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Nebbia
05-06-02, 14:21
Una mappa della regione degli Urali sarebbe stata identificata da scienziati russi su una lastra di minerali risalente a 120 mila anni fa. La mappa con iscrizioni in una lingua geroglifico-sillabica sconosciuta sarebbe stata realizzata con strumenti di precisione e grazie a prospezioni aeree Secondo il prof. Chuvyrov, che definisce 'inspiegabile' la mappa, la lastra trovata sarebbe solo un frammento di una enorme mappa della terra, che data l'eta' ipotizzata sconvolgerebbe tutte le conoscenze finora acquisite,considerando che l'uomo di Neanderthal comparve sulla terra 75.000 anni fa.

Nebbia
11-06-02, 22:32
SCIENZIATI RUSSI: GLI URALI SCOLPITI NELLA PIETRA 120 MILIONI DI ANNI FA
«Abbiamo rintracciato la mappa del Creatore»

MOSCA

Una mappa tridimensionale, dove una mano ignota ha inciso i rilievi della terra 120 milioni di anni fa. «Cambia tutte le vostre idee riguardo alla vita su questo pianeta? Noi ormai abbiamo fatto abitudine al nostro miracolo». Il professore Alexandr Chuvyrov sembra convinto che il suo misterioso ritrovamento sia una scoperta sensazionale, anche se ammette che gli interrogativi sono ancora più numerosi delle certezze. Ma di una cosa è convinto: la lastra minerale che ha trovato tre anni fa in un villaggio della Bashkiria, ai piedi degli Urali, è una mappa geografica tracciata da una civiltà ignota. La lastra del mistero, esposta oggi al museo archeologico di Ufa, misura 148 centimetri di altezza, 106 di larghezza e 16 di spessore. Pesa una tonnellata e mezzo. A prima vista sembra una pietra di superficie irregolare. Ma Chuvyrov dice di aver capito subito che era una mappa, appena l´ha dissotterrata nel villaggio bashkiro di Chandar. Ripulita, ha svelato i suoi strani rilievi, e i disegni: venature che sembrano strade o fiumi, rombi, iscrizioni verticali in geroglifici indecifrabili. Secondo il professore, si tratta del disegno di un sistema di irrigazione ramificato: canali larghi 500 metri per una lunghezza totale di 12 mila chilometri, con 12 gigantesche dighe. Chuvyrov, professore di chimica all´università di Ufa, appassionato di archeologia, era alla ricerca di cimeli di ipotetiche migrazioni di antichi cinesi, e ha pensato a un´incisione di 2 mila anni fa, con scritte in cinese. Ma il linguaggio geroglifico sillabico della lastra è ancora da decifrare. Come la sua provenienza. Non si tratta infatti di roccia naturale, ma di un manufatto composto da tre strati. Il primo, spesso 14 centimetri, è dolomite, il secondo - sul quale sono incisi i disegni - è fatto di diopside con tecnologia sconosciuta, il terzo, due millimetri, è di porcellana e funge da schermo protettivo. Un prodotto artificiale, dunque, fatto per giunta con tecniche sconosciute: Chuvyrov sostiene che i disegni non sono stati prodotti dalla mano di un artigiano, ma da uno strumento. Quando? Esami al carbonio e all´uranio datavano la lastra come antica di millenni, ma poi nei suoi strati sono state trovate due conchiglie: l´Ecculiomphalus princeps, estinta 120 milioni di anni fa, e la Navicopsina munitus, vecchia di 500 milioni di anni. Un manufatto risalente all´epoca dei dinosauri sembra impossibile. Certo, ammette il professore, gli ignoti geografi avrebbero potuto usare un pezzo di roccia con una conchiglia incapsulata millenni prima, ma è pronto a dare altre prove della sua ipotesi di datazione. Da un esame è emerso che i rilievi della lastra corrispondono alla moderna regione tra Ufa e Sterlitamak, salvo alcune variazioni, come il canyon che la percorre. Ricerche geologiche hanno stabilito che in effetti nella zona c´era una spaccatura, scomparsa milioni di anni fa. «La mappa - dice il ricercatore - è stata tracciata quando il polo magnetico della Terra si trovava presso l´attuale Terra di Francesco Giuseppe, appunto circa 120 milioni di anni fa». Chi potrebbe aver tracciato una mappa così antica? Gli specialisti del centro di cartografia storica del Wisconsin sono rimasti sconvolti: secondo loro, una proiezione tridimensionale di questo genere può essere realizzata solo grazie a prospezioni aeree. L´inevitabile ipotesi dei marziani viene però respinta dall´autore della scoperta con fastidio: «Non mi piace parlare di Ufo ed extraterrestri». E poi aggiunge: «Chiamiamo l´autore della mappa semplicemente il creatore». Il doppio senso è evidente, come anche lo scetticismo dei ricercatori «ufficiali» degli istituti accademici verso quella che i giornali hanno già battezzato «la mappa del creatore» e verso il suo scopritore, un dottore in fisica che ha sconfinato nell´archeologia. Ma Chuvyrov è pieno di entusiasmo. Negli archivi del ´700 ha trovato descrizioni di decine di lastre che assomigliano alla sua mappa, e ha intenzione di scovarle. Crede che la pietra che ha trovato sia solo un frammento di un gigantesco mosaico di 348 tessere, sul quale il «creatore» ha riprodotto il mondo. Con quale obiettivo? «Forse voleva colonizzarlo».
Anna Zafesova