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Visualizza Versione Completa : Ecco perchè le impronte digitali sono liberticide.



Sir Demos
06-06-02, 17:45
Non l'avremmo forse nemmeno creduto, se ce l'avessero detto, che sarebbe giunto così, entrando dalla porta principale, e cioè con un voto in Parlamento, eppure, dopo averlo lungamente atteso, temuto, annunciato e poi spesso smentito, ecco che sotto l'occhio del Grande Fratello, quello vero, non quello inoffensivo e commerciale della televisione, ci siamo finiti tutti e, quel che è peggio, volentieri.

Ma, come si dice in questi casi, andiamo con ordine. Perché il punto non è solo che la Camera abbia approvato la legge che prevede la rilevazione delle impronte digitali agli extracomunitari in Italia. E nemmeno il fatto che questo sia l'inevitabile orientamento che hanno già assunto alcuni paesi europei, e che presto la stessa Unione Europea farà proprio, visto che non c'è alcun altro modo di controllare non diciamo le azioni, ma almeno l'esistenza in vita di soggetti altrimenti senza nazionalità né identità.

Non è neppure perché, con l'idea di stemperare la connotazione razzista della propaganda che accompagna questa norma, altrimenti di puro buonsenso, l'opposizione propone di estenderne l'applicazione a tutti, cittadini comunitari compresi, il che torna ovviamente assai utile per qualsiasi autorità, da quelle di polizia a quelle amministrative, che così disporrebbero di un censimento della popolazione finalmente certo, informatizzato ed inequivoco.

Il fatto davvero rilevante è che l'idea dello schedario globale a fini preventivi non è solo una misura di ordine pubblico adeguata ai tempi, ma è anche un approccio straordinariamente funzionale per chiunque aspiri a governare con la massima efficienza fenomeni e grandi numeri, come ad esempio aziende che immettono sul mercato prodotti destinati al consumo di massa, o società fornitrici di servizi essenziali, dalla corrente elettrica ai trasporti - vedi il progetto "one stop check", della Iata - , dall'acqua alle telecomunicazioni.

E naturalmente, in questi casi, massimizzare l'efficienza significa non solo migliorare prodotti e servizi (cioè, grazie ad un'identificazione certa degli utenti posso tracciare il profilo dei consumi di ciascuno, e per conseguenza fornire individualmente ciò che è più utile, o comunque gradito), ma anche e soprattutto massimizzare i profitti, razionalizzando la spesa per investire solo là dove ho i massimi ritorni (il che, dopo tutto, già accade grazie ad accorte politiche di marketing, ed è ad esempio la banale ragione per cui le case farmaceutiche non investono in ricerca sulle malattie rare).

Ciò che però rappresenta un passo in più rispetto al mondo che conosciamo è la possibilità di associare per sempre, ed in forma estremamente precisa e comoda da gestire, cioè attraverso le tecnologie informatiche, l'insieme dei dati quantitativi a disposizione con nomi e cognomi, con storie personali, e orientamenti, e gusti, e preferenze od idiosincrasie, con l'universo affettivo ed esistenziale di ciascuno, mettendo il possessore dei dati nelle condizioni non solo di interpretare ma, in una buona misura, di predire, i singoli atti espressione della nostra individualità.

Non c'è bisogno di ricordarlo qui, perché se ne è parlato molte volte, di quanto tutto ciò possa rappresentare alla fine una minaccia per la libertà di ognuno, se non adeguatamente sottoposto a vincoli di legge, ed il Garante per la privacy rappresenta per così dire l'incarnazione istituzionale di questa fondata preoccupazione.

Ciò che invece è utile non dimenticare, specialmente in questi giorni di accesi dibattiti parlamentari, è che in questo campo non esistono compartimenti stagni, ed una volta intrapresa questa via non c'è alcuna reale differenza fra l'impronta digitale apposta sulla carta d'identità, la lettura dell'iride per acquistare il biglietto aereo, o l'intercettazione telefonica senza notizia di reato, che all'apparecchio ci sia un ex capo dello Stato, o il vicino di casa che discute con la moglie. E' questo che ci fa sentire vulnerabili

ciaparat
06-06-02, 17:58
l'hai scritto tu? Se no, indica la fonte.

Sulle impronte ti ho gia' risposto nel thread dell'appello dei registi, ecc.

Una curiosita': ma voi, la carta d'identita', ce l'avete? (con o senza impronte digitali)
Io no.
Qualcuno sostiene che sarebbe obbligatoria, ohibo'...

PINOCCHIO (POL)
06-06-02, 18:48
ne devo avere addiritura due...
saluti padani

Sir Demos
17-06-02, 12:21
Fonte: www.ilnuovo.it

La Carta d'Identità ce l'ho, ma non è propriamente la stessa cosa... :cool:

Ciao.

ARI6
17-06-02, 16:29
Uffa, non è giusto, a ciaparat la fonte l'hai detta subito, quando la chiedo io mi fai aspettare anni... :(

Skepto
17-06-02, 21:48
Io la carta d'identità ce l'ho, ma solo perchè con tutti i corsi e concorsi a cui partecipo mi ritrovo a doverla esibire ogni due mesi.
Considero comunque una grandissima seccatura l'obbligo di doversela portare sempre dietro.