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Visualizza Versione Completa : Note sull'apparato militare clandestino del PCI nel secondo dopoguerra



Pieffebi
06-06-02, 21:34
L'apparato militare clandestino del PCI
nel rapporto del Console USA di Milano - 1947
Uno dei documenti inviati dal console statunitense di Milano all'ambasciatore USA Dunn, si intitola "Italy Communist Party.Secrets.From Bay to Dumm, Secretary of State and American Consulate General - Naples". Il documento, segreto, e quindi scevro da intenzioni propagandistiche, fotografa le informazioni in possesso delle autorità statunitensi in Italia, nel 1947, sull'attività (politica e militare) del Partito Comunista Italiano, ancora componente del governo "di unità antifascista".
Il documento accrediterebbe un ruolo notevole di Secchia, superiore a quello ufficiale, nella direzione comunista, fino al punto che si dice che "Togliatti sintetizza le discussioni ma a decidere è Secchia", in quanto uomo alle dirette dipendenze dal Cremlino.
Alcuni passaggi del documento sono di notevole interesse:
"Con il termine generale di apparato noi intendiamo l'organizzazione armata (difensiva-offensiva) che il Partito ha creato, a cominciare dalle formazioni partigiane Garibaldi, che durante la resistenza erano composte quasi esclusivamente da comunisti. Contrariamente a quanto è accaduto ad altre organizzazioni partigiane - prosegue il documento a pag. 5 - le Brigate Garibaldi hanno mantenuto una buona parte della loro unità e la capacità di continuare"
Questo, secondo le autorità americane, in virtù dell'organizzazione di tipo professionale e dello spirito di ferrea disciplina, sconosciuto agli altri partiti antifascisti.
"Poichè i membri delle Brigate Garibaldi - prosegue il documento - erano organizzazioni dell'ANPI e questa organizzazione venne a trovarsi sotto il controllo del partito comunista, l'organizzazione militare e l'ANPI sono diventate la medesima cosa" se non altro come sovrapponibilità dei quadri.
Dopo aver parlato dell'entità dell'organizzazione comunista, sul piano del potenziale di uomini armati, e dei suoi centri di addestramento e coordinamento, il documento americano si preoccupa di trattare anche il potenziale "in caso di guerriglia".
"per via induttiva si può giungere alla conclusione che in caso di emergenza il partito può contare sul supporto di 100/130.000 persone armate di cui 1/3 equipaggiate con armi da fuoco automatiche efficaci e circa 2/3 poveramente dotate. Per quanto la rivoluzione che è stata annunciata più volte (..) non sembri ancora vicina, lo spirito dei partigiani è alto e l'ardore di combattere assai buono; ciò è soprattutto vero in Emilia, dove la situazione politica ha già dato vita ad alcune delle più importanti rivendicazioni del periodo clandestino".
Il documento prosegue parlando dell'organizzazione logistica, sulle comunicazioni, anche via Lubiana (la jugoslavia di Tito non ha ancora rotto con Stalin). Le federazioni comuniste di Roma e di Milano hanno sicuramente organizzato, secondo gli americani, un centro clandestino di radiotrasmittenti. Il bilancio del PCI viene stimato in circa 5 bilioni annui, mentre gli scritti vengono stimati fra i 900.000 ed 1.200.000.
Il documento sottolinea la totale dipendenza di tutto questo gigantesco apparato politico e militare dalla linea stabilita dal Cremlino e dagli interessi dell'Unione Sovietica di Stalin.
Le direttive tattiche sono la prudenza, l'incremento dell'attività legale di agitazione e propaganda, infiltrazione nell'apparato militare e di pubblica sicurezza dello Stato.
"Quando vengono osservate alla luce di questo piano - prosegue il documento - le ultime manifestazioni comuniste in Italia(..) hanno tutte lo stesso obiettivo. , quello di anestetizzare le opposizioni nell'attesa che, una volta che la supremazia della sinistra sia stata raggiunta, i comunisti possano legalmente chiedere la direzione del governo". Queste sono le direttive dell'URSS che, al momento, non vuole noie con gli occidentali e ritiene sicuramente prematuro uno scontro con l'occidente capitalistico. Stalin ha già abbandonata a se stessa la rivoluzione comunista in Grecia.
Ovviamente l'egemonia comunista nel governo di un paese occidentale creerebbe una seria contraddizione. La guerra fredda non è ancora iniziata. Di lì a pochi mesi il colpo di stato comunista di Praga darà fuoco alle polveri. De Gasperi si libererà della presenza socialcomunista nel governo e lo scontro diventerà durissimo.
Tentazioni insurrezionali saranno evidenti nel PCI, tanto che lo stesso Togliatti ne fara' cenno ufficialmente nella Direzione COmunista. Ma i rapporti di forza non sono favorevoli. L'estensione internazionale del conflitto fra democrazie e totalitarimso comunista (la "guerra fredda") diventerà sempre più inevitabile e duro. Presto i comunisti attaccheranno in Corea. Negli USa sorgeranno a propria volta tendenze reazionarie in risposta a questa concreta minaccia della piovra rossa sul mondo libero.


Cordiali saluti

Pieffebi
15-03-07, 20:55
Un tema da riprendere.

Saluti liberali