PDA

Visualizza Versione Completa : Sant'Antonio di Padova



Colombo da Priverno
07-06-02, 00:00
http://santiebeati.it/immagini/Original/23400/STA01002.JPG

Cari fratelli,
il 13 giugno la Chiesa ricorda Sant'Antonio di Padova. Mi sembra doveroso dedicare un thread al "Santo" per antonomasia. Ogni contributo sarà ben accetto.Grazie.

Antonio santo pregate per noi!

Acciò siam fatti degni

delle promesse di Cristo.

Colombo da Priverno
07-06-02, 00:05
http://santiebeati.it/immagini/Original/23400/STA01001.JPG

S. Francesco d'Assisi, che incontrò il giovane frate Antonio in occasione del Capitolo generale apertosi nella Pentecoste del 1221, lo chiamava confidenzialmente "il mio Antonio” il cui nome anagrafico è Fernando de Bulloes y Taveira de Azevedo, nacque a Lisbona verso il 1195. Entrato quindicenne nella collegiata dei canonici regolari di S. Agostino, in soli nove mesi approfondì a tal punto lo studio della Sacra Scrittura da essere chiamato più tardi da papa Gregorio IX "arca del Testamento". Alla cultura teologica unì quella filosofica e scientifica, molto viva per l'influsso della filosofia araba.
Di questa sua vasta formazione culturale diede prova negli ultimi anni di vita predicando nell'Italia settentrionale e in Francia. Qui ebbe il titolo di "custode del Limosino" per la dottrina profusa nella lotta contro l'eresia. Pio XII, nel 1946, lo dichiarò dottore della Chiesa con l'appellativo di "Doctor evangelicus". Cinque francescani avevano proprio allora raccolto la palma del martirio in Marocco, dove si erano spinti per evangelizzare gli infedeli. Fernando ne vide le salme, trasportate in Portogallo nel 1220, e decise di seguirne le orme, entrando tra i frati mendicanti di Coimbra, con il nome di Antonio Olivares.
Durante il viaggio di ritorno dal Marocco, dove potè sostare solo pochi giorni a causa della sua idropisia, un fortunale sospinse l'imbarcazione verso le coste siciliane. Dimorò alcuni mesi a Messina, nel convento francescano, il cui priore lo portò con sè ad Assisi per il Capitolo generale. Qui Antonio conobbe di persona "il giullare di Dio", Francesco. Fu assegnato alla provincia francescana della Romagna e condusse vita eremitica in un convento presso Forlì. Adibito alle umili mansioni di cuoco, frate Antonio visse nell'ombra finché i suoi superiori, accortisi delle sue straordinarie doti di predicatore, lo tolsero dall'eremo e lo inviarono per l'Italia settentrionale e in Francia a predicare nelle zone in cui era più diffusa l'eresia degli albigesi.
Antonio ebbe infine fissa dimora nel convento dell'Arcella, a un chilometro dalle mura di Padova. Di qui si recava ovunque fosse invitato a predicare. Nel 1231, l'anno in cui la sua predicazione toccò i vertici di intensità e fu caratterizzata da contenuti sociali, Antonio fu colto da malore e dal convento di Camposampiero venne trasportato a Padova sopra un carro di fieno. Spirò all'Arcella il 13 giugno 1231. "Il Santo" per antonomasia, com'è chiamato a Padova, fu canonizzato nella Pentecoste del 1232, a un anno appena dalla morte, sulla spinta di una popolarità che si sarebbe allargata di epoca in epoca.

Colombo da Priverno
07-06-02, 00:14
http://digilander.iol.it/jacquelin/predica.jpg

Sant'Antonio scrive ispirandosi direttamente alla Parola di Dio, che cita a memoria. Frequente è pure il riferimento ai grandi Padri della Chiesa. I Sermones di sant'Antonio sono un’iteinerario biblico e sapienziale offerto a chiunque desidera avvicinarsi a Dio e cambiare vita guidato dalla sua Parola.

Si tratta di brevi ma intensi passaggi, tra i moltissimi raccolti nelle oltre 1260 pagine del volume dei sermoni che li raccoglie, tradotti e curati da p. Giordano Tollardo ed edito dalle Edizioni Messaggero di sant'Antonio.



La passione di Cristo
La passione di Cristo attira moltissimi a lui, più che tutto il resto della sua vita. Si realizza così il suo detto (Gv 13, 32): Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me!

Per quattro motivi, a mio modo di vedere, il Signore mostrò agli apostoli le mani, il costato e i piedi.


Primo, per rendere evidente ch'era veramente risorto, e togliere a noi ogni dubbio.
Secondo, affinché la colomba, cioè la Chiesa o l'anima fedele, potesse fare il nido nelle sue piaghe, dove nascondersi dalla presenza dello sparviero che minaccia di rapirla.
Terzo, per imprimere nei nostri cuori, come segnali, le stimmate della sua passione.
Quarto, per mostrarle pregandoci di condividere le sue sofferenze, affinché evitiamo di crocifiggerlo di nuovo con i chiodi dei peccati.

Ci presenta dunque le mani e il costato, dicendo: "Ecco in che modo sono state trapassate con i chiodi le mani che vi hanno plasmato! Ecco il costato dal quale voi fedeli, Chiesa mia, siete stati generati, come Eva dal petto di Adamo. È stato aperto dalla lancia, per dischiudervi l'entrata del paradiso, che fu chiusa dal cherubino con la spada fiammeggiante". Infatti, la virtù del sangue fuoriuscente dal costato di Cristo, allontanò l'angelo e smussò la spada, mentre l'acqua sgorgante dal costato estinse la fiamma.


Lo Spirito santo


Il fuoco è per sua natura incorporeo e invisibile; ma, appresosi a qualche corpo, assume un colore diverso, a seconda delle materie che arde. Allo stesso modo, lo Spirito Santo non può essere visto, se non per mezzo delle creature in cui egli opera.

E tutti furono pieni di Spirito Santo (At 2, 4). Sono riempiti di Spirito Santo, che solo può riempire l'anima. Infatti il mondo intero non è in grado di riempirla.

E cominciarono a parlare varie lingue, secondo che lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi (At., 2, 4). Chi è ricolmo di Spirito Santo parla varie lingue. Le varie lingue sono le diverse testimonianze di Cristo, quali:



l'umiltà,

la povertà,

la pazienza e

l'obbedienza.


Noi parliamo queste lingue, quando mostriamo agli altri queste virtù in noi stessi. Il parlare è cosa viva, quando parlano le opere. Abbiano fine le parole, parlino le opere! Siamo pieni di parole, ma vuoti di opere, e perciò incorriamo nella maledizione del Signore, il quale maledisse l'albero di fico, in cui non trovò frutto, ma soltanto foglie.


Scrive Gregorio: "La legge del predicatore è che realizzi nei fatti quello che proclama a parole. Invano si vanta di conoscere la legge di Dio, chi distrugge il proprio insegnamento con le azioni ". Gli apostoli invece parlavano secondo che lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi. Beato colui che parla secondo che lo ispira lo Spirito Santo, e non l'animo suo!

Il testamento spirituale di sant'Antonio

Da tre cose procede la morte o la vita:



il cuore,
la lingua e
la mano.


Nel cuore è simboleggiato il consenso al bene o al male; nella lingua, il nostro esprimerci a parole; nella mano, il nostro agire. Se avessimo rinnegato il Signore in questi tre modi, ebbene: curando il male con il suo contrario, diamogli lode in questi modi stessi.

Rinnega con il cuore chi non ha fede oppure consente al peccato mortale. Stefano dice negli Atti 7, 35: Avevano rinnegato Mosè, dicendo: " Chi ti ha costituito principe e giudice sopra di noi? ". Mosè, che vuol dire "acquatico", raffigura la fede, che si nutre alle acque del battesimo; oppure la grazia del pentimento. La fede è la prima virtù, è il principe; giudice è la grazia del pentimento, con cui il peccatore giudica se stesso e condanna il male compiuto. Rinnegano Mosè e non vogliono sia principe e giudice su di loro quelli che non hanno fede o consentono al peccato mortale.

Rinnega Cristo con la lingua chi, mediante la menzogna, distrugge la verità, oppure denigra il prossimo. Dice Pietro (At 3, 13-14): Voi alla presenza di Pilato negaste il Giusto e chiedeste vi fosse rilasciato un omicida. Pilato, che vuol dire "bocca del martellatore", è la menzogna e la denigrazione; rinnegano Cristo quelli che martellano e guastano la verità con la menzogna e la carità del prossimo con la denigrazione.

Ancora, rinnega Cristo con la mano chi agisce perversamente con le azioni. Egli nega Dio con i fatti, dice l'Apostolo (Tt 1, 16). Quelli dunque che rinnegano Cristo nelle tenebre del peccato, si pentano alla predicazione della parola di Dio, affinché nella luce della penitenza possano confessarlo insieme con Pietro per tre volte: Amo, amo, amo!


Amo con il cuore,

per mezzo della fede e della devozione;


amo con la lingua,

affermando la verità ed edificando il prossimo;


amo con la mano,

per mezzo di un agire puro.


Elogio del silenzio e della solitudine


Dio dà la pace dell'anima nella solitudine della mente e del corpo. Di essa si dice nelle Lamentazioni 3, 28-29: sederà solitario, e tacerà, poiché innalzò se stesso sopra di sé; metterà la sua bocca nella polvere.


In questa frase sono segnalate cinque cose, necessarie a qualsiasi giusto:


la pace dell'anima, dov'è detto: sederà;
la separazione dalle cose terrene, dov'è detto: solitario;
il silenzio della bocca, quando si aggiunge: e tacerà;
l'elevarsi in contemplazione: innalzò se stesso sopra di sé;
il ricordo della propria fragilità: metterà la sua bocca nella polvere, per parlare di essa, memore di quello che è scritto: Polvere sei e in polvere tornerai (Gn. 3, 19).

La navicella della penitenza e della conversione

Per pilotare una navicella sono necessarie almeno quattro cose: albero, vela, remi e àncora.

L'albero simboleggia la contrizione del cuore;
la vela, la confessione della bocca; infatti, la confessione deve esser legata alla contrizione come la vela all'albero;
i remi,le opere di riparazione: digiuno, preghiera,elemosina;
l’ancora,il ricordo della morte.
Come l'àncora trattiene la nave che non vada a picco fra gli scogli,così il ricordo della morte trattiene l'anima nostra, affinché non naufraghi nei peccati. Dice a tal proposito il Siracide, 7, 40: Ricordati della tua fine, e non cadrai mai nel peccato. Chi dunque desidera di passare dalla riva di questa vita mortale alla riva dell'immortalità, giungendo alla città della Gerusalemme celeste, salga sulla barchetta della penitenza, secondo l'esortazione dell'Apostolo (El.4,23-24)

Rinnovatevi nello spirito della vostra mente

nella contrizione del cuore,

e rivestitevi dell'uomo nuovo

nella confessione della bocca,

creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità

nel riparare al male con opere buone.

Il profumo della comunione eterna

Gesú dice: Nella casa del Padre mio, vi sono molte dimore (Gv. 14, 2). Ecco il frutto del melograno, i cui chicchi sono tutti coperti da una stessa buccia, eppure ciascun grano ha il suo alveolo particolare. Così in quella gloriosa eternità vi sarà un'unica dimora, ma ognuno avrà la sua cella riservata, poiché diverse sono le dignità nella stessa eternità, altro è lo splendore del sole, altro quello della luna, altro ancora quello delle stelle.

Tuttavia, pur in splendori diversi, pari sarà la gioia, poiché godrò del bene tuo come mio, e tu del mio come tuo. Un esempio: ecco, siamo insieme, e io tengo in mano una rosa.


La rosa è mia, eppure tu godi della sua bellezza e della sua fragranza così come ne godo io. In simile modo, nella vita eterna, la mia gloria sarà tuo gaudio ed esultanza; e viceversa.

In quel fulgore tanta sarà la luminosità dei corpi, che io potrò guardarmi nel tuo viso come in uno specchio, e tu potrai vederti nel mio viso, e da ciò sorgerà un amore ineffabile. Dice Agostino: "Quale amore sarà quando ciascuno vedrà il proprio volto nel volto dei fratelli, come quaggiù vediamo l'uno il viso dell'altro?". Ogni cosa sarà splendente in quello splendore, nulla resterà nascosto agli altri, nulla sarà oscuro.

Nell'Apocalisse 21, 18 leggiamo: La città di Gerusalemme sarà oro puro, simile a cristallo puro. Gerusalemme è detta oro puro per lo splendore dei corpi glorificati, che saranno simili a cristallo puro perché, come qualunque cosa sia contenuta nel cristallo puro appare chiaramente al di fuori, così in quella visione di pace saranno vicendevolmente chiari tutti i segreti del cuore, e perciò arderanno d'inestinguibile, ineffabile, reciproco amore.

Attualmente purtroppo non ci amiamo davvero a vicenda come bisognerebbe, perché ci nascondiamo nelle tenebre, ci separiamo a vicenda nel segreto del nostro cuore, e così l'amore si raffredda e l'iniquità abbonda.

Se così non fosse, ve lo avrei detto (Gv 14, 2), cioè se le cose stessero diversamente, non ve l'avrei taciuto, ve l'avrei anzi palesato schiettamente che lassù ci sono molte dimore. Ma sappiate che vado a prepararvi un posto. Un padre appronta per il figlio un posto, anche l'uccello appresta il nido per i suoi piccoli. Così Cristo ci ha preparato un posto: la tranquillità della vita eterna; e prima ancora, ci ha aperto la via attraverso cui giungervi. Sia egli benedetto nei secoli. Amen.

Colombo da Priverno
07-06-02, 00:21
Questa preghiera di lode - o responsorio - in onore di Sant'Antonio fu composta da fra Giuliano da Spira. Il responsorio fa parte dell'Officium rhythmicum s. Antonii, che risale al 1233, due anni dopo la morte del Santo. E' cantato nella Basilica di Sant'Antonio a Padova e, ogni martedì, in molte chiese nel mondo intero.


http://santiebeati.it/immagini/Original/23400/23400B.JPG


Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga la morte, l’errore, le calamità e il demonio; ecco gli ammalati divenir sani.

Il mare si calma, le catene si spezzano; i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano la sanità e le cose perdute

S’allontanano i pericoli, scompaiono le necessità: lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di Padova.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Colombo da Priverno
07-06-02, 21:32
http://santiebeati.it/immagini/Original/23400/STA01005.JPG

Sant'Antonio è famoso nel mondo anche come il Santo che aiuta a trovare le cose smarrite. Dagli oggetti della vita quotidiana, a documenti importanti, alla stessa fede. La preghiera che segue è dedicata ad invocare l'aiuto di Sant'Antonio proprio nella ricerca di quanto è stato smarrito.

Glorioso Sant'Antonio, tu hai esercitato il divino potere di trovare ciò che era stato perduto. Aiutami a ritrovare la Grazia di Dio, e rendimi zelante nel servizio di Dio e nel vivere le virtù. Fammi trovare ciò che ho perso, così da mostrarmi la presenza della tua bontà.
(Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre)

Preghiamo

Sant'Antonio, glorioso servo di Dio, famoso per i tuoi meriti e i potenti miracoli, aiutaci a ritrovare le cose perdute; dacci il tuo aiuto nella prova; e illumina la nostra mente nella ricerca della volontà di Dio. Aiutaci a trovare di nuovo la vita di grazia che il nostro peccato distrusse, e conduci noi al possesso della gloria promessaci dal Salvatore. Ti chiediamo questo per Cristo nostro Signore. Amen.

Colombo da Priverno
07-06-02, 21:37
http://digilander.iol.it/jacquelin/Image5.jpg

La tradizione popolare tramanda che Sant'Antonio diede una preghiera ad una povera donna che cercava aiuto contro le tentazioni del demonio.
Sisto V, papa francescano, ha fatto scolpire la preghiera - detta anche motto di Sant'Antonio - alla base dell'obelisco fatto da lui erigere in Piazza San Pietro a Roma. Eccola nell'originale latino:

Ecce Crucem Domini!
Fugite partes adversae!
Vicit Leo de tribu Juda,
Radix David! Alleluia!

tradotto

Ecco la Croce del Signore!
Fuggite forze nemiche!
Ha vinto il Leone di Giuda,
La radice di Davide! Alleluia!

Questa breve preghiera ha tutto il sapore di un piccolo esorcismo. Anche noi possiamo usarla - in latino o in italiano - per aiutarci a superare le tentazioni che si presentano.

Colombo da Priverno
07-06-02, 21:46
http://digilander.iol.it/jacquelin/Image1.jpg

A Rimini, il Santo ebbe a combattere gli eretici, che, non riuscendo a ridurlo al silenzio, convinsero il popolo ad abbandonare la sua predicazione. Le chiese erano deserte; e Antonio, divorato dalla sete delle anime, non potendo resistere a quella glaciale indifferenza, respinto dagli uomini andò , in un impeto di nobile sdegno, alla riva del mare; e rivolto ai pesci: -Udite, udite, voi pesci, la parola, che gli uomini rifiutano.- E tosto un immensa moltitudine di pesci venne alla riva, dinanzi i più piccoli, lontano i più grossi, tutti in grandissima pace e mansuetudine, tenendo le teste fuori dalle acque e tutti rivolti verso Antonio. E Antonio parlava: parlava con la semplicità ingenua di San Francesco, con la foga imperiosa della sua eloquenza, invitando i tranquilli abitatori delle acque a lodare Iddio, giacché lo rifiutavano gli uomini. I pesci cominciarono allora ad aprire la bocca, ad inchinare il capo e a mostrare in tal guisa il loro consenso. Al prodigio accorse tutta Rimini, chiedendo la grazia suprema di non essere abbandonata dal Santo e di udirne ancora la predicazione.



http://digilander.iol.it/jacquelin/Image2.jpg

Non tutti gli eretici tuttavia si convertirono. Certo Bonvillo, non credendo nell’Eucarestia, chiese ad Antonio un nuovo miracolo. —Se la mia mula,- egli disse —piegherà il ginocchio dinanzi a quel pane che voi dite essere Cristo, io pure crederò.- Accettò il Santo e nel giorno stabilito, tenendo alta l’Ostia consacrata, uscì di chiesa. Gli venne incontro Bonvillo, tenendo per mano la mula da tre giorni affamata e mostrando a questa la biada. Ma la mula, non curando il cibo, piega le ginocchia dinanzi all’Eucarestia.



http://digilander.iol.it/jacquelin/Image7.jpg

Un peccatore venne a lui, confessandosi d’aver dato un calcio a sua madre. —Quel piede- gli disse Antonio —meriterebbe di essere reciso!- L’altro, tutto confuso dall’enormità del suo peccato, appena a casa si troncò il piede davvero. Ma l’atrocità dello spasimo gli strappava orribili grida; per cui il Santo, avvertito del fatto, venne a lui, prese il piede tagliato, lo adattò alla gamba e tosto le carni si unirono.



http://digilander.iol.it/jacquelin/Image9.jpg

Seppe Antonio un giorno per divina rivelazione che il padre suo a Lisbona versava in gravissimo pericolo; egli era infatti accusato di aver ucciso un uomo, il cui cadavere era stato trovato presso il suo orto. Antonio miracolosamente si trovò trasportato a Lisbona, e convocati i giudici, li condusse dinanzi all’ucciso, ordinando al morto che dicesse se l’accusato era davvero reo. L’ucciso si scosse dal sonno della morte, si alzò per un istante, rispose di no, poi ricadde nel sepolcro.



L’eretico Aleardino beffandosi della narrazione di tanti prodigi, esclama: -Se è vero che il Santo è così miracoloso, salvi questo bicchiere- e sì dicendo lancia dalla finestra, contro una grossa pietra, una coppa di vetro, la quale rimane intatta e illesa. Aleardino si convertì, e quella tazza si conserva tuttora nella Basilica di Padova.

Guelfo Nero
13-06-02, 23:20
BUONA FESTA DI SANT'ANTONIO A TUTTI! E ANCORA GRAZIE A LEPANTO PER AVER CURATO QUESTO SPLENDIDO THREAD.

GUELFO NERO


http://www.maranatha.it/Domenica/m-Santi/0613-w.jpg

REGINA DEI CONFESSORI, PREGA PER NOI
SANT'ANTONIO DA PADOVA, PREGA PER NOI

Holuxar
13-06-17, 20:58
13 giugno 2017: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa, la seconda delle sei Apparizioni della Madonna alla Cova da Iria a Fatima, tredicesimo giorno del Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù…




“Sant'Antonio di Padova, confessore e dottore, 13 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm





Sant'Antonio di Padova - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/)
http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/
“13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia!”


www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’António Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore e Dottore della Chiesa, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’António Portoghése possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)
http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/
“Si quæris miracula 13 giugno 2017
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Si quæris miracula
Responsorio in onore di Sant’Antonio di Padova

Si quæris miracula
mors, error, calamitas,
dæmon, lepra fugiunt,
ægri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Pereunt pericula,
cessat et necessitas;
narrent hi, qui sentiunt,
dicant Paduani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Glória Patri et Filio et Spíritui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sæcula sæcolorum.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani. Amen.
Ora pro nobis, Beate Antoni, Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Ecclesiam tuam, Deus, Beati Antonii Confessoris tui commemoratio votiva lætificet, ut spiritualibus semper muniatur auxiliis et gaudiis perfrui mereatur æternis. Per Christum Dominum nostrum.
O Lingua benedicta, quæ Dominum semper benedictisti et alios benedicere fecisti: nunc manifeste apparet quanti meriti extitisti apud Deum.

Se cerchi i miracoli,
la morte, l'errore, la calamità
e il demonio sono messi in fuga,
gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
S'allontanano i pericoli,
scompaiono le necessità;
lo attesti chi ha sperimentato
la protezione del Santo di Padova.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora e sempre,
nei secoli dei secoli.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi. Così sia.
Prega per noi, o Beato Antonio, perché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
O Dio, la votiva commemorazione del Beato Antonio, Confessore tuo, allieti la tua Chiesa affinchè resti sempre munita di aiuti spirituali e meriti di godere gli eterni gaudi del Cielo. Per Cristo, nostro Signore.
O Lingua benedetta, che benedicesti sempre il Signore e lo facesti benedire dagli altri, ora chiaro appare di quanto merito sei stata al cospetto di Dio.

Dal 1866, per volontà di Pio IX, si concede un'indulgenza di 100 giorni a tutti i fedeli che con cuore contrito recitano il presente Responsorio e l'annessa Orazione.
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)





“Oh come tremano, afferma S. Bernardo, i demoni al sentire solamente proferire il nome di Maria: In nomine Mariae omne genu flectitur; et daemones non solum pertimescunt, sed, audita hac voce, contremiscunt (Serm. sup. Miss.). Conforme gli uomini, soggiunge Tommaso de Kempis, (Lib. 4, ad Nov.) cadono a terra per timore, allorché un tuono dal cielo cade lor vicino, così cadono abbattuti i demoni al sentir nominare Maria: Expavescunt caeli reginam spiritus maligni et diffugiunt, audito nomine eius, velut ab igne. Tamquam tonitruum de caelo factum sit, prosternuntur ad sanctae Mariae vocabulum. Ed oh quante belle vittorie di questi nemici han riportato i divoti di Maria col suo santissimo nome! Così li vinse S. Antonio di Padova, così il B. Enrico Susone, così tanti altri amanti di Maria. Si sa dalle relazioni delle missioni del Giappone che ivi ad un certo cristiano una volta comparvero molti demoni in forma di feroci animali a spaventarlo e minacciarlo; ma egli disse lor così: «Io non ho armi di cui possiate voi temere; se vel permette l'Altissimo, fate di me quel che vi piace. Del resto adopro in mia difesa i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.» Così disse appena, ed ecco che al suono de' tremendi nomi si aprì la terra, e precipitarono quei spiriti superbi. E S. Anselmo attesta per sua esperienza di aver veduto ed inteso molti che al nominare Maria subito sono stati liberati da' pericoli: Saepe vidimus et audivimus plurimos homines in suis periculis nominis recordari Mariae, et illico omnis periculi malum evasisse (S. Ans., de Exc. Virg., c. 6).
Da S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria
Parte prima
CAPITOLO IV. - Ad te clamamus, exsules filii Hevae.
§ 2. - Quanto è potente Maria in difendere chi l'invoca nelle tentazioni del demonio.”



http://www.unavox.it/103b.htm
"CRONOLOGIA DI FATIMA."


http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/seconda-apparizione-a-cova-da-Iria.asp
"13 Giugno 1917 - La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta come voluto dalla Madonna, si trovano alla Cova da Iria. La voce si è sparsa e con loro adesso ci sono circa cinquanta persone. Recitano tutti assieme, il S. Rosario.
Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco, e con le altre persone che erano presenti, scrive Lucia, vidi nuovamente il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio, esattamente come nel mese di maggio.
- Che cosa volete da me? Le chiesi.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in seguito cosa voglio.
- Chiesi la guarigione di un malato.
- Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel corso dell’anno - I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia.
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me per ornare il suo trono.
- Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
- No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio.
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna cera un cuore circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che chiedeva riparazione."




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima.”
“13 juin 1929: Notre Dame apparaît à sœur Lucie de Fatima à Tuy.”
13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231).”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“13 giugno 2017: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa.
Il Santo, che ha vissuto in Italia solo alcuni anni della sua vita conclusasi a Padova, è di origine portoghese. Gli ha infatti dato i natali intorno al 1195 Lisbona, in Portogallo. Antonio era figlio di Martino, nobile che la tradizione vuole della famiglia dei Bulhoes y Taveira de Azevedo - da noi chiamati più semplicemente i Buglioni - che annoverava tra i suoi membri il prode Goffredo, condottiero della prima crociata.
Quindicenne, Fernando (con tale nome era stato battezzato) entrò fra i canonici regolari di sant'Agostino, a Lisbona prima e poi a Coimbra. Di intelligenza acuta e brillante, in pochi anni riuscì a immagazzinare tanta cultura teologica, scientifica e soprattutto biblica da meritarsi in seguito il titolo di "Arca del testamento". Gli studi non riuscirono però ad appagare le aspirazioni del suo animo generoso. Il giovane canonico trova la sua strada il giorno in cui a Lisbona approdarono le salme, di cinque frati francescani martirizzati nel Marocco. Decise allora di seguirne le orme entrando tra i francescani di Coimbra con il nome di frate Antonio.
Si era recato in Marocco per coronare la propria vita con il martirio, ma misteriose febbri lo obbligarono a tornare in patria. Durante il viaggio una tempesta lo fece naufragare sulle coste della Sicilia, presso Milazzo. Risalì quindi l'Italia, in compagnia di altri frati, diretti ad Assisi dove si svolgeva il Capitolo generale poi detto "delle stuoie". Era il 1221. Nella cittadina umbra Antonio conobbe Francesco, il quale qualche tempo più avanti, ammirato dalla sua profonda dottrina, lo chiamerà "mio vescovo".
Ad Assisi il frate portoghese venne destinato al convento-romitorio di Montepaolo, vicino a Forlì, dove rimase per qualche tempo alternando preghiere, lavoro e studio. Una predica improvvisata, in occasione di un'ordinazione sacerdotale (era venuto a mancare il predicatore ufficiale), impose all'attenzione di tutti la profonda cultura, la capacità oratoria, e la ricchezza interiore di frate Antonio. All'indomani, lasciato l'eremo di Montepaolo, il frate era già sulle strade polverose dell'Italia settentrionale e della Francia, missionario itinerante e predicatore, ad annunciare il messaggio evangelico e francescano, contro le labili costruzioni degli eretici che avevano infestato quelle regioni. Nella eretica Rimini, che rifiutava di ascoltare la Parola di Dio, egli andò a predicare ai pesci che lo accolsero sulla riva. In altre città eccolo sfidare gli eretici inducendo una mula, tenuta a digiuno per giorni, ad inginocchiarsi di fronte all'ostia consacrata, mentre alle sue froge giungeva invitante il profumo d'un bel mucchio di biada.
Tornato in Italia, si stabilì a Padova, dove proseguì la sua attività di Predicatore.
Celebre un suo quaresimale, tenuto a Padova alcuni mesi prima di morire, e un coraggioso quanto sfortunato incontro con il feroce tiranno Ezzelino da Romano, dal quale era andato a perorare la liberazione di alcuni prigionieri tenuti barbaramente segregati nelle celle del suo palazzo.
Negli ultimi tempi, spossato dalla fatica e dalla malattia (soffriva per le conseguenze delle febbri malariche) accettò l'invito di un amico, il conte Tiso di Camposampiero, a recarsi nel convento di quella cittadina, immerso nella quiete della campagna, per riposarsi. A Camposampiero, Antonio si era fatto costruire dall'amico conte tra i rami fronzuti di un noce una piccola cella, dove si ritirava a pregare. Ma quella solitudine fu infranta dagli ammiratori che, scoperto il nascondiglio segreto, si recavano in massa a chiedergli il conforto della parola.
Nella tarda primavera del 1231, Antonio fu colto da malore. Deposto su un carro trainato da buoi, venne trasportato a Padova, dove aveva chiesto di poter morire. Giunto però all'Arcella, un borgo della periferia della città, la morte lo colse. Spirò mormorando: "Vedo il mio Signore". Era il 13 giugno. Aveva 36 anni.
Il Santo venne sepolto a Padova, nella chiesetta di santa Maria Mater Domini, il rifugio spirituale del Santo nei periodi di intensa attività apostolica. Un anno dopo la morte, la fama dei tanti prodigi compiuti convinse Gregorio IX a bruciare le tappe del processo canonico e a proclamarlo santo. La Chiesa ha reso giustizia alla sua dottrina, proclamandolo nel 1946 di «dottore della chiesa universale».”
“il 13 giugno 1799 il cardinale Ruffo, con l'armata della Santa Fede, entra in Napoli, liberandola dalla repubblica giacobina.”






13° giorno: Cuore misericordioso - Cuore invidioso (http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/)
“13° giorno: Cuore misericordioso – Cuore invidioso
CUORE MISERICORDIOSO
La parola “misericordioso” significa, letteralmente, «dare il cuore ai miseri» (miseris-cor-dare).
Quando Gesù ci dice di essere misericordiosi come il Padre dei cieli che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45), ci chiede appunto di essere buoni e comprensivi di cuore verso coloro che non meriterebbero.
Si sa che il mondo è teatro di tante cattiverie, ingiustizie, disonestà. La tentazione più immediata che tutti proviamo è quella di colpire i malfattori e i malviventi, trattandoli con la severità che meritano.
Ma se facciamo così, non potremo essere mai «figli dell’Altissimo che è benigno anche verso gli ingrati e i cattivi» (Lc 6,35).
Se il Cuore di Gesù avesse voluto trattarci come meritiamo, non si sarebbe mai sottoposto a una vita di stenti e di umiliazioni sulla terra; non avrebbe dovuto mai e poi mai bere il calice amaro della nostra Redenzione; tanto meno sarebbe potuto restare in mezzo a noi e per noi nel Sacramento dell’Eucaristia.
Il Cuore di Gesù, invece, non ha considerato affatto la nostra cattiveria, si è donato tutto, continua a donarsi e si donerà «fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
Anzi, Egli arriva a lasciarsi prendere senza resistenze anche per farsi straziare dai sacrileghi, dai traditori, dai nemici dichiarati come i massoni che si procurano le Ostie consacrate per pugnalarle nelle loro infami logge.
Il Cuore di Gesù è la sorgente inesauribile della misericordia.
Persino sulla croce, Egli grida col Sangue e con la voce una preghiera di misericordia per i suoi carnefici: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Egli sa di quanta fragilità e miseria noi siamo impastati, quanto facilmente siamo vittime di noi stessi e delle nostre passioni, quanto bisogno abbiamo di essere saziati «non di solo pane» (Mt 4,4), ma di ciò che nutre per la vita eterna. Perciò il suo Cuore è sempre pronto a ripetere con ansia di misericordia ciò che disse prima della moltiplicazione dei pani: «Ho pietà di questo popolo» (Mt 15,32).
Perciò Egli ci ha rivelato il suo Cuore e ci ha donato la Grande Promessa, che è un tesoro di misericordia: «Io ti prometto – disse Gesù a santa Margherita – nell’eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale: essi non morranno nella mia disgrazia né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
CUORE INVIDIOSO
L’invidia è il verme roditore che non solo impedisce la misericordia verso chi ha commesso il male, ma vuole distruggere anche il bene che vede nei fratelli.
«Come l’acqua spegne il fuoco – diceva san Vincenzo de’ Paoli – così l’invidia spegne la carità». E san Basilio paragonava gli invidiosi agli avvoltoi che vanno a cercare e a trovare solo le carogne.
L’invidia fa rodere dentro. Suscita l’avversione del cuore. Alimenta sentimenti di disprezzo verso l’altro.
Vorrebbe veder l’altro umiliato e oltraggiato. Fa arrivare fino all’odio e al delitto. San Cipriano scriveva che l’invidia «è il seme di molte scelleratezze».
Si pensi a Caino, invidioso della rettitudine di Abele, fino al punto di assassinarlo. Si pensi a Giuseppe, venduto a ignoti mercanti dai suoi invidiosi fratelli. Si pensi al re Saul, che tentò di uccidere David, per l’invidia che provava a sentir cantare dalla gioventù ebrea: «Saul ne uccise mille – e David diecimila» (1Sam 18,7).
Si pensi agli scribi e ai farisei, che invidiavano Gesù per i suoi discorsi e miracoli, e cercavano malvagiamente di sopprimerlo, perché «se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui» (Gv 11,48).
Tra parenti e conoscenti, tra colleghi e compagni, tra amici ed estranei, quanto spesso il cuore dell’uomo è pieno di invidia per il bene degli altri. Il bene materiale, il bene spirituale, il bene morale: ogni bene può essere oggetto di invidia e nulla sfugge a questa serpe velenosa e strisciante.
Non per niente gli antichi dipingevano l’invidia sotto forma di una vecchia pallida che mangia carne di serpente e di vipera. Il cuore dell’invidioso è pieno di veleno, capace di rovinare ogni bene del fratello, senza riguardo né ritegno non solo per la misericordia, ma neppure per la giustizia e per l’onestà.
Diceva bene san Giovanni Crisostomo: «Solo l’invidia non offre alcun vantaggio, nemmeno apparente; in essa tutto è vergogna, dolore, perversità». E anzi, lo stesso san Giovanni Crisostomo arriva a dire che l’invidia è un peccato più che diabolico, perché i demoni invidiano l’uomo, ma non si invidiano tra loro.
Il Cuore di Gesù ci purifichi con le sue fiamme da questo terribile veleno, liberi il nostro cuore da questo perfido serpente dell’invidia, ci doni la sua dolce misericordia verso tutti.
Proposito: Fare un atto di carità o di cortesia a una persona che ci ha fatto del male.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


13 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm)
“LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
13° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria famiglia.
LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
Fortunata quella famiglia di Betania, che aveva l'onore di ospitare Gesù! I suoi membri, Marta, Maria e Lazzaro, furono santificati dalla presenza, dai colloqui e dalle benedizioni del Figlio di Dio.
Se non può aversi la sorte di ospitare Gesù personalmente, almeno lo si faccia regnare nella famiglia, consacrandola solennemente al suo Divin Cuore.
Consacrandosi la famiglia, dovendosi esporre perennemente l'immagine del Sacro Cuore, si ottiene il compimento della promessa fatta a Santa Margherita: Benedirò i luoghi, dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore. –
La consacrazione della famiglia al Cuore di Gesù è tanto raccomandata dai Sommi Pontefici, per i frutti spirituali che apporta:
benedizione negli affari, conforto nelle pene della vita e misericordiosa assistenza in punto di morte.
La Consacrazione si fa così:
Si sceglie un giorno, possibilmente di festa, oppure il Primo Venerdì del mese. In detto giorno tutti i componenti della famiglia facciano la Santa Comunione; però, se qualche traviato non volesse comunicarsi, la Consacrazione potrebbe avere luogo ugualmente.
S'invitino i parenti ad assistere alla sacra funzione; è bene che s'inviti qualche Sacerdote, quantunque ciò non sia necessario.
I membri della famiglia, prostrati davanti ad un'immagine del Sacro Cuore, appositamente preparata ed ornata, pronunziano la formula della Consacrazione, la quale può trovarsi in certi libretti di devozione.
È lodevole chiudere la funzione con una piccola festicciola familiare, per ricordare meglio il giorno della Consacrazione.
Si consiglia che nelle feste principali, o almeno nel giorno anniversario, venga rinnovato l'atto di Consacrazione.
Ai novelli sposi si raccomanda vivamente di compiere la solenne Consacrazione nel giorno delle nozze, affinché Gesù benedica generosamente la nuova famiglia.
Al venerdì non, si lasci mancare davanti all'immagine del Sacro Cuore il lumicino o il mazzetto di fiori. Questo atto di ossequio è gradito a Gesù ed è buon richiamo ai familiari.
Nei bisogni particolari genitori e figli ricorrano al Sacro Cuore e preghino con fede davanti alla sua immagine.
La stanza, ove Gesù ha il suo posto d'onore, sia considerata come un piccolo Tempio.
È bene scrivere alla base dell'immagine del Sacro Cuore una giaculatoria, per ripeterla ogni qual volta si passi davanti ad essa.
Potrebbe essere: « Cuore di Gesù, benedici questa famiglia! »
La famiglia consacrata non dimentichi che la vita domestica dev'essere santificata da tutti i membri, prima dai genitori e poi dai figliuoli. Si osservino esattamente i Comandamenti di Dio, aborrendo dalla bestemmia e dal parlare scandaloso ed interessandosi della vera educazione religiosa dei piccoli.
Gioverebbe poco alla famiglia l'immagine esposta del Sacro Cuore, se in casa regnasse il peccato o l'indifferenza religiosa.
ESEMPIO
Un quadro
L'autore di questo libretto narra un fatto personale:
Nell'estate del 1936, trovandomi per alcuni giorni in famiglia, esortai un parente a compiere l'atto di Consacrazione.
Per la brevità del tempo, non si poté preparare un quadro conveniente del Sacro Cuore e, per compiere la funzione, si adoperò un bell'arazzo.
Gli interessati al mattino si accostarono alla Santa Comunione ed alle ore nove si raccolsero per l'atto solenne. Era presente anche la mia mamma.
In corta e stola lessi la formula della Consacrazione; alla fine, tenni un discorso religioso, spiegando il significato della funzione. Conclusi così: L'immagine del Sacro Cuore deve avere in questa stanza il posto d'onore. L'arazzo che avete collocato momentaneamente, dev'essere incorniciato ed attaccato alla parete centrale; in tal modo chi entra in questa stanza, subito posa lo sguardo sopra Gesù. –
Le figliuole della famiglia consacrata erano discordi sul posto da scegliere e quasi si bisticciavano. In quell'istante avvenne un fatto curioso. Sulle pareti stavano diversi quadri; sulla parete centrale campeggiava un quadro di Sant'Anna, che da anni non era stato rimosso. Sebbene questo fosse abbastanza in alto, ben assicurato al muro con grosso chiodo e laccio resistente, si sciolse da sè e spiccò un salto. Avrebbe dovuto frantumarsi a terra; invece andò a posarsi sopra un lettino, abbastanza distante dalla parete.
I presenti, compreso chi parla, ebbero un fremito e, considerando le circostanze, dissero: Questo fatto non pare naturale! - Realmente quello era il posto più adatto per intronizzare Gesù, e Gesù stesso se lo scelse.
La mamma mi disse in quell'occasione: Dunque Gesù ha assistito ed ha seguito la nostra funzione?
Sì, il Sacro Cuore, quando si fa una Consacrazione, è presente e benedice!
Fioretto. Mandare sovente il proprio Angelo Custode a rendere omaggio a Gesù Sacramentato.
Giaculatoria. Angioletto mio, vai da Maria E di' che saluti Gesù da parte mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm






Luca, Sursum Corda!

Holuxar
13-06-18, 19:48
13 GIUGNO 2018: SANT'ANTONIO DA PADOVA, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA (1195-1231), anniversario della seconda delle sei Apparizioni della Madonna alla Cova da Iria a Fatima; tredicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«Sant’Antonio di Padova, confessore e dottore, 13 giugno.»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm




Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35123953_1401871949914123_2925020492630851584_n.jp g?_nc_cat=0&oh=df006e04b36d05bec2975e36753be831&oe=5BAE245D


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35123953_1401871949914123_2925020492630851584_n.jp g?_nc_cat=0&oh=df006e04b36d05bec2975e36753be831&oe=5BAE245D


«SANT'ANTONIO DA PADOVA
Confessore e Dottore della Chiesa.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35240068_1401768436591141_5373112092838592512_n.jp g?_nc_cat=0&oh=303c2bf23c9376bf7a97e94059df2562&oe=5BADC91A


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35240068_1401768436591141_5373112092838592512_n.jp g?_nc_cat=0&oh=303c2bf23c9376bf7a97e94059df2562&oe=5BADC91A


«SANT'ANTONIO DA PADOVA
Confessore e Dottore della Chiesa.
Doppio.
Paramenti bianchi.
Copatrono della Città di Napoli e del Regno di Napoli.
Nascita Lisbona, Portogallo, 15 agosto 1195
Morte Padova, Italia, 13 giugno 1231
Canonizzazione Spoleto, 30 maggio 1232, da papa Gregorio IX
Dichiarato Dottore della Chiesa nel 1946 da papa Pio XII
Santuario principale Basilica di Sant'Antonio, Padova
Attributi Libro, pesce, giglio candido, Bambin Gesù, pane, fiamma, cuore
Patrono di Brasile, Portogallo, poveri, oppressi, orfani, prigionieri, naufraghi, bambini malati, vetrai, reclute, donne incinte, affamati, viaggiatori, animali, oggetti smarriti, pescatori, cavalli, marinai, nativi americani, sterilità, fidanzati, matrimonio, vedi patronati
SANTA MESSA
Nato a Lisbona da genitori nobili, egli disprezzò tutte le ricchezze (Epistola). Ripieno dello Spirito Santo che trasformò gli Apostoli, entrò nella milizia religiosa per poter lottare per la causa della fede e per esser pronto allorché il Maestro venisse (Vangelo). Ritiratosi dapprima in Toscana, vi si dedicò alla contemplazione divina (Introito), poi ricevette la missione di predicar l'Evangelo. La sapienza della sua dottrina e la sua eloquenza lo fecero chiamare «Arca del Testamento» e «Martello degli eretici». Un anno prima della sua morte, venne a Padova dove, carico di meriti, morì all'età di trentacinque anni, nel 1231, e fu da Gesù preposto in cielo a tutti i suoi beni (Communio).
* Antonio, nato a Lisbona in Portogallo da genitori, che l'allevarono piamente, adolescente abbracciò la vita dei canonici regolari. Ma nel trasportarsi a Coimbra i corpi dei cinque beati Martiri dei frati Minori, che poco prima avevano sofferto per la fede di Cristo nel Marocco, acceso dal desiderio del martirio passò nell'ordine Francescano. Sotto l'impulso di questa fiamma si diresse subito nei paesi dei Saraceni; ma assalito da una malattia e costretto a rimpatriare su d'una nave che faceva rotta per la Spagna, la violenza dei venti lo spinse in Sicilia.
Dalla Sicilia andò al capitolo generale di Assisi; e poi si ritirò nell'eremo di monte s. Paolo nell'Emilia, dove attese per molto tempo alla divina contemplazione, al digiuno e alle veglie. Quindi elevato agli ordini sacri e mandato a predicare il Vangelo, colla sapienza e la facondia del dire riportò tali successi e suscitò tanta ammirazione di sé, che il sommo Pontefice, uditolo una volta predicare, lo appellò l'arca del Testamento. Innanzi tutto egli combatté l'eresie con estrema energia, onde fu detto il perpetuo martello degli eretici.
Primo del suo ordine, in grazia della sua singolare dottrina, insegnò le sacre lettere a Bologna e altrove, e diresse gli studi dei suoi confratelli. Dopo aver percorso molte Provincie, un anno prima di morire giunse a Padova, dove lasciò monumenti insigni di santità. Infine dopo aver sostenuto grandi fatiche per la gloria di Dio, glorioso di meriti e miracoli s'addormentò nel Signore il 13 Giugno dell'anno 1231. Il sommo Pontefice Gregorio IX l'iscrisse nel numero dei santi Confessori.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6, tom. 4.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. «Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà?» (Matth. 5,13). Cioè, se voi, che dovete certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali, perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più «a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini» (Matth 5,13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione; ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
«Voi siete la luce del mondo» (Matth. 5,14). Come più sopra ha detto «il sale della terra» (Matth 5, l13), così ora dice «la luce del mondo». Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. «Non può rimaner nascosta una città situata su un monte» (Matth. 5,14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.
** Omelia di sant'Ilario Vescovo.
Commentario su Matteo, cap. 5.
Voi siete il sale della terra. Se il sale diventa insipido, non è buono a nulla quello che si salerà. Ma io credo che non ci sia il sale della terra. In che modo quindi chiamò gli apostoli il sale della terra? Ma va cercata la proprietà delle cose dette, che sarà mostrata sia dal compito degli apostoli, sia dalla natura dello stesso sale. Il sale è in sé come una cosa sola e contiene l'elemento dell'acqua e quello del fuoco, e questo di due è una cosa sola.
Questo dunque reso efficace in ogni uso del genere umano, impartisce l'incorruttibilità ai corpi su cui sia stato cosparso, ed è dispensatore prontissimo ad ogni senso del sapore intrinseco. Ma gli apostoli sono i predicatori delle cose celesti, e come i seminatori dell'eternità, conferenti l'immortalità a tutti i corpi sui quali sia stato cosparso il loro annuncio. Meritatamente quindi sono chiamati sale della terra, perché conservano i corpi per l'eternità a maniera di una salatura per virtù della dottrina.
Ma la natura del sale è sempre la stessa, né si può mai mutare. È vero che l'uomo sarà sottoposto alla mutazione e solo è beato chi sarà rimasto fino alla fine in tutte le opere di Dio: pertanto li ammonisce, avendoli chiamati sale della terra, di persistere nella virtù della potenza a loro conferita, per evitare che diventati vani non salino più, ed essi, perso il senso del sapore ricevuto, non possano vivificare i corpi corrotti, e gettati dagli armai della Chiesa, con quelli che avrebbero salato, siano calpestati dai piedi dei passanti.
** Sermone di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 15 su Matteo, dopo la metà.
Fate attenzione a ciò che disse, «Voi siete il sale della terra»: tramite ciò mostra quanto necessariamente insegni queste cose. Non infatti, disse, solo della vostra vita, ma di tutto il mondo dovrete render conto. Non vi mando certo solo a due città, o a dieci, o a venti, come mandavo i profeti: ma ad ogni terra e fino al mare, e a tutto il mondo, e questo è oppresso da vari crimini.
Dicendo infatti, «Voi siete il sale della terra», mostra che tutta la natura degli uomini è vanificata, e corrotta dalla violenza dei peccati: e quindi richiede da loro quelle virtù, che massimamente sono necessarie ed utili per procurare la salvezza di molti. Infatti chi è mansueto e modesto, e misericordioso e giusto, non rinchiude solo dentro di sé queste cose fatte bene, ma farà defluire queste eccellenti fonti anche all'utilità degli altri. Quindi chi è puro di cuore e pacifico, e sopporta la persecuzione per la verità, nondimeno stabilisce la vita per il bene comune.
Non pensate quindi, disse, che sarete condotti a facile battaglie, né che dovrete far conto di cose da poco. Voi siete il sale della terra. Cosa allora? Hanno medicato cose putrefatte? Per niente: né infatti è possibile che quelle cose che sono già corrotte siano riparate tramite la frizione del sale. Non fecero perciò questo, ma le cose prima rinnovate, ed a loro affidate, e già liberate da quella putrefazione, aspergevano di sale, e conservavano in quella novità, che avevano preso dal Signore. Certamente liberare dalla putredine del peccato, è proprio del potere di Cristo: ma ché non ritornino di nuovo a questi, è proprio della cura e del lavoro degli Apostoli.
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/santantonio-di-padova-confessore-e.html?m=1
Nella Santa Messa di Sant'Antonio da Padova (link precedente), si fa Commemorazione del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo con l'Oratio, Secreta e Postcommunio della Santa Messa della festa propria (vedasi link seguente).»
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35145343_1401649649936353_2087768119228497920_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b0e0e370b5e63d75a93b447f6349bcf9&oe=5BAF7ADB


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35145343_1401649649936353_2087768119228497920_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b0e0e370b5e63d75a93b447f6349bcf9&oe=5BAF7ADB


“Sancte Antoni Paduane, ora pro nobis.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35210641_1400953726672612_776671116662931456_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=3abb15e8481cbb3ee54cedb387c1dbd7&oe=5BABB87B


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35210641_1400953726672612_776671116662931456_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=3abb15e8481cbb3ee54cedb387c1dbd7&oe=5BABB87B





Sant'Antonio di Padova - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/)
http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/
«13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/antonio-padova-300x253.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/antonio-padova-300x253.jpg




Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/


“Sodalitium IMBC - Fervorino di don Piero Fraschetti a Loreto 2018”
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=HMLASbYvgK4
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35055136_1732494593453609_2848564426880057344_n.jp g?_nc_cat=0&oh=5d600f231bd39e4b91647ab1082a8d4b&oe=5BAAFBF5


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35055136_1732494593453609_2848564426880057344_n.jp g?_nc_cat=0&oh=5d600f231bd39e4b91647ab1082a8d4b&oe=5BAAFBF5




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/9014911100_fd005303e9_o-300x195.jpg




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)
http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)
http://www.fathercekada.com/

Home | Traditional Latin Mass Resources (http://www.traditionalmass.org/)

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/13-juin-saint-antoine-de-padoue)
“13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/7415/2856/4980/06_13_saint_antoine_de_padoue.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/7415/2856/4980/06_13_saint_antoine_de_padoue.jpg


13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/13-juin-1917-deuxieme-apparition-de-fatima)
“13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3715/2856/5209/06_13_1917_deuxieme_apparition_Fatima.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/3715/2856/5209/06_13_1917_deuxieme_apparition_Fatima.jpg


“13 juin 1929: Notre Dame apparaît à sœur Lucie de Fatima à Tuy.”




https://www.agerecontra.it/2015/01/il-ruolo-meta-politico-di-christus-rex-e-la-protesta-militante-a-padova/
«(…) Matteo Castagna ha dichiarato: “Il calendario interreligioso è uno scandalo pubblico che va riparato con la preghiera ma anche con l’azione. Esso offende, col suo messaggio relativista, sia il Cattolicesimo come unica Via per la Salvezza, sia il Santo Patrono di Padova.(…)»
https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQtobdAg0MZfnzfGJtg6DXn6vWqPPqM4 6N6mfOwYgDFpTj6BFXE


https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQtobdAg0MZfnzfGJtg6DXn6vWqPPqM4 6N6mfOwYgDFpTj6BFXE




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’António Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore e Dottore della Chiesa, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’António Portoghése possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
+ Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà. Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia. +
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35239608_1734287563274312_3598625545379643392_n.jp g?_nc_cat=0&oh=e30c1ac86ff0ea874b02fe76191dde59&oe=5BC052FB


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35239608_1734287563274312_3598625545379643392_n.jp g?_nc_cat=0&oh=e30c1ac86ff0ea874b02fe76191dde59&oe=5BC052FB




"Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici"
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)
http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/
«Si quæris miracula 13 giugno 2018
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Si quæris miracula
Responsorio in onore di Sant’Antonio di Padova
Si quæris miracula
mors, error, calamitas,
dæmon, lepra fugiunt,
ægri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Pereunt pericula,
cessat et necessitas;
narrent hi, qui sentiunt,
dicant Paduani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Glória Patri et Filio et Spíritui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sæcula sæcolorum.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani. Amen.
Ora pro nobis, Beate Antoni, Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Ecclesiam tuam, Deus, Beati Antonii Confessoris tui commemoratio votiva lætificet, ut spiritualibus semper muniatur auxiliis et gaudiis perfrui mereatur æternis. Per Christum Dominum nostrum.
O Lingua benedicta, quæ Dominum semper benedictisti et alios benedicere fecisti: nunc manifeste apparet quanti meriti extitisti apud Deum.

Se cerchi i miracoli,
la morte, l'errore, la calamità
e il demonio sono messi in fuga,
gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
S'allontanano i pericoli,
scompaiono le necessità;
lo attesti chi ha sperimentato
la protezione del Santo di Padova.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora e sempre,
nei secoli dei secoli.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi. Così sia.
Prega per noi, o Beato Antonio, perché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
O Dio, la votiva commemorazione del Beato Antonio, Confessore tuo, allieti la tua Chiesa affinchè resti sempre munita di aiuti spirituali e meriti di godere gli eterni gaudi del Cielo. Per Cristo, nostro Signore.
O Lingua benedetta, che benedicesti sempre il Signore e lo facesti benedire dagli altri, ora chiaro appare di quanto merito sei stata al cospetto di Dio.
Dal 1866, per volontà di Pio IX, si concede un'indulgenza di 100 giorni a tutti i fedeli che con cuore contrito recitano il presente Responsorio e l'annessa Orazione.»
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)




“Oh come tremano, afferma S. Bernardo, i demoni al sentire solamente proferire il nome di Maria: In nomine Mariae omne genu flectitur; et daemones non solum pertimescunt, sed, audita hac voce, contremiscunt (Serm. sup. Miss.). Conforme gli uomini, soggiunge Tommaso de Kempis, (Lib. 4, ad Nov.) cadono a terra per timore, allorché un tuono dal cielo cade lor vicino, così cadono abbattuti i demoni al sentir nominare Maria: Expavescunt caeli reginam spiritus maligni et diffugiunt, audito nomine eius, velut ab igne. Tamquam tonitruum de caelo factum sit, prosternuntur ad sanctae Mariae vocabulum. Ed oh quante belle vittorie di questi nemici han riportato i divoti di Maria col suo santissimo nome! Così li vinse S. Antonio di Padova, così il B. Enrico Susone, così tanti altri amanti di Maria. Si sa dalle relazioni delle missioni del Giappone che ivi ad un certo cristiano una volta comparvero molti demoni in forma di feroci animali a spaventarlo e minacciarlo; ma egli disse lor così: «Io non ho armi di cui possiate voi temere; se vel permette l'Altissimo, fate di me quel che vi piace. Del resto adopro in mia difesa i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.» Così disse appena, ed ecco che al suono de' tremendi nomi si aprì la terra, e precipitarono quei spiriti superbi. E S. Anselmo attesta per sua esperienza di aver veduto ed inteso molti che al nominare Maria subito sono stati liberati da' pericoli: Saepe vidimus et audivimus plurimos homines in suis periculis nominis recordari Mariae, et illico omnis periculi malum evasisse (S. Ans., de Exc. Virg., c. 6).
Da S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria
Parte prima
CAPITOLO IV. - Ad te clamamus, exsules filii Hevae.
§ 2. - Quanto è potente Maria in difendere chi l'invoca nelle tentazioni del demonio.”


Cronologia di Fatima (http://www.unavox.it/103b.htm)
http://www.unavox.it/103b.htm
"CRONOLOGIA DI FATIMA."


La Seconda Apparizione a cova da Iria (http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/seconda-apparizione-a-cova-da-Iria.asp)
"13 Giugno 1917 - La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta come voluto dalla Madonna, si trovano alla Cova da Iria. La voce si è sparsa e con loro adesso ci sono circa cinquanta persone. Recitano tutti assieme, il S. Rosario.
Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco, e con le altre persone che erano presenti, scrive Lucia, vidi nuovamente il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio, esattamente come nel mese di maggio.
- Che cosa volete da me? Le chiesi.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in seguito cosa voglio.
- Chiesi la guarigione di un malato.
- Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel corso dell’anno - I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia.
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me per ornare il suo trono.
- Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
- No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio.
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna cera un cuore circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che chiedeva riparazione."




13° giorno: Cuore misericordioso - Cuore invidioso (http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/)
http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/
“13° giorno: Cuore misericordioso – Cuore invidioso
CUORE MISERICORDIOSO
La parola “misericordioso” significa, letteralmente, «dare il cuore ai miseri» (miseris-cor-dare).
Quando Gesù ci dice di essere misericordiosi come il Padre dei cieli che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45), ci chiede appunto di essere buoni e comprensivi di cuore verso coloro che non meriterebbero.
Si sa che il mondo è teatro di tante cattiverie, ingiustizie, disonestà. La tentazione più immediata che tutti proviamo è quella di colpire i malfattori e i malviventi, trattandoli con la severità che meritano.
Ma se facciamo così, non potremo essere mai «figli dell’Altissimo che è benigno anche verso gli ingrati e i cattivi» (Lc 6,35).
Se il Cuore di Gesù avesse voluto trattarci come meritiamo, non si sarebbe mai sottoposto a una vita di stenti e di umiliazioni sulla terra; non avrebbe dovuto mai e poi mai bere il calice amaro della nostra Redenzione; tanto meno sarebbe potuto restare in mezzo a noi e per noi nel Sacramento dell’Eucaristia.
Il Cuore di Gesù, invece, non ha considerato affatto la nostra cattiveria, si è donato tutto, continua a donarsi e si donerà «fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
Anzi, Egli arriva a lasciarsi prendere senza resistenze anche per farsi straziare dai sacrileghi, dai traditori, dai nemici dichiarati come i massoni che si procurano le Ostie consacrate per pugnalarle nelle loro infami logge.
Il Cuore di Gesù è la sorgente inesauribile della misericordia.
Persino sulla croce, Egli grida col Sangue e con la voce una preghiera di misericordia per i suoi carnefici: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Egli sa di quanta fragilità e miseria noi siamo impastati, quanto facilmente siamo vittime di noi stessi e delle nostre passioni, quanto bisogno abbiamo di essere saziati «non di solo pane» (Mt 4,4), ma di ciò che nutre per la vita eterna. Perciò il suo Cuore è sempre pronto a ripetere con ansia di misericordia ciò che disse prima della moltiplicazione dei pani: «Ho pietà di questo popolo» (Mt 15,32).
Perciò Egli ci ha rivelato il suo Cuore e ci ha donato la Grande Promessa, che è un tesoro di misericordia: «Io ti prometto – disse Gesù a santa Margherita – nell’eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale: essi non morranno nella mia disgrazia né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
CUORE INVIDIOSO
L’invidia è il verme roditore che non solo impedisce la misericordia verso chi ha commesso il male, ma vuole distruggere anche il bene che vede nei fratelli.
«Come l’acqua spegne il fuoco – diceva san Vincenzo de’ Paoli – così l’invidia spegne la carità». E san Basilio paragonava gli invidiosi agli avvoltoi che vanno a cercare e a trovare solo le carogne.
L’invidia fa rodere dentro. Suscita l’avversione del cuore. Alimenta sentimenti di disprezzo verso l’altro.
Vorrebbe veder l’altro umiliato e oltraggiato. Fa arrivare fino all’odio e al delitto. San Cipriano scriveva che l’invidia «è il seme di molte scelleratezze».
Si pensi a Caino, invidioso della rettitudine di Abele, fino al punto di assassinarlo. Si pensi a Giuseppe, venduto a ignoti mercanti dai suoi invidiosi fratelli. Si pensi al re Saul, che tentò di uccidere David, per l’invidia che provava a sentir cantare dalla gioventù ebrea: «Saul ne uccise mille – e David diecimila» (1Sam 18,7).
Si pensi agli scribi e ai farisei, che invidiavano Gesù per i suoi discorsi e miracoli, e cercavano malvagiamente di sopprimerlo, perché «se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui» (Gv 11,48).
Tra parenti e conoscenti, tra colleghi e compagni, tra amici ed estranei, quanto spesso il cuore dell’uomo è pieno di invidia per il bene degli altri. Il bene materiale, il bene spirituale, il bene morale: ogni bene può essere oggetto di invidia e nulla sfugge a questa serpe velenosa e strisciante.
Non per niente gli antichi dipingevano l’invidia sotto forma di una vecchia pallida che mangia carne di serpente e di vipera. Il cuore dell’invidioso è pieno di veleno, capace di rovinare ogni bene del fratello, senza riguardo né ritegno non solo per la misericordia, ma neppure per la giustizia e per l’onestà.
Diceva bene san Giovanni Crisostomo: «Solo l’invidia non offre alcun vantaggio, nemmeno apparente; in essa tutto è vergogna, dolore, perversità». E anzi, lo stesso san Giovanni Crisostomo arriva a dire che l’invidia è un peccato più che diabolico, perché i demoni invidiano l’uomo, ma non si invidiano tra loro.
Il Cuore di Gesù ci purifichi con le sue fiamme da questo terribile veleno, liberi il nostro cuore da questo perfido serpente dell’invidia, ci doni la sua dolce misericordia verso tutti.
Proposito: Fare un atto di carità o di cortesia a una persona che ci ha fatto del male.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


13 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm
“LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
13° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria famiglia.
LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
Fortunata quella famiglia di Betania, che aveva l'onore di ospitare Gesù! I suoi membri, Marta, Maria e Lazzaro, furono santificati dalla presenza, dai colloqui e dalle benedizioni del Figlio di Dio.
Se non può aversi la sorte di ospitare Gesù personalmente, almeno lo si faccia regnare nella famiglia, consacrandola solennemente al suo Divin Cuore.
Consacrandosi la famiglia, dovendosi esporre perennemente l'immagine del Sacro Cuore, si ottiene il compimento della promessa fatta a Santa Margherita: Benedirò i luoghi, dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore. –
La consacrazione della famiglia al Cuore di Gesù è tanto raccomandata dai Sommi Pontefici, per i frutti spirituali che apporta:
benedizione negli affari, conforto nelle pene della vita e misericordiosa assistenza in punto di morte.
La Consacrazione si fa così:
Si sceglie un giorno, possibilmente di festa, oppure il Primo Venerdì del mese. In detto giorno tutti i componenti della famiglia facciano la Santa Comunione; però, se qualche traviato non volesse comunicarsi, la Consacrazione potrebbe avere luogo ugualmente.
S'invitino i parenti ad assistere alla sacra funzione; è bene che s'inviti qualche Sacerdote, quantunque ciò non sia necessario.
I membri della famiglia, prostrati davanti ad un'immagine del Sacro Cuore, appositamente preparata ed ornata, pronunziano la formula della Consacrazione, la quale può trovarsi in certi libretti di devozione.
È lodevole chiudere la funzione con una piccola festicciola familiare, per ricordare meglio il giorno della Consacrazione.
Si consiglia che nelle feste principali, o almeno nel giorno anniversario, venga rinnovato l'atto di Consacrazione.
Ai novelli sposi si raccomanda vivamente di compiere la solenne Consacrazione nel giorno delle nozze, affinché Gesù benedica generosamente la nuova famiglia.
Al venerdì non, si lasci mancare davanti all'immagine del Sacro Cuore il lumicino o il mazzetto di fiori. Questo atto di ossequio è gradito a Gesù ed è buon richiamo ai familiari.
Nei bisogni particolari genitori e figli ricorrano al Sacro Cuore e preghino con fede davanti alla sua immagine.
La stanza, ove Gesù ha il suo posto d'onore, sia considerata come un piccolo Tempio.
È bene scrivere alla base dell'immagine del Sacro Cuore una giaculatoria, per ripeterla ogni qual volta si passi davanti ad essa.
Potrebbe essere: « Cuore di Gesù, benedici questa famiglia! »
La famiglia consacrata non dimentichi che la vita domestica dev'essere santificata da tutti i membri, prima dai genitori e poi dai figliuoli. Si osservino esattamente i Comandamenti di Dio, aborrendo dalla bestemmia e dal parlare scandaloso ed interessandosi della vera educazione religiosa dei piccoli.
Gioverebbe poco alla famiglia l'immagine esposta del Sacro Cuore, se in casa regnasse il peccato o l'indifferenza religiosa.
ESEMPIO
Un quadro
L'autore di questo libretto narra un fatto personale:
Nell'estate del 1936, trovandomi per alcuni giorni in famiglia, esortai un parente a compiere l'atto di Consacrazione.
Per la brevità del tempo, non si poté preparare un quadro conveniente del Sacro Cuore e, per compiere la funzione, si adoperò un bell'arazzo.
Gli interessati al mattino si accostarono alla Santa Comunione ed alle ore nove si raccolsero per l'atto solenne. Era presente anche la mia mamma.
In corta e stola lessi la formula della Consacrazione; alla fine, tenni un discorso religioso, spiegando il significato della funzione. Conclusi così: L'immagine del Sacro Cuore deve avere in questa stanza il posto d'onore. L'arazzo che avete collocato momentaneamente, dev'essere incorniciato ed attaccato alla parete centrale; in tal modo chi entra in questa stanza, subito posa lo sguardo sopra Gesù. –
Le figliuole della famiglia consacrata erano discordi sul posto da scegliere e quasi si bisticciavano. In quell'istante avvenne un fatto curioso. Sulle pareti stavano diversi quadri; sulla parete centrale campeggiava un quadro di Sant'Anna, che da anni non era stato rimosso. Sebbene questo fosse abbastanza in alto, ben assicurato al muro con grosso chiodo e laccio resistente, si sciolse da sè e spiccò un salto. Avrebbe dovuto frantumarsi a terra; invece andò a posarsi sopra un lettino, abbastanza distante dalla parete.
I presenti, compreso chi parla, ebbero un fremito e, considerando le circostanze, dissero: Questo fatto non pare naturale! - Realmente quello era il posto più adatto per intronizzare Gesù, e Gesù stesso se lo scelse.
La mamma mi disse in quell'occasione: Dunque Gesù ha assistito ed ha seguito la nostra funzione?
Sì, il Sacro Cuore, quando si fa una Consacrazione, è presente e benedice!
Fioretto. Mandare sovente il proprio Angelo Custode a rendere omaggio a Gesù Sacramentato.
Giaculatoria. Angioletto mio, vai da Maria E di' che saluti Gesù da parte mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“13 giugno 2018: infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35282202_2148778771818447_8391153197619609600_n.jp g?_nc_cat=0&oh=541ba44e9fa36ffe2ee805faba43ead1&oe=5BC32214


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35282202_2148778771818447_8391153197619609600_n.jp g?_nc_cat=0&oh=541ba44e9fa36ffe2ee805faba43ead1&oe=5BC32214


“13 giugno 2018: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa.
Il Santo, che ha vissuto in Italia solo alcuni anni della sua vita conclusasi a Padova, è di origine portoghese. Gli ha infatti dato i natali intorno al 1195 Lisbona, in Portogallo. Antonio era figlio di Martino, nobile che la tradizione vuole della famiglia dei Bulhoes y Taveira de Azevedo - da noi chiamati più semplicemente i Buglioni - che annoverava tra i suoi membri il prode Goffredo, condottiero della prima crociata.
Quindicenne, Fernando (con tale nome era stato battezzato) entrò fra i canonici regolari di sant'Agostino, a Lisbona prima e poi a Coimbra. Di intelligenza acuta e brillante, in pochi anni riuscì a immagazzinare tanta cultura teologica, scientifica e soprattutto biblica da meritarsi in seguito il titolo di "Arca del testamento". Gli studi non riuscirono però ad appagare le aspirazioni del suo animo generoso. Il giovane canonico trova la sua strada il giorno in cui a Lisbona approdarono le salme, di cinque frati francescani martirizzati nel Marocco. Decise allora di seguirne le orme entrando tra i francescani di Coimbra con il nome di frate Antonio.
Si era recato in Marocco per coronare la propria vita con il martirio, ma misteriose febbri lo obbligarono a tornare in patria. Durante il viaggio una tempesta lo fece naufragare sulle coste della Sicilia, presso Milazzo. Risalì quindi l'Italia, in compagnia di altri frati, diretti ad Assisi dove si svolgeva il Capitolo generale poi detto "delle stuoie". Era il 1221. Nella cittadina umbra Antonio conobbe Francesco, il quale qualche tempo più avanti, ammirato dalla sua profonda dottrina, lo chiamerà "mio vescovo".
Ad Assisi il frate portoghese venne destinato al convento-romitorio di Montepaolo, vicino a Forlì, dove rimase per qualche tempo alternando preghiere, lavoro e studio. Una predica improvvisata, in occasione di un'ordinazione sacerdotale (era venuto a mancare il predicatore ufficiale), impose all'attenzione di tutti la profonda cultura, la capacità oratoria, e la ricchezza interiore di frate Antonio. All'indomani, lasciato l'eremo di Montepaolo, il frate era già sulle strade polverose dell'Italia settentrionale e della Francia, missionario itinerante e predicatore, ad annunciare il messaggio evangelico e francescano, contro le labili costruzioni degli eretici che avevano infestato quelle regioni. Nella eretica Rimini, che rifiutava di ascoltare la Parola di Dio, egli andò a predicare ai pesci che lo accolsero sulla riva. In altre città eccolo sfidare gli eretici inducendo una mula, tenuta a digiuno per giorni, ad inginocchiarsi di fronte all'ostia consacrata, mentre alle sue froge giungeva invitante il profumo d'un bel mucchio di biada.
Tornato in Italia, si stabilì a Padova, dove proseguì la sua attività di Predicatore.
Celebre un suo quaresimale, tenuto a Padova alcuni mesi prima di morire, e un coraggioso quanto sfortunato incontro con il feroce tiranno Ezzelino da Romano, dal quale era andato a perorare la liberazione di alcuni prigionieri tenuti barbaramente segregati nelle celle del suo palazzo.
Negli ultimi tempi, spossato dalla fatica e dalla malattia (soffriva per le conseguenze delle febbri malariche) accettò l'invito di un amico, il conte Tiso di Camposampiero, a recarsi nel convento di quella cittadina, immerso nella quiete della campagna, per riposarsi. A Camposampiero, Antonio si era fatto costruire dall'amico conte tra i rami fronzuti di un noce una piccola cella, dove si ritirava a pregare. Ma quella solitudine fu infranta dagli ammiratori che, scoperto il nascondiglio segreto, si recavano in massa a chiedergli il conforto della parola.
Nella tarda primavera del 1231, Antonio fu colto da malore. Deposto su un carro trainato da buoi, venne trasportato a Padova, dove aveva chiesto di poter morire. Giunto però all'Arcella, un borgo della periferia della città, la morte lo colse. Spirò mormorando: "Vedo il mio Signore". Era il 13 giugno. Aveva 36 anni.
Il Santo venne sepolto a Padova, nella chiesetta di santa Maria Mater Domini, il rifugio spirituale del Santo nei periodi di intensa attività apostolica. Un anno dopo la morte, la fama dei tanti prodigi compiuti convinse Gregorio IX a bruciare le tappe del processo canonico e a proclamarlo santo. La Chiesa ha reso giustizia alla sua dottrina, proclamandolo nel 1946 di «dottore della chiesa universale».”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35197032_2148752721821052_2313510608168812544_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2df842624136d8f74f856e3af3dcba14&oe=5BC27E07


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35197032_2148752721821052_2313510608168812544_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2df842624136d8f74f856e3af3dcba14&oe=5BC27E07


“il 13 giugno 1799 il cardinale Ruffo, con l'armata della Santa Fede, entra in Napoli, liberandola dalla repubblica giacobina.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34689393_2148762508486740_573916946253217792_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=871ad516aa42ae78352ab0fb4528f71c&oe=5BB72963


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34689393_2148762508486740_573916946253217792_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=871ad516aa42ae78352ab0fb4528f71c&oe=5BB72963


"CLERICUS ET MILES
S.E.R. Fabrizio Ruffo, Cardinale Diacono di Santa Romana Chiesa, Liberatore di Napoli dalla tirannide giacobina."
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/
"[VITA EST MILITIA] Cardinale Fabrizio Ruffo
Cardinale Fabrizio Ruffo
Fabrizio Ruffo nacque nel 1744 nell’avito castello calabrese di San Lucido dalla famiglia dei Duchi di Baranello e Bagnara, ramo collaterale dei Principi Ruffo. Venne subito avviato alla carriera ecclesiastica ed affidato allo zio Cardinal Tommaso Ruffo, che l’affiancò al suo segretario Giovanni Braschi, il futuro Pio vi, di cui il Nostro divenne subito grande amico e che, salito al Soglio, lo fece Tesoriere generale della Camera Apostolica; costretto a deporlo dall’incarico per via delle lamentele dei feudatarj che videro messi in pericolo i loro privilegi dalla sua amministrazione, Papa Braschi gli assegnò in cambio la Porpora cardinalizia (1794). Trasferitosi a Napoli alla Corte di Ferdinando iv, all’arrivo dei francesi il Cardinal Ruffo seguì il suo Re nella fuga palermitana del 1798; ma, nominato da Ferdinando Luogotentente generale, l’anno successivo pianificò e guidò, anche grazie all’appoggio inglese, la spedizione che doveva portare l’Esercito della Santa Fede a riprendere il Mezzogiorno d’Italia e sciogliere l’abusiva Repubblica Partenopea: erano 25.000 uomini, dai militari borbonici ai popolani ai semplici briganti – tra cui il celebre Fra Diavolo – chi difensore della Fede, chi della Patria. Il 13 giugno il Cardinale riuscì a prendere Napoli e a restaurare la legittima Monarchia: ma le sue promesse d’amnistia non furono rispettate dal Re e da Horatio Nelson, che massacrarono i ribelli senza pietà ed iniziarono una lunga sequela d’esecuzioni. Profondamente amareggiato, decise, date le dimissioni da Vicario generale del Regno di Napoli, di ritornare a Roma, la cui Repubblica aveva contribuito a far cadere inviando un contingente del suo esercito. Schiacciato dal rigurgito rivoluzionario che seguì, tornò infine presso Re Ferdinando, che lo fece ambasciatore a Parigi; dopo essere stato mediatore tra il Corso ed il prigioniero Pio vii, continuò a servire il Papa e Re Ferdinando in varj incarichi istituzionali. Ritiratosi a Napoli, la morte lo colse assorto nei suoi studj nel 1827."
https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/04/Cardinale_Fabrizio_Ruffo.jpg?w=480&ssl=1


https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/04/Cardinale_Fabrizio_Ruffo.jpg?w=480&ssl=1




“SANT'ANTONIO DI PADOVA.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35151243_1400001456767839_2266288258793078784_n.jp g?_nc_cat=0&oh=a42621a5809c71c840a1c1e68251ff0a&oe=5B77FBBB


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35151243_1400001456767839_2266288258793078784_n.jp g?_nc_cat=0&oh=a42621a5809c71c840a1c1e68251ff0a&oe=5B77FBBB




COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
13-06-18, 20:52
13 GIUGNO 2018: SANT'ANTONIO DA PADOVA, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA (1195-1231), anniversario della seconda delle sei Apparizioni della Madonna alla Cova da Iria a Fatima; tredicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«Sant’Antonio di Padova, confessore e dottore, 13 giugno.»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35284201_1401890446578940_321945156460740608_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=34d47ffa484a6b29d86aa59f740d9e79&oe=5BC30AF1


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35284201_1401890446578940_321945156460740608_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=34d47ffa484a6b29d86aa59f740d9e79&oe=5BC30AF1


«FERIA QUARTA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
(Mercoledì infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo)
Semidoppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35123953_1401871949914123_2925020492630851584_n.jp g?_nc_cat=0&oh=df006e04b36d05bec2975e36753be831&oe=5BAE245D


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35123953_1401871949914123_2925020492630851584_n.jp g?_nc_cat=0&oh=df006e04b36d05bec2975e36753be831&oe=5BAE245D


«SANT'ANTONIO DA PADOVA
Confessore e Dottore della Chiesa.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35240068_1401768436591141_5373112092838592512_n.jp g?_nc_cat=0&oh=303c2bf23c9376bf7a97e94059df2562&oe=5BADC91A


«SANT'ANTONIO DA PADOVA
Confessore e Dottore della Chiesa.
Doppio.
Paramenti bianchi.
Copatrono della Città di Napoli e del Regno di Napoli.
Nascita Lisbona, Portogallo, 15 agosto 1195
Morte Padova, Italia, 13 giugno 1231
Canonizzazione Spoleto, 30 maggio 1232, da papa Gregorio IX
Dichiarato Dottore della Chiesa nel 1946 da papa Pio XII
Santuario principale Basilica di Sant'Antonio, Padova
Attributi Libro, pesce, giglio candido, Bambin Gesù, pane, fiamma, cuore
Patrono di Brasile, Portogallo, poveri, oppressi, orfani, prigionieri, naufraghi, bambini malati, vetrai, reclute, donne incinte, affamati, viaggiatori, animali, oggetti smarriti, pescatori, cavalli, marinai, nativi americani, sterilità, fidanzati, matrimonio, vedi patronati
SANTA MESSA
Nato a Lisbona da genitori nobili, egli disprezzò tutte le ricchezze (Epistola). Ripieno dello Spirito Santo che trasformò gli Apostoli, entrò nella milizia religiosa per poter lottare per la causa della fede e per esser pronto allorché il Maestro venisse (Vangelo). Ritiratosi dapprima in Toscana, vi si dedicò alla contemplazione divina (Introito), poi ricevette la missione di predicar l'Evangelo. La sapienza della sua dottrina e la sua eloquenza lo fecero chiamare «Arca del Testamento» e «Martello degli eretici». Un anno prima della sua morte, venne a Padova dove, carico di meriti, morì all'età di trentacinque anni, nel 1231, e fu da Gesù preposto in cielo a tutti i suoi beni (Communio).
* Antonio, nato a Lisbona in Portogallo da genitori, che l'allevarono piamente, adolescente abbracciò la vita dei canonici regolari. Ma nel trasportarsi a Coimbra i corpi dei cinque beati Martiri dei frati Minori, che poco prima avevano sofferto per la fede di Cristo nel Marocco, acceso dal desiderio del martirio passò nell'ordine Francescano. Sotto l'impulso di questa fiamma si diresse subito nei paesi dei Saraceni; ma assalito da una malattia e costretto a rimpatriare su d'una nave che faceva rotta per la Spagna, la violenza dei venti lo spinse in Sicilia.
Dalla Sicilia andò al capitolo generale di Assisi; e poi si ritirò nell'eremo di monte s. Paolo nell'Emilia, dove attese per molto tempo alla divina contemplazione, al digiuno e alle veglie. Quindi elevato agli ordini sacri e mandato a predicare il Vangelo, colla sapienza e la facondia del dire riportò tali successi e suscitò tanta ammirazione di sé, che il sommo Pontefice, uditolo una volta predicare, lo appellò l'arca del Testamento. Innanzi tutto egli combatté l'eresie con estrema energia, onde fu detto il perpetuo martello degli eretici.
Primo del suo ordine, in grazia della sua singolare dottrina, insegnò le sacre lettere a Bologna e altrove, e diresse gli studi dei suoi confratelli. Dopo aver percorso molte Provincie, un anno prima di morire giunse a Padova, dove lasciò monumenti insigni di santità. Infine dopo aver sostenuto grandi fatiche per la gloria di Dio, glorioso di meriti e miracoli s'addormentò nel Signore il 13 Giugno dell'anno 1231. Il sommo Pontefice Gregorio IX l'iscrisse nel numero dei santi Confessori.
- Al Vangelo.
** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6, tom. 4.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. «Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà?» (Matth. 5,13). Cioè, se voi, che dovete certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali, perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più «a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini» (Matth 5,13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione; ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
«Voi siete la luce del mondo» (Matth. 5,14). Come più sopra ha detto «il sale della terra» (Matth 5, l13), così ora dice «la luce del mondo». Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. «Non può rimaner nascosta una città situata su un monte» (Matth. 5,14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.
** Omelia di sant'Ilario Vescovo.
Commentario su Matteo, cap. 5.
Voi siete il sale della terra. Se il sale diventa insipido, non è buono a nulla quello che si salerà. Ma io credo che non ci sia il sale della terra. In che modo quindi chiamò gli apostoli il sale della terra? Ma va cercata la proprietà delle cose dette, che sarà mostrata sia dal compito degli apostoli, sia dalla natura dello stesso sale. Il sale è in sé come una cosa sola e contiene l'elemento dell'acqua e quello del fuoco, e questo di due è una cosa sola.
Questo dunque reso efficace in ogni uso del genere umano, impartisce l'incorruttibilità ai corpi su cui sia stato cosparso, ed è dispensatore prontissimo ad ogni senso del sapore intrinseco. Ma gli apostoli sono i predicatori delle cose celesti, e come i seminatori dell'eternità, conferenti l'immortalità a tutti i corpi sui quali sia stato cosparso il loro annuncio. Meritatamente quindi sono chiamati sale della terra, perché conservano i corpi per l'eternità a maniera di una salatura per virtù della dottrina.
Ma la natura del sale è sempre la stessa, né si può mai mutare. È vero che l'uomo sarà sottoposto alla mutazione e solo è beato chi sarà rimasto fino alla fine in tutte le opere di Dio: pertanto li ammonisce, avendoli chiamati sale della terra, di persistere nella virtù della potenza a loro conferita, per evitare che diventati vani non salino più, ed essi, perso il senso del sapore ricevuto, non possano vivificare i corpi corrotti, e gettati dagli armai della Chiesa, con quelli che avrebbero salato, siano calpestati dai piedi dei passanti.
** Sermone di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 15 su Matteo, dopo la metà.
Fate attenzione a ciò che disse, «Voi siete il sale della terra»: tramite ciò mostra quanto necessariamente insegni queste cose. Non infatti, disse, solo della vostra vita, ma di tutto il mondo dovrete render conto. Non vi mando certo solo a due città, o a dieci, o a venti, come mandavo i profeti: ma ad ogni terra e fino al mare, e a tutto il mondo, e questo è oppresso da vari crimini.
Dicendo infatti, «Voi siete il sale della terra», mostra che tutta la natura degli uomini è vanificata, e corrotta dalla violenza dei peccati: e quindi richiede da loro quelle virtù, che massimamente sono necessarie ed utili per procurare la salvezza di molti. Infatti chi è mansueto e modesto, e misericordioso e giusto, non rinchiude solo dentro di sé queste cose fatte bene, ma farà defluire queste eccellenti fonti anche all'utilità degli altri. Quindi chi è puro di cuore e pacifico, e sopporta la persecuzione per la verità, nondimeno stabilisce la vita per il bene comune.
Non pensate quindi, disse, che sarete condotti a facile battaglie, né che dovrete far conto di cose da poco. Voi siete il sale della terra. Cosa allora? Hanno medicato cose putrefatte? Per niente: né infatti è possibile che quelle cose che sono già corrotte siano riparate tramite la frizione del sale. Non fecero perciò questo, ma le cose prima rinnovate, ed a loro affidate, e già liberate da quella putrefazione, aspergevano di sale, e conservavano in quella novità, che avevano preso dal Signore. Certamente liberare dalla putredine del peccato, è proprio del potere di Cristo: ma ché non ritornino di nuovo a questi, è proprio della cura e del lavoro degli Apostoli.
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/santantonio-di-padova-confessore-e.html?m=1
Nella Santa Messa di Sant'Antonio da Padova (link precedente), si fa Commemorazione del Sacratissimo Cuore del Signore Nostro Gesù Cristo con l'Oratio, Secreta e Postcommunio della Santa Messa della festa propria (vedasi link seguente).»
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/06/festa-del-sacratissimo-cuore-di-gesu.html?m=1
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35145343_1401649649936353_2087768119228497920_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b0e0e370b5e63d75a93b447f6349bcf9&oe=5BAF7ADB


“Sancte Antoni Paduane, ora pro nobis.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35210641_1400953726672612_776671116662931456_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=3abb15e8481cbb3ee54cedb387c1dbd7&oe=5BABB87B


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35210641_1400953726672612_776671116662931456_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=3abb15e8481cbb3ee54cedb387c1dbd7&oe=5BABB87B





Sant'Antonio di Padova - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/)
http://www.sodalitium.biz/santantonio-di-padova/
«13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/antonio-padova-300x253.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/antonio-padova-300x253.jpg




Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.»
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




La riparazione al Sacro Cuore - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/)
http://www.centrostudifederici.org/la-riparazione-al-sacro-cuore/
“Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/06/9014911100_fd005303e9_o-300x195.jpg




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

https://www.facebook.com/fidecatholica/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”

Il Sedevacantismo (http://www.cmri.org/ital-sedevac.html)
http://www.cmri.org/ital-sedevac.html

: Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada (http://www.fathercekada.com/)
http://www.fathercekada.com/

Home | Traditional Latin Mass Resources (http://www.traditionalmass.org/)

https://novusordowatch.org/

https://www.truerestoration.org/




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/13-juin-saint-antoine-de-padoue)
“13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/7415/2856/4980/06_13_saint_antoine_de_padoue.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/7415/2856/4980/06_13_saint_antoine_de_padoue.jpg


13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/13-juin-1917-deuxieme-apparition-de-fatima)
“13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3715/2856/5209/06_13_1917_deuxieme_apparition_Fatima.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/3715/2856/5209/06_13_1917_deuxieme_apparition_Fatima.jpg


“13 juin 1929: Notre Dame apparaît à sœur Lucie de Fatima à Tuy.”




https://www.agerecontra.it/2015/01/il-ruolo-meta-politico-di-christus-rex-e-la-protesta-militante-a-padova/
«(…) Matteo Castagna ha dichiarato: “Il calendario interreligioso è uno scandalo pubblico che va riparato con la preghiera ma anche con l’azione. Esso offende, col suo messaggio relativista, sia il Cattolicesimo come unica Via per la Salvezza, sia il Santo Patrono di Padova.(…)»
https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQtobdAg0MZfnzfGJtg6DXn6vWqPPqM4 6N6mfOwYgDFpTj6BFXE


https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQtobdAg0MZfnzfGJtg6DXn6vWqPPqM4 6N6mfOwYgDFpTj6BFXE




www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’António Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore e Dottore della Chiesa, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’António Portoghése possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
13 giugno, Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231), il “martello degli eretici”.
“A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi”.
+ Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ……… Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà. Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia. +
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35239608_1734287563274312_3598625545379643392_n.jp g?_nc_cat=0&oh=e30c1ac86ff0ea874b02fe76191dde59&oe=5BC052FB


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35239608_1734287563274312_3598625545379643392_n.jp g?_nc_cat=0&oh=e30c1ac86ff0ea874b02fe76191dde59&oe=5BC052FB


“Sodalitium IMBC - Fervorino di don Piero Fraschetti a Loreto 2018”
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=HMLASbYvgK4
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35055136_1732494593453609_2848564426880057344_n.jp g?_nc_cat=0&oh=5d600f231bd39e4b91647ab1082a8d4b&oe=5BAAFBF5


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35055136_1732494593453609_2848564426880057344_n.jp g?_nc_cat=0&oh=5d600f231bd39e4b91647ab1082a8d4b&oe=5BAAFBF5




"Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici"
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)
http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/
«Si quæris miracula 13 giugno 2018
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Si quæris miracula
Responsorio in onore di Sant’Antonio di Padova
Si quæris miracula
mors, error, calamitas,
dæmon, lepra fugiunt,
ægri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Pereunt pericula,
cessat et necessitas;
narrent hi, qui sentiunt,
dicant Paduani.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani.
Glória Patri et Filio et Spíritui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sæcula sæcolorum.
Cedunt mare, vincula,
membra, resque perditas
petunt, et accipiunt
juvenes, et cani. Amen.
Ora pro nobis, Beate Antoni, Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Ecclesiam tuam, Deus, Beati Antonii Confessoris tui commemoratio votiva lætificet, ut spiritualibus semper muniatur auxiliis et gaudiis perfrui mereatur æternis. Per Christum Dominum nostrum.
O Lingua benedicta, quæ Dominum semper benedictisti et alios benedicere fecisti: nunc manifeste apparet quanti meriti extitisti apud Deum.

Se cerchi i miracoli,
la morte, l'errore, la calamità
e il demonio sono messi in fuga,
gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
S'allontanano i pericoli,
scompaiono le necessità;
lo attesti chi ha sperimentato
la protezione del Santo di Padova.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora e sempre,
nei secoli dei secoli.
Il mare si calma,
le catene si spezzano;
ritrovano le cose perdute
i giovani ed i vecchi. Così sia.
Prega per noi, o Beato Antonio, perché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
O Dio, la votiva commemorazione del Beato Antonio, Confessore tuo, allieti la tua Chiesa affinchè resti sempre munita di aiuti spirituali e meriti di godere gli eterni gaudi del Cielo. Per Cristo, nostro Signore.
O Lingua benedetta, che benedicesti sempre il Signore e lo facesti benedire dagli altri, ora chiaro appare di quanto merito sei stata al cospetto di Dio.
Dal 1866, per volontà di Pio IX, si concede un'indulgenza di 100 giorni a tutti i fedeli che con cuore contrito recitano il presente Responsorio e l'annessa Orazione.»
Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)




“Oh come tremano, afferma S. Bernardo, i demoni al sentire solamente proferire il nome di Maria: In nomine Mariae omne genu flectitur; et daemones non solum pertimescunt, sed, audita hac voce, contremiscunt (Serm. sup. Miss.). Conforme gli uomini, soggiunge Tommaso de Kempis, (Lib. 4, ad Nov.) cadono a terra per timore, allorché un tuono dal cielo cade lor vicino, così cadono abbattuti i demoni al sentir nominare Maria: Expavescunt caeli reginam spiritus maligni et diffugiunt, audito nomine eius, velut ab igne. Tamquam tonitruum de caelo factum sit, prosternuntur ad sanctae Mariae vocabulum. Ed oh quante belle vittorie di questi nemici han riportato i divoti di Maria col suo santissimo nome! Così li vinse S. Antonio di Padova, così il B. Enrico Susone, così tanti altri amanti di Maria. Si sa dalle relazioni delle missioni del Giappone che ivi ad un certo cristiano una volta comparvero molti demoni in forma di feroci animali a spaventarlo e minacciarlo; ma egli disse lor così: «Io non ho armi di cui possiate voi temere; se vel permette l'Altissimo, fate di me quel che vi piace. Del resto adopro in mia difesa i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.» Così disse appena, ed ecco che al suono de' tremendi nomi si aprì la terra, e precipitarono quei spiriti superbi. E S. Anselmo attesta per sua esperienza di aver veduto ed inteso molti che al nominare Maria subito sono stati liberati da' pericoli: Saepe vidimus et audivimus plurimos homines in suis periculis nominis recordari Mariae, et illico omnis periculi malum evasisse (S. Ans., de Exc. Virg., c. 6).
Da S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria
Parte prima
CAPITOLO IV. - Ad te clamamus, exsules filii Hevae.
§ 2. - Quanto è potente Maria in difendere chi l'invoca nelle tentazioni del demonio.”


Cronologia di Fatima (http://www.unavox.it/103b.htm)
http://www.unavox.it/103b.htm
"CRONOLOGIA DI FATIMA."


La Seconda Apparizione a cova da Iria (http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/seconda-apparizione-a-cova-da-Iria.asp)
"13 Giugno 1917 - La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta come voluto dalla Madonna, si trovano alla Cova da Iria. La voce si è sparsa e con loro adesso ci sono circa cinquanta persone. Recitano tutti assieme, il S. Rosario.
Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco, e con le altre persone che erano presenti, scrive Lucia, vidi nuovamente il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio, esattamente come nel mese di maggio.
- Che cosa volete da me? Le chiesi.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in seguito cosa voglio.
- Chiesi la guarigione di un malato.
- Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel corso dell’anno - I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia.
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me per ornare il suo trono.
- Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
- No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio.
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna cera un cuore circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che chiedeva riparazione."




13° giorno: Cuore misericordioso - Cuore invidioso (http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/)
http://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/
“13° giorno: Cuore misericordioso – Cuore invidioso
CUORE MISERICORDIOSO
La parola “misericordioso” significa, letteralmente, «dare il cuore ai miseri» (miseris-cor-dare).
Quando Gesù ci dice di essere misericordiosi come il Padre dei cieli che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45), ci chiede appunto di essere buoni e comprensivi di cuore verso coloro che non meriterebbero.
Si sa che il mondo è teatro di tante cattiverie, ingiustizie, disonestà. La tentazione più immediata che tutti proviamo è quella di colpire i malfattori e i malviventi, trattandoli con la severità che meritano.
Ma se facciamo così, non potremo essere mai «figli dell’Altissimo che è benigno anche verso gli ingrati e i cattivi» (Lc 6,35).
Se il Cuore di Gesù avesse voluto trattarci come meritiamo, non si sarebbe mai sottoposto a una vita di stenti e di umiliazioni sulla terra; non avrebbe dovuto mai e poi mai bere il calice amaro della nostra Redenzione; tanto meno sarebbe potuto restare in mezzo a noi e per noi nel Sacramento dell’Eucaristia.
Il Cuore di Gesù, invece, non ha considerato affatto la nostra cattiveria, si è donato tutto, continua a donarsi e si donerà «fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20).
Anzi, Egli arriva a lasciarsi prendere senza resistenze anche per farsi straziare dai sacrileghi, dai traditori, dai nemici dichiarati come i massoni che si procurano le Ostie consacrate per pugnalarle nelle loro infami logge.
Il Cuore di Gesù è la sorgente inesauribile della misericordia.
Persino sulla croce, Egli grida col Sangue e con la voce una preghiera di misericordia per i suoi carnefici: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Egli sa di quanta fragilità e miseria noi siamo impastati, quanto facilmente siamo vittime di noi stessi e delle nostre passioni, quanto bisogno abbiamo di essere saziati «non di solo pane» (Mt 4,4), ma di ciò che nutre per la vita eterna. Perciò il suo Cuore è sempre pronto a ripetere con ansia di misericordia ciò che disse prima della moltiplicazione dei pani: «Ho pietà di questo popolo» (Mt 15,32).
Perciò Egli ci ha rivelato il suo Cuore e ci ha donato la Grande Promessa, che è un tesoro di misericordia: «Io ti prometto – disse Gesù a santa Margherita – nell’eccesso della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale: essi non morranno nella mia disgrazia né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
CUORE INVIDIOSO
L’invidia è il verme roditore che non solo impedisce la misericordia verso chi ha commesso il male, ma vuole distruggere anche il bene che vede nei fratelli.
«Come l’acqua spegne il fuoco – diceva san Vincenzo de’ Paoli – così l’invidia spegne la carità». E san Basilio paragonava gli invidiosi agli avvoltoi che vanno a cercare e a trovare solo le carogne.
L’invidia fa rodere dentro. Suscita l’avversione del cuore. Alimenta sentimenti di disprezzo verso l’altro.
Vorrebbe veder l’altro umiliato e oltraggiato. Fa arrivare fino all’odio e al delitto. San Cipriano scriveva che l’invidia «è il seme di molte scelleratezze».
Si pensi a Caino, invidioso della rettitudine di Abele, fino al punto di assassinarlo. Si pensi a Giuseppe, venduto a ignoti mercanti dai suoi invidiosi fratelli. Si pensi al re Saul, che tentò di uccidere David, per l’invidia che provava a sentir cantare dalla gioventù ebrea: «Saul ne uccise mille – e David diecimila» (1Sam 18,7).
Si pensi agli scribi e ai farisei, che invidiavano Gesù per i suoi discorsi e miracoli, e cercavano malvagiamente di sopprimerlo, perché «se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui» (Gv 11,48).
Tra parenti e conoscenti, tra colleghi e compagni, tra amici ed estranei, quanto spesso il cuore dell’uomo è pieno di invidia per il bene degli altri. Il bene materiale, il bene spirituale, il bene morale: ogni bene può essere oggetto di invidia e nulla sfugge a questa serpe velenosa e strisciante.
Non per niente gli antichi dipingevano l’invidia sotto forma di una vecchia pallida che mangia carne di serpente e di vipera. Il cuore dell’invidioso è pieno di veleno, capace di rovinare ogni bene del fratello, senza riguardo né ritegno non solo per la misericordia, ma neppure per la giustizia e per l’onestà.
Diceva bene san Giovanni Crisostomo: «Solo l’invidia non offre alcun vantaggio, nemmeno apparente; in essa tutto è vergogna, dolore, perversità». E anzi, lo stesso san Giovanni Crisostomo arriva a dire che l’invidia è un peccato più che diabolico, perché i demoni invidiano l’uomo, ma non si invidiano tra loro.
Il Cuore di Gesù ci purifichi con le sue fiamme da questo terribile veleno, liberi il nostro cuore da questo perfido serpente dell’invidia, ci doni la sua dolce misericordia verso tutti.
Proposito: Fare un atto di carità o di cortesia a una persona che ci ha fatto del male.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”


13 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm
“LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
13° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare i peccati della propria famiglia.
LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
Fortunata quella famiglia di Betania, che aveva l'onore di ospitare Gesù! I suoi membri, Marta, Maria e Lazzaro, furono santificati dalla presenza, dai colloqui e dalle benedizioni del Figlio di Dio.
Se non può aversi la sorte di ospitare Gesù personalmente, almeno lo si faccia regnare nella famiglia, consacrandola solennemente al suo Divin Cuore.
Consacrandosi la famiglia, dovendosi esporre perennemente l'immagine del Sacro Cuore, si ottiene il compimento della promessa fatta a Santa Margherita: Benedirò i luoghi, dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore. –
La consacrazione della famiglia al Cuore di Gesù è tanto raccomandata dai Sommi Pontefici, per i frutti spirituali che apporta:
benedizione negli affari, conforto nelle pene della vita e misericordiosa assistenza in punto di morte.
La Consacrazione si fa così:
Si sceglie un giorno, possibilmente di festa, oppure il Primo Venerdì del mese. In detto giorno tutti i componenti della famiglia facciano la Santa Comunione; però, se qualche traviato non volesse comunicarsi, la Consacrazione potrebbe avere luogo ugualmente.
S'invitino i parenti ad assistere alla sacra funzione; è bene che s'inviti qualche Sacerdote, quantunque ciò non sia necessario.
I membri della famiglia, prostrati davanti ad un'immagine del Sacro Cuore, appositamente preparata ed ornata, pronunziano la formula della Consacrazione, la quale può trovarsi in certi libretti di devozione.
È lodevole chiudere la funzione con una piccola festicciola familiare, per ricordare meglio il giorno della Consacrazione.
Si consiglia che nelle feste principali, o almeno nel giorno anniversario, venga rinnovato l'atto di Consacrazione.
Ai novelli sposi si raccomanda vivamente di compiere la solenne Consacrazione nel giorno delle nozze, affinché Gesù benedica generosamente la nuova famiglia.
Al venerdì non, si lasci mancare davanti all'immagine del Sacro Cuore il lumicino o il mazzetto di fiori. Questo atto di ossequio è gradito a Gesù ed è buon richiamo ai familiari.
Nei bisogni particolari genitori e figli ricorrano al Sacro Cuore e preghino con fede davanti alla sua immagine.
La stanza, ove Gesù ha il suo posto d'onore, sia considerata come un piccolo Tempio.
È bene scrivere alla base dell'immagine del Sacro Cuore una giaculatoria, per ripeterla ogni qual volta si passi davanti ad essa.
Potrebbe essere: « Cuore di Gesù, benedici questa famiglia! »
La famiglia consacrata non dimentichi che la vita domestica dev'essere santificata da tutti i membri, prima dai genitori e poi dai figliuoli. Si osservino esattamente i Comandamenti di Dio, aborrendo dalla bestemmia e dal parlare scandaloso ed interessandosi della vera educazione religiosa dei piccoli.
Gioverebbe poco alla famiglia l'immagine esposta del Sacro Cuore, se in casa regnasse il peccato o l'indifferenza religiosa.
ESEMPIO
Un quadro
L'autore di questo libretto narra un fatto personale:
Nell'estate del 1936, trovandomi per alcuni giorni in famiglia, esortai un parente a compiere l'atto di Consacrazione.
Per la brevità del tempo, non si poté preparare un quadro conveniente del Sacro Cuore e, per compiere la funzione, si adoperò un bell'arazzo.
Gli interessati al mattino si accostarono alla Santa Comunione ed alle ore nove si raccolsero per l'atto solenne. Era presente anche la mia mamma.
In corta e stola lessi la formula della Consacrazione; alla fine, tenni un discorso religioso, spiegando il significato della funzione. Conclusi così: L'immagine del Sacro Cuore deve avere in questa stanza il posto d'onore. L'arazzo che avete collocato momentaneamente, dev'essere incorniciato ed attaccato alla parete centrale; in tal modo chi entra in questa stanza, subito posa lo sguardo sopra Gesù. –
Le figliuole della famiglia consacrata erano discordi sul posto da scegliere e quasi si bisticciavano. In quell'istante avvenne un fatto curioso. Sulle pareti stavano diversi quadri; sulla parete centrale campeggiava un quadro di Sant'Anna, che da anni non era stato rimosso. Sebbene questo fosse abbastanza in alto, ben assicurato al muro con grosso chiodo e laccio resistente, si sciolse da sè e spiccò un salto. Avrebbe dovuto frantumarsi a terra; invece andò a posarsi sopra un lettino, abbastanza distante dalla parete.
I presenti, compreso chi parla, ebbero un fremito e, considerando le circostanze, dissero: Questo fatto non pare naturale! - Realmente quello era il posto più adatto per intronizzare Gesù, e Gesù stesso se lo scelse.
La mamma mi disse in quell'occasione: Dunque Gesù ha assistito ed ha seguito la nostra funzione?
Sì, il Sacro Cuore, quando si fa una Consacrazione, è presente e benedice!
Fioretto. Mandare sovente il proprio Angelo Custode a rendere omaggio a Gesù Sacramentato.
Giaculatoria. Angioletto mio, vai da Maria E di' che saluti Gesù da parte mia!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com/)
http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“13 giugno 2018: infra l'Ottava del Sacro Cuore.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35282202_2148778771818447_8391153197619609600_n.jp g?_nc_cat=0&oh=541ba44e9fa36ffe2ee805faba43ead1&oe=5BC32214


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35282202_2148778771818447_8391153197619609600_n.jp g?_nc_cat=0&oh=541ba44e9fa36ffe2ee805faba43ead1&oe=5BC32214


“13 giugno 2018: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa.
Il Santo, che ha vissuto in Italia solo alcuni anni della sua vita conclusasi a Padova, è di origine portoghese. Gli ha infatti dato i natali intorno al 1195 Lisbona, in Portogallo. Antonio era figlio di Martino, nobile che la tradizione vuole della famiglia dei Bulhoes y Taveira de Azevedo - da noi chiamati più semplicemente i Buglioni - che annoverava tra i suoi membri il prode Goffredo, condottiero della prima crociata.
Quindicenne, Fernando (con tale nome era stato battezzato) entrò fra i canonici regolari di sant'Agostino, a Lisbona prima e poi a Coimbra. Di intelligenza acuta e brillante, in pochi anni riuscì a immagazzinare tanta cultura teologica, scientifica e soprattutto biblica da meritarsi in seguito il titolo di "Arca del testamento". Gli studi non riuscirono però ad appagare le aspirazioni del suo animo generoso. Il giovane canonico trova la sua strada il giorno in cui a Lisbona approdarono le salme, di cinque frati francescani martirizzati nel Marocco. Decise allora di seguirne le orme entrando tra i francescani di Coimbra con il nome di frate Antonio.
Si era recato in Marocco per coronare la propria vita con il martirio, ma misteriose febbri lo obbligarono a tornare in patria. Durante il viaggio una tempesta lo fece naufragare sulle coste della Sicilia, presso Milazzo. Risalì quindi l'Italia, in compagnia di altri frati, diretti ad Assisi dove si svolgeva il Capitolo generale poi detto "delle stuoie". Era il 1221. Nella cittadina umbra Antonio conobbe Francesco, il quale qualche tempo più avanti, ammirato dalla sua profonda dottrina, lo chiamerà "mio vescovo".
Ad Assisi il frate portoghese venne destinato al convento-romitorio di Montepaolo, vicino a Forlì, dove rimase per qualche tempo alternando preghiere, lavoro e studio. Una predica improvvisata, in occasione di un'ordinazione sacerdotale (era venuto a mancare il predicatore ufficiale), impose all'attenzione di tutti la profonda cultura, la capacità oratoria, e la ricchezza interiore di frate Antonio. All'indomani, lasciato l'eremo di Montepaolo, il frate era già sulle strade polverose dell'Italia settentrionale e della Francia, missionario itinerante e predicatore, ad annunciare il messaggio evangelico e francescano, contro le labili costruzioni degli eretici che avevano infestato quelle regioni. Nella eretica Rimini, che rifiutava di ascoltare la Parola di Dio, egli andò a predicare ai pesci che lo accolsero sulla riva. In altre città eccolo sfidare gli eretici inducendo una mula, tenuta a digiuno per giorni, ad inginocchiarsi di fronte all'ostia consacrata, mentre alle sue froge giungeva invitante il profumo d'un bel mucchio di biada.
Tornato in Italia, si stabilì a Padova, dove proseguì la sua attività di Predicatore.
Celebre un suo quaresimale, tenuto a Padova alcuni mesi prima di morire, e un coraggioso quanto sfortunato incontro con il feroce tiranno Ezzelino da Romano, dal quale era andato a perorare la liberazione di alcuni prigionieri tenuti barbaramente segregati nelle celle del suo palazzo.
Negli ultimi tempi, spossato dalla fatica e dalla malattia (soffriva per le conseguenze delle febbri malariche) accettò l'invito di un amico, il conte Tiso di Camposampiero, a recarsi nel convento di quella cittadina, immerso nella quiete della campagna, per riposarsi. A Camposampiero, Antonio si era fatto costruire dall'amico conte tra i rami fronzuti di un noce una piccola cella, dove si ritirava a pregare. Ma quella solitudine fu infranta dagli ammiratori che, scoperto il nascondiglio segreto, si recavano in massa a chiedergli il conforto della parola.
Nella tarda primavera del 1231, Antonio fu colto da malore. Deposto su un carro trainato da buoi, venne trasportato a Padova, dove aveva chiesto di poter morire. Giunto però all'Arcella, un borgo della periferia della città, la morte lo colse. Spirò mormorando: "Vedo il mio Signore". Era il 13 giugno. Aveva 36 anni.
Il Santo venne sepolto a Padova, nella chiesetta di santa Maria Mater Domini, il rifugio spirituale del Santo nei periodi di intensa attività apostolica. Un anno dopo la morte, la fama dei tanti prodigi compiuti convinse Gregorio IX a bruciare le tappe del processo canonico e a proclamarlo santo. La Chiesa ha reso giustizia alla sua dottrina, proclamandolo nel 1946 di «dottore della chiesa universale».”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35197032_2148752721821052_2313510608168812544_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2df842624136d8f74f856e3af3dcba14&oe=5BC27E07


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35197032_2148752721821052_2313510608168812544_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2df842624136d8f74f856e3af3dcba14&oe=5BC27E07


“il 13 giugno 1799 il cardinale Ruffo, con l'armata della Santa Fede, entra in Napoli, liberandola dalla repubblica giacobina.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34689393_2148762508486740_573916946253217792_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=871ad516aa42ae78352ab0fb4528f71c&oe=5BB72963


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/34689393_2148762508486740_573916946253217792_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=871ad516aa42ae78352ab0fb4528f71c&oe=5BB72963


"CLERICUS ET MILES
S.E.R. Fabrizio Ruffo, Cardinale Diacono di Santa Romana Chiesa, Liberatore di Napoli dalla tirannide giacobina."
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/
"[VITA EST MILITIA] Cardinale Fabrizio Ruffo
Cardinale Fabrizio Ruffo
Fabrizio Ruffo nacque nel 1744 nell’avito castello calabrese di San Lucido dalla famiglia dei Duchi di Baranello e Bagnara, ramo collaterale dei Principi Ruffo. Venne subito avviato alla carriera ecclesiastica ed affidato allo zio Cardinal Tommaso Ruffo, che l’affiancò al suo segretario Giovanni Braschi, il futuro Pio vi, di cui il Nostro divenne subito grande amico e che, salito al Soglio, lo fece Tesoriere generale della Camera Apostolica; costretto a deporlo dall’incarico per via delle lamentele dei feudatarj che videro messi in pericolo i loro privilegi dalla sua amministrazione, Papa Braschi gli assegnò in cambio la Porpora cardinalizia (1794). Trasferitosi a Napoli alla Corte di Ferdinando iv, all’arrivo dei francesi il Cardinal Ruffo seguì il suo Re nella fuga palermitana del 1798; ma, nominato da Ferdinando Luogotentente generale, l’anno successivo pianificò e guidò, anche grazie all’appoggio inglese, la spedizione che doveva portare l’Esercito della Santa Fede a riprendere il Mezzogiorno d’Italia e sciogliere l’abusiva Repubblica Partenopea: erano 25.000 uomini, dai militari borbonici ai popolani ai semplici briganti – tra cui il celebre Fra Diavolo – chi difensore della Fede, chi della Patria. Il 13 giugno il Cardinale riuscì a prendere Napoli e a restaurare la legittima Monarchia: ma le sue promesse d’amnistia non furono rispettate dal Re e da Horatio Nelson, che massacrarono i ribelli senza pietà ed iniziarono una lunga sequela d’esecuzioni. Profondamente amareggiato, decise, date le dimissioni da Vicario generale del Regno di Napoli, di ritornare a Roma, la cui Repubblica aveva contribuito a far cadere inviando un contingente del suo esercito. Schiacciato dal rigurgito rivoluzionario che seguì, tornò infine presso Re Ferdinando, che lo fece ambasciatore a Parigi; dopo essere stato mediatore tra il Corso ed il prigioniero Pio vii, continuò a servire il Papa e Re Ferdinando in varj incarichi istituzionali. Ritiratosi a Napoli, la morte lo colse assorto nei suoi studj nel 1827."
https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/04/Cardinale_Fabrizio_Ruffo.jpg?w=480&ssl=1


https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/04/Cardinale_Fabrizio_Ruffo.jpg?w=480&ssl=1





“SANT'ANTONIO DI PADOVA.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35151243_1400001456767839_2266288258793078784_n.jp g?_nc_cat=0&oh=a42621a5809c71c840a1c1e68251ff0a&oe=5B77FBBB


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/35151243_1400001456767839_2266288258793078784_n.jp g?_nc_cat=0&oh=a42621a5809c71c840a1c1e68251ff0a&oe=5B77FBBB



https://i.ebayimg.com/images/i/400660547643-0-1/s-l1000.jpg


https://i.ebayimg.com/images/i/400660547643-0-1/s-l1000.jpg





SANCTE ANTONI ORA PRO NOBIS!!!
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
14-06-20, 23:54
13 GIUGNO 2020: SANT’ANTONIO DA PADOVA, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA (1195-1231), anniversario della seconda delle sei Apparizioni della Madonna alla Cova da Iria a Fatima; tredicesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…
Auguri a tutti i Padovani (padovano d’adozione lo sono stato anch’io in passato, in quanto ho frequentato spesso e per diversi anni quella città, ho studiato e mi sono laureato all’università di Padova…) e a tutti coloro che si chiamano Antonio e festeggiano quindi il loro onomastico [vivi e defunti, come i compianti Mons. Antonio de Castro Mayer (Campinas, 29 novembre 1904 – Campos, 25 aprile 1991) ed il caro Antonio Diano (Venezia, 08/08/1955 – Mestre, 18/11/2019) che ci ha lasciati lo scorso anno, R.I.P.]…
Sancte Antoni Paduane, ora pro nobis!!!




«Sant’Antonio di Padova, confessore e dottore, 13 giugno»
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm





https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»



https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/s960x960/103729142_2636419553126017_6740562772247622451_o.j pg?_nc_cat=104&_nc_sid=8024bb&_nc_ohc=yD60sT9nxBQAX9FDXox&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&_nc_tp=7&oh=c7c4fea3e831c0ea80211cb637097b15&oe=5F0C7318




https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/06/santantonio-di-padova-confessore-e.html?m=1
«SANT'ANTONIO DA PADOVA Confessore e Dottore della Chiesa
Sant’Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa
Sant'Antonio, Portoghese, Sacerdote dell'Ordine dei Minori, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione. Si riposò nel Signore il 13 giugno 1231. Acclamato in vita Martello degli eretici e Arca del Testamento, il 30 maggio 1232 Gregorio IX lo annoverava tra i Santi. Il 16 gennaio 1946 Pio XII lo proclamava Dottore della Chiesa universale con il titolo di “Evangelico”.

INTROITUS
Eccli 15.5.- In médio Ecclésiæ apéruit os eius: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum. ~~ Ps 91:2.- Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. ~~ Glória ~~ In médio Ecclésiæ apéruit os eius: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum.

Eccli 15.5.- Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. ~~ Ps 91:2.- È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. ~~ Gloria ~~ Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Ecclésiam tuam, Deus, beáti Antónii Confessóris tui atque Doctoris sollémnitas votiva lætíficet: ut spirituálibus semper muniátur auxíliis et gáudiis pérfrui mereátur ætérnis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Rallegri la tua Chiesa, o Dio, la solennità ad onore del tuo beato confessore e dottore Antonio; affinché essa sia sempre munita di spirituali aiuti e meriti di godere dei gaudi eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timotheum
2 Tim 4:1-8
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vi vos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importune: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria, coacervábunt sibi magistros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístæ, ministérium tuum ímpie. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meæ instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiæ, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.

Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma, per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.

GRADUALE
Ps 91:13; 9:14
Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini.
Ps 9.3
Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro sul Libano. che è piantato nella casa del Signore.
V. Per celebrare la tua misericordia al mattino, e la tua fedeltà nella notte.

ALLELUIA
Allelúja, allelúja
Ps 45:9
Amávit eum Dóminus et ornávit eum: stolam glóriæ índuit eum. Allelúja.

Alleluia, alleluia
Il Signore lo ha amato e lo ha colmato d'onore: lo ha rivestito di una veste di gloria. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, jota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo·iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».

OFFERTORIUM
Ps 88:25
Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

Con lui staranno la mia fedeltà e il mio amore, e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.

SECRETA
Præsens oblátio fiat, Dómine, pópulo tuo salutáris: pro quo dignátus es Patri tuo te vivéntem hóstiam immoláre: Qui cum eódem Deo Patre et Spíritu Sancto vivis et regnas Deus, per ómnia saecula sæculórum. Amen.

Questa oblazione, o Signore, sia a salvezza del tuo popolo; per il quale volesti offrirti al Padre tuo in Ostia viva: Tu che, Dio, col medesimo Dio Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, per tutti i secoli dei secoli. Amen

COMMUNIO
Matt 24:46-47
Beátus servus, quem, cum vénerit dóminus, invénerit yigilántem: amen, dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.

Beato è quel servo se il padrone, quando ritorna, lo troverà al lavoro: in verità, vi dico, lo preporrà a tutti i suoi beni.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Divínis, Dómine, munéribus satiáti: quaesumus; ut, beáti Antónii Confessóris tui atque Doctoris méritis et intercessióne, salutáris sacrifícii sentiámus efféctum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Saziati di celesti doni, o Signore, per i meriti e l'intercessione del tuo beato confessore e dottore Antonio, possiamo sperimentare i desiderati frutti del sacrificio di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen»




«I SERMONI DI SANT'ANTONIO DI PADOVA
I Sermones (Sermoni) sono la grande opera letteraria e teologica di sant’Antonio.
Possiamo definirli un trattato di dottrina sacra in forma di raccolta di sermoni, con cui il Santo si prefigge di esporre tutta la Scrittura nella sua scansione delle letture proposte dalla liturgia domenicale e festiva.
Sant’Antonio scrisse i Sermones con la finalità specifica di fornire ai suoi confratelli uno strumento di formazione per la vita cristiana. Gli argomenti trattati sono in generale quelli della fede e dei buoni costumi. Il Santo offre ai predicatori strumenti per la predicazione: come insegnare ai fedeli la dottrina del Vangelo, come valorizzare i Sacramenti, soprattutto la Confessione e l’Eucaristia.
La lingua dei Sermoni è il latino medioevale, cioè della bassa latinità, però non è un latino rozzo; anzi presenta una certa eleganza. Quello di sant'Antonio è un sermone molto erudito, che abbonda di citazioni dalle Sacre Scritture (sono oltre seimila), che fa spesso ricorso alla dottrina dei Padri e dei teologi, dei filosofi e dei poeti pagani; inoltre spesso vengono citati esperti in scienze naturali, in modo particolare Aristotele e Solino.
P.S. Nel sito c'è la possibilità di leggerli in latino e in italiano. Link: http://www.santantonio.org/it/sermoni »


https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/06/benedizione-dei-gigli-e-dei-pani-di.html?m=1
«Nella festa di sant’Antonio si usa benedire due sacramentali in particolare: il pane (sacramentale più noto) e i gigli, simboli della verginità intemerata del Santo Taumaturgo. La benedizione del pane è legata al miracolo della risurrezione del piccolo Tommasino. Lasciato incautamente dalla madre accanto a un recipiente pieno d’acqua, il bimbo annega. Quando la donna se ne accorge, la testa del figlio è ormai sul fondo del recipiente. Il piccino di soli 20 mesi viene tirato fuori dal mastello ormai rigido e morto. La mamma fa voto di distribuire ai poveri la quantità di grano corrispondente al peso del bimbo, se Antonio lo resuscita. Così avviene: il bambino torna in vita.
V. Adjutorium nostrum in nomine Domini.
R. Qui fecit cœlum et terram.
V. Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo
Oremus
Domine Jesu Christe, panis Angelorum, panis vivus æternæ vitæ, bene✠dicere dignare panem istum, sicut benedixisti quinque panes in deserto: ut omnes ex eo gustantes, beato Antonio Confessore tuo atque Doctore intercedente, inde corporis et animæ percipiant sanitatem: Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum. Amen
Preghiamo
Signore Gesù Cristo, pane degli Angeli, pane vivo della vita eterna, degnati benedire questo pane come benedicesti i cinque pani nel deserto: onde a quanti ne mangeranno, per intercessione del beato Antonio tuo Confessore e Dottore, tornino salutari per l’anima e il corpo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Quindi il Sacerdote asperge i pani con l’acqua benedetta».
Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)


“LA DOTTRINA CATTOLICA SULL'EUCARISTIA”
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2017/06/ottava-del-corpus-domini_22.html?m=1
“LA REGALITÀ DI GESÙ EUCARISTICO”
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/06/la-regalita-di-gesu-eucaristico.html?m=1







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
https://www.sursumcorda.cloud/tags/carlo-di-pietro.html
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»
https://www.sursumcorda.cloud/tags/sant-antonio-di-padova.html
«Preghiera a Sant'Antonio di Padova, Dottore (13.6)
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare sant’António Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Confessore e Dottore della Chiesa, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’António Portoghése possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia»





«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».





Santo del giorno Archivi - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/category/santo-del-giorno/)
http://www.sodalitium.biz/category/santo-del-giorno/
«13 giugno, Sant'Antonio di Padova, Confessore e Dottore della Chiesa (Lisbona, c. 1195 - Padova, 13 giugno 1231), il "martello degli eretici".
"A Padova sant’Antonio Portoghese, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi".
Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio, per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso. Siimi propizio del tuo possente patrocinio, liberami da ogni male, specie dal peccato, e impetrami la grazia di ......... Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie, asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore. Consolatore dei tribolati non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio. Così sia».
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/antonio-padova-300x253.jpg




https://www.facebook.com/donugo.casasanpiox/
"Nel 1920 il papa Benedetto XV proclamava sant'Antonio patrono principale e protettore della Custodia di Terra Santa, dopo un breve iter fortemente voluto dal marchigiano padre Ferdinando Diotallevi ("Guardiano del Santo Monte Sion e del Santissimo Sepolcro di N. S. Gesù Cristo" dal 1918 al 1924).
Nel 1920 divenne Patriarca latino di Gerusalemme (sino al 1947, anno della morte) il torinese mons. Luigi Barlassina. Diotallevi e Barlassina erano entrambi forti di carattere e non mancarono le frizioni nel delicato rapporto tra il Patriarcato (ripristinato nel 1847) e la Custodia (per tanti secoli l'unica rappresentante della Chiesa in Terra Santa). Entrambi però erano uniti da una forte preoccupazione per il progetto sionista (che fu devastante per la presenza cattolica in Palestina) e dall'aspro rapporto coi greci scismatici (che, tra tante nefandezze, ostacolarono in tutti i modi la riedificazione dell'attuale basilica del Getsemani).
Preghiamo sant'Antonio da Padova per la Terra Santa e in particolare per le famiglie dei palestinesi cattolici, la cui presenza in T. S. è diminuita drasticamente a partire dal 1948.
La foto si riferisce a un'antica statua del convento San Salvatore di Gerusalemme, recentemente restaurata, ed è stata pubblicata da Terra Sancta Museum www.facebook.com/TerraSanctaMuseum "



Sant?Antonio da 100 anni patrono della Custodia di Terra Santa - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/santantonio-100-anni-patrono-della-custodia-terra-santa/)
http://www.centrostudifederici.org/santantonio-100-anni-patrono-della-custodia-terra-santa/
«Sant’Antonio da 100 anni patrono della Custodia di Terra Santa 13 giugno 2020
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 59/20 del 13 giugno 2020, Sant’Antonio da Padova
Sant’Antonio da 100 anni patrono della Custodia di Terra Santa
Cento anni fa, il 28 luglio 1920, Benedetto XV proclamò sant’Antonio “patrono particolare e protettore della Custodia di Terra Santa”. L’archivio storico custodiale permette di ricostruire le tappe che tra il 1914 e il 1917 determinarono questa proclamazione.
Quando comincia la Prima Guerra mondiale e si assiste allo scontro tra la Germania alleata con la Turchia contro la Francia, l’Inghilterra, la Russia e Polonia, la Custodia di Terra Santa conta al suo interno frati di tutte queste nazionalità. Nel 1914, la prima mossa dei tedeschi e degli alleati turchi (ricordiamo che Gerusalemme si trovava all’epoca ancora sotto l’Impero Ottomano) è quella di espellere i frati delle nazioni nemiche. I primi a partire sono francesi, poi gli inglesi e polacchi. Si svuotano in parte i conventi. Quando, a guerra inoltrata, si paventa anche la partenza degli italiani, i frati si affidano alla Provvidenza per evitare la chiusura dei santuari. Celebrano un triduo, ma non si sa a chi è dedicato (forse a sant’Antonio).
Nel 1915 un altro fattore va ad alimentare una situazione più che mai disagiata: alla guerra, alla miseria e alle deportazioni si aggiunge un’invasione di locuste che colpisce il Medio Oriente. Il governo impone a ogni cittadino di catturare giornalmente una quantità di locuste per non essere sanzionati. I frati si appoggiano alla popolazione locale che, in cambio di un aiuto economico, raccoglie per loro il numero sufficiente di insetti da presentare agli ufficiali turchi.
A buttare nuova benzina sul fuoco ci pensano gli inglesi con la dichiarazione Balfour nel 1917: la celebre dichiarazione promette la creazione in Terra Santa di un focolare nazionale per gli ebrei. Già la situazione era tesa con l’arrivo di immigrati ebrei dalla fine del XIX secolo, ma con il documento ufficiale le cose si complicano ulteriormente. All’arrivo del generale Allenby e l’inizio del Mandato Britannico le tensioni tra arabi ed ebrei si intensificano ancora di più.
La Custodia è senza guida a gestire questa situazione complessa perché il Custode Padre Serafino Cimino nel frattempo fu eletto Generale dell’Ordine. Facendo le veci del Custode, Padre Eutimio Castellani essendo Presidente Custodiale (sostituto del Padre Custode sotto la sua assenza) si assume la responsabilità di guidare i francescani. A lui si deve la proclamazione del triduo in onore di Sant’Antonio, nella primavera e nell’ottobre del 1917, quando la minaccia della partenza dei frati francescani di origine italiana si fa nuovamente reale. A novembre quando i frati sono già pronti con i bagagli per partire, arriva il governatore della città turco insieme al kawas a dare una buona notizia: i frati possono rimanere, Sant’Antonio ha ascolto nuovamente le preghiere e nessun frate deve essere mandato via. Ciò non accade per le altre comunità cristiane che perdono i loro rappresentanti: i patriarchi latino, greco scismatico (“ortodosso” nel testo, ndr) e armeno vengo deportati. Inoltre Il governatore turco, vedendo le vesti dei frati, chiede di avere del materiale della stessa stoffa. E nei giorni seguenti il governatore si aggirava per Gerusalemme con un completo marrone cucito con la stoffa francescana.
A guerra finita, nel Convento di San Salvatore, di fronte alla statua all’altare del santo, il 13 giugno 1920 vengono pronunciate le parole di ringraziamento in una celebrazione solenne e Sant’Antonio viene scelto ufficialmente come Santo Patrono».
https://www.proterrasancta.org/it/santantonio-da-padova-da-cento-anni-patrono-della-custodia-di-terra-santa/
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2020/06/san-salvatore.jpg



http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2020/06/san-salvatore.jpg



Si quæris miracula - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/)
http://www.centrostudifederici.org/si-quaeris-miracula/
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2017/06/ex-voto750-300x156.jpg



http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2017/06/ex-voto750-300x156.jpg








http://www.radiospada.org
http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial

«13 giugno 2020: infra l'Ottava del Corpus Domini»
«13 giugno 2020: Sant'Antonio da Padova, confessore e dottore della Chiesa»
https://www.radiospada.org/tag/santantonio-da-padova/
https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/06/FFA91519-DC2B-4B25-A69B-0389D76DC71D.jpeg?fit=701%2C697&ssl=1



https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/06/FFA91519-DC2B-4B25-A69B-0389D76DC71D.jpeg?fit=701%2C697&ssl=1



https://www.radiospada.org/tag/si-quaeris-miracula/
https://www.radiospada.org/2020/06/si-quaeris-miracula-il-prodigioso-responsori-a-santantonio-di-padova/
«“Si quæris miracula”. Il prodigioso responsorio a Sant’Antonio di Padova.
Attribuito dalla tradizione francescana a san Bonaventura, il responsorio “Si quæris miracula” è una delle più sentite, nonché prodigiose, devozioni a sant’Antonio.
Pio IX con Decreto della S.C. delle Indulgenze del 25 Gennaio 1866 concesse a tutti i fedeli, che con cuore almeno contrito e divotamente recitino questo Responsorio col Versetto ed Orazione annessa, un’ indulgenza di 100 giorni ogni volta, e un’indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a tutti coloro i quali lo recitino come sopra in ciascun giorno per lo spazio di un mese, purché veramente pentiti confessati e comunicati, visitino una chiesa o pubblico oratorio ed ivi preghino per qualche spazio di tempo secondo le intenzioni del Sommo Pontefice»
https://www.radiospada.org/2018/03/cosa-si-intende-per-intenzioni-del-sommo-pontefice/
«13 giugno 1799, festa di sant'Antonio da Padova, l'Armata Cristiana e Reale della Santa Fede, comandata dall'Eminentissimo Cardinale Ruffo, entrava a Napoli e la liberava dalla tirannide giacobina»
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-cardinale-fabrizio-ruffo/





https://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/13-giugno.htm



https://www.stellamatutina.eu/13-giorno-cuore-misericordioso-cuore-invidioso/
“13° giorno: Cuore misericordioso – Cuore invidioso
CUORE MISERICORDIOSO
La parola “misericordioso” significa, letteralmente, «dare il cuore ai miseri» (miseris-cor-dare)”.



"CRONOLOGIA DI FATIMA"
Cronologia di Fatima (http://www.unavox.it/103b.htm)
http://www.unavox.it/103b.htm


“La Seconda Apparizione a cova da Iria
La Seconda Apparizione a cova da Iria (http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/seconda-apparizione-a-cova-da-Iria.asp)
"13 Giugno 1917 - La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta come voluto dalla Madonna, si trovano alla Cova da Iria. La voce si è sparsa e con loro adesso ci sono circa cinquanta persone. Recitano tutti assieme, il S. Rosario".





“13 giugno - S. Antonio da Padova, Dottore della Chiesa”
https://forum.termometropolitico.it/299522-13-giugno-s-antonio-da-padova-dottore-della-chiesa-3.html
https://forum.termometropolitico.it/221348-sant-antonio-di-padova.html
https://forum.termometropolitico.it/221348-sant-antonio-di-padova-2.html




https://i.ebayimg.com/images/i/400660547643-0-1/s-l1000.jpg





http://liguesaintamedee.ch/
http://liguesaintamedee.ch/messes
https://www.facebook.com/SaintAmedee/

«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”

“Nous passons du mois de Marie (mai) au moi du Sacré-Cœur (juin)”
“Mois de juin : mois dédié au Sacré-Coeur de NSJC. Litanies”
“Apostolat de la prière: juin 2020.
En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus”


“13 juin 1917 : deuxième apparition de Fatima”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3715/2856/5209/06_13_1917_deuxieme_apparition_Fatima.jpg

“13 juin : Saint Antoine de Padoue, Religieux de Saint-François (1195-1231)”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/7415/2856/4980/06_13_saint_antoine_de_padoue.jpg





SANCTE ANTONI ORA PRO NOBIS!!!
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!