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Visualizza Versione Completa : Le Monde - Nuove testimonianze algerine accusano il torturatore Le Pen



Roderigo
04-06-02, 14:53
La Francia verso destra Le Pen, nuove accuse
I testimoni confermano: torturò personalmente quattro civili algerini

ANNA MARIA MERLO - PARIGI

Ameno di una settimana dal primo turno delle legislative, dopo lo choc delle presidenziali, i sondaggi confermano: la destra, unita nell'Unione per la maggioranza presidenziale (malgrado la piccola frangia di dissidenti dell'Udf di François Bayrou) dovrebbe raggiungere il 36%, la sinistra di governo non arriva al 25%, mentre il Fronte nazionale potrebbe essere presente al secondo turno (in triangolari, ma anche in molti ballottaggi diretti) in 300 circoscrizioni su 577. Le dimissioni anticipate di Jospin hanno regalato alla destra un mese di governo, pieno di promesse e di pochi fatti: ma la propaganda funziona, visto che il primo ministro Jean Pierre Raffarin raccoglie il 57% di opinioni favorevoli. In questo clima, dove l'emozione del primo turno delle presidenziali si è già sgonfiata, il quotidiano Le Monde pubblica oggi nuove rivelazioni sul passato di Jean Marie Le Pen. Quattro nuovi testimoni algerini si sono decisi a denunciare gli atti di tortura commessi nel febbraio del `57 dal leader del Fronte nazionale, allora più giovane deputato di Francia, eletto nelle file dei poujadisti e luogotenente in Algeria del primo reggimento paracadutisti.

Che Le Pen avesse torturato dei prigionieri algerini è cosa nota, confermata da ricerche di storici, sancita anche da sentenze della magistratura (in seguito ai processi per diffamazione intentati dallo stesso Le Pen) e ribadita, allora, dallo stesso protagonista. «Non ho nulla da nascondere - aveva detto Le Pen al giornale Combat nel `62 - ho torturato perché bisognava farlo». E' la stessa tesi sostenuta dal generale Paul Aussaresses, che aveva ammesso per la prima volta due anni fa di aver torturato in Algeria e che ha poi confermato queste rivelazioni nel libro Services Spéciaux, Algérie 1955-1957 (Seuil, 2001), che gli è valso un processo e una multa di 7500 euro per apologia di tortura.

Secondo le nuove testimonianze, Le Pen avrebbe torturato quattro persone ad Algeri nella notte tra il 2 e il 3 febbraio del `57. Era la pratica della «tortura a domicilio», inflitta nelle abitazioni dei membri del Fln per estorcere informazioni. «Avevo 19 anni, nessuna carica nel Fln, ma ero impegnato al suo fianco come tutti nella casbah» - racconta Abdelkader Ammour, insegnante di economia e sociologia, che ora ha 64 anni. «La casa che la mia famiglia divideva con altre due famiglie era in vicolo della Grenade, al 5. La sera del 2 febbraio una ventina di uomini guidati da Le Pen hanno fatto irruzione». Ammour racconta di essere stato interrogato in una stanza con altri tre «sospetti». Tutti vengono torturati con scariche elettriche, obbligati a ingoiare acqua sporca del wc, pestati fino ad aver le ossa rotte.

In una casa vicina, lo scenario terribile si ripete. Mustapha Mérouane, pittore decoratore, 66 anni, ricorda la tortura subita. In un'altra casa, nelle prossimità, gli episodi di tortura si rinnovano. Una vittima, Mohamed Amara, ha deciso di parlare dopo la presenza di Le Pen al ballottaggio. Mohamed Abdellaoui, un berbero che vive ancora ad Algeri, ha anch'egli deciso di rendere publica la sua storia, che fino ad ora aveva solo raccontato ai familiari. «Mi avevano detto che sarei stato interrogato dai capi. Uno, ben piantato, con la pelle bianca, il volto rotondo, aveva un sorriso piuttosto cattivo. Quello lì, mi avevano avvertito, si veste sempre come un parà ed è il luogotenente Le Pen. L'altro è piuttosto grande, magro e si veste con la tuta mimetica cachi: è Aussaresses». Il generale Aussaresses, oggi, afferma di aver visto Le Pen nella villa Sesini, un altro luogo dove i francesi torturavano ad Algeri. Indirettamente, conferma un particolare dato dalle vittime sulla divisa da parà prediletta da Le Pen, con «tre barrette», cioè tre decorazioni al petto.

Le Pen ha minacciato Le Monde di un processo per diffamazione. «Smentisco completamente e formalmente» le testimonianze delle vittime, afferma il leader dell'estrema destra. Ma molti particolari ormai collimano, dopo anni di ricerche. Le Pen fa la vittima, si dice preda di un linciaggio e teme di essere assassinato. Ma Le Monde conferma le testimoninaze ed afferma che è un dovere morale dire ai francesi per chi hanno votato - e si preparano, purtroppo, a votare.

il manifesto 04 giugno 2002
http://www.ilmanifesto.it

Roderigo
04-06-02, 15:44
Testimonianze contro il leader xenofobo alla vigilia delle elezioni legislative

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PARIGI - Scariche elettriche, acqua salata sulle ferite, asciugamani bagnati e premuti sulla bocca. Quattro algerini raccontano le torture subite durante la guerra per l’indipendenza e accusano un giovane sottotenente dei paracadutisti francesi, Jean Marie Le Pen, all’epoca dei fatti (gennaio-marzo 1957), già deputato all’Assemblea Nazionale.
Le vittime sono state rintracciate ad Algeri da Le Monde che, nell’edizione di ieri, pubblica le loro testimonianze. Si tratta di un professore di economia in pensione, di un operaio e di due ex militanti del FLN i quali sostengono di aver riconosciuto Le Pen nell’ufficiale dell’esercito che, durante la notte, si era presentato nelle loro abitazioni al comando di una ventina di uomini.
«Ho ancora nelle orecchie la sua voce - ha detto uno dei testimoni, Abdelkader Ammour - che incitava i commilitoni a continuare». In un’intervista alla televisione, Le Pen ha definito fantasia e deliranti farneticazioni le notizie di Le Monde e ha annunciato querele, ritenendo l’attacco del giornale un incitamento al linciaggio. Le accuse sul passato algerino non sono una novità e riaffiorano ogni volta che il leader dell’estrema destra risale alla ribalta della vita politica.
Negli anni scorsi la partecipazione ad azioni di tortura è stata al centro di cause giudiziarie che il leader del Fronte Nazionale ha perso : contro l’ex primo ministro Michel Rochard, socialista, e contro lo storico Pierre Vidal-Naquest. Ma è la prima volta che la sua responsabilità viene documentata da testimonianze pubbliche e dirette.
Ad attenuare la posizione di Le Pen interviene, sullo stesso giornale, il generale Paul Aussaresses, l’ufficiale che l’anno scorso, con un libro di memorie, rivelò il sistematico ricorso alla tortura da parte dell’esercito francese. Aussaresses, che secondo le testimonianze avrebbe agito in compagnia di Le Pen, ha ammesso di aver incontrato il leader del Fronte Nazionale, ma in circostanze diverse. «Il problema Le Pen - ha aggiunto il generale - era l’alcol, nelle ore di libera uscita». Condannato ad una semplice ammenda per apologia della tortura, il generale ha alzato il velo sul capitolo più imbarazzante della storia della Francia coloniale. Le Pen smentisce le torture, Aussaresses ne sostiene l’utilità nel contesto della lotta al terrorismo algerino, ma entrambi rivendicano l’impegno patriottico che considerano «tradito» dalla Francia gollista e dalla più recente storiografia.
Le rivelazioni a carico di Le Pen giungono alla vigilia del primo turno delle elezioni legislative ed è difficile non vedere la coincidenza. Dopo lo choc della presidenziali e il trionfo di Chirac, la Francia sembra essersi seduta su ritrovate certezze democratiche e sembra più preoccupata dallo stato di salute del campione nazionale, Zinedine Zidane. Ma il fenomeno Le Pen non si è esaurito con le presidenziali e potrebbe riservare altre sorprese. Due francesi su tre lo considerano un pericolo per la democrazia, ma una percentuale ondivaga e comunque alta aderisce allo «spirito lepenista».

Massimo Nava
Corriere della Sera 4 giugno 2002

Roderigo
04-06-02, 15:55
IL PRESIDENTE DEL FRONT NATIONAL PRESTO´ SERVIZIO IN AFRICA SETTENTRIONALE COME TENENTE DEI PARACADUTISTI PER TRE MESI NEL 1957
In tre accusano Le Pen: «In Algeria ci torturò»
Un´inchiesta di Le Monde movimenta la vigilia delle elezioni francesi

corrispondente da PARIGI

Le Pen «azionava l'interruttore», racconta Mustafà Merouane, che allora aveva 18 anni. «Mi avevano spogliato e disteso su una rete metallica. A un certo punto lui ha chiesto dell'acqua, me l'ha gettata sul corpo e poi ha ricominciato con l'elettricità. Le Pen azionava l'interruttore, io urlavo». Mohamed Abdellaoui, che allora aveva 27 anni, racconta - se possibile - anche di peggio, dopo l'elettricità, l'acqua: «Le Pen mi ha messo uno straccio sulla faccia...e poi hanno cominciato a versarmi l'acqua in bocca, senza soste. Io mi sentivo soffocare. Il ventre mi è gonfiato ed è diventato enorme. Le Pen s'è messo in piedi su di me, l'acqua m'è uscita dalla bocca e dal naso e sono svenuto... poi hanno ripreso a farmi domande». Dalla casbah di Algeri, a sei giorni dalle elezioni politiche francesi in cui il Front National potrebbe ritrovarsi arbitro tra destra e sinistra, spuntano quattro testimoni contro il suo leader Jean-Marie le Pen a proposito dell'incubo nazionale mai chiuso e sempre in agguato: guerra e torture in terra d'Algeria. I nuovi testimoni sono stati rintracciati da Le Monde che dal 21 aprile, giorno del primo turno delle elezioni presidenziali, quando Le Pen superò a sorpresa il socialista Jospin e arrivò al ballottaggio con Chirac, ha bersagliato di inchieste il Front National. Per spiegare la scoperta dei nuovi testimoni e le iniziative contro il Front, il quotidiano parigino dedica alla questione il suo editoriale: «Jean-Marie Le Pen da vent'anni è al centro del dibattito politico: è dunque legittimo tentare di chiarire la sua personalità e il suo passato». Le Monde rivendica di averlo fatto anche per Mitterrand e Jospin: il «but», lo scopo, è legittimo. Le Pen, naturalmente, protesta, dice che denuncerà Le Monde, che ci sarà un processo, definisce l'iniziativa un «appello all'omicidio». Gli storici, come Pierre Vidal-Naquet che ha passato la vita a cercare testimonianze sulle torture in Algeria, non possono che confermare: «Testimonianze verosimili». I precedenti giudiziari sono controversi: chi ha dato ragione a Le Pen, chi gli ha dato torto. Michel Rocard, ex segretario socialista, dieci anni fa primo ministro, nel 1993 disse alla tivù: «Bisogna ben sapere e ricordare che Le Pen, in Algeria, ha torturato». Il capo del Front lo aveva denunciato, ma la Cassazione gli ha dato torto riconoscendo che a suo carico non costituisce diffamazione l'attributo di «torturatore». Tutto nasce da dichiarazioni che furono fatte dallo stesso Le Pen. Per esempio nel 1962, al giornale «Combat»: «Ho torturato perchè era necessario farlo...». E addirittura nel maggio 1957, due mesi soltanto dopo il suo ritorno da Algeri, a Le Monde: «...se bisogna torturare un uomo per salvarne cento, la tortura è inevitabile e dunque...giusta». Affermazioni che poi Le Pen ha provveduto ad ammorbidire, speculando sulla definizione di tortura. E che ieri ha nuovamente e «formalmente» smentito accusando i testimoni citati da Le Monde di essere falsi e manipolati: «E' una gag. E' mirabolante. E' incredibile. E' pura immaginazione. Ad Algeri ero un semplice tenente agli ordini del generale Massu, che eseguiva gli ordini del governo socialista francese che aveva dato l'ordine di sradicare il terrorismo con ogni mezzo. Voilà». Il semplice «lieutenant» Jean-Marie Le Pen è rimasto in Algeria tre mesi soltanto, da gennaio a marzo 1957. Aveva 28 anni ed era il più giovane deputato di Francia: era stato eletto l'anno prima nelle fila dell'«Unione per la difesa dei commercianti e degli artigiani» guidato dal cartolaio parigino Pierre Poujade. Si era ri-arruolato nel primo regimento paracadutisti (con i quali era già stato in Indocina) per «solidarietà» con coloro che aveva inviato in Algeria con il suo voto in parlamento. Abdelkader Ammour, il terzo testimone rintracciato da Le Monde, racconta di essere stato messo a terra, in casa sua, con la schiena nuda, le mani incatenate: «Poi hanno attaccato i loro fili direttamente alla presa e me li hanno passati su tutto il corpo. Io urlavo e allora hanno preso l'acqua sporca delle toilette, mi hanno messo uno strofinaccio sulla bocca e me l'hanno fatta inghiottire a forza. Le Pen era seduto su di me e teneva lo straccio mentre l'altro versava. Ricordo perfettamente che diceva: 'vas-y, vas-y', non ti fermare». Intanto i paracadutisiti violentavano la moglie al piano di sopra. Secondo Mohamed Abellaoui insieme con Le Pen c'era Paul Assauresses, allora ufficiale dei paracadutisti, l'uomo che un anno fa ha confessato e raccontato in un libro («Servizi speciali») le torture. Ma Assauresses, interpellato da Le Monde, nega di aver mai fatto niente del genere con Le Pen che avrebbe incrociato una sola volta in Algeria. I testimoni, invece, hanno detto di essersi decisi a parlare dopo il risultato delle elezioni presidenziali.

Cesare Martinetti
La Stampa 4 giugno 2002

Paul Atreides
05-06-02, 20:08
"I nuovi testimoni" rintracciati a 45 anni dai fatti...E guarda un pò, proprio dopo le elezioni...Che simpatica coincidenza:D

Io ho uno scoop clamoroso: Le Pen faceva parte dei commandos Delta di Degueldre. Roba OAS, per intenditori:D

Roderigo
05-06-02, 21:39
Originally posted by Paul Atreides
"I nuovi testimoni" rintracciati a 45 anni dai fatti...E guarda un pò, proprio dopo le elezioni...Che simpatica coincidenza:D
Io ho uno scoop clamoroso: Le Pen faceva parte dei commandos Delta di Degueldre. Roba OAS, per intenditori:D
I "nuovi testimoni" non dicono cose sostanzialmente diverse da quelli "vecchi" sulle attività del torturatore Le Pen, semmai aggiungono ulteriori informazioni e contribuiscono a riaccedere i riflettori sull'argomento. Quanti di coloro che, per esempio su questi forum, dicevano di preferire Le Pen a Jospin ne erano al corrente? Non è forse giusto che l'opinione pubblica almeno sappia con chi ha a che fare? I media, ricostruiscono la biografia di qualsiasi leader emergente, perchè non dovrebbero fare altrettanto con Le Pen?

R.

Paul Atreides
05-06-02, 22:30
Originally posted by Roderigo

I "nuovi testimoni" non dicono cose sostanzialmente diverse da quelli "vecchi" sulle attività del torturatore Le Pen, semmai aggiungono ulteriori informazioni e contribuiscono a riaccedere i riflettori sull'argomento. Quanti di coloro che, per esempio su questi forum, dicevano di preferire Le Pen a Jospin ne erano al corrente? Non è forse giusto che l'opinione pubblica almeno sappia con chi ha a che fare? I media, ricostruiscono la biografia di qualsiasi leader emergente, perchè non dovrebbero fare altrettanto con Le Pen?

R.

Ecco: "riaccendere i riflettori sull'argomento" mi sembra una osservazione che coglie il nocciolo della cosa. Ed è precisamente quel che dicevo io. In quanto a testimoni che parlano dopo 45 anni dai fatti che dire...Ne dubito non poco

Roderigo
07-06-02, 13:36
Originally posted by Paul Atreides
Ecco: "riaccendere i riflettori sull'argomento" mi sembra una osservazione che coglie il nocciolo della cosa. Ed è precisamente quel che dicevo io. In quanto a testimoni che parlano dopo 45 anni dai fatti che dire...Ne dubito non poco
Si, è quello che dicevi tu, l'ho detto anch'io e sta pure scritto negli articoli che ho riportato. Ma per me, è un bene, poichè è giusto che l'opinione pubblica conosca il passato dei leader che è chiamata ad eleggere. Purtroppo, non è affatto detto, che il passato di Le Pen gli faccia perder voti.
Per te invece è male. Perchè bisogna tacere sul passato di personaggi pubblici che si candidano a governare e a fare le leggi?

R.

Paul Atreides
07-06-02, 23:43
Originally posted by Roderigo

Si, è quello che dicevi tu, l'ho detto anch'io e sta pure scritto negli articoli che ho riportato. Ma per me, è un bene, poichè è giusto che l'opinione pubblica conosca il passato dei leader che è chiamata ad eleggere. Purtroppo, non è affatto detto, che il passato di Le Pen gli faccia perder voti.
Per te invece è male. Perchè bisogna tacere sul passato di personaggi pubblici che si candidano a governare e a fare le leggi?

R.

One moment. Secondo articolo, frase rivelatrice: "è la PRIMA volta che la sua [di Le Pen] responsabilità viene documentata da testimonianze pubbliche e dirette". Ergo, qui non si tratta di occultare un passato sgradevole ma d'inventarlo di sana pianta (tramite testimonianze a 45 anni dai fatti), il che mi pare leggermente diverso.