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Colombo da Priverno
22-06-02, 09:37
da "La Discussione"

ROMA - Avvicinare la politica alla gente, favorire la valorizzazione della coalizione e, nello stesso tempo, anche la difesa dell’identità dei singoli partiti politici, nell’interesse dei cittadini e nel segno sempre di una politica intesa al servizio della gente. Questo l’obiettivo di fondo che ha unito alcuni parlamentari e non solo in uno schieramento “trasversale” che ha appoggiato la proposta per l’abolizione del maggioritario per le elezioni politiche in favore di una legge basata sul modello del “Tatarellum” in vigore per le regionali. Uniti per questo obiettivo sono in tanti e tra questi anche chi, come Raffaele Costa per esempio, hanno sempre creduto nel maggioritario ma che ora si sono “convertiti alla norma Pisicchio”. Gianfranco Rotondi, amministratore del Cdu e candidato alla segreteria nazionale dell’Udc ha inviato ai Presidenti dei gruppi parlamentari Volontè e D’Onofrio una lettera. «Gentili Presidenti - si legge nel documento - affido alla consueta disponibilità una richiesta di convocazione di una riunione congiunta dei gruppi Udc su un tema specifico: la riforma della legge elettorale per la Camera dei deputati in senso proporzionale e su modello di legge regionale. Una scelta proporzionalista - aggiunge Rotondi nel documento - è parte integrante dell’identità del futuro partito Udc». L’auspicio di Rotondi è dunque che la proposta diventi dell’Udc. «Aspettiamo - dice - che l’Udc si riunisca e vogliamo fare in modo che questa sia la nostra proposta politica e da questa dovrà nascere un fecondo dibattito». A spiegare bene i termini del progetto di legge interviene Pino Pisicchio, dell’Ulivo. «La proposta ricalca il sistema elettorale in vigore alla regione, con un sistema proporzionale ma con un forte premio di maggioranza per la coalizione vincente che io situo intorno al 12% con voto di preferenza e soglia di sbarramento al 4%, superabile se vi è il collegamento con la coalizione». Con queste parole Pisicchio illustra la proposta di tornare al proporzionale che ha avuto nei giorni scorsi un forte consenso negli ambienti politici. «Abbiamo voluto lanciare il sasso in uno stagno prendendo atto di un’assoluta imperfezione della legge elettorale - aggiunge Pisicchio - che da un lato ancora trascina il dramma dei 14 seggi ancora non assegnati, e dall’altro poi ha il grande elemento di sfavore di mettere tutte le scelte nelle mani degli oligarchi di partito. Cioè di quelli che designano le candidature senza tenere in considerazione la sensibilità che può avere il territorio rispetto a quelle candidature». Una proposta che, secondo Pisicchio e gli altri firmatari Antonio Di Pietro, Clemente Mastella (Udeur), Marco Rizzo (Pdci), Gianfranco Rotondi (Udc), Raffaele Costa (Fi) e Francesco Giordano (Prc) lascia intatte, da una parte, le identità di partito dall’altro poi valorizza anche le coalizioni, dando sostanziale aiuto alle maggioranza, così come avviene oggi alle Regioni. Lo strumento, dunque, si rivela particolarmente valido e utile soprattutto in un contesto in cui in Italia abbiamo otto sistemi elettorali in vigore. Salvo che nella legge per il Senato e per la Camera tutto il resto, tutte le altre sette formule hanno dentro un principio proporzionale. E quindi «non si capisce perchè poi non si prenda una decisione di uniformare - aggiunge Pisicchio - il sistema elettorale. Facendo una scelta che rimetta lo scettro nelle mani dei cittadini. Del resto anche i girotondi organizzati da Moretti sconfessano una classe dirigente, nella quale evidentemente non si riconosce. In questi ultimi anni - conclude Pisicchio - si è rotto il rapporto tra rappresentanza e consenso. Rapporto che noi vogliamo riportare in vita». La proposta ha convinto anche chi è sempre stato favorevole al maggioritario. «La norma mi sembra convincente - spiega Raffaele Costa, di Fi - soprattutto perchè questa forma ci consentirebbe di eliminare i grandi marchesati dei partiti a piazzare il loro uomo senza tenere conto del radicamento nel territorio del candidato. E quindi diventa una sorta di “finto uninominale”. Tanti sono gli elementi da considerare, ma è un modo per avvicinare i cittadini alla politica».

Giulia Salvatori

Catilina
22-06-02, 16:30
Credo che su questo forum la proposta di un ritorno al proporzionale sfondi una porta aperta.
Penso, peraltro, che un vero ritorno al proporzionale consista nel ripristino del sistema elettorale che vigeva prima del colpo di Stato giudiziario di Mani Pulite, il sistema elettorale- tanto per intederci- in vigore nella vituperata "Prima Repubblica", incomparabilmente migliore del cosiddetto "Tatarellum, per non parlare del "Mattarellum". Anche il "Tatarellum", infatti, con la distorsione dell' abnorme premio di maggioranza, contiene in sè un principio antidemocratico ed autoritario evidente. C'è chi sostiene che, una volta avvenuta la votazione, tanto varrebbe per l'opposizione restarsene a casa quattro anni, vista l' impossibilità di controllare o, men che meno, modificare le scelte della "maggioranza".
Il carattere degli Italiani, la nostra storia e le nostre tradizioni portano a preferire il vero proporzionale, senza premi e coalizioni.

soviet999
29-06-02, 21:23
Il sistema maggioritario è una truffa , inventata al solo fine di creare un bipolarismo (che già di sè è unsa cosa antidemocratica), per di più fasullo, perchè in Italia (soprattutto dopo il collasso di DC e PCI) il bipolarismo non esiste e non esisterà mai!
Il proporzionale è il solo sistema in grado di garantire una rappresentanza al cittadino, in grado di creare camere che realmente dipendano dal voto del popolo.

Felix (POL)
29-06-02, 21:29
sono d'accordo con voi. Il proporzionale a turno unico senza sbarramento è il più consono alla tradizione politica italiana ed è il + compatibile con una concezione democratica della politica stessa.
TUTTI i cittadini votanti devono sentirsi rappresentati nelle due camere, anche se da pochi deputati. La legittimità viene prima della governabilità come criterio politico.

saluti :)