Shaytan (POL)
26-06-02, 12:08
Preoccupazione a piazza Dante. E si ricorre alle anticipazioni della Tesoreria
AUTONOMIA E RISORSE
TRENTO. Da aprile lo Stato sta trattenendo parte dei trasferimenti dovuti alla Provincia autonoma di Trento. Anche quelli dei nove decimi delle tasse, che ci spettano in base allo Statuto. Preoccupazione a piazza Dante, dove si è costretti a ricorrere alle anticipazioni della Tesoreria provinciale per far fronte a tutti i pagamenti. Pagando però pesanti interessi.
I tagli ai trasferimenti si sono registrati soprattutto ad aprile e a giugno e vengono confermati dalla Provincia, anche se si evita di fornire le cifre per non innescare un conflitto istituzionale con il governo Berlusconi che in questo momento nessuno a Trento, dal presidente Dellai in giù, ha intenzione di fomentare.
Quello che è certo è che la Provincia è dovuta ricorrere alle anticipazioni della Tesoreria (un pool di banche la cui capofila è la Caritro). E che gli interessi passivi, nel secondo trimestre dell'anno, hanno superato quelli attivi, creando viva preoccupazione.
La Provincia è dovuta correre ai ripari anche sul fronte della spesa con una serie di accorgimenti, come ritardare di qualche giorno i mandati di pagamento.
Al Dipartimento Affari finanziari, la Ragioneria generale della Provincia, assicurano che da Roma il Tesoro avrebbe garantito che i pagamenti saranno sbloccati dal mese di luglio, quando lo Stato introiterà la massa del gettito fiscale (la scadenza del versamento delle imposte era il 20 giugno).
Anche se i pagamenti dovessero restare bloccati, la Provincia avrebbe comunque la possibilità di farsi anticipare fino a 825 milioni di euro dalla Tesoreria provinciale. Una cifra enorme, che consentirebbe di pagare gli stipendi ai 6 mila dipendenti provinciali per un anno. Sborsando però 25 milioni di euro di soli interessi passivi, al tasso di interesse del 3 per cento praticato dalla Tesoreria. Un'eventualità che nessuno vuole nemmeno prendere in considerazione, perché costringerebbe a tagliare le spese in altri settori.
Ma perché lo Stato non paga ciò che è dovuto alla Provincia, come i nove decimi delle tasse riscosse in Trentino? La spiegazione che forniscono gli uffici competenti della Provincia è che la stessa cosa si starebbe verificando con tutte le altre regioni, in particolare con quelle speciali, per una questione di cassa. Vuol dire che il Tesoro "chiude i rubinetti" per riuscire a restare nei parametri del Patto di stabilità e crescita (banalizzando, i parametri europei di Maastricht).
Ciò non mette in dubbio che alla Provincia spettino (secondo il bilancio di competenza 2002) circa 2 miliardi e 700 milioni di euro di entrate da Roma, fra compartecipazione al gettito erariale e trasferimenti, compresi quelli dall'Unione europea, che passano per la capitale. L'unico problema è farseli dare concretamente, tutti questi soldi.
E' la prima volta che il problema del blocco dei flussi dei trasferimenti si manifesta con una tale intensità, dai tempi dei primi anni Novanta e della crisi finanziaria dello Stato, quando si riuscì a evitare la bancarotta solo grazie a pesantissime manovre di risanamento da parte dei governi Amato, Ciampi e Dini.
Negli anni scorsi Roma ha cominciato a restituire tutti quegli arretrati. E il bilancio della Provincia è salito fino ai 3.997 milioni di euro di quest'anno, senza contare il prossimo assestamento di bilancio, che sarà discusso in consiglio provinciale a partire da martedì prossimo.
Anche stavolta Roma promette che gli arretrati di quest'anno saranno risarciti tutti quanti. A piazza Dante non possono che incrociare le dita.
TRENTO. Su un bilancio provinciale 2002 che pareggia (in attesa dell'assestamento) a quota 3 miliardi e 997 milioni di euro (sarebbero 6780 miliardi di vecchie lire, cifra record nella storia dell'autonomia), i due terzi delle entrate, pari a 2 miliardi e 772 milioni di euro provengono dallo Stato, sottoforma di compartecipazione al gettito erariale (2 miliardi e 458 milioni di euro) e trasferimenti (313 milioni di euro, che comprendono però anche quelli dall'Unione europea e dalla Regione Trentino-Alto Adige).
Le restanti entrate sono costituite da entrate proprie della Provincia (488 milioni di euro, suddivisi in 384 milioni di euro di tributi propri, come il bollo auto e 104 milioni di euro di entrate patrimoniali).
L'assestamento di bilancio da 92,5 milioni di euro comincerà a essere discusso in consiglio provinciale a partire da martedì prossimo.
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AUTONOMIA E RISORSE
TRENTO. Da aprile lo Stato sta trattenendo parte dei trasferimenti dovuti alla Provincia autonoma di Trento. Anche quelli dei nove decimi delle tasse, che ci spettano in base allo Statuto. Preoccupazione a piazza Dante, dove si è costretti a ricorrere alle anticipazioni della Tesoreria provinciale per far fronte a tutti i pagamenti. Pagando però pesanti interessi.
I tagli ai trasferimenti si sono registrati soprattutto ad aprile e a giugno e vengono confermati dalla Provincia, anche se si evita di fornire le cifre per non innescare un conflitto istituzionale con il governo Berlusconi che in questo momento nessuno a Trento, dal presidente Dellai in giù, ha intenzione di fomentare.
Quello che è certo è che la Provincia è dovuta ricorrere alle anticipazioni della Tesoreria (un pool di banche la cui capofila è la Caritro). E che gli interessi passivi, nel secondo trimestre dell'anno, hanno superato quelli attivi, creando viva preoccupazione.
La Provincia è dovuta correre ai ripari anche sul fronte della spesa con una serie di accorgimenti, come ritardare di qualche giorno i mandati di pagamento.
Al Dipartimento Affari finanziari, la Ragioneria generale della Provincia, assicurano che da Roma il Tesoro avrebbe garantito che i pagamenti saranno sbloccati dal mese di luglio, quando lo Stato introiterà la massa del gettito fiscale (la scadenza del versamento delle imposte era il 20 giugno).
Anche se i pagamenti dovessero restare bloccati, la Provincia avrebbe comunque la possibilità di farsi anticipare fino a 825 milioni di euro dalla Tesoreria provinciale. Una cifra enorme, che consentirebbe di pagare gli stipendi ai 6 mila dipendenti provinciali per un anno. Sborsando però 25 milioni di euro di soli interessi passivi, al tasso di interesse del 3 per cento praticato dalla Tesoreria. Un'eventualità che nessuno vuole nemmeno prendere in considerazione, perché costringerebbe a tagliare le spese in altri settori.
Ma perché lo Stato non paga ciò che è dovuto alla Provincia, come i nove decimi delle tasse riscosse in Trentino? La spiegazione che forniscono gli uffici competenti della Provincia è che la stessa cosa si starebbe verificando con tutte le altre regioni, in particolare con quelle speciali, per una questione di cassa. Vuol dire che il Tesoro "chiude i rubinetti" per riuscire a restare nei parametri del Patto di stabilità e crescita (banalizzando, i parametri europei di Maastricht).
Ciò non mette in dubbio che alla Provincia spettino (secondo il bilancio di competenza 2002) circa 2 miliardi e 700 milioni di euro di entrate da Roma, fra compartecipazione al gettito erariale e trasferimenti, compresi quelli dall'Unione europea, che passano per la capitale. L'unico problema è farseli dare concretamente, tutti questi soldi.
E' la prima volta che il problema del blocco dei flussi dei trasferimenti si manifesta con una tale intensità, dai tempi dei primi anni Novanta e della crisi finanziaria dello Stato, quando si riuscì a evitare la bancarotta solo grazie a pesantissime manovre di risanamento da parte dei governi Amato, Ciampi e Dini.
Negli anni scorsi Roma ha cominciato a restituire tutti quegli arretrati. E il bilancio della Provincia è salito fino ai 3.997 milioni di euro di quest'anno, senza contare il prossimo assestamento di bilancio, che sarà discusso in consiglio provinciale a partire da martedì prossimo.
Anche stavolta Roma promette che gli arretrati di quest'anno saranno risarciti tutti quanti. A piazza Dante non possono che incrociare le dita.
TRENTO. Su un bilancio provinciale 2002 che pareggia (in attesa dell'assestamento) a quota 3 miliardi e 997 milioni di euro (sarebbero 6780 miliardi di vecchie lire, cifra record nella storia dell'autonomia), i due terzi delle entrate, pari a 2 miliardi e 772 milioni di euro provengono dallo Stato, sottoforma di compartecipazione al gettito erariale (2 miliardi e 458 milioni di euro) e trasferimenti (313 milioni di euro, che comprendono però anche quelli dall'Unione europea e dalla Regione Trentino-Alto Adige).
Le restanti entrate sono costituite da entrate proprie della Provincia (488 milioni di euro, suddivisi in 384 milioni di euro di tributi propri, come il bollo auto e 104 milioni di euro di entrate patrimoniali).
L'assestamento di bilancio da 92,5 milioni di euro comincerà a essere discusso in consiglio provinciale a partire da martedì prossimo.
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