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Visualizza Versione Completa : Aborto - La Svizzera dice sì - L'UE vota la legalizzazione



Roderigo
04-06-02, 15:22
Aborto, la Svizzera dice sì
Il 72% della popolazione favorevole alla depenalizzazione: «Un voto contro l'ipocrisia»

SERENA TINARI - BERNA

Si alla depenalizzazione, no alla proposta proibizionista del movimento anti abortista. Sono nettissimi i risultati dei due referendum federali sull'interruzione volontaria di gravidanza. I numeri hanno sorpreso tutti: ben il 72 per cento dei votanti si e' espresso a favore della depenalizzazione e addirittura l'82 per cento ha respinto l'iniziativa «per la protezione della madre e del bambino», che proponeva di consentire l'aborto solo in caso di rischio di morte (escludendo così i casi di stupro, malattia grave, malformazioni gravi del nascituro). «Un voto contro l'ipocrisia», è il titolo dominante sulla stampa di ieri. Di fatto, la nuova legge approvata dal Parlamento non cambierà molto nella maggiorparte dei cantoni, che già applicavano con molta tolleranza la normativa vigente. Ma costituisce un passaggio simbolico importante: l'aborto non è più un reato, se praticato nei primi tre mesi. E anche i cantoni più tradizionalisti saranno obbligati a prevedere strutture dove le donne possano interrompere volontariamente una gravidanza. La nuova legge, che entrerà in vigore il primo ottobre, è comunque una delle più restrittive d'Europa. La libertà di scelta è condizionata da una dichiarazione scritta di stato di difficoltà, seguita da un consulto con un medico, che è tenuto a segnalare alla donna le strutture che potrebbero aiutarla a portare a termine la gravidanza. Anne-Marie Rey, dell'Unione svizzera per decriminalizzare l'aborto, in ogni modo ribadisce che si tratta di «una meravigliosa vittoria», così come Barbara Häring-Binder, la deputata socialista che mise a punto il testo originario nel lontano 1993, si dichiara: «Molto felice: è importante che si sia trovato un consenso popolare così ampio, su una questione tanto delicata e controversa». La partecipazione al voto è stata comunque più bassa del solito, e nonostante la violenta campagna elettorale, il dato nazionale di affluenza alle urne si ferma ad un mediocre 41,5%. Due cantoni hanno bocciato la depenalizzazione: all'Appenzeller interiore e al Valais, la palma di regioni conservatrici. Si conferma invece la tradizione progressista di Ginevra: sì alla nuova legge con l'87,8, no all'iniziativa antiabortista con l'88,2 per cento. Nel Canton Ticino, vince la depenalizzazione con il 63,2, no al movimento per la vita con il 76,3 per cento. I risultati costituiscono una sconfitta senza precedenti per il Pdc (partito popolare democratico), promotore e principale sostenitore del referendum che chiedeva di fermare l'iter della nuova legge. Il presidente Philipp Stähelin incassa e spiega al quotidiano «Le Temps»: «Ci inchiniamo alla volontà popolare, espressa con tale chiarezza, e comprendiamo la scelta dell'elettorato: una nuova soluzione è comunque preferibile alla situazione attuale». E registra un grande successo personale la ministra democristiana Ruth Metzler, che contro il suo partito si era battuta in prima persona per la depenalizzazione. Da tutti gli schieramenti politici, fioriscono gli inviti a completare la nuova legge con uffici e servizi in sostegno alla maternità: dai consultori agli sgravi fiscali agli asili nido, all'assicurazione maternità.

Il dato forse più interessante riguarda l'evoluzione della mentalità: nel 1977 la depenalizzazione era stata bocciata con il 52 per cento di no, ovvero un cambiamento di ben 24 punti percentuali in 25 anni. Non si sono registrate grandi differenze fra il voto delle città e quello dei piccoli centri, e sembrano cadute persino le barriere legate alle confessioni religiose: la Svizzera cattolica ha accettato la depenalizzazione con numeri solo di poco inferiori a quelli delle regioni del cristianesimo riformato. Ma se la Federazione delle chiese protestanti dichiara «soddisfazione per una legge che sarà finalmente applicabile», e ricorda che «nessuna donna deve essere costretta ad abortire per ragioni sociali e finanziarie», per la Conferenza episcopale svizzera «il voto costituisce un attacco alla vita» e invita i fedeli all'obiezione di coscienza. Ma i giochi ormai sono fatti: l'aborto in Svizzera è stato depenalizzato.

il manifesto 4 giugno 2002
http://www.ilmanifesto.it

Roderigo
04-06-02, 15:23
Oggi Bruxelles vota il riconoscimento dell'interruzione di gravidanza

LABERTO D'ARGENZIO - BRUXELLES

Legalizzare l'aborto in tutta l'Unione europea, in quella di oggi come in quella figlia dell'allargamento, è quanto chiede l'eurodeputata socialista belga Anne Van Lancker in un rapporto che verrà votato oggi dalla Commissione per i diritti della donna del Parlamento europeo. Si tratta di proteggere la salute della donna, di eliminare i rischi derivati dalle pratiche illegali, ma anche di riconoscere il diritto sull'attività riproduttiva. La Van Lancker chiede inoltre ai governi «di fomentare i metodi anticoncezionali di emergenza», ossia la pillola del giorno dopo, permettendo la sua distribuzione senza ricetta ed a prezzi ragionevoli. Richieste indigeribili per l'attiva miriade di gruppi religiosi e per il loro sbocco naturale nell'eurocamera, il Partito polare europeo, che stanno cercando in tutti i modi di bloccare, ostacolare e ritardare il cammino di questo rapporto. A fronte di soli 24 articoli proposti dalla Van Lanker sono piovuti dalle file popolari ben 165 emendamenti. La crociata si accanisce soprattuto contro il paragrafo 9, quello dell'aborto, ed il 4, quello della pillola, ma arriva pure a chiedere di impedire la raccolta di dati nel continente, il minimo per poter fotografare la situazione e sviluppare politiche coerenti. La relatrice parte da una constatazione frutto del confronto tra i numeri, le regole ed i servizi: una legislazione sull'aborto alquanto permissiva associata ad una grande disponibilità di anticoncezionali ed a servizi di pianificazione familiare di alta qualità producono meno interruzioni volontarie di gravidanza. La via per ridurre l'aborto passa quindi per la sua liberalizzazione e per un miglioramento dell'accesso all'educazione sessuale ed agli anticoncezionali. Un cammino che va affrontato, sanitariamente e legalmente, su scala europea anche per evitare l'assurdità di migliaia di donne che per risolvere il problema della loro salute riproduttiva ricorrono alla libertà di circolazione. Ogni anno migliaia di portoghesi vanno in Spagna ed oltre 6.000 irlandesi si recano in Inghilterra, delle privilegiate comunque, visto le migliaia che ricorrono agli aborti clandestini.

I dati peggiori più allarmanti riguardano le giovanissime e i paesi candidati e la causa è la medesima: la mancanza di educazione e la difficoltà di accedere agli anticoncezionali. Le gravidanze tra le adolescenti stanno infatti aumentando in tutto il continente, con gli incrementi maggiori in Svezia, Inghilterra, Italia e Galles, mentre la medesima dinamica si registra tra la popolazione emarginata. Il rapporto, su cui si preannuncia oggi una prima durissima battaglia, chiede anche che venga vietata l'incriminazione per donne che hanno praticato un aborto illegale.

il manifesto 4 giugno 2002
http://www.ilmanifesto.it

Claude74
04-06-02, 16:14
Secondo me l'UE non dovrebbe poter entrare in questioni così eticamente delicate. Queste cose dovrebbero riguardare solo la legislazione dei singoli Stati.
A livello europeo non si può nè proibire l'aborto, ma nemmeno obbligare, in qualche modo, i paesi, a renderlo lecito. Ognuno di essi ha diritto di scegliere se proibire o no.

Roderigo
04-06-02, 16:16
Originally posted by Claude74
Secondo me l'UE non dovrebbe poter entrare in questioni così eticamente delicate. Queste cose dovrebbero riguardare solo la legislazione dei singoli Stati.
A livello europeo non si può nè proibire l'aborto, ma nemmeno obbligare, in qualche modo, i paesi, a renderlo lecito. Ognuno di essi ha diritto di scegliere se proibire o no.
Per quale motivo?

R.

Claude74
04-06-02, 16:44
Originally posted by Roderigo

Per quale motivo?

R.
Per rispettare la volontà popolare di ogni singolo stato. Non puoi imporre all'Irlanda di legalizzare l'aborto tanto quanto non puoi obbligare l'Olanda a proibirlo.
Certe differenze culturali e di approccio a questi problemi, presenti i Europa, vanno rispettate.

Roderigo
04-06-02, 21:33
Originally posted by Claude74
Per rispettare la volontà popolare di ogni singolo stato. Non puoi imporre all'Irlanda di legalizzare l'aborto tanto quanto non puoi obbligare l'Olanda a proibirlo.
Certe differenze culturali e di approccio a questi problemi, presenti i Europa, vanno rispettate.
L'Ue non può imporre all'Irlanda di legalizzare l'aborto, ma l'Irlanda (lo stato irlandese) può imporre ad una donna di ridursi ad una incubatrice e portare a termine una gravidanza indesiderata. Perchè?
L'Ue deve rispettare la volontà popolare di ogni singolo stato, ma la volontà popolare di ogni singolo stato può non rispettare l'autoderminazione riproduttiva delle donne. Perchè?

R.

Jan Hus
04-06-02, 23:13
Originally posted by Roderigo
Due cantoni hanno bocciato la depenalizzazione: all'Appenzeller interiore e al Valais, la palma di regioni conservatrici.

Si dice Appenzello Interno e Vallese in italiano.

Ricordo che l'Appenzello Interno è il cantone in cui, fino a una decina d'anni fa, dal diritto di voto nelle elezioni cantonali erano escluse le donne.


Originally posted by Roderigo
I risultati costituiscono una sconfitta senza precedenti per il Pdc (partito popolare democratico), promotore e principale sostenitore del referendum che chiedeva di fermare l'iter della nuova legge.

PDC significa Partito Democratico Cristiano.

Il PPD (Partito Popolare Democratico) è la versione ticinese del PDC; infatti in Svizzera i partiti federali sono federazioni di partiti cantonali.

Roderigo
05-06-02, 22:11
Originally posted by AngelodiCentro
Certo è doloroso sentire queste notizie, ma ormai sento un vento di speranza in tutta Europa, perché la vittoria del PPE e delle forze pro VITA può cambiare le cose in modo concreto, con dei programmi seri a sostegno della vita umana, della maternità, dell'accoglienza e contro la cultura di morte, per rendere inutile il ricorso all'aborto, così come accade in Irlanda. Anche le donne PPE daranno battaglia contro le pseudofemministe ipocrite sinistrorse, per un nuovo Femminismo per la Vita.
Facciamo finta, per un attimo, che qualcuno pensi all'aborto come metodo contraccettivo.
Ci illustreresti i tuoi "programmi seri a sostegno della vita umana, della maternità, dell'accoglienza"?
Questi programmi cosa dicono a proposito del principio di autodeterminazione della donna e della maternità come scelta libera e consapevole?

R.

Roderigo
05-06-02, 22:14
Originally posted by Jan Hus
Si dice Appenzello Interno e Vallese in italiano.
Ricordo che l'Appenzello Interno è il cantone in cui, fino a una decina d'anni fa, dal diritto di voto nelle elezioni cantonali erano escluse le donne.
Grazie per le precisazioni. :)
Ricordi se il diritto di voto alle donne venne concesso all'uninimità o se vi erano forze politiche che si opponevano?

R.

Jan Hus
06-06-02, 00:31
Originally posted by Roderigo
Ricordi se il diritto di voto alle donne venne concesso all'uninimità o se vi erano forze politiche che si opponevano?

Conoscendo un minimo la politica svizzera, dubito che il diritto di voto alle donne sia stato concesso all'unanimità. :)

Non so quali partiti siano stati favorevoli e quali contrari. In Svizzera credo che il peso dei partiti non sia importante. Nell'Appenzello Interno il voto agli uomini, ch esi esercitava in forma collettiva e comunitaria nella Landesgemeinde, una caratteristica assemblea nella piazza principale del capoluogo cantonale, con gli uomini che, se non erro, avevano tanto di spada alla cintola, era più una questione di tradizione.

Ricordo che la Svizzera ha concesso il diritto di voto alle donne, nelle elezioni federali, solo nel 1971 (il Liechtenstein ci ha messo anche più tempo).

Nelle elezioni cantonali le donne avevano già il diritto di voto: il primo cantone a concederlo fu quello di Zurigo nel 1946.

Immagino che i partiti favorevoli saranno stati i socialisti e i "laburisti" (cioè i comunisti: ricordo che in Svizzera i partiti comunisti sono illegali, e il partito comunista locale si chiama Partito del Lavoro).

Poi, probabilmente i verdi e i radicaldemocratici.

Ma penso che tutti questi partiti siano piuttosto deboli nell'Appenzello Interno.

Claude74
06-06-02, 16:04
Originally posted by AngelodiCentro


Esatto! :D In Svizzera c'è un partito-fratello e simile al PPE(Partito Popolare Europeo) che non è altro che la federazione di tutti i partiti centristi e democratici-cristiani dell'UE. Esprimo tutta la mia solidarietà ai Popolari svizzeri e ticinesi...non arrendetevi che la battaglia non si è ancora conclusa! Le sinistre comuniste e abortiste hanno le ore contate ormai in tutta Europa, le loro reazioni sono comprensibili, è comprensibile anche la loro finta vittoria in Svizzera, dovuta solo dalla disperazione di persone che non sono riusciti ad accorgersi di tutte le alternative concrete all'aborto e sono state vittime della solita campanga pseudofemminista e buonista ipocrita. Certo è doloroso sentire queste notizie, ma ormai sento un vento di speranza in tutta Europa, perché la vittoria del PPE e delle forze pro VITA può cambiare le cose in modo concreto, con dei programmi seri a sostegno della vita umana, della maternità, dell'accoglienza e contro la cultura di morte, per rendere inutile il ricorso all'aborto, così come accade in Irlanda. Anche le donne PPE daranno battaglia contro le pseudofemministe ipocrite sinistrorse, per un nuovo Femminismo per la Vita.
Ecco perchè giudico inopportuno l'entervento delle istituzioni europee su questi temi. Se un giorno dovessero prevalere, a livello europeo, le tesi dei "pro-VITA"? Se ci dovessimo ritrovare tra capo e collo una bella megaproibizione di qualsiasi cosa che non sia contemplato dal Catechismo della Chiesa Cattolica?
In Svizzera (anche se non fa parte dell'UE) il referendum è stato stravinto; gli irlandesi che si sveglino e ci pensino da soli a liberarsi dal giogo dei preti.
PS
Vitttime della solita campagna ecc......cioè persone che hanno ascoltato le parti in gioco e hanno, liberamente, deciso.

Claude74
06-06-02, 17:09
Originally posted by AngelodiCentro


Quante stronzate che dici...prima di tutto la VITA umana è un valore sacro e assoluto di tutti, e non solo del catechismo della Chiesa Cattolica. E poi in Irlanda nessuno si sente schiavo dei preti e della religione perché sono scelte LIBERE e consapevoli, perché quasi nessuna donna si sente costretta ad abortire, ma al contrario accetta la maternità come un dono che viene tutelato e promosso dalla società. Quanto al resto dell'Europa non si tratta di proibire ma solo di rendere INUTILE il ricorso all'aborto. Quanto alla Svizzera non si decide mai liberamente quando alla gente viene nascosta la verita e si viene ingannati dal solito lavaggio del cervello e dal solito bigottismo ipocrita pseudofemminista, pieno di pietosismo e falso buonismo.
Primo, le mie sono opinioni e non stronzate. Ti prego di rivolgerti a me con un minimo di educazione. Secondo, le scelte degli irlandesi sono libere, già....mi spieghersesti quando l'ho messo in dubbio? Intendevo dire che sta solo a loro decidere quanto farsi influenzare dalla chiesa e quanto no. Anche se temo che un referendum proaborto sarebbe difficile da attuare in Irlanda.

Roderigo
06-06-02, 22:33
Originally posted by AngelodiCentro
In Irlanda l'aborto non sarà mai legalizzato non perché la chiesa lo impedisce ma semplicemente perché è INUTILE. :D Ci vuole un grande studio per capirlo? Non si tratta di essere influenzati dalla chiesa o meno ma è un fatto culturale: nel popolo irlandese è molto forte la cultura della VITA e della maternità intesa come un dono da accogliere e da sostenere, e le donne si sentono LIBERE di non abortire. Poi se è stato il mondo cattolico a creare questa situazione di benessere è un'altra cosa; al contrario potrei dire che in Svizzera molte donne soffriranno per l'aborto perché sono state ingannate e influenzate del mondo laicista-radicale-pseudofemminista.
Le donne svizzere non sono libere di non abortire? :confused:
Cosa succede ad una libera donna irlandese, quando sceglie liberamente di abortire?

R.

p.s. sull'Irlanda abbiamo già prodotto un topic:
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=500&highlight=irlanda

Roderigo
06-06-02, 22:39
Originally posted by Claude74
Primo, le mie sono opinioni e non stronzate. Ti prego di rivolgerti a me con un minimo di educazione.
Mettiti in coda.

R.

Roderigo
06-06-02, 22:46
Originally posted by AngelodiCentro
Quanto al resto dell'Europa non si tratta di proibire ma solo di rendere INUTILE il ricorso all'aborto.
Su questo obiettivo sono d'accordo, perchè l'aborto non può essere un metodo contraccettivo, e costituisce comunque un trauma ed una scelta drammatica per la donna. Ma come si rende inutile l'aborto?
E nel frattempo, le donne che abortiscono devono essere sanzionate, punite, perseguite?
La posizione di chi è favorevole alla legalizzazione dell'aborto, consiste solo nel fatto che le donne che decidono di abortire non siano perseguite e ricevano assistenza dalle strutture sanitarie dello stato, al fine di potersi sottrarre dall'aborto clandestino, cioè dai ferri delle mammane per le donne non privilegiate.

R.

Jan Hus
06-06-02, 22:51
Originally posted by AngelodiCentro
In Italia è stata la DC a scegliere il suffragio universale. Dubito che i popolari e i democristiani locali si sono opposti.

Che ragionamento del cavolo!

Comunque qualche partito si sarà pure opposto, immagino.

Ritengo sia assai più improbabile che l'opposizione provenisse dai socialisti o dai radicaldemocratici piuttosto che dai democristiani.

Ad ogni modo, si noti che l'Appenzello Interno è un semicantone cattolico.

:ah

Roderigo
06-06-02, 22:52
Originally posted by AngelodiCentro
Fin a quando non avviene il concepimento la maternità DEVE essere una scelta libera e consapevole, e se è per questo sono favorevole anche all'uso umano e non distorto del contraccettivi, purché non facciano diventare la sessualità come una merce.
Precisiamo meglio.
Una ragazza o una donna che voglia avere una vita sessuale, ma non avere figli, cosa deve fare? E cosa devono fare le istituzioni (scolastiche, sanitarie, sociali) per assistere e sostenere questa sua volontà, onde evitare il rischio che possa giungere all'estrema ratio dell'aborto?

R.

Roderigo
06-06-02, 23:07
Originally posted by AngelodiCentro
In Italia è stata la DC a scegliere il suffragio universale. Dubito che i popolari e i democristiani locali si sono opposti.
In Italia, il diritto di voto alle donne venne concesso il 31 gennaio del 1945, con l'Italia divisa ed il Nord sottoposto all'occupazione tedesca, dal Consiglio dei Ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi.
Non so quale fu il dibattito sull'argomento all'interno della Dc, ma posso verificarlo. E' probabile che non pochi democristiani ritenessero l'elettorato femminile facilmente manovrabile dalle parrocchie.
Più problematico fu il rapporto con la democrazia, da parte della chiesa cattolica, la quale, finchè l'Italia sembrava destinata a rimanere sotto la sfera d'influenza inglese, propugnava un regime di tipo franchista. Nel quale uomini e donne fossero paritariamente esclusi dal voto.

R.

Roderigo
06-06-02, 23:19
Originally posted by Claude74
Ecco perchè giudico inopportuno l'entervento delle istituzioni europee su questi temi. Se un giorno dovessero prevalere, a livello europeo, le tesi dei "pro-VITA"? Se ci dovessimo ritrovare tra capo e collo una bella megaproibizione di qualsiasi cosa che non sia contemplato dal Catechismo della Chiesa Cattolica?
In Svizzera (anche se non fa parte dell'UE) il referendum è stato stravinto; gli irlandesi che si sveglino e ci pensino da soli a liberarsi dal giogo dei preti.
PS
Vitttime della solita campagna ecc......cioè persone che hanno ascoltato le parti in gioco e hanno, liberamente, deciso.
Non credo che possa avverarsi quanto dici, perchè la chiesa cattolica esercita una grande influenza solo in alcuni paesi europei, come l'Irlanda, l'Italia, la Spagna. E, pensa, il paese che ospita il Vaticano, la battaglia sull'aborto l'ha vinta. Non è immaginabile che la chiesa cattolica possa un'indomani egemonizzare allo stesso modo un continente che comprende la Germania, l'Inghilterra, la Scandinavia, la Francia. Tuttavia, sono d'accordo sul fatto che le decisioni europee che determinano una "violazione della sovranità" nazionale, vengano assunte da istituzioni legittimate democraticamente. Quindi, il problema non è che l'Europa non possa decidere, quanto che possa farlo con la necessaria legittimazione. Sull'aborto e su tutto.

R.

Roderigo
07-06-02, 09:15
Originally posted by AngelodiCentro
Non solo le donne svizzere, ma anche migliaia di altre donne in tutta Europa e in tutto il mondo, a causa ddella vostra politica di morte, NON SONO libere di scegliere la vita, ma sono costrette ad abortire. Il forum sull'Irlanda l'avevo già visitato.
Ipotizziamo che sia possibile ricondurre ad un senso ciò che scrivi.

1) Se è vero che la legalizzazione dell'aborto corrisponde ad una cultura di morte, la Dc, che aveva la maggioranza quando la legge 194 fu approvata, e la Casa della Libertà oggi al governo, che non interviene su quella legge, sono partecipi di una tale cultura? E per l'Udc che fa parte della coalizione, ciò non ha valore discriminante?

2) In che modo, le donne svizzere e le altre donne europee sono "costrette" ad abortire?
Chi le costringe e perchè? Con quale obiettivo?
E le donne che diventano madri, in Svizzera ed in Europa, cosa sono? Fuorilegge e clandestine?

R.

:D

Roderigo
07-06-02, 21:15
Originally posted by AngelodiCentro
In pratica lo Stato dà assistenza per uccidere un essere umano innocente?! Ipocriti! La verità è che lo Stato se ne lava le mani, e la società menefreghista ed egoista non fa altro in questo modo che umiliare e degradare la donna stessa, costringendola all'uccisione di una creatura innocente, cioè suo figlio, o magari facendo passsare l'aborto come una paseseggiata e nascondendole la verità su suo figlio. Per sottrarre le donne dalle mammane non ci vuole l'aborto ma ACCOGLIENZA, amore e affetto verso quella donna in difficoltà, per sottrarla dall'aborto e per tutelare la sua maternità, e amore e accoglienza verso il bambino che porta dentro.
Naturalmente non sono d'accordo nel definire l'embrione "essere umano" o "bambino".
Tuttavia, la questione dell'assistenza sanitaria statale all'aborto ha come unico fine quello di sottrarre le donne all'aborto clandestino, il quale non è neutro di fronte alle differenze sociali.

R.

Roderigo
07-06-02, 21:16
Originally posted by AngelodiCentro
Informati sul lavoro di tanti CAV e vedrai che nessuna di quelle mamme che hanno rinunciato all'aborto si è pentita della scelta fatta, solo perché c'è stata accoglienza da una parte della società. E questo solo grazie ad una parte...questo dimostra che l'aborto è inutile se TUTTA la società diventa accogliente! Riconosco che è la prima volta che un comunista ammette senza tante ipocrisie che l'aborto è un dramma, una COSTRIZIONE, e non una libera scelta. Peccato che la verità è un'altra, peccato che molti tuoi kompagnucci(radicali inclusi) continuano a riempirsi la bocca di dolci (e deliranti) parole parlando addirittura di "conquista di civiltà" e di "libera scelta della donna", facendolo passare per contraccettivo, nascondendo la verità su loro figlio a tante donne.
Riconosco che la questione sul modo di concepire l'embrione non può risolversi solo sul piano delle definizioni e delle teorie scientifiche, ed infatti, non credo esistano donne che riescano ad affrontare l'aborto, libere da qualsiasi senso di colpa, ma trovo assolutamente condannabile, far leva sul senso di colpa per convincere una donna a non abortire o per criminalizzarla dopo che ha abortito. La conquista di civiltà riguarda la sottrazione della donna all'aborto clandestino e l'affermazione del principio di autodeterminazione della donna, anche nella sfera riproduttiva. Proprio nessuno, credo, nello schieramento laico e di sinistra pensa all'aborto come metodo contraccettivo.

R.

Roderigo
07-06-02, 21:17
Originally posted by AngelodiCentro
Personalmente sono stato sempre contro la punizione della donna, proprio perché la stragrande maggioranza delle volte è una "scelta" sofferta, e da punire in modo molto severissimo è casomai chi la fa abortire. Ripeto: prendiamo esempio dall'Irlanda, dalla Polonia e dai paesi che non legalizzano l'aborto ma lo rendono inutile con una società accogliente e aperta alla VITA.
Se sei contro la punizione della donna che abortisce allora devi anche essere a favore della depenalizzazione dell'aborto. Se invece sposti su chi esegue l'aborto la persecuzione penale, allora ricrei le condizioni dell'aborto clandestino. O dell'aborto all'estero, nei paesi dove è permesso.

R.

Roderigo
07-06-02, 21:21
Originally posted by AngelodiCentro
L'elettorato femminile sarebbe stato in gran parte cattolico, e sarebbe stato ridicolo per gli stessi democratici-crtistiani opporsi al suffragio universale. Secondo me è successo come in Italia, dove nessuno ha opposto resistenza..
Non conosco la situazione dell'Appenzello, ma immagino che la Svizzera degli anni '90 sia molto diversa dall'Italia del dopoguerra. Anche in Italia, il primato cattolico sull'elettorato femminile si è esaurito negli anni '60 ed un decennio dopo la grande avanzata delle sinstre ha fatto leva soprattutto sul consenso delle donne.

R.

Roderigo
07-06-02, 21:29
Originally posted by AngelodiCentro
Regime franchista?! Ma non ti rendi conto di quali calunnie e diffamazioni ti riempi la bocca?! La DC è sempre stata un partito ANTIfascista per eccellenza, e offendere in questo modo 50 anni di storia è disgustoso da parte tua. L'ho sempre detto che siete gli stessi del '48, quando insultavate De Gasperi dicendo che si alleava con i fascisti. Lo stesso vale per la Chiesa e per il mondo cattolico, che non avrebbe mai accettato una dittatura.
Le tentazioni franchiste della chiesa cattolica, nel 1943-45, sono ammesse anche dallo storico cattolico, Pietro Scoppola. La scelta di dotarsi di un partito della democrazia cristiana fu una scelta di ripiego, un adattarsi al prevalere di una situazione che evolveva irreversibilmente verso la formazione di un sistema democratico e pluralistico, un adattamento che comunque rivelava l'intenzione da parte della chiesa di incidere e pesantemente sulla sfera politica, quindi di mantenere la propria egemonia sulla società affidandosi prima di tutto al sostegno dello stato.
Che la chiesa cattolica "non avrebbe mai accettato una dittatura" è storicamente falso: in Italia l'ha accettata per un ventennio. Anzi, con quella dittatura ha siglato persino il suo primo concordato.

R.

hussita
07-06-02, 21:31
Originally posted by Roderigo

Le tentazioni franchiste della chiesa cattolica, nel 1943-45, sono ammesse anche dallo storico cattolico, Pietro Scoppola. La scelta di dotarsi di un partito della democrazia cristiana fu una scelta di ripiego, un adattarsi al prevalere di una situazione che evolveva irreversibilmente verso la formazione di un sistema democratico e pluralistico, un adattamento che comunque rivelava l'intenzione da parte della chiesa di incidere e pesantemente sulla sfera politica, quindi di mantenere la propria egemonia sulla società affidandosi prima di tutto al sostegno dello stato.
Che la chiesa cattolica "non avrebbe mai accettato una dittatura" è storicamente falso: in Italia l'ha accettata per un ventennio. Anzi, con quella dittatura ha siglato persino il suo primo concordato.

R.
sottoscrivo parola per parola quanto detto da roderigo, ricordando a adc di prendere esempio da de gasperi e non da buttiglione!
ps non avrei votato fronte popolare nel 48...questo per ottusangelo

Roderigo
07-06-02, 21:39
Originally posted by AngelodiCentro
L'Europa non diventerà mai un superstato comunista che decide su tutto. Scordatelo. L'Europa diventerà una federazione di Stati nazione, sovrani e con un proprio potere legislativo. Così come negli USA la pena di morte non è applicata dappertutto così non puoi pretendere che l'aborto venga imposto a tutti gli Stati. Parli di cattolici, ma perché non parli direttamente di cristiani, protestanti inclusi?! E perché non apri gli occhi e non ti rendi conto che non solo i cristiani sono contro l'aborto ma anche molti laici e di sinistra?! L'obiettivo non è per forza quello di imporre il reato di aborto, ma di renderlo INUTILE e impraticabile grazie ad una cultura dell'accoglienza e della vita, proprio perché non ce ne sarà più bisogno. E questa sarà una battaglia che il PPE portarà avanti e che ha intenzione di vincere in tutta Europa a tutti i costi..
Io non penso all'Europa come a un "superstato comunista", ma come ad una federazione di stati democratici, con una propria costituzione che specifici i principi ed i diritti condivisi. Citi l'esempio della pena di morte. Bene. Allora, è giusto o no, porre alla Turchia, come condizione per il suo ingresso nella Ue, la condizione di abolire la pena di morte?
Probabilmente, tutte le persone laiche e di sinistra sono contrarie all'aborto, così come sono contrario all'automutilazione, al suicidio, alla tossicodipendenza. La discriminante sta nel fatto che questi comportamenti non possono essere perseguiti per legge. E' giusto creare le condizioni affinchè essi non si realizzino, si prevengano (e qui bisognerebbe conoscere le proposte dei cattolici), ma se avvengono non possono e non devono essere perseguiti. Questa è una questione dirimente, rispetto a cui non tutti gli anti-abortisti cattolici hanno le idee chiarissime.

R.

07-06-02, 21:39
Originally posted by Roderigo

Le tentazioni franchiste della chiesa cattolica, nel 1943-45, sono ammesse anche dallo storico cattolico, Pietro Scoppola. La scelta di dotarsi di un partito della democrazia cristiana fu una scelta di ripiego, un adattarsi al prevalere di una situazione che evolveva irreversibilmente verso la formazione di un sistema democratico e pluralistico, un adattamento che comunque rivelava l'intenzione da parte della chiesa di incidere e pesantemente sulla sfera politica, quindi di mantenere la propria egemonia sulla società affidandosi prima di tutto al sostegno dello stato.
Che la chiesa cattolica "non avrebbe mai accettato una dittatura" è storicamente falso: in Italia l'ha accettata per un ventennio. Anzi, con quella dittatura ha siglato persino il suo primo concordato.

R.

Ricordiamoci dell' uomo della provvidenza , riferito a Mussolini. Questa definizione la diede non un suo ammiratore fascista, ma un papa. Che Dio, se c'è, nella Sua infinità bontà,lo perdoni!

Roderigo
07-06-02, 21:46
Originally posted by hussita
sottoscrivo parola per parola quanto detto da roderigo, ricordando a adc di prendere esempio da de gasperi e non da buttiglione!
ps non avrei votato fronte popolare nel 48...questo per ottusangelo
Vediamo. Per chi avresti votato? :)

1) Per la democrazia cristiana.
2) Per la lista di unità socialista (Saragat).
3) Per il piccolo partito repubblicano.

R.

Roderigo
07-06-02, 22:15
... ho creato un apposito topic.
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=12265

R.

Roderigo
07-06-02, 22:28
Originally posted by AngelodiCentro
1) La DC, così come la CDL, non fanno altro che rispettare le regole della democrazia. :rolleyes: Purtroppo, così come in tanti paesi del mondo c'è la pena di morte si combatte in modo civile e non si può certo toglierla con un colpo di stato, così l'aborto bisogna sconfiggerlo con una battaglia democratica. La CDL e l'UDC si impegneranno per sconfiggere l'aborto e per renderlo inutile. L'obiettivo di sconfiggere la vostra cultura di morte(droga, aborto, eutanasia e tutto il resto) fa parte del piano di governo dello stesso Berlusconi.
Il rispetto delle regole di cui parli, da cambiare con metodi e battaglie democratiche qualora non le si condivida, vale per le opposizioni e per i governi. Ma i governi hanno la maggioranza e la maggioranza ha il potere diretto di fare e cambiare le regole. Ora, se la legge sull'aborto sancisce una "cultura di morte", chi sta al governo, non può conviverci, ha il dovere ed il potere di abolirla subito. Io non mi riconoscerei mai in un governo, che anche solo per un minuto, accettasse di convivere con una legislazione di morte.

R.

Roderigo
07-06-02, 22:36
Originally posted by AngelodiCentro
2) L'hai detto tu che è un dramma e un dolore enorme per la stragrande maggioranza dele donne o sbaglio?! O ti rimangi la parola?! Se si parla di dramma e di scelta dolorosissima non puoi fare l'ipocrita dicendo che è una libera selta, ma è sempre una costrizione. E' la società menefreghista, ipocrita ed egoista che costringe tante donne a ricorrere all'aborto, perché non le libera dalla paura, perché le lascia sole, perché le umilia dicendo loro che sono incapaci di diventare mamme, perché sa solo timbrare un certificato di aborto(di morte) per i loro figli. Tutto questo vuol dire COSTRINGERE una madre ad uccidere suo figlio, o peggio ancora nasconderle la verità dicendo che quello che porta dentro non è nulla, trattando suo figlio come un peso da buttare nella spazzatura. Perché sotto quel falso buonismo e quel falso femminismo si nasconde la voglia di sbarazzarsi di un essere umano, il disprezzo della vita e l'amore per i soldi, la cultura di morte. Tutto questo vuol dire costringere le donne, ingannarle e il più delle volte umiliarle, e non renderle LIBERE.
L'aborto è, e dev'essere una libera scelte, relativamente alle alternative possibili.
E' giusto operare per rendere sempre più ampio l'arco delle alternative, in modo che nessuna donna si ritrovi nella necessità di dover scegliere l'aborto.
Però qui, bisogna entrare nel merito su due questioni che tu continui ad eludere:
1. Lo stato, la società devono e possono aiutare la donna in ogni modo, qualora lei scelga di non abortire. Ma, sulla scelta di abortire oppure no, a chi spetta l'ultima parola?
2. Lo stato e la società devono e possono aiutare la donna in ogni modo, per permetterle di realizzare la sua maternità. Ma se una donna decide di vivere una vita sessuale, senza diventare madre, cosa devono fare lo stato e la società per prevenire l'aborto, rispettando il principio di autodeterminazione della donna?

R.

08-06-02, 12:11
Originally posted by AngelodiCentro



Questo risultato può essere ottenuto attuando la parte(mai attuata!) della prevenzione e della dissuasione della donna dall'aborto, ma anche modificandola e migliorandola. Solo in quel caso, quando si otterrano i risultati sperati, potrebbe essere anche eliminata, come in Irlanda.

Hai ragione, in Irlanda la legge impedisce di abortire. Hai dimenticato di aggiungere, però, che vii sono dei voli bisettimanali, da Dublino all'Inghilterra, istituiti esclusivamente per le donne che vanno ad abortire nel Regno Unito. Esattamente come accadeva in Italia prima della 194.

09-06-02, 00:04
Originally posted by AngelodiCentro


Sono delle minoranze ma nel complesso le donne non abortiscono. Nel totale i tassi di aborto in Irlanda sono bassissimi.

Certo che sono delle minoranze! Ci vogliono soldi per pagarsi il viaggio andata e ritorno in Inghilterra e il ricovero in clinica. Le altre abortiranno clandestinamente, come hanno sempre fatto ed è molto difficile far rientrare quest'ultimo dato nelle statistiche. Se, infatti, un intervistatore chiedesse a una donna irlandese: "Scusi, lei ha, per caso, violato la legge dello Stato, sottoponendosi ad aborto clandestino?", come credi che risponderebbe la suddetta interpellata? :D

09-06-02, 09:22
Sei in grado di riflettere criticamente? Io penso di no. Ad ogni modo, la speranza è l'ultima a morire. I dati del Ministero della sanità sono quelli degli aborti clandestini scoperti , cioè venuti alla luce in seguito a ricovero in ospedale, per complicazioni, delle donne che li hanno praticati. Anche un bambino capirebbe che sono molto, molto, molto sottostimati.

Roderigo
09-06-02, 15:16
Originally posted by AngelodiCentro
Il diritto fondamentale che l'Europa deve difendere è il diritto alla Vita, e no di certo il diritto ad uccidere proprio figlio. Nel caso della Turchia è giusto perché l'abolizione della pena di morte è un valore riconosciuto e condiviso da tutta l'UE per l'adesione di nuovi Stati.
Si, il diritto alla vita delle persone, degli individui.
Come sai lo status dell'embrione è questione controversa, poiché esso non può sopravvivere autonomamente e distintamente dal corpo della madre. Sulla identità di persona e di individuo della madre, invece, non vi sono dubbi, perciò è giusto che il suo diritto alla vita ed alla salute abbia la precedenza. Considera che il principale effetto del reato di aborto è l'aborto clandestino, il quale, ogni anno, uccide 70 mila donne. Un'Europa che garantisca il diritto alla vita, deve, prima di tutto, evitare questo.

R.

Roderigo
09-06-02, 15:17
Originally posted by AngelodiCentro
Ci sono molti laici e di sinistra che sono anche contrari anche alla legalizzazione...ci sono anche quelli che la pensano come te...e infine ci sono anche molti laicisti e sinistrorsi(radicali e comunisti in particolare) che con il buonismo ipocrita che bisogna legalizzare tutto e tutti nascondono la loro vera intenzione di imporre alla società come dei fenomeni "normali" aborto, droga, suicidio e tutto il resto. Voi laicisti confondete spesso la tolleranza con l'indifferenza totale. E il fatto di gioire per la legalizzazione della droga o dell'aborto dimostra proprio l'inganno e l'ipocrisia che portate avanti, perché da una parte dici che siete tutti contrari e dall'altra imponete la vostra cultura di morte e di indifferenza, dove tutto, anche gli atti più incivili, diventa lecito.
Ma te l'ho detto avete le "ore contate", almeno in Europa.
Esistono due importanti discriminanti tra i laici e gli integralisti di qualsiasi religione, in questo caso, della religione cattolica:
per i laici non esiste un'etica che debba diventare legge dello stato e tra i compiti dello stato non figura quello di imporre stili di vita alla società. Questa non è indifferenza, è libertà.
Per i laici, il principio della riduzione del danno è più importante dell'affermazione astratta di un qualsiasi principio ideale, ideologico o religioso. Questa non è "cultura della morte", è "pratica contro la morte": il principio astratto (e discutibile) del diritto alla vita del feto, non vale la vita di 70 mila donne.

R.

Roderigo
09-06-02, 15:18
Originally posted by AngelodiCentro
Voi non solo non li volete perseguire ma spesso li volete permettere come una cosa normale senza prevenirli affatto!! Permettere il male e considerarlo accettabile non vuol dire altro con il passare del tempo che considerarlo giusto. La stessa cosa è avvenuta con l'aborto: non solo è stato legalizzato ma non è stato fatto NULLA per rimuoverlo dalla società, perché appunto si fa passare l'idea che è una cosa normale. Mi spiace solamente che la pratica di voi sinistri è spesso diversa dalla teoria che tu racconti adesso. E chi l'ha mai detto che chi è contrario a legalizzare vuole perseguire le vittime?! Sono favorevole a perseguire i responsabili di qualunque atto disumano o incivile, ma non le sue vittime(nel caso dell'aborto da punire sono le mammane e non le donne, a meno che non sono felici di quello che fanno, ma è molto raro).
Una donna che vuole abortire deve incontrare l'assistenza sanitaria dello stato. In questo senso, l'aborto deve essere legale, altrimenti lei si rivolgerà alle mammane, se è povera, o alle cliniche private, magari all'estero, se è ricca. La contrarietà alla legalizzazione dell'aborto, può produrre solo l'aborto clandestino, cioè la situazione precedente agli anni '70, quando non esistevano "movimenti per la vita".
Non è vero che l'aborto è considerato normale. L'aborto va prevenuto con la consulenza e all'assistenza alla contraccezione. Non lo si è fatto nel modo dovuto, ma come sai, viviamo in un paese in cui è difficile anche solo fare la pubblicità del profillattico e non per colpa dei "laicisti, radicali, e comunisti".

R.

Roderigo
09-06-02, 15:19
Originally posted by AngelodiCentro
La CDL non vuole eliminare la legge 194 per rispettare gli elettori del referendum che c'è stato 20 anni fa, e anche perché purtroppo non è abolendo la legge che si elimina la cultura di morte, che continuerebbe a sopravvivere con gli aborti clandestini. Per sconfiggere quindi la cultura della morte non bisogna solo eliminare l'idea che lo Stato considera giusto l'aborto come un fenomeno normale, non eliminare la legge ma impegnarsi a tutti i costi per farla passare come un'occasione non per abortire ma per NON abortire, cioè rendere inutile e impraticabile l'aborto offrendo tutte le alternative possibili e liberando le donne dall'aborto.
Questo risultato può essere ottenuto attuando la parte(mai attuata!) della prevenzione e della dissuasione della donna dall'aborto, ma anche modificandola e migliorandola. Solo in quel caso, quando si otterrano i risultati sperati, potrebbe essere anche eliminata, come in Irlanda.
Sulla prevenzione e sulla concezione dell'aborto ho già scritto sopra.
Sono d'accordo sul fatto, che una manomissione, abolizione della legge 194/1978 dovrebbe sicuramente essere ri-sottoposta a referendum. Tuttavia, un referendum può essere certamente riproposto a distanza di vent'anni (mi pare non lo possa, prima di cinque anni), perciò, se la 194/78 davvero sancisse la "cultura della morte" i "movimenti per la vita" (cioè le destre clerico-fasciste) avrebbero il diritto-dovere di battersi prioritariamente per l'abolizione di quella legge. Al contrario, per la "casa della libertà" un simile obiettivo pare molto marginale. Un governo fa prima ciò che è più importante, quindi il "diritto alla vita" di un feto vale meno della libertà di licenziare senza giusta causa o delle impronte digitali degli immigrati.

R.

Roderigo
09-06-02, 15:20
Originally posted by AngelodiCentro
Se una donna è costretta a scegliere l'aborto non puoi parlare di libera scelta, proprio perché c'è mancanza di libertà ed è un atto a cui si ricorre COSTRETTI da varie cause contro la propria volontà.
Questa è una confutazione per omonimia. E' evidente che nessuna donna sceglierebbe liberamente di trovarsi in una situazione in cui debba considerare l'ipotesi di abortire. Tuttavia, ad alcune donne capita di trovarsi in queste situazioni di gravidanza: avere 15 anni (e non sentirsi perciò pronta ad affrotare la maternità), avere gravi difficoltà economiche e sociali (e non essere perciò in grado di provvedere al mantenimento del proprio figlio), avere gravi problemi di salute (e non voler mettere a repentaglio la propria vita); aver subito violenza sessuale (e non essere disposta ad accogliere il futuro figlio); aver già avuto figli (e non volerne altri); sapere che il nascituro sarà malato, deformato, handicappato (e non volerlo, o valutare che per il futuro bambino l'esistenza sarà solo sofferenza). Queste sono tutte condizioni di costrizioni, che vanno rimosse, prevenute, assistite. Ma quando una donna si trova a viverle sulla propria pelle, deve, nel loro ambito, poter essere libera di scegliere.

R.

Roderigo
09-06-02, 15:21
Originally posted by AngelodiCentro
Non è che la devono aiutare "qualora lei scelga di non abortire", ma se non sono menefreghisti hanno il dovere di DISSUADERLA, cioè cercarla di convincere per la maternità e liberarla dall'aborto. La scelta finale spetterebbe alla madre del bambino anche in caso di aborto clandestino.
Qui non sono proprio d'accordo. Lo stato e la società devono rimuovere le cause dell'aborto, ma se tali cause non sono rimosse, ed una donna viene a trovarsi in una delle condizioni che ho elencato sopra, allora lo stato e la società devono solo assistenza, poiché avendo fallito il loro compito pubblico, non possono pretendere di imporre scelte private. In nessun caso potrei ammettere l'esistenza di strutture sanitarie, in cui dottori, magari di orientamento catto-integralista, esercitano terrorismo psicologico sulle donne che scelgono di abortire.
E' vero, che l'ultima parola spetterebbe alla donna anche in caso di aborto clandestino. Ma si tratterebbe di un'ultima parola illegale. Non sarebbe un diritto.

R.

Roderigo
09-06-02, 15:21
Originally posted by AngelodiCentro
La maternità inizia con il concepimento. Sin da allora hanno il dovere di aiutarla e di dissuaderla dall'aborto, perché i soggetti da tutelare sono due: madre e bambino. Per il resto sì all'uso dei contraccettivi, ma in modo umano e non distorto, sesso inteso non come usa e getta ma come manifestazione dell'amore.
Che la madre sia la madre, non c'è discussione, che il feto sia il bambino, la questione è controversa, perciò la tutela della madre, soggetto certo e uninimemente riconosciuto tale, deve avere la precedenza.
Cosa intendi per uso umano e non distorto dei contraccettivi? La consulenza alla contraccezione può solo dare informazioni, non può pretendere di insegnare uno stile di vita. Quale debba essere il rapporto tra sesso e amore, non è argomento che compete allo stato.

R.

Roderigo
09-06-02, 15:23
L' RU 486 e' stato approvato dalla FDA americana

Dopo almeno 4 anni di controversie e di negoziazioni la FDA (Food and Drug Administration) degli USA ha approvato il mifepristone, meglio noto come RU 486, una sostanza che puo' determinare un aborto medico, se assunta per via orale in epoca

precoce di gravidanza (entro la settima settimana dall'ultima mestruazione).

La decisione della FDA offre alle donne americane per la prima volta una alternativa all'aborto chirurgico, e permette loro di affrontare questa scelta in modo più privato.

Il fatto che questa tecnologia venga resa disponibile negli USA apre prospettive d'uso anche in altre parti del mondo per ridurre il dramma delle 600 mila donne che ogni anno muoiono per ragioni di gravidanza e parto, e di queste almeno 70 mila sono legate ad aborti a rischio.

In alcuni paesi d'Europa il farmaco e' già disponibile (Francia, Svezia, Gran Bretagna), e più di mezzo milione di donne l'hanno utilizzato. In Francia e' usato da più di 10 anni, ed il numero degli aborti volontari e' diminuito. Ciò dimostra che non c'è evidenza che la possibilità di un aborto più privato incentivi un ricorso più massiccio all'aborto volontario.

Studiosi americani hanno definito l'approvazione del mifepristone come un'importante vittoria delle donne, comparabile a quella dell'introduzione della pillola circa 50 anni fa.

L'Uicemp, rappresentante italiana dell'Ippf (la Federazione Internazionale della Pianificazione Familiare) per bocca del suo Presidente Emilio Arisi, ginecologo, afferma che "L'introduzione sul mercato americano del mifepristone e' certamente una vittoria di tutti coloro che negli Stati Uniti ed altrove credono nell'aborto medico come alternativa all'aborto chirurgico. Ma si tratta soprattutto di una vittoria delle donne che possono cosi' affrontare questa scelta, che è sempre comunque sofferta, in modo più privato senza sottoporsi ad anestesie né subire le possibili complicazioni dell'aborto chirurgico. Questo strumento farmacologico permette dunque una maggiore salvaguardia della salute della donna. Nella prospettiva della salute riproduttiva si tratta certamente di un momento storico, che può aprire questa possibilità ad altre nazioni, inclusa l'Italia".

In effetti la donna riacquista in questo modo una posizione decisionale importante nel processo abortivo, ed evita le procedure burocratiche, che pubblicizzano in qualche modo la sua condizione e violano la sua privacy, ma evita anche le procedure chirurgiche, le quali sono certamente più impegnative e più gravide di possibili complicazioni.

L'introduzione di questo farmaco anche in Italia sarebbe dunque auspicabile come progresso per la donna e come progresso di una medicina più rispettosa del corpo femminile.

www.cgil.it

Roderigo
11-06-02, 13:26
Originally posted by AngelodiCentro
Informando il cittadino e dicendo "fanne quello che vuoi" lo Stato impone cmq un proprio stile di vita ai cittadini, basato anche sulla separazione tra sesso e amore. E' giusto invece che la società insegni a tutti che l'uso di un prodotto deve essere fatto nel miglior modo possibile, anche dal punto di vista psicologico, sentimentale ed emotivo, dando valore ai sentimenti umani come l'amore e non solo al piacere fisico. Al contrario la vostra cultura di morte e sesso a tutti i costi ha fatto aumentare il rapporto aborti/nati vivi.
Hai ragione. E' necessario che il governo emani un decreto legge nel quale si sancisca che "i cittadini della repubblica italiana, possono avere relazioni sessuali, nelle sole modalità consentite da apposito regolamento attuativo (kamasutra buttiglioniano), anche facendo uso di specifici metodi contraccettivi, a condizione che tali relazioni siano giustificate "da" e subordinate "a" determinati livelli di attrazione sentimentale, i quali saranno certificati dal prete della diocesi competente, o, secondo il principio della sussidiarietà orizzontale, dallo psicologo della Asl. Gli operatori delle farmacie, pubbliche e private, possono vendere i contraccettivi permessi, solo se il richiedente esibisce il certificato di cui sopra, contestualmente alla ricetta del medico curante."

R.

:D

Roderigo
11-06-02, 15:08
Originally posted by AngelodiCentro
Ma sei tu che non rifletti in modo critico! Le donne che praticano aborti clandestini hanno quasi sempre complicazioni, e non è vero affatto che sono sottostimati! Certo diversi casi potrebbero rimanere nascosti ma prima o poi vengono scoperti quasi tutti...così come la droga è illegale ma tutti sanno più o meno quanti fumano gli spinelli, perché anche se non viene detto ufficialmente grossomodo si sa, anche se non vengono scoperti tutti i traffici! Inutile che neghi l'evidenza, sono sicuro che gli stessi aborti clandestini sono più bassi rispetto a quelli del resto d'Europa, dove invece sono persino legalizzati.
In Irlanda l’aborto volontario era illegale dal 1861, quando venne promulgata dal parlamento di Londra la ‘Legge sui Reati Contro la Persona’ (Offences Against the Person Act 1861), che nei suoi Articoli 58 e 59 rendeva reato sottoporsi a un’interruzione volontaria della gravidanza o aiutare una donna a farlo, e fissava come condanna la carcerazione fino all’ergastolo.
Nel 1967 con la ‘Legge sull’Aborto’ (Abortion Act) il parlamento britannico legalizzò l’aborto volontario in Gran Bretagna, abrogando questi due articoli della legge del 1861: ma tale abrogazione non venne estesa alle Sei Contee dell’Irlanda del Nord. Anche nelle Ventisee Contee della Repubblica rimase da allora in vigore la legge vittoriana del 1861.
Dal 1967 ogni anno dall’Irlanda del sud 7.000 donne, e dalle Sei Contee altre 2.000, si recano in Inghilterra per sottoporsi all’interruzione della gravidanza nelle strutture pubbliche britanniche.

http://www.geocities.com/info-irlanda/ambiguo_risultato_del_referendum.htm

R.

Roderigo
11-06-02, 15:12
Originally posted by AngelodiCentro
Lo status dell'embrione non è tanto controverso visto che in molti a livello europeo e mondiale lo richiedono a gran voce con tanto di prove scientifiche che non sono mai state negate. Non basta dire che non può sopravvivere senza la madre, perché è cmq un essere distinto da lei, così come un neonato si nutre del latte materno ma è sempre distinto da lei.

Lo status dell'embrione è tanto controverso proprio perchè milioni di persone, con "tanto di prove scientifiche" chiedono che venga riconosciuto come "essere umano", mentre altrettante persone e di più, sono contrarie. Questa è, appunto, una controversia, che non esiste per gli individui nati.

R.

Roderigo
11-06-02, 15:25
Originally posted by AngelodiCentro
Prima di tutto ti invito a portare rispetto per un essere umano tuo simile, quindi togli le virgolette. E poi ti ho già detto che non è abolendo la legge che si risolve il problema, ma modificandola e rendendola inutile. Solo allora sarà abolita. Non è vero che la CDL ha dato precedenza ad altre cose, perché sin dalla formazione del governo Buttiglione e Volonté hanno annunciato un fortissimo impegno a difesa della vita umana e della maternità nella lotta contro l'aborto, confermato da Sirchia, da Berlusconi stesso e da varie iniziative parlamentari. Non è stato dato quindi precedenza ad altro, ma (purtroppo) ci vuole tempo per preparare le proposte di legge che stanno partendo adesso.
Stai dicendo delle menzogne e diffamando i movimenti che si battono per la difesa di un principio riconosciuto come base di tutti i diritti umani: il diritto alla vita. Se tu pensi che difendere questo diritto è solo compito di quelli che per disprezzo chiami "clerico-fascisti" allora sono fatti tuoi, ma ti ricordo ancora una volta che anche molti laici e di sinistra sono antiabortisti convinti. Anche loro di destra? Non penso...
Io non penso che i cosiddetti "movimenti per la vita" difendano il diritto alla vita. Neppure quello dei feti. Difendono soltanto un vecchio e reazionario principio ideologico: la maternità della donna la decide l'uomo. Infatti, l'aborto è sempre esistito, i cosiddetti "movimenti per la vita", no. Essi sono nati solo con e contro la legalizzazione dell'aborto. La stessa condotta del tuo partito, che sta al governo e convive con la legislazione sull'aborto, assecondando altre priorità, dimostra la dimensione ideologica e propagandistica dell'antiabortismo catto-integralista. Una dimensione fatta di proclami, annunci e temporaggiamenti.

R.

Roderigo
11-06-02, 15:30
Originally posted by AngelodiCentro
Sì certo rispettosa della donna facendole dimenticare che uccide suo figlio!! Rispettosa del corpo femminile ma non del corpo di suo figlio(o sua figliA) che viene fatto in mille pezzi e che viene gettato nel secchio della spazzatura. Questo sarebbe "progresso"?!?! :eek: NO. Questa è inciviltà.
Questo tuo linguaggio è un esempio di terrorismo psicologico.
L'interruzione di gravidanza non equivale alla uccisione di un bambino. Se così fosse, la legalizzazione dell'aborto, equivarrebbe alla legalizzazione dell'infanticidio. O dell'omicidio tout court. Il tuo partito, che sta al governo, convivendo con la legalizzazione dell'aborto, accetterebbe di covivere anche con una legge che consentisse l'infanticidio?

R.

Roderigo
11-06-02, 16:31
Da più parti in questi ultimi tempi si è ripreso a parlare della possibile revisione della disciplina dell'aborto nel nostro paese, e sempre con l'intento di introdurre restrizioni al regime vigente, come se dovesse essere rimessa in discussione la legge 194/1978, che attualmente regola la tutela della maternità e una generazione consapevole e responsabile: una legge dello stato, non solo regolarmente emanata dai suoi organi legittimi, ma sottoposta al vaglio di un referendum popolare.

La legge 194 è un provvedimento complesso, che ha introdotto nel nostro ordinamento finalità sociali e sanitarie, delle quali si deve tener conto per giudicarla. Già nella situazione attuale la legge ha prodotto una forte diminuizione dell'aborto clandestino: e questo ha impedito che venissero esercitati abusi sociali, che si provocassero morti evitabili, che si producessero patologie croniche irreversibili, tali da limitare le possibilità procreative. D'altra parte la mortalità femminile associata all'aborto volontario è scesa ben al di sotto dei valori osservati per l'aborto clandestino. Ma progressi ben maggiori si sarebbero conseguiti se la legge fosse stata pienamente attuata. Il fatto che dal momento dell'entrata in vigore della legge 194 l'interruzione volontaria della gravidanza sia progressivamente diminuita fa supporre che essa venga intesa come un intervento di urgenza per fronteggiare un insuccesso nella contraccezione, e che un'ulteriore diminuzione del ricorso a questa pratica si potrebbe ottenere rimuovendo gli ostacoli a una più diffusa conoscenza dei metodi contraccettivi.

Il vero problema attuale è non la revisione in senso restrittivo della legislazione vigente, ma la sua completa attuazione. La legge 194 prevedeva che all'interruzione volontaria della gravidanza si potesse giungere dopo aver usufruito dell'attività di strutture di prevenzione territoriale di largo respiro. Invece l'attività dei Consultori familiari è diventata meno efficace, perché non si è provveduto a una loro distribuzione uniforme nel territorio nazionale, perché anche in quelli più efficienti si tende a non assicurare il normale ricambio del personale, perché infine è diminuita la motivazione di coloro che vi lavorano. Ed è comprensibile che le motivazioni vengano meno quando si avverte che le autorità politiche e sanitarie non promuovono seriamente una strategia generale volta a favorire la generazione e la maternità responsabili, e hanno spesso ostacolato una politica de genere là dove essa era stata intrapresa. La legge 194 avrebbe dovuto stimolare l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole, la promozione della conoscenza dei metodi contraccettivi, un'assistenza globale della gestazione, comprensiva di screening e prevenzione dei difetti congeniti, una più generale tutela della maternità anche sul piano economico e giuridico. La piena realizzazione di queste finalità porterebbe a risultati ancora migliori di quelli finora conseguiti a potrebbe rendere compatibile una politica di protezione effettiva del "diritto alla vita" con la tutela della maternità e la scelta della generazione responsabile. È chi non vuole la realizzazione degli obiettivi sanitari e sociali della legge 194 che ne fa un semplice provvedimento di liberalizzazione dell'aborto; e chi oggi la presenta come una minaccia alla vita ha la responsabilità di non avere promosso l'opera di prevenzione che essa imponeva e che andava collegata con le finalità generali di prevenzione sancite dalla legge 833/1978.

Tacendo di queste gravi carenze della politica nazionale della generazione e della maternità, da alcune parti si imputa alla legge 194 la diminuzione del tasso di natalità del nostro paese, indipendentemente da ogni valutazione di questo fenomeno in assoluto, si tace il fatto che esso è comune a molti paesi industrializzati, si è manifestato con il passaggio dalla società agricola a quella industriale ed è probabilmente legato alle trasformazioni socio - culturali dell'ultimo secolo; e nulla permette di considerarlo come un effetto della disciplina della maternità introdotta dalla legge 194.

Oggi perciò occorre chiedere non la revisione, ma la piena realizzazione della legge 194, promuovendo la piena utilizzazione di tutti i mezzi sociali e tecnici, ivi comprese le procedure abortive farmacologiche, alternative all'aborto chirurgico e già diffuse in altri paesi dalla Gran Bretagna alla Cina, necessarie a fare della generazione una scelta consapevole. Ma c'è un principio che la legge 194 contiene e che va considerato come uno dei suoi punti più qualificanti: l'attribuzione alla donna del diritto di autodeterminazione non vincolato dal consenso del partner. Infatti la gestazione, che prende avvio con l'impianto dell'embrione sulla parete uterina, è un processo biologico che appartiene unicamente al corpo della donna; è l'organismo femminile che rende possibili i processi di differenziazione e di accrescimento, pur geneticamente determinati, conseguenti alla fecondazione naturale o artificiale. La gestazione è un processo che impegna le risorse della donna e può perfino minarne la salute, allorché si verifichino processi patologici gravi. E il coinvolgimento della donna può essere globale e interessare il suo benessere psicofisico, se si considera che la gestazione può influenzare il comportamento psichico e sociale della gestante.

D'altra parte, tenendo conto delle fasi di sviluppo del prodotto del concepimento, risulta del tutto arbitrario attribuirgli il carattere di persona, in base alle conoscenze filosofiche, giuridiche, ecc. oggi disponibili, e vedere nel disciplinamento delle pratiche abortive sancito dalla legge 194 un attentato al diritto alla vita. Infatti il prodotto del concepimento acquista stadi diversi di individualità nel corso delle varie fasi del processo ontogenetico, e solo successivamente alla 20a settimana compaiono le strutture anatomiche e le basi funzionali indispensabili perché il nuovo nato sia in grado di vivere al di fuori del grembo della donna e possa acquisire le capacità comportamentali proprie della persona. Solo tra la 20a e la 24a settimana si ha il comportamento anatomico delle strutture dell'albero respiratorio e l'avvio della produzione delle sostanze tensioattive indispensabili all'espansione polmonare, mentre lo sviluppo della corteccia cerebrale si completa con la 20a settimana, dopo di che iniziano a stabilirsi le connessioni cortico - talamiche e compaiono sporadicamente le prime forme d'onda encefalografiche in entrambi gli emisferi.

Per tutte le ragioni esposte la Consulta di Bioetica ritiene quindi che in nessun modo la legge 194/78 costituisca un attentato al diritto alla vita e che pertanto una sua revisione non possa affatto restringere l'ambito dell'autodeterminazione della donna ma anzi si debba considerare la possibilità di nuove e più razionali prospettive.

Mentre in questo senso nelle diverse sedi della Consulta si sta sviluppando un ampio dibattito culturale, si deve richiamare l'attenzione dei cittadini sulla necessità di dare piena attuazione a tutte le forme di educazione della sessualità e della generazione responsabile e di tutela della maternità previste dalla legge, ribadendo con fermezza il diritto della donna a scegliere in modo autonomo e responsabile di interrompere come di portare a compimento la gravidanza e a disporre di assistenza sanitaria che per qualità, quantità e distribuzione renda effettivo questo diritto.

Consulta di Bioetica Milano
Approvato dall'Assemblea Straordinaria dei Soci in data 24/6/1993.
http://www.bioetica.it/cnsmi_doc04.htm

Claude74
12-06-02, 15:41
Originally posted by AngelodiCentro

Non esistono mamme, bensì donne, che possono, se lo desiderano, essere mamme.

13-06-02, 22:15
Originally posted by AngelodiCentro


Una volta avvenuto il concepimento esistono già due genitori(mamma e papà) e un figlio(il concepito). la maternità in quel caso si può rifiutare con l'aborto ma non si può dire che non c'è, perché già la donna è mamma così come l'uomo è diventato padre.

Con la piccola differenza che il "papà" può scappare nel Burundi, la "mamma", no.

Roderigo
13-06-02, 22:20
Originally posted by AngelodiCentro
Come al solito fai disgustosa propaganda comunista e diffamatoria. Nessuno ha detto che bisogna imporre per legge uno stile di vita(che dopotutto esiste e quello del sesso bestiale a tutti i costi imposto per moda a tanta gente) ma bisogna assolutamente combattere quello degradante che offende la persona umana promuovendo e diffondendo un educazione alla sessualita che si basa soprattutto sull amore e sulla valorizzazione del corpo come modo per manifestare sentimenti umani, non sono imposizioni ma al contrario sono occasioni per promuovere la liberta e il benessere interiore dei cittadini dicendo di no alle mode che costringono tante persone, giovani in particolare a disprezzare i loro sentimenti e li riducono vuoti e morti interiormente.
Credo tu voglia dire che bisogna combattere contro la sessualità svincolata dall'amore e dalla funzione riproduttiva, ma non è chiaro chi, come e quando dovrebbe condurre questo combattimento. Secondo me, ciascuno può concepire il sesso come vuole e non necessariamente sempre nello stesso modo per tutta la vita. L'importante è che non commetta violenza e che non violi mai il consenso del proprio partner.
Temo invece che i catto-integralisti, il "sesso bestiale e degradante", quello vero, non l'abbiano mai combattuto. Ricordo, negli anni passati, la loro opposizione alle leggi che qualificavano la violenza sessuale "reato contro la persona" e che includevano i reati di violenza interni alla famiglia tra quelli che comportavano la procedura d'ufficio. Quel "sesso bestiale e degradante" imposto da molti mariti e padri di famiglia alle moglie e alle figlie, poteva tranquillamente rimanere occultato tra le mura domestiche, se le vittime, solo ed esclusivamente di propria spontanea iniziativa, non sporgevano denuncia.

R.

Roderigo
13-06-02, 22:21
Originally posted by AngelodiCentro
Appunto! Questo ti dimostra come il numero di aborti in Irlanda e bassissimo, al contrario l obiettivo dei governi irlandesi non deve essere quello di legalizzare ma quello di estendere le politiche contro l aborto e per la tutela della maternita e del sostegno a donne in difficolta anche a quelle 9000 l anno che vengono escluse con i loro bambini.
Non direi che il numero degli aborti clandestini è bassissimo. Almeno questo non lo si può dedurre dai dati che ti ho mostrato.
http://www.geocities.com/info-irlanda/ambiguo_risultato_del_referendum.htm
Intanto, si tratta di 85 mila donne dal 1980 al 1999. Le dimensioni di una media città. In secondo luogo, la tabella si riferisce unicamente alle donne che hanno abortito in Gran Bretagna, senza calcolare coloro le quali hanno praticato l'aborto clandestino nella stessa Irlanda. In terzo luogo, nella statistica non sono comprese le donne che non hanno rilasciato un indirizzo irlandese.
Ma ciò che soprattutto ti è sfuggito, concentrandoti sulla sola cifra assoluta, è la tendenza progressiva alla pratica dell'aborto in Gran Bretagna da parte delle donne irlandesi. I numeri che a te sembrano piccoli, aumentano di anno in anno: 3.300 nel 1980, 3388 nel 1985, 4064 nel 1990, 4529 nel 1995, 6.381 nel 2000.

R.

Roderigo
13-06-02, 22:37
Ti ho già chiesto di replicare in modo che il tuo testo si distingua da quello del tuo interlocutore. Se non hai voglia di formattare basta che numeri i paragrafi.
Ripeti la replica perchè quella sopra incomprensibile sarà cancellata

R.

p.s. nota che per questo, due giorni fa, ti ho anche mandato un messaggio privato nella tua mailbox di pol, che si trova in basso nella pagina che elenca tutti i forum. Sai di averla?

13-06-02, 22:59
Originally posted by AngelodiCentro


Questo ti dimostra che l'aborto non è altro che un modo per lavarsi le mani di una povera donna costretta a far ricadere le colpe del padre su suo figlio. Altro che liberazione! E togli le virgolette.

Io le virgolette le metto e le tolgo quando decido io, come sempre, in tutto quello che faccio.
E poi basta con la povera donna , ora sei tu il buonista. :D Una donna è una donna, in questo caso alle prese con una situazione e una decisione difficili, qualunque cosa, alla fine, decida di fare, non una povera donna!.
Una donna, in questa situazione, deve trovare in sè (o essere aiutata a scavare dentro di sè da qualcuno che le vuole bene) la forza di decidere in un senso o nell'altro, ma deve essere lei, in ultima analisi, a decidere, senza lavaggi del cervello
Lei ha in sè la capacità e la forza di farlo, molto più di tanti uomini, incapaci di assumersi qualsiasi responsabilità.
Detesto i piagnistei, sia nelle donne che negli uomini.

13-06-02, 23:42
Originally posted by AngelodiCentro


Certo decidi tutto tu anche per dire le fesserie. Non sono buonista ma realista. Dire che sono delle "povere donne" è la verità, perché vengono rese così dalla società menefreghista ed egoista che non è capace di aiutarle per niente ma sa solo umiliarla ulteriormente, lavarsene le mani e rilasciare un certificato di aborto(leggasi di morte) per il proprio figlio. Il dovere di una società umana e accogliente verso di lei e verso suo figlio in quei casi non è assisterla in modo ipocrita come dici
tu, come per dire "se abortisci fai bene lo stesso", ma RIMUOVERE tutte le cause che la inducono ad abortire, offrendo tutte le alternative possibili e non mettendo sullo stesso piano l'aborto con la nascita del figlio. Non vuol dire fare "lavaggi del cervello" ma fare il BENE non solo di suo figlio, ma della madre stessa, tutelando la sua maternità.


Il bene di una persona, è bene che decida lei qual'è.
Io ero una ragazzina di 23 anni, stavo facendo un PHD in America e ci tenevo tantissimo: sono rimasta incinta e ho deciso di lasciare tutto, per stare vicino a mio figlio nei suoi primi tre anni di vita. Ma è stata una scelta solo ed esclusivamente mia : non avrei tollerato alcuna interferenza, neppure di suo padre, perchè la mia vita è mia ed è l'unica che ho. Sono contentissima di aver fatto quella scelta, ma nessuno , ripeto, nessuno mi ha condizionato. Ero io che desideravo avere un figlio e stargli vicino da piccolo. Se non avessi provato questo desiderio, probabilmente avrei deciso in senso contrario, e sarebbe stato mio diritto, perchè la vita è mia e nessuno me ne regala un'altra.

Azzurro
14-06-02, 00:33
Originally posted by gdr


Io le virgolette le metto e le tolgo quando decido io, come sempre, in tutto quello che faccio.
E poi basta con la povera donna , ora sei tu il buonista. :D Una donna è una donna, in questo caso alle prese con una situazione e una decisione difficili, qualunque cosa, alla fine, decida di fare, non una povera donna!.
Una donna, in questa situazione, deve trovare in sè (o essere aiutata a scavare dentro di sè da qualcuno che le vuole bene) la forza di decidere in un senso o nell'altro, ma deve essere lei, in ultima analisi, a decidere, senza lavaggi del cervello
Lei ha in sè la capacità e la forza di farlo, molto più di tanti uomini, incapaci di assumersi qualsiasi responsabilità.
Detesto i piagnistei, sia nelle donne che negli uomini.

Se una donna decide di abotire non per motivi di salute o per violenza subita ma solo perchè non vuole il figlio significa lei e suo partner non hanno preso le dovute precauzioni e non hanno una adeguata educazione sessuale. Lo stato offre le proprie strutture per garantire alle donne la possibilità di abortire senza rischi solo per evitare la clandestinità ma è tenuto ad informare e educare i cittadini per evitare il più possibile che si arrivi a questa pratica estrema. La realtà è che fin dal concepimento si è in presenza di una nuova vita, si consente l'aborto solo per motivi sociali e per impedire la clandestinità.

Claude74
14-06-02, 19:39
Originally posted by AngelodiCentro


Caro Azzurro,
sono completamente d'accordo con te. E' inutile insistere con questa gente: la differenza tra un laico liberale come te e un laicista comunista è troppo evidente. L'aborto è da evitare a tutti i costi e non è da mettere sullo stesso piano della nascita. Un laico serio, che non è chiuso a vecchi pregiudizi ideologici abortisti, capisce questo alla perfezione.
Cioè è laico chi è contro l'aborto e laicista chi è a favore.
Allora sono laicista, non essendo servo a nessuno.

Roderigo
16-06-02, 16:22
Originally posted by AngelodiCentro
[i]E' laico non laicista chi riconosce che l'aborto deve essere evitato a tutti i costi, pur essendo favorevole alla legalizzazione.
Il laico non si qualifica per specifiche posizioni di merito, ma solo per la sua contrarietà allo stato etico.

R.

Roderigo
16-06-02, 16:23
Originally posted by AngelodiCentro
da parte mia non ci sarebbe stata mai opposizione a questo tipo di leggi. Dici davvero? Fammi i nomi di questi fantomatici "catto-integralisti".
L'approvazione della legge contro la violenza sessuale ha richiesto più di un decennio, per l'opposizione ed i continui rinvii voluti dalla Dc. Tra i punti più controversi vi erano la definizione della violenza sessuale come reato contro la persona (e non soltanto contro la morale pubblica) e la procedura d'ufficio per gli atti di violenza commessi all'interno delle famiglie. Tra gli oppositori più intransigenti della nuova legge figurava proprio Carlo Casini, presidente del movimento per la "vita".

R.

Roderigo
16-06-02, 16:24
Originally posted by AngelodiCentro
Certo che aumentano che scoperta! E' normale che la moda degli aborti all'estero si è diffusa di più, ma questo non fa altro che diminuire gli aborti clandestini(già molto bassi) in Irlanda. 85mila in 20 anni non sono nemmeno paragonabili ai 3 milioni e mezzo di donne, come in Italia, quasi tutte "torturate" dall'aborto(traumi post aborto) e costrette ad uccidere il proprio figlio. Che forse raggiungono i 4-5 milioni se si considerano anche quelli clandestini. Infatti in proporzione all'Italia(85milaX10 perché 5 milioni e mezzo di irlandesi sono un decimo della popolazione italiana) il numero di aborti degli ultimi 20 anni non raggiungerebbe nemmeno il milione, considerando anche quei pochissimi aborti clandestini(che lo stesso sito dove hai trovato la notizia lo conferma). Tutto questo dimostra come quando c'è una forte cultura della vita, a sostegno della maternità e dell'accoglienza sia per la madre che per il bimbo, l'aborto viene sconfitto. Ecco perché l'Irlanda deve proseguire in quella direzione, per fare in modo che gli aborti vengano ridotti a 0 e che tutte le donne siano salve da quella disgrazia.
Il tuo modo di calcolare e fare confronti, non tiene conto di due dati fondamentali.

Il primo riguarda le linee di tendenza: in Italia gli aborti, pur essendo ancora alti, diminuiscono constantemente, sia quelli legali (da 230 mila nel 1983, a 138 mila attuali), sia quelli clandestini (da 100 mila nel 1983, ai 37 mila attuali).
Mentre in Irlanda, gli aborti operati in strutture sanitarie britanniche, seguono la tendenza contraria, aumentano costantemente: 3.300 nel 1980, 3388 nel 1985, 4064 nel 1990, 4529 nel 1995, 6.381 nel 2000.

Il secondo, è relativo agli aborti in Irlanda. Ignoro le cifre sugli aborti clandestini, né tu ne proponi. Tuttavia, il dato eclatante è rappresentato dalla distribuzione, ogni anno, di 250 mila pillole abortive. Che in Irlanda, a differenza dell'Italia, sono consentite, si possono acquistare in farmacia, con ricetta medica.

E' quindi, particolarmente interessante, che, in Irlanda, la diffusione della pillola abortiva e gli aborti in Inghilterra, aumentino contemporaneamente.

R.

Roderigo
16-06-02, 16:25
Originally posted by Azzurro
Se una donna decide di abotire non per motivi di salute o per violenza subita ma solo perchè non vuole il figlio significa lei e suo partner non hanno preso le dovute precauzioni e non hanno una adeguata educazione sessuale. Lo stato offre le proprie strutture per garantire alle donne la possibilità di abortire senza rischi solo per evitare la clandestinità ma è tenuto ad informare e educare i cittadini per evitare il più possibile che si arrivi a questa pratica estrema. La realtà è che fin dal concepimento si è in presenza di una nuova vita, si consente l'aborto solo per motivi sociali e per impedire la clandestinità.
Questa impostazione è condivisibile, se salvaguarda la legalizzazione dell'aborto ed il diritto della donna a decidere della propria maternità. Nessuno vuole considerare l'aborto come uno tra i tanti metodi contraccettivi. È una misura estrema, che bisogna cercare di prevenire, come tu dici, con la consulenza alla contraccezione e l'educazione sessuale. Ma è lo stesso schieramento cattolico-antiabortista ad opporsi agli stessi mezzi che potrebbero prevenire l'aborto. Come sai, in Italia, per l'opposizione della chiesa è persino difficile fare la pubblicità ai profilattici.

R.