare anche le sofferenze fisiche degli uomini appare commovente da tutte le guarigioni di lebbrosi, storpi, ciechi, muti e sordi, dalle moltiplicazioni dei pani, dalle resurrezioni di Lazzaro e del figlio della vedova di Naim. E non dimentichiamoci che le opere sante compiute da Gesù con il suo zelo instancabile sono da noi conosciute solo in piccola parte.
L’Evangelista Giovanni, infatti, alla fine del suo Vangelo ha scritto che «vi sono molte altre cose fatte da Gesù, le quali, se a una a una fossero scritte, ritengo che neppure il mondo intero potrebbe contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (Gv 21,25).
Pensando allo zelo di Gesù per noi poveri miserabili, non dovremmo stancarci mai di lodarlo e benedirlo per tutta la vita, con il solo rammarico di non poterlo mai ripagare come merita. E invece, quanto squallore in tanti cuori degli uomini, rispetto al cuore di san Francesco d’Assisi, che sul letto di morte si accusava di aver fatto troppo poco per il Signore!
CUORE NEGLIGENTE
Lo zelo è una delle caratteristiche speciali dei Santi.
Pensiamo agli Apostoli, dopo la Pentecoste, in giro per il mondo. Pensiamo allo zelo di santo Stefano Protomartire. Pensiamo a san Paolo, e via via, fino a san Francesco d’Assisi, sant’Antonio di Padova, san Francesco Saverio, sant’Alfonso de’ Liguori, san Giovanni Bosco…
Un cuore che ama fa suoi gli interessi della persona amata. Chi ama Gesù, fa suoi i grandi interessi di Gesù: il Regno di Dio, la salvezza delle anime.
Lo spettacolo del mondo contro Dio, degli uomini lontani da Dio, di coloro che «preferiscono la gloria degli uomini alla gloria di Dio» (Gv 12,43), fa ardere di zelo il cuore del Santo e non dà requie agli sforzi di diventare «una lode della gloria di Dio» (Ef 1,6) e di portare tutti a Dio, ripetendo con san Paolo: «Io ben volentieri mi spenderò, e io stesso sarò speso tutto per le anime vostre» (2Cor 12,15).
San Gregorio il Taumaturgo convertì grandi masse di pagani con zelo instancabile.
Vicino a morire, chiese: «Ditemi, quanti abitanti non cristiani conta ancora questa città?».
«Diciassette» – gli risposero.
«Siano rese grazie a Dio! – esclamò il Santo –. Solo diciassette cristiani trovai qui al mio arrivo».
Quando san Filippo Neri si ammalò gravemente, i discepoli gli rimproverarono con forza gli eccessi di lavoro nell’apostolato. Ma il Santo rispondeva con un sorriso: «Il paradiso, credetelo a me, non è fatto per i poltroni!».
A san Leonardo da Porto Maurizio, ormai vecchio e logorato da 44 anni di eroico apostolato, un giorno un Cardinale chiese di prendersi un breve periodo di riposo.
Ma il Santo rispose con tutta amabilità: «Il riposo io non lo desidero né lo voglio sulla terra, ma in Cielo!».
Che dire invece del nostro zelo per Iddio e per i fratelli?
Ne abbiamo almeno un poco? O abbiamo un cuore che ama molto più l’ozio che lo zelo, molto più l’accidia che lo sforzo generoso per gli altri?
Un cuore accidioso, un cuore ozioso e negligente, è un cuore veramente meschino, che mortifica le proprie energie e ferma i palpiti, quando si tratta di donarsi a Dio e ai fratelli. Preferisce i propri comodi, il dolce far niente. È un cuore tisico e rachitico.
Ma, attenti all’accidia! Perché «come l’acqua che non scorre e resta stagnante in un fossato s’imputridisce – scrive san Bernardo –, così un corpo che poltrisce nell’ozio, genera e nutre la foga delle passioni e delle voluttà carnali».
Accidia, pigrizia, indolenza, negligenza: sono il disonore dei cristiani, che dovrebbero invece ripetere con san Paolo: «L’amore di Cristo ci fa premura» (2Cor 5,14), che dovrebbero aspirare a poter dire con santa Teresa: «Vorrei tenere nelle mie mani il cuore di tutti gli uomini, per accenderli tutti del santo amore di Dio».
Proposito: Adoperarsi con ogni industria per fare avvicinare ai Sacramenti qualche anima lontana.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





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“16 giugno 2018: Santa Maria in Sabbato.”
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“Il 16 giugno 1846 Papa Pio IX Mastai Ferretti viene esaltato al Sommo Pontificato.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
17-06-18, 23:27
DOMENICA 17 GIUGNO 2018: diciassettesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, DOMENICA QUARTA DOPO LA PENTECOSTE…



«DOMENICA QUARTA DOPO LA PENTECOSTE.»
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom4.htm



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«QUARTA DOMENICA DOPO PENTECOSTE.
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35439661_1406829436085041_2292384162255994880_n.jp g?_nc_cat=0&oh=609f60d542519cfb3372fb3b8b16b8d4&oe=5BC2461A


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35439661_1406829436085041_2292384162255994880_n.jp g?_nc_cat=0&oh=609f60d542519cfb3372fb3b8b16b8d4&oe=5BC2461A


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SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina DOMENICA 17 GIUGNO 2018, DOMENICA QUARTA DOPO LA PENTECOSTE:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
IV domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=z_WPW3CDpdg
IV domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=-qe55u7bULY
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»



SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii - IMBC:


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/



https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

http://www.fathercekada.com/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/




http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Quatrième Dimanche après la Pentecôte.”
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“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Quatrième Dimanche après la Pentecôte
http://prieure2bethleem.org/predica/2016_06_12_juin.mp3”
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17 juin : Saint Avit, Abbé de Micy (? 530) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/17-juin-saint-avit)
“17 juin : Saint Avit, Abbé de Micy († 530).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3815/2856/4460/06_17_saint_avit.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/3815/2856/4460/06_17_saint_avit.jpg




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Martiri Manuéle, Sabéle ed Ismaéle, i quali, mandati come ambasciatori del Re di Pèrsia presso Giuliàno l’Apóstata per trattare la pace, per ordine dello stesso Imperatore, essendo spinti ad adorare gl’idoli e ciò ricusando con animo costante, furono percossi colla spada. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Martiri Manuéle, Sabéle ed Ismaéle possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Sono già leggibili gratuitamente sul nostro sito i seguenti contenuti [N.B.: SVRSVM CORDA® utilizza ordinariamente solo fonti dottrinali preconciliari per scongiurare le tante subdole contaminazioni di Modernismo che, come insegna Papa San Pio X, "ha aperto il varco alla intima evoluzione dei dogmi. (Si tratta di) un infinito cumulo di sofismi che abbatte e distrugge ogni religione!". Il Papa ci avverte ancora: "I modernisti, quanti essi sono, che vogliono apparire e farla da dottori nella Chiesa, esaltando a grandi voci la filosofia moderna e schernendo la scolastica, se hanno abbracciata la prima ingannati dai suoi orpelli, ne devono saper grado alla totale ignoranza in che erano della seconda, e dal mancare perciò di mezzo per riconoscere la confusione delle idee e ribattere i sofismi. Dal connubio poi della falsa filosofia colla fede è sorto il loro sistema, riboccante di tanti e si enormi errori."]:
Tag: https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-117.html
- Comunicato numero 117. Nicodemo: né Pietro, né Giuda;
- Preghiera a San Vito, Martire;
- Dizionario biblico. Il retto fariseo Nicodemo;
- Preghiera a San Basilio Magno, Dottore;
- Dizionario di teologia dommatica. Le Note distintive della Chiesa;
- Brevi cenni sull’Astrologia (parte 4);
- Preghiera a Sant’Antonio di Padova, Dottore;
- Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 11 e 12;
- San Tommaso: il Re è tenuto alla previdenza a favore dei veri poveri;
- Preghiera a San Giovanni da San Facondo;
- Teologia Politica 106. Collettivismo, proprietà privata e modernismo sociale;
- Racconti miracolosi n° 65. Decapitazione del martire giapponese di quattro anni.
Tag: https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-117.html ”
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“I poveri appena posson sperare di parlare (col governatore) e fargli sentire le loro necessità per mezzo di qualche terza persona: ma col Re del cielo non vi vogliono terze persone, tutti, sia nobili che poveri posson parlarci, stando egli nel Sagramento, da faccia a faccia. Perciò si chiama Gesù fiore de' campi: «Ego flos campi, et lilium convallium» (Cantic. 2. 1). I fiori de' giardini stan chiusi e riserbati,2 ma i fiori de' campi stanno esposti a tutti. «Ego flos campi», commenta Ugon Cardinale,3 «quia omnibus me exhibeo ad inveniendum».”
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1731089523593015&id=179249715443678

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“Maria madre mia, impetratemi un grande amore al SS. Sagramento, e quando mi vedete trascurato, ricordatemi Voi la promessa, che ora fo di andare a visitarlo ogni giorno.”
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“Signor mio Gesù Cristo che per l’amore che portate agli uomini ve ne state notte e giorno in questo Sacramento, tutto pieno di pietà e di amore, aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarvi; io Vi credo presente nel Santissimo Sacramento dell’Altare, Vi adoro dell’abisso, e del mio niente, e Vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte sin’ora, specialmente di avermi donato Voi stesso in questo Sacramento e di avermi data per Avvocata la Vostra Santissima Madre Maria e di avermi chiamato a visitarvi in questa Chiesa.”
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17 Giugno - San Ranieri di Pisa (http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-ranieri-di-pisa.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-ranieri-di-pisa.htm
“17 GIUGNO SAN RANIERI DI PISA 1118 – 1161.
http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-ranieri-di-pisa.htm
Nacque nel 1118 da Gandulfo Scacceri e Mingarda Buzzacherini. Malgrado gli sforzi dei genitori desiderosi di impartirgli un'educazione rigorosa, visse la giovinezza all'insegna dello svago e del divertimento. Ma a diciannove anni la sua vita cambiò. Fu decisivo l'incontro con Alberto, un eremita proveniente dalla Corsica che si era stabilito nel monastero pisano di San Vito. Scelse quindi di abbracciare in pienezza la fede, tanto da partire per la Terra Santa. A 23 anni decise di vivere in assoluta povertà, liberandosi di tutte le ricchezze per darle ai poveri. Trascorse un lungo periodo presso gli eremiti di Terra Santa vivendo esclusivamente di elemosine. Mangiava due volte alla settimana sottoponendo il suo corpo a grandi sacrifici. Tornato a Pisa nel 1154, circondato dalla fama di santità, vi operò miracoli, così come aveva fatto in Terra Santa. Morì venerdì 17 giugno 1161. Nel 1632 venne eletto patrono principale della diocesi e della città di Pisa. (Avvenire)”


17 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/17-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/17-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'
MEDITAZIONI E PREGHIERE
IL NUMERO DEI PECCATI
17° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare l'abuso che tanti fanno della misericordia di Dio.
IL NUMERO DEI PECCATI
Consideriamo l'abuso della divina misericordia in rapporto al numero dei peccati. Manda più anime all'inferno la misericordia di Dio, anziché la giustizia (S. Alfonso). Se il Signore castigasse subito chi l'offende, volta per volta, certamente verrebbe offeso molto di meno; ma poiché usa misericordia ed aspetta pazientemente, i peccatori approfittano per continuare ad offenderlo.
Insegnano i Dottori della Santa Chiesa, tra cui S. Ambrogio e S. Agostino, che come Dio tiene determinato per ogni persona il numero dei giorni di vita, compiuto il quale giungerà la morte, così ancora tiene determinato il numero dei peccati che vuole perdonare, compiuto il quale sopraggiungerà la divina giustizia.
Le anime peccatrici, che hanno poca voglia di lasciare il male, non tengono conto del numero dei loro peccati e credono che importi poco peccare dieci volte o venti o cento; ma il Signore ne tiene stretto conto ed aspetta, nella sua misericordia, che giunga l'ultimo peccato, quello che completerà la misura, per applicare la sua giustizia.
Nel libro della Genesi (XV - 16) si legge: Non sono ancora complete le iniquità degli Amorrei! - Questo passo della Sacra Scrittura dimostra che il Signore ritardava il castigo degli Amorrei, perché ancora il numero delle loro colpe non era completo.
Il Signore disse anche: Io non avrò più compassione d'Israele (Osea, 1-6). Mi hanno tentato per dieci volte... e non vedranno la terra promessa (Num., XIV, 22).
Conviene dunque stare attenti al numero dei gravi peccati e ricordare le parole di Dio: Del peccato rimesso non essere senza timore e non aggiungere peccato a peccato! (Eccl., V, 5).
Infelici coloro che accumulano peccati e poi, di tanto in tanto, vanno a deporli al confessionale, per ritornarvi fra non molto con un altro carico!
Taluni si mettono ad indagare il numero delle stelle e degli Angeli. Ma chi può sapere il numero degli anni di vita che Dio concede ad ognuno? E chi può conoscere quale sia il numero dei peccati che Dio vorrà perdonare al peccatore? E non potrà darsi che quel peccato che stai per commettere, o misera creatura, sia proprio quello che completerà la misura della tua iniquità?
Insegna S. Alfonso e con lui altri sacri scrittori, che il Signore non tiene conto degli anni degli uomini, ma dei loro peccati, e che il numero delle iniquità che vuole perdonare varia da persona a persona; a chi perdona cento peccati, a chi mille ed a chi uno solo.
La Madonna manifestò ad una certa Benedetta di Firenze, che una fanciulla di dodici anni al primo peccato fu condannata all'inferno (S. Alfonso).
Forse qualcuno temerariamente vorrà chiedere a Dio ragione perché ad un'anima perdona di più e ad un'altra di meno. Il mistero della divina misericordia e della divina giustizia si deve adorare e dire con S. Paolo: O profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono incomprensibili i suoi giudizi, imperscrutabili le sue vie! (Romani, XI, 33).
Sant'Agostino dice: Quando Dio usa misericordia con uno, la usa gratuitamente; quando la nega, fa ciò con giustizia. -
Dalla considerazione della tremenda giustizia di Dio, cerchiamo di trarre dei frutti pratici.
I peccati della vita passata mettiamoli nel Cuore di Gesù, confidando nella sua infinita misericordia. In avvenire però stiamo attenti a non offendere gravemente la Divina Maestà.
Quando il demonio invita a peccare ed inganna col dire: Ancora sei giovane! ... Dio ti ha perdonato sempre e ti perdonerà ancora!... - si risponda: E se questo peccato completerà il numero delle mie colpe e cesserà per me la misericordia, cosa avverrà dell'anima mia? ...
ESEMPIO
Castigo solenne
Al tempo di Abramo, le città della Pentapoli si erano date alla più profonda immoralità; le più gravi colpe si commettevano a Sodoma ed a Gomorra.
Quegli infelici abitanti non contavano i loro peccati, ma li contava Dio. Quando il numero delle colpe fu completo, quando la misura fu al colmo, si manifestò la divina giustizia.
Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: Il grido contro Sodoma e Gomorra si è fatto più forte ed i loro peccati sono divenuti troppo enormi. Manderò la punizione! -
Abramo conoscendo la misericordia di Dio, disse: Farai tu, o Signore, morire il giusto con il malvagio? Se ci fossero a Sodoma cinquanta persone giuste, tu perdoneresti?
- Se io trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti... o quaranta... od anche dieci, risparmierò il castigo. -
Queste poche anime buone non c'erano e la misericordia di Dio diede il posto alla giustizia.
Una mattina, mentre sorgeva il sole, il Signore fece cadere sulle città peccatrici una terribile pioggia, non di acqua, ma di zolfo e fuoco; tutto andò in fiamme. Gli abitanti in preda alla disperazione, tentarono di salvarsi, ma nessuno ci riuscì, tranne la famiglia di Abramo, ch'era stata preavvisata a fuggire.
Il fatto è narrato dalla Sacra Scrittura e dovrebbe essere ben meditato da coloro che facilmente peccano, senza far caso del numero di peccati.
Fioretto. Evitare le occasioni, ove c'è pericolo di offendere Dio.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi la forza nelle tentazioni!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


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17° giorno: Cuore paziente - Cuore impaziente (http://www.stellamatutina.eu/17-giorno-cuore-paziente-cuore-impaziente/)
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“17° giorno: Cuore paziente – Cuore impaziente
CUORE PAZIENTE
La pazienza del Cuore di Gesù è tale che ci meraviglierà instancabilmente per tutta l’eternità.
Come fa Egli a sopportare tutta la nostra meschinità così spesso insolente e malvagia? Come fa a non stancarsi di questi uomini che si stancano invece di Lui con una facilità assurda?
Una sola volta Gesù disse con dolore: «fino a quando sarò con voi e vi sopporterò?» (Lc 9,41). Per il resto, quanta pazienza sconfinata verso noi uomini «cattivi» (Lc 11,11)!
La vera carità è così: è anzitutto paziente. Lo dice bene san Paolo quando fa l’elenco delle qualità che caratterizzano la carità, e al primo posto mette la pazienza: «La carità è paziente» (1Cor 13,4).
Il Cuore di Gesù, reggia dell’amore, è tutto pazienza verso di noi poveri peccatori. Che cosa ci dimostra Egli nell’Eucaristia, se non un’infinita pazienza che lo fa continuare a restare in mezzo a noi, nonostante le indifferenze, le freddezze, le irriverenze, gli oltraggi, le profanazioni e i sacrilegi?
Sono tanti oggi quei cristiani senza più cervello che si accostano a ricevere la Santa Comunione con il peccato mortale nell’anima, senza essersi prima confessati.
Questo è un orribile sacrilegio, come la Chiesa ha sempre insegnato, ma essi lo fanno lo stesso con una incoscienza da stolti e malvagi.
E Gesù tace. Continua a farsi straziare, senza fiatare.
Come nel pretorio di Pilato: «Gesù taceva» (Mt 26,63). Egli continua a farsi insultare e oltraggiare, come sulla Croce, pregando per coloro che lo colpiscono (Lc 23,34).
Che dire poi dell’infinita pazienza che Gesù ci dimostra nel Sacramento della sua misericordia, la Santa Confessione?
Sempre pronto a perdonare, sempre pronto a riabbracciare chiunque gli chieda sinceramente perdono, fosse pure il più nefando traditore e criminale. Forse per questo, san Pio da Pietrelcina, nella Confessione, dava spesso per penitenza sacramentale la recita di cinque Pater, Ave,
Gloria al Sacro Cuore di Gesù.
Eppure ci sono tanti che abusano di questo Sacramento ricevendolo senza pentimento né proposito di correggersi; tanti lo rifiutano fino a ignorarlo; tanti arrivano a disprezzarlo. Vien davvero voglia di ripetere: «Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso» (Sal 63,7).
Pazienza infinita del Cuore di Gesù, quanto dobbiamo esserti grati! È con le tue lunghe attese che tante volte hai portato a salvezza gli uomini legati al peccato.
È con le tue silenziose sofferenze che hai parlato agli uomini sordi facendo udire loro la parola del perdono che salva da ogni perdizione.
Cuore di Gesù, paziente e misericordioso, sii in eterno benedetto!
CUORE IMPAZIENTE
L’impazienza è certamente uno dei difetti più comuni dell’uomo. Specialmente dell’uomo d’oggi, reso eccitabile e nervoso da una vita sociale così carica di tensioni.
Il cristiano, però, anche in queste condizioni deve avere il cuore saldo, senza perdere mai la serenità e lapace interiore: «Non si turbi il vostro cuore» (Gv 14,1).
Il cristiano, infatti, sa bene che la pazienza dona all’uomo il dominio di se stesso: «Con la vostra pazienza possederete le vostre anime» (Lc 21,19); «L’uomo paziente vale più dell’uomo forte: chi domina l’animo suo è da più di un espugnatore di città» (Pro 16,32).
Il cristiano sa bene che la pazienza nelle tribolazioni è la garanzia più certa della carità genuina. Non può esistere vera carità senza pazienza. Sono indivisibili. Se la carità viene considerata regina delle virtù, san Giovanni Crisostomo dice che anche «la pazienza nelle afflizioni è la regina e come la corona di tutte le altre virtù».
Fra Ginepro, uno dei più incantevoli compagni di san Francesco d’Assisi, sapeva sopportare con straordinaria letizia ogni sorta di insulti. In pellegrinaggio verso Roma, una volta, poco fuori di Assisi, venne insultato da diversi giovinastri che gli andavano appresso. Tutto giulivo, il pio fraticello disse loro: «Bravi! Seguitemi pure e tiratemi di coteste pietre preziose; io non desidero altro che di esserne lapidato fino a Roma!».
Qual è la nostra pazienza, invece? Anziché un cuore saldo, abbiamo un cuore fragile e instabile, pronto a reagire e a scattare, credendo così di essere forti, mentre non facciamo che manifestare tutta la nostra debolezza con noi stessi e con gli altri.
Santa Margherita M. Alacoque ci ha lasciato un magnifico esempio di vita paziente fra tribolazioni, malattie e amarezze subite a causa delle rivelazioni del Sacro Cuore. E questo era il migliore ricambio d’amore che ella donava a Gesù con i fatti.
Riflettiamo bene su questo magnifico insegnamento di san Bonaventura: «Parecchi dicono che vorrebbero anche morire per Gesù Cristo, ma poi non vogliono sopportare una sola parola penosa per Gesù Cristo. Ebbene: chi trema allo stormir d’una foglia, come starà saldo nell’attesa del colpo di spada sulla testa? Abituatevi a sopportare pazientemente le minime cose, per essere in grado di soffrire quelle più grandi».
Proposito: Conservare la calma e la serenità nei contrasti inevitabili con qualche carattere difficile.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




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“17 giugno 2018: DOMENICA QUARTA DOPO LA PENTECOSTE.”
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“17 giugno 2018: Sabato infra l'Ottava del Corpus Domini.”

“Il 17 giugno 676 muore Papa Adeodato II, Sommo Pontefice.”

“In morte di Giovanni III Sobieski, Re di Polonia (Olesko, 17 agosto 1629 – Wilanów, 17 giugno 1696), eroe della Cristianità.”
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-giovanni-sobieski-re-di-polonia/
«[VITA EST MILITIA] Giovanni Sobieski, re di Polonia.
Giovanni Sobieski
nato a Olesko, in Ucraina, il 17 agosto 1629, Giovanni (Jan) Sobieski era figlio del Voivoda(Duca) di Rutenia Jakub Sobieski. Venne educato assieme al fratello Marek all’Università Jagellonica di Cracovia e si mise in viaggio per l’Europa. Tornato, combattè i nemici della Polonia quali svedesi,cosacchi e msocoviti che insidiavano il Regno cattolico di Polonia. Come suo nonno materno, intraprese la carriera militare in particolare alleandosi con Leopoldo I del Sacro Romano Impero, aiutandolo contro i turchi. Nel 1689, rispose all’appello di Marco d’Aviano e giunse in soccorso di Vienna,assediata dai Tuchi. La sera prima della battaglia, l’11 settembre, si accamparono sul Monte Calvo dove, l’indomani, venne celebrata messa dallo stesso d’Aviano.
Corroborato dalla preghiera, la mattina lanciò all’assalto l’esercito della Lega Santa che a suon di archibugi misero in seria difficoltà i turchi. Nonostante questo, gli uomini di Karà Mustafa (comandante turco) resistevano con onore. Deciso a porre fine al tutto, Jan si pose alla testa dei suoi 3000 ussari alati e caricò a testa bassa i Giannizzeri turchi, il corpò d’elitè del sultano. Il risultato fu una disastrosa disfatta dei maomettani che, fra le varie cose, persero tonnellate di caffè e l’idolo chiamato “Lo Stendardo del Profeta”.
Jan passò il resto della sua vita a combattere i turchi e gli scismatici russi finchè, carico di meriti, si spense a Varsavia il 17 giugno 1696. Aveva 68 anni.»
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“Radio Spada
Lo stocco e il berrettone per la difesa della Chiesa Romana e della Res publica Christiana, che venivano benedetti dal Papa alla Vigilia di Natale. «Questa spada pontificale figura il supremo potere temporale affidato dal Cristo al Pontefice suo Vicario in terra, secondo il detto “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”, e altrove “Dominerà da mare a mare, e dal fiume fino ai confini del mondo”, come indica anche la cappa di seta che i Pontefici sogliono portare nella notte del Natale del Signore» (Sisto IV).”




COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
18-06-18, 22:57
18 GIUGNO 2018: diciottesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«SANT'EFREM SIRO
Diacono, Confessore e Dottore della Chiesa.
Doppio.
Paramenti bianchi.
Nascita Nisibis, 306
Morte Edessa (oggi nella provincia di Sanliurfa, in Turchia), 9 giugno 373
Riconosciuto come Dottore della Chiesa cattolica nel 1920 da papa Benedetto XV nella sua enciclica Principi Apostolorum Petro del 5 ottobre.
SANTA MESSA
Nato a Nisibis (Siria orientale) verso il 306, da padre pagano e sacerdote idolatra, Sant'Efrem fu cacciato da casa per l'inclinazione che dimostrava verso il Cristianesimo. Il ramingo, forse quindicenne, trovò ricovero presso il vescovo di Nisibis, Gacobbe (o Giacomo). Battezzato in età di 18 anni, divenne il più valido coadiutore dei vescovi nisibeni, specie dopo che fu ordinato diacono. Studiosissimo della Scrittura e della teologia, sebbene autodidatta, diresse la scuola catechetica prima a Nisibis, poi ad Edessa (di Siria) dopo che Nisibis fu ceduta dall'Impero romano ai Persiani, in seguito delle sconfitte subite da Giuliano l'Apostata. Ad Edessa abbracciò la vita monastica e quivi pure pubblicò la maggior parte dei suoi innumerevoli scritti, prevalentemente poetici. Una ventina d'anni dopo la morte di sant'Efrem (giugno 373), san Gerolamo poteva scrivere: «Efrem compose molti libri in lingua siriaca, e salì a tanta rinomanza che i suoi scritti, in talune chiese, vengono letti pubblicamente dopo la Bibbia» (De viris illustribus, cap. CXV). Degnissimi di nota i suoi inni alla Vergine. Dichiarato Dottore della Chiesa da Benedetto XV.
* Efrem, di nazione Siro, nacque a Nisibis. Giovane ancora si portò dal vescovo Giacomo, dal quale battezzato, in breve fece tali progressi nella scienza e santità, da esser fatto maestro della fiorente scuola di Nisibis, città della Mesopotamia. Dopo la morte del vescovo Giacomo, presa Nisibi dai Persiani, andò a Edessa; là prima si fermò alquanto tra i monaci della montagna, poi, per sottrarsi alle visite numerosissime che vi riceveva, abbracciò la vita eremitica. Ordinato diacono della chiesa di Edessa, e ricusato il sacerdozio per umiltà, divenne celebre in ogni specie di virtù, e si applicò ad acquistare, colla vera pratica della sapienza, la pietà e la religione. Avendo riposta in Dio ogni sua speranza, ebbe in disprezzo tutte le cose mondane, aspirando continuamente alle divine ed eterne.
Condotto dallo Spirito Santo, andò a Cesarea di Cappadocia, dove s'incontrò col portavoce della Chiesa, Basilio, e tutti due si legarono con santa amicizia. Per combattere gl'innumerevoli errori che allora molestavano la Chiesa, e illustrare maggiormente i misteri di nostro Signore Gesù Cristo, diede alla luce molti lavori scritti in lingua Siriaca, e tradotti quasi tutti in lingua Greca; e, al dir di san Girolamo, egli giunse a tanta rinomanza, che i suoi scritti si leggevano pubblicamente in certe Chiese dopo la lettura della Scrittura.
Tutte queste pubblicazioni, piene di dottrina sì luminosa, meritarono a questo gran Santo, che, tuttora vivente, lo si onorasse come un Dottore della Chiesa. Compose altresì cantici poetici in lode della Vergine Maria e dei Santi: onde venne meritamente appellato dai Siri la cetra dello Spirito Santo. Egli risplendé soprattutto per la sua straordinaria e tenera devozione alla Vergine Immacolata. Pieno di meriti, morì in Edessa, nella Mesopotamia, il 9 di Giugno, sotto l'imperatore Valente. Papa Benedetto XV, dietro istanza di molti Cardinali di santa Romana Chiesa, Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi, Abati e famiglie religiose, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, lo dichiarò Dottore della Chiesa universale.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Efrem Siro, Diacono.
Sermone sull'esercizio della vita monastica.
È una gran cosa intraprendere e compiere un'opera buona, rendersi accetti a Dio e utili al prossimo, e piacere allo stesso sommo e dolcissimo Signor nostro Gesù Cristo, che dice: «Voi siete il sale della terra, e la colonna dei cieli». La fatica della tua sofferenza, dilettissimo, è come un sonno; ma poi il riposo che seguirà alla fatica è inenarrabile e inestimabile. Attendi perciò con diligenza a te stesso, per non perderle tutte due insieme, non ricercando né l'una né l'altra, cioè la gioia presente e l'eterna. Studiati piuttosto di conseguire la virtù perfetta, ornata e caratterizzata da tutte le disposizioni che Dio ama. Se tu la conseguirai, non irriterai mai Dio, né farai torto al tuo prossimo.
Ora questa virtù della carità è detta la sola virtù, ed è d'una bellezza unica perché possiede in sé lo splendore delle diverse virtù. Il diadema dei re non può esser finito senza che delle pietre preziose e dei brillanti vi siano incastonati e intrecciati; così pure quest'unica virtù non può sussistere senza il fulgore delle varie virtù. Essa infatti è similissima a un diadema reale. Perché come questo, se ci manca una pietra o una perla non può risplendere pienamente sul capo del re; così pure questa unica virtù, se non è circondata dal fulgore delle altre virtù, non può chiamarsi virtù perfetta. Lo stesso avviene delle vivande preziosissime, preparate con condimenti squisitissimi, ma mancanti di sale. Difatti come queste vivande preziose non possono mangiarsi senza sale, così una virtù che parrebbe completa e possedere l'onore e la gloria delle varie virtù, rimarrebbe certo vile e sprezzevole, se ne fossero assenti l'amore di Dio e del prossimo.»
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/santefrem-siro-confessore-e-dottore.html?m=1
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«SANTI MARCO E MARCELLIANO
Martiri.
Commemorazione.
Paramenti rossi.
Nascita Roma, metà del III secolo
Morte Roma, 304 circa
SANTA MESSA
«È assai probabile che si debba riferire alla persecuzione di Diocleziano un gran numero di martiri romani, la data del cui martirio non è conosciuta e sui quali siamo informati soltanto da Passioni di credibilità più che dubbia, le quali però concordano nell'attribuire all'ultima lotta contro il Cristianesimo la morte di quei cristiani di cui celebrano l'eroismo: tali i santi Marco e Marcelliano...» (Fliche e Martin, Storia della Chiesa, trad. Italiana, Torino 1938, Tomo II, p. 456).
In questo giorno anniversario della salita al cielo di questi due santi martiri, chiediamo a Dio d'esser liberati per la loro intercessione da tutti i mali che ci minacciano (Orazione).
* Marco e Marcelliano, fratelli Romani, imprigionati dal prefetto Fabiano a causa della fede cristiana, furono poi legati ad un palo, fissati i piedi con chiodi. Al giudice che diceva loro: Ravvedetevi, miserabili, e liberate voi stessi da questi tormenti, risposero: Non abbiamo gustato mai delizie più gioconde di quelle che proviamo ora nel soffrire volentieri per la causa di Gesù Cristo, nel cui amore abbiamo ora cominciato ad essere fissati. Dio voglia che ci lasci soffrire queste cose, finché saremo rivestiti di questo corruttibile corpo! E in mezzo ai tormenti cantando dì e notte le lodi divine, furono infine trafitti con frecce, giungendo così alla gloria del martirio. I loro corpi vennero sepolti sulla via Ardeatina.
La Commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di sant'Efrem (link nel post precedente).»
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Sant'Efrem - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santefrem/)
http://www.sodalitium.biz/santefrem/
“18 giugno, Sant’Efrem, Diacono, Confessore e Dottore della Chiesa (Nisibis, 306 – Edessa, 9 giugno 373).
“Ad Edessa, in Mesopotamia, sant’Efrem, Diacono Edesseno e . Confessore, il quale, dopo molte fatiche sostenute per la fede di Cristo, illustre per dottrina e santità, sotto l’imperatore Valente, si riposò in Dio, e dal Papa Benedetto decimoquinto fu proclamato Dottore della Chiesa universale”.”
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/efrem.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/efrem.jpg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
IV domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=z_WPW3CDpdg
IV domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=-qe55u7bULY
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




I 150 anni della basilica di Maria Ausiliatrice - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/150-anni-della-basilica-maria-ausiliatrice/)
http://www.centrostudifederici.org/150-anni-della-basilica-maria-ausiliatrice/
"Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 59/18 del 18 giugno 2018, Sant’Efrem
I 150 anni della basilica di Maria Ausiliatrice."
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/inizio-secolo_R-1-300x222.jpg


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35741643_1742416849128050_2432984684104253440_n.jp g?_nc_cat=0&oh=76e7cef7bd20b9d3bcdf8d1dcbd2da75&oe=5BAFA887




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
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https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/




http://www.saintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
18 juin : Saint Marc et Saint Marcellien, Martyrs (? 286) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/18-juin-saint-marc-et-saint-marcellien)
“18 Juin : Saint Marc et Saint Marcellien, Martyrs († 286).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/5815/2909/0084/06_18_saint_marc_marcellien.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/5815/2909/0084/06_18_saint_marc_marcellien.jpg


18 juin : Saint Ephrem, Diacre et Docteur de l'Église (306-374) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/18-juin-saint-ephrem)
“18 Juin : Saint Ephrem, Diacre et Docteur de l'Église (306-374).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/6215/2909/0084/06_18_saint_ephrem.gif


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www.sursumcorda.cloud
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Calogero Eremita, la cui santità specialmente risplende nel liberare gli indemoniati. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Eremita, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Calogero possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”




18 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/18-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/18-giugno.htm
“GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU' MEDITAZIONI E PREGHIERE.
GIORNO 18 LE GRANDI AMAREZZE DEL CUORE DI GESU' 18° GIORNO.
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per quelli che tradiscono e rinnegano Gesù.
LE GRANDI AMAREZZE DEL CUORE DI GESÙ
Nelle Litanie del Sacro Cuore c'è l'invocazione: «Cuore di Gesù, saturato di obbrobri, abbiate pietà di noi!»
La Passione di Gesù fu un grande cumulo di umiliazioni e di obbrobri, che soltanto il Figlio di Dio potè abbracciare e sostenere per amore delle anime.
Basta pensare a qualche scena del Pretorio di Pilato, per intenerirsi sino alle lacrime.
Gesù, centro dei cuori e dell'universo, splendore del Divin Padre e sua Immagine Vivente, gaudio eterno della Corte Celeste... vestito da re di burla; una corona di spine pungenti, che gli ricopre il capo; il volto solcato di Sangue; uno straccio rosso sulle spalle, significante la porpora reale; una canna in mano, simbolo dello scettro; le mani legate, come un malfattore; gli occhi bendati! ... Gli insulti e le bestemmie non si possono contare. Sul volto divino si lanciano sputi e schiaffi. Per maggiore scherno gli si dice: Nazareno, indovina chi ti ha percosso! ...
Gesù non parla, non reagisce, pare insensibile a tutto... ma il suo delicatissimo Cuore soffre oltre ogni dire! Coloro per i quali si è fatto Uomo, ai quali riapre il Paradiso, lo trattano così!
Ma non sempre il mansueto Gesù tace; nel colmo dell'amarezza manifesta il suo dolore e contemporaneamente l'amore. Si avvicina Giuda per tradirlo; vede l'infelice Apostolo, che per amore aveva scelto, che aveva ricolmato di delicatezze;... permette che con il segno dell'amicizia, col bacio, faccia il tradimento; ma non contenendo più il dolore, esclama: Amico, a che sei venuto?... Con un bacio tradisci il Figliuolo dell'Uomo?... –
Queste parole, uscite dal Cuore di un Dio amareggiato, entrarono come saette nel cuore di Giuda, il quale non ebbe più pace, finché andò ad impiccarsi.
Fin tanto che gli obbrobri venivano da parte dei nemici, Gesù taceva, ma non tacque davanti all'ingratitudine di Giuda, un prediletto.
Di quanti insulti il Cuore di Gesù è ricoperto ogni giorno! Quante bestemmie, scandali, delitti, odii e persecuzioni! Ma ci sono dei dispiaceri che feriscono il Divin Cuore in modo particolare. Sono le cadute gravi di certe anime pie, di anime a Lui consacrate, che prese dal laccio di un affetto disordinato e indebolite da una passione poco mortificata, lasciano l'amicizia di Gesù, cacciandolo dal loro cuore, e si mettono a servizio di Satana.
Povere anime! Prima frequentavano la Chiesa, si accostavano spesso alla S. Comunione, nutrivano e confortavano il loro spirito con sante letture... ed ora non più!
Cinema, danze, spiagge, romanzi, libertà dei sensi!...
Gesù buon Pastore, che va dietro a chi mai l'ha conosciuto ed amato per tirarlo a sè e dargli un posto nel suo Cuore, che dolore deve provare e che umiliazione subire nel suo amore vedendo allontanare dal suo servizio anime, che in passato gli sono state carissime! E le vede nella via del male, pietra di scandalo ad altre!
La corruzione dell'ottimo è pessima. Ordinariamente, chi è stato molto vicino a Dio e poi se ne allontana, diviene più cattivo degli altri cattivi.
Anime sventurate, avete tradito Gesù come Giuda! Questi lo tradì per trema denari e voi per appagare una vile passione, che tante amarezze vi cagiona. Non imitate Giuda; non disperatevi! Imitate San Pietro, il quale rinnegò il Maestro per tre volte, ma poi pianse amaramente, dimostrando il suo amore a Gesù col dare la sua vita per Lui.
Da quanto si è detto, risultano delle conclusioni pratiche.
Prima di tutto, chi ama Gesù, sia forte nelle tentazioni. Quando insorgono terribilmente le passioni, specialmente l'impurità, si dica: Ed io, dopo tante proteste di amore a Gesù, dopo tanti benefici ricevuti, avrò l'ardire di tradire il suo amore e rinnegarlo col darmi al demonio?... Oserò mettermi nel numero di chi amareggia Gesù? Prima morire, come S. Maria Goretti, anziché ferire il Cuore di Gesù!
In secondo luogo, si deve prendere viva parte al dolore che recano a Gesù coloro che lo tradiscono e rinnegano. Per costoro oggi si preghi e si ripari, affinché il Sacro Cuore sia consolato ed affinché i traviati si convertano.
ESEMPIO
Il pozzo
Il Sommo Pontefice Leone XIII disse a D. Bosco in una udienza privata: Desidero che sorga in Roma, e precisamente nella zona di Castro Pretorio, un bel tempio da dedicarsi al Sacro Cuore. Potreste voi prenderne l'impegno?
- Il desiderio di Vostra Santità è un comando per me. Non domando aiuto finanziario, ma solo la Paterna Vostra Benedizione. -
Don Bosco, fidando nella Provvidenza, potè costruire un magnifico tempio ove il Sacro Cuore riceve ogni giorno tanti omaggi. Gesù gradì le fatiche del suo Servo e fin dall'inizio dei lavori di costruzione gli dimostrò con una celeste visione il suo compiacimento.
Il 30 aprile del 1882, Don Bosco era nella sacrestia della cappella, presso la sorgente Chiesa del S. Cuore. Gli apparve Luigi Colle, giovane di preclare virtù, morto già da tempo a Tolone.
Il Santo, che già parecchie volte se l'era visto apparire, si fermò a contemplarlo. Vicino a Luigi stava un pozzo, dal quale il giovane cominciò ad attingere acqua. Ne aveva tirata abbastanza.
Meravigliato, Don Bosco, chiese: Ma perché tiri su tanta acqua?
- Attingo per me e per i miei genitori. - Ma perché in tanta quantità?
- Non comprende? Non vede che il pozzo raffigura il Sacro Cuore di Gesù? Quanti più tesori di grazia e di misericordia ne escono, tanti più ve ne rimangono.
- Come mai, Luigi, ti trovi qui?
- Sono venuto a farle una visita ed a dirle che io sono felice in Paradiso. -
In questi visione di San Giovanni Bosco il Sacro Cuore è presentato come pozzo inesauribile di misericordia. Invochiamo oggi con frequenza la divina misericordia per noi e per le anime più bisognose.
Fioretto. Evitare le piccole mancanze volontarie, che tanto dispiaciono a Gesù.
Giaculatoria. Gesù, ti ringrazio che tante volte mi hai perdonato!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


18° giorno: Cuore amico - Cuore nemico (http://www.stellamatutina.eu/18-giorno-cuore-amico-cuore-nemico/)
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“18° giorno: Cuore amico – Cuore nemico.
CUORE AMICO.
Quando Gesù, prima di salire il Calvario, fece il discorso di addio agli apostoli nell’ultima Cena, usò le espressioni più forti dell’amicizia: «Nessuno ha amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici» (Gv 15,13), e «voi siete i miei amici» (Gv 15,14).
Il Cuore di Gesù è il nostro supremo Cuore amico.
Come Dio e come uomo, Egli non verrà mai meno nella sua amicizia per noi che siamo stati da lui «riscattati a caro prezzo» (1Cor 6,20), a prezzo del suo «sangue prezioso» (1Pt 1,19). A noi Egli ha lasciato la sua promessa: «Sarò con voi fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
San Girolamo scrisse una volta in una lettera a un cuore in tormento: «Vuoi tu provare le ineffabili delizie dell’amicizia? Sii l’amico di Dio!».
Se vogliamo la pace e la serenità dell’animo, Gesù ci dice con parola consolante: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14,27). Se vogliamo il sostegno e la forza per tirare avanti in questo mondo perverso, Egli ci assicura: «Confidate, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). Se vogliamo il conforto nei travagli e nei dolori, ricordiamo Gesù che ci ripete senza stancarsi: «Venite a Me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28) e a santa Margherita il Sacro Cuore fece questa promessa per tutti i devoti: «Li consolerò nelle loro pene».
Diceva bene san Bonaventura, innamoratissimo del Sacro Cuore: «Nel suo sacro Corpo voglio innalzare tre tende: una nelle sue mani, una nei piedi, e una terza, per sempre, nel suo costato aperto; qui parlerò al suo Cuore, e impetrerò quanto vorrò». E santa Gemma Galgani proponeva a Gesù, con la sua solita tenerezza, di fare del proprio cuore una «tenda d’amore» per vivere sempre con Lui e piena solo di Lui.
Anche le apparizioni del Sacro Cuore a santa Margherita sono state un’altra squisita espressione dell’amicizia di Gesù. Il dono della devozione al Sacro Cuore è il dono dell’amore di Gesù che vuol vivere in comunione con noi.
E anzi: ogni giorno noi dovremmo bramare di fondere il nostro cuore con quello di Gesù nella Santa Comunione.
E così, di giorno in giorno, fino alla morte, che sarà serena perché potremo presentarci con fiducia a Lui, come ci assicura santa Margherita:
«Oh, quanto è dolce la morte, dopo aver vissuto con devozione costante al Cuore di Colui che ci dovrà giudicare!». E Gesù stesso ha promesso:
«Sarò loro rifugio in vita, e particolarmente in morte».
CUORE NEMICO
Il nostro cuore non ha che una scelta: o è amico o è nemico di Gesù Cristo: «Chi non è con Me è contro di Me» (Mt 12,30).
Purtroppo, noi possiamo essere nemici di Gesù, e lo siamo ogni qualvolta ci mettiamo a pensare, parlare o agire diversamente da come Lui ci ha insegnato.
«Se uno osserva la sua parola – dice l’Evangelista – veramente l’amore di Dio in lui è perfetto. In ciò conosciamo di essere in Lui. Chi dice di dimorare in Lui, deve camminare cosi come Egli camminò» (1Gv 2,6).
Chi invece rifiuta la parola di Gesù, si mette contro di Lui, rinnega il suo amore, come Gesù stesso ha detto: «Chi non mi ama, non osserva la mia parola» (Gv 14,24).
Un cuore nemico è un cuore in peccato mortale, che ha amato qualcosa più di Dio, che ha venduto Gesù per trenta denari, che lo ha barattato con Barabba.
Anziché di Cristo, i cuori di troppi cristiani sono amici di quel mondo maledetto da Gesù (Lc 17,1) e che rende nemici di Dio, come grida san Giacomo: «Adulteri, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia nei riguardi di Dio? Chiunque pertanto vuole essere amico del mondo, si costituisce nemico di Dio» (Gc 4,2-3).
E quando manca l’amore di Dio, manca anche l’amore del prossimo. Se non si ama Gesù, come si può amare i fratelli? come si può amare persino i nemici? Molti si illudono stoltamente di amare il prossimo, pur calpestando qualche comandamento di Dio. Confondono l’amore che viene da Dio – la carità, la grazia divina – con i sentimenti naturali di compassione o benevolenza che si può provare per gli altri. È un’apparenza che inganna, questa, perché «chi disprezza anche uno solo dei dieci comandamenti – insegna sant’Agostino – pecca contro l’amore dal quale dipendono tutti i Comandamenti».
E sant’Antonio di Padova aggiunge: «Solo l’amore al Cuore del Redentore può portare all’amore del prossimo».
Ma come potrò amare il fratello con l’amore di Cristo, se il mio cuore si è fatto nemico di Cristo, calpestando il suo volere? «Da questo conosciamo di amare i figli di Dio – dice san Giovanni – se amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti» (1Gv 5,2).
Se Gesù vuole che io santifichi la Domenica con la partecipazione alla Santa Messa (terzo comandamento), se vuole che io non commetta atti impuri (sesto comandamento) e non desideri la donna che non è mia sposa (nono comandamento), quando commetto questi peccati io oltraggio il Cuore di Gesù calpestando il suo volere.
Il mio cuore diventa allora suo nemico, al servizio del demonio: «Chi commette il peccato viene dal diavolo» (Gv 3,8).
Come potrò dunque amare il fratello, se non con questo stesso cuore nemico di Gesù? Il mio amore non potrà essere che un amore disgraziato, ossia senza la grazia di Dio. È orribile. Ma è così!
Cuore di Gesù, salva il nostro cuore!
Proposito: Pregare ogni giorno per i nemici.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





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«18 giugno 2018.
Sant'Efrem diacono e dottore della Chiesa è nato nel 306 a Nisibi, in Mesopotamia ed è morto nel 373 a Edessa. Scrittore della chiesa di Siria, fu grande oratore, e venne definito "l'arpa dello Spirito Santo".»
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“18 giugno 2018.
Marco e Marcelliano, santi, martiri di Roma, le reliquie, unitamente a quelle di Tranquillino, loro presunto padre, e di Felice e di Vittore, sono custodite all’altare in fondo alla cripta dei Ss. Cosma e Damiano in Via Sacra. La Passio Sebastiani ci tramanda che Marco e Marcelliano erano fratelli e pochi giorni prima della loro ascesa in Cielo furono ordinati diaconi da papa Caio. Furono sepolti vicino a papa Damaso nel cimitero di Basileo, luogo ancora oggi non identificato. Nel 1583 i resti furono ritrovati sepolti nell’angolo sinistro della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano. Per custodirne i corpi fu consacrato un altare dal futuro pontefice Leone XI, altare al quale Gregorio XIII concesse l’Indulgenza Plenaria. Il 10 dicembre del 1949 venne eseguita la ricognizione delle reliquie; in questa occasione si prese atto che parte di esse erano state donate alla chiesa di Forme (Aquila), dove i santi sono venerati come Patroni. Loro resti sono anche dentro l’urna di porfido dell’altare maggiore di S. Nicola in Carcere. Parte di un braccio di Marcelliano è conservato in un reliquiario d’argento del XIII secolo nella chiesa di S. Maria in Campitelli. Secondo una tradizione si vorrebbero loro reliquie anche nella chiesa di S. Medardo a Soissons.
M.R.: 18 giugno - A Roma, sulla via Ardeatina, il natale dei santi Martiri Marco e Marcelliano fratelli, i quali nella persecuzione di Diocleziano, dal Giudice Fabiano presi e legati ad un tronco, furono trafitti nei piedi con acuti chiodi, e perchè non cessavano di lodare Cristo, furono trapassati con lance nei fianchi, e colla gloria del martirio passarono al regno celeste.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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“Don Umberto Pessina (S. Sisto di Poviglio il 26 aprile 1902 - Correggio, 18 giugno 1946), Priore di S. Martino di Correggio, vittima dei proiettili di alcuni partigiani comunisti, "caduto Martire di Gesù Cristo, per mano dei figli di Caino, dei continuatori della legge di Caino che è la contraddizione vivente del cristianesimo fondato essenzialmente sull’amore" (Mons. Beniamino Socche, Vescovo di Reggio Emilia).”
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“Il 18 giugno 1939 Pio XII proclama san Francesco e santa Caterina Patroni d'Italia.
«Sono questi, o Italia, i tuoi alti Patroni al cospetto di Dio, il quale pure ti ebbe privilegiata fra tutte le sponde del Mediterraneo e degli oceani, stabilendo in te, attraverso le mirabili vicende di un popolo prode, ignaro del consiglio e della mano divina, la Sede dell’impero pacifico del Pastore universale delle anime redente dal sangue di Gesù Cristo. Caterina e Francesco, sotto il beatificante ciglio di Dio, guardano Roma e le regioni italiche, perché l’amore, che nutrirono quaggiù vivendo e operando, non si spegne nel cielo, ma si rinfiamma nell’imperituro amore di Dio»
(Pio XII, Discorso sui Patroni d’Italia, 5 maggio 1940)”



https://www.dominicanes.it/images/santacaterina-sanfrancesco.jpg


https://www.dominicanes.it/images/santacaterina-sanfrancesco.jpg



"PIO XII : S FRANCESCO D'ASSISI E S. CATERINA DA SIENA PATRONI D'ITALIA - Roma.
https://www.youtube.com/watch?v=gR8XgIoOWnY
Papa Pacelli a Santa Maria sopra la Minerva ricorda con solenne rito (musica diretta da don Lorenzo Perosi) S. Caterina e S. Francesco patroni d'Italia - video del C.C.C. (Centro Cattolico Cinematografico) 1939-1940."


https://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/briefs/documents/hf_p-xii_brief_19390618_patroni-italia.html
"PIO XII BREVE PONTIFICIO CON CUI IL SANTO PADRE PROCLAMA SAN FRANCESCO D'ASSISI E SANTA CATERINA DA SIENA PATRONI PRIMARI D'ITALIA."





COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
19-06-18, 23:51
19 GIUGNO 2018: diciannovesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



“Santa Giuliana Falconieri, vergine, 19 giugno.”
“Santi Gervasio e Protasio, martiri, lo stesso giorno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«SANTA GIULIANA FALCONIERI
Vergine e Fondatrice delle Sorelle dell'Ordine dei Servi della beata Vergine Maria.
Doppio.
Paramenti bianchi.
Nascita: Firenze, 1270 circa
Morte: Firenze, 19 giugno 1341
Beatificazione: 26 luglio 1678 da papa Innocenzo XI
Canonizzazione: 16 giugno 1737 da Papa Clemente XII
Santuario principale: Basilica della Santissima Annunziata (Firenze)
SANTA MESSA
Nata a Firenze, nell'anno 1270, dall'illustre famiglia dei Falconieri, Giuliana diede, fin dall'infanzia, tali indizi della sua santità, che suo zio, sant'Alessio Falconieri, dichiarava a sua madre ch'essa aveva messo al mondo un angelo. Mai in tutto il corso della sua vita essa alzò gli occhi per osservare il volto d'un uomo, e il solo nome di peccato la faceva tremare (Introito). All'età di quindici anni votò solennemente a Dio la sua verginità (Epistola, Vangelo). «Cercando, o Giuliana, soltanto le nozze coll'Agnello celeste, tu lasci la casa paterna e dirigi un coro di vergini. Tu gemi notte e giorno sui dolori del tuo Sposo crocifisso e piangi ai piedi della Madre di Dio, dal cuore trafitto da sette spade» (Inno dei Primi Vespri). Avendo fondato infatti l'Ordine delle Mantellate - chiamate così perché portavano un corto mantello -, fu incaricata da san Filippo Benizzi di occuparsi di tutto l'Ordine dei Serviti, che onora specialmente i dolori della Vergine. Due giorni la settimana essa prendeva per unico nutrimento il Pane degli Angeli. All'età di settant'anni, non potendo più ritenere alcun alimento, si doleva di non poter comunicarsi. Chiese che almeno le si accostasse al cuore il Santissimo Sacramento e, per un miracolo, il pane consacrato disparve stampando sulla sua carne la forma di un'ostia rappresentante l'immagine di Gesù Crocifisso (Orazione). Essa rese allora l'ultimo respiro e fu introdotta con letizia presso il trono del Re divino (Graduale). Era il 19 giugno 1340.
Chiediamo allo Spirito Santo di ottenerci, di poter come santa Giuliana, esser nutriti e fortificati, durante la nostra agonia, dal corpo di Cristo, che ci condurrà fino alla patria celeste (Orazione).
* Giuliana, della nobile famiglia de' Falconieri, nacque nell'anno 1270 ed ebbe per padre l'Illustrissimo fondatore della splendida chiesa della Santissima Annunziata, che si vede tuttora a Firenze, e che eresse dalle fondamenta a proprie spese, e per madre Riguardata, tutti due già di età avanzata e fino allora sterili. Fin da bambina diede non piccolo indizio della futura santità; infatti fu udita spontaneamente pronunziare colle labbra che appena vagivano i dolcissimi nomi di Gesù e Maria. Entrata poi nella puerizia si diede tutta alle cristiane virtù, facendovi tali progressi, che il beato Alessio, suo zio, le cui istruzioni ed esempi ella seguiva, non dubitò di dire a sua madre, non una donna aver ella dato alla luce, ma un angelo. Difatti era così modesta nel volto, e di animo così puro da ogni benché lievissima macchia di colpa, che non alzò mai in tutto il corso della sua vita gli occhi per considerare la faccia di un uomo, e la sola parola peccato la faceva tremare; anzi al racconto di un crimine fu così colpita, che cadde subito quasi esanime. Non avendo neppur compito il quindicesimo anno di età, non curante dei beni opulenti della famiglia, e sdegnosa di nozze terrene, fece a Dio solenne voto di verginità nelle mani di san Filippo Benizzi, e per la prima ricevé da lui l'abito religioso delle Mantellate.
L'esempio di Giuliana fu seguito da moltissime donne delle più nobili famiglie, e la madre stessa si fece religiosa sotto la direzione della figlia, così che, cresciuto a poco a poco di numero, istituì l'ordine delle Mantellate, dando loro per vivere piamente delle regole che rivelano somma prudenza e santità. San Filippo Benizzi conoscendo ottimamente le sue virtù, sul punto di morire non credé di raccomandare meglio che a Giuliana non soltanto le donne, ma l'ordine intero dei Servi, di cui era stato propagatore e capo. Tuttavia ella pensava sempre bassamente di sé; e, benché maestra delle altre, pure serviva le consorelle in tutte le occupazioni domestiche, anche vili. Assidua alla preghiera, vi passava le notti intere spesso rapita in estasi, e il tempo che rimaneva, l'impiegava nel comporre le discordie dei cittadini, nel ritrarre i peccatori dalle vie cattive, e nel servire gli ammalati, rendendo loro più d'una volta la sanità lambendo colla sua bocca il pus sprizzante dalle ulceri. Era solita martoriare il suo corpo con sferze, corde nodose, cinture di ferro, veglie, dormendo sulla nuda terra. Ogni settimana, durante quattro giorni, prendeva pochissimo cibo e questo grossolano, gli altri due si contentava del solo Pane degli Angeli, e il sabato si nutriva solo di pane e acqua.
Vita sì dura le cagionò una malattia di stomaco, che si aggravò, riducendola, avendo settant'anni di età, agli estremi. Sopportò gl'incomodi della lunga malattia con ilarità di volto e fortezza d'animo; s'udì lamentare solo d'una cosa, che, non potendo prendere e ritenere alcun cibo, fosse tenuta lontana dalla mensa Eucaristica per rispetto al Sacramento. Trovandosi in quest'angoscia, pregò il sacerdote che almeno le portasse e le accostasse al petto il Pane divino, che non poteva ricevere colla bocca. Il sacerdote l'accontentò, ed oh meraviglia! nel medesimo istante il divin Pane disparve, e Giuliana con volto sereno e sorridente spirò. La cosa rimase misteriosa finché il corpo della vergine non venne preparato secondo l'uso; allora si trovò sul lato sinistro del petto, impressa sulla carne come un sigillo, la forma di un'ostia, rappresentante l'immagine di Gesù crocifisso. La fama di questo prodigio e di altri miracoli le conciliarono la venerazione non solo di Firenze, ma di tutto l'orbe cristiano, e crebbe talmente durante quasi quattro secoli interi, che finalmente Papa Benedetto XIII ordinò che il giorno della sua festa se ne recitasse l'Ufficio proprio da tutto l'ordine dei Servi della beata Vergine Maria. Clemente XII poi, munificentissimo protettore dello stesso ordine, risplendendo ella di giorno in giorno per nuovi miracoli, la iscrisse nel catalogo delle sante Vergini.
- Al Vangelo.
** Omelia di s. Gregorio papa.
Omelia 12 sui Vangeli.
Spesso vi raccomando, fratelli carissimi, di fuggire le opere cattive e di evitare la corruzione di questo mondo, ma quest'oggi la lettura del santo Vangelo mi costringe a dirvi di stare molto attenti a non perdere il merito delle vostre buone opere, a non cercare, nel bene che fate, il favore o la stima degli uomini, ad impedire che si insinui in voi il desiderio della lode e ad agire in modo che, quanto appare di fuori, non sia dentro vuoto di ricompensa. Il Redentore infatti ci parla di dieci vergini, e le dice tutte vergini; eppure non tutte hanno meritato di essere ammesse al soggiorno della beatitudine, perché alcune di esse, mentre cercavano una gloria esteriore della loro verginità, non si curarono di mettere dell'olio nelle loro lampade.
Ma prima dobbiamo chiederci che cosa sia il regno dei cieli, o perché lo si paragoni a dieci vergini, ed anche quali vengano dette vergini prudenti e quali vergini stolte. Mentre infatti è certo che nessun reprobo entrerà nel regno dei cieli, perché questo viene paragonato anche a delle vergini stolte? Dobbiamo sapere che spesso nel linguaggio sacro la Chiesa del tempo presente viene chiamata regno dei cieli. Onde altrove il Signore dice: "Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, e toglieranno dal suo regno tutti gli scandali". Certamente in quel regno di beatitudine, dove c'è la suprema pace, non si potranno trovare scandali da togliere.
Ciascuno vive in un corpo che ha cinque sensi; il numero cinque poi, raddoppiato, dà dieci. E, poiché la moltitudine dei fedeli comprende ambedue i sessi, la santa Chiesa si dice simile a dieci vergini. E poiché in essa i cattivi si trovano mescolati coi buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle vergini prudenti ed anche a delle vergini stolte. Infatti ci sono molti che vivono nella continenza, che si guardano dagli appetiti esteriori, e dalla speranza sono portati ai beni interiori, che mortificano la propria carne, e anelano alla patria celeste con tutta la forza del loro desiderio, agognano i premi eterni, e non vogliono ricevere lodi umane per le loro fatiche. Questi certamente non ripongono la loro gloria nelle parole degli uomini, ma la nascondono nella loro coscienza. E ci sono poi molti che affliggono il loro corpo con l'astinenza, ma per questa stessa loro astinenza cercano gli applausi degli uomini.»
Sardinia Tridentina: Santa Giuliana Falconieri, Vergine, Fondatrice delle Sorelle dell'Ordine dei Servi della beata Vergine Maria (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/in-festo-sanct-iulian-falconieri_18.html?m=1).
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«SANTI GERVASIO E PROTASIO
Martiri.
Commemorazione.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
Oggi la Chiesa festeggia i due grandi santi martiri Gervasio e Protasio di cui Sant'Ambrogio nel 386 scopriva a Milano le salme gloriose. I loro nomi figurano nelle litanie dei santi.
* Gervasio e Protasio, figli di Vitale e Valeria, il padre dei quali subì il martirio per la fede di Cristo Signore a Ravenna e la madre a Milano, distribuito il loro patrimonio ai poveri, resero la libertà ai loro servi. Per il qual fatto i sacerdoti dei Pagani concepirono immenso odio verso di loro. E credettero di aver trovata una buona occasione per disfarsi dei pii fratelli, allorché il conte Astasio si preparava a partire per la guerra. Perché persuadono Astasio d'essere stati avvertiti dagli dei, ch'egli in nessun modo avrebbe vinto la guerra, se prima non avesse costretto Gervasio e Protasio a rinnegare Cristo e sacrificare agli dei. Ma questi detestando di ciò fare, Astasio comandò che Gervasio fosse battuto finché non fosse spirato sotto i colpi; Protasio dopo essere stato pesto con verghe, venne decapitato. Filippo, servo di Cristo, raccolse di nascosto i loro corpi e li seppellì nella sua casa: ritrovati poi da sant'Ambrogio dietro ispirazione di Dio, vennero collocati in luogo sacro ed insigne. Soffrirono a Milano il 19 Giugno.
La Commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di santa Giuliana Falconieri (link del post precedente).»
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Santa Giuliana Falconieri - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-giuliana-falconieri/)
http://www.sodalitium.biz/santa-giuliana-falconieri/
«19 giugno, Santa Giuliana Falconieri, Vergine (Firenze, 1270 circa – Firenze, 1341).
“A Firenze santa Giuliana Falconieri Vergine, Fondatrice delle Sorelle dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, dal Sommo Pontefice Clemente duodecimo ascritta nel numero delle sante Vergini”.»
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/





Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
19 juin : Sainte Julienne de Falconiéri, Vierge (1270-1341) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/19-juin-sainte-julienne-de-falconieri)
“19 juin : Sainte Julienne de Falconiéri, Vierge (1270-1341).”
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Giuliana Falconièri Vergine, Fondatrice delle Sorelle dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, dal Sommo Pontefice Clemènte duodecimo ascritta nel numero delle sante Vergini. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questa santa Vergine, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Giuliana Falconièri possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


“Io saluto oggi il Vostro amantissimo Cuore ed intendo salutarlo per tre fini: I° in ringraziamento di questo gran dono, II° per compensarvi di tutte le ingiurie che avete ricevute da tutti i Vostri nemici in questo Sacramento, III° intendo, con questa visita adorarvi almeno in ispirito in tutti i luoghi della terra, dove Voi Sacramentato, ve ne state meno riverito e più abbandonato. Gesù mio, Vi amo con tutto il cuore.”
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19 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/19-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/19-giugno.htm
“GIORNO 19
RIMEDIARE AL PASSATO
19° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i propri peccati.
RIMEDIARE AL PASSATO
Gesù ha il cuore di amico, di fratello, di padre.
Nell'Antico Testamento Dio si manifestava spesso agli uomini come il Dio della giustizia e del rigore; ciò era richiesto dalla rozzezza del suo popolo, che era l'ebreo, e dal pericolo dell'idolatria.
Il Nuovo Testamento invece ha la legge d'amore. Con la nascita del Redentore apparve nel mondo le benignità.
Gesù, volendo attrarre tutti al suo Cuore, trascorse la vita terrena beneficando e dando continuo saggio della sua infinita bontà; per questo i peccatori accorrevano a Lui senza timore.
Amò presentarsi al mondo come medico premuroso, come pastore buono, come amico, fratello e padre, disposto a perdonare non, sette volte, ma settanta volte sette. All'adultera, che a Lui fu presentata come degna di essere uccisa a sassate, diede generosamente il perdono, come lo diede alla Samaritana, a Maria di Magdala, a Zaccheo, al buon ladrone.
Usufruiamo anche noi della bontà del Cuore di Gesù, perché anche noi abbiamo peccato; nessuno dubiti del perdono.
Tutti siamo peccatori, quantunque non tutti allo stesso grado; ma chi più ha peccato, più in fretta e con fiducia si rifugi nel Cuore amabilissimo di Gesù. Se le anime peccatrici sono sanguinanti e rosse come cocciniglia, se confidano in Gesù, risanano e diventano bianche più che la neve.
Il ricordo dei peccati commessi suole essere un pensiero opprimente. Ad una certa età, quando diminuisce il bollore delle passioni, o dopo un periodo di crisi umiliante, l'anima, toccata dalla grazia di Dio, vede le gravi colpe in cui é caduta e naturalmente ne arrossisce; poi si domanda: Come mi trovo ora davanti a Dio?...
Se non si ricorre a Gesù, aprendo il cuore alla fiducia ed all'amore, prende il sopravvento il timore e lo scoraggiamento ed il demonio ne approfitta per deprimere l'anima, generando malinconia e pericolosa tristezza; il cuore depresso è come un uccella con le ali tarpate, incapace di spiccare il volo verso la cima delle virtù.
Il ricordo delle vergognose cadute e dei gravi dispiaceri arrecati a Gesù si deve utilizzare in bene, come si utilizza il concime per fecondare le piante e farle fruttare.
Venendo alla pratica, come si riesce in un affare di coscienza così importante? Si suggerisce la maniera più semplice ed efficace.
Quando si presenta alla mente il pensiero d'un passato peccaminoso:
1. - Si faccia un atto d'umiltà, riconoscendo la propria miseria. Appena l'anima si umilia, attira lo sguardo misericordioso di Gesù, il quale resiste ai superbi e dà la sua grazia agli umili. Presto il cuore comincia a rasserenarsi.
2. - Si apra l'animo alla fiducia, pensando alla bontà di Gesù, e si dica: Cuore di Gesù, confido in Te!
3. - Si emetta un atto d'amor di Dio, fervente, dicendo: Gesù mio, molto ti ho offeso; ma molto ora ti voglio amare! - L'atto di amore è un fuoco che brucia e distrugge i peccati.
Compiendo i sopraddetti tre atti, di umiltà, di fiducia e d'amore, l'anima avverte un misterioso sollievo, un'intima gioia e pace, che si può solo provare ma non esprimere.
Data l'importanza dell'argomento, ai devoti del Sacro Cuore si fanno delle raccomandazioni.
1. - In un periodo qualsiasi dell'anno, scegliere un mese e dedicarlo tutto alla riparazione dei peccati commessi nella vita.
E' consigliabile fare questo almeno una volta nel corso della vita.
2. - È bene scegliere anche un giorno alla settimana, tenendolo stabile, e destinarlo alla riparazione delle proprie colpe.
3. - Chi avesse dato scandalo, o con la condotta o con i consigli o con eccitamenti al male, preghi sempre per le anime scandalizzate, affinché nessuna si danni; inoltre salvi più anime che può con l'apostolato della preghiera e della sofferenza.
Un ultimo suggerimento si dà a chi ha peccato e realmente vuole rimediare: compiere molti atti buoni, in opposizione agli atti cattivi.
Chi ha mancato contro la purezza, coltivi bene il giglio della bella virtù, mortificando i sensi e specialmente gli occhi ed il tatto; castighi il corpo con penitenze corporali.
Chi ha peccato contro la carità, portando odio, mormorando, imprecando, faccia del bene a chi gli ha fatto del male.
Chi ha trascurato la Messa nei giorni festivi, ascolti più Messe che può, anche nei giorni feriali.
Quando si compie un gran numero di simili atti buoni, non solo si ripara il male fatto, ma ci si rende più cari al Cuore di Gesù.
ESEMPIO
Un segreto d'amore
Fortunate le anime, che durante la vita mortale possono godere delle delicatezze dirette di Gesù! Sono queste le persone privilegiate, che Dio sceglie affinchè riparino per l'umanità peccatrice.
Un'anima peccatrice, che fu poi preda della divina misericordia, godeva delle predilezioni di Gesù. Addolorata dei peccati commessi, ed anche gravi, memore di ciò che disse il Signore a San Girolamo « Dammi i tuoi peccati! », spinta dal divino amore e dalla confidenza, disse a Gesù: Ti regalo, Gesù mio, tutti i miei peccati! Distruggili nel tuo Cuore!
Gesù sorrise e poi rispose: - Ti ringrazio di questo gradito regalo! Tutto perdonato! Dammi spesso, anzi spessissimo, i tuoi peccati ed io ti dono le mie carezze spirituali! - Commossa a tanta bontà, quell'anima offriva a Gesù le sue colpe molte volte al giorno, ogni volta che pregava, quando entrava in Chiesa o vi passava dinnanzi... e suggeriva agli altri di fare altrettanto.
Si approfitti di questo segreto d'amore!
Fioretto. Fare la S. Comunione e possibilmente ascoltare la S. Messa in riparazione dei propri peccati e dei cattivi esempi dati.
Giaculatoria. Gesù, ti offro i miei peccati. Distruggili!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


19° giorno: Cuore prudente - Cuore imprudente (http://www.stellamatutina.eu/19-giorno-cuore-prudente-cuore-imprudente/)
http://www.stellamatutina.eu/19-giorno-cuore-prudente-cuore-imprudente/
“19° giorno: Cuore prudente – Cuore imprudente
CUORE PRUDENTE.
«Nel pensiero divino – insegna san Cipriano – l’anima dev’essere la guida del corpo; ma, se questo prende il sopravvento, finisce col trascinare la sua stessa guida nella rovina fatale».
La prudenza è una virtù guida dell’uomo, anzi è «la moderatrice delle virtù, degli affetti e dei costumi.
Togli la prudenza, e la virtù diverrà vizio, la sapienza follia o eccesso», dice san Lorenzo Giustiniani.
Gesù ha parlato più volte della prudenza nel Vangelo: «Siate prudenti come serpenti» (Mt 10,16). Ha descritto la prudenza dell’uomo che dovendo edificarsi la casa, se la edifica sulla roccia (Mt 7,24), e fa prima i conti a tavolino sui mezzi a disposizione per portarla a termine senza esporsi alle critiche degli altri (Lc 14,28-30).
Gesù ha lodato la prudenza dell’uomo saggio che trova un tesoro in un campo, e corre a vendere tutto ciò che ha, per acquistare quel campo (Mt 13,44). Ha magnificato la prudenza nella bellissima parabola delle vergini prudenti, che, a differenza delle vergini imprudenti, si erano fornite dell’olio nelle lampade per averle accese all’arrivo dello sposo ed entrare con Lui al banchetto nuziale (Mt 25,1-13).
Gesù stesso ha dato l’esempio di alta prudenza nel rispondere con ponderazione alle domande insidiose degli scribi e farisei, che cercavano ogni occasione per coglierlo in fallo nelle parole e nei fatti.
Il Cuore di Gesù è sorgente della prudenza cristiana che deriva dall’amore, e vuole porsi a custodia e a garanzia dell’amore. Bisogna essere prudenti per non perdere la vita della grazia, per non compromettere la fede, per salvaguardare i valori e soprattutto i valori più alti ricevuti da Dio.
Non è certo la «prudenza della carne» (Rm 8,6) che Gesù vuol vedere in noi. La prudenza della carne non mira che a salvaguardare i propri tornaconti terreni, le soddisfazioni degli istinti, le ambizioni del cuore, le voglie e i gusti dell’«uomo animale» (1Cor 2,14), pronta ai compromessi e ai baratti, sacrificando la coscienza alla carne, la coerenza ai capricci, le esigenze della vita cristiana alle seduzioni del mondo e del peccato.
La prudenza cristiana, invece, fa guardare sempre a ciò che vale al cospetto di Dio e per l’eternità. Per questo fa essere pronti anche a cavarsi un occhio e a troncarsi un piede (Mt 18,8), pur di non perdere la propria anima, che è unica, e in cambio della quale l’uomo non può dare nulla (Mt 16,26).
Gesù Crocifisso, con il suo Cuore squarciato, ci dimostra la suprema prudenza nel conquistare a prezzo del sangue i supremi beni della gloria di Dio e della salvezza delle anime.
CUORE IMPRUDENTE
La prudenza è un tesoro che «vale più di tutti i tesori» (Pro 3,13). Ma gli uomini in possesso di questo tesoro sono davvero pochi. Nel compiere il bene o nell’evitare il male, quante imprudenze si compiono! Con le parole o con i fatti, per sé o per gli altri, piccoli e grandi, combiniamo spesso danni e rovine che la prudenza avrebbe fatto evitare.
Oggi, poi, con tanti pericoli che incombono, con tutta la corruzione e la disonestà che domina la nostra vita sociale, è tanto più necessario «non far nulla senza averci ben pensato» (Sir 32,24). «In tutte le azioni – raccomanda sant’Ambrogio – dobbiamo stare in guardia perché la passione non turbi la ragione, della quale dobbiamo ascoltare il consiglio».
Le tensioni nervose, gli stimoli eccitanti della pubblicità, le provocazioni pressoché continue delle passioni stuzzicate, le occasioni così frequenti di peccato, esigerebbero un cuore prudente a tutta prova, per non agire sotto la pressione degli impulsi del momento che fanno scegliere senza ponderatezza né misura. Sant’Ignazio di Loyola raccomandava ai suoi con saggezza: «Non si deve prendere nessuna decisione né nell’entusiasmo né nella depressione dell’animo, ma si deve decidere secondo quel che consiglia la matura riflessione, e non l’impulso».
Se si fosse ponderato con prudenza, molti non avrebbero sbagliato la scelta della loro strada o la scelta del lavoro, evitando così il lamento dell’insoddisfazione di fondo che non lascia più quieti.
Se si ponderasse con cuore sincero l’offerta straordinaria della salvezza eterna che il Cuore di Gesù ha assicurato a chi pratica i nove primi venerdì del mese (con la Confessione e la Comunione), non ci sarebbe nessun cristiano così imprudente e superficiale da rifiutare una simile offerta. E invece, quanti non tengono in nessun conto questa offerta del Cuore di Gesù!
Il cuore imprudente è leggero, frivolo, capriccioso.
Cerca solo emozioni e soddisfazioni. Non vuole impegni né sforzi. Per lui la strada migliore da percorrere è sempre la più facile. E si illude penosamente di trovarsi sempre bene.
«Attenti alla strada! – ammoniva san Giuseppe Cafasso in una predica – La strada del mondo è tracciata lungo un precipizio…». Chiediamo a Gesù di rendere il nostro cuore prudente e avveduto sulle strade di questo mondo.
Proposito: Leggere e meditare le parabole del Regno dei cieli (Mt 13,44-50; 25,1-13).
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





http://www.radiospada.org
http://www.edizioniradiospada.com/
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“19 giugno 2018: Santi Gervasio e Protasio, martiri
A Milano, commemorazione dei santi Gervasio e Protasio, martiri, i cui corpi furono rinvenuti da sant’Ambrogio e in questo giorno solennemente traslati nella nuova basilica da lui costruita.”
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“19 giugno 2018.
Giuliana Falconieri, santa, morta il 19 giugno del 1341 fu sepolta nella chiesa dell’Annunziata di Firenze. Venne beatificata nel 1678 e canonizzata nel 1737. Le Mantellate trasteverine della chiesa di S. Maria Regina Coeli, sue consorelle, possedevano la reliquia di una sua gamba, che attualmente risulta conservata in un’urna in S. Marcello al Corso. In questa chiesa, poste in altre otto urne, si custodiscono le preziose reliquie del beato Barbarici, dei martiri Pio, Felice e Modesto, di santa Faustina, di S. Rufino, della Beata Elisabetta Picenardi, di S. Filippo Benizi, del Beato Bonaventura Tornielli, dei Sette Santi Fondatori.
M.R.: 19 giugno - A Firenze santa Giuliana Falconieri Vergine Fondatrice delle Sorelle dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, dal Sommo Pontefice Clemente duodecimo ascritta nel numero delle sante Vergini.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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“Nuestra Senora del Pino, apparizione avvenuta a Teror.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
20-06-18, 23:25
20 GIUGNO 2018: ventesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35861433_1411114728989845_1957242323641303040_n.jp g?_nc_cat=0&oh=3c62339ada811be53f711b6dbcf48889&oe=5BA3A817


«SAN SILVERIO
Papa e Martire.
Semplice.
Paramenti rossi.
Nascita: Frosinone, 480 circa
Morte: Ponza, 2 dicembre 537
LVIII Papa della Chiesa cattolica
Elezione: 1º giugno 536
Insediamento: 8 giugno 536
Fine pontificato: 11 novembre 537
Predecessore: papa sant'Agapito I
Successore: papa Vigilio
Sepoltura: Palmarola (isola arcipelago ponziano)
Patrono di: Ponza, Frosinone, Scerni e Valprato Soana
SANTA MESSA
Figlio del Papa Ormisda, che era sposato prima d'entrare negli Ordini, Silverio fu rivestito della pienezza del sacerdozio, succedendo ad Agapito sul trono papale (Introito, Alleluia). L'Imperatrice bizantina, Teodora, gli richiese di stabilire sul trono patriarcale di Costantinopoli un eresiarca, che, «vivendo schiavo dei suoi empi desideri e privo dello Spirito di Dio» (Epistola), era stato deposto da Agapito. Avendo il Papa rifiutato, Teodora lo fece esiliare nell'isola di Ponza. Discepolo del Cristo, il Santo Pontefice lo imitò portando questa pesante croce (Vangelo), e governò di là la Chiesa «nutrendosi, secondo che egli stesso diceva, del pane dell'afflizione e dell'acqua dell'angoscia». Dopo poco tempo Silverio, minato dalle privazioni e dalle sofferenze, s'addormentò nel Signore, nell'anno 538. Il suo corpo, portato a Roma, fu deposto nella basilica Vaticana.
* Silverio, nato nella Campania, fu creato Pontefice subito dopo Agapito: la sua dottrina e santità rifulse nel perseguitare gli eretici, e la sua forza d'animo si rivelò nel mantenere il giudizio di Agapito. Difatti, nonostante le reiterate istanze dell'imperatrice Teodora, si rifiutò di ristabilire Antimo, che Agapito aveva deposto dal vescovado di Costantinopoli come fautore dell'eresia di Eutiche. Perciò la donna irata ordina a Belisario di mandare Silverio in esilio. Questi fu deportato nell'isola di Ponza, donde si dice che scrivesse in questi termini al vescovo Amatore: Sono sostentato col pane della tribolazione e l'acqua dell'angoscia, ma né ho rinunziato né rinunzierò alla mia carica. E veramente, stremato in breve dagl'incomodi e dalle sofferenze, si addormentò nel Signore il 20 Giugno. Il suo corpo, trasportato a Roma e deposto nella basilica Vaticana, fu illustrato da molti miracoli. Governò la Chiesa più di tre anni, e creò nel mese di Dicembre tredici preti, cinque diaconi, diciannove vescovi per luoghi diversi.
Sancta Missa (http://divinumofficium.com/cgi-bin/missa/missa.pl)
P.S. Selezionare la lingua italiana.»
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"San Silverio, papa e martire, 20 giugno."
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




Madonna della Consolata - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/madonna-della-consolata/)
http://www.sodalitium.biz/madonna-della-consolata/
«20 giugno, Madonna della Consolata, patrona di Torino.
Preghiera alla SS. Vergine Consolata.
Oppresso dalla tribolazione, gemendo e piangendo sotto il peso delle mie miserie, a Voi ricorro, o Beatissima Vergine Maria.
Voi siete in Cielo la Regina degli Angeli e dei Santi, ma qui in terra Voi volete essere la Madre delle consolazioni. Voi siete la Consolata; ed io Vostro figlio benché indegno voglio essere simile a Voi, voglio essere consolato.
Io non Vi chiedo onori, o Maria, non piaceri, non ricchezze: io Vi chiedo consolazione. O Madre mia dolcissima, Voi sapete il modo, Voi conoscete la via per esaudirmi; in Voi pienamente mi affido.
Dite una parola a quel Gesù che con tanto amore tenete fra le Vostre braccia: ed io gusterò la gioia del conforto.
Da Voi consolato, o Maria, e dal Vostro Divin figlio, io porterò in pace le stesse mie tribolazioni; mi sarà facile il soffrire, mi sarà dolce il morire; e come sarò giunto ai piedi del Vostro trono, io canterò senza posa in eterno le Vostre misericordie. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/19274800_10211279919131628_7027945200960718329_n-174x300.jpg


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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

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“Pascendi Dominici Gregis.”
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“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

“20 juin 1667 : Clément IX est élu Pape.
Giulio Rospigliosi est né le 27 janvier 1600 à Pistoia. Docteur en philosophie, il devient enseignant en théologie.
En 1657, on le nomme cardinal, puis secrétaire d’Etat en 1657 ; il est élu Pape le 20 juin 1667 sous le nom de Clément IX.
Par la suite, il devient le médiateur pour la négociation du Traité d’Aix-la-Chapelle (1668) et fait cesser la guerre de dévolution entre la France, l’Espagne, l’Angleterre et les Pays-Bas.”
“20 juin 1809 : Napoléon apprend son excommunication fulminée par Pie VII.”
20 juin : Saint Sylvère, Pape et Martyr (? 538) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/20-juin-saint-sylvere)
“20 juin : Saint Sylvère, Pape et Martyr († 538).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/6115/2909/0085/06_20_saint_sylvere.jpg


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Silvério, Papa e Martire, il quale, non avendo voluto ristabilire Antimo, Vescovo eretico, deposto dal suo predecessore Agapito, fu da Belisario, per istigazione dell’empia Teodóra Augusta, cacciato in esilio, ed ivi morì sfinito per i molti disagi sopportati per la fede cattolica. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Papa e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Silvério possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

"Preghiera alla SS. Vergine Consolata
Oppresso dalla tribolazione, gemendo e piangendo sotto il peso delle mie miserie, a Voi ricorro, o Beatissima Vergine Maria. Voi siete in Cielo la Regina degli Angeli e dei Santi, ma qui in terra Voi volete essere la Madre delle consolazioni. Voi siete la Consolata; ed io Vostro figlio benché indegno voglio essere simile a Voi, voglio essere consolato. Io non Vi chiedo onori, o Maria, non piaceri, non ricchezze: io Vi chiedo consolazione. O Madre mia dolcissima, Voi sapete il modo, Voi conoscete la via per esaudirmi; in Voi pienamente mi affido. Dite una parola a quel Gesù che con tanto amore tenete fra le Vostre braccia: ed io gusterò la gioia del conforto. Da Voi consolato, o Maria, e dal Vostro Divin figlio, io porterò in pace le stesse mie tribolazioni; mi sarà facile il soffrire, mi sarà dolce il morire; e come sarò giunto ai piedi del Vostro trono, io canterò senza posa in eterno le Vostre misericordie. Così sia.
20 giugno. Dalla bacheca di don Ugo Carandino."
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20 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/20-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/20-giugno.htm
“GIORNO 20
MANSUETUDINE DI GESU'
20° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare gli omicidi, i ferimenti e le risse.
MANSUETUDINE DI GESÙ
Gesù è il Maestro Divino; noi siamo i suoi discepoli ed abbiamo il dovere di ascoltare i suoi insegnamenti e di metterli in pratica.
Consideriamo alcune lezioni particolari, che il Sacro Cuore ci impartisce.
La Chiesa rivolge a Gesù questa invocazione: Cuore di Gesù, mite ed umile di Cuore, rendi il nostro cuore simile al tuo! - Con tale preghiera ci presenta il Sacro Cuore, come modello di mansuetudine e d'umiltà e ci esorta a domandargli queste due virtù.
Dice Gesù: Prendete su di voi il mio giogo ed imparate da me, che sono mite ed umile di Cuore, e troverete il riposo alle anime vostre, perchè il mio giogo è soave ed il mio peso è leggero. (S. Matteo, XI-29). Quanta pazienza, mansuetudine e dolcezza manifestò Gesù nella sua vita! Da Bambino, cercato a morte da Erode, fuggì lontano, in braccio alla Vergine Madre. Nella vita pubblica fu perseguitato dai perfidi Giudei e offeso con i titoli più umilianti, quale « bestemmiatore » ed « indemoniato ». Nella Passione, accusato falsamente, taceva, tanto che Pilato con meraviglia disse: Vedi di quante cose ti accusano! Perché non rispondi? (S. Marco, XV-4). Condannato a morte innocentemente, si avviò al Calvario, con la Croce sulle spalle, come un mansueto agnello che va al macello.
Oggi Gesù ci dice: Imitatemi, se volete essere miei devoti! -
Nessuno può imitare perfettamente il Maestro Divino, ma tutti dobbiamo sforzarci di ricopiare in noi la sua immagine come meglio ci è possibile.
Sant'Agostino osserva: Quando Gesù dice. Imparate da me! - non intende che impariamo da Lui a creare il mondo ed a fare miracoli, bensì ad imitarlo nella virtù. Se vogliamo trascorrere serenamente la vita, non amareggiarci più del bisogno, stare in pace nella famiglia, vivere pacificamente col nostro prossimo, coltiviamo la virtù della pazienza e della mansuetudine. Tra le beatitudini annunziate da Gesù sulla montagna, c'è questa: Beati i mansueti, perché erediteranno la terra! - (S. Matteo, V-5). Ed invero, chi è paziente e dolce, chi è delicato nei modi, chi tutto sopporta con calma, diviene padrone dei cuori; al contrario, il carattere nervoso ed impaziente aliena gli animi, si rende pesante e viene disprezzato. La pazienza ci è tanto necessaria e bisogna esercitarla prima di tutto con noi stessi. Quando si avvertono nel nostro animo i moti dell'ira, freniamo subito la commozione e conserviamo il dominio di noi stessi. Questa padronanza si acquista con l'esercizio e con la preghiera.
È anche vera pazienza con noi stessi il sopportare il nostro carattere ed i nostri difetti. Quando commettiamo uno sbaglio, senza arrabbiarci, ma diciamo con calma: Pazienza! - Se cadiamo in un difetto, anche dopo aver promesso di non, ricadervi, non perdiamo la pace; facciamoci coraggio e promettiamo di non cadervi in seguito. Fanno tanto male coloro che perdono le staffe e poi si arrabbiano perché si sono arrabbiati e s'indispettiscono con se stessi.
Pazienza con gli altri! Coloro, coi quali abbiamo da trattare, sono come noi, pieni di difetti e, come vogliamo essere compatiti noi negli sbagli e nelle mancanze, così dobbiamo compatire gli altri. Rispettiamo i gusti e le vedute altrui, finché non sono evidentemente male.
Pazienza in famiglia, più che altrove, specialmente con i vecchi e gli ammalati. Si raccomanda:
1. - Nei primi assalti dell'impazienza frenare in modo particolare la lingua, affinché non si pronunzino ingiurie, imprecazioni o parole poco decenti.
2. - Nelle discussioni non pretendere di avere sempre ragione; sapere cedere, quando lo richiede la prudenza e la carità.
3. - Nei contrasti non accalorarsi troppo, ma parlare « piano » e con calma. Un forte contrasto o diverbio si può vincere con una risposta mite; donde il proverbio: « La risposta dolce spezza l'ira! »
Quanto bisogno c'è di mansuetudine nella famiglia e nella società! A chi ricorrere per averla? Al Sacro Cuore! Diceva Gesù a Suor Maria della Trinità: Ripetimi spesso questa preghiera: Rendi, Gesù, il mio cuore mite ed umile come il tuo!
ESEMPIO
Trasformazione
Una nobile famiglia era allietata da una corona di figliuoli, d'indole più o meno differente. Chi faceva esercitare spesso la pazienza alla mamma era Francesco, ragazzo di buon cuore, intelligente, ma collerico ed ostinato nei suoi pensieri.
Questi si accorse che nella vita si sarebbe trovato male, lasciando senza freno i suoi nervi, e propose di correggersi assolutamente; con l'aiuto di Dio riuscì.
Studiò a Parigi e nell'Università di Padova, dando ai compagni di studio esempi di pazienza e di grande dolcezza. Si offrì a Dio e fu ordinato Sacerdote e consacrato Vescovo. Iddio permise che esercitasse l'ufficio di Pastore delle anime nella difficile regione del Chiablese, in Francia, ov'erano i protestanti più sfegatati.
Quanti insulti, persecuzioni e calunnie! Francesco rispondeva col sorriso e con la benedizione. Da giovanetto aveva proposto di rendersi sempre più dolce e mansueto, contraddicendo all'indole collerica, alla quale per natura sentivasi inclinato; nel suo campo di apostolato le occasioni di esercitare la pazienza, anche eroica, erano frequenti; ma seppe dominarsi, sino a destare le meraviglie degli avversari.
Un avvocato, spinto da Satana, nutriva un odio implacabile contro il Vescovo e glielo esternava in privato ed in pubblico.
Il Vescovo un giorno, incontrandolo, gli si avvicinò amichevolmente; prendendolo per mano gli disse: Io vi voglio bene; voi volete farmi del male; ma sappiate che anche quando voi mi strappaste un occhio, io seguiterei a guardarvi amorevolmente con l'altro. -
L'avvocato non ritornò a migliori sentimenti e, non potendo sfogare la collera contro il Vescovo, ferì di spada il suo Vicario Generale. Fu messo in prigione. Francesco andò a visitare il suo acerrimo nemico nella prigione, l'abbracciò e tanto brigò finché lo fece mettere in libertà. Con tale eccesso di bontà e di pazienza, tutti i protestanti del Chiablese si convertirono, in numero di settanta mila.
San Vincenzo De' Paoli una volta esclamò: Ma se Monsignor di Sales è tanto dolce, come doveva essere dolce Gesù!?...
Francesco, il ragazzo collerico di un tempo, oggi è Santo, il Santo della dolcezza, San Francesco di Sales.
Ricordiamoci che chi vuole, può correggere il suo carattere, anche se molto nervoso.
Fioretto. Nelle contrarietà frenare i moti della collera.
Giaculatoria. Rendi, Gesù, il mio cuore mite ed umile come il tuo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


20° giorno: Cuore giusto - Cuore ingiusto (http://www.stellamatutina.eu/20-giorno-cuore-giusto-cuore-ingiusto/)
http://www.stellamatutina.eu/20-giorno-cuore-giusto-cuore-ingiusto/
“20° giorno: Cuore giusto – Cuore ingiusto.
CUORE GIUSTO
La giustizia è perfezione, perché è armonia delle cose.
È giusto ciò che è retto e ordinato. Dio è giustizia infinita.
Il Cuore di Gesù è il cuore giusto per eccellenza.
Tutto in esso è armonia degli affetti, equilibrio dei sentimenti, misura delle emozioni, ordine dei movimenti.
La giustizia si esercita verso Dio e verso gli uomini: «Date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21).
Gesù si è incarnato per un’opera di somma giustizia oltre che di sommo amore. Egli voleva soddisfare la giustizia di Dio per il peccato dell’uomo. Solo Lui – Dio uomo – poteva riparare su misura infinita l’oltraggio infinito che il peccato arreca a Dio. E Lui lo ha fatto espiando nel suo Corpo Santissimo le nostre colpe, pagando con il suo Sangue Divino la gloria di Dio e la nostra salvezza.
Ma proprio Lui, venuto a riparare l’ingiustizia dell’uomo, è stato vittima della più grande ingiustizia che l’umanità abbia mai compiuto da che mondo è mondo.
A parte il tradimento di Giuda e l’odio degli scribi e dei farisei, a parte la montatura delle calunnie per avere un qualsiasi capo d’accusa contro di Lui, bastano più di tutto le parole che Pilato disse nel tentativo di evitare a Gesù la morte: «Non trovo in lui nessuna colpa» (Lc 23,22).
Gesù fu riconosciuto pubblicamente innocente. Eppure venne condannato e crocifisso fra due ladroni. Inconcepibile ingiustizia contro l’uomo giusto!
Fra le beatitudini, Gesù ha messo questa che dice: «Beati voi quando vi oltraggeranno, vi perseguiteranno, vi calunnieranno a causa mia» (Mt 5,15). San Bonaventura dice giustamente che questa è la più alta delle beatitudini proclamate e vissute da Gesù per noi. L’oltraggio, la calunnia: per un cuore giusto sono le cose più terribili. Ma se crocifiggono il cristiano, nello stesso tempo lo esaltano, perché «grande sarà la vostra ricompensa nei cieli» (Mt 5,12). E Gesù ce ne ha dato la garanzia con la sua Passione e Morte trasformate in Resurrezione e Ascensione al cielo.
CUORE INGIUSTO
Il mondo è stato definito un teatro di ingiustizie. E gli uomini sono gli attori che offrono un continuo spettacolo di ingiustizie.
Verso Dio, anzitutto, e verso i fratelli. Pur di appagare il proprio egoismo, il cuore dell’uomo sa calpestare ogni senso di giustizia a livello sia personale che sociale, sia materiale che spirituale. «Dal cuore dell’uomo vengono pensieri cattivi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, falsità, bestemmie» (Mt 15,19). Infedeltà e inganni, menzogne e tradimenti, sequestri e rapine, violenze e delitti: basta leggere le cronache di un qualunque giornale quotidiano in ogni parte del mondo, per conoscere liste di nefandezze che gli uomini sanno trarre dal loro cuore.
A parte, però, le cronache nere dei fatti più gravi e clamorosi, non è forse vero che la nostra stessa giornata risulta così spesso piena di tante ingiustizie segrete e non segrete?
Ingiustizie nei pensieri con i sospetti e i giudizi temerari.
Ingiustizie nelle parole con le critiche e le mormorazioni.
Ingiustizie nei desideri con le brame della donna e delle cose d’altri. Ingiustizie nelle azioni con i modi di trattare bruschi e duri, secondo gli umori, i nervi, le simpatie e le antipatie.
Quale rete sottile di ingiustizie viene tessuta lungo le nostre giornate!
Perché tutto questo? Unicamente perché non vogliamo seguire il Volere di Dio che ci ha tracciato il binario della giustizia e della bontà.
Basterebbe l’osservanza fedele dei Comandamenti di Dio per avere il cuore giusto, sempre pieno di rettitudine.
Dell’uomo giusto, infatti, il Salmista dice: «La legge del suo Dio è nel suo cuore» (Sal 36,30).
E in cima alla legge di Dio, è chiaro, stanno l’onore e l’amore che dobbiamo offrire al nostro Creatore e Padre, al nostro Redentore e Fratello, allo Spirito Santo, nostro Santificatore e Difensore, alla Madonna, nostra Genitrice e Mediatrice. Pensiamo, adesso, al Sacro Cuore di Gesù. Nelle apparizioni a santa Margherita, Egli afferma con trasporto di essere «appassionato di amore per gli uomini», fino a volere «arricchirli dei suoi preziosi tesori, e trarli dalla perdizione».
Eppure, senza ritegno, la maggior parte degli uomini gli danno in cambio soltanto «ingratitudini, con irriverenze e sacrilegi, freddezze e disprezzo». Non è forse nera ingiustizia, questa, nei nostri cuori?
Ci ravvederemo?
Cuore di Gesù, ricettacolo della giustizia, abbi pietà di noi e donaci la forza di riparare a tante ingiustizie compiute da noi e dagli altri.
Proposito: Impegno di osservare esattamente i doveri del proprio stato.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
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“20 giugno 2018: San Silverio, Papa e martire.”
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“Il 20 giugno 1667 Papa Clemente IX Rospigliosi viene esaltato al Sommo Pontificato.”
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“Il 20 giugno 1888 Leone XIII pubblicava l'enciclica "Libertas":
«È Dio che ha creato l’uomo socievole e lo ha posto nel consorzio dei suoi simili, affinché ciò che secondo natura desiderava e non poteva conseguire da solo, divenisse un facile acquisto vivendo in società. Perciò è necessario che la società civile, proprio in quanto società, riconosca Dio come Padre e Creatore suo proprio, e che tema e veneri il suo potere e la sua sovranità. Pertanto, la giustizia e la ragione vietano che lo Stato sia ateo o che - cadendo di nuovo nell’ateismo - conceda la stessa desiderata cittadinanza a tutte le cosiddette religioni, e gli stessi diritti ad ognuna indistintamente. Dunque, dal momento che è necessaria la professione di un sola religione nello Stato, è necessario praticare quella che è unicamente vera e che non è difficile riconoscere, soprattutto nei Paesi cattolici, per le note di verità che in essa appaiono suggellate».
- Prodotti mostrati: Cent'anni di Magistero quasi dimenticato”
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“L'omaggio di Radio Spada alla festa della Madonna Consolata (20 giugno).”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
21-06-18, 22:53
21 GIUGNO 2018: ventunesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“SAN LUIGI GONZAGA
Confessore.
Doppio.
Paramenti bianchi.
* Dalla «Lettera alla madre» di san Luigi Gonzaga.
(Acta SS., giugno, 5, 878)
Canterò senza fine le grazie del Signore.
Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito Santo e consolazioni senza fine. Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovavo ancora in questa regione di morti. Ma facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi. Per parte mia avrei desiderato di trovarmici da tempo e, sinceramente, speravo di partire per esso già prima d'ora.
La carità consiste, come dice san Paolo, nel «rallegrarsi con quelli che sono nella gioia e nel piangere con quelli che sono nel pianto». Perciò, madre illustrissima, devi gioire grandemente perché, per merito tuo, Dio mi indica la vera felicità e mi libera dal timore di perderlo. Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce. Non riesco a capacitarmi come il Signore guardi alla mia piccola e breve fatica e mi premi con il riposo eterno e dal cielo mi inviti a quella felicità che io fino ad ora ho cercato con negligenza e offra a me, che assai poche lacrime ho sparso per esso, quel tesoro che è il coronamento di grandi fatiche e pianto.
O illustrissima signora, guàrdati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita.
La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo.
Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso. E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze. Ho preferito scriverti perché niente mi è rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre.”
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San Luigi Gonzaga - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-luigi-gonzaga/)
http://www.sodalitium.biz/san-luigi-gonzaga/
«21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia.»
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
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“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
320. Catechismo San Pio X
https://www.youtube.com/watch?v=j80FxJ5cdvE
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

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https://novusordowatch.org/

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https://www.truerestoration.org/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“21 juin 1429 : la triple donation du Royaume de France.”
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“21 juin 1791 : arrestation du Roi de France Louis XVI à Varennes.”

“21 juin 1054 : décès de Bruno d’Eguisheim-Dagsbourg, connut comme Pape sous le nom de Saint Léon IX.”

21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/21-juin-saint-louis-de-gonzague)
http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/21-juin-saint-louis-de-gonzague
“21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1615/2909/0086/06_21_saint_louis_gonzague.jpg


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"Heiliger Aloisius, bitte für uns!"
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“San Luigi Gonzaga, confessore, 21 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
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www.sursumcorda.cloud
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Demétria Vergine: fu figlia dei santi Martiri Flaviàno e Dafrósa e sorella della santa Vergine e Martire Bibiàna; ed ottenne, sotto Giuliano l’Apòstata, la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Demétria possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


"Magliette: Sursum Corda Maglietta San Giuseppe 2018."
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21° giorno: Cuore forte - Cuore debole (http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/)
http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/
“21° giorno: Cuore forte – Cuore debole
CUORE FORTE
La fortezza è la virtù di coloro che affrontano con coraggio difficoltà e pericoli, e anche la morte, per il servizio di Dio e il bene dei fratelli.
Un cuore forte è un cuore virile, generoso e saldo nel sopportare pesi o avversità anche gravi, non esclusa la morte violenta.
Pensiamo al cuore dei Martiri che entrano nell’arena e vanno incontro alle belve feroci per farsi sbranare, pur di non tradire la fede in Gesù che ha detto: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima» (Mt 10,28).
Il glorioso san Sebastiano, colpito dalle frecce dei carnefici, cadde ferito gravemente, ma non morì. Venne curato dai cristiani, e si riebbe; ma, lungi dal pensare a una fuga, con cuore intrepido si presentò all’imperatore Diocleziano, e gli disse, vedendolo tremare: «Tu tremi, Cesare. Perché? Temi forse che io nasconda un pugnale sotto la toga? L’unica vendetta dei cristiani è quella di pregare per i loro persecutori e assassini…».
Ma pensiamo soprattutto alla fortezza del Cuore di Gesù, il Martire divino, che si donò all’immolazione per noi, lasciandosi anche trafiggere dalla lancia di Longino. Perché Gesù si volle immolare, e che cosa lo sostenne nell’immolazione? Lo sostenne unicamente l’amore, perché solo l’amore è più forte della stessa morte (Ct 8,6).
Solo la fortezza che deriva dall’amore è intrepida, anche se non temeraria, e rende audaci nella dedizione fino al sacrificio totale. Gesù si è comportato così con noi, e la fortezza dell’amore per la nostra salvezza l’ha sostenuto nel Getsemani, sotto i flagelli, sotto la corona di spine, sotto la condanna al grido di «crocifiggilo» (Mc 15,14), sotto la croce e sulla croce, e continua a sostenerlo nell’Eucaristia come vittima che intercede instancabilmente per noi (Eb 7,25).
Ci vuole un cuore fortissimo per sostenere infedeltà e tradimenti degli amici, oltraggi e bestemmie dai beneficati.
E il Cuore di Gesù non solo sostiene, ma è pronto a perdonare, a dimenticare, a riabbracciare chi ritorna a Lui. Egli è preoccupato unicamente della salvezza dell’uomo, e chi ritorna a Lui, sentirà ripetere da Lui ciò che disse il papà del figliuol prodigo: «Questo figlio era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,24).
Quando si ama, si è così; più cresce l’amore, più non si guarda che alla persona amata. E quando sappiamo che chi ci ama e chi possiamo amare è una Persona Divina, l’amore può raggiungere una forza che supera ogni limite e ci dona i «folli per Cristo» (1Cor 4,10), capaci di ripetere ciò che diceva l’ardente san Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada?… Né morte né vita… ci potrà separare dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù Signore nostro» (Rm 8,35-39).
CUORE DEBOLE
L’uomo è creatura dal cuore debole. L’instabilità e la fragilità, l’egoismo e la viltà hanno molto spesso il dominio del cuore dell’uomo. Anche di fronte agli affetti più sacri, il cuore dell’uomo non promette che una sicurezza relativa.
Quanti affetti umani infranti dall’infedeltà coniugale; quanti impegni sacri profanati dall’abbandono della missione sacerdotale; quanti vincoli di amicizia spezzati dall’instabilità del cuore dell’uomo!
Se il cuore dell’uomo è capace di amare con dedizione senza pari, è anche capace, però, di lasciarsi sedurre da un piacere, da una soddisfazione, da un guadagno immediato.
Un giorno un papà di famiglia chiese al santo Curato d’Ars: «Posso condurre mia figlia al ballo?». «No, amico mio», rispose con decisione il Santo.
«Ma non ballerà», disse il papà. E il Santo, pronto: «Ballerà il suo cuore!».
Proprio così. Il cuore dell’uomo balla molto facilmente di fronte alla seduzione del male.
Sono molti, purtroppo, i cristiani che cedono alle sollecitazioni morbose e spesso immonde del cinema, degli spettacoli televisivi, della stampa e delle mode scandalose.
A volte basta che un amico inviti al cinema osceno o passi una rivista pornografica, e non si ha la forza di opporsi.
Si direbbe che in tanti cristiani ci sia un cuore di coniglio anziché un cuore di soldato del Regno di Dio.
E così, dove c’è un cuore di coniglio, si viene meno anche a doveri assunti con grande impegno e magari con entusiasmo. Pensiamo, ad esempio, a quanti decidono di fare fedelmente i nove primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore. Cominciano per uno, due, tre Venerdì poi un intoppo, una difficoltà che esigerebbe un atto di forza, e invece si interrompe tutto miseramente, perché non si ha il cuore forte.
Eppure la devozione al Sacro Cuore, quando è sincera, rende il cuore nostro simile al Cuore di Gesù: mite e umile, ma anche forte e coraggioso. Santa Margherita dovette avere un cuore intrepido per portare avanti la devozione al Sacro Cuore. Era donna, era sola, con poca salute, senza mezzi, chiusa in un monastero, inesperta, incompresa e malvista per la novità della devozione al Sacro Cuore. Ma l’amore supplisce a tutto. Un cuore pieno d’amore divino può tentare ogni impresa. E il Cuore di Gesù la sostenne fino alla fine, vittoriosamente.
Proposito: Impegno di fare ogni anno fedelmente i nove primi venerdì del mese.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



21 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm
“GIORNO 21
UMILTA' DI GESU'
21° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per la gioventù maschile e femminile.
UMILTA’ DI GESÙ
Il Cuore di Gesù si presenta al mondo, non solo come modello di mitezza, ma anche di umiltà. Queste due virtù sono inseparabili, per cui chi è mite è pure umile, mentre chi è impaziente suole essere anche superbo. Impariamo da Gesù ad essere umili di cuore.
Il Redentore del mondo, Gesù Cristo, è il medico delle anime e con la sua Incarnazione volle curare le piaghe dell'umanità, specialmente la superbia, che è la radice di ogni peccato, e volle dare luminosissimi esempi d'umiltà, sino a dire: Imparate da me, che sono umile di Cuore!
Riflettiamo un po' sul gran male che è la superbia, per detestarla e per invogliarci dell'umiltà.
La superbia è la stima esagerata di se stessi; è il desiderio disordinato della propria eccellenza; è la smania di comparire e attirarsi la stima altrui; è la ricerca della lode umana; è l'idolatria della propria persona; è una febbre che non dà pace.
Dio odia la superbia e la punisce inesorabilmente. Cacciò dal Paradiso Lucifero e tanti altri Angeli, rendendoli tizzoni d'inferno, a motivo della superbia; per la stessa ragione punì Adamo ed Eva, i quali avevano mangiato il frutto proibito, sperando di divenire simili a Dio.
La persona superba è odiata da Dio ed anche dagli uomini, perchè costoro, pur essendo superbi, ammirano e sono attratti dall'umiltà.
Lo spirito del mondo è spirito di superbia, che si manifesta in mille modi.
Lo spirito del Cristianesimo invece è tutto improntato all'umiltà.
Gesù è il modello perfettissimo dell'umiltà, abbassandosi oltre ogni dire, sino a lasciare la gloria del Cielo e farsi Uomo, a vivere nel nascondimento di una povera bottega e ad abbracciare ogni sorta di umiliazione, specialmente nella Passione.
Amiamo anche noi l'umiltà, se vogliamo piacere al Sacro Cuore, e pratichiamola ogni giorno, perché ogni giorno se ne presentano le occasioni.
L'umiltà consiste nello stimarci per quello che siamo, cioè un impasto di miseria, fisica e morale, e nell'attribuire a Dio l'onore di qualche bene che in noi riscontriamo.
Se riflettiamo a ciò che realmente siamo, dovrebbe costarci poco il mantenerci umili. Abbiamo forse delle ricchezza? O le abbiamo ereditate e questo non è nostro merito; o le abbiamo acquistate, ma presto dovremo lasciarle.
Abbiamo un corpo? Ma quante miserie fisiche!... Si perde la salute; sparisce la bellezza; attende la putrefazione del cadavere.
E l'intelligenza? Oh, com'è limitata! Come sono scarse le cognizioni umane, davanti allo scibile dell'universo!
La volontà poi è inclinata al male; si vede il bene, si apprezza e tuttavia ci si appiglia al male. Oggi si detesta il peccato, domani lo si commette pazzamente.
Come possiamo insuperbirci se siamo polvere e cenere, se siamo nulla, anzi se siamo numeri negativi davanti alla Divina Giustizia?
Poiché l'umiltà è il fondamento di ogni virtù, i devoti del Sacro Cuore facciano di tutto per praticarla, poiché, come non si può piacere a Gesù se non si ha la purezza, che è l'umiltà del corpo, così non gli si può piacere senza l'umiltà, che è la purezza dello spirito.
Pratichiamo l'umiltà con noi stessi, non cercando di comparire, non brigando per guadagnarci la lode umana, respingendo subito i pensieri di orgoglio e di vana compiacenza, anzi facendo un atto d'umiltà interna ogni qual volta avvertiamo un pensiero di superbia. Si mortifichi la voglia di primeggiare.
Siamo umili con il prossimo, non disprezziamo alcuno, perché chi disprezza, dimostra di avere molta superbia. L'umile compatisce e copre i difetti altrui.
Non si trattino con alterigia gl'inferiori ed i dipendenti.
Si combatta la gelosia, che è la figlia più pericolosa della superbia.
Si accettino in silenzio le umiliazioni, senza scusarsi, quando questo non porta conseguenze. Come benedice Gesù quell'anima, che accetta un'umiliazione in silenzio, per amore suo! Lo imita nel suo silenzio davanti ai tribunali.
Quando si riceve qualche lode, si offra subito a Dio la gloria e si faccia un atto di umiltà internamente.
Si pratichi più che tutto l'umiltà nei rapporti con Dio. La superbia spirituale è pericolosa assai. Non ci si stimi più buoni degli altri, perché il Signore è il Giudice dei cuori; convinciamoci che siamo peccatori, capaci di ogni peccato, se Dio non ci sostenesse con la sua grazia. Chi sta in piedi, stia attento a non cadere! Chi ha la superbia spirituale e crede di avere molta virtù, tema di fare qualche grave caduta, perché Dio potrebbe rallentare la sua grazia e permettere che cada in umilianti colpe! Il Signore resiste ai superbi e li umilia, mentre si avvicina agli umili e li esalta.
ESEMPIO
Minaccia divina
Gli Apostoli, prima che ricevessero lo Spirito Santo, erano molto imperfetti e lasciavano a desiderare riguardo all'umiltà.
Non comprendevano gli esempi che loro dava Gesù e le lezioni d'umiltà, che sgorgavano dal suo Cuore Divino. Una volta il Maestro li chiamò a sè vicino e disse: Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano ed i grandi esercitano il potere sopra di esse. Ma tra voi non sarà così; anzi chi vorrà tra voi divenire maggiore, sia vostro ministro. E chi vorrà tra voi essere il primo, sia vostro servo, come il Figliuolo dell'Uomo, che non è venuto ad essere servito, ma a servire ed a dare la sua vita in redenzione di molti (S. Matteo, XX - 25).
Quantunque alla scuola del Maestro Divino, gli Apostoli non si distaccarono subito dallo spirito di superbia, sino a meritarne rimprovero.
Un giorno si avvicinavano alla città di Cafarnao; approfittando che Gesù era un po' scostato e pensando che non li ascoltasse, misero avanti la questione: chi di loro fosse il più grande. Ognuno portava le ragioni del proprio primato. Gesù tutto udiva e taceva, addolorato che i suoi intimi non apprezzassero ancora il suo spirito d'umiltà; ma giunti a Cafarnao ed entrati in casa, domandò loro: Di che cosa discorrevate per via?
Gli Apostoli compresero, arrossirono e tacquero.
Gesù allora si sedette, prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e dopo averlo abbracciato, disse: Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei Cieli! (Matteo, XVIII, 3). Questa è la minaccia che fa Gesù ai superbi: non ammetterli nel Paradiso.
Fioretto. Pensare alla propria nullità, richiamando alla mente il giorno in cui saremo cadaveri dentro una bara.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi il disprezzo delle vanità del mondo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



21 Giugno - San Luigi Gonzaga (http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-luigi-gonzaga.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-luigi-gonzaga.htm
"21 GIUGNO
SAN LUIGI GONZAGA
Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591.
Fu tra i Santi che più si distinsero per innocenza e purezza. La Chiesa gli dà il titolo di "giovane angelico" perchè egli, nella sua vita, assomigliò agli Angeli, nei pensieri,
negli affetti, nelle opere. Nacque da famiglia principesca, crebbe tra gli agi e fu esposto a moltissime tentazioni nelle varie corti che frequentò ma, con la più rigida modestia e con la più severa penitenza, seppe custodire così illibato il giglio della sua verginità da non offuscarlo mai, neppure con un piccolo neo. Non si era ancora accostato alla prima Comunione che già aveva consacrato a Dio la sua verginità."

"NOVENA A SAN LUIGI GONZAGA
(diffusa da San Giovanni Bosco - testo tratto da: il Giovane Provveduto)
Valida anche per la Pia pratica delle 6 Domeniche in onore di San Luigi:
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Plenaria a tutti quelli, che santificheranno sei Domeniche consecutive ad onore di Lui. Queste Domeniche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell'anno, purchè uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Questa Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."

"ORAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
I. O caro S. Luigi, che emulaste sulla terra la purezza degli Angeli del Cielo, avendo conservato fino alla morte bella e candida la stola della battesimale innocenza, per quel grande amore che portaste a tutte le virtù, e specialmente a quella che rende i giovani altrettanti angeli in carne, impetrateci da Dio una grande purità di mente, di cuore, di costumi, e la grazia di non perdere giammai la sua preziosa amicizia. Gloria.
2. O caro S. Luigi, che ben conoscendo la necessità dell'obbedienza per conseguire l'eterna salute, avete sempre riconosciuto nella volontà dei vostri superiori quella di Dio, sottoponendovi con gioia e prontezza, fate che anche noi vi imitiamo in sì bella virtù, per goderne i meriti con voi in eterno. Gloria.
3. O caro S. Luigi, che sebbene viveste sulla terra una vita da vero angelo di paradiso, pure avete voluto castigare il vostro corpo colla più austera mortificazione, ottenete a noi che abbiamo macchiato le anime nostre da molti peccati, di vincere le nostre delicatezze e di esercitare le opere di vera e sincera penitenza, col sopportare volentieri gli incomodi e i dispiaceri della vita, onde conseguire quel premio eterno, che Iddio misericordioso concede in paradiso ai veri e sinceri penitenti. Gloria."

"ATTO DI CONSACRAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
O angelico S. Luigi, noi ci affidiamo oggi alla vostra protezione e vi eleggiamo per nostro speciale protettore ed avvocato presso Dio. Prostrati ai vostri piedi risolviamo fermamente di adoperarci con tutte le nostre forze per onorarvi ed imitarvi. Da oggi innanzi, noi vogliamo far aperta professione di essere totalmente vostri, di camminare sulle vostre tracce, di imitare le vostre virtù, e specialmente la vostra angelica purità, la vostra profonda umiltà, la vostra perfetta ubbidienza e la vostra carità incomparabile. Tanto promettiamo solennemente a pie' del vostro altare in presenza di tutta la Corte Celeste. Voi però, o gran Santo, otteneteci la grazia di essere fedeli a questa promessa per tutta la nostra vita onde poterci meritare la gloria eterna. Così sia."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PER LA PUREZZA
O Luigi, Santo, di angelici costumi adorno, io indegnissimo vostro devoto, raccomando a voi singolarmente la castità del mio corpo e della mia anima. Vi prego per l’angelica vostra purezza di raccomandarmi all’Angelo immacolato Gesù Cristo ed alla sua Santissima Maria Vergine delle vergini, ed a custodirmi da ogni grave peccato.
Non permettere che io mi imbratti di macchia alcuna di impurità ma quando mi vedrete nella tentazione e nel pericolo di peccare, allontanate dal cuor mio i pensieri e gli affetti immondi e risvegliate in me la memoria dell’eternità e di Gesù Crocifisso, imprimetemi altamente nel cuore un timore santo di Dio; e riscaldatemi di amor divino, fate che, con l’imitare voi in terra, meriti con voi di godere Dio nel cielo.
Amen.
Pater, Ave e Gloria."

"Glorioso san Luigi, che conducesti una vita santa e illibata, tutta dedita
al servizio di Dio, ottienici la grazia di vincere le tentazioni del male
e di conservare sempre puro il nostro cuore.
Tu che consumasti la tua giovane vita a servizio dei fratelli ammalati di peste,
concedici di esercitare con animo generoso la carità verso tutti gli uomini
e in particolare verso coloro che soffrono."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
I. Angelico S. Luigi, che nonostante tu sia nato fra gli agi e le ricchezze del mondo,
con il continuo esercizio dell'orazione, del ritiro e della penitenza, non hai aspirato che ai beni del Paradiso,
ottieni a noi tutti la grazia di guardare sempre con distacco le comodità della vita presente,
al fine di assicurarci i gaudi della vita futura. Gloria al Padre...
II. Angelico S. Luigi, che nonostante tu non abbia mai perso l'innocenza battesimale,
mortificasti sempre la tua carne con i più tormentosi strumenti e con il più rigoroso digiuno,
ottieni a noi tutti la grazia di mortificare tutti i nostri sensi affinché non abbiano a causarci
la perdita del più prezioso tra i tesori, che è la grazia di Dio. Gloria al Padre...
III. Angelico S. Luigi, che piangesti con contrizione così viva le più leggere imperfezioni della tua fanciullezza,
da svenire ai piedi del confessore nell'atto di accusartene, ottieni a noi tutti la grazia di piangere con grande sincerità
le nostre colpe, e di accostarci sempre con le giuste disposizioni al Sacramento della Penitenza. Gloria al Padre...
IV. Angelico S. Luigi, che nella necessità di intrattenerti con i grandi del tuo tempo e di partecipare
ai loro mondani divertimenti, ti sei sempre trattenuto con loro con così grande riserbo
da essere da tutti indicato come un angelo in carne, ottieni a noi tutti la grazia di disprezzare il rispetto umano
e di tenere sempre una condotta che sia edificante per i fratelli. Gloria al Padre...
V. Angelico S. Luigi, che chiamato allo stato religioso, fra tutti gli ostacoli che ti opposero, ti mostrasti fermo e deciso
nel tuo santo proposito, e vi corrispondesti poi così bene da servire da modello per i più perfetti,
ottieni a noi tutti la grazia di seguire sempre con fedeltà e di corrispondere con esattezza alla chiamata divina,
Gloria al Padre...
VI. Angelico S. Luigi, che, consacrato al Signore con voto irrevocabile fin dai tuoi primi anni,
fosti così unito a Dio da non subire mai distrazione nella preghiera, da non soffrire mai tentazioni di impurità,
da essere miracolosamente conservato in vita tra i pericoli di naufragio e di incendio, e da ottenere sempre
tutto quello che chiedevi nell'orazione, ottieni a noi tutti la grazia di evitare tutto quello che potrebbe dispiacere a Dio,
affinché, costantemente protetti da Lui, resistiamo alle tentazioni del nemico e, crescendo nella strada della
giustizia, arriviamo a meritarci, con te, la gloria nel cielo. Gloria al Padre..."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PATRONO DELLA GIOVENTU'
"O San Luigi Patrono della gioventù, rendimi Angelo come sei tu"
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."





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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
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“21 giugno 2018: San Luigi Gonzaga, confessore.
Luigi Gonzaga, santo, le ceneri poste in un vaso di lapislazzuli si venerano nella cappella a lui dedicata in S. Ignazio di Loyola a Campo Marzio. Morto nel 1591 a ventitre anni, fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’Annunziata del Collegio Romano, dove ebbe varie sepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il 5 agosto del 1649.
M.R.: 21 giugno - A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l'innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
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“Il 21 giugno 1919, giorno della festa del purissimo san Luigi Gonzaga, nasceva Antonia Mesina, vergine di Orgosolo, prima discepola di santa Maria Goretti nella purezza e nel martirio.”
https://www.radiospada.org/2017/11/femina-virili-pectore-antonia-mesina-donna-martire-santa/
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
22-06-18, 22:42
22 GIUGNO 2018: ventiduesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«Sancte Pauline, ora pro nobis.»
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«Sancte Pauline, ora pro nobis.»
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http://www.sodalitium.biz/san-paolino-nola/
«22 giugno, San Paolino da Nola, Vescovo e Confessore (Bordeaux, 355 – Nola, 22 giugno 431).
“Presso Nola, città della Campania, il natale del beato Paolino, Vescovo e Confessore, il quale da nobilissimo e ricchissimo divenne povero ed umile per Cristo, e, non avendo più nulla, si fece schiavo per riscattare il figlio di una vedova, che i Vàndali, devastata la Campania, avevano condotto schiavo nell’Africa. Fu poi illustre non solo per dottrina e gran santità di vita, ma anche per la sua potenza contro i demoni. Le sue splendide lodi furono celebrate nei loro scritti dai santi Ambrogio, Girolamo, Agostino e Gre gorio Papa. Il suo corpo, trasferito a Benevénto e di là a Roma, final mente, per ordine del Sommo Pontefice Pio decimo, fu restituito a Nola”.
O splendido modello di cristiana perfezione, glorioso San Paolino, noi ammiriamo gli arcani disegni di Dio che vi condusse fino alla più sublime santità, che tutta in voi si manifestava non solo dalle opere, ma ancora dall’indole mitissima dal soave sorriso del volto, dalla dolcezza delle parole.
Decorato della dignità episcopale, offriste tutta l’anima per il bene del gregge affidatovi, e con vincoli di sincera amicizia stringeste a voi i più celebri uomini del vostro tempo, da Sant’Ambrogio a San Girolamo a Sant’Agostino, facendo di Nola come un crocevia dello spirito, luogo di pace, di ospitalità, di preghiera. O nostro amorevole padre, impetrateci la grazia di santificare con le opere lo stato in cui piacque a Dio di collocarci, ed in cuore infondeteci quei sentimenti di amore verso il prossimo che ci rendono, in mezzo ai nostri fratelli, veri imitatori della vostra soavità e dolcezza. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/paolino.jpeg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/paolino.jpeg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
22 juin : Saint Paulin, Évêque de Nole (354-431) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/22-juin-saint-paulin)
«22 juin : Saint Paulin, Évêque de Nole (354-431).»
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2215/2909/0088/06_22_St_Paulin.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2215/2909/0088/06_22_St_Paulin.jpg





www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Giovànni Fisher, Vescovo di Rochester e Cardinale, che per la fede cattolica e il primato del Romano Pontefice, per ordine del Re Enrico ottavo, fu decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Cardinale e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Giovànni Fisher possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

"Gesù mio, sebbene innocente, portaste la croce, ed io peccatore l’ho ricusata più volte. Mi confondo al solo pensarvi; e Vi prego a darmi quelle croci che vedrete proporzionate alle mie deboli forze. P. A. G."
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22° giorno: Cuore temperante - Cuore intemperante (http://www.stellamatutina.eu/22-giorno-cuore-temperante-cuore-intemperante/)
http://www.stellamatutina.eu/22-giorno-cuore-temperante-cuore-intemperante/
"22° giorno: Cuore temperante – Cuore intemperante
CUORE TEMPERANTE
La temperanza è la virtù cardinale fra le più nobili dell’uomo. Essa dona all’uomo il dominio di sé, l’armonia fra corpo e anima, l’ordinata sottomissione dei sensi e degli istinti allo spirito.
Un cuore temperante è un cuore sobrio, ordinato e nobile, che tiene in equilibrio tutta la persona.
Il divin Cuore di Gesù ci appare modello di temperanza per tutta la sua vita vissuta in perfetta sobrietà con se stesso e con gli altri.
Anch’Egli aveva gli stimoli della fame e della sete, del sonno e del riposo. Ma sappiamo bene come fosse padrone di sé, mortificandosi a tempo e luogo.
Gesù fece una quaresima intera di digiuno nel deserto; soffrì la sete al pozzo di Sichem e sulla Croce; sacrificava il sonno per trascorrere in preghiera le notti o le ore mattutine prima dell’alba; rinunziava spesso al riposo e al cibo per ammaestrare le folle e curare tanti ammalati.
Una vita sobria e forte, che ha disdegnato la soddisfazione di tante voglie della natura, da noi ritenute necessarie.
Gesù ci dimostra come si debba contentarsi del poco, con il cuore libero di dedicarsi a ciò che più vale, a ciò che resta per sempre: l’amore di Dio e del prossimo nella preghiera, nel sacrificio, nella carità.
A san Macario, celebre Padre del deserto, fu regalato un giorno un magnifico grappolo d’uva. Il Santo volle mortificarsi e si affrettò a portarlo a un altro eremita; questi accettò con riconoscenza, ma pensò anche lui di farne un sacrificio, portando quel grappolo d’uva a un altro monaco malaticcio. E così, dall’uno all’altro, il grappolo fece un lungo giro e ritornò a san Macario, il quale rimase molto edificato della temperanza e della carità fraterna che regnava fra i monaci.
Il cuore temperante è fatto così: si contenta dello stretto necessario, e tutto il resto lo trasforma in dono d’amore a Dio e ai fratelli.
Gesù ci offre il suo Cuore per questo: dobbiamo imparare da Lui ad amare ciò che solo merita di essere amato, perché non ci verrà mai meno, trasformando tutto il resto in occasione e mezzo di carità nella rinuncia alle voglie della natura ferita.
CUORE INTEMPERANTE
«L’uomo deve imparare a trattare il corpo come si tratta un malato, a cui si rifiutano molte cose inutili che desidera, e al quale si prescrive un regime che ripugna».
Questa massima di san Bernardo è la massima d’oro dell’uomo temperante.
Al contrario, per l’uomo intemperante, vale la terribile espressione di san Paolo: «Il loro dio è il ventre» (Fil 3,19), e il versetto del Salmista: «Torpido come il grasso è il loro cuore» (Sal 118,70).
Forse sono pochi coloro che si rendono conto della gravità mortale che l’intemperanza provoca al corpo e allo spirito. «Per l’intemperanza molti perirono – dice lo Spirito Santo – mentre l’uomo sobrio prolunga la vita» (Sir 37,34).
Questa è una verità che riguarda molti uomini. I vizi e i bagordi, le crapule e le ubriachezze, hanno distrutto la salute fisica e morale di tanti uomini. Fumo e vino, scorpacciate e leccornie, liquori e droghe, hanno falciato più vite umane che le guerre, hanno distrutto sistemi nervosi, hanno fatto dilapidare patrimoni, provocando rovine e miserie senza numero. «L’insonnia, i disturbi e i dolori sono per l’uomo intemperante», dice ancora lo Spirito Santo (Sir 31,23-24).
Anche parecchi grandi uomini si sono rovinati per non aver praticato la necessaria temperanza. Si sa, ad esempio, che Maometto, per le sue intemperanze nel cibo e nell’impudicizia, morì a sessant’anni quasi improvvisamente, ed era diventato così corpulento che negli ultimi anni non riusciva più a fare le prostrazioni di rito durante la preghiera.
Ma i danni più disastrosi dell’intemperanza sono morali e spirituali. A causa dell’intemperanza il cuore viene disfatto e corrotto, lo spirito viene soffocato e degradato.
«Nel vino c’è la lussuria», ha detto san Paolo (Ef 5,18). «Le carni, il vino e il ventre pieno sono un semenzaio di iniquità», ha sentenziato san Girolamo. «La voluttà è compagna ordinaria dell’intemperanza; mentre i sensi perdono del loro vigore nelle delizie della mensa, il cuore si lascia andare ai vani piaceri», aggiunge san Gregorio.
«Quando abbiamo contentato il demonio dell’intemperanza, esso si ritira, per far posto a un altro demonio: quello dell’impurità», avverte san Giovanni Climaco. E infine, sant’Isidoro completa il quadro della rovina dicendo: «Gli eccessi della tavola illanguidiscono la vivacità dell’intelligenza e deprimono le facoltà dello spirito».
Attenti, quindi. Ispiriamoci al Cuore di Gesù, modello di ogni sobrietà. Egli ci doni il dominio di noi stessi per una retta vita cristiana. (...)
Proposito: Ogni venerdì fare una mortificazione nel cibo.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."


22 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/22-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/22-giugno.htm
“GIORNO 22
VITA DI FEDE
22° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per quelli che sono fuori della Chiesa Cattolica.
VITA DI FEDE
Un giovane era posseduto dal demonio; lo spirito maligno gli toglieva la parola, lo gettava nel fuoco oppure nell'acqua e lo tormentava in diversi modi.
Il padre condusse questo infelice figlio dagli Apostoli, affinché lo liberassero. Malgrado i loro tentativi, gli Apostoli non riuscirono. L'afflitto padre si presentò a Gesù e piangendo gli disse: Ti ho condotto mio figlio; se tu puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e vieni in nostro aiuto! -
Gesù gli rispose: Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede! - Il padre esclamò tra le lacrime: Io credo, o Signore! Aiuta la mia poca fede! - Gesù allora sgridò il demonio ed il giovane rimase libero.
Gli Apostoli domandarono: Maestro, perché non abbiamo potuto cacciarlo noi? - Per la vostra poca fede; perché in verità vi dico che se avrete fede quanto un granello di senapa, direte a questo monte: Passa da qui a là! - ed esso passerà e niente vi sarà impossibile - (S. Matteo, XVII, 14).
Che cosa è questa fede, che Gesù richiedeva prima di operare un miracolo? È la prima virtù teologale, il cui germe Dio mette nel cuore nell'atto del Battesimo e che ognuno deve far germogliare e sviluppare con la preghiera e le buone opere.
Il Cuore di Gesù ricorda oggi ai suoi devoti la guida della vita cristiana, che è la fede, perché il giusto vive di fede e senza fede è impossibile piacere a Dio.
La virtù della fede è un abito intrinsecamente soprannaturale, che dispone l'intelligenza a credere fermamente alle verità rivelate da Dio ed a darne l'assenso.
Lo spirito di fede è l'attuazione di questa virtù nella vita pratica, per cui non bisogna contentarsi di credere a Dio, a Gesù Cristo ed alla sua Chiesa, ma si deve improntare tutta la vita alla luce soprannaturale. La fede senza le opere è morta (Giacomo, 11, 17). Anche i demoni credono, eppure sono nell'inferno.
Chi vive di fede, è come colui che di nottetempo cammina rischiarato da una lampada; sa dove mettere i piedi e non inciampa. Gl'increduli e i noncuranti della fede sono come i ciechi che vanno brancolando e nelle prove della vita cadono, si rattristano o si disperano e non raggiungono il fine per cui sono stati creati: l'eterna felicità.
La fede è il balsamo dei cuori, che sana le ferite, addolcisce la dimora in questa valle di lacrime e rende meritoria la vita.
Coloro che vivono di fede, possono paragonarsi a quei fortunati che nei forti calori estivi dimorano in alta montagna e godono, il fresco e l'aria ossigenata, mentre nella pianura la gente soffoca e smania.
Coloro che frequentano la Chiesa e particolarmente i devoti del Sacro Cuore, hanno, la fede e devono ringraziare il Signore, perchè la fede è dono di Dio. Ma in tanti la fede è poca, debole assai e non apporta i frutti, che il Sacro Cuore attende.
Ravviviamo la nostra fede e viviamola appieno, affinché Gesù non abbia a dirci: Dov'è la vostra fede? (Luca, VIII, 25).
Più fede nella preghiera, convinti che se ciò che domandiamo è conforme ai voleri divini, l'otterremo presto o tardi, purché la preghiera sia umile e perseverante. Persuadiamoci che la preghiera non è mai sprecata, perchè se non otteniamo ciò che chiediamo, otterremo qualche altra grazia, forse maggiore.
Più fede nel dolore, pensando che di esso si serve Iddio per distaccarci dal mondo, per purificarci e per arricchirci di meriti.
Nelle pene più atroci, quando il cuore sanguina, ravviviamo la fede ed invochiamo l'aiuto di Dio, chiamandolo col dolce nome di Padre! « Padre nostro, che sei nei Cieli ... ». Egli non permetterà che i figli abbiano sulle spalle una croce più pesante di quella che possano sopportare.
Più fede nella vita quotidiana, ricordandoci spesso che Dio ci è presente, che vede i nostri pensieri, che vaglia i nostri desideri e che tiene in conto tutti i nostri atti, benché minimi, anche un solo buon pensiero, per darci a suo tempo un'eterna ricompensa. Più fede dunque nella solitudine, per vivere nella massima modestia, perchè mai siamo soli, trovandoci sempre alla presenza di Dio.
Più spirito di fede, per sfruttare tutte le occasioni - che la bontà di Dio ci presenta per guadagnare meriti: l'elemosina ad un poverello, un favore a chi non lo merita, il silenzio in un rimprovero, la rinunzia ad un piacere lecito ...
Più fede nel Tempio, pensando che vi dimora Gesù Cristo, vivo e vero, circondato da schiere di Angeli e quindi: silenzio, raccoglimento, modestia, buon esempio!
Viviamo intensamente la nostra fede. Preghiamo per quelli che non l'hanno. Ripariamo il Sacro Cuore di tutte le mancanze di fede.
ESEMPIO
Ho perduta la fede
La fede, d'ordinario, sta in rapporto alla purezza; più si è puri, più si sente la fede; più si cede all'impurità, più diminuisce la luce divina, sino ad eclissarsi del tutto.
Un episodio della mia vita sacerdotale comprova l'argomento.
Trovandomi in una famiglia, mi colpì la presenza di una donna, vestita con eleganza e ben truccata; il suo sguardo non era sereno. Approfittai per dirle una buona parola. Pensi, signora, un poco all'anima sua! -
Quasi offesa del mio dire, rispose: Che significa?
- Come ha cura del corpo, l'abbia anche dell'anima. Le raccomando la Confessione.
Cambi discorso! Non mi parli di queste cose. -
L'avevo toccata sul vivo; e continuai: - Lei, dunque, è contraria alla Confessione. Ma sempre nella sua vita è stata così?
- Sino ai venti anni andavo a confessarmi; poi ho cessato e non mi confesserò più.
- Dunque ha perduta la fede? - Sì, l'ho perduta! ...
- Le dico io il motivo: Da che si è data alla disonestà, non ha più fede! - Difatti un'altra signora, ch'era presente, mi disse: - Da diciotto anni questa donna mi ha rubato il marito!
Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio! (Matteo, V, 8). Lo vedranno faccia a faccia in Paradiso, ma lo vedono anche sulla terra con la loro viva fede.
Fioretto. Stare in Chiesa con molta fede e fare devotamente la genuflessione davanti al SS. Sacramento, pensando che Gesù è vivo e vero nel Tabernacolo.
Giaculatoria. Signore, accresci la fede nei tuoi seguaci!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





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“22 giugno 2018.
Paolino Ponzio Meropio Anicio, vescovo di Nola, santo, morì nel 431 e fu sepolto accanto a S. Felice a Nola. I suoi resti verso l’847 furono portati a Benevento. L’imperatore Ottone III li portò a Roma e li depose nella chiesa allora dedicata al vescovo di Praga Adalberto, all’Isola Tiberina. Tra il 1527 e il 1560, per il cattivo stato del convento, le spoglie stettero in Vaticano. Nel 1806 venne fatta la ricognizione delle sue reliquie a S. Bartolomeo Apostolo all’Isola Tiberina, in tale occasione si rinvennero anche quelle di S. Teodoro. Il 14 maggio del 1909 il corpo fu nuovamente traslato a Nola e riposto sotto l’altare della Cattedrale. Allora si prelevò parte dell’osso frontale per donarla alla chiesa che lo aveva custodito per mille anni.
M.R.: 22 giugno - Presso Nola, città della Campania, il natale del beato Paolino, Vescovo e Confessore, il quale da nobilissimo e ricchissimo divenne povero ed umile per Cristo, e, non avendo più nulla, si fece schiavo per riscattare il figlio di una vedova, che i Vandali devastata la Campania, avevano condotto schiavo nell’Africa. Fu poi illustre non solo per dottrina e gran santità di vita, ma anche per la sua potenza contro i demoni. Le sue splendide lodi furono celebrate nei loro scritti dai santi Ambrogio, Girolamo, Agostino e Gregorio Papa. Il suo corpo, trasferito a Benevento e di là a Roma, finalmente, per ordine del Sommo Pontefice Pio decimo, fu restituito a Nola.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
“Il 22 giugno 1535 viene martirizzato, per ordine della belva coronata Tudor, S.E.R il cardinal John Fisher, vescovo di Rochester.”
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“Il 22 giugno 1622 viene istituita da Papa Gregorio XV la congregazione "Propaganda fide".”
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“A Maria, Sovrana degli Angeli
Augusta Regina del Cielo, Sovrana Signora degli angeli, a te che hai ricevuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa di Satana, noi Ti chiediamo umilmente, di inviare le tue sante legioni, perché ai tuoi ordini e per tuo potere, perseguitino i de¬moni, li combattano ovunque, reprimano la loro audacia e li respingano nell'abisso.
Chi è come Dio? O buona e tenera Madre, tu sarai sempre il nostro amore e la nostra speranza! O Madre di Dio, manda i santi angeli per difenderci e tenere lontano da noi il crudele nemico! Santi angeli e arcangeli, difendeteci, custoditeci! Amen.
[500 giorni d'indulgenza o.v.]”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
23-06-18, 22:44
23 GIUGNO 2018: VIGILIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, ventitreesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“VIGILIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Semplice.
Paramenti viola.
SANTA MESSA
Nel Vangelo del 25 marzo leggiamo che l'Arcangelo Gabriele annunciò a Maria che tre mesi più tardi Elisabetta, in virtù d'un miracolo divino, avrebbe avuto un figlio. Per questo motivo si celebra la natività di san Giovanni Battista negli ultimi giorni del mese di giugno. Questa importante festa è preceduta da una Vigilia.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Ambrogio Vescovo.
Libro 1 su Luca.
La divina Scrittura ci insegna che non basta esaltare le virtù di quelli che sono degni di lode, ma che bisogna ancora lodarne i parenti; onde la virtù trasmessa come un'eredità di purezza immacolata, risplenda più fulgida in coloro che vogliamo lodare. Infatti che altra intenzione poté avere il santo Evangelista in questo luogo, se non di nobilitare san Giovanni Battista parlando dei suoi parenti, miracoli, virtù, missione e martirio? Così pure si loda Anna, madre di Samuele; così Isacco ricevé dai suoi parenti quella illustre pietà, che trasmise ai posteri. Zaccaria era dunque sacerdote, e di più sacerdote della classe d'Abia, cioè nobile fra le famiglie più nobili.
«E sua moglie, dice, era delle figlie d'Aronne» (Luc. 1,5). Non soltanto dunque da' suoi parenti, ma anche dagli antenati proviene la nobiltà di san Giovanni, sublime e venerabile non per la potenza secolare, ma per la religione di famiglia. Antenati siffatti doveva avere il precursore di Cristo: cosicché non sembrasse aver ricevuto allora nella nascita la fede nella venuta del Signore che dovea predicare, sibbene dai maggiori e come un'eredità. «Erano, dice, tutti due giusti dinanzi a Dio, camminando irreprensibili in tutti i precetti e decreti del Signore» (Luc. 1,6). Che rispondono a questo coloro che, cercando di scusare i loro peccati, dicono che l'uomo non può vivere senza peccare frequentemente, appoggiandosi su d'un versetto del libro di Giobbe: «Nessuno va esente da macchia, ancorché la sua vita sulla terra sia d'un solo giorno»? (Job. 14,2).
A questi si può domandare, prima che definiscano che cosa voglia dire un uomo senza peccato: se non aver mai peccato affatto, o se aver cessato di peccare. Se credono ch'essere senza peccato è non aver peccato mai, io lo consento. Poiché «tutti hanno peccato ed hanno bisogno della gloria di Dio» (Rom. 3,23). Ma se negano che chi ha corretto i suoi antichi errori, e chi ha trasformato la sua vita così d'aver cessato di peccare, possa astenersi dal peccato, non posso ammettere la loro sentenza, perché noi leggiamo che: «Il Signore ha amato così la Chiesa per farsela comparire davanti gloriosa, senza macchia, e senza grinza, od altra tal cosa; ma perché sia santa ed immacolata» (Ephes. 5,25).”
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/vigilia-di-san-giovanni-battista.html?m=1
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“NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELLA NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Precursore di Nostro Signore Gesù Cristo
Nato 6 mesi prima di Nostro Signore Gesù Cristo e martirizzato nel 30 d. C. da Erode Agrippa.
(15 - 23 Giugno).”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35891936_1414288788672439_7031734067762561024_n.jp g?_nc_cat=0&oh=eef408700f520388fc7e28d6943c9c02&oe=5BAA52E1


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35891936_1414288788672439_7031734067762561024_n.jp g?_nc_cat=0&oh=eef408700f520388fc7e28d6943c9c02&oe=5BAA52E1


“NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
(22 - 30 Giugno).”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36087913_1414317398669578_8567316340736524288_n.jp g?_nc_cat=0&oh=afc21f5575488d67c3657cfaa369f192&oe=5BB36C65





San Giuseppe Cafasso - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-giuseppe-cafasso/)
http://www.sodalitium.biz/san-giuseppe-cafasso/
«23 giugno, San Giuseppe Cafasso, Confessore (Castelnuovo d’Asti, 15 gennaio 1811 – Torino, 23 giugno 1860).
“A Torino san Giuséppe Cafàsso, Sacerdote, illustre nell’istruire nella pietà e nella scienza i chierici e nel riconciliare a Dio i con dannati a morte; dal Papa Pio dodicesimo fu ascritto tra i Santi”.
Amato San Giuseppe Cafasso, tu che fosti l’apostolo dei muratori, dei carcerati, dei condannati a morte, della povera gente del tuo tempo, fa’ che coloro che conducono una vita di miseria possano sentire l’amore di Dio vicino a loro. Ti affidiamo soprattutto coloro che hanno il carcere del peccato nel cuore o che sono reclusi a causa dei loro errori; intercedi per tutti il pentimento sincero e la potenza della Misericordia di Dio. Intercedi per noi il dono di una fede sincera, di una speranza viva, di una carità fedele. Ottienici dal Signore, per la tua potente intercessione, le grazie di cui la nostra vita necessita, e veglia e proteggi sui nostri cari. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/FFC0410a-199x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/FFC0410a-199x300.jpg



Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/
“Per supplire alla mancanza di messe “non una cum” nella zona di Verona e di Vicenza, il nostro Istituto celebrerà la Santa Messa in provincia di VR, per ora in maniera occasionale. La prossima celebrazione è prevista per :
domenica 24 giugno 2018 (s. Giovanni Battista) alle ore 18 presso:
Hotel Cangrande via del Commercio 20 – 37038 SOAVE
Il luogo si trova vicino al casello dell’Autostrada A4 (Soave san Bonifacio).”

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/
http://www.centrostudifederici.org/quelli-del-solstizio/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/

http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
23 juin : Sainte Marie d'Oignies, Recluse (1213-1244) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/23-juin-sainte-marie-doignies)
“23 juin : Sainte Marie d'Oignies, Recluse (1213-1244).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/5115/2909/0206/06_23_ste_marie_oignies.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/5115/2909/0206/06_23_ste_marie_oignies.jpg





www.sursumcorda.cloud
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Ediltrude, Regina e Vergine, la quale passò al Signore illustre per santità e per miracoli. Il suo corpo, dopo undici anni, fu trovato incorrotto. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Regina e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Ediltrude possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

https://www.sursumcorda.cloud/articoli/dizionario-di-teologia-dommatica/1718-dizionario-di-teologia-dommatica-le-note-della-chiesa.html

"Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Passiamo ora a trattare del culto divino, al quale re e princìpi debbono applicarsi con tutto l’impegno e la sollecitudine, come al loro debito fine. Ecco perché ne parliamo qui, in quest’ultimo capitolo. Scrive in proposito il magnifico re Salomone nell’Ecclesiaste (XII,13): «La fine di ogni discorso ascoltiamola insieme: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché tutto l’uomo sta qui». E sebbene questo fine, cioè il culto divino e l’ossequio attraverso l’osservanza dei comandamenti, sia necessario per tutti, come è stato già detto, tuttavia al re è necessario in maggior misura, essendovi maggiormente tenuto per le tre qualità che sono in lui, e cioè: perché uomo, perché signore e perché re. ... La storia infatti racconta che in ogni monarchia dagli inizi dei tempi si accompagnarono a vicenda queste tre cose, e precisamente nell’ordine: il culto divino, la sapienza e la potenza secolare. ...
Il prossimo numero di SVRSVM CORDA® - 118 del 24 giugno 2018 - ospiterà i seguenti contenuti:
- Comunicato numero 118. Il tramonto di Giovanni Battista;
- Preghiera alla Madonna della Consolata;
- Anteprima «Storia d’Italia» di San Giovanni Bosco;
- Dizionario biblico. Giovanni detto il battezzatore;
- Preghiera a San Luigi Gonzaga, Confessore;
- Dizionario biblico. Il Battesimo;
- Preghiera a San Giuseppe Cafasso, Confessore;
- Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 13 e 14;
- Preghiera a Sant’Efrem, Dottore;
- San Tommaso: il Re ed il Governante devono attendere al culto divino;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Isacco delle Celle (parte 2);
Già leggibili sul sito:
- Teologia Politica 107. Breve dissertazione sulla cosiddetta “immigrazione” (parte 1);
- Racconti miracolosi n° 66. Santa Elisabetta d’Ungheria ed il Crocifisso.
https://www.sursumcorda.cloud/ "
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"... Tuttavia avvenne un dissenso. Un giorno fra i discepoli di Giovanni ed un Giudeo sorse una disputa a proposito di purificazione; forse il Giudeo, dei dintorni di Gerusalemme e non Galileo, stimava più purificativo, perché più peregrino, il rito amministrato dai discepoli del Rabbi galileo, e quindi lo preferiva a quello di Giovanni. Amareggiati, i discepoli di costui ricorsero al loro maestro e gli riferirono la presunta rivalità di Gesù: «Rabbi, quello ch’era insieme con te di là dal Giordano, al quale tu hai reso testimonianza - guarda! - costui battezza e tutti vengono a lui!». I focosi discepoli forse s’aspettavano che Giovanni inveisse ingelosito, e invece l’udirono rallegrarsi consolato: «Non può un uomo acquistar nulla, se non gli sia dato dal cielo. Voi stessi mi rendete testimonianza che dissi: “Non sono io il Cristo (Messia), ma sono stato inviato avanti a lui” (§ 269). Chi ha la sposa è sposo: ma l’amico dello sposo, che sta (presente) e l’ascolta, gioisce di gioia per la voce dello sposo. Questa mia gioia, dunque, è compiuta. Bisogna che egli cresca, e io invece diminuisca (Giov., 3, 27-30)». ...
Dal prossimo numero di SVRSVM CORDA®, N° 118 del 24 giugno 2018 in uscita domani. AmDg! - www.sursumcorda.cloud "






23° giorno: Cuore libero - Cuore schiavo (http://www.stellamatutina.eu/23-giorno-cuore-libero-cuore-schiavo/)
http://www.stellamatutina.eu/23-giorno-cuore-libero-cuore-schiavo/
“23° giorno: Cuore libero – Cuore schiavo
CUORE LIBERO
«L’uomo gode vera pace e vera libertà – diceva Leone Magno – quando la carne è sottomessa allo spirito, e lo spirito a Dio».
La libertà è dominio delle cose. Chi è libero comanda.
Chi è schiavo obbedisce. Un fumatore, un dissoluto, un drogato, devono obbedire agli impulsi che li dominano.
Non sono più liberi, ma schiavi del tabacco, della carne e della droga.
Dio è libertà. Non dipende da nessuno, non è condizionato da nulla, è al di sopra di tutto e di tutti, il bene infinito è il suo regno.
Il Cuore di Gesù è il Cuore di Dio, libero e sovrano, domina ogni cosa e dona libertà a ogni creatura. «Dov’è lo Spirito del Signore – scrive san Paolo – ivi è libertà» (2Cor 3,17).
Il Cuore di Gesù è sorgente di amore, di umiltà, di purezza, di pazienza, di giustizia, di fortezza e di ogni altra virtù.
Orbene, le virtù donano la vera libertà dalla tirannia dell’egoismo, dell’orgoglio, della lussuria, dell’ira, dell’ingiustizia, del rispetto umano, e di ogni altro vizio. Questa è la «gloriosa libertà dei figli di Dio» (Rm 8,21). La libertà del bene e della virtù, la libertà della verità e della carità.
«La libertà vi farà liberi» (Gv 8,32), ha detto Gesù. Da che cosa? Dall’errore, dall’inganno, dall’illusione. Un cuore dominato dal vizio o dall’errore è un cuore imprigionato, è un cuore in stato di infarto, che non riesce più a pompare il sangue della vita e dell’amore.
Il Cuore di Gesù vuole che noi abbiamo il cuore libero e sereno, generoso e gioioso nel bene e nella verità. Il cuore di san Francesco d’Assisi che canta con tutte le creature le glorie di Dio, è un cuore libero e giocondo nell’amore umano e sovrumano. Ogni creatura gli appartiene e con ogni creatura egli si innalza fino all’Altissimo Onnipotente buon Signore.
Il Cuore di Gesù, libero nella verità e nella carità, si riflette nel cuore dei Santi, così liberi anch’essi di donarsi senza limiti e senza riserve, a tutto e a tutti.
Quando Gesù ci dice che Egli dona liberamente la sua stessa vita per la nostra salvezza (Gv 10,17-18), vediamo questa stessa libera donazione della vita in san Massimiliano M. Kolbe che si offre ad andare a morire al posto di un papà di famiglia.
Il Cuore di Gesù e il cuore dei Santi: quale scuola di libertà per i nostri poveri cuori così spesso tiranneggiati da vizi ed errori!
CUORE SCHIAVO
«Castigo il mio corpo e lo riduco in servitù» (1Cor 9,27). San Paolo scriveva con fierezza cristiana queste parole. Egli amava fortemente la libertà e non l’avrebbe mai tenuta prigioniera dei sensi. Perciò nella lotta fra carne e spirito, fra sensi e ragione, fra istinti e grazia, egli è tutto dalla parte dello spirito, della ragione e della grazia, colpendo il suo corpo come un pugile in lotta contro il suo avversario da dominare (1Cor 9,26).
Al contrario, molti di noi, invece di castigare il corpo per farlo servire allo spirito, accarezzano la propria carne, assecondando i sensi, coltivano gli istinti, a tutto danno dello spirito, a disonore della ragione, a discapito della grazia. Si vive a rovescio. Il cuore allora diventa lo schiavo sfruttato dalle passioni, dalle voglie, dai capricci della carne e delle creature, delle opinioni e delle mode di passaggio.
Povero cuore, ridotto a un burattino agli ordini di tutti!
«Chi commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34).
Sant’Agostino conosceva per esperienza questa verità e poté scrivere le mirabili pagine delle sue Confessioni per testimoniare come il cuore dell’uomo sia il campo di battaglia in cui si conquista o si perde la libertà e come sia dura la lotta per liberarsi dalla schiavitù delle passioni, specialmente della lussuria e della bestemmia.
E non è forse così? Chi può contare oggi i cuori ridotti a fogne della lussuria? Chi può contare oggi i cuori devastati dalla bestemmia? Perché tanti giovani e uomini non frequentano la Chiesa né i Sacramenti? Solo perché sono schiavi incatenati all’impurità e alla bestemmia.
Questa è condizione reale di tanti cristiani. Inutile nascondere la verità.
«Tu credi che sarebbe cosa assai strana – scrive san Giovanni d’Avila – vedere una bestia menare l’uomo per la cavezza, e farlo andare dove le piace?… Eppure di uomini che si lasciano tirare per la cavezza dalle loro brutali passioni ve ne sono moltissimi…».
Nella vita di Lutero leggiamo questo piccolo ma terribile episodio.
Una sera d’estate, mentre Lutero era affacciato alla finestra con la sua donna, questa gli additò il firmamento stellato e gli disse: «Guarda come è bello!».
«Sì – rispose cupamente Lutero – ma non è per noi!».
«E se torniamo sulla retta via?», replicò la donna. «Ora è tardi; ormai il carro è troppo affondato nel fango!».
Quale spaventosa condizione di schiavitù! Cuore di Gesù, donaci la libertà.
Proposito: Recitare la coroncina al Sacro Cuore di Gesù, chiedendogli la libertà del cuore.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."


23 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/23-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/23-giugno.htm
“GIORNO 23
IL PENSIERO DEL PARADISO
23° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per il Papa, per i Vescovi e per i Sacerdoti.
IL PENSIERO DEL PARADISO
Gesù ci dice di tenere i nostri cuori fissi là, dove sono i veri gaudi. Ci esorta a stare distaccati dal mondo, a pensare spesso al Paradiso, a tesoreggiare per l'altra vita. Siamo su questa terra, non per restarvi sempre, ma per un tempo più o meno lungo; da un momento all'altro può scoccare per noi l'ultima ora. Dobbiamo vivere ed abbiamo bisogno delle cose del mondo; ma è necessario servirsi di queste cose, senza attaccarvi troppo il cuore.
La vita deve paragonarsi ad un viaggio. Stando in treno, quante cose si vedono! Ma sarebbe pazzo quel viaggiatore che vedendo una bella villa, interrompesse il viaggio e si fermasse lì, dimentico della sua città e della sua famiglia. Sono anche pazzi, moralmente parlando, coloro che si attaccano troppo a questo mondo e pensano poco o niente al fine della vita, alla beata eternità, alla quale tutti dobbiamo aspirare.
I nostri cuori, dunque, siano fissi al Paradiso. Fissare una cosa significa guardarla attentamente ed a lungo e non dare soltanto uno sguardo fugace. Gesù dice di tenere i nostri cuori fissi, cioè applicati, ai gaudi eterni; sono perciò da compatire coloro che pensano raramente ed alla sfuggita al bel Paradiso.
Purtroppo le sollecitudini della vita sono altrettante spine che soffocano le aspirazioni al Cielo. A che cosa si pensa di continuo in questo mondo? Che cosa si ama? Quali beni si cercano? ... I piaceri corporali, le soddisfazioni della gola, l'appagamento del cuore, il denaro, le comparse vane, i divertimenti, gli spettacoli ... Tutto ciò non è vero bene, perché non soddisfa pienamente il cuore umano e non è duraturo. Gesù ci esorta a cercare i veri beni, quelli eterni, che i ladri non possono rapirci e che la ruggine non può corrompere. I veri beni sono le opere buone, compiute in grazia di Dio e con retta intenzione.
I devoti del Sacro Cuore non devono imitare i mondani, che possono paragonarsi agli animali immondi, i quali preferiscono il fango e non sollevano lo sguardo in alto; imitino piuttosto gli uccelli, che toccano la terra appena appena, per necessità, per cercare un po' di becchime, e subito spiccano il volo in alto.
Oh, com'è sordida la terra, allorché si guarda il Cielo!
Entriamo nelle vedute di Gesù e non attacchiamo soverchiamente il cuore né alla nostra abitazione, che dovremo un giorno lasciare, né alle proprietà, che poi passeranno agli eredi, né al corpo, che andrà a marcire.
Non portiamo invidia a coloro che hanno molta ricchezza, perché vivono con più preoccupazione, morranno con più rincrescimento e daranno a Dio stretto conto dell'uso che ne avranno fatto.
Portiamo piuttosto una santa invidia a quelle anime generose, che ogni giorno si arricchiscono di beni eterni con molte opere buone ed esercizi di pietà ed imitiamo la loro vita.
Pensiamo al Paradiso nelle sofferenze, memori delle parole di Gesù: La vostra tristezza sarà cambiata in letizia! (Giovanni, XVI, 20).
Nelle piccole e momentanee gioie della vita solleviamo lo sguardo al Cielo, pensando: Ciò che si gode quaggiù è nulla, in paragone ai gaudi del Paradiso.
Non lasciamo passare un solo giorno, senza aver rivolto il pensiero alla Patria Celeste; ed alla fine della giornata domandiamoci sempre: Oggi cosa ho guadagnato per il Paradiso?
Come l'ago magnetico della bussola è di continuo rivolto al polo nord, così il nostro cuore sia rivolto al Cielo: Ivi sia fisso il nostro cuore, dove sono i veri gaudi!
ESEMPIO
Un'artista
Eva Lavallièrs, orfana di padre e di madre, dotata di molta intelligenza e di animo ardente, fu attratta fortemente dai beni di questo mondo ed andò in cerca di gloria e di piaceri. I teatri di Parigi furono il campo della sua giovinezza. Quanti applausi! Quanti giornali la esaltavano! Ma quante colpe e quanti scandali! ...
Nel silenzio della notte, rientrando in se stessa piangeva; non era sazio il suo cuore; aspirava a cose maggiori.
La celebre artista si era ritirata in un paesello, per riposare un poco e per disporsi ad un ciclo di recite. La vita silenziosa la portò alla meditazione. La grazia di Dio le toccò il cuore ed Eva Lavallièrs, dopo una grande lotta interna, decise di non fare più l'artista, di non aspirare più ai beni terreni e di mirare soltanto al Cielo. Non poté essere smossa dai solleciti pressanti di persone interessate; perseverò nel buon proposito ed abbracciò generosamente la vita cristiana, con la frequenza ai Sacramenti, con le opere buone, ma più di tutto sopportando con amore una grande croce, che doveva portarla alla tomba. La sua condotta edificante fu un'adeguata riparazione agli scandali dati.
Un giornale di Parigi aveva proposto un questionario ai suoi lettori, diretto a conoscere i vari gusti, specialmente delle signorine. Quante risposte vane a quel questionario! Volle rispondere anche l'ex artista, ma nel seguente tenore:
« Qual è il vostro fiore preferito? » - Le spine della corona di Gesù.
« Lo sport più preferito? » - La genuflessione.
« Il luogo che più amate? » - Il Monte Calvario.
« Qual è il gioiello più caro? » - La corona del Rosario.
« Qual è la vostra proprietà? » - La tomba.
« Sapete dire cosa siete? » - Un verme immondo.
« Chi forma la vostra gioia? » - Gesù. Così rispondeva Eva Lavallièrs, dopo aver apprezzato i beni spirituali ed avere fissato lo sguardo sul Sacro Cuore.
Fioretto. Se c'è qualche affetto disordinato, troncarlo subito, per non mettersi in pericolo di perdere il Paradiso.
Giaculatoria. Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)."





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“23 giugno 2018; Vigilia di San Giovanni Battista.”
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http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm
"24 GIUGNO NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA."





COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
24-06-18, 23:41
DOMENICA 24 GIUGNO 2018: NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA, ventiquattresimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«24 GIUGNO NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.»
Guéranger, L'anno liturgico - 24 giugno. Natività di san Giovanni Battista (http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm




SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina DOMENICA 24 GIUGNO 2018, NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA e DOMENICA QUINTA DOPO LA PENTECOSTE:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
V domenica d. Pentecoste (Com.) San Giovanni Battista (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=cNf2c8Hk3Wc
San Giovanni Battista (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=pffvL_TCte8
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»



SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii - IMBC:


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/


San Giovanni Battista - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-battista/)
http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-battista/
«24 giugno, Natività di san Giovanni Battista.
“La Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore, e figlio dei santi Zaccaria ed Elisabetta, il quale fu ripieno di Spirito Santo, mentre era ancora nel seno di sua madre”.
1) O glorioso S. Giovanni Battista, che fra i nati di donna fosti il profeta più grande: benché santificato sin dal seno materno, tu vorresti ritirarti nel deserto per dedicarti alla preghiere ed alla penitenza. Ottienici dal Signore il distacco da ogni ideale terreno per avviarci verso il raccoglimento del dialogo con Dio e la mortificazione delle passioni. Gloria.
2) O zelantissimo precursore di Gesù che pur senza operare alcun miracolo attirasti a te le folle per prepararle ad accogliere il Messia e ad ascoltare le sue parole di vita eterna, ottienici la docilità alle ispirazioni del Signore in modo che con la testimonianza della nostra vita possiamo condurre le anime a Dio, quelle soprattutto che hanno più bisogno della sua misericordia. Gloria.
3) O martire invitto che per la fedeltà alla Legge di Dio e per la santità del matrimonio ti opponesti agli esempi di vita dissoluta a costo della libertà e della vita, ottienici da Dio una volontà forte e generosa affinché, vincendo ogni umano timore, osserviamo la Legge di Dio, professiamo apertamente la fede e seguiamo gli insegnamenti del Maestro Divino e della sua santa Chiesa. Gloria.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gio-battista-300x300.jpg


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Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it

https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35062776_1417037821730869_3134998093657800704_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b856f7877b1607c038c6179ab0f7864c&oe=5BE6F44D


“NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Precursore di Nostro Signore Gesù Cristo.
Doppio di I classe con Ottava comune.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - 24 giugno. Natività di san Giovanni Battista (http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm)
SANTA MESSA
«Profeta dell'Altissimo» (Alleluja), san Giovanni è prefigurato da Isaia e Geremia (Introito, Epistola, Graduale); ancor meglio di loro, egli fu consacrato fin dal seno di sua madre per annunciare Gesù (Segreta) e preparare le anime alla sua venuta (Alleluja). Il Vangelo ci narra i prodigi che segnarono la sua nascita. Zaccaria impone al suo figliuolo il nome che l'Arcangelo Gabriele gli ha imposto e che significa: il Signore ha fatto grazia. Egli recupera immediatamente la voce e, ripieno dello Spirito Santo, predice le grandezze di suo figlio: «Egli precederà il Signore per dar al popolo la conoscenza della salvezza». L'angelo Gabriele aveva annunciato a Zaccaria che «molti si sarebbero rallegrati della nascita di san Giovanni Battista» (Lc 1,14). Infatti non furono soltanto «i vicini e i parenti di Elisabetta» (Lc 1,58) che festeggiarono questo avvenimento, ma ogni anno, al giorno anniversario, la Chiesa intera invita i suoi figli a condividere questa santa gioia. Ella sa che la natività «di questo Profeta dell'Altissimo» (Lc 1,76) in questo Natale d'estate è intimamente collegata alla venuta del Messia. A partire dalla festa del Natale di san Giovanni, i giorni si abbreviano, perché il sole, avendo raggiunto il punto culminante della sua corsa annuale, si mette a ridiscendere. Invece, la festa del Natale del Signore, di cui questa è il preludio, segna l'epoca in cui il sole ricomincia a montare sulla sua orbita. Il Precursore deve scomparire davanti a Gesù che è la vera luce delle anime. «Bisogna ch'egli cresca, dice san Giovanni, e che io diminuisca» (Gv 3,30). I solstizi erano l'occasione di feste pagane in cui si accendevano fuochi per onorare l'astro che ci da la luce. La Chiesa cristianizzò questi riti vedendovi un simbolo di san Giovanni che era «una lampada ardente e luminosa» (Gv 5,35). Quindi «essa incoraggiò questo genere di manifestazione che corrispondeva così bene al carattere della festa. I fuochi di san Giovanni completavano felicemente la solennità liturgica; essi mostravano uniti in un solo pensiero la Chiesa e la città terrestre» (Padre Guéranguer, La Natività di san Giovanni Battista in Année Liturgique).
Il nome del Precursore è iscritto nel Canone della Messa a capo del 2° elenco. Si celebravano un tempo, il giorno della sua festa, tre Messe in suo onore, e numerose chiese gli erano dedicate. I genitori pure amavano dare il suo nome ai loro figli. Paolo Diacono, monaco di Montecassino e amico di Carlo Magno aveva composto in onore di San Giovanni Battista l'inno: Ut queant laxis. Nel XIII secolo il monaco benedettino Guido d'Arezzo osservò che le note cantate sulle sillabe iniziali formavano la serie dei primi sei gradi della scala. Egli designò ogni grado con la sillaba corrispondente (Ut, re, mi, fa, sol, la, si) e facilitò molto così lo studio degli intervalli musicali.
Ut queant laxis Resonare fibris (Do - re)
Mira gestorum Famuli tuorum (Mi - fa)
Solve polluti Labii reatum (Sol - la)
Sancte Johannes (Si).
Traduzione: «Affinché i tuoi servi possano cantare a piena gola le meraviglie delle tue opere, purifica le loro labbra impure, o san Giovanni».
Zaccaria, facendo sapere che voleva chiamare Giovanni suo figlio, aveva tosto ritrovato l'uso della parola; ed ecco che un inno composto in onore del Profeta la cui voce risuonò nel deserto, diviene il mezzo d'un nuovo progresso nell'arte musicale.
* Sermone di sant'Agostino Vescovo.
Sermone 20 sui Santi.
Dopo il giorno sacrosanto del natale del Signore, non leggiamo celebrarsi la nascita di alcun uomo, se non soltanto del beato Giovanni Battista. Sappiamo che per gli altri Santi ed eletti di Dio si solennizza il giorno in cui, compiuto il lavoro e vinto e trionfato del mondo, furono come generati da questa vita presente alla gloriosa eternità. Per gli altri dunque si celebra l'ultimo giorno che ha colmato i loro meriti; per questo invece anche il primo giorno, anzi l'inizio ancora della sua vita: senza dubbio per questo motivo, che il Signore volle manifestare per mezzo di lui la sua venuta, perché se fosse venuto improvviso ed inatteso, gli uomini non lo avrebbero riconosciuto. Or Giovanni fu figura dell'antico Testamento, l'immagine della legge: e perciò Giovanni preannunziò il Salvatore, come la legge servì di messaggera alla grazia.
L'aver poi profetato prima ancora di nascere, fin dal seno della madre, e l'aver reso testimonianza alla verità prima ancora di veder la luce, indica che, personificando egli lo spirito nascosto sotto il velo e nel corpo della lettera, manifestò al mondo il Redentore e annunziò a noi, quasi dal seno della legge, nostro Signore. E siccome i Giudei avendo errato fin dal seno della madre, cioè della legge da cui doveva venire il Cristo, «hanno traviato fin dal nascere, han detto falsità» (Sal 57,4): perciò «venne questo per far da testimonio, per render testimonianza alla luce» (Gv 1,7).
Giovanni poi in prigione e inviante i suoi discepoli a Cristo, è la legge che passa al Vangelo. A somiglianza di Giovanni, questa legge chiusa nella prigione dell'ignoranza, giaceva come nel fondo di un oscuro recesso, dove la cecità dei Giudei lasciava il senso spirituale avvolto nell'oscurità della lettera. Questo vuol indicare l'Evangelista, dicendo: «Egli era lampada luminosa», cioè, acceso del fuoco dello Spirito Santo, per mostrare al mondo ravvolto nella notte della ignoranza la luce della salvezza, e, attraverso le tenebre densissime del peccato, scoprire, alla chiarezza dei suoi raggi, il sole di giustizia in tutto il suo splendore, allorché, parlando di se stesso, dice: «Io sono la voce di colui che grida nel deserto».
* Dai Discorsi di sant'Agostino, Vescovo.
(Disc. 293, 1-3; PL 38, 1327-1328)
Voce di chi grida nel deserto.
La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo. Giovanni però nasce da una donna avanzata in età e già sfiorita. Cristo nasce da una giovinetta vergine. Il padre non presta fede all'annunzio sulla nascita futura di Giovanni e diventa muto. La Vergine crede che Cristo nascerà da lei e lo concepisce nella fede.
Sembra che Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l'Antico e il Nuovo. Infatti che egli sia, in certo qual modo, un limite lo dichiara lo stesso Signore quando afferma: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni» (Lc 16, 16). Rappresenta dunque in sé la parte dell'Antico e l'annunzio del Nuovo. Infatti, per quanto riguarda l'Antico, nasce da due vecchi. Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel seno della madre all'arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà precursore, prima ancora di essere da lui visto. Questi sono fatti divini che sorpassano i limiti della pochezza umana. Infine nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Basta riferire l'accaduto per spiegare l'immagine della realtà.
Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, e solo allora riacquista la parola. Che cosa significa il silenzio di Zaccaria se non la profezia non ben definita, e prima della predicazione di Cristo ancora oscura? Si fa manifesta alla sua venuta. Diventa chiara quando sta per arrivare il preannunziato. Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella passione di Cristo. Se Giovanni avesse annunziato se stesso, non avrebbe aperto la bocca a Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti a Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: «Chi sei tu?» (Gv 1, 19). E rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23). Voce è Giovanni, mentre del Signore si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è voce per un po' di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno fin dal principio.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Ambrogio Vescovo.
Libro 2 Commento al Capitolo 1 di Luca prima della fine.
Elisabetta partorì un figlio, e i vicini se ne congratularono. La nascita dei santi produce la gioia di molti, poiché è un bene comune. La giustizia infatti è una virtù comune, e perciò nella nascita del giusto si presagisce la futura santità, e l'allegrezza dei vicini significa che la sua virtù sarà poi causa di esultanza. Giustamente poi è registrato il tempo in che il Profeta fu nel seno materno, affinché non fosse taciuta la presenza di Maria; ma se ne tace il tempo dell'infanzia, perché egli non conobbe le difficoltà di questa età. Per questo nel Vangelo non leggiamo altro di lui, che l'annunzio e il fatto della sua nascita, l'esultanza nel seno materno, e la voce nel deserto.
Difatti egli non conobbe alcuna età dell'infanzia, perché, sollevandosi sulle leggi della natura e dell'età, cominciò dal seno materno ad avere la misura dell'età perfetta di Cristo. Il santo Evangelista ritenne assai bene premettere che moltissimi volevano chiamare il fanciullo col nome del padre Zaccaria, per avvertirti che la madre respinse questo nome non perché le dispiacque, quasi fosse d'una persona degenere, ma perché conosceva, per rivelazione dello Spirito Santo, il nome che l'Angelo aveva già indicato a Zaccaria. Ed essendo questi muto, non poteva indicare il nome del figlio alla moglie; Elisabetta però seppe per ispirazione quel che non aveva appreso dal marito.
«Giovanni, dice, è il suo nome»: cioè, non spetta a noi d'imporre il nome a chi l'ha imposto già Dio stesso. Egli ha già il suo nome, che ci fu rivelato, e non l'abbiamo scelto noi. I Santi hanno questo privilegio, di ricevere il nome da Dio. Così Giacobbe fu chiamato Israele, perché aveva visto Dio. Così nostro Signore stesso fu nominato Gesù prima ancora di nascere, nome impostogli dal Padre e non dall'Angelo. Or vedi, gli Angeli non parlano da se stessi, ma trasmettono ciò che è stato detto loro. Né stupirti se la moglie pronunziò con tanta sicurezza un nome che non aveva inteso, perché lo Spirito Santo aveva comandato all'Angelo di suggerirglielo.
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1)
Si fa Commemorazione della Quinta Domenica dopo Pentecoste con Oratio, Secreta, Postcommunio e Vangelo finale della Domenica.
Sardinia Tridentina: DOMENICA V DOPO PENTECOSTE (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/07/domenica-v-dopo-pentecoste.html?m=0) ”
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“SERMONE DI SANT'ANTONIO DI PADOVA SULLA FESTA DELLA NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.
1. «Per Elisabetta si compì il tempo del parto ed essa diede alla luce un figlio» (Lc 1,57). In questo vangelo dobbiamo considerare due eventi:
- la nascita del Precursore;
- l'imposizione del nome.
I. NASCITA DEL PRECURSORE.
2. «Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio». La beata Vergine Maria restò tre mesi nella casa di Zaccaria, assistendo Elisabetta, sua parente, fino a che avvenne il parto. E si legge nel Libro dei Giusti che la beata Vergine Maria sollevò da terra Giovanni, appena nato.
«Si compì il tempo». La sacra Scrittura usa di solito la parola «compimento» soltanto per la nascita, o per la morte o per le opere dei buoni, indicando così che la loro vita ha il compimento, la pienezza della perfezione. Per esempio: «Si compirono per Maria i giorni del parto» (Lc 2,6); «Abramo morì, pieno di giorni» (Gn 25,8). Al contrario, i giorni dell'empio sono inutili e vuoti. Per Elisabetta, dunque, si compì il tempo del parto. Zaccaria, come racconta Luca, era entrato nel tempio per offrire l'incenso; gli apparve Gabriele che gli disse: Elisabetta tua moglie ti partorirà un figlio (cf. Lc 1,9-13). Questo gli fu annunziato nel mese di settembre, quando si celebrava la solennità chiamata giorno dell'espiazione o della propiziazione, e come oggi la promessa si avverò.
Vedremo che cosa significhi in senso morale Zaccaria, che s'interpreta «ricordo del Signore» o «che ricorda il Signore»; che cosa significhi Elisabetta, che s'interpreta «la settima del mio Dio».
3. Elisabetta è figura dell'anima fedele che giustamente è detta «la settima del mio Dio» a motivo dei «tre settenari» che la riguardano in modo tutto speciale, vale a dire i sette doni (dello Spirito Santo), le sette domande (del Padre nostro) e le sette beatitudini. Con il primo settenario l'anima viene giustificata, con il secondo viene fatta progredire dal bene al meglio, con il terzo viene resa perfetta. O anche è detta «settima», ossia sabato, cioè riposo, perché nell'anima Dio riposa, in quanto essa si astiene da ogni lavoro servile. «L'anima del giusto è sede della sapienza» (Gregorio). Nella pace, cioè nell'anima pacifica, è la sua dimora (cf. Sal 75,3). Di questo sabato, dice Isaia: «Sarai chiamata sabato di delizie e giorno santo e glorioso del Signore» (Is 58,13). Giorno delicatus, deliciis pastus, nutrito di delizie. E le delizie sono appunto i tre settenari sopra indicati, nei quali l'anima si nutre per essere un sabato di delizie, cioè nutrito di santità di vita e di plauso della coscienza.
Elisabetta concepisce da Zaccaria. Dice il salmo: «Mi sono ricordato di Dio e fui pieno di gaudio; mi immersi nella meditazione e venne meno il mio spirito» (Sal 76,4). La donna concepisce nel piacere, e così anche l'anima nel ricordo del Signore concepisce con grande diletto. Infatti il salmo dice: «Nella via della tua testimonianza», cioè dei tuoi dolori, della tua passione, «ho trovato diletto, come nei più grandi tesori» (Sal 118,14). La corona di spine, la croce, i chiodi, la lancia e tutti gli atroci tormenti di Cristo formano la delizia del giusto: in essi egli trova più consolazione e diletto che in tutte le ricchezze di questo mondo; e perciò dice: «Mi sono ricordato di Dio e ne ho avuto grande gaudio». E questo gaudio produce due effetti: la pratica delle opere di carità, e il venir meno nello spirito della fiducia in se stesso; oppure anche i due effetti di cui parla il salmo: «Venne meno la mia carne e il mio cuore», cioè la tentazione della carne e la superbia del cuore, e così «Dio del mio cuore e mia parte è Dio per l'eternità» (Sal 72,26) per concepire da lui e partorire il figlio della vita eterna.
Considera che Elisabetta concepì nel settimo mese, cioè in settembre, e partorì nel mese di giugno. Così l'anima concepisce nel settimo giorno, il sabato, cioè nel riposo, con la devozione della mente; e in giugno, chiamato in ebraico siban, - che s'interpreta «santità del dono» - partorisce il figlio, cioè l'opera buona. Infatti il dono della grazia che ha concepito nella mente, lo dà alla luce nella santità delle opere.
4. «Si compì dunque per Elisabetta il tempo del parto, e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei» (Lc 1,57-58). La Glossa commenta: Il parto dei santi, vale a dire la loro nascita, comporta una grande gioia per molti, perché essi sono una ricchezza per la comunità: i santi nascono per il bene di tutti. La giustizia (la santità) infatti è una virtù sociale, vantaggiosa per tutta la comunità: e quindi nella nascita di un giusto viene quasi anticipata una prova della vita futura e viene indicata la grazia della virtù che seguirà, prefigurata nella letizia dei vicini.
Senso morale: i vicini sono figura degli angeli, parenti del giusto, i quali si rallegrano con l'anima che dà alla luce opere buone. Infatti Gabriele dice: «Molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti» (Lc 1,14-15). Sono proprio molti quelli che si rallegrano: infatti si rallegra Cristo, si rallegra l'angelo e si rallegra il prossimo. Si rallegra Cristo; dice Luca: «E trovata la pecora, se la carica sulle spalle tutto contento» (Lc 15,5). E la Glossa: Le spalle di Cristo sono le braccia della croce. Lì ha caricato i miei peccati, su quel patibolo ha riposato. Si rallegra l'angelo: «Io vi dico: c'è grande gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte» (Lc 15,10). E la Glossa: Gli angeli, esseri intelligenti, si rallegrano che l'uomo sia riconciliato anche con loro; e questo ci stimola all'onestà, ci stimola a fare ciò che è gradito a quegli spiriti, dei quali dobbiamo desiderare la protezione e temere l'offesa. Si rallegra il prossimo, a quanto dice l'Apostolo nella seconda lettera ai Corinzi: «Godo della vostra tristezza, perché essa vi ha portati alla penitenza» (2Cor 7,9).
«Egli sarà grande». Osserva che il termine lat. magnus (grande) si riferisce all'animo, mentre se si dice grandis (grande) ci si riferisce al corpo. Se la tua opera è piccola ai tuoi occhi, sarà grande davanti al Signore. Egli deve crescere, io invece diminuire (cf. Gv 3,30). Quando tu ti fai piccolo con l'umiltà, cresce in te la grazia con la fortezza dell'animo.
«Davanti al Signore», non davanti agli uomini, che ingannano e sono ingannati, che chiamano male il bene e bene il male. L'uomo è ciò che è davanti a Dio, e niente di più. Se vuoi che la tua opera buona sia consacrata a Dio, guàrdati dal bere il vino della vanagloria o altra bevanda inebriante che produce un'allegria sconveniente. Dice il Signore ad Aronne: «Non bevete vino o altra bevanda inebriante, né tu né i tuoi figli, quando dovete entrare nella tenda del convegno, perché non moriate» (Lv 10,9); e «Quando l'uomo o la donna faranno voto di santificarsi e vorranno consacrarsi al Signore, si asterranno dal vino e da tutto ciò che può ubriacare» (Nm 6,23).
Chi desidera che la sua opera sia consacrata al Signore e venga accettata nella tenda della celeste Gerusalemme, si guardi dall'ebbrezza della vanagloria e da ogni indecorosa allegria. Amen. (...)”
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“NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (22 - 30 Giugno).”






Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Dimanche de la Nativité de Saint Jean-Baptiste.”
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“Cinquième Dimanche après la Pentecôte.”
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“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Cinquième Dimanche après la Pentecôte : du véritable amour de Dieu.
http://prieure2bethleem.org/predica/2015_06_28_juin.mp3”
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“24 juin : Nativité de Saint Jean-Baptiste.”
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Giovanni Battista, Precursore del Signore, e figlio dei santi Zaccaria ed Elisabétta, il quale fu ripieno di Spirito Santo, mentre era ancora nel seno di sua madre. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Profeta, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Giovanni Battista possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

«24 giugno, Natività di san Giovanni Battista.
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“24 giugno 1893. Alle più lontane regioni d’Oriente, esplorate con successo dai valorosi portoghesi, alle quali tanti cercano di giungere ogni giorno per esercitarvi i loro ricchi commerci, Noi pure, mossi da una speranza assai più alta, fin dall’inizio del Nostro pontificato abbiamo rivolto la mente e il pensiero. Si presentano al Nostro animo e suscitano in Noi un sentimento di amore quegli immensi spazi delle "Indie", nei quali, da tanti secoli ormai, si esercita la fatica degli annunciatori dell’evangelo, E fra i primi viene in mente il beato apostolo Tommaso, che a buon diritto è considerato l’autore della prima proclamazione dell’evangelo agli indiani; e così pure Francesco Saverio che, per lungo tempo, si dedico con ardore alla medesima opera gloriosa, riuscendo, grazie alla sua incredibile costanza e carità a convertire centinaia di migliaia di indiani dai miti e dalle superstizioni impure del bramanesimo alla fede della retta religione. Successivamente, seguendo le tracce di quel grande santo, molti appartenenti ad entrambi gli ordini del clero, inviati con l’autorità della sede apostolica, hanno tentato con dedizione e tentano tuttora di difendere e promuovere le sacre verità e le istituzioni cristiane che Tommaso portò laggiù e che Saverio rinnovò. Tuttavia, in una così vasta distesa di terre quanto grande moltitudine di mortali è ancora lontana dal vero, immersa nelle tenebre di una deplorevole superstizione! Quanto terreno vi è, soprattutto verso settentrione, che potrebbe accogliere il seme dell’evangelo, ma che non è stato ancora in nessun modo predisposto.
Da SS Leone XIII Ad extremas Orientis oras.”
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
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“24 GIUGNO 2018: NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA (Doppio di prima classe con Ottava comune - Memoria e ultimo vangelo della V domenica dopo Pentecoste).”
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“Il 24 giugno 1950 Pio XII canonizzava Maria Goretti, vergine e martire, alla presenza della madre e dello stesso assassino.
"Ed ora, o voi tutti che Ci ascoltate, in alto i cuori! Sopra le malsane paludi e il fango del mondo si stende un cielo immenso di bellezza. È il cielo che affascinò la piccola Maria; il cielo a cui ella volle ascendere per l'unica via che ad esso conduce: la religione, l'amore di Cristo, la eroica osservanza dei suoi comandamenti".
(Dal Discorso di Pio XII Tradidi quod et accepi: Santa Maria Goretti nelle parole di Pio XII (http://tradidiaccepi.blogspot.com/2017/06/discorso-di-pio-xii-per-la.html) )”
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"I quattro fini della Santa Messa."
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24 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/24-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/24-giugno.htm
“LA PACE
24° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati di odio.
LA PACE
Una delle promesse che il Sacro Cuore ha fatto ai suoi devoti, è: Metterò la pace nelle loro famiglie.
La pace è un dono di Dio; può darla soltanto Dio; e noi dobbiamo apprezzarla e custodirla nel nostro cuore e nella famiglia.
Gesù è il Re della pace. Quando mandava i discepoli in giro per le città ed i castelli, raccomandava loro di essere portatori di pace: Entrando in qualche casa, salutatela con dire: Pace a questa casa! - E se la casa ne è degna, verrà la vostra pace sopra di essa; se invece non è degna, la vostra pace ritornerà a voi! (Matteo, XV, 12).
- La pace sia con voi! (S. Giovanni, XXV, 19). Questo era il saluto e 1'augurio che Gesù rivolgeva agli Apostoli, quando appariva ad essi dopo la risurrezione. - Va' in pace! - diceva ad ogni anima peccatrice, quando la licenziava dopo averle perdonato i peccati (S. Luca, VII, 50).
Allorché Gesù disponeva gli animi degli Apostoli alla sua dipartita da questo mondo, li confortava con dire: Vi lascio la mia pace; vi dono la mia pace; ve la do, non come suole darla il mondo. Non si turbi il vostro cuore (S. Giovanni, XIV, 27).
Alla nascita di Gesù, gli Angeli annunziarono al mondo la pace, dicendo: Pace in terra agli uomini di buona volontà! (San Luca, II, 14).
La S. Chiesa implora di continuo la pace di Dio sulle anime, mettendo sulle labbra dei Sacerdoti, nella Messa, questa preghiera:
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, donaci la pace! -
Che cosa è la pace, tanto prediletta da Gesù? È la tranquillità dell'ordine; è l'armonia della volontà umana con quella divina; è una profonda serenità dello spirito, che può conservarsi anche. nelle prove più dure.
Non c'è pace per gli empi! La godono solamente coloro che vivono nella grazia di Dio e si studiano di osservare la legge divina meglio che sia possibile.
Il primo nemico della pace è il peccato. Lo sanno per triste esperienza coloro che cedono alla tentazione e commettono una grave colpa; subito perdono la pace del cuore e ne hanno in cambio amarezza e rimorso.
Il secondo ostacolo alla pace è l'egoismo, l'orgoglio, la detestabile superbia, per cui si brama di eccellere. Il cuore degli egoisti e dei superbi è senza pace, sempre inquieto. I cuori umili godono la pace di Gesù. Se ci fosse più umiltà, dopo un rimprovero o un'umiliazione, quanti rancori e desideri di vendetta si eviterebbero e quanta pace resterebbe nel cuore e nelle famiglie!
L'ingiustizia è soprattutto la nemica della pace, perché non conserva l'armonia nei rapporti col prossimo. Chi è ingiusto, pretende i propri diritti, sino all'esagerazione, ma non rispetta i diritti altrui. Questa ingiustizia porta la guerra nella società e la discordia nella famiglia.
Custodiamo la pace, dentro di noi e attorno a noi!
Sforziamoci di non perdere mai la pace del cuore, non solo evitando il peccato, ma anche tenendo lontano ogni turbamento dello spirito. Tutto ciò che porta turbamento nel cuore ed irrequietezza, viene dal demonio, il quale suole pescare nel torbido.
Lo spirito di Gesù è spirito di serenità e di pace.
Le anime poco esperte nella vita spirituale, facilmente sono preda del turbamento interiore; un nonnulla toglie loro la pace. Siano perciò vigilanti e preghino.
Santa Teresina, provata in tutti i modi nel suo spirito, diceva: Signore, provatemi, fatemi soffrire, ma non privatemi della vostra pace!
Custodiamo la pace nella famiglia! La pace domestica è una grande ricchezza; la famiglia che ne è priva, è simile ad un mare in tempesta. Infelici coloro che sono costretti a vivere in una casa, ove non regna la pace di Dio!
Questa pace domestica si mantiene con l'ubbidienza, cioè col rispettare la gerarchia che Dio vi ha messa. La disubbidienza turba l'ordine familiare.
Si mantiene con l'esercizio della carità, compatendo e sopportando i difetti dei congiunti. Si pretende che gli altri non manchino mai, non facciano sbagli, insomma che siano perfetti, mentre noi commettiamo tante mancanze.
La pace nella famiglia si conserva col troncare all'inizio qualunque motivo di discordia. Si spenga subito il fuoco, prima che diventi incendio! Si smorzi la fiamma della discordia e non si metta legna al fuoco! Se sorge in famiglia un disaccordo, un dissapore, si chiarisca tutto con calma e con prudenza; si faccia tacere ogni passione. E’ meglio cedere in qualche cosa, anche con sacrificio, anzichè turbare la pace della casa. Fanno bene coloro che ogni giorno recitano un Pater, Ave e Gloria per la pace nella propria famiglia.
Quando sorgesse in casa qualche forte contrasto, apportatore di odio, ci si sforzi di dimenticare; non si richiamino alla mente i torti ricevuti e non se ne parli, perchè il ricordo e il parlarne riaccendono il fuoco e la pace si allontana sempre più.
Non si dissemini la discordia, togliendo la pace a qualche cuore o a qualche famiglia; ciò avviene specialmente con il parlare imprudente, con l'intromettersi negli affari intimi del prossimo senza esserne richiesti e col rapportare alle persone ciò che si sente dire contro di loro.
I devoti del Sacro Cuore custodiscano la loro pace, la portino ovunque con l'esempio e la parola e s'interessino a farla ritornare in quelle famiglie, di parenti o di amici, da cui è stata bandita.
ESEMPIO
Ritornò la pace
A motivo dell'interesse, ebbe origine uno di quegli odi che mettono a soqquadro le famiglie.
Una figliuola, da anni accasata, cominciò ad odiare i genitori e gli altri familiari; il marito ne approvava l'agire. Non più visite al padre ed alla madre, né saluto, ma ingiurie e minacce.
La tempesta durò a lungo. Il genitore, nervoso ed intransigente, in un dato momento ideò la vendetta.
In quella casa era penetrato il demonio della discordia ed era sparita la pace. Solo Gesù poteva rimediare, ma invocato con fede.
Alcune anime pie della famiglia, la madre e due figliuole, devote del Sacro Cuore, stabilirono di ricevere molte volte la Comunione, perchè non capitasse qualche delitto e perchè presto ritornasse la pace.
Si era nel corso delle Comunioni, quando all'improvviso cambiò la scena.
Una sera la figlia ingrata, toccata dalla grazia di Dio, si presentò umiliata alla casa paterna. Riabbracciò la madre e le sorelle, chiese perdono della sua condotta e volle che tutto si dimenticasse. Era assente il padre e si temeva qualche temporale appena fosse rientrato, conoscendosi il suo carattere focoso. Ma non fu così! Rientrando questi a casa calmo e mansueto come un agnellino, abbracciò la figlia, si sedette in serena conversazione, come se nulla fosse capitato precedentemente.
Chi scrive, testimonia il fatto.
Fioretto. Custodire la pace nella famiglia, nella parentela e nel vicinato.
Giaculatoria. Dammi, o Gesù, la pace del cuore!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


24° giorno: Cuore leale - Cuore falso (http://www.stellamatutina.eu/24-giorno-cuore-leale-cuore-falso/)
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“24° giorno: Cuore leale – Cuore falso
CUORE LEALE
Un cuore leale è un cuore nobile e forte. Merita fiducia e lode. «Il Signore si compiace, in quelli che camminano con schiettezza» (Pro 11,20).
Il cuore leale si riconosce subito, perché non ha paura di soffrire a causa della verità, per la sua sincerità. Anzi, tanto più è leale, quanto più è pronto a rimetterci persino la vita piuttosto che mentire.
Nella persecuzione di Diocleziano, un drappello di soldati venne mandato a catturare sant’Antimo, Vescovo di Nicomedia. Senza saperlo, entrarono proprio nella casa di sant’Antimo, per chiedere da mangiare. Il Vescovo stesso si mise subito a servirli, senza che i soldati sospettassero che fosse proprio lui il Vescovo da catturare.
Appena rifocillati, i soldati gli chiesero qualche notizia sul vescovo Antimo.
«Ma sono io!» – rispose tranquillamente il Santo.
I soldati rimasero sbalorditi e imbarazzati. Non avrebbero mai avuto il coraggio di imprigionare chi li aveva rifocillati e serviti. Gli proposero, perciò, di fuggire a destra, mentre essi lo avrebbero cercato a sinistra, in modo da non trovarlo. «No no… – rispose serenamente il Vescovo –. Non voglio essere complice della vostra bugia. Io non mentirò né permetterò che voi mentiate per salvare a me la vita. Conducetemi pure dove vi è stato imposto».
I soldati dovettero condurlo, e il Vescovo perse la vita, per non aver voluto mentire.
Quante volte Gesù stava per essere lapidato perché diceva la verità? «Non ti lapidiamo per nessuna opera buona, ma… perché tu, che sei uomo, ti fai Dio» (Gv 10,33).
Leggendo il Vangelo notiamo subito che il parlare di Gesù manifesta sempre un pensiero lucido e schietto, rivelatore di una sincerità di cuore che non ammette riserve.
«Il vostro parlare sia: sì sì, no no. Il di più è dal maligno» (Mt 5,37). I farisei avevano paura di Gesù, perché si sentivano smascherati nella loro perfida ipocrisia: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti» (Mt 23,14). La falsità e l’ipocrisia sono figlie del diavolo, che è «il padre della menzogna» (Gv 8,44).
Un cuore leale ispira ammirazione e soprattutto fiducia.
Sul Cuore di Gesù noi possiamo poggiare il capo e riposare tranquilli. «In verità vi dico, il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai» (Mc 13,31).
CUORE FALSO
«Il cuore doppio è in abominio al Signore» (Pro 11,20).
Quanto piace al Signore il cuore sincero, tanto gli dispiace il cuore falso. Un cuore falso è un cuore nemico. Impossibile fidarsi.
È capace di ingannare, di abbandonare, di tradire.
Il bacio di Giuda è il simbolo del cuore falso. Dietro il segno dell’amore più fraterno, espresso dal bacio, c’è il pugnale del tradimento che ti colpisce a rovina. «Con la bocca benedicono, nel loro cuore maledicono» (Sal 61,5).
Quando i compagni di università si accorsero che Contardo Ferrini era un giovane virtuoso in maniera eccezionale, si misero con gusto perfido a tendergli insidie dietro le false apparenze dell’amicizia. Ma il beato Contardo si accorse presto dei tranelli in cui volevano farlo cadere, e si allontanò subito da quei falsi amici.
«Quante volte non ho trovato fedeltà, ove credevo che ve ne sarebbe stata!», esclama l’Imitazione di Cristo (III, 45,1). L’inganno e la falsità sono le armi tenebrose del cuore sleale. «Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra» (Sal 54,22).
“Dagli amici mi guardi Dio”, dice un detto antico.
Perché? Perché è molto frequente avere amici dal cuore doppio, che si tirano indietro proprio nel momento della prova di fedeltà.
Quante volte facciamo così anche noi con il Signore!
È facile sentir dire che si è devoti del Sacro Cuore. Ma è difficile voler capire che si è sinceri devoti del Sacro Cuore, quando si è fedeli agli impegni presi. Non si ha il cuore leale se si prende l’impegno di fare la Confessione e Comunione nei nove primi venerdì del mese, e poi, non si mantiene l’impegno fino alla fine. Non si ha il cuore leale se si vuole essere devoti del Sacro Cuore, e poi ci si disinteressa del tutto del culto da diffondere dovunque sia possibile. «Fratelli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (Gv 3,18).
Animiamoci, quindi, con cuore leale e schietto ad amare e a far amare il Sacro Cuore, ricordando quella promessa di Gesù che dice: «Le persone che propagheranno questa mia devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato».
È possibile una promessa più consolante di questa?
Proposito: Sforzarsi di introdurre il culto al Sacro Cuore in qualche famiglia.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Guéranger, L'anno liturgico - 24 giugno. Natività di san Giovanni Battista (http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-24giu.htm
«24 GIUGNO NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.»




COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
25-06-18, 23:42
25 GIUGNO 2018: venticinquesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



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“SAN GUGLIELMO DA VERCELLI
Abate e Fondatore di Montevergine.
Patrono dell'Irpinia (Campania)
Doppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
Guglielmo nacque verso il 1085 a Vercelli da nobili genitori. Seguendo l'uso dei tempi, volle anch'egli peregrinare ai principali Santuari del mondo. Appena quattordicenne, andò in Galizia al Santuario di Campostella; tornato in Italia, andò di Santuario in Santuario sino nelle Puglie, diretto a Gerusalemme. Ma, conosciuta la volontà del Signore, ripassa le Puglie, s'inoltra nell'Irpinia e, salito sul Partenio (o Montevergine) vi si dedica ad una vita di preghiere e penitenza. Quivi fonda una congregazione di eremiti, a cui diede una regola ispirata in gran parte a quella di san Benedetto. Alla santità della sua vita, trascorsa tutta intera nella meditazione delle cose divine (Introito), s'aggiunse la fama dei numerosi miracoli. Dopo aver predetto il momento della sua morte, egli si addormentò nel Signore, il 25 giugno 1142 nell'Abbazia del Goleto (fondata dallo stesso santo a Sant'Angelo dei Lombardi), e nel cielo ebbe cinta la fronte della «corona di pietre preziose» (Graduale, Offertorio), simbolo delle sue virtù.
Camminiamo sulle tracce di san Guglielmo, mediante l'aiuto della sua intercessione (Orazione).
* Guglielmo, nato da nobili genitori a Vercelli in Piemonte, aveva compito appena quattordici anni allorquando, acceso dall'ardore d'una ammirabile pietà intraprese il pellegrinaggio di Compostella, al celebre santuario di san Giacomo. Compì questo viaggio vestito d'una sola tonaca, cinto di doppio cerchio di ferro, a piedi nudi, soffrendo i fortissimi incomodi del freddo e del caldo, della fame e della sete, con grandissimo pericolo della vita. Ritornato in Italia, meditò un nuovo pellegrinaggio al santo sepolcro del Signore; ma, vari e gravissimi ostacoli si opposero a questo progetto, rivolgendo la divina Provvidenza a disegni più alti e perfetti la religiosa tendenza del giovane. Pertanto passò due anni sul monte Solicchio pregando continuamente, vegliando, dormendo sul duro e digiunando, e, sostenuto dall'aiuto divino, restituì la vista ad un cieco. Sparsasi la fama di questo miracolo, Guglielmo non poteva più rimanere occulto; perciò pensò di nuovo di andare a Gerusalemme, e tutto contento si mise in viaggio.
Ma Dio, che voleva da lui una vita più utile e proficua sia all'Italia che alle altre nazioni, gli apparve e lo fece rinunziare alla sua risoluzione. Allora con meravigliosa rapidità edificò sulla vetta del monte Virgiliano, detto poi Verginiano, un monastero nonostante la località aspra ed inaccessibile. Quindi radunò dei compagni laici e religiosi, e li formò a un genere di vita perfettamente conforme ai precetti e ai consigli evangelici sia con delle leggi determinate tratte in gran parte da quelle istituite da dedicò Benedetto, sia colla parola e gli esempi della sua vita santissima.
Quindi edificati altri monasteri, e la fama di Guglielmo crescendo ogni dì più, molte persone accorsero a lui d'ogni parte, allettate dall'ardore della santità e dalla fama dei miracoli. Infatti per sua intercessione i muti riebbero la parola, i sordi l'udito, gli inariditi il vigore, la sanità quanti erano afflitti dalle più diverse e incurabili malattie. Cambiò l'acqua in vino, e fece molti altri prodigi: tra i quali non deve tacersi come, essendogli stata mandata una donna a tentare la sua castità, si ravvoltolò, illeso, in mezzo a dei carboni ardenti sparsi per terra. Della qual cosa fatto consapevole Ruggero, re di Napoli, concepì una profonda venerazione per l'uomo di Dio. Infine, dopo aver egli predetto al re e ad altri il momento della sua morte, illustre per innumerevoli virtù e miracoli si addormentò nel Signore, nell'anno della salute 1142.
- Al Vangelo.
** Omelia di s. Beda Venerabile presbitero.
Per il giorno natale di San Benedetto.
Ci saranno due ordini di eletti nel giudizio: uno di giudicanti col Signore, dei quali questo passaggio parla, che abbandonarono ogni cosa, e Lo hanno seguito; l'altro di quelli che verranno giudicati dal Signore, che non non abbandonarono proprio tutte le loro cose in pari modo, ma tuttavia di quelle che avevano, si preoccupavano di dare elemosine ai poveri di Cristo: quindi anche essi saranno uditori nel giudizio: «Venite, benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato a voi fin dalla fondazione del mondo: perché ebbi fame, e mi deste da mangiare: ebbi sete, e mi deste da bere».
Ma impariamo, narrante il Signore, che ci saranno lì anche due ordini dei reprobi: uno di coloro, che iniziati ai misteri della fede cristiana, disprezzano esercitare le opere della fede, per i quali nel giudizio è testificato: «Via da me, maledetti, al fuoco eterno, che fu preparato pel diavolo e pei suoi angeli: poiché ebbi fame, e non mi deste da mangiare». L'altro di coloro, che o non ricevettero mai la fede ed i misteri di Cristo, o abbandonarono la fede ricevuta per apostasia: dei quali dice: «chi non crede, è stato già condannato: perché non crede nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
Ora ricordato un poco questi con timore e giusta paura, convertiamo piuttosto l'udito alle lietissime promesse del Signore e Salvatore nostro. Vediamo quale sia la grazia di tanto grande pietà: promette ai suoi seguaci non solo i premi della vita eterna, ma anche doni eccelsi di quella presente. «E chiunque, disse, avrà abbandonato la casa, o i fratelli, o le sorelle, o il padre, o la madre, o la moglie, o i figli, o i poderi per amor del mio nome, riceverà il centuplo, e possederà la vita eterna». Chi infatti avrà rinunziato agli affetti o ai possedimenti terreni per esser discepolo di Cristo, tanto più nell'amore di Lui avrà profittato, tanto più numerosi troverà, che gioiranno nell'accoglierlo con affetto interiore, e sostentare con le proprie sostanze.
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/san-guglielmo-abate.html?m=1
Si fa Commemorazione dell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria (link sottostante).”
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1)
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“NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (22 - 30 Giugno).”





San Guglielmo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-guglielmo/)
http://www.sodalitium.biz/san-guglielmo/
«25 giugno, San Guglielmo da Vercelli, Abate di Montevergine (Vercelli, 1085 – Abbazia del Goleto, 25 giugno 1142).
“Nel territorio di Guleto, presso Nusco, san Guglielmo Confessore, Padre degli Eremiti di Monte Vergine”.
O Signore, concedi, per intercessione del tuo servo S. Guglielmo, di compiere nella nostra vita la tua santissima e amabilissima volontà, affinchè possiamo riportare vittoria sui nemici della nostra salvezza.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/guglielmo-1-201x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/guglielmo-1-201x300.jpg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/




http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
25 juin : Saint Prosper d'Aquitaine, Docteur de l'Église (? 466) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/25-juin-saint-prosper)
“25 juin : Saint Prosper d'Aquitaine, Docteur de l'Église († 466).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1315/2978/0913/06_25_saint_prosper.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/1315/2978/0913/06_25_saint_prosper.jpg


25 juin : Saint Guillaume, Fondateur d'ordre (? 1142) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/25-juin-saint-guillaume)
“25 juin : Saint Guillaume, Fondateur d'ordre († 1142).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/4515/2970/0678/06_25_saint_guillaume.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/4515/2970/0678/06_25_saint_guillaume.jpg





www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Febrònia, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione di Diocleziàno, sotto il Giudice Silèno, per conservare la fede e la pudicizia, prima battuta con verghe e tormentata nell’eculeo, quindi lacerata con pettini e bruciata col fuoco, finalmente, dopo esserle stati cavati i denti e tagliate le mammelle e i piedi, condannata a morte, adorna di tanti gioielli di tormenti se ne andò allo Sposo. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Febrònia possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

"25 giugno 1891. Papa Leone XIII esorta i Vescovi del Portogallo a perseverare nella vera pastorale. Cito: «Non vi sfugge certo, diletti Figli e Venerabili Fratelli, come nel Convegno di Braga sia emerso, in tutta chiarezza, che si è giunti al punto in cui la fede stessa è messa in pericolo presso molti, e s’impone quindi l’obbligo di impedire, per quanto è possibile, che l’ignoranza e la rilassatezza la estirpino dagli animi o la lascino illanguidire, ma occorre impegnarsi perché resti ben fissa nei cuori e dia vita ad una consolante quantità di opere buone e di perfetta virtù, nonché alla dolcezza dei frutti più eccelsi. Ci si deve opporre ai tentativi dei nemici della verità, perché non abbia a diffondersi il malefico contagio che si sprigiona dai loro cattivi esempi e dalle loro idee disseminate per ogni dove. Ci sono da sanare molte ferite che il loro nefasto operare e la malvagità dei tempi hanno inferto nei greggi affidati alle vostre cure; molte sono le cose che giacciono inerti da far rivivere; molti sono ancora i bisogni che assillano le anime e che, se non possono essere del tutto rimossi, occorre almeno lenire... La vostra paterna vigilanza si farà anche carico di una meticolosa ricerca su tutto ciò che è sommamente utile per trasmettere correttamente al popolo i rudimenti della fede, per correggerne i costumi, per divulgare scritti atti a seminare la sana dottrina e a inculcare i principi della virtù, per dar vita ad istituzioni che diffondano i benefìci della carità e per rendere ancor più fiorenti quelle già istituite... Occorre dunque, per mantenere vive la natura e la forza delle iniziative intraprese e per non lasciarle decadere dal primitivo stato di persistente floridezza, far leva sulla costante vigilanza e sulle virtù di uomini pienamente affidabili che, mentre si oppongono, pieni di spirito divino, agli ostili attacchi degli acattolici, indirizzino tutta la loro attenzione e la loro energia a far sì che i beni giunti dal Portogallo in quelle contrade non vadano completamente perduti, ma riprendano vita come per nuovo vigore. Sarà compito di questi uomini che, chi già crede in Dio, sia confermato nella fede, e chi vi è ben ancorato possa anche distinguersi per l’onestà dei costumi, per la pratica della religione, per la scrupolosa osservanza dei doveri, affinché chi è ancora nelle tenebre si disponga ad accogliere la luce del vangelo... La Chiesa è dunque il migliore censore dei costumi; la sua salutare disciplina prepara uomini retti, onesti, devoti verso la patria, fedeli e pienamente solidali con i principi, tali cioè da costituire un solido sostegno del pubblico ordinamento degli Stati, in grado di mettere a loro disposizione indomite energie per affrontare imprese ardue e gloriose. È per questo motivo che si provvede in modo saggio e accorto al bene dello Stato quando si permette alla Chiesa di avvalersi di quella libertà d’azione che essa rivendica a buon diritto, e le si apre benevolmente la strada perché possa ampiamente far valere la sua benefica influenza e mettere a disposizione del bene comune tutti i mezzi di cui è dotata.»
Da SS Leone XIII Pastoralis vigilantiae"
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25 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/25-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/25-giugno.htm
“LA BUONA MORTE
25° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per ottenere la buona morte a noi ed ai nostri familiari.
LA BUONA MORTE
«Tu, salute dei viventi - Tu, speranza di chi muor! » - Con questa parola di fiducia le anime pie inneggiano al Cuore Eucaristico di Gesù. Realmente la devozione al Sacro Cuore, praticata come si deve è la caparra sicura della buona morte, avendo Gesù impegnata la sua parola ai suoi devoti con questa confortante promessa: Sarò il loro più sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte! –
La speranza è la prima a nascere e l'ultima a morire; il cuore umano vive di speranza; ha bisogno però di una speranza forte, consistente, che diventi sicurezza. Le anime di buona volontà si aggrappano con fiducia illimitata all'àncora di salvezza, che è il Sacro Cuore, e nutrono la ferma speranza di fare una buona morte.
Morire bene vuol dire salvarsi eternamente; significa raggiungere l'ultimo e più importante fine della nostra creazione. Conviene, dunque, essere molto devoti del Sacro Cuore, per meritare la sua assistenza in morte.
Morremo certamente; è incerta l'ora della nostra fine; ignoriamo qual genere di morte la Provvidenza ci abbia preparato; è sicuro che grandi tribolazioni attendono coloro che stanno per lasciare il mondo, sia per il distacco dalla vita terrena e per lo sfacelo del corpo e sia, più che tutto, per il timore del divino giudizio.
Ma noi facciamoci coraggio! Il nostro Dívin Redentore con la sua morte in Croce ha meritato per tutti la buona morte; specialmente l'ha meritato per i devoti del suo Divin Cuore, proclamandosi loro rifugio in quell'ora estrema.
Chi è sul letto di morte, ha bisogno di forza particolare per sopportare con pazienza e con merito le sofferenze corporali e quelle morali. Gesù, che è Cuore delicatissimo, non lascia soli i suoi devoti e li assiste dando loro fortezza e pace interiore e fa come quel capitano che incoraggia e sostiene i suoi soldati durante la battaglia. Gesù non solo incoraggia, ma dà la forza proporzionata al bisogno del momento, perchè Egli è la fortezza personificata.
Il timore del prossimo giudizio divino potrebbe assalire, e spesso assale, coloro che stanno per morire. Ma che timore può avere l'anima devota del Sacro Cuore?... Teme il giudice che batte, dice San Gregorio Magno, colui che l'ha disprezzato. Ma chi onora in vita il Cuore di Gesù, deve bandire ogni timore, pensando: Ho da comparire davanti a Dio per essere giudicato e ricevere l'eterna sentenza. Il mio giudice è Gesù, quel Gesù, il cui Cuore ho riparato e consolato le tante volte; quel Gesù che mi ha promesso il Paradiso con le Comunioni dei Primi Venerdì...
I devoti del Sacro Cuore possono e devono sperare una morte serena; e se il ricordo di gravi colpe li assalisse, richiamino subito alla mente il Cuore Misericordioso di Gesù, che tutto perdona e dimentica.
Prepariamoci al passo supremo della nostra vita; ogni giorno sia una preparazione alla buona morte, onorando il Sacro Cuore e stando vigilanti.
I devoti del Sacro Cuore dovrebbero affezionarsi alla pia pratica, detta « Esercizio della buona morte ». Ogni mese dovrebbe disporsi l'anima a lasciare il mondo ed a presentarsi a Dio. Questo pio esercizio, detto anche « Ritiro Mensile », è praticato da tutte le persone consacrate, da chi milita nelle file dell'Azione Cattolica e da tante e tante altre anime; sia anche il distintivo di tutti i devoti del Sacro Cuore. Si seguano queste norme:
1. - Scegliere un giorno del mese, il più comodo, per attendere agli affari dell'anima, destinandovi quelle ore che si possono sottrarre alle quotidiane occupazioni.
2. - Si faccia una rivista accurata della coscienza, per vedere se si è distaccati dal peccato, se c'è qualche grave occasione di offendere Dio, come ci si accosta alla Confessione e si faccia una confessione come se fosse l'ultima della vita; la S. Comunione si riceva come Viatico.
3. - Si recitino le Preghiere della Buona Morte e si faccia un po' di meditazione sui Novissimi. Si può compierlo da soli, ma è meglio farlo in compagnia di altri.
Oh, come è caro a Gesù il suddetto pio esercizio!
La pratica dei Nove Venerdì assicura il ben morire. Quantunque la Grande Promessa della buona morte Gesù l'abbia fatta direttamente a coloro che si comunicano bene per Nove Primi Venerdì consecutivi, si può sperare che indirettamente giovi anche ad altre anime.
Se nella propria famiglia ci fosse qualcuno che mai avesse fatto le nove Comunioni ad onore del Sacro Cuore e non avesse voglia di farle, supplisca qualche altro della sua famiglia; così una madre o una figliuola zelante potrebbero fare tante serie di Primi Venerdì, quanti sono i familiari che trascurano così bella pratica.
È da sperare che in tal modo almeno si assicuri la buona morte a tutti i propri cari. Questo eccellente atto di carità spirituale si può compiere anche a vantaggio di tanti altri peccatori, di cui si viene a conoscenza.
ESEMPIO
Morte invidiabile
Gesù permette che i suoi Ministri assistano a delle scene edificanti, affinchè possano narrarle ai fedeli e confermarli nel bene.
Lo scrivente riporta una scena commovente, che dopo anni ricorda con piacere. Spasimava sul letto di morte un padre di famiglia, quarantenne. Ogni giorno desiderava che io andassi al suo capezzale per assisterlo. Era devoto al S. Cuore e teneva vicino al letto un bel quadro, sul quale spesso posava lo sguardo, accompagnandolo con qualche invocazione.
Sapendo che il sofferente amava molto i fiori, glieli portavo con gioia; però mi diceva: Li metta davanti al Sacro Cuore! - Un giorno gliene portai uno tanto bello e molto profumato.
- Questo è per lei! - No; si dà a Gesù! - Ma per il Sacro Cuore ci sono gli altri fiori; questo è esclusivamente per lei, per odorarlo ed avere un po' di sollievo. - No, Padre; mi privo anche di questo piacere. Anche questo fiore va al Sacro Cuore. - Quando credetti opportuno, gli amministrai l'Olio Santo e gli diedi la S. Comunione come Viatico. Frattanto la madre, la sposa ed i quattro figlioletti erano lì ad assistere. D'ordinario sono angosciosi questi momenti per i familiari e più che tutto per il moribondo.
All'improvviso il povero uomo diede in uno scoppio di pianto. Pensai: Chi sa che strazio avrà nel cuore! - Si faccia coraggio, gli dissi. Perchè piange?
- La risposta non la immaginavo: Piango per la grande gioia che sento nell'anima mia! ... Mi sento felice!... –
Stare per lasciare il mondo, la madre, la sposa ed i bambini, avere tante sofferenze per la malattia, ed essere felice!... Chi dava tanta forza e gioia a quel moribondo? Il Sacro Cuore, che aveva onorato in vita, la cui immagine mirava con amore!
Mi fermai pensoso, fissando il morente, e sentii una santa invidia, per cui esclamai:
Fortunato uomo! Come la invidio! Potessi anch'io finire così la mia vita!... - Dopo breve tempo quel mio amico spirò.
Così muoiono i veri devoti del Sacro Cuore!
Fioretto. Promettere seriamente al Sacro Cuore di fare ogni mese il Ritiro Mensile e trovare qualche persona che ci faccia compagnia.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, assistimi e sostienimi nell'ora della morte!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


25° giorno: Cuore orante - Cuore distratto (http://www.stellamatutina.eu/25-giorno-cuore-orante-cuore-distratto/)
http://www.stellamatutina.eu/25-giorno-cuore-orante-cuore-distratto/
“25° giorno: Cuore orante – Cuore distratto
CUORE ORANTE
Il cuore orante che ama cerca la vicinanza e l’unione con la persona amata. Più si ama, più si vuole stare con colui che ama. Gesù diceva del suo Divin Padre: «Il Padre è in me e io sono nel Padre» (Gv 10,38). Unione sublime e suprema nell’amore sostanziale ed eterno.
L’espressione più semplice e universale dell’unione con Dio è la preghiera. Il rapporto d’amore con Dio, che si fa colloquio, noi lo chiamiamo preghiera vocale. Il rapporto d’amore senza suono di parole lo chiamiamo preghiera mentale. Il rapporto d’amore nutrito di cuore e tenerezza lo chiamiamo preghiera affettiva. Il rapporto d’amore espresso in contemplazione pura e ardente dell’amore lo chiamiamo preghiera contemplativa.
Il bimbo che dice le preghiere del mattino e della sera, il giovane che medita silenzioso, il sacerdote che celebra con passione e dolore, il monaco assorto in profonda contemplazione: sono tutti cuori in rapporto d’amore con Dio mediante la preghiera.
Il Vangelo ci presenta Gesù in preghiera più volte e in più occasioni. Gesù prega di notte e di giorno, al mattino presto e di sera. Prega nel tempio e per le strade, nel deserto e tra le folle, nel Cenacolo e nell’Orto degli Ulivi, sui monti e sui laghi.
Soprattutto il Cuore di Gesù prega incessantemente nei Tabernacoli: «È sempre a intercedere per noi» (Eb 7,25).
Santa Gertrude scrisse che il «Cuore di Gesù è un altare sul quale Gesù si offre al Padre, ostia perfetta». San Gregorio dice a tutti i cristiani: «Il nostro cuore è l’altare di Dio». Su questo altare dovrebbe bruciare continuamente l’incenso della preghiera.
Ma perché Gesù «intercede per noi»? (Rm 8,34). Unicamente perché ci ama.
Perché i Santi cercano di pregare più che possono con passione e forza instancabili? Perché amano Gesù.
Perché amano i fratelli. Non c’è altra risposta.
Dalla vita di santa Margherita M. Alacoque sappiamo che ella ogni mattina, appena si svegliava, prima ancora dell’alba, salutava il suo Angelo Custode e per prima cosa affidava il cuore, perché lo portasse subito al Cuore di Gesù nel Tabernacolo. Che meraviglia di amore è questo! Preghiera e unione dei cuori: chi ama Gesù non può fare diversamente.
La stessa santa Margherita raccomandava anche a noi: «Mandate ogni tanto per mezzo del vostro buon Angelo, il vostro cuore a unirsi con quello di Gesù Sacramentato ». Perché non farlo? Quanto amore in più ci crescerebbe ogni giorno nel cuore!
CUORE DISTRATTO
La distrazione: forse possiamo definirla la regina del nostro cuore. È essa che ci governa dappertutto: in casa, in chiesa, per le strade, al lavoro, in compagnia o da soli.
Raccogliersi, concentrarsi, è diventata una cosa molto difficile. Gustare le gioie dell’interiorità nell’elevazione dello spirito, forse ci è diventato addirittura impossibile.
In tal modo, il nostro cuore distratto non prova nulla delle soavità celesti che la vera preghiera porta con sé, come ci insegnano i Santi.
San Francesco Saverio, pur in mezzo a preoccupazioni di ogni sorta nelle lontane terre d’oriente, a volte durante la preghiera lo si vedeva slacciarsi il petto per l’impeto del cuore, ed esclamava: «Ma basta, Signore, non più consolazioni… il mio cuore non è capace di contenerlo».
San Pio da Pietrelcina talvolta si lamentava di fare «indigestioni» di consolazioni spirituali soavissime.
Un santo ragazzo, Aldo Marcozzi, a dodici anni, chiese in dono al papà, che cosa? «Un inginocchiatoio per farvi le meditazioni». Alla mamma che lo invitava ad andare a vedere la vita di Gesù al cinema, il ragazzo rispose: «La vita di Gesù la trovo più bella nel Vangelo».
E quante volte la mamma lo trovò assorto in preghiera con il suo bel volto angelicamente beato!
A noi invece, forse non capita mai nulla di simile perché abbiamo essiccato la sorgente della gioia interiore.
Anziché abbeverarci con la preghiera alla fonte del cuore di Gesù che zampilla acque di vita eterna (Gv 4,14), noi ci abbeveriamo con la dissipazione ai pantani e agli acquitrini del mondo. Oscenità e turpitudini, scandali e vergogne, ci circondano, ci assalgono, ci sommergono da ogni lato: in casa, con la televisione, la radio, le stampe; fuori casa, con i cinema, le mode indecenti, il turpiloquio, le pubblicità immonde.
Dobbiamo difenderci, perché è in pericolo la nostra salvezza eterna. Opporsi è indispensabile. Facciamolo nel modo più semplice e fecondo, con la preghiera lungo la giornata: preghiera mattina e sera, preghiera prima dei pasti e delle azioni più importanti. Una pagina del Vangelo o della vita di un Santo. La recita del Rosario, da soli o in famiglia.
Santa Margherita ci raccomanda molto la Comunione spirituale. Gesù stesso le rivelò che la gradiva moltissimo: «Provo tanta gioia quando un’anima mi desidera». Santa Margherita non solo ne faceva molte ogni giorno, ma raccomandava con premura: «Dovete fare tante e tante Comunioni di desiderio per fare ammenda al Cuore di Gesù e chiedergli perdono di tutte le Comunioni fatte male da noi e dai cattivi cristiani».
Vogliamo impegnarci anche noi?
Proposito: Impegnarsi a fare almeno una Comunione spirituale ogni giorno.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





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“25 giugno 2018: infra l'ottava di San Giovanni Battista.”
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“25 giugno 2018: San Guglielmo abate e confessore.
Guglielmo era probabilmente figlio di nobile vercellesi. Divenuto monaco a quindici anni. Dopo un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, si reca a Roma e decide di raggiungere la Puglia per imbarcarsi pellegrino verso la Palestina. Presso Oria (Brindisi) incappa in un gruppo di banditi che lo picchiano selvaggiamente perché delusi dal magro bottino. L'evento gli viene interpretato da san Giovanni da Matera che incontra a Ginosa presso Taranto come la volontà del Signore a non effettuare il viaggio. Dopo indecisioni e prove, guglielmo si ritira a Montevergine, nel gruppo appenninico del Partenio, presso Avellino. Terra ancora di orsi e di lupi, dove vive un anno come eremita. raggiunto da altri uomini, tra cui alcuni sacerdoti, a loro volta attratti dalla vita eremitica, forma una comunità dalla quale fonda la Congregazione Benedettina di Montevergine, con caratteristiche cenobitiche, divenendone l'abate. La località viene raggiunta da numerosi pellegrini, cui bisogna predicare e amministrare i sacramenti, nella chiesetta consacrata nel 1124. Fermamente legato alla Regola di san Benedetto, l'ideale di vita ascetica da lui proposto, rientrava in quel movimento spirituale che interpretava la regola stessa in modo più rigido, dando maggior spazio alla preghiera e alla contemplazione, ma l'affluenza sempre maggiore dei pellegrini richiede anche un’attività pastorale e la cura delle anime. Desideroso di un periodo di solitudine, nominò il suo successore, il futuro beato Alberto, e si ritira sul monte Cognato in Lucania, dove nasce una nuova comunità, quindi Guglielmo si ritira nuovamente questa volta a Goleto (Avellino) dove vive per un anno in una cella ricavata nella cavità di un albero, qui nasce il monastero di San Salvatore, diviso in due parti destinate rispettivamente ai religiosi e alle religiose, ciascuno con la sua chiesa. Proseguì il suo itinerario fondando monasteri a Rocca San Felice, Foggia e Treia. Ritornerà quindi nel monastero del Goleto dove morirà. Nelle sue comunità viene ben presto venerato come santo e il culto pubblico viene autorizato da alcuni vescovi e nel 1785 esteso a tutta la Chiesa. Nel 1807 il suo corspo sarà traslato al monastero di Montevergine dove è oggi conservato. Una sua biografia fu scritta nel XII secolo. Nel 1942 papa Pio XII ha prolamato Guglielmo di Montevergine patrono primario dell'Irpinia. In san Pietro a Roma è raffigurato con una statua che ha un lupo accovacciato ai piedi, in ricordo di un prodigio che attribuitoli dalla tradizione: quando viveva eremita sui monti irpini, l’asino che era il suo prezioso mezzo di trasporto fu sbranato da un lupo, che Guglielmo ammansì e usò come animale da soma.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
26-06-18, 23:34
26 GIUGNO 2018: ventiseiesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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"SANTI GIOVANNI E PAOLO
Martiri.
Doppio.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
«Il senatore Pammachio (fine del IV secolo) fece trasformare in una chiesa la sua grande casa romana. I due confessori della fede, Giovanni e Paolo, furono venerati in questo luogo. Di questa chiesa fanno menzione i documenti sin dall'inizio del secolo V; si chiamava titulus Pammachii ed un'iscrizione incisa sopra la porta ne indicava fondatore Pammachio il "seguace della fede - cultor fidei" come vi è dotto con frase espressiva. La sontuosa casa cristiana, in cui dimorò Pammachio, a poco a poco è ritornata a sorgere e a far mostra di sé dalle sue latebre: essa è stata riconosciuta anche fra le alte mura esteriori della chiesa. Per alcuni errori storici incorsi nei tardi atti dei due martiri e per mancanza di ragguagli, le tradizioni di questo luogo furono ritenute alquanto sospette; laddove ora il monumento ci sta davanti pressoché in tutte le sue particolarità, e ci fa quasi assistere alla sua trasformazione da palazzo profano in basilica cristiana» (Grisar, Roma alla fine del mondo antico, Roma 1930, tomo I, pag. 49 segg.). Il titolo dei santi Giovanni e Paolo viene chiamato col nome di Bizanto in una iscrizione del tempo di Innocenzo I (401-417); col nome di Pammachio nel Concilio del 499; con quello dei due santi martiri si presenta la prima volta nel Liber Pontificalis circa l'anno 530. Clemente XII (1730-1740) affidò la chiesa ai Passionisti che ancora l'officiano. Nel convento è la camera ove visse e morì san Paolo della Croce (di Ovada, 1694-1775), fondatore dell'Ordine.
* Giovanni e Paolo, fratelli Romani, nutrivano i poveri di Cristo coi beni lasciati loro da Costanza figlia di Costantino, che avevano piamente e fedelmente servito, quando, invitati da Giuliano Apostata a far parte dei suoi famigliari, si rifiutarono coraggiosamente di dimorare presso chi aveva abbandonato Gesù Cristo. Egli diede loro dieci giorni per deliberare, facendo intendere ad essi che se, passato quel termine, si rifiutavano di unirsi a lui e di sacrificare a Giove, certo sarebbero stati fatti morire.
Essi nel frattempo distribuirono ai poveri il resto dei loro beni per poter andare più spediti al Signore, e per aumentare il numero di quelli che sarebbero a riceverli negli eterni tabernacoli. Il decimo giorno Terenziano, capo della guardia pretoriana, fu inviato ad essi con una effige di Giove perché l'adorassero, intimando loro d'ordine dell'imperatore, che, se non volevano morire, rendessero onore a Giove. Essi, che pregavano, risposero, così com'erano, che veneravano col cuore e colla bocca il Cristo sì come Dio, e che erano pronti a morir per la sua fede.
Ma Terenziano temendo un'agitazione nel popolo se li avesse uccisi pubblicamente, li fece decapitare lì stesso dov'erano, in casa, il 26 Giugno, e poi seppellire segretamente; e sparse la notizia, che Giovanni e Paolo erano stati mandati in esilio. Ma la loro morte fu divulgata dagli spiriti impuri, che vessavano i corpi di molti; tra i quali il figlio di Terenziano posseduto anch'esso dal demonio, e che portato al sepolcro dei Martiri venne liberato. A questo miracolo credè in Cristo e lui e suo padre Terenziano; da cui dicesi anche scritta la vita di questi santi Martiri.
- Al Vangelo.
** Omelia di san Beda il Venerabile, prete.
Libro 4 al capitolo 12 di Luca.
A questo lievito si riferisce il comando dell'Apostolo: «Orsù, celebriamo la festa non col lievito vecchio, né col lievito della malizia e della malvagità, ma cogli azzimi di purezza e di fedeltà». Poiché come un po' di lievito, mescolato con una quantità di farina, agisce sulla massa intera, e comunica subito il suo sapore a tutta la pasta; così pure l'ipocrisia una volta impossessatasi d'un'anima non ci lascerà più nessuna vera e sincera virtù. Eccone dunque il senso: «Guardatevi dall'imitare gl'ipocriti», poiché verrà certo un tempo in cui sarà svelata a tutti e la vostra virtù e la loro ipocrisia.
Ma quel che segue: «Poiché le cose che avete detto all'oscuro saranno dette alla luce», può benissimo intendersi non solo del futuro, quanto tutti i segreti dei cuori saranno svelati alla luce, ma ancora del tempo presente. Infatti quanto a ciò che gli Apostoli hanno detto o sofferto nelle tenebre delle tribolazioni e nell'oscurità delle carceri, ora che la Chiesa è in onore per tutto il mondo, si proclama in pubblico colla lettura dei loro atti: «Non lasciatevi spaventare da quelli che uccidono il corpo». Se i persecutori dei Santi, uccisi i loro corpi, non possono più far nulla contro di loro; stoltamente dunque essi infuriano contro le esanime membra dei Martiri gettandole a dilaniare alle fiere e agli uccelli, ché giammai potranno impedire all'onnipotenza di Dio di vivificarle di nuovo, risuscitandole.
Vi sono poi due sorta di persecutori: gli uni che incrudeliscono pubblicamente, gli altri che blandiscono furbescamente per ingannare. Il Salvatore volendoci armare e munire contro gli uni e gli altri, più sopra ci raccomanda di guardarci dall'ipocrisia dei farisei, e qui di non temere le stragi dei carnefici, essendo che dopo morte non può durare né la crudeltà di questi, né la simulazione di quelli. «Cinque passeri non si vendono forse due soldi?». Se Dio, egli dice, non può dimenticare i più piccoli animali e gli uccelli che svolazzano liberamente per l'aria, voi, che siete stati fatti ad immagine del Creatore, non dovete lasciarvi spaventare da quelli che uccidono il corpo; perché quegli che governa gli animali irragionevoli, non cessa di aver cura dei ragionevoli.
Sardinia Tridentina: Santi Giovanni e Paolo, Martiri (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/santi-giovanni-e-paolo-martiri.html?m=1)
Si fa Commemorazione dell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria (link sottostante)."
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35295490_1419193908181927_160100605380001792_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=bf27777287b56a99096d406e3e5c3248&oe=5BB3AB5C


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35295490_1419193908181927_160100605380001792_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=bf27777287b56a99096d406e3e5c3248&oe=5BB3AB5C


"NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (22 - 30 Giugno)"





Santi Giovanni e Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santi-giovanni-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/santi-giovanni-paolo/
«26 giugno, Santi Giovanni e Paolo, Martiri.
“A Roma, sul monte Celio, i santi Martiri Giovanni e Paolo fratelli, dei quali il primo era maggiordomo, il secondo pri¬micerio di Costanza Vergine, figlia dell’imperatore Costantino: ambedue, decapitati sotto Giuliano l’Apostata, ricevettero la palma del martirio”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gio-e-paolo-184x300.png


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gio-e-paolo-184x300.png


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/
Oggi le comiche: botte tra "antirazzisti" e vegani - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/botte-antirazzisti-vegani/)
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 61/18 del 26 giugno 2018, Ss. Giovanni e Paolo.”

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/

http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch/)
http://www.saintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
26 juin : Saint Jean et saint Paul, Martyrs (? 362) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/26-juin-saint-jean-et-saint-paul)
“26 juin : Saint Jean et saint Paul, Martyrs († 362).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2315/2978/0914/06_26_st_jean_et_paul.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2315/2978/0914/06_26_st_jean_et_paul.jpg






www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Pelàgio giovanetto, il quale, per la confessione della fede, tagliato membro a membro con forbici di ferro per ordine di Abdaraméno, Re dei Saracèni, compì gloriosamente il suo martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Pelàgio giovanetto possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Rimiro, o mio Gesù, il Vostro Divin Volto, asciugato da una pia donna. Imprimete, Vi prego, nel mio cuore la Vostra effigie, insanguinata, e col sangue lavate l’anima mia. P. A. G.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36320180_1753418648027870_5246333162295918592_n.jp g?_nc_cat=0&oh=03c1f8c367e3f8cc56a66fd077ef771c&oe=5B9DD30B


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36320180_1753418648027870_5246333162295918592_n.jp g?_nc_cat=0&oh=03c1f8c367e3f8cc56a66fd077ef771c&oe=5B9DD30B


https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1045-invochiamo-il-cuore-eucaristico-di-gesu.html






26° giorno: Cuore penitente - Cuore gaudente (http://www.stellamatutina.eu/26-giorno-cuore-penitente-cuore-gaudente/)
http://www.stellamatutina.eu/26-giorno-cuore-penitente-cuore-gaudente/
“CUORE PENITENTE
Il Cuore di Gesù è apparso a santa Margherita coronato di spine e sormontato da una croce tra le fiamme.
Le spine pungono e fanno sanguinare, il fuoco brucia e consuma, la croce umilia e immola.
Un cuore penitente non poteva presentarsi in modo più eloquente e convincente. Chi non capisce il linguaggio doloroso delle spine, del fuoco, della croce?
In tal modo il Cuore di Gesù continua ad insegnarci che l’espiazione è un’esigenza dell’amore. Chi ama è ben lieto di sacrificarsi per la persona amata.
Anche l’Immacolata apparve a Fatima con il Cuore circondato di spine. Quelle spine pungenti stavano sempre davanti agli occhi dei tre pastorelli. Erano il simbolo della sofferenza per i peccati degli uomini che rischiano la dannazione.
Gesù «vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,10), ha pagato il riscatto della nostra salvezza. Adesso vuole la nostra amorosa accettazione della salvezza. Ma molti purtroppo, per non «tenere a freno lo stimolo» della carne (At 9,5), rifiutano o compromettono il dono della salvezza offerto da Gesù a prezzo del suo Sangue. È inconcepibile, è avvilente, ma è così.
Che dire poi se riflettiamo che tutta la vita di Gesù fu penitente per la sua libera scelta? «Povertà, disprezzo e dolore» sono stati la compagnia di Gesù sulla terra, diceva la beata Angela da Foligno. Dalla grotta di Betlem al Golgota: là una greppia per animali, qua infamato e condannato. Il Cuore di
Gesù si è sottoposto all’espiazione universale, mosso e sostenuto da un amore «che supera ogni intendimento» (Ef 13,19).
Il Cuore penitente di Gesù vuole anche insegnarci l’illusione di trovare la vera gioia nel mondo. «Ogni gaudio carnale – scrive l’Imitazione di Cristo – s’insinua piacevolmente, infine morde e uccide». Al contrario, san Francesco d’Assisi, in mezzo a terribili sofferenze e privazioni, cantava giulivo: «Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto».
L’amore pieno di grazia: questo è l’amore che allieta l’uomo anche in mezzo alle tribolazioni, questo è l’amore che spingeva gli Apostoli a predicare Gesù per il mondo «contenti di essere oltraggiati» (At 3,41) e di «portare gli obbrobri di Lui» (Eb 13,13).
CUORE GAUDENTE
Si sa che santa Margherita M. Alacoque, prima di farsi suora, ebbe un breve periodo in cui il suo cuore si perse dietro le soddisfazioni della vanità femminile.
Quante lagrime verserà poi, in riparazione, appena conosciuto l’infinito amore del Cuore di Gesù per noi.
Anzi, la riparazione delle offese all’amore di Gesù sarà uno dei contenuti centrali della devozione al Sacro Cuore. E santa Margherita la fece in maniera eroica, riempiendo la sua vita di mortificazioni e di penitenze molto dure: flagellazioni, cilizi, digiuni, veglie, prostrazioni per ore e ore… Una volta, poi, nell’empito dell’ardore, prese un temperino e si incise il nome di Gesù sul petto, portando questa piaga d’amore come segno visibile di Colui che le riempiva e le bruciava il cuore.
Certo, una vera devozione al Sacro Cuore non può esigere in chi ama dilettarsi di questo mondo, correndo dietro i capricci e gusti della carne. Gesù vuole il nostro cuore libero e puro, pieno soltanto di amore totalitario a Dio e ai fratelli. Tutto ciò che ostacola o riduce questo amore totale deve essere respinto.
San Giuseppe Cafasso in una sua predica diceva che l’uomo somiglia a una vite, la quale è una delle piante più disordinate che ci sia. Per tenerla in ordine, si taglia, si sfronda, si lega. Così produce il suo buon vino «che allieta il cuore dell’uomo» (Sir 40,20).
Ebbene, san Giuseppe Cafasso fa l’applicazione al nostro corpo così facilmente in disordine nelle sue voglie.
«Cosa s’ha da fare? – dice il Santo – Sono io il padrone e tocca a me comandare: orsù, abbassa quegli sguardi! A casa quegli occhi! Indietro quella parola! Ferme quelle mani! Attento a quel passo!… ».
La vera educazione cristiana del cuore è fatta così.
L’amore puro nasce dal sacrificio e si nutre di sacrifici.
La Mamma di sant’Edmondo, arcivescovo di Canterbury, quando mandava la biancheria al figlio durante il periodo degli studi a Parigi, non dimenticava mai di metterci insieme qualche strumento di penitenza. Ella aveva abituato il figlio a digiunare tutti i venerdì e a portare tre volte alla settimana un cilizio per difendere il tesoro della castità.
Un cuore che ama Dio deve essere un cuore virile, che punta in alto, disdegna le pianure, vuole «camminare sulle alture » (Ab 3,19).
Aveva ragione sant’Agostino di piangere, anche nella vecchiaia, i peccati della sua giovinezza. Sul letto di morte, gli era stato proibito di leggere. Egli allora si fece portare dei grandi fogli di pergamena, vi fece scrivere a grandi lettere i Salmi penitenziali di Davide, e li fece appendere al muro, di fronte al letto. Così li aveva sempre davanti agli occhi, li leggeva e piangeva di continuo…
Che cosa facciamo del cuore, noi? Lo nutriamo forse di gioie effimere e false? Ascoltiamo il Cuore di Gesù che dice anche a noi: «Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore» (Sal 36,3).
Proposito: Negare al corpo qualche soddisfazione per riparare le soddisfazioni illecite.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


26 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/26-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/26-giugno.htm
“GESU' ED I PECCATORI
26° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per i peccatori di nostra conoscenza.
GESU’ ED I PECCATORI
I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l'oceano infinito della misericordia! - Questa è una delle promesse che Gesù fece a S. Margherita.
Gesù s'incarnò e morì in Croce per salvare le anime peccatrici; ad esse mostra ora il suo Cuore aperto, invitando ad entrarvi e ad usufruire della sua misericordia.
Quanti peccatori godettero della misericordia di Gesù, mentr'Egli era su questa terra! Richiamiamo alla mente l'episodio della Samaritana.
Giunse Gesù ad una città della Samaria, detta Sichar, vicino alla tenuta che da Giacobbe fu data al suo figlio Giuseppe, dove era pure il pozzo di Giacobbe. Or dunque Gesù, stanco del viaggio, stava a sedere vicino al pozzo.
Venne ad attingere acqua una donna, pubblica peccatrice. Gesù s'intenerì a mirarla e volle farle conoscere la sorgente inesauribile della sua bontà.
Volle convertirla, renderla felice, salvarla; quindi cominciò a penetrare con delicatezza in quel cuore impuro. Rivolto a lei, disse: Donna, dammi da bere!
La Samaritana rispose: Come mai Tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono Samaritana? - Gesù soggiunse: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere! - tu stessa forse ne avresti chiesto a Lui e ti avrebbe dato acqua viva! –
La donna continuò: Signore, non - hai con che attingere ed il pozzo è profondo; donde hai quest'acqua viva?... -
Gesù parlava dell'acqua dissetante del suo amore misericordioso; ma la Samaritana non comprendeva. Le disse dunque: Chi beve di quest'acqua (del pozzo), tornerà ad avere sete; ma chi beve l'acqua che gli darò io, non avrà più sete in eterno; che anzi l'acqua, da me data, diventerà in lui fonte d'acqua viva zampillante in vita eterna. –
La donna ancora non capiva e dava alle . parole di Gesù il significato materiale; perciò rispose: Dammi di questa acqua, affinchè non abbia più sete e non abbia a venire qui per attingere. - Dopo ci ciò, Gesù le fece vedere il suo misero stato, le nefandezze commesse: Donna, le disse, va' a chiamare tuo marito e ritorna qui!
- Non ho marito! - Hai detto bene: Non ho marito! - perchè ne hai avuti cinque e quello che hai ora non è tuo marito! - Umiliata a tale rivelazione, la peccatrice esclamò: Signore, vedo che sei un Profeta!... –
Gesù poi le si manifestò quale Messia, le cambiò il cuore e di una donna peccatrice ne fece un'apostola.
Quante anime ci sono nel mondo come la Samaritana!... Assetati di cattivi piaceri, preferiscono restare sotto la schiavitù delle passioni, anzichè vivere secondo la legge di Dio e godere della vera pace!
Gesù brama la conversione di questi peccatori e mostra la devozione al suo Sacro Cuore come arca di salvezza ai traviati. Vuole che si comprenda che il suo Cuore vuole salvare tutti e che la sua misericordia è un oceano infinito.
Peccatori, ostinati o del tutto indifferenti alla Religione, se ne trovano ovunque. Quasi in ogni famiglia c'è la rappresentanza, sarà la sposa, un figliuolo, una figliuola; sarà qualcuno dei nonni o altro congiunto. In simili casi si raccomanda di rivolgersi al Cuore di Gesù, offrendo preghiere, sacrifici ed altre opere buone, affinchè la misericordia divina li converta. In pratica, si consiglia,:
1. - Comunicarsi spesso a vantaggio di questi traviati.
2. - Fare celebrare, o almeno ascoltare delle S. Messe allo stesso scopo.
3. - Fare carità ai poverelli.
4. - Offrire dei piccoli sacrifici, con la pratica dei fioretti spirituali.
Fatto questo, si stia sereni e si aspetti l'ora di Dio, la quale può essere vicina o lontana. Il Cuore di Gesù, con l'offerta di opere buone in suo onore, certamente lavora nell'anima peccatrice e poco per volta la converte servendosi o di un buon libro, o di una santa conversazione, o di un rovescio di fortuna, o di un lutto improvviso...
Quanti peccatori ritornano ogni giorno a Dio!
Quante spose hanno la gioia di frequentare la Chiesa e di comunicarsi in compagnia di quel marito, che un giorno era ostile alla Religione! Quanti giovani, di ambo i sessi, riprendono la vita cristiana, troncando risolutamente una catena di peccato!
Ma queste conversioni sogliono essere frutto di molta e perseverante preghiera, rivolta al Sacro Cuore da anime zelanti.
ESEMPIO
Una sfida
Una signorina, devota del Cuore di Gesù, entrò in discussione con un uomo irreligioso, uno di quegli uomini restii al bene e cocciuto nelle sue idee. Tentò di convincerlo con buone argomentazioní e paragoni, ma tutto fu inutile. Solo un miracolo avrebbe potuto cambiarlo.
La signorina non si perdette di coraggio e gli lanciò una sfida: Lei dice di non volersi assolutamente dare a Dio; ed io l'assicuro che presto cambierà parere. So io come farla convertire! –
Quell'uomo si allontanò con una risatina di scherno e di compassione, dicendo: Vedremo chi vincerà! –
Subito la signorina cominciò le nove Comunioni dei Primi Venerdì, pròponendosi di ottenere dal Sacro Cuore la conversione di quel peccatore. Pregò molto e con molta fiducia.
Compiuta la serie delle Comunioni, Iddio permise che i due s'incontrassero. La donna chiese: Dunque, lei si è convertito? - Si, mi sono convertito! Lei ha vinto... Non sono più quello di prima. Mi sono già dato a Dio, mi sono confessato, faccio la S. Comunione e sono proprio contento. - Avevo ragione di sfidarla quella volta? Ero sicura della vittoria. - Sarei curioso di sapere cosa ha fatto per me! - Mi comunicai nove volte nei Primi Venerdì di mese e pregai tanto tanto la infinita misericordia del Cuore di Gesù per il suo ravvedimento. Oggi godo a sapere che lei è cristiano praticante. - Il Signore le ripaghi il bene fattomi! –
Quando la signorina narrò il fatto allo scrivente, ne ricevette meritata lode.
Si imiti la condotta di questa devota del Sacro Cuore, per fare convertire molti peccatori.
Fioretto. Fare la S. Comunione per i peccatori più ostinati della propria città.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, salva le anime!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)”






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“26 giugno 2018: infra l'Ottava di San Giovanni Battista.”
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“26 giugno 2018. Giovanni e Paolo, santi, martiri a Roma, i resti sono all’altare maggiore della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio. Sepolti nella cripta sotterranea furono, nel 1588, portati nella chiesa superiore. Nel 1677 il cardinale Filippo Tommaso Howard di Norfolck li collocò sotto l’altare maggiore. Le reliquie, estratte da una cassa di piombo, furono collocate in vasi di vetro e d’argento e ricollocate da Benedetto XIII e dal cardinale Fabrizio Paolucci, dopo una solenne processione, il 2 febbraio 1726, nell’urna di porfido rosso. In tempi passati parte delle loro reliquie pervennero all’abbazia di Casamari e nel 1572 vennero portate nella cattedrale di Veroli. Altre furono donate nel X secolo al monastero di Pagerne e nel 1536 trasferite a Friburgo.
M.R.: 26 giugno - A Roma, sul monte Celio, i santi Martiri Giovanni e Paolo fratelli, dei quali il primo era maggiordomo, il secondo primicerio di Costanza Vergine, figlia dell'Imperatore Costantino: ambedue, decapitati sotto Giuliano l'Apostata, ricevettero la palma del martirio. [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
27-06-18, 23:41
27 GIUGNO 2018: ventisettesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it

https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«NOSTRA SIGNORA DEL PERPETUO SOCCORSO
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
Si venera con questo glorioso titolo, nella Chiesa di san Matteo sull'Esquilino, a Roma, un'immagine miracolosa della Santa Vergine, un'icona cretese conosciuta dal XII secolo, e giunta a Roma verso la fine del secolo XV. Nel 1498 la troviamo venerata presso la chiesa di san Matteo.
Dopo esser stata per sei secoli l'oggetto di un culto popolare, si perdette in seguito agli avvenimenti della città santa durante la prima metà del 1866. Infatti, scampata alla devastazione degl'invasori giacobini, il Papa Pio IX, grande servo di Maria, affidò l'icona ai Padri Redentoristi, che tuttora la custodiscono presso chiesa di sant'Alfonso all'Esquilino, e restaurò il culto secolare, con una festa liturgica.»
Sardinia Tridentina: Festa della Madre del Perpetuo Soccorso (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/beata-vergine-maria-madre-del-perpetuo.html?m=1)
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«SANTI PROTOMARTIRI DELLA SANTA CHIESA ROMANA
Doppio di II classe.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
Il 24 giugno il Martirologio Romano fa l'elogio di “moltissimi santi Martiri, i quali dall’imperatore Nerone, per allontanare l’odio proveniente dall’aver egli incendiata l’Urbe calunniosamente accusati, furon fatti uccidere crudelissimamente in diverse maniere. Infatti alcuni di essi, coperti con pelli di fiere,furono esposti ad esser dilaniati dai cani; altri furono confitti in croce; ed altri furono bruciati, affinché, quando fosse terminato il giorno, servissero di lume durante la notte. Tutto questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei Martiri, che la Chiesa Romana, fecondo campo di Martiri, mandò al Signore prima della morte degli Apostoli”. Di essi fa menzione anche lo storico pagano Cornelio Tacito (Annales, XV, 44, 2-5).
La Chiesa di Roma li commemora il 27 giugno, antivigilia dei santi Pietro e Paolo, Principi degli Apostoli.»
Tradidi quod et accepi: Santi Protomartiri della Santa Chiesa Romana (http://tradidiaccepi.blogspot.com/2017/06/santi-protomartiri-romani.html?m=1)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36311115_1420621378039180_1441087400414543872_n.jp g?_nc_cat=0&oh=1803feab2e0dfd144c1acc69f52afc9d&oe=5BE431B8


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«SERMONE DI SANT'ANTONIO DI PADOVA SULLA FESTA DELLA NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.»
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«QUARTA DIE INFRA OCTAVAM NATIVITATIS SANCTI JOANNIS BAPTISTÆ
(Quarto giorno nell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA.»
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36327419_1421119581322693_5749556132267950080_n.jp g?_nc_cat=0&oh=c5df0cfdc5540b8950191d1d685c4dd2&oe=5BE54E51


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"NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (22 - 30 Giugno)"





Madonna del Perpetuo Soccorso - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/madonna-del-perpetuo-soccorso/)
http://www.sodalitium.biz/madonna-del-perpetuo-soccorso/
«27 giugno, Madonna del Perpetuo Soccorso.
O Madre del Perpetuo Soccorso, molti sono coloro che prostrati dinanzi alla tua santa immagine, chiedono il tuo patrocinio. Tutti ti chiamano Il Soccorso dei Miseri e provano il beneficio della tua protezione. Perciò anch’io ricorro a Te in questa mia tribolazione. Tu vedi, o cara madre, a quanti pericoli sono esposto; Tu vedi i miei innumerevoli bisogni. Afflizione e bisogni mi opprimono; sventura e privazioni mi portano desolazione nella mia casa; sempre e dovunque trovo una croce da portare. O Madre, piena di misericordia, abbi pietà di me e della mia famiglia, ma in modo speciale aiutami adesso, in questa mia necessità. Liberami da ogni male; ma se è volontà di Dio che io continui a soffrire, dammi almeno la grazia di soffrire con pazienza ed amore.Questa grazia io ti domando con tanta fiducia e questo io spero di ottenere da Te perchè sei la Madre del Perpetuo Soccorso. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/s-l1600-7-178x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/s-l1600-7-178x300.jpg


«I Protomartiri Romani (24 giugno, un tempo la festa era il 27 giugno).
“A Roma la commemorazione di moltissimi santi Martiri, i quali dall’imperatore Nerone, per allontanare l’odio proveniente dall’aver egli incendiato la Città, calunniosamente accusati, furono fatti uccidere crudelissimamente in diverse maniere. Infatti alcuni di essi, coperti con pelli di fiere, furono esposti ad esser dilaniati dai cani; altri furono confitti in croce; ed altri furono bruciati, affinchè, quando fosse terminato il giorno, servissero di lume durante la notte. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei Martiri, che la Chiesa Romana, fecondo campo di Martiri, mandò al Signore prima della morte degli Apostoli”.»


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Anétto Martire, il quale, nella persecuzione di Diocleziàno, sotto il Preside Urbàno, avendo esortato altri al martirio e abbattuto gli idoli colla sua orazione, fu fatto percuotere da dieci soldati; e alla fine, tagliategli le mani ed i piedi, fu decapitato, e così ricevette la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Anétto possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Mio Gesù, ecco ai piedi Vostri un Cireneo, che porta la croce, o per forza, o per apparenza. Detesto la mia vergogna e i maledetti rispetti umani. P. A. G.”
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“Considera, anima mia, il tuo Gesù a terra ricaduto, per cagione della tua superbia. Detestala di cuore: e per l’avvenire umiliati sino ai tuoi inferiori. P. A. G.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36266354_1755040937865641_5673607997939515392_n.jp g?_nc_cat=0&oh=bfaa288e1d0a81562cdd8cdb2fbbe613&oe=5BB7EE97

“Rimiro, o mio Gesù, il Vostro Divin Volto, asciugato da una pia donna. Imprimete, Vi prego, nel mio cuore la Vostra effigie, insanguinata, e col sangue lavate l’anima mia. P. A. G.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36320180_1753418648027870_5246333162295918592_n.jp g?_nc_cat=0&oh=03c1f8c367e3f8cc56a66fd077ef771c&oe=5B9DD30B

https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1045-invochiamo-il-cuore-eucaristico-di-gesu.html




https://www.facebook.com/SantAlfonsoDeLiguori/
“Questa insomma ha da essere la mira di tutt'i nostri desideri, delle nostre divozioni, meditazioni, comunioni ecc. l'adempire la divina volontà. Questo ha da esser lo scopo di tutte le nostre preghiere, l'impetrare la grazia di eseguire ciò che Dio vuole da noi. Ed in ciò abbiamo da domandare l'intercessione de' nostri santi avvocati e specialmente di Maria SS., che c'impetrino luce e forza di uniformarci alla volontà di Dio in tutte le cose; ma specialmente in abbracciar quelle a cui ripugna il nostro amor proprio. Dicea il Ven. Giovanni d'Avila: «Vale più un "benedetto sia Dio" nelle cose avverse, che sei mila ringraziamenti nelle cose a noi dilettevoli».”
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«"Giugno 2018: processione del Sacro Cuore ad Aleppo. I terroristi mercenari sono stati sconfitti, rinasce la terza maggiore città cristiana del mondo arabo." Da Giuseppe Federici.»
https://www.facebook.com/giuseppe.federici.5
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36176566_1754524341250634_8854078697066463232_n.jp g?_nc_cat=0&oh=054e31dbca4a3b1a84ffbad5c6a92e72&oe=5BE344C2


«"Siamo nell'ottava di san Giovanni Battista, martirizzato per aver rimproverato a Erode Antipa l'illecita e scandalosa relazione con Erodiade. Ieri Jorge M. Bergoglio ha ricevuto in Vaticano Emmanuel Macron, in compagnia della sua concubina. Chissà se nel lungo colloquio privato Bergoglio ha ricordato a Macron la santità e l'indissolubilità del matrimonio, la condanna del divorzio e dell'adulterio..." - Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
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Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch/)
ttp://www.saintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/27-juin-diocese-de-lausanne-geneve-et-fribourg-saint-anthelme-eveque-et-confesseur-1107-1178
“27juin - Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg : Saint Anthelme, Évêque et Confesseur (1107-1178).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2915/2978/0916/06_27_saint_anthelme.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2915/2978/0916/06_27_saint_anthelme.jpg


http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/27-juin-saint-burchard
“27 juin - Diocèse de Bâle : Saint Burchard, Confesseur.”


http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/27-juin-saint-ladislas
“27 juin : Saint Ladislas, Roi de Hongrie (1031-1095).”
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27 juin : Notre-Dame du Perpétuel Secours :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/27-juin-notre-dame-du-perpetuel-secours)
“27 juin : Notre-Dame du Perpétuel Secours.”
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27 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/27-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/27-giugno.htm
“GIORNO 27
LA TIEPIDEZZA
27° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare affinchè i Missionari convertano gl'infedeli.
LA TIEPIDEZZA
Nel libro dell'Apocalisse (III - 15) si legge il rimprovero che Gesù fece al Vescovo di Laodicea, il quale si era rallentato nel divino servizio: - Mi sono note le tue opere e so che non sei né freddo; né caldo. O fossi tu freddo o caldo! Ma poichè sei tiepido, né freddo, né caldo, comincerò a vomitarti dalla mia bocca... Fa' penitenza. Ecco, io sto alla porta e batto; se uno ascolterà la mia voce e mi aprirà la porta, io entrerò da lui.
Come Gesù rimproverò la tiepidezza di quel Vescovo, così la rimprovera in coloro che si mettono al suo servizio con poco amore. La tiepidezza, o accidia spirituale, fa nausea a Dio, sino a provocarlo al vomito, parlando in linguaggio umano. Spesso è da preferirsi un cuore freddo ad uno tiepido, perchè il freddo potrebbe infervorarsi, mentre il tiepido suole restare sempre tale.
Tra le promesse del Sacro Cuore abbiamo questa: I tiepidi diventeranno fervorosi.
Poichè Gesù ha voluto fare una promessa esplicita, vuol dire che desidera che i devoti del suo Divin Cuore siano tutti fervorosi, pieni di slancio nell'operare il bene, interessati della vita spirituale, premurosi e delicati con Lui.
Consideriamo cosa sia la tiepidezza e quali siano i rimedi per risorgerne.
La tiepidezza è una certa noia nel fare il bene e nel fuggire il male; per conseguenza i tiepidi trascurano i doveri della vita cristiana con molta facilità, oppure li compiono malamente, con negligenza. Esempi di tiepidezza sono: tralasciare la preghiera per pigrizia; pregare sbadatamente, senza sforzo per stare raccolti; rimandare da un giorno all'altro un buon proponimento, senza poi attuarlo; non mettere in pratica le buone ispirazioni, che con insistenza amorosa Gesù fa sentire; trascurare tanti atti di virtù per non imporsi dei sacrifici; darsi poco pensiero del progresso spirituale; più che tutto, commettere tante piccole colpe veniali, volontariamente, senza rimorso e senza voglia di correggersi.
La tiepidezza, che di per sé non è colpa grave, può portare al peccato mortale, perchè rende la volontà debole, incapace di resistere ad una forte tentazione. Non facendo caso dei peccati leggeri, o veniali, l'anima tiepida si mette sopra un pendio pericoloso e potrebbe precipitare nella colpa grave. Lo dice il Signore: Chi disprezza le piccole cose, a poco a poco cadrà nelle grandi (Eccl., XIX, 1).
La tiepidezza non si confonda con l'aridità di spirito, che è uno stato particolare in cui possono trovarsi anche le anime più sante.
L'anima arida non prova le gioie spirituali, anzi spesso ha noia e ripugnanza a fare il bene; tuttavia non lo tralascia. Cerca di piacere in tutto a Gesù, evitando le piccole mancanze volontarie. Lo stato di aridità, non essendo volontario e neppure colpevole, non dispiace a Gesù, anzi gli dà gloria e porta l'anima ad un alto grado di perfezione, distaccandola dai gusti sensibili.
Ciò che deve combattersi è la tiepidezza; la devozione al Sacro Cuore ne è il rimedio più efficace, avendo Gesù fatta la promessa formale « I tiepidi diventeranno fervorosi ».
Non si è dunque veri devoti del Cuore di Gesù, se non si vive fervorosamente. Per riuscirvi:
1. - Fare attenzione a non commettere con facilità le piccole mancanze, volontariamente, ad occhi aperti. Quando si ha la debolezza di farne qualcuna, si rimedi subito col chiedere perdono a Gesù e col compiere una o due opere buone in riparazione.
2. - Pregare, pregare spesso, pregare attentamente e non tralasciare per noia alcun esercizio devoto. Chi fa bene la meditazione ogni giorno, anche per breve durata, certamente supererà la tiepidezza.
3. - Non lasciar passare giorno, senza avere offerto a Gesù alcune piccole mortificazioni, o sacrifici. L'esercizio dei fioretti spirituali rimette il fervore.
ESEMPIO
Lezioni di fervore
Un indiano per nome Ciprà, convertitosi dal paganesimo alla fede cattolica, era divenuto fervente devoto del Sacro Cuore.
In un infortunio del lavoro riportò una ferita alla mano. Lasciò le Montagne Rocciose, ov'era la Missione Cattolica, ed andò lontano in cerca del medico. Questi, vista la gravità della ferita, disse all'indiano di fermarsi con lui per qualche tempo, per curare bene la ferita.
- Io non posso fermarmi qui, rispose Ciprà; domani sarà il Primo Venerdì del Mese ed io dovrò trovarmi alla Missione per ricevere la Santa Comunione. Dopo ritornerò. - Ma dopo, soggiunse il medico, potrebbe svilupparsi l'infezione e forse dovrò tagliarvi la mano! - Pazienza, mi taglierete la mano, ma non avverrà mai che Ciprà lasci nel giorno del Sacro Cuore la Comunione! –
Ritornò alla Missione, con gli altri fedeli rese onore al Cuore di Gesù e poi rifece il lungo viaggio per presentarsi al medico.
Osservata la ferita, il medico indispettito esclamò: Ve l'avevo detto! È cominciata la cancrena; ora devo tagliarvi tre dita!
- Le tagli pure!... Vada tutto per amore del Sacro Cuore! - Con animo forte subì l'amputazione, contento di avere ben comprata quella Comunione del Primo Venerdì.
Quale lezione di fervore dà un convertito a tanti fedeli tiepidi!
Fioretto. Fare alcune mortificazioni di gola, per amore del Sacro Cuore.
Giaculatoria. Cuore Eucaristico di Gesù, ti adoro per quelli che non ti adorano!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


27° giorno: Cuore trafitto - Cuore assassino (http://www.stellamatutina.eu/27-giorno-cuore-trafitto-cuore-assassino/)
“27° giorno: Cuore trafitto – Cuore assassino
CUORE TRAFITTO
«Guarderanno a colui che hanno trafitto» (Zc 12,10).
Per poter parlare del Cuore trafitto di Gesù bisognerebbe avere il Cuore della Madonna, trapassato «da una spada» (Lc 2,35), o il cuore trafitto di san Francesco, di santa Teresa d’Avila, di santa Veronica Giuliani, di santa Gemma Galgani, di san Pio da Pietrelcina, che hanno ricevuto il dono mistico della trasverberazione e hanno parlato di questa trafittura come di un torrente di fuoco misterioso che fa sanguinare il cuore di amore e di dolore.
Certo è che sulla croce, noi vediamo che cosa significa amare «con tutto il cuore» (Mc 12,30). Gesù ci ha amato con tutto il cuore, fino a farselo spaccare, perché noi potessimo entrarci e prenderci dimora.
Scriveva sant’Agostino: «Longino mi ha aperto con la lancia il costato di Cristo. Io vi sono entrato e vi rimango con sicurezza». San Bonaventura aggiunge con commozione: «Come non ammirare quel costato aperto, che unisce il Cuore di Gesù al nostro cuore?». E san Pietro Canisio, familiarizzando con Gesù, gli diceva affettuosamente: «Voi, o Gesù, apriste il Cuore del vostro corpo…io mi rifugiai in Esso e trovai il nutrimento dell’anima».
Guardando il Cuore trafitto di Gesù possiamo comprendere dove arriva la ferita del nostro peccato mortale: arriva fino a lì, nel Cuore di Gesù, a trapassarlo!
Una volta la serva di Dio, suor Benigna Consolata Ferrero ebbe questa terribile visione: due furiosi cani mastini si contendevano un pezzo di carne a forma di cuore, lacerandolo orrendamente. Gesù le disse: «È la figura del mio Cuore straziato dai peccatori». Ci pensiamo?
Guardando il Cuore trafitto di Gesù noi possiamo ripetere davvero con san Paolo: «Ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). Il Cuore trafitto di Gesù è l’espressione più alta dell’immolazione di Gesù. Ce lo insegna santa Margherita quando scrive: «Non so se, nella vita spirituale, vi sia un altro esercizio di devozione più atto ad elevare in poco tempo un’anima alla più alta perfezione, e a farle gustare tutte le dolcezze che si trovano al servizio di Gesù Cristo». Ce lo conferma suor Josefa Menendez, la Messaggera del Sacro Cuore, quando scrive che la piaga del Cuore di Gesù dona valore infinito a ogni nostra offerta, come le disse Gesù stesso: «Metti tutto nella piaga del mio Cuore, al fine di dare alla tua offerta un valore infinito».
CUORE ASSASSINO
«Dal cuore dell’uomo vengono gli omicidi…» (Mc 7,21).
Quale differenza! Il Cuore di Gesù si dona fino al punto di farsi squarciare dai suoi nemici. Il cuore dell’uomo, invece, è capace di arrivare all’assassinio del proprio fratello.
Basti pensare alle violenze atroci che ogni giorno la cronaca registra con il racconto di delitti e crimini. Basti pensare, soprattutto, alle leggi assassine che legalizzano l’aborto provocando un’ecatombe giornaliera di tante creature umane innocenti.
Ma non è tutto. Il cuore assassino non si ferma all’uomo.
Va oltre. Vuole uccidere anche Dio. C’è riuscito sul calvario al grido assassino di «crocifiggilo, crocifiggilo» (Gv 19,6). E ci riesce ancora, profanando i Tabernacoli, calpestando le Ostie consacrate o pugnalandole, come fanno i massoni e satanisti nelle celebrazioni dei loro riti tenebrosi.
Ma c’è ancora. Il cuore assassino continua a rivoltarsi contro Gesù con ogni peccato mortale, crocifiggendolo di nuovo crudelmente. Il cuore dell’uomo, allora, diventa il patibolo di Gesù (Eb 6,6). Questo è il tradimento dell’infame coraggio di accostarsi a ricevere Gesù Eucaristico con l’anima in peccato mortale.
Un vecchio missionario fra le tribù dell’Oregon, una notte venne assalito da una banda di selvaggi. Il missionario fece il suo atto di contrizione e poi riuscì a parlare, ricordando a quei selvaggi il bene compiuto con tanti sacrifici quotidiani. Alla fine concluse dicendo: «Adesso, se avete sete del mio sangue, eccomi nelle vostre mani; ma colpitemi qui al cuore! – e si scoprì il petto –. Trafiggete questo cuore che vi ha amato».
Quei barbari si trattennero, si confusero, si commossero.
E lasciarono il missionario senza fargli alcun male.
Noi, invece, ogni volta che commettiamo un peccato mortale, (una bestemmia, un atto impuro, una Messa festiva omessa, e ancor più una Comunione in peccato mortale), colpiamo Gesù al Cuore, senza pietà. Rinnoviamo la «fucilazione del Sacro Cuore», fatta in Spagna da un gruppo di comunisti e anarchici di Barcellona, quando con odio sacrilego scaricarono i loro fucili contro un’immagine del Cuore di Gesù.
Che dire poi dell’odio nel cuore verso il prossimo?
Chi potrà contare i sentimenti di rancore, di avversione o di vendetta che albergano spesso nel cuore dell’uomo?
Eppure il cristiano sa bene che deve amare anche i nemici e pregare per i disonesti e i malvagi (Mt 5,44). «Non lasciarti vincere dal male – grida san Paolo – ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21).
Il Cuore di Gesù voglia «trafiggere» il nostro cuore con il suo amore forte e operoso verso Dio e i fratelli.
Proposito: Perdonare di cuore a chi ci offende o maltratta.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




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“27 giugno. 2018: infra l'ottava di San Giovanni Battista.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
28-06-18, 23:21
28 GIUGNO 2018: VIGILIA DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, ventottesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it

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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“VIGILIA DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO.
Semidoppio.
Paramenti viola.
SANTA MESSA
La Chiesa celebra domani la festa dei due Apostoli che sono le fondamenta su cui è saldamente stabilita (Orazione). «La penitenza che sa imporsi un popolo in certi giorni di preparazione, è un segno della fede che ha conservato», scrive il Padre Guéranger: «perché dimostra che il popolo comprende la grandezza dell'oggetto proposto dalla Santa Liturgia al suo culto». Pietro innalzato sulla sua croce (Introito, Vangelo) domina, come il Cristo, il mondo. Egli suggella col sangue la sua confessione di fede (Vangelo di domani) e d'amore (Vangelo) in Gesù, e da allora nel nome di Gesù (Vangelo) e come suo sostituto sarà il re delle anime. Paolo, associandosi alle sue fatiche e al suo martirio, divide con lui il regno ed il trionfo.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 123 su Giovanni, n° 5.
Al suo triplice rinnegamento, Pietro oppose una triplice, confessione, affinché la sua lingua non obbedisca meno all'amore che al timore, e la morte intravista da lontano non sembri avergli dato più voce che la presenza della Vita. Rinnegare il Pastore fu effetto del timore: ufficio dell'amore sia pascere il gregge del Signore. Quelli che pascono le pecore di Cristo con l'animo che siano loro e non di Cristo, sono convinti di amare se stessi e non Cristo, avidi come sono di onori, di dominio, di ricchezze, invece della carità che fa obbedire, sollevare, piacere a Dio.
Contro costoro, ai quali l'Apostolo rimprovera, gemendo, di cercare i propri interessi e non quelli di Gesù Cristo (cf. Fil 2, 21), si leva forte e insistente la voce di Cristo. Che altro è dire: Mi ami tu? Pasci le mie pecore, se non dire: Se mi ami, non pensare a pascere te stesso, ma pasci le mie pecore, come mie, non come tue; cerca in esse la mia gloria, non la tua; il mio dominio, non il tuo; il mio guadagno e non il tuo; se non vuoi essere del numero di coloro che appartengono ai tempi difficili, i quali sono amanti di se stessi, con tutto quel che deriva da questa sorgente d'ogni male. L'Apostolo infatti, dopo aver detto: Vi saranno uomini amanti di se stessi, così prosegue: saranno amanti del denaro, vanagloriosi, arroganti, bestemmiatori, disobbedienti ai genitori, ingrati, scellerati, empi, senz'amore, calunniatori, incontinenti, spietati, non amanti del bene, traditori, protervi, accecati dai fumi dell'orgoglio, amanti del piacere più che di Dio; gente che ha l'apparenza di pietà, ma che ne ha rinnegato la forza (2 Tim 3, 1-5). Tutti questi mali derivano, come da loro fonte, da quello che per primo l'Apostolo ha citato: saranno amanti di se stessi.
Giustamente il Signore chiede a Pietro: Mi ami tu?, e alla sua risposta: Certo che ti amo, egli replica: Pasci i miei agnelli; e questo, una seconda e una terza volta. Dove anche si dimostra che amare [diligere] è lo stesso che voler bene [amare]; l'ultima volta, infatti, il Signore non dice: Mi ami?, ma: Mi vuoi bene? Non amiamo dunque noi stessi, ma il Signore, e nel pascere le sue pecore non cerchiamo i nostri interessi, ma i suoi. Non so in quale inesplicabile modo avvenga che chi ama se stesso e non Dio, non ama se stesso, mentre chi ama Dio e non se stesso, questi ama se stesso. Poiché chi non può vivere di se stesso, non può non morire amando se stesso: non ama dunque se stesso, chi si ama in modo da non vivere.
Sardinia Tridentina: Vigilia dei santi Pietro e Paolo (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/vigilia-dei-santi-pietro-e-paolo.html?m=1)
Si fa Commemorazione dell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria:
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1)
Inoltre si fa Commemorazione di sant'Ireneo Vescovo e Martire con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa seguente:
Sardinia Tridentina: Sant?Ireneo, Vescovo di Lione e Martire (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/07/santireneo-vescovo-di-lione-e-martire.html?m=0)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36354433_1422146374553347_6694947467126898688_n.jp g?_nc_cat=0&oh=9e3c68903163de511556c234243d7119&oe=5BE57D99 ”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36354433_1422146374553347_6694947467126898688_n.jp g?_nc_cat=0&oh=9e3c68903163de511556c234243d7119&oe=5BE57D99


“AD I VESPERAS IN FESTO SACTORUM PETRI ET PAULI APOSTOLORUM
(Primi Vespri della Festa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli)
Duplex I classis cum Octava communi.
(Doppio di I classe con Ottava comune)
Tutto dal Comune degli Apostoli (salmi), eccetto ciò che è proprio (antifone ai salmi, capitolo, inno, verso, antifona al Magnificat e orazione).
Audio: https://m.youtube.com/watch?v=LmG-ry1GB7c”


“SANT'IRENEO DI LIONE.
Vescovo e Martire.
Doppio.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
Verso la fine del II secolo, allorché le sette gnostiche cercavano di scalzare dalla base la religione cristiana, Dio suscitò sant'Ireneo, nato a Smirne nel 130, per resistere loro a viso aperto. «Dio gli accordò la grazia di distruggere le eresie con la verità della dottrina» (Orazione). Succedendo a san Potino sulla cattedra di Lione nel 177, sant'Ireneo «predicò a tempo e fuori di tempo», come vuole san Paolo (Epistola); e si fece il difensore del Cristo (Vangelo) e della sua Sposa. «La Chiesa, egli dichiara, disseminata attraverso il mondo, fino alle estremità della terra, professa la fede che ha ricevuto dagli apostoli che a loro volta l'hanno ricevuta dal Figlio di Dio. Questa Chiesa ha il suo centro a Roma, con cui tutta la Chiesa deve accordarsi a causa del suo supremo primato, perché, con la successione dei Pontefici romani la tradizione apostolica della Chiesa è pervenuta fino ad noi» (Adversus Haereses I, I, c. VI e X; I, III, c. III, n. 2). Ardente apologista, sant'Ireneo fu pure un profondo teologo. Fu chiamato il padre della teologia cattolica e l'anello d'oro che lega lo spirito del Vangelo alla dottrina dei Padri. L'orecchio ancor pieno degli ultimi echi dell'insegnamento apostolico (Alleluia), fu il primo a fare la sintesi ragionata della nostra fede. Il suo trattato «La falsa scienza smascherata e confutata», chiamato anche «Contro le eresie (Adversus Haereses)», portò un colpo mortale all'eresia gnostica. San Gerolamo, pel primo gli dà il titolo glorioso di Martire. Egli morì, si crede, durante la persecuzione di Settimio Severo nel 202 a Lione. Benedetto XV estese la sua festa alla Chiesa universale.
* Ireneo, nato non lungi dalla città di Smirne nella Asia proconsolare, fin da fanciullo si mise sotto la condotta di Policarpo, discepolo di san Giovanni Evangelista, e vescovo pure di Smirne. Alla scuola di sì eccellente maestro, fece grandi progressi nella dottrina e nella pratica della religione cristiana. Allorché un glorioso martirio ebbe innalzato in cielo Policarpo, Ireneo che, sebbene meravigliosamente versato nelle sacre scritture, ardeva tuttavia ancora d'un incredibile desiderio di studiare sul luogo stesso in cui erano state confidate le tradizioni che altri potevano aver ricevuto sull'insegnamento e le istituzioni apostoliche, e potè incontrarsi con più discepoli degli Apostoli; quanto udì da loro, se lo scolpì nella memoria, per opporlo poi assai a proposito contro le eresie, che vedeva diffondersi ogni giorno più con immenso danno del popolo cristiano, e le quali egli s'era proposto di combattere con cura e abbondanza di prove. Quindi recatosi in Francia, il vescovo Potino lo ordinò prete della Chiesa di Lione. Egli adempì così bene al suo ministero con l'assiduità alla predicazione e colla dottrina, che (a testimonianza dei santi Martiri che combatterono coraggiosamente per la vera fede sotto l'imperatore Marco Aurelio) si mostrò veramente lo zelatore del testamento di Cristo.
Intanto gli stessi Confessori della fede e il clero di Lione essendo altamente preoccupati della pace delle Chiese dell'Asia turbata allora dalla fazione dei Montanisti, scelsero con grande unanimità Ireneo, che proclamavano l'uomo più capace a ottenere la vittoria, per inviarlo a Roma da Papa Eleuterio, per pregarlo di condannare colla autorità della Sede Apostolica i nuovi settari, e sopprimere così la causa delle discordie. Morto martire il vescovo Potino, gli successe Ireneo, il quale esercitò il ministero episcopale con tal successo, grazie alla sua saggezza, preghiera ed esempio, che in breve tempo vide non solo gli abitanti di Lione, ma anche molti di altre città della Gallia rigettare l'errore e la superstizione, e iscriversi nella milizia cristiana. Nel frattempo essendo sorta questione circa il giorno della celebrazione della Pasqua, e il Romano Pontefice Vittore trattando con rigore o minacciando di scomunica i vescovi dell'Asia che quasi tutti si dipartivano su questo punto dai loro fratelli nell'episcopato, Ireneo, amico della pace, intervenne rispettosamente, e, facendo valere gli esempi dei Pontefici predecessori, l'indusse a non permettere che tante Chiese si separassero dall'unità cattolica a motivo d'un rito che esse affermavano aver ricevuto per tradizione.
Egli scrisse molte opere, di cui parlano Eusebio di Cesarea e san Girolamo, ma la cui maggior parte è andata perduta per incuria dei tempi. Di lui rimangono cinque libri contro le eresie, scritti circa l'anno 180, allorché governava ancora la Chiesa Eleuterio. Nel libro terzo, l'uomo di Dio, istruito da coloro ch'egli dichiara aver appreso l'insegnamento diretto degli Apostoli, dice, riguardo alla Chiesa Romana e alla sua successione di Pontefici, che la sua testimonianza è la più grande e la più splendida, essendo ella la custode fedele, perpetua e la più sicura della tradizione divina. Così, dice egli, è necessario che con questa Chiesa, a motivo del suo possente primato, s'accordi ogni Chiesa, cioè i fedeli di tutti i luoghi. Infine, egli, insieme con altri pressoché innumerevoli da lui condotti alla vera fede, e ai frutti di essa, ricevette la corona del martirio e se ne andò in cielo nell'anno della salute 202, allorché l'imperatore Settimio Severo Augusto faceva crudelmente tormentare e mettere a morte tutti quelli che volevano rimanere fermi nella pratica della religione cristiana. Il sommo Pontefice Benedetto XV estese a tutta la Chiesa la festa di sant'Ireneo.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Ireneo Vescovo e Martire.
Libro 3 contro le Eresie cap. 18, ovvero 20, n. 5-6.
Il Signore conosceva quelli che dovevano subire la persecuzione; e sapeva pure chi erano quelli che sarebbero flagellati ed uccisi per lui. E perciò, esortando anche costoro, diceva: «Non temete quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima. Temete piuttosto colui che può mandare in perdizione all'inferno e l'anima e il corpo» e anche conservare quelli che gli hanno reso testimonianza. Difatti egli prometteva di riconoscere davanti al Padre, suo quelli che avessero confessato il suo nome davanti agli uomini; e di rinnegare quelli che l'avessero rinnegato; e di confondere quelli che avessero arrossito di confessarlo. Ora, stando così le cose, alcuni sono giunti a tanta temerità da disprezzare persino i Martiri e vituperare quelli che sono stati uccisi per aver reso testimonianza al Signore, o che sopportano tutte le prove che il Signore ha predetto, e, conforme alla sua parola, si sforzano di seguire le orme del Signore nella sua passione, divenuti i Martiri di colui che s'è fatto passibile per noi, e noi li contiamo nel numero dei Martiri. Quando sarà ricercato il loro sangue, quando la gloria sarà stata la conseguenza delle loro sofferenze, allora saranno confusi da Cristo tutti quelli che si saranno rifiutati d'onorare il loro martirio.
Lo stesso sarà di quelli che dicono aver egli sofferto solo apparentemente. Perché se egli non ha patito realmente, nessuna grazia per lui, non avendo egli sostenuto nessuna passione; e, quando noi cominceremo a soffrire veramente, egli ci apparirà un seduttore, esortandoci a farci battere e a porgere l'altra guancia, se veramente non l'ha sofferto egli per il primo. E allora come avrebbe sedotto loro, facendosi vedere ad essi per quel che non era; così sedurrebbe anche noi, esortandoci a soffrire quello che egli non ha sofferto. In questo caso saremmo da più del Maestro, mentre soffriamo e tolleriamo ciò che il Maestro né avrebbe sofferto né tollerato. Ma siccome nostro Signore, il solo vero maestro, il vero Figlio di Dio, è buono e paziente, Verbo di Dio Padre, egli s'è fatto il figlio dell'uomo. Egli ha lottato e ha vinto; egli era uomo e combatteva per la famiglia dei suoi padri, e riparava coll'obbedienza la loro disubbidienza. Egli ha legato il forte, e ha sciolto i deboli, e ha donato la salvezza sacrificando la sua vita umana, e distruggendo il peccato. Quelli dunque che dicono che egli non si è manifestato che in apparenza, che non s'è rivestito di carne, che non si è veramente fatto uomo, essi sono ancora sotto l'antica condanna.
Sardinia Tridentina: Sant?Ireneo, Vescovo di Lione e Martire (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/07/santireneo-vescovo-di-lione-e-martire.html?m=0)
Si fa Commemorazione dell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria:
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1)
Inoltre si fa Commemorazione della Vigilia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo con Oratio, Secreta, Postcommunio e Vangelo finale presi dalla Santa Messa seguente:
Sardinia Tridentina: Vigilia dei santi Pietro e Paolo (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/vigilia-dei-santi-pietro-e-paolo.html?m=1”)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/36380578_1422093411225310_8706837412749246464_n.jp g?_nc_cat=0&oh=d42cceda5fc3e85f275cfbd9fa5d180e&oe=5BA79BD5


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“«Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la vergine Maria l’ha sciolto con la sua fede».
Sant'Ireneo di Lione, Adversus Haereses III, 22, 4
Maria Sanctissima solvens vincla, ora pro nobis.”
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“QUINTA DIE INFRA OCTAVAM NATIVITATIS SANCTI JOANNIS BAPTISTÆ
(Quinto giorno nell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SERMONE DI SANT'ANTONIO DI PADOVA SULLA FESTA DELLA NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.”
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"NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (22 - 30 Giugno)"


“SACRO CUORE.”
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Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“Vigilia dei santi apostoli Pietro e Paolo, 28 giugno.”
“Sant'Ireneo, vescovo e martire, lo stesso giorno.”





Sant'Ireneo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santireneo/)
http://www.sodalitium.biz/santireneo/
«28 giugno, Sant’Ireneo, Vescovo e Martire (Smirne, 130 – Lione, 202).
“A Lione, in Francia, sant’Ireneo, Vescovo e Martire, il quale (come scrive san Girolamo) fu discepolo del beato Policarpo, Vescovo di Smirne, e vicino ai tempi Apostolici. Egli, avendo moltissimo combattuto colla parola e cogli scritti contro gli eretici, finalmente, nella persecuzione di Severo, con quasi tutto il popolo della sua città, fu coronato con glorioso martirio”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/ireneo.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/ireneo.jpg


Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
322. Catechismo San Pio X
https://www.youtube.com/watch?v=QvL78AVRCw8
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg
«'Cum Ex Apostolatus Officio'(1559). Pietro Ferrari sulla Bolla di Papa Paolo IV (Carafa)»
https://www.youtube.com/watch?v=nxw2Gd2KbxM
«Cum Ex Apostolatus... puntualizzazioni finali di Pietro Ferrari... »
https://www.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=8ANzbN9c9F4
https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.cmri.org/ital-index.html

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/
https://novusordowatch.org/2018/06/30-years-sspx-episcopal-consecrations-lefebvre/
"June 30, 1988 – 2018
30 Years since the SSPX Episcopal Consecrations of Archbishop Marcel Lefebvre."

http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/

http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

28 juin : Saint Irénée, Évêque et Martyr (120-202) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/28-juin-saint-irenee)
“28 juin : Saint Irénée, Évêque et Martyr (120-202).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9515/2978/0916/06_28_saint_irenee.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/9515/2978/0916/06_28_saint_irenee.jpg


“28 juin 767 : décès du Pape Saint Paul Ier. Saint Paul Ier, naît à Rome et succède à son frère le Pape Étienne II, dont il continue la politique.
“28 juin 1476 : naissance de Gian Pietro Carafa, futur Pape Paul IV. C’est le 223ème pape de l’Église catholique.”
“28 juin 1098 : victoire des Croisés lors du second siège d’Antioche.”




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’Irenéo, Vescovo e Martire, il quale (come scrive san Girolamo) fu discepolo del beato Policàrpo, Vescovo di Smirne, e vicino ai tempi Apostolici. Egli, avendo moltissimo combattuto colla parola e cogli scritti contro gli eretici, finalmente, nella persecuzione di Sevèro, con quasi tutto il popolo della sua città, fu coronato con glorioso martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Irenéo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1045-invochiamo-il-cuore-eucaristico-di-gesu.html




28° giorno: Cuore verginale - Cuore diviso (http://www.stellamatutina.eu/28-giorno-cuore-verginale-cuore-diviso/)
http://www.stellamatutina.eu/28-giorno-cuore-verginale-cuore-diviso/
“28° giorno: Cuore verginale – Cuore diviso
CUORE VERGINALE
Il cuore verginale è il cuore tutto di Dio, esclusivamente suo. Il Cuore di Gesù è il cuore verginale per eccellenza divina: perché è il Cuore stesso di Dio.
La verginità è sublimità e potenza d’amore intatto e totale. Un cuore vergine è un cuore tutto e solo amore.
Non ammette divisioni né dispersione. Si dona in pienezza, perché è pienezza d’amore.
Il Cuore di Gesù è questa pienezza d’amore verginale.
Il Cuore di Maria è tabernacolo della verginità in cui venne formato il Cuore verginale di Gesù.
Concepito verginalmente, nato verginalmente, Gesù è il «figlio della verginità», come disse sant’Ambrogio; e il suo Cuore è la sorgente divina dell’amore verginale.
Per questo i cuori vergini sono quelli che Gesù scambia ben volentieri con il suo. A santa Lutgarda, a santa Veronica Giuliani, a santa Caterina da Siena, a santa Margherita M. Alocoque, è avvenuto questo fatto mistico della sostituzione del loro cuore con quello di Gesù.
«La verginità è la dimora soave di Gesù», ha scritto san Giovanni Climaco. E Gesù stesso in una delle apparizioni disse a santa Margherita: «Voglio che il tuo cuore sia un asilo per me, dove potermi rifugiare e gioire, quando i peccatori mi perseguitano e mi cacciano da loro». Per questo tutti i Santi hanno magnificato la verginità e hanno saputo compiere anche eroismi per non perderla, come fecero, ad esempio san Benedetto, san Francesco d’Assisi, san Tommaso d’Aquino. Che dire poi delle schiere verginali di martiri che hanno preferito la morte alla perdita della verginità?
I cuori verginali sono i prediletti del Cuore di Gesù.
Soltanto san Giovanni evangelista, l’apostolo vergine, ebbe il privilegio di posare il capo sul Cuore di Gesù (Gv 21,20). Lo stesso san Giovanni ha scritto nell’Apocalisse la celebre visione del Paradiso dove 144 mila vergini cantano «un cantico nuovo» e «seguono l’Agnello dovunque vada» (Ap 14,14).
L’amore dei cuori verginali risuona nei Cieli come un cantico speciale, che nessun altro cuore può cantare.
L’unione dei cuori verginali con il Cuore di Gesù è così intima e indivisibile che Gesù per l’eternità sarà circondato da moltitudini di vergini.
Per questo è una cosa sublime la vocazione religiosa.
E aveva ragione santa Maria Maddalena de’ Pazzi di dire che «la vocazione religiosa è la grazia più insigne che Dio possa fare a un’anima dopo il santo Battesimo, perché se il Battesimo rende figlia di Dio, la verginità consacrata rende sposa di Dio.
«O verginità – esclama sant’Atanasio – corona che mai appassisce, santuario dello Spirito Santo, pietra preziosa, quanti pochi ti sanno trovare!»
Il Cuore di Gesù voglia arricchire la Chiesa di molte vocazioni alla vita verginale.
CUORE DIVISO
«Non tutti possono capire questa parola» (Mt 19,11), ha detto Gesù a proposito della verginità. Sono pochi e scelti i cuori vergini chiamati a realizzare l’amore sommo ed esclusivo del dono sponsale di sé a Dio. La maggior parte dei cuori, invece, realizza la totalità dell’amore a Dio dividendo il proprio cuore con quello di una creatura nel Sacramento del matrimonio. Questa è una via più difficile, ma anche per essa, nonostante il cuore «diviso» (1Cor 7,33), si può e si deve arrivare alla santificazione, ossia alla pienezza dell’amore divino.
Basti pensare alle figure splendide di santi coniugi come sant’Enrico e santa Cunegonda, santa Bianca di Castiglia, san Luigi IX, santa Elisabetta d’Ungheria, san Tommaso Moro, i genitori di santa Teresina.
La devozione al Cuore di Gesù nelle famiglie cristiane diventa sorgente di pace. L’ha detto Gesù stesso in una promessa: «Metterò e conserverò la pace nelle famiglie dei miei devoti». Per questo il papa san Pio X ci teneva moltissimo alla consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore, e raccomandava che in ogni casa ci fosse un quadro del Sacro Cuore da venerare, poiché attira grazie e benedizioni: «Benedirò i luoghi dove sarà esposta e venerata l’immagine del mio Cuore».
Introdurre il Cuore di Gesù nelle famiglie, oggi è urgente.
Noi assistiamo sgomenti alle rovine della famiglia, alle profanazioni del matrimonio, agli sbandamenti dei figli. I cuori non sono soltanto divisi, ma in lotta fra loro nello stesso nido familiare. Nei riguardi della famiglia, del resto, oggi si comincia male e si finisce malissimo.
Si comincia con l’educazione sessuale, molto spesso scuola di corruzione; si continua con la promiscuità e la coeducazione a tutti i livelli; si arriva alle esperienze di peccato e ai rapporti prematrimoniali; si finisce nel matrimonio già distrutti e si precipita poi nei peccati contro la vita con l’uso degli anticoncezionali, con il ricorso all’aborto.
Che poi siano frequenti gli adulteri, le separazioni, i divorzi, che meraviglia fa? Nessuna.
Cuori divisi da Dio e dagli uomini. Cuori corrosi dall’egoismo. Cuori animalizzati fino a nutrirsi solo di sesso. Cuori da consumismo sfruttatore. Poveri cuori degli uomini!
Il Cuore di Gesù abbia pietà dei nostri cuori così divisi da Dio e dai fratelli!
Proposito: Fare (o rinnovare) la consacrazione della famiglia al Sacro Cuore.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


28 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/28-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/28-giugno.htm
“APOSTOLI DEL CUORE DI GESU'
28° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittime dei peccati, abbiate pietà di noi.
Intenzione. - Riparare: la trascuratezza dei genitori nell'educare i figli.
APOSTOLI DEL CUORE DI GESU’
Essere devoti del Sacro Cuore è un gran bene, ma esserne apostoli è cosa più eccellente.
Il devoto si contenta di rendere a Gesù particolari atti di amore e di riparazione; ma l'apostolo lavora affinchè la devozione al Sacro Cuore sia conosciuta, apprezzata e praticata e mette in atto tutti quei mezzi che un ardente amore divino suggerisce.
Gesù, per invogliare i suoi devoti a divenire veri apostoli, fece una promessa meravigliosa, quanto mai bella: « Il nome di coloro che diffonderanno questa devozione, sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà cancellato mai! ».
Essere scritti nel Cuore di Gesù significa essere annoverati tra i prediletti, tra i predestinati alla gloria del Cielo; significa godere in questa vita delle carezze di Gesù e dei suoi particolari favori.
Chi non vorrà fare il possibile per conseguire una tale promessa?
Non si pensi che solo i Sacerdoti possano fare l'apostolato della devozione al Sacro Cuore predicando dal pulpito; ma tutti possono fare apostolato, perchè a tutti è rivolta la promessa.
Si suggeriscono ora i modi opportuni e pratici per fare onorare il Sacro Cuore da tanti altri.
Qualunque ambiente, qualunque tempo è adatto a quest'apostolato, purchè si sfruttino con prudenza le circostanze che la Provvidenza presenta.
L'autore di questo libro rimase una volta edificato assai dallo zelo di un povero venditore ambulante. Andava questi in giro a vendere petrolio. Quando aveva davanti a sé un gruppetto di donne, faceva una parentesi alla vendita e parlava del Sacro Cuore, esortando a fare la Consacrazione della famiglia. Il suo dire semplice e disinteressato toccava il cuore di tante popolane e riuscì a fare attuare molte consacrazioni nei rioni più irreligiosi della città. Forse ottenne più frutti l'apostolato di questo uomo, anziché la predica di un grande oratore.
Si fa apostolato tutte le volte che si parla del Sacro Cuore. Si raccontino le grazie che si sono ottenute per invogliare altri a ricorrere nei bisogni al Cuore di Gesù. Si diffondano pagelline e libretti del Sacro Cuore. Ci sono anime apostole, che con sacrifici e risparmi acquistano stampe e poi le regalano. Chi non potesse fare ciò si presti almeno alla diffusione, appoggiando ed aiutando l'apostolato degli altri. Si regali la pagellina del Sacro Cuore a chi viene a fare visita in casa, a coloro che frequentano il laboratorio, agli alunni ed alle alunne; si accluda nelle lettere; si faccia pervenire lontano, specie a quelle persone che ne hanno bisogno.
Ogni mese si trovi qualche anima fredda o indifferente e si disponga bellamente a fare la Comunione del Primo Venerdì. Certe persone hanno bisogno di una parola persuasiva per avvicinarsi al Cuore di Gesù.
Come sarebbe bello e quale gioia si darebbe al Signore, se ogni anima devota del Sacro Cuore presentasse ogni Primo Venerdì a Gesù un'altra anima
È apostolato, come si è detto sopra, far consacrare la famiglia al Cuore di Gesù. Gli apostoli s'interessino perchè tale Consacrazione sia fatta con solennità in casa propria, nelle famiglie dei parenti e in quelle del vicinato e si convincano i prossimi sposi a consacrarsi al Sacro Cuore il giorno delle nozze.
È pure apostolato esortare alla riparazione, specialmente organizzando gruppi di anime pie, affinchè si faccia l'Ora di Guardia il turno privato dell'Ora Santa; affinchè ci siano molte Comunioni riparatrici nei giorni in cui Gesù è più offeso; è apostolato sublime trovare « anime ostie », cioè persone che si consacrano completamente alla riparazione.
Si può anche essere apostoli del Sacro Cuore:
1. - Pregando affinchè si diffonda nel mondo questa devozione.
2. - Offrendo sacrifici, il che facciano specialmente gli ammalati, con l'accettare con rassegnazione le sofferenze, allo scopo che si propaghi nel mondo la devozione al Sacro Cuore.
In fine, si sfruttino le iniziative, che sono disseminate in questo libretto, affinché ognuno possa dire: Il mio nome è scritto nel Cuore di Gesù e non ne verrà cancellato mai!
ESEMPIO
Grazia ottenuta
Una donna era afflittissima. Il marito era andato in America in cerca di lavoro. Nel primo tempo questi scriveva con regolarità e con affetto verso la famiglia; poi cessò la corrispondenza.
Da due anni la sposa era preoccupata: Il marito sarà morto?... Si sarà dato alla vita libera?... - Tentò di avere qualche notizia, ma invano.
Si rivolse allora al Cuore di Gesù e cominciò le Comunioni dei Primi Venerdì, supplicando Dio di farle giungere qualche buona notizia.
Finì la serie delle nove Comunioni; nessuna nuova. Trascorsa poco più di una settimana, giunse la lettera del marito. Grande tu la gioia della sposa, ma più grande fu la meraviglia quando si accorse che la data della lettera corrispondeva al giorno, in cui essa aveva fatta l'ultima Comunione.
La donna chiudeva i Nove Primi Venerdì e Gesù quel giorno stesso muoveva lo sposo a scrivere. Vera grazia del Sacro Cuore, che l'interessata raccontò commossa all'autore di queste pagine.
Il narrare queste e simili grazie, è un vero apostolato che si compie, perché così le anime bisognose e afflitte si orientano verso il Cuore di Gesù.
Fioretto. Scegliere un'opera buona da fare ogni venerdì ad onore del Sacro Cuore: o una preghiera, o un sacrificio, o un atto di carità.
Giaculatoria. Eterno Padre, vi offro tutte le Messe che si sono celebrate e che si celebreranno, specialmente quelle di oggi!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





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“28 giugno 2018; infra l'Ottava di San Giovanni Battista.”
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«28 giugno 2018: Sant'Ireneo da Lione, vescovo e martire.
Pacificatore di nome e di fatto (il nome "Ireneo" in greco vuol dire pacifico e pacificatore), S. Ireneo venne presentato al papa dai cristiani della Gallia con parole di alto elogio: "Zelatore del testamento di Cristo". A Roma Ireneo fece onore al suo nome, suggerendo moderazione a papa Vittore, consigliandogli rispettosamente di non scomunicare le Chiese dell’Asia che non volevano celebrare la Pasqua nella stessa data delle altre comunità cristiane. E' l’ultimo uomo apostolico, in quanto è vissuto nell’ambiente degli apostoli; ha dato inizio alla teologia in quanto uomo della Tradizione e della Scrittura. Il suo scopo non è scientifico, ma pratico, cioè: difendere la vera dottrina contro gli eretici (gnostici) ed esporre con chiarezza la verità della fede. Dei suoi scritti ci restano intatti i cinque libri dell’Adversus haereses, in cui Ireneo appare non solo il teologo più equilibrato e penetrante dell’Incarnazione redentrice, ma anche uno dei pastori più completi, più apostolici e più cattolici che abbiano servito la Chiesa. Egli fu comunque un vero testimone della fede in un periodo di dura persecuzione; il suo campo d'azione fu molto vasto, se si tiene conto che probabilmente non esisteva nessun altro vescovo nelle Gallie e nelle terre di confine della vicina Germania. Greco, aveva appreso le lingue "barbare" per poter evangelizzare le popolazioni cèltiche.
Dal "Trattato contro le eresie" di sant'Ireneo, vescovo
La gloria di Dio dà la vita; perciò coloro che vedono Dio ricevono la vita. E per questo colui che é inintelligibile, incomprensibile e invisibile, si rende visibile, comprensibile e intelligibile dagli uomini, per dare la vita a coloro che lo comprendono e vedono. E' impossibile vivere se non si é ricevuta la vita, ma la vita non si ha che con la partecipazione all'essere divino. Orbene tale partecipazione consiste nel vedere Dio e godere della sua bontà. Gli uomini dunque vedranno Dio per vivere, e verranno resi immortali e divini in forza della visione di Dio. Questo, come ho detto prima, era stato rivelato dai profeti in figura, che cioé Dio sarebbe stato visto dagli uomini che portano il suo Spirito e attendono sempre la sua venuta. Così Mosé afferma nel Deuteronomio: Oggi abbiamo visto che Dio può parlare con l'uomo e l'uomo aver la vita (cfr. Dt 5, 24). Colui che opera tutto in tutti nella sua grandezza e potenza, é invisibile e indescrivibile a tutti gli essere da lui creati, non resta però sconosciuto; tutti infatti, per mezzo del suo Verbo, imparano che il Padre é unico Dio, che contiene tutte le cose e dà a tutte l'esistenza, come sta scritto nel vangelo: "Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio Unigenito, che é nel seno del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1, 18). Fin dal principio dunque il Figlio é il rivelatore del Padre, perché fin dal principio é con il Padre e ha mostrato al genere umano nel tempo più opportuno le visioni profetiche, la diversità dei carismi, i ministeri e la glorificazione del Padre secondo un disegno tutto ordine e armonia. E dove c'é ordine c'é anche armonia, e dove c'é armonia c'é anche tempo giusto, e dove c'é tempo giusto c'è anche beneficio. Per questo il Verbo si é fatto dispensatore della grazia del Padre per l'utilità degli uomini, in favore dei quali ha ordinato tutta l'economia della salvezza, mostrando Dio agli uomini e presentando l'uomo a Dio. Ha salvaguardato però l'invisibilità del Padre, perché l'uomo non disprezzi Dio e abbia sempre qualcosa a cui tendere. Al tempo stesso ha reso visibile Dio agli uomini con molti interventi provvidenziali, perché l'uomo non venisse privato completamente di Dio, e cadesse così nel suo nulla, perché l'uomo vivente é gloria di Dio e vita dell'uomo é la visione di Dio. Se infatti la rivelazione di Dio attraverso il creato dà la vita a tutti gli esseri che si trovano sulla terra, molto più la rivelazione del Padre che avviene tramite il Verbo é causa di vita per coloro che vedono Dio. (Lib. IV, 20, 5-7; SC 100, 640-642. 644-648).»
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“28 giugno 2018: Vigilia dei Santi Pietro e Paolo.”
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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
29-06-18, 20:07
29 GIUGNO 2018: FESTA DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, ventinovesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…
Auguri di buon onomastico a tutti coloro che si chiamano Pietro e Paolo come i nostri gloriosi patroni e per tutti i sacerdoti e vescovi cattolici ordinati oggi 29 giugno nel giorno del loro anniversario che coincide con la Festa dei due Santi Apostoli…
VIVA IL PAPATO E LA SANTA CHIESA CATTOLICA ROMANA!!!
SAN PIETRO, PRINCIPE DEGLI APOSTOLI E PRIMO PAPA, SAN PAOLO, APOSTOLO DELLE GENTI, PREGATE PER NOI!!!
Sancte Petre, ora pro nobis! Sancte Paule, ora pro nobis!



«29 GIUGNO SAN PIETRO E SAN PAOLO, APOSTOLI.»
Guéranger, L'anno liturgico - San Pietro e san Paolo, apostoli (http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it

https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«CATECHISMO MAGGIORE DI SAN PIO X
Delle feste de' santi Apostoli, e in particolare de' santi Pietro e Paolo.»
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«I SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO.»
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Ss. Pietro e Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/ss-pietro-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/ss-pietro-paolo/
«29 giugno, Santi Pietro e Paolo Apostoli.
“A Roma il natale dei santi Apostoli Pietro e Paolo, i quali pati¬ rono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Nerone Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticano presso la via Trion¬fale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiense, e venerato con pari onore”.
O Santi Apostoli Pietro e Paolo, io vi eleggo oggi e per sempre come miei speciali protettori ed avvocati, e mi rallegro umilmente, tanto con voi, o San Pietro principe degli Apostoli, perchè siete quella pietra su cui Iddio edificò la sua Chiesa, che con voi, o San Paolo, prescelto da Dio per vaso di elezione e predicatore della verità, e vi prego di ottenermi viva fede, speranza ferma e carità perfetta, totale distacco da me stesso, disprezzo del mondo, pazienza nelle avversità e umiltà nelle prosperità, attenzione nell’orazione, purità di cuore, retta intenzione nell’operare, diligenza nell’adempiere gli obblighi del mio stato, costanza nei proponimenti, rassegnazione al volere di Dio, e perseveranza nella divina grazia sino alla morte. E così, mediante la vostra intercessione, ed i gloriosi vostri meriti, superate le tentazioni del mondo, del demonio e della carne, sia fatto degno di venire dinanzi al cospetto del supremo ed eterno Pastore delle anime, Gesù Cristo, il quale con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli, per goderlo ed amarlo eternamente. Così sia.»
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Della festa dei santi Pietro e Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/della-festa-pietro-e-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/della-festa-pietro-e-paolo/
«Catechismo Maggiore di San Pio X – Delle feste dei santi Apostoli, e in particolare dei santi Pietro e Paolo.
194 D. Chi furono gli Apostoli?
R. Gli Apostoli furono discepoli di Gesù Cristo da Lui eletti ad essere testimoni della sua predicazione e de’ suoi miracoli, depositari della sua dottrina, investiti della sua autorità, e mandati ad annunziare l’Evangelo a tutte le genti.
195 D. Quale fu il frutto della predicazione degli Apostoli?
R. Il frutto della predicazione degli Apostoli fu la distruzione dell’idolatria, e lo stabilimento della religione cristiana.
196 D. Con quali mezzi hanno gli Apostoli indotto le nazioni ad abbracciare la religione cristiana?
R. Gli Apostoli hanno indotto le nazioni ad abbracciare la religione cristiana confermando la divinità della dottrina che predicavano colla forza dei miracoli, colla santità della vita, e finalmente colla costanza ne’ patimenti, e col dare per essa la vita medesima.
197 D. Perché si celebra con maggior solennità la festa de santi Pietro e Paolo?
R. Si celebra con maggior solennità la festa dei santi Pietro e Paolo, perché essi sono i principi degli Apostoli.
198 D. Perché i santi Pietro e Paolo si chiamano principi degli Apostoli?
R. I santi Pietro e Paolo si chiamano principi degli Apostoli, perché S. Pietro é stato specialmente eletto da Gesù Cristo capo degli Apostoli e di tutta la Chiesa, e S. Paolo ha faticato più di tutti nella predicazione del Vangelo e nella conversione dei gentili.
199 D. Dove ebbe S. Pietro la sua sede?
R. S. Pietro ebbe prima la sua sede in Antiochia, poi la trasferì e fissò in Roma, capitale allora dell’impero Romano, e in Roma terminò i lunghi e penosi travagli del suo apostolato con un glorioso martirio.
200 D. Dall’ avere S. Pietro fissato la sua sede in Roma, a dall’aver ivi terminati i suoi giorni che cosa consegue?
R. Dall’avere S. Pietro fissato in Roma la sua sede consegue che noi dobbiamo riconoscere il Romano Pontefice per vero successore di S. Pietro e capo di tutta la Chiesa, prestargli sincera ubbidienza, e tenere per fede le dottrine da esso definite come Pastore e Maestro di tutti i cristiani.
201 D. Chi era S. Paolo prima della conversione?
R. S. Paolo, prima della conversione, era un dotto fariseo e un persecutore del nome di Gesù.
202 D. Come fu chiamato S. Paolo all’apostolato?
R. S. Paolo fu chiamato all’apostolato sulla via di Damasco, dove Gesù Cristo glorioso gli apparve e di persecutore della Chiesa ne fece un zelantissimo predicatore del Vangelo.
203 D. Perché Gesù Cristo ha voluto convertire S. Paolo con un sì grande miracolo?
R. Gesù Cristo volle convertire S. Paolo con un si grande miracolo per mostrare in lui la potenza e l’efficacia della sua grazia, che può cambiare i cuori più induriti e convertirli a penitenza, e per renderne il testimonio più credibile.
204 D. Perché i santi Apostoli Pietro e Paolo si festeggiano nel medesimo giorno?
R. I santi Apostoli Pietro e Paolo si festeggiano nel medesimo giorno, perché ambedue dopo aver santificata Roma con la loro presenza e predicazione vi subirono il martirio e ne divennero i gloriosi protettori.
205 D. Che cosa dobbiamo noi imparare dai santi Apostoli?
R. Dai santi Apostoli noi dobbiamo imparare:
a regolare le azioni della vita colle massime del Vangelo;
ad istruire con santo zelo e con costanza nella dottrina di Gesù Cristo quelli che ne abbisognano;
a patir volentieri qualche cosa per amore del suo nome.
206 D. Che cosa dobbiamo noi fare nelle feste degli Apostoli?
R. Nelle feste degli Apostoli dobbiamo
ringraziare il Signore d’averci chiamati alla Fede per mezzo di essi;
chiedergli la grazia di conservarla illibata per loro intercessione;
pregarlo a proteggere la Chiesa contro i suoi nemici, e darle de’ pastori che siano degni successori de’ santi Apostoli.»
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




Don Floriano Abrahamowicz in data odierna - 29 giugno 2018, Natale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo - festeggia i ventisei anni di sacerdozio!!! Auguro di cuore un felice anniversario a questo raro esemplare di coraggioso sacerdote integralmente cattolico, 29 giugno 1992 - 29 giugno 2017: 25 anni di sacerdozio, che Dio benedica don Floriano!!!


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“«Ecco, o Roma, i due eroi che hanno fatto risplendere ai tuoi occhi il Vangelo di Cristo; in modo che tu che eri maestra di errore, sei diventata discepola della verità...Sebbene ti abbia occorso ottenere delle multipli vittorie per stendere per mare e per terra il tuo impero, inferiore è tuttavia il campo che ti ha sottomesso il lavoro delle tue guerre che quello conquistato dalla pace cristiana…Però, o Roma, ignoravi l'autore della tua elevazione; reggendo quasi tutte le nazioni, ti facevi la schiava degli errori di tutte queste nazioni; ed ti sembrava avere una grande religione, perché non rigettavi nessuno errore. Ma più eri fortemente incatenata dal demonio, più meravigliosa è stato la tua liberazione per il Cristo.» - San Leone.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

29 juin : Saints Pierre et Paul, Apôtres :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/29-juin-saints-pierre-et-paul)
http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/29-juin-saints-pierre-et-paul
“29 juin : Saints Pierre et Paul, Apôtres.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1015/2978/0917/06_29_pietro_e_paolo.jpg

http://liguesaintamedee.ch/application/files/1015/2978/0917/06_29_pietro_e_paolo.jpg


“Papauté : Le faux argument du reniement de saint Pierre”
http://ddata.over-blog.com/0/46/19/78/Le-faux-argument-du-reniement-de-saint-Pierre.pdf

https://www.radiospada.org/2016/04/il-rinnegamento-di-sanpietro-una-messa-a-punto-teologica/
“Il Rinnegamento di San Pietro: una messa a punto teologica di Clemente LECUYER (7 gennaio 2015)”
https://www.radiospada.org/2016/04/ma-non-abbiamo-sempre-avuto-cattivi-papi/


Indice testi in italiano (http://www.cmri.org/ital-index.html)
http://www.cmri.org/ital-index.html
"Il Papato"
Il Papato (S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI) (http://www.cmri.org/ital-97prog6.shtml)
http://www.cmri.org/ital-97prog6.shtml
“Il Papato di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI Festa dei Ss. Pietro e Paolo, 29 giugno 1997.”
Per l’Anniversario della morte di Papa Pio XII
Per l’Anniversario della morte di Papa Pio XII (http://www.cmri.org/ital-98prog9.html)
http://www.cmri.org/ital-98prog9.html


Sodalitium - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sodalitium/)
http://www.sodalitium.biz/sodalitium/
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/48.pdf
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/48.pdf
«N. 48 – dicembre 1998 - La Tomba di Pietro e il primato di Roma.»
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/56.pdf
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/56.pdf
«N. 56 – settembre 2003 - Risposta al numero speciale de “La Tradizione cattolica” sul sedevacantismo.»
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/58.pdf
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/58.pdf
«N. 58 – aprile 2005 - Con Pietro o contro Pietro: “una tragica necessità d’opzione” - don Ugo Carandino.»




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Apostoli Piétro e Pàolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Neróne Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticàno presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiènse, è venerato con pari onore. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi immensi Santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Apostoli Piétro e Pàolo possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
I Santi Pietro e Paolo, fustigatori di tutti gli eretici e protagonisti di un proselitismo incessante e poderosamente fruttifero, odiati dal mondo, finalmente coronati con la gloria del martirio per la loro integrale fedeltà a Cristo.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista, Agostino, Pietro e Paolo. Extra Ecclesiam nulla salus!”
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
29 giugno 2018, Santi Pietro e Paolo Apostoli (festa di precetto, non c'è l'astinenza).
+ O Santi Apostoli Pietro e Paolo, io vi eleggo oggi e per sempre come miei speciali protettori ed avvocati, e mi rallegro umilmente, tanto con voi, o San Pietro principe degli Apostoli, perchè siete quella pietra su cui Iddio edificò la sua Chiesa, che con voi, o San Paolo, prescelto da Dio per vaso di elezione e predicatore della verità, e vi prego di ottenermi viva fede, speranza ferma e carità perfetta, totale distacco da me stesso, disprezzo del mondo, pazienza nelle avversità e umiltà nelle prosperità, attenzione nell'orazione, purità di cuore, retta intenzione nell'operare, diligenza nell'adempiere gli obblighi del mio stato, costanza nei proponimenti, rassegnazione al volere di Dio, e perseveranza nella divina grazia sino alla morte. E così, mediante la vostra intercessione, ed i gloriosi vostri meriti, superate le tentazioni del mondo, del demonio e della carne, sia fatto degno di venire dinanzi al cospetto del supremo ed eterno Pastore delle anime, Gesù Cristo, il quale con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli, per goderlo ed amarlo eternamente. Così sia. +
Dalla bacheca di Don Ugo Carandino.”
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«29 giugno 1881. La potestà dei reggitori civili, essendo quasi una comunicazione della potestà divina, acquista di continuo, per questo stesso motivo, una dignità maggiore della umana: non già quella empia e grandemente assurda cercata un tempo dagli imperatori pagani, che si arrogavano onori divini, ma quella vera e solida, avuta quasi per dono e beneficio divino. Per cui sarà necessario che i cittadini siano soggetti ed obbedienti ai principi come a Dio, non tanto per timore delle pene quanto per ossequio alla maestà, non già per motivo di adulazione, ma per coscienza di dovere. Con che l’impero starà molto più stabilmente collocato nel suo grado. Infatti i cittadini, sentendo la forza di questo dovere, debbono necessariamente aborrire dalla nequizia e dall’arroganza, persuasi, come debbono essere, che chi resiste alla potestà politica, resiste alla volontà divina; che chi rifiuta onore ai principi, lo rifiuta a Dio stesso. In questa dottrina l’Apostolo Paolo erudì specialmente i Romani, ai quali sulla riverenza che si deve ai principi scrisse con tanta autorità e tanto peso da non potersi concepire nulla di più grave. "Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite, poiché non c’è autorità se non da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna... Perciò è necessario stare sottomessi non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza" (Rm 13,1.2.5). Consentanea a questa è la preclara sentenza del Principe degli Apostoli Pietro: "State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni, perché questa a la volontà di Dio" (1Pt 2,13-15). Una sola ragione possono avere gli uomini per non obbedire (ai reggitori civili): qualora cioè si pretenda da essi qualche cosa che ripugni apertamente al diritto naturale e divino, in quanto ogni volta in cui si vìola la legge di natura e la volontà di Dio è ugualmente iniquo tanto comandare ciò, quanto eseguirlo. Se a qualcuno dunque avvenga di trovarsi costretto a scegliere fra queste due cose, vale a dire se disprezzare i comandi di Dio o quelli dei principi, sappia che si deve obbedire a Gesù Cristo, il quale comandò di rendere "a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio" (Mt 22,21) e sull’esempio degli Apostoli deve coraggiosamente rispondere: "È doveroso obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5,29). Né tuttavia coloro che in tal modo si comportano sono da accusare di aver mancato all’obbedienza, poiché se il volere dei principi ripugna al volere e alle leggi di Dio, essi stessi eccedono la misura della loro potestà e pervertono la giustizia: né in tal caso può valere la loro autorità, la quale è nulla quando non vi è giustizia.
Da SS Leone XIII, Diuturnum illud.»
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«29 giugno 2018: Santi Pietro e Paolo (Doppio di prima classe con Ottava comune - Festa di precetto).»
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“Il 29 giugno 1943 Pio XII pubblicava l’ Enciclica “Mystici Corporis” sulla Chiesa. Insegnava infallibilmente il santo Pontefice: «A definire e descrivere questa verace Chiesa di Cristo - che è la Chiesa Santa, Cattolica, Apostolica, Romana - (cfr. Conc. Vat. , Const. de Fide cath., cap. I), nulla si trova di più nobile, di più grande, di più divino di quell'espressione con la quale essa vien chiamata "il Corpo mistico di Gesù Cristo"; espressione che scaturisce e quasi germoglia da ciò che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri».”
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«[SACERDOS IN AETERNUM] 1992-2018: un cordialissimo augurio a Don Floriano Abrahamowicz per l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale.»
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https://www.radiospada.org/2018/06/le-rocce-di-cesarea-di-filippo/
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https://www.radiospada.org/2017/06/la-romanita-della-chiesa-da-cesarea-di-filippo-al-dominium-mundi/
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29 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/29-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/29-giugno.htm
“GIORNO 29
LE ISPIRAZIONI
29° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare per coloro che sono sull'orlo dell'inferno, prossimi a cadervi se non sono aiutati.
LE ISPIRAZIONI
Un'immagine sacra rappresenta Gesù sotto le sembianze di viandante, con il bastone in mano, in atto di battere ad una porta. Si è osservato che alla porta manca la maniglia.
L'autore di tale immagine ha inteso concretizzare il detto dell'Apocalisse: Io sto alla porta e batto; se uno ascolterà la mia voce e mi aprirà la porta, io entrerò da lui (Apocalisse, III, 15).
Nell'Invitatorio, che la Chiesa fa ripetere tutti i giorni ai Sacerdoti, all'inizio della sacra ufficiatura, è detto: Oggi, se udirete la sua voce, non vogliate indurire i vostri cuori!
La voce di Dio, di cui si parla, è l'ispirazione divina, la quale parte da Gesù ed è diretta all'anima. La porta, che non ha la maniglia all'esterno, fa comprendere che l'anima, udita la voce divina, ha il dovere di muoversi, di aprire internamente e di far entrare Gesù.
La voce di Dio non è sensibile, cioé non colpisce l'orecchio, ma va alla mente e scende al cuore; è voce delicata, che non può udirsi se non c'è il raccoglimento interiore; è voce amorosa e sapiente, che invita dolcemente, rispettando la libertà umana.
Consideriamo l'essenza della divina ispirazione e la responsabilità che ne proviene a chi la riceve.
L'ispirazione è un dono gratuito; si chiama anche grazia attuale, perchè d'ordinario è momentanea ed è data all'anima in qualche bisogno particolare; è un raggio di luce spirituale, che illumina la mente; è un invito misterioso che fa Gesù all'anima, per tirarla a sé o per disporla a maggiori grazie.
Essendo l'ispirazione un dono di Dio, si ha il dovere di riceverla, di apprezzarla e di farla fruttare. Si rifletta su questo: Dio non spreca i suoi doni; Egli è giusto e chiederà conto di come si siano fatti fruttare i suoi talenti.
È doloroso il dirlo, ma tanti fanno i sordi alla voce di Gesù e rendono inefficaci o inutili le sante ispirazioni. San'Agostino, pieno di sapienza, dice: Temo il Signore che passa! - volendo significare che se Gesù batte oggi, batte domani alla porta del cuore, e si resiste e non gli si apre la porta, potrebbe allontanarsi e non ritornare più.
È necessario dunque ascoltare la buona ispirazione e metterla in pratica, rendendo in tal modo efficace la grazia attuale che Dio dà.
Quando si ha un buon pensiero da attuare e questo ritorna con insistenza alla mente, ci si regoli così: Si preghi, affinché Gesù dia la luce necessaria; si rifletta seriamente se e come mettere in atto ciò che Dio ispira; nel caso dubbio, si chieda il parere al Confessore o al Direttore Spirituale.
Le ispirazioni più importanti potrebbero essere:
Consacrarsi al Signore, lasciando la vita secolare.
Fare il voto di verginità.
Offrirsi a Gesù come « anima ostia » o vittima riparatrice.
Dedicarsi all'apostolato. Troncare un'occasione di peccato. Riprendere la meditazione quotidiana, ecc...
Chi sente, e da tempo, qualcuna delle suddette ispirazioni, ascolti la voce di Gesù e non induri il suo cuore.
Il Sacro Cuore fa udire con frequenza la sua voce ai suoi devoti, o durante una predica o una pia lettura, o mentre sono in preghiera, specialmente durante la Messa e nel tempo della Comunione, o mentre sono nella solitudine e nel raccoglimento interiore.
Una sola ispirazione, assecondata con prontezza e generosità, potrebbe essere il principio di una vita santa o di una vera rinascita spirituale, mentre un'ispirazione resa vana potrebbe rompere la catena di tante altre grazie che Dio vorrebbe elargire.
ESEMPIO
Idea geniale
La signora De Franchis, da Palermo, ebbe una buona ispirazione: A casa mia c'è il necessario ed anche il più. Quanti invece mancano di pane! È doveroso aiutare qualche povero, anche giornalmente. Questa ispirazione fu messa in pratica. All'ora di pranzo la signora pose un piatto al centro della tavola; poi disse ai figli: A pranzo e a cena noi penseremo ogni giorno a qualche povero. Ognuno si privi di qualche boccone di minestra o di pietanza e lo metta in questo piatto. Sarà il boccone del povero. Gesù gradirà la nostra mortificazione e l'atto di carità. -
Tutti furono contenti dell'iniziativa. Ogni giorno, dopo il pasto, entrava un povero e veniva servito con delicata premura.
Una volta un giovane Sacerdote, trovandosi nella famiglia De Franchis, a vedere con quanto amore preparavano il piatto per il povero, rimase gradevolmente sorpreso di quel nobile atto di carità. Fu un'ispirazione per il suo cuore ardente di Sacerdote: Se in ogni famiglia nobile o benestante si preparasse un piatto per un bisognoso, migliaia di poveri potrebbero sfamarsi in, questa città! -
Il buon pensiero, che Gesù ispirò, fu efficace. Il fervoroso ministro di Dio cominciò a propagare l'iniziativa e giunse a fondare un Ordine Religioso: « Il Boccone del Povero » con i due rami, maschile e femminile.
Quanto bene in un secolo si è compiuto e quanto se ne compirà dai membri di questa Famiglia Religiosa!
Quel Sacerdote al presente è Servo di Dio ed è inoltrata la sua Causa di Beatificazione e di Canonizzazione.
Se Padre Giacomo Gusmano non fosse stato docile alla divina ispirazione, non avremmo nella Chiesa la Congregazione del « Boccone del Povero ».
Fioretto. Ascoltare le buone ispirazioni e metterle in pratica.
Giaculatoria. Parla, o Signore, che io ti ascolto!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”


Giugno Archives - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/category/spiritualita/mesi-meditati/giugno/)
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29° giorno: Cuore sacerdotale - Cuore profano (http://www.stellamatutina.eu/29-giorno-cuore-sacerdotale-cuore-profano/)
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“29° giorno: Cuore sacerdotale – Cuore profano
CUORE SACERDOTALE
Il Cuore di Gesù è il cuore sacerdotale per eminenza.
In esso è la sorgente infinita del Sacerdozio. Nessun cuore può essere sacerdotale se non partecipando alla pienezza del Sacerdozio racchiusa nel Cuore di Gesù.
Il cuore sacerdotale è il cuore consacrato «a vantaggio degli uomini in tutte le cose di Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati…» (Eb 5,1-2).
Il Cuore di Gesù è stato l’altare e la vittima sublime per la gloria di Dio e per la salvezza degli uomini. Tutto l’amore per il Padre, tutto l’amore per noi, Gesù lo brucia sull’altare del suo adorabile Cuore. Tutto il dolore per le offese a Dio, tutto il dolore per le rovine delle anime, Gesù lo soffre nel suo adorabile Cuore. Tutte le offerte di riparazione a Dio e di espiazione per gli uomini, Gesù le trasforma in offerta sacerdotale di adorazione, lode, riparazione, propiziazione.
Cuore sacerdotale di Gesù, riempi i cuori dei tuoi Sacerdoti e fa che ti amino, per meritare anche il frutto particolare della tua promessa: «Ai sacerdoti darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
Ogni vocazione sacerdotale ha la sua radice nel Cuore di Gesù. Nessuno può diventare Sacerdote se non viene scelto e chiamato da Gesù: «Io ho scelto voi» (Gv 15,16). E deve essere grande l’amore del Cuore di Gesù verso i Sacerdoti, se la sera del Giovedì santo, nell’ultima Cena, allorché Egli istituì il Sacerdozio sacramentale, uscì in questa esclamazione: «Ho desiderato ardentemente fare questa Pasqua con voi, prima di soffrire» (Lc 22,15). Ed è per questo che il suo lamento più doloroso a santa Margherita fu quello riguardante i sacerdoti: «Quel che più mi è penoso, è di vedermi trattato così da cuori a me consacrati».
I Sacerdoti sono i prediletti del Cuore di Gesù, sono la porzione più preziosa del suo amore, sono i suoi ministri, i suoi amici, i suoi intimi. Beato chi è chiamato e chi corrisponde a questa scelta d’amore così personale!
Purtroppo anche in questo «molti sono i chiamati, pochi gli eletti» (Mt 20,16). Se san Giovanni Bosco dice che Dio chiama al Sacerdozio uno su tre ragazzi, è ben triste sapere che la corrispondenza a questa chiamata eccezionale è molto, molto scarsa, e sta calando ancora in modo pauroso, perché la maggior parte dei giovani corrono appresso alle chimere del mondo e vivono incatenati agli istinti più vergognosi della carne.
Cuore di Gesù, salva e santifica i tuoi Sacerdoti!
CUORE PROFANO
«Voi siete stirpe eletta, regale sacerdozio» (1Pt 2,9).
La Chiesa è formata di cristiani che costituiscono un popolo sacerdotale. Se il Sacerdozio fa volgere l’anima a Dio, per offrirgli «doni e sacrifici per i peccati» (Eb 5,1-2), un popolo sacerdotale è un popolo che è in comunione con Dio e fa ogni giorno le sue offerte a Dio in modo spirituale.
Un popolo sacerdotale è soprattutto un popolo che prega, che sta volentieri presso l’altare di Dio, che teme e ama Dio, che ha il senso del sacro, che orienta e trasporta tutto verso Dio: «Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate qualunque cosa, fate tutto per la gloria di Dio» (1Cor 10,31).
Se invece il cuore di un uomo è alieno dal rapporto con Dio, se è vuoto di richiami e aspirazioni a Dio, e non si trova affatto a suo agio nella preghiera, mentre è gonfio di interessi e di tensioni terrestri, questo cuore è tutt’altro che sacerdotale. È solo un cuore profano.
Il cuore profano è il cuore che non sente pressoché mai il bisogno di pregare, debole di fede, più debole ancora di fronte alla seduzione del peccato, che gli fa distruggere l’amicizia di Dio con la perdita della grazia divina.
Esso trova i suoi gusti solo nelle passioni per le creature, per lo sport e la politica, per la moda e le canzoni, per i soldi e i successi. Povero cuore pieno di fatuità!
E magari arriva a illudersi di essere religioso perché nel momento del bisogno si rivolge a Dio per rimedio ai guai.
«Non è così che dovete fare, se volete guarire» – diceva il santo Curato d’Ars a un giovane epilettico molto debole nella fede e nella morale.
Ad una pia signora che era andata da lui in pellegrinaggio per ottenere la guarigione di un parente, il santo Curato d’Ars disse: «Fate una novena di preghiera. Ma non so se il Signore vi ascolterà, perché in quella casa laggiù c’è tanta religione quanta in una scuderia di cavalli». E il giovane morì.
Proprio così. In tanti cuori di cristiani c’è tanta religione e fedeltà a Dio quanto in una «scuderia di cavalli».
Altro che cuori sacerdotali! Sono cuori profani, pieni solo di «carne e sangue» (Mt 16,17).
Se il nostro cuore ha 22 miliardi di cellule, con circa 100.000 battiti al giorno, e 40 milioni all’anno, quante di queste cellule e di questi battiti noi consacriamo ogni giorno a Gesù? Molto pochi, o forse neppure uno?
Esaminiamoci. Pensiamo a tutti i battiti del cuore che sciupiamo dietro le passioni di cui siamo schiavi: lo sport, il sesso, il denaro, lo studio, la politica, gli spettacoli, i divertimenti…, e capiremo come siamo lontani da una santa Teresina che non voleva perdere «neppure un atomo» del suo cuore senza darlo a Gesù.
Così sia il nostro cuore. Proteso verso il cielo. Pieno solo di Gesù, come ci dice san Paolo: «Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori» (Ef 3,17).
Proposito: Pregare molto il Sacro Cuore perché voglia donarci santi Sacerdoti.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”





Guéranger, L'anno liturgico - San Pietro e san Paolo, apostoli (http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm
«29 GIUGNO SAN PIETRO E SAN PAOLO, APOSTOLI.»




SANCTE PETRE, SANCTE PAULE, ORATE PRO NOBIS!!!
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
30-06-18, 23:58
30 GIUGNO 2018: COMMEMORAZIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO, trentesimo ed ultimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



“Commemorazione di san Paolo apostolo, 30 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“COMMEMORAZIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO
Doppio maggiore.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
La festa di ieri solennizzava insieme i due Principi degli Apostoli; ma poiché praticamente la celebrazione si concentrava soprattutto su san Pietro, si dedicò, nel giorno seguente una particolare commemorazione all'Apostolo san Paolo. A Pietro, il nuovo Mosè, guida del nuovo Israele, viene ad associarsi Paolo, il nuovo Aronne, più eloquente del primo, e scelto fin dalla nascita per annunciare le ricchezze della grazia del Cristo ai Gentili (Orazione, Graduale, Epistola).
* Dal libro di sant'Agostino Vescovo sulla grazia e il libero arbitrio.
Capitolo 6.
Vediamo che cosa dica l'Apostolo Paolo, che abbiamo visto ricevere certamente senza alcun merito, anzi con molti demeriti, la grazia di Dio che rende bene per male, poco prima della sua passione, scrivendo a Timoteo: «Io, dice, sono già alla vigilia d'essere immolato, e l'ora della mia dissoluzione s'approssima. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede» (2Tim. 4,6). Egli ricorda prima questi, che certo sono meriti suoi, per venire subito alla corona che spera d'ottenere in ricompensa dei suoi meriti, egli che, nonostante i suoi demeriti, ottenne la grazia. Inoltre badate a ciò che soggiunge: «Mi resta, dice, la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi darà in quel giorno» (2Tim. 4,8). A chi darebbe la corona il giusto giudice, se il Padre misericordioso non avesse dato la sua grazia? E come questa sarebbe una corona di giustizia, se non l'avesse preceduta la grazia che giustifica il peccatore? Come sarebbe essa una ricompensa dovuta, se prima non gli fosse stata data la grazia gratuitamente?
Perciò consideriamo nell'Apostolo Paolo i suoi stessi meriti, ai quali dice che il giusto giudice darà la corona, e vediamo se questi meriti gli appartengano come proprii, cioè, se li ha acquistati da sé, ovvero se sono un dono di Dio. «Ho combattuto, dice, la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede». Innanzi tutto queste opere buone sarebbero nulle, se non le avessero precedute dei buoni pensieri. Osservate pertanto ciò che dice di questi stessi pensieri: «Non che noi siamo capaci di pensare alcunché da noi, come da noi; ma la nostra capacità viene da Dio» (Cor. 3,5). Ora esaminiamo ogni cosa partitamente.
«Ho combattuto, dice, la buona battaglia» (Tim. 4,7). Io domando, con qual forza ha egli combattuto, con quella che gli viene da se stesso, o che gli è stata data dall'alto? Ma lungi dal pensare che un tanto dottore abbia ignorato la legge di Dio così espressa nel Deuteronomio: «Non dire in cuor tuo: Il mio valore e il mio braccio forte mi ha reso capace di questa grand'opera; ma ricordati, come il Signore Dio tuo è quegli che ti dà la forza di fare il bene» (Deut. 8,7). Ma a che serve il combattere bene, se non è seguito dalla vittoria? E chi dà la vittoria, se non quegli di cui esso stesso dice: «Grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo» (Cor. 15,17)?
- Al Vangelo.
** Omelia di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 34 su Matteo, molto dopo il principio.
Egli sembra dir così: Non vi turbate, se, mandandovi in mezzo ai lupi, io v'ingiungo d'essere come pecore e colombe. Poiché sebbene io possa agire diversamente, e non permettere che soffriate niente di grave, e che siate esposti ai lupi come pecore, ma anzi possa rendervi più terribili dei leoni; tuttavia è bene che sia così: ciò e vi renderà più illustri, e manifesterà la mia potenza. Ed in questo senso poi disse a Paolo: «Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza si fa sentire meglio nella debolezza» (2Cor. 12,9). Sono dunque io stesso che vi ho resi tali.
Ma vediamo quale prudenza egli esiga: quella del serpente. Infatti, come il serpente espone tutto il rimanente e, s'è necessario, non cura affatto che gli venga fatto a pezzi il corpo, purché sia salva la testa, alla stessa guisa tu pure non curarti di perdere tutto il resto pur di conservare la fede, e di sacrificare il denaro, le membra e anche la vita stessa, se sarà necessario. Perché la fede è la testa e la radice del cristiano; se la conservi, ancorché perda tutto il resto, ricupererai però il tutto con maggior gloria. Quindi egli non comandò d'essere soltanto semplici, o soltanto prudenti, ma ha legato insieme queste due cose, volendo che se ne facesse una virtù perfetta.
Che se vuoi vedere dagli stessi fatti come siasi ciò compiuto, apri il libro degli Atti degli Apostoli: vi vedrai certo come, insorgendo spesso il popolo Giudaico contro gli Apostoli e digrignando i denti, questi, imitando la semplicità della colomba e rispondendo colla dovuta modestia, ne disarmarono la collera, placarono il furore, arrestarono l'impeto. Infatti, allorché dicevano: «Non v'abbiamo noi proibito rigorosamente d'insegnare in quel nome?» (Act. 5,28) sebbene potessero fare innumerevoli miracoli, pure né dissero né fecero nulla che denotasse asprezza; ma risposero con estrema dolcezza, dicendo: «Se sia giusto d'ubbedire piuttosto a voi che a Dio, giudicatelo» (Act. 4,19). Hai visto la semplicità della colomba, guarda ora la prudenza del serpente: «Noi certo, dicono, non possiamo non parlare di quel che abbiamo visto e udito» (Act. 4,20).
Sardinia Tridentina: Commemorazione di san Paolo Apostolo (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/commemorazione-di-san-paolo-apostolo.html?m=1)
Si fa Commemorazione dell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria:
Sardinia Tridentina: Natività di san Giovanni Battista, Precursore del Signore (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/nativita-di-san-giovanni-battista.html?m=1”)
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“SEPTIMA DIE INFRA OCTAVAM NATIVITATIS SANCTI JOANNIS BAPTISTÆ
(Settimo giorno nell'Ottava della Natività di san Giovanni Battista)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SERMONE DI SANT'ANTONIO DI PADOVA SULLA FESTA DELLA NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.”
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Commemorazione San Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/commemorazione-san-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/commemorazione-san-paolo/
«30 giugno, Commemorazione di San Paolo Apostolo.
O glorioso san Pietro che aveste in Gesù Cristo una fede così viva da confessare per primo che egli era Figliuolo di Dio vivo, che amaste tanto ardentemente Gesù Cristo da protestarvi pronto a soffrire per lui la prigione e la morte; che in premio della vostra fede, della vostra umiltà e del vostro amore foste da Gesù Cristo destinato ad essere il principe degli apostoli, otteneteci, vi preghiamo, che anche noi ci convertiamo prontamente al Signore ogni qualvolta ci lasciamo tradire dalla nostra debolezza e non cessiamo di piangere sino alla morte i peccati da noi commessi; otteneteci di amare il Divin Maestro in modo da essere pronti a dare il sangue e la vita per la sua fede nonché a soffrire qualunque sventura piacerà a Lui di mandarci per mettere alla prova la nostra fedeltà. Così sia.»
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Della festa dei santi Pietro e Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/della-festa-pietro-e-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/della-festa-pietro-e-paolo/

https://www.agerecontra.it/2018/06/della-festa-dei-santi-pietro-e-paolo/
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium
“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://novusordowatch.org/2018/06/30-years-sspx-episcopal-consecrations-lefebvre/
“June 30, 1988 – 2018: 30 Years since the SSPX Episcopal Consecrations of Archbishop Marcel Lefebvre.”



https://www.sodalitium.biz/sul-decreto-del-21-gennaio-2009-con-il-quale-viene-rimessa-la-scomunica-a-4-vescovi-della-fraternita-san-pio-x/
«(...) Le Consacrazioni del 30 giugno 1988
Un giudizio adeguato, alla luce della Fede, su questo Decreto, e sul fatto che le autorità della Fraternità San Pio X lo abbiano sollecitato, ponendolo come preliminare ad un futuro accordo, deve innanzitutto fondarsi sull’avvenimento che occasionò il “Decreto di scomunica” di cui sono oggi sospesi gli effetti giuridici, ovverosia le consacrazioni episcopali senza mandato pontificio operate da Mons. Marcel Lefebvre e Mons. de Castro Mayer il 30 giugno 1988.
In occasione delle consacrazioni episcopali del 1988, l’Istituto Mater Boni Consilii pubblicò una Dichiarazione (Sodalitium n. 17, settembre-ottobre 1988) che riteniamo tuttora valida; in essa, tra l’altro, leggiamo:

“L’Istituto Mater Boni Consilii constata che Mons. Lefebvre, e quanti lo seguono, non hanno commesso formalmente scisma, perché non è scisma disobbedire a Giovanni Paolo II che non è formalmente Papa. Allo stesso modo Giovanni Paolo II non può scomunicare nessuno, essendo del tutto privo di autorità, né si applicano le censure previste dal diritto stesso in assenza di autorità.
Tuttavia Mons. Lefebvre e la Fraternità San Pio X inoculano nei fedeli che li seguono una prassi – che si trasforma sempre più in una dottrina – assolutamente scismatica, secondo la quale nei fatti, si deve disobbedire anche in materia gravissima al vero Vicario di Cristo, senza tenere in nessun conto la sua giurisdizione universale ed immediata sui fedeli cattolici. Nella loro prospettiva, il fondatore, i membri ed i fedeli della Fraternità San Pio X, agiscono scismaticamente”
A nostro parere, quindi, dei protagonisti della giornata del 30 giugno 1988 si poteva dire quanto afferma la Scrittura: non c’è chi faccia il bene, non ce n’è neppure uno.
Non agiva lecitamente la Fraternità San Pio X, consacrando dei Vescovi non solo senza l’accordo del Papa, ma contro la volontà di colui che essi consideravano essere il Papa. Ancor meno agivano lecitamente i modernisti che avevano occupato e tuttora occupano le sedi episcopali, inclusa la sede apostolica, nell’imporre una dottrina in più punti contraria e persino contraddittoria con quella della Chiesa, ed una riforma liturgica di sapore protestante: “Se anche noi stessi o un angelo del Cielo venisse ad annunziarvi un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato noi, sia egli anatema” (Gal 1,8; cf Concilio Vaticano I, DS 3070).
(...)
L’Istituto rinnova quindi la sua professione di fede cattolica, la sua adesione al magistero infallibile e non riformabile del Papa e della Chiesa, e per questo ritiene ancor oggi che la tesi teologica che meglio descrive la situazione che la Chiesa stessa sta vivendo resta ancora quella che Mons. Guérard des Lauriers difese pubblicamente sulla sede apostolica vacante, formalmente ma non materialmente, a partire dal Vaticano II. La soluzione di questa crisi non passa attraverso una soluzione disciplinare come quella chiesta e ottenuta dalla Fraternità San Pio X, ma solamente attraverso la condanna delle novità introdotte col Vaticano II contro l’insegnamento della Chiesa e la sua disciplina canonica e liturgica (sia per quanto riguarda il rito del Santo Sacrificio della Messa, sia per quanto riguarda i riti di tutti i sacramenti), e la sconfitta definitiva dell’eresia modernista. Nell’unica Chiesa di Colui che è Verità, non possono convivere la verità e l’errore, la Messa cattolica ed il rito riformato. Affidiamo questa causa alla speciale intercessione della Madonna Santissima, di San Giuseppe, Patrono della Chiesa, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, e dei Santi Pontefici Pio V e Pio X.
Verrua Savoia, 28 gennaio 2009.»



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Omelia di Mons. Marcel Lefebvre a Ecône, 30 giugno 1988, Santa Messa per le consacrazioni episcopali (http://www.unavox.it/Documenti/Doc0256_Omelia_Lefebvre_30.6.1988.html)
http://www.unavox.it/Documenti/Doc0256_Omelia_Lefebvre_30.6.1988.html
"Omelia di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre Fondatore della Fraternità San Pio X nella Santa Messa per la consacrazione dei quattro nuovi vescovi della Fraternità
Ecône, 30 giugno 1988
In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Così sia!
Eccellenza, carissimo Mons. de Castro Mayer, miei carissimi amici, miei carissimi fratelli,
Eccoci qui riuniti per una cerimonia certamente storica (...)
Io sono solo un vescovo della Chiesa cattolica che continua a trasmettere, a trasmettere la dottrina. Tradidi quod et accepi. È questo che io penso e che auspico si metta sulla mia tomba, e certo non ci vorrà molto tempo perché sulla mia tomba si metta Tradidi quod et accepi – come dice San Paolo «Vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto», molto semplicemente. Io sono il fattorino che porta una lettera. Non sono io che ho fatto questa lettera, questo messaggio, questa parola di Dio, è Dio stesso, è Nostro Signore Gesù Cristo stesso, e noi vi abbiamo trasmesso, per l’intermediazione di questi cari sacerdoti qui presenti e per mezzo di tutti coloro che, anch’essi, hanno creduto di dover resistere a quest’onda d’apostasia nella Chiesa, conservando la Fede di sempre e trasmettendola ai fedeli. Noi siamo solo dei portatori di questa novella, di questo Vangelo che Nostro Signore Gesù Cristo ci ha donato e dei mezzi per santificarci: la Santa Messa, la vera Santa Messa, i veri sacramenti, che danno veramente la vita spirituale. (...)
Voi sapete bene, miei carissimi fratelli, sapete bene che non possono esserci dei sacerdoti senza vescovo. Tutti questi seminaristi che sono qui presenti, se domani il Buon Dio mi chiamerà, e questo accadrà senza dubbio senza ritardo, ebbene, questi seminaristi da chi riceveranno il sacramento dell’Ordine? Dai vescovi conciliari, i cui sacramenti sono tutti dubbi perché non si sa esattamente quali siano le loro intenzioni? Questo non è possibile! Ora, quali sono i vescovi che hanno conservato veramente la Tradizione, che hanno conservato i sacramenti così come la Chiesa li ha conferiti per venti secoli, fino al Vaticano II? Ebbene, sono Monsignor de Castro Mayer e io stesso. Io non posso farci niente, le cose stanno così. E quindi, molti seminaristi si sono affidati a noi, hanno sentito che lì stava la continuità della Chiesa, la continuità della Tradizione, e sono venuti dunque nei nostri seminari, malgrado le difficoltà che hanno incontrato, per ricevere una vera ordinazione sacerdotale e poter offrire il vero sacrificio del Calvario, il vero sacrificio della Messa e darvi i veri sacramenti, la vera dottrina, il vero catechismo.
Ecco lo scopo di questi seminari. E allora, in coscienza, io non potevo lasciare orfani questi seminaristi, sparendo senza far niente per l’avvenire. Non è possibile. Questo sarebbe contrario al mio dovere. È per questo che abbiamo scelto, con la grazia di Dio, dei sacerdoti giovani, dei sacerdoti della nostra Fraternità, che ci sono sembrati i più adatti e, al tempo stesso, si trovano in luoghi e nelle funzioni che permetteranno loro di compiere più facilmente il loro ministero episcopale, di conferire la Cresima ai vostri figli e di conferire le ordinazioni nei nostri diversi seminari. Così io credo che, con la grazia di Dio, avremo dato in questa consacrazione – Monsignor de Castro Mayer e io stesso – avremo dato i mezzi alla Tradizione per continuare, dato i mezzi ai cattolici che lo desiderano di mantenersi nella Chiesa dei loro genitori, dei loro nonni, dei loro antenati, queste chiese per le quali sono state fondate le vostre parrocchie, tutte queste belle chiese che avevano dei begli altari che spesso sono stati distrutti per essere rimpiazzati da una tavola, manifestando così il cambiamento radicale che si è operato a partire dal Concilio a riguardo del sacrificio della Messa, che è il cuore della Chiesa e che è anche lo scopo del sacerdozio.
Quindi, vogliamo ringraziarvi per essere venuti così numerosi per incoraggiarci nel compimento di questa cerimonia e noi ci volgiamo verso la Vergine Maria.
Voi sapete bene, miei carissimi fratelli, voi sapete bene – ve l’avranno detto – che Leone XIII, in una visione profetica che ha avuto, ha detto che un giorno il Soglio di Pietro sarebbe diventato la sede dell’iniquità. Lo ha detto in uno dei suoi esorcismi, nell’«Esorcismo di Leone XIII».
È quello che accade oggi? È quello che accadrà domani? Io non lo so. Ma in ogni caso, questo è stato annunciato. L’iniquità porta molto semplicemente l’errore. È una iniquità l’errore: non professar più la Fede di sempre, non professare più la Fede cattolica, è un grave errore. Se vi è una iniquità è proprio questa, che è grande. E credo di poter dire veramente che nella Chiesa non si è mai avuta una iniquità più grande di quella giornata di Assisi, che è contraria al primo Comandamento di Dio e contraria al primo articolo del Credo. È incredibile che si sia mai potuto realizzare una cosa simile nella Chiesa, davanti agli occhi di tutta la Chiesa umiliata. Non abbiamo mai subito un’umiliazione simile. Voi troverete tutto questo nel libretto di Don Le Roux, che è stato stampato particolarmente per fornirvi delle informazioni sulla situazione romana odierna.
E non solo il buon papa Leone XIII ha profetizzato queste cose, ma anche la Madonna… (...)
E poi conoscete bene le apparizioni de La Salette, in cui la Madonna dice che Roma perderà la Fede, che a Roma vi sarà un’eclisse. Capite cosa questo possa significare da parte della Santissima Vergine. E infine il segreto di Fatima, che è ancora più vicino a noi. Senza dubbio il terzo segreto di Fatima doveva far delle allusioni a queste tenebre che hanno invaso Roma, queste tenebre che invadono il mondo a partire dal Concilio. (...)
Ecco dunque dei fatti, sui quali, io penso, possiamo appoggiarci anche noi.
Allora, noi ci rimettiamo alla Provvidenza. (...)
Da parte nostra siamo convinti che tutte queste accuse di cui siamo oggetto, tutte queste pene di cui siamo oggetto sono nulle, assolutamente nulle!
Ed è per questo che non le teniamo in alcun conto. Come non abbiamo tenuto conto della sospensione, dopo la quale abbiamo finito col ricevere le felicitazioni della Chiesa e anche della Chiesa progressista, così sarà tra pochi anni – non lo so: il Buon Dio solo conosce il numero degli anni che serviranno perché arrivi il giorno che la Tradizione ritrovi i suoi diritti a Roma – noi saremo abbracciati dalle autorità romane che ci ringrazieranno per aver mantenuto la Fede nei nostri seminari, nelle famiglie, nelle città, nei nostri paesi, nei nostri conventi, nelle nostre case religiose, per la maggior gloria del Buon Dio e per la salvezza delle anime.
In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Così sia.
+ Marcel Lefebvre."



https://it.wikipedia.org/wiki/Consacrazioni_di_Ec%C3%B4ne
"Le consacrazioni di Écône furono le quattro ordinazioni episcopali conferite a Ecône, in Svizzera, il 30 giugno 1988 dall'arcivescovo cattolico Marcel Lefebvre e dal vescovo Antônio de Castro Mayer a quattro sacerdoti della Fraternità sacerdotale San Pio X: Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta."



https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“«Ecco, o Roma, i due eroi che hanno fatto risplendere ai tuoi occhi il Vangelo di Cristo; in modo che tu che eri maestra di errore, sei diventata discepola della verità...Sebbene ti abbia occorso ottenere delle multipli vittorie per stendere per mare e per terra il tuo impero, inferiore è tuttavia il campo che ti ha sottomesso il lavoro delle tue guerre che quello conquistato dalla pace cristiana…Però, o Roma, ignoravi l'autore della tua elevazione; reggendo quasi tutte le nazioni, ti facevi la schiava degli errori di tutte queste nazioni; ed ti sembrava avere una grande religione, perché non rigettavi nessuno errore. Ma più eri fortemente incatenata dal demonio, più meravigliosa è stato la tua liberazione per il Cristo.» - San Leone.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
30 juin : Saint Paul, Apôtre des Gentils :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/30-juin-saint-paul)
“30 Juin : Saint Paul, Apôtre des Gentils.”
https://le-petit-sacristain.blogspot.com/2015/09/litanie-de-saint-paul-apotre.html
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2715/2978/0919/06_30_saint_paul_2.jpg


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“30 juin 1073 : élection du Pape Saint Grégoire VII.”






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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Lucina, discepola degli Apostoli, la quale, provvedendo colle sue sostanze alle necessità dei Santi, visitava i Cristiani chiusi in carcere, e attendeva a seppellire i Martiri, presso i quali anch’essa, in una cripta da lei fabbricata, fu sepolta. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa discepola, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Lucina possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Papa è il successore di S. Pietro nella sede di Roma e nel Primato; il rappresentante o Vicario di Gesù Cristo sulla terra, il Capo visibile di tutta la Chiesa, il padre e il Maestro universale di tutti i fedeli, su ciascuno dei quali esercita, in modo diretto e immediato, il primato dell'insegnamento, della giurisdizione e della carità, che ogni nuovo Papa riceve da Gesù Cristo. Il Papa, quando parla come pastore e maestro di tutti i cristiani in materia di fede e di costumi è infallibile, cioè non può errare nell'insegnare, perchè assistito dallo Spirito Santo.”
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"S. Alfonso Maria de Liguori.
Lo stesso dobbiamo far noi, quando ci accadono le cose avverse, accettiamole tutte dalle divine mani, non solo con pazienza, ma con allegrezza, ad esempio degli apostoli, che godeano nel vedersi maltrattati per amore di Gesu-Cristo: «Ibant gaudentes a conspectu concilii, quoniam digni habiti sunt pro nomine Iesu contumeliam pati» (Act. 5. 41). E che maggior contento che soffrire qualche croce e sapere che abbracciandola noi diamo gusto a Dio? Se vogliamo dunque vivere con una continua pace, procuriamo da ogg'innanzi di abbracciarci col divino volere, con dir sempre in tutto ciò che ci avviene: «Ita, Pater, quoniam sic fuit placitum ante te» (Matth. 11. 26). Signore, così è piaciuto a Voi, così sia fatto."
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«Il numero 119 - del giorno 1 luglio 2018 - di SVRSVM CORDA® ospiterà i seguenti contenuti:
- Comunicato numero 119. Dialogo con la Samaritana;
- La vera esegesi della Scrittura;
- Preghiera al Preziosissimo Sangue;
- Preghiera ai Santi Pietro e Paolo Apostoli;
- Gli anatemi del Concilio di Nicea II, numeri 1, 2, 3 e 4;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Isacco delle Celle (parte 3);
- Orazioni a San Guglielmo da Vercelli;
- Dizionario biblico. La Predestinazione;
- Dizionario di teologia dommatica. Il Modernismo;
- Preghiera a Sant’Ireneo, Vescovo e Martire;
- Dizionario di teologia dommatica. La Liturgia;
Già leggibili gratuitamente sul sito:
- Teologia Politica 108. Breve dissertazione sulla cosiddetta “immigrazione” (parte 2);
- Racconti miracolosi n° 67. La bellezza di San Giuseppe e della Vergine Maria.»
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30° giorno: Cuore eucaristico - Cuore ingrato (http://www.stellamatutina.eu/30-giorno-cuore-eucaristico-cuore-ingrato/)
http://www.stellamatutina.eu/30-giorno-cuore-eucaristico-cuore-ingrato/
“30° giorno: Cuore eucaristico – Cuore ingrato
CUORE EUCARISTICO
Il Cuore di Gesù vivo e palpitante è una realtà in mezzo a noi. Se vogliamo stare fisicamente accanto al Cuore di Gesù, basta che ci accostiamo e sostiamo presso il Tabernacolo eucaristico. Santa Gemma Galgani sentiva così viva questa vicinanza, che a volte, accostandosi troppo all’altare, per l’ardore che provava, le si bruciavano gli indumenti dalla parte del cuore!
Se poi vogliamo avere il Cuore di Gesù presente fisicamente nel nostro stesso cuore, basta che ci accostiamo al Sacramento dell’Eucaristia ricevendo la Comunione.
«Nella Santa Comunione – scriveva il beato Contardo Ferrini – Gesù si incarna nel nostro cuore». Nella Comunione avviene la fusione dei due cuori: il Cuore di Gesù nel cuore dell’uomo, e viceversa. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,57). Sulla terra non c’è cosa più grande e sublime di questa fusione d’amore fra Gesù e la creatura.
In particolare possiamo dire che l’Eucaristia è tutto il Cuore di Gesù, è solo il Cuore di Gesù. Questa non è un’affermazione esagerata, ma è una meravigliosa scoperta che ci è venuta, recentemente, dalle analisi fatte sull’Ostia trasformata miracolosamente in carne e conservata nel Santuario Eucaristico di Lanciano. I risultati delle analisi ci fanno sapere che quella carne è viva, e appartiene alla carne del cuore !
Eucaristia e Cuore di Gesù: sono una cosa sola.
Per questo il Sacro Cuore appariva a santa Margherita quasi sempre dal Tabernacolo. Per questo, di frequente, sulle porticine dei Tabernacoli, viene disegnato il Cuore di Gesù. Per questo la devozione è inseparabile dall’Eucaristia, e porta alla Comunione, come è richiesto dalla pratica dei nove primi venerdì del mese. Per questo san Carlo da Sezze, fermatosi in una chiesa ad adorare Gesù Eucaristico, ebbe il cuore trafitto da un dardo d’amore che partì dall’Ostia santa durante l’Elevazione nella Santa Messa.
Che meraviglia per noi poveri uomini avere l’Eucaristia!
A rifletterci solo poco, parrebbe impossibile e incredibile.
Come mai il Verbo Incarnato se ne sta in poco pane, chiuso in una piccola prigione? «Signore – esclamò una volta san Bernardo – questo non conviene alla vostra maestà!». «Non fa niente – rispose Gesù – basta che convenga al mio amore!». È l’amore che imprigiona Gesù per noi. E san Giovanni Eudes spiega che il Cuore Eucaristico di Gesù, avvolto da otto fiamme, è tenuto fermo in mezzo a noi dalla prima di quelle fiamme.
Cuore Eucaristico di Gesù, quanto dovremmo amarti, fino a impazzire!
CUORE INGRATO
Che il cuore dell’uomo sappia essere ingrato, e che spesso lo sia, è una di quelle verità amare di cui a tutti tocca fare la dolorosa esperienza.
Nei riguardi di Dio, però l’ingratitudine del cuore umano diventa di una mostruosità che non si può definire.
Dio ci ha fatti suoi figli in Gesù Cristo, rendendoci «partecipi della natura divina» con il dono della grazia (2Pt 1,4). Gesù ci ha dato i Sacramenti della salvezza e soprattutto ci ha donato se stesso nel Sacramento dell’Eucaristia, per restare con noi «fino alla fine dei tempi» (Mt 28,20).
Ancora: Gesù ci ha manifestato in modo particolare il suo Cuore vivo e palpitante in ogni Tabernacolo eucaristico, ardente d’amore per noi. Infine, il Cuore di Gesù ci ha fatto dono della pratica dei nove primi venerdì del mese, con la garanzia della salvezza eterna.
Sapere tutto questo, mostrarsi freddi, indifferenti o addirittura ostili e sacrileghi, è cosa inammissibile. Eppure è così.
Gesù vuol donare il suo Cuore all’uomo, e il cuore dell’uomo lo rifiuta, Gesù vuol farsi “uno” con il cuore dell’uomo, ad ogni Comunione eucaristica, ma l’uomo lo ignora e respinge, o, peggio lo riceve a tradimento con il peccato mortale. Una Comunione sacrilega è simile al bacio di Giuda.
Pugnalare Gesù al Cuore!
Eppure sappiamo che la Comunione eucaristica è la somma dell’amore divino e umano. È il dono dell’intimità divina più profonda per l’anima e per il corpo. Vale molto più l’esperienza di una Santa Comunione che l’esperienza di san Giovanni Evangelista quando poggiò il capo sul petto di Gesù. Nella Santa Comunione non c’è solo un avvicinamento, ma c’è fusione di cuori e di battiti, di carne e di sangue. Che mistero ineffabile di amore!
Inoltre, la Presenza reale di Gesù nell’Eucaristia ci chiama all’Adorazione. È ai piedi dei Tabernacoli che i Santi amavano intrattenersi a tu per tu con il Cuore di Gesù. Santa Margherita era celebre per le sue lunghe Adorazioni eucaristiche, ed ella ci raccomanda in particolare l’Ora santa di Adorazione nella notte fra il giovedì e il venerdì, che Gesù stesso le chiese. Che dire delle lunghe Adorazioni eucaristiche di san Francesco d’Assisi, santa Matilde, santa Caterina da Siena, san Giovanni Eudes, sant’Alfonso de’ Liguori, san Pietro Giuliano Eymard, santa Gemma Galgani, fratel Charles de Foucauld, san Pio da Pietrelcina?…
Non ci può essere devozione al Sacro Cuore che sia così vera e intensa come quella che si incentra sull’Eucaristia. (…)
Che sia così per noi, per tutta la vita. Amen.
Proposito: Fare un’Ora di Adorazione o almeno una lunga visita eucaristica.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


30 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/30-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/30-giugno.htm
“GIORNO 30
IL PIU' FORTE LAMENTO DI GESU'
30° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare le Comunioni sacrileghe, che si sono fatte e si faranno.
IL PIU' FORTE LAMENTO DI GESU'
Il mese di giugno è al termine; poiché non deve aver termine la devozione al Sacro Cuore, consideriamo oggi un lamento ed un desiderio di Gesù, per prendere delle sante risoluzioni, che devono accompagnarci tutta la vita.
Gesù Sacramentato sta nei Tabernacoli ed il Cuore Eucaristico non sempre e non da tutti è trattato come conviene.
Ricordiamo il più forte lamento che Gesù rivolse a Santa Margherita nella grande apparizione, quando le mostrò il Cuore: Ecco quel Cuore, che tanto ha amato gli uomini... sino a consumarsi per testimoniare loro il suo amore; e per compenso, dai più non ricevo che ingratitudini, a causa delle loro irriverenze e sacrilegi, e della freddezza e disprezzo che essi hanno per me in questo Sacramento d'amore! -
Dunque, il maggior lamento di Gesù è per i sacrilegi eucaristici e per la freddezza e le irriverenze con cui è trattato nei Tabernacoli; il suo maggior desiderio è la riparazione eucaristica.
Dice Santa Margherita: Un giorno, dopo la S. Comunione, il mio Sposo Divino si presentò a me sotto le sembianze di Ecce Homo, carico della Croce, tutto coperto di piaghe e lividure. Il suo Sangue adorabile gli colava da ogni parte ed Egli mi disse con voce triste ed addolorata: Non ci sarà nessuno che abbia pietà di me, nessuno che voglia compatirmi e prendere parte al mio dolore nel pietoso stato in cui mi mettono i peccatori? -
Un altro giorno, in cui una persona aveva fatto male la Comunione, Gesù si fece vedere a Santa Margherita come legato e calpestato sotto i piedi di quell'anima sacrilega e con voce mesta le diceva: Guarda come mi trattano i peccatori! -
Ed un'altra volta ancora, mentre veniva ricevuto sacrilegamente, si mostrò alla Santa, dicendole: Guarda come mi tratta quell'anima che mi ha ricevuto; essa ha rinnovato tutti i dolori della mia Passione! - Allora Margherita, gettandosi ai piedi di Gesù, disse: Mio Signore e mio Dio, se la mia vita può essere utile per riparare queste ingiurie, eccomi come una schiava; fa' di me tutto ciò che ti piacerà! - Il Signore subito la invitò a fare un'ammenda onorevole per riparare tanti sacrilegi eucaristici.
Dopo quanto si è detto, si prenda da tutti i devoti del Sacro Cuore una risoluzione importante, da ricordare possibilmente ogni giorno: Offrire le Messe che si ascoltano, nelle feste e nei giorni feriali, ed offrire sempre la S. Comunione con l'intenzîone di riparare i sacrilegi eucaristici, specialmente della giornata, la freddezza e le irriverenze che si fanno a Gesù Sacramentato; si possono mettere anche altre intenzioni, ma la principale sia la riparazione eucaristica. In tal modo si consola il Cuore Eucaristico di Gesù.
L'altra risoluzione, che mai deve dimenticarsi e che sia come il frutto del mese del Sacro Cuore, è la seguente: Avere una grande fede in Gesù Sacramentato, onorare il suo Cuore Eucaristico e saper trovare ai piedi del Tabernacolo il conforto nelle pene, la forza nelle tentazioni, la sorgente delle grazie. Il fatto, che ora verrà narrato, sia ai devoti del Sacro Cuore di grande ammaestramento.
ESEMPIO
Preghiera di una madre affitta
Nel libro « Tesoro di storia sul Sacro Cuore » è riportata una conversione meravigliosa.
A New York era stato arrestato un giovanotto sui venti anni, dedito al libertinaggio. Dopo due anni uscì dalla prigione; ma lo stesso giorno in cui fu messo in libertà, rissò e fu ferito mortalmente. I poliziotti lo portarono a casa.
La madre del giovane delinquente era molto religiosa, devota del Cuore Eucaristico di Gesù; il marito, pessimo uomo, maestro di malvagità al figlio, era la sua croce quotidiana. Tutto sopportava l'infelice donna sostenuta dalla fede.
Quando mirò il figlio ferito, sapendolo prossimo alla morte, non indugiò ad interessarsi dell'anima di lui.
- Povero figlio mio, tu stai molto male; la morte ti è vicina; devi presentarti a Dio; è tempo di pensare all'anima tua! -
Per tutta risposta, il giovane le rivolse una litania d'ingiurie e d'imprecazioni e cercava qualche oggetto a portata di mano per scaraventarglielo.
Chi avrebbe potuto convertire questo peccatore? Soltanto Dio, con un miracolo! Dio mise in mente alla donna una bella ispirazione, che subito venne attuata.
La madre prese un'immagine del Sacro Cuore e la legò ai piedi del letto, ove giaceva suo figlio; poi corse alla Chiesa, ai piedi di Gesù Sacramentato e della Vergine Santissima, e poté ascoltare la Messa. Col cuore amareggiato non riuscì a formulare che questa preghiera: Signore, voi che avete detto al buon ladrone «Oggi sarai con me in Paradiso!», ricordatevi di mio figlio nel vostro regno e non lasciatelo perire in eterno! -
Non si stancava di ripetere questa preghiera e solo questa.
Il Cuore Eucaristico di Gesù, che si commosse alle lacrime della vedova di Naim, si commosse pure alle preghiere di questa madre, che a Lui ricorreva per aiuto e conforto, ed operò un prodigio. Mentre essa era ancora in Chiesa, Gesù apparve al figlio morente, sotto forma di Sacro Cuore, e gli disse: Oggi sarai con me in Paradiso! -
Il giovane si commosse, riconobbe il suo triste stato, ebbe dolore dei suoi peccati; in un attimo divenne un altro...
Quando la madre rincasò e rivide il figlio sereno, sorridente, seppe che gli era apparso il Sacro Cuore e gli aveva detto le parole, un giorno dette dalla Croce al buon ladrone « Oggi sarai con me in Paradiso! ... », piena di gioia disse: Figlio mio, vuoi ora un Sacerdote? - Sì mamma, e subito! -
Venne il Sacerdote e il giovane si confessò. Il ministro di Dio, finita la confessione, ruppe in pianto e disse alla madre: Non ho mai udito una confessione simile; vostro figlio mi è sembrato in estasi! -
Da lì a poco rincasò il marito, il quale, udita la narrazione della comparsa del Sacro Cuore, subito cambiò mentalità. Il figlio gli disse: Padre mio, pregate anche voi il Sacro Cuore ed Egli vi salverà! -
Morì il giovane lo stesso giorno, dopo essersi comunicato. Si convertì il padre e visse sempre da buon cristiano.
La preghiera fiduciosa ai piedi del Tabernacolo è la chiave preziosa per penetrare nel Cuore Eucaristico di Gesù.
Fioretto. Fare molte Comunioni Spirituali, con fede ed amore.
Giaculatoria. Gesù, tu sei mio; io sono tua!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”





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“30 giugno 2018: Commemorazione di San Paolo apostolo.
Paolo, apostolo, santo, martire, il corpo è custodito sotto l’altare maggiore di S. Paolo f.l.m., opera del 1285 rimasta illesa dal fuoco che distrusse quasi completamente la basilica nel 1823. Il capo, ritrovato nella basilica Ostiense, si venera nella basilica del Laterano. Le reliquie insigni delle teste degli Apostoli Pietro e Paolo, ricordate fin dall’VIII secolo nel Sancta Sanctorum, furono qui traslate da papa Urbano V, secondo la tradizione la cerimonia avvenne il 16 aprile 1369. Il pontefice, per meglio onorarle, aveva fatto costruire due busti in argento dorato, capolavori di oreficeria, eseguiti da Giovanni Bartoli da Siena. I reliquiari, adornati di gemme, in parte donate da Carlo V il Saggio del ramo dei Valois, furono purtroppo fusi per il pagamento di 30.000 fiorini imposto dal trattato di Tolentino. Il 12 aprile del 1438 alcune gemme furono rubate. Una ricognizione venne fatta il 23 luglio 1823 dal cardinale Antonelli, che comprovò l’autenticità dei resti, ovvero: frammenti ossei di mandibole, denti e porzioni di crani. In quella occasione furono riposti nei nuovi busti reliquiari, opere di Giuseppe Valadier, donati dalla duchessa Maria Emanuela Pignatelli. Paolo, principe degli apostoli, decapitato nel 67 alle "Tre Fontane", venne sepolto ove sorge la basilica a lui intitolata. Il Diario Romano (1926) ricorda qui la cerimonia durante la quale si incensa la Fenestella confessionis e il bacio delle catene che lo imprigionavano.
M.R.: 29 giugno a Roma il natale dei santi Apostoli Pietro e Paolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno sotto Nerone Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticano presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione da tutto il mondo; l'altro, decapitato e sepolto sulla via Ostiense, è venerato con pari onore. 18 novembre a Roma la Dedicazione delle Basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo. La prima di esse, ricostruita in forma più maestosa, fu consacrata in questo stesso giorno dal Sommo Pontefice Urbano ottavo; l'altra poi, quasi interamente distrutta da un miserando incendio e riedificata con maggior magnificenza, venne solennemente consacrata il 10 Dicembre da Pio nono, il quale stabilì che in questo giorno se ne celebrasse l'anniversario. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari].”
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“30 giugno 2018: infra l'Ottava dei Ss. Pietro e Paolo.”
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“30 giugno 2018: infra l'Ottava di san GIovanni Battista.”
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"Il 30 giugno 1607 muore a Roma l’Eminentissimo Cardinale Cesare Baronio della Congregazione dell’Oratorio, Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Discepolo di San Filippo Neri fu il suo primo successore. Uomo di grande erudizione, ricevette da Gregorio XIII l’alto incarico di rivedere il “Martyrologium Romanum”, ma soprattutto rifulse per la composizione degli “Annales Ecclesiastici”, scritti in contrapposizione alle eretiche Centurie di Magdeburgo. Il 12 gennaio 1745 Benedetto XIV gli conferirà il titolo di Venerabile."
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"Ad Jesum per Mariam."
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Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“Commemorazione di san Paolo apostolo, 30 giugno.”




SANCTE PETRE, SANCTE PAULE, ORATE PRO NOBIS!!!
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
17-10-18, 21:59
17 OTTOBRE 2018: SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE (1648-1690); VERGINE E CONFIDENTE DEL SACRO CUORE…



«17 OTTOBRE SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE, VERGINE.»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 17 ottobre. Santa Margherita Maria, vergine (http://www.unavoce-ve.it/pg-17ott.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-17ott.htm




Santa Margherita Alacoque - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-margherita-alacoque/)
http://www.sodalitium.biz/santa-margherita-alacoque/
«17 ottobre, Santa Margherita Maria Alacoque, Vergine (Verosvres, 22 luglio 1647 – Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690). Monaca dell’Ordine della Visitazione, Gesù le apparve per praticare e propagare la devozione al Sacro Cuore.
O Santa Margherita Maria, dal Sacro Cuore di Gesù fatta partecipe dei suoi tesori divini, otteneteci, vi supplichiamo, da questo Cuore adorabile le grazie di cui abbiamo bisogno. Noi gliele domandiamo con confidenza che non ha limiti. Si degni il divin Cuore concedercele per la vostra intercessione, affinchè ancora una volta egli sia per voi glorificato ed amato. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/margherita-alacoque-1-206x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/margherita-alacoque-1-206x300.jpg


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
XXI domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=H84WydDuFFs
XXI domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=1NiTVwx9HdM
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»







https://tradidiaccepi.blogspot.com/


https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/44246286_1569548793146437_309648965740003328_n.jpg ?_nc_cat=108&oh=1f151c7bb6d5e39d1a1684bee4068b51&oe=5C5A7F9E


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«SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE
Vergine.
Doppio.
Paramenti bianchi.
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 17 ottobre. Santa Margherita Maria, vergine (http://www.unavoce-ve.it/pg-17ott.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-17ott.htm
Margherita Maria Alacoque nacque a Vérosvres (diocesi di Autun) il 22 luglio 1647. Giovanissima si consacrò a Gesù Cristo col voto di verginità perpetua (Offertorio, Communio). A ventitré anni entrò tra le Visitandine (Ordine della Visitazione della beata Vergine Maria) di Paray-le-Monial. Il Sacro Cuore le apparve in «tre grandi rivelazioni» (Orazione, Vangelo) senza che la Comunità ne avesse sentore. Santa Margherita Maria Alacoque si segnalò, negli ultimi anni della sua vita, per esimi meriti nel propagare la devozione verso il sacratissimo Cuore di Gesù e nel promuovere il pubblico culto del medesimo. Passò al suo divin sposo celeste a Paray-le-Monial il 17 ottobre 1690, a quarantatré anni. Il suo corpo verginale fu sepolto nel coro del monastero, presso la grata dove stava in preghiera quando il divin Maestro le apparve. Pio IX la beatificò il 18 settembre 1864 e Benedetto XV la canonizzò nel giorno dell'Ascensione, il 13 maggio 1920, e il 26 giugno 1929 Pio XI estese il suo culto a tutta la Chiesa.
La Santa fu uno strumento provvidenziale per mettere in risalto l'amore di Cristo per noi e il dovere nostro di riamare chi tanto ci amò e si sacrificò. Già Isaia aveva profetizzato che delle moltitudini avrebbero corrisposto all'amore del Cristo; il profeta Zaccaria aveva predetto e san Giovanni ricordato, che al Cristo trafitto avrebbero guardato commosse le stesse moltitudini. Santa Geltrude, e specialmente san Giovanni Eudes promossero il culto del Sacro Cuore. Santa Margherita diede l'ultima spinta.
• Margherita Maria Alacoque nata da onorata famiglia in un villaggio della diocesi di Autun, già fin dai primi anni diede indizi della futura santità. Accesa d'amore per la Vergine Madre di Dio e per l'augusto sacramento dell'Eucaristia, giovanetta consacrò a Dio la sua verginità, bramando unicamente di modellare la vita secondo le cristiane virtù. Si deliziava delle preghiere lunghe, della contemplazione delle cose celesti, del disprezzo di sé, della pazienza nelle avversità, del tormento del corpo, della carità verso il prossimo specialmente povero; e si sforzava con somma cura di ricopiare con tutte le forze gli esempi santissimi del Redentore.
Entrata nell'Ordine della Visitazione, cominciò subito a risplendere per fervore di vita religiosa. Fu da Dio onorata del dono di alta orazione, di altri doni di grazia e di frequenti visioni. Di queste la più celebre fu quando mentre pregava davanti all'Eucaristia Gesù le diede a vedere se stesso e le mostrò il Cuore divino sul petto aperto acceso di fiamme e circondato di spine, e le comandò che, per tale carità e per espiare gli oltraggi degli uomini ingrati, ella cercasse d'istituire il culto pubblico al suo Cuore, proponendo grandi premi del tesoro celeste. Titubante ella per umiltà e professandosi incapace di tanta cosa l'amantissimo Signore le fa coraggio, ed insieme le designa per guida ed aiuto un uomo di esimia santità, Claudio de la Colombière: e l'infiamma colla speranza di quella somma utilità, che poi dal culto del divin Cuore si diffuse nella Chiesa.
Margherita si studiava con ogni diligenza di compiere gli ordini del Redentore. Tuttavia non le mancarono molte molestie e aspre villanie da coloro che andavano ripetendo essere ella un'illusa. Cose tutte che sopportò con animo tranquillo, anzi metteva in conto di guadagno, stimando ch'ella per via di obbrobri e dolori sarebbe divenuta ostia a Dio gradita, e che avrebbe ottenuto maggiori aiuti per il suo disegno. Illustre per lode di religiosa perfezione e per mezzo della contemplazione delle cose eterne di giorno in giorno unendosi sempre più allo sposo celeste, se ne volò a lui, nell'anno quarantatré dell'età sua, dell'era volgare 1690. Illustre per miracoli Benedetto XV l'iscrisse tra i santi e il Sommo Pontefice Pio XI ne estese l'ufficio a tutta la Chiesa.
SANTA MESSA
- Al Vangelo.
• Omelia di san Francesco di Sales Vescovo.
Sermone 23 nel giorno di Pentecoste verso la metà.
Nessun'altra è vera scienza, all'infuori di quella ch'è data dallo Spirito Santo, ma questa viene concessa solo agli umili. Non abbiamo forse visto dei gran teologi dire meraviglie delle virtù, ma perché non le esercitavano? Al contrario abbiamo visto molte donne, che non sapevano ragionare delle virtù, ma ben sapevano compiere le opere delle virtù. Ora lo Spirito Santo ha fatto queste tali sapienti, perché avevano e il timor del Signore e la pietà e l'umiltà.
Frammento dal sermone 16, sulla III Domenica dopo Pentecoste, al principio.
Nostro Signore, il grande e più illustre medico di tutte le nostre infermità, prima che venisse in questo mondo, aveva annunziato chiaramente per mezzo dei suoi Profeti: «Fascerò le pecorelle fratturate, e sostenterò le inferme» (Ezech. 34,16). E dipoi egli stesso colla sua bocca gridò dicendo: «Venite a me tutti voi che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò» (Matth. 11,28). Che meraviglia dunque se vediamo lui stesso circondato da infermi, da peccatori e pubblicani? Non è forse la gloria del medico esser cercato dagl'infermi?
Frammento del sermone 10 per il Lunedì dopo Pasqua, alla fine.
Egli porta le nostre miserie e le nobilita, mette la miseria nostra nel suo Cuore, mostra il costato. Ma occorre che noi lo riamiamo, altrimenti mentre ora ci mostra le piaghe per amore, una volta ce le mostrerà per ira e indignazione. Fa', o buon Gesù, che noi riceviamo la pace che ci offri, e che vediamo le tue piaghe, di modo che, finché rimangono la fede, la speranza e la carità, radicati nella fede, lieti per la speranza, e accesi di carità, aspettiamo la beata speranza e la tua venuta, cosicché in esso, Ti vediamo Agnello alla destra non leone alla sinistra; e invece della fede abbiamo la visione, invece della speranza il possesso e invece della carità imperfetta la perfetta, in cui godremo per i secoli dei secoli. Così sia.
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/10/santa-margheria-maria-alacoque-vergine.html?m=1
• Dalle «Lettere» di santa Margherita Maria Alacoque vergine.
(Vie et Œuvres 2, Paris 1915, 321. 336. 493. 554)
Dobbiamo conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza.
Mi sembra che il grande desiderio di Nostro Signore che il suo Sacro Cuore venga onorato in modo particolare, abbia lo scopo di rinnovare nelle anime gli effetti della sua redenzione. Infatti il suo Sacro Cuore è una fonte inesauribile che cerca solo di riempire i cuori umili, vuoti, distaccati da ogni cosa e sempre pronti a sacrificarsi per rendergli piacere.
Questo Cuore divino è una fonte inesausta, dalla quale scendono ininterrottamente tre canali: il primo è quello della misericordia verso i peccatori e porta loro lo spirito di contrizione e di penitenza. Il secondo è quello della carità e scorre per portare aiuto a tutti i miserabili che si trovano in qualche necessità, e particolarmente a coloro che tendono alla perfezione: essi vi troveranno la forza per superare gli ostacoli. Il terzo è quello dell'amore e della luce per gli amici perfetti, che egli desidera unire a se stesso, per comunicare loro la sua scienza e i suoi desideri, perché, per una via o per l'altra, si consacrino totalmente alla sua gloria.
Questo Cuore divino è un abisso di bene, in cui i poveri devono riversare le loro necessità. È un abisso di gioia, dove bisogna gettare tutte le nostre tristezze. È un abisso di umiliazione per il nostro orgoglio, un abisso di misericordia per gli infelici, e un abisso d'amore, in cui bisogna seppellire tutte le nostre miserie.
Non avete quindi che da unirvi in tutte le vostre azioni al Sacro Cuore di Nostro Signore, all'inizio per disporvi, al termine per ripagare. Per esempio, vi sentite incapaci di pregare? Accontentatevi di offrire la preghiera che il divin Salvatore fa per noi nel sacramento dell'altare. Offrite i suoi slanci per riparare tutte le vostre imperfezioni. Ripetete dunque ogni vostra azione: Mio Dio, io faccio o soffro questa cosa nel Sacro Cuore del vostro divin Figlio, e secondo le sue sante intenzioni che vi offro per riparare tutto ciò che di impuro e di imperfetto c'è nel mio operare. E così nelle diverse situazioni della vita.
Quando vi toccherà qualche pena, afflizione o mortificazione, dite a voi stessi: Accetta ciò che il Sacro Cuore di Gesù ti manda per unirti a lui.
Soprattutto cercate di conservare la pace del cuore, che supera qualsiasi tesoro. Il mezzo per arrivare a questo consiste nel non avere più volontà propria, ma quella di questo divin Cuore al posto della nostra, lasciando che voglia per noi tutto ciò che può aumentare la sua gloria, contenti di sottometterci e di abbandonarci a lui in ogni cosa. »
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«MESE DI OTTOBRE: MESE DEL SACRATISSIMO ROSARIO DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA.
5. MAGNÆ DEI MATRIS
Lettera Enciclica di Sua Santità Leone P.P. XIII.»
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"Salfai Erzsébet
Per favore, Dio, versa su di noi lo spirito con cui Santa Margherita ha fatto in modo estremamente ricco, per conoscere l'amore di Cristo sorpassa ogni intelligenza, e potrebbe essere pieno tutta la pienezza di Dio! Amen."





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https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare Santa Margherita Maria, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa Santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, Santa Margherita Maria possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

«"XIII giornata per la regalità sociale di Cristo"
Sono pronte le cartelline per i partecipanti alla giornata di sabato 20 ottobre a Modena (si ringrazia per il lavoro gli amici del "Centro Studi Federici" della Valmarecchia), con una cartolina del gen. Hermann Kanzler nel 130° anniversario della sua morte (1888-2018).
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Dalla bacheca di Giuseppe Federici.»
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“Cuore Eucaristico di Gesù, accresci in noi la Fede, la Speranza e la Carità. (Indulgenza 300 giorni ogni volta, alle solite condizioni).”
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https://www.agerecontra.it/2018/10/disponibili-i-numeri-134-e-135-di-sursum-corda/

https://www.agerecontra.it/2018/10/don-ricossa-imbc-linvalidita-della-canonizzazione-di-paolo-vi-montini/

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"I.M.B.C., Modena, 20/10/2018: per Cristo Re contro il ’68."
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«17 OTTOBRE 2018: SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE; VERGINE.»
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«17 ottobre, Santa Margherita Maria Alacoque, mistica zelatrice del culto del Sacro Cuore di Gesù. Ricevette le celebri 12 Promesse: https://bit.ly/2CMiW0Z «Haurietis aquas in gaudio de fontibus Salvatoris - Voi attingerete con gaudio le acque dalle fonti del Salvatore» (Is., XII, 3)»
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“Il 17 ottobre 532 muore San Bonifacio II, Sommo Pontefice”

“Il 17 ottobre 1404 Papa Innocenzo VII de Migliorati viene esaltato al Sommo Pontificato”
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Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 17 ottobre. Santa Margherita Maria, vergine (http://www.unavoce-ve.it/pg-17ott.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-17ott.htm
«17 OTTOBRE SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE, VERGINE
Il ritardo provvidenziale.
Quattro secoli prima delle rivelazioni di Paray-le-Monial, santa Gertrude chiese a san Giovanni perché non avesse detto nulla del Cuore di Gesù sul quale aveva potuto posare familiarmente il capo nel Cenacolo. L'Apostolo rispose: "Era mia missione dire alla Chiesa nascente, in relazione al Verbo, una semplice parola, che fino alla fine del mondo, bastasse a nutrire l'intelligenza di tutta la stirpe umana. La Provvidenza manifesterà più tardi quanto nascondono di dolcezza e di soavità le divine pulsazioni e l'amore immenso del Cuore sacro dell'Uomo-Dio, per rianimare la fiamma della carità, fattasi fredda in un mondo invecchiato e languente" (S. Gertrude. L'Araldo dell'amore divino, I , IV, c. IV).
La Chiesa si e sempre nutrita della parola del discepolo prediletto: "Dio è carità". Le anime non hanno mai cessato di rispondere all'appello deI Maestro: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò sollievo. Prendete su di voi il mio giogo e venite alla mia scuola, perché io sono dolce ed umile di cuore". Al Cuore aperto dalla lancia le anime hanno attinto il sangue che ci ha riscattati, l'acqua che ci purifica.
Era però venuta l'ora in cui il Signore voleva far vedere al mondo quanto ci ama, mostrare la sua misericordiosa tenerezza. Per la Francia era l'ora eccezionale del secolo di Luigi XIV, in cui tutte le glorie sembravano essersi date convegno attorno al più grande dei re francesi. Era però anche l'ora in cui nasceva il giansenismo, che avrebbe negato l'amore di Dio e l'avrebbe disseccato nel cuore degli uomini. Con perfida tenacia la sleale eresia (Lacordaire) avrebbe cercato di allontanare i fedeli dall'Eucaristia, di presentare Dio come un giudice inesorabile e cupo e, strappato dai loro cuori l'amore, vi avrebbe lasciata una servile paura, esponendoli allo scoraggiamento e al peccato.
La confidente del Sacro Cuore.
Per annunziare la buona novella, Dio non aveva scelto dei ricchi e dei potenti secondo il mondo, ma umili e oscuri pescatori di Galilea. Anche per questa nuova rivelazione del suo amore eterno scelse in terra di Francia un'umile religiosa del monastero della Visitazione di Paray-le-Monial, Margherita Maria Alacoque.
Non è la prima confidente del Maestro divino e la devozione al Sacro Cuore non è cominciata alla Visitazione. Alla fine del secolo XII, santa Gertrude aveva avuta la missione di "rivelare la parte e l'azione del Cuore divino nell'economia della gloria divina e della santificazione delle anime" (Riv. di santa Gertrude, Paris, 1887, Prefazione, p. XV di Dom Paquelin); san Francesco d'Assisi, san Bonaventura, il beato Enrico Susone avevano teneramente amato il "Cuore che ha tanto amato gli uomini" e santa Caterina da Siena aveva più volte avuto la fortuna di contemplarne le ferite. All'inizio del secolo XVII, san Giovanni Eudes, come lo abbiamo veduto il 19 agosto, era stato "padre, dottore ed apostolo" (Pio X. Bolla di beatificazione) del culto al Sacro Cuore.
La vocazione di santa Margherita Maria.
Santa Margherita Maria "fu lo strumento scelto da Dio per porre l'ultimo suggello alla divozione nel suo spirito e nelle sue pratiche e imprimerle un moto di estensione universale" (P. Bernardot. Vita spirituale, II, p. 212). I devoti del Sacro Cuore avevano fino a quel momento reso un culto di adorazione e di ringraziamento; Gesù chiese alla santa Visitandina che si rendesse soprattutto al suo Cuore un culto di riparazione per gli oltraggi che riceveva dal mondo che non vuole conoscere l'Amore infinito.
Come tutte le anime chiamate nella Chiesa ad un apostolato fecondo e ad una vita di espiazione e di riparazione, santa Margherita Maria aveva desiderato sofferenze, umiliazioni e disprezzi. Dio esaudì la sua preghiera: tentazioni del demonio, asprezza da parte di vari membri della sua famiglia, sospetti da parte delle sue Consorelle, sofferenze fisiche inviate da Dio stesso; essa accettò tutto con la più grande pazienza e la più grande carità, per completare il trionfo e il regno del Sacro Cuore: "ci deve bastare, diceva, che il suo Cuore sia contento, sia amato e glorificato" e ancora: "Oh, se potessi, se mi fosse permesso di dire, come mi è dato di conoscere, le ricompense che riceveranno dal Cuore divino quelli che si impegneranno a farlo conoscere ed amare, voi direste come me che sono fortunati coloro che Egli sceglie per l'esecuzione dei suoi disegni. Il Cuore divino sarà asilo e porto sicuro, nell'ora della morte, per tutti quelli che in vita l'avranno onorato, li difenderà e proteggerà" (Vita e Opere, II, p. 550).
Dopo aver molto lavorato e sofferto, essa "non aveva più bisogno che di Dio solo e di inabissarsi nel Cuore di Gesù Cristo" e quando spirò il 17 ottobre del 1690, il medico dichiarò "ch'egli non aveva dubbio che fosse morta di amore di Dio" (ibid. p. 331).
VITA. - Margherita Maria Alacoque nacque a Lautecour, villaggio della diocesi di Autun, il 22 luglio 1647. Già nell'infanzia diede segni chiarissimi della sua futura santità. Ardente di amore verso la Vergine Maria e il Sacramento della Eucaristia, consacrò a Dio la sua verginità, cercando nel voto soltanto l'orientamento della vita alle virtù cristiane. Sua delizia erano le preghiere prolungate, la contemplazione delle cose celesti, il disprezzò di sé, la pazienza nelle avversità, la mortificazione del corpo, la carità verso il prossimo e soprattutto verso i poveri.
A ventiquattro anni entrò nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial, dove fu onorata da Dio con doni di orazione elevatissimi e con numerose visioni. Nella più celebre delle visioni, mentre pregava davanti alla santa Eucaristia, Gesù le si mostrò col petto aperto dentro il quale essa vide il Cuore divino consumato da fiamme e circondato di spine. Per rispondere a tanto amore e riparare le molte ingiurie degli uomini, Gesù le chiese di adoperarsi per la istituzione del culto del Sacro Cuore, con la promessa di effondere le ricchezze dei suoi tesori. Per realizzare quest'opera grandissima le diede, maestro e aiuto, un uomo di eminente santità, Claudio de la Colombière che incoraggiò rivelandogli l'immenso bene che nella Chiesa si sarebbe ottenuto col culto del divin Cuore di Gesù.
La volontà di obbedire agli ordini del Salvatore le costò molte pene da parte di coloro che la credevano vittima di illusioni e tutto soffrì con serenità d'animo, pensando che nell'obbrobrio e nel dolore, sarebbe diventata ostia a Dio gradita e avrebbe ricevuto più grandi aiuti, per realizzare il suo proposito. E, in parte, lo vide realizzato prima della morte avvenuta il 17 ottobre 1690, all'età di 43 anni. Riconosciuti dalla Chiesa i miracoli da lei operati e la sua santità, Benedetto XV la iscrisse nel numero dei Santi e nel 1925 Pio XI estese la sua festa alla Chiesa universale.
Auguri di festa.
Alle novizie che volevano farti i loro auguri di buona festa, il 20 luglio 1685, tu consigliasti di rivolgere al Sacro Cuore gli onori che volevano rendere a te, dicendo che "era quello il modo migliore di dimostrarti il loro amore". Tutte si misero in gara per accontentarti e, il mattino della tua festa, ti consacrasti al Sacro Cuore con l'ardore di un serafino, circondata dalle tue discepole e, dopo di te, al tuo invito e sul tuo esempio, tutte pronunziarono l'atto di consacrazione. Era quello il primo omaggio esterno che il Sacro Cuore riceveva a Paray-le-Monial, omaggio che avevi dovuto comprare a prezzo di lunghe e dolorose prove. Ma quanto era grande la tua ricompensa in quel giorno!
La Chiesa si preparava a rispondere al desiderio del Signore Gesù Cristo, istituendo la festa del Sacro Cuore e pellegrini sempre più numerosi sarebbero affluiti nell'umile cappella nella quale tu avevi ricevuto le confidenze del Maestro divino.
Consacrazione al Sacro Cuore.
Anche noi non sapremmo darti gioia più grande che rinnovando la nostra consecrazione al Sacro Cuore di Gesù. Noi ti preghiamo con insistenza onde abbiamo accesso presso di Lui, di presentarci a Lui, di farci penetrare in Lui. Ricorda che Egli ti ha costituita "erede del suo Cuore e di tutti i suoi tesori per il tempo e per l'eternità, permettendoti di usarne secondo il tuo desiderio. Ti disse infatti: Io ti permetto di disporne a tuo piacimento e non essere avara, perché sono infiniti": Chiedi a Gesù che, secondo la sua promessa, Egli pensi a quelli che hanno fiducia nelle tue preghiere e dispensi anche a noi le sue ricchezze. Ma siccome l'adito del suo Cuore è molto stretto ed è necessario essere piccoli e spogli di tutto per potervi entrare (Vita e Opere, I, p. 83) ottieni a noi questo "spogliamento delle vanità del mondo" (Postcommunio della Messa) e la profonda umiltà che ti portava a disprezzare tanto te stessa e ti meritava le divine compiacenze, affinché "per i tuoi meriti e sul tuo esempio, amando Lui in tutte le cose e sopra ogni cosa, meritiamo di avere in quel Cuore dimora perenne" (Colletta).
da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1190-1192.»







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Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch)
http://liguesaintamedee.ch
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
17 octobre : Sainte Marguerite-Marie Alacoque, Confidente du Sacré-C?ur (1648-1690) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/17-octobre-sainte-marguerite-marie-alacoque)
“17 octobre : Sainte Marguerite-Marie Alacoque, Confidente du Sacré-Cœur (1648-1690).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3415/3928/8360/10_17_sainte_marie_marguerite.jpg


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Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
02-02-19, 01:38
1° FEBBRAIO 2019: SANT'IGNAZIO DI ANTIOCHIA, VESCOVO E MARTIRE; PRIMO VENERDì del MESE dedicato alla Devozione al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO...



«1° FEBBRAIO SANT'IGNAZIO, VESCOVO E MARTIRE»
"Guéranger, L'anno liturgico - 1° febbraio. Sant'Ignazio, Vescovo e Martire"
Guéranger, L'anno liturgico - 1° febbraio. Sant'Ignazio, Vescovo e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-1feb.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-1feb.htm


MISSALE ROMANUM - Die 1 Februarii. S. Ignatii Episcopi et Martyris (http://www.unavoce-ve.it/mr-1feb=lat.htm)
http://www.unavoce-ve.it/mr-1feb=lat.htm





Sant'Ignazio d'Antiochia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santignazio-dantiochia/)
http://www.sodalitium.biz/santignazio-dantiochia/
«1° febbraio, Sant’Ignazio d’Antiochia, Vescovo di Antiochia e Martire (+ 107 ca).
Successore di Pietro in Antiochia, prega per le Chiese del tuo Patriarcato. Riconducile alla vera fede e all’unità cattolica. Sostieni la Chiesa Romana che hai irrorata del tuo sangue, e che è rientrata in possesso delle tue reliquie. Veglia sul mantenimento della disciplina e della gerarchia ecclesiastica, di cui hai tracciato così splendide norme nelle tue Epistole. Stringi, mediante il sentimento del dovere e della carità, i legami che debbono unire tutti i gradi della gerarchia, affinché la Chiesa di Dio sia bella nella sua unità e terribile per i nemici di Dio come un esercito schierato in campo. Così sia.»
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"Sante Messe - Sodalitium."
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium."
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”





«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
III domenica dopo l'Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=zHEiqmjKQNk
III dom. dopo l'Epifania
https://www.youtube.com/watch?v=vqLfMJ2qKmo
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955 Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«NOVENA DI MEDITAZIONI IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA PURIFICAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA (da VIA DELLA SALUTE di S. Alfonso Maria de' Liguori)
Festa: 2 Febbraio. Giorno nono.
"Consolatrix afflictorum". Scrive S. Germano: "Quis post Filium tuum curam gerit generis humani, sicut tu? Quis ita nos defendit in nostris afflictionibus?" O Maria, le dice, e chi mai ha tanta cura del nostro bene, quanta ne avete voi? Chi mai così ci solleva, come voi, nelle nostre afflizioni? No, ripiglia S. Antonino, "non reperitur aliquis sanctorum ita compati infirmitatibus nostris, sicut mulier haec B. Virgo Maria", non vi è tra' santi chi tanto compatisce le nostre miserie, quanto questa pietosissima signora. E perché le miserie che più ci affliggono, sono l'infermità dell'anima, perciò il B. Errico Susone chiama Maria, "Consolatrix fidelissima peccatorum". Basta esporre a Maria le piaghe dell'anime nostre, ch'ella subito ci soccorre colle sue preghiere e ci consola. Anzi, come scrive Riccardo di S. Vittore, la sua pietà ci previene, ci soccorre, prima che noi la preghiamo, "Velocius occurrit, quam invocetur". Diciamole dunque con S. Bonaventura: O Maria, consolateci sempre, ma specialmente in punto di nostra morte, venite allora a prendervi l'anime nostre, e voi presentatele al vostro Figlio, che ci ha da giudicare.
"Auxilium christianorum". Così la chiama S. Giovan Damasceno: "Auxilium promptum, et paratum christianorum, eripiens nos a periculis". Aiuto apparecchiato e pronto a liberarci da tutti i pericoli. L'aiuto di Maria è onnipotente, come scrive S. Cosma Gerosolimitano, per salvarci dal peccato e dall'inferno. S. Bernardo le dicea, "Tu bellatrix egregia", voi siete una guerriera invitta a beneficio de' vostri servi, combattendo contra i demonii, che gli assaltano. Che perciò ne' sagri Cantici (6. 3) è chiamata Maria terribile come un esercito ordinato: "Terribilis ut castrorum acies ordinata".
Ah regina mia, se foss'io sempre ricorso a voi, non sarei stato mai vinto da' miei nemici; da ogg'innanzi voi avete da essere la mia fortezza; nelle mie tentazioni voglio sempre a voi ricorrere, e da voi spero la vittoria.
"Regina martyrum". Con ragione è chiamata Maria regina de' martiri, mentre il suo martirio superò la pena di tutti i martiri nella morte del suo Figlio in croce. "Stabat iuxta crucem Mater eius". Fuggono le madri, se mai loro avviene di vedersi morire innanzi i figli senza poterli soccorrere; Maria non fugge, ma costante assiste a Gesù sino a vederlo spirare. "Stabat iuxta crucem". E mentre Gesù agonizza, ella sta offerendo all'Eterno Padre la vita del Figlio per la nostra salute: ma nell'offerirlo, agonizza anch'ella e prova un dolore più grande d'ogni morte.
O Madre mia addolorata, deh per lo merito de' dolori che patiste a pie' della croce, impetratemi un vero dolore de' miei peccati e l'amore a Gesù mio Redentore; e per quella spada che vi trafisse il cuore, quando lo miraste chinar la testa e spirare, vi prego ad assistermi nel punto di mia morte ed ottenermi allora la salute eterna, acciocch'io venga ad amarvi per sempre insieme col vostro Figlio Gesù.
NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA PURIFICAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA (Festa: 2 Febbraio)
Si ricorda di viverla in grazia di Dio.
V. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
R. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri.
[V. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
R. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.]
I. Per quella sì eroica obbedienza che Voi esercitaste, o gran Vergine, nell’assoggettarvi alla legge della purificazione, ottenete anche a noi la più esatta obbedienza a tutti i comandi di Dio, della Chiesa e dei nostri maggiori.
Ave, Maria.
II. Per quell’angelica modestia e celestial divozione con cui Voi, o gran Vergine, vi recaste e presentaste nel Tempio, ottenete anche a noi di portarci e stare nel tempio con quell’interno ed esterno raccoglimento che conviene alla casa di Dio.
Ave, Maria.
III. Per quella santa premura che Voi aveste, o Vergine illibatissima, di toglier da Voi col sacro rito della purificazione ogni apparenza di macchia, ottenete a noi pure una instancabile premura di togliere sempre da noi ogni ancor più piccola macchia di peccato.
Ave, Maria.
IV. Per quella umiltà profondissima che vi indusse, o Maria, a collocarvi nel tempio tra le donne più volgari, quasi foste una di loro, sebbene la più santa fra tutte le creature, impetrate a noi pure quello spirito di umiltà che ci renda cari a Dio e meritevoli dei suoi favori.
Ave, Maria.
V. Per quella gran fede che Voi, o Vergine fedelissima, conservaste viva e ferma in Dio vostro Figlio nell’udire dal santo profeta Simeone ch'Egli sarebbe stato per molti occasione di contraddizione e di rovina, ottenete a noi pure una simile vivezza e fermezza di fede in mezzo a qualunque tentazione e contraddizione.
Ave, Maria.
VI. Per quella invitta rassegnazione con cui ascoltaste gli amarissimi presagi che vi fece, o Maria, l’illuminato Simeone, fate che anche noi in tutti gli avvenimenti anche più tristi siamo sempre perfettamente rassegnati ad ogni divino volere.
Ave, Maria.
VII. Per quell’accesissima carità che vi mosse, o Maria, a fare all’Eterno Padre il gran sacrificio con il vostro Figlio per la comune redenzione e salute, impetrate a noi pure la grazia di sacrificar al Signore qualunque cosa eziandio più cara, quando ciò sia necessario alla nostra santificazione e salvezza.
Ave, Maria. Gloria Patri.
V. Ora pro nobis, Sancta Dei Genitrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Omnípotens sempitérne Deus, majestátem tuam súpplices exorámus: ut, sicut unigénitus Fílius tuus hodiérna die cum nostræ carnis substántia in templo est præsentátus; ita nos fácias purificátis tibi méntibus præsentári.
Per eúmdem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
R. Amen.
[V. Prega per noi, Santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, supplichiamo umilmente la tua maestà: che, come l'unigenito tuo Figlio quest'oggi fu presentato al tempio nella sostanza della nostra carne; così tu faccia che noi siamo presentati a te coll'anima purificata.
Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.]»
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https://stateettenetetraditiones.blogspot.com/2019/02/santignazio-vescovo-e-martire.html?m=1
«venerdì 1 febbraio 2019 Sant'Ignazio, Vescovo e Martire
Doppio.
Paramenti rossi.
Sant'Ignazio, pei suoi scritti e pel suo glorioso martirio, fu uno dei più grandi pastori della Santa Chiesa tra la fine del I secolo e il principio del II secolo.
Ignazio, soprannominato Teoforo (portatore di Dio), nato in una famiglia pagana intorno al 35, fu convertito e battezzato, secondo la tradizione, da San Giovanni Apostolo ed Evangelista. Eletto vescovo nel 69, fu secondo successore di San Pietro Apostolo nella chiesa d'Antiochia di Siria (Graduale). Arrestato e condannato alle belve durante la persecuzione mossa dall'imperatore Traiano, fu inviato, carico di catene, a Roma. Nel viaggio per mare, giunto a Smirne, dove era vescovo San Policarpo, discepolo di San Giovanni Apostolo, scrisse una lettera agli Efesini, un'altra ai Magnesiani, una terza ai Trallesi, una quarta ai Romani. In quest'ultima, Ignazio supplica i Romani di non impedire il suo martirio, inteso come desiderio di ripercorrere la vita e la passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Infatti, egli dice: «Dalla Siria fino a Roma io combatto contro le bestie per mare e per terra, notte e giorno, legato con dieci leopardi, cioè coi soldati che mi guardano, e che, se li benefico, diventano ancora peggiori. Ma la loro iniquità mi serve d'istruzione; non per questo però sono giustificato. Piaccia a Dio che io sia dato in balìa delle bestie, che mi sono preparate; io prego che esse siano pronte a farmi soffrire gli strazi e la morte, ed eccitate a divorarmi, affinché non avvenga, come già di altri Martiri, che non abbiano a toccare il mio corpo. Che se esse non vorranno venire, io stesso farò loro violenza, io stesso mi getterò davanti ad esse perché mi divorino. Perdonatemi, figlioli miei, io conosco ciò che mi giova. Ora comincio ad essere discepolo di Cristo, non desiderando più nulla di ciò che si vede, per trovare Gesù Cristo. Il fuoco, la croce, le bestie, la rottura delle ossa, la mutilazione delle membra, e lo stritolamento di tutto il corpo, e tutti i tormenti del diavolo cadano su di me, purché io goda di Cristo». Tutti questi sentimenti sono ben riassunti nell'Introitus e nell'Epistola della Santa Messa odierna.
Partito da Smirne, Ignazio giunse nella Troade, ove scrisse una lettera ai Filadelfi e un'altra ai Smirnesi, e una particolare a San Policarpo, raccomandandogli la chiesa di Antiochia, nella quale egli riporta sulla persona di Cristo una testimonianza del Vangelo. In tutte le sue epistole appaiono per la prima volta i termini “Chiesa Cattolica” e “Cristianesimo”, la fede nel primato della Chiesa Romana detta “presidente [quella che sta davanti alle altre] dell'assemblea della carità”, l'affermazione della vera e perfetta Divinità e Umanità di Cristo e la costituzione gerarchica della Chiesa.
Raggiunta Roma dopo il faticoso viaggio, fu eseguita la condanna alle bestie - già decretatagli -, nell'Anfiteatro Flavio durante i festeggiamenti in onore dell'imperatore Traiano, vincitore in Dacia. All'udire i ruggiti dei leoni, nell'ardore di soffrire diceva: «Io sono frumento di Cristo: che io sia maciullato dalle zanne delle belve, affinché diventi un pane mondo» (Communio). Subì quivi il martirio nel 107 circa, decimo anno del regno dell'imperatore Traiano. I resti del suo corpo furono poi raccolti da alcuni fedeli e ricondotti ad Antiochia, dove furono sepolti nel cimitero della chiesa fuori della Porta di Dafne. A seguito dell'invasione saracena, le reliquie furono ricondotte a Roma e lì sepolte nel 637 presso la Basilica di San Clemente al Laterano dove tuttora riposano. Una parte del cranio è custodita nella Chiesa di Sant'Ignazio d'Antiochia allo Statuario, situata nella periferia sud di Roma.
Il nome di Sant'Ignazio è inserito nel Canone della Santa Messa (II elenco). Facciamo come questo Santo: moriamo al mondo e a noi stessi per testimoniare che è il Signore Gesù Cristo che vive in noi (Alleluja). (Cfr. Libro di San Girolamo Prete sugli Scrittori ecclesiastici, cap. 16)»
“Martirio di Sant'Ignazio di Antiochia, Menologion di Basilio II, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, fine X-inizi XI sec.”
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare Sant’Ignàzio, Vescovo di Antiochia e Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Vescovo e Martire ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, Sant’Ignàzio, Vescovo di Antiochia e Martire, possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»


"1° febbraio 1956. L'impegno che voi assolvete, diletti figli, con l'intenzione pura e rivolta a Dio, non è altro che il vero e proprio esercizio di quella fratellanza cristiana, per la quale il Signor Nostro Gesù Cristo ha voluto che i suoi fossero una famiglia sola, anzi un solo corpo unito e saldo, una sola unità, stretta nell'amore, e in cui gli interessi degli uni fossero gl'interessi degli altri, i bisogni degli uni avessero risonanza effettiva nel cuore degli altri, le lagrime come le gioie degli uni fossero le lagrime e le gioie degli altri. L'attività, che voi spiegate nella sempre più urgente questione dei risarcimenti dei danni di guerra, è parte di quello spirito di amore che esclude nel cristiano ogni forma di egoismo, e lo porta a dare agli altri il soccorso ch'egli amerebbe fosse fatto a sè, più ancora, a immedesimarsi con gli altrui mali nell'alta e nobilissima coscienza, onde l'Apostolo, pensoso di tutti i fratelli da lui evangelizzati, dei loro bisogni dell'anima e del corpo, affermava commosso: « Quis infirmatur, et ego non infirmor? » « Chi s'inferma, e non sono infermo anch'io? » (2 Cor. 11, 29). Egli aveva sentito, egli viveva, come dovrebbe vivere ogni cristiano, il grande insegnamento datoci dal divino Maestro nella nota parabola del misericordioso Samaritano, che sacrificò i suoi comodi per portare aiuto al fratello spogliato e lasciato semivivo (Luc. 10, 30 e segg.).
Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII AI PARTECIPANTI AL IV CONGRESSO ITALIANO DELLA ASSOCIAZIONE SINISTRATI E DANNEGGIATI DI GUERRA"


“IL DOGMA DELL'INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA E DEL ROMANO PONTEFICE
https://www.youtube.com/watch?v=6wN3IlnkU7s ”
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“Te sol quest’anima
Ami d’immenso affetto;
Profano ardor non penetri,
Neppur mi sfiori il petto!
Per Te, Gesù, gli obrobrii
Dolce per te il patir:
Se l’amor tuo mi domina,
Dolce mi sia il morir.”
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«Gesù!... mi siete caro come all’uccellino indirizzito di freddo è cara l’ala materna che lo riscalda!.. Gesù!.. mi siete caro come alla colomba il nido nell’ora del temporale...»
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“Gesù mostratevi in tutta la vostra bellezza, che io ne resti preso, e non possa più vivere senza di Voi... Gesù! Io voglio amar tutto quello che avete fatto, perché fatto da voi, ma solamente per amor vostro! No, mio Gesù, che nessun amore mi rubi il vostro cuore.”
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“La vostra sola agonia nell'orto... che scuola di dolore, che lezione d’amore!... Gesù non mi abbandonate... Senza di Voi che farei? Siete la vita della mia vita, l’anima, il cuore del mio cuore; state sempre con me.”
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«1° FEBBRAIO SANT'IGNAZIO DI ANTIOCHIA, VESCOVO E MARTIRE»
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"Il 1 febbraio 772 Papa Adriano I viene esaltato al Sommo Pontificato"

"Il 1 febbraio 1691 muore Papa Alessandro VIII Ottoboni, Sommo Pontefice"
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"La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santa ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana"
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/50911480_2501910653171922_3219005536548683776_n.jp g?_nc_cat=111&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=e493298bde4703a01b60ffe0b4d959a7&oe=5CEF837C


“LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE PER I DEVOTI DEL SUO SACRO CUORE”
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https://www.radiospada.org/2019/02/difunde-tu-fe-catolica-primer-viernes-unirnos-a-los-sentimientos-del-sagrado-corazon/
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http://controcorrentedizioni.eu/in-memoria-di-pietro-golia-una-raccolta-di-articoli-e-testimonianze/
https://lanuovacontrocorrente.it/pietrogolia/
"IN RICORDO DI PIETRO GOLIA (8 novembre 1950 - 1 febbraio 2017)"
https://lanuovacontrocorrente.it/wp-content/uploads/2018/01/Pietro-Golia.jpg







Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

"Apostolat de la prière - bulletin n°119
Le Bienheureux Père Claude de La Colombière : Sur la dévotion au Sacré-Cœur de Jésus
http://www.sodalitium.eu/apostolat/AP119JanFev2017.pdf "

1er février : Saint Ignace d'Antioche, Patriarche d'Antioche, Martyr :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-fevrier-saint-ignace-d-antioche)
“1er Février : Saint Ignace d'Antioche, Patriarche d'Antioche, Martyr”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/8715/1700/1666/02_01_saint_ignace.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/8715/1700/1666/02_01_saint_ignace.jpg




Cor Jesu Sacratissimum, Miserere Nobis!!!
Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
01-03-19, 20:34
1 MARZO 2018: Sant’Albino, Vescovo e Confessore; PRIMO GIORNO DEL MESE DEDICATO A SAN GIUSEPPE…



Sodalitium - Sito ufficiale dell'Istituto Mater Boni Consilii (http://www.sodalitium.biz/)
http://www.sodalitium.biz/
«1° marzo, inizio del mese di San Giuseppe, Sposo della B. V. Maria e patrono della Chiesa Universale.
A Voi, o beato Giuseppe, nella nostra tribolazione ricorriamo e dopo d’aver implorato l’aiuto della vostra santissima Sposa, anche il vostro Patrocinio fiduciosi invochiamo. Deh! per quella carità che Vi strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno con cui abbracciaste il fanciullo Gesù, riguardate ve ne preghiamo, con occhio benigno all’eredità che Gesù Cristo acquistò col Suo Sangue e col vostro potere e aiuto sovvenite ai nostri bisogni. Proteggete, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontanate da noi, o Padre amatissimo, ogni peste di orrori e di vizi; propizio dal Cielo assisteteci, o nostro fortissimo protettore, in questo combattimento colla podestà delle tenebre, e come un tempo scampaste dall’estremo pericolo della vita il pargoletto Gesù, così ora difendete la santa Chiesa di Dio dalle insidie nemiche e da ogni avversità; e sopra ciascuno di noi stendete ognora il vostro Patrocinio, acciocché a vostro esempio e col vostro soccorso possiamo virtuosamente vivere pienamente, morire e conseguire la eterna beatitudine in Cielo. Così sia.»
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Novità libraria per il mese di marzo: Il Sacro Manto in onore del Patriarca San Giuseppe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/novita-libraria-mese-marzo-sacro-manto-onore-del-patriarca-san-giuseppe/)
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«Il Sacro Manto è un particolare omaggio reso a San Giuseppe, per onorare la Sua persona e per meritare il Suo patrocinio. Si consiglia di recitare queste orazioni per 30 giorni consecutivi, in memoria dei trent’anni di vita vissuti da San Giuseppe in compagnia di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Sono senza numero le grazie che si ottengono da Dio, ricorrendo a San Giuseppe. Santa Teresa d’Avila (1515 – 1582) ha lasciato scritte queste parole illuminanti: “Chi vuol credere, faccia la prova, affinché si persuada.”».
https://www.sodalitiumshop.it/WebRoot/StoreIT7/Shops/106854/5C76/93E6/286D/4963/703E/0A0A/B016/6B74/SmantoSGius-cop.jpeg


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Mese di marzo: il Sacro Manto a san Giuseppe - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/mese-marzo-sacro-manto-san-giuseppe/)
http://www.centrostudifederici.org/mese-marzo-sacro-manto-san-giuseppe/
“Mese di marzo: il Sacro Manto a san Giuseppe
Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Il mese di marzo è tradizionalmente dedicato a san Giuseppe: segnaliamo un opuscolo che può favorire la devozione al Patrono della Chiesa Universale.”
Mese di marzo: il Sacro Manto a san Giuseppe - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/mese-marzo-sacro-manto-san-giuseppe/)
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/03/SmantoSGius-cop-183x300.jpeg


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Sant?Albino - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santalbino/)
http://www.sodalitium.biz/santalbino/
«1° marzo, Sant’Albino, Vescovo e Confessore (Vannes, 470 circa – Angers, 1º marzo 550).
“Ad Angers, in Frància, sant’Albino, Vescovo e Confessore, uomo di esimia virtù e santità”.»
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"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”





«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
Domenica Sexagesima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=7apAxHX0B0w
Domenica Sexagesima (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=xsBSlwrtd1Y
Domenica Septuagesima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=eW58hW30T5Y
V domenica d. Epifania (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=adVRJ95yZLk
V domenica d. Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=oJR8QmeMXOs
IV dom. dopo l'Epifania (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tmgotU8TwQw
IV domenica dopo Epifania (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BBMsKuQKlgQ
Purificazione della S. Vergine Maria (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=rS2tdVj3e_A
III dom. dopo l'Epifania
https://www.youtube.com/watch?v=vqLfMJ2qKmo
III domenica dopo l'Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=zHEiqmjKQNk
II domenica dopo l'Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=MtQwadP5PVs
Sacra Famiglia (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=M83o5Eohbdc
Epifania di N S G C - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=fUnwOAcw1Vs
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».







http://santiebeati.it/immagini/Original/43400/43400A.JPG


http://santiebeati.it/immagini/Original/43400/43400A.JPG




"1° Marzo - Sant' Albino di Vercelli, Vescovo"
https://forum.termometropolitico.it/338758-1-marzo-sant-albino-di-vercelli-vescovo.html


"Fiori sull'altare di S. Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria"
https://forum.termometropolitico.it/5058-fiori-sull-altare-di-s-giuseppe-sposo-della-beata-vergine-maria-6.html







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»


http://tradidiaccepi.blogspot.com/
Tradidi quod et accepi: Sacro Manto in onore di san Giuseppe (http://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/02/sacro-manto-in-onore-di-san-giuseppe.html?m=1)
«Sacro Manto in onore di san Giuseppe.
Il Sacro Manto è una devozione graditissima a san Giuseppe ed efficacissima per ottenere grazie. Essa consta nella recita per un mese delle seguenti orazioni.»
https://1.bp.blogspot.com/-w1TtQzPPfco/WpaqbsUOVfI/AAAAAAAAAto/uPYD30fKpCw9YO9q1hiFo-Z_Yy35QzLBgCLcBGAs/s1600/14358959_1772908622996971_3908037971540237502_n.jp g


https://1.bp.blogspot.com/-w1TtQzPPfco/WpaqbsUOVfI/AAAAAAAAAto/uPYD30fKpCw9YO9q1hiFo-Z_Yy35QzLBgCLcBGAs/s1600/14358959_1772908622996971_3908037971540237502_n.jp g


«PRIMO VENERDÌ DEL MESE: PROMESSE E MESSA VOTIVA DEL SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO»
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/02/primo-venerdi-del-mese-promesse-e-messa.html?m=1
https://1.bp.blogspot.com/-P1rBpF76zp0/Wllt8jgLVVI/AAAAAAAAAaM/YcLBn7zgGIoBEGlpsytJ6obNrWUHEycYACLcBGAs/s1600/s-l1600%2B%25283%2529.jpg


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https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»

“ITE AD JOSEPH - 1° marzo, inizio del mese di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria e Patrono della Chiesa Universale.”
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https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/23-a-voi-o-beato-giuseppe.html
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1516-a-san-giuseppe-eccelso-capo-della-santa-famiglia.html
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/39-a-san-giuseppe-patrono-della-purezza.html
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1833-a-san-giuseppe-padre-e-protettore-dei-vergini.html
https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html







«Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com
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«1 marzo 2019: VENERDÌ DI SESSAGESIMA»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/52840321_2554236397939347_1361279232948305920_n.jp g?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=479a9013e6af46e5dfa3514c108c170e&oe=5CE252BD


“Primo venerdì del mese”
“LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE PER I DEVOTI DEL SUO SACRO CUORE”
https://www.radiospada.org/?s=sacro+cuore
"Sacro Cuore: devozione per i tempi primi e ultimi (prima parte)"
https://www.radiospada.org/2013/12/sacro-cuore-devozione-per-i-tempi-primi-e-ultimi-prima-parte/


https://www.radiospada.org/tag/san-giuseppe/
https://www.radiospada.org/2018/03/marzo-conoscete-il-sacro-manto-in-onore-di-s-giuseppe/
"Marzo: conoscete il Sacro Manto in onore di S. Giuseppe?"







https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/





https://moimunanblog.com/


Como ovejas sin Pastor (http://sicutoves.blogspot.com/)
http://sicutoves.blogspot.com/
http://3.bp.blogspot.com/-91J1dfS6eUg/XHVQXZWmTcI/AAAAAAAAWLc/V5shsC_upJUA5LfJAJ1YZLvP2sOCkI47ACK4BGAYYCw/s1290/PORTADAMARZO.jpg


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http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/





http://www.catholique-sedevacantiste.fr/



Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”
1er mars : Saint Aubin, Évêque d'Angers (470-550) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-mars-saint-aubin)
“1er mars : Saint Aubin, Évêque d'Angers (470-550)”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1515/1941/8956/03_01_saint_aubin.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/1515/1941/8956/03_01_saint_aubin.jpg




Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
05-04-19, 23:03
5 APRILE 2019: SAN VINCENZO FERRER, CONFESSORE; PRIMO VENERDÌ DEL MESE DEDICATO ALLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, VENERDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA…



«VENERDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA.
(...) PREGHIAMO
A noi che consapevoli della nostra infermità, confidiamo nella tua virtù, concedi, o Dio onnipotente, di rallegrarci sempre della tua bontà.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 611-615.»
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-ven4.htm


"TEMPO DI QUARESIMA
Capitolo I - Storia della Quaresima
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-st.htm
Capitolo II - Mistica della Quaresima
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-mist.htm
Capitolo III - Pratica della Quaresima
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-pr.htm "


«5 APRILE SAN VINCENZO FERRERI, CONFESSORE»
Guéranger, L'anno liturgico - 5 aprile. San Vincenzo Ferreri, Confessore (http://www.unavoce-ve.it/pg-5apr.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-5apr.htm





http://www.sodalitium.biz/san-vincenzo-ferreri/
San Vincenzo Ferreri - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/9316-2/)
«5 aprile, San Vincenzo Ferreri, Confessore (Valencia, 23 gennaio 1350 – Vannes, 5 aprile 1419).
Frate dell’Ordine dei Predicatori, con la sua predicazione ottenne innumerevoli conversioni alla santa Fede, anche tra i giudei e i maomettani.
O Glorioso Apostolo e Taumaturgo San Vincenzo Ferreri, vero Angelo dell’Apocalisse e nostro potente Protettore, accogliete le nostre umili preghiere e fate discendere su di noi l’abbondanza dei divini favori. Per quell’amore di cui avvampò il vostro cuore, otteneteci dal Padre delle misericordie: prima di tutto il perdono dei nostri numerosi peccati, poi la stabilità nella fede e la perseveranza nelle opere buone, sicchè vivendo da ferventi cristiani, siamo fatti sempre più degni del vostro patrocinio. Degnatevi di estendere questo patrocinio anche ai nostri interessi temporali, conservandoci la nostra salute corporale, o risanandoci dalle malattie, benedicendo le nostre campagne dalla grandine e dalle tempeste, tenendo lontano da noi ogni infortunio; onde provvisti a sufficienza degli aiuti terreni, con cuore più libero attendiamo alla ricerca degli eterni beni. Così favoriti da voi, vi saremo sempre più devoti e potremo giungere un giorno ad amare, lodare e benedire con voi Iddio nella patria celeste per tutti i secoli. Così sia.»
“Immagine: cattedrale di Valencia, la conversione di un giudeo.”
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/vincenzo_judios.jpg
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Via Crucis a Bologna - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/via-crucis-bologna/)
http://www.sodalitium.biz/via-crucis-bologna/
“Via Crucis a Bologna 4 aprile 2019 Attività, In evidenza Sabato 13 aprile 2019 alle ore 16,30 i fedeli sono invitati alla Via Crucis che si terrà a Bologna in preparazione della Settimana Santa. Appuntamento in via San Mamolo angolo via dell’Osservanza.
Per informazioni scrivere a don Francesco Ricossa: info@sodalitium.it”
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/72stazXII_02.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/72stazXII_02.jpg



SANTE MESSE CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL'I.M.B.C. E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
IV domenica di Quaresima- Laetare (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=0CUtJXNjs2I
IV domenica di Quaresima - Laetare (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=VstcNzjZ5us
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Vincénzo Ferréri, dell’Ordine dei Predicatori, Confessore, il quale, potente per le opere e per la predicazione, convertì a Cristo molte migliaia di infedeli. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Vincénzo Ferréri possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.».

"5 aprile 1831. Passarono, mercé il divino soccorso che nel fervore di pubbliche e private preghiere affrettarono i Nostri figli, passarono i giorni di tristezza, e in un con l’arco si spezzarono le armi, che mani sacrileghe imbrandirono per portare nell’agro Levitico devastazione e pianto. La Sede del Cristianesimo, che per singolare predilezione Dio volle che si reggesse da chi fosse principe e pontefice, affinché l’essere egli principe lo rendesse più libero nell’esercizio della sua spirituale autorità, trionfò anche questa volta, difesa contro le macchine dell’empietà da chi la pose quasi torre inespugnabile da cui pendono a mille e mille gli scudi ed ogni armatura dei forti. Da SS Gregorio XVI, Quel Dio ..."

« Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
"Instaurare omnia in Christo", restaurare la società al cattolicesimo integrale e contro ogni forma di ecumenismo e laicità. Questa è la risposta di San Pio X agli uomini politici che si dicono cristiani e che intendono governare secondo l'ordine di Dio. Non esistono altre soluzioni, non esistono compromessi.»

https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-154.html

https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/23-a-voi-o-beato-giuseppe.html

https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html

https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html
“Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/150-preghiera-di-san-pietro-canisio-per-conservare-la-vera-fede.html
“Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/

"Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Io vi amo Gesù mio dolcissimo, con tutto il cuore; e chi mai amerò Signore se non Voi che mi amate tanto fino a volervi fare cibo dell’anima mia! Si, Vi amo con tutto il cuore ed altro non desidero che di sempre più amarvi."







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/56255334_1792129647555016_8475642862258618368_n.jp g?_nc_cat=106&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=3f9b1f46bcea164943b6373e6b80f9a9&oe=5D08F0F6



https://sardiniatridentina.blogspot.com/
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2019/04/san-vincenzo-ferrer-confessore.html
“SAN VINCENZO FERRER, CONFESSORE
Doppio.
Paramenti bianchi.
San Vincenzo Ferreri, di Valencia, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori, in tempi calamitosi per la Chiesa fu potente per le opere - si stupisce a leggere dei suoi innumerevoli miracoli! - e per la vibrante predicazione tanto da esser chiamato l’Angelo del Giudizio. Al grido di «Timete Deum et date illi honorem quia venit hora judici ejus» (Temete Dio e dategli onore poiché è giunta l'ora del suo giudizio), convertì a Cristo molte migliaia di infedeli e di cattivi cristiani. Migrò al cielo il 5 aprile 1419 a Vannes in Bretagna. Papa Callisto III l’ascrisse fra i Santi 3 giugno 1455.”


http://tradidiaccepi.blogspot.com/
Tradidi quod et accepi: Pio esercizio della Via Crucis (http://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/02/pio-esercizio-della-via-crucis.html?m=1)
“PIO ESERCIZIO DELLA VIA CRUCIS con le meditazioni di sant’Alfonso Maria de' Liguori.
La Via Crucis rappresenta il viaggio doloroso di Gesù Cristo, allorquando andò colla croce sulle spalle a morire sul Calvario per amor nostro; onde questa devozione deve praticarsi con tutta la tenerezza, pensando di andare accompagnando il Salvatore con le lacrime nostre per compatirlo e ringraziarlo. La Santa Madre Chiesa ha misericordiosamente arricchita questa piissima pratica di molte sante indulgenze. Anzitutto, per volere di Benedetto XIV, «chiunque mediterà la Passione del Signore in questo santo esercizio» può lucrare «le stesse indulgenze che acquisterebbe se visitasse personalmente le stazioni della Via Crucis di Gerusalemme» (Decr. 3 aprile 1731). Il 20 ottobre 1931 Pio XI poi ha regolamentato le indulgenze lucrabili da coloro che compiono il pio esercizio, sia da soli sia con altri:
1. un’indulgenza plenaria “toties quoties” si compia la pia pratica;
2. un’altra indulgenza plenaria se il giorno stesso in cui si è compiuta la pia pratica, o in un altro giorno del mese, si assista alla Sacra Sinassi;
3. un’indulgenza parziale di dieci anni per ogni singola stazione se la Via Crucis non si concludesse a causa di un ragionevole motivo;
4. un’indulgenza plenaria, a norma dei decreti dell’8 agosto 1859 e del 25 marzo 1931, a coloro che, non potendo prender parte alla Via Crucis, per legittimo impedimento o per malattia, reciteranno davanti ad un Crocefisso all’uopo benedetto 20 Pater, Ave, Gloria;
5. un’indulgenza parziale di dieci anni dieci quarantene per ogni Pater, Ave, Gloria della ventina di cui sopra;
6. un’indulgenza plenaria a coloro che, a causa della malattia, meditino sul Crocifisso all’uopo benedetto pur senza recitare i 20 Pater, Ave, Gloria.”


https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/03/venerdi-della-quarta-settimana-di.html?m=0
“VENERDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA.
Stazione a Sant’Eusebio.
Semidoppio.
Paramenti violacei.
La Chiesa Romana continua a inculcare ai fedeli la necessità di fuggire il peccato e allo stesso tempo la necessità di ricorrere a Cristo per esserne perdonati. Il tema della liturgia odierna è ancora la resurrezione: quella del figlio della vedova di Sarepta di Sidone e quella di san Lazzaro. Col peccato noi moriamo alla grazia e addoloriamo atrocemente Cristo e la Chiesa: per risorgere abbiamo bisogno di Gesù, propiziazione dei nostri peccati, che ci dà la forza di pentirci e di orientare a nostra volontà verso una vita santa lontana dal peccato.”
https://2.bp.blogspot.com/-cWEG2Jod9k0/Wm5iE6EzrhI/AAAAAAAABVs/TOjpq5BZ-1QbmWd4i-j1dew3XY2lbkl1QCLcBGAs/s640/7.jpg


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https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/07/festa-del-preziosissimo-sangue-di.html?m=0
“VENERDÌ DOPO LA QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA: IL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Doppio maggiore.
Paramenti rossi.
La Chiesa già il Venerdì Santo e nella festa del Corpus Domini medita e adora il mistero del Sangue dell'Agnello che ha riscattato l'umanità dalla schiavitù cui l'aveva prostrata il peccato d'Adamo e nel quale fu sancita la nuova ed eterna Alleanza fra Dio e gli uomini. L'odierna specifica festività ha le sue origini nella devozione di san Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, che nel 1822 ne ottenne la celebrazione per la sua Congregazione. Nel 1850 Pio IX la inserì nel Messale Romano, in ringraziamento della vittoria sui rivoluzionari della Repubblica Romana e del suo ritorno a Roma, fissandola alla prima domenica di Luglio. San Pio X la traslò al primo Luglio e Pio XI nel 1933, XIX centenario della Redenzione, la sollevò al rito doppio di prima classe. Una speciale commemorazione del Sangue del Redentore è prevista il Venerdì dopo la quarta domenica di Quaresima.”
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«Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com
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“5 APRILE 2019: SAN VINCENZO FERRERI, CONFESSORE.”
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“5 aprile 2019: VENERDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA.”
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https://www.radiospada.org/2019/04/invocazioni-al-prezioso-sangue-di-cristo-del-card-adeodato-piazza-o-c-d/
«La solenne festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signor Gesù Cristo, istituita da Pio IX in ringraziamento del suo ritorno a Roma nel 1850 ed elevata a rito doppio di I classe da Pio XI nel XIX centenario della Redenzione (1933), si celebra il 1° luglio. Una Commemorazione del Divin Sangue si fa anche il Venerdì dopo la quarta Domenica di Quaresima. Per onorare il Prezzo della nostra Redenzione offriamo al Lettore le “Invocazioni al Prezioso Sangue di Cristo” composte nel 1947 dal Cardinale Adeodato Piazza, carmelitano scalzo, devotissimo al Sangue di Cristo e convinto che questa devozione potesse essere (ed invero è) un efficace rimedio alle false teorie moderne che nella sfrenata ricerca del piacere portano l’uomo ad evitare ogni sorta di sacrificio, ma lo distruggono nello sfogo delle più mostruose passioni.
Sangue di Cristo, abbi pietà di me!
Sangue di Cristo, lavacro di redenzione, bagno di salute, battesimo di purezza: ridonami l’innocenza, la grazia e la santità.
Sangue di Cristo, prezzo del peccato: rimetti tutte le mie mancanze, cancella le colpe, risana le piaghe, mortifica le mie passioni.
Sangue di Cristo, faro di somma virtù, investimi della tua luce, infiammami del tuo ardore, trasformami con la tua forza, fammi ricco dei tuoi meriti.
Sangue di Cristo, Tu che doni la divina grazia e sei pegno di elezione, di adorazione, di immortalità: fammi sentire l’influsso del Pensiero divino, lo zelo del suo Cuore, la fiamma della sua Carità.
Sangue di Cristo, fortezza dei martiri, vino che da’ vita alle vergini: fa’ di me un’ostia viva, santa, gradita a Dio.
Sangue di Cristo, diadema della Chiesa, sua vita, sua gloria e sua potenza: corrobora il magistero del Pontefice, lo zelo dei Vescovi, le fatiche degli Apostoli, le elevazioni e gli studi dei Religiosi, le attività dell’apostolato cattolico.
Sangue di Cristo, lume delle genti, ricchezza dei popoli: salva gli erranti, converti i peccatori, santifica i giusti, moltiplica gli eletti, solleva le pene delle anime purganti, le ansietà dei moribondi, i dolori degli infermi, le tristezze dei deboli; da’ ai popoli salute e pace nella tua giustizia.
Sangue di Cristo, dono della Santissima Trinità, frutto della Vergine Madre, fonte d’acqua che risale alla vita: inebria con le tue delizie, infiamma con la tua forza, trascina col tuo profumo i cuori dei fedeli. Amen.
Sangue di Cristo, ascoltami!
(Adeodato Giovanni Card. Piazza , vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Problemi religiosi e insegnamenti pastorali. Lettere, Roma 1953, pp. 172-173, n. 51). Leggi anche: Le Litanie del Preziosissimo Sangue.»
https://www.radiospada.org/2016/07/le-litanie-del-preziosissimo-sangue/
https://www.radiospada.org/2012/07/gabriel-garcia-moreno-la-politica-al-servizio-di-cristo-re/
https://www.radiospada.org/tag/sangue-di-cristo/





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http://sicutoves.blogspot.com/



https://moimunanblog.com/2019/04/05/san-vicente-ferrer-de-la-orden-dominicana/
“SAN VICENTE FERRER, DE LA ORDEN DOMINICANA BY MOIMUNAN ON 5 ABRIL, 2019.”
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“Monumento a San Vicente Ferrer. Valencia España.”


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“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
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http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/


https://fidecatholica.wordpress.com/


https://militesvirginismariae.wordpress.com/



Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes

"Discipline originelle du carême chrétien."

5 avril : Saint Vincent Ferrier, Missionnaire (1357-1418) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/5-avril-saint-vincent-ferrier)
“5 avril : Saint Vincent Ferrier, Missionnaire (1357-1418)”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3115/2252/4697/04_05_saint_vincent_ferrier_2.jpg


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Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
03-05-19, 23:58
3 MAGGIO 2019: PRIMO VENERDÌ DEL MESE DEDICATO ALLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO; INVENZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«3 MAGGIO INVENZIONE DELLA SANTA CROCE»
«Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 3 maggio. Invenzione della Santa Croce»
«Invenzione della Santa Croce, 3 maggio»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 3 maggio. Invenzione della Santa Croce (http://www.unavoce-ve.it/pg-3mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-3mag.htm

«Santi Alessandro, Papa, Evezio e Teodulo, martiri, e Giovenale, vescovo, lo stesso giorno.»





"Maggio mese di Maria: 3° Giorno - Il tempo per salvarmi."
Maggio mese di Maria: 3° Giorno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-3-giorno/)
http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-3-giorno/




“Il sacro Cuore di Gesù.”
https://forum.termometropolitico.it/221001-il-sacro-cuore-di-gesu-7.html

“3 maggio - S. Alessandro I, Papa e Martire.”
https://forum.termometropolitico.it/350300-3-maggio-s-alessandro-i-papa-e-martire.html

“3 maggio - Invenzione della Santa Croce.”
https://forum.termometropolitico.it/577054-3-maggio-invenzione-della-santa-croce.html





Invenzione della Santa Croce - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/invenzione-della-santa-croce/)
http://www.sodalitium.biz/invenzione-della-santa-croce/
«3 maggio, Invenzione della Santa Croce.
“A Gerusalémme l’invenzione della sacrosanta Croce del Signore, all’epoca dell’Imperatore Costantino”.
“Questa data ricorda il ricupero della Santa Croce al tempo dell’imperatore Eraclio, e la consegna che verso il 629 egli ne fece al patriarca Zaccaria di Gerusalemme, donde alcuni anni innanzi i Persiani l’avevano rapita per trasportarla preso di loro ” (card. Schuster).
Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che èil mio Signore. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/invenzione-croce-1-300x203.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/invenzione-croce-1-300x203.jpg


"Santa Croce e sant'Alessandro - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/santa-croce/
http://www.sodalitium.biz/santa-croce/
«3 maggio, “Invenzione” (ritrovamento) della Santa Croce e sant’Alessandro, Papa e Martire.
“Questa data ricorda il ricupero della Santa Croce al tempo dell’imperatore Eraclito e la consegna che verso il 629 egli ne fece al patrirca Zaccaria di Gesusalemme, donde alcuni anni innanzi i Persiani l’avevano rapita per trasportarla presso di loro” (card. Schuster).
“A Roma, sulla via Nomentàna, la passione dei santi Martiri Alessàndro primo Papa, Evénzio e Teódolo Preti. Tra essi Alessàndro, sotto il Principe Adriàno ed il Giudice Aureliàno, dopo le catene, la prigionia, l’eculeo, le graffiature ed il fuoco, fu trafitto con punture spessissime per tutte le membra ed ucciso, Evénzio e Teódolo, dopo lunga prigionia, provati col fuoco, alla fine furono decollati”.»
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SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Domenica in Albis (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Domenica in Albis (Omelia)
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Preghiera al Santo del giorno.
3 maggio. Sant'Alessandro Papa e Martire pregate per noi e per la Santa Romana Chiesa.»
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/chi-%C3%A8-maria-catechismo-mariano-detail.html


https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html
“Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”

"La vera umiltà---> https://youtu.be/n9mF_GM9unc "

“Padre Gabriele Maria Roschini, Chi è Maria? Catechismo mariano, Sursum Corda, Potenza 2017.
Catechismo mariano composto da 235 articoli, semplici ma eruditi. Un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte.”
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-fronte.jpg
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-retro.jpg

https://www.sursumcorda.cloud/articoli/catechismo-san-pio-x-commentato/2164-che-cosa-significa-santificare-la-festa-cosa-deve-fare-il-fedele.html

«Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/





https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
"La Chiesa celebre oggi l'invenzione della Santa Croce. L'imperatore Costantino aveva visto una croce nel cielo sulla quale era scritto queste parole: Per questo segno vincerai; sconfisse difatti, interamente il tiranno Massenzio. Santa Elena, sua madre, in riconoscenza di questo favore, fece fare a Gerusalemme delle ricerche per trovare la vera croce. Ci si trovarono tre croci, ma un miracolo fece conoscere con certezza quella che aveva portato il prezzo del nostro riscatto. Questa Santa gli fece costruire un tempio magnifico. La croce fu ritrovata nell’anno 326. Da allora, la croce, di strumento di supplizio e di vergogna, diventò un segno di vittoria e di gloria."


“Pietro Ferrari ha condiviso il post di Christus vincit.”
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
“INDULGENZE PER IL MESE DI MAGGIO
Con rescritto della S. C. delle Indulgenze 18 giugno 1822 a tutti i fedeli che in pubblico od in privato onoreranno con particolari ossequi, orazioni ed atti divoti la SS. Vergine in tutto il mese di Maggio, Pio VII concesse 300 giorni d'Indulgenza, ogni giorno, e la Plenaria una volta in detto mese, nel giorno in cui, ricevuti i SS. Sacramenti, pregheranno secondo la mente del Sommo Pontefice. Tale Indulgenza per concessione di Pio IX, 8 agosto 1859, può lucrarsi anche nel 1° di giugno.”







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/59301357_1831922836909030_6089309468678422528_n.jp g?_nc_cat=110&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=5d4c44c6ad11694beff3134f2e8b857f&oe=5D68B707


Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.com/)
Tradidi quod et accepi: Invéntio sacrosánctæ Crucis Domínicæ (http://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/05/inventio-sacrosanct-crucis-dominic.html?m=1)
«L'INVENZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Invéntio sacrosánctæ Crucis Domínicæ.
Il 3 maggio la Chiesa Romana ricorda il Ritrovamento della Santa Croce del Signore al tempo dell'Imperatore Costantino (14 settembre 320). In realtà in origine questa ricorrenza celebrava il recupero della Vera Croce caduta in mano ai Persiani da parte dell'imperatore Eraclio nel 692, ma i Latini invertirono la memoria di questi due avvenimenti. Il ritrovamento della Croce da parte di sant'Elena era l'originario accadimento alla base della festa del 14 settembre - Exaltatio sanctae Crucis - quando il legno su cui fu confitto il Redentore fu da san Macario, allora vescovo di Gerusalemme, fu mostrato al popolo cristiano, ostensione che si ripeteva annualmente. Il Breviario Romano ci ricorda il modo in cui fu riconosciuta, fra le tre ritrovate sul Calvario, la vera Croce: "Macario, vescovo di Gerusalemme, dopo aver innalzato preghiere a Dio, accostò successivamente le tre croci ad una donna gravemente inferma; mentre due non le arrecarono alcun soccorso, avvicinata la terza Croce fu subito guarita".» [/B]
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“«La festa della santa Croce tra gli splendori del tempo pasquale ha un profondo significato liturgico. Il Signore chiama la sua crocifissione il giorno del suo trionfo e dell’esaltazione sua; è tale è infatti. Egli sulla Croce vince la morte, il peccato e il demonio, e su quel legno trionfale erge il nuovo trono di grazia di misericordia di salvezza. È questo il melodioso canto seguente che deriva dal salmo 95. “Alleluia, alleluia. Annunziate fra le nazioni che il Signore ha inaugurato il suo regno dalla Croce”. Questa lezione salmodica più non corrisponde all’attuale testo ebraico; essa però ci è tramandata da antichi Padri, i qual,i come Giustino, accusano gli Ebrei di averla mutilata. [...] Iddio si è compiaciuto di accordare tanta virtù alla Croce, che al solo suo segno i sacerdoti benedicono i fedeli, i demoni fuggon e i devoti impetrano copiose grazie. Gli antichi ne erano così devoti, che al dir di primi Padri, non incominciavano mai azione alcuna senza aver premesso il segno di Croce. Lo stesso Giuliano l’Apostata, durante un sacrificio pagano si dice che più volte abbia volto in fuga il demonio, perché istintivamente, al suo primo apparire s’era premunito col segno della salute». (Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, Liber Sacramentorum, Torino, Marietti, 1930, vol. VII, pp. 151-153.)”



«PRIMO VENERDÌ DEL MESE: PROMESSE E MESSA VOTIVA DEL SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO»
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/02/primo-venerdi-del-mese-promesse-e-messa.html?m=1
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“TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE ALLA SANTA VERGINE di San Luigi Maria Grignion de Monfort
CAPITOLO I NECESSITÀ DELLA DEVOZIONE A MARIA...”
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«3 MAGGIO 2019: INVENZIONE DELLA SANTA CROCE.»
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https://www.radiospada.org/2019/03/clavus-romanii-imperii-costantino-santelena-e-i-chiodi-di-cristo/
«“Clavus Romanii Imperii”. Costantino, sant’Elena e i Chiodi di Cristo di Redazione RS
La devozione del Messale Romano nella sua Appendice riporta per il Venerdì dopo la Prima Domenica di Quaresima la festa dei Sacri Chiodi e della Sacra Lancia che trafissero il Corpo del Redentore Crocefisso. A proposito della reliquia dei Chiodi proponiamo al Lettore una riflessione che a proposito di essi fa sant’Ambrogio nel contesto della cristianizzazione dell’Impero Romano operata da Costantino, la cui santa madre Elena dei medesimi Chiodi, come anche delle altre reliquie della Passione, fu scopritrice.
Chiodo conservato nella Basilica di Santa Croce di Gerusalemme assieme al Legno della Vera Croce, al Titulus Crucis e a due Spine della Corona
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Chiodo conservato nel Duomo di Milano.
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https://www.radiospada.org/2018/11/il-capo-di-santandrea-a-roma/
« L’Apostolo Andrea, il primo chiamato, fratello di san Pietro, dopo la Pentecoste secondo la tradizione recepita anche dal Breviario Romano “andò a predicare la fede di Cristo nella provincia toccatagli, la Scizia d’Europa, poi percorse l’Epiro e la Tracia; e colla predicazione e i miracoli convertì a Cristo innumerevoli persone”. Compì il martirio a Patrasso in Acaia, condannato alla crocefissione dal Proconsole Egea. San Girolamo nel De viris illustribus al libro IX, ci informa che al tempo di Costanzo II le sue reliquie (il cui possesso è attualmente vantato da Amalfi) furono traslate a Costantinopoli. Dopo la caduta di Costantinopoli il 29 maggio 1453, dal 1462 al 1964 fu invece conservata in San Pietro il suo Venerabile Cranio. L’arrivo in Italia di questa reliquia è raccontato con dovizia di particolari da Egidio Fortini nel suo Solenne ricevimento della testa di sant’Andrea Apostolo e cappella presso al Ponte Milvio a lui consacrata (Roma, 1848) i cui punti salienti offriamo ai nostri lettori.
L’arrivo ad Ancona del Capo di Sant’Andrea il 16 novembre 1461 (Basilica di Sant’Andrea della Valle, Roma)
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Rilievo centrale della Tomba di Pio II con la rappresentazione della consegna della reliquia della testa di S. Andrea al Papa. (Fonte: Scuola Ecclesia Mater)
Questa preziosa reliquia, venerata l’ultima volta nella Basilica Vaticana il 23 settembre 1964 (foto 1 e 2), fu restituita al “Metropolita” scismatico Costantino di Patrasso il 26 successivo dal Cardinale Agostino Bea sj, delegato di Paolo VI e Presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (foto 3). Un esempio di quanto l’ecumenismo teorico e pratico sia contrario al Vangelo che insegna a non dare le cose sante ai cani e le perle ai porci (cfr. Matth. VII, 6).
Venerazione della reliquia del Capo di Sant’Andrea nella Basilica Vaticana il 23 settembre 1964.
Il Cardinale Paolo Marella, Arciprete di San Pietro, celebra la messa sull’altare del Concilio davanti al Capo di Sant’Andrea, il 23 settembre 1964 alla presenza di Paolo VI.
Il 26 settembre del 1964 il Cardinale Agostino Bea SJ, Presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, consegna la sacra reliquia nelle mani del Metropolita Costantino di Patrasso. [Testo e immagini a cura di Giuliano Zoroddu].»

«3 maggio 2019: SS. Alessandro I, papa, Evezio e Teodulo, martiri, e Giovenale, vescovo.
Pochissime ed incerte sono le notizie su Giovenale, mentre sicure sono quelle che riguardano il suo culto.
Il cod. Bernense del Martirologio Geronimiano lo ricorda il 3 maggio unito ai tre martiri della via Nomentana, Evenzio, Alessandro e Teodulo. S. Gregorio Magno nei Dialogi (IV, 12) e nelle Homiliae in Evangelium ricorda un vescovo di Narni, di nome Giovenale, qualificandolo martire. Ma il Lanzoni osserva che questo pontefice dà il titolo di martire anche a vescovi che non morirono per la fede. Lo stesso Gregorio ricorda il sepolcro di Giovenale esistente sempre a Narni. I Martirologi di Floro e di Adone lo menzionano con questa indicazione: "Natale sancti Juvenalis episcopi et confessoris". Nel Sacramentario Gelasiano al 3 maggio vi è una preghiera in onore del santo.
Di Giovenale esiste inoltre una Vita scritta dopo il sec. VII di scarso valore storico, secondo cui, egli era di origine africana e, ordinato da papa Damaso, fu primo vescovo di Narni. Sempre secondo questa Vita, fu sepolto alla Porta Superiore della città sulla via Flaminia, il 7 agosto, pur celebrandosene come si è dettó la festa al 3 maggio. L'agiografo non gli dà il titolo di martire, ma quello di confessore.
Il sepolcro di Giovenale, su cui fu costruito un oratorio attribuito al suo successore Massimo, fu molto onorato nell'antichità e si conserva tuttora nella cattedrale di Narni. L'iscrizione non è antica, forse è contemporanea alla Vita.
L'autore della Vita di papa Vigilio (537-555) nel Liber Pontificalis ci dà notizia di un monastero che Belisario fondò presso Orte dedicandolo a Giovenale.
Nel secolo IX, il corpo di Giovenale fu trafugato insieme con quello dei santi Cassio e Fausta e trasportato a Lucca, ma in seguito fu restituito a Narni.
Fossano, diocesi appartenente alla provincia d. Cuneo, venera s. Giovenale come suo protettore, pretendendo di conservarne le reliquie che, peraltro, potrebbero essere quelle di un altro santo dello stesso nome. Autore: Filippo Caraffa.»
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«Il 3 Maggio 1512, in contrapposizione allo scismatico conciliabolo di Pisa orchestrato da Luigi XII, nemico della libertà della Chiesa, assieme Papa Giulio II apriva il Concilio Ecumenico Lateranense V. Egidio da Viterbo, generale degli Agostiniani, nella prolusione affermava: "Homines per sacra immutari fas est, non sacra per homines".
L'affresco di Raffaello raffigurante la Cacciata di Eliodoro dal Tempio (in foto) allude alla guerra di Giulio II contro Luigi XII sul campo di battaglia e nell'assise conciliare.»
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«[GLORIE DEL CARDINALATO] Raffaele Sansoni Riario della Rovere (Savona, 3 maggio 1461 - Napoli, 9 luglio 1521). Cardinale Diacono di San Giorgio in Velabro nel 1477. Camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 24 gennaio 1483 alla morte. Fondamentale il suo intervento nella rinascenza delle arti, dal teatro alla scultura. Assistette alla messa in atto della Congiura dei Pazzi e, come Decano del Sacro Collegio, cantò la messa di apertura del Lateranense V (3 maggio 1512). Raffaello lo effigiò accanto a Giulio II, suo parente, ne "La Messa di Bolsena".»







www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


https://moimunanblog.com/





“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/


https://fidecatholica.wordpress.com/


https://militesvirginismariae.wordpress.com/




https://www.SaintAmedee.ch
https://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes

«Mois de mai : mois de Marie.
Nous conseillons cette page qui explique bien comment prier le Rosaire.
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/57317231_859179997748015_1327450331063255040_n.jpg ?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=69a2eab481e8bc5d4bd1e6cbb2c0cc60&oe=5D733A16
http://www.fatima.be/fr/sanctus/prieres/rosaire.php»


3 mai : Invention de la Sainte Croix (en 326) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/3-mai-invention-de-la-sainte-croix)
“3 mai : Invention de la Sainte Croix (en 326).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/5115/2485/9309/05_03_invention_sainte_croix.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/5115/2485/9309/05_03_invention_sainte_croix.jpg




COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis! - Adveniat Regnum tuum!
AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
02-06-19, 16:11
1 GIUGNO 2019: Sant’Angela Merici, anniversario della morte di Don Annibale Maria di Francia (5 luglio 1851 - 1° giugno 1927); primo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«Mese del Sacro Cuore - Sodalitium
Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/
Mese del Sacro Cuore. Il mese di giugno è consacrato alla devozione del Sacratissimo Cuore di Gesù.
ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ.
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito.
Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.»
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Sant'Angela Merici - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santangela-merici/)
http://www.sodalitium.biz/santangela-merici/
«1 giugno, Sant’Angela Merici, Vergine (Desenzano sul Garda, 21 marzo 1474 – Brescia, 27 gennaio 1540), fondatrice delle Orsoline.
O Signore, che per mezzo di Angela, hai fatto fiorire nella tua chiesa un nuovo giardino di sacre vergini, dacci per sua intercessione, di vivere santamente, affinché meritino di godere i gaudi eterni.»
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1/06/2019: Ordinazione Sacerdotale di don Bernard Langlet - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/1062019-ordinazione-sacerdotale-don-bernard-langlet/)
«Ordinazione Sacerdotale di don Bernard Langlet.
sabato 1° giugno 2019 alle ore 10.00.
Chiesa SS. Pietro e Paolo.
Istituto Mater Boni Consilii Loc. Carbignano 36, 10020 Verrua Savoia (Torino).»
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https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
“01.06.2019, Verrua Savoia. Ordinazione sacerdotale di don Bernard Langlet conferita da mons. Geert Stuver. www.sodalitium.it”
“In foto il Vescovo cattolico, ossia antimodernista, Geert Stuver (IMBC). Domani sarà in Italia, a Verrua Savoia, per conferire un'Ordinazione sacerdotale ed amministrare le Cresime. www.sodalitium.it”



https://www.agerecontra.it/tag/sodalitium/
«Vescovo cattolico e Vescovo ‘una cum’
https://www.agerecontra.it/2019/05/vescovo-cattolico-e-vescovo-una-cum/
Domani, primo Giugno, a Verrua Savoia Mons. Geert Stuver, dell’Istituto Mater Boni Consilii, conferirà un’ordinazione sacerdotale e amministrerà le Cresime: è un vescovo fedele alla Chiesa che predica la buona dottrina contro gli errori modernisti e ogni compromesso con essi, e conferma quindi le anime nella verità. Il giorno dopo, 2 Giugno, in Emilia ci sarà mons. Richard Williamson, vescovo lefebvriano perciò una cum Bergoglio, accreditato come oppositore all’accordo (già concluso) della Fraternità San Pio X coi modernisti, ma che in realtà si colloca alla ‘sinistra’ della FSSPX poiché ammette l’assistenza alla nuova messa. Un vescovo quindi che non predica l’integrità della fede e che non conferma le anime nella verità. N.B. Mons. Williamson non è MAI stato sedevacantista (neppure Mons. Lefebvre, del resto…). Fonte – bacheca di don Ugo Carandino.»
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La fine di un equivoco - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/la-fine-di-un-equivoco/)
http://www.sodalitium.biz/la-fine-di-un-equivoco/

?La fine di un equivoco?: Mons. Fellay conferma - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/la-fine-un-equivoco-mons-fellay-conferma/)
http://www.sodalitium.biz/la-fine-un-equivoco-mons-fellay-conferma/

L?equivoco lefebvriano - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/lequivoco-lefebvriano/)
http://www.centrostudifederici.org/lequivoco-lefebvriano/

https://www.agerecontra.it/2017/02/lequivoco-lefebvriano/


https://www.agerecontra.it/?s=sacro+cuore
"1796: quando il Tirolo sì consacrò al Sacro Cuore 3 giugno 2014"
https://www.agerecontra.it/2014/06/1796-quando-il-tirolo-si-consacro-al-sacro-cuore/
"SACRO CUORE DI GESÙ TRAFITTO DI NUOVO NEL NOSTRO TEMPO 27 giugno 2014"
https://www.agerecontra.it/2014/06/sacro-cuore-di-gesu-trafitto-di-nuovo-nel-nostro-tempo/
"IL CUORE DIVINO DEL CORPO MISTICO NELL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA 5 giugno 2015 Arai Daniele"
https://www.agerecontra.it/2015/06/il-cuore-divino-del-corpo-mistico-nellimmacolato-cuore-di-maria/
"IL SACRO CUORE DI GESÙ A PARAY-LE-MONIAL ACCANTO ALL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA A FATIMA 12 giugno 2015 Arai Daniele"
https://www.agerecontra.it/2015/06/il-sacro-cuore-di-gesu-a-paray-le-monial-accanto-allimmacolato-cuore-di-maria-a-fatima/
"Il Presidente del Perù ha consacrato ufficialmente il Paese al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria 2 novembre 2016"
https://www.agerecontra.it/2016/11/il-presidente-del-peru-ha-consacrato-ufficialmente-il-paese-al-sacro-cuore-di-gesu-e-al-cuore-immacolato-di-maria/
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2016/11/ajesuspo-7582721.jpg

https://www.agerecontra.it/tag/sodalitium/




SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Xo3vvej3nT8
V domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=gMHZKktvVXE
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=BnTn5tCbAgw
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UnnMVHLXOr4
III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







“Sacro Cuore di Gesù.”
https://forum.termometropolitico.it/270131-sacro-cuore-di-gesu.html
https://forum.termometropolitico.it/270131-sacro-cuore-di-gesu-11.html
“Il sacro Cuore di Gesù.”
https://forum.termometropolitico.it/221001-il-sacro-cuore-di-gesu-4.html
https://forum.termometropolitico.it/221001-il-sacro-cuore-di-gesu-7.html





"La devozione al Sacro Cuore di Gesù"
http://www.recuperanti.it/tonina_devozione_66.php
"I RECUPERANTI - Sacro Cuore"
http://www.recuperanti.it/h_sacro_cuore_05.php




http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/01-giugno.htm
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'.
MEDITAZIONI E PREGHIERE."





http://www.stellamatutina.eu/
1° giorno: Chi è Gesù ? Chi è l?uomo. ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/1-giorno-chi-e-gesu-chi-e-luomo/)
http://www.stellamatutina.eu/1-giorno-chi-e-gesu-chi-e-luomo/
“1° giorno: Chi è Gesù – Chi è l’uomo.
CHI È GESÙ.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




“Sant'Angela Merici, vergine, 1 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm





https://lucechesorge.org/tag/abc-della-fede/







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://sardiniatridentina.blogspot.com/

https://tradidiaccepi.blogspot.com/


«CORONCINA AL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Per cui Pio VII, 20 Marzo 1815, accordò ogni volta 300 giorni d'Indulgenza e la Plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio a chi l'avrà recitata per un mese intero e confessato e comunicato avrà pregato secondo la mente di Sua Santità.
V. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
R. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri.

[V. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
R. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.]

I. Amorosissimo mio Gesù, nel riflettere sul vostro buon Cuore, e vederlo tutto pietà e dolcezza pei peccatori, mi sento rallegrare il mio e colmare di fiducia. Ahimè, quanti peccati ho commesso! Ma ora, qual Pietro, qual Maddalena dolente, li piango e li detesto, perché sono offese di Voi sommo bene. Sì, sì, concedetemi il perdono ed oh! muoia io, vel chieggo pel vostro buon Cuore, muoia prima di offendervi, o viva solo per riamarvi.
Pater noster. 5 Gloria Patri.
Cuore del mio Bene
È ver, t'amo sì poco;
Ma strugger mi vorrei
Nel tuo bel fuoco.

Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t'ami sempre più.

II. Benedico, Gesù mio, l’umilissimo vostro Cuore, e vi ringrazio che, nel darmelo per esemplare, non solo con forte premura m'incitate ad imitarlo, ma, a costo pure di tante vostre umiliazioni, me ne additate ed appianate la via. Folle che fui ed ingrato! Ah! Quanto traviai! Perdonatemi. Non più superbia né vanità; ma con umile cuore, tra le umiliazioni, seguir voglio Voi e conseguir pace e salute. Avvaloratemi Voi, e benedirò in eterno il vostro Cuore.
Pater noster. 5 Gloria Patri.

Sei tesoro d'amore
O cuore del mio Bene
Quando mi stringeranno
Le tue catene.

Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.

III. Ammiro, Gesù mio, il pazientissimo vostro Cuore, e vi ringrazio di tanti maravigliosi esempi d’invitta sofferenza a noi lasciati. Sento al vivo il rimprovero che queste fanno alla strana mia delicatezza, insofferente d’ogni piccola pena. Ah! Gesù caro, infondete nel mio cuore, fervido e costante amore alle tribolazioni, alle croci, alla mortificazione, alla penitenza, acciocché, seguendovi al Calvario, giunga con Voi alla gloria, alla gioia in Paradiso.
Pater noster. 5 Gloria Patri.

Del tuo bel Cuore
Amato mio diletto
Bramo una fiamma
Almeno in questo petto.

Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.

IV. Innanzi al mansuetissimo vostro Cuore, caro Gesù io m'inorridisco del mio sì diverso dal vostro. Pur troppo io ad un'ombra, ad un gesto, ad una parola in contrario, m'inquieto e lamento. Deh! Perdonate i miei trasporti e datemi grazia di imitare nell’avvenire, in qualunque contrarietà, la inalterabile vostra mansuetudine, e così godere perpetua santa pace.
Pater noster. 5 Gloria Patri.

Nella tua piaga
Qual colomba ascosa
Fammi, o Gesù
Del tuo bel cuore la sposa.

Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.

V. Si cantino pur lodi, o Gesù, al generosissimo vostro Cuore, vincitore della morte e dell’inferno; ben se la merita tutte. Io resto, più che mai confuso, al vedere il mio sì pusillanime, che teme qualunque diceria ed umano rispetto; ma non sarà più così. Da Voi imploro sì coraggiosa forza, che combattendo e vincendo in terra, trionfi poi lieto con Voi in Cielo.
Pater noster. 5 Gloria Patri.

Serafini del Cielo
Deh! Voi m'insegnate
Come si ami quel Cuore
Cui tanto amate.

Dolce Cuor del mio Gesù,
fa ch’io t’ami sempre più.

Volgiamoci a Maria, e confidando nel materno suo Cuore diciamo:
Per gli alti pregi del vostro Cuore dolcissimo, impetratemi, o gran Madre di Dio e Madre mia, Maria, vera e stabile devozione al Sacro Cuore di Gesù, vostro Figliuolo, onde io in esso, coi miei pensieri ed affetti racchiuso, adempia tutti i miei doveri e con l’alacrità di cuore serva sempre, ma specialmente in questo giorno, a Gesù.

V. Cor Jesu fragrans amore nostri.
R. Inflamma cor nostrum amore tui.

Oremus.
Illo nos igne, quaesumus Domine, Spiritus Sanctus inflammet, quem Dominus noster Jesus Christus e penetralibus Cordis sui misit in terram et voluit vehementer accendi. Qui tecum vivit et regnat in unitate ejusdem Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

[V. Cuor di Gesù, ardente di amore per noi.
R. Infiamma il cuor nostro di amore per te.

Preghiamo.
O Signore, ti preghiamo, lo Spirito Santo ci infiammi con quel fuoco, che il Signor nostro Gesù Cristo mandò sulla terra dalle profondità del suo Cuore e volle veementemente fosse acceso. Egli che è Dio, e vive e regna in unità del medesimo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.]

LITANIE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Le Litanie del Sacratissimo Cuore di Gesù, composte di trentatré invocazioni, furono approvate nella loro forma definita da Sua Santità Leone XIII il 2 aprile 1899. Il Sommo Pontefice Pio XI le arricchì di un'indulgenza di sette anni e di un'indulgenza plenaria alle solite condizioni se dette indulgenze con i versetti e l'orazione vengono recitate piamente per un mese intero.»
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/05/litanie-del-sacro-cuore-di-gesu.html?m=1



Tradidi quod et accepi: Novena di Pentecoste (http://tradidiaccepi.blogspot.it/2018/05/novena-di-pentecoste.html?m=1)
«NOVENA DI PENTECOSTE (31 Maggio - 8 Giugno).
La Novena di Pentecoste ricorda quei nove giorni di preghiera durante i quali la Santissima Vergine e i santi Apostoli attesero nel Cenacolo di Gerusalemme la discesa dello Spirito Santo. Per questo, come ricorda sant’Alfonso, è la novena più importante e la più arricchita di doni sovrannaturali. Essa fu sempre praticata dei fedeli cristiani come preparazione alla grande solennità della Pentecoste. Leone XIII la rese obbligatoria per tutte le chiese per impetrare dal Cielo: la concordia fra i cattolici, il ritorno dei dissidenti in seno alla Santa Romana Chiesa, la dilatazione del Regno di Cristo, la pace nelle famiglie, l’estirpazione di ogni errore e dalle nostre menti e dalla società tutta intera.
Riportiamo qui sotto la novena “liturgica” che si compone dell’inno Veni Creator Spiritus, coi versetti e l’oremus. Sono comunque ammesse anche altre preghiere e devozioni verso lo Spirito Santo.
Questi pii esercizi, coi quali invochiamo lo Spirito Santo, ci dispongono a celebrare devotamente la festa di Pentecoste. Facciamo con fervore questa novena, alla quale è concesa un'Indulgenza Plenaria (confessione, comunione, preghiera secondo l'intenzione del Papa. Preces et pia opera, n. 263).»


“TREDICINA IN ONORE DI SANT'ANTONIO DI PADOVA.”


https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/santangela-merici-vergine.html?m=0
“Sant’Angela Merici, vergine
Sant'Angela Merici, vergine del Terz'Ordine di san Francesco, nata a Desenzano sul Garda (Brescia) il 21 marzo 1474, fu Fondatrice della Congregazione delle Vergini di sant'Orsola (Orsoline). Morì il 24 gennaio 1540 a Brescia. Fu beatificata nel 1768 da Papa Clemente XIII e canonizzata nel 1807 da Papa Pio VII. Pio IX inserì la sua festa nel Messale.”
https://4.bp.blogspot.com/-mgxUY4DXoQE/WwUjKr1o78I/AAAAAAAABx4/J4pKVKZvx4Ybh6uavBQTgZArUUmGwIjsgCLcBGAs/s1600/s-l1600.jpg


https://4.bp.blogspot.com/-mgxUY4DXoQE/WwUjKr1o78I/AAAAAAAABx4/J4pKVKZvx4Ybh6uavBQTgZArUUmGwIjsgCLcBGAs/s1600/s-l1600.jpg







https://www.sursumcorda.cloud/
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https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Disponibile alla lettura il numero 163 di SVRSVM CORDA® del 2 giugno 2019 ---> Cliccare qui per leggere gli articoli e recitare le preghiere ---> https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-163.html

Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Tespésio Martire, il quale, sotto l’imperatore Alessandro e il Prefetto Simplicio, dopo altri tormenti, fu decapitato. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Tespésio possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

"La vera umiltà---> https://youtu.be/n9mF_GM9unc"

"Video: 1818, i piani dell'Alta Vendita Suprema per arrivare all'elezione di un "papa" inebriato di ideologie massoniche, ovvero la genesi e l'evoluzione del "Vaticano secondo", da Roncalli a Bergoglio ---> https://youtu.be/Yq80fiJvVAc
[VIDEO] Complotto contro la Chiesa e la società civile - La Massoneria e l'Alta Vendita Suprema
https://www.youtube.com/watch?v=7nzZpaUVT7c
da La Civiltà Cattolica, 1875, Vol. VII della Serie Nona, Anno Vigesimosesto
Video a cura di Carlo Di Pietro."
“[VIDEO] Ecumenismo Smascherato - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata «ecumenismo».
https://m.youtube.com/watch?v=ZQ8VnQMEwL0
Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html

https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/chi-%C3%A8-maria-catechismo-mariano-detail.html
“Padre Gabriele Maria Roschini, Chi è Maria? Catechismo mariano, Sursum Corda, Potenza 2017.
Catechismo mariano composto da 235 articoli, semplici ma eruditi. Un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte.”

“Raccolta di preghiere non contaminate dall'eresia dell'ecumenismo. Diceva Sant'Alfonso: "Chi prega si salva, chi non prega si danna" ->”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere.html
«Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/





https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“Pietro Ferrari. La questione ebraica oltre ad essere metastorica è addirittura metafisica, quindi umanamente parlando, irrisolvibile.”
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 53/18 del 1° giugno 2018, Santa Angela Merici.”





https://www.facebook.com/OrdineFuturo/
“1 giugno 987: Ugo Capeto viene incoronato Re di Francia. Inizia così la continuità dinastica che, per otto secoli e fino al sangue della sovversione rivoluzionaria, rappresenterà il cuore della sovranità francese.”








http://www.radiospada.org
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial

“1 giugno 2019: infra l'Ottava dell'Ascensione.”
https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61699263_2704824912880494_2484777643187109888_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=03993ca45114199c8a41fa69aac4169a&oe=5D8C1E7F


https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61699263_2704824912880494_2484777643187109888_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=03993ca45114199c8a41fa69aac4169a&oe=5D8C1E7F


“1 giugno 2019: Sant'Angela Merici, vergine.
Nacque a Desenzano del Garda verso il 1470. indossò l'abito del Terzo Ordine di San Francesco e radunò intorno a se gruppi di ragazze che educava nelle opere di carità. Nel 1535 fondò a Brescia l'Istituto femminile di sant'Orsola, finalizzato allo scopo di istuire alla vita cristiana le ragazze povere. Morì il 24 gennaio 1540 a Brescia. Fu beatificata nel 1768 da Papa Clemente XIII e canonizzata nel 1807 da Papa Pio VII.”
https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61472338_2704825736213745_7583895492833050624_n.jp g?_nc_cat=109&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=3cfdbf525e7ababad0bab0f8f5e8a147&oe=5D9D06B7


https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61472338_2704825736213745_7583895492833050624_n.jp g?_nc_cat=109&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=3cfdbf525e7ababad0bab0f8f5e8a147&oe=5D9D06B7


“Il 1° giugno 1846 moriva papa Gregorio XVI.”
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https://www.radiospada.org/2013/12/sacro-cuore-devozione-per-i-tempi-primi-e-ultimi-prima-parte/
https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-content/uploads/2013/12/Purify-my-soul-O-Adorable-Blood.jpg
https://i2.wp.com/radiospada.org/wp-content/uploads/2012/07/sacro_cuore_di_gesu.gif





www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" - "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/



https://moimunanblog.com/





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

http://www.traditionalcatholicpriest.com/







“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/


https://fidecatholica.wordpress.com/


https://militesvirginismariae.wordpress.com/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”


Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes


1er juin : Sainte Angèle Merici, Vierge (? 1540) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-juin-sainte-angele-merici)
“1er juin : Sainte Angèle Merici, Vierge († 1540).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/7315/2728/1234/06_01_sainte_angele_merici.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/7315/2728/1234/06_01_sainte_angele_merici.jpg



1er juin : Saint Pamphile, Prêtre et Martyr (? 308) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-juin-saint-pamphile)
“1er juin : Saint Pamphile, Prêtre et Martyr († 308).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/2728/4334/06_01_saint_pamphile.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/2728/4334/06_01_saint_pamphile.jpg



“Nous passons du mois de Marie (mai) au moi du Sacré-Cœur (juin).”
https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61535902_880767522255929_2734125727652773888_n.jpg ?_nc_cat=107&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=3dd220c8e11b7c472a54b1c63e06bc77&oe=5D9EFE4D


https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61535902_880767522255929_2734125727652773888_n.jpg ?_nc_cat=107&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=3dd220c8e11b7c472a54b1c63e06bc77&oe=5D9EFE4D


"Mois de juin : mois dédié au Sacré-Coeur de NSJC. Litanies:"
Litanies du Sacré-c?ur (http://le-petit-sacristain.blogspot.com/2016/06/litanies-du-sacre-coeur.html)
https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61979798_880826828916665_3189825726308155392_n.jpg ?_nc_cat=110&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=c047166f3194d583e9c6617718161aa0&oe=5D8BE389


https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61979798_880826828916665_3189825726308155392_n.jpg ?_nc_cat=110&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=c047166f3194d583e9c6617718161aa0&oe=5D8BE389


“Apostolat de la prière : juin 2019. En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus.”
http://www.sodalitium.eu/wp-content/uploads/2016/08/Billet.juin19.pdf
https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61354082_880458195620195_2891817118372724736_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=f65cf7c7c218c34c2a1e00abdea7c70a&oe=5D5AD45D


https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61354082_880458195620195_2891817118372724736_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=f65cf7c7c218c34c2a1e00abdea7c70a&oe=5D5AD45D





COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis! - Adveniat Regnum tuum!
AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Ebeneizeer
28-06-19, 09:36
Fascinating facts...

Holuxar
28-06-19, 21:39
28 GIUGNO 2019: ventottesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO; FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ…



«VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE. LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm





"Il sacro Cuore di Gesù."
https://forum.termometropolitico.it/221001-il-sacro-cuore-di-gesu-8.html
https://forum.termometropolitico.it/730912-sacro-cuore-di-gesu-6.html
https://forum.termometropolitico.it/270131-sacro-cuore-di-gesu-11.html





Sacro Cuore - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/10067-2/)
http://www.sodalitium.biz/10067-2/
«28 giugno 2019, festa del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai desideri vostri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia.»
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Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/
«Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù.»
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«Mese del Sacro Cuore - Sodalitium
Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium
Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore/)
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Mese del Sacro Cuore. Il mese di giugno è consacrato alla devozione del Sacratissimo Cuore di Gesù.
ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ.
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amatissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito.
Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.»



SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”



«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Domenica nell'ott. Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=07WAmUjSgj8
Domenica della ss. Trinità (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Lzd7hoDgFBk
Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=QQlB5gTdzPI
Domenica di Pentecoste 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UEvB9s3xZN0
Domenica dell'ott. dell'Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=gfVR56Rm-9A
Domenica dell'ottava dell'Ascensione - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=AIlnBCH2M-A
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Xo3vvej3nT8
V domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=gMHZKktvVXE
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=BnTn5tCbAgw
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UnnMVHLXOr4
III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».





La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
I Fuochi del Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/fuochi-del-sacro-cuore/)
“I Fuochi del Sacro Cuore 28 giugno 2019.
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza Comunicato n. 54/19 del 28 giugno 2019, Sacro Cuore.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/06/herz_jesu.jpg


http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/06/herz_jesu.jpg



https://www.agerecontra.it/2019/06/i-fuochi-del-sacro-cuore/
"Estratto dell’ Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù."
https://www.agerecontra.it/2018/06/la-riparazione-al-sacro-cuore/


"1796: quando il Tirolo sì consacrò al Sacro Cuore 3 giugno 2014"
https://www.agerecontra.it/2014/06/1796-quando-il-tirolo-si-consacro-al-sacro-cuore/

https://www.agerecontra.it/2014/06/sacro-cuore-di-gesu-trafitto-di-nuovo-nel-nostro-tempo/
“SACRO CUORE DI GESÙ TRAFITTO DI NUOVO NEL NOSTRO TEMPO 27 giugno 2014 - L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele.”
https://www.agerecontra.it/2015/06/il-cuore-divino-del-corpo-mistico-nellimmacolato-cuore-di-maria/
“IL CUORE DIVINO DEL CORPO MISTICO NELL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA 5 giugno 2015 - L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele.”
https://www.agerecontra.it/2015/06/il-sacro-cuore-di-gesu-a-paray-le-monial-accanto-allimmacolato-cuore-di-maria-a-fatima/
“IL SACRO CUORE DI GESÙ A PARAY-LE-MONIAL ACCANTO ALL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA A FATIMA 12 giugno 2015 -L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele.”

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https://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2015/06/SCARO-CUORE.jpg


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“FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”
Giugno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/category/spiritualita/mesi-meditati/giugno/)


"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'. MEDITAZIONI E PREGHIERE."
https://www.preghiereperlafamiglia.it/mese-di-giugno-con-il-sacro-cuore.htm
http://www.preghiereperlafamiglia.it/images/sacro-cuore.jpg


http://www.preghiereperlafamiglia.it/images/sacro-cuore.jpg







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
“Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù.”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2210-mese-di-giugno-litanie-del-sacro-cuore-di-gesu.html

“Preghiera per la Festa del Cuore di Gesù --->”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1704-preghiera-per-la-festa-del-cuore-di-gesu.html

“Cuore Santissimo di Gesù fonte di ogni bene! --->”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1061-cuore-santissimo-di-gesu-fonte-di-ogni-bene.html

"Preghiera per la Francia alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo (28.6) --->
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2291-preghiera-per-la-francia-alla-vigilia-dei-santi-pietro-e-paolo-28-6.html "




https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»




https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1
“Festa del sacratissimo Cuore di Gesù.
Il culto del popolo cristiano verso il Sacratissimo Cuore di Gesù, volto ad adorare il Cuore carneo del Redentore e il suo immenso amore per gli uomini, ha le sue basi nell’insegnamento di sant’Alberto Magno (1200-1280), san Bonaventura (1221-1274), santa Geltrude (1256-1302), del beato Enrico Susone (1295-1366), di santa Caterina da Siena (1347-1380), san Pietro Canisio (1521-1597), san Francesco di Sales (1567-1622). A san Giovanni Eudes (1601-1680) si deve la composizione del primo ufficio liturgico in onore del Divin Cuore, la cui festa fu per la prima volta celebrata, col beneplacito di molti Vescovi della Francia, il 20 ottobre 1672. Quando il Signore apparve a santa Margherita Maria tra il 1673 e il 1676 richiese che fosse istituita una speciale festa del Sacratissimo suo Cuore da celebrarsi ogni anno il Venerdì dopo l’Ottava del Corpus Domini. Il che avvenne quando Pio IX, il 23 agosto 1856, estese a tutta la Chiesa la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù, già approvata da Clemente XIII nel 1765. Leone XIII il 25 maggio 1899 consacrò al Sacro Cuore di Gesù la Chiesa e tutto il genere umano (vedi qui). Nel 1928 Pio XI, devotissimo cultore e propagatore del Sacro Cuore, dotò la festa di nuovi testi e la elevò a rito doppio di I classe con ottava. Il Vicario di Cristo, contro l'eresia del laicismo o laicità, intendeva protestare "in faccia al cielo e alla terra che non v’è altro Dio che il Signore" (Beato Cardinale Schuster, vedi qui). Pio XII infine il 15 maggio 1956 dedicò al culto del Sacro Cuore la monumentale Enciclica "Haurietis aquas". In questo fondamentale documento il Sommo Pontefice magistralmente così insegnava sul rapporto tra il Sacro Cuore e l’Eucarista, Sacramento e Sacrificio:«Ancor prima di mangiare l’Ultima Cena con i suoi discepoli, al solo pensiero dell’istituzione del Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, la cui effusione avrebbe sancito la Nuova Alleanza, il Cuore di Gesù aveva avuto fremiti di intensa commozione, da Lui rivelati agli Apostoli con queste parole: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima di patire" (Luc. XXII, 15); ma la sua commozione dovette raggiungere il colmo, allorché prese del pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Questo è il mio corpo, il quale è dato a voi; fate questo in memoria di me". E così fece col calice, dopo aver cenato. dicendo: "Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio, che sarà sparso per voi" (Luc. XXII, 19-20). Si può quindi a buon diritto affermare che la divina Eucaristia, sia come Sacramento che come Sacrificio, di cui Egli stesso è dispensatore e immolatore mediante i suoi Ministri "da dove sorge il sole fin dove tramonta" (Mal. I, 11), come pure il Sacerdozio, sono doni palesi del Cuore Sacratissimo di Gesù».

PROPRIUM MISSAE

INTROITUS
Ps 32:11; 32:19.- Cogitatiónes Cordis eius in generatióne et generatiónem: ut éruat a morte ánimas eórum et alat eos in fame. ~~ Ps 32:1 - Exsultáte, iusti, in Dómino: rectos decet collaudátio. ~~ Glória ~~ Cogitatiónes Cordis eius in generatióne et generatiónem: ut éruat a morte ánimas eórum et alat eos in fame.

Ps 32:11; 32:19 - I disegni del Cuore del Signore durano in eterno: per strappare le anime dalla morte e sostentarle nella carestia. ~~ Ps 32:1 - Esultate nel Signore, o giusti, la lode conviene ai retti. ~~ Gloria. ~~ I disegni del Cuore del Signore durano in eterno: per strappare le anime dalla morte e sostentarle nella carestia.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nobis in Corde Fílii tui, nostris vulneráto peccátis, infinítos dilectiónis thesáuros misericórditer largíri dignáris: concéde, quaesumus; ut, illi devótum pietátis nostræ præstántes obséquium, dignæ quoque satisfactiónis exhibeámus offícium. Per eundem Dominum nostrum Iesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che nella tua misericordia Ti sei degnato di elargire tesori infiniti di amore nel Cuore del Figlio Tuo, ferito per i nostri peccati: concedi, Te ne preghiamo, che, rendendogli il devoto omaggio della nostra pietà, possiamo compiere in modo degno anche il dovere della riparazione.Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.Amen.

LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Ephésios.
Eph 3:8-19
Fratres: Mihi, ómnium sanctórum mínimo, data est grátia hæc, in géntibus evangelizáre investigábiles divítias Christi, et illumináre omnes, quæ sit dispensátio sacraménti abscónditi a saeculis in Deo, qui ómnia creávit: ut innotéscat principátibus et potestátibus in coeléstibus per Ecclésiam multifórmis sapiéntia Dei, secúndum præfinitiónem sæculórum, quam fecit in Christo Iesu, Dómino nostro, in quo habémus fidúciam et accéssum in confidéntia per fidem eius. Huius rei grátia flecto génua mea ad Patrem Dómini nostri Iesu Christi, ex quo omnis patérnitas in coelis ei in terra nominátur, ut det vobis, secúndum divítias glóriæ suæ, virtúte corroborári per Spíritum eius in interiórem hóminem, Christum habitáre per fidem in córdibus vestris: in caritáte radicáti et fundáti, ut póssitis comprehéndere cum ómnibus sanctis, quæ sit latitúdo, et longitúdo, et sublímitas, et profúndum: scire étiam supereminéntem sciéntiæ caritátem Christi, ut impleámini in omnem plenitúdinem Dei.

Fratelli: A me, il minimo di tutti i santi è stata data questa grazia di annunziare tra le genti le incomprensibili ricchezze di Cristo, e svelare a tutti quale sia l’economia del mistero nascosto da secoli in Dio, che ha creato tutte cose: onde i principati e le potestà celesti, di fronte allo spettacolo della Chiesa, conoscano oggi la multiforme sapienza di Dio, secondo la determinazione eterna che Egli ne fece in Cristo Gesù, Signor nostro: nel quale, mediante la fede, abbiamo l’ardire di accedere fiduciosamente a Dio. A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, da cui tutta la famiglia e in cielo e in terra prende nome, affinché conceda a voi, secondo l’abbondanza della sua gloria, che siate corroborati in virtù secondo l’uomo interiore per mezzo del suo Spirito. Cristo abiti nei vostri cuori mediante la fede, affinché, ben radicati e fondati nella carità, possiate con tutti i santi comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza e l’altezza e la profondità di quella carità di Cristo che sorpassa ogni concetto, affinché siate ripieni di tutta la grazia di cui Dio è pienezza inesauribile.

GRADUALE
Ps 24:8-9
Dulcis et rectus Dóminus: propter hoc legem dabit delinquéntibus in via.
V. Díriget mansúetos in iudício, docébit mites vias suas.

Il Signore è buono e retto, per questo addita agli erranti la via.
V. Guida i mansueti nella giustizia e insegna ai miti le sue vie.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia.
Matth. 11, 29
Tóllite iugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis Corde, et inveniétis réquiem animábus vestris. Allelúia.

Alleluia, alleluia. Prendete sopra di voi il mio giogo ed imparate da me, che sono mite ed umile di Cuore, e troverete riposo alle vostre anime. Alleluia

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
Ioannes 19:11-37
In illo témpore: Iudaei - quóniam Parascéve erat, - ut non remanérent in cruce córpora sábbato - erat enim magnus dies ille sábbati, - rogavérunt Pilátum, ut frangeréntur eórum crura, et tolleréntur. Venérunt ergo mílites: et primi quidem fregérunt crura et alteríus, qui crucifíxus est cum eo. Ad Iesum autem cum veníssent, ut vidérunt eum iam mórtuum, non fregérunt eius crura, sed unus mílitum láncea latus eius apéruit, et contínuo exívit sanguis et aqua. Et qui vidit, testimónium perhíbuit: et verum est testimónium eius. Et ille scit quia vera dicit, ut et vos credátis. Facta sunt enim hæc ut Scriptúra implerétur: Os non comminuétis ex eo. Et íterum alia Scriptúra dicit: Vidébunt in quem transfixérunt.

In quel tempo: I Giudei, siccome era la Parasceve, acciocché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era un gran giorno quel sabato - pregarono Pilato che fossero rotte loro le gambe e fossero deposti. Andarono dunque i soldati e ruppero le gambe ad entrambi i crocifissi al fianco di Gesù. Giunti a Gesù, e visto che era morto, non gli ruppero le gambe: ma uno dei soldati gli aprì il fianco con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua. E chi vide lo attesta: testimonianza verace di chi sa di dire il vero: affinché voi pure crediate. Tali cose sono avvenute affinché si adempisse la Scrittura: Non romperete alcuna delle sue ossa. E si avverasse l’altra Scrittura che dice: Volgeranno gli sguardi a colui che hanno trafitto.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 68:21
Impropérium exspectávi Cor meum et misériam: et sustínui, qui simul mecum contristarétur, et non fuit: consolántem me quæsívi, et non invéni.

Obbrobrii e miserie si aspettava il mio Cuore; ed attesi chi si rattristasse con me: e non vi fu; cercai che mi consolasse e non lo trovai.

SECRETA
Réspice, quaesumus, Dómine, ad ineffábilem Cordis dilécti Fílii tui caritátem: ut quod offérimus sit tibi munus accéptum et nostrórum expiátio delictórum. Per eundem Dominum nostrum Iesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Guarda, Te ne preghiamo, o Signore, all’ineffabile carità del Cuore del Tuo Figlio diletto: affinché l’offerta che Ti facciamo sia gradita a Te e giovi ad espiazione dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE SACRATISSIMO CORDE IESU
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui Unigénitum tuum, in Cruce pendéntem, láncea mílitis transfígi voluísti: ut apértum Cor, divínæ largitátis sacrárium, torréntes nobis fúnderet miseratiónis et grátiæ: et, quod amóre nostri flagráre numquam déstitit, piis esset réquies et poeniténtibus pater et salútis refúgium. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che hai voluto che il tuo Unigenito, pendente dalla croce, fosse trafitto dalla lancia del soldato, così che quel cuore aperto, sacrario della divina clemenza, effondesse su di noi torrenti di misericordia e di grazia; e che esso, che mai ha cessato di ardere d’amore per noi, fosse pace per le anime pie e aperto rifugio di salvezza per le anime penitenti. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine

COMMUNIO
Ioannes 19.34
Unus mílitum láncea latus eius apéruit, et contínuo exívit sanguis et aqua.

Uno dei soldati gli aprì il fianco con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Praebeant nobis, Dómine Iesu, divínum tua sancta fervórem: quo dulcíssimi Cordis tui suavitáte percépta; discámus terréna despícere, et amáre coeléstia: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Gesù, questi santi misteri ci conferiscano il divino fervore, mediante il quale, gustate le soavità del tuo dolcissimo Cuore, impariamo a sprezzare le cose terrene e ad amare le cose celesti: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.”
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https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/01/atto-di-riparazione-al-sacro-cuore-di.html?m=1
"Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù.
La preghiera fu composta nel 1928 da Pio XI, il quale pure prescrisse che la si recitasse annualmente per la festa del Divin Cuore come «solenne ammenda al nostro amantissimo Redentore, per riparare con essa le nostre colpe e risarcire i violati diritti di Cristo Sommo Re e Signore amantissimo»."
https://4.bp.blogspot.com/-rorlHA4raAg/Wk-NkyhL0II/AAAAAAAAAS4/qP9u_dyXqusB_dggwVj_-taVPfc5PKC4QCLcBGAs/s1600/19396798_1909160852705080_2970443154182714886_n.jp g


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“28 giugno 2019: LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ (Doppio di prima classe con Ottava privilegiata).”
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https://www.radiospada.org/tag/sacro-cuore-di-gesu/

https://www.radiospada.org/2019/06/la-festa-del-sacro-cuore-di-gesu-contro-il-laicismo/
“La festa del Sacro Cuore di Gesù contro il laicismo. di Redazione RS il 28 Giugno 2019.
La festa riparatrice contro gli oltraggi del Giudaismo, della Massoneria e del Liberalismo. a cura di Giuliano Zoroddu
Per degnamente e con frutto celebrare la festa del Sacratissimo Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, che è il signum in cui sta la nostra vittoria sul mondo ribelle contro Dio, offriamo ai cari Lettori l’esposizione, storico-liturgica, che sull’odierna festa fece il beato Cardinale Arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster osb.”
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"[DIFUNDE TU FE CATOLICA] FESTIVIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS, “la Devoción que es Síntesis del Misterio de nuestra Redención”."
https://www.radiospada.org/2019/06/difunde-tu-fe-catolica-festividad-del-sagrado-corazon-de-jesus-la-devocion-que-es-sintesis-del-misterio-de-nuestra-redencion/
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https://www.radiospada.org/2019/06/difunde-tu-fe-catolica-festividad-del-sagrado-corazon-de-jesus-la-devocion-que-es-sintesis-del-misterio-de-nuestra-redencion/ https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/06/CORAZONJESUS1.jpg?w=470&ssl=1



https://www.radiospada.org/2019/06/il-miracolo-eucaristico-di-santarem/
“Dopo aver trattato dei miracoli eucaristici di Lanciano, Bolsena e Walldürn, parliamo oggi del Santíssimo Milagre di Santarem. Tutti questi prodigi rafforzino in noi la fede nella verità della Transustanziazione e la devozione verso Gesù Sacramentato.”
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“NOVENA AL SACRO CUORE.”
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Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm
«VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE.
LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ.
Oggi la Chiesa ci propone di onorare con un culto speciale il Cuore sacratissimo di Gesù di cui il sacramento ci ha già rivelato l'immensa tenerezza. E per stimolarci ad onorare quel Cuore divino con maggior rispetto e devozione, Pio XI ha elevato questa festa al rito di doppio di prima classe e messo la sua Ottava alla pari di quelle di Natale e dell'Ascensione [1]. Il culto del Sacro Cuore - scriveva egli ancora Cardinale - è la quintessenza stessa del cristianesimo, il compendio e il sommario di tutta la religione. Il cristianesimo, opera d'amore nel suo inizio, nei suoi progressi e nel suo compimento non potrebbe essere identificato assolutamente con nessuna altra devozione come con quella del Sacro Cuore [2].

Oggetto della devozione al Sacro Cuore.
L'oggetto della devozione al Sacro Cuore è lo stesso Cuore ardente d'amore per Dio e per gli uomini. Dall'Incarnazione infatti Nostro Signor Gesù Cristo è l'oggetto dell'adorazione e dell'amore di ogni creatura, non soltanto come Dio ma come Uomo-Dio. Essendo la divinità e l'umanità unite nell'unica persona del Verbo divino, Egli merita tanto come Uomo che come Dio tutti gli omaggi del nostro culto; e come in Dio tutte le perfezioni sono adorabili, così pure in Cristo tutto è adorabile: il suo corpo, il suo sangue, le sue piaghe, il suo cuore, e per questo la Chiesa ha voluto offrire alla nostra adorazione questi oggetti sacri.


Il cuore di carne dell'Uomo-Dio.
In questo giorno essa ci mostra soprattutto il Cuore del Salvatore e ci chiede di onorarlo sia che lo consideriamo in se stesso sia che lo consideriamo come il simbolo vivente della sua carità.
In se stesso, questo Cuore di Gesù, per quanto sia solo un poco di carne, è già degno del nostro culto. Nella vita naturale del corpo umano, non è forse il cuore l'organo più nobile e più necessario, quello che distribuisce a tutte le membra il sangue che vivifica, che nutre, che rigenera e purifica? Adorare il Cuore di Gesù significa adorare per così dire, nel suo principio, nel suo fulcro, la vita di sacrificio e d'immolazione del nostro Salvatore. Significa adorare il prezioso recettacolo in cui le ultime gocce del sangue divino hanno atteso, per effondersi, che venisse a colpirlo la lancia di Longino. Quel cuore squarciato rimane per sempre come la testimonianza d'una vita che si è data interamente per la salvezza del mondo.
Nell'ordine morale, il cuore di carne occupa un posto altrettanto importante. Da sempre esso è considerato come la sede della vita affettiva dell'uomo, perché è l'organo che ne risente nella maniera più sensibile tutte le fluttuazioni. Le sue pulsazioni battono al ritmo dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, delle nostre passioni. Il linguaggio ha consacrato questo modo di vedere: è il cuore che ama, che compatisce, che soffre, si sacrifica e si dona. E come la bassezza di cuore genera tutti i vizi, così pure il cuore nobile ed elevato è la sorgente da cui s'irradiano insieme con l'amore tutte le virtù. Gesù, vero uomo, ha parlato così di se stesso. Ha offerto il suo cuore umano alla nostra contemplazione, mostrandolo circondato di fiamme ardenti e dicendo: "Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini", che lo ha portato verso tutte le sofferenze e le miserie dell'umanità, che ha avuto pietà dell'immensa moltitudine delle anime, e che Gli ha ispirato non solo di moltiplicare i miracoli, ma di istituire la Santissima Eucaristia, di fondare la Chiesa, di soffrire e di morire per riscattarci.
Se il cuore è per noi il centro in cui sono raccolte e il focolaio da cui s'irradiano le doti e le virtù, se sappiamo rendere omaggio al cuore delle persone particolarmente benefiche, quanto più non dobbiamo onorare il Cuore di Gesù come l'abisso, il santuario, il tabernacolo di tutte le virtù? Gli Inni dell'Ufficio e le Litanie le descrivono in numerose invocazioni che noi ripeteremo e mediteremo in questi giorni. E onde persuaderci ancor più dell'importanza e dell'utilità della devozione al Sacro Cuore, concludiamo ascoltando quanto scrive un certosino di Treviri morto nel 1461. Le sue parole saranno per noi un'indicazione di quello che dobbiamo fare per entrare nelle intenzioni della Chiesa che sono quelle stesse del suo celeste Sposo: "Se volete completamente e facilmente purificarvi dei vostri peccati, liberarvi delle vostre passioni e arricchirvi di tutti i beni… mettetevi alla scuola dell'eterna carità. Riponete, immergete spesso in ispirito... tutto il vostro cuore e la vostra mente nel Cuore dolcissimo di Nostro Signor Gesù Cristo in croce. Quel Cuore è pieno d'amore... Mediante lui noi abbiamo accesso al Padre nell'unità di spirito; egli abbraccia d'un immenso amore tutti gli eletti... In quel Cuore dolcissimo si trova ogni sorta di virtù, la fonte della vita, la consolazione perfetta, la vera luce che illumina ogni uomo, ma soprattutto chi ha fatto devotamente ricorso a Lui in ogni afflizione e necessità. Tutto il bene che si può desiderare lo si attinge abbondante in lui; ogni salvezza ed ogni grazia ci vengono da quel Cuore dolcissimo, e non da altrove. Esso è il focolare dell'amore divino che brucia sempre del fuoco dello Spirito Santo, che purifica, consuma e trasforma in sé tutti coloro che Gli sono uniti e che desiderano attaccarsi a Lui. Ora come ogni bene ci viene da questo Cuore dolcissimo di Gesù, così pure tutto dovete riferirvi... tutto restituirgli senza nulla attribuire a voi... In quello stesso Cuore confesserete i vostri peccati, domanderete perdono e grazia, loderete e ringrazierete... Per questo bacerete spesso con riconoscenza quel Cuore piissimo di Gesù inseparabilmente unito al Cuore divino, dove sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, un'immagine, voglio dire, sia di quel Cuore, sia del Crocifisso. Aspirerete senza posa a contemplarlo faccia a faccia confidandogli le vostre pene; attirerete così nel vostro cuore il suo spirito e il suo amore, le sue grazie e le sue virtù; a Lui ricorrerete nei beni e nei mali, in Lui avrete fiducia, a Lui vi attaccherete, in Lui abiterete, affinché, in cambio, si degni di porre la sua dimora nel vostro cuore; e qui infine dormirete dolcemente e riposerete nella pace. Poiché anche se i cuori di tutti i mortali vi abbandonassero, quel Cuore fedelissimo non vi ingannerà e non vi abbandonerà mai. E non trascurerete di onorare devotamente e di invocare anche la gloriosa Madre di Dio e dolcissima Vergine Maria, perché si degni di impetrarvi dal Cuore dolcissimo del suo Figliolo tutto quanto vi sarà necessario. In cambio, voi offrirete tutto al Cuore di Gesù attraverso le sue mani benedette" [3].

MESSA

EPISTOLA (Ef 3,8-19). - Fratelli: A me, il minimo dei santi, è stata concessa questa grazia di evangelizzare tra i Gentili le incomprensibili ricchezze di Cristo, e di illuminare tutti riguardo all'attuazione del mistero ascoso da secoli in Dio, il quale ha creato ogni cosa, affinché dai principati e dalle potestà sia conosciuta per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha mandato ad effetto per mezzo di Cristo Gesù Signor nostro, in cui abbiamo la fiducia di poterci avvicinare con tutta confidenza a Dio per mezzo della fede in lui. Quindi vi chiedo di non perdervi d'animo a motivo delle tribolazioni ch'io soffro per voi e che sono la vostra gloria. A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, da cui ogni famiglia e nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere mediante lo Spirito di lui potentemente corroborati nell'uomo inferiore, in modo che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori, e voi, radicati nella fede, fondati nella carità, possiate, con tutti i santi, comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, anzi possiate conoscere ciò che supera ogni scienza, la stessa carità di Cristo, in modo che siate ripieni di tutta la pienezza di Dio.

Il "Mistero di Cristo".
È giusto ricordare questa pagina luminosa in cui san Paolo ci svela in termini sublimi l'amore infinito di Dio per la sua creatura. Da tutta l'eternità è stato concepito da Dio un disegno che è come la ragione, la spiegazione, il motivo della creazione, e tale disegno consiste nel chiamare tutta l'umanità a partecipare alla vita di Cristo. Dio ha tanto amato gli uomini che ha dato loro il suo Figliolo unigenito affinché per lui e in lui diventino a loro volta suoi figli per l'eternità. Cristo con i suoi tesori di sapienza e di scienza; Cristo nel quale sono benedette tutte le genti, nel quale gli uomini sono salvati e fatti simili a lui nell'unità del suo corpo mistico; Cristo che abita in noi e ci fa vivere mediante la fede e l'amore, ecco dunque il mistero appena intravisto dai Patriarchi e dai Profeti e che il Nuovo Testamento ci rivela con incomparabile chiarezza. Ma il mistero di Cristo non si completa veramente che in noi e con la nostra cooperazione. Tutte le ricchezze messe così generosamente da Dio a nostra disposizione e di cui Cristo è la fonte, la Chiesa, i sacramenti, l'Eucaristia, non hanno altro fine che la santificazione di ciascuna delle nostre anime individualmente. Per questo l'Apostolo innalza a Dio una preghiera insistente, chiedendogli che le sue intenzioni di misericordia e d'amore non vengano meno davanti alla nostra ostinazione e alla nostra ribellione e che non sia reso vano in noi lo sforzo compiuto sul Calvario. Solenne si fa la sua supplica perché regni completamente in noi quella vita interiore che ci è stata data nel battesimo, l'uomo nuovo, il cristiano, il figlio di Dio, e questo attraverso la fine dell'uomo vecchio, mediante una costante adesione a Dio, una reale comunione di vita che sottometta a lui tutta la nostra attività. Allora la carità crescerà sovrana in noi, e il piano di Dio pienamente realizzato si compirà per noi fino alla beatitudine eterna.

VANGELO (Gv 19,31-37). - In quel tempo: I Giudei, affinché non restassero in croce i corpi nel sabato (che era Parasceve ed era solenne quel sabato) chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andaron quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro che eran con lui crocifissi; ma quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E chi vide lo ha attestato; e la sua testimonianza è vera. Ed egli sa di dire il vero, affinché voi pure crediate. Certamente, questo è avvenuto, affinché s'adempisse la Scrittura: Non gli romperete alcun osso. E un'altra Scrittura dice pure: Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto.

"Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto"! Ascoltiamo questo testo misterioso con il commosso raccoglimento della nostra santa madre Chiesa. Osserviamo la via donde essa è uscita. È appunto dal Cuore dell'Uomo-Dio che è nata. Non poteva avere altra origine, poiché è l'opera per eccellenza del suo amore, ed è appunto per questa Sposa che egli ha fatto tutte le altre opere. Eva fu tratta dal fianco di Adamo in un modo figurativo; ma non ne doveva restare traccia, perché fosse chiaro che la donna era stata tratta dall'uomo solo per un sublime mistero, e non vi si vedesse per lei inferiorità di natura. Ma nel Signore era giusto che la gloriosa traccia di quella uscita rimanesse, perché è una realtà. Bisogna che la sua Sposa, fondandosi su tale origine, possa continuamente far ricorso al suo amore, e sia sempre aperto davanti a lei il cammino perché raggiunga con sicurezza e con prontezza il suo Cuore in ogni cosa.
[1] L'ottava del Sacro Cuore è stata recentemente soppressa. Vedi nota per la Festa del Corpus Domini, p. 53.
[2] Opere, II, p. 48.
[3] Cfr. Etudes, CXXVII, p. 605.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 413-417.»







www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
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"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
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"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
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"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
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C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" - "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





"Como ovejas sin Pastor"
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": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
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"Home | Traditional Latin Mass Resources"
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“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
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"Sede Vacante -"
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

http://www.sodalitium.eu/wp-content/uploads/2016/08/Billet.juin19.pdf
“Apostolat de la prière : juin 2019. En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus.”
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COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
01-07-19, 00:37
29 GIUGNO 2019: ventinovesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO; NATALE DEI SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI…
Auguri di buon onomastico a tutti coloro che si chiamano Pietro e Paolo come i nostri gloriosi patroni e a tutti i sacerdoti - come Don Floriano Abrahamowicz ed alcuni dell'IMBC - integralmente cattolici ordinati il 29 giugno nel giorno dell’anniversario della loro ordinazione che coincide con la Festa dei due Santi Apostoli…
«Tu es Sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech...»!!!
Preghiamo nuovamente i due Santi Apostoli Pietro e Paolo e chiediamo la loro intercessione anche per poter riavere al più presto - quando Dio vorrà - una gerarchia cattolica degna di tal nome e soprattutto (dopo la tragica eclissi e rimozione temporanea del Papato che dura ormai da 6 decenni dalla morte di Papa Pio XII nel 1958) un vero, autentico e legittimo Successore di Pietro e Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo!!!
VIVA IL PAPATO E LA SANTA CHIESA CATTOLICA ROMANA!!!
SAN PIETRO, PRINCIPE DEGLI APOSTOLI E PRIMO PAPA; SAN PAOLO, APOSTOLO DELLE GENTI: PREGATE PER NOI!!!
Sancte Petre, ora pro nobis! Sancte Paule, ora pro nobis!
SANCTE PETRE, SANCTE PAULE, ORATE PRO NOBIS!!!



«29 GIUGNO SAN PIETRO E SAN PAOLO, APOSTOLI.»
Guéranger, L'anno liturgico - San Pietro e san Paolo, apostoli (http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29giu.htm





“29 giugno - Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.”
https://forum.termometropolitico.it/223205-29-giugno-solennita-dei-santi-apostoli-pietro-e-paolo.html
https://forum.termometropolitico.it/257966-29-giugno-festa-di-san-pietro-e-paolo.html
“Rassegna stampa nella festa di San Pietro e Paolo.”
https://forum.termometropolitico.it/68773-rassegna-stampa-nella-festa-di-san-pietro-e-paolo.html





http://www.sodalitium.biz/santi-pietro-paolo/
«29 giugno, Santi Pietro e Paolo Apostoli.
“A Roma il natale dei santi Apostoli Pietro e Paolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Nerone Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticano presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiense, e venerato con pari onore”.
O Santi Apostoli Pietro e Paolo, io vi eleggo oggi e per sempre come miei speciali protettori ed avvocati, e mi rallegro umilmente, tanto con voi, o San Pietro principe degli Apostoli, perchè siete quella pietra su cui Iddio edificò la sua Chiesa, che con voi, o San Paolo, prescelto da Dio per vaso di elezione e predicatore della verità, e vi prego di ottenermi viva fede, speranza ferma e carità perfetta, totale distacco da me stesso, disprezzo del mondo, pazienza nelle avversità e umiltà nelle prosperità, attenzione nell’orazione, purità di cuore, retta intenzione nell’operare, diligenza nell’adempiere gli obblighi del mio stato, costanza nei proponimenti, rassegnazione al volere di Dio, e perseveranza nella divina grazia sino alla morte. E così, mediante la vostra intercessione, ed i gloriosi vostri meriti, superate le tentazioni del mondo, del demonio e della carne, sia fatto degno di venire dinanzi al cospetto del supremo ed eterno Pastore delle anime, Gesù Cristo, il quale con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli, per goderlo ed amarlo eternamente. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/cropped-sts_peter_and_paul-1-300x188.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/cropped-sts_peter_and_paul-1-300x188.jpg



http://www.sodalitium.biz/della-festa-pietro-e-paolo/
«Catechismo Maggiore di San Pio X – Delle feste dei santi Apostoli, e in particolare dei santi Pietro e Paolo.»


Sodalitium - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sodalitium/)
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/48.pdf
«N. 48 – dicembre 1998 - La Tomba di Pietro e il primato di Roma.»
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/56.pdf
«N. 56 – settembre 2003 - Risposta al numero speciale de “La Tradizione cattolica” sul sedevacantismo.»
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/58.pdf
«N. 58 – aprile 2005 - Con Pietro o contro Pietro: “una tragica necessità d’opzione” - don Ugo Carandino.»


http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

"Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)"
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




Don Floriano Abrahamowicz in data odierna - 29 giugno 2019, Natale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo - festeggia i ventisette anni di sacerdozio!!! Auguro di cuore un felice anniversario a questo raro esemplare di coraggioso sacerdote integralmente cattolico, 29 giugno 1992 - 29 giugno 2019: 27 anni di sacerdozio, che Dio benedica don Floriano!!!


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»



http://www.cmri.org/ital-index.html
"Il Papato (S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI)"
Il Papato (S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI) (http://www.cmri.org/ital-97prog6.shtml)
http://www.cmri.org/ital-97prog6.shtml
“Il Papato di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI Festa dei Ss. Pietro e Paolo, 29 giugno 1997.”
"Per l’Anniversario della morte di Papa Pio XII."
Per l’Anniversario della morte di Papa Pio XII (http://www.cmri.org/ital-98prog9.html)
http://www.cmri.org/ital-98prog9.html



https://www.agerecontra.it/2019/06/feste-de-santi-apostoli-pietro-e-paolo-catechismo-e-preghiera/
"Feste de’ santi Apostoli Pietro e Paolo: catechismo e preghiera."
https://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2019/06/cropped-sts_peter_and_paul-1-300x188.jpg





29° giorno: Cuore sacerdotale ? Cuore profano ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/29-giorno-cuore-sacerdotale-cuore-profano/)
“29° giorno: Cuore sacerdotale – Cuore profano
CUORE SACERDOTALE
Il Cuore di Gesù è il cuore sacerdotale per eminenza.
In esso è la sorgente infinita del Sacerdozio. Nessun cuore può essere sacerdotale se non partecipando alla pienezza del Sacerdozio racchiusa nel Cuore di Gesù.
Il cuore sacerdotale è il cuore consacrato «a vantaggio degli uomini in tutte le cose di Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati…» (Eb 5,1-2).
Il Cuore di Gesù è stato l’altare e la vittima sublime per la gloria di Dio e per la salvezza degli uomini. Tutto l’amore per il Padre, tutto l’amore per noi, Gesù lo brucia sull’altare del suo adorabile Cuore. Tutto il dolore per le offese a Dio, tutto il dolore per le rovine delle anime, Gesù lo soffre nel suo adorabile Cuore. Tutte le offerte di riparazione a Dio e di espiazione per gli uomini, Gesù le trasforma in offerta sacerdotale di adorazione, lode, riparazione, propiziazione.
Cuore sacerdotale di Gesù, riempi i cuori dei tuoi Sacerdoti e fa che ti amino, per meritare anche il frutto particolare della tua promessa: «Ai sacerdoti darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
Ogni vocazione sacerdotale ha la sua radice nel Cuore di Gesù. Nessuno può diventare Sacerdote se non viene scelto e chiamato da Gesù: «Io ho scelto voi» (Gv 15,16). E deve essere grande l’amore del Cuore di Gesù verso i Sacerdoti, se la sera del Giovedì santo, nell’ultima Cena, allorché Egli istituì il Sacerdozio sacramentale, uscì in questa esclamazione: «Ho desiderato ardentemente fare questa Pasqua con voi, prima di soffrire» (Lc 22,15). Ed è per questo che il suo lamento più doloroso a santa Margherita fu quello riguardante i sacerdoti: «Quel che più mi è penoso, è di vedermi trattato così da cuori a me consacrati».
I Sacerdoti sono i prediletti del Cuore di Gesù, sono la porzione più preziosa del suo amore, sono i suoi ministri, i suoi amici, i suoi intimi. Beato chi è chiamato e chi corrisponde a questa scelta d’amore così personale!
Purtroppo anche in questo «molti sono i chiamati, pochi gli eletti» (Mt 20,16). Se san Giovanni Bosco dice che Dio chiama al Sacerdozio uno su tre ragazzi, è ben triste sapere che la corrispondenza a questa chiamata eccezionale è molto, molto scarsa, e sta calando ancora in modo pauroso, perché la maggior parte dei giovani corrono appresso alle chimere del mondo e vivono incatenati agli istinti più vergognosi della carne.
Cuore di Gesù, salva e santifica i tuoi Sacerdoti!
CUORE PROFANO
«Voi siete stirpe eletta, regale sacerdozio» (1Pt 2,9).
La Chiesa è formata di cristiani che costituiscono un popolo sacerdotale. Se il Sacerdozio fa volgere l’anima a Dio, per offrirgli «doni e sacrifici per i peccati» (Eb 5,1-2), un popolo sacerdotale è un popolo che è in comunione con Dio e fa ogni giorno le sue offerte a Dio in modo spirituale.
Un popolo sacerdotale è soprattutto un popolo che prega, che sta volentieri presso l’altare di Dio, che teme e ama Dio, che ha il senso del sacro, che orienta e trasporta tutto verso Dio: «Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate qualunque cosa, fate tutto per la gloria di Dio» (1Cor 10,31).
Se invece il cuore di un uomo è alieno dal rapporto con Dio, se è vuoto di richiami e aspirazioni a Dio, e non si trova affatto a suo agio nella preghiera, mentre è gonfio di interessi e di tensioni terrestri, questo cuore è tutt’altro che sacerdotale. È solo un cuore profano.
Il cuore profano è il cuore che non sente pressoché mai il bisogno di pregare, debole di fede, più debole ancora di fronte alla seduzione del peccato, che gli fa distruggere l’amicizia di Dio con la perdita della grazia divina.
Esso trova i suoi gusti solo nelle passioni per le creature, per lo sport e la politica, per la moda e le canzoni, per i soldi e i successi. Povero cuore pieno di fatuità!
E magari arriva a illudersi di essere religioso perché nel momento del bisogno si rivolge a Dio per rimedio ai guai.
«Non è così che dovete fare, se volete guarire» – diceva il santo Curato d’Ars a un giovane epilettico molto debole nella fede e nella morale.
Ad una pia signora che era andata da lui in pellegrinaggio per ottenere la guarigione di un parente, il santo Curato d’Ars disse: «Fate una novena di preghiera. Ma non so se il Signore vi ascolterà, perché in quella casa laggiù c’è tanta religione quanta in una scuderia di cavalli». E il giovane morì.
Proprio così. In tanti cuori di cristiani c’è tanta religione e fedeltà a Dio quanto in una «scuderia di cavalli».
Altro che cuori sacerdotali! Sono cuori profani, pieni solo di «carne e sangue» (Mt 16,17).
Se il nostro cuore ha 22 miliardi di cellule, con circa 100.000 battiti al giorno, e 40 milioni all’anno, quante di queste cellule e di questi battiti noi consacriamo ogni giorno a Gesù? Molto pochi, o forse neppure uno?
Esaminiamoci. Pensiamo a tutti i battiti del cuore che sciupiamo dietro le passioni di cui siamo schiavi: lo sport, il sesso, il denaro, lo studio, la politica, gli spettacoli, i divertimenti…, e capiremo come siamo lontani da una santa Teresina che non voleva perdere «neppure un atomo» del suo cuore senza darlo a Gesù.
Così sia il nostro cuore. Proteso verso il cielo. Pieno solo di Gesù, come ci dice san Paolo: «Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori» (Ef 3,17).
Proposito: Pregare molto il Sacro Cuore perché voglia donarci santi Sacerdoti.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”
Giugno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/category/spiritualita/mesi-meditati/giugno/)



https://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/29-giugno.htm
"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'. MEDITAZIONI E PREGHIERE."
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“«Ecco, o Roma, i due eroi che hanno fatto risplendere ai tuoi occhi il Vangelo di Cristo; in modo che tu che eri maestra di errore, sei diventata discepola della verità...Sebbene ti abbia occorso ottenere delle multipli vittorie per stendere per mare e per terra il tuo impero, inferiore è tuttavia il campo che ti ha sottomesso il lavoro delle tue guerre che quello conquistato dalla pace cristiana…Però, o Roma, ignoravi l'autore della tua elevazione; reggendo quasi tutte le nazioni, ti facevi la schiava degli errori di tutte queste nazioni; ed ti sembrava avere una grande religione, perché non rigettavi nessuno errore. Ma più eri fortemente incatenata dal demonio, più meravigliosa è stato la tua liberazione per il Cristo.» - San Leone.”






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“Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù --->”
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“Preghiera per la Festa del Cuore di Gesù --->”
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“Cuore Santissimo di Gesù fonte di ogni bene! --->”
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"Preghiera per la Francia alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo (28.6) --->"
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
29 giugno 2019, Santi Pietro e Paolo Apostoli (festa di precetto, non c'è l'astinenza).
+ O Santi Apostoli Pietro e Paolo, io vi eleggo oggi e per sempre come miei speciali protettori ed avvocati, e mi rallegro umilmente, tanto con voi, o San Pietro principe degli Apostoli, perchè siete quella pietra su cui Iddio edificò la sua Chiesa, che con voi, o San Paolo, prescelto da Dio per vaso di elezione e predicatore della verità, e vi prego di ottenermi viva fede, speranza ferma e carità perfetta, totale distacco da me stesso, disprezzo del mondo, pazienza nelle avversità e umiltà nelle prosperità, attenzione nell'orazione, purità di cuore, retta intenzione nell'operare, diligenza nell'adempiere gli obblighi del mio stato, costanza nei proponimenti, rassegnazione al volere di Dio, e perseveranza nella divina grazia sino alla morte. E così, mediante la vostra intercessione, ed i gloriosi vostri meriti, superate le tentazioni del mondo, del demonio e della carne, sia fatto degno di venire dinanzi al cospetto del supremo ed eterno Pastore delle anime, Gesù Cristo, il quale con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli, per goderlo ed amarlo eternamente. Così sia. +
Dalla bacheca di Don Ugo Carandino.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare i santi Apostoli Piétro e Pàolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Neróne Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticàno presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiènse, è venerato con pari onore. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questi immensi Santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i santi Apostoli Piétro e Pàolo possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
I Santi Pietro e Paolo, fustigatori di tutti gli eretici e protagonisti di un proselitismo incessante e poderosamente fruttifero, odiati dal mondo, finalmente coronati con la gloria del martirio per la loro integrale fedeltà a Cristo.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista, Agostino, Pietro e Paolo. Extra Ecclesiam nulla salus!”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
O come più viva è la nostra riconoscenza per te (Pietro), che ti degni di sostenerci così, in questo secolo insensato che, pretendendo di costruire nuovamente l’edificio sociale, volle stabilirlo sulla mobile sabbia delle opinioni umane, e che ha saputo moltiplicare soltanto i crolli e le rovine! La pietra che i moderni architetti hanno rigettata, è forse meno perciò la pietra angolare? E la sua virtù non appare forse appunto nel fatto che, rigettandola, è contro di essa che urtano e s’infrangono? https://www.sursumcorda.cloud/
Dal numero 167 di SVRSVM CORDA® del 30 giugno 2019. Indice dei contenuti:
- Comunicato numero 167. Gli operai della vigna del Signore;
- Saluto a San Pietro, fondamento della Chiesa (29.6);
- Dizionario biblico. Chi è l’Apostolo Pietro. Parte prima;
- Il culto reale che si rivolge a Cristo nel Suo Vicario (29.6);
- Dizionario di teologia morale. Alcuni attributi della Sovranità Pontificia;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Ilarione;
- Orazione a San Ladislao Re di Ungheria (27.6);
- Orazione alle Primizie dei tanti Martiri in Roma (24.6);
- Preghiera ai Santi Giovanni e Paolo, Martiri (26.6);
- Preghiera per l'Italia a San Guglielmo da Vercelli (25.06);
- Preghiera per la Francia alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo (28.6).”
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
29 giugno 1881. Papa Leone XIII condanna il mostruoso irragionevole errore, anche eresia, della cosiddetta sovranità popolare.
“Quantunque l’uomo, spinto da una certa superbia e arroganza cerchi spesso di spezzare i freni del comando, tuttavia non arrivò mai a potere non obbedire a nessuno. Infatti, in qualunque società e comunità umana è necessario che alcuni comandino, affinché la società, priva del principio o del capo che la regge, non si sfasci e non sia impedita di conseguire quel fine per il quale si formò e si costituì. Però se non si poté arrivare ad eliminare il potere dal seno della società civile, furono certo adoperate tutte le arti per togliere ad esso forza e sminuirne la maestà, e ciò principalmente nel secolo XVI, quando una funesta novità di opinioni infatuò moltissimi. Da quel tempo, la moltitudine non solo volle dare a se stessa una libertà più ampia, che fosse di uguaglianza, ma sembrò anche voler foggiare a proprio talento l’origine e la costituzione della società civile. Anzi, moltissimi dei tempi nostri, camminando sulle orme di coloro che nel secolo passato si diedero il nome di filosofi, dicono che ogni potere viene dal popolo: per cui coloro che esercitano questo potere non lo esercitano come proprio, ma come dato a loro dal popolo, e altresì alla condizione che dalla volontà dello stesso popolo, da cui il potere fu dato, possa venire revocato. Da costoro però dissentono i cattolici, i quali fanno derivare da Dio il diritto di comandare come da naturale e necessario principio....
Le dottrine inventate dai moderni circa la potestà politica recano già grandi calamità agli uomini, ed è da temere che apportino per l’avvenire mali estremi. Infatti, il non volere che il diritto di comandare derivi da Dio, altro non è che volere strappare dal potere politico il migliore splendore e privarlo delle sue forze maggiori. Quando poi lo fanno dipendere dall’arbitrio della moltitudine, asseriscono in primo luogo una fallace opinione, e in secondo luogo pongono il principato su un fondamento troppo leggero ed instabile. Conseguentemente, le passioni popolari, aizzate e stimolate da siffatte opinioni, insorgeranno più audacemente, e con grande rovina per la cosa pubblica trascenderanno in ciechi tumulti ed aperte sedizioni. Infatti, dopo la cosiddetta Riforma, i cui promotori e capi combatterono radicalmente con nuove dottrine la potestà sacra e civile, repentini tumulti ed audacissime ribellioni seguirono specialmente in Germania, e ciò con tanta deflagrazione di guerra civile e con tanta strage, che pareva non ci fosse alcun luogo immune da tumulti insanguinati. Da quella eresia ebbero origine nel secolo passato la falsa filosofia, quel diritto che chiamano nuovo, la sovranità popolare e quella trasmodante licenza che moltissimi ritengono la sola libertà. Da ciò si è arrivati alle finitime pesti che sono il Comunismo, il Socialismo, il Nichilismo, orrendi mali e quasi sterminio della società civile. Eppure molti si sforzano grandemente di diffondere la violenza di tanti mali, e con il pretesto di alleviare la moltitudine suscitano grandi incendi e rovine. Queste cose che ora ricordiamo non sono né ignote né molto lontane.” Da SS Leone XIII, Diuturnum illud.»







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/i-santi-apostoli-pietro-e-paolo.html?m=1
“I SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO.
Doppio di I classe con Ottava comune.
Paramenti rossi.
Tutta la Chiesa è in festa, perché «Dio ha consacrato questo giorno col martirio degli Apostoli Pietro e Paolo» (Orazione). Nelle due grandiose basiliche erette a Roma sulle tombe «di questi due Principi che hanno conquistato con la croce e la spada il loro posto nel senato eterno» (Inno dei Vespri), come in Catacumbas sulla via Appia, il Papa celebrava oggi solennemente la Messa stazionale. Più tardi, a causa della grande distanza che separa queste due chiese, si divise questa festa onorando più particolarmente san Pietro il 29 giugno e san Paolo il 30.
I)San Pietro, vescovo di Roma, è il vicario, cioè il luogotenente, il sostituto visibile del Cristo. Come mostrano il Prefazio, l'Alleluja, il Vangelo, l'Offertorio e l'Antifona della Comunione, gli Ebrei avevano respinto Gesù, e fecero lo stesso verso il suo successore (Epistola). Spostando allora il centro religioso del mondo, Pietro lasciò Gerusalemme per Roma, che divenne la città eterna e la sede di tutti i Papi.
II)San Pietro, primo Papa, «parla a nome del Cristo» che gli ha comunicato la sua infallibilità dottrinale. Quindi non la carne e il sangue lo guidano, ma il Padre celeste, che non permette che le porte dell'Inferno prevalgano contro la Chiesa, di cui egli è il fondamento (Vangelo).
III)San Pietro, ricevendo le chiavi, è preposto al «regno dei cieli» sulla terra, cioè alla Chiesa, «e regna in nome del Cristo», che lo ha investito della sua potenza e della sua autorità suprema (Vangelo).
I nomi di san Pietro e di san Paolo aprono la lista degli Apostoli nel Canone della Messa (1° elenco).
Con la Chiesa, che non cessava di rivolgere preghiere a Dio per Pietro (Epistola), preghiamo per il suo successore, «il servo di Dio, il nostro Santo Padre, il Papa» (Canone della Messa).

INTROITUS
Acts 12:11 - Nunc scio vere, quia misit Dóminus Angelum suum: et erípuit me de manu Heródis et de omni exspectatióne plebis Iudæórum ~~ Ps 138:1-2 - Dómine; probásti me et cognovísti me: tu cognovísti sessiónem meam et resurrectiónem meam. ~~ Nunc scio vere, quia misit Dóminus Angelum suum: et erípuit me de manu Heródis et de omni exspectatióne plebis Iudæórum

Act 12:11 - Adesso riconosco veramente che il Signore ha mandato il suo Angelo: e mi ha liberato dalle mani di Erode e da ogni attesa dei Giudei. ~~ Ps 138:1-2 - Signore, tu mi scruti e mi conosci: conosci il mio riposo e il mio cammino. ~~ Gloria ~~ Adesso riconosco veramente che il Signore ha mandato il suo Angelo: e mi ha liberato dalle mani di Erode e da ogni attesa dei Giudei.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui hodiérnam diem Apostolórum tuórum Petri et Pauli martýrio consecrásti: da Ecclésiæ tuæ, eórum in ómnibus sequi præcéptum; per quos religiónis sumpsit exórdium. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che consacrasti questo giorno col martirio dei tuoi Apostoli Pietro e Paolo: concedi alla tua Chiesa di seguire in ogni cosa i precetti di coloro, per mezzo dei quali ebbe principio la religione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Actuum Apostolórum.
Act 12:1-11
In diébus illis: Misit Heródes rex manus, ut afflígeret quosdam de ecclésia. Occidit autem Iacóbum fratrem Ioánnis gládio. Videns autem, quia placeret Iudaeis, appósuit, ut apprehénderet et Petrum. Erant autem dies azymórum. Quem cum apprehendísset, misit in cárcerem, tradens quatuor quaterniónibus mílitum custodiéndum, volens post Pascha prodúcere eum pópulo. Et Petrus quidem servabátur in cárcere. Orátio autem fiébat sine intermissióne ab ecclésia ad Deum pro eo. Cum autem productúrus eum esset Heródes, in ipsa nocte erat Petrus dórmiens inter duos mílites, vinctus caténis duábus: et custódes ante óstium custodiébant cárcerem. Et ecce, Angelus Dómini ástitit: et lumen refúlsit in habitáculo: percussóque látere Petri, excitávit eum, dicens: Surge velóciter. Et cecidérunt caténæ de mánibus eius. Dixit autem Angelus ad eum: Præcíngere, et cálcea te cáligas tuas. Et fecit sic. Et dixit illi: Circúmda tibi vestiméntum tuum, et séquere me. Et éxiens sequebátur eum, et nesciébat quia verum est, quod fiébat per Angelum: existimábat autem se visum vidére. Transeúntes autem primam et secundam custódiam, venérunt ad portam férream, quæ ducit ad civitátem: quæ ultro apérta est eis. Et exeúntes processérunt vicum unum: et contínuo discéssit Angelus ab eo. Et Petrus ad se revérsus, dixit: Nunc scio vere, quia misit Dóminus Angelum suum, et erípuit me de manu Heródis et de omni exspectatióne plebis Iudæórum.

In quei giorni, il re Erode mise le mani su alcuni membri della Chiesa per maltrattarli. Uccise di spada Giacomo, fratello di Giovanni. E, vedendo che ciò piaceva ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano allora i giorni degli azzimi. Arrestatolo, lo mise in prigione, dandolo in custodia a quattro squadre di quattro soldati ciascuna, volendo farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Pietro, dunque, era custodito nella prigione; ma la Chiesa faceva continua orazione a Dio per lui. Ora, la notte precedente al giorno che Erode aveva stabilito per farlo comparire innanzi al popolo, Pietro, legato da due catene, dormiva fra due soldati, e le sentinelle alla porta custodivano la prigione. Ed ecco apparire un Angelo del Signore e una gran luce splendere nella cella. Toccando Pietro al fianco, lo riscosse, dicendo: Alzati in fretta. E gli caddero le catene dalle mani. L’Angelo gli disse: Mettiti la cintura e infilati i sandali. Pietro obbedì. E l’Angelo: Buttati addosso il mantello e seguimi. Ed egli uscì e lo seguì, senza rendersi conto di quel che l’Angelo gli faceva fare, parendogli un sogno. Oltrepassata la prima e la seconda guardia, giunsero alla porta di ferro che mette in città, ed essa si aprí da sé davanti a loro. E usciti, si avviarono per una strada, e improvvisamente l’Angelo partì da lui. Pietro, allora, tornato in sé, disse: Adesso riconosco davvero che il Signore ha mandato il suo Angelo e mi ha liberato dalle mani di Erode, e da ogni attesa dei Giudei.

GRADUALE
Ps 44:17-18
Constítues eos príncipes super omnem terram: mémores erunt nóminis tui. Dómine.
V. Pro pátribus tuis nati sunt tibi fílii: proptérea pópuli confítebúntur tibi.

Li costituirai principi sopra tutta la terra: essi ricorderanno il tuo nome, o Signore.
V. Ai padri succederanno i figli; perciò i popoli Ti loderanno.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia.
Matt 18:18
Tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam. Allelúia.

Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19
In illo témpore: Venit Iesus in partes Cæsaréæ Philippi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Ioánnem Baptístam, alii autem Elíam, álii vero Ieremíam aut unum ex Prophétis. Dicit illis Iesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Iesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Iona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam, et portæ ínferi non prævalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

In quel tempo: Gesù, venuto nei dintorni di Cesarea di Filippo, cosí interrogò i suoi discepoli: Gli uomini chi dicono che sia il Figlio dell’uomo? Essi risposero: Alcuni dicono che è Giovanni Battista, altri Elia, altri ancora Geremia o qualche altro profeta. Disse loro Gesù: E voi, chi dite che io sia? Simone Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente. E Gesù: Beato sei tu, Simone figlio di Giona, perché non la carne o il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Io darò a te le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto anche nei cieli.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 44:17-18
Constítues eos príncipes super omnem terram: mémores erunt nóminis tui, Dómine, in omni progénie et generatióne.

Li costituirai principi su tutta la terra: essi ricorderanno il tuo nome, o Signore, di generazione in generazione.

SECRETA
Hóstias, Dómine, quas nómini tuo sacrándas offérimus, apostólica prosequátur orátio: per quam nos expiári tríbuas et deféndi. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Le offerte, o Signore, che Ti presentiamo, affinché siano consacrate al tuo nome, vengano accompagnate dalla preghiera degli Apostoli, mediante la quale Tu ci conceda perdono e protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE APOSTOLIS
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor ætérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti præésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

COMMUNIO
Matt 16:18
Tu es Petrus, ei super hanc petram aedificabo Ecclésiam meam.

Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quos coelésti, Dómine, alimento satiásti: apostólicis intercessiónibus ab omni adversitáte custódi. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Quelli, o Signore, che Tu saziasti di un alimento celeste, per intercessione degli Apostoli, proteggili contro ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.”



“L'ANGOLO PATRISTICO.
Sermone di san Leone Papa.
Sermone 1 sul natale degli Apostoli Pietro e Paolo.
Senza dubbio, dilettissimi, il mondo intero prende parte a tutte le nostre sante solennità, e la pietà d'una stessa fede esige che si celebri in ogni luogo con gioia comune ciò che si commemora compiuto per la salvezza di tutti. Tuttavia la festa odierna, oltre la venerazione che s'è acquistata per tutto il mondo, deve avere nella nostra Città un culto speciale ed un'allegrezza particolare; così che là dove i principi degli Apostoli morirono sì gloriosamente, ci sia ancora, il giorno del loro martirio, maggiore esplosione di gioia. Perché son dessi, o Roma, gli eroi che fecero risplendere ai tuoi occhi il Vangelo di Cristo; e che da maestra dell'errore, ti resero discepola della verità.
Son dessi i tuoi padri, i veri pastori, che, per introdurti nel regno celeste han saputo fondarti molto meglio e ben più felicemente di coloro che ebbero cura di porre le prime fondamenta delle tue mura; dei quali colui che ti diede il nome si macchiò dell'uccisione del proprio fratello. Son dessi, che ti hanno innalzata a tanta gloria, che, divenuta nazione santa, popolo eletto, città sacerdotale e reale e, per la Sede augusta del beato Pietro, la capitale del mondo intero, stendi la tua supremazia, grazie alla religione divina, assai più lontano che non fu per la dominazione terrena. Dacché, sebbene resa potente da molte vittorie, avessi steso il diritto del tuo impero e su terre e su mari, tuttavia quello che ti assoggettarono le fatiche della guerra è assai meno di quello che ti ha sottomesso la pace cristiana.
D'altra parte conveniva assai meglio col piano dell'opera divina, che molti regni fossero riuniti sotto un medesimo impero, perché così la predicazione avesse facile accesso e pronta diffusione fra i popoli sottomessi alla autorità suprema d'una stessa città. Ma allorquando questa città, ignara dell'autore della sua elevazione, dominava su quasi tutte le nazioni, essa era schiava di tutti gli errori; e perché non ne rigettava alcuno, credeva di potersi attribuire molta religiosità. Quindi quanto più strettamente il diavolo la teneva incatenata, tanto più mirabilmente è stata da Cristo liberata.
Omelia di san Girolamo Prete.
Libro 3 Commento su Matteo, cap. 16.
Giustamente egli domanda: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» (Matth. 16:13) poiché quelli che non vedono in lui che il figlio dell'uomo, sono infatti degli uomini; ma quelli che riconoscono la sua divinità, son detti dii, e non uomini. «Ed essi risposero: «Alcuni dicono ch'è Giovanni Battista, altri Elia» (Matth. 16:14). Mi meraviglio che certi interpreti cerchino le cause di questi errori, e vogliano stabilire con discussioni lunghissime, perché alcuni hanno pensato nostro Signore Gesù Cristo essere Giovanni, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti; avendo essi potuto sbagliare prendendolo per Elia e Geremia allo stesso modo che sbagliò Erode prendendolo per Giovanni quando disse: «Questi è quel Giovanni, a cui io tagliai la testa: egli è risorto dai morti, e perciò in lui si operano dei miracoli» (Matth. 6:15).
«E voi chi dite ch'io sia?» (Matth. 6:15). Lettore intelligente, bada che e da quel che segue e dal testo del discorso gli Apostoli non sono punto chiamati uomini, ma dii. Perché, dopo aver detto: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» soggiunge: «E voi chi dite ch'io sia?» (Matth. 16:13). Mentre gli altri, perché sono uomini, pensano di me cose affatto umane, voi che siete dii, chi credete ch'io sia? Pietro a nome di tutti gli Apostoli fa questa professione di fede: «Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Matth. 16:16). Dice, del Dio vivente, per distinguerlo dagli altri dèi, che passano per dèi, ma che sono morti.
E Gesù rispondendogli disse: «Beato te, Simone, Figlio di Giona» (Matth. 16:17). Egli ripagò la testimonianza resagli dall'Apostolo. Pietro aveva detto: «Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente»; la confessione della verità è ricompensata: «Beato te, Simone, figlio di Giona». Perché? «Perché non te l'ha rivelato né la natura né l'istinto, ma te l'ha rivelato il Padre» (Ibi). Ciò che non ha potuto rivelare né la natura né l'istinto, l'ha rivelato la grazia dello Spirito Santo. In seguito dunque alla professione di fede, egli riceve un nome in cui si trova espressa la rivelazione dello Spirito Santo, del quale merita anche d'essere detto figlio. Difatti Bar-Jona nella nostra lingua è lo stesso che Figlio della colomba.”
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“29 giugno 2019: Festa dei Santi Pietro e Paolo (Doppio di prima classe con Ottava comune - Festa di precetto).”
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“Il 29 giugno 1943 Pio XII pubblicava l’ Enciclica “Mystici Corporis” sulla Chiesa. Insegnava infallibilmente il santo Pontefice: «A definire e descrivere questa verace Chiesa di Cristo - che è la Chiesa Santa, Cattolica, Apostolica, Romana - (cfr. Conc. Vat. , Const. de Fide cath., cap. I), nulla si trova di più nobile, di più grande, di più divino di quell'espressione con la quale essa vien chiamata "il Corpo mistico di Gesù Cristo"; espressione che scaturisce e quasi germoglia da ciò che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri».”


«[SACERDOS IN AETERNUM] 1992-2019: un cordialissimo augurio a Don Floriano Abrahamowicz per l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale.»


“Il Rinnegamento di San Pietro: una messa a punto teologica di Clemente LECUYER (7 gennaio 2015)”
https://www.radiospada.org/2016/04/il-rinnegamento-di-sanpietro-una-messa-a-punto-teologica/
"Ma non abbiamo sempre avuto “cattivi Papi”?"
https://www.radiospada.org/2016/04/ma-non-abbiamo-sempre-avuto-cattivi-papi/

https://www.radiospada.org/2019/06/reliquie-di-s-pietro-allo-scismatico-bartolomeo-di-costantinopoli/
“Reliquie di S. Pietro allo scismatico Bartolomeo di Costantinopoli.”

https://www.radiospada.org/2019/06/lantico-rito-della-chinea/
«“Tu es pastor óvium, princeps Apostolórum: tibi trádidit Deus ómnia regna mundi“
Come sappiamo dall’insegnamento pontificio, la Chiesa e il suo Capo visibile il Papa, oltre alla potestà in spiritualibus, detengono anche quella in temporalibus. Insomma, riprendendo l’immortale testo di Bonifacio VIII, confermato dal Lateranense V e ripreso fino a Pio XII: “Entrambe le spade son quindi nella potestà della Chiesa, la spada spirituale cioè e materiale. Questa dev’essere impugnata in favore della Chiesa, quella dalla Chiesa; quella dal sacerdote, quella dalla mano dei re e dei militi, ma al comando e con la condiscendenza del sacerdote” [1].
Una manifestazione cerimoniale di questa potestà temporale era l’omaggio della chinea che annualmente aveva luogo nella Basilica Vaticana ai primi vespri della solennità dei Santi Pietro e Paolo. (...)»
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https://www.radiospada.org/tag/primato-di-pietro/
https://www.radiospada.org/tag/san-pietro/
https://www.radiospada.org/2017/06/la-romanita-della-chiesa-da-cesarea-di-filippo-al-dominium-mundi/
https://www.radiospada.org/2016/04/ma-non-abbiamo-sempre-avuto-cattivi-papi/
https://www.radiospada.org/2014/06/un-nuovo-contributo-sul-dibattito-sulluna-cum/

https://www.radiospada.org/2019/06/difunde-tu-fe-catolica-san-pedro-y-san-pablo-apostoles-y-martires-columnas-de-la-iglesia/
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www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" - "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/



https://moimunanblog.com/





https://www.truerestoration.org/


"The Catholic Teaching on the Papacy – Novus Ordo Watch
https://novusordowatch.org/the-catholic-papacy/
https://novusordowatch.org/2019/06/bishop-sanborn-history-of-christendom/
"The Papacy & the Passion of the Church."
https://novusordowatch.org/2017/02/papacy-passion-of-church-fatima-conference-2016/
https://novusordowatch.org/2018/03/from-protestant-pastor-to-sedevacantist/
https://novusordowatch.org/2018/12/like-sheep-without-shepherd-fatima-conference-2018/
Now What? How to be a real Catholic today
https://novusordowatch.org/now-what/
What has happened to the Catholic Church? START HERE to find out
https://novusordowatch.org/start-here/
Cardinal Manning explains the coming Great Apostasy — in 1861!
https://novusordowatch.org/2015/04/the-pope-and-the-antichrist/
Making sense of it all: The Papacy and the Passion of the Church
https://novusordowatch.org/2017/02/papacy-passion-of-church-fatima-conference-2016/
Have the Gates of Hell prevailed? The Papacy and Sedevacantism
https://novusordowatch.org/2015/12/have-gates-of-hell-prevailed/
We had been Warned: Predictions and Prophecies regarding our times
https://novusordowatch.org/we-had-been-warned/
https://novusordowatch.org/faqs/ "





https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/


https://fidecatholica.wordpress.com/


https://militesvirginismariae.wordpress.com/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

http://www.sodalitium.eu/wp-content/uploads/2016/08/Billet.juin19.pdf
“Apostolat de la prière : juin 2019. En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus.”
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https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61354082_880458195620195_2891817118372724736_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=f65cf7c7c218c34c2a1e00abdea7c70a&oe=5D5AD45D



29 juin : Saints Pierre et Paul, Apôtres :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/29-juin-saints-pierre-et-paul)
“29 juin : Saints Pierre et Paul, Apôtres.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/1015/2978/0917/06_29_pietro_e_paolo.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/1015/2978/0917/06_29_pietro_e_paolo.jpg




SANCTE PETRE, SANCTE PAULE, ORATE PRO NOBIS!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!! COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
01-07-19, 03:27
30 GIUGNO 2019: trentesimo ed ultimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO; Commemorazione di San Paolo Apostolo, infra l'Ottava dei Ss. Pietro e Paolo, DOMENICA NELL’OTTAVA DEL SACRO CUORE…



«DOMENICA TERZA DOPO LA PENTECOSTE.»
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm





“30 giugno: Commemorazione di San Paolo apostolo.”
https://forum.termometropolitico.it/355894-30-giugno-commemorazione-di-s-paolo-apostolo-29.html
https://forum.termometropolitico.it/589781-30-giugno-commemorazione-di-s-paolo.html

"Il sacro Cuore di Gesù."
https://forum.termometropolitico.it/730912-sacro-cuore-di-gesu-7.html
https://forum.termometropolitico.it/221001-il-sacro-cuore-di-gesu-8.html
https://forum.termometropolitico.it/270131-sacro-cuore-di-gesu-11.html





SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (Treviso) stamattina 30 GIUGNO 2019, DOMENICA NELL’OTTAVA DEL SACRO CUORE:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Domenica nell'ott. del S. Cuore (Santa Messa)
Domenica nell'ott. Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=07WAmUjSgj8
Domenica della ss. Trinità (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Lzd7hoDgFBk
Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=QQlB5gTdzPI
Domenica di Pentecoste 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UEvB9s3xZN0
Domenica dell'ott. dell'Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=gfVR56Rm-9A
Domenica dell'ottava dell'Ascensione - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=AIlnBCH2M-A
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Xo3vvej3nT8
V domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=gMHZKktvVXE
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=BnTn5tCbAgw
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UnnMVHLXOr4
III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».


31esimo anniversario delle Consacrazioni Episcopali compiute il 30 giugno 1988 da Mons. Marcel François Lefebvre (Tourcoing, 29 novembre 1905 – Martigny, 25 marzo 1991) e Mons. Antônio de Castro Mayer (Campinas, 29 novembre 1904 – Campos, 25 aprile 1991)....
A tal proposito, leggersi questa significativa intervista di un decennio fa ad Araì Daniele di Don Floriano Abrahamowicz:


https://www.radiospada.org/2018/05/ad-fontes-arai-daniele-e-monsignor-de-castro-mayer-una-vecchia-intervista/
"Don Floriano Abrahamowicz
Intervista esclusiva al Prof. Arai Daniele:
L’eredità spirituale di Mons. De Castro Mayer."



SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”



Commemorazione di San Paolo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/commemorazione-san-paolo/)
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/San-Paolo-1-300x225.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/San-Paolo-1-300x225.jpg







“FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”
Giugno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/category/spiritualita/mesi-meditati/giugno/)


"GIUGNO: IL MESE DEL SACRO CUORE DI GESU'. MEDITAZIONI E PREGHIERE."
https://www.preghiereperlafamiglia.it/mese-di-giugno-con-il-sacro-cuore.htm
http://www.preghiereperlafamiglia.it/images/sacro-cuore.jpg







https://www.agerecontra.it/2019/06/disponibile-il-numero-167-di-sursum-corda-del-30-giugno-2019/
«Disponibile il numero 167 di Sursum Corda del 30 giugno 2019.
Sul sito è disponibile il numero 167 (del giorno 30 giugno 2019) di Sursum Corda®. Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati e Sostenitori. Clicca qui per gli ultimi articoli leggibili gratuitamente sul sito:– Comunicato numero 167. Gli operai della vigna del Signore; – Saluto a San Pietro, fondamento della Chiesa (29.6); – Dizionario biblico. Chi è l’Apostolo Pietro. Parte prima; – Il culto reale che si rivolge a Cristo nel Suo Vicario (29.6); – Dizionario di teologia morale. Alcuni attributi della Sovranità Pontificia; – Vita e detti dei Padri del deserto: Ilarione; – Orazione a San Ladislao Re di Ungheria (27.6); – Orazione alle Primizie dei tanti Martiri in Roma (24.6); – Preghiera ai Santi Giovanni e Paolo, Martiri (26.6); – Preghiera per l’Italia a San Guglielmo da Vercelli (25.06); – Preghiera per la Francia alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo (28.6). fonte – https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-167.html »




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“Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù --->”
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“Preghiera per la Festa del Cuore di Gesù --->”
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“Cuore Santissimo di Gesù fonte di ogni bene! --->”
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"Preghiera per la Francia alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo (28.6) --->"
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
O come più viva è la nostra riconoscenza per te (Pietro), che ti degni di sostenerci così, in questo secolo insensato che, pretendendo di costruire nuovamente l’edificio sociale, volle stabilirlo sulla mobile sabbia delle opinioni umane, e che ha saputo moltiplicare soltanto i crolli e le rovine! La pietra che i moderni architetti hanno rigettata, è forse meno perciò la pietra angolare? E la sua virtù non appare forse appunto nel fatto che, rigettandola, è contro di essa che urtano e s’infrangono? https://www.sursumcorda.cloud/
Dal numero 167 di SVRSVM CORDA® del 30 giugno 2019. Indice dei contenuti:
- Comunicato numero 167. Gli operai della vigna del Signore;
- Saluto a San Pietro, fondamento della Chiesa (29.6);
- Dizionario biblico. Chi è l’Apostolo Pietro. Parte prima;
- Il culto reale che si rivolge a Cristo nel Suo Vicario (29.6);
- Dizionario di teologia morale. Alcuni attributi della Sovranità Pontificia;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Ilarione;
- Orazione a San Ladislao Re di Ungheria (27.6);
- Orazione alle Primizie dei tanti Martiri in Roma (24.6);
- Preghiera ai Santi Giovanni e Paolo, Martiri (26.6);
- Preghiera per l'Italia a San Guglielmo da Vercelli (25.06);
- Preghiera per la Francia alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo (28.6).»
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“Introibo ad altare Dei. Domenica 30 giugno 2019, domenica nell'ottava del Corpus Domini (III dopo la Pentecoste) e Commemorazione di san Paolo Apostolo. All'oratorio di Potenza S. Messa alle ore 19,30. Per le altre S. Messe dell'IMBC: Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/) ”
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«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/iii-domenica-dopo-pentecoste.html?m=1
«DOMINICA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI QUÆ EST III POST PENTECOSTEN
(Domenica infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo che è la III dopo Pentecoste)
III DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Questa domenica, che provvidenzialmente si trova tra l’ottava del Sacro Cuore di Gesù, è un inno alla Misericordia di Dio. Il demonio assale continuamente l’uomo e molte volte gli cediamo col peccato. Allora la misericordia del Buon Pastore a cui dobbiamo ricorrere nel nostro misero stato di peccatori ci viene in aiuto, si prende cura di noi, pecorelle perdute, e ci strappa dalle grinfie del Diavolo, ricollocandoci fra le sue pecorelle.
PROPRIUM MISSAE
INTROITUS
Ps 24:16; 24:18 - Réspice in me et miserére mei, Dómine: quóniam únicus et pauper sum ego: vide humilitátem meam et labórem meum: et dimítte ómnia peccáta mea, Deus meus. ~~ Ps 24:1-2 - Ad te, Dómine, levávi ánimam meam: Deus meus, in te confído, non erubéscam. ~~ Glória ~~ Réspice in me et miserére mei, Dómine: quóniam únicus et pauper sum ego: vide humilitátem meam et labórem meum: et dimítte ómnia peccáta mea, Deus meus.
Ps 24:16; 24:18 - Guarda a me, e abbi pietà di me, o Signore: perché solo e povero io sono: guarda alla mia umiliazione e al mio travaglio, e rimetti tutti i miei peccati, o Dio mio. ~~ Ps 24:1-2 - A te, o Signore, elevo l’anima mia: Dio mio, confido in te, ch’io non resti confuso. ~~ Gloria. ~~ Guarda a me, e abbi pietà di me, o Signore: perché solo e povero io sono: guarda alla mia umiliazione e al mio travaglio, e rimetti tutti i miei peccati, o Dio mio.
Gloria

ORATIO
Orémus.
Protéctor in te sperántium, Deus, sine quo nihil est válidum, nihil sanctum: multíplica super nos misericórdiam tuam; ut, te rectóre, te duce, sic transeámus per bona temporália, ut non amittámus ætérna. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Protettore di quanti sperano in te, o Dio, senza cui nulla è stabile, nulla è santo: moltiplica su di noi la tua misericordia, affinché, sotto il tuo governo e la tua guida, passiamo tra i beni temporali cosí da non perdere gli eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Petri Apóstoli.
1 Pet 5:6-11
Caríssimi: Humiliámini sub coténti manu Dei, ut vos exáltet in témpore visitatiónis: omnem sollicitúdinem vestram proiiciéntes in eum, quóniam ipsi cura est de vobis. Sóbrii estote et vigiláte: quia adversárius vester diábolus tamquam leo rúgiens circuit, quærens, quem dévoret: cui resístite fortes in fide: sciéntes eándem passiónem ei, quæ in mundo est, vestræ fraternitáti fíeri. Deus autem omnis grátiæ, qui vocávit nos in ætérnam suam glóriam in Christo Iesu, módicum passos ipse perfíciet, confirmábit solidabítque. Ipsi glória et impérium in saecula sæculórum. Amen.

Carissimi: Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti nel tempo della sua visita: e affidate a Lui ogni vostra preoccupazione, poiché Egli stesso ha cura di voi. Siate sobrii e vigilate, poiché il vostro nemico, il diavolo, vi circonda come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno: ad esso resistete forti nella fede; sapendo che le medesime sofferenze hanno i vostri fratelli sparsi per il mondo. Tuttavia, il Dio di ogni grazia, che ci ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesú, ci perfezionerà dopo che avremo sofferto un poco, e ci confermerà nella fede, ci irrobustirà. A Lui gloria e impero nei secoli dei secoli. Amen.

GRADUALE
Ps 54:23; 54:17; 54:19
Iacta cogitátum tuum in Dómino: et ipse te enútriet.
V. Dum clamárem ad Dóminum, exaudívit vocem meam ab his, qui appropínquant mihi

Affida ogni tua preoccupazione al Signore: ed Egli ti nutrirà.
V. Mentre invocavo il Signore, ha esaudito la mia preghiera, liberandomi da coloro che mi circondavano.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia
Ps 7:12
Deus iudex iustus, fortis et pátiens, numquid iráscitur per síngulos dies? Allelúia.

Alleluia, alleluia
Iddio, giudice giusto, forte e paziente, si adira forse tutti i giorni? Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 15:1-10
In illo témpore: Erant appropinquántes ad Iesum publicáni et peccatóres, ut audírent illum. Et murmurábant pharisaei et scribæ, dicéntes: Quia hic peccatóres recipit et mandúcat cum illis. Et ait ad illos parábolam istam, dicens: Quis ex vobis homo, qui habet centum oves: et si perdíderit unam ex illis, nonne dimíttit nonagínta novem in desérto, et vadit ad illam, quæ períerat, donec invéniat eam? Et cum invénerit eam, impónit in húmeros suos gaudens: et véniens domum, cónvocat amícos et vicínos, dicens illis: Congratulámini mihi, quia invéni ovem meam, quæ períerat? Dico vobis, quod ita gáudium erit in coelo super uno peccatóre poeniténtiam agénte, quam super nonagínta novem iustis, qui non índigent poeniténtia. Aut quæ múlier habens drachmas decem, si perdíderit drachmam unam, nonne accéndit lucérnam, et evérrit domum, et quærit diligénter, donec invéniat? Et cum invénerit, cónvocat amícas et vicínas, dicens: Congratulámini mihi, quia invéni drachmam, quam perdíderam? Ita dico vobis: gáudium erit coram Angelis Dei super uno peccatóre poeniténtiam agénte.

In quel tempo: Si erano accostati a Gesù pubblicani e peccatori per ascoltarlo. E scribi e farisei mormoravano, dicendo: Riceve i peccatori e mangia con essi. Allora egli disse questa parabola: Chi di voi, avendo cento pecore, perdutane una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella smarrita finché la ritrova? E ritrovatala, non la pone contento sulle spalle e, tornato a casa, raduna amici e vicini, dicendo loro: Congratulatevi con me, perché ho ritrovata la pecora che si era smarrita? Io vi dico che in cielo vi sarà più gioia per un peccatore che fa penitenza, che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza. E qual è quella donna che, avendo dieci dracme, se ne avrà perduta una, non accende la lucerna e non spazza tutta la casa e non cerca diligentemente finché non la ritrova? E appena l’avrà ritrovata non chiama le amiche e le vicine, dicendo loro: Congratulatevi con me, perché ho ritrovata la dracma che avevo perduta? Io vi dico che vi sarà un grande gaudio tra gli Angeli di Dio per un peccatore che fa penitenza.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 9:11-12 9:13
Sperent in te omnes, qui novérunt nomen tuum, Dómine: quóniam non derelínquis quæréntes te: psállite Dómino, qui hábitat in Sion: quóniam non est oblítus oratiónem páuperum.

Sperino in te quanti ti conobbero, o Signore: tu non abbandoni chi ti cerca. Salmodiate al Signore che abita in Sion perché non ha dimenticato l’orazione dei poveri.

SECRETA
Réspice, Dómine, múnera supplicántis Ecclésiæ: et salúti credéntium perpétua sanctificatióne suménda concéde. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Guarda, o Signore, ai doni della Chiesa che ti supplica, e con la tua grazia incessante, fa che siano ricevuti per la salvezza dei fedeli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

COMMUNIO
Luc 15:10.
Dico vobis: gáudium est Angelis Dei super uno peccatóre poeniténtiam agénte.

Vi dico: che grande gaudio vi è tra gli Angeli per un peccatore che fa penitenza.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sancta tua nos, Dómine, sumpta vivíficent: et misericórdiæ sempitérnæ praeparent expiátos. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
I tuoi santi misteri che abbiamo ricevuto, o Signore, ci vivifichino, e, purgandoci dai nostri falli, ci preparino all’eterna misericordia.Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.»
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“30 giugno 2019: DOMENICA infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
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“30 giugno 2019: infra l'Ottava dei Ss. Pietro e Paolo.”
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“30 giugno 2019: Commemorazione di San Paolo apostolo.”
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«[GLORIE DEL CARDINALATO] Venerabile Cesare Baronio (Sora, 30 ottobre 1538 – Roma, 30 giugno 1607), della Congregazione dell'Oratorio, Cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo, Bibliotecario di Santa Romana Chiesa . Discepolo di San Filippo Neri fu il suo primo successore. Uomo di grande erudizione, ricevette da Gregorio XIII l’alto incarico di rivedere il “Martyrologium Romanum”, ma soprattutto rifulse per la composizione degli “Annales Ecclesiastici”, scritti in contrapposizione alle eretiche Centurie di Magdeburgo.»
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https://www.radiospada.org/2019/05/leone-xiii-e-la-consacrazione-del-genere-umano-al-sacro-cuore-di-gesu/
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https://www.radiospada.org/2019/06/a-san-paolo-per-lapostolato-della-buona-stampa/
“O gloriosissimo Apostolo, che con tanto zelo Vi adoperaste per distruggere in Efeso quegli scritti che ben conoscevate avrebbero pervertito la mente dei fedeli: deh! vogliate anche al presente volgere su di noi benigno lo sguardo. Voi vedete come una stampa miscredente e senza freno si attenti a rapirci dal cuore il tesoro prezioso della fede e della illibatezza dei costumi. Illuminate, ve ne preghiamo, o Santo Apostolo, la mente di tanti perversi scrittori, affinché desistano una buona volta dal recar danno alle anime colle loro ree dottrine e perfide insinuazioni. Suscitate in mezzo al popolo cristiano santi apostoli ed operai della Buona Stampa, che lavorino con fede, umiltà e zelo per diffondere il regno di Gesù Cristo. A noi impetrate la grazia, che, docili sempre alla voce del Supremo Gerarca, non ci diamo mai alla lettura di scritti perversi; ma cerchiamo invece di leggere, e, per quanto ci sarà dato, di diffondere quelli che, col loro pascolo salutare, aiutino tutti a promuovere la maggior gloria di Dio, l’esaltazione della sua Chiesa e la salute delle anime. Così sia.”
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Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm
«DOMENICA TERZA DOPO LA PENTECOSTE.
Nella maggior parte delle chiese di Francia ha luogo oggi la seconda Processione del Santissimo Sacramento, così come la prima si era celebrata nella Domenica precedente. In parecchi luoghi vi è anche l'usanza di cantare in questo stesso giorno la Messa solenne del Sacro Cuore, alla quale molti fedeli non potrebbero assistere il giorno stesso della festa.
La Messa di questo giorno è precisamente quella della terza Domenica dopo la Pentecoste. Gli ultimi decreti romani l'avevano assegnata, senza possibilità di spostamento, alla Domenica fra l'Ottava del Sacro Cuore, ottava ora soppressa.
Sarà facile notare come i testi di questa Messa della terza Domenica dopo la Pentecoste si adattino con facilità e naturalezza alla memoria della festa del Sacro Cuore di Gesù, al punto da sembrare che siano stati composti per essa.
MESSA
L'anima fedele ha visto chiudersi nella sacra Liturgia la successione dei misteri del Salvatore. Lo Spirito Santo è disceso per sostenerla in quest'altra parte del ciclo, nella quale non si svolgerà più davanti ad essa che la feconda semplicità della vita cristiana. Egli la istruisce e la forma sui dati del Maestro divino risalito al cielo. E innanzitutto le insegna a pregare. Poiché la preghiera, diceva il Signore, dev'essere di tutti i giorni e di tutti gli istanti (Lc 18,1), eppure noi non sappiamo né ciò che è necessario chiedere, né come convenga farlo. Ma lo sa Colui che aiuta la nostra debolezza, e chiede in noi e per noi con gemiti inenarrabili (Rm 8, 26).
EPISTOLA (1Pt 5,6-11). - Carissimi: Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti nel tempo della visita; e gettate in lui ogni vostra ansietà, perché Egli ha cura di voi. Siate sobrii e vegliate, perché il diavolo, vostro avversario, come leone ruggente vi gira intorno, cercando chi divorare; resistetegli forti nella fede, sapendo che i vostri fratelli dispersi nel mondo soffrono gli stessi vostri patimenti. Ma il Dio d'ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi confermerà. A lui la gloria e l'impero nei secoli dei secoli. Così sia.
Le prove e il loro merito.
Le miserie di questa vita sono la prova che Dio fa subire ai suoi soldati, per giudicarli e classificarli nell'altra secondo il loro valore. Sicché tutti, in questo mondo, hanno la loro parte di sofferenze. La gara è aperta, la battaglia ingaggiata; l'Arbitro guarda e giudica: presto darà la sentenza sui diversi meriti dei combattenti, e li chiamerà dalle fatiche dell'arena al riposo del trono su cui siede egli stesso. Beati allora quelli che, riconoscendo la mano di Dio nella prova, si saranno chinati sotto quella mano potente con amore e con fiducia! Contro queste anime forti nella fede, il leone ruggente non avrà potuto prevalere. Sobri e vigilanti nella vita del loro pellegrinaggio, senza atteggiarsi a vittime, sapendo bene che tutto soffre quaggiù, avranno unito con letizia le loro sofferenze a quelle di Cristo, e trasaliranno nella manifestazione eterna della sua gloria che sarà anche la loro eredità per i secoli senza fine.
VANGELO (Lc 15,1-10). - In quel tempo: I pubblicani ed i peccatori si accostavano a lui per udirlo, e ne sussurravano i Farisei e gli Scribi col dire: Costui accoglie i peccatori e mangia con essi. Ed egli prese a dir loro questa parabola: Chi di voi se ha cento pecore, e ne perde una, non lascia le altre novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrovi ? E come l'ha ritrovata, se la mette tutto allegro sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e vicini e dice loro: Rallegratevi meco perché ho ritrovato la mia pecorella smarrita ! Così vi dico, si farà più festa in cielo per un peccatore pentito, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di penitenza. Or qual donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e non spazza la casa e non cerca attentamente finché l'abbia trovata? E, trovatala, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, ché ho trovato la dramma perduta. Così, vi dico, si fa festa dinanzi agli Angeli di Dio per un peccatore pentito.
Il premio delle anime.
La parabola della pecorella ricondotta all'ovile sulle spalle del Pastore era cara ai primi cristiani; la si trova raffigurata dappertutto nei monumenti dei primi secoli. Essa ci ricorda il Signore Gesù che or ora risaliva trionfalmente in cielo portando con sé l'umanità perduta e riacquistata. "Chi è infatti il Pastore della nostra parabola - esclama sant'Ambrogio - se non Cristo che ti porta nel suo corpo e ha preso su di sé i tuoi peccati? Quella pecora è una per il genere, non per il numero. Ricco Pastore, di cui tutti noi formiamo la centesima parte del gregge! Poiché egli ha gli Angeli, gli Arcangeli, le Dominazioni, le Potestà, i Troni e il resto, innumerevoli greggi che ha lasciati sui monti per correre dietro alla pecora smarrita" (Comm. su san Luca, VII).
La parabola della dracma perduta e ritrovata espone, in una forma ancora più familiare e simpatica, questa stessa dottrina che è veramente al centro dell'insegnamento del Salvatore. È per i peccatori che il Verbo si è incarnato, e per far loro conoscere il suo amore ha voluto un cuore di carne, e ha voluto che si sapesse come uno dei suoi maggiori gaudi consistesse nel ritrovare un'anima perduta. Di questo gaudio egli rende subito partecipi i suoi amici del Cielo: vuole che tutti lo provino. Anche noi su questa terra abbiamo diritto a condividerlo: come potrebbero, quelli che amano il Sacro Cuore e si uniscono a tutti i suoi sentimenti, rimanere estranei a simile felicità? Ma, tornando su noi stessi, uniremo al gaudio e alla lode che essa produce un sentimento di profonda gratitudine, dicendo con san Giovanni Eudes: "Che cosa ti renderò, o mio Salvatore; e che farò per amor tuo, giacché tu mi hai tratto fuori dagli abissi dell'inferno ogni qualvolta vi sono caduto con i miei peccati o vi sarei caduto se la carità del tuo Cuore dolcissimo non me ne avesse preservato!?" [1].
PREGHIAMO
O Dio, protettore di coloro che sperano in te e senza il cui aiuto niente è stabile e santo, moltiplica su di noi la tua misericordia, affinché, sotto il tuo governo e la tua guida, passiamo attraverso i beni della terra senza perdere di mira quelli eterni.
[1] Coeur admirable, l. XII, p. 246.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 420-422.»





www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

http://www.traditionalcatholicpriest.com/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


https://moimunanblog.com/
https://moimunanblog.com/2019/06/28/conmemoracion-de-san-pablo/
https://i0.wp.com/www.catolicosalerta.com.ar/santoral/imagenes/06-30pablo-conmemoracion.jpg


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“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

http://www.sodalitium.eu/wp-content/uploads/2016/08/Billet.juin19.pdf
“Apostolat de la prière : juin 2019. En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus.”
https://scontent-frt3-2.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61354082_880458195620195_2891817118372724736_n.jpg ?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-frt3-2.xx&oh=f65cf7c7c218c34c2a1e00abdea7c70a&oe=5D5AD45D


30 juin : Saint Paul, Apôtre des Gentils :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/30-juin-saint-paul)
“30 juin : Saint Paul, Apôtre des Gentils.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2715/2978/0919/06_30_saint_paul_2.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2715/2978/0919/06_30_saint_paul_2.jpg


“Dimanche dans l'octave du Sacré-Cœur.”
https://www.introibo.fr/Commentaires-liturgiques-de-la,986#inter1
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SANCTE PETRE, SANCTE PAULE, ORATE PRO NOBIS!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!! COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
05-06-20, 22:32
GIUGNO 2020: MESE dedicato alla DEVOZIONE al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…




«PIO XII LETTERA ENCICLICA HAURIETIS AQUAS SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ.
Haurietis Aquas (15 maggio 1956) | PIO XII – Vatican»
Haurietis Aquas (15 maggio 1956) | PIO XII (http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15051956_haurietis-aquas.html)







Giugno: mese del Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/giugno-mese-del-sacro-cuore-gesu/)
http://www.sodalitium.biz/giugno-mese-del-sacro-cuore-gesu/
«Giugno: mese del Sacro Cuore di Gesù. LITANIE DEL SACRO CUORE DI GESU’»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/VisualizzaImmagine-1.jpg



http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/VisualizzaImmagine-1.jpg



http://www.sodalitium.biz/category/santo-del-giorno/


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/


“Sodalitium - IMBC”
https://www.youtube.com/user/sodalitium


“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




https://www.facebook.com/donugo.casasanpiox/
«Il mese di giugno è consacrato alla devozione al Sacro Cuore di Gesù, in particolare alle preghiere di riparazione (ad esempio le litanie o la coroncina del Sacro Cuore) per i peccati commesi. Il programma del buon cattolico nel mese di giugno è illustrato nell'atto di riparazione composto dal papa Pio XI: il soldato di Cristo è chiamato a espiare in particolare i propri peccati e quelli delle nazioni apostate.
--- Atto di riparazione al SS.mo Cuore di Gesù (Pio XI) ---
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo - accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie - quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito. Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia».



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«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Martedì di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=skmprzD1LO0
Martedì di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=YgeHz1iNT78
Lunedì di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=ShVmLaaZcMY
Lunedì di Pentecoste (Omelia)
Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PyQlSF1qgtg
Domenica di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=Txw0Kv4pmEA
Domenica nell’ottava dell’Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=iSrvPyAttQo
Domenica nell’ottava dell’Ascensione (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=bXos08q8m_c
Festa dell'Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=VNSErDRMohU
Festa dell'Ascensione (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=WexLjhcWp7I
Vigilia dell'Ascensione. S. Messa preceduta dalla processione
https://www.youtube.com/watch?v=Unq6IZKhegY
Martedi delle Rogazioni: S. Messa preceduta dalla processione.
https://www.youtube.com/watch?v=5eymLoBvcPw
Lunedi delle Rogazioni: S. Messa preceduta dalla processione.
https://www.youtube.com/watch?v=SLtt1lgF-Ag
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=P9tQCXVxcR4
V domenica dopo Pasqua (Omelia)
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tbYI76JMEl8
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UNX2Qp9foZQ
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=cOa9s9XQ_FM
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».





«Litaniae Ss Cordis Jesu
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Litaniae Ss Cordis Jesu»








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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»

«Sacratissimo Cuore di Gesù - Sursum Corda Associazione»
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“Vieni, Santo Spirito, mandaci dal cielo un raggio della tua luce...”
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“La verità sul Santuario di Loreto. Traslazione della Santa Casa --->”
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“Catechismo della Dottrina Cristiana (Papa San Pio X) --->”
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“Ordinario della Messa (Latino-Italiano) con spiegazione --->”
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"Preghiere e tradizionali pie pratiche cristiane. Chiediamo a Nostro Signore di ottenere la vera fede e di perseverare"
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https://www.radiospada.org/tag/sacro-cuore-di-gesu/

https://www.radiospada.org/tag/sacro-cuore/
“[Giugno, Mese del Sacro Cuore]
Come non vedere, Venerabili Fratelli, lo stridente contrasto tra simili opinioni e le pubbliche attestazioni di stima per il culto al S. Cuore di Gesù, professate dai Nostri Predecessori su questa cattedra di verità? Come giudicare inutile o meno adatta per l’epoca nostra quella forma di pietà, che il Nostro Predecessore di imm. mem. Leone XIII non esitò a definire: «pratica religiosa encomiabilissima»; e nella quale additava il rimedio a quegli stessi mali, individuali e sociali, che anche oggi, e indubbiamente in modo più vasto ed acuto, travagliano l’umanità? «Questa devozione, che a tutti consigliamo, asseriva Egli, sarà a tutti di giovamento». Ed inoltre, aggiungeva questi ammonimenti ed esortazioni, che ben si addicono anche al culto verso il Cuore sacratissimo di Gesù: «Di fronte alla minaccia di gravi sciagure che già da molto tempo sovrasta, è urgente che si ricorra, per scongiurarle, all’aiuto di colui che soltanto, ha la potenza per allontanarle. E chi altri potrà essere costui, se non Gesù Cristo. l’Unigenito di Dio? Poiché non c’è sotto il cielo alcun altro nome dato agli uomini, dal quale possiamo aspettarci d’essere salvati». «A Lui dunque si deve ricorrere, che è via, verità e vita» (Enc. Haurietis Aquas, Pio XII, 1956)”

https://www.radiospada.org/2020/06/la-litanie-del-sacro-cuore/
«La litanie del Sacro Cuore
Le Litanie del Sacratissimo Cuore di Gesù, composte di trentatré invocazioni, furono approvate nella loro forma definita da Sua Santità Leone XIII il 2 aprile 1899. Il Sommo Pontefice Pio XI le arricchì di un’indulgenza di sette anni e di un’indulgenza plenaria alle solite condizioni se dette indulgenze con i versetti e l’orazione vengono recitate piamente per un mese intero».
https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2020/06/800px-Portret_van_geestelijke_Niccol%C3%B2_Coscia_RP-P-1909-5296.jpg?resize=570%2C747&ssl=1



https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2020/06/800px-Portret_van_geestelijke_Niccol%C3%B2_Coscia_RP-P-1909-5296.jpg?resize=570%2C747&ssl=1



https://www.radiospada.org/tag/sacra-sindone/
https://www.radiospada.org/tag/cristo/
https://www.radiospada.org/tag/ascensione/
https://www.radiospada.org/tag/pentecoste/
https://www.radiospada.org/tag/spirito-santo/

https://www.radiospada.org/tag/sacra-scrittura/
https://www.radiospada.org/tag/esegesi/
https://www.radiospada.org/tag/bibbia/
https://www.radiospada.org/tag/cantico-dei-cantici/
https://www.radiospada.org/tag/giuseppe-ricciotti/
https://www.radiospada.org/tag/bibbia-e-non-bibbia/

https://www.radiospada.org/tag/devozioni/
https://www.radiospada.org/tag/novena/

https://www.radiospada.org/tag/fatima/
https://www.radiospada.org/tag/madonna/
https://www.radiospada.org/tag/maria/

https://www.radiospada.org/tag/liturgia/
https://www.radiospada.org/tag/Messa/
https://www.radiospada.org/tag/santa-messa/







https://www.agerecontra.it/2020/06/mese-di-giugno-raccolta-di-orazioni-al-sacro-cuore-di-gesu/
«Mese di Giugno: raccolta di orazioni al Sacro Cuore di Gesù. 1 GIUGNO 2020.
Fonte: “Il mio libero di preghiere” (CLS), “sursumcorda.cloud”»
https://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2020/06/101514611_10219870819338764_3922933290335469568_o. jpg
https://www.agerecontra.it/tag/sacro-cuore-di-gesu/








https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»


https://tradidiaccepi.blogspot.com/








"SACRO CUORE DI GESÙ"
https://forum.termometropolitico.it/730912-sacro-cuore-di-gesu.html
https://forum.termometropolitico.it/270131-sacro-cuore-di-gesu.html
https://forum.termometropolitico.it/221001-il-sacro-cuore-di-gesu.html








https://fidecatholica.wordpress.com/




http://www.SaintAmedee.ch
http://liguesaintamedee.ch/messes
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”

“Dévotion au Sacré-cœur de Jésus : Don de l'Esprit et Vie intérieure”
Dévotion au Sacré-c?ur de Jésus : Don de l'Esprit et Vie intérieure (http://le-petit-sacristain.blogspot.com/2015/08/devotion-au-sacre-cour-de-jesus-don-de-l-esprit-et-vie-interieure.html)





https://twitter.com/FrCarlosBorja/
“Fr. Carlos Borja @FrCarlosBorja
1 giu June is the month of the #SacredHeart.
Devotions in honor of the Sacred Heart can be found here:”


https://www.stmichaels.org/traditional-catholic-faith/parish-devotions/prayers-to-the-sacred-heart-of-jesus/
«Act of Consecration of the Human Race to the Sacred Heart of Jesus
Act of Reparation to the Sacred Heart of Jesus
Act of Reparation to the Sacred Heart of Jesus (Pope Pius XI)
The Litany of the Sacred Heart
Promises of the Sacred Heart of Jesus»
https://www.stmichaels.org/wp-content/uploads/2016/04/sacred-heart-statue2.jpg



https://www.stmichaels.org/wp-content/uploads/2016/04/sacred-heart-statue2.jpg





COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis! - Adveniat Regnum tuum!
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
22-06-20, 02:29
DOMENICA 21 GIUGNO 2020: SAN LUIGI GONZAGA, CONFESSORE; ventunesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, DOMENICA NELL’OTTAVA della FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…





«DOMENICA TERZA DOPO LA PENTECOSTE»
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm

«VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE. LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm





Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/)
http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/
«19 giugno 2020, festa del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai desideri vostri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia».
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San Luigi - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-luigi/)
http://www.sodalitium.biz/san-luigi/
«21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solenne¬ mente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia».
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"Sante Messe - Sodalitium"
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“Sodalitium - IMBC”
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“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara”
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http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”





SANTA MESSA DOMENICALE celebrata da DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ alla “DOMUS MARCEL LEFEBVRE” di PAESE (TV) stamattina DOMENICA 21 GIUGNO 2020: DOMENICA NELL’OTTAVA DELLA FESTA DEL SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Domenica nell’ott. S. Cuore (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=siId4On6wOA
Domenica nell’ott. S. Cuore (Omelia)
Solennità di Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=6Dl115q3BcY
Solennità di Corpus Domini (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=1eP60T39Wds
Festa della SS. Trinità (I dom. d. Pentec.) (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PcCze8MlT14
Festa della SS. Trinità (I dom. d. Pentec.) (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=HXxgkGfnE10
Martedì di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=skmprzD1LO0
Martedì di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=YgeHz1iNT78
Lunedì di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=ShVmLaaZcMY
Lunedì di Pentecoste (Omelia)
Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PyQlSF1qgtg
Domenica di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=Txw0Kv4pmEA
Domenica nell’ottava dell’Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=iSrvPyAttQo
Domenica nell’ottava dell’Ascensione (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=bXos08q8m_c
Festa dell'Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=VNSErDRMohU
Festa dell'Ascensione (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=WexLjhcWp7I
Vigilia dell'Ascensione. S. Messa preceduta dalla processione
https://www.youtube.com/watch?v=Unq6IZKhegY
Martedi delle Rogazioni: S. Messa preceduta dalla processione.
https://www.youtube.com/watch?v=5eymLoBvcPw
Lunedi delle Rogazioni: S. Messa preceduta dalla processione.
https://www.youtube.com/watch?v=SLtt1lgF-Ag
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=P9tQCXVxcR4
V domenica dopo Pasqua (Omelia)
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tbYI76JMEl8
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UNX2Qp9foZQ
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=cOa9s9XQ_FM
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».





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Padre Enrico Agostini, Il Cuore di Gesù” (storia – teologia – pratiche – promesse), Bologna 1950; ristampa EFFEDIEFFE, Proceno 2019.


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"CLASSICI della TRADIZIONE CATTOLICA N. 22
«La Chiesa e la società non hanno più altra speranza che il Cuore di Gesù; è Lui che guarirà tutti i nostri mali. Predicate dappertutto questa devozione, essa dev’essere la salvezza del mondo» (Pio XI)
La devozione al S. Cuore è una conseguenza spontanea e necessaria del dogma centrale del Cristianesimo: Incarnazione e Redenzione.
L’essenza stessa del Cristianesimo si trova qui: Dio che si umanizza, amando l’uomo che si divinizza amando Dio in Cristo. I due amori, quello di Dio e quello dell’uomo, s’incontrano e si fondono nel Cuore di Gesù. Pertanto il culto del S. Cuore è la sintesi viva della religione cristiana, tutta fondata sull’amore, e le conferisce un carattere di vitale interiorità, che la distingue da tutte le altre.
Il Cuore di Gesù (1950) del padre E. Agostini dei Sacerdoti del S. Cuore può essere considerato il testo per eccellenza sul Sacro Cuore. Un capolavoro di pietà e di dottrina, di storia e di teologia, ma soprattutto un capolavoro di cristianesimo, insegnato e dimostrato, sulla devozione che è l’“essenza del Cristianesimo” («totius religionis summa», Pio XI), la sintesi più perfetta del dogma e della morale cristiana.
La cooperazione con Cristo è la struttura portante di tutta l’opera. Pio XII elogiò questo libro (con una lettera pubblicata ad inizio del volume, era il 25 settembre 1950) proprio per questo suo aspetto tanto distintivo ed essenziale. Ogni battezzato, insegna p. Agostini, per il fatto del suo congiungimento a Cristo Capo, si trova necessariamente associato all’azione redentrice del suo capo divino.
È un testo, oggi, di importanza fondamentale per il cattolicesimo. Mentre l’umanità, dimenticando i suoi alti destini, è caduta nella rovina e nella morte, il S. Cuore appare come la via regia preparata e rivelata da Dio, per ricondurre gli uomini dall’abisso della perdizione alla felicità eterna.
Ripartendo dalle istruzioni di Pio XI e Pio XII intorno al sacrificio eucaristico, questo libro recupera il vero significato della S. Messa e soprattutto impartisce istruzioni vitali riguardanti la cosiddetta pratica riparatoria, che è un obbligo per il cristiano, indicando il dovere che abbiamo, nell’accostarci alla SS. Eucaristia, di partecipare ad essa come vi partecipa Cristo: come sacramento della mortificazione cristiana, alimento di immolazione.
Proprio qui è racchiusa l’importanza di questo libro: attraverso lo studio del suo Cuore insegnare come passare dall’amore per Gesù alla partecipazione viva a quel Cuore.
Procedendo sotto la guida illuminata di Pio XI e di Pio XII e saldamente ancorato alla teologia di San Tommaso e alle lettere di San Paolo, il capolavoro di padre Agostini riporta al centro della vita cristiana il più grande mistero dei tempi, rendendocene partecipi, invitandoci ad una provvida corrispondenza.

(542 pagine formato 16x22,5 cm con bandelle segnalibro)

• Articolo di presentazione su EFFEDIEFFE.com

Voce dell’autore estratta dal libro:

«Oggi la Teologia deve tornare a costruire una sintesi dottrinale del Cristianesimo, in cui l’amore di Dio venga portato al centro del piano divino di salvezza. A questa sintesi non sarà affatto estranea la devozione al S. Cuore, la quale ci ha abituato ad entrare nel mistero più profondo del Verbo Incarnato, a tenerci in costante, fecondo contatto con questa fornace di amore, cui sono dovuti tutti i benefici della nostra Redenzione.
Se tutta la rivelazione divina si incentra in Gesù, e Gesù si incentra nel suo Cuore, la devozione al S. Cuore viene a trovarsi al centro del Cristianesimo. Non è una devozione, ma LA devozione alla Persona adorabile del Verbo Incarnato, la sintesi della Religione: «Totius Religionis Summa» (Pio XI).
Di qui il suo carattere di obbligatorietà: non si può essere veramente cristiani senza aver compreso e vissuto, almeno implicitamente, la devozione al S. Cuore. Questo è il pensiero costante e autorevole degli ultimi Pontefici: il culto del S. Cuore non è riservato a un gruppo di privilegiati; è un culto che «si impone a tutti». Perché? Perché ogni cristiano è membro del Corpo Mistico; quindi ogni cristiano ha la sua parte di responsabilità nella redenzione del mondo.
Non basta compatire ai dolori di Cristo, non basta riparare i mali che ne sono la causa; bisogna completare nella propria carne la Passione di Gesù Cristo, per la redenzione totale del mondo. Non basta rattristarsi per le sofferenze di Gesù; bisogna alleviarle, sopprimendo ciò che le ha prodotte ed eliminando gli ostacoli che le rendono inutilizzabili.
È Gesù che redime, è Gesù che salva; ma anche qui, come sempre, Egli vuol servirsi dei suoi cooperatori. La Chiesa ha bisogno di anime che s’immolino, come ha bisogno della S. Messa. “Completo nella mia carne quel che manca delle sofferenze di Cristo, a pro del corpo di Lui, che è la Chiesa” (Col. I, 24).
I cristiani, redentori in Cristo Redentore!».

Il padre Enrico Agostini è nato a Sopramonte (Tn) il 19 marzo 1910. Entrato nella Scuola apostolica di Albino ha fatto il noviziato ad Albisola, dove emise la sua prima professione il 24 settembre 1928. Tra Bologna e Roma ha fatto gli studi di filosofia e di teologia. Conseguì il dottorato in filosofia e la licenza in teologia e venne ordinato sacerdote a Roma il 21 luglio 1935. Fu insegnante di filosofia e teologia dal 1936 al 1952. Rettore allo Studentato di Bologna (1948-1952). Rettore della Scuola Apostolica di Trento (1956-1958). Rettore a Cristo Re a Roma (1958-1959). Incaricato dell’Apostolato della Riparazione tra il 1962 e il 1971. Direttore spirituale della Casa S. Cuore, Trento (1985-1989). Ha terminato la sua lunga vita nella casa di Bolognano il giovedì santo 5 aprile 2007.
L’opera a cui è legato il suo nome è il volume: “Il Cuore di Gesù” (storia – teologia – pratiche – promesse), Bologna 1950, ristampa EFFEDIEFFE 2019.
In te, Cor Iesu, speravi; Non confundar in aeternum!"

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https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»


https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/iii-domenica-dopo-pentecoste.html?m=1
«DOMINICA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS JESU QUÆ EST III POST PENTECOSTEN
(Domenica infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore di Gesù che è la III dopo Pentecoste)
III DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Questa domenica, che provvidenzialmente si trova tra l’ottava del Sacro Cuore di Gesù, è un inno alla Misericordia di Dio. Il demonio assale continuamente l’uomo e molte volte gli cediamo col peccato. Allora la misericordia del Buon Pastore a cui dobbiamo ricorrere nel nostro misero stato di peccatori ci viene in aiuto, si prende cura di noi, pecorelle perdute, e ci strappa dalle grinfie del Diavolo, ricollocandoci fra le sue pecorelle».


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"SACRO CUORE"
https://1.bp.blogspot.com/-KbXuKh8gtRw/XtTMNwyxsiI/AAAAAAAASXM/uotowJ1Qz6IrrL37sPa_woSIhl1cUIDgwCLcBGAsYHQ/s320/sacro-cuore-%2Bmil.jpg


"MESE DEL SACRO CUORE DAGLI SCRITTI DI SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE
(Imprimi potest P. Josephus Filograssi S.J. Preap. Prov. Rom., Romae, die 2 ottob. 1927; Imprimatur +Antonius M. Jannotta Episcopus Sorae, Aquini et Pontiscurvi, Sorae, 20 oct. 1927)"



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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»

“Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù”
«Sacratissimo Cuore di Gesù - Sursum Corda Associazione»
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“Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù”
“Preghiera per la Festa del Cuore di Gesù --->”
“Cuore Santissimo di Gesù fonte di ogni bene! --->”

«+ Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai vostri desideri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia. +»

“Ordinario della Messa (Latino-Italiano) con spiegazione --->”
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AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ»
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”

“Nous passons du mois de Marie (mai) au moi du Sacré-Cœur (juin)”
“Mois de juin : mois dédié au Sacré-Coeur de NSJC. Litanies”
“Apostolat de la prière: juin 2020.
En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus”

«Mois de juin : mois dédié au Sacré-Coeur de NSJC
Litanies : Litanies du Sacré-c?ur (http://le-petit-sacristain.blogspot.com/2016/06/litanies-du-sacre-coeur.html)
Apostolat de la prière : juin
Pour la Propagation de la Dévotion au Sacré-Cœur
http://www.sodalitium.eu/apostolat/AP121Juin2017Billet.pdf (billet 2017) »

«Fête du Sacré-Cœur
Commentaires liturgiques de la Fête du Sacré-Cœur»
https://www.introibo.fr/Commentaires-liturgiques-de-la,986#inter1





COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis! - Adveniat Regnum tuum!
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!