Österreicher
29-06-02, 08:25
28 giugno 2002 da Affari Italiani
"I hope I die before I get old", cantava Roger Daltrey in "My generation". John Entwistle non è morto giovane, non ha bruciato la sua vita come accaduto a Keith Moon, il suo amico con le bacchette in mano. Ma non è riuscito ad andare oltre i 57 anni.
Entwistle, per chi non lo sapesse, era il bassista degli Who, il gruppo rock che, forse, ha influenzato più di ogni altro le ultime generazioni di band. E' morto a Las Vegas, per motivi non ancora chiariti, alla vigilia di un tour.
La sua amicizia con il chitarrista Pete Townshend risale al 1959: insieme danno vita agli Who, con Roger Daltrey (voce) e Keith Moon (batteria). Quest'ultimo muore nel 1978. Con lui scompare il gruppo. I superstiti intraprendono poco fortunate carriere solistiche. Poi, lo scorso anno, la reunion, un'operazione che, normalmente, mette tristezza, ma che, nel caso degli Who, ha prodotto alcuni concerti infuocati.
Proprio sul palco, la band inglese aveva costruito le sue fortune. I concerti si concludevano, generalmente, con la distruzione di strumenti e amplificatori. Ma, attenzione: chi non li conosce, non commetta l'errore di pensare che gli Who fossero tutto fumo ed effetti speciali. Erano grandi musicisti rock, capaci di scrivere brani meravigliosi come "Baba O'Riley", "Water", "Substitute", "Behind blue eyes", "Magic bus". E di consegnare alla Storia due opere rock, "Tommy" e "Quadrophenia" (da cui vennero tratti altrettanti film).
Le performance degli Who ai festival dell'Isola di Wight e di Woodstock sono ricordate come fra le più devastanti ed emozionanti nella storia della musica. Durante la prima, Townsend e compagni suonarono interamente "Tommy" (che, per i cinefili, viene citata in "Almost famous"...).
Fra i complessi contemporanei che citano la band di Entwistle come fonte di ispirazione primaria, basti citare i Pearl Jam, che in ogni concerto rifanno una canzone degli Who ("Baba O'Riley" è la più gettonata).
Il basso potente e preciso di Entwistle ci mancherà. Mancherà a tutta la musica....
"I hope I die before I get old", cantava Roger Daltrey in "My generation". John Entwistle non è morto giovane, non ha bruciato la sua vita come accaduto a Keith Moon, il suo amico con le bacchette in mano. Ma non è riuscito ad andare oltre i 57 anni.
Entwistle, per chi non lo sapesse, era il bassista degli Who, il gruppo rock che, forse, ha influenzato più di ogni altro le ultime generazioni di band. E' morto a Las Vegas, per motivi non ancora chiariti, alla vigilia di un tour.
La sua amicizia con il chitarrista Pete Townshend risale al 1959: insieme danno vita agli Who, con Roger Daltrey (voce) e Keith Moon (batteria). Quest'ultimo muore nel 1978. Con lui scompare il gruppo. I superstiti intraprendono poco fortunate carriere solistiche. Poi, lo scorso anno, la reunion, un'operazione che, normalmente, mette tristezza, ma che, nel caso degli Who, ha prodotto alcuni concerti infuocati.
Proprio sul palco, la band inglese aveva costruito le sue fortune. I concerti si concludevano, generalmente, con la distruzione di strumenti e amplificatori. Ma, attenzione: chi non li conosce, non commetta l'errore di pensare che gli Who fossero tutto fumo ed effetti speciali. Erano grandi musicisti rock, capaci di scrivere brani meravigliosi come "Baba O'Riley", "Water", "Substitute", "Behind blue eyes", "Magic bus". E di consegnare alla Storia due opere rock, "Tommy" e "Quadrophenia" (da cui vennero tratti altrettanti film).
Le performance degli Who ai festival dell'Isola di Wight e di Woodstock sono ricordate come fra le più devastanti ed emozionanti nella storia della musica. Durante la prima, Townsend e compagni suonarono interamente "Tommy" (che, per i cinefili, viene citata in "Almost famous"...).
Fra i complessi contemporanei che citano la band di Entwistle come fonte di ispirazione primaria, basti citare i Pearl Jam, che in ogni concerto rifanno una canzone degli Who ("Baba O'Riley" è la più gettonata).
Il basso potente e preciso di Entwistle ci mancherà. Mancherà a tutta la musica....