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Visualizza Versione Completa : Repubblicani in UMBRIA



nuvolarossa
12-06-02, 18:41
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Mercoledì 12 giugno
Narni Scalo
h. 19.00
Hotel Novelli
Giorgio La Malfa
incontra i
repubblicani
dell'Umbria
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NUVOLAROSSA website
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** Repubblicani in EMILIA e nella ROMAGNA (1)
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Repubblicani in TOSCANA
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Una informazione sui Repubblicani alla provincia di Napoli
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Il Partito della Democrazia a Carrara
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Repubblicani in UMBRIA
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nuvolarossa
06-08-02, 14:50
Megacentrale: «Non bastano le parole»

NARNI

"Le parole ci sono state belle: ora però dal sindaco Bigaroni vogliamo atti concreti, delibere" Giorgio Sebastiani, uno dei leader del movimento contro la megacentrale delle Treie di Narni, non vuole lasciar passare le ferie per incalzare il Comune. "Anzi, sarebbe proprio il caso di riprendere, ed approvare, il discorso sul parco fluviale del Nera: se l'avessimo fatto allora, a nessuno sarebbe venuto in mente oggi in mente di sconvolgere questo territorio".
Il Comitato spontaneo contro la centrale va avanti e chiede anche informazioni: "E' il caso di incaricare consulenti scientifici e legali per valutare nello specifico sia il progetto sia gli aspetti più strettamente normativi di tutta la vicenda". Spiega ancora Sebastiani che il "no" del Comitato è "principalmente legato alla gravità dei dati delle indagini epidemiologiche e quindi all'alto tasso di inquinamento che causerebbe quell'impianto".

Intanto però compare la prima posizione politica ufficiale che non si schiera contro la centrale: è quella dei repubblicani, i cui dirigenti cercano di spostare il problema anche sul fronte dell'occupazione: "Davanti ad un impianto di così grande portata quali sono i piani di sviluppo dell'Ast e che garanzia di permanenza sul territorio ci dà?" Amleto Bussotti, dirigente repubblicano, guarda in direzioni diverse dal Comitato spontaneo a favore delle centrale, guarda anche al risanamento ambientale del territorio: "La sovrapproduzione di energia verrà messa a disposizione delle famiglie e delle aziende a prezzi competitivi, più di quelli dell'Enel? E con quali strumenti si intende tenere sotto controllo il risanamento ambientale?".

M.G

nuvolarossa
07-08-02, 22:00
Tutti i dubbi
del partito
repubblicano

TERNI —
Senza la centrale lo sviluppo, o almeno questo tipo di sviluppo, è a rischio. Lo dice Amleto Bussotti segretario del Partito Repubblicano che in un documento esprime la posizione del Pri (quello schieratosi con il centrodestra), che lancia l'allarme sulle prospettive senza la nuova centrale e critica aspramente le posizioni assunte dal Comune di Narni. I Repubblicani vestono i panni della Cassandra e dipingono a tinte fosche il panorama produttivo ed occupazionale della Conca senza il necessario approvvigionamento energetico. I rischi sono alti, secondo il Pri, soprattutto per il costo in termini occupazionali e di mantenimento di grandi aziende sul territorio. «A fronte di un impianto di così grande portata — chiede infatti il Pri — quali sono i piani di sviluppo dell'Ast e che garanzia di permanenza sul territorio ci da?». E ancora sul lavoro aggiunge un altro interrogativo: «Un eventuale no alla centrale quali problemi potrebbe creare per i dipendenti dell'Ast e di altre aziende che beneficerebbero di tale impianto?». Il partito attacca l'amministrazione narnese su più fronti, accusandola di non aver approfondito la questione e di aver cavalcato la tigre della protesta. Ne è prova, secondo Bussotti ed il Pri la vicenda delle aree industriali di Nera Montoro e San Liberato. «Nella passata amministrazione
— dichiara infatti il partito — dove l'attuale sindaco era assessore all'urbanistica, con un colpo di mano furono ampliate le aree industriali in quella zona dove poco dopo l'Ast, che aveva inizialmente previsto l'investimento si Terni, spostò il progetto per l'insediamento della nuova centrale. Il sindaco Bigaroni era all'oscuro di tutto?». La polemica quindi non si placa.

Massimiliano Cinque

nuvolarossa
17-08-02, 11:48
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nuvolarossa
06-09-02, 15:24
Roger Absalom (a cura), Perugia liberata. Documenti anglo-americani sull’occupazione alleata di Perugia (1944-1945), Accademia Toscana di Scienze e Lettere La Colombaria, Firenze, Olschki, 2001, pp. 666, euro 56,81

Quello in questione è un volume che ci porta alla ricerca di coscienza e identità politica nostrane attraverso i documenti ufficiali degli alleati, dove la loro gestione del territorio umbro e perugino in particolare si riflette nelle aspettative della popolazione dell’Italia intera. Il corposo testo che finalmente raccoglie, appunto, la documentazione anglo-americana ha per titolo Perugia liberata. Il sottotitolo, poi, bene chiarisce quale sia il materiale proposto: Documenti anglo-americani sull’occupazione alleata di Perugia (1944-1945). Curata da uno studioso di prestigio di storia contemporanea, il professor Roger Absalom, questa pubblicazione è stata voluta soprattutto dalla Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation (nata a New York nel 1994 e avente sede a Perugia), che costituisce un importante anello culturale di collegamento tra il nostro paese e gli Stati Uniti. Ma il volume, che è edito per i tipi della Leo S. Olschki nella collana Studi dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”, in realtà lo dobbiamo anche alla significativa intesa raggiunta da più promotori della pubblicazione stessa: oltre alla Fondazione Ranieri, infatti, hanno dato il loro altrettanto fondamentale contributo tre banche (la Banca dell’Umbria, la Banca Nazionale del Lavoro e la Monte dei Paschi di Siena), la Regione Umbria e lo stesso Comune di Perugia, soprattutto per tramite della Biblioteca Comunale Augusta. Decisivo è stato, inoltre, l’apporto scientifico di alcuni docenti dell’Ateneo perugino; del professor Ruggero Ranieri, docente dell’Università di Manchester nonché presidente della suddetta Fondazione; della dottoressa Serena Innamorati della Biblioteca Augusta; della professoressa Maud Tyler (University of Westminster); del professor Michael Worboys (Sheffield Hallam University) e della dottoressa Alexandra Ward (Ministry of Defence Historical Branch, Londra). Come pure importante è stata la collaborazione dei National Archives di Washington, coordinatore il signor Steven Shafer, e dell’Archivio di Stato di Perugia, coordinatrice la dottoressa Innamorati.
Il periodo di cui si occupano le 666 pagine del volume è quello che va dal giugno del 1944 all’aprile del ’45, e cioè quello durante il quale si modificò profondamente, rafforzandosi ed acquistando fiducia ‘politica’, la coscienza di milioni di italiani, e venne ricostruendosi l’identità del Paese. Per quanto riguarda invece il materiale documentario originale, si tratta di carte inglesi ed americane provenienti dagli archivi storici di Londra e di Washington, soltanto da poco aperti al pubblico per la consultazione. Come chiarisce il sindaco perugino Renato Locchi nel presentare la pubblicazione, lo scopo fondamentale di essa, secondo l’intento di quanti vi hanno lavorato, è quello di fornire un efficace e puntuale strumento che possa permettere, studiando il periodo in questione, di «ricostruire la vicenda storica e la riorganizzazione amministrativa del territorio perugino, a partire dalla città» (p. V). E questo lavoro, anzi, è nato ed è stato svolto proprio «nell’interesse di una memoria storica che è alla base del nostro presente» (p. VI). Attraverso i documenti militari anglo-americani –e ci si riferisce in modo particolare ai rapporti settimanali e mensili ai superiori, in generale ai fogli in cui compaiono descrizioni, osservazioni, opinioni di vari esponenti del Governo Militare Alleato– ci si propone, infatti, di approntare una ricerca che sia il più possibile sistematica sulla presenza, sull’opera e sull’influenza alleata nel perugino. La documentazione delle fonti storiche straniere vagliata e proposta, tra l’altro, si concentra proprio sugli obiettivi –raggiunti e falliti–, sui metodi usati ed in genere sulle attività di quel governo; e per mezzo dei documenti proposti scopriamo i temi trattati per lo più indirettamente dal volume. Temi che spaziano dalle devastazioni belliche ai rapporti, spesso tesi, con gli abitanti locali, con le varie forze politiche italiane e con il C.L.N., il Comitato di Liberazione Nazionale; dagli esordi della ricostruzione (soprattutto economica, ma anche della vita sociale) alla nascita della democrazia, nata dal tremendo vuoto politico-amministrativo; ancora, dal processo di defascistizzazione di Enti locali e Stato vero e proprio (“restaurato” con nuovi sindaci e prefetti) alla riorganizzazione della partecipazione socio-politica e civile degli italiani. La storia che racconta la documentazione alleata –proveniente da un numero molto vicino ai cinquecento dossiers!– è la storia del ‘problema-occupazione’, specialmente in rapporto al complesso insieme delle aspettative italiane, ma senza far passare in secondo piano quei rapporti tra alleati e partigiani che si mantennero difficili per tutto l’arco di tempo interessato dall’occupazione stessa. Il materiale, attualmente custodito dalla Biblioteca di Palazzo Sorbello per essere catalogato ed offerto quanto prima alla consultazione, ha preso corpo, sotto la cura del professor Absalom e dei suoi collaboratori, proprio facendo stretto riferimento agli archivi originali ed avvalendosi, nella sua organizzazione compiuta, del supporto di puntuali note ai testi. Come viene specificato chiaramente nella Premessa al libro, si è voluto procedere strutturando l’opera per mezzo di una tripartizione in grandi sezioni: a) la documentazione di base; b) la ‘diagnosi’ alleata su Perugia; c) il materiale sulla ‘ricostruzione’.
La prima parte del volume, dunque, raggruppa quella che è la cosiddetta ‘documentazione-base’, e cioè le varie relazioni delle unità combattenti ed i veri e propri diari di guerra, che ci danno le coordinate del rapporto tra alleati e partigiani come pure ci descrivono tutte quelle problematiche che ruotano attorno alla questione della smobilitazione, presentandoci la città perugina quale effettiva base logistica delle operazioni di occupazione. La seconda sezione, invece, ci riconsegna la memoria delle impressioni, delle opinioni e delle diagnosi alleate sulla situazione del territorio perugino in generale, sempre sulla base di documenti di vario tipo e carte sparse. Nella terza parte di Perugia liberata, poi, vengono affrontati gli argomenti concernenti l’attività delle tante sezioni, che potevano essere di ordine provinciale o regionale, specializzate nella ricostruzione, che è ricostruzione amministrativa, economica e non da ultimo culturale. In quest’ultimo ambito, del resto, è importante notare come abbiamo le notizie più significative sulla ricostruzione proprio grazie a quei rapporti (settimanali e mensili) dei vari ufficiali ai loro superiori di cui dicevamo. Il tutto, comunque, corredato di altri due fondamentali strumenti, utili per i non addetti ai lavori come per gli studiosi: un fitto glossario (di otto pagine) dei termini tecnici e delle sigle (svariate) ricorrenti, ed un indice analitico davvero molto curato. Tra i compiti più ardui delle forze alleate nel territorio perugino (caso simile per l’intero Paese), ci sono stati senz’altro, come chiarisce il volume, quello del fare fronte alla necessità ed urgenza del vettovagliamento della popolazione –con una formula, “dare sepoltura ai morti e pane ai vivi” (cfr. p. 20)–; quello di riportare l’ordine, ed in un certo senso la legalità, nelle campagne umbre, e quello di “spremere” il più possibile quanto rimasto in piedi dei servizi locali e degli impianti industriali del territorio. Ma soprattutto era prioritario, come ricorda il professor Absalom nella sua Introduzione al testo, rintracciare un buon metodo per fronteggiare insieme le emergenze, cioè «nello stesso tempo provvedere materialmente a sfamare e governare popolazioni portate a credere che la guerra per loro fosse finita» (p. 4). Certo è che a farla da padrone fu l’insieme delle esigue risorse materiali ed umane (pochissimi camions, poche centinaia di ufficiali ed impiegati, tra l’altro nella maggior parte dei casi inadeguati o incompetenti, per non parlare dei ‘resti’ della vecchia burocrazia italiana). A complicare la situazione, poi, quella sorta di conflitto di interessi tra alleati e partigiani su cui è bene insistere (e Absalom lo fa) e che si struttura anche su elementi particolari, a partire dalle reti clandestine e dalle bande armate del C.L.N. per finire con la (pesante) mancanza di un efficace coordinamento delle azioni partigiane umbre. Gli stessi Comitati di Liberazione Nazionale aspiravano ad ottenere la fiducia degli anglo-americani per unirsi e cooperare in nome della liberazione della popolazione, e ricercavano una simile fiducia «mostrando la loro capacità di indirizzare le masse e prevenire il caos» (p. 5); d’altra parte, «il buon senso e la buona volontà dimostrati dall’una e dall’altra parte nelle prime critiche settimane impedirono ai sentimenti della gente esasperata dalla fame, dalla mancanza di lavoro, e dalle requisizioni apparentemente arbitrarie, di raggiungere il punto di esplosione» (ibidem).
Se l’attenzione più sensibile del Governo Militare Alleato rimase quella a tenere ‘sotto controllo’ la situazione, è vero anche che ad esso dobbiamo tanto e tanto pragmatismo: «I problemi per loro erano semplicemente problemi (…) raramente li elevavano a questioni di principio» (p. 19). Oltre al già gravoso problema di risollevare lo stato agro-industriale del territorio occupato (magari requisendo fabbriche, frantoi, mulini ed imprese aziendali), gli anglo-americani vennero chiamati a risolvere altre problematiche su altri fronti, da quello del mantenimento e supporto delle forze di occupazione a quello della riconquista di una certa autosufficienza economica, fino a quell’altro del ristabilimento di un ordine politico e civile e di una ripartizione in Provincie del territorio stesso. E va riconosciuto, con l’Absalom, che in buona parte vi riuscirono, forse determinante quel pragmatismo di fondo, quello spirito di concretezza (e insieme quel certo distacco): dobbiamo considerare le attività delle unità alleate sempre alla luce delle condizioni limitative di cui si accennava prima. Ed anche da un punto di vista più squisitamente politico-amministrativo, si deve pensare ad una costituzione di successo di una struttura efficiente, se non dimentichiamo quale in effetti era la situazione di partenza: il solo modello amministrativo a disposizione, in realtà, era quello proprio dello Stato liberale pre-fascista delle (sole) classi medie, lo Stato che trovava il suo tratto distintivo nell’“ethos antipartecipativo” (cfr. p. 6) di fondo. Ma va detto che il professor Absalom sa anche armarsi di una certa durezza nell’approfondire l’opera delle forze alleate, specie quando afferma che gli anglo-americani furono «responsabili per l’isolamento politico-amministrativo in cui gran parte dell’area toscano-umbro-marchigiana si trovò a lottare per la sopravvivenza per mesi e mesi di stenti» (p. 20); e così scrivendo, il curatore dell’opera non fa che fornirci un’ulteriore prova delle proprie doti di ricercatore scientifico. Le ‘idoneità’ necessarie per sperare in un posto nella nuova amministrazione pubblica, ci segnala la stessa Introduzione, erano essenzialmente tre: in primo luogo, l’impegno concreto quanto sincero per la restaurazione di law and order –non si dimentichi che era imperante l’illegalità, specie nel variegato sottobosco del flusso di merci–; in secondo luogo, la sottomissione all’ordine gerarchico, ed infine, naturalmente, l’estraneità alla causa fascista. L’amministrazione, di stampo moderato e tendenzialmente –e forse genericamente– anti-comunista, non mancò comunque di comprendere abbastanza chiaramente che i Comitati di Liberazione Nazionale avevano da mantenere dei precisi equilibri interni, che perciò non andavano calpestati né sottovalutati. Il panorama che ne esce ci presenta l’A.M.G. (Allied Military Government) nei suoi successi e nei suoi limiti, gli uni e gli altri rapportati alle condizioni della popolazione del territorio umbro –se vogliamo, queste sì dai caratteri generali differenti rispetto alla situazione nazionale– e riferiti sempre alle limitazioni, materiali e non, proprie dello stato dei fatti dell’epoca. Il tema della ritirata tedesca, legata alla ‘politica di terra bruciata’; il problema della responsabilità anglo-americana di ri-amministrazione (in chiave di decentramento) delle zone in questione e l’opzione alleata per un governo ‘indiretto’ assieme al clima di rinnovato pluralismo delle idee ed all’anelito all’autonomia locale; lo stesso complesso rapporto del governo alleato con le forze politico-militari italiane: questi aspetti ed altri ancora delineano uno scenario vastissimo che ha imposto a chi ha partecipato alla raccolta e cernita del materiale ed alla stesura del testo un serio lavoro scientifico. Si è voluto, da parte di Absalom e collaboratori, prendere le mosse dall’anno 1944-45 come il primo anno della ricostruzione economico-civile, in quanto esso fu «l’Anno Zero in cui, precisamente, il protagonismo popolare, fino a quel punto rappresentato simbolicamente –e non per tutti– dalla Resistenza armata, divenne fenomeno di massa, e si passò dalla sopravvivenza passiva e difensiva alla autoaffermazione costruttiva, e spesso imprenditrice» (p. 18, corsivi miei). Venendo alle questioni attinenti alle limitazioni di territorio e risorse, il volume cura molto da vicino gli argomenti della scarsità di queste risorse (alleate e umbre) e della devastazione bellica (rete ferroviaria, mezzi di comunicazione, strade, ponti…), ma anche quelli delle cosiddette debolezze strutturali della burocrazia anglo-americana –scarsità di personale specializzato, difficoltà linguistiche, tenue collegamento con la burocrazia nostrana– e di altri limiti materiali. Per quanto alle limitazioni giurisdizionali, invece, va subito riconosciuto che in quella situazione ciò che mancava, in primis, era la chiarezza di competenze, ruoli e responsabilità: la confusione nasceva, infatti, dalle interferenze che spesso venivano a verificarsi tra le forze in questione, tra le quali anche quella della Commissione Alleata di Controllo e quelle dei governi locali, prefettizi. Ma non meno centrale risulta il terzo fattore in gioco, quello psicologico, che in modo per lo più indefinito limitò, di fatto, l’efficienza delle operazioni del governo alleato. Un esempio per tutti dell’importanza di tenere presente un tale fattore si può abbastanza facilmente rintracciare in un altro dato di fatto che emerge in modo evidente dalle carte prese in esame: gli ufficiali anglo-americani (lo riferisce lo stesso curatore) tendevano a diffidare del metodo italiano di affrontare i problemi, pur sapendo anche assumere, talvolta, certi atteggiamenti di buona volontà nei confronti degli italiani stessi.
Procedendo nell’analisi delle aspettative, delle motivazioni, degli interessi e dei loro conflitti, ad essere esaminata, nei suoi vari aspetti, dal testo Perugia liberata è la vera e propria dimensione della ‘liberazione-occupazione’, come la chiama il professor Absalom (cfr. p. 12), con il suo tema ricorrente dell’“incontro-scontro” di visioni del mondo in definitiva assai diverse tra loro, e del conseguente impatto culturale di valori e modelli di vita: «Ignorare gli alleati, o scaricare loro addosso tutte le colpe di ciò che non è stato, è rimasta risposta troppo frequente e troppo facile della storiografia italiana del dopoguerra» (ibid.). La cura dedicata dal libro alla documentazione riprodotta, peraltro, ha dovuto incontrare difficoltà oggettive e affrontare le incertezze di fondo portate con sé dallo stesso materiale proposto. Uno dei risultati raggiunti da chi ha collaborato a questa pubblicazione è sicuramente stato quello di aver individuato negli archivi frequentati per la raccolta di dati e carte lo specchio delle priorità e del modus operandi dell’A.M.G. ed in particolare dei suoi settori più propriamente militari. E ciò che Absalom riferisce come uno dei compiti più ardui cui egli stesso si è sentito chiamato ci pare notevolmente importante, e cioè la difficoltà di comunicare al lettore quell’accenno di ironia (bersagli prediletti gli italiani!), quei sentimenti di deferenza o acquiescenza, indifferenza o frustrazione, quel sapore di confidenza che qua e là si presentano ‘tra le righe’ dei rapporti e delle pagine ufficiali in genere. Come pure non si può dimenticare, del resto, l’altra difficoltà di comunicazione, rintracciabile nel dover rendere conto delle influenze della gerarchia sull’uso del linguaggio –Absalom dimostra di sapere bene che la burocrazia militare «è fortemente e rigidamente strutturata in termini di rango e funzione» (p. 14). Influenze, poi, che possono essere colte anche indirettamente dal ripetersi, nei documenti, del tono di boria usato dagli ufficiali anglo-americani persino per quei civili che, in tempo non di guerra, sarebbero stati loro “superiori” se si fosse dovuto adottare un discorso di classi sociali. Ma le problematiche storiografiche di un simile lavoro sono state certamente anche altre. Basti pensare alla questione della rimozione collettiva da parte italiana (vengono ricordate le implicazioni scomode, da un punto di vista psicologico e politico); alla necessità di decifrare le “strane alleanze” tra occupanti ed occupati di cui si diceva e quelle altrettanto strane tra contadini ed ex prigionieri alleati evasi; al fatto, ancora, che stiamo parlando di un evento complesso di ‘liberazione multidimensionale’.
Giuseppe Moscati (Università di Perugia)

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tratto dal sito web del
PENSIERO MAZZINIANO (http://www.domusmazziniana.it/ami/)

nuvolarossa
06-09-02, 15:24
Roger Absalom (a cura), Perugia liberata. Documenti anglo-americani sull’occupazione alleata di Perugia (1944-1945), Accademia Toscana di Scienze e Lettere La Colombaria, Firenze, Olschki, 2001, pp. 666, euro 56,81

Quello in questione è un volume che ci porta alla ricerca di coscienza e identità politica nostrane attraverso i documenti ufficiali degli alleati, dove la loro gestione del territorio umbro e perugino in particolare si riflette nelle aspettative della popolazione dell’Italia intera. Il corposo testo che finalmente raccoglie, appunto, la documentazione anglo-americana ha per titolo Perugia liberata. Il sottotitolo, poi, bene chiarisce quale sia il materiale proposto: Documenti anglo-americani sull’occupazione alleata di Perugia (1944-1945). Curata da uno studioso di prestigio di storia contemporanea, il professor Roger Absalom, questa pubblicazione è stata voluta soprattutto dalla Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation (nata a New York nel 1994 e avente sede a Perugia), che costituisce un importante anello culturale di collegamento tra il nostro paese e gli Stati Uniti. Ma il volume, che è edito per i tipi della Leo S. Olschki nella collana Studi dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”, in realtà lo dobbiamo anche alla significativa intesa raggiunta da più promotori della pubblicazione stessa: oltre alla Fondazione Ranieri, infatti, hanno dato il loro altrettanto fondamentale contributo tre banche (la Banca dell’Umbria, la Banca Nazionale del Lavoro e la Monte dei Paschi di Siena), la Regione Umbria e lo stesso Comune di Perugia, soprattutto per tramite della Biblioteca Comunale Augusta. Decisivo è stato, inoltre, l’apporto scientifico di alcuni docenti dell’Ateneo perugino; del professor Ruggero Ranieri, docente dell’Università di Manchester nonché presidente della suddetta Fondazione; della dottoressa Serena Innamorati della Biblioteca Augusta; della professoressa Maud Tyler (University of Westminster); del professor Michael Worboys (Sheffield Hallam University) e della dottoressa Alexandra Ward (Ministry of Defence Historical Branch, Londra). Come pure importante è stata la collaborazione dei National Archives di Washington, coordinatore il signor Steven Shafer, e dell’Archivio di Stato di Perugia, coordinatrice la dottoressa Innamorati.
Il periodo di cui si occupano le 666 pagine del volume è quello che va dal giugno del 1944 all’aprile del ’45, e cioè quello durante il quale si modificò profondamente, rafforzandosi ed acquistando fiducia ‘politica’, la coscienza di milioni di italiani, e venne ricostruendosi l’identità del Paese. Per quanto riguarda invece il materiale documentario originale, si tratta di carte inglesi ed americane provenienti dagli archivi storici di Londra e di Washington, soltanto da poco aperti al pubblico per la consultazione. Come chiarisce il sindaco perugino Renato Locchi nel presentare la pubblicazione, lo scopo fondamentale di essa, secondo l’intento di quanti vi hanno lavorato, è quello di fornire un efficace e puntuale strumento che possa permettere, studiando il periodo in questione, di «ricostruire la vicenda storica e la riorganizzazione amministrativa del territorio perugino, a partire dalla città» (p. V). E questo lavoro, anzi, è nato ed è stato svolto proprio «nell’interesse di una memoria storica che è alla base del nostro presente» (p. VI). Attraverso i documenti militari anglo-americani –e ci si riferisce in modo particolare ai rapporti settimanali e mensili ai superiori, in generale ai fogli in cui compaiono descrizioni, osservazioni, opinioni di vari esponenti del Governo Militare Alleato– ci si propone, infatti, di approntare una ricerca che sia il più possibile sistematica sulla presenza, sull’opera e sull’influenza alleata nel perugino. La documentazione delle fonti storiche straniere vagliata e proposta, tra l’altro, si concentra proprio sugli obiettivi –raggiunti e falliti–, sui metodi usati ed in genere sulle attività di quel governo; e per mezzo dei documenti proposti scopriamo i temi trattati per lo più indirettamente dal volume. Temi che spaziano dalle devastazioni belliche ai rapporti, spesso tesi, con gli abitanti locali, con le varie forze politiche italiane e con il C.L.N., il Comitato di Liberazione Nazionale; dagli esordi della ricostruzione (soprattutto economica, ma anche della vita sociale) alla nascita della democrazia, nata dal tremendo vuoto politico-amministrativo; ancora, dal processo di defascistizzazione di Enti locali e Stato vero e proprio (“restaurato” con nuovi sindaci e prefetti) alla riorganizzazione della partecipazione socio-politica e civile degli italiani. La storia che racconta la documentazione alleata –proveniente da un numero molto vicino ai cinquecento dossiers!– è la storia del ‘problema-occupazione’, specialmente in rapporto al complesso insieme delle aspettative italiane, ma senza far passare in secondo piano quei rapporti tra alleati e partigiani che si mantennero difficili per tutto l’arco di tempo interessato dall’occupazione stessa. Il materiale, attualmente custodito dalla Biblioteca di Palazzo Sorbello per essere catalogato ed offerto quanto prima alla consultazione, ha preso corpo, sotto la cura del professor Absalom e dei suoi collaboratori, proprio facendo stretto riferimento agli archivi originali ed avvalendosi, nella sua organizzazione compiuta, del supporto di puntuali note ai testi. Come viene specificato chiaramente nella Premessa al libro, si è voluto procedere strutturando l’opera per mezzo di una tripartizione in grandi sezioni: a) la documentazione di base; b) la ‘diagnosi’ alleata su Perugia; c) il materiale sulla ‘ricostruzione’.
La prima parte del volume, dunque, raggruppa quella che è la cosiddetta ‘documentazione-base’, e cioè le varie relazioni delle unità combattenti ed i veri e propri diari di guerra, che ci danno le coordinate del rapporto tra alleati e partigiani come pure ci descrivono tutte quelle problematiche che ruotano attorno alla questione della smobilitazione, presentandoci la città perugina quale effettiva base logistica delle operazioni di occupazione. La seconda sezione, invece, ci riconsegna la memoria delle impressioni, delle opinioni e delle diagnosi alleate sulla situazione del territorio perugino in generale, sempre sulla base di documenti di vario tipo e carte sparse. Nella terza parte di Perugia liberata, poi, vengono affrontati gli argomenti concernenti l’attività delle tante sezioni, che potevano essere di ordine provinciale o regionale, specializzate nella ricostruzione, che è ricostruzione amministrativa, economica e non da ultimo culturale. In quest’ultimo ambito, del resto, è importante notare come abbiamo le notizie più significative sulla ricostruzione proprio grazie a quei rapporti (settimanali e mensili) dei vari ufficiali ai loro superiori di cui dicevamo. Il tutto, comunque, corredato di altri due fondamentali strumenti, utili per i non addetti ai lavori come per gli studiosi: un fitto glossario (di otto pagine) dei termini tecnici e delle sigle (svariate) ricorrenti, ed un indice analitico davvero molto curato. Tra i compiti più ardui delle forze alleate nel territorio perugino (caso simile per l’intero Paese), ci sono stati senz’altro, come chiarisce il volume, quello del fare fronte alla necessità ed urgenza del vettovagliamento della popolazione –con una formula, “dare sepoltura ai morti e pane ai vivi” (cfr. p. 20)–; quello di riportare l’ordine, ed in un certo senso la legalità, nelle campagne umbre, e quello di “spremere” il più possibile quanto rimasto in piedi dei servizi locali e degli impianti industriali del territorio. Ma soprattutto era prioritario, come ricorda il professor Absalom nella sua Introduzione al testo, rintracciare un buon metodo per fronteggiare insieme le emergenze, cioè «nello stesso tempo provvedere materialmente a sfamare e governare popolazioni portate a credere che la guerra per loro fosse finita» (p. 4). Certo è che a farla da padrone fu l’insieme delle esigue risorse materiali ed umane (pochissimi camions, poche centinaia di ufficiali ed impiegati, tra l’altro nella maggior parte dei casi inadeguati o incompetenti, per non parlare dei ‘resti’ della vecchia burocrazia italiana). A complicare la situazione, poi, quella sorta di conflitto di interessi tra alleati e partigiani su cui è bene insistere (e Absalom lo fa) e che si struttura anche su elementi particolari, a partire dalle reti clandestine e dalle bande armate del C.L.N. per finire con la (pesante) mancanza di un efficace coordinamento delle azioni partigiane umbre. Gli stessi Comitati di Liberazione Nazionale aspiravano ad ottenere la fiducia degli anglo-americani per unirsi e cooperare in nome della liberazione della popolazione, e ricercavano una simile fiducia «mostrando la loro capacità di indirizzare le masse e prevenire il caos» (p. 5); d’altra parte, «il buon senso e la buona volontà dimostrati dall’una e dall’altra parte nelle prime critiche settimane impedirono ai sentimenti della gente esasperata dalla fame, dalla mancanza di lavoro, e dalle requisizioni apparentemente arbitrarie, di raggiungere il punto di esplosione» (ibidem).
Se l’attenzione più sensibile del Governo Militare Alleato rimase quella a tenere ‘sotto controllo’ la situazione, è vero anche che ad esso dobbiamo tanto e tanto pragmatismo: «I problemi per loro erano semplicemente problemi (…) raramente li elevavano a questioni di principio» (p. 19). Oltre al già gravoso problema di risollevare lo stato agro-industriale del territorio occupato (magari requisendo fabbriche, frantoi, mulini ed imprese aziendali), gli anglo-americani vennero chiamati a risolvere altre problematiche su altri fronti, da quello del mantenimento e supporto delle forze di occupazione a quello della riconquista di una certa autosufficienza economica, fino a quell’altro del ristabilimento di un ordine politico e civile e di una ripartizione in Provincie del territorio stesso. E va riconosciuto, con l’Absalom, che in buona parte vi riuscirono, forse determinante quel pragmatismo di fondo, quello spirito di concretezza (e insieme quel certo distacco): dobbiamo considerare le attività delle unità alleate sempre alla luce delle condizioni limitative di cui si accennava prima. Ed anche da un punto di vista più squisitamente politico-amministrativo, si deve pensare ad una costituzione di successo di una struttura efficiente, se non dimentichiamo quale in effetti era la situazione di partenza: il solo modello amministrativo a disposizione, in realtà, era quello proprio dello Stato liberale pre-fascista delle (sole) classi medie, lo Stato che trovava il suo tratto distintivo nell’“ethos antipartecipativo” (cfr. p. 6) di fondo. Ma va detto che il professor Absalom sa anche armarsi di una certa durezza nell’approfondire l’opera delle forze alleate, specie quando afferma che gli anglo-americani furono «responsabili per l’isolamento politico-amministrativo in cui gran parte dell’area toscano-umbro-marchigiana si trovò a lottare per la sopravvivenza per mesi e mesi di stenti» (p. 20); e così scrivendo, il curatore dell’opera non fa che fornirci un’ulteriore prova delle proprie doti di ricercatore scientifico. Le ‘idoneità’ necessarie per sperare in un posto nella nuova amministrazione pubblica, ci segnala la stessa Introduzione, erano essenzialmente tre: in primo luogo, l’impegno concreto quanto sincero per la restaurazione di law and order –non si dimentichi che era imperante l’illegalità, specie nel variegato sottobosco del flusso di merci–; in secondo luogo, la sottomissione all’ordine gerarchico, ed infine, naturalmente, l’estraneità alla causa fascista. L’amministrazione, di stampo moderato e tendenzialmente –e forse genericamente– anti-comunista, non mancò comunque di comprendere abbastanza chiaramente che i Comitati di Liberazione Nazionale avevano da mantenere dei precisi equilibri interni, che perciò non andavano calpestati né sottovalutati. Il panorama che ne esce ci presenta l’A.M.G. (Allied Military Government) nei suoi successi e nei suoi limiti, gli uni e gli altri rapportati alle condizioni della popolazione del territorio umbro –se vogliamo, queste sì dai caratteri generali differenti rispetto alla situazione nazionale– e riferiti sempre alle limitazioni, materiali e non, proprie dello stato dei fatti dell’epoca. Il tema della ritirata tedesca, legata alla ‘politica di terra bruciata’; il problema della responsabilità anglo-americana di ri-amministrazione (in chiave di decentramento) delle zone in questione e l’opzione alleata per un governo ‘indiretto’ assieme al clima di rinnovato pluralismo delle idee ed all’anelito all’autonomia locale; lo stesso complesso rapporto del governo alleato con le forze politico-militari italiane: questi aspetti ed altri ancora delineano uno scenario vastissimo che ha imposto a chi ha partecipato alla raccolta e cernita del materiale ed alla stesura del testo un serio lavoro scientifico. Si è voluto, da parte di Absalom e collaboratori, prendere le mosse dall’anno 1944-45 come il primo anno della ricostruzione economico-civile, in quanto esso fu «l’Anno Zero in cui, precisamente, il protagonismo popolare, fino a quel punto rappresentato simbolicamente –e non per tutti– dalla Resistenza armata, divenne fenomeno di massa, e si passò dalla sopravvivenza passiva e difensiva alla autoaffermazione costruttiva, e spesso imprenditrice» (p. 18, corsivi miei). Venendo alle questioni attinenti alle limitazioni di territorio e risorse, il volume cura molto da vicino gli argomenti della scarsità di queste risorse (alleate e umbre) e della devastazione bellica (rete ferroviaria, mezzi di comunicazione, strade, ponti…), ma anche quelli delle cosiddette debolezze strutturali della burocrazia anglo-americana –scarsità di personale specializzato, difficoltà linguistiche, tenue collegamento con la burocrazia nostrana– e di altri limiti materiali. Per quanto alle limitazioni giurisdizionali, invece, va subito riconosciuto che in quella situazione ciò che mancava, in primis, era la chiarezza di competenze, ruoli e responsabilità: la confusione nasceva, infatti, dalle interferenze che spesso venivano a verificarsi tra le forze in questione, tra le quali anche quella della Commissione Alleata di Controllo e quelle dei governi locali, prefettizi. Ma non meno centrale risulta il terzo fattore in gioco, quello psicologico, che in modo per lo più indefinito limitò, di fatto, l’efficienza delle operazioni del governo alleato. Un esempio per tutti dell’importanza di tenere presente un tale fattore si può abbastanza facilmente rintracciare in un altro dato di fatto che emerge in modo evidente dalle carte prese in esame: gli ufficiali anglo-americani (lo riferisce lo stesso curatore) tendevano a diffidare del metodo italiano di affrontare i problemi, pur sapendo anche assumere, talvolta, certi atteggiamenti di buona volontà nei confronti degli italiani stessi.
Procedendo nell’analisi delle aspettative, delle motivazioni, degli interessi e dei loro conflitti, ad essere esaminata, nei suoi vari aspetti, dal testo Perugia liberata è la vera e propria dimensione della ‘liberazione-occupazione’, come la chiama il professor Absalom (cfr. p. 12), con il suo tema ricorrente dell’“incontro-scontro” di visioni del mondo in definitiva assai diverse tra loro, e del conseguente impatto culturale di valori e modelli di vita: «Ignorare gli alleati, o scaricare loro addosso tutte le colpe di ciò che non è stato, è rimasta risposta troppo frequente e troppo facile della storiografia italiana del dopoguerra» (ibid.). La cura dedicata dal libro alla documentazione riprodotta, peraltro, ha dovuto incontrare difficoltà oggettive e affrontare le incertezze di fondo portate con sé dallo stesso materiale proposto. Uno dei risultati raggiunti da chi ha collaborato a questa pubblicazione è sicuramente stato quello di aver individuato negli archivi frequentati per la raccolta di dati e carte lo specchio delle priorità e del modus operandi dell’A.M.G. ed in particolare dei suoi settori più propriamente militari. E ciò che Absalom riferisce come uno dei compiti più ardui cui egli stesso si è sentito chiamato ci pare notevolmente importante, e cioè la difficoltà di comunicare al lettore quell’accenno di ironia (bersagli prediletti gli italiani!), quei sentimenti di deferenza o acquiescenza, indifferenza o frustrazione, quel sapore di confidenza che qua e là si presentano ‘tra le righe’ dei rapporti e delle pagine ufficiali in genere. Come pure non si può dimenticare, del resto, l’altra difficoltà di comunicazione, rintracciabile nel dover rendere conto delle influenze della gerarchia sull’uso del linguaggio –Absalom dimostra di sapere bene che la burocrazia militare «è fortemente e rigidamente strutturata in termini di rango e funzione» (p. 14). Influenze, poi, che possono essere colte anche indirettamente dal ripetersi, nei documenti, del tono di boria usato dagli ufficiali anglo-americani persino per quei civili che, in tempo non di guerra, sarebbero stati loro “superiori” se si fosse dovuto adottare un discorso di classi sociali. Ma le problematiche storiografiche di un simile lavoro sono state certamente anche altre. Basti pensare alla questione della rimozione collettiva da parte italiana (vengono ricordate le implicazioni scomode, da un punto di vista psicologico e politico); alla necessità di decifrare le “strane alleanze” tra occupanti ed occupati di cui si diceva e quelle altrettanto strane tra contadini ed ex prigionieri alleati evasi; al fatto, ancora, che stiamo parlando di un evento complesso di ‘liberazione multidimensionale’.
Giuseppe Moscati (Università di Perugia)

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tratto dal sito web del
PENSIERO MAZZINIANO (http://www.domusmazziniana.it/ami/)

nuvolarossa
07-09-02, 13:37
Consiglio comunale, minoranza all'attacco

NARNI

Nell'ultima seduta del Consiglio comunale è stato portato in discussione, tra le altre cose, il consuntivo di bilancio 2002. La minoranza ha tenuto banco, a cominciare dal consigliere repubblicano Piero Fiordi, ripercorrendo a ritroso le tappe della campagna elettorale per le ultime amministrative. Facendo di volta in volta presenti i problemi venuti alla luce durante la suddetta campagna. E'stato lo stesso Fiordi a relazionare gli interventi di sindaco e assessori su programmi, variazioni di bilancio, verifiche, risultati ottenuti. All'intervento di Fiordi hanno fatto seguito quelli del consigliere di An Lanari, di Fi Bruschini, della Lista Civica «Insieme per cambiare» Favilli e del consigliere di An Emiri i quali hanno evidenziati tutti i lati negativi del bilancio.

nuvolarossa
07-09-02, 13:37
Consiglio comunale, minoranza all'attacco

NARNI

Nell'ultima seduta del Consiglio comunale è stato portato in discussione, tra le altre cose, il consuntivo di bilancio 2002. La minoranza ha tenuto banco, a cominciare dal consigliere repubblicano Piero Fiordi, ripercorrendo a ritroso le tappe della campagna elettorale per le ultime amministrative. Facendo di volta in volta presenti i problemi venuti alla luce durante la suddetta campagna. E'stato lo stesso Fiordi a relazionare gli interventi di sindaco e assessori su programmi, variazioni di bilancio, verifiche, risultati ottenuti. All'intervento di Fiordi hanno fatto seguito quelli del consigliere di An Lanari, di Fi Bruschini, della Lista Civica «Insieme per cambiare» Favilli e del consigliere di An Emiri i quali hanno evidenziati tutti i lati negativi del bilancio.

lucifero
07-09-02, 15:35
Piero Fiordi è l'unico eletto della lista civica "Insieme per cambiare", a cui faceva capo il candidato sindaco di centro destra Favilli.

Mi risultava che anche i RE si fossero impegnati a Narni, ma non so con quali esiti (due liste della maggioranza non ebbero consiglieri: DiPietro-PdCI e Città nuova).

lucifero
07-09-02, 15:35
Piero Fiordi è l'unico eletto della lista civica "Insieme per cambiare", a cui faceva capo il candidato sindaco di centro destra Favilli.

Mi risultava che anche i RE si fossero impegnati a Narni, ma non so con quali esiti (due liste della maggioranza non ebbero consiglieri: DiPietro-PdCI e Città nuova).

nuvolarossa
10-10-02, 00:26
Pri: la sezione
si è ricostituita

FOLIGNO

C'è gran fervore nello scenario politico cittadino: in questi giorni è stata ricostituita la sezione di Foligno del Partito Repubblicano Italiano, la storica sede «Massimo Arcamone».
I repubblicani possono già contare su un significativo numero di adesioni. l'assemblea si riunirà a breve e segnerà in città la ripresa dell'attività politica del partito di La Malfa.
Gli interessati ed i repubblicani possono contattare lo
0742 / 691039 o il 329/3521480.

nuvolarossa
13-10-02, 22:21
”Forum dei riformisti”
nuova coalizione dopo il successo comunale

TODI

Todi fucina del riformismo? E' statocostituito il "Forum dei Riformisti". Promotori sono Fabrizio Maria Alvi, per il Movimento Repubblicani Europei, Massimo Buconi, per il Movimento dei Socialisti Tuderti, Carlo Vannini, per i Socialisti Democratici Italiani. Hanno sostenuto che «l’analisi del voto amministrativo (il 27-28 maggio a Todi), dice che la lista composta da Sdi, Mre e Mst è stata la più votata con il 25% dei suffragi». «E affinché questo successo venga valorizzato - proseguono - socialisti e repubblicani europei ntendono costituire a Todi questo strumento di partecipazione» per un «progetto dell'area dell'Ulivo». Argomenti del "Forum" saranno difesa dei più deboli garantendo il funzionamento dei servizi pubblici, ruolo pubblico di sanità e scuola, sviluppo compatibile, stato laico.

L.Fog.

nuvolarossa
15-10-02, 15:47
Si è ricostituita
la sezione P.R.I. ”Arcamone”

FOLIGNO

Dopo anni di sospensione dell’attività, è stata ricostituita in questi giorni a Foligno la sezione del Partito repubblicano italiano "Massimo Arcamone". L’assemblea degli iscritti, che si riunirà tra breve, segnerà la ripresa ufficiale dell’attività politica della più vecchia formazione politica italiana.

Per informazioni è possibile rivolgersi ai numeri telefonici
0742-691039 o 329-351480.

nuvolarossa
19-10-02, 19:54
Narni, tutto il consiglio comunale dice no alla centrale a Taizzano

NARNI

Ed alla fine Stefano Bigaroni, il sindaco si è "tirato" dietro gran parte del Consiglio Comunale: il "no" forte e deciso da parte di quasi tutti i consiglieri narnesi alla costruzione della megacentrale a Taizzano, rafforza la sua posizione, critica sin dal primo giorno e rafforza anche l'operatività del Comitato che sta sforzandosi per trovare ostacoli alla costruzione del "mostro" energetico.
Due le voci fuori dal coro, quella di Piero Fiordi del gruppo repubblicano, che voleva un approfondimento senza fretta, e l'altra di Adiberto Favilli, della lista civica, che crede, nonostante comitati e prese di posizioni, alla realizzazione della centrale "Era meglio "governare" tutta la vicenda.
Si sarebbe potuto pensare a prezzi agevolati sia per fabbriche che per le famiglie oppure ad impianti di teleriscaldamento. Si potevano fare molte cose prima di un "no" secco".
Stefano Bigaroni ha fatto sapere che ha attivato tutto quanto era in suo potere: "Le opposizioni ai ministeri, tutto le pratiche per fermare la costruzione hanno preso il via".

Con il Consiglio dalla sua parte, Bigaroni avrà certamente modo di convincere Maria Rita Lorenzetti, la presidente della regione, a scendere a Narni, a sedersi al tavolo, per spiegare con chiarezza quale è la sua posizione nei confronti della centrale.

M.G.

nuvolarossa
27-10-02, 23:49
Per il VIDEO, in RealPlayer, della conferenza stampa di Pietro Lunardi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sul piano infrastrutturale di Umbria e Marche, avvenuta il 24 ottobre a Roma....clicca sopra questa frase (http://audio-5.radioradicale.it/ramgen/s7.2.2/uni_gaia_0_20021025152112.rm?start=)

nuvolarossa
24-11-02, 23:49
Nomine per la società «Aman»
Centrodestra, ancora bagarre
AMELIA — Non si è sanata la spaccatura all'interno della Casa delle libertà riguardo alle nomine per la Aman, la società nata dalle coneri dell'ex consorzio idrico. Venerdì sera si sono riunite le segreterie provinciali di An, CCd, Forza italia e Partito Repubblicano Italiano, con i rappresentanti del centro destra nei consigli comunali di Alviano, Lugnano in teverina, Giove e Montecchio. Al centro della discussione ancora la nomina di Floriano corvi, amministratore della nuova società proprosto dai sindaci dei quattro comuni. Al momento non è uscita una posizione ufficiale sulla faccenda. Ma da quando si è appreso gli esponenti della casa delel libertà, che sin da subito si erano detti contrari a tale nomina avrebbero ribadito la loro estraneità "nel metodo e nel merito perseguito alla nomina del'amministratore delegato".

nuvolarossa
04-12-02, 22:08
PERUGIA - Ricostituita a Foligno la sezione "Massimo Arcamone".
Omar Proietti nominato segretario
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tratto dal sito web:
http://www.pri.it

nuvolarossa
02-01-03, 17:59
http://lanazione.quotidiano.net/imgtestata/titolo_nazione2.gif
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Forza Italia incontra il Pri

FOLIGNO — Iniziano le grandi manovre in vista della campagna elettorale per le elezioni comunali del 2004.
Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra i direttivi di Forza Italia e del Partito Repubblicano Italiano, dove sono state gettate le basi per una collaborazione tra i due partiti.
I coordinatori Massimo Maggiolini ed Omar Proietti si sono dichiarati estremamenti soddisfatti del vertice e delle idee messe in campo.

nuvolarossa
26-01-03, 14:32
http://lanazione.quotidiano.net/imgtestata/titolo_nazione2.gif
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il Comune decide di vendere le scuole dismesse
Ma sulla struttura dello Scalo scoppiano le polemiche

NARNI _ L'amministrazione comunale ha messo in vendita alcune ex scuole oggi dismesse e che verranno alienate prossimamente. Il provvedimento è stato avallato anche dal Consiglio comunale, che ha approvato, a maggioranza, la delibera con la quale la giunta di Palazzo del Podestà dà il via libera all'operazione. Sulla scuola di Narni Scalo, però, le forze di opposizione si sono dette contrarie. Il Partito Repubblicano Italiano e alcuni consiglieri di Forza Italia, infatti, hanno auspicato il blocco della vendita e la destinazione della struttura ad uso pubblico, mentre An sullo stesso argomento ha minacciato di presentare un esposto alla Procura della Repubblica.

nuvolarossa
14-02-03, 17:09
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NARNI — Logiche politiche che prevaricano la funzionalità dei servizi, sovrapposizioni inutili di enti ed eccessiva conflittualità tra Comuni causeranno un aumento della nuova bolletta dell'acqua di circa il 10 %. A sostenerlo è il Pri che in una nota attacca il nuovo sistema di gestione delle risorse idriche territoriali, denunciando errori di fondo nella riorganizzazione del regime delle acque. «Sono stati costituti ben cinque soggetti gestori tra enti e società e non due come previsto dalla legge, quando invece sarebbe bastato soltanto il S.i.i. (Sistema idrico integrato) che avrebbe dovuto sostituire tutti gli enti comunali e sovracomunali». Il riferimento è anche all'Aman, la società narnese e amerina che il Pri attacca con forza. «Secondo noi risponde più a logiche politiche che ad una razionalizzazione del servizio». Ma c'è un terzo elemento che a parere dei repubblicani inciderà fortemente sul costo dell'acqua: lo scontro in atto fra Terni da una parte e Narni e Amelia dall'altra. «La contrapposizione su tutti i fronti ha dato vita ad una situazione ingestibile. Il 2003 è stato dichiarato dall'Onu l'anno internazionale delle acque, per noi però può essere ribattezzato l'anno narnese del caro-acqua».

nuvolarossa
09-03-03, 13:02
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«La legge vieta l'assunzione dei precari»

NARNI (Terni) — La polemica sui precari non si placa. Dopo le prese di posizione della Cisl e della Margherita oggi è la volta del partito Repubblicano che attacca l'amministrazione comunale. A farlo è Piero Fiordi, consigliere comunale del P.R.I che si appella alle leggi. «L'assunzione dei precari a tempo indeterminato da parte del Comune — dice — è impraticabile poiché la normativa lo vieta. Inoltre l'art. 4 del decreto legislativo 368/2001 stabilisce che la proroga nei contratti a tempo determinato è ammessa una sola volta, a condizione che sia richiesta da ragioni oggettive e si riferisca alla stessa attività lavorativa. Sia chiaro però che io non ho nulla contro i dipendenti precari, loro se la dovrebbero prendere con chi gli ha creato le aspettative di stabilizzazione senza poi mantenere le promesse».

nuvolarossa
20-03-03, 20:26
Venerdì 21 marzo h. 17.00 Terni
Sala del Consiglio Provinciale

Manifestazione del Pri

"Prospettive di sviluppo del territorio e i problemi ambientali"

Interverrà l'on. Francesco Nucara Segretario nazionale e Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente

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tratto da
http://www.pri.it

nuvolarossa
25-03-03, 14:02
http://ilmessaggero.caltanet.it/img/msg4.gif
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Val di Chienti a quattro corsie: sì del Partito Repubblicano Italiano
FOLIGNO (Perugia) - Un sì pieno e convinto alla SS 77 Val di Chienti a 4 corsie viene dal segretario del Pri di Foligno Omar Proietti, il quale plaude anche «all’attegiamento positivo, dopo numerose esitazioni, assunto dall’amministrazione di centro sinistra che dovrebbe però isolare coloro che al suo interno osteggiano questo progetto». Secondo Proietti, la decisione del governo rende possibile procedere alla realizzazione dell’opera.

nuvolarossa
01-04-03, 13:20
http://lanazione.quotidiano.net/imgtestata/titolo_nazione3.gif
Narni, bollette dell'acqua più salate
E i «single» sono svantaggiati

NARNI (Terni) — Aumentano le bollette dell'acqua per i narnesi. Con il sistema di gestione provinciale delle risorse idriche affidato al Sii, gli utenti pagheranno di più rispetto a quando la tariffazione era compito del Comune. E anche il calcolo delle bollette subirà variazioni. Secondo Piero Fiordi (Partito Repubblicano Italiano) «il nuovo sistema del consumo reale porterà l'aumento che tutti temevano». Per Fiordi, infatti, per un consumo medio di 150 litri al giorno la bolletta passerà da 95 centesimi a 135 per famiglie di tre unità e da 17 a 90 per quelle di una sola persona: «A questi — afferma Fiordi — bisognerà aggiungere i costi per fognature e depurazione, rispettivamente di 9 e 26 centesimi». Chi supererà i 720 litri al giorno pagherà 2 euro e 40, sia per famiglie con una sola persona che con tre o più.
Massimiliano Cinque

nuvolarossa
03-04-03, 14:54
http://lanazione.quotidiano.net/imgtestata/titolo_nazione3.gif
L'opposizione: «Sull'ex Spea faremo da soli»

NARNI (Terni) — Anche se era sotterrata, l'ascia di guerra le opposizioni continuavano a stringerla. E ora la ritirano fuori dal terreno e dichiarano di nuovo battaglia su tutto all'amministrazione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la seduta dell'ultimo Consiglio comunale andata deserta. Il caso è stato il pretesto per rompere su tutto. Ora anche il tavolo sull'ex Spea, faticosamente messo in piedi con i rappresentanti di tutte le forze politiche, rischia di saltare. An infatti va avanti da sola. «Ci stiamo movendo al ministero della Difesa per capire come l'ex Spea si potrà prendere», fa sapere Maria Lanari capogruppo in Consiglio. Che aggiunge: «La maggioranza e il sindaco ufficialmente si mostrano sempre disponibili e poi fanno come vogliono, così non si può più andare avanti». In rotta anche il Partito Repubblicano Italiano. «Le abbiamo provate tutte — spiega il capogruppo Piero Fiordi — ma qui ci si sta prendendo in giro e allora da oggi daremo battaglia su ogni fronte, non faremo più passare nulla sotto silenzio». Il clima insomma si surriscalda, la situazione si fa più complicata, mentre molte cose bollono in pentola, a cominciare dalla vicenda dei precari sulla quale lo scontro è durissimo.
Massimiliano Cinque

nuvolarossa
04-06-03, 18:26
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Discarica davanti al cimitero: «Che scempio»

NARNI (Terni) — E' piena emergenza per la discarica a cielo aperto davanti al cimitero comunale di Narni Scalo. Il deposito, già presente da molto tempo, è ora diventato anche oggetto di iniziative politiche. A sollevare istituzionalmente il problema è stato il consigliere comunale del Partito Repubblicano Italiano Piero Fiordi che ha presentato un'interrogazione in merito chiedendo i motivi per i quali la discarica continua a permanere in una zona dove invece, secondo Fiordi, dovrebbero regnare silenzio e rispetto. «E' una cosa scandalosa — tuona il proponente dell'interrogazione — lì c'è un cassonetto del ferro che fa però da pretesto per poter buttare nella zona tutto quello che uno vuole. Ci sono scarti di materassi, materiale plastico, rifiuti di ogni genere che offendono quel posto e denotano un disinteresse dell'amministrazione che non è accettabile». Il deposito esiste da tempo, da quando cioè il cassonetto del ferro venne sistemato in quell'area antistante il camposanto. Il Comune è intervenuto per circoscrivere la zona e impedire l'accesso. Ma ogni sforzo è fallito e la discarica continua a esistere senza che nessuno riesca ad impedire che qualcuno depositi lì i suoi rifiuti.

nuvolarossa
17-06-03, 19:23
Assemblea Provinciale degli iscritti e simpatizzanti di Terni 21 giugno 2003
Sez. di Narni 21 giugno h. 16.00

Documento introduttivo

Cari Amici, affrontiamo quest’Assemblea Provinciale del nostro Partito a distanza ormai di circa sette anni dalla celebrazione dell’ultimo congresso provinciale che si è tenuto a Sangemini.

Non è certamente retorica dire che in questi anni si sono verificati fatti politici di portata eccezionale, in cui il Partito è stato protagonista ed ha combattuto per la propria sopravvivenza a dispetto di chi ne voleva e vuole ancora oggi decretarne la fine.

La situazione nazionale

Terminata la stagione del governo Prodi, dove fu raggiunto l’obiettivo di entrare in Europa, il successivo governo D’Alema, nato certamente non solo per colpa di Bertinotti ma anche per le trame impostate dall’On. Marini e dallo stesso D’Alema, non seppe tener fede a impegni programmatici che portassero il Paese verso lo sviluppo. Contemporaneamente iniziò una fase di ostracismo nei nostri confronti: inspiegabilmente non venivamo neanche invitati agli incontri della maggioranza di cui facevamo parte (oltretutto eravamo uno dei partiti fondatori dell’Ulivo).

A seguito della situazione di forte stasi nell’azione di governo e delle difficoltà di rapporti con gli alleati, nel settembre del 1999 l’allora segretario nazionale Giorgio La Malfa, con una famosa intervista a "l’Espresso",aprì un dibattito all’interno del Partito, terminato nel febbraio del 2001 con il congresso di Bari, sulla collocazione del P.R.I. Al Congresso di Bari il Partito prese atto che non vi erano più le condizioni per un proficuo rapporto con le forze politiche della coalizione di centro sinistra e che, in considerazione della vigente legge elettorale maggioritaria, una eventuale collocazione di "terza forza", pur se suggestiva e certamente dignitosa, non avrebbe consentito ai Repubblicani di ottenere una rappresentanza istituzionale tale da permettere loro di esprimere con efficacia la propria politica.

Il Congresso, tenuto conto anche dei punti programmatici di convergenza con la coalizione di centro destra, deliberò quindi di aderire per le successive elezioni politiche alla coalizione guidata dall’On. Silvio Berlusconi.

E’ stata questa per il P.R.I. una scelta certamente difficile e sofferta, ma va dato atto che se l’abbiamo vinta e oggi il Partito è ancora sulla scena politica del Paese il merito va ascritto soprattutto al coraggio di Giorgio La Malfa che ha combattuto una battaglia di dignità, per la difesa della identità e della autonomia del Partito.

A distanza di due anni da quella scelta in un primo bilancio possiamo dire che i risultati sono positivi. Intanto il riscontro elettorale, che è il vero termometro della situazione di un partito ha evidenziato ad ogni successiva elezione, ultima quella del 25 maggio u.s., che il P.R.I. ha sempre guadagnato consensi.

Nell’ambito dell’azione di questo governo, ci troviamo soddisfatti per quanto riguarda la politica estera, che risponde pienamente alla nostra storia e alla tradizionale posizione che vuole la collocazione dell’Italia a sostegno di una politica di rafforzamento dell’Europa, ma non in posizione di alternativa agli USA bensì di collaborazione; nell’ultima vicenda riguardante l’intervento in Iraq abbiamo sostenuto con convinzione la posizione del governo che, pur se non belligerante, è stata di appoggio alla politica degli Stati Uniti d’America.

Infatti l’intervento anglo-americano in Iraq non solo ha riavviato ad una situazione di normalità quel Paese (anche se ci vorrà ancora del tempo perché essa si stabilizzi) ma ha creato le premesse per una pace stabile in tutta l’area: i primi segnali di dialogo tra Israele e Palestinesi ne sono una prova incoraggiante. Nel frattempo abbiamo potuto constatare su questa vicenda la strumentalizzazione e la mancanza totale di una posizione seria e coerente da parte dell’opposizione, che ha saputo solo far muovere la piazza sventolando la partigiana "bandiera della pace".

I tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001 e la congiuntura economica che ne è seguita, la grave incertezza creata dalla paura del terrorismo hanno nociuto molto alla ripresa economica internazionale, e questo si è ripercosso inevitabilmente anche sull’economia del nostro paese: sarebbe ingiusto non riconoscerlo come difficoltà aggiuntiva che ha rallentato l’azione del Governo; tuttavia riteniamo che in termini di riforme, in particolare per quanto riguarda i provvedimenti nel campo della politica economica e sociale volti a favorire uno sviluppo sostenuto come affermato nel programma elettorale, poteva essere fatto di più.

Ci aspettiamo, in questa seconda fase del mandato, una più incisiva azione del governo per la realizzazione del programma, evitando contrapposizioni polemiche che a volte hanno esclusivamente il sapore di questioni personali.

Il Paese ha bisogno di azioni di governo incisive e non di liti troppo spesso al limite della decenza che molto poco hanno a che vedere con il normale dibattito politico. Al tempo stesso, alleati leali ma non acritici, difendiamo con forza le nostre posizioni tradizionali là dove esse (scuola, bioetica, attuazione del federalismo…) divergono con quelle degli altri partners della maggioranza.

Situazione locale

Oggi noi possiamo rivendicare con orgoglio di aver saputo difendere il nostro Partito: nome, simbolo e programmi sono sempre gli stessi e possiamo affermare ad alta voce di essere stati gli unici ad aver ottenuto questo risultato Nessun partito della cosiddetta "prima repubblica" è rimasto in vita. Dobbiamo però ammettere che in pochi ci abbiamo creduto ed in pochi ci abbiamo lavorato: ma proprio per questo la soddisfazione è immensamente maggiore.

A chi ci ha abbandonato nei primi momenti di difficoltà pur essendo ancora il Partito collocato nel centro-sinistra, rimproveriamo una uscita non attribuibile ad una posizione politica ma alla preoccupazione che un partito ridimensionato e al limite della sopravvivenza non sarebbe stato più in grado di offrire prebende e posizioni di potere a cui alcuni amici hanno dimostrato purtroppo di tenere. Superati quei momenti, di cui non nascondiamo l’amarezza, ci siamo impegnati a difendere la nostra autonomia e la dignità che le altre forze della coalizione, in particolare i D.S., volevano annullare.


Pur in una situazione di estrema difficoltà gli Organismi del Partito nel corso degli anni hanno ripetutamente richiamato le forze della coalizione di centro sinistra, con documenti e con incontri, al rispetto del programma concordato ed alla necessità che al di fuori dei momenti elettorali si sviluppasse una gestione dell’alleanza basata sul rispetto della pari dignità e tesa alla realizzazione del programma stesso, evitando di far apparire la coalizione come un’"Armata Brancaleone".

E’ importante ricordare che tutti i nostri richiami sono andati a vuoto e in nessuna occasione è stato accolta la sollecitazione del P.R.I. ad una collegialità di decisioni che tenesse conto della pari dignità di tutte le forze politiche della colazione di centro sinistra. E’ per questi motivi che in una lettera inviata ai segretari provinciali degli altri partiti nel luglio del 1999 noi prefiguravamo (già prima della scelta nazionale) l’ipotesi di abbandonare la coalizione.

Quello che ci divideva dalle altre forze politiche di centro-sinistra era la impossibilità di impostare un programma di rilancio per la nostra comunità: la definizione di un piano di privatizzazione di alcune aziende pubbliche, la estensione a scala provinciale di alcuni servizi, un progetto serio e coerente di valorizzazione delle risorse culturali e ambientali ai fini turistici, un piano per la difesa dell’ambiente, la possibilità di coordinare la progettazione dei piani regolatori per quanto riguarda le aree industriali e di insediamenti in genere che mirano allo sviluppo della comunità.


Nella nostra Regione non si intravedono segnali di una sostanziale emancipazione della società dal predominio di una cultura improntata in parte all’assistenzialismo ed in parte ad una anacronistica e soffocante pressione ideologica.

La Regione dell’Umbria, abbandonato ormai il progetto di "Regione leggera", cioè di Ente di legislazione, coordinamento e controllo, ma privo di significative competenze gestionali, da delegare o trasferire agli enti locali, si conferma come elefantiaco apparato incapace di dare risposte convincenti ai problemi dello sviluppo, della salute, delle infrastrutture: un centralismo regionale soffocante, figlio della mai abbandonata prevalenza della logica dei partiti e del potere su quella delle esigenze reali della società, umilia le realtà locali e ne impedisce uno sviluppo conforme alle proprie vocazioni. Per questo motivo ribadiamo con forza la nostra proposta, già avanzata nella campagna elettorale delle regionali del 2000, di un riequilibrio territoriale regionale che veda l’area dello Spoletino e quella della Valnerina entrare a far parte della Provincia di Terni, che oggi esprime solo sette consiglieri regionali su trenta.

Non meno critico è il giudizio dei repubblicani sulla gestione della Provincia di Terni e dei Comuni maggiori del territorio. La Provincia, che le norme sulle autonomie locali approvate a far data dal 1992 con la legge sul nuovo ordinamento hanno riabilitato quale essenziale ente intermedio di programmazione e raccordo fra il livello regionale e quello comunale e di gestione di servizi e programmi di area vasta, vivacchia senza essere capace di esprimere un proprio ruolo incisivo, subendo da una parte il centralismo regionale e dall’altra una sorta di subordinazione reverenziale verso il comune di Terni. La sua politica, lungi dal "volare alto", mira alla semplice gestione dell’esistente e in tanti settori, pure di primaria importanza, non viene "percepita" come capace di incidere realmente sullo sviluppo e la modernizzazione della società.

Terni, Narni, Amelia ed Orvieto sono governate da giunte che si reggono soltanto sul consenso acquisito attraverso le forme tradizionali, ovvero la gestione clientelare ed assistenziale della cosa pubblica, cui ci hanno abituato tanti anni di governo egemonizzato dal P.C.I. prima e dai D.S. adesso.

Al condizionamento legato a tale gestione si aggiunge, oggi, soprattutto nel ternano, un nuovo e più forte condizionamento legato alla politica della Chiesa che, a nostro giudizio, mette a rischio la laicità delle istituzioni locali.

Ad Amelia il sindaco, che pure era stato eletto con un voto popolare molto più ampio di quello dei partiti che lo sostenevano, appare prigioniero oramai definitivamente di logiche di potere che paralizzano ogni decisione vitale per il rilancio della città.

Orvieto dovrà puntare su un radicale rinnovamento della propria classe politica per aspirare ad un rilancio effettivo quale città vocata essenzialmente ad attrarre un turismo internazionale e di qualità.

Narni deve saper ritrovare il proprio ruolo e la propria identità di città vitale e propulsiva che l’attuale Amministrazione e soprattutto il sindaco le ha fatto perdere ed inoltre deve saper raggiungere un equilibrio di fondo fra centro industriale e città anche a vocazione turistica

A queste difficoltà ed incapacità dei governi locali si sommano tante storture e strozzature nel settore dei servizi che rendono oltremodo difficile uno sviluppo armonico del nostro territorio. Basti qui ricordare i problemi della gestione dei rifiuti, lungi dal trovare una soluzione definitiva, del servizio idrico (dove la proliferazione dei centri di gestione e decisionali non ha migliorato il servizio ma certamente ne aumenterà i costi), delle infrastrutture stradali (Terni-Rieti ancora lontana nel tempo) e ferroviarie (collegamento con Perugia e il nord della Regione), dei trasporti (con una azienda provinciale probabilmente non pronta ad affrontare la decisiva sfida delle gare per l’affidamento dei servizi).

Alla luce delle considerazioni sopra esposte siamo consapevoli che oggi in Umbria e in particolare nella Provincia di Terni uscire dalla coalizione di centro-sinistra significa correre il rischio di un isolamento nella vita istituzionale con la probabile perdita di rappresentatività, ma siamo altresì convinti della necessità di dover condurre delle battaglie che difendano la dignità, i valori e le posizioni politiche da sempre espresse dal nostro partito ed oggi riteniamo che ciò sia possibile nell’ambito dell’insieme delle forze che si oppongono a queste amministrazioni.

Ci vogliamo impegnare su un programma che l’assemblea che andremo a fare, il prossimo 21 giugno a Narni dovrà definire, da confrontare e discutere con tali forze al fine di poter portare avanti concretamente un’azione rinnovatrice di rilancio e sviluppo dei nostri territori.

Note sui problemi economici della provincia.

Da una recente indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere in Umbria emerge un quadro non molto positivo, soprattutto per la provincia di Terni.

A livello regionale l’indagine pone in risalto nel I trimestre 2002, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, una contrazione della produzione (-2.4%).

Questo andamento colpisce entrambe le province, anche se si registra in maniera più marcata nel ternano (-7,1%), con forti cadute nella moda, nel metalmeccanico e nella lavorazione minerali e chimica, con l’eccezione di una crescita nel settore alimentare.

Per quanto riguarda la variazione del II trimestre 2002, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, si è verificata una condizione di stazionarietà (-0,2%).

A livello provinciale, Perugia presenta un’espansione moderata (+1,5%), mentre Terni mostra una marcata contrazione (-6,8%), registrata nei settori della moda, nella lavorazione minerali e chimica e nei prodotti in metallo e macchine.

Sul versante occupazionale il riferimento è rappresentato dalle rilevazioni trimestrali dell’Istat sulle Forze Lavoro, che però comportano unicamente elaborazioni a livello regionale, prospettando, quindi, solo indirettamente un panorama provinciale.

Complessivamente gli occupati nella nostra regione rilevati a luglio del 2002 sono 329.000 circa, a fronte dei 333.000 circa rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il decremento occupazionale ha riguardato sia le femmine che i maschi; il numero delle prime è passato da 134.000 a 132.000, quello dei maschi passa da 199.000 a 197.000.

La distribuzione degli avviamenti per territorio pone in risalto la forte differenziazione della struttura produttiva fra le due aree. In particolare, nel territorio ternano la prevalenza degli avviamenti si riscontra soprattutto nel terziario (57,7%), e con valori inferiori, ma pur sempre significativi, nell’industria (37,8%); nell’orvietano la maggior parte degli avviamenti ha riguardato invece il settore agricolo (45,4%) e con valori leggermente inferiori il terziario (38,5%), mentre risulta piuttosto basso il peso dell’industria (16,1%).

Da questi dati si desume una struttura economica provinciale fortemente squilibrata sia territorialmente che settorialmente. Infatti possiamo notare una forte incidenza del settore primario nel territorio orvietano accompagnato da una bassa incidenza del settore secondario e terziario mentre nel ternano non si riscontra un’incidenza decente del terziario avanzato e di un secondario ad alto contenuto tecnologico.

Ciò significa che le politiche o le non politiche economiche perseguite non hanno prodotto da venticinque anni a questa parte risultati accettabili sul piano di uno sviluppo vero del sistema economico provinciale.

Scontiamo forti ritardi e la logica è sempre la stessa. Difendere il "vecchio" a tutti i costi. Espandere a dismisura ed in modo pervasivo l’intervento pubblico o pseudoprivato o cooperativistico ponendo in essere un modello di sviluppo autopropulsivo solo dal punto di vista della creazione di precarietà da un lato e privilegi dall’altro e soprattutto vantaggio elettorale per le forze di governo della nostra provincia.

Stiamo ripetendo gli errori commessi negli anni settanta nei quali abbiamo sacrificato tutto sull’altare del posto sicuro a tutti i costi in presenza di una crisi della siderurgia e della chimica galoppante senza avere la lungimiranza di accettare la perdita di alcuni posti di lavoro contro una qualificata terziarizzazione dell’economia, chiedendo alla grande industria di rimanere nel territorio con le funzioni aziendali guida in modo da creare le condizioni di un diverso sviluppo.

Stante questa realtà di arretratezza economica , vista la carenza di propensione al vero rischio imprenditoriale ed in presenza di un ritardo nell’acquisizione di quella cultura d’impresa, occorre tentare di "volare alto" nell’impostazione di una nuova politica economica che deve tenere conto delle vocazioni territoriali e soprattutto deve riversare tutte le risorse disponibili su progetti strategici prioritari senza disperderle in mille rivoli.

I Repubblicani lanciano l’idea dei distretti e ne individuano tre.

Il primo nell’area ternana-narnese incentrato sullo sviluppo della ricerca, della produzione e della promozione sul mercato europeo ed internazionale di nuovi prodotti basati sui materiali speciali; un disegno strategico che deve vedere in sinergia la grande industria, la piccola e media industria, l’artigianato, la scuola, l’università, gli enti di ricerca, la formazione e gli enti locali.

Il secondo nell’area orvietana e dell’amerino incentrato sull’agroalimentare di qualità al cui interno deve trovarsi il settore dell’agriturismo e del turismo rurale che porti alla realizzazione della filiera completa dal produttore al consumatore di prodotti agricoli di alta qualità certificata;per sviluppare tale progetto è necessario ubicare sul territorio centri di ricerca e corsi di studi universitari coerenti.

Il terzo nell’area Sangemini-Montecastrilli-Avigliano-Acquasparta incentrato sulla produzione di acque minerali di qualità e certificate, integrata dall’attività turistico-termale e turistico-convegnistica soprattutto nel settore medico e farmaceutico a livello internazionale.

La realizzazione di un tale disegno strategico deve essere necessariamente accompagnata da una riqualificazione dei servizi tradizionali (commercio, bancario ecc.), dall’implementazione di servizi avanzati nel campo della telematica ecc. e soprattutto dalla definizione di una politica logistica di movimentazione dei beni e delle persone nell’ottica dell’integrazione e dell’intermodalità.

Noi repubblicani riteniamo che per raggiungere tali ambiziosi obiettivi occorra definire un preciso programma ed istituire una task force a livello provinciale che lavori per la realizzazione di tale programma e proceda ad effettuare un monitoraggio su base semestrale per verificarne l’attuazione.

La situazione Organizzativa

Cari amici, comprenderete da soli l’importanza di rivedersi per programmare il futuro del Partito nella nostra comunità.

Malgrado l’opera di ostracismo operata nei nostri confronti dai mezzi di comunicazione, l’opera di distruzione tentata dagli ex amici fuorusciti, di cui non si ritrova traccia elettorale in nessuna parte d’Italia, e che con il loro operato hanno ottenuto il solo risultato di indebolire il Partito facendo un enorme favore ai nostri avversari, nonostante - come dicevo - queste avversità il P.R.I. è rimasto in piedi sia in Italia che nella nostra Provincia grazie all’impegno profuso da tutti gli iscritti che credono ancora nel P.R.I. come unico punto di riferimento per la difesa dei valori repubblicani e laici oggi necessari come non mai.

Con il nostro lavoro siamo riusciti a mantenere sostanzialmente inalterata la presenza organizzativa del partito nella nostra Provincia rispetto al passato essendo rimaste in attività le sezioni di Amelia, Narni, Terni, Stroncone ed un gruppo ad Allerona.

Questo ci permetterà, se sapremo impegnarci il prossimo anno, di affrontare gli importantissimi impegni elettorali: quello per il rinnovo del consiglio provinciale, quelli per il rinnovo di molti consigli comunali, in particolare quello di Terni, e soprattutto quello per il rinnovo del Parlamento Europeo dove il Partito si presenterà con le proprie liste e il simbolo dell’Edera, con fiducia ed ottimismo. Desideriamo rivolgere un appello ai repubblicani che si riconoscono in questo simbolo affinché superino tutte le differenziazioni di destra e sinistra, poiché il partito si presenta per l’Europa in forma squisitamente autonoma, e contribuiscano con il loro consenso all’affermazione della nostra ultrasecolare storia, delle nostre idee, dei nostri valori.

Tutto questo non ci deve far credere che la nostra strada sia in discesa, occorre l’impegno di tutti noi se vogliamo che i nostri ideali siano difesi e possano sopravvivere.

Abbiamo il dovere di lasciare ai nostri giovani quel patrimonio di valori che altri prima di noi hanno costruito.

Noi ci siamo sempre mossi fuori da ogni interesse personale. Ci ha guidato solo il gusto della politica con la P maiuscola, inteso come senso civico nell’interesse della collettività. Per questi valori tramandatici nel tempo da Mazzini a Ugo La Malfa a Spadolini vale la pena ancora oggi di combattere.

Il segretario Provinciale
Amleto Bussotti
tratto dal sito web del
http://www.pri.it/immagini/titsx.gif (http://www.pri.it)

Lincoln (POL)
11-07-03, 14:53
Tratto da "Il Corriere dell'Umbria" del11/072003
"Come conquistare il Comune e le circoscrizioni di Foligno.Si parlerà di questo nel nuovo incontro della Casa delle libertà.La nuova riunione sarà allargata alla lista civica "Per Foligno",al PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO e ad altri esponenti che gravitano nell'area di centro-destra.Il prossimo passaggio,dovrebbe essere la convocazione sempre in città di un tavolo regionale e provinciale dei partiti della Casa delle libertà per avere il massimo sostegno nella battaglia elettorale".

nuvolarossa
13-07-03, 10:16
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Alberi o marciapiede? Questione aperta

NARNI (Terni) - Marciapiede sì, marciapiede no? A via del Parco, Narni Scalo, prosegue la discussione su che cosa fare per migliorare la viabilità e la sicurezza dei pedoni. Sull'argomento interviene il consigliere comunale del Partito Repubblicano Italiano Piero Fiordi, il quale propone di eliminare gli alberi che ornano i bordi della strada, abbassando il marciapiede ed ampliandolo «o verso la strada _ suggerisce _ o verso il parcheggio». L'idea non tarderà a far sollevare gli ambientalisti che in passato avevano messo l'altolà al paventato taglio degli alberi. Legambiente aveva chiesto al Comune di non tagliare i pini e le altre specie che si trovano lungo il rettilineo di oltre quattrocento metri. Il Comune è rimasto sulle sue posizioni: intende intervenire per risolvere i problemi, ma come e quando ancora non è ben chiaro. (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

Lincoln (POL)
25-07-03, 20:09
http://www.corr.it/giornale.jpg
Tratto da "Il Corriere dell'Umbria" del25/07/2003.
"Necessario un piano per garantire l'ordine e la tranquilla convivenza.La richiesta è di Omar Proietti,segretario della sezione folignate del PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO.La polemica è quella relativa agli episodi di microcriminalità e violenza che si sono verificati nelle ultime settimane e che hanno visto protagonisti cittadini extracomunitari,molto spesso clandestini."Ora vengono al pettine i nodi di una politica poco accorta"dice Omar Proietti.Nel mirino il centro e gli storici palazzi in cui"sono stati sistemati"i cittadini stranieri.

nuvolarossa
29-07-03, 10:47
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I vigili urbani sono pochi e anziani
Sempre meno le pattuglie in servizio su strada

NARNI (Terni) - Il numero dei vigili urbani è sempre più esiguo. Le pattuglie su strada si assottigliano a scapito della sorveglianza per la viabilità, dei controlli sul territorio e, in generale, del servizio ai cittadini. Pochi, la maggior parte avanti con gli anni, i vigili non sembrano poter più reggere il peso delle responsabilità. Così a fare il servizio viabilità sono rimasti la metà di quelli che c'erano fino a pochi anni fa, quando su strada erano presenti almeno 8 vigili. «Oggi ce ne sono appena 4 tra Narni e lo Scalo», fa notare Piero Fiordi, consigliere comunale del partito Repubblicano, che si è preso a cuore un problema che conosce a fondo essendo stato fino a pochi anni fa il comandante della polizia municipale. «Prima hanno tagliato la testa del corpo _ dichiara Fiordi, accusando l'amministrazione comunale _ eliminando la dirigenza, poi sono passati al resto, dimezzando il numero di vigili sulla strada». La sorveglianza viene garantita a singhiozzo e con molti rischi per gli agenti che spesso devono svolgere la vigilanza da soli, con tutti i rischi che ciò comporta. Gli stessi vigili lamentano da tempo la situazione di precarietà in cui sono costretti a lavorare e più volte lo hanno fatto presente senza ottenere risultati. L'ultimo concorso pubblico fu fatto a metà anni '90 poi, finora, non c'è stato alcun aumento di organico, anzi i pensionamenti hanno ridotto ulteriormente il personale.

Massimiliano Cinque (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
21-08-03, 11:18
Cassonetti sempre pieni e maleodoranti»

NARNI (Terni) — I cassonetti dell'immondizia rischiano di provocare una sommossa popolare. In più parti del territorio comunale il malumore serpeggia tra la gente per le condizioni in cui sono tenuti i contenitori della nettezza urbana. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, adesso i residenti della zona di Madonna Scoperta minacciano di rivolgersi al prefetto e all'Asl se non verrà risolta la situazione. «Continuano ad essere malandati e strapieni senza che nessuno pensi a sistemare le cose», dicono gli abitanti che si lamentano anche del fatto che intorno ai cassonetti sta crescendo una discarica che diventa ogni giorno più grande. Ma la protesta è esplosa ieri anche a Narni Scalo. Gli abitanti di via del Parco e dintorni fanno la voce grossa. Sono infuriati perchè i cassonetti sono vecchi, rotti e non chiudono più, lasciando fuoriuscire odori fastidiosi che con il caldo peggiorano. «Abbiamo paura che scoppi qualche malattia», tuonano i residenti, che gridano contro l'amministrazione affinché provveda. Il Partito Repubblicano Italiano ha presentato un'interrogazione chiedendo spiegazioni sulla presunta mancata pulizia dei cassonetti e sulla nuova regolamentazione che, per quelli in plastica, prevede interventi igienizzanti tre volte l'anno anziché ogni quindici giorni come in precedenza.

Massimiliano Cinque (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
31-08-03, 09:33
Il partito Repubblicano attacca

NARNI — Il partito Repubblicano attacca « le costose e selvagge privatizzazioni dei servizi operate dall'amministrazione comunale» dopo le deliberazioni adottate nell'ultimo consiglio comunale (nella foto) che, a maggioranza, si è espresso per il passaggio all'Asit — società a capitale misto pubblico privato con il Comune al 90% — di una parte della gestione dei tributi (con convenzione attiva fino al 2007) e dei servizi cimiteriali frazionali (fino al 31 dicembre di quest'anno). Piero Fiordi, esponente del Pri, che ha votato contro mentre An e Forza italia hanno preferito lasciare l'aula e non partecipare al voto, spiega la situazione: «La vicenda si trascina da oltre un anno ed è anche legata alla stabilizzazione presso l'Asit di personale precario assunto per progetti a termine e per la maggior parte senza rispettare le norme vigenti in materia di assunzioni negli enti pubblici. In sostanza tutto rimarrà come prima, lo stesso personale continuerà ad operare questa volta alle dipendenze dell'Asit con la beffa che i costi lieviteranno poiché per le prestazioni dovrà essere applicata l'Iva al 20% e dovranno essere liquidati gli utili d'azienda oltre alle spese generali» La strategia adottata dal Comune, per il Pri, «è sempre quella di far incancrenire i problemi e poi trovare soluzioni che non vanno certamente nella direzione dell'efficienza e della economicità dei servizi» «Se l'amministrazione è coerente — dice ancora Fiordi — dovrebbe dare risposte a tutti coloro che cercano lavoro,come ha fatto per i precari assunti quest'anno».«Per avere un'idea di come l'amministrazione gestisce i servizi,basti vedere come è organizzato il servizio dei cimiteri frazionali in precedenza affidati ad incaricati sul posto con piena soddisfazione dei cittadini ed ora affidati a 3 operai che giornalmente percorrono 150 chilometri con un rimborso spese di viaggio di 75 euro al giorno, cifra sufficiente a creare 2 nuovi posti di lavoro anziché bruciarli in benzina. Questo tipo di organizzazione viene ora trasferita all'Asit riconoscendogli anche le spese di trasporto che ovviamente risulteranno maggiorate dell'Iva e delle spese generali». (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
06-09-03, 11:02
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NARNI — «Perché il convegno che si svolgerà oggi sulla viticoltura narnese non è stato organizzato in un luogo pubblico e perchè non sono state coinvolte tutte le aziende agricole del territorio?». E' quanto chiede in una interrogazione rivolta al sindaco Bigaroni il consigliere del Partito repubblicano Piero Fiordi riguardo alla scelta della sede che ospiterà la tavola rotonda organizzata dall'assessorato all'agricoltura, con il patrocinio della Provincia di Terni e della Camera di commercio.
L'iniziativa si svolgerà in mattinata nella Rocca dell'Albornoz e al pomeriggio nello spazio antistante il centro Agricenter. «Sono favorevole a questo tipo di iniziative — afferma il consigliere — ma credo che non si possano allestire in un centro commerciale privato che vende prodotti per l'agricoltura».
A detta di Fiordi «la pubblica amministrazione dovrebbe garantire pari condizioni a tutte le attività economiche presenti nel territorio. Vi sono infatti molte aziende agricole che producono vino. Dovevano essere coinvolte dal Comune al convegno e si potevano organizzare anche mostre e degustazioni specifiche».
Alla tavola rotonda dedicata alla viticoltura sono previsti, tra gli altri, gli interventi dei senatori Willer Bordon e Maurizio Ronconi, quest'ultimo nella propria veste di presidente della commissione agricoltura del Senato.

di Alessandra Contini
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nuvolarossa
29-10-03, 20:36
Narni: il segretario provinciale Bussotti critica il sindaco sulla nuova centrale

Il Pri di Terni in un comunicato stampa critica la scelta della maggioranza di rinunciare alla nuova centrale per potenziare quelle esistenti e attacca il sindaco Stefano Bigarotti accusandolo di incoerenza. "Aveva detto No a qualsiasi centrale e sì ad approvvigionamenti diversi e invece ha accettato un accordo che va in senso contrario". Il segretario provinciale Amleto Bussotti non considera definitiva la decisione e dice: "Lo stesso sindaco di Terni ha dichiarato che l'intesa deve passare ancora al vaglio dell'Ast e dei produttori, senza considerare che la Sondel di Nera Montoro non ha ancora presentato alcun progetto riguardante nuove forniture di energia".
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
21-11-03, 23:08
Incontro con i quadri Pri umbri/Santoro ha illustrato la linea del partito

Elezioni: insieme alla CdL

Il 14 novembre 2003 si è tenuto a Terni un incontro dei quadri dirigenti del Pri umbro alla presenza del vicesegretario nazionale On. Italico Santoro.

Il coordinatore regionale Amleto Bussotti ha svolto la relazione introduttiva, incentrata sulla situazione organizzativa del Partito in vista dei prossimi appuntamenti elettorali locali e delle elezioni europee.

L'On. Italico Santoro è intervenuto esponendo la linea del Partito a livello nazionale: tre i punti che ha evidenziato. Ha inizialmente parlato della situazione internazionale, sottolineando come dall'11 settembre 2001 il terrorismo di matrice islamica abbia dichiarato "guerra" alla civiltà ed alle democrazie occidentali.

Santoro ha detto che l'azione del governo in questo campo riflette pienamente la posizione repubblicana, storicamente a difesa dei valori di libertà e democrazia e per una sempre più stretta amicizia con gli Usa e Israele. Da qui discende la necessità della collocazione del Partito nella coalizione di centro-destra, ritenendo non condivisibili le posizioni che in materia di politica estera ancora esprime una larga parte della sinistra. Ha poi parlato delle battaglie che il Pri sta conducendo a difesa dei valori dello Stato laico. A tale riguardo ha citato le posizioni assunte in occasione di diverse vicende riguardanti il rapporto Stato-Chiesa e le battaglie che sta sostenendo il partito sulla libertà di scienza. Il vicesegretario si è soffermato infine sullo sviluppo della ricerca e dell'innovazione, la nuova frontiera che per il P.R.I .rappresenta la "politica dei redditi" degli anni duemila.

Dal dibattito che si è sviluppato è emersa piena sintonia con le posizioni espresse dal vicesegretario. E' stato messo a punto un programma di lavoro per le prossime scadenze elettorali. Si è inoltre precisato che è imprescindibile mantenere ferma la identità del Partito suoi storici valori fondanti. Per quanto riguarda gli aspetti programmatici locali, si è convenuto che il programma dei repubblicani dovrà basarsi su pochi ma significativi punti altamente qualificanti, come lo sviluppo del territorio, la sanità, l'efficienza della macchina pubblica.

Il dibattito ha evidenziato un quadro della nostra Regione fortemente negativo che è stato sintetizzato in una battuta: L'Umbria "maglia nera nella ricerca", in quanto è la Regione che meno spende in Italia per la ricerca scientifica e "maglia rosa nelle pensioni sociali e di invalidità": in sostanza una fotografia della nostra società regionale obsoleta e immobile, che tenta di scivolare sempre più verso l'assistenzialismo. Motivi che hanno spinto a individuare la collocazione del partito per le prossime scadenze elettorali amministrative a livello regionale - come a livello nazionale- all'interno della Casa delle Libertà, ferma restando un'ampia intesa programmatica soprattutto sul terreno della innovazione in campo economico e del buon governo della cosa pubblica, una condivisione nella scelta degli uomini chiamati a rappresentare e guidare il necessario rinnovamento, la pari dignità fra tutte le forze politiche della coalizione.

Coordinamento regionale Pri Umbria (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
30-01-04, 15:41
E’ di Giorgio Federici l’idea di raccogliere ricordi del partito di la
Malfa a Narni

Museo pieno di nostalgia repubblicana

di MARCELLO GUERRIERI

NARNI (Terni) - Avevano la più grande sezione di partito, sulla piazza.
Organizzavano feste da ballo memorabili: erano i repubblicani narnesi,
forti, fortissimi, decidevano l'elezione di senatori e deputati al
parlamento nazionale. Mangiapreti e comunisti insieme, spirito libertario,
contro i fascisti per natura. E siccome a quel tempo raccontavano che i
repubblicani erano quattro gatti, a Narni dicevano che almeno tre si
dovevano per forza trovare in città.
Giorgio Federici, mobiliere, imprenditore innovativo con pochi amici nelle
banche giuste, ottanta anni, si è guardato indietro e di partiti
repubblicani ne ha visti addirittura due. Gli è venuto lo scoramento
vedendo un La Malfa, Giorgio, che flirtava con "fascisti" (lui non ce la
farà mai a chiamarli in un altro modo i seguaci di Fini) . Gli è venuto lo
scoramento ed ha deciso di fondare un museo: "Museo repubblicano dove
ognuno di noi possa metterci le cose importanti - spiega - la mia storia
d'Italia scritta da un autore sinceramente repubblicano, cimeli, pezzi di
ricordi di tutti noi. Un museo perché tutti ricordino".
Lui, Federici, uomo d'azione, ha preso in mano la questione, ha chiesto
appuntamenti al sindaco e si è messo alla ricerca di sale adeguate. Ma è
la nostalgia che lo rende forte: suo padre, Oddo, che nome importante,
mobiliere, fazzoletto repubblicano al collo, lo aveva allevato ad essere
libero. E quando Narni era occupata dai tedeschi proprio Giorgio ebbe i
suoi bravi guai e per poco non finì al muro per non rispettare il
coprifuoco. Ora in pensione è libero. E stanco. Con tanti ricordi di
quando i repubblicani, le elezioni comunali erano quelle del 1953,
acquistarono una splendida porchetta per mangiarsela coi narnesi dopo la
vittoria: tra i maggiorenti del partito c'era anche Elvio Daniele,
inguaribile ottimista. Ma a Narni coi comunisti non c'era storia: i
repubblicani prendevano voti nel centro storico? I seguaci di Togliatti
spopolavano nella campagne. E la porchetta? Ne fecero un centinaio di
pezzi e se la portarono via, a casa.
O quando l'altro La Malfa, Ugo, il segretario nazionale, venne a chiudere
una campagna elettorale per l'elezione, con una piazza Garibaldi stracolma
e con il responsabile della sezione che dall'emozione si sentì male. E
svenne sul palco. L'autoambulanza si incarico di ridargli vita. E con la
sollevazione di piazza contro Alpini, un candidato missino che apostrofò i
narnesi come "camerati": Giorgio Federici fu il primo a salire sul palco
per occuparlo. Ancora si "fregia" di tutti i reati che commise quella
volta
Ora un museo: e chissà che tra le famiglie ex repubblicane ormai
annacquate nel centrosinistra non si riesca a trovare qualcosa di
interessante dentro qualche cassetto, nascosto e dimenticato.
(www.nuvolarossa.org)

FRANCO (POL)
30-01-04, 15:59
e soprattutto bella iniziativa, credo che i repubblicani ma proprio tutti daranno una mano, alla memoria alla nostra storia a chi ci ha preceduto non vogliamo rinunciarci.

nuvolarossa
09-03-04, 21:15
Terni: Santoro incontra i quadri del Pri dell'Umbria

Il vicesegretario nazionale del PRI, on. Italico Santoro, ha incontrato a Terni i quadri repubblicani dell'Umbria. La riunione, che ha preso in esame i diversi problemi in vista delle elezioni europee ed amministrative, è stata aperta da una introduzione del coordinatore regionale Amleto Bussotti, che ha individuato i possibili obiettivi del partito.

Dopo un ampio, appassionato e vivace dibattito, che ha visto l'intervento di molti amici delle due province umbre, il vicesegretario Santoro ha messo a fuoco i diversi aspetti della politica del PRI ed ha ribadito l'alleanza con in partiti della Casa delle Libertà. In questo quadro anche i repubblicani umbri dovranno assicurare il massimo impegno in vista delle prossime elezioni, fissando alcune priorità programmatiche e finalizzando gli sforzi organizzativi in direzione di alcuni obiettivi raggiungibili. La riunione si è conclusa fissando un prossimo appuntamento a Perugia per la fine del mese di marzo.

nuvolarossa
29-03-04, 14:19
Stroncone, il Pri sta in finestra

STRONCONE (Terni) - Né di qua, né di là. I repubblicani di Stroncone non si pronunciano prima
di conoscere i programmi ed i nomi dei candidati alle prossime elezioni
comunali.
Si deciderà quindi se schierarsi con centrodestra o col centrosinistra
solo dopo che sarà stato possibile «valutare i programmi e la credibilità
dei cvandidati e specialmente del candidato a sindaco», così come ha
deciso la segreteria della sezione Pri di Stroncone che si è riunita la
scorsa settimana.

Lincoln (POL)
16-04-04, 19:55
del 15/04/2004

"Luciano Rossi,consigliere regionale e leader di Forza Italia in Umbria,è il candidato sindaco della CDL al comune di Foligno.
A deciderlo,sono state le forze politiche del "centro-destra"nel corso di una riunione alla quale ha partecipato una delegazione del PRI composta dal segretario Omar Proietti e dal Dott.Alessandro Balucani.
Nel comunicato stampa rilasciato al termine,viene sottolineato il significato dato dalla presenza nella coalizione di un partito di grandi tradizioni storiche quale il PRI.I repubblicani di Foligno,tornano quindi dopo alcuni anni di assenza,sulla scena politica cittadina e saranno presenti alle ormai imminenti elezioni comunali."

barney (POL)
17-04-04, 12:58
L'AMICO GAMBI DI RAVENNA E' STATO OGGETTO DI UN INQUALIFICABILE ATTACCO PERSONALE SULLA VOCE E SUL SITO UFFICIALE DEL PARTITO.

L'articolo, le risposte, gli attestati di solidarietà di dissenso come di consenso, sono postati nel 3D repubblicani Emilia Romagna.

Non vi rubo ulteriore spazio ma ritengo di segnalare la cosa confidando in precise affermazioni, non mi interessa il segno o il contenuto, degli amici repubblicani che da anni conoscono Gambi come repubblicano e come uomo.

Ritengo che al di là di maggioranza o minoranza sarebbe molto bello che i repubblicani tutti facessero capire che c'è voglia di discutere, di confrontarsi non di offendere, o delegittimare, persone e realtà estremamente utili, e particolarmente in questa dificile campagna, alla crescita complessiva del partito.

Vi ringrazio per l'ospitalità

Barney

nuvolarossa
27-05-04, 18:53
Carlo Ripa di Meana: ”Bisogna fare di più per la tutela del paesaggio e
delle meraviglie umbre”

PERUGIA - Sono l’ambiente, il paesaggio, le ricchezze storico-artistiche a
portare Carlo di Ripa di Meana di nuovo in corsa per il parlamento
europeo, e questa volta con la lista Partito repubblicano italiano-
liberal Sgarbi. All’Unione è quasi di casa: due volte parlamentare europeo
nella prima e quarta legislatura, commissario alla cultura e ministro
europeo.
Un ritorno all’antico per decisione propria?
«Non esattamente. La possibilità mi è stata offerta da Giorgio La Malfa e
Vittorio Sgarbi nelle ultimissime ore prima della formale consegna delle
carte agli uffci preposti. Una mossa che ho preso con molta serenità,
anche perché mi piace questa formula della nuova lista che vede la
tradizione della ragione, tradizione che portò Spadolini nel partito
repubblicano».
La ragione che si sposa la bellezza?
«Con il partito della bellezza Vittorio Sgarbi vuole impegnare il lavoro
regionale e parlamentare per portare nelle sedi legislative e politiche la
discusione sul patrimonio nazionale, paesaggistico e storico-artistico. E
metterlo al sicuro per utilizzarlo appieno, trasformandolo in patrimonio
attivo e motore economico».
Cosa condivide del nuovo movimento?
«Condivido a grandi linee le posizioni e i tempi in materia di politica
internazionale: ma quello che distingue questa lista dalle altre è la
battaglia che impugna la questione del patrimonio dell'Europa per
difenderla».
Carlo Ripa di Meana, consigliere regionale dei Verdi ecologisti, pensa
all'Europa con lo sguardo in Umbria.
«L'Europa può fare ancora molto per l’Umbria in materia di tutela del
paesaggio e di meraviglie naturali. E difendere dagli scempi zone
industriali, tesori naturali come il Trasimeno, gli impianti eolici che
incombono come giganti di acciaio. Una mia presenza in Umbria spingerebbe
verso una forte tutela del paesaggio, per fissare delle regole per
impedire gli scempi attuali, come (altri esempi) la proliferazione
selvaggia di cave con gigantesche ferite all’ambiente. Ma non solo: stare
in Europa significa anche fissare incentivi europei per l’agriturismo
umbro, il più fiorente tra i settori, per favorire la valorizzazione del
territorio».
Non si tratta quindi solo di grandi temi di respiro mondiale?
«No, ma di non semplici sfumature che sono centrali per lo sviluppo di una
Regione. Poi ci sono le grandi questioni, i grandi temi che non devono
però offuscare le iniziative locali».
L’Europa, l’Umbria e la cultura. Quali le idee?
«La comunità europea ha varato programmi decisivi come Erasmus, che ha
permesso tanta mobilità nell’ambito dell’Unione, aprendo le loro
conoscenze. Ma si deve andare oltre: in ogni punto dell’Europa si deve
rendere possibile, con un sistema di aiuti, incentivare la formazione
altrove. Si forma così una vera Unione europea grazie alle peculiarità
nazionali».
Infine, per la cronaca, il consigliere regionale dei Verdi ecologisti è
candidato anche al Comune di Perugia con lista l’Altra Perugia.

Sel.Ca.
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/HANNOUCCISOLUOMORAGNO.mid

nuvolarossa
29-09-04, 14:54
dalla SEZIONE “Massimo Arcamone” FOLIGNO

Non abbiamo difficoltà, a convenire con i giudizi espressi da Luciano Rossi nel censurare il comportamento di questa amministrazione e della maggioranza che la sorregge, per ciò che concerne lo “status”di alcune circoscrizioni,ancora senza assetto a tre mesi dalle elezioni per via di mere contese di potere in particolare tra DS e Margherita,né ci sfugge e lo segnaliamo anzi all’opinione pubblica, l’opportunismo a fini interni con il quale si sta gestendo la vicenda relativa alla nomina del Difensore Civico,una nomina si badi bene che è,o dovrebbe essere di garanzia, a tutela cioè dei cittadini.Non siamo nati ieri e quindi abbiamo compreso perfettamente la logica con la quale una parte della maggioranza, ha proposto per questa carica,un illustre(e peraltro rispettabilissimo) ex primo cittadino salvo poi fare marcia indietro, costringendo lo stesso ad un imbarazzante “ritiro”. Abbiamo invece qualche difficoltà, a trovarci d’accordo con Rossi,laddove ci viene descritta una minoranza coesa e granitica che francamente,con tutta la buona volontà,noi non riusciamo proprio a vedere.Può darsi che ciò dipenda dalla nostra miopia ma,tanto per fare un esempio,proprio sulla vicenda del difensore civico,la minoranza rappresentata in Consiglio Comunale ha proposto senza effettiva convinzione l’Avv.Secondari il quale,resosi conto di ciò,ha pubblicamente declinato l’invito. Diciamo subito a scanso di equivoci, che quella dell’Avv.Secondari già apprezzato consigliere comunale,ci è sempre parsa e ci appare tutt’ora un ottima designazione sulla quale sarebbe auspicabile una unanime convergenza dell’intero consiglio comunale. Proprio per questo,ha suscitato in noi più di una perplessita il comportamento delle forze di opposizione le quali hanno dato la netta impressione in un comunicato dato alla stampa,di considerare quella del suddetto avvocato,una candidatura di “bandiera”. Più in generale,notiamo che l’atteggiamento auto-referenziale( peraltro tutto interno ai singoli partiti)che caratterizza l’attuale minoranza,impedisce al momento,la costruzione di una larga e solida coalizione in grado di sviluppare una incisiva ed efficace azione critica che non può essere portata avanti solo dai banchi del Consiglio Comunale.

Segreteria PRI
FOLIGNO

nuvolarossa
05-10-04, 21:03
Terni: un dibattito sullo sviluppo della città/Smantellamento e trasferimento di due strutture sanitarie

Scelte che non aiutano i cittadini

Esiste un progetto complesso a Terni che è quello dello sviluppo della città perché possa abbandonare quella classificazione, ormai limitante, di città dell'acciaio. Un progetto che la vorrebbe insieme città universitaria, città dello sport e, punto centrale, città della salute. Un'idea di sviluppo che ha reso forte il programma del centrosinistra a tal punto da permettere la recente conferma elettorale sia dell'amministrazione comunale sia provinciale. Ma a dispetto dei programmi e, soprattutto, del volere dell'intera cittadinanza (108 mila abitanti), si è scelto di proseguire la sconsiderata via che prevede lo smantellamento e relativo trasferimento di due importanti strutture sanitarie. L'Istituto ex Inam e il Palazzo Sanità rappresentano due punti nodali proprio del progetto per Terni città della salute. Si tratta di due centri dove vengono quotidianamente svolti servizi diagnostici e specialistici per tutto il bacino ternano. In entrambi i centri poi, con il denaro di tutti i cittadini che puntualmente pagano le tasse, sono stati portati a termine importanti lavori di ristrutturazione, messa a norma degli impianti, aggiornamento tecnologico. Proprio il Palazzo Sanità è stato interessato da opere di messa in regola per alcune Unità Operative tra cui il Laboratorio di Analisi Chimico Cliniche, un fiore all'occhiello della sanità ternana sia per quanto riguarda la professionalità che l'efficienza. In questa struttura, la più importante della provincia, vengono effettuate prestazioni sanitarie con una media di 400 al giorno. Il laboratorio però, verrà chiuso, in barba alla normativa vigente che prevede (art. 833) l'impossibilità di chiusura vista l'utilità per l'utenza, la posizione strategica, i miliardi di investimento fino ad oggi spesi dalla pubblica amministrazione. Alla chiusura, poi, seguirà il trasferimento a Narni in una struttura ospedaliera assolutamente fatiscente. Perché trasferire il modulo di citologia ad Amelia? Perché continuare su questa strada? Dove finisce la volontà di sviluppare il polo sanitario locale? Quali fondi verranno utilizzati per questi dissennati progetti? La chiusura dell'ex Inam e di Palazzo Sanità porterà le attività sanitarie in uno stabile di proprietà di una società immobiliare romana con conseguente esborso di denaro pubblico per gli affitti dei locali; il laboratorio analisi finirà a Narni e quindi diventerà inutilizzabile da parte dei 108 mila abitanti di Terni che si riverseranno nella affannata Azienda Ospedaliera Santa Maria per far poi la gioia dei privati. Perché tutto questo? Perché privare i cittadini di un'assistenza diretta, di una risposta in tempo reale determinante anche per le patologie oncologiche che quotidianamente vengono monitorate nelle due strutture?

Qui non si tratta più di sviluppo della Città della Salute, non si tratta più di sviluppo economico e contenimento delle spese pubbliche. Di fatto, con lo smantellamento e il trasferimento delle strutture verranno aumentati in maniera vertiginosa i costi interni a discapito del cittadino e a favore dei privati che dovranno sopperire alle carenze, inevitabili, provocate dalla diaspora delle due strutture sanitarie.

Gianfranco Gargagli Segretario Sez. G. Spadolini Pri Terni

nuvolarossa
17-10-04, 20:27
Per un assessore il Pri dichiara guerra

STRONCONE (Terni) - Non demorde Felice Amadei, repubblicano ”storico”, nato
politicamente col sindacalismo dentro le acciaierie e cresciuto nella
sezione provinciale del Pri, fino a diventnarne il segretario. E adesso
sembra voglia fare l’assessore comunale a Stroncone, forte dell’esperienza
degli ottantenni. O almeno così sembra stando a una lettera aperta
infuocata da lui scritta al sindaco Eulero Liorni, e stando anche a quanto
replica questi.
Il fatto: «Prima delle elezioni racconta Amadei abbiamo fatto un accordo:
Liorni lo sapeva che aveva vinto le elezioni precedenti solo per 18 voti e
voleva riassicurarsi l’appoggio dei repubblicani. Noi glielo abbiamo dato
e lui ci ha promesso un assessore. Però ancora non lo ha nominato. Ne ha
fatti cinque su sei di assessori, ma il nostro non vuol farlo».
«Non voglio farlo!? Io gli scritto più volte e gli ho chiesto di farmi una
rosa di nomi, tra i quali tutti insieme i partiti della coalizione di
centro destra che mi hanno sostenuto dovranno discutere. Poi io nominerò
colui che ritengono più adatto. Amadei invece pretende che io affidi a lui
ed al Pri la scelta. Loro vogliono farmi un nome e io dovrei eseguire. Non
ci siamo».
«I voti repubblicani sono pochi quando si vince, ma sono tanti quando si
perde», ricorda intanto Amadei a Liorni. Che replica: «Ho vinto con
quattrocento voti di scarto, stavolta».
w.p.

nuvolarossa
24-10-04, 20:01
Tra il sindaco e i repubblicani la guerra continua

In ballo un assessore promesso e non ancora nominato. Liorni: «Devono fare una rosa di nomi»

STRONCONE (Terni) - Sedotti e abbandonati. Tali si sentono i repubblicani di
Stroncone da parte del sindaco Eulero Liorni. E’ una storia di
ammiccamenti, di collaborazioni costruite su patti che da una parte e dell’altra si ritengono non onorati. Che va avanti da anni, ormai. Il sindaco ha compiuto nei giorni scorsi il passo che egli ritiene sia di sua competenza nei confronti del Pri di Stroncone: ha inviato a Felice Amadei, il segretario, un telegramma invitandolo a indicargli una rosa di tre nomi tra i quali individuare l’assessore repubblicano da nominare in giunta.
Amadei si rifiuta di rispondere, perché, dice, «il patto era che
l’assessore ce lo sceglievamo noi». E’ dal giugno scorso, subito dopo le elezioni, che il sindaco chiede una rosa di nomi e il segretario del Pri risponde così. E’ pure una storia di puntigli, insomma. E’ pure la storia di un partito, quello repubblicano, appunto, che sa di essere l’ago della bilancia. «La prima amministrazione di sinistra, quindici anni fa, e la prima di centrosinistra, dieci anni fa, si affermarono con il contributo fattivo dei repubblicani in voti e proposte
programmatiche si leggeva su un manifesto che fu affisso a Stroncone alla vigilia delle ultime elezioni Cinque anni fa ci cacciarono e persero il Comune! L’attuale amministrazione uscente ci ha dato atto più volte del nostro contributo determinante in voti. In verità più a parole (anche se scritte e sottoscritte) che nei fatti».
E’ accaduto, infatti che nel 1999, Eulero Liorni è stato eletto sindaco per 18 voti. «Sì ribatte lui ma stavolta di voti di differenza ne ho avuti quattrocento ed i repubblicani di Stroncone mica sono quattrocento!».
Comunque sia lui, il sindaco, il patto sottoscritto prima delle elezioni, dopo quel manifesto, intende onorarlo. «Un assessore gli ho proposto, ed aspetto che mi facciano i nomi per poi sceglierlo. In fondo sono io che devo nominarlo. Ma voglio anche l’accordo della coalizione. Che gli costa
fare tre nomi?». «E’ una questione di principio ribatte Amadei lui quell’assessore ce lo ha offerto, non glielo abbiamo chiesto noi. E adesso siamo noi a dover decidere chi è». L’accordo elettorale sottoscritto a maggio scorso proprio da Liorni e Amadei, così recita: «Il sindaco Liorni dichiara la necessità che i repubblicani svolgano un’azione diretta nell’amministrazione ed offre quindi agli stessi una presenza fattiva nella giunta comunale, attraverso l’assegnazione di un Assessorato
esterno designato autonomamente dal Pri». E’ su quest’ultima frase che nasce l’equivoco. Stroncone, Liorni continua ad amminsitrarla con cinque assessori in giunta. Per il sesto la guerra continua.
w.p.

Lincoln (POL)
14-11-04, 14:34
Attivo il sito del PRI Umbro.

www.priumbria.org

nuvolarossa
14-11-04, 15:13
Di Amleto Bussotti
coordinatore Regionale PRI Umbria

E' ora di dire basta!!!!!!

Ho la presunzione di credere che la presenza del Partito Repubblicano Italiano con la sua storia, il suo pensiero, le sue idee e i suoi programmi sia oggi più indispensabile che mai in un panorama di mediocrità politica.
Dall'inizio della crisi dei partiti sono trascorsi ormai molti anni e non si può non constatare un conseguente generale impoverimento della proposta politica e programmatica.

I filoni di pensiero socialista e cattolico sono stati spazzati via da "tangentopoli"; quello comunista e quello fascista hanno registrato il totale fallimento certificato dalla storia.
Il filone di pensiero liberal-democratico che in Italia ci si ostina a voler emarginare, in realtà, è quello vincente nelle grandi democrazie occidentali.
Il Partito Repubblicano Italiano non solo è l'interprete autentico di tale pensiero ma lo arricchisce di una componente originale e ancora attuale quale è quella mazziniana.
A questo fine il PRI dell'Umbria istituisce il presente sito web ( http://www.priumbria.org/ ) per comunicare e dialogare con i cittadini.
I contenuti e le proposte che di volta in volta verranno presentati saranno in linea con tale pensiero ma rivolti sempre al futuro in un ottica di progresso che ha sempre caratterizzato la nostra forza politica.
Ed è per questo che abbiamo superato i cento anni di vita in quanto abbiamo sempre saputo innestare sul tronco della tradizione mazziniana posizioni e proposte avanzate.
E' questa la vera caratteristica di una forza progressista: volere la emancipazione reale del popolo.
Quello che accade oggi in Umbria è l'esatto contrario di ciò che noi pensiamo e vorremmo fare.
Viviamo in una Regione ove la cultura dominante è quella del potere. La coalizione di centro-sinistra sta interpretando la gestione della "cosa pubblica" come "cosa di partito".
Sono state create un infinità di organismi di vario genere che hanno quasi sempre il solo scopo di dare occupazione a funzionari di partito, i quali, a loro volta, debbono ricambiare svolgendo un capillare controllo della propria parte di elettori, ai quali elargiscono spesso favori e clientele.
In tal modo il popolo umbro da popolo libero si trasforma in suddito.
Con il presente strumento di comunicazione ( http://www.priumbria.org/ ) il PRI dell'Umbria vuole denunciare ad alta voce questo stato di cose, per noi assolutamente inaccettabile e non più tollerabile e del tutto lontano dalla nostra visione di democrazia e libertà.
Sembrano, questi, ragionamenti retorici e fuori dal tempo in quanto nel "mercimonio quotidiano" tutti "hanno da campare". Vorremmo ricordare, però, che può arrivare il momento nel quale questo stato di cose potrebbe danneggiare anche coloro che oggi ne beneficiano. Il nostro pensiero va soprattutto a quei giovani che, se non si muovono in questa ottica, sono costretti a "fare le valigie" e a quella maggioranza silenziosa che subisce passivamente.
Li esortiamo ad avere coraggio e ad alzare la testa. Noi ci candidiamo come punto di riferimento per tutti coloro che in Umbria aspirano ad un radicale cambiamento.
Le idee camminano sulle gambe degli uomini. Come e con chi percorrere il sentiero tortuoso che porta alla modernizzazione della nostra società regionale?
Il PRI la vuole percorrere all'interno della coalizione della Casa delle Libertà.
Noi Repubblicani siamo convinti della bontà delle nostra posizione e delle nostre idee.
Lavoreremo perché l'idea della modernizzazione e del rinnovamento possa essere patrimonio comune di tutte le forze che vogliono contrastare questo sistema di potere culturale e politico dominante in Umbria.
( http://www.priumbria.org/ )

nuvolarossa
18-11-04, 13:53
SEZIONE “Massimo Arcamone” FOLIGNO

Condividiamo,le osservazioni con le quali il capogruppo di AN Cesaro,sollecita il sindaco e l’Amministrazione Comunale a commemorare nel modo adeguato e dovuto la memoria dei Soldati italiani caduti a Nassyria nell’adempimento del loro dovere.
Ci è parsa però insufficiente e debole (per non dire altro) la rassicurazione data in proposito dal sindaco Marini il quale, per non urtare la suscettibilità antiamericana di alcuni suoi partner di giunta e per mettersi a posto la coscienza (si fa per dire), pensa di ovviare a quella che è già stata una grave mancanza sua e dell’intera giunta, commemorando l’evento con qualche breve parola di circostanza nell’ambito di una diversa iniziativa.
Abbiamo invece assistito politicamente con disgusto ma non certo con sorpresa, agli onori che in Consiglio Comunale sono stati prontamente e solennemente tributati alla memoria del defunto leader terrorista Yasser Arafat.
A questo punto,pur se è doveroso sollecitare l’amministrazione comunale a predisporre per il 2005 quanto di più opportuno per ricordare i nostri caduti, ci chiediamo se non sia il caso da parte della CDL, di prendere in seria considerazione- in assenza di una soddisfacente risposta del primo cittadino-, l’ipotesi di commemorare con una propria iniziativa aperta ovviamente a tutta la cittadinanza, il sacrificio dei nostri connazionali caduti in Iraq.

Foligno,18/11/2004
OMAR PROIETTI
Segretario PRI Foligno

nuvolarossa
18-11-04, 14:18
Omar ... l'indirizzo di casella postale che usi con me non e' in grado di ricevere le mie risposte ... mailbox full .. questa e' la risposta che mi viene data ... dovresti provvedere a svuotare la cassetta della posta ricevuta .... grazie.

http://www.nuvolarossa.org/

nuvolarossa
23-11-04, 20:24
Foligno: il Pri giudica il sindaco Marini succube degli antiamericani/Inadeguate le commemorazioni per Nassiriya. Per Yasser Arafat, invece, solenni tributi

Ricordare nel modo adeguato i nostri caduti

Condividiamo, le osservazioni con le quali il capogruppo di AN Cesaro, sollecita il sindaco e l’Amministrazione Comunale a commemorare nel modo adeguato e dovuto la memoria dei soldati italiani caduti a Nassiriya nell’adempimento del loro dovere.

Ci è parsa però insufficiente e debole (per non dire altro) la rassicurazione data in proposito dal sindaco Marini il quale, per non urtare la suscettibilità antiamericana di alcuni suoi partner di giunta e per mettersi a posto la coscienza (si fa per dire), pensa di ovviare a quella che è già stata una grave mancanza sua e dell’intera giunta, commemorando l’evento con qualche breve parola di circostanza nell’ambito di una diversa iniziativa.

Abbiamo invece assistito politicamente con disgusto ma non certo con sorpresa, agli onori che in Consiglio Comunale sono stati prontamente e solennemente tributati alla memoria del defunto leader terrorista Yasser Arafat.

A questo punto, pur se è doveroso sollecitare l’amministrazione comunale a predisporre per il 2005 quanto di più opportuno per ricordare i nostri caduti, ci chiediamo se non sia il caso da parte della CdL, di prendere in seria considerazione - in assenza di una soddisfacente risposta del primo cittadino -, l’ipotesi di commemorare con una propria iniziativa aperta ovviamente a tutta la cittadinanza, il sacrificio dei nostri connazionali caduti in Iraq.

Omar Proietti Segretario Sezione Pri "Massimo Arcamone" Foligno

nuvolarossa
27-11-04, 19:14
Convegno della CASA DELLE LIBERTA’ su “LA NUOVA SS77 E’UNA REALTA’”

Foligno (Perugia)
Palazzo Trinci
Sabato 27 Novembre 2004.

Saluto del segretario PRI Omar Proietti

Intervengo per un telegrafico saluto, ma intervengo con piacere perché su questo tema,più volte nei mesi scorsi, noi repubblicani abbiamo fatto sentire la nostra voce anche in chiave polemica - quando ci è parso necessario - nei riguardi della amministrazione di sinistra della nostra città.

Dopo anni di discussioni mai approdate a nulla, fu la decisione presa dal governo Berlusconi di inserire nella legge obbiettivo per le grandi infrastrutture la ss77 a 4 corsie che ha consentito di avviare concretamente il complesso iter (del quale oggi grazie alla presenza di autorevoli ospiti facciamo il punto) che porterà alla realizzazione di questa opera. Un' opera che consentirà a questo territorio e alla città di Foligno (anche se poi va ben detto che le ricadute positive interesseranno non solo il folignate ma l’intera nostra regione) di sfruttare maggiormente tutte le potenzialità economiche e turistiche sino ad ora penalizzate - nel caso specifico - da un collegamento angusto e tortuoso.

Una quattro corsie aumenterà inoltre la transitabilità della 77 e renderà più consistente il rapporto economico e sociale tra le due regioni tra la nostra e quella che è (mi riferisco alle Marche) una tra le regioni più dinamiche da un punto di vista economico del nostro Paese.

Mentre l’atteggiamento del centro-destra su questo problema è sempre stato lineare e coerente, le amministrazioni di sinistra che si sono succedute nella nostra città, hanno avuto in proposito atteggiamenti altalenanti e contraddittori frutto delle divisioni che anche su questo tema hanno avuto e hanno al loro interno. Sono passati cioè da una iniziale contrarietà ad un atteggiamento più positivo per lo meno in alcune sue componenti senza che però siano mai venuti meno tentativi più o meno velati di mettere come si suol dire il bastone tra le ruote pur di ostacolare l’avvio dell’opera anche agitando strumentalmente in più occasioni, il tema dell’impatto ambientale. Intendiamoci, noi abbiamo sempre sostenuto che l’opera doveva essere sottoposta ad attenta valutazione per il suo impatto ambientale che dovrebbe comunque ci dicono gli esperti essere minimo e che era ed è essenziale preservare l’eco-sistema delle falde acquifere nell’area interessata.

Ma sulla tutela del paesaggio e dell’ambiente abbiamo ricevuto a più riprese autorevoli rassicurazioni anche per bocca dello stesso ministro dell’Ambiente, se non ricordo male proprio qui a Foligno .

A questo proposito , va detto che l’ipotesi dell’ ampliamento(peraltro modesto)dell’attuale tracciato, ipotesi che per un certo periodo l’amministrazione comunale ha caldeggiato (in alternativa naturalmente alla realizzazione delle 4 corsie) non solo, non avrebbe risolto l’esigenza sempre più impellente di un moderno ed efficace collegamento con le Marche, ma stando al progetto elaborato dal CIPE, reso noto alcuni mesi fa, sarebbe stato addirittura più dannoso dal punto di vista ambientale.

Termino qui, ricordando in un ottica più generale di politica dei trasporti, le proposte più volte da noi avanzate (forse non c’è la possibilità di parlarne oggi, ma non mancherà occasione) sia per la valorizzazione dell’aereoporto di Foligno e sia per il rilancio della nostra città quale polo ferroviario.

Ringrazio a mia volta i presenti e le personalità oggi intervenute a questa nostra iniziativa e vi ringrazio per l’attenzione.

Proietti Omar
Segretario PRI FOLIGNO

nuvolarossa
05-12-04, 14:02
tratto dal sito:
http://www.priumbria.org/
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Il 10 Dicembre 2004,
presso l'Hotel Garden di Terni,
si terrà un incontro sulle
prospettive dello sviluppo economico
tra rappresentanti dell'economia locale e

l'On. Giorgio LA MALFA
Presidente Commissione Finanze della Camera dei Deputati

Saranno presenti fra gli altri:

Ing. Stefano SALVATI
Presidente Associazione Industriali di Terni

Prof. Terenzio MALVETANI
Presidente CARIT SpA

Dott. Giulio Cesare PROIETTI
Vice Presidente CCIAA di Terni

Moderatore: Dott. Andrea GIULI
Giornalista

nuvolarossa
07-12-04, 21:02
FOLIGNO - Si sono incontrati questa mattina a Foligno, i segretari regionali di Forza Italia Luciano Rossi, di Alleanza Nazionale Paolo Crescimbeni, dell’Udc Sandra Monacelli, del Nuovo Psi Stefano Moretti, della Lega Nord Francesco Miroballo, ed Omar Proietti in rappresentanza del Partito Repubblicano Italiano.

Nel corso del vertice sono state approfondite e trattate le questioni inerenti il programma della Casa delle Libertà per le prossime ed imminenti elezioni regionali, fissate per il 3 e 4 aprile del 2005.

E’ stata espressa unanime condivisione sulla opportunità di un allargamento della Casa delle Libertà, con la costituzione di un vero e proprio “polo laico – riformista”.

In merito alla candidatura alla Presidenza della Giunta Regionale dell’Umbria, sono state formulate indicazioni, ed è stato stabilito di rincontrarsi nuovamente entro la prossima settimana, al fine di stabilire la “rosa delle proposte” da sottoporre al tavolo nazionale della Casa della Libertà.

nuvolarossa
08-12-04, 22:33
Rigettati i dubbi di costituzionalità sugli Statuti dell’Emilia Romagna e dell’Umbria/Le dichiarazioni del presidente Vasco Errani e di Luisa Babini del Pri sulle decisioni della Consulta

A rischio l’applicazione della nuova legge elettorale

di Pino Vita*

La Corte costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di legittimità, sollevate dal Governo, sulle norme relative al voto degli immigrati e alle coppie di fatto e contenute negli Statuti delle regioni Emilia Romagna ed Umbria.

Una norma, comune agli Statuti delle due Regioni, riguardava il diritto di voto, i referendum e le altre forme di consultazione popolare a favore degli immigrati residenti: una decisione che aveva suscitato le maggiori riserve, in quanto legata alle polemiche sull’immigrazione e alla definizione dei criteri di garanzia che debbono essere applicati nel disciplinare i diritti individuali degli immigrati e nell’affrontare i problemi che ne derivano.

A tale proposito la Consulta ha dichiarato che la disposizione della regione Emilia Romagna "manifesta con chiarezza l’insussistenza di un’attuale pretesa della Regione di intervenire nella materia di elezioni statali, regionali e locali, riconoscendo il diritto di voto a soggetti estranei a quelli definiti dalla legislazione statale o inserendo soggetti di questo tipo in procedure che incidono sulla composizione delle assemblee rappresentative. Resta nell’area delle possibili determinazioni delle Regioni la scelta di coinvolgere in altre forme di consultazione o di partecipazione soggetti che comunque prendano parte consapevolmente alla vita associata, anche a prescindere dalla titolarità del diritto di voto e anche dalla cittadinanza italiana." In base al pronunciamento dei "giudici delle leggi" i cittadini immigrati hanno, pertanto, diritto di proposta per i referendum consultivi. Analoga decisione era stata presa una settimana fa dalla Consulta nella vertenza tra il governo e la regione Toscana, mentre le decisioni attuali hanno convalidato altre norme dello stesso Statuto, tra cui quella che prevedeva che la regione Emilia Romagna , nelle materie di propria competenza, provvedesse direttamente all’esecuzione degli accordi internazionali stipulati dallo Stato, pur nel rispetto delle norme di procedura previste dalla legge. La Corte ha anche giudicato legittima quella parte dello Statuto riguardante l’area metropolitana di Bologna che era uno dei punti da sciogliere ed a proposito è stato riconosciuto che la competenza che lo Statuto ha fissato è subordinata al rispetto delle leggi dello Stato.

Ad eccezione della norma sull’incompatibilità tra consigliere e assessore gli altri punti dello Statuto sono stati dichiarati costituzionalmente ammissibili, per cui il presidente della regione Vasco Errani ha potuto dichiarare che "la sentenza evidenzia la strumentalità delle critiche rivolte alla riforma del 2001 e il carattere burocratico delle obiezioni del governo che nulla hanno a vedere con i principi costituzionali che la Regione ha sempre inteso rispettare".

La norma sulle coppie di fatto riguardava specificamente la regione Umbria e la Consulta ha deciso che tale disposizione "non comporta né alcuna violazione né alcuna rivendicazione di competenze costituzionalmente attribuite allo Stato."

Non è stato, pertanto, rimosso l’articolo che riconosceva rilevanza giuridica delle forme di convivenza diverse da quelle della famiglia tradizionale e che aveva suscitato grandi polemiche e dubbi. Inoltre la Consulta, intervenendo sempre sullo Statuto dell’Umbria, ha considerato ammissibile l’articolo che prevedeva che la Giunta regionale possa, previa autorizzazione da parte di apposita legge regionale, adottare regolamenti di delegificazione ed anche quello che attribuisce alla Commissione di garanzia la funzione di esprimere pareri sulla conformità allo Statuto delle leggi e dei regolamenti regionali.

Le uniche due disposizioni giudicate illegittime dalla Consulta sono state quelle relative all’incompatibilità della carica di assessore con quella di consigliere regionale e queste riguardavano entrambi gli Statuti. La Corte ha motivato questa decisione specificando che si tratta di disposizioni che, in sostanza, esulano dalla sfera degli Statuti e devono essere invece previste e disciplinate dalla legge regionale.

La consigliera regionale del Pri dell’Emilia Romagna Luisa Babini ha dichiarato: "La sentenza della Corte costituzionale ha dato ragione all’Emilia Romagna giudicando "non fondate" le questioni di illegittimità sullo Statuto sollevate dal Governo. La decisione della Corte è la prova dell’impostazione prettamente ideologica che il governo ha adottato nei confronti di uno Statuto fortemente condiviso, votato da maggioranza e opposizione e frutto di un lungo lavoro di concertazione. Luisa Babini teme, inoltre, che l’impugnativa del governo e la conseguente sospensione dello statuto " rischiano di risultare fatali per la Regione, la quale potrebbe non avere più il tempo per fare entrare in vigore il nuovo Statuto e la legge elettorale ad esso collegata."

Ci sembra che la preoccupazione della rappresentante del Pri sull’impossibilità di applicare alle prossime elezioni la nuova legge elettorale sia più che fondata, soprattutto se si tiene conto dell’ipotesi che considera il 3 aprile la data più probabile per lo svolgimento delle elezioni regionali e amministrative.

Ma della prossima scadenza elettorale e dei problemi che questa comporta ne parleremo in altra occasione.

*Responsabile nazionale Partito Repubblicano Enti locali

nuvolarossa
16-12-04, 17:14
TERNI - I Repubblicani della sezione G. Spadolini, esprimono tutto il loro sdegno per l'ennesima provocazione messa in atto dalla ThyssenKrupp in danno dei lavoratori e della città di Terni con la decisione unilaterale presa dalla proprietà di chiudere il Magnetico, venendo meno agli impegni presi con il Ministro Marzano e con il Sottosegretario Letta.

Cosa è cambiato da Giugno ad oggi?

Il Governo ha mantenuto gli impegni presi, deliberando la realizzazione dell'ultimo tratto stradale della Terni Civitavecchia e il raddoppio della linea ferroviaria dichiarandosi disponibile ad affrontare anche l'aspetto energetico, una volta definita la localizzazione della centrale, mentre in Germania nessuno era a conoscenza di questi impegni.

Ma oltre all'arroganza delle multinazionali, la ThyssenKrupp mette in campo anche l'intimidazione sollecitando Quadri e Dirigenti a convincere i lavoratori della bontà dell'operazione in quanto sarà potenziata la produzione dell'Inox.
Il senso d'appartenenza a questa storica Società, i lavoratori Ternani lo hanno sempre dimostrato difendendone capacità produttive e qualitative. Non riteniamo quindi che possano essere catechizzati con metodi intimidatori.

Il disimpegno della Tyssen Krupp sul magnetico fu messo in essere nel 2002 con lo scorporo di questa realtà produttiva dal resto dello stabilimento trasformandola in una nuova società la: TyssenKrupp Electrical Steel con la segreta speranza di poter così rompere l'unità tra i lavoratori quando fosse stata attuata la seconda fase del programma: La chiusura.

All'errore politico, per aver messo sul mercato e venduto, senza mantenere alcun controllo, a degli avventurieri quale la TyssenKrupp si sta dimostrando, un patrimonio industriale come le acciaierie di Terni si aggiunse l'errore sindacale, per non aver capito in tempo utile le conseguenze di tale strategia.

I Repubblicani della sez. G. Spadolini, mentre tornano a denunciare i rischi derivanti dalla trasformazione dell' A.S.T in una società mono prodotto, ricordando il pericolo dell'effetto, nei prossimi cinque anni, provocato sul mercato dell'entrata come produttore Inox, della Cina, invitano tutte le forze politiche ad operare per non far passare questo nefasto progetto.

PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO
SEZIONE G. SPADOLINI - Terni

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tratto dal sito web:
http://www.priumbria.org/
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/MUNASTERIOESANTACHIARA.mid

Lincoln (POL)
05-01-05, 20:12
Si è svolto Lunedì 4 a Foligno, un incontro dei partiti della CDL. Presente per il PRI, il segretario Omar Proietti.

Diversi,i punti presi in esame;

Elezione del Difensore Civico:la nomina del Dott.Battaglini,votato pressoché all'unanimità dal Consiglio Comunale su proposta della minoranza,è stata accolta positivamente anche in ragione delle riconosciute caratteristiche di indipendenza e di autonomia con le quali sicuramente il dott.Battaglini adempierà al proprio ruolo.E' altresì intenzione della coalizione promuovere quanto prima nel rispetto dei reciproci ruoli,un incontro con il neo-designato Difensore Civico.

Raddoppio della direttrice ferroviaria Orte-Falconara:I partiti della CDL,ritengono strumentale e motivata in realtà da ragioni alquanto prosaiche legate agli equilibri interni ai DS dell'Umbria oltre che poco realistica,la proposta avanzata in Commissione Trasporti dal Senatore Brutti(DS)volta a rimettere in discussione a tutto vantaggio del territorio perugino,il progetto in questione il quale va invece portato a termine nei tempi previsti.


Circa le voci fatte circolare da Rifondazione Comunista, relative al supposto ridimensionamento della caserma Gonzaga,si ritengono tali illazioni al momento prive di reale fondamento come confermato del resto dallo stesso Sindaco Marini.Ciò nondimeno, il centro-destra garantisce la massima attenzione in materia anche in considerazione dell'importanza per la città,che riveste la presenza di tale struttura.


Circa il bilancio che l'amministrazione comunale dovrà prossimamente presentare,è intenzione della CDL esercitare una rigorosa e puntuale critica volta a porre in evidenza anche all'opinione pubblica le responsabilità della maggioranza in ordine ad una non corretta gestione complessiva delle risorse a disposizione dell'Ente.


Sul progetto avviato dall'AFAM (Farmacie Municipalizzate) per una sua ricapitalizzazione,progetto sul quale forti sono le perplessità del centro-destra,la coalizione terrà prossimamente un incontro prettamente dedicato all'argomento.

Lincoln (POL)
05-01-05, 20:17
All'interno del Frantoio Umbro dei Colli Amerini e di fronte ad un'enorme camino acceso si
è tenuto un incontro con l'On. Giorgio LA MALFA sul tema" Per lo sviluppo di una Agricoltura ad Alta Qualità" - Valorizzazione delle Produzioni Agricole dell'Amerino.
Nella relazione introduttiva, tenuta da Raoul Coccarda, sono stati lanciati alcuni spunti e proposte.
Innanzitutto è stato ripreso il concetto di sviluppo per vocazioni, molto caro al PRI, introducendo per il territorio amerino l'idea della nascita di un micro-distretto dove effettuare produzioni agrioindustriuali ad altissima qualità ma caratterizzate dalla innovazione di processo e di prodotto, inserite in un sistema a rete e sostenute da una ricerca teorica ed applicata all'avanguardia.
Al centro di tale ambizioso progetto la coltura dell'olivo - dall'impianto alla coltivazione, dalla raccolta alla molitura delle olive ed all'estrazione dell'olio.
Sono state avanzate in linea con il progetto due proposte operative: la prima riguarda la creazione di un Centro di Ricerca Avanzata in collaborazione con CNR, ENEA, Aziende private del settore, Università italiane ed estere, dotato di un Laboratorio di primissimo ordine; la seconda è mirata all'istituzione di una Libera Università della Civiltà Agricola divisa in Accademie tra cui quelle dell'Olio e dell'Olivo e della Vite e del Vino, che possa divenire sede di un Corso di Laurea breve in "Management nel Settore Olivicolo".

Nel dibattito è intervenuto l'ex-consigliere regionale ed ex-Presidente della Cantina dei Colli Amerini Mazzocchi Edoardo, il quale si è dichiarato d'accordo con le proposte avanzate nella relazione introduttiva. Ha poi ricordato all'On. La Malfa che fu suo padre nei primi anni sessanta ad introdurre nella programmazione una postilla a favore del settore agricolo. Ha inoltre invitato tutti i soggetti interessati a questo mondo agricolo a fare fronte comune perché le nostre produzioni possano essere veramente valorizzate al meglio.
E' intervenuto successivamente Franco Bili, il quale ha elogiato Valentini per la sua tenacia nel perseguire l'obiettivo della realizzazione di un Frantoio così importante per l'Amerino ed ha anche suggerito di poter coinvolgere il Centro Antisofisticazioni della Regione Umbria nel progetto, ritenendolo una ulteriore ed importante garanzia per i coltivatori e per i consumatori. Ha infine punzecchiato la platea affermando che è "colpa nostra" se il nostro territorio non riesce a decollare ed ha invitato tutti a pensare in grande: più il progetto è grande e più è realizzabile.
E' intervenuto, in qualità di "padrone di casa" Valentini Marano Amintore, il quale ha ricordato, dati alla mano, il successo della sua iniziativa. Ad oggi 10 dicembre quasi mille coltivatori hanno molito le loro olive per quasi diecimila quintali, oltre ogni più ottimistica previsione. Sulla base di questi risultati e condividendo le proposte avanzate da Raoul Coccarda nella relazione introduttiva ha invitato l'On. La Malfa a darci una mano presso le istituzioni competenti.
A questo punto ha preso la parola l'On. Giorgio La Malfa il quale, complimentandosi vivamente per l'iniziativa, ha affermato che essa potrà rappresentare un'idea di vero sviluppo per l'amerino.
Provenendo da un'incontro tenuto a Terni sul tema della "Ripresa dello Sviluppo" dove è emerso un quadro davvero preoccupante per l'area ternana, egli ha voluto sottolineare l'importanza, per contro, di iniziative simili caratterizzate da innovazione e ricerca in sintonia con i nuovi scenari internazionali. L'olio è buono - egli ha affermato - quindi intorno all'idea di valorizzare al massimo livello tale prodotto ci credo. Sono a vostra disposizione.
Concludendo i lavori l'On. Giorgio La Malfa ha dichiarato: diamoci appuntamento a Roma prossimamente ed io e tutto il mio Partito siamo disponibili a fare tutto il necessario per la realizzazione del progetto.

nuvolarossa
14-01-05, 13:26
La Terni è un pezzo dell'Azienda Italia

La Terni è un pezzo dell'Azienda Italia. E' assurdo tenere sospesa una situazione così delicata che crea ansia ed angoscia ad una città. La questione del Magnetico è il simbolo della grave incertezza e dell'incapacità tipica italiana di non riuscire a programmare un settore industriale, in questo caso la siderurgia, coinvolgendo tutti i soggetti economici interessati.
Non si può rimanere spettatori di fronte alla miriade di voci di corridoio che indicano scenari futuri con i più svariati protagonisti, dai finanzieri agli industriali, italiani o stranieri. La città e l'Azienda Italia hanno bisogno di certezze. Piangere sugli errori fatti è inutile, spetta alla storia attribuire le responsabilità di questa assurda situazione; ora bisogna adoperarsi affinché prevalgano i criteri per mantenere le unità produttive in modo tale che quote di mercato e accordi commerciali o industriali internazionali non vadano a svantaggio della nazione e di un territorio. Via lo spettro di sterili speculazioni finanziarie o azionarie !
Credo che l'unico metodo per ottenere un risultato serio sia riunire intorno ad un tavolo governativo non solo i sindacati e la Thyssen Krupp, ma anche i rappresentanti dell'industria siderurgica italiana interessati che propongano un piano in alternativa alla Multinazionale straniera. Vanno abbandonati comportamenti temporeggiatori ed equivoci che mal rappresentano le aspettative del mondo del lavoro.

TERNI vuole che in questi giorni emergano i volti di industriali che prospettino un credibile scenario sul mantenimento della siderurgia nel territorio e della sua verticalizzazione. Credo che questo sia il risultato concreto su cui tutti dovrebbero convergere. Qualora la politica anche locale non assumesse il ruolo di mediazione e di indirizzo ispirato alla salvaguardia del Sistema industriale italiano, assisteremo ancora a lungo a sterili "sceneggiate" e promesse.

ANDREA MESSI

tratto dal sito del Partito Repubblicano dell'Umbria
http://www.priumbria.org/

nuvolarossa
28-01-05, 23:49
L’Assemblea Congressuale del PRI di Foligno riunitasi Sabato 22 Gennaio u.s. scorso, dopo approfondita discussione, ha proceduto alla votazione delle mozioni per il Congresso Nazionale.

Omar Proietti (segretario del partito) e Pier Luigi Tenti , sono stati eletti delegati al Congresso Nazionale che si terrà a Fiuggi agli inizi di Febbraio.

Nell’esprimere apprezzamento per il lavoro sin qui svolto dalla sezione, i repubblicani confermano la collocazione del PRI nella CDL di Foligno e sottolineano con favore il crescente impegno della coalizione nel rendere più incisivo il proprio ruolo di opposizione alla giunta di sinistra.

Per quanto concerne le imminenti elezioni regionali in Umbria,il punto di vista unitariamente espresso dai presenti, vede nell’aggregazione di una lista laico-socialista al cui interno il PRI sia presente con il suo simbolo-in conformità con gli accordi nazionali e realisticamente collocata nella Casa delle Libertà-, l’ipotesi sulla quale lavorare per la presenza del partito nella consultazione elettorale.


SEZIONE PRI FOLIGNO

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tratto dal sito
http://www.priumbria.org/

nuvolarossa
02-02-05, 21:45
Lo straordinario successo in termini di partecipazione, delle recenti elezioni in Iraq, conferma la bontà dell’azione intrapresa da quella parte della comunità internazionale che, nell’ambito della lotta al terrorismo,persegue nelle forme possibili, l’espansione della democrazia e della libertà quale unica effettiva garanzia di pace e di un più giusto ordine internazionale.

Possiamo quindi, ribadire la validità della scelta operata a suo tempo dal PRI, nel comprendere le ragioni dell’intervento anglo-americano in Iraq e nell’appoggiare successivamente l’invio- in quel martoriato Paese appena uscito da una feroce e sanguinaria dittatura-, di un contingente militare italiano.Ai nostri soldati laggiù impegnati,non può che andare il plauso e la gratitudine di tutti i repubblicani certi come siamo in questo caso,di interpretare il sentimento della grande maggioranza

degli italiani.
Sul governo Berlusconi,si impone a mio avviso una riflessione critica che,sia pure nel quadro di una valutazione nel complesso positiva,non nasconda i limiti evidenziati dall’esecutivo.Penso alla politica economica, nei termini più volte giustamente messi in risalto da Nucara e La Malfa e penso in particolar modo, alla spinosa questione del Mezzogiorno vera nota dolente sulla quale le nostre indicazioni, non sembra riescano a trovare nella maggioranza la dovuta attenzione. E’ inoltre importante ricordare come,su alcune materie prima fra tutte il federalismo,il partito abbia opportunamente evidenziato il suo dissenso rispetto ai provvedimenti presi a dimostrazione di come il partito, sappia esercitare nei fatti quell’autonomia politica della quale giustamente tutti siamo gelosi.E ciò non dimentichiamolo, pur nell’ambito delle difficoltà date da un sistema bipolare maggioritario che, auspichiamo, possa essere superato in un futuro non troppo lontano.

Non può che essere fortemente positivo invece, il nostro giudizio sulla politica estera del governo vicina come mai in passato, alle posizioni tradizionalmente proprie dei repubblicani e davvero non capisco come possa l’amico Savoldi, cercare in questo ambito, la pagliuzza nell’azione dell’esecutivo tacendo sul baratro che ci separa e non può che separare ogni autentico repubblicano, dalle posizioni prevalenti nella sinistra italiana.

Se è vero che l’attuale sistema elettorale “obbliga”una piccola forza politica che non voglia ridursi ad un mero ruolo di testimonianza a collocarsi in uno dei due poli esistenti e se è vero come diceva Ugo La Malfa, che la politica estera è il cuore della politica repubblicana e la discriminante in base alla quale determinare le alleanze del partito(per inciso, io ritengo che questa indicazione sia valida ancora oggi a maggior ragione in presenza di un contesto geo-politico come l’attuale)la nostra collocazione nella CDL trova, con tutte le possibili riserve che nessuno si nasconde,una sua ragion d’essere.

Ciò nondimeno, vediamo tutti i limiti delle coalizioni che oggi si fronteggiano,la loro irriducibile eterogeneità,la loro incapacità di realizzare una azione di governo davvero efficace e rigorosa.

E’ giusto pertanto a mio avviso guardare oltre,nell’ottica del superamento di questo bipolarismo dannoso per il Paese e muoversi in questa direzione.Con il realismo proprio della politica però, senza il quale non si va da nessuna parte.In questo quadro, giudico positivamente l’azione intrapresa anche dal nostro Partito, per dare vigore ad un area laico-socialista in grado di far sentire la sua voce e quindi di incidere nell’attuale maggioranza, ma anche capace di avviare e promuovere un dialogo di più ampio respiro.

L’attuale dirigenza del Partito, ha operato con tenacia e tra mille difficoltà, per salvaguardare la presenza ed il ruolo dei repubblicani in questo nostro Paese.

Nel quadro di una rinnovata fiducia che essa a mio avviso merita,segnalo quella che è una esigenza non più derogabile,la necessità cioè di dare vigore organizzativo alla ripresa del Partito anche valorizzando come è giusto che sia, il lavoro svolto da quelle strutture periferiche(tra le quali mi sia consentito di annoverare l’Umbria, regione dalla quale provengo), nel cui territorio il PRI in questi ultimi anni è cresciuto non solo da un punto di vista diciamo così formale(sezioni,tessere…)aspetto pure di fondamentale importanza intendiamoci,ma anche nella capacità di fare politica,di proiettarsi all’esterno con la necessaria visibilità e di costituire pertanto un punto di riferimento per la comunità nella quale si opera.

Mi auguro anche in conclusione, che questo Congresso ci consenta di ripristinare pur nella inevitabile dialettica politica, un più costruttivo confronto al nostro interno, tale da valorizzare le ragioni che ci uniscono che sono molte e profonde se dopo tutto quello che è successo,dopo tutte le traversie che il partito ha dovuto affrontare,siamo ancora qui a celebrare il 44°Congresso del più antico partito italiano.

OMAR PROIETTI
Segretario PRI Foligno

nuvolarossa
15-02-05, 20:46
Regionali/Umbria: accordo Pri-Casa delle Liberta'

Un accordo di legislatura fra Partito repubblicano e Casa delle liberta' e' stato stretto, in Umbria, in occasione delle prossime elezioni regionali. L' accordo e' stato illustrato stamani - in una conferenza stampa - dal candidato della Casa delle liberta' alla presidenza della Regione Umbria, Pietro Laffranco, e dal segretario regionale umbro del Pri, Amleto Bussotti. ''La scelta - ha detto Bussotti - e' avvenuta soprattutto sulla base dei contenuti. I nostri impegni con gli elettori li manterremo da oggi ai prossimi cinque anni''. Alle ultime elezioni europee in Umbria - ha spiegato - il Pri ha preso lo 0.8%, ''ma dall' anno scorso abbiamo fatto dei passaggi in avanti nella nostra organizzazione territoriale - come la riapertura della sezione di Perugia - che ci fanno sperare che il contributo potra' essere maggiore''. ''Non e' l' apporto aritmetico che ci interessa - ha affermato Laffranco - ma la soddisfazione da parte della Casa delle liberta' di potere avere il Partito dei repubblicani nella coalizione, per la tradizione che rappresenta. Questa e' una coalizione credibile e questo - ha aggiunto Laffranco - e' un elemento di grande credibilita' per chi conosce la storia politica dell' Umbria''. Nei prossimi giorni il Pri rendera' noto il proprio nominativo per il listino. Per quanto riguarda i contenuti, Bussotti ha criticato la situazione in cui si trova l' Umbria, evidenziando, in particolare, ''lo squilibrio territoriale fra le due province'' e ''il sottosviluppo della zona di Terni dove - ha detto - in questo periodo vediamo esclusivamente passerelle di sapore elettorale nei cortei e negli scioperi''. Ha inoltre affermato che ''l' Umbria ha bisogno di parlare un linguaggio nuovo''. 'Un' altra questione nella quale ci impegneremo - ha detto il segretario regionale del Pri - e' quella della sanita', anche per esempio per quanto riguarda la scelta dei manager''. ''Noi - ha affermato fra l' altro Bussotti - questa regione la vediamo ferma, chiusa, avvitata su se stessa. Ha bisogno di una scossa per dare spazio a tutte le potenzialita' che ha''.

Perugia, 14 febbraio 2005 (ANSA)

nuvolarossa
02-03-05, 14:08
http://img380.imageshack.us/img380/5227/logorepubblicanesimokd9.jpg


Sezione “Massimo Arcamone”

Anziché preoccuparsi della capacità o per meglio dire della incapacità dell’amministrazione comunale nel dare risposte efficaci ai problemi della città, il vice-sindaco Mismetti, non trova di meglio che indossare i panni di” avvocato delle cause perse”coprendo politicamente l’azione di coloro che, a dispetto di ogni evidenza, continuano ad opporsi alla realizzazione della ss77 a quattro corsie.

Ricordiamo al vice-sindaco, il quale a corto di argomenti tiene a sottolineare una presunta mancanza di rispetto per i cittadini da parte del governo, che se non fosse per le scelte dell’attuale esecutivo, la realizzazione di questa infrastruttura, importante per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio (e ci sorprende molto che un amministratore avveduto come Mismetti non lo capisca o faccia finta di non capirlo), non si troverebbe di certo per usare una metafora,sulla “piattaforma di lancio”.

Piuttosto,sarebbe logico ed opportuno aspettarsi al riguardo, un chiaro pronunciamento del Sindaco ma forse, conoscendo gli attuali equilibri di giunta, pretendiamo troppo. Ricordiamo infatti che Marini, sia in campagna elettorale, sia in un convegno della Casa delle Libertà, tenutosi tre mesi fa, ha pronunciato parole chiare (e da noi subito apprezzate) ed assunto impegni conseguenti sulla realizzazione della nuova arteria.

Bene fa il senatore Ronconi, a chiedersi se, dietro queste scomposte iniziative, non ci siano volontà riconducibili ad aree o settori della maggioranza che governa l’Umbria. Tenderemmo ad escluderlo, ma una dichiarazione chiara da parte della Regione ci pare a questo punto doverosa.

Per parte nostra abbiamo una sola preoccupazione, che i tempi per la realizzazione della 77 a quattro corsie, si allunghino. Come se non avessimo atteso sin troppo.

OMAR PROIETTI
Segretario PRI Foligno
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ILCLARINETTO.mid

nuvolarossa
15-04-05, 19:47
Sezione “Massimo Arcamone”-Foligno

http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/Repubblicani/LogoPri.gif

I repubblicani di Foligno, riuniti in Assemblea il giorno 14 Aprile,nel valutare la situazione politica regionale all’indomani del voto del 3-4 Aprile scorso,esprimono le seguenti considerazioni;
La netta sconfitta ed il grave arretramento elettorale della CDL in Umbria anche rispetto alle corrispondenti elezioni regionali del 2000 ,testimonia la debolezza politica di una coalizione che si è presentata alle elezioni con un profilo programmatico debole,con il principale partito percorso da forti divisioni interne e con una candidatura(rivelatasi sbagliata come da noi e non solo da noi previsto)quella di Laffranco, fortemente caratterizzata a destra e non in grado nemmeno di ottenere un consenso unanime da parte degli alleati come dimostra la scelta del NuovoPSI, di presentarsi autonomamente alle urne.

Nel ribadire nell’attuale contesto politico, la propria collocazione alternativa alla maggioranza di sinistra che governa la nostra regione,i repubblicani di Foligno ritengono necessario un preciso e chiaro segnale di discontinuità politica da parte della CDL affinché si determini la possibilità di costruire una seria e credibile alternativa al governo delle sinistre.In assenza di tale segnale,non riteniamo possano ulteriormente sussistere le condizioni per i repubblicani, di riconoscersi in ambito regionale, nella Casa delle Libertà.

Ad ogni modo,crediamo sia prioritario per il Partito Repubblicano Italiano,valorizzare il proprio autonomo profilo politico.In questo senso,va esplorata anche nella nostra regione,la possibilità di aggregare sempre nell’ambito come è ovvio di una posizione di minoranza, un polo laico aperto al dialogo con i socialisti.

Nel ritenere, sulla base anche dei risultati elettorali,che i fatti abbiano confermato gli orientamenti( poi disattesi)a suo tempo espressi con parere unanime dagli iscritti a questa sezione,non possiamo non ricordare le forti perplessità sia nel merito che nel metodo, da noi manifestate con spirito costruttivo ed in tempi non sospetti ,per il percorso che ha portato alla collocazione del partito nella coalizione guidata da Laffranco e nella lista di Forza Italia.

Tale collocazione,non ha incontrato nella Provincia di Perugia- come appare evidente da una semplice lettura dei risultati elettorali-, il favore dell’elettorato repubblicano, indipendentemente dalla candidatura dell’amico Giovacchini al quale riteniamo, debba andare comunque come è doveroso,il riconoscimento di tutti i repubblicani dell’Umbria per la disponibilità manifestata.

I repubblicani di Foligno,ritengono che le scelte politiche che il partito è chiamato a compiere ad ogni livello,debbano avvenire sulla base di un percorso basato sul metodo democratico,che veda cioè nella partecipazione,nel confronto e nel rispetto delle opinioni di ciascuno, i criteri attraverso i quali coinvolgere le strutture del partito ed ottenere così il loro convinto sostegno.

Questo, ci duole dirlo,nella vicenda legata alle recenti elezioni regionali in Umbria,non sempre è avvenuto anche se ci rendiamo conto delle obbiettive difficoltà nelle quali si muove chi, qui da noi, si assume l’onere di guidare un partito piccolo e poco organizzato.Nonostante ciò,i repubblicani di questa sezione alla quale peraltro risultano iscritti diversi amici di Perugia,hanno evidenziato con il loro comportamento durante la campagna elettorale,un indubbio senso di responsabilità nei confronti del Partito e nei riguardi del nostro candidato, a dimostrazione che il senso di appartenenza al partito dell’edera,non è per noi una parola vuota.

I repubblicani della sezione “Massimo Arcamone”,ritengono infine che si debba procedere da subito e senza indugi,alla ricostituzione della Federazione Regionale del PRI Umbro sussistendone a norma di statuto, le condizioni.

Riteniamo fermamente, che solo e soltanto gli organismi eletti dalla costituenda Federazione, abbiano titolo e legittimità per assumere posizioni politiche di ambito regionale che riguardino il Partito Repubblicano Italiano dell’Umbria.

Sezione PRI “Massimo Arcamone”-FOLIGNO

nuvolarossa
16-05-05, 11:26
Sez. “Massimo Arcamone”Foligno
COMUNICATO STAMPA

Il Partito Repubblicano Italiano ed il Nuovo PSI di Foligno,hanno indetto per GIOVEDI’

20 MAGGIO p.v. ALLE ORE 17.30 presso la “Sala della Corte”-PALAZZO COMUNALE

di FOLIGNO in Piazza della Repubblica,una iniziativa pubblica per il SI’ al referendum sulla

legge 40(procreazione medicalmente assistita).

Introduzioni:
Omar Proietti-Segretario PRI Foligno
Rolando Stefanetti-Nuovo PSI Ex Sindaco di Foligno

Sono previsti gli interventi di;
GIOVANNI POSTORINO Segretario Nazionale FGR-Direzione Nazionale PRI
Dr. FRANCESCO PANELLA Ginecologo Responsabile U.O.di Ostetricia e Ginecologia Ospedale di Foligno.
On. ALESSANDRO BATTILOCCHIO-Parlamentare Europeo NuovoPSI

nuvolarossa
02-06-05, 16:49
Abbiamo apprezzato la costanza e la tenacia con la quale il gruppo consiliare di AN, ha inteso portare all’attenzione dell’intero Consiglio Comunale, la doverosa necessità di ricordare con una specifica solenne commemorazione, il sacrificio dei militari italiani caduti a Nassyria nell’adempimento del loro dovere, nell’ambito di una missione volta alla ricostruzione e alla stabilità di un Paese uscito da una feroce e sanguinosa dittatura. Una missione lo diciamo chiaro e forte, della quale l’Esercito Italiano e l’intero Paese possono andar fieri.

Non ci sorprende il rifiuto opposto (sia pure con valutazioni articolate alcune delle quali hanno inteso comunque coglierne lo spirito) dalla maggioranza a questa proposta e francamente, non abbiamo remore a dire che, per quanto ci riguarda, dell’adesione di alcuni consiglieri espressione di una certa sinistra (adesione che sarebbe comunque stata falsa e pelosa) facciamo volentieri a meno.

D’altro canto,da una maggioranza e da un Consiglio Comunale pronti a commemorare solennemente un leader terrorista e assassino quale il defunto leader palestinese Yasser Arafat, ci aspettiamo questo e altro…

OMAR POIETTI
Segretario PRI
FOLIGNO (Perugia)

nuvolarossa
15-06-05, 19:13
La Malfa a Perugia

Il presidente del Pri, giovedì 16 giugno, è a Perugia (ore 17,00, Palazzo Cesaroni) per un dibattito al quale parteciperanno Domenico Benedetti Valentini e Luca Volontè.

nuvolarossa
19-06-05, 08:59
La terza provincia

La nostra posizione in merito all’attuale sistema elettorale è sempre stata di forte critica negativa, non, come si potrebbe presumere, perché siamo numericamente un piccolo partito, ma perché il sistema maggioritario estremizza la contesa politica, esaspera la competizione, svuota di contenuti i programmi volgendo unicamente l’attenzione alla sconfitta, in ogni modo, dell’avversario politico, invece di cercare una fattiva collaborazione per la realizzazione di programmi importanti e vitali per tutti i cittadini. Tale clima di ostilità, viene colpevolmente esteso ad ogni aspetto della vita del Paese, creando una deleteria conflittualità politica. Il Partito Repubblicano Italiano, è sempre stato il partito dei programmi e quindi non possiamo riconoscerci in schieramenti preconfezionati che non abbiano programmi da noi condivisibili. La nostra fedeltà agli alleati è sempre stata e resta schietta e limpida, ma comunque sempre subordinata alla condivisibilità dei programmi.

Quindi anche a livello locale, i nostri indirizzi sono rivolti unicamente a proposte ed obbiettivi che siano realistici, realizzabili e che,soprattutto, vadano incontro agli interessi della popolazione del territorio della cosiddetta “Terza Provincia”.

Siamo orripilati dalle pseudo-rivalità tra amministratori di città all’interno di questo territorio, in particolare delle due maggiori che, governate dalla stessa maggioranza di sinistra, di continuo si beccano, come i polli di Renzo, a scapito di tutti. Riteniamo che tale indecenza sia istigata da chi ha interesse a che questo territorio resti, o peggio vada, ai margini politici, culturali ed economici e da faide interne ai partiti della maggioranza. Le ragioni a supporto di tali rivalità sono infatti assolutamente pretestuose, Foligno e Spoleto sono città sorelle e come tali dovrebbero comportarsi, per il bene comune e dei territori limitrofi e contro chi questo bene non vuole. Solo fattiva collaborazione e concordia tra Foligno e Spoleto potranno portare a risultati positivi in ogni settore della politica locale, questa è anche l’aspettativa dei comuni minori che si vedono penalizzati da queste commedie.

Il Partito Repubblicano Italiano, in passato è stato contrario a nuove province perché riteneva che le province andassero abolite, e le loro funzioni assunte dalle regioni. Però, in particolare dall’inizio degli anni ’90, di fatto tutti i governi nazionali succedutisi sono andati in senso opposto con l’aumento di funzioni amministrative concesse alle province e la creazione di numerose province, anche molto esigue come territorio e popolazione. Alla luce di questo orientamento che appare oramai irreversibile, riteniamo che la concreta realizzazione della “Terza Provincia”Foligno-Spoleto, sia una necessità improcrastinabilmente vitale e debba essere prioritaria in tutti i programmi da realizzare e non solo in quelli elettoralistici che da sessant’anni vengono rispolverati ad ogni campagna elettorale, gettati come fumo negli occhi in faccia agli elettori e subito riposti in un cassetto. Il distacco di questo territorio come provincia autonoma, ci pare assolutamente necessario ed inevitabile,anche alla luce delle recenti vicende politiche nella provincia di Perugia. Oltretutto esso, costituisce un territorio ampio ed omogeneo che nulla ha a che vedere da un punto di vista culturale, storico, economico e territoriale con il resto della attuale provincia, che è la più estesa d’Italia (ricordiamo che per andare da Castelluccio a Perugia bisogna percorrere circa 120 Km e sono necessarie oltre due ore di viaggio con mezzi privati, non parliamo di quelli pubblici). Da sessant’anni, i comuni di Foligno e Spoleto, sono governati da maggioranze di sinistra, ciò a conferma del fatto che tali maggioranze non hanno mai voluto ciò che ora dicono di volere.

A margine della questione rifiutiamo la definizione, molto in voga, di “area vasta” che riteniamo sia stata concepita in malafede, per i contenuti malevoli dell’etimo, da alcuni ed usata in maniera quantomeno ipocrita dagli altri.

Edmondo Monti
Sez. P.R.I. “Massimo Arcamone”Foligno
Già segretario Consociazione Pri di Foligno-Spoleto

nuvolarossa
29-06-05, 19:05
16 giugno, manifestazione a Perugia con la presenza di La Malfa/Per il ministro delle Politiche comunitarie la precedenza spetta ai temi dell'economia

Una strategia per evitare il declino del Paese

La manifestazione del 16 giugno 2005 a Perugia e Spoleto si è svolta in due parti: la prima nella sede del Consiglio Regionale con la presenza dell'amico On. Giorgio La Malfa, il capogruppo alla Camera dell'Udc On. Luca Volontè e il Presidente della Commissione Lavoro della Camera On. Domenico Benedetti Valentini nella quale si sono dibattuti tutti i temi dell'attualità politica ed anche i riferimenti culturali e ideologici delle correnti di pensiero interpretate e rappresentate dagli illustri ospiti.

L'incontro ha evidenziato momenti di alto contenuto politico e culturale nonché la individuazione di un percorso che la Casa delle Libertà deve compiere da qui alle elezioni del 2006. Il Ministro La Malfa, sollecitato dall'On. Benedetti Valentini a rispondere su quale strada è opportuno incamminarsi, ha risposto che la priorità dell'azione di governo deve essere data ai temi economici.

Ad una domanda precisa di un partecipante al dibattito su quali debbono essere le cose concrete da fare per uscire dalla crisi economica, il Ministro ha dato una risposta altrettanto precisa e concreta. Ha messo in evidenza che lo strumento principale di intervento a nostra disposizione è costituito dalla strategia di Lisbona.

Nel marzo del 2000, a Lisbona, il Consiglio europeo lanciò un ambizioso programma affinché il nostro continente entro il 2010 abbia "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo". Da allora quel programma ha preso il nome di "strategia di Lisbona".Entro il 15 di ottobre del 2005 dovrà essere presentato un piano che dovrà contenere la strategia da attuare nel triennio 2005-2008 per il rilancio della crescita e dell'occupazione, e l'incarico per redigere tale piano, per il nostro Paese, è stato dato a La Malfa dal Presidente del Consiglio dei Ministri On. Berlusconi. La seconda parte della manifestazione si è svolta a Spoleto in una cena dove la partecipazione è stata massiccia, oltre 400 persone, una platea impensabile per i Repubblicani. Nell'intervento tenuto nel corso della cena stessa l'On La Malfa è stato di una chiarezza unica, elencando quali sono i passi concreti da fare per vincere le elezioni del 2006, perché "queste elezioni si possono vincere" ha affermato.

Uno, mantenere ferma la linea in politica estera.

Due, mettere a punto il programma economico, legato alla strategia di Lisbona.

Stante tale impostazione politica ed elettorale al centrosinistra non rimangono che due strade: o dare ragione a noi o dare ragione a Bertinotti. La platea è stata letteralmente galvanizzata, ha ascoltato in silenzio assoluto ed ha applaudito ripetutamente.

Terza indicazione, va utilizzato il voto referendario che a suo dire ha avuto un risvolto politico in quanto l'On. Fassino "si è impannellato" trasformando la battaglia referendaria in uno scontro frontale con le gerarchie ecclesiastiche che, a detta di La Malfa, hanno tutto il diritto di esprimere una propria posizione in particolare su questi temi ed ha ricordato come il PRI sulla "Voce Repubblicana" è stato subito chiaro in proposito, già all'inizio della campagna elettorale.

Riteniamo che se l'iniziativa ha ottenuto un così evidente successo per gli organizzatori e per il Ministro La Malfa un piccolo merito va ascritto anche all'azione coerente svolta dal Pri Umbro nello stabilire una posizione politica chiara: l'alleanza con la Casa delle Libertà rappresentata in Umbria da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Lega e Pri.

Siamo certi che è in virtù di tale scelta che gli alleati hanno ritenuto importante coinvolgere il Partito e un suo uomo di spicco. Certo tutto questo non sarebbe stato possibile se avessimo, in occasione delle elezioni regionali, optato per la scelta dell'alleanza con il Nuovo PSI fuori dai due schieramenti. Non sarebbe stato possibile, altresì, portare avanti qualsivoglia azione politico-amministrativa nel corso dell'intera legislatura regionale in quanto ritenevamo che ,comunque, l'eventuale alleanza non sarebbe stata capace di eleggere alcun rappresentante, cosa realmente accaduta. Per contro la scelta effettuata dell'Alleanza con la CdL ci consente, se vogliamo, di avere una visibilità ed una pari dignità nell'affrontare le problematiche più rilevanti che di volta in volta si presenteranno sullo scenario regionale. Non solo, se ne avremo la volontà e la capacità, possiamo anche avere un ruolo di proposta e di stimolo per gli alleati.

Un primo passo concreto è già stato fatto. In data 28 maggio 2005 è stato sottoscritto da tutti i responsabili della CdL umbra un documento che afferma testualmente"... è stata esaminata l'ipotesi di costituire un coordinamento permanente umbro della CdL vera e propria cabina di regia delle scelte e dei grandi progetti del Centro-destra nella nostra Regione... Parimenti è stata presa in esame la possibilità di costituire in sintonia ed in collaborazione con i rappresentanti istituzionali una serie di Consulte regionali tematiche..."

Amleto Bussotti coordinatore Pri Umbria

nuvolarossa
04-08-05, 17:49
Abbiamo letto la dichiarazione con la quale il Presidente del Consiglio Comunale Mattioli,non solo si autoassolve dalle critiche a lui indirizzate dalla CDL ma, con la modestia che lo contraddistingue,lo fa lodando se stesso per il modo a suo dire impeccabile, con il quale esercita il suo ruolo.Intanto,segnaliamo il fatto che nessun partito della maggioranza almeno sino ad ora,si sia sentito in dovere di prendere le sue difese e poi,avendo assistito ai lavori dell’ultimo Consiglio Comunale,ci pare che la sua ricostruzione dei fatti sia stata come dire, alquanto di comodo.

Più in generale,pur non mettendo assolutamente in dubbio la conoscenza che Mattioli ha-com’è suo dovere-del regolamento,ci pare che qualche osservazione critica il presidente non solo se la meriti,ma possa anche accettarla senza considerarla un “delitto di lesa maestà”.

Noi non siamo rappresentati in quanto tali nel Consiglio Comunale e pertanto ci capita di assistere -tra il pubblico-ai lavori dello stesso.Non pretendiamo quindi, di giudicare in modo esaustivo e categorico il modo attraverso il quale Mattioli gestisce l’andamento dei lavori.Però, se ci è concesso esprimere quella che è una nostra modesta impressione ormai consolidatasi,ci pare che Mattioli non riesca a capire fino in fondo,che il suo non è un ruolo politico ma istituzionale e, come tale, “super partes”.Al di là dei singoli episodi, segnalati anche nella recente conferenza stampa dai consiglieri comunali della CDL,è ormai evidente, dagli atteggiamenti e dai toni troppo spesso da lui esibiti nei confronti della minoranza consiliare,come Mattioli faccia molta fatica ad esercitare quella correttezza e quel rispetto che,stante il ruolo che ricopre,è tenuto ad avere e manifestare nei confronti di tutti i suoi colleghi,siano essi di maggioranza o di opposizione.

OMAR PROIETTI
Segretario PRI Foligno

Lincoln (POL)
10-09-05, 17:48
Intervento dell’amico Arch.Alessandro Balucani, pubblicato dalla “Voce Repubblicana” l’8 Settembre u.s.


--------------------------------------------

Mi siano consentite, una serie di considerazioni sull’articolo comparso sulla Voce Repubblicana del 5 luglio , che riportava l’intervento del Presidente La Malfa al Consiglio Nazionale del 2 luglio u.s.
Un intervento pregevole per contenuti ed esaltante per le motivazioni che sono alla base dell’azione Repubblicana. Un intervento talmente spietato nell’analisi della situazione attuale che non sembra lasciare spazi a fantasie o soluzioni empiriche. Su una cosa non mi trovo d’accordo con il Presidente: quando parla delle grandi aziende (Olivetti, Montecatini, Edison, Pirelli, Fiat) che sarebbero state distrutte da una sinistra che odiava il capitalismo e che vedeva in queste aziende il nemico da combattere.
E’ vero, Presidente La Malfa; mi ricordo perfettamente quel periodo e posso testimoniare la bontà delle affermazioni. Personalmente ritenevo che la sinistra, in quegli anni, stesse facendo il suo mestiere (insieme ai sindacati) e non faceva altro che combattere ogni forma di capitalismo in tutti modi, sino al punto da favorire(sia pure indirettamente)quel clima politico e quelle degenerazioni che portarono agli anni di piombo.
Non voglio curarmi di loro perché li conosco bene. Avrei voluto, invece, leggere qualche parola su quella politica governativa che per decenni ha sponsorizzato la grande azienda con una tale quantità di denaro pubblico da competere con la politica sovietica. E allora come oggi, sempre alla ricerca di rendite di posizione, di monopoli, di privilegio.
E alle piccole imprese quali speranza restavano quando lo Stato ha “regalato” l’Alfa Romeo alla Fiat? Quelle stesse piccole imprese che hanno rappresentato, come oggi, la spina dorsale di questo Stato ma che non potevano godere degli stessi privilegi né economici né legislativi.
E nessuno che abbia mai pensato di trasformare l’aiuto di Stato (avvenuto con i soldi delle imposte dei cittadini) in una cessione di azioni agli stessi cittadini finanziatori in modo da trasformare la grande azienda in una public company.
E quale attenzione è stata riservata alle piccole o piccolissime aziende? Solo una continua e crescente legislazione tendente ad ostacolare ed ingessare la loro azione.
Si è mai domandato, Presidente, cosa deve fare oggi un modesto cittadino che volesse avviare un’attività di vendita di noccioline al pubblico?
Inizierà con le domande in Comune, alla Camera di commercio, dovrà superare degli esami per dimostrare una competenza, si dovrà iscrivere all’ufficio IVA, dovrà nominare un commercialista, dovrà interessare i competenti uffici dell’USL, dell’Ufficio tecnico, dei controlli messa a terra, dei controlli caldaie per il riscaldamento, dovrà fare un progetto per dimostrare il livello di impatto acustico, di contenimento dei consumi, l’HACCP (origine sovietica?) etc.etc.
Il tutto per poter guadagnare quei due o tremila euro al mese necessari per mandare avanti la famiglia. Una muraglia di 133.000 leggi che si erge ad ostacolo di qualsiasi iniziativa o flessibilità aziendale.
E si è mai domandato, Presidente, cosa deve fare un cittadino per essere nominato nel Consiglio di Amministrazione di una delle migliaia di società pubbliche dello Stato, Regioni, Comuni? Solo una tessera di partito che, come un bancomat, basta inserire nella fessura giusta. E quali competenze dovrà dimostrare? Assolutamente nessuna perché la sola tessera è dimostrazione di qualità.
Io vivo in una piccola Regione di sole 800.000 abitanti. Lei immagina quante società “partecipate” sono state costituite? Circa 300. E tutte dispongono di un Presidente, di un Direttore, di un consiglio di Amministrazione e personale vario con prebende che a volte farebbero impallidire chiunque.
E Lei è informato di quanti Consiglieri Regionali disponiamo? Sono 36(con il nuovo Statuto promulgato dalla Regione), con un appannaggio francamente abnorme.
Ora mi dica da Ministro della Repubblica a militante Repubblicano: come pensa che si possano affermare le linee guida di Lisbona 2 con un quadro politico che ha sempre sostituito la competizione con il monopolio, la flessibilità con le rendite di posizione e che, tuttavia, ha sempre insegnato agli altri la strada maestra della conoscenza, dell’innovazione e della competitività per uscire dalla crisi?
E’ il vecchio e mai risolto dilemma della “teoria e della prassi” : si dice una cosa per fare esattamente l’opposto.
Stia tranquillo Presidente. Non faccio di tutta l’erba un fascio. Non a caso sono un Repubblicano da oltre 35 anni e prima di me lo era mio padre e mio nonno.
Noi non sfuggiamo alla logica dominante ma almeno ne abbiamo cognizione e cerchiamo di trovare la via d’uscita.
Concludo con un piccolo consiglio.
Sappiamo molto bene che il nostro sistema economico è ricompreso in un quadro europeo, ma a differenza di altri, i nostri piccoli artigiani e industriali hanno delle risorse di fantasia, eclettismo e flessibilità che non sono pari a nessun’altro.
Ma tutte le idee hanno necessità di credito ed il nostro sistema bancario non sembra risplendere per innovazione e competenza: in fondo anch’esso risente del clima monopolistico del paese.
E allora: perché non organizzare per “ i piccoli” una grande “piazza” (magari telematica) che funzioni come la Borsa delle società quotate?
Ho un’idea, ne progetto la fattibilità, ne redigo un business plan e poi vado a cercarmi coloro i quali possono condividere con me quell’idea.
Forse avremo qualche insuccesso, ma certamente eviteremo che in futuro si ripetano storie come la Cirio o la Parmalat.
Mi scusi, Presidente, se ho un po’ esagerato con la critica e desidero che sappia che apprezzo molto la sua azione.
Fraterni Saluti

Arch. ALESSANDRO BALUCANI

Sez.PRI “Massimo Arcamone”-Foligno

Lincoln (POL)
10-09-05, 17:54
Intervento dell’amico Arch.Alessandro Balucani ,pubblicato dalla “Voce Repubblicana” l’8 Settembre u.s.


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Mi siano consentite, una serie di considerazioni sull’articolo comparso sulla Voce Repubblicana del 5 luglio , che riportava l’intervento del Presidente La Malfa al Consiglio Nazionale del 2 luglio u.s.
Un intervento pregevole per contenuti ed esaltante per le motivazioni che sono alla base dell’azione Repubblicana. Un intervento talmente spietato nell’analisi della situazione attuale che non sembra lasciare spazi a fantasie o soluzioni empiriche. Su una cosa non mi trovo d’accordo con il Presidente: quando parla delle grandi aziende (Olivetti, Montecatini, Edison, Pirelli, Fiat) che sarebbero state distrutte da una sinistra che odiava il capitalismo e che vedeva in queste aziende il nemico da combattere.
E’ vero, Presidente La Malfa; mi ricordo perfettamente quel periodo e posso testimoniare la bontà delle affermazioni. Personalmente ritenevo che la sinistra, in quegli anni, stesse facendo il suo mestiere (insieme ai sindacati) e non faceva altro che combattere ogni forma di capitalismo in tutti modi, sino al punto da favorire(sia pure indirettamente)quel clima politico e quelle degenerazioni che portarono agli anni di piombo.
Non voglio curarmi di loro perché li conosco bene. Avrei voluto, invece, leggere qualche parola su quella politica governativa che per decenni ha sponsorizzato la grande azienda con una tale quantità di denaro pubblico da competere con la politica sovietica. E allora come oggi, sempre alla ricerca di rendite di posizione, di monopoli, di privilegio.
E alle piccole imprese quali speranza restavano quando lo Stato ha “regalato” l’Alfa Romeo alla Fiat? Quelle stesse piccole imprese che hanno rappresentato, come oggi, la spina dorsale di questo Stato ma che non potevano godere degli stessi privilegi né economici né legislativi.
E nessuno che abbia mai pensato di trasformare l’aiuto di Stato (avvenuto con i soldi delle imposte dei cittadini) in una cessione di azioni agli stessi cittadini finanziatori in modo da trasformare la grande azienda in una public company.
E quale attenzione è stata riservata alle piccole o piccolissime aziende? Solo una continua e crescente legislazione tendente ad ostacolare ed ingessare la loro azione.
Si è mai domandato, Presidente, cosa deve fare oggi un modesto cittadino che volesse avviare un’attività di vendita di noccioline al pubblico?
Inizierà con le domande in Comune, alla Camera di commercio, dovrà superare degli esami per dimostrare una competenza, si dovrà iscrivere all’ufficio IVA, dovrà nominare un commercialista, dovrà interessare i competenti uffici dell’USL, dell’Ufficio tecnico, dei controlli messa a terra, dei controlli caldaie per il riscaldamento, dovrà fare un progetto per dimostrare il livello di impatto acustico, di contenimento dei consumi, l’HACCP (origine sovietica?) etc.etc.
Il tutto per poter guadagnare quei due o tremila euro al mese necessari per mandare avanti la famiglia. Una muraglia di 133.000 leggi che si erge ad ostacolo di qualsiasi iniziativa o flessibilità aziendale.
E si è mai domandato, Presidente, cosa deve fare un cittadino per essere nominato nel Consiglio di Amministrazione di una delle migliaia di società pubbliche dello Stato, Regioni, Comuni? Solo una tessera di partito che, come un bancomat, basta inserire nella fessura giusta. E quali competenze dovrà dimostrare? Assolutamente nessuna perché la sola tessera è dimostrazione di qualità.
Io vivo in una piccola Regione di sole 800.000 abitanti. Lei immagina quante società “partecipate” sono state costituite? Circa 300. E tutte dispongono di un Presidente, di un Direttore, di un consiglio di Amministrazione e personale vario con prebende che a volte farebbero impallidire chiunque.
E Lei è informato di quanti Consiglieri Regionali disponiamo? Sono 36(con il nuovo Statuto promulgato dalla Regione), con un appannaggio francamente abnorme.
Ora mi dica da Ministro della Repubblica a militante Repubblicano: come pensa che si possano affermare le linee guida di Lisbona 2 con un quadro politico che ha sempre sostituito la competizione con il monopolio, la flessibilità con le rendite di posizione e che, tuttavia, ha sempre insegnato agli altri la strada maestra della conoscenza, dell’innovazione e della competitività per uscire dalla crisi?
E’ il vecchio e mai risolto dilemma della “teoria e della prassi” : si dice una cosa per fare esattamente l’opposto.
Stia tranquillo Presidente. Non faccio di tutta l’erba un fascio. Non a caso sono un Repubblicano da oltre 35 anni e prima di me lo era mio padre e mio nonno.
Noi non sfuggiamo alla logica dominante ma almeno ne abbiamo cognizione e cerchiamo di trovare la via d’uscita.
Concludo con un piccolo consiglio.
Sappiamo molto bene che il nostro sistema economico è ricompreso in un quadro europeo, ma a differenza di altri, i nostri piccoli artigiani e industriali hanno delle risorse di fantasia, eclettismo e flessibilità che non sono pari a nessun’altro.
Ma tutte le idee hanno necessità di credito ed il nostro sistema bancario non sembra risplendere per innovazione e competenza: in fondo anch’esso risente del clima monopolistico del paese.
E allora: perché non organizzare per “ i piccoli” una grande “piazza” (magari telematica) che funzioni come la Borsa delle società quotate?
Ho un’idea, ne progetto la fattibilità, ne redigo un business plan e poi vado a cercarmi coloro i quali possono condividere con me quell’idea.
Forse avremo qualche insuccesso, ma certamente eviteremo che in futuro si ripetano storie come la Cirio o la Parmalat.
Mi scusi, Presidente, se ho un po’ esagerato con la critica e desidero che sappia che apprezzo molto la sua azione.
Fraterni Saluti

Arch. ALESSANDRO BALUCANI

Sez.PRI “Massimo Arcamone”-Foligno

nuvolarossa
21-10-05, 18:52
Dopo le dimissioni di Cesaretti,anche il navigato Ridolfi,”getta la spugna”e rassegna le dimissioni dalla presidenza dell’AFAM. Nel farlo, Ridolfi prova a farci credere che viveva sulla luna, lanciando non meglio precisate accuse nei confronti di coloro che, attraverso pressioni politiche, avrebbero tentato di ledere il suo ruolo e l’autonomia gestionale dell’azienda.

Come tutti sanno (tranne a quanto pare lo smemorato Ridolfi), le nomine all’Afam a cominciare dalla sua e da quella di Schoen, sono state discusse e decise solo ed esclusivamente sulla base di criteri riferibili agli equilibri interni e di potere dell’attuale maggioranza. Bastava scorgere l’elenco dei componenti il CDA per rendersene conto all’istante. Era evidente che criteri come competenza, titoli ed attitudini professionali, non sono stati presi in considerazione.

La sola idea che l’esimio Ridolfi (persona di una certa età ed esperienza, non un ragazzotto di primo pelo come il suo predecessore) non se ne fosse reso conto, susciterebbe in noi irrefrenabili scoppi di ilarità, se non stessimo parlando di una vicenda seria e preoccupante in primo luogo per i dipendenti delle farmacie comunali. Esemplare poi, per indecenza politica, il comportamento di Rifondazione Comunista la quale, dopo aver designato senza successo, ben due suoi esponenti alla Presidenza, vista la mala parata, non ha trovato di meglio che lavarsene le mani mettendo il cerino (che scotta) nelle mani della maggioranza della quale pure fa parte.

Una volta di più, i nodi della cattiva gestione dell’azienda vengono al pettine e crediamo siano maturi i tempi per porre all’o.d.g., l’ipotesi di una privatizzazione delle farmacie comunali. Su questo punto, ci pare esista una convergenza nell’ambito della minoranza la quale peraltro, avra modo di esporre nei prossimi giorni una chiara ed unitaria posizione in merito a questa incresciosa vicenda.

In un nostro precedente comunicato, avanzammo seri dubbi sulla capacità e soprattutto la volontà dell’amministrazione comunale sindaco in testa, di affrontare adeguatamente la situazione che si era venuta a creare. Siamo stati facili profeti.

Sezione P.R.I.
“Massimo Arcamone”-Foligno

nuvolarossa
07-12-05, 16:31
Il Direttivo della Sezione “Massimo Arcamone”di Foligno, riunito in data 23 Novembre,

ascoltata la relazione del segretario in merito alla riunione dei responsabili di sezione dell’Umbria svoltasi a Perugia il 19 u.s.,alla presenza dell’amico Postorino responsabile nazionale dell’organizzazione;

esprime il proprio apprezzamento per gli orientamenti scaturiti dalla suddetta riunione in particolare per quanto concerne la decisione assunta ed accolta dallo stesso Postorino,di tenere nelle prime settimane di Gennaio una volta cioè chiuso il tesseramento 2005,una assemblea regionale degli iscritti al PRI.

In quell’occasione si dovrà procedere- come è stato concordato-,alla ricostituzione dopo anni di assenza, nelle forme che saranno possibili,di un organismo regionale del Partito legittimamente espresso dagli iscritti e per ciò stesso dotato della necessaria credibilità ed autorevolezza.

Tale percorso,da noi peraltro più volte sollecitato e di certo non più procrastinabile,si rende inoltre necessario per dare agli amici dell’Umbria,un punto di riferimento certo ed utile, ai fini di una effettiva presenza del partito sia nel dibattito politico regionale, sia in quello interno alla CDL coalizione nella quale, la quasi totalità dei repubblicani umbri si riconosce, in linea con le decisioni assunte dal partito a livello nazionale.

Un assemblea indetta con tali presupposti,testimonierebbe peraltro in modo tangibile anche all’esterno, la volontà dei repubblicani umbri di riorganizzarsi e di tornare ad esercitare il ruolo che gli compete.

E’ sicuramente da apprezzare ed è di per se significativo,il fatto che la dirigenza nazionale del partito,nella persona dell’amico Postorino che va ringraziato per la sua solerte disponibilità,abbia ritenuto di dover stimolare e seguire in prima persona un possibile processo di riorganizzazione e di rilancio del PRI in Umbria.

Noi siamo (e non da oggi) del parere che il percorso sopra descritto, sia l’unico in grado di tenere quantomeno aperta, una possibilità di crescita del partito in Umbria ed in quanto tale,il solo sul quale i repubblicani di Foligno ritengono utile spendersi e dare come hanno sempre fatto,il loro leale e convinto contributo.

Noi repubblicani della Sezione “Massimo Arcamone” (alla quale peraltro risultano iscritti diversi amici di Perugia) ,continueremo in ogni caso pur con le nostre poche forze,a tenere alta la bandiera dell’edera a Foligno cosa che ci pare di poter dire,facciamo abbastanza egregiamente anche grazie all’impegno del nostro segretario(e la stessa lettura della Voce Repubblicana puntualmente informata circa la nostra attività,può darne testimonianza).

Il nostro attaccamento al partito, lo stiamo dimostrando nei fatti, a dimostrazione che il senso dell’appartenenza all’edera,non è per noi una parola vuota.

Il Direttivo della sezione PRI “M.Arcamone” - FOLIGNO

nuvolarossa
09-01-06, 13:34
http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/Repubblicani/LogoPri.gif

E’ curiosa la situazione che si è venuta a creare sulla vicenda cosiddetta “dei ponti”.

Da un lato abbiamo una maggioranza che intendere procedere alla loro demolizione in barba -come giustamente la CDL ha sottolineato- ad ogni percorso partecipativo ,dall’altro, assistiamo al sorgere come funghi di comitati “ spontanei”di cittadini di questa o quella frazione sui quali, forze della stessa maggioranza, hanno cercato e cercano (devo dire con qualche successo), di mettere come si suol dire il cappello.

Per cui,assistiamo al singolare balletto messo in opera da Rifondazione Comunista la quale prima,

tramite il proprio esponente in giunta(peraltro dimezzato nelle sue funzioni e ai ferri corti con il Sindaco),appoggia le decisioni dell’Amministrazione e poi subito dopo,si mette alla testa del primo comitato che sorge per contestare proprio quelle decisioni,posto che, se il comitato in questione stenta a sorgere,ci pensano gli stessi esponenti di Rifondazione ad aiutarlo a nascere.

L’On.Cento esponente dei Verdi,ha invitato Rifondazione a trarre le dovute conseguenze e cioè ad uscire dalla giunta Marini. Certo,se si arriva al punto di dover prendere lezioni di coerenza e stile politico persino dall’On.Cento…

Lo stesso copione,viene recitato da alcuni esponenti della Margherita, in un ruolo naturalmente subalterno(tanto per cambiare) anche a Rifondazione, con l’aggiunta di una parte in commedia messa in atto dai vertici regionali di quel partito(ex assessore Masci compreso e parliamo della stessa persona che a suo tempo il progetto sui ponti lo aveva addirittura patrocinato) i quali, invitano l’amministrazione di Foligno a fare marcia indietro sconfessando così -come se nulla fosse- lo stesso operato dei loro colleghi di partito in giunta a Foligno,Sindaco compreso. Tanto,per quel che sembra contare quest’ultimo…

L’assessore Trenta a sua volta,scopre ora che “il comitatismo,non è necessariamente sinonimo di alta democrazia”.In linea di massima, siamo d’accordo con lui. Certo,ci sembra strano

però che a dirlo, sia l’esponente di un partito che anche a livello nazionale, dei rapporti con i cosiddetti “movimenti”(dai girotondini ai pacifiNti, tanto per rimanere alle cronache recenti)ha fatto molto spesso la cifra della propria espressività politica giungendo in qualche caso, perfino a delegargli compiti di direzione politica e senza badare tanto per il sottile, visto che non si sono avute remore a civettare politicamente con gruppi teppistici e violenti quali quelli tristemente visti all’opera a Genova nel 2001 ed in diverse altre città italiane ed europee.

Evidentemente, per l’assessore Trenta e per i DS esistono come sempre,movimenti e movimenti e,nel caso specifico,comitati e comitati.

Per quanto ci riguarda,ferma restando la giusta denuncia della scarsa considerazione nella quale l’Amministrazione Comunale tiene il concetto di rappresentanza,non riteniamo vi sia nulla di criticabile nel fatto che alcuni cittadini tendano, su uno specifico problema, ad organizzarsi per ottenere il sacrosanto diritto di essere nelle forme previste, partecipi ed informati dei progetti che li riguardano da vicino.Per inciso,è a questo che dovrebbero servire le tanto decantate (dalla stessa sinistra)circoscrizioni.

Quello che ci convince molto meno,senza nulla togliere alla buona fede ed al disinteresse di molti cittadini che ne fanno parte,è il fatto che questi comitati non si siano dimostrati almeno finora,impermeabili alle speculazioni e strumentalizzazioni politiche poste in atto in particolar modo dal partito della Rifondazione Comunista il che, ci sembra come minimo molto strano,dal momento che quel partito fa parte e continua a far parte di quell’Amministrazione Comunale che ha approvato il progetto di demolizione dei ponti,la variante Sud, ecc…

Quando le riunioni dei comitati in questione,vengono convocate da un noto militante di Rifondazione che siede pure al tavolo della presidenza,qualche sospetto sulla genuinità e quindi sulla credibilità dei suddetti comitati ci sorge spontaneo…

Omar Proietti
Segretario P.R.I. FOLIGNO

nuvolarossa
14-01-06, 15:06
Ci fa piacere che Rifondazione Comunista,impegnata com’è nel duplice,gravoso ruolo di governo e di opposizione che attualmente riveste a Foligno,abbia trovato il tempo di replicare alle nostre affermazioni.

Abbiamo sinceramente apprezzato lo sforzo comprensibile ma (ahinoi) patetico, con il quale due giovani esponenti di quel partito, hanno provato ad arrampicarsi sugli specchi, nel tentativo di giustificare quella che appare a tutta la città, una loro evidente contraddizione politica.

La domanda che prima di ogni altra Napolitano e Gammarota dovrebbero porsi per poi trarne le doverose conseguenze,è se l’impostazione programmatica della giunta (non quella dei comitati) ,è coerente con le idee programmatiche del loro partito.Con ogni evidenza,la risposta è no, visto che le decisioni dell’Amministrazione in carica sui ponti,sulla variante sud ed anche sulla 77 tanto per portare solo alcuni esempi ma l’elenco è più lungo,sono da Rifondazione apertamente contestate.

Se Gammarota e Napolitano,pensano che avallare alcune decisioni in giunta( condividendone quindi la responsabilità) per poi contestarle in piazza,sia un atteggiamento serio e responsabile, li lasciamo alle loro convinzioni.Ci sembra però che abbiano molte difficoltà a spiegarlo ai loro alleati ed in particolare ai DS, visto lo stato di insofferenza che questi ultimi manifestano nei confronti di Rifondazione e che ha portato l’attuale amministrazione, sull’orlo di una crisi politica.

Ad ogni modo,se quelli di Rifondazione pensano di scaricare il peso delle loro contraddizioni politiche polemizzando- in modo peraltro pretestuoso- con la minoranza,non solo prendono una cantonata,ma dimostrano scarsa lungimiranza politica.Il cerino acceso (politicamente parlando)non è nelle nostre mani,ma nelle loro ed in quelle della maggioranza di cui fanno parte.Se Gammarota e Napolitano non se ne sono accorti,vadano a chiederlo ai DS che proprio ieri, hanno dichiarata aperta una verifica politica all’interno della maggioranza certificando così agli occhi di tutti i cittadini, lo stato di crisi nel quale versa la giunta Marini.

Circa il tentativo da parte di Rifondazione(ed in subordine della Margherita) di strumentalizzare politicamente i comitati in questione,la cosa è talmente palese ed evidente a tutti,che a dirlo non sono solo diversi cittadini che agli stessi comitati hanno aderito in buona fede,ma persino gli stessi alleati di giunta,DS in primis.E se lo dicono loro,che di queste cose se ne intendono…

PRI - FOLIGNO

nuvolarossa
24-03-06, 17:56
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Comunicato stampa Pri di Foligno

FOLIGNO - E’ del tutto evidente come questa amministrazione comunale sia sorda alle esigenze di sicurezza di chi vive e lavora a Foligno ed in particolare nel centro storico.
Non si comprende l’ostinato atteggiamento della sinistra nel negare l’importanza che avrebbe un efficace sistema di videosorveglianza, nel garantire certamente meglio la sicurezza dei cittadini. Peraltro non sono poche nel nostro Paese le amministrazioni, pure di sinistra, che hanno fatto ricorso alle telecamere con risultati - dati alla mano - senz’altro positivi.

Che vi sia a Foligno l’urgenza di attuare un piano volto a garantire l’ordine e la tranquilla convivenza in specie nel tessuto urbano della città, è da tutti riconosciuto, ma non c’è dubbio che, ad oggi, gli sforzi fatti si siano rivelati insufficienti.
Più in generale, continuano a venire al pettine i nodi di una politica poco accorta portata avanti da questa amministrazione. Per quanto riguarda il centro storico abbiamo assistito nel corso degli anni ad una significativa per non dire drastica diminuzione dei cittadini residenti. Di un progetto, tendente a rivitalizzarlo, rendendolo nuovamente frequentato e “vissuto” in primo luogo dai folignati, non si è vista e non si vede traccia.

Siamo stati facili profeti, a suo tempo, nel dire che di certo non lo si valorizzava sistemando, al suo interno, quote consistenti di extra-comunitari, per di più in appartamenti ubicati all’interno di palazzi storici.
A proposito di extra-comunitari poi, non sappiamo nemmeno quanti siano tra regolari e clandestini a testimonianza di come questa Amministrazione e quelle che l’hanno preceduta, non abbiano saputo o voluto per la parte che gli compete, controllare e disciplinare il fenomeno.

Le conseguenze le abbiamo avute e le abbiamo sotto gli occhi, sempre che non si voglia sostenere che i numerosi episodi delinquenziali ad opera di immigrati clandestini e non, siano un invenzione degli oppositori della Giunta Mismetti-Marini.
Il nocciolo della questione peraltro,è che una reale integrazione non c’è mai stata nonostante le tante belle parole sempre in bocca agli esponenti della nostra demagogica sinistra ed è su questo, che i nostri amministratori dovrebbero riflettere.

PROIETTI OMAR
Segretario PRI Foligno

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nuvolarossa
26-04-06, 19:10
I repubblicani di Foligno: positivo l'esito elettorale/In proporzione la CdL migliora rispetto alle votazioni amministrative
Ma il Polo deve ampliare la sua base


FOLIGNO (Perugia) - I repubblicani di Foligno salutano positivamente l'esito delle elezioni politiche per ciò che concerne il risultato ottenuto dal Pri in termini di rappresentanza parlamentare.
In ambito locale, la lettura dei dati elettorali, testimonia il perdurare di un orientamento politico fortemente caratterizzato a sinistra, pur nell'ambito di un elezione a valenza generale che – di norma- vede la Cdl attestarsi su percentuali migliori rispetto alle consultazioni di natura amministrativa.
La stessa "redistribuzione" di consensi all'interno della Cdl, sempre rispetto alle precedenti politiche (e ci riferiamo alla forte crescita dell'Udc, alla sostanziale tenuta di An ed al forte decremento di Forza Italia) non muta il dato di fondo che, tradotto in termini politici, indica la necessità per le forze di opposizione in questa città, di delineare i contenuti e soprattutto la cornice politica di un alternativa di governo la cui credibilità politica (e ci rivolgiamo in primo luogo a noi stessi),è in larga parte ancora da costruire.
Mentre da un lato, infatti, apprezziamo il tentativo portato avanti in primo luogo dagli amici di Alleanza nazionale, quale quello di proporre una piattaforma politico-programmatica aperta ai contributi provenienti dal mondo delle professioni e più in generale dalla società civile, non possiamo sia pure con spirito costruttivo, non segnalare il perdurare di problemi politici che rendono obbiettivamente accidentato il percorso da compiere.
Da questo punto di vista, la presumibile "partenza" di Luciano Rossi (la cui elezione a Montecitorio salutiamo con favore), non potrà che acuire a nostro avviso, le difficoltà evidenti ed a tutti note, nelle quali si dibatte da tempo Forza Italia qui a Foligno e che di riflesso - e non potrebbe essere altrimenti - hanno penalizzato l'intera coalizione, né vediamo emergere all'interno di quella forza politica, almeno per ora, una diversa leadership che possa essere all'altezza della situazione.
Ci sembra anzi evidente che una parte di quel partito faccia fatica ad essere consapevole della necessità di promuovere una sempre più ampia coesione della coalizione, il che implica un atteggiamento rispettoso del ruolo che ciascuna forza politica riveste. Pensiamo di dirlo a ragion veduta, dal momento che abbiamo purtroppo dovuto prendere nota di alcuni atteggiamenti politici nei nostri riguardi che ci sono parsi non solo poco rispettosi, ma addirittura ostili, e ai quali, peraltro, non abbiamo per senso di responsabilità, replicato.
Diciamo queste cose con preoccupazione ed anche con amarezza, avendo condiviso con quel partito un percorso politico che ci vide, due anni fa, partecipi della stessa lista sulla base di un accordo politico ed elettorale che, alla luce di quanto detto sopra, ci chiediamo se non debba essere considerato concluso, e non per nostra scelta. Se così fosse, siamo pronti a prenderne atto. Serenamente e senza fare polemiche.
Ci auguriamo anzi, che l'evolversi della situazione consenta a Forza Italia, qui a Foligno, di esercitare quel ruolo di guida e di raccordo politico della coalizione che i numeri e le responsabilità, legittimamente, gli assegnano.
Ma al di là di ciò, rimane a nostro modesto avviso, l'esigenza per la Cdl, qui a Foligno, di ampliare la propria base di consenso politico non solo sviluppando più solide relazioni con le forze sociali ed economiche del territorio, ma anche aprendosi all'apporto di raggruppamenti politici pure presenti in città ed alleati su scala nazionale al centrodestra.
Se si procederà nella costruzione di una seria e credibile alternativa al governo della sinistra, non mancherà il contributo dei repubblicani.

Sezione Pri "Massimo Arcamone", Foligno

tratto dal sito web
http://www.pri.it

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nuvolarossa
09-06-06, 09:45
MOSCHEA NEL CENTRO STORICO?

E’ di questi giorni il dibattito sul trasferimento della Moschea nel Centro Storico. La nostra Amministrazione si dichiara apertamente a favore, supportando la decisione con una necessità di integrazione dei “nuovi” cittadini, con la carta costituzionale che assicura libertà di culto nel nostro paese, e, in una parola, con la necessità di attuare una generica tolleranza verso coloro che professano una fede “diversa” da quella ufficiale.

E proprio a proposito della tolleranza è bene citare alcuni episodi:
- Nel maggio 2001 Papa Wojtyla compie una storica visita alla moschea omayyade di Damasco.
- Nel marzo 2006 Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, si reca alla Moschea romana di Monte Antenne ad incontrare Abdullah Redouane, segretario del Centro culturale islamico.
- Recentemente L’imam di Cremona, in un’intervista al Foglio,ha dichiarato apertamente il suo odio e il suo disprezzo per la nostra società libera, dicendo di non capire il nostro laicismo, la nostra voglia di essere liberi in tutto quello che facciamo, di non condividere la nostra voglia di divertirci e di sedurre le belle ragazze che girano per strada.
Conclude affermando che del resto è normale, perché noi occidentali siamo “tutti infedeli”, non abbiamo capito nulla del mondo e della vita e saremo puniti per questo.
Parole dure, durissime, che io considero folli e insensate.

Non c’è dubbio che solo l’immensa tolleranza italiana consente l’uso di siffatti giudizi che nessuno si permetterebbe di pronunciare in un paese straniero e, tantomeno in un paese islamico.
Questa non è l’affermazione della tolleranza o una presunta libertà di espressione ma,essenzialmente, il tentativo di sopraffare una popolazione ed il desiderio di vedere l’affermazione di una società chiusa rispetto ad una società aperta.
Io cerco di difendere una invenzione politica dei nostri padri che si chiama sistema liberale e che prevede la sua attuazione solo con una società aperta; una società in cui ogni componente puo’ esprimere liberamente il suo pensiero ma che, sempre a termini di costituzione, prevede norme di salvaguardia nei confronti di coloro che vogliono soffocare il pensiero (e la libertà) altrui. Sembra che la storia non abbia insegnato nulla: l’ex- URSS, il terzo Reich fino alla Repubblica Islamica Iraniana, dove ad una pretesa di perfezione corrisponde un tiranno che si autodefinisce perfetto e quindi divino.
Quello che si cerca di affermare da parte del mondo islamico è, in realtà, il seme dell’odio e dell’intolleranza verso tutti coloro che la pensano diversamente; essi fanno finta di non sapere, pero’, che i nostri padri hanno versato tanto sangue per regalare ai propri figli una società democratica e pacifica.

In questa diatriba appare incomprensibile la posizione della sinistra, composta da forze politiche che si richiamano ai valori della resistenza, del progresso e che in realtà difendono pericolose tendenze oscurantiste e conservatrici.
E dimostra anche come i nostri Amministratori locali, a cui i cittadini hanno affidato con il voto la cura ed il mantenimento di quei beni immensi ed irripetibili che si chiamano memoria collettiva e identità sociale, siano disposti a cancellare e distruggere con facilità un intero modo di vita e un articolato complesso di libertà.
Ci si potrà chiedere : e la libertà di culto? Non c’è dubbio che essa vada affermata senza alcuna riserva ma lo spazio del culto si ferma dinanzi ad uno stato laico che il nostro partito ha contribuito in modo determinante a formare.
Siamo pronti ad accogliere ed agevolare tutti coloro che esprimono idee politiche e religiose anche molto diverse dalle nostre, ma solo se riconosceranno senza riserve questa forma di Stato di diritto.

Arch.Alessandro Balucani
Membro Direttivo Sez.P.R.I
“ Massimo Arcamone” - Foligno

nuvolarossa
22-07-06, 20:41
Riceviamo da Grazia Caico: COMUNICATO STAMPA
della Sezione P.R.I. "Massimo Arcamone" di FOLIGNO (Perugia)

Ci fa piacere che il Sindaco Marini,smentendo platealmente alcuni suoi colleghi di giunta Vice Sindaco compreso,abbia fornito alla stampa un quadro della realtà del centro storico, simile a ciò che noi e più in generale la minoranza,andiamo dicendo da tempo.

Leggiamo che riferendosi per l’appunto al centro storico, Marini parla di rivitalizzazione e di rilancio,di avvenuta desertificazione,di ricostruzione del tessuto sociale e culturale,addirittura della necessità da questo punto di vista, di riportarlo alla vita.

Parole forti, che indubbiamente descrivono un quadro della situazione allarmante.

Ci chiediamo però visto che il compito del primo cittadino non è tanto quello di denunciare i problemi ma bensì quello di risolverli, che cosa abbiano fatto e che cosa intendano fare il Sindaco e l’amministrazione che presiede, per migliorare la suddetta situazione.

Noi, abbiamo più volte indicato la necessità di rivitalizzare il centro storico della nostra città,

obbiettivo che si può conseguire soltanto rendendolo nuovamente frequentato e “vissuto”in primo luogo dai folignati.Tale politica si esplicita per fare alcuni esempi,tramite il ripristino di una idonea viabilità,tramite l’attuazione di un piano volto a garantire l’ordine e la tranquilla convivenza in specie nel tessuto urbano della città(anche con un efficace sistema di video sorveglianza strumento rispetto al quale invece, l’amministrazione continua a fare orecchie da mercante),misure queste che unitamente ad altre,potrebbero dare impulso anche ad una ripresa nel centro-storico, delle attività commerciali.

Di una politica del genere, non si è vista e non si vede traccia.Questa amministrazione come quelle che l’hanno preceduta, non solo si è ben guardata dall’affrontare i problemi che ormai da diversi anni affliggono il centro storico ma al contrario,ha attuato misure che hanno avuto il solo effetto di peggiorare le cose.Si pensi soltanto, alla sistemazione di quote consistenti di extracomunitari(tra regolari e clandestini) al suo interno, molti dei quali per di più, ubicati all’interno di palazzi storici di indubbio valore architettonico.E questo inoltre, nella palese assenza di una reale integrazione a conferma peraltro, di come le amministrazioni che abbiamo avuto,non abbiamo mai voluto controllare e disciplinare il fenomeno dell’immigrazione nella nostra città.

Non è attraverso una vetrina ad uso e consumo propagandistico caro Sindaco,che si possono risollevare le sorti del nostro moribondo centro storico,ma solo attraverso l’adozione di quelle politiche mirate che la sua amministrazione anche in virtù dei condizionamenti che subisce dall’estrema sinistra, non è in grado di promuovere.

Omar Proietti
Segretario P.R.I. Foligno

nuvolarossa
30-07-06, 10:59
Riceviamo da Grazia Caico: COMUNICATO STAMPA
della Sezione P.R.I. "Massimo Arcamone" di FOLIGNO (Perugia)

Ho letto con attenzione la replica del Sindaco Marini, ad alcune mie considerazioni sullo stato del centro storico. Evidentemente, le mie osservazioni devono aver colto nel segno, visti i toni nervosi e leggermente scomposti del primo cittadino.

Ma al di là di ciò,il Sindaco improvvisandosi filologo, si arrampica visibilmente sugli specchi nel tentativo di giustificare anche agli occhi presumo di qualche collega di giunta,alcune sue contradditorie affermazioni.

Forse Marini ha qualche difficoltà ad esprimersi correttamente e quindi non riesce a comprendere il significato di alcune sue parole o più probabilmente, si è reso conto di aver detto delle cose che non doveva dire ed è corso subito ai ripari,ma se si afferma (cito quanto riportato dalla stampa) che vi è la necessità di rivitalizzare e rilanciare il centro storico, se si parla di una avvenuta desertificazione e di una indispensabile ricostruzione del suo tessuto sociale e culturale tale addirittura da riportarlo alla vita,è evidente a chiunque credo che non si sta certo dando un quadro idilliaco (per usare un eufemismo…) del nostro centro storico.

Nessuna mia strumentalizzazione quindi. Se Marini ritiene di non aver detto le cose sopra riportate, non deve smentire me, ma i giornali che hanno riportato queste sue dichiarazioni e non mi risulta che sinora lo abbia fatto.

Noi e lo dico sinceramente, abbiamo apprezzato il fatto che il primo cittadino abbia-con un atto di coraggio che conoscendolo deve essergli costato non poco-, riconosciuto lo stato critico in cui versa l’area “interna alle vecchie mura urbiche” per usare una sua definizione. Che il centro storico versi in uno stato di crisi,è del resto riconosciuto un pò da tutti come testimonia tra l’altro, l’odierno intervento del Presidente dell’Associazione Commercianti Aldo Amoni.

Prendiamo atto però stante la sua replica, che il Sindaco nel giro di qualche ora, ha evidentemente cambiato idea visto che ora ci descrive un centro storico vivo,vegeto e pieno di vitalità. Peccato però che tale idilliaco quadro, sia presente solo nella sua fervida immaginazione. Invitiamo pertanto con rispetto il Sindaco Marini, a chiarirsi prima di tutto le idee con se stesso, visto e considerato inoltre, il suo altisonante e conclamato”impegno a rivitalizzare il centro storico ribadito anche al recente forum del 20 Luglio”.

Circa le proposte del PRI sul tema in questione,esse sono state più volte esposte e come tali apparse anche sulla stampa, ma in ogni caso stia pur certo il Sindaco Marini che i repubblicani sono pronti in ogni momento al confronto purchè naturalmente, il tavolo di discussione sia serio e non finalizzato all’esposizione propagandistica di mere lodevoli intenzioni.

Nel mio intervento peraltro, ribadivo alcune indicazioni sulle quali lavorare e mi dispiace che Marini non abbia saputo far di meglio che estrapolare (questa volta sì strumentalmente) il tema della video sorveglianza da più parti peraltro sollecitato,per liquidare come banali e strumentali le preoccupazioni che sono proprie dei cittadini e delle stesse categorie produttive, per un problema che è da tutti (tranne Marini a quanto pare)riconosciuto. Quello della sicurezza e della tranquilla convivenza di chi vive e lavora a Foligno in particolare nel centro-storico.

Circa infine il “partitino”di Proietti,detto che le idee non si pesano caro Sindaco ma si valutano,ci sembra che Marini sia l’ultima persona che possa permettersi di fare del sarcasmo in materia.La nostra influenza politica sarà pure modesta per carità,ma abbiamo la netta impressione (come del resto un po’ tutti a Foligno) che quella che ha Marini, all’interno della giunta di cui solo formalmente è alla guida,non sia certamente maggiore.

Omar Proietti
Segretario PRI Foligno

nuvolarossa
09-11-06, 14:57
sabato 11 novembre prossimo, alle ore 10

Approfitto del sito per avvertire tutti coloro, iscritti, simpatizzanti, elettori, da sempre persuasi dell'importanza politica, sociale ed etica del Partito Repubblicano Italiano, nel nostro panorama politico ma anche europeo e financo mondiale, che sabato 11 novembre prossimo, alle ore 10, gli amici della Toscana, delle Marche e dell'Umbria si ritroveranno a Figline Valdarno, all'Antica taverna Casagrande per l'intera giornata, pranzo incluso con pagamento così detto alla romana, assieme ai tre segretari regionali Governi, Bussotti e Gambioli.
Discuteremo delle iniziative da intraprendere assieme per incrementare il proselitismo e penetrare incisivamente nel tessuto culturale di queste tre regioni, mettendo al momento in secondo piano le ambizioni di cariche elettive istituzionali.
Naturalmente l'invito è esteso a tutti coloro che hanno voglia di fare più di quella di dire, che le chiacchiere fanno poca farina, anche se risiedono oltre le tre regioni mensionate.

Con affetto e stima

Renato Traquandi

tratto da http://it.groups.yahoo.com/group/Repubblicani/

nuvolarossa
05-01-07, 11:41
Riceviamo dalla Sezione del Pri di Foligno il seguente comunicato stampa

Apprendiamo solo ora dell’incredibile e vergognosa cerimonia tenutasi qualche mese fa a Spoleto alla presenza delle massime autorità cittadine (Sindaco compreso) con la quale a nome dell’intera città, è stata accettata una scultura dell’”artista” palestinese Zaki Salam da lui dedicata allo “shaid” (il martire) cioè al terrorista suicida quello in altre parole, che si fa saltare in aria in Israele facendo strage di civili innocenti. Non solo, stante quel che leggiamo, pare che tale opera sia stata definita come un forte eroico messaggio di pace, foriero di speranza. Siamo allibiti! Ora, è vero che tale scultura rappresenta una speranza, il punto è che temiamo di sapere perfettamente a quale speranza allude, quella cioè di veder distrutto e cancellato Israele dalle carte geografiche. Come se non bastasse, abbiamo anche dovuto leggere alcune dichiarazioni rilasciate per di più in veste istituzionale, da parte dello stesso Sindaco Brunini il quale non si sa con quale coraggio o con quale incoscienza, parla o per meglio dire straparla di dialogo e di interlocuzione con lo Stato d’Israele. Stucchevoli e tali da far cadere le braccia poi, le affermazioni dell’Assessore Patrizia Cristofori (così come vengono riportate da un sito di informazione nazionale) secondo la quale, tale scultura che rappresenta come è evidente un messaggio di odio e di violenza(e non di amore e di pace come sostiene la “presidentessa”di una delle tante associazioni pacifiNte che costellano la galassia dell’estrema sinistra nostrana), costituisce nientedimenoche, un esempio di quei percorsi nei quali i valori del dialogo e della conoscenza,esercitano una funzione utile nella formazione dei nostri ragazzi. (Sic!). Rimaniamo senza parole, anche perché crediamo che certe iniziative e certe affermazioni si commentino da sole. Ciò che riteniamo scandaloso, non è sia chiaro, il fatto che si possano sostenere certe opinioni (per quanto secondo noi aberranti) anche perché, conoscendo la cultura politica nella quale si sono formati il Sindaco ed i suoi assessori(perlomeno quelli presenti alla cerimonia), siamo gli ultimi a poterci sorprendere purtroppo di certe loro affermazioni. Quello che ci colpisce anzi che ci indigna, è il fatto che venga usata senza ritegno una veste istituzionale, per propugnare iniziative che disonorano la città e tutti coloro che hanno davvero a cuore il valore della pace (quella vera), del dialogo e della tolleranza civile e religiosa. E’ emblematico del resto, come l’unico altro posto sulla terra dove la suddetta scultura abbia trovato la sua peraltro giusta e degna ospitalità, sia a quanto pare il municipio di Damasco, capitale di un Paese la Siria, retta da un regime dispotico e totalitario e notoriamente colluso con il terrorismo internazionale in particolar modo quello Palestinese e Libanese (Hezbollah). Ma queste cose evidentemente, sono ben lungi dal turbare taluni rappresentanti delle istituzioni …

Sezione P.R.I. “Massimo Arcamone” di Foligno

nuvolarossa
03-02-07, 20:37
Riceviamo da Gargagli Gianfranco

Effetto Serra domani: cosa fare oggi
Riflessioni su un articolo del giornale australiano The Age su: effetto serra, allarme dell’ONU

L’alternarsi delle stagioni, ultimamente, è cosa che possiamo certamente relegare alla storia del passato di questo nostro pianeta, poiché assistiamo sempre più frequentemente ad estati che contengono in sè caratteri più autunnali che non estivi, con buona pace di quegli operatori economici che su di esse fondano il proprio lavoro e inverni certamente più miti di quanto in realtà dovrebbero essere.

Non vogliamo recitare l’antico monologo “ non c’è più la mezza stagione “, lo vorremmo lasciare per momenti di maggiore ilarità di quanto l’argomento non richieda, riteniamo però che sul catastrofismo si dovrebbe fare una maggiore riflessione, in particolar modo da parte di chi esercita influenza sulla gente

L’effetto serra che investe il pianeta è certamente il prodotto di risulta creato da benessere e comodità dei quali oggi non sapremmo fare a meno.

Il protocollo di Kioto, timida rappresentazione della volontà del politico di voler mettere un riparo al degradare della situazione, non è stato firmato dalle potenze più industrializzate del pianeta, mentre gli altri stati hanno fatto pochissimo per la sua applicazione.

Il buco dell’ozono, che da sempre subisce delle periodiche oscillazioni non è certamente la sola causa dei nostri mali: a peggiorare la situazione interviene anche l’effetto serra che nell’accelerare lo scioglimento dei ghiacci determina l’innalzamento dei mari e verso il quale dovremmo porre rimedio accelerando l’applicazione di quel protocollo ancora disatteso.

Passare però da questo scenario, non certamente idilliaco ma sicuramente recuperabile, a mettere in campo visioni che definire catastrofiche è dir poca cosa quali fame e carestie per milioni di persone a causa di desertificazione e innalzamento delle acque con relative inondazioni credo sia troppo, anche se a pronunciarsi sia un autorevole commissione intergovernativa dell’ONU.

Non potremmo certamente pensare di tornare all’età delle caverne, ma forse con meno catastrofismo e più senso di responsabilità potremmo via via ridurre quelle emissioni dannose per la nostra atmosfera.

Partito Repubblicano Italiano
Sezione "G. Spadolini"
Terni

Gargagli Gianfranco

nuvolarossa
08-02-07, 18:55
Navigare a vista con la barca di Prodi

In una maggioranza rissosa, eterogenea, quale è quella che compone l’attuale governo, dove ogni decisione può essere causa di uno scollamento politico, la “bomba della base USA“ esplosa su Vicenza e l’Afghanistan fanno sempre più somigliare alcuni esponenti del Prc, Verdi, ecc ad iceberg alla deriva che possono far affondare, in un mare agitato da tanti eventi, la nave prodiana.

Se il Ministro della difesa Parisi viene messo in minoranza dai suoi stessi compagni d’avventura e si vede salvato dall’intervento dell’opposizione vuol dire che questo governo non ha più la forza di governare, vuol dire che il suo primo ministro è ostaggio dei partiti e delle loro beghe interne.

http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/esteri/afghanistan4/visita-parisi/ansa_8272567_21550.jpg

Quale valore poter dare alla salita sul colle da parte di Prodi per rassicurare Napolitano sulla politica estera del governo se poi un ministro della repubblica viene messo in minoranza dalla sua stessa compagine governativa?

Siamo convinti che gli impegni in politica estera vadano rispettati, qualunque sia il Governo che debba mantenerli poiché essi rappresentano una continuità della linea politica del paese.

In Afganistan siamo andati e vi resteremo per contribuire ad un processo di democratizzazione che quel paese richiede con lo stesso impegno che sarà necessario mantenere anche nel caso che si verifichi un escaletion del conflitto: Lealtà verso l’alleato.

Tuttavia i repubblicani umbri, Ternani in particolare, granello di sabbia nel planetario politico italiano ritengono condizione essenziale che queste scelte debbano rimanere patrimonio dei governi e non campo d’ingerenza da parte di ambasciatori stranieri.

Non possiamo sottacere il ruolo strategico che l’Italia rappresenta nello scacchiere mediterraneo, siamo in questo senso un baluardo verso i balcani e verso quei paesi mediorientali che rappresentano un pericolo per l’Europa, per questo, sia per i trattati sottoscritti che come avamposto difensivo, trova giustificazione l’allargamento della base di Vicenza.

Mi rendo conto della difficoltà che un partito di periferia come quello umbro rappresenta puo avere nel far conoscere il proprio pensiero, ma ancor più i suoi sforzi vanno considerati quando questi avvengono in uno scenario dove i rappresentanti eletti non sono stati una scelta della base.

Terni 08/02/07
Partito Repubblicano Italiano
Sezione G. Spadolini - Terni
Il Segretario
Gargagli Gianfranco

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=3372

nuvolarossa
15-02-07, 12:46
Foibe: Le colpe di cui nessuno vuol parlare

Quando arrivi a Trieste ti accorgi di non essere giunto nella solita città di confine, essa si offre con il suo splendore: Miramare, il Castello di S.Giusto e Piazza Italia una splendida balconata sul mare da cui ammirare il bianco della Barcolana e ti fa respirare quel senso di italianità che difficilmente in altre parti si può sentire e man mano che ci si sposta verso il confine con la Slovenia si avvertono gli echi di una battaglia mai sopita.

Basovizza mi ha accolto con il rumore assordante di un silenzio fatto di morti che ancora gridano vendetta e che avranno solo il ricordo di una lapide che chiude la foiba con gli innumerevoli strati di nefandezze compiute in nome di una idea, forse.

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Non resto immune dai silenzi e dagli orrori che emergono in tutta la loro inutilità dalla Risiera di S. Saba, altro monumento di nefandezze su cui riflettere. In un caso o nell’altro giudicare richiede la capacità di erigersi al di sopra delle parti.

Ma il caso foibe che per anni è rimasto oscurato al ricordo del paese è stato riesumato dal Presidente Napolitano che nel suo ruolo istituzionale ne ha parlato agli Italiani con la consapevolezza, credo, del peso che questo ha sulla storia del P.C.I. e della nomenclatura di allora.

Quel 19 Ottobre 1944 peserà come un macigno sul ricordo di Togliatti e del P.C.I. per aver creduto di vendere a Tito quella terra giuliana fatta di Italiani ponendola, così come si esprime in una lettera inviata a Vincenzo Bianco suo braccio destro presso Tito, al riparo dal controllo di quel governo insurrezionalista diretto da Bonomi e di cui Togliatti stesso faceva parte.

In quell’orgia di sangue non morirono solo fascisti ma gente di ogni estrazione sociale con un'unica colpa: quella di aver tentato di difendere le proprie idee.

Dal nostro osservatorio di provincia, costruito su dei ricordi certamente tragici quali quelli vissuti dalla città di Terni durante il secondo conflitto mondiale, il giudizio dei repubblicani è di critica nei confronti del Presidente Croato Stife Mesic e di sollecito per il nostro Ministro degli Esteri ad utilizzare tutti i canali diplomatici a tutela del Nostro Presidente della Repubblica, quale rappresentante dell’Italia.

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Sarebbe troppo lungo seguire il filo che ci porta indietro, da una nefandezza all’altra, da una violenza all’altra, in un alternarsi infinito di genti ora vittime ora carnefici. Per cambiare bisognerebbe forse cominciare a dimenticare: le generazioni future scelgano di non commettere di nuovo gli errori dei padri, per costruire un mondo fondato sul rispetto delle diversità e sulla pace.

“ Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri ... ”

S. Quasimodo

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Terni 15/02/07

Partito Repubblicano Italiano
Sezione G. Spadolini
Terni

Gargagli Gianfranco

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=3407

nuvolarossa
17-04-07, 22:09
P.R.I. : Riduciamo le Circoscrizioni

Il giorno 14 c.m. presso la sala Consiliare del Comune di Terni, la C.d.L., rappresentata dal Consigliere Regionale Avv. Alfredo De Sio per A.N., dal segretario della locale sezione del P.R.I. Gianfranco Gargagli e dal Consigliere Regionale Raffaele Nevi per F.I. oltre alla nuova D.C., teneva una conferenza stampa per presentare il Comitato Referendario incaricato della raccolta delle firme necessarie a poter richiedere la riduzione dell’attuale numero di Circoscrizioni da 9 a 4 nel quadro di una moralizzazione amministrativa necessaria alla riduzione dei costi di gestione delle stesse e della conseguente ricaduta fiscale sui cittadini Ternani.

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(Terni - Cascate delle Marmore)

Del comitato fanno parte i Consiglieri Comunali Guardalben, Ferranti e Biscetti e i consiglieri di circoscrizione Michele Rossi, Elio Giacobini e Federico Brizi in rappresentanza di F.I. , per A.N. il consigliere comunale Conti e quelli circoscrizionali Pastura, Cavilli e Chiatti oltre al Repubblicano Lamberto Cola.
Durante lo svolgimento della Conferenza Stampa i rappresentanti dei partiti, ognuno nel rispetto delle proprie posizioni, chiarivano i motivi alla base della richiesta referendaria che produrrebbe una riduzione dei costi di 2 milioni di Euro.
Il P.R.I. , particolarmente sensibile al tema posto in essere unitamente agli altri partiti della C.D.L. , sosteneva che la proposta attuale doveva rappresentare l’inizio di una più crescente operazione moralizzatrice che dovrà condurre in futuro ad una rivisitazione del funzionamento delle Province oltre alle consociate A.F.M., S.I.I. e C.M.M.

Partito Repubblicano Italiano
Sezione "G. Spadolini"

Il Segretario Gargagli Gianfranco

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=3710

nuvolarossa
18-04-07, 08:54
Riceviamo da Omar Proietti: COMUNICATO STAMPA
della Sezione P.R.I. "Massimo Arcamone" di FOLIGNO (Perugia)

FOLIGNO (Perugia) - Abbiamo letto il manifesto affisso da Alleanza Nazionale nel quale si chiedono le dimissioni

del Sindaco Marini per manifesta incapacità (così ci è sembrato di capire)di svolgere nella pienezza delle proprie funzioni, il ruolo che gli compete così come evidenziato anche dalla vicenda legata alla recente sostituzione di un assessore comunale.

Comprendiamo e condividiamo naturalmente, le ragioni esposte da AN partito con il quale,, abbiamo condiviso in questa città,una comune appartenenza di coalizione. Ci si consenta però di rilevare sia pure ironicamente, una inesattezza in quel che viene riportato nel suddetto manifesto. Il Sindaco Marini non ha affatto abdicato al proprio ruolo per la semplice ragione che quel ruolo quello cioè di guida politica dell’esecutivo, non lo ha mai esercitato. Sappiamo benissimo ma si può tranquillamente dire che ne è a conoscenza tutta la città, il come ed il perché Marini fu a suo tempo scelto quale candidato Sindaco della coalizione di sinistra per cui tutto ci può sorprendere, tranne constatare il fatto che non sia Marini a dirigere “l’orchestra” se non in occasione(ci è sembrato di capire) di cerimonie,inaugurazioni,nastri da tagliare e quant’altro compito questo che Marini svolge e glielo riconosciamo volentieri,con stile,garbo e serietà.

Lo stesso Sindaco del resto, persona per bene e sicuramente dotata di spiccata intelligenza,di questo ci è sempre parso consapevole e un po’ perchè cosciente di cosa i suoi alleati e colleghi di giunta si aspettavano e si aspettano da lui e un po’ perchè se il coraggio uno non ce l’ha non se lo può dare, si è sempre mantenuto nei limiti dei paletti che gli erano stati indicati,cosa che ha cercato di fare anche nella vicenda legata all’ex assessore Boni.

Quasi quasi e lo diciamo ovviamente con amara ironia, più che il Sindaco ci viene quasi la tentazione di censurare il comportamento di Rifondazione, partito per sua natura non particolarmente dotato di sensibilità istituzionale il quale, nel fare e disfare a proprio piacimento la composizione della Giunta Comunale facendo fare al Sindaco la figura del semplice passacarte, avrebbe almeno dovuto cercare di salvare le apparenze ma d’altro canto,chi è intento a rifondare il comunismo e a preparare rivoluzioni “pacifiste”,no global e quant’altro, non può certo perdere tempo con simili formali sottigliezze. L’immagine dell’istituzione Comunale ne esce danneggiata?

Senz’altro sì,ed è sicuramente questo il punto che gli esponenti di AN hanno voluto giustamente sottolineare. Non crediamo però che a sinistra,siano in molti a preoccuparsi di questo.

P.R.I. FOLIGNO

nuvolarossa
20-04-07, 19:31
Il P.R.I. di Terni sul tema Circoscrizioni

Ma sono state comunque quelle quattro parole pronunciate con chiarezza e concretezza di fatti a mettere in evidenza la debolezza di questa sinistra godereccia, a scoprirne il nerbo del clientelismo fatto per “premiare” gli uni piuttosto che gli altri, per rendere goffa questa democrazia partecipativa quale la circoscrizione dovrebbe rappresentare.

http://www.medioevoinumbria.it/images/castrum/Alviano.jpg

(Castello di Alviano)

Non è far demagogia chiedere la riduzione delle spese di gestione di questi apparati, nè dare colpi alla democrazia partecipativa chiedere la riduzione delle circoscrizioni, vuol essere solo moralizzare l’amministrazione pubblica che, in danno dei cittadini elettori, continua a trasformare strumenti del decentramento in apparati di bottega incapaci di soddisfare le esigenze di quartiere.

Perché riempirsi la bocca con allarmismi sul pericolo di smantellare il decentramento?

Quattro circoscrizioni disposte secondo i quattro punti cardinali manterrebbero intatto il decentramento, forse però scontenterebbero molti clienti di questa amministrazione.

Ora anche se con le dovute sfumature, lo stesso Paolo Quintiliani, Presidente della terza Circoscrizione, riconosce che forse nove circoscrizioni sono troppe per una città come Terni e che andrebbero ridimensionate parimenti al numero degli assessori di Palazzo Spada.

Credo poi che sulla rigidità dei numeri si possa fare un’attenta riflessione mantenendo un occhio rivolto anche al giusto rapporto tra il numero delle circoscrizioni e la loro grandezza .

Con queste riflessioni i Repubblicani sono fiduciosi che si addiverrà presto alla votazione del regolamento attuativo, che dia finalmente ai cittadini uno strumento in più di democrazia partecipativa. Fatti non parole.

Partito Repubblicano Italiano
Terni - Sezione G. Spadolini
Il Segretario

Gianfranco Gargagli

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=3720

nuvolarossa
19-07-07, 01:44
Riceviamo da Omar Proietti

PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Ing. Luigi Percivalli Sezione P.R.I. “Massimo Arcamone” Foligno

La tragica collisione nello stretto di Messina, avvenuta il 15 gennaio, riporta all’attualità la mancata costruzione del ponte.

COME E’ AVVENUTO L’INCIDENTE

Quantunque interessante ma puramente per l’aspetto cronistico riportiamo la sequenza dei fatti come riferiti dalle cronache dei giornali.

Secondo uno dei periti (quattro) incaricati dalla Provincia di Messina di accertare le cause del disastro, nel quale morirono quattro uomini dell’equipaggio del mezzo veloce delle Ferrovie, la tragica collisione tra il Segesta Jet e la nave portaconteiner Susan Borchard sarebbe stata causata dalla “mancata precedenza” di una delle tre navi presenti in zona. Oltre alle due navi sopra indicate l’altra nave che incrociava in zona era il traghetto Zancle della società privata Caronte e Tourist.

Ora, secondo indiscrezioni riportate dai quotidiani locali sarebbe stata proprio la Zancle a mantenere una rotta diversa da quella prevista dalla regolamentazione del traffico navale tagliando il percorso della Segesta e oscurandole la visuale.

Ma si tratta per ora solo di ipotesi.

Conoscendo la Magistratura italiana (e forse non solo italiana) la verità la sapremo fra qualche mese (o anno).

I PRECEDENTI

Si può riassumere in un numero: 44 incidenti in 50 anni:

Nel 1985 lo scontro fra la petroliera greca Patos e la nave spagnola Castello di Monteargon provocò tre morti, oltre alla perdita del carico della petroliera.

IL PARERE DEI POLITICI

Lo avevano approvato (il ponte sullo stretto) tutti i governi delle passate Legislature, lo aveva ritenuto opera prioritaria anche il Parlamento europeo, lo aveva approvato pure il CIPE.

A fronte di tutti questi “autorevoli” pareri hanno prevalso i soliti VERDI e gli integralisti della estrema sinistra, facenti parte dell’attuale maggioranza.

Poteva mancare il parere di un Ministro? No di certo: abbiamo quello del Ministrto dei Trasporti, Alessandro Bianchi, il quale in una intervista data a RAI 2, l’11 febbraio alle ore 15,10 si è espresso chiaramente: “IL PONTE SULLO STRETTO E’ UN’OPERA DANNOSA”.

In verità il nostro aveva già chiarito in un suo documento che l’opera non rientrava nei programmi del governo.

E all’indomani della sua nomina si era affrettato a dire: “IL PONTE SULLO STRETTO E’ UN’OPERA INUTILE”.

Diversamente si era espresso il Governo regionale Milazzo.

Addirittura durante il suo governo gli americani avevano approntato un progetto di massima impegnandosi a costruirlo (il ponte) a loro spese in 5 anni chiedendo a risarcimento delle spese semplicemente lo sfruttamento (pedaggi) per 20 anni.

Più recentemente il Presidente della regione Siciliana (Salvatore Cuffaro) ha espresso chiaramente il suo parere, interpretando quello dei siciliani in un colloquio con Romano Prodi: “Il ponte ce lo facciamo noi. Il ponte sullo stretto è un’opera che non costerà un solo euro allo stato ed è già finanziato al 90% con somme vincolate”.

Tutto bene ma Prodi gli darà licenza di farlo?

E’ lecito dubitarne…. Anche se lo stesso Prodi nel lontano 1983, quando era Presidente dell’IRI parlava di una soluzione stabile per unire la Calabria e la Sicilia.

UN SIMPATICO ANEDDOTO

Per finire non posso fare a meno di riferire un simpatico aneddoto riferito da Cuffaro (Presidente della Regione Siciliana): frugando fra le sue carte trova una vignetta che ritrae il vicepremier Francesco Rutelli che a una folla di messinesi accorsi ad ascoltarlo assicura: “il ponte sarà inaugurato il 2 giugno del 2012”.

Accanto alla folla plaudente, un tipo, sicuramente di Ganzirri, intento a pescare, chiede scettico: “sì, il 2 giugno del 2012, ma di mattina o di pomeriggio?

nuvolarossa
26-11-07, 18:26
Riceviamo da Omar Proietti

Si è tenuto Domenica 25 Novembre presso il ristorante “La Brace” a Cascia di Perugia, alla presenza dell’amico Franco Torchia della Direzione Nazionale, un incontro conviviale dei repubblicani umbri.

Enzo Durazzi nuovo coordinatore regionale del Partito, ha illustrato le linee guida attraverso le quali dare impulso alla riorganizzazione e alla conseguente crescita del partito in Umbria.
Omar Proietti consigliere nazionale e segretario del partito di Foligno e Gianfranco Gargagli responsabile della sezione di Terni, nel concordare con l’intervento di Durazzi, hanno posto l’accento sulla inderogabile necessità di rendere più incisiva l’azione del partito, attraverso un azione costante volta fare politica attiva sui problemi del territorio. Solo così, rendendo visibili le battaglie e le proposte dei repubblicani, è possibile accrescere l’interesse ed il consenso nei confronti del partito dell’edera.
Particolarmente apprezzato è stato l’intervento del giovane coordinatore della neo-costituita sezione di Bastia Umbra, primo tangibile segnale, della volontà del PRI di tornare a crescere anche in questa regione.
Gli altri amici intervenuti, tra i quali segnaliamo con piacere Gianluca Fratoni da poco rientrato nel Partito, hanno con convinzione ribadito il loro impegno volto al rilancio del Partito, sulla base di una chiara impostazione politica e programmatica che ci vede anche in questa regione collocati in una posizione distante ed alternativa da quella della sinistra la cui concezione egemonica dell’esercizio del potere, è stata più volte negativamente sottolineata per i guasti che ha prodotto e che continua a produrre. Guasti peraltro, che sono alla base della scarsa crescita anzi della sostanziale stagnazione, che caratterizza ormai da troppi anni l’economia dell’Umbria.
Le conclusioni, sono state tratte dall’amico Torchia il quale, nel rispondere puntualmente alle osservazioni precedentemente poste dagli amici che sono intervenuti, ha esposto una disamina dell’attuale quadro politico e del ruolo che il PRI intende svolgere per aggregare anche ai fini delle elezioni europee in programma nel 2009, una aggregazione liberaldemocratica di tipo europeo di cui nella travagliata vicenda politica che attraversa il nostro Paese, si avverte sempre di più la necessità. In questo senso,Torchia ha ricordato l’importante convegno che si è da poco tenuto a Milano, organizzato dalla Voce Repubblicana e dal Partito Liberaldemocratico Europeo.
Nel ribadire il forte giudizio negativo dei repubblicani nei confronti dell’esecutivo Prodi del quale è stata messa in risalto l’estrema fragilità e precarietà nonchè la cronica incapacità di portare avanti quelle riforme di cui il Paese ha bisogno, Torchia si è detto fiducioso sulle possibilità di crescita del PRI, crescita di cui è testimonianza non solo la ripresa organizzativa ormai in atto da tempo, ma i sempre più numerosi segnali attenzione che ci pervengono anche attraverso La Voce ed il sito del Partito e ciò, nonostante le difficoltà che permangono alte, nel portare all’attenzione del grande pubblico in specie di quello televisivo, le posizioni del Partito Repubblicano.

PRI UMBRIA

nuvolarossa
10-12-07, 11:19
Riceviamo dalla sezione P.R.I. "Massimo
Arcamone" di FOLIGNO (Perugia)

MAGGIORANZA DIVISA

Ci fa piacere che il Consiglio Comunale abbia finalmente assunto una posizione chiara in relazione alla ss77 e ci fa ancora più piacere che il grosso della maggioranza che amministra questa città, abbia alla fine convenuto sulla utilità della stessa ai fini di ridurre l’isolamento viario del nostro territorio, di incrementarne le potenzialità economiche e turistiche, rendendo peraltro più consistente il rapporto tra la nostra regione e le Marche.

Diamo atto volentieri all’assessore Stella di essersi mosso in questa ultima circostanza, con coerenza e sollecitudine.

Lo ha fatto accelerando un po’ troppo i tempi non dando quindi eccessivo spazio all’ennesimo confronto partecipativo con questo o quel soggetto? Pazienza.

A parte che di spazi e di momenti partecipativi sulla 77 ce ne sono stati anche troppi visto che non è certo il tempo che è mancato e visto anche che alcuni sono stati promossi tramite iniziative pubbliche, dalle forze politiche dell’attuale opposizione senza per inciso, che fossero presenti coloro che oggi si stracciano le vesti sull’importanza della “partecipazione”.

Di percorsi cosiddetti partecipativi costellati di veti, sono già morte svariate opere pubbliche in questo Paese dove la politica ha perso e da tempo,la capacità di decidere e quindi non ci scandalizziamo di certo se per una volta, chi ha il dovere in virtù del mandato popolare di prendere delle decisioni,le porti poi avanti senza indugi.

A noi interessa la sostanza e cioè che l’iter per la realizzazione della 77 viaggi il più speditamente possibile visto e considerato che di tempo se ne è perso sin troppo, diciamo pure svariati anni se non qualche decennio.

Il punto politico quello vero che emerge dalla vicenda però, è che ancora una volta su un punto qualificante di primaria importanza dell’agenda di governo,la coalizione che amministra questa città si sia spaccata e non già per il voto contrario di un consigliere del PD peraltro motivato con argomentazioni francamente stucchevoli per non dire altro,ma per la contrarietà espressa da Rifondazione Comunista.

Ora, intendiamoci bene.

Non ci sorprende la posizione di questo partito da sempre contrario per ragioni ideologiche (checche ne dicano loro), ad ogni intervento volto a modernizzare le infrastrutture e quindi il volto di questo Paese,ma il perpetuarsi di una anomalia politica quale quella che vede i comunisti spesso in dissenso con il Sindaco e la giunta. Ci si potrebbe domandare naturalmente,perché mai Rifondazione visto e considerato che sulle questioni più importanti spesso dissente con gli alleati,non ne tragga le dovute conseguenze.

Evidentemente, la coerenza politica per quelli di Rifondazione è un accessorio di secondaria importanza.

Quello che ci chiediamo però è - alla luce di quello che è accaduto in Consiglio - , che cosa aspetti il Sindaco o chi per lui, ad aprire una seria verifica politica all’interno della maggioranza. E’ una domanda retorica la nostra? Può darsi anzi,conoscendo gli interlocutori ai quali ci rivolgiamo è quasi certo però, se sull’argomento più importante oggi sul tappeto la maggioranza si divide, con quale credibilità l’attuale amministrazione può continuare a governare?

L’opposizione dal canto suo attraverso i propri gruppi consiliari, ha dato prova di responsabilità e compattezza esprimendo il proprio parere favorevole in conformità a quella che è stata una battaglia portata avanti per anni per la 77 a quattro corsie,battaglia portata avanti contro una certa sinistra e contro anche quella parte della sinistra oggi convertita sulla via di Damasco,che sulla 77 è per anni stata inerte quando non diffidente e ci riferiamo anche ad alcuni di coloro che l’altro giorno in consiglio comunale, hanno alzato la manina per dire di sì.

Va da se infine, che una fondamentale coesione e coerenza programmatica è quanto si pretende da una coalizione che voglia presentarsi quale alternativa credibile a questa maggioranza ed è una condizione fondamentale affinché i repubblicani possano farne parte.

Non c’è dubbio che per quanto ci riguarda, l’atteggiamento nei confronti di un punto essenziale e qualificante quale quello della realizzazione della 77, costituisce un discrimine non eludibile.

Lo diciamo a scanso di equivoci, sia alla luce della posizione assunta dal rappresentante dei Verdi in consiglio comunale, sia alla luce di qualche tentativo di cui siamo venuti a conoscenza , volto a costruire un generico ed indistinto raggruppamento di tutti i soggetti e di tutte le forze politiche collocate oggi all’opposizione.

OMAR PROIETTI Segretario PRI Foligno

nuvolarossa
13-01-08, 21:02
http://img380.imageshack.us/img380/5227/logorepubblicanesimokd9.jpg


Riceviamo dalla sezione P.R.I. "Massimo
Arcamone" di FOLIGNO (Perugia)

Prendiamo atto con piacere del fatto che il consigliere Eusebi ed altri del PD, abbiano rilevato la strategicità della nuova 77 a quattro corsie ai fini dello sviluppo del nostro territorio. E’ curioso notare, come lo abbiano fatto utilizzando gli stessi argomenti portati avanti da coloro che, sulla necessità di realizzare tale infrastruttura, si erano convinti anni prima di loro e delle stesse amministrazioni di sinistra che si sono succedute alla guida di questa città.

Nessun problema comunque,come dice il proverbio, ”meglio tardi che mai”.

Al tempo stesso, siamo pieni di comprensione per il tentativo che Eusebi si è accollato, di contenere entro determinati limiti il dissenso di un consigliere del suo stesso partito e della solita Rifondazione Comunista partito che con la generosa compiacenza di Eusebi e dei suoi colleghi di maggioranza, si consente il lusso di svolgere da tempo a seconda delle circostanze, il duplice ruolo di governo e di opposizione.

Non siamo di certo preoccupati per il tentativo che era del tutto prevedibile, di creare allarmismo sulla nuova 77 inventandosi di sana pianta, il solito ed immancabile “comitato di cittadini”che naturalmente non esiste se non nelle persone di qualche militante di Rifondazione o dei cosiddetti verdi.

Chi non voleva la 77, continua a dire di no portando avanti una battaglia di retroguardia di carattere puramente ideologico atteggiamento peraltro, che costituisce l’autentica cifra politica di quel partito e più in generale della sinistra estrema.

Nulla di nuovo quindi.

A noi in verità e lo diciamo sommessamente, sembra un tentativo patetico non solo per l’inconsistenza delle obiezioni sollevate che poi sono sempre le stesse peraltro da tempo già abbondantemente affrontate e chiarite, ma perché questi signori ci appaiono come quei soldati giapponesi che furono trovati in trincea con l’elmetto in testa, anni dopo che la guerra era finita.

La 77 a quattro corsie ormai è cosa fatta e quindi, quelli di Rifondazione ed il consigliere Savina possono mettersi l’anima in pace oppure se vogliono, continuare ad abbaiare alla luna.

Tutt’al più potranno provare (cosa che sicuramente faranno) a rallentarne l’iter con pretesti vari cosa però che potrà riuscirgli solo se troveranno connivenza nell’amministrazione comunale il che purtroppo, non siamo certo in grado di escluderlo dal momento che ne fanno parte e dal momento che il sindaco Marini ed il resto della giunta, non hanno mai brillato nei loro rapporti con Rifondazione, per determinazione politica e decisionale.

Quello che non vorremmo è che alla fine, pur di bloccare l’avvio dei cantieri,qualche testa calda si mettesse in testa di scimmiottare quelle forme di boicottaggio violento che sono divenute una triste italica usanza.

Purtroppo,conoscendo la sensibilità democratica di alcuni soggetti,non ne saremmo sorpresi più di tanto.


Omar Proietti Segretario P.R.I. Foligno

nuvolarossa
26-03-08, 13:36
Le sedi del PRI in Umbria

Bastia Umbra PG
Foligno PG
Terni TR

http://www.pri.it/new/html/sedi/regioni/umbria_it.gif

nuvolarossa
04-04-08, 18:13
Riceviamo da Omar Proietti

FOLIGNO - (Perugia) - I repubblicani, capiscono e comprendono la decisione assunta dai commercianti dell’associazione “Innamorati del centro”, di creare un servizio di vigilanza privata con lo scopo di favorire un contesto di sicurezza e di tranquillità nel centro storico per lo meno nelle ore più a rischio.

E’ di certo una iniziativa “anomala”se vogliamo e che in un contesto normale non sarebbe stata necessaria, ma è una risposta eloquente nel segnalare lo stato di insicurezza e di disagio che oramai da anni, percepiscono coloro che vivono ed operano nel nostro centro storico.

Ciò, è dovuto da un lato agli episodi di criminalità che micro o meno che sia, si verificano con una frequenza via via sempre più crescente, dall’altro, all’assoluta latitanza ed inettitudine dell’amministrazione comunale -che peraltro in materia sconta al suo interno differenze di fondo-, sul fronte della sicurezza e della tranquilla convivenza cittadina.

Il tema però, va al di là degli aspetti prettamente legati alla sicurezza come ci sembra abbia colto uno dei commercianti interpellati il Sig.Massimiliano Tiburzi, che richiama il degrado nel quale vive da tempo il centro storico quale effettiva causa di tanta insicurezza additando a mò di esempio, la cattiva gestione nell’assegnazione delle unità abitative. Ma di esempi aggiungiamo noi, se ne potrebbero fare altri; dalla scarsa igiene alla carente illuminazione, alla presenza in particolar modo in alcune ore, di extracomunitari clandestini dediti a delinquere.

Il tutto,nella più plateale assenza (tranne qualche sporadico caso) di interventi volti a riqualificare e valorizzare il centro storico rendendolo nuovamente fruibile ai cittadini di Foligno che ora al contrario, tendono a rimanerne alla larga ed è anche difficile dargli torto.

Anzi,va pure aggiunto che quelle iniziative che sono state prese nel tentativo di renderlo nuovamente “vivo”, sono state portate avanti molto spesso dagli stessi commercianti, quelli ai quali il Sindaco Marini risponde ora con argomenti e toni che definire stucchevoli è dire poco.

Ma Marini e la maggioranza d’altra parte, di argomenti concreti non ne hanno essendo stata assolutamente fallimentare -come anche questa vicenda dimostra-, tutta la politica inerente il centro storico seguita da questa amministrazione ammesso e non concesso che ne abbia mai davvero avuta una.

Marini, si è distinto soltanto nel vendere fumo sul centro storico magnificando interventi che non ci sono mai stati e promettendo interventi rimasti sempre sulla carta. Che ne è dei risultati del famoso “forum sul centro storico”sig.Sindaco.? Noi lo dicemmo subito che si trattava di una vetrina propagandistica, in realtà fummo anche troppo ottimisti perché quel forum non le è servito nemmeno a quello. Ora il Sindaco, scopre l’utilità di un efficace servizio di video-sorveglianza dopo che per anni forze politiche di minoranza, commercianti e associazioni lo hanno inutilmente sollecitato. E come li convince i suoi colleghi di giunta quelli di Rifondazione e della sinistra estrema?

Quanto al vice-Sindaco Mismetti, le sue ironie da quattro soldi sulla pelle dei commercianti che hanno il legittimo desiderio di veder tutelati i propri beni e cioè i frutti del proprio lavoro, si commentano da sole. Si può anche valutare criticamente questa iniziativa assunta dai commercianti,ma il senso di insicurezza che esprimono e al quale questa amministrazione comunale

-della quale Mismetti è tanta parte- non ha mai saputo dare risposte non a chiacchiere ma nei fatti, merita maggior rispetto.

Omar Proietti - Segretario P.R.I. Foligno

nuvolarossa
05-06-08, 18:23
Rifiuti: Un consiglio dei Ministri non risolve il problema

Quando si parla degli Italiani si dice che siamo un popolo di Santi, Poeti e Navigatori ma quel che non si dice o meglio viene solo mormorato è che siamo anche un popolo di sozzoni, vorrei aggiungere, non certo per vocazione ma per necessità. E’ ciò che si potrebbe pensare della Campania e Napoli in particolare, un popolo, una lingua, una cultura che sta facendo dell’ immondizia una virtù, visto che a distanza di settimane preferisce vivere con i propri rifiuti sotto casa anziché portarli a discarica e trattarli adeguatamente.
Si dice che la camorra vi giochi un affare di miliardi, ma si dice anche che il nord industrializzato abbia individuato nel sud la pattumiera d’Italia riversandovi quanto di scomodo non si voglia avere in casa.
Mi chiedo se l’atteggiamento dei partenopei sia propenso più a risolvere questo problema che a farne un simbolo così come lo è divenuta la pizza.
Ad un Consiglio dei Ministri “ propositivo “ svoltosi pittorescamente a Napoli con l’intento di risolvere il problema rifiuti,i Napoletani hanno risposto con barricate, riuscendo ad individuare in ogni sito proposto aspetti paesaggistici, ambientali, agricoli e quant’ altro la mente riusciva a partorire.
Salvo verifica, il Cnr ci viene in soccorso con un nuovo sistema di raffinazione dei rifiuti solidi urbani trasformandoli in una risorsa rispettosa dell’ambiente così da soddisfare capre e cavoli come si è soliti dire, si potrebbe dire di aver trovato la panacea di tutti i mali del mondo.
L’impianto chiamato in gergo tecnico Thor attraverso un mulino di nuova generazione riduce i rifiuti in microscopici pezzi della dimensione di micron producendo un prodotto purificato delle parti più dannose e fornendo materiale atto ad essere combusto con un potere energetico paragonabile ad un carbone di ottima qualità.
E’ una valorizzazione dei rifiuti che ritorna in circolo con vantaggi economici per l’elevato utilizzo che se ne può fare dal combustibile per motori a funzionanti a biodisel alle caldaie a vapore ai sistemi centralizzati di riscaldamento.
Non parliamo di futuro o futuribile parliamo di impianti già funzionanti, uno dei quali in Sicilia riesce a smaltire fino ad otto tonnellate ora senza la creazione di aree di stoccaggio.
Conclusione: facciamo che vedi Napoli e puoi muori rimanga solamente un modo di dire.

Gargagli Gianfranco - Partito Repubblicano Italiano - Terni

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=5039

nuvolarossa
11-06-08, 17:26
Proposta Scaiola: Cosa pensa il P.R.I. di Terni

La crisi che l’aumento del prezzo al barile del petrolio sta inducendo nell’economia dei paesi da esso dipendenti, ha determinato la necessità di dover svincolare la produzione energetica italiana da questa fonte ormai troppo onerosa veicolandola verso fonti alternative come quella del nucleare.
In Italia con il massimo della disinformazione, facendo leva sull’emotività della gente ci si è avviati verso un referendum che nel 1987 sancì la chiusura delle quattro centrali nucleari esistenti nel nostro paese quali quella di Trino Vercellese, Caorso, Garigliano, Latina definendo in questo modo esaurita l’esperienza del nucleare quale fonte per la produzione di energia elettrica e rendendo il nostro paese dipendente da altre nazioni e per nulla al riparo dai pericoli di eventuali incidenti nucleari così come avvenuto in Slovenia nell’impianto di Krsko o ancora nella lontana Cernobyl.
Il danno provocato da quel referendum non fu solo l’imbrigliamento della nostra produzione energetica ma fu causa anche della perdita di quei brevetti che aziende siderurgiche italiane produttrici di caldareria pesante avevano lungamente maturato nella realizzazione dei reattori per centrali nucleari.

Abbiamo accumulato un drammatico ritardo di 20 anni sul nucleare, afferma Nucara, Segretario Nazionale del P.R.I. e ad esso aggiungerei l’impoverimento non solo economico ma anche scientifico dell’Italia.

I punti su cui dovremmo impegnarci oggi a sostegno della rivoluzione energetica lanciata da Scaiola dovrebbero essere essenzialmente rivolti alla realizzazione di una efficienza energetica che faccia uscire l’Italia dalla dipendenza europea senza con ciò perdere di vista ricerca e sviluppo così da avviarsi verso la realizzazione di reattori di terza generazione.
Dobbiamo dare sicurezza ai cittadini non solo sulle centrali nucleari, ma anche su ciò che esse di cattivo producono e cioè i rifiuti radioattivi la cui provenienza oltre che dalle centrali può derivare anche da esperimenti di laboratorio. Chi vive d’informazione e non ha conoscenze tecniche chiede che la scelta del nucleare vada subordinata all’individuazione di un sito o più siti di stoccaggio dove riporre questi rifiuti siano essi di seconda o terza generazione. E’ questo forse il problema più annoso che certamente ha condizionato lo sviluppo del nucleare in Italia e sul quale la politica ha giocato un ruolo determinante bloccandolo con le sue pastoie.

Ne è una testimonianza lo scontro che si è sviluppato sul sito di Scansano Ionico dove si fronteggiano pareri quali quello del presidente della SOGIN e quello del presidente dell’ENEA.

Tra il parere favorevole espresso dal presidente della SOGIN sull’unicità del sito di Scansano e le perplessità espresse dal Prof. Rubbia, presidente dell’ENEA crediamo che in mancanza di alternative energetiche che possano ridurre se non eliminare la dipendenza dal petroli, vada proseguita la ricerca di un sito geologico capace di ricevere queste scorie per favorire il ripristino dell’esistente e favorire la creazione di nuove centrali.

L’invito che vorremmo lanciare è rivolto a proseguire in questo senso senza però perdere di vista ricerca e sviluppo delle energie rinnovabili.

Gargagli Gianfranco

Partito Repubblicano Italiano di Terni

tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=5055

nuvolarossa
27-06-08, 17:48
Riceviamo da Omar Proietti

Partito Repubblicano Italiano
Sez. Massimo Arcamone - Foligno

Leggiamo dal bollettino comunale “città di Foligno”, che per l’assessore Stella, ”la nuova 77 quattro corsie, è la realizzazione di un sogno”.

Non intendiamo certo polemizzare con l’assessore Stella al quale, diamo atto volentieri di essersi sempre speso coerentemente nelle sue vesti amministratore in favore di questa nuova arteria, però ci permettiamo di dire a Stella, che il sogno di cui parla forse era il suo,non certo quello di buona parte dei suoi colleghi di maggioranza il cui sogno al contrario, è stato sempre quello di ostacolare e boicottare l’avvio di questa indispensabile infrastruttura.

Tutt’ora, assistiamo ai tentativi operati da esponenti di Rifondazione e purtroppo anche del neonato PD, volti a mettere i bastoni tra le ruote del progetto.

Buon per Stella e per il Sindaco Marini, che in città l’opposizione politica vuoi per timidezza,vuoi per un malinteso senso del fair-play, vuoi come noi temiamo per la debolezza che la pervade, rinunci a precisare alla cittadinanza come in realtà sono andate le cose sulla 77 e cioè, che per anni sono state solo alcune forze della minoranza a battersi per la 77 a quattro corsie nell’indifferenza quando non nella disapprovazione occulta e palese, delle varie amministrazioni di sinistra che hanno governato questa città.

Precisiamo queste cose solo per amor della verità,senza minimamente disconoscere il fatto che,sia pur con anni di ritardo, i nostri amministratori sia quelli regionali che quelli locali,sembrano finalmente essersi accorti della assoluta indispensabilità anche in ordine alle ricadute economiche, di questa infrastruttura viaria.

Il progetto è ora in fase di decollo anche per ciò che concerne il tratto umbro e non saranno di certo le resistenze di certa vecchia sinistra e quelle di vecchie cariatidi del sottobosco politico locale come il Sig.Rambotti, a poterlo fermare.

P.R.I. Foligno

Lincoln (POL)
23-07-08, 17:45
Sez.PRI "Massimo Arcamone"
FOLIGNO

Leggiamo da qualche settimana a questa parte,il consueto balletto di nomi sui possibili candidati a Sindaco di questa o quella coalizione,posto che queste ultime non si sa nemmeno quante saranno né come saranno composte. Abbiamo invece assistito al balletto quello vero e francamente non molto edificante,delle trasmigrazioni in questo o quel gruppo all’interno del Consiglio Comunale.
Noi invece non essendo interessati ai balletti né del primo né del secondo tipo sopra descritti, vogliamo far presente sia quella che riteniamo essere una necessità politica urgente ed imprescindibile per l’opposizione di questa città,sia una proposta politica che sottoponiamo alle forze politiche della minoranza.
La prima, è quella di scendere in campo il prima possibile e cioè senza aspettare la ripresa autunnale,per prefigurare alla cittadinanza la squadra che si intende mettere in campo e soprattutto il progetto politico e programmatico che ci si propone di realizzare.
E evidente che poter far questo,sia necessario chiarirsi quanto prima con l’UDC onde poter capire nella chiarezza e senza ambiguità,se questo partito intende o meno far parte della coalizione.
Stante l’avvicinamento a quel partito,di esponenti legati fino a ieri a doppio filo con l’attuale amministrazione cominciamo a dubitarne a meno che, questi ultimi non si siano resi conto alla fine della legislatura,che la giunta Marini non è stata all’altezza.
Sapremo presto comunque,se la reiterata assicurazione fornita un giorno sì e l’altro pure da Ronconi e la Monacelli circa l’alternatività dell’UDC rispetto alla sinistra in Umbria,sia autentica o meno.

La seconda e qui veniamo alla proposta, è quella di invitare le forze politiche un tempo facenti parte della Casa delle Libertà,a presentarsi anche a Foligno con una sola lista avente come simbolo quello del PDL già sperimentato con indubbio successo alle recenti elezioni politiche.
Una tale scelta costituirebbe a nostro avviso, un segnale di coesione e di unità tale da rendere più credibile e convincente lo sforzo di rappresentare una alternativa di governo per la città.
Va da se,che tale eventuale lista, potrà essere aperta all’apporto di movimenti o di singole personalità che in virtù del programma, dovessero rendersi disponibili a portare un contributo.
Per ora però,quello che si nota è un preoccupante silenzio da parte dell’opposizione.
Se si pensa di poter attendere l’ultimo momento(come è già accaduto più di una volta nel recente passato) per poter mettere in piedi alla meno peggio una coalizione con un candidato sindaco votato già in partenza alla sconfitta ma con la garanzia in via riservata di poter spendere tale sua disponibilità per una successiva e più proficua candidatura da qualche altra parte, lo si faccia intendere subito.

Omar Proietti

Segretario PRI Foligno

nuvolarossa
22-08-08, 19:37
Sito Web della Sezione del P.R.I. di BASTIA UMBRA (Perugia)

http://pribastia.blogspot.com/

nuvolarossa
09-11-08, 13:31
Bollettino della Sezione del P.R.I. di Bastia Umbra al link ...
http://3.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/SRQ9sO4gv3I/AAAAAAAAALU/cA5vgZomikY/s1600-h/bollettino.bmp

nuvolarossa
17-11-08, 11:47
Locandina della Sezione del P.R.I. di Bastia Umbra al link ...
http://4.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/SRzF7O6hKLI/AAAAAAAAALc/0cKuKEp9p1w/s1600-h/Immagine.bmp

nuvolarossa
05-12-08, 13:18
Bollettino della Sezione del
P.R.I. di Bastia Umbra
1a e 2a pagina ai due link ...

http://4.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/STMxS5GT4iI/AAAAAAAAAP8/3_a1wvsQawY/s1600-h/REPPPP.bmp
http://4.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/STMevHMmFZI/AAAAAAAAAP0/CgfUzsFrZEg/s1600-h/oooooooooooo.bmp

ConteMax
10-12-08, 10:58
Auguri al PRI di Bastia e a quello di tutta l'Umbria.

Spero che qualcuno nel PRI ricordi la rivolta antipapalina del 1859 e le stragi dei mercenari pontifici.

nuvolarossa
10-12-08, 11:09
... Spero che qualcuno nel PRI ricordi la rivolta antipapalina del 1859 ... Certo che la si ricorda ... hai solo dimenticato l'aggettivo ... "mancata" ... che tale fu, purtroppo, quella rivolta ... senno' la storia italiana avrebbe preso un'altra strada ...

nuvolarossa
13-12-08, 13:24
NO ALLE PROVINCE

http://1.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/SUJwQfIPNdI/AAAAAAAAAQc/sIaxvhkg_8U/s1600-h/provincie+n+o.bmp
http://4.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/SUJwQQo20vI/AAAAAAAAAQU/K1-MUBiJ_Zo/s1600-h/wwwwwwwww.bmp

Pubblicato da Marco Zavota sul sito http://pribastia.blogspot.com/

nuvolarossa
30-12-08, 14:06
Bollettino della Sezione del
P.R.I. di Bastia Umbra

al link ...
http://2.bp.blogspot.com/_MWMlHLXDFLU/SU6Eqejoj6I/AAAAAAAAAQo/X6uLaTaEh5E/s1600-h/blog.bmp