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Visualizza Versione Completa : Ancora sulle caste in India...



Dragonball
30-06-02, 18:20
Da http://www.ananova.com/news/story/sm_292443.html?

Indian caste shows link to Europeans

A study has shown that people in higher ranks of the Indian caste system are more closely related to Europeans than Asians.

Experts now believe Europeans moved into India about 5,000 years ago, helped put the caste system in place and put themselves at the top.

The genetic differences between social levels are still clear because inter-caste marriages are frowned upon in Indian culture.

Researchers at the University of Utah (http://utah.edu) looked at the genes of 265 Indian men of different castes and compared them with 750 samples from elsewhere in the world.

The study, published in Genome Research (http://genome.org), even found differences between DNA inherited through the female and the male lines.

Whereas the male DNA was similar to Europeans the female DNA was closer to other Asian samples.

This supports the idea that most of the early European immigrants who adopted senior positions in the caste system were male.

Story filed: 23:27 Monday 14th May 2001


Patrizio...ora che mi dici? :rolleyes:

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WASP alias Dragonball

Felix (POL)
01-07-02, 07:50
la ricerca genetica non sorprende affatto. A semplice vista si possono distinguere grosso modo le caste superiori da quelle inferiori. Gli indiani di alta casta sono più chiari di carnagione ed hanno fattezze più nobili e gradevoli rispetto ai rozzi e scuri rappresentanti delle caste basse. (ma è scorretto parlare di "europei". Si tratta semplicemente degli europidi d'Asia)

Su questo tema commenterei un paio di cose:

1) anche in altre aree dove si è insediato l'indo-europeo si è stabilita la suddivisione in caste. Il caso più macroscopico è l'america spagnola, dove dopo la Conquista, i dominatori iberici hanno stabilito chiaramente un sistema castale (de facto e de jure) basato sul colore della pelle: bianchi spagnoli in cima, meticci e mulatti in mezzo, indios e negri al fondo della piramide gerarchica. "Castas" era precisamente il nome che si dava alle categorie etnorazziali. Il sistema delle caste iberoamericane scomparve durante l'epoca dell'indipendenza (1820-30), ma ancor oggi in tutti i paesi latinoamericani è chiaramente visibile una suddivisione gerachica fondata sull'antica conquista e dominazione iberica: i creoli occupano le cariche direttive al vertice della società, mentre al fondo stanno gli indios, i meticci e i negri.
La discussione sulle differenze tra il sistema castale ispano-americano e quello dell'India è interessante e merita la nostra attenzione. Una differenza importante è senza dubbo il supporto della religione, che è fondamentale in India ma inesistente nella cattolica iberoamerica (il cattolicesimo è egalitario).

2) Il sistema castale indiano differenzia chiaramente prestigio, potenza, ricchezza e potere. Ed è una distinzione fondamentale. I brahmani possono anche essere materialmente poveri e privi di potere effettivo, ma hanno sempre dalla loro il prestigio e la potenza, che sono gli attributi fondamentali ed indispensabili per esercitare il predominio.
Per capire ciò basta pensare ai nostri anacoreti e monaci della tarda antichità e medievali: spesso poverissimi, senza alcun potere, ma venerati e rispettati dalle popolazioni cristiane.

Direi anche che per le caste dominanti è un gran vantaggio non infangarsi con potere e ricchezza, elementi che possono portare al rammollimento e alla corruzione. L'ideale di un sistema gerarchico saldo e duraturo è proprio questa: potenza senza potere.

saluti

Patrizio (POL)
05-07-02, 22:52
concordo su tutto, tuttavia:


Originally posted by Felix

Direi anche che per le caste dominanti è un gran vantaggio non infangarsi con potere e ricchezza, elementi che possono portare al rammollimento e alla corruzione. L'ideale di un sistema gerarchico saldo e duraturo è proprio questa: potenza senza potere.



vale, direi, solo per le caste brahmana, dato che quelle di tipo kshatriya sono spesso ricchissime (basti pensare che vi rientrano i maharaja). La direzione spirituale richiede essenzialità e spartanità, la gestione politica concreta non necessariamente.

Felix (POL)
06-07-02, 04:34
Originally posted by Patrizio
concordo su tutto, tuttavia:



vale, direi, solo per le caste brahmana, dato che quelle di tipo kshatriya sono spesso ricchissime (basti pensare che vi rientrano i maharaja). La direzione spirituale richiede essenzialità e spartanità, la gestione politica concreta non necessariamente.

buona precisazione. È vero. Rimane comunque fondamentale riconoscere il potere corruttore della ricchezza materiale. Per questo una società saggia, sana e stabile non si sogna nemmeno di diffondere la ricchezza nelle masse (il "benessere"), ma la riserva a certe categorie (mercanti, uomini di guerra, governanti). La ricchezza dev'essere sempre un attributo sociale ad hoc, per esercitare certe funzioni, non un regalo garantito e permesso a tutti.

Un po' provocatoriamente avevo già affermato che una società sana deve avere una buona percentuale di poveri (60%?), un piccolo strato inferiore di miserabili (5%), uno di ricchezza media (25%) e uno strato superiore di ricchi (10%).

saluti ;)

Mjollnir
07-07-02, 21:04
Ancora + importante, mi sembra, è che la ricchezza sia conseguenza della nobiltà, e non viceversa.
Non vedo però la necessità dello strato di miserabili...generalmente sono i primi a distaccarsi dal sistema di valori condiviso e a costituire un serbatoio di energie per i movimenti nichilistici e sovversivi...a meno che non ci si voglia affidare alla pura e semplice repressione materiale...:rolleyes:

Felix (POL)
08-07-02, 01:40
Originally posted by Mjollnir
Ancora + importante, mi sembra, è che la ricchezza sia conseguenza della nobiltà, e non viceversa.
Non vedo però la necessità dello strato di miserabili...generalmente sono i primi a distaccarsi dal sistema di valori condiviso e a costituire un serbatoio di energie per i movimenti nichilistici e sovversivi...a meno che non ci si voglia affidare alla pura e semplice repressione materiale...:rolleyes:

proprio per questo indicavo una percentuale minima (5%). Uno strato ridottissimo, composto da sbandati, decaduti, declassati, falliti, fannulloni, bighelloni, ecc... è da ritenersi fisiologico in qualunque società. L'importante è che sia appunto ridottissimo, perché potenzialmente sovversivo.
Non tra i miserabili, ma tra i "poveri" includerei invece gli schiavi, categoria virtualmente scomparsa ma della cui utilità sociale sono fermamente convinto. Sugli schiavi rimando ad una discussione da aprire a parte...

saluti ;)

Mjollnir
09-07-02, 22:37
Scusa ho capito male, pensavo che con quella percentuale indicassi una quota fisiologica, che si dovrebbe necessariamente avere.
E per gli schiavi ? Non mi dire che riabiliteresti l'istituzione :eek:

Felix (POL)
10-07-02, 01:54
Originally posted by Mjollnir
Scusa ho capito male, pensavo che con quella percentuale indicassi una quota fisiologica, che si dovrebbe necessariamente avere.
E per gli schiavi ? Non mi dire che riabiliteresti l'istituzione :eek:

1) ritengo "fisiologica" una certa percentuale di persone poverissime o miserabili in qualsiasi società "sana", non contaminata dall'egalitarismo fanatico attuale. L'importante è che siano pochi, e non arrivino proprio sull'orlo della morte per fame e stenti, cosa eticamente difficile da accettare. Un'economia marginale (come x gli zingari e gli accattoni) e l'assistenza caritativa dovrebbe essere sufficiente per la sopravvivenza a livelli minimi.

2) e perche ti stupisci? D'accordo, non è politically correct parlare bene della schiavitù, ma ti ricordo che le civiltà che più amiamo e riteniamo nobili (India, Grecia, Roma, Bisanzio, Islam medievale, la Cristianità occidentale...) avevano gli schiavi. A Firenze nel 1200 c'era un regolare mercato degli schiavi... Il punto è COME vengono trattati giuridicamente, culturalmente e materialmente gli schiavi. Se pensi alla schiavitù capitalista dei campi di zucchero, tabacco e cotone delle americhe (XVIII-XIX sec), rassicurati, non è a quel modello che penso. Si tratterebbe piuttosto di trovare forme + umane di includere questa importante categoria nell'assetto sociale.
Anche sullo schiavismo dovremmo fare opera di revisionamento e de-condizionamento anti-buonista...

saluti