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arkanoyd
08-06-02, 14:59
I GRECI

I primi a giungere, quattromila anni fa, furono i Micenei, che Omero chiamò Achei, e che, dall'Argolide (nel Peloponneso) vennero sulle coste pugliesi per commerciare e fondare colonie. Furono l'avanguardia dei Greci che avrebbero fondato la Magna Grecia nell'Italia meridionale. La loro rotta percorreva sottocosta l'Adriatico orientale fino alle Bocche di Cattaro (nel Montenegro) e poi, sospinta dalle correnti, arrivava nel Gargano e nella Daunia fino a Taranto, che rappresentava l'Occidente estremo.
Di qui si spinsero alla volta della Sicilia e della costa tirrenica. Le principali tappe degli itinerari micenei furono sul litorale orientale tarantino fino a Porto Cesareo (Le), dov'era il Portus Sasinae iapigio; all'interno della penisola salentina; la Caverna dell'Erba (presso l'odierna Avetrana - Ta); e il litorale adriatico: dalla Punta delle Terrare (Brindisi), fino al Gargano.


Nel IX secolo a.C. la civiltà micenea, sconvolta dalle invasioni di popolazioni danubiane semibarbare, tramontò. E le relazioni della Puglia con l'Egeo cessarono.
Ma lungo la rotta micenea e nei luoghi della loro frequentazione approdò, cent'anni dopo, la grande colonizzazione greca dalla quale scaturì lo splendore della Magna Grecia, che rappresentò uno dei capisaldi della civiltà greca arcaica e classica.
I coloni portarono con sé l'alfabeto, strumento formidabile della narrazione storica delle loro vicende, e un forte patrimonio culturale e politico tramite il quale ellenizzarono le popolazioni indigene.
Alla fine del 700 a.C. giunsero sulla costa ionica gli Spartani, che inizialmente si stanziarono a Saturo (presso l'odierna Leporano, 15 km a sud di Taranto) dov'era un antico centro miceneo; e di lì a poco (tra il 706 e il 705) fondarono Taranto, il cui porto naturale apparve subito favorevole alla nascita di una città di grandi dimensioni.
La sua cinta muraria, edificata nel corso degli anni, raggiunse ben 12 chilometri di lunghezza. Altri coloni, nel secolo successivo, si stanziarono tra le foci del Bradano e del Basento, e fondarono Metaponto.




Cratere protoapulo a figure rosse
Museo Archeologico Nazionale - Taranto



Per ragioni militari e economiche i Tarantini allargarono l'insediamento a una serie di territori vicini dell'interno, che rappresentarono la chora tarantina: Talsano (attuale frazione di Taranto), Pulsano, Lizzano, San Giorgio, Carosino, Monteiasi, Statte, Crispiano.





Alcuni oggetti
dell'orificeria tarantina

Questo stanziamento s'incuneò tra Messapi e Peucezi, e, tramite rapporti di alleanza o di ostilità, accentuò la separazione tra questi popoli. Buona parte della successiva storia della Magna Grecia fu dominata dalle vicende belliche di Taranto per la supremazia del territorio, fino alla costituzione di una lega italiota delle città della Magna Grecia, che ebbe sede, nel 374 a.C., a Eraclea (Policoro - Mt), ma che fu, di fatto, egemonizzata da Taranto.
Nel 444 a.C. gli Ateniesi, già in rapporti commerciali con molti centri della Peucezia (corrispondente all'attuale provincia di Bari e a parte di quella di Brindisi), fondarono la colonia di Turi (Thourioi, nel territorio dell'antica Sibari), che tentò di contrapporsi invano a Taranto.
Quando, con lo scoppio della guerra del Peloponneso nel 431 a.C., la rivalità fra Sparta e Atene giunse al culmine, Taranto non intervenne apertamente, ma negò l'appoggio alla flotta ateniese diretta, nel 415, verso la Sicilia.
Dopo la sconfitta di Atene, avvenuta nel 404 a.C., il conflitto fra i centri della Magna Grecia e le popolazioni indigene si fece più acuto.


Taranto si rivolse a condottieri esterni: a Archidamo, re di Sparta, che morì nel 338 sotto le mura della messapica Manduria (Ta); e ad Alessandro il Molosso, re dell'Epiro, che tuttavia fu rifiutato dai Tarantini quando manifestò il proposito di unificare le colonie greche e i centri lucani sotto il proprio dominio personale.
Nel 281 a.C. la flotta romana penetrò nelle acque del golfo di Taranto, e questa ricorse all'aiuto del re epirota Pirro, ma nel 272 fu costretta alla resa.
Con la presa di Taranto, la Magna Grecia divenne definitivamente romana.

Il suo declino era comunque iniziato nel corso del secolo precedente, per la mancata coesione politica di fronte all'estenuante pressione delle popolazioni italiche e per le lotte intestine tra il popolo e le oligarchie al potere.
Sopravvisse il patrimonio artistico di vasi, coppe, crateri, corredi funerari, armi; e costituì un modello culturale e politico, che, rielaborato dalle popolazioni egemonizzate, diede vita a fenomeni culturali e a esperienze politiche originali.
La stessa crescita politica e culturale di Roma fu debitrice della cultura greca dell'Italia meridionale.