PDA

Visualizza Versione Completa : Il dopo Rutelli ... ancora Rutelli ?



la_pergola2000
09-06-02, 16:49
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//LOGOFORUM03BIG.GIF

Rutelli che ha già avuto la lettera di licenziamento dai Ds, secondo la ben nota profezia del marzo dell'anno scorso, ha avuto una mano dal Mister del Labour Blair e si trova nel Buckingamshire, da quello che si legge, forse ha trovato una "terza via" solo per lui, perchè riciclarsi è sempre più difficile, però comincia ad animalizzarsi politicamente.
I ds avranno giorni duri, già la "macchia di leopardo" margherita comincia a chiedere sindaci a tutto spiano, quindi ci sarà un futuro di battaglie per le prossime aministrative.
Ciao.

lucifero
09-06-02, 17:59
ed in questi rimesticamenti, crisi d'identità ed ondeggiamenti della sinistra, noi che avremmo potuto esserne un punto fermo, un faro, siamo di qua...
:zg1

nuvolarossa
09-06-02, 22:49
ed in questi rimesticamenti, crisi d'identità ed ondeggiamenti della sinistra, noi che avremmo potuto esserne un punto fermo, un faro, siamo di qua.......
Lucifero
--------------------------------------------------------------
Fortunatamente siamo riusciti a scampare all'omologazione con questa sinistra rimesticante ed ondeggiante e, da vera sinistra democratica, rimaniamo il faro cui fare riferimento per la costruzione di una terza via, quella liberaldemocratica.......se fossimo stati "divorati" e fagocitati da questa sinistra girotondista ed inconcludente......il faro oggi non ci sarebbe piu'....
nuvolarossa
---------------------------------------------------------------
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif

la_pergola2000
10-06-02, 14:18
Repubblica di oggi segna un atteggiamento ondeggiante nei riguardi del picnic nel Buckingamshire, i Ds intervistati sono scettici e dubbiosi, vorrebbero stare ancora con i socialdemocratici, sono appena dieci anni che sono iscritti e già gli si propone di annullare l'iscrizione.
Certo che è un pò duro per loro, hanno appena fatto la cosa due e una cosa TRE non ce la fanno a metterla in piedi.
Hanno un'aria da "tutti a casa".
Lo spaValdo Spini chiede un chiarimento a Rutelli appena tornato, i margheritini ex PPI già scalpitano per i posti da sindaco nelle prossime amministrative.
Siamo alla frutta.
Speriamo comunque che il più grande politico apparso in Italia, secondo "Le Monde", l'ex sessantottino "Pancho Pardi" ci metta una pezza.
Ciao a tutti.

la_pergola2000
10-06-02, 14:23
Dedicata ad Erasmus:



SE L'ITALIA PERDE CON IL MESSICO IL 13 GIUGNO:

" T O T T I A C A S A "

Speriamo di no.

la_pergola2000
10-06-02, 14:33
Caro Lucifero
la tua intenzione è il tema dei miei sogni, ma conoscendo i personaggi, non credo che qualcuno ti possa riconoscere qualcosa specialmente in politica.
Tempo fa avevo fatto notare che i nostri Ds orfani di tutto, si erano messi ad intercettare qualsiai intellettuale laico, defunto e non e lo coinvolgevano nei vari dibattiti, hanno ripreso Don Milani
.Piero Citati su Repubblica citava le imprese laiche del secolo appena passato, questo avviene anche nei piccoli centri, l'ho potuto vedere con Gobetti,ancora lui, Garrone, e si potrebbe continuare, devono riempire la cosa tre di contenuti laici progressisti, la lista è lunga, anche noi dovremo riprendere i nostri punti di riferimento.
Se vai a rileggere la nota aggiuntiva, vedrai che il libro bianco di Biagi non è molto lontano, anche se nelle note di La Malfa c'è più amore verso l'italia dei poveri e degli abbandonati, cosa questa che non interessa ai sindacati di oggi ne a quelli di allora.
Ciao.
P.S. Non mi riferisco al Biagi giornalista miliardario, ma al Biagi democratico, professore di diritto del lavoro.

kid
10-06-02, 17:54
Caro Lucifero, noi ci abbiamo provato, forse un po' illusoriamente a fare il punto fermo della sinistra nella sua lunga notte evolutiva, perchè ne converrete tutti che la sinistra dall'89 in avanti ha dovuto porsi il problema dell'evoluzione politica delle sue posizioni. La mia tesi è che la ragione della volontà di distruzione del Pri da parte dei ds è stato proprio questa pretesa di svolgere questa funzione. Mentre la demcorazia cristiana riteneva utile avere al suo fianco una piccola forza atlantica e democratica e dialogare con essa, oltre che litigare e a volte farsene influenzare, i ds hanno ritenuto che questa fosse superflua. E sai per quale motivo? Perchè non hanno le carte in regola, perchè nel loro cuore batte un' impostazione politica, classista, antidemocratica, anticapitalista, anti proprietà privata. Una posizione terza internazionalista dura a morire. Ma scusate abbiamo difficoltà a morire noi che siamo una minoranza e pensarte che una forza che aveva il 30% dei consensi sia disposta a farsi dare lezione dai suoi nemici storici, come un ex presidente statunitense? Lo sapete che Clinton ha detto al vertice di Hartwell House che lui non avrebbe mai fatto alleanze con i socialisti europei? Con i socialisti, non con i post comunisti. Ma ve la vedete la faccia di Amato? E' chiaro che Blair ha bisogno di un colpo d'ala perchè domani rischia di trovarsi ancora più isolato in un Europa conservatrice. E non è importante che in Italia il premier di destra sappia trovare un'intesa con Blair su un capitolo su cui nè Cofferati, nè Prodi, saprebbero trovarlo? E' non è altrattanto utile che l'apertura alla Russia di Berlusconi, sia funzionale al miglioramento dei rapporti con gli Usa, rispetto alle posizioni francesi e alla Germania? Non credo sia merito nostro, ma noi siamo da questa parte. Possiamo dire: questo governo non ha una deriva conservatrice antiatlantistica e perciò lo sosteniamo e discutiamo di quelle riforme che Blair vuole fare e la sinistra italiana no. E vi dico anche che se Rutelli si distaccherà dalla sinistra, se avrà questo coraggio e questa forza, molte cose potranno ancora cambiare. Ma intanto batta un segnale di indipendenza politica vera, cosa che non ha mai fatto in questi anni per quanto lo abbiamo sollecitato,e magari si tornerà a discutere da posizioni più consone e più dignitose per tutti. Ps. Ho infranto il voto di non scrivere sul forum fino a quando Echiesa non vi tornava. E' una tattica. Forse mi legge, gli escono gli occhi fuori dalle orbite e mi risponde per le rime! Hai visto che ho scritto? Berlusconi è più progressista dei ds.

Garibaldi
11-06-02, 12:34
credo che non sia lontano dalla verita' chi dice che alla lunga Rutelli si stacchera' dalla sinistra, come non e' certo che il novello Prodi, quando rientrera' in italia si accodera' a Fassino e company.
perche', ma perche' questo abbraccio di questi ultimi mesi dei bertinottiani con i diessini fara' ragionare le forze democratiche e veramente riformiste del centro poliitico italiano.
Ma non avete notate che lo sbandierato successo di questi ultimi giorni delle amministrative dipende quasi solo ed esclusivamente da accordi, apparentamenti e taciti compromessi tra i bertinottianie i diessini?
costoro stanno preparando il futuro a cofferati!!!!!!!!!!!!!!!!
e fa venire i lacrimoni vedere che ci sono repubblicani duri di comprendonio che agevolano questa tattica!11111

la_pergola2000
11-06-02, 15:14
Cari amici
le alleanze elettorali dei ds con i loro ex amici, fortemente comunisti. Bertinotti non può giocare all'infinito, il giochetto all'opposizione a Roma e al governo nelle città è un vecchio slogan, che non ci deve far trovare impreparati.
Nell iumerevoli riunioni che tenevamo con in nostri ex alleati,i ds itavano continuamente l'asinello che era zeppo di ex ds, cioè il partito vendetta di Prodi e Parisi, era omologato immediatamente e così in tutta l'Italia.
Tanto è vero che in due o tre anni l'asinello era quasi sparito, ora si è messo nella margherita occultato dalla leadership ex popolare.
In questo frangente i ds devono per forza allearsi più strettamente con i due alleati fortemente comunisti e qualche verde in libera uscita, perchè se la margherita si equivale ai ds, questi dovrebbero di pù la loro alleanza a sinistra, ciò farebbe centrifugare più a sinistra, zona dove loro non vogliono stare perchè perderebbero voti.
In questo modo la margherita avrebbe una funzione da leadership della coalizione di cs.
Ipotesi allettante, ma ancora di là da venire, dalle dichiarazioni dei leader dei ds mi sembra che non abbiano capito esattamente l'incontro di Blair o fanno finta di non capire, perchè in Italia sarebbe una sconfitta per loro.
A voi la parola.

Garibaldi
12-06-02, 09:58
i ds non hanno piu' certezze, educati alla scuola di partito che ha inculcato loro solo ed esclusivamente teoroie marxiane si trovano orfani di padre e figli di madre ignota (politicamente intendo)
Non hanno piu' radici. quelle che avevano le hanno tagliate perche' se ne vergognavano!!!!!!!!!!!!!!1
Cosa e' rimasta loro? solo la voglia di fare tanti girotondi!!!!!
quando sranno alla COSA4 (cosa quattro) con il quattro ci giocheranno ai quattro cantoni!!!!!!!!!!!111

la_pergola2000
12-06-02, 13:59
cari amici
Ieri siamo stati cattivi profeti, il supplemento dell'Unità "Repubblica" ci aveva fatto vedere i ds tentennanti sull'incontro con Blair di Rutelli.
Oggi ( o ieri) hanno capito cosa significava quell'incontro e fanno dire a Veltroni che l'incontro è stato significativo e che dal canto loro cercheranno quanto prima di porvi rimedio e di far sparire la parola socialismo dal loro statuto.
Consiglierei La Malfa, Nucara, Valbonesi di invitare quanti più ds nel PRI e di insegnar loro che cosa è la liberaldemocrazia, l'economia di mercato, peraltro già accettata con la cosa 1 e così via.
Il loro libro di testo sarà da oggi in poi "La nota aggiuntiva" diUgo La Malfa, testo peraltro da rivedere.
Riconoscimenti sul Welfare ecc.
Riformismo del terzo millennio.
Libro di testo: "Il libro bianco" di Biagi, quello democratico non quello ipocrita e miliardario.
Cosa diranno a Cofferati, a "Pancho" Pardi, a Moretti, a Ginsburg,
ai posteri l'ardua sentenza.
Ciao.
Ne abbiamo di temi da discuterere, come vedete i ds sono più furbi di tutti, avete capito o no?.

nuvolarossa
06-07-02, 09:24
Berlusconi: più lavoro, meno tasse
Firmato il patto per l'Italia. La Cgil dice no e resta isolata

ROMA

Il grande accordo è stato firmato ieri alle 14 e 50. Da Cisl e Uil, non dalla Cgil, e da tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria. «Patto per l'Italia. Contratto per il lavoro». Una ventina di cartelle scritte e riscritte «fino agli ultimi 5 secondi», come dice Luigi Angeletti, Uil. Dentro ci sono la cancellazione dell'articolo 18 per i lavoratori assunti nelle imprese che superano la soglia dei 15 dipendenti, la riforma fiscale per chi ha redditi fra 0 e 25mila euro, misure per il Mezzogiorno, la riforma del collocamento, la riforma del sussidio di disoccupazione. Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e grande comunicatore, dà il titolo alla «giornata fortunata»: «Più lavoro, meno tasse». Sono passate le quattro del pomeriggio quando scende in sala stampa a Palazzo Chigi per presentare il «Patto». E' il terzo a farlo, prima ci sono stati Luigi Angeletti e Savino Pezzotta, Uil e Cisl, i sindacati che hanno accettato la proposta del governo. «Spiace per la Cgil», dice il premier.

Ma il foglio che Berlusconi tiene in mano non è quello sul documento appena approvato.
Dopo otto mesi di trattative, rotture, scioperi generali, manifestazioni, un omicidio delle Br («Questo patto onora la memoria di Marco Biagi», parole del premier) Berlusconi ha in mano il «Contratto con gli italiani» sottoscritto davanti a Bruno Vespa. Indica tutti i traguardi raggiunti, aggiunge quelli odierni: il taglio delle tasse, la riforma del mercato del lavoro che permetterà - dice - «di raggiungere il milione e mezzo di posti di lavoro promessi». E' un Berlusconi teso, ma anche disponibile alla battuta. Si siede e chiede se i giornalisti sono provati dall'attesa. Dal fondo la voce di un cameramen: «Io nun ho ancora magnato».
Poi, quando Tremonti parla dell'applicazione dell'articolo 18 solo a chi cresce, dice: «Io rimarrò piccolo». Poi c'è la serietà dell'annuncio della «più grande riduzione di tasse nella storia della Repubblica». Questo per spiegare le «meno tasse». «Ora 87mila imprese potranno crescere di dimensione senza tema di incorrere nella conflittualità con i loro lavoratori». Ed ecco spiegato il «più lavoro». C'è il ringraziamento per tutto il governo che si è impegnato nel raggiungimento dell'accordo, c'è un particolare ringraziamento «al regista, a chi ora qui non c'è perché schivo, il sottosegretario Gianni Letta».
Poi tocca a Giulio Tremonti (al tavolo con Marzano, Alemanno, Maroni e Fini), commentare, sulla riforma fiscale, che «la rimodulazione dell'Irpef richiede di analizzare centinaia di casi diversi», che «la curva è nel Dpef», che, comunque, «ci sono tantissimi soldi, tutti concentrati sui redditi bassi». Poi tutti via, al Consiglio dei ministri, e tocca ad Antonio D'Amato, presidente di Confindustria. E' soddisfatto. Per la flessibilità introdotta nel mercato del lavoro, per «la quantità di misure che, entrando in vigore tutte insieme, agiscono su un mercato rigido e sclerotizzato». E' soddisfatto anche perché c'è un percorso delineato per il Mezzogiorno e per il sommerso. Quello che manca, in questo «Patto», è un qualsiasi riferimento all'inflazione programmata, alla crescita, al deficit pubblico, elementi che stanno a cuore a Confindustria. «Insomma - si chiede a D'Amato - secondo voi ci sono i soldi per il Patto?».

«Andranno reperiti nella prossima manovra finanziaria che dovrà essere capace di coniugare politica di rigore e sviluppo. Il fatto che questa trattativa sia stata dura, che ci sia stata discussione punto per punto, dimostra che il governo ha ben presente i costi del Patto». Rigore, ma c'è l'impegno del governo a non toccare la spesa sociale e non si parla di riforma delle pensioni. «La delega sulle pensioni è in discussione in Parlamento, quanto alla spesa sociale quello che sta a cuore a noi è la sua ridistribuzione. Oggi è troppo sbilanciata sul fronte previdenziale».

Alessandro Cecioni

nuvolarossa
06-07-02, 09:41
ecco i termini dell'accordo, tra Governo e Forze Sindacali, extrapolati dalla stampa quotidiana

Taglio delle tasse

5,5 miliardi di euro per diminuire le tasse Il Governo si impegna a stanziare almeno 5,5 miliardi di euro per la riduzione della pressione fiscale sui redditi fino a 25.000 euro l'anno ma anche a una riduzione di almeno due punti dell'Irpeg e a reperire 500 milioni di euro per avviare dal 2003 la riforma dell'Irap. Il Governo si è impegnato anche a considerare la condizione familiare del contribuente attraverso un aumento delle deduzioni. Dovrebbero essere esenti i redditi da pensione al minimo. In pratica un operaio con un reddito di 8.893 euro l'anno, risparmierà circa 576 euro mentre per un pensionato ai minimi (516 euro al mese) l'impatto positivo sarà di 287 euro.

Garanzie sull'art.18

La sospensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per tre anni riguarderà le imprese che facendo nuove assunzioni a tempo indeterminato (anche part time) supereranno il limite dei 15 dipendenti. L'articolo 18 invece continuerà ad applicarsi nel caso di una nuova azienda che nasce con un numero di lavoratori superiore ai 15. I tre anni inizieranno dall'entrata in vigore dei decreti legislativi. La norma non potrà essere applicata ai datori di lavoro che occupavano più di 15 dipendenti nei 12 mesi precedenti all'entrata in vigore dei decreti.

Aumento delle indennita'

L'indennità di disoccupazione sarà aumentata al 60% della retribuzione nei primi sei mesi dopo la perdita del posto di lavoro. Calerà nei tre mesi successivi al 40% e negli ultimi tre mesi al 30%. Per questo obiettivo il Governo si è impegnato a stanziare 700 milioni di euro l'anno. La durata massima del sussidio comunque non potrà essere superiore ai 24 mesi (30 nel Mezzogiorno) nell'arco del quinquennio. E' previsto un controllo periodico sullo stato di disoccupazione di chi percepisce l'indennità.
Chi rifiuta un posto perde il sussidio Si perde il diritto al sussidio nel caso di rifiuto della formazione, di altra misura o occasione di lavoro, o di prestazione di lavoro irregolare.

Aumento degli ammortizzatori sociali

L'aumento dell'indennità di disoccupazione è solo la prima misura di una riforma più ampia degli ammortizzatori sociali che punta a una protezione "generalizzata e omogenea dei disoccupati involontari".
Protezioni integrative potranno essere liberamente concordate tra le parti sociali con prestazioni autofinanziate e gestite da organismi bilaterali.

Validita' della politica dei redditi

Conferma della validità della politica dei redditti Governo e parti sociali convengono che "una efficace politica dei redditi è lo strumento principale per dare stabilità e forza alla crescita economica" per perseguire l'equilibrio della finanza pubblica e per salvaguardare il potere d'acquisto delle retribuzioni.

Welfare per il Lavoro

Il patto punta a aumentare l'occupazione per raggiungere il 70% di tasso di attività nel 2010. Per questo dovranno essere potenziati i servizi per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Entro un anno i servizi pubblici e privati dovranno essere collegati tra loro con il sistema informativo Sil. Il Governo si impegna anche a sviluppare iniziative di educazione permanente per 700.000 persone l'anno.

Sviluppo del Mezzogiorno

Il Governo punta a un tasso di crescita del Mezzogiorno "significativamente e stabilmente superiore a quello medio dell'Unione europea e del resto del Paese". .
L'obiettivo è di raggiungere un tasso di attività del 60% entro il 2008. Le risorse aggiuntive rivolte al Sud dovrebbero essere mantenute nella prossima Finanziaria in una percentuale di Pil "almeno pari a quella media degli ultimi anni". Le risorse ordinarie destinata agli investimenti nel Sud dovrebbe essere non inferiore al 30% del totale della spesa del settore pubblico allargato. La quota del 30% deve essere applicata sia alle assegnazioni sia all'effettiva erogazione di risorse.
Nell'ambito degli strumenti di incentivazione il Governo conferma l'ipotesi di rendere cumulabile per il Sud la Tremonti bis con lo strumento del credito di imposta.

Cessioni rami di aziende

La modifica delle regole sulla cessione del ramo di azienda sarà completamente conforme alla normativa comunitaria. Ci sono quindi garanzie per il mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento di imprese, di stabilimenti o di parte di stabilimenti. E' comunque previsto il requisito dell'autonomia funzionale del ramo di azienda nel momento del trasferimento.

nuvolarossa
06-07-02, 11:57
Le implicazioni politiche dell’accordo tra Governo, Forze Sindacali e Categorie degli imprenditori, avvenuto sulla scia del metodo della “concertazione” che altro non e’ che il metodo escogitato dai Repubblicani, negli anni ‘60/70, della “politica dei redditi”, sono molteplici e di varia natura.
A me interessa evidenziare l’aspetto politico che piu’ ci puo’ interessare nel medio e lungo periodo come forza politica da sempre impegnata sul fronte del confronto e dell’accordo tra le forze sociali.
Era da mesi…..molti…..che covava in casa dei Democratici di Sinistra….tutta una serie di mugugnii sul metodo demagogico della dirigenza di vertice di affrontare i problemi del Paese: i girotondi, le marce populiste il metodo barricadero nello scontro sociale….etc.
Critici in questo senso si sono dichiarati piu’ volte gli esponenti diessini appartenenti, un tempo, alla famiglia repubblicana…..tanto da mettere sull’avviso la dirigenza diessina dall’evitare metodi che aumentavano la frattura nell’ambito della sinistra tra forze demagogiche e populiste e forze riformiste e progressiste.
Da ultimo anche Morando, in rappresentanza dell’area “liberal”, sempre in casa diessina, ha bocciato in modo inapellabile la strategia Cgil sull’articolo 18 e sui metodi di confronto con le forze di Governo.
In questi ultimi giorni tra le fila della U.I.L. molti aderenti ai DS stanno abbandonando questo Partito perche’ l’ambiguita’ nell’affrontare i rapporti con Cofferati si sono rivelati deleteri per l’unita’ di tutto il mondo del lavoro ed hanno determinato una frattura sindacale che sara’ molto oneroso e difficile sanare nei prossimi mesi.
Stanno cioe’ scoppiando all’interno dei DS quelle contraddizioni legate ad una formazione politica che e’ stata costruita sull’ambiguita’ di una nutrita diversificazione di programmi e di intenti e sulla diversificazione spinta delle idealita’ e delle provenienze.
Inizialmente questa strategia era funzionale alla creazione di una nuova veste, sostitutiva di quella logora da ex-comunisti, che desse la sensazione di una forza capace di reggere il confronto con le altre forze in gara per il governo del Paese…..si trattava di ridare una “verginita” all’ex Pci….e una migliore rappresentativita’.
Oggi questa necessita’ viene ritenuta secondaria dal gruppo dirigente che fa capo a Fassino e Dalema che punta solo ad un suo rafforzamento in prospettiva di una leadership in riferimento al progetto dell’Ulivo “a due gambe”….Ds e Margherita….dove, evidentemente, tutte le forze liberalsocialiste, ex-repubblicane, ed ex-liberali avrebbero enormi difficolta’ a mantenere visibilita’ e spazi “vitali”, anche per la contemporanea presenza di una situazione di perenne conflitto tra la sinistra DS (il futuro di Cofferati), Comunisti Italiani, PRC e Verdi che tendono ad imporre una “federazione” delle sinistre, in costante gara con l’Ulivo “a due gambe” e quindi in quotidiani operazioni di “scavalcamento” a sinistra delle due formazioni con rischi notevoli di aumento delle attivita’ “girotondiste”….segnali in questo senso sono la “minacciata” raccolta di 5.000.000 di firme contro il Patto per l’Italia.
In questo quadro, una forza politica come quella repubblicana, sempre costantemente tesa ad operare in sintonia con gli interessi per il bene comune, avra’ riconosciuti meriti e consensi, nel medio periodo, se sapra’ continuare ad occupare l’area democratica di una forza genuinamente di sinistra che mette al primo punto della sua azione politica l’azione incessante e quotidiana nell’operare verso la soluzione dei problemi della gente, in modo leale e propositivo, anche se critico, verso gli attuali partner politici cosi’ come fece nell’ambito delle precedenti alleanze……la cui deriva verso posizioni demagogico-massimaliste, da noi in quel periodo annunciate, si sono piano piano materializzate alla comprensione dei tanti liberaldemocratici che albergano, trasversalmente, in tante formazioni politiche.

Un fraterno saluto.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/index-12.html
NUVOLAROSSA website
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif

la_pergola2000
06-07-02, 13:06
dovrei dire mi dispiace, ma il commento politico di red cloud odierno è chiaro e preciso.
L'invito ai repubblicani di stare attenti alle innumerevoli proposte politiche e forte e chiaro.
Molti nodi sono ancora d risolvere.
Spero che oggi al consiglio nazionale, orfano dei milanesi, si gettino le basi per il prossimo congresso.
Ciao e buona domenica a tutti.
hus - Hussita - e soci.
che fine ha fatto il caro Lino?

lucifero
06-07-02, 18:04
Inviterei a non sottovalutare e svilire il ruolo che l'opposizione di CGIL ha avuto in questa trattativa.

La modifica dell'articolo 18 così come sottoscritta da CISL e UIL è ben diversa da quella proposta un mesetto fa dal governo, la quale a sua volta non era la delega in bianco (cioè senza precisarne i contenuti) che il governo chiedeva a Marzo.

Successivamente, secondo me, la CGIL ha condotto male la fine della trattativa, certo influenzata dalla attuale crisi nella sinistra e nei DS.

E ha sbagliato a permettere la divisione del sindacato, il che era l'obiettivo proncipale del governo.

Personalmente, per queste cose, ad esempio, ho fatto tutti gli scioperi sull'art 18 ma non quello di giovedì pomeriggio.

Garibaldi
08-07-02, 07:53
Io di scioperi politicizzati non ne ho fatti nessuno?!?!?
Che se li faccia tutti lui?!?

WIWA Angeletti e la UIL?!?!!io e il mio amico Musi siamo tornati maggioranza?!?!!?
Angeletti !!!!!Vogliamo piu' spazio!!!?

la_pergola2000
09-07-02, 14:23
------------------------------------------------------------------------------------

Dopo la sospensione delle dimissioni di Cofferrati dalla Cgil, Rutelli si è domandato perhè devo dare anche io le dimissioni dalla leadershipo dell'ulivo, quindi rimando anch'io.
Il problema sarà quando in un futuro le dovranno dare per davvero,

nuvolarossa
22-08-02, 11:58
FRANCESCO RUTELLI

Viene a trovarsi in una posizione strana, perché Rutelli dovrebbe essere il simbolo di tutto quello che è antisinistra. Per storia e cultura Rutelli in America dovrebbe essere un repubblicano, un repubblicano del sud, perché non lo vedo a fare affari, io lo vedo a Richmond, lo vedo in una casa dalle colonne bianche, lo vedo in una bella casa di Charleston. Di una cosa sono certo: che lui non potrà mai andare d'accordo con Prodi. Perché Rutelli è un vero signore. Comunque vadano le cose, però, Barbara Palombelli rimarrà sempre una delle giornaliste più belle, più intelligenti, più simpatiche e più affascinanti d'Italia.

------------------------------------------------------------------------------------
tratto dal Breviario (molto pepato) di Francesco Cossiga

la_pergola2000
22-08-02, 15:23
Oggi sui giornali si legge che Violante presenta il conto a Rutelli, i ds hanno fretta di nominare il nuovo rappresentante dell'Ulivo, per cui mandano in avanscoperta Violante, l'ex giudice e abituato a fare il Killer dai tempi di Sogno in poi, il capogruppo ds alla Camera morde il freno per lui non ci sono vacanze,é stata guastata la vacanza a Rutelli, bisognerà rifonderlo in qualche modo.
- In seguito vedremo - dice D'alema.
Quello che non ha voluto dare un seggio alla Sbarbati ora deve pensare al "suo" seggio.
Avete letto la motivazione dei ds: "c'è incompatibilità con la carica di presidente della margherita" hanno inventato una loro legge, così la margherita che ha nominato presidente Rutelli viene punita perdendo la leadership dell'Ulivo. Tutto programmato, il dopo Rutelli lo hanno predisposto dopo aver letto la nostra discussione del marzo del 2001.
Ciao a tutti.

grandeitalia (POL)
25-08-02, 16:56
Credo che ormai Rutelli è stato delegittimato come rappresentate di una " Opposizione unitaria " E non vedo chi potrebbe sostituirlo visto che tutti gli altri notabili non sono graditi , o lo sono meno di lui , dall'elettorato.
LA FORZA DEL GOVERNO ORMAI E' TUTTA NELLA DEBOLEZZA DELL'OPPOSIZIONE

Garibaldi
26-08-02, 08:19
Grande Italia solo su questo Forum!?!!!

la_pergola2000
26-08-02, 14:48
Garibaldi ........riporta il cuore al di quà della barricata.
Non è un problema nazionale non essere andati in finale ai mondiali, per piacere rientra nel seminato e ascolta.
Grande italia ha ragione, la debolezza dell'opposizione comporta anche questo.
Però non vuol dire che l'attuale minoranza si è indebolita perche il PRI è passato con il cd (Scherzo).
La debolezza c'era già da prima, i ds nascondevano le loro continue sconfitte, i congressi per creare il PDS e i Ds in realtà coprivano il vuoto di idee che avevano avuto dopo aver messo in soffitta tutto il ciarpame tipico della propaganda comunista: Vietnam, imperialismo americano, politica del golfo, acquisizione delle brigate rosse ( si intende tutto il popolo delle brigate rosse), Togliatti, Pajetta, perfino Berlinguer, dimodochè rimasti orfani della loro ideologia, si gettarono su qualsiasi esperimento politico dal dopoguerra ad oggi, alcuni repubblicani gli hanno consegnato anche pezzi di associazione mazziniana, compreso il suo presidente, tentano anche di occupare spazi didattici come l'esperienza di don MIlani, ampi spazi laici e liberals, lasciati purtroppo liberi dall'arrendevolezza di laici vigliacchi e in cerca di poltrone, si sono poi accapparrati tutto il cs, mandando avanti prima Prodi, poi con Dalema e Amato hanno finalmente occupato tutto il governo e così l'italia.
Guarda caso, coscienti di perdere le elezioni, hanno mandato avanti Rutelli, il Dalema tarroccato, ma non gli è riuscita, così le elezioni le ha perdute la Margherita e Rutelli. Ora presentano il conto, Rutelli se ne deve andare! Perchè come dice Violante è incompatibile con la presidenza della Margherita.
beh ragazzi, questo agire politico a me non va giù. Andate a leggere ii repubblicani nelle marche e vi renderete conto come i ds agiscono nella provincia di Pesaro e per fortuna c'è il Web così si possono confrontare i loro comportamenti in tutta l'Italia.
Arrivederci.

la_pergola2000
30-08-02, 15:17
Come Prodi è apparso in televisione per avvertire - siccome..... bla bla bla ................
E' riapparso Dalema, pure in televisione.
la paura dei ds fa novanta.
Stavolta devono battagliare per davvero.
Cosa penseranno STAVOLTA per far fuori PRODI?
iL POVERO PARISI, IMBRIGLIATO NELLA MARGHERITA COL PRESIDENTE RUTELLI, NON LO POTRA' AIUTARE PIU' DI TANTO
SI VEDRA',
SE PRODI VINCERA',
UN POSTO DA MINISTRO PER RUTELLI CI SARA'
OH!!!!!! FINALMENTE ESCLAMERA'
MO' STO' QUA'.

nuvolarossa
10-10-02, 22:43
http://www.frangipane.it/archivio/settembre2002/20020914.jpg

tratto da
http://www.frangipane.it/archiviox.gif (http://www.frangipane.it/archivio.htm)

nuvolarossa
03-11-02, 10:55
http://www.frangipane.it/archivio/maggio2001/20010509.gif

tratto da
http://www.frangipane.it/archiviox.gif (http://www.frangipane.it/index.html)

la_pergola2000
03-11-02, 12:57
Rutelli un grande liberaldemocratico si è lasciato imbrigliare dai Ds, per non dire imbrogliare.
Da adesso in poi dovrà vedersela con gli ex democristiani della margherita anche se ha con se 15 deputati, ma quelli sono in servizio di complemento un domani potrebbero dileguarsi come neve al sole.
Forse si ricorderà della Sbarbati per le europee, perchè un liberaldemocratico non potrà allearsi con i popolari con il proporzionale.
Di Pietro, Sbarbati, Rutelli, forse è uno scenario verosimile.
Chi vivrà vedrà.
Ciao a tutti e buona domenica.

nuvolarossa
03-02-03, 22:21
... Notizia dei TG di questa sera .... Cofferati avra' una posizione di prestigio nell'elaborazione del "programma" dell'Ulivo.
Finalmente si e' deciso: ha accettato una forma di collaborazione con gli altri ( tanti ... troppi ?) leaders del centro-sinistra rinunciando quindi, contemporaneamente, ad una forma di rivendicazione di una propria leader-ship.
Subito Rutelli e Fassino si sono sperticati nel dichiarare tutta la loro contentezza ... sfido io ... sperano di aver trovato il modo di neutralizzarne gli "appetiti" ... e caso mai facesse il "duro" ci penserebbe Dalema che nel frattempo si e' ritagliata la posizione di "battitore libero".
La collaborazione dovrebbe consistere nella partecipazione alla stesura del "programma" dell'Ulivo.
E' ovvio che, per una completa "omologazione" di Cofferati alle esigenze strategiche diessine, allo stesso verra' affidato il compito di governare o presiedere il "gruppo" che dovra' definire il "programma" dell'Ulivo.
Sara' un modo come un altro per rinchiuderlo in un ufficio ... con la speranza che faccia meno girotondi, meno chiacchiere e piu' fatti concreti.
A parte il fatto che qualcuno dovrebbe anche spiegarmi cos'e' 'sto "programma" dell'Ulivo ... quello che avevano non va piu' bene ? ... o forse e' una dichiarazione inconscia che quello che presentarono alle ultime elezioni politiche era stato copiato da quello della Casa delle Liberta' ?.
Probabilmente si dira' che il "nuovo programma" dell'Ulivo differira' da quello precedente perche' dovra' contenere la strategia utile a comprendere tutte le anime partitiche e di movimento che vanno da Prodi ai no-global ... passando, dal bianco e giallo papalino al rosso piu' acceso, attraverso svariate "noince di colore".
Intanto questa sera, nel dichiarare la sua "discesa in campo" ha gia' ostentato il "populismo" della pretesa di una mozione unitaria sui problemi del pacifismo ... cosa piu' che facile da ottenersi su quel lato dello scacchiere politico ... ma cosa accadra' su argomenti piu' pragmatici come quello del "referendum" sull' articolo 18 ?
Le prossime settimane avremo risposta anche a questo.

Un fraterno saluto mazziniano.

nuvolarossa
22-02-03, 01:05
http://www.ilriformista.it/imagesfe/ill070103187_img.gif

nuvolarossa
02-07-03, 21:33
Poste Italiane

Da quando il sen. Di Pietro ci ha fatto sapere di aver scritto decine di lettere a Rutelli senza aver mai avuto risposta un dubbio ci inquieta: perché?
Azzardiamo le seguenti ipotesi:
a) le lettere non erano affrancate.
b) l'indirizzo era sbagliato.
c) Veltri si è dimenticato di imbucarle
d) le poste privatizzate non funzionano.
e) Rutelli non ha mai capito cosa ci fosse scritto.

Roma, 2 luglio 2003
----------------
tratto da:
I corsivi del "diavoletto" (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=581549#post581549)

nuvolarossa
19-01-04, 20:22
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//LOGOFORUM03BIG.GIF


la nota politica
.................................................. ................................................
La provocazione di Rutelli

Il leader della Margherita ha smascherato i tabù del centrosinistra

L'intervista di Francesco Rutelli al "Corriere della Sera", per l'autonomia di giudizio che dimostra, merita un apprezzamento vero, almeno su due temi di particolare rilevanza della vita nazionale, quali la riforma della previdenza e il caso banche - Parmalat.

Sulla questione delle pensioni ci pare che egli capisca perfettamente la necessità di un innalzamento della vita lavorativa degli individui a fronte delle ragioni dell'invecchiamento della popolazione e della maggiore longevità della stessa. Un argomento che, per quanto possa sembrare di elementare buon senso, lo schieramento a cui appartiene Rutelli non è stato finora in grado di fare proprio, preferendo scegliere di usare tutte le armi della lotta demagogica, dalla piazza agli anatemi, contro la posizione del governo.

Si è trattato di una scelta sciagurata, considerando, fra l'altro, come l'esigenza della riforma fu posta già ai tempi del governo D'Alema, con Giuliano Amato ministro del Tesoro: e già allora era tardi. Ma l'averla lasciata cadere in quella occasione, ancora una volta per l'indisponibilità del sindacato, è alla base delle difficoltà che si devono affrontare oggi per difendere il welfare state.

Ci conforta quindi sapere che questa nostra opinione sia ora in qualche modo condivisa da uno dei principali esponenti del centrosinistra, il quale accusa la semplice linea del rifiuto alla riforma, dicendo che ancora si sta aspettando la pur promessa controproposta sindacale.

Controproposta, aggiungiamo noi, che non c'è e che non verrà.

Anche sul caso banche - Parmalat, Rutelli mostra di non avere timori reverenziali verso coloro che domani potrebbero risultare coinvolti o responsabili delle gravi malversazioni consumate nella vicenda. Di conseguenza rifiuta atteggiamenti viziati da pregiudizi e richiede che si accerti la verità sullo scandalo, "senza guardare in faccia nessuno", come aveva già detto venerdì scorso. Tanto ci basta. E' questo l'atteggiamento che dovrebbe essere di tutta l'opposizione, invece di abbandonarsi ad inutili dietrologismi, come fanno coloro che vedono prossima una manovra contro la Banca d'Italia o addirittura invocano la legge sul falso in bilancio come ragione di un crack in cui i capi di imputazione vanno dall'aggiotaggio, alla bancarotta fraudolenta, all'associazione a delinquere.

Scegliendo argomenti e toni questo tipo, pensiamo che Rutelli si ponga come un candidato autentico alla leadership del Paese, molto di più di quanto fece nel 2001, perché in questo modo egli non si preoccupa di tutelare un'unità formale della sua coalizione, celando il dissenso sostanziale che la corrode. Evidentemente Rutelli comprende che il dissenso all'interno delle coalizioni non può essere contenuto e limato a costo della paralisi politica. Al contrario egli evidenzia elementi di dissenso interni al centrosinistra, e lo fa in maniera inequivocabile.

E' con un atteggiamento di questo genere che si indica una chiara linea politica da intraprendere, cosa che fino a questo momento non avevamo ancora visto emergere nel suo schieramento che, nella ridda di posizioni contrapposte, a volte sembra più un pantano che una coalizione.

Per questo abbiamo qualche dubbio che su una posizione di tale nitidezza, Rutelli trovi un consenso pieno, non solo quello delle forze più radicali del suo schieramento, che vivono del solo antiberlusconismo, ma anche quello del suo stesso principale alleato, i Democratici di sinistra, che su ciascuno dei temi da lui sollevati hanno espresso posizioni ambigue o reticenti. Per cui, o Rutelli in queste settimane ha riguadagnato all'interno della sua coalizione quei galloni di leader che gli erano stati da tempo contestati (e dunque la sua intervista al "Corriere" annuncia una linea sulla quale si potrà e si dovrà attestare nel prossimo futuro il centrosinistra), oppure aprirà un contenzioso dal quale quello schieramento sarà definitivamente segnato. Entrambi i casi saranno considerevoli: nel primo, perché ciò comporterebbe un passo in avanti importante per la coalizione ulivista, presentando quel programma di governo che oggi non si vede; nel secondo, perché l'opposizione sarà costretta al naufragio.

Roma, 19 gennaio 2004 (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

nuvolarossa
29-04-04, 11:50
Rutelli e l'Iraq

di Davide Giacalone

Francesco Rutelli torna a parlare di Iraq, e lo fa con parole sagge, che è bene mettere in rilievo. Fra qualche giorno quel che resta di ragionevole, poco, nel nostro dibattito politico, sarà inghiottito dal gorgo delle elezioni europee, ma ciò che succede in Iraq non seguirà i tempi ed i capricci della campagna elettorale.

Proprio per questo le parole di Rutelli sono importanti.
Egli sostiene: a. ritirarsi dall’Iraq, seguendo l’esempio spagnolo, sarebbe del tutto dissennato, sia per quel che succederebbe in quel Paese, sia per le ripercussioni sulla dignità del nostro; b. ribadendo la scelta di restare l’Italia aumenta il suo peso nei confronti degli Stati Uniti e deve mettere a frutto questa sua maggiore importanza. Due cose entrambe condivisibili.
La prima, relativa alla scelta di restare in Iraq, spacca la sinistra, dove sono presenti forze, tutt’altro che irrilevanti, che premono per un immediato ritiro. Il segretario dei ds, e portavoce del listone unitario, Pietro Fassino, ha mostrato di non essere del tutto saldo sulle sue posizioni politiche (simili a quelle di Rutelli) e di subire fortemente il condizionamento di chi non resiste al fascino dell’antiamericanismo. Ragione di più per offrire a Rutelli una sponda di serietà e di dialogo.
La seconda cosa, relativa alla migliore posizione negoziale dell’Italia verso gli Stati Uniti, dovrebbe essere colta, dalla maggioranza, come una pepita d’oro, specie alla vigilia dell’arrivo di Bush. Il guaio, però, è che il nostro bipolarismo smandrappato, il nostro maggioritario da burletta, finisce con il premiare, da una parte e dall’altra, chi spreca le occasioni di dialogo e convergenza, buttandosi a corpo morto su tutte le ragioni di rissa e polemica.
Così a destra si rimprovererà a Rutelli di rimanere al fianco di comunisti, no global e pacifisti vari; mentre a sinistra si rimprovererà al governo l’originaria scelta di schierarsi al fianco degli americani, mettendo piede sul martoriato territorio iracheno.
Certo, sono gli uomini a fare la storia, non certo i meccanismi istituzionali, anch’essi frutto della volontà umana. Ma, anche in questa crisi, anche in questa dura pagina di politica internazionale, si dimostra che, al di là della stoffa degli uomini, è il nostro sistema istituzionale a perdere colpi. Chi fa politica dovrebbe sapere che a questa priorità non si sfugge, giacché la situazione non cambierebbe se le parti fossero invertite.

Davide Giacalone
giac@rmnet.it
......................................
tratto dal Portale di Nuvola Rossa
http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=188
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/CARMELA.mid

brunik
29-04-04, 12:10
Originally posted by pergola2000@yahoo.it 09.06.2002
Rutelli che ha già avuto la lettera di licenziamento dai Ds, secondo la ben nota profezia del marzo dell'anno scorso, ha avuto una mano dal Mister del Labour Blair e si trova nel Buckingamshire, da quello che si legge, forse ha trovato una "terza via" solo per lui, perchè riciclarsi è sempre più difficile, però comincia ad animalizzarsi politicamente.
I ds avranno giorni duri, già la "macchia di leopardo" margherita comincia a chiedere sindaci a tutto spiano, quindi ci sarà un futuro di battaglie per le prossime aministrative.
Ciao.

Quando il Pergola profetizza c'è solo da prendere appunti, amici.

brunik
29-04-04, 12:17
http://brunik.altervista.org/foto/rutelli.jpg

nuvolarossa
29-07-04, 19:43
L'Ulivo a Boston

Fassino e Rutelli sono pronti ad abbandonare le bandiere pacifiste

Non stupisce la reazione di parte della sinistra italiana, correntone Ds in testa, alle dichiarazioni rese a Boston da Piero Fassino e Francesco Rutelli, per i quali la svolta richiesta sarebbe la vittoria di Kerry alle presidenziali: questa sarebbe sufficiente di per sé ad un diverso atteggiamento dell'Ulivo nei confronti della presenza militare italiana in Iraq. I democratici americani hanno infatti sostenuto l'intervento del presidente Bush in Iraq e pensano a rafforzare la presenza militare in quel Paese, coinvolgendo l'Onu, esattamente come vorrebbe fare l'amministrazione attuale della Casa Bianca. Dov'è allora la differenza? Kerry non è Zapatero. Kerry è un veterano del Vietnam ed era favorevole all'intervento in Iraq nel ‘91, ed in quell'anno avrebbe ritenuto necessario disfarsi di Saddam, senza concedergli la seconda chance che Bush senior gli offerse per compiacere il presidente russo Gorbaciov e le sue velleità mediatorie. Ci sarebbe quindi da credere che Kerry alla Casa Bianca l'anno scorso avrebbe aperto lo stesso contenzioso di Bush con l'Onu: quindi le differenze fra Kerry e Bush sull'Iraq concernono la sola gestione del dopoguerra. Ma neanche troppo, se si pensa che l'amministrazione statunitense, dopo Abu Ghraib, ha di fatto sospeso il ministro Rumsfeld ed accelerato il passaggio dell'autorità dei poteri al nuovo governo Allawi. Tant'è che dalle sue puntuali cronache bostoniane per l'"Unità", Fassino riproduce i dubbi della democratica Stetson sulla disponibilità dell'Europa a condividere con una presidenza Kerry le nuove responsabilità. Come l'onorevole Folena, anche noi non capiamo in cosa consisterebbe la differenza nel gestire la situazione, vista la posizione di Chirac. E' in Francia, al più, che occorrerebbe una svolta.

Di conseguenza siamo ritenuti a credere che l'assenza di collaborazione con la politica Usa in Iraq tenuta dalla nostra sinistra, contraria alla partecipazione militare italiana al dopo - conflitto, sia dettata unicamente dalla ragione politica, che prevede un'opposizione al fronte conservatore Usa guidato da Bush e dunque non concerne il merito della questione irachena: questa ne è semplicemente uno strumento. Scelta che riteniamo perlomeno singolare, visto che il problema della sicurezza internazionale è lo stesso per i repubblicani quanto per i democratici. Questi ultimi forse si sarebbero concentrati di più sull'azione in Afghanistan, ma non hanno dubbi di sorta sul mantenere le truppe e coinvolgerne altre di diversa nazionalità nei frangenti attuali. Ci chiediamo quindi se sia stato responsabile l'atteggiamento tenuto finora dagli onorevoli Fassino e Rutelli, sacrificando una ragione condivisa al semplice interesse di voler sostenere la parte degli Stati Uniti che è loro più cara.

Soprattutto pensando che, se domani Bush venisse riconfermato, la nostra sinistra assumerebbe una posizione sull'Iraq avversa anche a quella dei democratici, tornando sulla semplice posizione del disimpegno. Sono ovviamente decisioni gravi e a nostro avviso irresponsabili, poiché dettate solo da una logica di schieramento. Per cui non sapremmo se ha ragione Bill Clinton nel ritenere che Bush ha diviso l'America, ma saremmo certi nel sostenere che la nostra sinistra ha contribuito alla divisione del mondo occidentale in ragione non dei problemi da fronteggiare, ma delle sue simpatie.

Per il resto siamo convinti che le difficoltà che Bush ha incontrato in Europa le troverebbe anche Kerry, visto che certo Chirac non avrebbe maggiore simpatia verso un democratico piuttosto che verso un repubblicano. C'è poi la Spagna socialista, che non ha nessuna intenzione di riconsiderare la sua posizione.

Infine anche noi facciamo i nostri auguri ai democratici statunitensi, non solo perché tradizionalmente vicini all'impostazione politica di quel partito, ma per la particolare visione della politica internazionale che ci accomuna, essendo il partito democratico statunitense molto più sensibile e determinato nel riconoscere le ragioni della difesa dello Stato di Israele di quanto lo sia il partito conservatore statunitense. Ci sentiamo però in dovere di dare atto a Bush di aver saputo esercitare un ruolo comunque positivo nella questione israelo - palestinese, cosa che l'Europa, anche per il suo voto contro il muro all'Onu, ha rinunziato a dare.

Roma, 29 luglio 2004

nuvolarossa
05-08-04, 19:10
Intelligenza con il nemico

Mai riconoscere i meriti di questa maledetta coalizione

Se è il momento del coraggio, Rutelli ne ha mostrato, eccome. Basta vedere le reazioni, non proprio composte, che sono state indirizzate ad una sua semplice affermazione, dettata dal desiderio di dare un margine di certezza istituzionale al Paese e in base alla quale non tutto il lavoro dell'attuale legislatura è da buttare.

Intelligenza con il nemico? A nostro modesto avviso è semplice e comune buon senso, quello che occorre avere quando si fa parte della stessa nazione e si attraversano acque difficili. Noi Rutelli lo capiamo davvero. Ma cosa si pretende da lui? Ma lo vedono, i signori dell'opposizione, il comportamento di Kerry negli Usa? Come mai non dice una parola contro la guerra in Iraq, come speravano i pacifisti alla Furio Colombo? Eppure l'Iraq era il tema migliore per mettere Bush in un angolo e vincere le elezioni, no? Bene, perché Kerry ha senso nazionale, capisce cosa significa difendere l'interesse del proprio Paese e impostare una sfida politica per ciò che concerne il futuro più che il passato. Rutelli ci pare sia il solo, o quasi, dell'opposizione che comprenda aspetti di questo genere. Anche perché, scusate tanto, quale è il programma dell'opposizione in grado di dare delle certezze di modernizzazione all'Italia? Dov'è questo programma? E soprattutto, visto l'ampio spettro di posizioni, è davvero mai realizzabile? Forse nell'opposizione qualcuno se lo domanda, perché gli sforzi cerebrali dell'onorevole Amato, le chiare indicazioni anticapitaliste di Salvi, le utopie di Bertinotti ed il silenzio assoluto del professor Prodi, cosa hanno mai prodotto? L'esperienza minoritaria e radicale dell'onorevole Rutelli, esperienza di cui egli farebbe bene - oggi che si trova in un partito più grande e anche più confuso, di vaga ispirazione cattolica - ad essere molto orgoglioso, ha lasciato invece due tracce precise nella sua personalità politica, speriamo indelebili: servono risultati concreti e il riformismo. Una parola che non era proprio in voga nella sinistra italiana, salva la contestata esperienza craxiana, né tanto più oggi. Rutelli lo sa quanto noi. Per cui, viste le discutibili, discusse, ma comunque riforme, messe a punto da questo governo, non se la sente di dire: buttiamole all'aria in cambio del nulla. Perché il programma dell'Ulivo e anche le sue intenzioni (esclusa quella di far dimettere questo governo, che è fermissima) sono, e restano, il nulla.

Roma, 5 agosto 2004

nuvolarossa
09-09-04, 13:09
ULIVO/ BORDON: RUTELLI SI FERMI O SFIDI PRODI

09/09/2004 - 10:22

Basta con le ambiguità. Presidente vuole snaturare la Margherita

Roma, 9 set. (Apcom) - "Rutelli ha cambiato linea politica rispetto alla Margherita. E ora ha di fronte due scelte: riconoscere l'errore e superare questa sbandata oppure scendere in campo e presentarsi anche lui alle primarie". Willer Bordon, capogruppo della Margherita al Senato, da tempo critico verso alcuni atteggiamenti del leader del partito, interviene nelle polemiche innescate dall'intervento di Romano Prodi alla festa nazionale dielle.

Bordon chiede che si metta fine alle "ambiguità". "Per mesi - dice - è andata avanti una guerriglia sotteranea di logoramento nei confronti di Prodi. Adesso se c'è un altro progetto politico è venuto alla luce del sole" ed è quello di "spostare l'asse della Margherita, snaturandola, tornando alla vecchia idea di un centro alleato alla sinistra, con tanto di trattino". Se dunque Rutelli ha intenzione di modificare la linea del partito non basterebbe, secondo il capogruppo dielle, neppure un congresso straordinario perché "sarebbe come cambiare la natura repubblicana della Costituzione. La Margherita senza Prodi cesserebbe di esistere". Il problema non è dunque quello di un presunto asse tra il candidato premier e i Ds: "E' proprio la strategia di Rutelli - secondo Bordon - che rischia di regalare l'egemonia alla Quercia".

Bordon invita quindi Rutelli a manifestare apertamente, se ne ha, le sue "ambizioni personali", magari sfidando Prodi alle primarie: "Sempre meglio un confronto leale che mille piccoli conflitti nascosti. Scrivere una cosa nei documenti e poi lasciare filtrare il contrario". Bordon allude al colloquio tra Rutelli e Mastella alla festa dell'Udeur a Telese, raccontato da diversi giornali e poi smentito. Dunque meglio una sfida esplicita: "Come dice Prodi, nelle primarie può anche scorrere il sangue, ma poi si torna tutti a lavorare insieme. Non è galateo è una questione di linea politica. E poi - conclude - mi si perdoni la franchezza, ma è una partita dall'esito scontato".

copyright @ 2004 APCOM

nuvolarossa
06-12-04, 21:04
Caduta di stile inutile

I mercenari: sono sempre stati di sinistra, ma noi non li abbiamo mai considerati tali

Indipendentemente dalla caduta di stile - piuttosto inquietante - del professor Romano Prodi, quello che è certo è che se mai egli vincesse le elezioni, cosa di cui oggi abbiamo qualche dubbio in più, non sarà mai il presidente del Consiglio di tutti gli italiani, ma solo di una parte o, meglio ancora, di una fazione.

Se dovessimo giudicare come mercenari tutti coloro che in politica ricevono uno stipendio, la legione straniera, a confronto del nostro Paese, diverrebbe un’oasi di idealità romantica. A proposito un po’ meno di ipocrisia non guasterebbe.

Nel merito ci si indigna perché il presidente del Consiglio vuole pagare mille giovani di tasca sua per propagandare le idee di Forza Italia? Innanzitutto troviamo importante che li paghi lui e non li faccia assumere dallo Stato con un contratto a tempo indeterminato: cioè non che domani il militante di Forza Italia sia assunto a tempo pieno dalla pubblica amministrazione, per intenderci. Poi la vita degli individui è lunga, e anche per fare propaganda ci vuole una qualche vocazione, altrimenti si rischia di avere effetti fallimentari. Inoltre, sinceramente, Berlusconi non inventa nulla. La Democrazia cristiana di De Mita ed Andreatta nel 1987 finanziò 400 volontari per le medesime ragioni e non ci ricordiamo che il democristiano Prodi ebbe nulla da eccepire allora.

E’ vero invece che il Partito comunista italiano costruì le sue fortune degli anni ‘70 sul volontariato, sulla passione cieca ed autentica di centinaia di giovani, che magari spendevano di tasca loro per finanziare l’attività politica. E’ anche vero però che il riflusso di quell’onda entusiasta lasciò esangue negli anni ‘80 quel partito che dovette trovare argomenti un po’ più solidi per sostenere la sua iniziativa politica. Ad esempio ricordiamo la realtà di Catania, dove la Federazione repubblicana all’inizio degli anni ‘90, con il 18% dei consensi, contava due funzionari contro i settanta della federazione del Pci oramai Pds, che pure aveva solo sette o otto punti percentuali sopra il Pri.

L’opposizione farebbe bene quindi a concentrarsi sulla credibilità delle sue proposte alternative, evitando polemiche così dissennate che hanno solo l’effetto di aumentare la contrapposizione fra gli schieramenti e per motivi, fra l’altro, davvero futili e controproducenti.

Roma, 6 dicembre 2004

nuvolarossa
21-12-04, 10:54
Su Puglia, Basilicata e Lombardia decisioni a livello locale
Regionali, l'Ulivo non trova l'intesa

Prodi: «Ci ho provato. Occorrerà riflettere molto».
Tensione con Rutelli. Bertinotti molto soddisfatto: primarie vere

ROMA - L'Ulivo procede in ordine sparso in vista delle regionali. Il vertice convocato da Romano Prodi per definire le liste dei candidati alle prossime elezioni di primavera non produce l'accordo sperato. E al Professore non resta che prenderne atto e dichiarare laconicamente: «Ci ho provato». Monco della presenza, ampiamente annunciata, di Clemente Mastella, e di quella inattesa di Antonio Di Pietro, sostituto da Giorgio Calò, il vertice della Gad riunito a Piazza Santi Apostoli è finito dunque con un mezzo fallimento. Che lascia insoluti i tre rebus delle candidature in Lombardia, Basilicata e Puglia. Sulla Puglia ha dato battaglia, in particolare, Fausto Bertinotti che ha ribadito la volontà di Rifondazione comunista di puntare sul proprio deputato Nichi Vendola, osteggiato invece dai Ds.

LE LISTE - «Avevo sperato - commenta in una nota Prodi - che l'unità tra le forze che si erano presentate alle elezioni europee con la lista uniti nell'Ulivo si spingesse oltre e si traducesse nella decisione di presentarci con una lista unitaria anche alle regionali. In questa direzione - dice Prodi con una punta di amarezza - ho lavorato nelle poche settimane che ho avuto a mia disposizione da quando sono tornato. Questo non ha trovato l'accordo di tutti». Pertanto, continua il Professore, «i partiti della federazione dell'Ulivo hanno convenuto di affidare alle singole realtà regionali» la decisione finale e «sulla stessa base si deciderà se presentare nelle stesse regioni liste aggiuntive a sostegno dei candidati presidenti».

CLIMA TESO - In un clima che viene definito «molto teso» da uno dei partecipanti del vertice, la scelta finale di lasciare ai livelli locali la decisione sulla lista unitaria - scelta che viene spiegata quasi
come una archiviazione di fatto del progetto - non è piaciuta, non solo a Prodi, ma neanche a Ds, Sdi e Mre. Sul fronte opposto, si è schierato Rutelli deciso a demandare alle strutture regionali dei partiti la scelta finale. Da qui i malumori di Prodi che secondo quanto filtra dal vertice «l’ha presa male, molto male». E a Rutelli avrebbe replicato in modo «duro». Tutto questo, però, non è servito a cambiare le posizioni in campo e alla fine non è rimasto che prendere atto che un'intesa a livello nazionale è impossibile. Diversa, almeno a parole, la posizione di Rutelli che lasciando la sede dell'Ulivo ha commentato: «Sta andando tutto molto bene».
PUGLIA - Il candidato del centrosinistra per le prossime regionali in Puglia verrà scelto con le primarie: lo dice il segretario del Pdci Oliviero Diliberto lasciando la riunione tra i vertici del centrosinistra. Il tavolo incaricato di scrivere le regole per le primarie nazionali, spiega Diliberto si occuperà anche di stabilire le modalità delle primarie pugliesi. Rimane convocata l’assemblea dei grandi elettori della Puglia fissata per mercoledì, ma "non dovrebbe essere quella la sede in cui si sceglie il candidato", spiega Diliberto. Insomma, le primarie vere e proprie dovrebbero essere quelle «allargate» che ha chiesto Fausto Bertinotti. Diliberto aggiunge inoltre che "non si è parlato di Basilicata perché non c’era Mastella, stanno lavorando gli sherpa".

BERTINOTTI MOLTO SODDISFATTO - «Siamo molto soddisfatti, mi sarebbe piaciuta una candidatura di Nichi Vendola universalmente accettata, ma avere trasformato una difficoltà e un rischio di crisi in un' opportunità che alimenta la pratica democratica attraverso le primarie vere, mi pare un passaggio di grande importanza»: lo ha detto Fausto Bertinotti al termine del vertice della Gad sulle candidature.
A chi gli domanda se la crisi sia rientrata, il leader del Prc replica: «C'è la democrazia: come sempre io penso che la democrazia è un bel concorso alla soluzione dei problemi». Bertinotti ha precisato che «saranno primarie vere» e si faranno a metà gennaio, dopo che mercoledì i grandi elettori avvieranno le procedure per decidere le modalità con cui far svolgere le primarie. Secondo Bertinotti, questa soluzione delle primarie si potrebbe anche adottare anche per gli altri due casi aperti della Basilicata e della Lombardia.

PRODI, OCCORRERA' RIFLETTERE - «Sulla mancata unità della Federazione dell' Ulivo occorrerà riflettere profondamente, sulle responsabilità mie e altrui, ed io rifletterò profondamente» ha detto Romano Prodi. «Per l'unità dell' Ulivo non era certo questo che ci chiedevano gli elettori di Milano», ha sottolineato ricordando la manifestazione in cui esortò il centrosinistra ad essere unito.
20 dicembre 2004 - Corriere.it

nuvolarossa
22-12-04, 15:13
Guerra botanica a sinistra

di Arturo Diaconale

Romano Prodi minaccia che rifletterà attentamente sul fallimento delle liste unitarie alle regionali. E, come conseguenza immediata, i suoi più stretti collaboratori disertano il vertice della Margherita convocato proprio per fare il punto della situazione dopo l’esito negativo della riunione di piazza Santi Apostoli. Sulla base di queste due vicende non ci vuole un particolare acume nel pronosticare quale potrà essere la conseguenza principale della futura riflessione del “professore”. Cioè lo scoppio di una guerra intestina nella Margherita che sembra destinata ad assumere l’aspetto del conflitto senza quartiere. Quello in cui chiunque vince ha come regola di non fare prigionieri.

Lo scontro apparentemente è a due, cioè tra Prodi e Francesco Rutelli. Nei fatti è a tre. La partita riguarda anche Franco Marini ed il suo gruppo degli ex popolari per nulla intenzionati ad accettare la supremazia di un dossettiano antidemocristiano o di un ex radicale.
Su questi tre contendenti grava un destino decisamente tragico. Non solo sono destinati a scannarsi tra di loro. Ma chiunque riuscirà a spuntarla passando metaforicamente per le armi i due soccombenti, dovrà vedersela con il vero antagonista. Che non è Silvio Berlusconi o un qualsiasi altro esponente del centro destra ma il partito dei Democratici di Sinistra.

In questa prospettiva la guerra intestina della Margherita è solo la parte iniziale e limitata di un conflitto di durata ed ampiezza molto più vaste in cui la posta in palio è la leadership reale del centro sinistra. Fino a quando potrà andare avanti la guerra botanica tra margherite e querce? Se fosse iniziata all’indomani della sconfitta elettorale del 2001 si sarebbe probabilmente conclusa nei primi anni della legislatura. Il vincitore sarebbe oggi il leader incontrastato dell’opposizione. Ed il centro sinistra potrebbe battersi ad armi pari con il centro destra di Silvio Berlusconi.

Ma all’indomani della sconfitta elettorale i dirigenti dell’opposizione hanno preferito tappare con il nome di Prodi il vaso di Pandora delle proprie divergenze. Ora il tappo è saltato, la lotta per la leadership si è finalmente aperta ma la legislatura è entrata nella sua fase conclusiva ed in tempo che manca alla scadenza elettorale non basta a far finire la guerra intestina. Sul futuro del centro sinistra si profila allora una nuova sconfitta. Per accelerare un processo di chiarimento che ha come sbocco obbligato la liquidazione di Prodi, Rutelli e Marini a solo vantaggio dei Ds a loro volta destinati a vedersela con Fausto Bertinotti e la sinistra antagonista. Ma questo è un altro discorso per una ulteriore e successiva sconfitta!

Arturo Diaconale
diaconale@opinione.it

la_pergola2000
23-12-04, 02:31
A proposito di profezie si vada a rileggere quello che scrivevo il 30 agosto 2002, non mi piace rivangare il passato, ma per Prodi doveva essere dura fin da allora.
Qualcuno si curi di Brunik che in questi giorni deve passarla brutta.
Ci siamo sempre preoccupati per lui ora più che mai.
L'articolo di Diaconale è sulla notizia, si vede che non conosce i ds, Marini, De Mita e soprattuto Mastella.

la_pergola2000
23-12-04, 02:33
Sono sempre i ds che regolano tutto.
Loro non sbagliano mai fanno sbagliare gli altri, per poi metterci il carico da 11.

Garibaldi
29-12-04, 13:21
Ma ogni tanto mi chiedo ma che cazzo centra Rutelli con la Margherita ????????'''
Ma che cazzo ci sta a fare con tutti questi baciapile!!!!!!
Ma vientene nel Pri, se hai un po di orgoglio!!!!

kid
29-12-04, 13:40
ci ha piccole ambizioni.

nuvolarossa
17-01-05, 22:30
Sozialism kaputt

A Fiesole Rutelli squarcia il velo di omertà sulla questione ideologica

La socialdemocrazia occidentale è entrata in crisi irreversibile nell’89, con la caduta del muro di Berlino. Se ne accorse lo stesso Craxi quando lesse su un frammento del muro di Berlino la frase "sozialism kaputt", e tutti i partiti socialisti occidentali cercarono delle risposte congrue a questa intuizione, ed impedire, così, che il morto trascinasse nella fossa il vivo. Ecco i Blair, gli Schroeder e a suo modo Zapatero: tutti leader che hanno cercato di recuperare elementi liberali nella loro azione politica. La situazione italiana era molto più arretrata e tale è restata con un Psi finito subito fuori gioco e un Pci che faticava ad approdare alla sponda socialdemocratica e che nemmeno ha digerito i tentativi di superamento della sua tradizione veterocomunista, da Togliatti a Berlinguer.

Se davvero l’onorevole Fassino e compagni ritenessero la socialdemocrazia un punto di riferimento politico, si chiamerebbero socialdemocratici.

Il fatto che abbiano provato almeno tre nomi dopo il Pci senza mai pensare di assumere quello in cui si riconoscono i più grandi partiti della sinistra continentale, fa pensare che siano gli stessi Ds a non credere - come non hanno mai creduto da comunisti - nel futuro di una tradizione politica che era stata da Togliatti equiparata al fascismo. Senza contare nei tempi più recenti l’avversione per lo stesso Craxi, tale da far dire all’onorevole D’Alema in un incontro con il leader socialista francese Jospin - che lo invitava a chiamare il suo partito con l’appellativo socialista - che in Italia il termine in questione era impronunciabile.

Rutelli a Fiesole ha avuto il coraggio di squarciare il velo dell’omertà sulla questione ideologica che paralizza la sinistra italiana.

Peccato, poi, che si sia spaventato per quello che ha visto, tanto da ritrattare immediatamente. Ma è anche importante dire ogni tanto le cose che si pensano, e crediamo che gli italiani abbiano capito cosa davvero pensi l’onorevole Rutelli.

Da una parte egli ricorda che la Margherita è nata anche per dare sviluppo alle tradizioni non socialdemocratiche del nostro Paese, dall’altra finge di dimenticare che la conflittualità fra queste tradizioni è stata molto elevata per poter raggiungere un’alleanza organica con i socialdemocratici.

Infine ricorda - a nostro avviso a ragione - che in ogni caso non vi sono le condizioni per costruire un unico partito.

Roma, 17 gennaio 2005

nuvolarossa
21-01-05, 18:26
IL CARRIERISTA NAZIONALE E LA SOCIALDEMOCRAZIA

Francesco Rutelli, il Cicciobbello nazionale, che preferirei definire il Carrierista d'Eccezione, ha sparato le seguenti parole: "per vincere le elezioni occorrerà dire no alla socialdemocrazia, che ha esaurito la sua funzione".
E Rutelli invece? Non ha esaurito la sua funzione? Secondo me sì, e pure Mortadellone Prodi. Due candidati triti e ritriti ripropinati agli elettori del centrosinistra ad ogni tornata elettorale.
Ha ragione l'amico Alessandro D'Ovidio, coordinatore del Psdi di Lodi, che sul sito della Voce Socialista (http://socialisti.brinkster.net) scrive a grossi caratteri:
"GRAZIE RUTELLI,
CON LE TUE DICHIARAZIONI HAI FATTO CAPIRE A NOI TUTTI CHE I PARTITI FINTI, QUELLI INVENTATI DAI GIORNALI, DAI SALOTTI DEL POTERE, HANNO UNA CASA MA NOI SOCIALDEMOCRATICI ABBIAMO I MILITANTI.
OGGI TI DICIAMO CHE AVVERTIAMO L'ESIGENZA DI SOCIALDEMOCRAZIA E NON DI AMMUCCHIATE SENZA IDEE E SENZA STORIA."
Alex coglie nel segno: i grandi partiti di oggi sono senza storia e non hanno nessun entroterra culturale a cui riferirsi.
Fa presto Rutelli a parlare di Ulivo come di sintesi fra la cultura cattolica, liberaldemocratica ed ambientalista. L'Ulivo (o Gad o Fed o come cappero la chiameranno) è, nei fatti, un coacervo di tutto e del contrario di tutto con all'interno cattocomunisti, rosso-verdi, dipietrini e qualche scheggia laico liberalsocialista (succube).
Dall'altra parte le cose non cambiano. Che significa "Forza Italia""? E' uno slogan calcistico. Niente di più.
E' inutile che il Berlusca e Cicchitto ci propinio la solita pippa del: "Forza italia è un grande movimento politico di sintesi fra i laici, i socialisti, i repubblicani e i liberali". Forza Italia è semplicemente la nuova Dc allargata a dipendenti di Mediolanum e Publitalia e a qualche "laico" senza coraggio di affermare la propria identità.
Oggi la politica è assoggettata all'economia ed ai Poteri Forti. E le identità politico-culturali sono pressoché annullate.
Questa è anche conseguenza del tanto decantato Pool di Mani Pulite e delle sue inchieste a senso unico.
Io sono un giovane di ventisei anni che crede ancora in parole come Liberalsocialismo, Socialdemocrazia, Repubblicanesimo, Anticlericalismo. E non ci credo per motivi familiari in quanto nella mia famiglia, escluso il sottoscritto, nessuno si è mai occupato di politica.
Ci credo perché da quando ero ragazzino ho sentito il bisogno di esprimere alcuni valori che serbavo nel cuore: giustizia sociale, lotta alla conservazione, affermazione di diritti ed istanze individuali. E ho sempre amato figure storiche quali Garibaldi, Mazzini, Turati... E poi crescendo ho avuto modo di leggere (trovandone alcuni a fatica) gli articoli di un giornale laico-liberale del dopoguerra che non esiste più da decenni: "Il Mondo" di Mario Pannunzio.
L'identità, insomma, la voglio mantenere! Senza storia credo che non si vada da nessuna parte. E se le radici storiche ed i principi di ciascuno sono saldi e si ha motivo di esserne fieri si deve avere il coraggio di gridarlo ai quattro venti. Anche a costo di venire tacciati per "Socialisti d'antan", "Anticlericali d'antan" o simili.
Sarà anche retorica, ma penso che renda bene l'idea: solo chi viene da lontano può andare lontano.
Gli altri, i Polulivisti, non vengono e non vanno da nessuna parte.

Luca Bagatin

.............................
tratto dal Gruppo "I Repubblicani"
http://it.groups.yahoo.com/group/Repubblicani/

brunik
22-01-05, 02:54
Minchia: Il "cicciobello", il "mortadellone", i "polulivisti": ma dove me li trovate gli opinionisti del 2000, amici repubblicani, in allegato alla Padagnia, il giornale del pirla del Nord?

Come siamo caduti in basso.

nuvolarossa
26-01-05, 00:55
Dibattito bipartisan sulla politica estera/Confronto con Rutelli e "Il Riformista"

Anche nell’opposizione c’è chi è amico dell’America

"Siamo da sei mesi in exit strategy da parte di tutta la comunità internazionale. Ora si tratta di definire questa uscita gradualmente, rispetto all’assunzione di potere da parte delle autorità irachene. I modi secondo cui si farà devono essere il più possibile assunti dalla comunità internazionale sotto l’egida dell’Onu’’. Lo ha detto il leader della Margherita, Francesco Rutelli, intervenendo al dibattito con Giorgio La Malfa, organizzato lunedì a Roma dal "Riformista" e dalla "Voce Repubblicana", rispondendo ad una domanda del direttore de "Il Riformista", Antonio Polito, sul ritiro delle truppe italiane dall’Iraq. "Il calendario del 2005 in Iraq è delicatissimo", ha detto Rutelli, "ci sono le elezioni, la Costituzione e la ratifica della Costituzione e cosi via. Nessuno può disporsi, in questa situazione, con la mentalità del tanto peggio, tanto meglio. Sarebbe negativo per tutti’’.

La Malfa, da parte sua, ha espresso pubblico apprezzamento per le dichiarazioni dell’onorevole Rutelli, volte a concordare il ritiro dei militari italiani con gli altri Paesi occidentali impegnati in Iraq, rispetto a chi nel suo schieramento è per il ritiro unilaterale ed immediato delle truppe.

Rutelli e La Malfa si sono mostrati in sintonia sul concepire la comunità occidentale una sola entità che salda le due coste dell’Atlantico; il presidente del Pri si è detto ovviamente compiaciuto del fatto che Rutelli voglia attenuare il contenzioso che ha segnato gli Usa e l’Europa in questi anni. Piuttosto ha messo in guardia Rutelli da chi, all’interno della sua alleanza, concepisce l’Europa soltanto come antagonista degli Usa. E ha citato in proposito Gustavo Zagrebelsky, che è un punto di riferimento per i Ds, non per gli estremisti di sinistra. Anche in questo caso il cruccio di La Malfa è dato dal fatto che l’attuale sistema elettorale impedisca un’azione politica comune fra forze che pure sanno trovare punti concordi nell’affrontare vari problemi. Il leader della Margherita, che ha subito troppe polemiche nei suoi propri confronti per volerne alimentare altre, non ha fatto commenti di sorta su un passaggio di questa rilevanza politica.

Il segretario del Pri, Francesco Nucara, qui nella veste di direttore della "Voce Repubblicana", da parte sua ha auspicato che il confronto politico fra Pri e Margherita, iniziato positivamente sulla politica estera, possa trovare altri momenti interlocutori, come ad esempio sui temi del Mezzogiorno e quindi sulla politica economica. Per La Malfa si sfonda una porta aperta: "Serve uno schieramento più largo’’ di quello dell’attuale centrodestra, al fine di adottare iniziative volte allo sviluppo. "Questa politica di sviluppo - ha detto La Malfa - non può che venire da una maggioranza più larga rispetto a quella del governo Berlusconi". E La Malfa pensava esplicitamente alla Margherita. Secca la risposta di Rutelli: "Noi con Berlusconi non veniamo’’. Eppure egli ha condiviso la necessità di puntare sulla crescita, anche attraverso una revisione del Patto di stabilità europeo. "Serve - ha detto, usando proprio una formula cara al presidente del Pri - che sia anche di stabilità e di crescita". Inoltre Rutelli ha lanciato la sua proposta: "Un grande dibattito italiano su come attuare nella politica italiana la strategia di Lisbona’’. Il leader della Margherita resta interessato ad avere un voto che unisca forze di opposizione a frange della maggioranza su alcuni temi concreti, dalla legge sul risparmio a quella sul diritto fallimentare. "Sarei già molto contento - ha detto - se riuscissimo a fare insieme la legge sul risparmio, confermando il voto sia alla Camera che al Senato. E anche sul diritto fallimentare. L’impegno riformatore in alcuni casi può accomunare anche quelle frange di maggioranza che si trovano a disagio per l’approccio dirigistico della CdL". Poi in futuro, chissà. Qualcuno fra il pubblico nota che, in fondo, Berlusconi ha tanti pregi, ma non è eterno.

nuvolarossa
08-02-05, 23:49
La Margherita si interroga

Se Rutelli riconosce il voto in Iraq come la svolta richiesta

Ancora una volta, per ciò che concerne la questione irachena, dall’onorevole Rutelli sono giunte parole di responsabilità pienamente apprezzabili. Del resto la fase della guerra è superata ed in Iraq, dopo il voto, c’è un governo legittimo secondo i criteri democratici, che va aiutato, anche e soprattutto attraverso il concorso della presenza militare. Sappiamo che sarebbe troppo chiedere all’opposizione di riconoscere che se vi è una speranza democratica per il popolo iracheno, questo è grazie alla guerra unilaterale americana. Ci basterebbe che fossero disposti a difendere questo miracolo inspiegabile degli otto milioni di iracheni nelle urne, senza attendere la morte naturale di Saddam Hussein e la decadenza del suo regime. Crediamo in realtà che la Margherita sia in grado di capire tutto questo da sola, grazie all’onorevole Rutelli, e nonostante alcuni argomenti vetusti che pure sono circolati nella loro assemblea di ieri. Confidiamo poi che i comunisti iracheni, che sostengono il governo Allawi, spieghino ai comunisti italiani ed affini che, grazie all’intervento americano, la libertà è possibile. Sarebbe per lo meno curioso che la sinistra irachena, d’un balzo, si mostri più all’avanguardia di quella italiana, no-nostante che anch’essa sia passata positivamente attraverso una guerra di liberazione americana molto più lunga e cruenta di quella che pure ha colpito l’Iraq. I Ds, che al loro congresso hanno omaggiato i partigiani, hanno riconosciuto che i resistenti sono proprio il popolo iracheno che si è presentato compatto alle urne. Anche questo è un riconoscimento importante, soprattutto rispetto a chi glorificava della patente di resistente l’esponente di al Qaeda, al Zarqawi. Servono però delle prese di posizione conseguenti a questa riflessione.

Non disperiamo in una svolta per il centrosinistra italiano sulla questione internazionale. I tempi però sono importanti, e sostenere il rifinanziamento della missione militare italiana dopo tante polemiche inutili, sarebbe il maggior contributo che potrebbe provenire dall’opposizione, per consolidare il processo di democratizzazione in quell’area e per mostrare un paese finalmente compatto nell’assumersi degli impegni e degli oneri sul fronte della politica estera.

Qualcosa si sta muovendo, occorrerebbe un po’ più di coraggio.

Roma, 8 febbraio 2005

nuvolarossa
13-02-05, 11:09
Iraq e Pannella Le patate che scottano

IL PUNTO di Enrico Pirondini

Chi vincerà le Regionali (3-4 aprile), vincerà poi le Politiche. Così è stato in passato, così potrebbe essere anche stavolta. Su questo convincimento, destra e sinistra sembrano pensarla allo stesso modo, al punto che la campagna per le prossime urne è più in fibrillazione di quanto non sembri. E su due questioni in particolare c’è battaglia, quasi che il destino degli schieramenti dipenda da questi due ispidi passaggi. Da queste forche caudine. Ê Voto sull’Iraq. L’invio di militari italiani in Iraq (deciso dal Parlamento il 15 aprile 2003) è una patata che scotta: il Governo cerca ora la più ampia convergenza possibile sul rifinanziamento della missione; ed è deciso a non mollare, pena l’accusa di cialtronaggine da mezzo mondo. Non solo: ma più tiene duro, più mette in difficoltà l’opposizione che in politica estera è spaccata. La sinistra radicale (Rifondazione, Pdci, Verdi e correntone Ds) è nettamente orientata per il «no», contro «l’inciucio con un governo irresponsabile» e, a sua volta, tiene duro non solo in nome della propria coerenza, ma anche per lustrare la propria posizione. Il resto della compagnia nicchia, specie in casa Fassino, dove il dilemma è interpretato come corollario del profilo da partito di governo, emerso dal congresso. L’Udeur di Mastella propende per l’astensione, l’ex premier Lamberto Dini non esclude un voto diverso da quello di Bertinotti. Prodi invoca unità pensando alle urne. Alla fine, vedrete, prevarrà il «no»: una argomentazione ufficiale si trova sempre. Cambiare linea sull’Iraq, alla vigilia delle urne, significherebbe andare all’appuntamento divisi. L’opposizione non se lo può permettere. La patata che scotta sarà ingoiata: la vittoria val bene un bruciore. Ë I Radicali. Da giorni, astutamente e a costo zero, Marco Pannella offre le sue grazie e i suoi voti ai due poli. La scenetta è sotto gli occhi di tutti, a volte è persino esilarante. Il leader radicale ha buttato l’amo durante il comitato nazionale del partito (8 gennaio) dicendo, senza alcun imbarazzo: «Credo sia necessario proporre una intesa a Berlusconi o, in carenza, a Prodi». Da allora è stato un teatrino, il laicismo è finito al centro della discussione politica, Pannella ha reso decisivi i suoi pochi voti. Solo Lega, Mastella e qualche capitano di An non hanno partecipato all’asta. Gli altri, chi più chi meno, sono stati uno spasso. Persino Bertinotti è stato visto davanti alla bottega di Pannella anche se - questo va detto - non ha ancora trovato il coraggio di entrarci. Gavino Angius ha bollato la «politica dei due forni» di Pannella, usando lo stesso conio andreottiano un tempo dedicato ai Craxi-boys; ma di più, non ha detto. Come al solito. Leggendo però sull’Unità, l’appello alla accoglienza, firmato da 150 parlamentari del centrosinistra, mi vien da dire che la banda Pannella ha già vinto. Questa corsa, da destra e da sinistra, ad allearsi con loro, è lo specchio fedele della nostra classe dirigente. Questo comunque passa il convento. E siamo appena alle Regionali. Ma se il vero piatto, come si dice, saranno le Politiche del prossimo anno, prepariamoci a vederne di tutti i colori

nuvolarossa
16-02-05, 19:13
Romano Prodi a Parigi come Franti

di Arturo Diaconale

Non si capisce bene cosa sia andato a fare a Parigi il leader dell’Unione Romano Prodi. Ad omaggiare Chirac? A chiedergli aiuti i sostegni per la campagna elettorale delle europee e delle politiche del prossimo anno? Ad infornare il presidente francese delle polemiche sull’Irak che lacerano il centro sinistra italiano? Sui motivi che hanno spinto il “professore” a recarsi all’Eliseo mancano informazioni precise. In compenso si conosce fin troppo bene il contenuto del discorso che Chirac ha fatto al capo dell’opposizione italiana. L’Italia è uscita dal gruppo di testa dell’Europa. Il suo posto è stato preso dalla Spagna. E la ragione di questa uscita è la posizione assunta sul patto di stabilità e sulla guerra in Irak.
Qual è stata la reazione di Prodi alle secche affermazioni del Presidente francese? Il “professore” ha incassato e se n’è tornato a casa con la convinzione di aver conseguito l’importante risultato di aver convinto Chirac a schierarsi dalla sua parte nella grande battaglia contro l’odiato Silvio Berlusconi.
Nessuno, ovviamente, avrebbe preteso che di fronte alla soddisfatta comunicazione del declassamento dell’Italia ad opera del tripartito franco-germanico-spagnolo il leader dell’Unione avesse mosso qualche obiezione. Magari sollecitando la promessa che in caso di vittoria del centro sinistra la posizione subordinata del nostro paese potrebbe essere rivista. Non si può pretendere coraggio da un replicante di Don Abbondio. Ma il sorriso soddisfatto da cornuto e contento l’avrebbe potuto anche risparmiare. Per la semplice ragione che l’accettazione passiva della spiacevole comunicazione di Chirac non è un fatto personale del privato cittadino Prodi in visita al Presidente della repubblica francese. E neppure una questione riservata del leader della coalizione di partiti italiani che si riconoscono nel centro sinistra. E’ una questione nazionale, che tocca tutti. Prodi è liberissimo di seguire i propri istinti masochistici nei confronti dei francesi e dei tedeschi. E’ anche padronissimo di mettersi al servizio dell’uno o dell’altro vestendo i panni del servo tontolone. Ma deve anche rendersi conto che il ruolo di leader dell’opposizione impone di mantenere un minimo di dignità nei confronti di chi con tanta soddisfazione tratta a pesci in faccia il nostro ed il suo paese. E’ proprio certo il “professore” che gli elettori del centro sinistra vogliano farsi considerare dei servi sciocchi a Parigi, a Berlino ed a Madrid? Qualche dubbio in proposito lo nutre lo stesso Prodi. Non a caso si è rifiutato di riferire la parte più informale delle parole del presidente francese facendo capire che Chirac non si è limitato ad annunciare il declassamento dell’Italia ma è stato molto più duro.
E Prodi come ha reagito? Come Franti, ha sorriso!

nuvolarossa
03-06-05, 16:41
Per l’Ulivo sì, per Prodi mica tanto. Giuliano Amato è l’asso nella manica?

Giuliano Amato candidato premier e Romano Prodi al Quirinale. Secondo il quotidiano telematico “Aprileonline”, una parte della Quercia starebbe pensando al “dottor sottile” come candidato alla politiche del 2006. Secondo quanto scrive il quotidiano, Amato sarebbe “sponsorizzato”, come alternativa a Prodi , dal capogruppo Ds al Senato Gavino Angius e da diversi esponenti “riformisti” (Macaluso e Peppino Caldarola) e “liberal” (Enrico Morando, Umberto Ranieri). Amato, sostiene “Aprile”, “avrebbe il compito di sostituire Prodi come candidato premier e stoppare così l'ascesa di Walter Veltroni, unica, finora, alternativa al Professore di Bologna”. Se ne sarebbe parlato ai festeggiamenti per gli 80 anni di Alfredo Reichlin che si sono svolti giovedì scorso. La “carta Amato” spunterebbe in caso di degenerazione dello scontro tra Prodi e Margherita. Il profilo del “dottor sottile”, secondo Aprile potrebbe andare incontro alle esigenze dei cattolici della Margherita: “Laico, disposto a trattare sulla fecondazione assistita, antiaborista, favorevole al partito unico ma contrario all' 'ulivetto'”. Quanto a Prodi, secondo le indiscrezioni di Aprile potrebbe essere dirottato sul Quirinale: ''Guarda caso, Giuliano Amato è sempre stato la carta che i riformisti intendevano giocare per il Colle: adesso si prefigura uno scambio di ruoli”.

leggi l'articolo (http://www.opinione.it/pages.php?naz=naz&key=art&edi=125&id=2492)

nuvolarossa
04-06-05, 13:14
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
... Sono sempre i ds che regolano tutto ... Loro non sbagliano mai fanno sbagliare gli altri, per poi metterci il carico da 11 ... ... caro pergola2000@yahoo.it ... quanto dici e' cosa saggia e vera .. noi Repubblicani lo abbiamo esperimentato sulla nostra stessa pelle ed e' uno dei motivi per cui li abbiamo "lasciati cuocere" nel loro olio di sansa ... ma sembra che .... dai e ridai ... anche Rutelli e la Margherita l'abbiano, finalmente, capito ... restano gli analfabeti degli ex assieme ad altri bischeri sciolti a non averlo ancora capito ...
Premetto subito che la decisione di Rutelli di non andare a votare il 12-13 giugno per i Referendum ... e' una decisione che non condivido e deploro ... tanto piu' che viene da uno che in origine era di scuola laico-radicale .. pero', analizzandola in chiave politica, credo di capire che questa mossa abbia solo lo scopo di acuire i contrasti tra Ds e Prodi .... perche' costringe Prodi ad uscire allo scoperto sullo stesso argomento .... acuendo cosi' i contrasti con Fassino e company ... oppure continuare a nascondersi sulle spiagge delle isole greche in compagnia del Minotauro ... facendo ancora cosi' "franare" ai minimi termini la credibilita' residua ... pur di non incrinare il suo "patto d'acciaio" con Bertinotti e l'ala piu' massimalista dell'Unione dei Disuniti ....
In buona sostanza .. questa di Rutelli e' uno sgarbo a Prodi e a Fassino ... ed un dito medio alzato al cielo ... per la sinistra estrema ... e, secondo me, potrebbe anche essere il giro di Boa della Margherita per avvicinarsi al Governo del Paese in alleanza con la Casa delle Liberta' .....

Un fraterno saluto ... mazziniano ....




.

nuvolarossa
09-06-05, 15:03
Originally posted by brunik
.... Minchia: Il "cicciobello", il "mortadellone", i "polulivisti": ma dove me li trovate gli opinionisti del 2000 ...
Caro Brunik ... noi Repubblicani stiamo attenti a tutti quelli che, pur in disaccordo o in accordo con il nostro pensiero di democratici riformisti, hanno qualcosa da dire e lo difendono con coerenza ...
Abbiamo ad esempio sostenuto, in questi giorni, che lo strappo di Rutelli poteva essere letto come una "chiarificazione" necessaria dello scenario politico italiano, soprattutto in rispetto del Popolo elettore che gia' ha indigesta la politica e .. rendergliela ancora piu' fumosa e' dannoso e qualunquistico ...
Ci sembra che, da opposta posizione, sia anche il pensiero di Emanuele Macaluso che, in questi giorni, ha attaccato Prodi e difeso Rutelli ... certo lui lo fa e lo dice con il carisma di uno che sa di essere una bandiera del post-comunismo ... pero' e' coerente con i suoi principi e non segue la "moda" dei suoi alleati di centro-sinistra nello "sputtanare" la presa di posizione politica del leader della Margherita ...
Anche Macaluso sostiene la liceita' e la leggittimita' di Rutelli nel voler "posizionarsi" centralmente ... e sostiene invece l'incoerenza di Fassino e company (ed indirettamente quindi "scarica" Prodi) di non voler, contemporaneamente, contribuire alla costruzione di un vero e forte partito della sinistra socialista ... insomma ... mettere chiarezza a sinistra come a destra e' difficile stante il maniacale sistema elettorale maggioritario ... ma e' quanto sosteniamo da sempre noi Repubblicani.
Serieta' ci impone di contribuire alla aggregazione delle famiglie politiche in sintonia con simiglianza di ideali e di progettualita' ... lavorare per "insiemi di potere" serve solo ad allontanare sempre di piu' il Popolo dalla Politica e quindi ... dalla Democrazia ...

http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/

nuvolarossa
15-06-05, 14:23
http://www.ilriformista.it/imagesfe/margherita-spacc--c1441_img.jpg

la_pergola2000
15-06-05, 17:25
la demonizzazione di Rutelli ...........

Stavolta i ds giocano grosso, Diano finalmente un loro candidato e si fermino.

Oggi non si vince solo con Prodi, vista l'inconsistenza delle proposte berlusconiane, se si mette un candidato come Veltroni il cs può vincere benissimo.
E' uno che unisce la sinistra, è abbastanza democratico e moderato al punto che può garantire il centro rappresentato dalla margherita e da Mastella, cosa vogliono di più.
Se invece si candida Prodi, che non è il rappresentante di tutti, sarebbe una jattura per il cs, e ci sarebbe più instabilità in futuro.
Prodi penso che questo lo abbia capito e cerca di riproporre le primarie per avere più forza nella candidatura.
Ora non può più tornare indietro, si è messo in un bel vespaio.
Se i ds fossere meno ipocriti e più sinceri , una volta tanto dovrebbero provare a candidare Veltroni detto l'amerikano.
A proposito Rutelli ha fatto un errore , alla riproposta delle primarie, ha risposto dicendo che starà a vedere, secondo me sbaglia, si dovrebbe candidare alle primarie, così con Prodi, Bertinotti, Rutelli sarebbe una bella battaglia.
Se non si candida alle primarie, si giocherà anche il posto da ministro nel prossimo Governo Prodi o Veltroni.

Adesso prova a fare il furbo Ossorio, in vista della dsitribuzione di posti nel nuovo ministero si fa vedere anche lui con una nuova formazione repubblicana.
Lo dicemmo molto tempo fa che il mellifluo Ossorio ci sapeva fare.


Saluti a tutti .

nuvolarossa
16-06-05, 22:55
http://www.ilriformista.it/imagesfe/margherita1443_img.jpg

nuvolarossa
17-06-05, 17:27
Vertice carbonaro per la Fed. Margherita, scissione lunedì 20

di Aldo Torchiaro

Si sarà trattato di una “illazione fantasiosa”, come fa sapere una nota dei Ds, ma intorno al presunto incontro tenutosi ieri mattina tra Prodi, Fassino, D’Alema e Parisi è poi ruotata la giornata intera, tra tentativi di smentita e conferme a mezza bocca. Una fonte ci riferisce di averli visti scendere in strada in tutta fretta, nella centrale via del Babuino. I quattro esponenti si sarebbero incontrati in gran segreto, su iniziativa del segretario della Quercia Piero Fassino in un appartamento privato a Roma, per fare il punto-nave sulla scissione degli ulivisti dal partito di Francesco Rutelli. Benché preparato da tre giorni, l’incontro tra Romano Prodi e Arturo Parisi da una parte e Piero Fassino e Massimo D'Alema, dall’altra, non è giunto a conclusioni da ritenersi utili nell’immediato. La crisi ulivista nella ricerca di una soluzione della. Il Professore, infatti, pur rilanciando con forza l'idea delle primarie si è riservato di decidere se accettare o meno il 'canovaccio' d'intesa ricevuto dai Ds. Sa bene che il vertice di ieri rientra nel tentativo della Quercia di evitare la scissione in casa Dl, nella consapevolezza che questa potrebbe avere conseguenze di ogni tipo. Rimane però fermo sulla sua richiesta di investitura, la più ampia possibile. L’incontro ha tuttavia innescato una girandola di polemiche al calor bianco, sopratttutto per la presenza di Arturo Parisi. I Dl della maggioranza non hanno potuto fare a meno di ricordare come Parisi nell'ufficio di presidenza di ieri per ore ha tentato di dividere il destino degli ulivisti-prodiani-diellini da quello del fondatore dell'Ulivo Romano Prodi nella sua veste di leader del centrosinistra. I Dl allora hanno posto una domanda rimasta senza risposta. In quale veste Parisi si è recato all'incontro con i Ds? Ne consegue che l’asse Prodi-Parisi per i Dl è ormai visto come un elemento di instabilità. Lamberto Dini non ne fa un mistero. Membro della presidenza della Margherita, Dini chiede di sapere da Arturo Parisi se ha partecipato all’incontro in qualità di collaboratore personale di Romano Prodi o come capo di una componente della Margherita. Alla quale è ormai indissolubilmente legato lo stesso Professore. E se Prodi invoca le primarie, i pontieri della Quercia a questo punto non possono negargliele. Lo sostiene Arturo Parisi, supportato dalle dichiarazioni di Vannino Chiti: dice che c'è la disponibilità dei Ds e si augura che a questa disponibilità si accompagni “la condivisione di tutte le componenti della coalizione”. In una dichiarazione, l'esponente della Margherita spiega che l'incontro tra Prodi, Fassino e D’Alema “ha consentito di registrare la disponibilità dei Ds allo svolgimento di reali primarie per l'investitura da parte dei cittadini della candidatura alla guida del governo da parte dell'Unione”. Quanto alla sua partecipazione alla riunione, Parisi spiega: “La mia presenza all'incontro informale fa seguito alla iniziativa di esplorazione della minoranza ulivista della Margherita finalizzata all'acquisizione di elementi che consentano di valutare le condizioni per portare avanti il progetto dell'Ulivo”. Tradotto dal politichese: stiamo costruendo un partito nuovo. Un partito prodiano che – come anticipato ieri da L’opinione – potrebbe arrivare prima di luglio. E sul quale i primi sondaggi sono incoraggianti. Di dare i numeri, si incarica Willer Bordon. E’ lui a dare le quote sulla eventuale scissione nella Margherita: sì all'80% e solo 20% di possibilità di evitarla. Ma al di là di come andranno le cose il candidato del centrosinistra sarà Romano Prodi. "Sono convinto -dice il capogruppo DL a Palazzo Madama conversando con i giornalisti - che anche se alla fine ci sarà la divaricazione il candidato del centrosinistra sarà Romano Prodi che è di gra lunga il più adatto, quello che avrebbe più chanches di vittoria, anche contro Pier Ferdinando Casini e quello di cui l'Italia ha bisogno". Sul Professore candidato premier Willer Bordon non ha alcun dubbio. E poi per Willer Bordon “qualsiasi altro candidato creerebbe diecimila problemi in più...”. Sui sondaggi che danno ad una lista di Prodi una forbice di consensi che oscilla tra il 9 ed il 18% Willer Bordon si limita ad osservare che “anche il 9% non sarebbe male: sarebbe la seconda forza del centrosinistra. E poi guardate l'Udc con il 4%...”, conclude consolatorio. Molto meno accomodanti le riflessioni di un altro uomo-simbolo della Margherita, come il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. “La spaccatura dei Dl – avverte - sarebbe una sciagura collettiva, così come la lista del Professore, anche per la Quercia”. E lascia trasparire un dubbio: volete vedere che, naufragata la Fed, accantonato il liberal Petruccioli alla Rai, adesso saranno i riformisti dell’ala ulivista della Quercia a muovere battaglia al loro interno?

nuvolarossa
02-12-05, 19:36
http://www.ilriformista.it/imagesfe/rutelli_sicilia1722_img.jpg

nuvolarossa
08-12-05, 01:14
http://www.ilriformista.it/imagesfe/perditelli-c-1727_img.jpg

nuvolarossa
21-01-06, 11:22
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//LOGOFORUM03BIG.GIF

http://www.ilriformista.it/imagesfe/berlrut1803_img.jpg
http://www.lyricplaza.com/midi/4/burning_love.mid

nuvolarossa
27-01-06, 19:26
Rutelli condannato dalla Cassazione

http://www.nuvolarossa.org/images/library/barra.jpg

CONSULENZE D’ORO, ULTIMO ATTO
«Rutelli risarcisca il Comune di Roma»

La Cassazione conferma la sentenza emessa dalla Corte dei Conti

La Cassazione ha confermato il giudizio già emesso nell’aprile del 2002 dalla Corte dei conti: l’ex sindaco Francesco Rutelli, molti assessori e alcuni funzionari dell’ex giunta comunale guidata dall’attuale presidente della Margherita, non avrebbero potuto avvalersi a spese del Comune di Roma di consulenze esterne.
La questione risale a 12 anni fa quando scatenò furiose polemiche tra maggioranza e opposizione. Su ricorso di Alleanza nazionale all’ex sindaco si contestarono le spese sostenute dal Comune per i consulenti, ma soprattutto la scelta politica di avvalersi di uno specifico staff per allestire «il suo apparato mediatico». Una scelta che all’epoca fece rumore ma che oggi viene comunemente adottata dalla pubblica amministrazione.
Se ne torna a parlare ora - alla vigilia di una lunga tornata elettorale - perché la Suprema corte, a sezioni unite, ha convalidato ieri gli «addebiti» già emessi con due distinte sentenze dalla II Sezione giurisdizionale della magistratura contabile. Ha stabilito che la Corte dei conti era a tutti gli effetti competente in materia. E tanto basta per riaprire la vecchia ferita. Spiega una nota ufficiale della Margherita: «Francesco Rutelli non deve risarcire un bel niente per la semplice ragione che il giudizio della Corte dei conti si è concluso nel 2002 e in quella data Rutelli e gli altri, come già riportato a suo tempo dalla stampa, hanno versato alle casse del Campidoglio quanto richiesto dalla Corte, fino all’ultima lira».
Gli amministratori condannati hanno già messo abbondantemente mano al portafogli sborsando migliaia di euro cadauno. Da qui la precisazione volta «a scongiurare errate interpretazioni e malevole strumentalità».
Rutelli nella fattispecie ha già versato cash nelle case del Comune 64 mila euro, più o meno la stessa somma, rivalutata con gli interessi, del suo vice Walter Tocci. Con loro sono stati condannati a pagare cifre variabili tra i 50 mila e 12 mila euro, gli ex assessori Piero Sandulli, Renzo Lusetti, Gianni Borgna, Esterino Montino , Sandro Del Fattore, Claudio Minelli, Francesco Carducci, Loredana De Petris, Amedeo Piva, Domenico Cecchini, Linda Lanzillotta, Amedeo Piva e Fiorella Farinelli.
Secondo la Cassazione - che ha respinto i motivi di ricorso presentati da Rutelli e dai suoi assessori «il giudice contabile non ha ecceduto dal suo potere giurisdizionale in quanto si è limitato a valutare se i mezzi, liberamente scelti fossero adeguati oppure esorbitanti ed estranei al fine pubblico da perseguire».
Rutelli e la sua giunta avevano invocato la legge 75/1999, che, a loro avviso, avrebbe sanato situazioni come quelle poste in essere dalle delibere per le consulenze esterne. Ma la Cassazione non ha risposto che “le leggi dal ’93 al ’99 non hanno modificato la regolamentazione giuridica”. «Sul merito dovrà pronunciarsi ora - si ricorda nel comunicato di Rutelli - la Corte dei conti in sede di domanda di revocazione». «La nostra colpa è quella di essere stati degli innovatori - rivendica Loredana De Petris, ieri assessore e oggi senatrice verde - la giunta decise di avvalersi di collaboratori di fiducia pochi mesi prima che la legge ne regolasse la costituzione. E lo fece nel clima di quegli anni dopo gli arresti e gli avvisi di garanzia che avevano riguardato i nostri precedecessori». Diversa la valutazione che dà l’opposizione. Per Pierluigi Borghini, (Fi), «conferma lo sperpero di risorse e denaro pubblico delle giunte di centro sinistra». In quanto ai consulenti, anzichè produrre soluzioni ai problemi della città «sono serviti a fare campagne elettorali e a gestire il consenso».

C.Mar.

http://www.nuvolarossa.org/images/library/barra.jpg

tratto da Il Messaggero 27 gennaio 2006