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Visualizza Versione Completa : considerazioni di un repubblicano: che fare?



Alberich
13-06-02, 17:59
Scusate il messaggio, che è di carattere personale, più che politico –ma risparmiatemi il fondoscala, please-.

Vorrei proporre una riflessione sui motivi che hanno spinto me, che socialista non sono, ad iscrivermi ai DS. E voglio rispondere indirettamente agli amici che criticano questo genere di scelta, che, credetemi, non è stata facile.
Io vivo a Milano, una città governata dalla destra, in una provincia governata dalla destra, in una regione governata dalla destra, in uno stato governato dalla destra. Parlo di destra ma non è neppure corretto: si tratta, a mio avviso, della peggior accozzaglia illiberale ed antidemocratica compatibile con un regime elettorale. A livello nazionale: consenso plebiscitario, incompetenza, conflitto di interessi –il punto più angosciante-, populismo, vaticanizzazione, accentramento di poteri, una forma revisionata di cesarismo. A livello regionale: malgoverno, corruzione, incapacità, tutela delle scuole private e della sanità privata, a scapitodel funzionamento del pubblico e del settore in genere. Alla provincia: una semplice elargizione di seggi per gli amici, in questo favoriti, bisogna dire, dai poteri invero modesti dell’istituzione. Al comune: un arrogante dirigente incapace di affrontare i problemi macroscopici dell’amministrazione di Milano, però capace di ucciderci coi gas di scarico, capace di piantare due violette nelle aiuole del centro, ma non di garantire la vivibilità, men che meno in periferia, una amministrazione che ha dato il colpo di grazia alla cultura milanese, non parchi ma speculazioni edilizie, costi spaventosi per fare sport in strutture pubbliche, però truppe –grottesche- di poliziotti e carabinieri: una amministrazione che fa schifo, ma veramente schifo. Credetemi: una situazione troppo spesso invivibile.
Ora, di fronte a questo ameno quadretto, mi sono sentito in dovere di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per esprimere il mio dissenso.
La mia collocazione naturale sarebbe, ovviamente, nel Pri, essendo io repubblicano. Ma, come è noto, con un salto della quaglia assai ardito il segretario del partito ha deciso di traghettarci di là. Ci ho pensato a lungo: entro nel Pri e mi oppongo alla posizione ufficiale o non entro nel Pri e mi oppongo allo stato delle cose nella mia città? Con mille riserve ho optato per la seconda ipotesi: io in un partito alleato di FI non entro, neanche morto –e non è una iperbole. Quindi si proponeva il dilemma del "surrogato" da trovare. Dopo un lunghissimo meditare, e con l’utilissimo consiglio di alcuni ex esponenti del PRI, ho optato per i DS, in cui resistono alcuni repubblicani, emarginati, inascoltati, ma pur sempre autonomi, a quanto pare più di quelli del PRI, ed è anche un partito ben strutturato e radicato nella città. E’ una collocazione strumentale? Certamente sì. E’ sbagliato, questo? Non credo. In periodo di maggioritario è necessario, se non si hanno le forze necessarie, allearsi. E farlo in un partito che garantisce grande autonomia ideologica ed organizzativa è una fortuna insperata. Tuttavia è logico che questa è una collocazione intrinsecamente temporanea. Se si verificheranno le condizioni, dobbiamo essere pronti a riprendere la nostra strada autonoma, oppure ad unirci a chi vedremo più affine a noi, oppure riorganizzarci in forme nuove, oppure, oppure, oppure. Questo non significa, chiaramente, che dobbiamo saltellare qua e là; solo dobbiamo, nell’ambito della sinistra democratica italiana ed europea, aspettare il momento di esprimere i nostri ideali, i nostri programmi al meglio.
Alcuni dicono che non dovremmo entrare nei DS, nella Margherita o altrove. Ma il prezzo di questo è scomparire, e non avere la possibilità di riemergere, come forza politica. Certo: le personalità più in vista possono fare questa scelta di autonomia; certo: un professore universitario, saggista, giornalista può condurre la sua battaglia in solitudine. Così potrebbe essere per Lodici, per Mazzocchin, per Covi, per Passigli, per Ayala. Ma Martino Bianchi, che poi sarei io, che fa? Aspetta... e non mi pare una grande prospettiva.
Altri possono dire che un repubblicano combatte solo all’interno del PRI. A parte che è un atteggiamento poco laico e mi infastidisce parecchio, io dico: perchè, secondo voi, posso giungere a patti con Berlusconi e non posso fare lo stesso con una forza della sinistra democratica, per quanto allo sbando? E, soprattutto, se la mia lotta è contro Berlusconi e la Cdl, con che faccia entro proprio lì?
Scusate, ho fatto un gran casino, ma magari si capisce qualcosa.
salut

Claudio Lodici
13-06-02, 19:29
Ti sei fatto capire benissimo: eccome. Ed hai tutta la mia solidarietà e la mia simpatia. Però non ti posso aiutare, per il semplice motivo che vivo sulla mia pelle la stessa solitudine che tu denunci. Fra l'altro, sebbene sia il primo della lista di nomi che hai citato, sono l'unico a non avere mai ricevuto un mandato parlamentare né ad essere mai stato candidato ad incarichi elettivi. Non penso che ci possa essere posto per un eretico come me (e ormai, a 43 anni, non si cambia). Ti posso assicurare, però, che si può essere persone perbene anche fuori delle istituzioni. Molto tempo fa conoscevo Lando Conti, che come ricorderai finì ammazzato dai terroristi dopo avere fatto il sindaco di Firenze. Lo uccisero sulla via Faentina, mentre stava andando in macchina in consiglio comunale (era l'inverno del 1996, direi a memoria). Lando aveva il suo lavoro, in un'azienda. Però - come avrebbe notato in un'occasione successiva Giampaolo Pansa - era un "cittadino militante". Quella espressione mi colpì moltissimo (io c'ero quando fu pronunciata) ed è stata da allora una specie di guida nelle cose che ho fatto. E' l'unica cosaa che ti posso consigliare. Di essere, con orgoglio, un cittadino militante. Quanto alla scelta di aderire a questo o a quello, non credo che spetti agli altri giudicare o sindacare. Tu hai deciso di fare la tua battaglia così. Basta solo non perdere completamente l'ottimismo.

Claudio Lodici
13-06-02, 19:32
Scusa: ovviamente ho fatto il mio solito errore con le decine (una specie di afasia del cervello: capita regolarmente). L'anno doveva essere il 1986, e non il 1996. La sostanza, purtroppo, non cambia.

Alberich
13-06-02, 21:38
Ti ringrazio.
In fondo cittadino militante è quello che tento di essere -nel mio piccolissimo-, seguendo l'esempio, per me illuminante, di leo valiani, anche lui cittadino militante, a suo modo, dentro e fuori dalle istituzioni.
saluti

hussita
13-06-02, 21:40
a tutti i cittadini militanti
salute

dopo la commozione

mi chiedo come quest'appellativo si possa tradurre...
del resto anche angelo di centro o patrizio sono secondo la loro etica cittadini militanti

non dico un leghista ( uno a caso), perché nega la cittadinanza italiana, ma magari si sente cittadino padano

non trovate?

nuvolarossa
13-06-02, 21:42
Intervengo solo per dire che ero amico del fratello mazziniano ucciso barbaramente dalle BR ed il suo ricordo, riportato da Lodici alla mia memoria, si lega al pensiero di tanti altri amici come lui che si sono dedicati alla politica con spirito di servizio verso la res publica, al pari degli eroi risorgimentali.

All'amico Lando Conti, circa quattro mesi fa,
e' stata intitolata una sezione fiorentina della
Associazione Mazziniana Italiana.......:

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=29741#post29741
-------------------------------------------------------------
<a href="http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/index-12.html">NUVOLAROSSA website</a>
<bgsound src="http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ANGELINEGRI.mid" autostart="true" hidden="true" loop="infinite">

Alberich
13-06-02, 21:44
hussita, hai ragione, però è un termine che richiama più il cives o il polites. insomma, è un termine che richiama i valori della democrazia e della repubblica tout-court, più che altro. Non trovi?

hussita
13-06-02, 21:48
trovo, eccome perché la penso come te...

e angelo è un soi-disant democratico

so che è una riflessione capziosa, ma fa parte della differenza tra essere repubblicani ed essere liberali puri

o sbaglio?

echiesa
13-06-02, 22:15
No Hussita, non sbagli assolutamente. A volte mi chiedo come sarei e dove sarei se non vivessi in un posto dove essere repubblicano ha ancora un significato visibile e tangibile. se stessi a Milano, a Monza, a Torino, che cavolo farei?? sarei finito in F.I.? MAIIIIII. Avrei aderito ai DS? Non penso. Margherita?? Si, ma prima un crostino al crudo.
Sento Lodici parlare di Lando Conti, assassinato nel novembre del 1986 a Firenze. Mi ritornano in mente tante cose.
Sarei stato un cittadino militante?? Bho??? Sarei finito senza ideali, senza qualcosa in cui credere, per cui litigare tutti i giorni???
Capisco Alberich, che mi stupisce sempre di più per la sua giovane età.
Quello che mi fa rabbia è vedere persone come lui che starebbero benissimo in una formazione come dovrebbe essere la mia militare sotto altre bandiere e dire: io sono repubblicano. E non penso abbia interessi da difendere suoi personali, come latri che lo hanno fatto per bieche mire personali, di qua come di la. Mi da rabbia.
un saluto e tutti
echiesa:fru

Red River
13-06-02, 23:13
Più volte ci siamo detti, Martino, come chi si sente di sinistra non possa stare a destra, cosa su cui entrambi concordavamo, ci siamo detti anche di come sarebbe bello se l'ELDR facesse l'accordo con il PSE e come sarebbe bello se il PRI tornasse nella casa del centrosinistra....

Io, per la mia personalità, per il modo che ho di fare le cose, penso sempre di dovermi impegnare a cambiare quello che non mi sta bene dall'interno, e devo dire che, fortunatamente, non mi è mai capitato di trovarmi di fronte ad una scelta così difficile come la tua. Credo che anch'io passerei per quelle sensazioni per le quali sei passato tu.

Sta a noi militanti, a noi che abbiamo a cuore l'affermazione e il riconoscimento di certi ideali o di certi valori lavorare per affermarli e per farli riconoscere.

E ti posso dire anche che nella mia sezione ho conosciuto ormai è quasi un anno, due iscritti attivi che provengono dall'esperienza della sinistra repubblicana (nel senso ampio del termine, cioè votavano PRI e ora sono iscritti ai DS). Sono marito e moglie, c'è tra di noi un forte rapporto di stima e un rapporto di amicizia, insieme, in particolare con il marito, abbiamo condiviso tante esperienze del partito (dall'attacchinaggio al servizio d'ordine nelle manifestazioni). Sono due elementi molto importanti (come io ritengo da responsabile organizzazione della sezione) per la vita della sezione.

Purtroppo, o per fortuna (dipende da come la si vede), io non sto a Milano, sto a Roma, e da quaggiù vorrei sinceramente augurarti di trovare sempre un ambiente inclusivo nella sezione, un clima di ascolto e di condivisione, di sentirti parte attiva e ascoltata di un grande progetto, il progetto della sinistra democratica italiana.

Red River
13-06-02, 23:22
Più volte ci siamo detti, Martino, come chi si sente di sinistra non possa stare a destra, cosa su cui entrambi concordavamo, ci siamo detti anche di come sarebbe bello se l'ELDR facesse l'accordo con il PSE e come sarebbe bello se il PRI tornasse nella casa del centrosinistra....

Io, per la mia personalità, per il modo che ho di fare le cose, penso sempre di dovermi impegnare a cambiare quello che non mi sta bene dall'interno, e devo dire che, fortunatamente, non mi è mai capitato di trovarmi di fronte ad una scelta così difficile come la tua. Credo che anch'io passerei per quelle sensazioni per le quali sei passato tu.

Sta a noi militanti, a noi che abbiamo a cuore l'affermazione e il riconoscimento di certi ideali o di certi valori lavorare per affermarli e per farli riconoscere.

E ti posso dire anche che nella mia sezione ho conosciuto ormai è quasi un anno, due iscritti attivi che provengono dall'esperienza della sinistra repubblicana (nel senso ampio del termine, cioè votavano PRI e ora sono iscritti ai DS). Sono marito e moglie, c'è tra di noi un forte rapporto di stima e un rapporto di amicizia, insieme, in particolare con il marito, abbiamo condiviso tante esperienze del partito (dall'attacchinaggio al servizio d'ordine nelle manifestazioni). Sono due elementi molto importanti (come io ritengo da responsabile organizzazione della sezione) per la vita della sezione.

Purtroppo, o per fortuna (dipende da come la si vede), io non sto a Milano, sto a Roma, e da quaggiù vorrei sinceramente augurarti di trovare sempre un ambiente inclusivo nella sezione, un clima di ascolto e di condivisione, di sentirti parte attiva e ascoltata di un grande progetto, il progetto della sinistra democratica italiana.

Alberich
14-06-02, 02:22
echiesa, no, stai sereno,
E non penso abbia interessi da difendere suoi personali, come altri che lo hanno fatto per bieche mire personali, di qua come di la
proprio no. :D
Comunque sono fiducioso: prima o poi ci riincontriamo sotto lo stesso tetto: repubblicano e a sinistra (dove, se no?).

Stefano, tu dici cose giuste e belle, che condivido.
però
cioè votavano PRI e ora sono iscritti ai DS
non è il mio caso. Io non votavo PRI -anche perchè voto da poco-, io sono repubblicano. E, credimi, è molto diverso dal semplice votare per il PRI. La nostra tradizione presenta dei tratti assolutamente peculiari, difficilmente riconducibili ad altre tipologie politiche, ivi compresa quella liberal-democratica, checchè se ne dica ultimamente.
saluti

Red River
14-06-02, 15:57
Sì, probabilmente mi sono espresso male. E comunque non ho mai fatto lunghe discussioni di politica con loro, se non qualche volta, in particolare con il marito, e comunque vertevano più sugli aspetti pratici dell'attività politica. Neanche è successo che loro si siano iscritti proclamando la loro fede nel repubblicanesimo di sinistra...direi che più che altro è stata una mia conclusione tratta dai fatti che ho saputo su di loro...

Jan Hus
14-06-02, 21:56
In effetti è un vero peccato che una tradizione che nel nostro paese è sempre stata presente, e in qualche momento anche forte, vale a dire la tradizione della sinistra liberale, radicale e repubblicana, sia praticamente sparita dalla scena politica italiana.

In gran parte è vittima di sé stessa: del suo gruppuscolismo, che porta ognuno a sognare di farsi capitano di chissà quali truppe; per cui nascono iniziative che muoiono sul nascere.

Ci vorrebbe più spirito cooperativo e collaborativo, e una minore preoccupazione per la propria identità percepita come contrapposta alle altre.

Lo dico anche con riferimento alle varie anime della sinistra: la mia opinione della Margherita, ad esempio, è molto migliorata dopo che mi è capitato di ascoltare un discorso del senatore Cavallaro. Certo, io sono anticlericale e loro sono clericali: ma si certe cose siamo d'accordo. Perché negarlo?

Jan Hus
15-06-02, 00:50
Prendetelo pure come un tentativo di proselitismo virtuale, ma a me dispiace che gente come Alberich e come Claudio Lodici si ritrovi in una situazione di naufragio dal punto di vista della militanza.

Io mi considero fortunato: vivendo nelle Marche ho la possibilità, per ora appena sperimentata, di militare in un partito che qui è abbastanza radicato, e che, per le sue posizioni politiche, spero sia accogliente nei miei confronti.

echiesa
15-06-02, 07:06
Anch'io ho la fortuna di poter essere assieme a gente che la pensa come me nella formazione politica che rappresenterebbe meglio i miei ideali. E da qui stò combattendo perchè venga tolto il condizionale e si sostituisca con il presente indicativo. E questa come dicevo sopra è una grande, grandissima fortuna.Si riesce a fare qualcosa, a divertirci pure, ad avere momenti di gioia e commozione ( sempre meno di quelli amari,ma così è la vita), a discutere. Ora spero solo che non vogliano sfare tutto. Mi spiacerebbe molto.
saluti
echiesa:fru

nuvolarossa
15-06-02, 08:19
.....In gran parte è vittima di sé stessa: del suo gruppuscolismo, che porta ognuno a sognare di farsi capitano di chissà quali truppe; per cui nascono iniziative che muoiono sul nascere.

Ci vorrebbe più spirito cooperativo e collaborativo, e una minore preoccupazione per la propria identità percepita come contrapposta alle altre........

Jan Hus
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mi colpisce la pregnanza di questa frase carica di "verita" misconosciuta proprio, secondo me, dai quei groppuscoli che hanno nociuto all'ideale repubblicano, sentendosi investiti della "verita' rivelata" in contrapposizione alla maggioranza congressuale dei Repubblicani a Bari.
Bisognerebbe che rileggessero piu' volte questa frase........che mi sento di condividere appieno.

nuvolarossa
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<a href="http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=2088&highlight=repubblicanesimo">proviamo a riflettere insieme</a>
<a href="http://62.101.87.14/viewmessaggi.asp?f=4769&idd=15">sull'essenza del Repubblicanesimo</a>

echiesa
15-06-02, 10:16
Quindi " Maggioranza"= Verità.
Per gente che ha sempre militato nel Partito della Minoranza , che ha sempre combattuto in un Partito piccolo, di estrema minoranza rispetto alle altre forze politiche, non mi sembra un discorso da poco.
saluti
echiesa:fru

Jan Hus
15-06-02, 15:39
Originally posted by nuvolarossa
mi colpisce la pregnanza di questa frase carica di "verita" misconosciuta proprio, secondo me, dai quei groppuscoli che hanno nociuto all'ideale repubblicano, sentendosi investiti della "verita' rivelata" in contrapposizione alla maggioranza congressuale dei Repubblicani a Bari.
Bisognerebbe che rileggessero piu' volte questa frase........che mi sento di condividere appieno.

Non ho mai capito se nuvolarossa ritiene che i repubblicani debbano stare a sinistra, a destra o da soli.

Nel primo caso, pur rispettando la scelta di chi ha deciso di rimanere nel PRI, non vedo perchè restare in un partito che fa una scelta di campo radicalmente in contrapposizione alla propria. A me sembrerebbe una questione di coerenza.

Nel secondo caso, non vedo perché si dovrebbero invitare i dissenzienti a rimanere in un partito che non la pensa come loro su una questioe fondamentale.

Nel terzo caso, ha perfettamente senso restare nel PRI, ma non se si crede nella logica bipolare della contrapposizone di due schieramenti con proposte alternative di governo del nostro paese.

Quindi, non credo c'entri niente la convinzione di "possedere la verità". Credo sia necessario trarre le conseguenze logiche delle proprie posizioni politiche.

L'esistenza dell'MRE mira proprio a questo: a consentire ai repubblicani di sinistra di essere presenti nella sinistra da repubblicani, come una componente organizzata; e non da singoli individui, che nella sinistra finirebbero per perdersi e per avere scarsa influenza.

A me tutto questo sembra logico, razionale e ragionevole. Molto più logico di certi funambolismi pseudo politici e pseudo intellettuali, del tipo "io sono di sinistra, e proprio per questo sto con la destra".

Alberich
15-06-02, 17:26
Nuvolarossa crede che l'esigenza, che manifestiamo, di unità della nostra parte politica si debba risolvere in una subordinazione al lamalfino-pensiero. Il che, francamente, mi pare un follia.

Gianfranco
19-06-02, 22:36
Anche se voto AN sento il dovere di esprimervi la mia solidarietà......non saprei cosa fare se AN si alleasse con il Csx...penso che per voi sia la stessa cosa....dal punto di vista morale però è vero che la posizione del PRI è innaturale ma penso che dal punto di vista più pratico il PRI è rispettato di + nella Cdl che nell'Ulivo! detto questo cmq rinnovo la mia solidarietà a tutti i militanti e i simpatizanti del PRI!!

echiesa
19-06-02, 22:56
Merci, Gianfranco. Uno di An riesce a capire maggiormente la nostra identità di tanti tromboni che nulla sanno e straparlano.
saluti
echiesa:fru

Alberich
20-06-02, 00:42
ringrazio gianfranco, dal quale non mi sarei mai aspettato una simile dichiarazione, che quindi risulta ancora più gradita.

Gianfranco
20-06-02, 14:01
sono di destra ma non insensibile a certe cose....saluti da un vostro alleato...fino a quando lo vorrete!

WWWWWla CDL!:) :) :D

Socialista
20-06-02, 20:51
Egregio sig. Alberich, Lei dice di esser iscritto ai DS pur non essendo socialista. Non si preoccupi, la Sua non è una contraddizione. I DS, infatti, tutto sono fuorchè socialisti.

Cordialmente.

Pieffebi
20-06-02, 20:59
:D :D

Red River
21-06-02, 14:24
Originally posted by Socialista
I DS, infatti, tutto sono fuorchè socialisti.

I Democratici di Sinistra sono un partito composto da diverse tradizioni, che hanno trovato una loro sintesi negli ideali progressisti (basta intendersi sul significato delle parole).

Socialista
21-06-02, 21:01
Una sintesi presuppone pluralità di elementi, di anime, di culture o, come dice Lei, egregio sig. Rosa Rossa, di tradizioni. Io, francamente non riesco ad individuarne di diverse rispetto a quella comunista.

Molto cordialmente.

lucifero
21-06-02, 23:49
Alberich,
vivo una situazione molto simile alla tua, e seppur sia ormai oltre l'età in cui Claudio Lodici dice che non si cambia, anch'io debbo ancora capire che fare.

Tu, non sapendo che fare, intanto hai fatto una scelta; io, che sono un po' così, ed a 44 anni è difficile cambiare, finché non vedo bene tutto, tentenno.

Dici che nei DS resistono alcuni repubblicani, emarginati, inascoltati, ma pur sempre autonomi.
Io non sono nei DS. Qualche hanno fa ci avevo anche pensato, feci una telefonata ad uno di Sinistra Repubblicana di Terni, per fortuna non c'era e non aveva la segreteria. Pensavo che il ruolo dei repubblicani non si fosse esaurito, come sembra pensare Parisi (al che, caro Jan Hus, quanti Cavallaro dovranno farmi ascoltare per neutralizzare Parisi?), ma che fosse quello di inseminare di repubblicanesimo altre culture.
Perché, non dimentichiamo che l'educazione è l'essenza del pensiero repubblicano.

Ma questo tentativo, non possiamo dire che sia miseramente fallito? Scambierei qualche termine dicendo che nei DS resistono alcuni repubblicani inascoltati, succubi, seppur non emarginati. Come dice Lodici "hanno concluso qualcosa per il paese?".

E' vero, mentre Ugo LaMalfa era quello che diceva "avevamo ragione", questi potrebbero dire "avremmo potuto avere ragione". Ed in effetti, calvin che era al centro del tourbillon mi correggerà, forse poteva andare diversamente, forse poteva essere una strada vincente. Ma non lo è stata.

Parentesi polemica: certo, quella di Santoro nel CCD, poteva essere vincente solo per lui, non per il movimento. E miracolosamente lo è stata.

Ed allora bisogna comunque decidere che fare. Che fare chi? Il cittadino militante o il partito militante?

Per il partito militante, io vedo, e l'ho detto nell'altro forum, come una grossa sfasatura per il PRI essere a destra nel momento in cui si sta ridefinendo la sinistra.
Magari si soffriva, magari ci schiacciavano, ma magari Mazzini poteva battere Marx (e Dossetti); ao affiancarli.

Per il cittadino, nel momento in cui il PRI ha fatto questa scelta tattica (come mi sembra la definisca calvin), non è facile aderire. Al di là della geografia, per cui è possibile farlo a Carrara ma non a Milano, un conto è continuare la battaglia all'interno (come echiesa) un conto è entrarci per battagliare, da solo (stavolta mi hanno risposto al telefono, ma alla fine nemmeno mi hanno fatto entrare; se l'avrei fatto, ne sarei già uscito).

Ne sarei uscito perché io sono di sinistra, come pure calvin dice che nessuno è più di sinistra di noi tutti.
Ma io lo sono visceralmente, un moderato di sinistra. E con un fascista non riesco a avere a che fare. E potrei anche turarmi il naso e collaborare (mai servire) un partito di centro affaristico come Forza Italia (nel dopo-berlusconi, però), in maniera speculare a quanto farei con rifondazione comunista, mentre i CCD mi sono distanti quanto i DS (questo è oggi il mio Baricentro): ma con i fascisti, no.

E però, sento di avere due coordinate politiche, dentro di me: una è quella destra-sinistra, e l'altra è il mio essere repubblicano, con la scuola, la tradizione ma soprattutto l'istinto, l'attitudine di pensiero che ne deriva, e che calvin ha sintetizzato nel suo thread "la nave dei dannati". Quell'essere sempre critici, sempre indipendenti, mai servili anche con chi si è delegato a rappresentarci. Questo non servilismo che è l'essenza del repubblicanesimo che definisce la libertà come assenza di possibilità di condizionamento. Questo non servilismo che ci accomuna alla tradizione ebraica in cui l'uomo, come persona, lotta e litiga con il proprio Dio e, come gruppo, lo mette in minoranza; ma non divaghiamo.

Mi è quindi evidente che chi è repubblicano poi può essere di destra, di sinistra (secondo l'altra coordinata); purché mai servo. En passant, io poi non so immaginarmi come possa sentirsi un repubblicano di destra, ma ahimé, vedo che ce ne sono tanti e non li faccio tutti in mala fede.

Ecco, quello che posso dire è che, nelle scelte che vanno per la maggiore (DS o PRI alleato di FI) vedo un po' di asservimento.

Ed allora, io ritengo sia una scelta sbagliata, per chi si sente di sinistra, finire nei DS o nella Margherita, anche se quest'ultima potrebbe lasciare speranze, almeno perché non ha ancora avuto il tempo di creare ai repubblicani (tranne Parisi) delle delusioni.

La via per i repubblicani non è di affogarsi, disperdersi nelle cellule e nei circoli, come marrani della politica.
E' di rimanere tra repubblicani, non per mera testimonianza, per residuo, ma perché è l'unico modo per portare avanti un modo di essere che non è quello degli altri, e non è un fatto individuale, ma di pensiero politico.

Poi l'angoscia di questi, io penso mesi, è nel capire se la strada migliore sarà quella della maggioranza del Partito, di Riscossa o dei Repubblicani Europei. A destra, da soli, a sinistra? Comunque tra noi!

Potrai fare pure qualcosa nei DS, Alberich, e nel tuo attacchinare magari si vedrà, come l'ha visto Rosa Rossa, un agire repubblicano. E forse riuscirai, per geni o imprinting (non certo per coercizione) a passarlo ai tuoi figli, come è successo sembra a tutti (alzi la mano il figlio di un non repubblicano), ma non riuscirai a costruire l'Italia che vogliamo.

Non ci riuscirà neppure chi rimarrà nei repubblicani; ma almeno potrà dire ai propri figli: ci ho provato, continuate voi.

Saluti

Alberich
22-06-02, 01:44
Rispondo brevemente, vista l'ora e, soprattutto, la temperatura. E mi riservo di rispondere nuovamente.

Voglio risponderti all'"accusa" di asservimento. Dici giustamente -credo riprendendo Bobbio- che il repubblicanesimo si distingue per l'indipendenza, per l'autonomia del suo pensiero. Io vorrei farti notare come sia proprio questa ricerca di indipendenza che mi ha spinto nei DS. Non certo una volontà di omologazione, non certo la ricerca di un porto sicuro. Posso assicurarti che per me categorie come servilismo e sudditanza sono estranee. E non lo dico per arroganza, sono fermamente convinto di questo. Perchè, allora, avrei aderito ai DS? Seggi in parlamento non ne voglio.

Detto molto sinceramente: tra aderire al MRE, a Riscossa, al PRi, a sin. Rep. o altro non vedo differenze qualitative intriseche. Ritengo che sia l'azione di ciascuno di noi a poter definire la nostra sudditanza o la nostra indipendenza, non una collocazione politica transeunte. Tu dici che dobbiamo agire tra noi, ma dove siamo? Dove trovo i "veri repubblicani" a Milano? Preferisco portare avanti le mie idee dove mi è permesso, come è in un partito aperto -per quanto si dica il contrario- come i Ds, piuttosto che in un partito che si è "tatticamente" alleato a Berlusconi. Fermo restando che mi riservo di uscirne quando dovessi trovare una collocazione migliore, al più presto, spero. E non scambiarmi coi vari Bogi, Passigli, De Carolis -persone che hanno tutta la mia stima, per inciso-: la mia decisione non ha mai contemplato la presenza di alcun seggio, solo la possibilità di portare avanti le mie idee, anche se non interessano a nessuno.

lucifero
22-06-02, 22:42
Non intendevo che tu sia asservito ai DS, ma che il tuo essere repubblicano è asservito all'interno dei DS.

Per asservito intendo che non ha pari dignità, e che i DS se ne servono, per scopi più o meno nobili, dipende dai punti di vista.

Dici di riuscire ad essere repubblicano e a far pesare (o tenere in conto) il tuo essere repubblicano, all'interno di una riunione di cellula (si chiamano ancora così); dicci, raccontaci come (senza ironia).

Dici che nell'aderire al PRI o al MRE o a Sinistra Repubblicana (cioè ai DS) non ci sono differenze qualitative, ma che tutto dipende dall'azione di ciascuno di noi.

Non sono d'accordo. Come ho spiegato in qualche thread sul forum Repubblicanesimo, il mio motto, sotto al lucifero significa:
"se non sono io per me, chi sarà per me. E se io anche fossi per me, che cosa sono io?".

Se pure riuscirai ad incidere, a vivere, pensare, muoverti come repubblicano, dentro un corpo a cui questa cultura politica è fondamentalmente, nonostante le buone volontà, estranea, allora questa tua riuscita sarà la tua, non sarà un piccolo passo verso la repubblica che vogliamo; sarà una sterile buona azione. Non contribuirà al sorgere del nostro sol dell'avvenir.

cari saluti

Red River
23-06-02, 13:05
Originally posted by lucifero
Per asservito intendo che non ha pari dignità, e che i DS se ne servono, per scopi più o meno nobili.

Non credo che i DS usino la Sinistra Repubblicana per scopi più o meno nobili.

kid
24-06-02, 17:13
Che tormento, non so mica se ne usciamo, perchè guardate sono tormentato anch'io! Alberich parte dall'esperienza sensibile, che è sempre un buon presupposto. Mi son chiesto che avrei fatto anch'io a vent'anni in una regione in cui il leader è Formigoni e in una città in cui il protagonista politico è La Russa! Con tutto il rispetto per i miei alleati io entravo in Rifondazione e non nei ds! Ma non ho vent'anni ahimè e soprattutto ho una lunga militanza di partito alle spalle, alla quale tengo e poichè avevo visto morto il partito repubblicano e ancora non lo vedo vivo, non volevo anche vederlo buttato in una fossa comune! Se tutti i repubblicani d'animo - e sono certo che Alberich lo è ho visto come ha replicato a un post su Mazzini, si iscrivessero ai Ds, alla margherita o a Forza Italia a secondo delle loro inclinazioni personali, il partito lo avremmo già chiuso, no? Io voglio solo evitare questo, ma non perchè sono un nostalgico, lo sono anche magari, ma non conta, ma perchè voglio essere rappresentato. E mi rappresenta solo la mia storia e la mia tradizione e ho la pretesa di ritenere queste utili al paese, perchè la storia di questo dannato movimento è il cuore della nostra storia nazionale dal risorgimento in avanti! Io la penso così e non ho capito cosa pensa un ds che vuole mettere insieme tradizioni che nulla centrano l'una con l'altra, mi riferisco al discorso di Veltroni al congresso di Torino: La Malfa, Dossetti e Nenni, Berlinguer e Kennedy. Ma scherziamo?Allora meglio D'Alema che vuole il partito socialista, anche se si vergogna di chiamarlo tale. Solo che l'ultima cosa che farò nella mia vita è di iscrivermi ad un partito socialista e finire come Bogi a cantare l'internazionale! Di cui fra l'altro non speva ancora le parole - . Ma scusate io difendo il mio partito, - e perdo la testa e mi dispiace se Alberich mi contesta le scelte di un consiglio nazionale - vado a fondo con il mio partito se occorre e sbaglio con il mio partito, perchè sono anche ormai abituato a sbagliare. Però guardate che rivendico un ruolo evolutivo. Ho accettato la sinistra - io ero contrario all'Ulivo nel '96 per mille ragioni, ma rispetto la maggioranza e non rompo le scatole o le rompo poco - perchè ho pensato che forse un ruolo evolutivo nella sinistra si poteva avere, un ruolo vero che sinistra repubblicana non ha avuto, perchè dopo un anno di governo D'Alema ci siamo ritrovati Cofferati sugli scudi, Salvi che pontificava, Ocalan eroe internazionale e la Baraldini eroe nazionale, i verdi ed i comunisti di Cossutta protagonisti. Non abbiamo mica visto un fronte riformista, un repubblicano è riformista, no, o che cos'è altrimenti? ma un fronte massimalista, che non sa nemmeno fare una legge sulla sicurezza e figurarsi una sull'occupazione. Per questo, per non contare niente e non poter far niente ce ne siamo andati. Ma davvero pensate che il 56% del partito repubblicano si allei con la destra perchè ha tradito il suo dna? Evidentemente la maggioranza dei repubblicani l'ha pensata come me: cerchiamo di svolgere un ruolo utile per il Paese sull'altro fronte perchè questo ha fallito. Non è tattica Lucifero. E' sperimentazione, è cercare una strada e provare a cambiare le cose, è l'essenza del progressismo repubblicano, quello che sperimentò Ugo La Malfa facendo venire il crepacuore a Pacciardi aprendo al centrosinistra. Cos'era Pacciardi, un golpista? Vi dico una cosa di sinistra: io voglio cambiare le cose. Può darsi che peggiorino. Può darsi benissimo che Berlusconi voglia solo diventare più ricco di quello che è già, ma intanto un risultato politico l'ha ottenuto: la moderazione delle estreme, Bossi e Fini, ve ne siete accorti o no? ed ha escluso un fenomeno Lepen italiano con la sua coalizione e gli ha anche tolto terreno. Almeno al momento. Uno sforzo in economia, scusate, sta cercando di farlo, con mille riserve e mille incertezze, ma non è come D'Alema che prende atto che la Cgil è contraria alla politica economica del governo e allora non ne fa niente. Berlusconi prova ad isolarla, cerca un negoziato, un impegno per cavare quel minimo che è la riforma dell'articolo 18, lo tenta. AccidentI, gliene vogliono dare atto i repubblicani o la pensano come Cofferati? Perchè se la si pensa come Cofferati e cioè che Marco Biagi è un nemico dei lavoratori, piantiamola lì ed è più che giusto stare nel partito che più vi aggrada. Poi ve lo ripeto: Berlusconi non ci ha detto: venite a rafforzare il centrodestra; ma allargate questa coalizione a sinistra, provate a spostarne il baricentro. Può darsi che non ci riusciamo, pesiamo due libbre, ma i nostri alleati lo sanno che pesiamo comunque due libbre che non sono assorbibili in An o nel Ccd - Santoro è ritornato, è un successo questo, non è una sconfitta e forse torna anche De Carolis - e ci si stanno confrontando di mala o di buona voglia. Per questo a me non dispiace che a livello locale si compiano scelte diverse. Significa che la diversità che non si vede a livello nazionale ed è difficile da far vedere dati i rapporti di forza interni, si nota in alcune zone d'Italia. Noi non recederemo da questa diversità, sia ben chiaro. Se il centrodestra che conosciamo, cambia, troveremo un'intesa politica vera, strategica rispetto a questa che io definerei contingente, non tattica. Altrimenti farà da solo e da soli ce la vedremo noi, come in fondo abbiamo sempre fatto.

kid
24-06-02, 17:29
Gianfranco mostra molto garbo e gliene sono grato come gliene sono stati gli altri amici, tra l'altro mi ha colpito molto positivamente che egli ritenga l'alleanza come una scelta revocabile dettata dalla capacità di saper affrontare comunemente le cose e dunque non abbia quello spirito di ricatto che ho visto con altre compagnie. Detto ciò non ritengo che sia giusto dire che sotto il profilo morale abbiamo compiuto una scelta immorale e comunque la dn del pri non lo pensa proprio. Fini e Berlusconi, valgono in termini di democrazia e sicuramente di educazione- e forse sopravanzano - D'Alema e Prodi. Bossi, Bertinotti. Forse è immorale che il Pri abbia alleati così diversi da lui. Questo è un problema aperto, ma che a mio avviso esula dalle scelte politiche. A stretto rigore ppi sarebbe immorale allersi con un partito che si chiama e si definisce fascista, cosa che non c'è in questa alleanza, rispetto alla precedente in cui c'erano i comunisti italiani. In termini morali quello è il problema, più che rifondazione comunista, tant'è che al tempo dell'Ulivo originario i comunisti italiani non esistevano. Lo stesso Rauti con il quale abbiamo localmente e limitatamente delle alleanze elettorali, non si chiama rifondazione fascista. Ma il punto vero è che il movimento di Rauti conta in proporzione meno voti di noi, mentre Rc e coministi valgono intorno al 6 o7%. Un po' troppo, direi, per un'alleanza dignitosa. Questo lo scrivo per Lucifero e per coloro che hanno come me una schietta origine familiare antifascista: date le forze i rautiani possono venire a rimorchio ma non certo dettare condizioni.

Gianfranco
25-06-02, 14:19
CONDIVIDO IN PIENO LE CONSIDERAZIONI DI CALVIN E RINGRAZIO PER GLI APPREZZAMENTI......CMQ RITENGO L'ALLEANZA UNA SCELTA REVOCABILE PERCHè SONO CONVINTO CHE LE ALLEANZE SI FANNO SE LA BASE LE VUOLE.....IO INFATTI CONDANNO IL FATTO CHE IL PRI A PIACENZA SI SIA SCHIERATO CON IL CSX ANCHE SE LA DN E LO STESSO CANDIDATO A SINDACO SI ERANO RITENUTI CONTRARI A UN ACCORDO COL CSX....CMQ DA PARTE MIA VI DICO CHE PUR ESSENDO DI DESTRA(MODERATA OVVIAMENTE) RITENGO L'ALLEANZA CON IL PRI E IL NUOVO PSI MOLTO IMPORTANTE PERCHè GRAZIE A VOI NELLA CDL SI HANNO ANCHE PROPOSTE E IDEE CHE SONO PROPRIAMENTE DI SINISTRA.....VEDREI INOLTRE CON FAVORE UNA FEDERAZIONE TRA QUESTI 2 PARTITI PROPRIO PERCHè CON UNA FEDERAZIONE SI SEMPLIFICHEREBBE ANCORA DI PIù IL PANORAMA POLITICO INTERNO ALLA CDL E SARESTE PIù FORTI NELL'APPORTARE IL VOSTRO CONTRIBBUTO POLITICO , SOCIALE E CULTURALE ALLA CARA CASA DELLE LIBERTà!! GRAZIE DI ESSERCI E VIVERE

kid
25-06-02, 14:41
Gianfranco conferma di essere esempio di buone maniere che nel Foruim non si coltivano mai abbastanza e questo lo scrivo anche e soprattutto per me. La maggioranza della base del partito repubblicano ha fatto una scelta chiara che sarebbe dovere di tutti discutere ma sostenere. Sul piano della realizzazione locale, vedi Piacenza ed altre, le difficoltà però io le ritengo comprensibile. La stessa Cdl ha dimostrato mal di pancia e commesso errori. Che dire della Lega a Trento, di Forza Italia a Verona e credo che ci siano casi molto più eclatanti. C'è tempo e ci deve essere buona volontà per superare una fase di assestamento e di equilibrio di una coalizione molto articolata. Attenzione però a chiederci di semplificare. Faremo un gruppo comune alla Camera con il nuovo psi, ma siamo entità molto distinte e credo che lo resteremo.

lucifero
25-06-02, 15:03
Originally posted by Gianfranco
GRAZIE DI ESSERCI E VIVERE

Ma come sei, Gianfranco, così amorevole verso il PRI e così avverso al MRE, anche laddove si gioca solamente, come sull'elezioni di POL?

Hai parenti di 1° o 2° grado nel partito?

;)

Gianfranco
25-06-02, 16:27
molto divertente quanto poco acuto...il mre non ha una storia come il pri e non è radicato come questo...detto ciò non evete capito che a me del mre non mi interessa nulla(è solo una scorciatoia per la Sbarbati per ottenere qualche soldo per campare) ma la mia contestazione è per il metodo usato per inserire il simbolo........cmq non ho cugini di I° o 2° grado nel pri....piuttosto mi chiedo se tu hai qualche parente in qualche circo....anche la ridicolaggine si può trasmettere....saluti;)

kid
25-06-02, 17:11
Com'è possibile che un esponente della destra, per quanto democratico, comprenda con tanta immediatezza una cosa che repubblicani vaccinati e con quarti di nobiltà familiare non vogliono capire? Ma è così difficile? O ci siamo così intossicati che non sappiamo più neanche star dritti da soli? E poi vi stupite che io preferisca An ai ds? Ma diecimila volte! Sapete cosa ci disse Veltroni quando gli chiedemmo, data la difficoltà del partito nella sua collocazione rispetto al governo Amato e a fronte di un documento della direzione nazionale del Pri, di evitare che la maggioranza assegnasse una presidenza di commissione ad un iscritto al partito repubblicano? Ci rispose che lui non INTERFERIVA nei problemi interni degli altri partiti. Dopo due giorni, il signor Mazzochin era presidente della commissione trasporti. Cercammo Veltroni per un chiarimento ma non si fece trovare. In compenso chiamò Mussi che ci disse che era stata una scelta dei capigruppo, non politica. Se voi avete voglia di farvi prendere per i fondelli accomodatevi, che lì sono dei professionisti.

lucifero
25-06-02, 17:42
Originally posted by Gianfranco
il mre non ha una storia come il pri
Apprezzo il contributo. In effetti conosco meno la storia del mre che quella del pri.

Grazie a Dio conosco invece bene quella della tua parte.

E' per quello che mi stupisco, ancora adesso, per il tuo diverso approccio verso i due modi di essere repubblicani. Visti dal di dentro del repubblicanesimo sono sicuramente diversi e fieramente avversi, ma immaginavo (e speravo) che, guardandoli da così lontano, pari fossero.

Oh, per lo meno, sarò poco acuto, ma a me così paiono Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Fronte Nazionale. Arrivo appena appena a distinguere AN da quanti sopra.



piuttosto mi chiedo se tu hai qualche parente in qualche circo....
Sì, fa l'equilibrista.

;)
Saluti agli amici calabresi

Gianfranco
25-06-02, 23:13
ah...pensavo il pagliaccio....

Gianfranco
25-06-02, 23:22
cmq la gente come te merita di essere presa a pesci in faccia.......voglio cmq precisare che io da parte mia sono resto e sarò di DESTRA.....Alleanza Nazionale convinto...non mi si accusi di equilibrismo perchè chi lo fa dimostra scarso senso di lealtà e una grande voglia di pensare male.....la mia stima nei confronti del pri deriva solo dal fatto che io ho profondo rispetto per i partiti che hanno fatto la storia d'Italia(cosa che il mre non ha fatto visto che è frutto di squallidi personalismi) cioè DC,PSI,PRI...con i loro sbagli senza dubbio ma di certo non come il PCI che se non fosse stato per i partiti sopra elencati avrebbe venduto pure Berlinguer stesso all'unione sovietica e a stalin.....cmq chiuso qui l'argomento e in bocca al lupo a tutti e .................................................. ......................................IL CIRCO è SEMPRE IL CIRCO!

Red River
26-06-02, 17:42
Originally posted by Gianfranco
il PCI che se non fosse stato per i partiti sopra elencati avrebbe venduto pure Berlinguer stesso all'unione sovietica e a stalin

Il PCI è stata una delle forze che ha stabilito la democrazia in Italia.

kid
26-06-02, 17:58
Cara Rosa rossa, volevi dire stabilizzato o forse ristabilito, con altri ovviamente, perchè l'atto di stabilire la democrazia da parte di una forza politica sarei molto curioso di capire in cosa consista. Io direi che il pci ha contribuito a ristabilire la democrazia in Italia, soprattutto perchè comprese che non poteva asservirla a Mosca, c'era Yalta, e con un notevole sforzo ha difeso la democrazia italiana durante gli anni di piombo e di questo gli va dato atto e merito. Poi sulle politiche del Pci stendiamo un velo.

kid
26-06-02, 18:01
intendevi l'aver scritto la costituzione della Repubblica italiana? La democrazia comunque si applica le leggi si stabiliscono, o la democrazia è come una legge per te? Scusami ma sono interessatissimo a capire bene il tuo pensiero in merito.

kid
26-06-02, 18:07
lasciami fare ancora une sempio prima di rispondermi: stabiliamo(il Pci ed altri) che l'Italia debba essere un paese democratico. Ma questo è un principio non è la democrazia. Volevi forse dire questo: che il Pci ha contribuito ad affermare un principio democratico nel nostro Paese? Anche questo sarebbe vero, io aggiugerei solo suo malgrado e non molto convinto. La mia idea è che il Pci ha subito la democrazia e la democrazia è stata la causa della sua morte. Anche per questo va a merito del Pci la sua difesa negli anni '70 e per certi versi l'elaborazione del compromesso storico, che comunque ne converrai era una tesi difensiva e di scarso successo.

Red River
26-06-02, 19:00
Intendo dire che il PCI ha contribuito con altre forze a costruire la democrazia in Italia. Ha collaborato a scrivere la costituzione e non vi si è posto contro o al di fuori. La piena accettazione di quei valori che furono enunciati nella nostra Carta Costituzionale fanno del PCI una grande forza democratica.

Gianfranco
26-06-02, 23:33
all'affermazione che il PCI ha contribuito a formare la democrazia in Italia io non riesco a non incazzarmi , perchè chi dice ciò mi dispiace ma dimostra una ignoranza assurda...........red river perdonami ma sono costretto a ricordarti che il pci voleva trasformare l'Italia in una perfetta filiale dell'Unione sovietica....sapeva benissimo cosa succedeva in Unione S. ma se ne è sbattuto altamente.....non parliamo quindi di democrazia grazie al Pci perchè vuol dire scambiare cavoli con patate......la democrazia il vecchio Pci non l'aveva manco al suo interno......se vogliamo fare i faziosi facciamoli e allora anche io ti dico che il partito fascista voleva la democrazia....dico una cazzata madornale come tu la dici sul Pci!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!:mad:

Red River
27-06-02, 16:05
Il PCI ha contribuito a scrivere la Costituzione italiana, accettando anche il compromesso sull'articolo 7, inserendosi all'interno di uno schema istituzionale e non rivoluzionario.

Quando Togliatti fu sparato il 14 luglio e finì all'ospedale, con il partito pronto a fare la rivoluzione, lui lo fermò.

Sono fatti che dimostrano come il PCI fosse una forza democratica.

nuvolarossa
27-06-02, 21:03
fermi tutti.

Ripristiniamo la verita' storica:

Non fu Togliatti a fermare la rivoluzione, bensi' fu Bartali........potenza dello sport...superiore ad ogni tifo politico.

Un fraterno saluto

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<a href="http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/index-12.html">NUVOLAROSSA website</a>

Gianfranco
27-06-02, 21:45
Ma lo vedi come ti contraddici? "Togliatti ( e manco è vero) fermò la rivoluzione che il partito voleva fare" un secondo dopo dici "sono i fatti che dimostrano come il pci fosse una forza democratica"........interessante....non sapevo che un partito che si vuole imporre con la rivoluzione fosse un partito amante della democrazia!!!! guarda che continui a fare gaffes una dietro l'altra......:confused: :confused: :lol :lol

Red River
28-06-02, 00:27
C'era una quota consistente della base del PCI che voleva fare la rivoluzione, ma la dirigenza no, o almeno Togliatti no.

Su Bartali stendo un velo...

kid
28-06-02, 10:41
Pajetta, al telefono: - Palmiro abbiamo occupato la prefettura di Milano!
Togliatti, dall'altra parte del cavo: - Bravi e cosa ve ne fate?

Non è una barzelletta, ovviamente. Quindi diciamo che Togliatti sapeva bene che non c'era una possibilità rivoluzionaria per l'Italia. Togliatti siedeva nel comintern e aveva ben chiari i patti politici che erano stati presi da Stalin a Yalta, da qui la svolta di Salerno e una politica volta ad avanzare l'equilibrio democratico del Paese. Ma era una politica democratica, su questo Red River, Rosa rossa, ha ragione. Il problema è che uno può svolgere una politica democratica senza credere nella democrazia o ritenerla comunque una forma superabile. E questa era l'ambiguità del Pci.

Red River
28-06-02, 14:33
Il cosiddetto problema della doppiezza di Togliatti...

nuvolarossa
04-08-02, 13:02
Appello alla Democrazia dei Doveri e per il ritorno del sistema proporzionale nella lettera inviata da un amico di Cagliari.
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Terzo Polo, la vera casa dei Repubblicani
di Vincenzo Fazzalari

Pubblichiamo di seguito un estratto della lettera che l’amico [b[Vincenzo Fazzalari, ex Segretario Capo di Cancelleria del Dicastero Giustizia ora residente a Pirri Cagliari, ha inviato alla redazione del Pensiero Romagnolo Repubblicano

Amici Repubblicani, ricordo un monito del Prof. Arturo Carlo Jemolo, un cattolico non democristiano, come lui si definiva, che diceva: ”La dissoluzione delle democrazie parlamentari puo’ avvenire attraverso persone elette democraticamente, sostenute da maggioranze che se ne servono per comprimere i diritti delle minoranze, mettendo in crisi il sistema parlamentare”. Ci rammentava la caduta della Repubblica democratica in Germania dopo la prima guerra mondiale.
Il Prof. Viroli, nel suo libro dal titolo “Repubblicanesimo” edito da Laterza, annotava: “Esiste un’antica utopia della Liberta’, nata nel nostro Paese con Machiavelli e le libere Repubbliche, che puo’ superare i limiti del socialismo e del liberismo….Per avviare il Repubblicanesimo, pero’, non bastano le leggi e la minaccia di sanzioni, occorre creare una coscienza civile diffusa ”.

L’attuale confusione ci espone al monito del Prof. Jemolo e ci sottolinea l’affermazione del Prof. Viroli, un vuoto in cui sta scivolando la Democrazia italiana. L’art.49 della prima parte della Costituzione statuisce che “ Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale “. Per far cio’ necessita una coscienza civile diffusa, quella di cui parla il Prof. Viroli. Invece, nel nostro Parlamento, nel 1993 si varo’ una legge elettorale detta la “Mattarellum” che, eliminando la vecchia legge elettorale proporzionale, stabili’ l’elezione del 75% dei membri con il sistema maggioritario in collegi uninominali, e il 25% eletti con il sistema proporzionale in liste di partiti, con uno sbarramento del 4%. Gli eletti della “Mattarellum” nel 1994 non rafforzarono il governo: anzi, negli ultimi otto anni, in Italia, abbiamo avuto tre legislature.

Il maggioritario non ha dato stabilita’.
Va cambiata la legge elettorale.

La proporzionale, con sbarramento meno rigido, rispetta le minoranze del paese, (il Prof. Carlo Jemolo reclamava la proporzionale pura, e il rispetto dell’art. 49 dei diritti dei cittadini).
Si uniformerebbe l’Italia all’Europa, ove 10 stati su 15 votano con il sistema proporzionale, e potrebbero nascere anche in Italia tre Poli vicini a quelli europei: Partito Socialista Europeo, Partito Popolare Europeo, Partito Liberal Democratico Repubblicano Riformista Europeo. Sono queste le tre forze politiche europee fin dal primo Parlamento elettivo del 1979.
La decisione da prendere, in ambito italiano, se si vuole arrivare all’unita’ politica dell’Europa, sarebbe il rafforzare questa opportunita’. Noi Repubblicani Mazziniani apparteniamo al terzo Polo europeo dal 1979.

Perche’ in Italia si trascura tale rafforzamento ?

Il P.R.I. Romagnolo lo rivendica. Saremo d’accordo tutti, Repubblicani del PRI, Mazziniani entro e fuori del PRI ? Discutiamone: il NO alla DESTRA e il NO alla SINISTRA (che non ci hanno mai apprezzato) e’ storia di ieri e di oggi.

Non fuggiamo di fronte al pericolo della fragilita’ democratica italiana, il centro conservatore di sempre e la sinistra estrema non cercano altro che continuare il muro contro muro. Difendiamo l’avvenire dei nostri figli: la DEMOCRAZIA dei DOVERI sara’ vincente.
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Tratto da Il Pensiero Romagnolo Repubblicano
Pubblicato in Forli’ n.7 luglio/agosto 2002
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http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/index-12.html
NUVOLAROSSA website

Red River
04-08-02, 23:19
Non ho capito l'attinenza di questo articolo con il resto della discussione...

Comunque, Nuvolarossa, la legge elettorale che va scelta per uno stato deve essere quella che, combaciando con la struttura sociale del paese, riesce a favorire la governabilità e l'efficienza dell'amministrazione, e il rispetto delle minoranze.

Una legge elettorale da sola non può nulla, se non c'è il tessuto sociale adatto. L'articolo che riporti non parla di tessuto sociale ma solo della fantomatica creazione di tre partiti, favorita secondo quanto si dice da una legge proporzionale (senza considerare peraltro che in cinquant'anni di proporzionale non si è formata questa tripartizione).

Il tessuto sociale italiano è atomizzato, e una legge elettorale proporzionale favorisce questa frammentazione, ognuno a tirar l'acqua al suo "campanile".

Comunque, discutiamone...