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Tomás de Torquemada
21-06-02, 23:54
Scoperto un nuovo sistema planetario
Gli scienziati hanno individuato un insieme di corpi spaziali, simili a pianeti, in formazione: polvere e rocce di diverse dimensioni ruotano attorno ad una stella. Si chiama KH 15D

di Antonio De Blasi

ROMA - KH 15D, questo è il nome assegnato all'astro, è avvolto in un disco dal quale si stanno formando diversi pianeti. La stessa stella, di appena tre milioni di anni, è immersa nella nebulosa del Cono in direzione della costellazione dell'Unicorno: un'ampia regione dello spazio di intensa formazione stellare e, a quanto pare, anche planetaria.
"KH 15D è un astro che ha da subito attirato la nostra curiosità - ha riferito nella conferenza stampa il dott. William Herbst dell'Università di Wesleyan e responsabile delle osservazioni -

La stella presenta continue variazioni di luminosità e ogni 48 giorni si indebolisce fino a sparire per ben 18 giorni".
Una simile lunga eclisse è giustificabile con la presenza attorno alla stella non di un unico oggetto ma di una fitta aggregazione di corpi minori: del tipo polveri, comete, rocce e asteroidi. Questo materiale si troverebbe in orbita attorno alla stella ad una distanza inferiore a quella che separa Mercurio dal Sole. Si tratta di una scoperta importante in quanto stiamo assistendo in diretta alla nascita di un sistema planetario. Presto si formeranno nuovi pianeti.

Questa scoperta, abbinata alle altre riguardo l'individuazione di sistemi planetari extrasolari è importante perché mette in evidenza quanto siano diffusi non solo i pianeti extrasolari ma anche le nubi da cui essi stessi si formano. E' opinione sempre più diffusa tra i ricercatori che è solo questione di tempo, qualche anno al massimo, perché anche pianeti simili alla nostra Terra siano individuati.

Dal sito www.ilnuovo.it

Tomás de Torquemada
21-06-02, 23:58
Dal sito www.ilnuovo.it

Mancata collisione tra Terra e asteroide
Un sasso spaziale ha mancato di poco il nostro pianeta. E gli scienziati se ne sono accorti solo dopo. Ma, dicono, era di piccole dimensioni, non avrebbe causato danni di grossa entità

LEICESTER - L’abbiamo scampata bella, noi terrestri. Senza che gli scienzati se ne accorgessero, infatti, un asteroide delle dimensioni di un campo da calcio ha sfiorato il nostro pianeta. Venerdì scorso, il sasso spaziale è passato passato ad una distanza di soli 120mila chilometri, circa un terzo della distanza Terra-Luna, in una delle mancate collisioni più clamorose mai registrate.

Gli scienziati inglesi che hanno fatto la scoperta, al Near Earth Objects Information Centre di Leicester, in Inghilterra, spiegano che l’asteroide volava ad una velocità di 10 chilometri al secondo (36000 km/h). Se avesse colpito il suolo, l’impatto sarebbe stato terribile.

Esistono però precedenti impatti tra asteroidi e la Terra, che non hanno avuto effetti drammatici sulla vita del pianeta. Per esempio, nel 1908 una cometa precipitò sulle pianure della Siberia settentrionale, abbattendo ogni cosa nel raggio di 2.000 chilometri quadrati.

E gli scienziati di Leicester rassicurano comunque spiegando che l’asteroide in questione non è dei più pericolosi, avendo un diametro inferiore al chilometro: “il 2002 MN – come l’hanno ribattezzato – è un asteroide piccolo, e non poteva comunque causare danni di portata globale, come per l’impatto dell’asteroide che causò l’estinzione dei grandi rettili milioni di anni fa”, hanno spiegato gli scienziati del NEO.

L’ultima mancata collisione di un asteroide con il nostro pianeta era stata registrata nel 1994, quando il 1994XL1 passò ad una distanza di ‘soli’ 105mila chilometri dalla Terra.

arbogaste
23-06-02, 17:21
Caro Tomàs, per caso hai sottomano l'elenco dei pianeti extrasolari finora scoperti? Se sì potresti postarlo?

Grazie,
Arbogaste.

Tomás de Torquemada
24-06-02, 05:01
Originally posted by arbogaste
Caro Tomàs, per caso hai sottomano l'elenco dei pianeti extrasolari finora scoperti? Se sì potresti postarlo?

Grazie,
Arbogaste.

Troverai qui le notizie che desideri, carissimo Arbogaste...

Dal sito http://gwtradate.tread.it/tradate/gat/index.html

Alla scoperta dei pianeti extrasolari
(a cura del GAT - Gruppo Astronomico Tradatese)

Dopo tanti mesi di lavoro e' ormai pronta la 6 Edizione della nostra grande mostra dedicata a L'ESPLORAZIONE DEL SISTEMA SOLARE, che si aprira' a Saronno dal 19 Ottobre al 22 Dicembre e che, come valore scientifico e didattico e' UNICA IN EUROPA (vedi depliant a colori allegato).
La mostra, in aggiunta al materiale delle passate edizioni, raggruppera' tutte le grandi scoperte del triennio sui corpi del Sistema Solare, compresa tutta una serie di recentissime novita'. Si, perche' e' suc cesso davvero di tutto durante i passati mesi estivi!
Il 26 Giugno e il 6 Settembre la SONDA GALILEO, in orbita attorno a Giove dal 7 Dicembre'95 ha cominciato ad inviare incredibili immagini di Ganimede (ma anche di Europa ed Io, nonche' delle nuvole di Giove).
Nella prima settimana di luglio si sono radunati, a Capri, in Italia scienziati da tutto il mondo (anche noi del GAT eravamo presenti con una importante comunicazione scientifica) per il grande congresso BIOASTRONOMY'96, caratterizzato dalle prime prove inconfutabili dell'esistenza di pianeti extrasolari. Proprio a questo argomento dedichiamo questa nostra lettera.
Il 16 Agosto sulla rivista americana SCIENCE un team di scienziati della NASA guidati da D.McKay ha annunciato di aver rintracciato TRACCE FOSSILI DI BATTERI MARZIANI nella meteorite ALH84001.
A partire da Settembre la COMETA HALE-BOPP, nonostante si trovasse ancora a 300 milioni di Km dal Sole, ha letteralmente stupefatto gli studiosi con una serie di incredibili fenomeni indicanti un'attivita' gia' parossistica (vedi CCD news su questa lettera).


ALLA SCOPERTA DEI PIANETI EXTRASOLARI.

Il merito dei grandi progressi in questo campo risiede nella misura Doppler delle minime variazioni di velocita' radiale (pochi metri/secondo) che uno o piu' pianeti producono sulla stella attorno a cui ruotano (per esempio Giove produce sul Sole una oscillazione ritmica e lievissima di circa 13 metri/secondo, con un periodo di 12 anni). Misure cosi' lievi sono teoricamente possibili solo valutando, per effetto DOPPLER, lo spostamento verso il blu e verso il rosso, di certe linee spettrali particolarmente intense nello spettro della stella in esame. Pionieri di questa affasciante ricerca sono i californiani G.Marcy e e P. Butler che hanno equipaggiato il riflettore Lick da 3 metri con uno spettrografo capace di raggiungere la incredibile risoluzione di 3 metri/secondo: con questo strumento, da poco piu' di un anno, stanno testando un centinaio di stelle di tipo solare e hanno gia' scoperto una mezza dozzina di pianeti di taglia gioviana. In realta', la prima scoperta di un pianeta extrasolare con questa tecnica e' merito di un altro gruppo: quello di M.Mayor e D.Queloz (Universita' di Ginevra) che, durante il 9 congresso sulle stelle fredde tenutosi a Firenze il 6 Ottobre'95, annunciarono di aver scoperto un pianeta di 0,47 masse gioviane (Mg), in orbita perfettamente circolare, a 0,05 U.A. alla stella 51 Peg. Questa estrema vicinanza comporta anche un periodo orbitale incredibilmente corto: solo 4,23 giorni!
Merito assoluto della scoperta va al primo spettrografo in grado di misurare oscillazioni radiali di tipo,'gioviano' (13 m/sec) che gli scienziati svizzeri collegarono al riflettore da 2 metri dell'Osservatorio di Alta Provenza. E' comunque necessario sottolineare che massa di 0,47 Mg stimata per 51Peg B e' solo un LIMITE INFERIORE. In parole povere, la massa potrebbe essere anche molto maggiore, arrivando a rasentare (ma cio' e' assolutamente improbabile) quella di una stella vera e propria. Vediamo di capire il perche' di questo punto molto importante. Quello che si misura spettroscopicamente e' solo la componente v della velocita vera V, diretta verso l'osservatore (definita come velocita radiale). Tra velocita radiale e velocita' vera esiste la semplice relazione v= V.sen i dove i e' l'angolo tra il piano orbitale del pianeta e la perpendicolare alla linea visuale. Siccome la massa del pianeta e' direttamente collegata alla variazione di velocita' indotta nel moto della stella centrale, e' chiaro che m= M.sen i (dove M=massa vera ed m=massa apparente dedotta dalla velocita' radiale). La massa apparente (intesa come limite MINIMO di massa) concide con la massa vera solo nel caso che il piano orbitale del pianeta sia visto esattamente di profilo (in questo caso, infatti, i=90 e sen i=1). Per contro, la massa apparente diventa una frazione sempre piu' piccola della massa vera, con piu' l'orbita tende a disporsi perpendicolarmente alla linea di vista (in questo caso, essendo i prossimo a 0 , sen i diviene molto piccolo e quindi M=m.sen i assume un valore molto grande). Nel caso specifico di 51Peg B, se la sua orbita fosse vista quasi di piatto, la sua massa potrebbe addirittura arrivare a quella di una piccola stella. Sono molti, pero', gli indizi che fanno escludere questa possibilita'. Un motivo e' semplicemente statistico: si puo' infatti calcolare che la probabilita' di un'orbita perfettamente perpendicolare alla linea visuale e' di 1 su 40.000! E, in ogni caso, c'e' una probabilita' del 99% che la massa di 51Peg B sia < 4 Mg (masse gioviane). Un secondo motivo e' puramente osservativo: dalle variazioni spettrali collegate alla rotazione di 51 Peg si deduce infatti che la stiamo osservando quasi di taglio e che quindi questa debba essere la posizione geometrica dei suoi eventuali pianeti (ricordiamo che tutti i modelli teorici impongono che i pianeti si formino sul piano equatoriale della loro stella).


PIANETI E NANE BRUNE.

Ma qual'e' il limite di massa che puo' competere ad un pianeta vero e proprio? Secondo i calcoli teorici di Alan Boss (Cornegie Institution di Washington), dal processo classico di formazione stellare, che passa attraverso la frammentazione di nubi intertellari, non si possono formare oggetti con massa inferiore a 10 Mg (dunque si puo' parlare di pianeta solo se la massa e' inferiore a questo limite). Rimane, comunque il fatto che solo a partire da 80 Mg una stella puo' innescare al suo interno reazioni termonucleari: cosi' le sfere di idrogeno con massa compresa tra 10 e 80 masse gioviane vengono definiti dagli astronomi NANE BRUNE. Nane brune che sono rimaste nel regno delle ipotesi finche', proprio al congresso dell'Ottobre'95 a Firenze, il gruppo di S.Kalkarni del Caltech non ha presentato le prime prove inconfutabili dell'esistenza di una di esse, scoperta attorno ad una nana rossa conosciuta come Gliese 229 (GL229). Dopo il caso di GL 229 B, la lista delle nane brune ritrovate attorno a stelle normali e' ormai arrivato ad una mezza dozzina. Quando poi la massa e' proprio attorno al valore limite di 10 Mg e' la forma dell'orbita a decidere: un'orbita circolare e' infatti tipica di un pianeta mentre un'orbita ellittica e' indizio di genesi stellare. Un esempio di questo tipo e' quello di HD114762, una stella di classe F9V distante circa 90 anni luce. Gia' nel 1989 un folto team internazionale guidato da D.Latham riusci' a realizzare ben 280 misure di velocita' radiale in tre osservatori distinti (Wipple in USA, Alta Provenza in Francia ed ESO a la Silla). Risulto' evidente nel moto della stella un' oscillazione di 570 metri/secondo con un periodo asimmetrico di 84 giorni. Il tutto si spiegava bene con la presenza di un compagno orbitante in un'orbita molto ellittica (e=0,25) con semiasse maggiore di 0,38 U.A. e dotato di una massa minima di 11 Mg, un valore recentemente confermato anche dal gruppo californiano di Marcy e Butler.
Per quanto riguarda la formazione vera e propria di sistemi planetari, le simulazioni del gruppo di D.Lin indicano che vicino alla stella centrale si possono formare solo piccoli corpi rocciosi di tipo terrestre mentre a partire da una distanza di 5 U.A., dove la temperatura e' molto bassa, si colloca la zona dei pianeti giganti, la cui massa limite sembra prossima alle 2 Mg.


51 Peg B: UN MONDO MOLTO STRANO.

A questo punto, di fronte all'idea dominante che pianeti di taglia gioviana si potessero formare solo a partire da 5 U.A. dalla stella centrale e che, quindi avessero periodi orbitali di almeno una decina d'anni, era inevitabile prevedere, per la loro ricerca, periodi di tempo molto lunghi. Questa e' stata la ragione per la quale G.Marcy e P. Butler, nonostante misurassero velocita' radiali su un campione di 120 stelle da almeno 8 anni, non avevano minimamente pensato di ricercare pianeti giganti a breve periodo di rivoluzione (quindi assai vicino alle stelle sotto esame). Sta di fatto che,dopo l'annuncio dei colleghi svizzeri al congresso di Firenze, bastarono a G. Marcy e P.Butler 4 giorni e 27 misure per confermare, senza ombra di dubbio, l'esistenza di 51Peg B. Un oggetto che, comunque, piu' che un pianeta e' un concentrato di stranezze. Intanto, trovandosi a soli 7 milioni di Km dalla stella centrale, la sua temperatura dev'essere decisamente torrida, dell'ordine di 1000 o 2000 C. Essendo inoltre la sua massa di tipo gioviano, i calcoli del gruppo di T. Guillot (Universita' dell'Arizona) imporrebbero che 51Peg B debba ancora possedere la stessa composizione di base di Giove (H2/He) senza, pero'la presenza di speci molecole piu'complesse. In particolare l'acqua dovrebbe essere ancora presente, mentre dovrebbero essere assenti due composti molto importanti per spiegare le colorazioni dell'atmosfera esterna di Giove, vale a dire CH4 (metano) e NH3 (ammoniaca).


LA LISTA SI ALLUNGA .....

Dopo la scoperta di 51 Peg B, G.Marcy e P.Butler, che dal 1987 avevano accumulato una gran quantita' di dati su velocita' radiali di stelle vicine senza averne ancora intrapreso uno studio sistematico, iniziarono immediatamente, nel Novembre'95 un'indagine accurata delle misure relative alle prime 60 stelle. Fu un lavoro intenso e complesso che per due mesi richiese l'utilizzo per 14 ore al giorno di una mezza dozzina di supercomputer SPARC 20, messi a disposizione dalla Sun Microsystem. Subito furono individuati altri due pianeti: uno attorno alla 70 Virginis, l'altro attorno alla stella 47 Ursae Majoris. Era solo l'inizio di una serie continua di scoperte: 55 Cancri (55 Cnc ovvero HR3522) in Aprile, TAU Bootis (TAU Boo ovvero HR5185) in Giugno, Upsilon Andromedae (Y And ovvero HR458) in Luglio.
Attorno a TAU Boo (una stella di tipo solare a 60 anni luce dalla Terra), 1,3 anni di misure Doppler hanno permesso di scoprire una variazione della velocita' radiale di 468 metri/sec che si ripete con perfetta simmetria ogni 3,31 giorni: da qui la deduzione della presenza di un pianeta a 0,046 U.A. dalla stella, in orbita perfettamente circolare percorsa in 3,31 giorni. Dinamicamente, dunque, TAU Boo B e' assai simile a 51Peg B. Molto differente e' invece la massa: l'eccezionale ampiezza delle oscillazioni di velocita' porta ad un valore minimo di massa di 3,87 Mg. Una massa quasi 10 volte maggiore di quella di 51Peg B, per la quale risulta ancora piu' difficile giustificarne teoricamente l'estrema vicinanza alla stella centrale.

Il caso di 70 Vir (una stella di tipo solare distante 29 anni luce) e' completamente diverso. Nel suo movimento si sono infatti riscontrate variazioni di velocita' di 311 metri/sec che si ripetevano ogni 116,6 giorni ma con un andamento NON perfettamente sinusoidale. Fu immediato attribuire questo effetto ad un pianeta (70 Ver B) ruotante attorno alla stella principale su un'orbita fortemente ellittica (e= 0,43), con semiasse maggiore di 0,43 U.A. La massa minima di 70 Vir B risulta di 6,5 Mg. Questo valore, pero', come visto in precedenza, e' solo un valore minimo postulato nel caso che l'orbita sia vista esattamente di taglio. Addirittura la massa potrebbe essere quella di una nana bruna (M> 10 Mg) se la sua orbita fosse vista esattamente di piatto. In definitiva, sia per massa che per forma orbitale, 70 Vig B sembra molto simile al gia' ricordato compagno di HD114762: in entrambi i casi la probabilita' che si tratti di nane brune si fa leggermente preferire all'ipotesi planetaria.
Ancora differente e' la situazione dell'oggetto orbitante attorno a 47 Ursae Majoris che, secondo i dati di 1996 Marcy e Butler, produce sulla stella primaria un' oscillazione di 47 metri/secondo con un periodo perfettamente sinusoidale di 1088 giorni (3,02 anni). I calcoli mostrano che a produrle dev'essere un pianeta con massa minima di 2,46 Mg, distante dalla stella 2,1 U.A. e posto in un'orbita perfettamente circolare. 47 UMa B e', dunque, forse il pianeta piu' simile a Giove tra quelli inizialmente scoperti.
Molto simile alla situazione di 47UMa sembra quella di LALANDE 21185, attorno a cui, secondo le misure astrometriche dal gruppo di G.Gatewood ruoterebbe, a circa 3 U.A. un pianeta di 0,9 Mg, in orbita praticamente circolare percora in 5,8 anni.

Assolutamente eccezionale e' invece il caso di HR 3522, ovvero 55 Cancri, reso noto da Marcy e Butler nell'Aprile'96. Lo spesso Butler ne ha diffusamente parlato a BIOASTRONOMY'96, sottolineando come sia il primo esempio di sistema planetario scoperto attorno ad una stella doppia. Si', perche' 55 Cnc e' un sistema binario, composto da una stella di classe G8V e da una stella di classe M5V. che si ruotano reciprocamente attorno in 30.000 anni, ad una distanza media di 1150 U.A. Variazioni Doppler di 72 metri/secondo con periodicita' di 14,76 giorni indicano la presenza di un primo pianeta (55 Cnc B) di 0,78 Mg che ruota in maniera perfettamente circolare a 0,11 U.A. dalla stella. Variazioni Doppler secondarie farebbero inoltre pensare ad un secindo pianeta di massa >5Mg, posto a distanza >5 U.A.(55 Cnc C). 55 Cnc B ha, dunque, molte somiglianze con 51 Peg B, anche se la sua distanza dalla stella e' quasi doppia.

L'ultimo 'nato' di questa famiglia 'extrasolare'si trova attorno ad Y Andromedae (una stella di m=4 e classe F7V situata a 53 anni luce di distanza) e il suo annuncio e' stato dato in esclusiva da G.Marcy a BIOASTRONOMY'96. Si tratta, quasi, di un gemello di 51 PegB: Y And B, infatti induce, nel moto della sua stella variazioni Doppler di 75 metri/secondo, con una periodicita' di 4,6 giorni. Se ne deduce che Y And B deve avere una massa minima di 0,6 Mg e deve ruotare a 0,054 U.A. dalla stella, in un'orbita perfettamente circolare.

In definitiva, a tutto luglio'96, erano 7 i pianeti extrasolari sicuramente accertati attorno ad altrettante stelle di tipo solare. E' notevole il fatto che uno di essi sia stato scoperto su una stella binaria (55 Cnc). Per un evidente effetto di selezione dei metodi di rilevazione le loro masse sono come minimo paragonabili a quelle di Giove. E' pero' molto curioso il fatto che se la massa e' < 5 Mg le orbite sono circolari, mentre (come succede nel caso di 70 Vig B) se la massa (MINIMA) e' >5 Mg le orbite sono ellittiche: l'impressione e' che i pianeti VERI siano proprio quelli con orbita circolare, mentre le orbite ellittiche stiano comunque ad indicare un'origine 'stellare' come nana bruna. Peraltro le stesse tecniche hanno ormai portato a 5 le nane brune sicuramente accertate.

(Per visualizzare la pagina completa dei link a grafici e tabelle, cliccare qui (http://gwtradate.tread.it/tradate/gat/lettere/lett69.htm)).

Un cordiale saluto.

arbogaste
24-06-02, 12:43
Grazie Tomàs, sapevo che mi avresti aiutato.

Un abbraccio,
Arbogaste.

Tomás de Torquemada
25-06-02, 05:47
Originally posted by arbogaste
Grazie Tomàs, sapevo che mi avresti aiutato.

Un abbraccio,
Arbogaste.

Lieto di esserti stato utile, caro Arbogaste... :)

Ciao.

Tomás de Torquemada
20-09-02, 23:17
Dal sito www.ilnuovo.it

Catturato il raggio di luce più antico
Gli astronomi dell'Università di Chicago hanno captato, con uno speciale radio telescopio al Polo sud, quello che si ritiene sia un bagliore vecchio di 14 miliardi di anni, più del mondo

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,152114,00.html

Tomás de Torquemada
04-10-02, 06:22
Dal sito www.ilnuovo.it

Siberia, precipita meteorite gigante
L'impatto ha provocato scosse telluriche simili a quelle di un terremoto. La zona è stata illuminata da strani bagliori. E c'è chi parla anche di Ufo

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,154075,00.html

Silvia
04-10-02, 23:09
Originally posted by Tomás de Torquemada
Di fatto, ufologi e astronomi dilettanti sono già in fibrillazione.Il corpo celeste infatti, sebbene immediatamente classificato come meteorite dalgi scienziati, potrebbe essere uno dei sospirati veicoli alieni dei quali si tenta l'avvistamento. La situazione, peraltro, ha analogie fortissime con un'altra, accaduta sempre in Siberia, e che non sarebbe mai stata del tutto chiarita.

Credo ci si riferisca a questo…

MOSCA - Un oggetto misterioso a forma di sfera, costruito con tecnologie inesistenti sul nostro pianeta, venne trovato qualche anno fa nei pressi della città di Dalnegorsk, nella regione di Primorye, in Siberia. Ne ha dato notizia una ricercatrice del Centro spaziale russo, Lyudmila Tselina. La Tselina, che da tempo studia il fenomeno degli Ufo raccogliendo documentazione e materiali, ha rivelato, in un'intervista al quotidiano russo "Trud", che l'oggetto cadde «alla velocità di circa 15 metri al secondo sul monte Isumrudnaia», dimostrando così di non essere un meteorite.
Si trattava di «una sfera rossiccia» che «venne esaminata scrupolosamente dai migliori esperti di vari istituti dell'Accademia russa delle scienze i quali «convennero sulla sua origine non terrestre». L'oggetto, di cui non si conosce la funzione e di cui non viene indicato il diametro, né dove si trovi ora, era costituito di materiali sconosciuti sulla Terra e che resistevano all'azione di tutti gli acidi, nonché a temperature di 3.000 gradi. «In differenti condizioni - spiega la ricercatrice - cambiavano le caratteristiche dell'oggetto, che talora aveva caratteristiche dielettriche per poi trasformarsi in un semiconduttore o in un supermagnete». «Ma quello che provocò soprattutto stupore fra gli scienziati fu la comparsa e scomparsa di elementi chimici della sua composizione, come se ciò avvenisse volutamente» e non per caso. La Tselina riferisce di altri avvistamenti o ritrovamenti di Ufo, fra cui l'atterraggio fra Mosca e Pietroburgo, di un oggetto non identificato di tre metri di diametro che dopo la sua scomparsa lasciò tracce chimico-fisiche inspiegabili sul terreno.

Fonte: Il Tempo, edizione del 01/06/2001

:)

Tomás de Torquemada
11-10-02, 00:42
Dal sito www.ilnuovo.it

L'Universo ha una forma piana
Il mondo segue i criteri della geometria euclidea: ecco il risultato della più vasta mappa dell’universo, realizzata grazie all’esperimento Archeops, col supporto del CNR

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,155043,00.html

Tomás de Torquemada
21-11-02, 05:49
Dal sito www.ilnuovo.it/

NGC 6240, terremoto nello spazio
Il telescopio spaziale Hubble manda sulla Terra le immagini straordinarie di due galassie in fusione. Uno scienziato del centro americano che controlla il telescopio ci racconta l'avvenimento
di Alex Dall'Asta

http://www.ilnuovo.it/inserti/slideshow/spazio_20021120/images/spazio_20021120grx_01.jpg

BALTIMORA – Si scontreranno solo fra milioni di anni i due buchi neri fotografati ieri dal telescopio spaziale Hubble nella galassia NGC 6240, nella costellazione di Ofiuco, distante 400 milioni di anni luce dalla Terra. Ma la portata dell’esplosione che scateneranno fa paura soltanto a pensarci. Decine di milioni di volte l’energia del sole.

“Lo scontro di buchi neri in una galassia o di due galassie è un evento normale nell’universo”, ci spiega Ray Villard dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, il centro che coordina l’attività del telescopio orbitante. “Anche la Via Lattea, la nostra galassia, tra sei miliardi di anni si scontrerà con la sua ‘vicina’, Andromeda, e le due daranno vita a una nuova megagalassia”.

La NGC 6240 è una galassia a raggi X, che emette radiazioni luminose ad alta frequenza (i raggi X, appunto) invisibili all’occhio umano ma rilevabili con gli strumenti. E’ formata da due galassie più piccole che si stanno fondendo. I due buchi neri che mostrano le foto a raggi X dello ‘Hubble’ sono i centri gravitazionali delle due galassie in fusione, attratti l’uno verso l’altro dall’immensa gravità che esercitano. Le immagini dello Hubble li mostrano a una distanza di circa 3000 anni luce. Ma finiranno per scontrarsi, e dar vita a un buco nero ancora più grande e potente.

“Le ondate di energia gravitazionale provocate dall’esplosione deformeranno stelle e pianeti che incontreranno sulla loro strada”, spiega Villard. “Ma sulla Terra, ammesso che il nostro pianeta esistesse ancora, solo gli strumenti sarebbero in grado di rilevare l’evento”. Le onde, descritte dagli scienziati come “simili a quelle che un sasso produce quando cade nell’acqua”, produrranno uno schiacciamento temporaneo della materia nello spazio circostante la galassia.

Scienziati in Francia e Argentina hanno rivelato la presenza di un buco nero che sta attraversando la nostra galassia, la Via Lattea, a una velocità di circa 400mila chilometri orari. Il buco nero, che si trova a una distanza di circa 6-9mila anni-luce dalla Terra, è stato fotografato mentre trascina a sé una stella e la ‘divora’. Lo studio di questi scienziati sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista scientifica americana Journal of Astronomy and Astrophysics.

“Al momento non possediamo strumenti in grado di misurare con finezza sufficiente ondate di energia che arrivano da così lontano” spiega Villard. “ Ma se qualcosa di simile accadesse nella Via Lattea i nostri GPS se ne accorgerebbero subito, sarebbe una sorta di terremoto spaziale”.

Silvia
24-11-02, 21:48
Gli anelli di Giove
da Cielo! La newsletter di astronomia di “Prendi le stelle nella rete”

Era il 1974 quando per la prima volta una sonda, la Pioneer 11, passò attraverso i sottili e oscuri anelli che circondano Giove. Peccato che all'epoca gli scienziati fossero del tutto impreparati: nessuno infatti sospettava la loro esistenza e furono necessarie le osservazioni della Voyager 1, compiute 5 anni più tardi, per essere certi che quegli anelli esistessero davvero. Da allora i ricercatori aspettano che qualche altra sonda ripassi da quelle parti, decisi a non farsi sfuggire anche questa occasione: adesso, dopo 28 anni da quel primo incontro, la loro pazienza sta per essere premiata.

Proprio questo mese la sonda Galileo, dopo anni passati a studiare Giove, è entrata nella zona degli anelli. Già da diversi mesi aveva cominciato a fornirci i primi dati: così si è scoperto che, mentre gli anelli di Saturno sono per lo più formati da pezzi di ghiaccio grandi come case, quelli di Giove sono invece costituiti da piccole particelle scure di polvere, simili a quelle presenti nel fumo di una sigaretta. Sempre la Galileo ci ha svelato la loro origine: queste particelle provengono dalla superficie dei numerosi satelliti che orbitano attorno a Giove, continuamente bombardati da meteoriti. Gli impatti scagliano nello spazio circostante piccoli frammenti di roccia che, disgregandosi, danno vita alla polvere.
Se la composizione e la nascita degli anelli è quindi chiara, lo studio della loro evoluzione è invece solo agli inizi. Ad esempio, sempre di recente si è scoperto che le particelle di polvere girano attorno a Giove avvicinandosi sempre più al pianeta, sino a quando non vengono inghiottite dalla sua atmosfera. C'è quindi una continua perdita di materiale, comunque compensata da quello prodotto dai nuovi impatti meteorici. Questo e altri fenomeni analoghi potranno ora essere compresi a fondo grazie alle misure effettuate all'interno degli anelli da parte della sonda Galileo. E gli esperti già ci avvisano di prepararci a molte altre sorprese. (Luca Nobili)

http://www.pd.astro.it/urania/2002/articoli/images/s46a2i2.jpg
La sonda Galileo si avvicina a
Giove, ai suoi anelli e al suo
satellite Amaltea (immagine
di Michael Carroll)

:)

Shambler
24-11-02, 21:57
sono felice:

a quando la trasformazione del forum in "scienza,natura e nuove prospettive"?:D

ti farei da co-moderatore..

Silvia
24-11-02, 22:02
Terra marziana?
da Cielo! La newsletter di astronomia di “Prendi le stelle nella rete”

Con l'intensificarsi dell'attività vulcanica dell'Etna, i pellegrinaggi turistici e scientifici sulle falde del grande vulcano si sono moltiplicati. In particolare incuriosisce quello di un gruppo di scienziati della NASA che partecipano al progetto "Esplorazione della superficie marziana e dei suoi analoghi sulla Terra". Infatti, nell'attesa di poter esplorare direttamente la superficie del pianeta rosso, i ricercatori stanno studiando qui sulla Terra alcuni luoghi che presentano parecchie somiglianze con quelli marziani. Il nostro Etna è ad esempio considerato, per quanto in scala ridotta, un buon analogo dei vulcani giganti di Marte (ndS: la superficie di Marte presenta crateri dovuti a grossi impatti meteorici, ma anche monti, vallate ed alcuni dei più grandi vulcani del sistema solare... Tra tutti, domina il Monte Olimpo (http://members.xoom.virgilio.it/ozma/viola/Galleria_foto/Monte_Olimpo_su_Marte.htm), alto 27 chilometri, circa tre volte l'Everest…). I vulcani marziani e quelli terrestri come l'Etna sembrano avere in comune soprattutto la presenza di canali sotterranei. Fino a poco tempo fa la formazione di questi canali su Marte veniva spiegata con l'azione dell'acqua e del ghiaccio. Nel caso del vulcano siciliano si è però scoperto che per produrli basta in realtà il solo passaggio della lava: che così sia stato anche sul pianeta rosso? E' presto per dirlo ma lo studio comparativo ha comunque dato una nuova ipotesi sulla quale discutere.

Oltre all'Etna, i paragoni si concentrano anche su altri luoghi della Terra, come i paesaggi scolpiti dalla lava intorno al Columbia River nello stato di Washington o la pianura lavica dello Snake River nell'Idaho. Ma anche deserti e ambienti aridi, in cui l'azione erosiva dei venti ha dato origine a dune e paesaggi simili a quelli di Marte. I siti Internet della NASA indicano parecchie altre località, con una certa abbondanza di segnalazioni su territorio Americano. (Debora Casalini)

:)

Tomás de Torquemada
29-11-02, 23:56
Dal sito www.ilnuovo.it

Italiani scoprono l'origine dei pianeti
Una équipe guidata da Lucio Mayer ha chiarito che la nascita di alcuni grandi corpi celesti, come Giove, è avvenuta per per condensazione di dischi gassosi

MILANO - I grandi pianeti del sistema solare come Giove si sono formati per condensazione di dischi gassosi, come aveva ipotizzato Laplace nel '700 e non coagulando gas intorno a nuclei di polvere rocciosa. Lo dimostra (attraverso una difficile simulazione al computer) la ricerca di alcuni astrofisici guidati dall'italiano Lucio Mayer. La loro impresa, che sarà pubblicata sul numero di Science di venerdì, è durata oltre due anni e si è avvalsa del più grande supercomputer del mondo, presso il Pittsburg Computing Center, che conta su oltre 2000 processori e del supercomputer Cineca (Bologna).

''La teoria della condensazione di dischi gassosi che Laplace aveva avanzato nel '700 - dice Mayer - era stata confutata da altre ipotesi che, sulla base di osservazioni al telescopio, si fondavano sulla condensazione di grandi dischi di gas intorno a nuclei di polvere rocciosa''. Se i grandi pianeti fossero stati all'inizio soltanto gas, nel giro di 100 mila anni le radiazioni calde delle stelle le avrebbero fatte evaporare. Ma poi ci si è resi conto che esistevano in altre galassie grandi dischi gassosi di oltre un milione di anni.

Il gruppo di Mayer ha allora cercato di simulare al computer l'iter di formazione di uno di questi grandi pianeti, nell' ipotesi che alla fine risultasse frutto di una coagulazione di gas e ha dimostrato che questo percorso si può completare velocemente, in alcune centinaia di anni. ''Queste condensazioni - ha detto lo scienziato - diventano 'protopianeti' la cui densità è centinaia di migliaia di volte superiore a quelle circostanti. Inoltre si è visto che la massa di queste condensazioni e il loro moto orbitale sono molto simili alla massa e al moto orbitale dei pianeti giganti delle altre stelle, hanno tutti orbite cioé molto eccentriche rispetto alla stella''.

Le ricadute della scoperta possono essere enormi per le conseguenze che la formazione di Giove e Saturno ha avuto sull' origine della Terra. Mayer, milanese di trent'anni, si è laureato in Fisica a Milano dove ha conseguito il dottorato in Astronomia. Ha condotto la sua ricerca, finanziata anche dalla Nasa, presso la Washington University di Seattle, prima di approdare all'Istituto di Fisica teorica di Zurigo.

Silvia
01-12-02, 23:32
Nevicata cosmica
da Cielo! La newsletter di astronomia di “Prendi le stelle nella rete”

L'immagine è di grande suggestione: nella silenziosa oscurità dell'Universo primordiale, ancor prima della formazione di stelle e galassie, lo spazio cosmico riempito da un'enorme nevicata. Non esattamente la neve che noi conosciamo, quella formata da molecole d'acqua, bensì fiocchi di idrogeno allo stato solido. Questo è lo scenario che risulta dagli studi, e dai calcoli, di due scienziati svizzeri. L'evento sarebbe avvenuto alla fine di quel periodo della storia dell'Universo che i cosmologi chiamano Era Oscura. E' il tempo che passa dalla formazione dei primi atomi stabili, avvenuta circa 300 mila anni dopo il Big-Bang, al momento della nascita dei più antichi e lontani oggetti luminosi mai osservati dagli astronomi, mezzo miliardo di anni dopo. Durante quest'epoca l'Universo ha continuato ad espandersi e la sua densità è progressivamente diminuita. Ma un gas che si espande si raffredda. E l'idrogeno, il gas di gran lunga più comune nell'Universo, si sarebbe raffreddato a tal punto da passare allo stato solido, aggregandosi così in fiocchi. Fiocchi instabili però, perché intercettando la radiazione cosmica di fondo si potevano scaldare e quindi sciogliersi. Ma il colpo finale si è avuta con la formazione delle prime stelle. La loro emissione di raggi ultravioletti infatti ha distrutto non solo i fiocchi ma anche gli atomi d'idrogeno che li costituivano. E così la neve, quella neve, si è sciolta per sempre. (Enrico Girardi)

:)

Silvia
19-12-02, 23:05
LA STELLA DI BETLEMME

La Stella di Betlemme citata nel Vangelo di Matteo, e divenuta nella cultura popolare la cometa di Gesù Bambino, è certamente uno dei corpi celesti più affascinanti della storia. Conoscerne la natura potrebbe permettere di datare con precisione la nascita di Cristo, ma soprattutto consentirebbe di svelare un mistero reso ancora più seducente dal suo altissimo valore simbolico.
Nonostante la nostra tradizione raffiguri la Stella di Betlemme a forma di cometa, pare assai improbabile che tale fosse l'astro visto dai Magi. Le cronache dell'epoca parlano di una cometa, rivelatasi poi essere quella di Halley, passata però nel 12 a.C., ovvero troppo presto rispetto alla data presunta. Inoltre, una cometa non ha la caratteristica di rimanere ferma nel cielo ad indicare, con lo sfondo di stelle fisse, ubicazioni geografiche sulla base di interpretazioni astrologiche. La tradizione di rappresentare la stella dei re Magi a forma di cometa ha origine nel XIII secolo e si deve a Giotto che dipinse la cometa di Halley sullo sfondo di una celebre natività presso la Cappella degli Scrovegni a Padova. Prima di allora, nelle rappresentazioni medioevali, l'astro di Betlemme era rappresentato a forma di stella.

Un’ipotesi sulla Stella di Natale fu formulata da Keplero quando, nel 1604, fu testimone dell'esplosione di una supernova, a proposito della quale ci lasciò importanti osservazioni. Considerando che l'astro divenne per alcune settimane brillante come Venere, Keplero pensò che potesse essere un avvenimento molto simile alla stella citata nel Vangelo di Matteo. In assenza di testimonianze storiche al riguardo, solo recentemente questa ipotesi ha ripreso consistenza per merito dell'astronomo canadese A. Morehouse che, analizzando il pulsar PSR 1913+16b, ha dedotto che questa stella di neutroni deve essere il residuo di una supernova esplosa nell'inverno del 4 a.C. nella costellazione dell'Aquila. Nell'ipotesi della supernova c'è comunque un’incongruenza: la durata di molti mesi del fenomeno osservato dai Magi, che mal si adatta alla limitata persistenza di una supernova nelle condizioni di massima luminosità (da pochi giorni a qualche setimana). Anche Keplero si rese conto di questa contraddizione, tanto è vero che egli stesso ricercò soluzioni alternative e, forse, intuì la verità. Keplero potè osservare, nello stesso periodo, una spettacolare congiunzione tra Giove e Saturno e pensò che un avvenimento così raro ed appariscente potesse essere analogo a quello che segnò la nascita di Cristo. Calcolò, non senza difficoltà per quei tempi, la frequenza con cui questi pianeti entrano in congiunzione e trovò che tale configurazione si era prodotta nella costellazione dei Pesci nel giugno del 7 a.C. Una conferma della bontà di questa ipotesi è venuta dagli studi condotti nel 1976 dall'astronomo inglese D. Hughes e, più di recente, da alcuni studiosi del JPL (il centro di studi planetari della NASA). In pratica ci si è accorti che l’evento del 7 a.C. è stato davvero eccezionale, perché Giove e Saturno si sono avvicinati fino a circa 1° non una, ma ben tre volte, nella costellazione dei Pesci, rispettivamente il 29 Maggio, il 29 Settembre e il 4 Dicembre.

Dal sito dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica): www.pd.astro.it

http://utenti.lycos.it/silviatre/arte/adorazione_dei_magi.jpg
Giotto, L'adorazione dei Magi

:)

Tomás de Torquemada
06-01-03, 21:47
Dal sito www.ilnuovo.it

Caos in cielo, asteroide sfiora la Terra
Lunedì, un piccolo asteroide passerà vicino al pianeta. Sono mesi in cui questi fenomeni si verificano più spesso, grazie a una forte attrazione gravitazionale

MILANO - Lunedì un piccolo asteroide, che da milioni di anni cerca di avvicinarsi alla Terra, raggiungerà il punto di minore distanza dal pianeta. Poi se ne allontanerà di nuovo, per altri 95 anni. E' solo l'ultimo dei numerosi fenomeni di questo tipo che nei mesi di dicembre e gennaio, in particolare, si manifestano sul nostro pianeta. Sì, perché questi mesi sono strategici per questi "movimenti" che si giocano nel nostro sistema solare, come spiega Giordano Cevolani, primo ricercatore presso l'Istiuto Isac (scienza, astronomia e clima) di Bologna. E questi giochi dei corpi celesti, potrebbero, anche se in minima parte, influenzare anche le zone vulcaniche, come quella dello Stromboli.

Professore, quello che gli specialisti analizzeranno lunedì è solo l'ultimo di una serie di asteroidi che si sono "imbattuti" con la Terra negli ultimi mesi...
Sì, e questo "traffico" intenso che si gioca nei nostri cieli ha una motivazione ben precisa: dicembre e gennaio sono i mesi in cui c'è un avvicinamento molto forte fra Terra e Sole. L'effetto dell'attrazione è molto forte e questo può influenzare anche i corpi nati da una collisione, come appunto gli asteroidi.

Un effetto d'attrazione, come lei dice, ma questo potrebbe anche influenzare l'attività vulcanica? In questi giorni stiamo assistendo al fenomeno dello Stromboli...
Beh, affrontando questo argomento con la dovuta cautela, si può dire che ci sono dei fenomeni attrattivi che potrebbero andare a influire anche sui vulcani o su zone particolarmente sensibili. E' il momento in cui la Terra e il Sole sono più vicini e la forza gravitazionale che ne deriva non è indifferente. Da queste sottilissime interazioni derivano anche numerosi fenomeni climatici, come gli tsunami, per esempio. E pensiamo anche che i vulcani stessi condizionano il clima, perché le polveri che rilasciano nell'aria, possono andare a condizionare il caldo o il freddo.

Dieci anni fa, un asteroide esplodeva sopra Lugo, in Emilia Romagna
Sì, un anniversario che fa pensare. Il 19 gennaio questo corpo esplose sopra la località da cui prese il nome. Il fatto è che in questo periodo dell'anno, ci sono tante collisioni interplanetarie che fanno sì che molti asteroidi si stacchino e si "uniscano" in quelle che possiamo chiamare delle vere e proprie famiglie. Queste famiglie seguono delle traiettorie precise, ben indirizzate, che privilegiano il nostro pianeta. Per fortuna che gli scienziati oggi sono abbastanza in grado di studiare le traiettorie e di prevedere i movimenti dei corpi. Teniamo anche presente che, contrariamente a quanto si possa immaginare, da temere sono soprattutto i corpi più piccoli. Infatti, anche se non sono in grado di provocare delle catastrofi planetarie, potrebbero essere in grado di fare dei danni locali.

Di tutt'altro avviso, Mario Di Martino, astronomo presso l'Osservatorio Astronomico di Torino. "Non credo che ci siano dei periodi, durante l'anno, in cui degli asteroidi si muovono con maggiore frequenza. Tenendo conto che la differenza fra la distanza Sole-Terra in gennaio e quella di sei mesi dopo, è minima".

Tomás de Torquemada
06-01-03, 21:49
Dal sito www.ilnuovo.it

Sei gennaio, un asteroide si avvicina alla Terra
L'AA29, lungo appena 60 metri, è il primo asteroide scoperto finora che ruoti intorno al Sole quasi sulla stessa orbita del pianeta terrestre

WASHINGTON - Un piccolo asteroide lunedì raggiungerà il punto di minore distanza dal pianeta. Lo dice con un comunicato la Nasa. L'asteroide 2002 AA29, lungo appena 60 metri si avvicina alla Terra una volta da un lato, un'altra volta dall'altro, senza mai entrare in collisione con essa o sorpassarla durante le orbite attorno al Sole. Lunedì si troverà a circa 5,95 milioni di chilometri dalla Terra. ''In un certo senso, la Terra e questo asteroide sono come due automobili da corsa su una pista circolare'', ha detto Paul Chodas, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. L'AA29, lungo appena 60 metri, è il primo asteroide scoperto finora che ruoti intorno al Sole quasi sulla stessa orbita della Terra. ''In questo momento, l'asteroide è su una traiettoria leggermente più lenta appena all'esterno di quella delle Terra, e il nostro pianeta lo sta raggiungendo'', ha detto Chodas. ''L'effetto combinato della gravità della Terra e del Sole spingera' l'asteroide in una traiettoria leggeremente piu' veloce appena piu' interna di quella della Terra, e esso comincera' a allontanarsi. Non esiste possibilità che questo asteroide possa colpire la Terra, perché la gravità respinge i suoi periodici avvicinamenti e lo mantiene a distanza'', ha detto Don Yeomans, un altro scienziato del Jpl di Pasadena in California. Tra 600 anni potrebbe 'fermarsi' a ruotare per una quarantina di anni attorno alla Terra.

Tomás de Torquemada
06-01-03, 22:47
Dal sito www.ilnuovo.it

L'India: sbarcheremo sulla Luna
Dopo l'intento annunciato dalla Cina, il premier indiano da sapere che alcuni scienziati stanno lavorando al progetto. "E - sottolinea - non stiamo vaneggiando"

BOMBAY - La conquista dello spazio si allarga anche all'India. Dopo l'annuncio cinese che ha fatto sapere di voler mandare sulla Luna i primi cosmonauti con gli occhi a mandorla, anche l'India si fa stregare dall'astro d'argento. Il primo ministro indiano, Atal Behari Vajpayee, ha affermato oggi che è giunto il momento per il Paese di realizzare il suo sogno: mandare un uomo sulla Luna. Impresa finora riuscita soltanto agli Stati Uniti. "I nostri scienziati stanno già discutendo il progetto - ha detto il premier in un incontro finanziario a Bombay - e lo faremo per davvero, grazie alle conoscenze scientifiche, non stiamo vaneggiando. E' arrivato il momento di realizzare il nostro sogno". All'India, che conta oltre un miliardo di abitanti e un reddito pro capite di appena 450 dollari l'anno (dati Banca mondiale per il 2000), non basta quindi essere potenza nucleare. Vicina e rivale della Cina, è impegnata in una sfida per la conquista dello spazio.

Tomás de Torquemada
06-01-03, 22:49
Dal sito www.ilnuovo.it

Alla conquista dello spazio, guerre stellari nel 2003
Europa, Usa, Russia e Cina: sarà un anno di missioni spaziali, sonde e sfide nei cieli. Parla l'esperto

MILANO - Guerre stellari silenziose e battaglie nei cieli si annunciano per il 2003 e per gli inizi del 2004. Guerre stellari all'insegna della conquista dello spazio e dei suoi segreti. Battaglie giocate a colpi di missioni, progetti, finanziamenti che mettono l'un contro l'altro l'America e l'Europa, l'orticello dei russi e le ambizioni dei cinesi.

Alla conquista di Marte, in primis, ma ci sono anche Venere e Mercurio, due pianeti sui quali si focalizza l'attenzione dei programmi mondiali di astrofisica. Mentre la Cina annuncia la sua Nave Divina e si prepara a diventare la terza nazione della storia a mandare i suoi uomini nello spazio, anche l'Esa (l'agenzia spaziale europea) mette le sue carte in tavola : la missione Rosetta per l'esplorazione delle comete e degli asteroidi e poi la Mars Express, il progetto che porterà l'occhio elettronico dell'uomo sul Pianeta Rosso, alla ricerca di tracce di vita. L'America non sta a guardare: già adesso, due sonde Usa (Global Surveyor e Odyssey) girano a distanza dal pianeta per fotografare la sua superficie e vedere se c'è acqua.

E si annunciano altre missioni alla scoperta dei segreti marziani. Tutto questo non significa solo un traffico intenso nei pressi di Marte, ma anche una rincorsa alle progettazioni migliori, alle tecnologie più raffinate, ai finanziamenti che, come è avvenuto nel caso di Galileo, possono mettere l'uno contro l'altro due Paesei. Italia e Germania, infatti, non si sono messe d'accordo sui soldi e il progetto che avrebbe dovuto inaugurare la nuova era della navigazione satellitare, è naufragato. "Ricordiamoci che ci sono in ballo milioni - osserva Luigi Piro, ricercatore presso l'Istituto di Astrofisica e Fisica Cosmica del CNR - ma che ci sono anche delle teste e noi scienziati spesso siamo più ragionevoli dei politici".

Sì, ma alla fine il progetto Galileo è andato a monte. Qual è lo scenario nei cieli che ci si può aspettare in quest'anno in cui il mondo si prepara a grandi passi avanti nella conquista dello spazio?
Lo scenario può essere di diversi tipi. E' ovvio che ci siano delle concorrenze, anche a livello di singole nazioni. Ma la partita più importante la giocano la NASA e l'ESA. Le due agenzie, americana e europea, dovrebbero operare a livello di sinergie nell'obiettivo di arrivare a traguardi più o meno prestigiosi. Ma non sempre è così.

Senza contare i diversi fallimenti delle missioni...
Una certa percentuale di rischio si mette sempre in conto. L'ultimo fallimento, quello della missione Ariane 5 (ESA) è ancora in corso di accertamento, ci sono delle indagini che stanno cercando di far luce su quello che potrebbe essere successo. Ma non dimentichiamo i flop della NASA, come quello del 96, quando un vettore Usa Pegaso fallì clamorosamente. Devo però dire che ultimamente ci sono stati troppi inconvenienti, cosa che ha fatto preoccupare tutta la comunità scientifica. In ogni caso, le cause esatte ancora non si conoscono, spesso si tratta di singoli episodi, ognuno diverso dall'altro.

Non si rischia un eccessivo affollamento diretto alla scoperta di Marte?
Sì, in effetti il Pianeta Rosso è il sogno dell'uomo moderno, quello su cui si appuntano le speranze di molti ricercatori. Ma diciamo subito che ci sono diversi sistemi di esplorazione, da quello satellitare a quello orbiter. Quindi c'è spazio per un'integrazione ragionata dei progetti. Il fatto è che qualche volta le esigenze di visibilità di un Paese rischiano di offuscare quello che potrebbe essere una missione interessante e utile a tutti.

Si spieghi meglio...
Dico che, come è giusto, ciascun Paese ha delle esigenze di visibilità, che ricadono sull'industria spaziale. Quindi si parla di finanziamenti, di progetti più o meno supportati. E' quindi ovvio che ci siano delle rivalità, non solo fra i Paesi, ma anche fra le due grandi forze, l'ESA e la NASA. Poi ci sono anche i russi e adesso i cinesi. Staremo a vedere, lo scenario deve però essere quello di una collaborazione, non quello di un'opposizione fra le forze, questo almeno è quello che pensiamo noi scienziati.

Lei diceva che non c'è solo Marte, ma i progetti vanno oltre. Quali sono le nuove frontiere dello spazio?
C'è Mercurio, in primis. L'Agenzia Spaziale Europea ha approvato un'interessante missione sul pianeta. Ma c'è anche Venere, senza contare i progressi che ha fatto la sonda Cassini. Lo spazio è grande...


2003, l'Europa alla conquista dello spazio
Un anno importante per l'esplorazione degli altri pianeti, soprattutto di Marte. Accanto ai primi cosmonauti cinesi e alle missioni Usa, importanti progetti europei

MILANO - L'anno spaziale si apre nel segno dell'Europa. Una serie di progetti diversi, importanti e complessi stanno per prendere piede nel segno delle dodici stelle. Cominciamo con Rosetta, una missione ambiziosa: una sonda che avrebbe la pretesa di posarsi, dopo otto anni di crociera interplanetaria, su una cometa. Ma la sua partenza, inizialmente prevista per il 12 gennaio, è stata sospesa, come avvenne per Ariane 5, il cui ultimo esemplare è esploso in volo, lo scorso 11 dicembre.
A giugno, l'Agenzia Spaziale Europea si lancerà in una seconda sfida. La navicella Mars Express deve essere lanciata verso Marte dove depositerà una sonda britannica, incaricata di trovare nientemeno che tracce di vita. E ci sono anche altri appuntamenti mondiali: l'attesa per il lancio dei primi cosmonauti cinesi, un punto di svolta nella storia dello spazio. Ma tutto l'anno 2003 segna l'assalto dell'Europa alla conquista del pianeta Marte. Alla fine dell'anno, il pianeta sarà assalito da una vera "armata" di sei sonde automatiche, destinata a scavare nei suoi più intimi segreti. Un piccolo robot inglese che verrà trasportato dalla navicella Mars express dovrà portare una risposta alla domanda: c'è o non c'è vita sul pianeta vicino alla Terra?

Due robot americani dovranno rifare l'exploit di Pathfinder del '97, posandosi sulla superficie marziana, alla ricerca di forme di vita, soprattutto di acqua. Già adesso, due sonde Usa (Global Surveyor et Odyssey) girano a debita distanza dal pianeta per fotografare la sua superficie e vedere se ci sono tracce di acqua. Altre tre navette, due americane e una europea, vogliono approfittare di un periodo raro di vicinanza fra i due pianeti per fare un rapido viaggio sul pianeta rosso e porvi dei detector. Infine, c'è anche un quarto apparecchio, stavolta giapponese, che si unisce alla "flotta" in un lungo giro intorno a Marte dal 2003 fino agli inizi del 2004. Ma il Planet-B Nozomi ha dei problemi di navigazione.

Fra dicembre 2003 e gennaio 2004 ci sarà allora un intenso traffico su Marte. Il primo arrivo in questa corsa a più di centomila km all'ora sarà quello di Mars Express, dell'Agenzia Spaziale Europea. Il lancio del razzo russo Soyouz è previsto per il primo giugno 2003. Ma questa è la prima volta che l'ESA invia una navicella su Marte. Cinque giorni prima di arrivare a destinazione, Mars Express sgancerà la sonda Beagle 2, che verrà frenato dall'armosfera del pianeta prima di toccare la superficie alla ricerca di forme di vita.

C'è da ricordare che si tratta di operazioni estremamente complesse e che, solo nel 99, la NASA ha perso due sonde marziane, una che doveva posarsi sulla superficie del pianeta, l'altra che doveva mettersi in orbita e sorvolare i poli. E nel gennaio del 2004, se tutto filerà per il verso giusto, le due sonde americane, Mars Exploration Rover (MER) A e B, dopo lo spettacolare lancio dai razzi Delta II da Cape Canaveral in Florida, arriveranno a Marte. Le due sonde sono assolutamente identiche, ma andranno a posarsi su due regioni diverse del pianeta. Dopo l'atterraggio, il vascello si dovrebbe aprire su se stesso e lasciar uscire un piccolo veicolo robotizzato, che andrà a esplorare la superficie.


Nel 2003 astronauti cinesi nello spazio
L'annuncio fatto dai media di Stato. La Cina è la terza nazione a inviare esseri umani nel cosmo con propri mezzi dopo Russia e Stati Uniti. I test già avviati con la Shenzhou, cioè "Nave divina"

PECHINO - La Cina sarà la terza nazione a conquistare lo spazio. La prima nave spaziale con astronauti a bordo della Repubblica popolare cinese sarà lanciata nella seconda metà del 2003. L’annuncio è giunto oggi dai mezzi d'informazione ufficiali cinesi, i quali sottolineano ovviamente il traguardo del Paese, terzo a compiere l’impresa con mezzi propri dopo Russia e Stati Uniti. Gli astronauti europei infatti sono andati nel cosmo, ma soltanto con missioni alle quali partecipavano anche gli altri due Paesi.

Secondo il direttore del centro aerospaziale di Shanghai Yuan Jie, intervistato dal quotidiano ufficiale China Daily, i preparativi per la prima missione di astronauti cinesi nello spazio sono giunti alla fase finale, quella dei test. In passato la Cina aveva attuato passi preliminari del proprio programma spaziale, come il lancio nello spazio, senza equipaggio, di navicelle concepite per ospitare esseri umani.

Il quarto lancio di questa serie è avvenuto lunedì scorso, in quello che probabilmente è l'ultimo test prima che Pechino mandi in orbita il suo primo astronauta. Dalla Cina è partita Shenzhou IV, il cui nome significa “Nave divina”. La navicella, riportano i media ufficiali, è già in orbita intorno alla Terra e vi resterà per alcuni giorni prima di rientrare. Il primo veicolo spaziale della serie era stato lanciato nel 1999.

Tomás de Torquemada
10-01-03, 07:05
Dal sito www.ilnuovo.it

Scoperto Ogle, è per ora il pianeta più lontano dalla Terra
Una nuova tecnica di ricerca ha permesso a uno scenziato di Harvard di identificare il corpo celeste alla distanza record di 5mila anni luce dal Sistema solare

SEATTLE – Da oggi la Terra ha un parente più lontano: si chiama Ogle-Tr-56b ed è il pianeta conosciuto più lontano dal Sistema solare: circa 5mila anni luce dalla Terra, pari a 10 trilioni di chilometri. Una distanza tanto immensa da essere impossibile da immaginare.

A scoprirlo Divitar Sasselov, un astronomo del centro di astrofisica americano Harvard-Smithsonian che ha dato l’annuncio a Seattle, nello stato di Washington, a un convegno dell’American Astronomical Society. Un annuncio che ha suscitato lo stupore dei presenti. La scoperta è infatti rilevante soprattutto sotto il profilo della tecnica usata: il “transit searching”, ovvero la “ricerca di transito”. Il nuovo pianeta è infatti stato individuato dallo scienziato attraverso la tecnica della misurazione della luminosità delle stelle prima e durante il passaggio di un corpo celeste: la variazione di luminosità dovuta al passaggio di un pianeta davanti a una stella è rilevabile anche alle enormi distanze cosmiche.

E' la prima volta che questo sistema porta a identificare un pianeta che si trova al di fuori del sistema solare. Lo stesso Sasselov ha spiegato che la nuova tecnica potrebbe portare in futuro a scoprire l'esistenza di diversi pianeti simili al nostro, anche abitati, in altri sistemi solari. Tra i principali argomenti in favore dell’esistenza della vita nell’universo infatti, c’è la teoria basata sulla statistica: se esistono molti altri pianeti che ruotano intorno a ciascuna stella nel cosmo, è statisticamente assai probabile che su qualcuno di essi si siano verificate condizioni favorevoli alla vita analoghe a quelle della Terra.

Silvia
12-01-03, 22:24
Individuato in Italia, per la prima volta, un cratere provocato da un meteorite. E' alle falde del Monte Sirente, in Abruzzo, ed è stato scoperto da un gruppo di ricercatori italo-svedesi, e in particolare dell'Università di Pescara. A darne notizia è il sito degli astronomi specializzati in meteoriti (Tumbling Stone) e lo studio verrà pubblicata sulla rivista "Meteoric and Planetary Science".
L'impatto del meteorite non è lontanissimo nel tempo: niente dinosauri o simili. Siamo al tramonto dell'era romana, probabilmente fra il IV e il V secolo dopo Cristo. Il meteorite è penetrato nell'atmosfera terrestre alla velocità di 20 km al secondo, il doppio di una pallottola, e si è vaporizzato al contatto con il suolo. Una esplosione che ha lasciato come unica traccia un cratere del diametro di circa 140 metri ora occupato da un piccolo lago. Per un millennio e mezzo nessuno ne ha saputo nulla, ma un paio di mesi fa l’astronomo svedese Jens Ormo ha visto il lago ed è rimasto colpito da un particolare. Intorno al bordo c'è infatti una specie di terrapieno di circa due metri, non compatibile con la tipologia carsica della zona in cui esistono degli sprofondamenti di tutt'altra forma. Una curiosità che ha spinto il ricercatore ad approfondire, assieme ad Angelo Pio Rossi dell'Università di Pescara, le analisi del sito e a scoprire la verità. Intorno al cratere principale i ricercatori hanno trovato anche le tracce di altri crateri minori che confermano l'ipotesi dell'impatto. Di solito infatti i meteoriti che riescono ad arrivare fino a Terra si spaccano durante il volo e si frantumano in più pezzi che poi producono una serie di altri crateri minori. Intorno al cratere principale del Sirente se ne sono trovati altri due profondi almeno 9 metri.
(Fonte: Il Messaggero del 23/11/2002)

Qui (http://spaceguard.ias.rm.cnr.it/tumblingstone/issues/current/it/sirente.htm), sul sito dei Tumbling Stone, un articolo dettagliato e un’interessante documentazione fotografica.

Tomás de Torquemada
11-02-03, 03:48
Dal sito www.ilnuovo.it

Scoperta della Nasa: l'universo si espande all'infinito
Il destino del cosmo non è il collasso in un buco nero. Ua forza oscura contrasterebbe l'azione implosiva della gravità: la scoperta, anticipara dal Sunday Telegraph, sarà annuncita a giorni

LONDRA - Il destino dell'Universo non è l'implosione in un buco nero. Al contrario: un'oscura forza cosmica sembra vincere la gravità facendo espandere l'universo tendenzialmente all'infinito. La scoperta, che metterebbe fine a decenni di discussioni tra scienziati, è stata fatta dalla Nasa. La scoperta verrà presentata tra qualche giono, come riporta oggi il Sunday Telegraph.

Fino ad ora le teorie sul destino dell'Universo si sono principalmente divise tra due tesi del tutto opposte: da una parte chi vedeva vincere la forza di gravitazione, con conseguente schiacciamento e collisione delle galassie e formazione finale di un immenso buco nero e chi sosteneva l'esistenza di una forza oscura che costringe l'universo ad espandersi.

Esiste in realtà anche una terza posizione, minoritaria, secondo la quale l'espansione dell'universo rallenta fino a fermarsi. E con un perfetto bilanciamento tra espansione e contrazione si arriverebbe ad una forma di equilibrio capace di evitare catastrofi cosmiche. Almeno per un certo periodo.

L'evoluzione dell'universo è infatti stata sempre vista come una grande battaglia tra le due forze. Il Sunday Telegraph scrive che secondo il professor Antony Lasenby, un astrofisico dell'Università di Cambridge, l'annuncio della scoperta della Nasa cambierà le nostre valutazioni sull'universo e rappresenta una notizia epocale che smentisce o modifica le teorie di scienziati che vanno da Albert Eistein a Stephen Hawking.

La scoperta della Nasa è stata raggiunta grazie alle esplorazioni, effettuate con un satellite MAP (Microwave Anistropy Probe), nello spazio profondo. L'esistenza di una forza oscura che contrasta la spinta implosiva della gravitazione era già stata ipotizzata nel 1997, in seguito a osservazioni telescopiche. La valutazione era derivata dallo studio di stelle supernove ed aveva portato ad ipotizzare l'esistenza di una forma di materia con una forte pressione negativa, del tipo della costante cosmologica indicata da Einstein all'interno della Teoria generale della relatività e che doveva mantenere l'universo in posizione di equilibrio. Poi lo stesso scienziato aveva abbandonato questa ipotesi di fronte all'evidenza astronomica che l'universo stava allargandosi.

L'Agenzia spaziale americana ha misurato il calore rimasto dal Big Bang - dal quale l'universo sarebbe nato 14 miliardi di anni fa - per arrivare alle sue conclusioni. Ma lo studio, oltre a dare certezza a questo aspetto, sostiene anche che l'espansione non dovrebbe terminare in un collasso globale, almeno in termini di miliardi di miliardi di anni.

Questo non verrà invece garantito alle forme di vita al suo interno. L'energia per tenere vive le galassie e le stelle verrà infatti via via consumata nel corso dei trilioni di anni che segneranno l'esistenza del nostro universo.

Silvia
17-02-03, 22:48
Bagliori lontani
da Cielo! La newsletter di astronomia di “Prendi le stelle nella rete”

Più grande di Mercurio, con un'atmosfera densissima, Titano è forse l'unico altro corpo del Sistema Solare, oltre la Terra, a possedere mari e laghi. Non d'acqua, ben inteso , ma di metano liquido. La teoria ha più di vent'anni ma da poco ha ricevuto una nuova conferma. Grazie ad alcuni astronomi che hanno avuto la brillante idea di giocare, per così dire, "a specchietto" con il satellite. In realtà non si sono usati specchi ma un potente emettitore e un ricevitore di impulsi radio.
La branca dell'Astronomia a cui appartiene questo metodo di osservazione non è nuova e si chiama Radar Astronomia. Studia i corpi celesti sfruttando il fenomeno della riflessione, cioè l'eco, di onde radio inviate su di essi dalla Terra. Il principio è lo stesso usato per il controllo del traffico aereo. Ebbene l'eco che è giunto agli astronomi osservando Titano è tipico di superfici molto vaste e riflettenti come quelle di mari o di laghi. Queste osservazioni confermerebbero quindi la teoria della loro presenza sulla superficie di Titano. Le consistenti piogge di metano, che li avrebbero alimentati, sarebbero infatti l'unico fenomeno in grado di spiegare l'inaspettata bassa percentuale di questo elemento nell'atmosfera del satellite. Ma per la piena conferma di questa ipotesi dovremmo aspettare che la Cassini arrivi su Saturno nel luglio del 2004. La sonda orbitante è infatti equipaggiata di radar per mappare la superficie di Titano prima di sganciare la Huygens che vi atterrerà finalmente nel gennaio 2005. (Caterina Boccato)

http://www.pd.astro.it/urania/2003/articoli/images/s6a3i1.jpg
Una recente immagine di Titano

:)

Silvia
16-03-03, 21:46
Doppio impatto
da Cielo! La newsletter di astronomia di “Prendi le stelle nella rete”

Che la Luna avesse avuto una nascita violenta si sapeva già. Lo aveva spiegato un paio di anni fa l'astronoma americana Robin Canup, secondo la quale un corpo celeste delle dimensioni di Marte urtò il nostro pianeta in un remoto passato, disintegrandosi. Dai detriti, rimasti in orbita attorno alla Terra, si condensò la Luna. Ora la scienziata, una volta perfezionato il modello, sostiene che gli urti con il nostro pianeta furono addirittura due.

La teoria pare funzionare: anche i dati sulla composizione chimica terrestre confermerebbero un antico impatto con un corpo celeste esterno. Gli astronomi lo chiamano Theia, la madre della Luna nella mitologia greca. Secondo il nuovo modello, Theia cadde sulla Terra 4 miliardi e mezzo di anni fa, frantumandosi. Dell'anello di detriti che si formò attorno al nostro pianeta, la maggior parte si sarebbe raggruppata in un nuovo corpo roccioso; ma non era ancora la Luna.
Il nuovo corpo precipitò ancora sulla Terra a causa della sua attrazione, ma gran parte dei suoi detriti piovvero sul nostro pianeta e ne furono incorporati. Fu solo dal restante 10% della sua massa, disperso in un disco di detriti attorno alla Terra, che si formò il nostro satellite. Secondo il modello, all'epoca della sua formazione la Luna era quindici volte più vicina di adesso e appariva perciò quindici volte più grande in cielo: uno spettacolo affascinante e sconvolgente, che oggi non possiamo più goderci. (Melania Brolis)

http://www.pd.astro.it/urania/2003/articoli/images/s8a1i3.jpg
Ecco come potrebbe essere
avvenuta la condensazione
del materiale lunare.

:)

Silvia
07-05-03, 21:06
Oggi Mercurio ha "oscurato" il Sole

Stamattina sul Sole è spuntato un piccolo “neo” che, dalle 7.12 alle 12.32, si è mosso lentamente sulla sua superficie: è questa l'impressione che si ricava osservando Mercurio transitare davanti al Sole.

Oggi, infatti, la posizione del pianeta è venuta a coincidere con quella del Sole, creando una vera e propria mini-eclissi. A quanto dicono gli esperti, è un fenomeno che può accadere non più di 13 o 14 volte ogni secolo, e peraltro è visibile solo in rare occasioni. Quella di oggi è stata una di queste, anche se solo chi possiede un piccolo telescopio ha potuto osservare il fenomeno nella sua interezza.

Il transito di Mercurio davanti al Sole non è soltanto una curiosità: grazie ad esso (e al transito di Venere) è stato possibile calcolare la distanza fra la Terra e il Sole, o meglio la principale unità di misura utilizzata in astronomia, l'Unità Astronomica (Ua). Da quest'ultima è possibile dedurre la distanza di tutti i corpi celesti, dai pianeti del Sistema Solare alle galassie più lontane.

Il passaggio di Mercurio davanti al Sole anticipa di un anno un evento ancora più raro: è atteso per l'8 giugno 2004 il passaggio di Venere sul Sole, evento che non si verificava dal 1882.


http://www.silviadue.net/vari/mercurio.jpg

* Altre due immagini del transito di Mercurio: alle 08:10 (http://utenti.lycos.it/silviatre/astronomia/mercurio_8_10.jpg) (dall'Osservatorio
F. Fuligni) e alle 12:25 (http://utenti.lycos.it/silviatre/astronomia/mercurio_12_25.jpg), sette minuti prima dell’uscita dal disco solare (dall'Osservatorio Astronomico dell'ATA del Vivaro).

:)

Conte Jean
09-05-03, 12:17
Buongiorno a tutti,
a proposito di astronomia (ma forse più di astrologia...) vorrei avere informazioni circa l'influsso dell'allineamento dei pianeti sul momento della nascita. So che l'argomento è vastississimo e si è scritto tantissimo.

Comunque quello che mi preme di più è sapere se esiste qualche sito (possibilmente scientifico) che dà la possibilità di valutare la posizione dei pianeti in un certo momento, oppure un programma shareware affidabile

Grazie per ogni vostro interessamento in merito.

;)

F.B.
09-05-03, 14:15
http://www.astro.com/oroscopi/ahor.asp

al link "Tema natale e Ascendente"

e/o "Selezione Estesa Carte" è possibile ottenere quello che cerchi.

Saluti

Silvia
09-05-03, 15:55
Originally posted by Conte Jean
Buongiorno a tutti,
a proposito di astronomia (ma forse più di astrologia...) vorrei avere informazioni circa l'influsso dell'allineamento dei pianeti sul momento della nascita. So che l'argomento è vastississimo e si è scritto tantissimo.

;)
E infatti è praticamente impossibile fare una sintesi di tutti gli elementi che, secondo gli astrologi, caratterizzano la Carta del Cielo...

L'interpretazione del Tema Natale non è semplice, perché deve tenere conto di una serie complessa di concetti: i Pianeti che indicano le facoltà dell’animo, i Segni che ne coloriscono le quantificazioni, le Case che rappresentano zone di attività e di interesse (a loro volta da interpretare), gli Aspetti che intrecciano complicate relazioni armoniche e disarmoniche tra tutti questi elementi.

E' vero che ogni riferimento astrologico contiene in sé un enunciato elementare, al quale corrispondono interpretazioni esplicite e generali (ad esempio: lo scorpione è profondo, intuitivo, aggressivo, intransigente etc.) ma, se ci si limitasse a mettere in successione tutte le varie indicazioni, ne verrebbe fuori un pasticcio indecifrabile e contradditorio. E’ invece indispensabile procedere a un accurato lavoro di sintesi, selezionando dalla massa delle informazioni un discorso sufficientemente coerente, perché l'unicità di ogni individuo non è data dalla somma delle varie componenti del suo oroscopo, bensì dalla loro organica fusione.

In ogni caso, uno dei principi fondamentali dell’astrologia dice: "Astra inclinant, non determinant", nel senso che l'influenza degli astri non è rigidamente meccanicistica, ma si esprime più che altro sotto forma di tendenze… Ciò significa che le corrispondenze dell’astrologia non assumono mai caratteristiche di inevitabilità, ma di semplice probabilità e vanno ad integrarsi con le altre diverse componenti (eredità biologica, ambiente, cultura...) che agiscono sull’uomo, lasciandone intatto il libero arbitrio.

Infine (ma queste sono considerazioni del tutto personali…), in astrologia è vero tutto e il contrario di tutto, cosicché l’interpretazione del Tema Natale è sempre soggettiva ed è possibile indirizzarla nella direzione voluta. E, se si sbaglia, c’è sempre una giustificazione… ma in fondo, per non sbagliare, basta confrontarsi con il Tema Natale di persone che si conoscono bene, proprio come mi divertivo a fare io. :D


P.S. Oltre al sito consigliato da F.B. (ottimo), ti segnalo questi:

* Per il grafico della Carta del Cielo:
http://oroscopo.virgilio.it/oroscopo/NatalChart

* Per l'interpretazione immediata del Tema Natale:
http://www.polveredistelle.it/varie/tnatalt1.asp

*Per il significato (sintetico) dei pianeti nei rispettivi segni (e altro):
http://digilander.libero.it/DiarioSpecchio/id17.htm

* Per una visione più "generale" dell'astrologia:
http://www.armonics.it/
http://www.robynoro.net/dentro/index.htm
http://digilander.libero.it/sam9999/index01.htm

Conte Jean
11-05-03, 11:50
Grazie mille Silvia per la prontissima ed esaustiva risposta.:kz
Ho inteso che ti sei occupata di questo argomento, magari potremo riprenderlo in un prossimo 3ad...:)
a risentirci.

agaragar
11-05-03, 12:33
Originally posted by Conte Jean

Ho inteso che ti sei occupata di questo argomento, magari potremo riprenderlo in un prossimo 3ad... :kz
a risentirci.
:rolleyes:

Conte Jean
11-05-03, 14:21
Ovviamente ringrazio anche F.B. ;)
...volevo solo essere cavaliere...

Silvia
10-06-03, 22:20
Giove e i suoi (nuovi) satelliti

Aumentano i satelliti individuati intorno a Giove. Due astronomi dell'Università di Hawaii hanno scoperto 20 nuove “piccole lune” portando a 60 il numero dei corpi celesti che girano intorno al pianeta gigante. David C. Jewitt e Scott S. Sheppard ne hanno scoperti 43 nell'arco di 3 anni: «È stata la tecnologia a permetterci quest'ultima identificazione. Abbiamo utilizzato il telescopio di 3.6 metri di apertura situato sull'isola hawaiana di Mauna Kea (un telescopio franco-canadese-statunitense) che ci ha permesso di scoprire satelliti del diametro di un miglio, dunque sempre più piccoli». I ricercatori stimano che Giove abbia un totale di 100 satelliti e sperano di poter utilizzare un telescopio di 8.3 metri di apertura per avere le possibilità di vedere corpi celesti attraverso una distanza di un quarto di miglio.

E così, dopo aver goduto del primato di pianeta con più satelliti per 230 anni, Saturno è costretto a piegare definitivamente davanti al suo più vicino e inarrestabile rivale Giove. I suoi 31 satelliti, infatti, non reggono più il titolo. La scoperta di un numero così vasto di satelliti di Giove è in parte dovuto al fatto che appaiono più luminosi di quelli dei pianeti distanti; essi infatti sono più vicini sia al Sole, che li illumina, sia alla Terra, sede di avvistamento degli astronomi.

Fonte: Focus
(Notizia aggiornata al 2 giugno 2003)

http://www.silviadue.net/vari/giove_e_io.jpg
Giove con uno dei suoi satelliti, Io.
(Foto Nasa)

Tomás de Torquemada
14-06-03, 16:12
Da slto www.ilnuovo.it

Nasa, un'astronave oltre il sistema solare
Allo studio un nuovo motore nucleare che permetterà di fare il grande balzo nello spazio. Il progetto da sei milioni di dollari dovrebbe essere pronto per il 2011.

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,181642,00.html

Silvia
23-07-03, 21:25
Settanta sestilioni: sarebbe questo l'ammontare delle stelle del nostro Universo visibile, quello scrutabile dagli attuali telescopi. Per intenderci, sono settanta seguito da ventidue zeri, stella più, stella meno: un calcolo compiuto da un gruppo di astronomi australiani, e reso pubblico alla conferenza dell'International Astronomical Union in corso in questi giorni a Sydney. Un'attenta valutazione della luminosità di tutte le galassie in una porzione di Universo ha consentito di stimare il numero delle stelle in esse contenute. A partire da questi dati è stata calcolata la cifra per tutto l'Universo visibile: una cifra astronomica (letteralmente…;) ), che equivale a tutti i granelli di sabbia che formano le spiagge e i deserti del nostro Pianeta, moltiplicati minimo per dieci.
"Ma la quantità reale", commenta Simon Driver dell'Australian National University, "potrebbe essere molto più grande, di fatto potrebbe tendere all’infinito. Il numero si riferisce infatti solo a quella porzione di spazio che siamo in grado di osservare con i nostri strumenti, ed è solo una frazione minuscola dell’intero cosmo. E stiamo parlando solo di stelle. Pensate anche a tutti i pianeti e i satelliti che ruotano loro intorno".

Il gruppo di ricerca guidato da Driver sostiene di aver fornito la stima più accurata mai realizzata grazie soprattutto a due fattori: telescopi più potenti, che consentono di calcolare con maggior precisione il numero di galassie, e una sempre più precisa conoscenza della geometria dell'Universo.

Liberamente tratto da Il Giornale di oggi e dal sito www.galileonet.it

http://www.papociencia.ufsc.br/imagens/universo%20copy.jpg

:)

Tomás de Torquemada
22-09-03, 00:15
Da Televideo

Nasa: sonda Galileo "suicida" su Giove

La sonda spaziale della Nasa "Galileo" si è disintegrata penetrando nell'atmosfera del pianeta Giove, il più grande del sistema solare.
Si è trattato di una sorta di "suicidio annunciato". La sonda ha trasmesso fino all'ultimo secondo, persino le immagini della sua "morte" avvenuta, per la cronaca, alle 15.10, ora di Washington.
Galileo ha vissuto per oltre 14 anni. Ne ha passato otto a fotografare Giove e i suoi satelliti.

Silvia
11-10-03, 20:48
L'universo? Somiglia a un pallone da calcio!

L'universo potrebbe essere finito e avere forma sferica, un po’ come un pallone da calcio… Più o meno così:

http://silviauno.supereva.it/vari/Story.jpg :D


Lo sostengono ricercatori statunitensi e francesi in un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista scientifica "Nature", nelle edicole da giovedì.

Jeffrey Weeks, scienziato statunitense della MacArthur Fellow di Canton (New York), è giunto alle medesime conclusioni degli studiosi dell'Osservatorio di Parigi, coordinati da Jean Pierre Luminet: l'Universo avrebbe confini molto precisi e sarebbe rinchiuso all’interno di dodici pentagoni curvi uniti tra loro a formare una sfera, proprio come un pallone da football. In questa singolare figura geometrica sarebbero uniti insieme blocchi di spazio in modo che ogni faccia a forma di pentagono sia ancorata alla sua faccia opposta.

I ricercatori affermano che i dati comunicati dal satellite-sonda della Nasa che monitora le tracce delle radiazioni originate dal Big Bang - la grande esplosione primordiale che avrebbe dato origine all'universo - non risultano coerenti con un modello di universo infinito, in quanto “le fluttuazioni di temperature segnalate sono molto inferiori a quelle che dovrebbero essere presenti in un Universo infinito”.

"Da millenni - ha osservato Weeks - l'uomo si chiede se l'universo sia finito o infinito. Ora, dopo decine di secoli di speculazioni scientifiche, filosofiche e religiose, i dati sperimentali ci hanno condotti, forse, vicini alla verità".

Commentando i rivoluzionari risultati delle ricerche sulla forma dell'universo, l'astrofisico George Ellis dell'Università di Città del Capo (Sudafrica) afferma che se tali conclusioni si riveleranno corrette, potremmo effettivamente vivere in un piccolo universo chiuso.

Fonte: CNN Italia - 9 ottobre 2003

Silvia
18-02-04, 22:40
Scoperta la galassia più lontana
Dista dalla Terra 13 miliardi di anni luce

Un team di astrofisici della Nasa ha annunciato di aver scoperto quella che con molta probabilità è la galassia conosciuta più lontana dalla Terra. Si chiama "Abell 2218" e secondo i ricercatori si trova a circa 13 miliardi di anni luce dal nostro pianeta, una bella distanza se si pensa che ogni anno luce corrisponde a 9.460 miliardi di chilometri. Se i dati sulla distanza verranno confermati, i ricercatori potranno fregiarsi del merito di aver scoperto uno dei primi corpi partoriti dall’Universo subito dopo l’esplosione del Big Bang.

L’incredibile scoperta è stata possibile grazie a due potenti telescopi, uno sulla Terra, nelle Hawaii, il "Keck" e l’altro, che l’amministrazione Bush intende abbandonare, nello spazio, l’Hubble. L’identificazione di un oggetto celeste a distanze così grandi servirà a fornire un’infinità di informazioni dirette sulla prima fase di formazione stellare dell’Universo neonato. Studiare questi “corpi”, infatti, equivale un po’ a un viaggio indietro nel tempo.

Le radiazioni luminose viaggiano infatti nello spazio a una velocità definita di 300mila chilometri al secondo. Questo significa che la luce che osserviamo provenire dalle stelle ha impiegato un certo tempo per arrivare fino a noi, un tempo che è “proporzionale alla distanza che ha percorso”.

Da www.giornaletecnologico.it - 16 febbraio 2004

http://silviauno.supereva.it/vari/galassia.jpg * Ingrandimento (http://www.u.arizona.edu/~justin/images/hubblepics/full/GalaxyClusterAbell2218.jpg)
Nella parte di immagine cerchiata a sini-
stra, la galassia più lontana dalla Terra:
è a 13 miliardi di anni luce.
(Kneib and Ellis/Ap photo/Nasa-Esa)

Silvia
16-03-04, 20:48
Ecco Sedna, il decimo pianeta del Sistema solare (forse...)

È stato chiamato Sedna, come il dio dell'oceano degli Inuit, ha un diametro di circa 2000 chilometri, più probabilmente 1700. Si tratta del più grosso oggetto mai trovato nel nostro Sistema solare dopo la scoperta di Plutone nel 1930. Dista circa 13 miliardi di chilometri dalla Terra e potrebbe essere il primo oggetto della cosiddetta nuvola di Oort, un ipotetico ammasso di asteroidi e piccoli corpi ghiacciati che si trova oltre Nettuno e la fascia di Kuiper. Per alcuni astronomi si tratterebbe del decimo pianeta del Sistema solare, riaccendendo così il dibattito tra gli scienziati su cosa possa essere definito un pianeta. Il suo diametro è ben oltre il doppio di quello dei più grossi asteroidi, e forse possiede anche una luna.

Grosso e regolare. Inoltre, a differenza degli oltre 400 oggetti finora identificati nella cintura di Kuiper, ha un'orbita regolare. Altri planetoidi, come Quaoar e Veruna scoperti di recente, hanno invece un'orbita più irregolare. E questo fa protendere alcuni astronomi a definirlo il "decimo pianeta". Altri scienziati, invece, sono di opinione contraria, e anzi ritengono che neppure Plutone sia definibile come pianeta e lo declassano a semplice oggetto astronomico, uno dei tanti - sebbene di dimensioni considerevoli - presenti nelle regioni estreme del Sistema Solare.
La scoperta di Sedna è stata fatta grazie anche al nuovo telescopio spaziale all'infrarosso ribattezzato Spitzer e spedito in orbita nell'agosto del 2003. Anche Hubble, che invece è un telescopio ottico, ha confermato l'osservazione.

Da www.focus.it (Notizia aggiornata al 16 marzo 2004)

http://newsimg.bbc.co.uk/media/images/39890000/jpg/_39890536_sedna_nasa_203.jpg
La porzione di spazio dove è stato
osservato Sedna - © Nasa

Silvia
07-09-04, 20:56
Sedna e la luna fantasma

Il mistero attorno a Sedna - il più lontano oggetto del Sistema Solare finora scoperto - non sembra risolversi. Anzi, man mano che le osservazioni continuano, si infittisce.

Fin dalla scoperta, nel novembre del 2003, il pianetino ha attirato l'attenzione degli astronomi per la sua rotazione molto lenta, pari a circa 20 giorni terrestri. La causa più plausibile di un movimento così rallentato potrebbe essere la presenza di una luna che ne frenerebbe la rotazione con la sua influenza gravitazionale. Ma della luna, finora, non c'è alcuna traccia. Neppure i due telescopi spaziali Hubble e Spitzer sono riusciti a scovarla. Una luna senza luce.

Un gruppo di astronomi inglesi capitanati da Chandra Wickramasinghe sembra ora in grado di svelare il mistero della luna fantasma. La luna di Sedna sarebbe una vecchia cometa ormai estinta, composta di materiale catramoso lasciato dallo scioglimento del ghiaccio che prima la ricopriva. Si tratterebbe dunque di un oggetto nuovo, finora mai osservato, dalla caratteristica singolare: butterato e scurissimo, tanto da assorbire più del 99 per cento della luce che lo colpisce, come hanno calcolato gli astronomi inglesi.
La luna mangialuce sarebbe costituita da areogel, un materiale leggero come l'aria (ha tre volte la sua densità), ma solido. Il suo segreto? La struttura simile a una spugna, composta per l'85 per cento del volume da spazi vuoti, capace di intrappolare la luce, senza rifletterla.

Se così fosse, per poter rallentare Sedna, la sua luna sarebbe stata una cometa di dimensioni enormi, almeno centinaia di volte superiori a quelle conosciute. Questo particolare lascia perplessi diversi astronomi, ma l'ipotesi rimane suggestiva: si tratterebbe di una nuova classe di comete giganti ormai estinte. Inoltre «se le ipotesi verranno confermate - spiega Wickramasinghe - la luna di Sedna indicherebbe che ci deve essere una popolazione sconosciuta di oggetti oscuri nel nostro sistema solare».


Fonte: www.focus.it (notizia aggiornata al 24 agosto 2004)

http://www.silviadue.net/vari/sedna_nasa.jpg
Foto Nasa

Silvia
15-01-05, 10:32
Su Titano ci sono monti e fiumi
La luna di Saturno rivela una geologia attiva


C'é un massiccio montuoso sulla superficie di Titano, percorso da una rete di fiumi con i loro affluenti. L'Agenzia Spaziale Europea ha mostrato le prime immagini ricevute da Titano, la luna di Saturno raggiunta oggi dalla sonda "Huygens" in una missione congiunta fra Nasa, Esa e Agenzia Spaziale Italiana.

Le immagini, in bianco e nero e scattate da un'altitudine di 16 chilometri, mostrano delle linee scure che potrebbero indicare la presenza di liquido sulla superficie. "Credo che tutti noi continuiamo ad essere meravigliati man mano che il nostro sistema solare svela i propri misteri, sfida tutti i nostri preconcetti riguardo al fatto che questi pianeti siano oggetti statici, mentre possiedono una dinamica ed una complessità sorprendenti", ha dichiarato il direttore scientifico della Nasa, Alphonso Diaz.

''Al momento Titano è l'unico luogo nell'universo che conosciamo, dopo la Terra, ad avere una geologia attiva'', ha detto commentando la prima immagine di Titano il responsabile per l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) per l'esplorazione del Sistema Solare, Marcello Coradini.

I dati ricavati dalla missione dovrebbero gettare nuova luce sulla composizione dell'atmosfera e del suolo di Titano, e forse anche sulle origini della vita sul nostro pianeta, dato che secondo gli scienziati sulla Terra primitiva regnavano condizioni non dissimili da quelle del satellite di Saturno.

"Siamo i primi a mettere piede su Titano", ha dichiarato Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell'Esa, aggiungendo: "I dati scientifici che stiamo raccogliendo sveleranno i misteri di questo nuovo mondo, "Cassini" ha appena iniziato a trasmettere i dati raccolti durante la fase di discesa di "Huyghens".

Questa è la parte fondamentale della missione dello Huyghens, durata il tempo necessario ad attraversare l'atmosfera di Titano: circa due ore e mezza nelle quali sono stati raccolti dati sulla composizione atmosferica e scattate numerose foto; inoltre la sonda - battezzata in onore dell'astronomo olandese scopritore di titano - dovrà accertare se sul satellite vi siano mari di etano e metano liquido come teorizzato dagli scienziati.

Titano è infatti l'unica luna del sistema solare a possedere un'atmosfera significativa: ricca di azoto e composta al meno al 6% da metano, è una volta e mezza più densa di quella terrestre. "E' un fantastico successo per l'Europa", ha concluso Dordain.


Da www.ilgiorno.it (15 gennaio 2005)

http://www.silviadue.net/vari/titano1.jpg


http://www.silviadue.net/vari/titano2.jpg

Foto ESA/NASA

Silvia
15-01-05, 18:11
Un grande silenzio profondo e assoluto, simile a quello della Terra in epoche antichissime, e poi suoni simili a tuoni: la voce di Titano ha raggiunto la Terra, registrata da uno strumento italiano.

''Nell'ascoltare la voce di un pianeta ci sono aspetti scientifici e importanti, ma anche aspetti umani altrettanto rilevanti'', ha osservato il responsabile dell'ESA per l'esplorazione del Sistema Solare, Marcello Coradini. ''Da un punto di vista psicologico - ha aggiunto - anche il silenzio è emozionante, un silenzio planetario come era quello presente sulla Terra prima che si formasse la vita''...


www.silviadue.net/audio/Sound_of_Titan-Nominal_Decent-1.wma

La "voce" di Titano

UgoDePayens
26-01-05, 17:02
Intervengo in questo interessante thread per chiedere se, secondo i frequentatori del forum, l'astrologia e l'astronomia siano effettivamente compatibili tra loro.

In effetti mi rendo conto che la domanda è già di per sé abbastanza tendenziosa, visto che l'astronomia è una di quelle discipline che vanno sotto il nome di "scienza sperimentale", mentre l'astrologia penso non abbia mai avuto pretese scientifiche... però mi piacerebbe sapere se effettivamente ci sia una spiegazione para-scientifica della validità di oroscopi e previsioni astrologiche.

Ovvero: come fanno stelle (e galassie) lontane milioni di anni luce a influenzare in qualche modo la vita sulla Terra? Qualche astrologo ha tentato di darsi una risposta?

Silvia
26-01-05, 19:03
In Origine Postato da UgoDePayens
Intervengo in questo interessante thread per chiedere se, secondo i frequentatori del forum, l'astrologia e l'astronomia siano effettivamente compatibili tra loro.

In effetti mi rendo conto che la domanda è già di per sé abbastanza tendenziosa, visto che l'astronomia è una di quelle discipline che vanno sotto il nome di "scienza sperimentale", mentre l'astrologia penso non abbia mai avuto pretese scientifiche... però mi piacerebbe sapere se effettivamente ci sia una spiegazione para-scientifica della validità di oroscopi e previsioni astrologiche.

Ovvero: come fanno stelle (e galassie) lontane milioni di anni luce a influenzare in qualche modo la vita sulla Terra? Qualche astrologo ha tentato di darsi una risposta?
Non credo che in questo forum ci siano "esperti" di astrologia. Da profana, provo a dirti cosa ne penso io. :)

Innanzitutto credo sia impossibile definire l’astrologia moderna una scienza. Ciò che interessa l’astrologia, infatti, non è la posizione reale dei corpi celesti (distanze, masse, temperatura ecc.), ma solo la loro apparenza, cioè il modo prospettico in cui si percepiscono da un dato punto della superficie terrestre. Le leggi dell'astronomia servono unicamente per facilitare i calcoli dell'astrologo, che si limita a interpretare simboli disegnati nel cielo (simboli che sono, in realtà, semplici colonne di numeri che qualche osservatorio ha calcolato per lui: le cosiddette effemeridi).

L’astrologia si è perfino dimenticata di aggiornare il suo "orologio" cosmico sulle trasformazioni che i millenni e le scoperte hanno determinato nella sfera celeste. E così ha completamente ignorato, superandola, la rivoluzione copernicana e ancora oggi si basa sulla concezione tolemaica, che è – appunto - quella delle "apparenze" (la Terra, ferma al centro dell’Universo, ruota solo su se stessa, il Sole percorre intorno ad essa un'orbita quasi circolare in un anno esatto, la Luna le ruota intorno in un mese circa, tutti i pianeti percorrono orbite complesse con movimenti retrogradi, accelerazioni e rallentamenti in un periodo che va dai pochi mesi di Mercurio ai duecentoquaranta anni di Plutone).

Ma l'astrologia non si è limitata a questo, è andata oltre. Per millenni ha sostenuto la necessità del numero perfetto di sette pianeti (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno… eh sì, anche Sole e Luna sono pianeti per gli astrologi… :D ). Ma quando, negli ultimi tre secoli, sono stati scoperti prima Urano, poi Nettuno e infine Plutone non si è per niente scomposta e li ha sistemati tranquillamente al loro posto, senza alcun problema.

Per tutte queste ragioni, a me sembra che il rapporto tra astrologia e astronomia non sia diverso da quello tra lettura dei fondi di caffè e agronomia: magari non del tutto incompatibile, ma estremamente forzato.



... però mi piacerebbe sapere se effettivamente ci sia una spiegazione para-scientifica della validità di oroscopi e previsioni astrologiche.
Non credo ci sia alcuna spiegazione, né scientifica, né para-scientifica.
Personalmente non credo nell’astrologia predittiva… eppure, irrazionalmente, non escludo affatto una certa influenza delle stelle sul carattere delle persone. So per esperienza che la lettura del tema natale ("fotografia" della carta del cielo al momento della nascita) dà spesso un’idea abbastanza vicina alla realtà del carattere delle persone. Ma davvero non saprei dire perché. :)

UgoDePayens
26-01-05, 22:07
Molto interessante ciò che dici.
Però non capisco: come mai tutto questo interesse per gli oroscopi allora, se sono palesemente delle fesserie?

Ovvero: chiunque oggi può entrare in un'ottica e, con un esborso minimo, prendersi un telescopio abbastanza aperto da consentirgli di accorgersi che, per esempio, sia alpha che Zheta dei Gemelli (la costellazione zodiacale che in questo periodo è forse più facile osservare) sono in realtà stelle doppie.
O magari potrebbe chiedersi come può Mercurio, che è un pianetino di massa pari a 0,05 rispetto alla Terra, e distante da essa qualcosa come 100 milioni di KM (grossomodo), influenzare la vita sulla Terra.

Io penso che, al limite (ma mi piacerebbe conoscere l'opinione della SIlvietta a riguardo :D ) qualche influsso decisamente sensibile sulla vita di un neonato lo possa avere la Luna, che è un corpo celeste abbastanza grande e abbastanza vicino da provocare fenomeni come le maree.

Silvia
26-01-05, 23:06
In Origine Postato da UgoDePayens
Molto interessante ciò che dici.
Però non capisco: come mai tutto questo interesse per gli oroscopi allora, se sono palesemente delle fesserie?
Non saprei. Forse tutto questo interesse per gli oroscopi è dovuto alla loro capacità persuasiva e, spesso, anche consolatoria (sono irrimediabilmente colorati di rosa ;) ). Il "non è vero ma ci credo" è nei confronti dell’astrologia una posizione più o meno generale. Difficile trovare qualcuno, in qualsiasi ambiente, che non conosca almeno il proprio segno zodiacale e relativo ascendente e non ammetta di possederne qualche caratteristica. O non creda di aver sentito predizioni più o meno coincidenti con avvenimenti reali. L’astrologia, insomma, è l’arte del possibile…


Io penso che, al limite (ma mi piacerebbe conoscere l'opinione della SIlvietta a riguardo :D ) qualche influsso decisamente sensibile sulla vita di un neonato lo possa avere la Luna, che è un corpo celeste abbastanza grande e abbastanza vicino da provocare fenomeni come le maree.

Mi risulta che, negli ultimi decenni, diversi medici e scienziati abbiano (quasi) ammesso la diretta influenza della Luna sulla biologia umana.
Come ho già avuto modo di scrivere in questo stesso forum, ricerche sulle nascite (quelle "fuori tempo", che avvengono durante il plenilunio, sarebbero dovute al movimento del liquido amniotico provocato dalla Luna...) e studi sul comportamento degli ammalati psichiatrici e sull’andamento degli atti criminosi, hanno rafforzato l’ipotesi secondo la quale l’organismo umano, costituito al 75% da acqua, sarebbe soggetto alle cosiddette maree biologiche.
Pare infatti che l'eccesso di liquido nel nostro corpo causi tensione e irritabilità, accentuate dall’attrazione gravitazionale della Luna, che disturba così il nostro equilibrio fluido. L'"alta marea biologica" ci renderebbe quindi instabili e ci predisporrebbe a comportamenti… bizzarri. Non conosco l'attendibilità di questi studi, ma avere la "luna di traverso" potrebbe non essere solo un modo di dire, ma una vera e propria condizione dell'essere.

P.S. C’è anche chi - qualche secolo fa - riteneva che durante la fase di Luna crescente si concepissero solo maschi, durante quella di Luna calante solo femmine. Secondo lo scienziato settecentesco Toaldo, questa differenza sarebbe dovuta "alla forza e al calore della Luna crescente da una parte, atta a produrre i maschi; dall'altra alla spossatezza della Luna calante, perciò non capace di far meglio che femmine" ( :( ).

:D

UgoDePayens
26-01-05, 23:59
Quello che dici mi sa tanto più di scientifico di un oroscopo fatto sulla base di teorie tutt'altro che verosimili.

Sarebbe interessante approfondire il discorso, anche se dubito che questo thread sia il luogo migliore.

Mi limito a dire che ovviamente, anche se è verosimile, difficilmente questa teoria potrebbe essere verificabile sperimentalmente: non si possono comandare le nascite e seguirle passo passo, senza permettere che sul carattere e sulla personalità di un uomo possano influire fattori ben più umani e meno astonomici.

P.S. però, sti scienziati settecenteschi la sapevano lunga! :D

Senatore
27-01-05, 00:45
Ferme restando le cose dette da Silvia, mi pare che nei tempi bui astronomia e astrologia fossero ben più che collegate, azzarderei, anzi, inestricabilmente interrelate. Il che può significare, o che era più scientifica l'una, o che era meno scientifica l'altra, o che erano entrambe più scientifiche.
Personalmente la divinazione basata sulle stelle mi lascia perplesso, ma l'astronomia senza divinazione mi pare addirittura un mostro di inutilità!

Silvia
27-01-05, 12:13
In Origine Postato da Senatore
Ferme restando le cose dette da Silvia, mi pare che nei tempi bui astronomia e astrologia fossero ben più che collegate, azzarderei, anzi, inestricabilmente interrelate.
Già, erano un tutt'uno indissolubile. E la loro scissione è durata millenni…

Si dice siano stati gli antichi sacerdoti caldei i primi a studiare le trasformazioni della volta celeste, i primi a dare un nome ai pianeti che ancora oggi dominano lo Zodiaco. Si dice siano stati loro ad osservare le eclissi, ad attribuire un senso ai cambiamenti della Luna e, filtrando queste conoscenze, a trarne significati simbolici universali, dando così origine all' Astrologia, strumento di conoscenza per pochi eletti. Non solo divinazione, ma messaggi ricevuti dalla divinità e poi tradotti per il sovrano o per il popolo.





Personalmente la divinazione basata sulle stelle mi lascia perplesso, ma l'astronomia senza divinazione mi pare addirittura un mostro di inutilità!
Di inutilità e di freddezza? Forse… ma osservare la volta celeste, e immaginare cosa possa esserci lassù, è per me qualcosa di estremamente suggestivo. E non c’è nulla che, come il cielo stellato, mi faccia sentire una parte, se pur miserevole, di qualcosa di immenso. :)

Senatore
27-01-05, 15:12
In Origine Postato da Silvia



Di inutilità e di freddezza? Forse… ma osservare la volta celeste, e immaginare cosa possa esserci lassù, è per me qualcosa di estremamente suggestivo. E non c’è nulla che, come il cielo stellato, mi faccia sentire una parte, se pur miserevole, di qualcosa di immenso. :)

Sì è vero, anche se a volte me ne dimentico anch'io ho una piccola parte romantica che il coelum stellatum blandisce e commuove.

Comunque, rivestendo i panni severi della logica, trovo che anche mirare la volta celeste come supporto d'immaginazione è attività che trascende il mero interesse scientista, e, se così posso dire, sta più dalla parte dell'astrologia. D'altronde secondo me l'astrologia, che oggi si nutre di un mero utilitarismo, non si sarebbe nemmeno presentata alla coscienza degli uomini senza la concezione nobile e organica della harmonia mundi.
Ciao:)

waldganger
27-01-05, 15:47
In Origine Postato da UgoDePayens

Ovvero: come fanno stelle (e galassie) lontane milioni di anni luce a influenzare in qualche modo la vita sulla Terra? Qualche astrologo ha tentato di darsi una risposta?

Pur non essendo esperto di astrologia, credo che non siano in realtà gli astri ad influenzare, ma che gli astri facciano parte del medesimo disegno delle cose di questo mondo, ad un piano differente, e che pertanto assumano - sotto questo aspetto - valore di simboli. D'altronde la loro ciclicità ben s'addice alla concezione tradizionale della Storia.

UgoDePayens
28-01-05, 00:00
In Origine Postato da waldganger
Pur non essendo esperto di astrologia, credo che non siano in realtà gli astri ad influenzare, ma che gli astri facciano parte del medesimo disegno delle cose di questo mondo, ad un piano differente, e che pertanto assumano - sotto questo aspetto - valore di simboli. D'altronde la loro ciclicità ben s'addice alla concezione tradizionale della Storia.

Sì ma oggi sappiamo che di ciclicità non si può affatto parlare, se non sul breve periodo. Già nel breve (a livello astronomico) volgere di mezzo millennio, la precessione degli equinozi rende il cielo profondamente diverso. E poi pensiamo alle esplosioni delle nove e supernove, che modificano le stelle, e fenomeni simili.

waldganger
28-01-05, 00:22
In Origine Postato da UgoDePayens
Sì ma oggi sappiamo che di ciclicità non si può affatto parlare, se non sul breve periodo. Già nel breve (a livello astronomico) volgere di mezzo millennio, la precessione degli equinozi rende il cielo profondamente diverso. E poi pensiamo alle esplosioni delle nove e supernove, che modificano le stelle, e fenomeni simili.

Come ti ripeto, non sono un esperto di astrologia, il che è un eufemismo per dire che ne so praticamente nulla. Ma credo che la questione si risolva pensando a movimenti ciclici più ampi.

waldganger
28-01-05, 00:33
A spiegazione di quanto ho detto sopra:

tratto da http://www.alchemica.it/ciclicosmici.htm

Se la durata del Manvantara è data dal numero 4.320, quelle dei quattro Yuga saranno date rispettivamente da 1.728, 1.296, 864, 432; ma per quale numero si dovranno moltiplicare queste cifre per ottenere una durata in anni? Si può facilmente notare come tutti questi numeri ciclici siano in rapporto diretto con la divisione geometrica del cerchio: così 4.320= 360*12; del resto, non vi è nulla di arbitrario o di meramente convenzionale in questa divisione, poiché, a causa della corrispondenza tra l'aritmetica e la geometria, è normale che tale divisione si effettui secondo multipli di 3, 9, 12, mentre la divisione decimale è quella che propriamente si addice alla linea retta. Questa osservazione, sebbene fondamentale, non permetterebbe tuttavia di andare molto lontano nella determinazione dei periodi ciclici, se non si sapesse che la base principale di questi, nell'ordine cosmico, è il periodo astronomico della precessione degli equinozi, la cui durata è di 25.920 anni, per cui lo spostamento dei punti equinoziali è di un grado ogni 72 anni. Questo numero 72 è precisamente un sottomultiplo di 4.320= 72*60, e 4.320 è a sua volta un sottomultiplo di 25.920= 4.320*6; e il fatto che per la precessione degli equinozi si trovino i numeri connessi alla divisione del cerchio costituisce una prova ulteriore del carattere veramente naturale di questa divisione. Ma il problema che ora si pone è il seguente: quale multiplo o sottomultiplo del suddetto periodo astronomico corrisponde effettivamente alla durata del Manvantara?

(Guenon)

Senatore
28-01-05, 01:03
La precessione degli equinozi è con tutta probabilità il tema fondamentale dell'astronomia antica! Si può parlare di ciclicità in un ordine di grandezza più ampio -come dice waldganger- o di rottura di un equilibrio. Sono giuste entrambe le posizioni.

UgoDePayens
29-01-05, 01:15
In Origine Postato da Senatore
La precessione degli equinozi è con tutta probabilità il tema fondamentale dell'astronomia antica! Si può parlare di ciclicità in un ordine di grandezza più ampio -come dice waldganger- o di rottura di un equilibrio. Sono giuste entrambe le posizioni.

A parte il fatto che dubito seriamente che si possa parlare di ciclicità nel caso della precessione degli equinozi (26.000 e passa anni... ) ma a parte questo la teoria del big bang e dell'espansione dell'universo pare proprio determinare na visione ben più lineare che ciclica.

Oppure pensate che tra grossomodo 4 miliardi di anni lo stesso Sole avrà esaurito il suo idrogeno, e comincerà a espandersi fino a cominciare a macinare elio...

Senatore
29-01-05, 03:44
In Origine Postato da UgoDePayens
A parte il fatto che dubito seriamente che si possa parlare di ciclicità nel caso della precessione degli equinozi (26.000 e passa anni... ) ma a parte questo la teoria del big bang e dell'espansione dell'universo pare proprio determinare na visione ben più lineare che ciclica.

Oppure pensate che tra grossomodo 4 miliardi di anni lo stesso Sole avrà esaurito il suo idrogeno, e comincerà a espandersi fino a cominciare a macinare elio...

Eppure presso gli antichi la precessione degli equinozi era (secondo alcuni autori) raffigurata nell'immagine della trottola o del mulino, ciò che si può comprendere partendo da una prospettiva geocentrica. Si obietterà che gli "Antichi" non avrebbero avuto 26000 di esperienza per descrivere questo moto, ma un moto circolare si può desumere da una sua frazione. Tale è per esempio il passaggio dell'equinozio da una "casa" zodiacale aquella precedente. Una introduzione per quanto possibile semplice a tali idee è in Planetario di A.Cattabiani, ed.Mondadori.

Non avevo preso in considerazione la teoria del big bang, perchè mi limitavo a commentare quanto da te detto sulla precessione. Non volevo dire che la concezione ciclica è ontologicamente giusta, ciò che non saprei sostenere con seri argomenti, ma solo che l'antica astronomia, secondo molti autori, aveva integrato le precessione degli equinozi nella proprio visione.
Saluti

UgoDePayens
29-01-05, 13:42
In Origine Postato da Senatore
Eppure presso gli antichi la precessione degli equinozi era (secondo alcuni autori) raffigurata nell'immagine della trottola o del mulino, ciò che si può comprendere partendo da una prospettiva geocentrica. Si obietterà che gli "Antichi" non avrebbero avuto 26000 di esperienza per descrivere questo moto, ma un moto circolare si può desumere da una sua frazione. Tale è per esempio il passaggio dell'equinozio da una "casa" zodiacale aquella precedente. Una introduzione per quanto possibile semplice a tali idee è in Planetario di A.Cattabiani, ed.Mondadori.

Non avevo preso in considerazione la teoria del big bang, perchè mi limitavo a commentare quanto da te detto sulla precessione. Non volevo dire che la concezione ciclica è ontologicamente giusta, ciò che non saprei sostenere con seri argomenti, ma solo che l'antica astronomia, secondo molti autori, aveva integrato le precessione degli equinozi nella proprio visione.
Saluti

Questo è assolutamente possibile. E anzi, secondo me è assai probabile...

Se contiamo che nel III secolo avanti Cristo Eratostene fu in grado, durante un'eclissi, di misurare con una precisione disarmante la lunghezza del meridiano terrestre...

Silvia
02-05-05, 20:44
SCOPERTO (E FOTOGRAFATO) IL PRIMO PIANETA EXTRASOLARE

Gli astronomi statunitensi e quelli europei confermano: è stato fotografato il primo pianeta gassoso oltre il sistema solare. E’ un gigante: la sua massa è il quintuplo di quella di Giove ed è in orbita attorno ad AB Pictoris, una stella (nome di battesimo 2M1207A) a 225 anni luce dalla Terra. Le osservazioni attraverso l'occhio del Very Large Telescope nel Cile settentrionale hanno infatti permesso di accertare che questo corpo celeste, individuato per la prima volta lo scorso anno, è un vero pianeta e non una semplice stella un po' troppo lontana.

Già a febbraio e marzo di quest'anno, gli astronomi avevano scattato immagini di questa giovane stella nana e del pianeta gigante che le fa da compagno. «Ma le nuove immagini che abbiamo scattato - spiega Gael Chauvin, capo degli astronomi che hanno condotto lo studio - mostrano in maniera convincente che si tratta veramente di un pianeta, il primo di cui si siano riuscite ad avere immagini fuori dal nostro sistema solare». I due corpi, il pianeta gigante e la stella nana bruna, si muovono insieme e sono tenuti lontani l'uno dall'altro da una distanza che è 55 volte quella che c'è tra la Terra e il Sole.


Fonte: www.corriere.it - 1 maggio 2005


http://www.silviadue.net/vari/extrasol.jpg
Il primo pianeta scoperto fuori del sistema solare (il puntino rosso a sinistra).
Orbita intorno ad AB Pictoris, una stella a 150 anni luce dalla Terra

(Immagine dallo European Southern Observatory)

Silvia
08-12-05, 00:17
APOPHIS, L'ASTEROIDE-KILLER DELLA PASQUA 2036

Potrebbe colpire il pianeta tra 31 anni ma la certezza si avrà solo nel 2029, quando forse sarà troppo tardi per tentare di deviarlo Si chiama Apophis, è lungo 390 metri e potrebbe colpire la Terra tra 31 anni. È l'asteroide 99.942, già conosciuto come 2004MN4. Gli esperti avevano già dato l'allarme per un suo possibile impatto con la Terra nel 2029, poi calcoli più accurati lo hanno escluso. Ma nuovi dati ancora più precisi hanno spostato l'allarme a domenica 13 aprile 2036, che ha la particolarità di essere il giorno di Pasqua. Niente paura, però: le possibilità di impatto disastroso restano comunque basse inoltre allarmi simili dati per altri asteoridi sono rientrati una volta eseguiti calcoli più accurati sulla traiettoria.

Gli scienziati che studiano i cosiddetti asteroidi Neo (Near-Earth Objects, ciò gli oggetti che passano vicino alla Terra) sono un po' preoccupati. Nel corso di un loro recente incontro a Londra hanno ribadito che non è una questione di «se» un oggetto Neo cadrà sulla Terra, ma di «quando». Anche se non è detto che sia Apophis. Che, secondo calcoli preliminari, cadrebbe alle 21,20 (ora di Greenwich) in un'area compresa tra l'Arabia e il Giappone, o tra il Madagascar e la Nuova Guinea, o in Siberia. Secondo altri calcoli colpirebbe l'oceano Pacifico tra la California e le Hawaii. I danni sarebbero comunque ingenti.

In un successivo incontro avvenuto la scorsa settimana, Andrea Carusi, presidente della Spaceguard Foundation, ha detto che un'eventuale missione per modificare la traiettoria di Apophis dovrebbe essere pianificata ora. L'impatto infatti potrebbe essere terrificante, pari alla potenza di 65 mila bombe atomiche come quella esplosa su Hiroshima. Nel 2013 si avranno dati più sicuri, ma solo venerdì 13 aprile 2029, quando Apophis (che prende il nome greco del dio egizio del male e della distruzione Apep) passerà a soli 36.350 km dal nostro pianeta, si avrà la sicurezza se la Pasqua del 2036 sarà il giorno dell'Apocalisse oppure se il Giorno del Giudizio sarà rimandato a data da destinarsi.

Che bello... :(



Fonte: www.corriere.it - 7 dicembre 2005

http://www.silviadue.net/vari/aphopis.jpg
Ricostruzione di come apparirebbe la Terra
vista da Apophis nel 2029 (De Jong, Suzuki /Jpl/ Nasa)

Tomás de Torquemada
11-03-06, 01:25
Acqua su Encedalo, possibile vita sulla luna di Saturno

Sono apparsi nella luce solare radente, al Polo Sud del satellite di Saturno, mostrando una scena sensazionale: tanti geyser di diversa intensità, che proiettano materiale fino a un'altezza di 300-400 chilometri. Le immagini sono state raccolte dalla sonda Cassini, a quasi 240 mila km da Saturno, nell'impalpabile anello esterno: lì orbita uno stranissimo satellite di ghiaccio, Encelado, che, pur avendo un diametro di appena 500 chilometri, mostra una superficie tormentata, modificata da imponenti fenomeni geologici. L'ultima osservazione di una lunga serie è avvenuta il 27 novembre 2005, quando la sonda ha puntato i suoi «occhi» per 36 minuti, mirando una falce molto stretta di Encelado da una distanza di «soli» 145 mila chilometri. Si è così scoperto che il materiale eiettato dai geyser polari è composto da vapore d'acqua miscelato a finissime particelle di ghiaccio, molto simili a quelle che costituiscono l'anello più esterno di Saturno: è la dimostrazione che proprio Encelado è la fonte del materiale che rende persistente l'anello. Capire il meccanismo alla base di questa straordinaria attività geologica è una sfida: l'uscita di vapore d'acqua implica la presenza di acqua allo stato liquido nel sottosuolo. Una condizione che, a una prima analisi, sembra assurda in un corpo così gelido. Si può però dimostrare che in un corpo ad alta componente di ghiaccio il calore primordiale è in grado di creare, alla profondità di qualche decina di chilometri, un guscio di acqua liquida che rimane tale per miliardi di anni grazie allo scudo anti-termico del ghiaccio soprastante. Cassini ha realizzato due «flyby», voli ravvicinati, il 17 febbraio e il 9 marzo 2005, puntando la fotocamera «Iss» e ricavando spettacolari immagini ad alta risoluzione, che hanno rivelato molte sorprese. Oltre ai geyser, la superficie di Encelado è pesantemente rimodellata: in alcuni casi - soprattutto nelle regioni settentrionali - si tratta di modificazioni antiche, con crateri sovrapposti a fratture, mentre in corrispondenza delle latitudini meridionali i terreni sono talmente giovani dal punto di vista geologico da mostrare una completa assenza di crateri da impatto. I primi segni rivelatori erano stati acquisiti con il magnetometro: si sono osservate distorsioni del campo magnetico di Saturno proprio nei pressi di Encelado, compatibili con la presenza, attorno al satellite, di un guscio atmosferico di vapore d'acqua. Un'altra sorpresa è venuta dallo spettrometro a infrarosso, che ha individuato, al Polo Sud di Encelado, una nettissima macchia termica, con punte di temperatura che superavano anche di 40° la temperatura media di -200°. E le sorprese non erano finite: un altro spettrometro ha rilevato che, almeno in quella regione, Encelado è circondato da un'atmosfera: è composta per il 65% da vapore d'acqua, per il 20% di idrogeno molecolare e per il resto da piccole quantità di ossido di carbonio, anidride carbonica e azoto molecolare. Contemporaneamente l'analizzatore di particelle cosmiche ha evidenziato un picco di finissime particelle di ghiaccio, che raggiungono altezze anche di 400 chilometri. Ai dati fisici si sono aggiunte le straordinarie informazioni fotografiche: nella porzione meridionale di Encelado è apparsa una morfologia unica, mai vista su altri corpi del Sistema Solare: un intreccio di fessure e spaccature, che fa da confine a un terreno giovanissimo, solcato da fessurazioni e dominato da blocchi di ghiaccio. Ci sono poi altre formazioni, che appaiono come striature parallele: gli astronomi le hanno ribattezzate «strisce di tigre».
(le Scienze)
"Ci sono altre lune nel sistema solare in cui sono intrappolati oceani di acqua liquida coperti da chilometri di crosta ghiacciata", ha dichiarato il Dr. Andrew Ingersoll, meteorologo presso il CalTech di Pasadena, "Ciò che è differente qui è che l'acqua liquida potrebbe trovarsi a poche decine di metri sotto la superficie. Se questo è vero, altre stranezze diventano perfettamente logiche. La Cassini, avvicinandosi a Saturno, ha evidenziato che quel sistema planetario è pieno di atomi di ossigeno. Non si capiva da dove provenisse tutto quell'ossigeno, ma se la situazione di Encelado è questa allora tutto torna. Anche quando la sonda Cassini non è in volo su Encelado, si osservano poi attività eruttive. Sorge la domanda: perché Encelado è così attivo? E' attivo solamente in quel punto o in altri? Può aver permesso lo sviluppo di vita all'interno del satellite? Nella primavera del 2008 la Cassini sorvolerà nuovamente la luna Encelado a un'altezza di 350 km. Una conclusione si può trarre subito: la missione Cassini-Huygens ha trovato un altro mondo interessante da esplorare.

Encelado è l'ottavo satellite conosciuto di Saturno:
orbita: 238.020 km da Saturno
diametro: 498 km
massa: 7,30e19 kg

Nella mitologia greca Encelado era un gigante ucciso in battaglia e bruciato nel monte Etna da Atena. Scoperto nel 1789 da Herschel.
Encelado possiede l' albedo (Rapporto tra la quantità di luce riflessa da un corpo e la quantità di luce incidente; è la misura della riflettività o della luminosità intrinseca di un oggetto :una superficie bianca, perfettamente riflettente, avrà un albedo pari a 1,0; una superficie nera, perfettamente assorbente, avrà un albedo pari a 0,0), più alto (>0.9) di qualunque altro copro del sistema solare. La sua superficie è ricoperta da ghiaccio.
Su Encelado sono stati identificati 5 diversi tipi di terreno . Oltre ai crateri ci sono pianure levigate , fratture e catene montuose. Alcune parti della superficie sono relativamente giovani, con un'età probabilmente inferiore ai 100 millioni di anni.
Questo significa che Encelado deve essere rimasto attivo fino a poco tempo fa (e forse lo è a tuttoggi). Forse è presente una specie di vulcanismo basato sull'acqua.
Encelado è troppo piccolo per essere ancora riscaldato dal calore generato dal decadimento radiattivo in esso contenuto
Encelado è legato in un'orbita risonante (1:2) con Dione e questo può dar luogo ad un meccanismo che genera calore che sarebbe comunque insufficiente per sciogliere il ghiaccio.

Dal sito http://www.centumcellae.it/

Silvia
11-03-06, 01:34
http://www.silviadue.net/vari/Encelado.jpg
Encelado (foto NASA)

Silvia
17-08-06, 19:37
ADDIO CLUB DEI 9 ( :-:-01#19 ): CI SONO TRE NUOVI PIANETI


A quanto pare gli astronomi dell'antichità l'avevano fatta troppo semplice. Si erano chiesti come chiamare la Terra, Marte, Giove e quegli altri corpi celesti appesi lassù, che brillano di luce riflessa e si muovono rispetto alle stelle, che invece sono fisse. E la risposta era stata: «pianeta», termine che deriva dalla parola greca che significa «vagabondo». La definizione che ha messo d'accordo tutti per un bel po' di secoli, sta per finire nell'affollata soffitta delle certezze scientifiche rese obsolete dal tempo. Col risultato di rivoluzionare il sistema solare così come lo conosciamo, allargando il numero dei pianeti (attualmente nove) da un minimo di 12 a qualche centinaio.
Tutto dipende da 2.500 astronomi provenienti da 75 Paesi che, da domenica sono riuniti a Praga nel convegno dell'Unione astronomica internazionale, la massima autorità in materia. Scopo del meeting è proprio di arrivare a una nuova definizione di pianeta. A mettere in crisi quella attuale ci sono le scoperte degli ultimi anni. Ad esempio quella di UB313, il corpo celeste individuato nel 2003 che qualcuno considerava già il decimo pianeta (gli scopritori lo hanno soprannominato Xena). Dopo giorni di un dibattito dai toni davvero infuocati, si è arrivati a una bozza di definizione: in sostanza sono pianeti i corpi celesti che ruotano intorno a una stella e hanno una massa sufficiente a produrre una forza di gravità che ne rende la forma tendenzialmente sferica. Una definizione ampia che vedrebbe vincente il partito a favore di Plutone. Diversi astronomi volevano eliminare dalla lista il corpo ghiacciato che ha una massa pari a un cinquantesimo di quella della Terra e un'orbita molto ellittica.

Con le nuove regole saranno «promossi» di certo Cerere (l'asteroide più grande), Caronte (satellite di Plutone) e UB313, ma c'è una lista con altri 12 candidati. Alla fine si potrebbe arrivare a un compromesso: i tre nuovi pianeti e Plutone potrebbero ricadere in una sorta di sottocategoria, venendo denominati «i plutoni». «In realtà - spiega Leopoldo Benacchio, dell'Istituto nazionale di Astrofisica - si sa già dagli anni '50 che nella cintura di Kuiper ci sono altri pianeti di dimensioni simili a quella di Plutone. Finora sono stati solo intuiti in base ai calcoli, ma con quello che saranno in grado di mostrarci i prossimi telescopi, dobbiamo abituarci a un sistema solare con decine e decine, centinaia di pianeti già dal 2010». La decisione finale si saprà il 25 agosto, quando gli astronomi voteranno sulla proposta, sperando di trovare un accordo. «Non vogliamo che ci sia una versione americana, una russa e una cinese», ha esortato il presidente dello Iau, Ronald Ekers. E Neil deGrasse Tyson, direttore del planetario Hayden, si è felicitato: «Una definizione non ambigua e utilizzabile anche fuori dal sistema solare mancava da 2.500 anni».
Ma non mancano le critiche. Per molti la proposta, che per accontentare tutti consta di 4 paragrafi e due note a piè di pagina, è troppo cavillosa. «Sembra scritta da avvocati più che da scienziati - dice Alan Boss, del Carnegie Institute di Washington -. Finirà che avremo più pianeti dentro il sistema solare che fuori». Owen Gingerich, astronomo di Harvard, la prende con filosofia: «Non sarà mica l'ultima parola in materia. La scienza è un'azienda molto attiva».

Una cosa è certa: se avete in casa una di quelle belle enciclopedie astronomiche costate centinaia di euro, forse sarà meglio metterla in vendita su eBay prima che sia da buttare.


Giuseppe Marino su Il Giornale di oggi

http://www.silviadue.net/vari/2006-0816planets.jpg

Yggdrasill
18-08-06, 00:59
Pur non essendo esperto di astrologia, credo che non siano in realtà gli astri ad influenzare, ma che gli astri facciano parte del medesimo disegno delle cose di questo mondo, ad un piano differente, e che pertanto assumano - sotto questo aspetto - valore di simboli. D'altronde la loro ciclicità ben s'addice alla concezione tradizionale della Storia.

Concordo. Fondamentalmente l' Astrologia (che è Scientia Sacra e certo non la mera "superstitio" che usualmente ci viene propinata mediante i mezzi più bislacchi) è un linguaggio simbolico attraverso il quale viene descritta l'interazione di un determinato "soggetto" inserito all'interno di una costruzione ontologica dell'esistente in cui tutto appare intimamente collegato, e nulla appartiene al caso. Dove, insomma, la singolarità viene concepita in quanto porzione integrata in un sistema più ampio, nel quale essa svolge un ruolo ben preciso.
In tale ottica i Pianeti presenti in una carta natale, le forze divine, le deità, che questi incarnano e rappresentano (si veda Giamblico ad esempio), altro non sono se non il riflesso impresso dal macrocosmo sul microcosmo particolaristico. Sussiste, infatti, uno scambio energetico costante tra il primo ed il secondo dove, per dirla con Stephen Arroyo (1):" Essi - i pianeti-, rappresentano i principi universali che regolano tutte le funzioni dell'energia in qualsiasi complesso organico". I segni zodiacali, così come i pianeti, sono modelli di energia, campi energetici, la cui "sostanza" è quindi la medesima che costituisce e principia la materia stessa dell'intero universo, e la cui intima natura coincide con quella degli archetipi Junghiani: trascendente e inconoscibile.

L'Astrologia studia le dinamiche della singolarità nel mondo, offrendo allo studioso serio la possibilità di comprendere, e quindi accettare volontaristicamente, il proprio ruolo. Come dicevo quindi altrove, riflettendo circa alcuni aspetti del Daimon, l'interazione energetica che si instaura tra gli Astri e quella, apparente, porzione di universo che è l'individuo, ne descrive il Destino, delimitandone in più i confini. Dalla qual cosa se ne deduce che, se approcciata in modo adeguato, questa può essere di grande compendio e sostegno per chiunque intraprenda un cammino di crescita spirituale.

1)http://fujitsu.eprice.it/default.aspx?sku=1005260

Silvia
24-08-06, 23:01
Contrordine: dalla proposta di aggiungere tre nuovi pianeti al sistema solare, alla "perdita" di Plutone nel giro di una settimana... :-00w09d




PLUTONE DECLASSATO: NON E' PIU' UN PIANETA

Non più nove, ma otto pianeti e una nuova categoria di corpi celesti: cambia così il Sistema Solare, secondo le decisioni prese dagli astronomi dell'Unione astronomica internazionale (Iau), riuniti a Praga per la loro assemblea generale. Secondo la risoluzione votata a Praga, il nostro Sistema Solare non ha più nove pianeti, né dodici come inizialmente si era proposto, bensì otto. E Plutone, fino a ieri nono pianeta, viene definito pianeta nano e assume il rango di prototipo di una nuova sottocategoria di corpi celesti, chiamati appunto plutoniani.

Dopo che lo scorso 16 agosto era stata resa nota la proposta della Iau di modificare la definizione di pianeta, includendo tra quelli del nostro Sistema Solare tre nuovi componenti, Caronte, Cerere e UB313, la discussione si è animata tra gli esperti e sono sorti i primi problemi e malumori. Non ultimo quello delle proteste avanzate dai geologi contro l'idea di utilizzare la parola 'plutoni' per chiamare la nuova sottocategoria di pianeti simili a Plutone, perché già in uso nel loro vocabolario. Così si è arrivati a ben quattro bozze di risoluzione, l'ultima delle quali suddivisa in più parti e votata questo pomeriggio, che suddivide i corpi del nostro Sistema Solare in tre diverse categorie: pianeti classici, pianeti nani e piccoli corpi celesti. Eccone i contenuti.

OTTO PIANETI, NON PIU' NOVE: Secondo la nuova definizione della Iau dunque ci sono i pianeti 'classici', cioé corpi celesti in orbita intorno al Sole, con una massa sufficientemente grande da avere una forma sferica e con una gravità tale da spazzare via, su altre orbite, tutti i piccoli corpi vicini. In questo modo i pianeti classici del nostro Sistema Solare diventano otto: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno.

PLUTONE PIANETA NANO E CORPI PLUTONIANI: per pianeta nano si intende un corpo celeste che gira intorno al Sole, ha forma più o meno sferica, ma che non ha una gravità sufficiente per spazzare via i corpi che gli stanno attorno e che non è un satellite. Plutone è ora riconosciuto come pianeta nano e non come pianeta 'classico', e assurge al rango di prototipo di una nuova categoria di oggetti che si trovano al di là di Nettuno (transnettuniani), chiamati 'corpi plutoniani', e non 'plutoni' come si era inizialmente proposto, dopo le proteste dei geologi. I tre corpi che avrebbero dovuto diventare pianeti, cioé Caronte, Cerere e Ub313, dovrebbero essere quindi inquadrati nella categoria dei pianeti nani.

PICCOLI CORPI CELESTI: tutti gli altri oggetti che orbitano intorno al Sole sono chiamati 'Piccoli corpi del sistema Solare'. In questa categoria rientrano la maggior parte dei corpi transnettuniani, le comete e altri piccoli corpi.


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Plutone

pcosta
25-08-06, 14:51
L'antefatto

- Bondi, Bonaiuti, venite quà!
- Eccoci, Silvio
- Qui la situazione si fa grave... Prodi mi sta mettendo un po' in ombra, bisogna provvedere al più presto.
- Compriamo Adriano?
- Eh no, costa troppo e poi Malik ha detto di lasciarlo all'Inter
- Un altro lifting?
- No, no, lo so io quello che si deve fare: te Bondi vai subito a Praga, al congresso della IAU e dici agli astronomi che tassativamente uno dei pianeti del sistema solare deve essere intitolato a Silvio Berlusconi. Se c'è da pagare, pago.
- Vado di corsa, Silvio...




Cambia così il Sistema Solare, secondo le decisioni prese dagli astronomi dell'Unione astronomica internazionale (Iau), riuniti a Praga per la loro assemblea generale. Secondo la risoluzione votata a Praga, il nostro Sistema Solare non ha più nove pianeti, né dodici come inizialmente si era proposto, bensì otto. E Plutone, fino a ieri nono pianeta, viene definito pianeta nano

Silvia
25-08-06, 16:06
L'antefatto
- Bondi, Bonaiuti, venite quà!
- Eccoci, Silvio
- Qui la situazione si fa grave... Prodi mi sta mettendo un po' in ombra, bisogna provvedere al più presto.
- Compriamo Adriano?
- Eh no, costa troppo e poi Malik ha detto di lasciarlo all'Inter
- Un altro lifting?
- No, no, lo so io quello che si deve fare: te Bondi vai subito a Praga, al congresso della IAU e dici agli astronomi che tassativamente uno dei pianeti del sistema solare deve essere intitolato a Silvio Berlusconi. Se c'è da pagare, pago.
- Vado di corsa, Silvio...

Ohhhh... l'invasione mediatico/POLiana del Silviuccio nazionale è finalmente arrivata anche nel forum esoterico. Quale onore! http://www.silviadue.net/smiles/silvio.gif

Tomás de Torquemada
07-03-07, 21:57
Torino ricorda la scoperta dei neutrini

Vent’anni fa veniva fatta una delle più importanti scoperte della fisica contemporanea: la prima rilevazione del segnale di un neutrino proveniente dallo spazio profondo. Oggi l'universita' di Torino si prepara a festeggiare quel passo fondamentale per la scienza. Lo fara' venerdi' 9 marzo nel convegno organizzato dal Dipartimento di Fisica Generale dove verranno ricordati anche quei momenti emozionanti.

Il 23 febbraio 1987, alle ore 02.58 (Tempo Universale), l'esperimento Liquid Scintillator Detector in funzione nel tunnel del Monte Bianco rivelava per la prima volta un segnale neutrinico da collasso stellare.

L'esperimento era realizzato dall'Istituto di Cosmogeofisica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Torino (ora Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario dell'Istituto nazionale di Astrofisica), in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Nucleari dell'Accademia delle Scienze dell'allora Unione Sovietica. Era una rivelazione molto particolare, quella fatta nel laboratorio sotterraneo del Monte Bianco, perche' il pacchetto di neutrini era stato evidenziato in modo automatico dall'apparato sperimentale, senza la necessita' di complicate analisi o pulizia dei dati sperimentali.


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/94/Large.mc.arp.750pix.jpg
La Grande Nube di Magellano - Immagine tratta dal sito http://upload.wikimedia.org/

Il collasso stellare registrato nell'esperimento condotto in Italia aveva generato la Supernova SN Shelton 1987, nella Grande Nube di Magellano, osservata il giorno successivo in Cile, dai telescopi dello European Southern Observatory (ESO). Lo stesso evento era stato rivelato, seppure in modi diversi, da altri tre esperimenti: l'esperimento Kamiokande condotto in Giappone, l'IMB negli Stati Uniti e l'esperimento condotto a Baksan, nell'ex URSS.

Per gli esperti non ci sono subbi che quel 23 febbraio 1987 abbia segnato l'inizio dell'Astronomia neutrinica sperimentale al di la' del Sistema solare.

A cura di Luca Ponzi, del 07.03.2007

Dal sito http://www.torinoscienza.it/

Silvia
27-08-07, 23:26
Scoperto un vuoto gigantesco nell'universo:
10.000 miliardi di chilometri senza materia

WASHINGTON (24 agosto) - Che nello spazio esistessero zone "vuote", prive cioè di stelle, o galassie o della cosiddetta "materia oscura", si sapeva. Ma che esistesse un buco vuoto grande diecimila miliardi di chilometri, nessuno lo aveva ancora mai scoperto. Adesso un buco del genere è stato scoperto dagli astronomi dell'Università del Minnesota. Il buco di vuoto rappresenta l'esatto contrario del "buco nero": nel primo, infatti, la concentrazione della materia è inesistente, nel secondo è infinita.

Pubblicata oggi sull'Astrophysical Journal, la scoperta dei ricercatori del Minnesota è destinata più ad aprire interrogativi che a fornire risposte. «Perché noi per primi non ci aspettavamo un buco di queste dimensioni - ha spiegato il professor Rudnick, responsabile del progetto - ed è mille volte più grande di quanto prevedessimo al momento di predisporre il progetto. Mille volte superiore al volume di ciò che ci aspettavamo di vedere in termini di vuoto tipico».

Usando due diverse metodologie di osservazione, gli scienziati che collaborano con il professor Lawrence Rudnick hanno verificato che esiste una zona dell'universo completamente vuota, posizionata nella costellazione Eridano a circa otto miliardi di anni luce dalla terra, ampia un miliardo di anni luce.

Per motivi che al momento restano insondabili, non solo non ha al suo interno alcun tipo di corpo celeste, ma neppure sono state rilevate tracce di quella che gli astronomi chiamano "materia oscura" (il riempitivo dell'universo) o tanto meno della polvere cosmica che si ritiene sia il residuo di stelle o galassie un tempo esistenti. Come è possibile che nell'universo finora conosciuto esista uno spazio vuoto di queste dimensioni?

La scoperta ha lasciato i ricercatori del Minnesota senza parole. «È così - ha commentato Rudnick - Siamo senza parole. Nel senso che non è chiaro se esista la parola giusta per esprimere questa "cosa". È stata davvero un sorpresa». Questa "non-materia" è, apparentemente, puro vuoto. Per scoprirlo gli astronomi del Minnesota hanno adottato tecniche di osservazione particolari. Delle immense radiografie fatte al cosmo. Come in un normale esame radiologico, gli studiosi hanno esaminato il ritorno della radiazione delle microonde cosmiche inviate nello spazio. Dalle risposte di questo esame è stato possibile determinare la presenza o meno di corpi celesti.

E da queste radio-fotografie è risultato che da almeno il 45% di quello spazio non tornava alcun riflesso d'onda. L'unica spiegazione possibile - hanno concluso i ricercatori del Minensota - è che quello spazio sia vuoto.


Da www.ilmessaggero.it

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=7661&sez=HOME_SCIENZA#

Tomás de Torquemada
10-10-07, 23:32
La Terra potrebbe sopravvivere all’esplosione del Sole

di Antonio De Blasi

http://www.thebest3d.com/dogwaffle/wallpaper/supernova-death-of-a-planet.jpg
Immagine tratta dal sito http://www.thebest3d.com/

Quando una stella si avvicina alla propria fine, diventa una gigante rossa. E per i pianeti che orbitano intorno, se esistono, non sono bei momenti. Fra 5 miliardi di anni il nostro Sole diventerà una gigante rossa, e i pianeti più interni verranno vaporizzati. Compresa la Terra.
O forse no. Il destino che attende il nostro mondo (anche se noi non ci saremo più) potrebbe non essere così infausto. La speranza viene, infatti, dalla scoperta di un pianeta gassoso, V391 Pegasi b, che orbita tranquillamente intorno a un astro morente, la stella V391 Pegasi, a circa 4.500 anni luce da noi. Ad averlo individuato è un team di astrofisici guidati da un italiano, Roberto Silvotti dell’Inaf-Osservatorio di Capodimonte. La scoperta è pubblicata sull’ultimo numero di Nature.

V391 Pegasi è una stella di 10 miliardi di anni, con una massa pari alla metà di quella del Sole e una temperatura superficiale di 30 mila gradi. Una volta esaurita, nel nucleo, la sua riserva di idrogeno, si è espansa, aumentando di volume, diventando più luminosa ma anche più fredda e più rossa. “La scoperta dimostra, per la prima volta, che un pianeta come Pegasi b, distante appena 1,7 volte la distanza media della Terra dal Sole, può sopravvivere alla drammatica fase di gigante rossa” spiega Silvotti. Quando il nostro Sole giungerà alla fine del ciclo, le possibilità sono due: il vento solare e la riduzione dell’attrazione gravitazionale potranno spingere la Terra su un’orbita più esterna, dove sarà solo sfiorata dagli «eventi». Seconda possibilità, resterà nella sua orbita attuale. In tal caso, insieme a Mercurio e Venere, verrà inghiottita dal Sole e vaporizzata. La “fortuna” di Pegasi b potrebbe far propendere per la prima ipotesi: se la Terra avrà modo di allontanarsi fino a circa il doppio della sua attuale distanza dal Sole, potrà forse continuare a esistere.

http://blog.panorama.it/hitechescienza/2007/09/13/la-terra-potrebbe-sopravvivere-allesplosione-del-sole/

Dal sito http://blog.panorama.it/

Tomás de Torquemada
01-12-07, 01:56
Venere, analizzati i dati della sonda europea

ROMA- Venere assomiglia alla Terra molto di più di quanto si pensasse, a dispetto delle estreme differenze fisiche e climatiche esistenti tra i due pianeti. È quanto emerge da una serie di ricerche, tra queste anche una italiana dell’Inaf-Iasf di Roma, che saranno pubblicati su Nature, nelle quali viene presentato quanto risulta dall’analisi dei dati raccolti dalla sonda europea Venus Express durante il suo primo anno di missione. Lanciata nel novembre 2005 Venus Express è la prima missione, in 25 anni, ad essere dedicata allo studio dell’atmosfera venusiana e del plasma.

I dati raccolti dalla sonda ci danno l’immagine attuale del pianeta, ma potenzialmente possono rivelare come si è evoluto Venere, in milioni di anni, fino ad oggi, con le sue estreme condizioni fisiche ed atmosferiche. Gli scienziati definiscono Venere e la Terra «pianeti gemelli», forse perché una volta erano simili, fino a quando si sono evolutivamente e drammaticamente discostati l’uno dall’altro.

Haekan Svedhem e colleghi, Esa/Estec, Noordwijk, Olanda, autore di una delle ricerche, entra nel merito delle scoperte e insieme agli altri ricercatori-autori spera che i processi fisici e atmosferici svelati da Venus Express possano aiutare a capire la diversa evoluzione dei due pianeti.

Nature offre una panoramica delle ricerche che verranno pubblicate: due studi di S. Barabash e colleghi, Swedish Instihannute of Space Physic, Kiruna, Svezia, indagano sull’interazione dell’atmosfera con l’ambiente spaziale circostante: studiando in che modo le particelle fuggono dall’atmosfera venusiana, hanno scoperto che le particelle dominanti sono ioni di ossigeno, elio e idrogeno. Questo potrebbe aiutare a spiegare come Venere ha perso la sua acqua primordiale che è «volata» nello spazio. Infatti, Venere non avendo un campo magnetico interno, il vento solare, un «torrente» di particelle cariche proveniente dal Sole, può interagire direttamente con l’atmosfera.


http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/image/venus_express.jpg
Immagine tratta dal sito http://nssdc.gsfc.nasa.gov/

Il gruppo diretto da T. Zhang e colleghi ha, invece, scoperto che il vento solare è completamente deflesso, anche quando il Sole è al suo minimo di attività, e, quindi, nell’atmosfera entra poco vento solare. C.T. Russel e colleghi Ucla, LosAngeles, California, sulla base dei dati, evidenzia definitivamente l’esistenza di lampi su Venere e conferma la presenza di onde elettromagnetiche che viaggiano nella ionosfera, la parte più esterna dell’atmosfera. Altri due studi, invece, riguardano dettagliatamente le regioni polari del pianeta. Osservazioni precedenti avevano già rivelato la presenza di un vasto vortice costituito da nubi in rotazione.

Nella sua ricerca Giuseppe Piccioni e colleghi, Inaf-Ias, Roma Italia, hanno focalizzato l’attenzione sulla presenza di un vortice simile al Polo sud venusiano, anch’esso rotante ma leggermente più veloce.

W.J. Markiewicz e colleghi Max-Plank Institute for Solar System Research, Katlenburg-Lindau, Germania hanno studiato nel dettaglio le dinamiche degli strati più alti delle nuvole ed hanno scoperto che la regione meridionale polare è molto variabile, con cambiamenti repentini e drammatici forse dovuti all’immissione di ossido di zolfo dal basso.

Nella rassegna seguono ancora altre ricerche: quella di P. Drossart e colleghi, Oservatoire de Paris Lesia, Meudon, che hanno osservato i picchi di emissione giorno e notte-giorno dei livelli di ossigeno e anidride carbonica nell’atmosfera superiore di Venere, la regione di transizione tra l’atmosfera più bassa e lo spazio.

Lo studio di Jean-Loup Bertaux e colleghi , Cnrs, Verriers-le Buissons France, riferisce di aver scoperto inaspettatamente uno strato caldo nell’alta atmosfera, a 90-120 chilometri dalla superficie nel lato notte del pianeta, una regione che si pensava fosse così fredda che era stata chiamata «criosfera». Infine, M. Paetzold e colleghi, University of Cologne, Germania, che presentano i risultati dell’eco radio fatto al centro dell’atmosfera, che ha permesso di creare un profilo accurato delle temperature a latitudini differenti.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=459&ID_sezione=243&sezione=News

Dal sito http://www.lastampa.it/