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Visualizza Versione Completa : Calderoli: chi deve dimettersi è Cofferati



Der Wehrwolf
04-07-02, 17:22
Scajola non doveva uscire di scena, chi lo deve fare è invece Cofferati. Questo in estrema sintesi l’invito fatto da Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord e vicepresidente del Senato, al leader della Cgil Sergio Cofferati. «Sono vicino a Scajola, anche se ritengo non abbia preso la decisione corretta - ha affermato Calderoli in merito alle dimissioni del ministro dell’Interno - Rispetto la sua scelta coraggiosa, ma mi sembra esagerata rispetto alla colpa che gli viene attribuita». «Adesso però mi attendo - continua l’esponente leghista - un identico gesto da parte del leader della Cgil Cofferati, in quanto, se esistono responsabilità per Scajola nella vicenda riguardante Marco Biagi, responsabilità ancora più pesanti pesano su Cofferati». «Invece di prolungare la sua permanenza alla guida della Cgil, Cofferati dovrebbe immediatamente dimettersi». «Per quanto riguarda i ragli provenienti dal centrosinistra contro Scajola - aggiunge Calderoli - mi limito ad osservare che forse l’attuale governo ha perso qualche “pezzo”, ma come non ricordare che i governi precedenti, guidati dall’Ulivo, si contraddistinguevano per perdere un presidente del Consiglio all’anno?».

Der Wehrwolf
04-07-02, 17:22
Tutti i ministri elogiano il collega dimissionario: ha dimostrato
un alto senso dello Stato
«Scajola “linciato” da Ferrara»
Baget Bozzo accusa il direttore del Foglio: rappresenta lobbies anti-Cdl
di Gianluca Savoini

Le dimissioni del ministro Scajola “sono state un errore”. Questo il giudizio di don Gianni Baget Bozzo, il sacerdote genovese che è tra i consiglieri di Silvio Berlusconi. «Adesso - ha aggiunto - di Biagi si deve dire solo bene. È una cosa assurda. I cristiani che conoscevano i loro martiri sapevano che erano anche peccatori. Invece i martiri della Repubblica improvvisamente diventano intoccabili».
Secondo don Baget Bozzo quello nei confronti del ministro dell’interno «è stato un linciaggio promosso da Giuliano Ferrara, direttore del Foglio che mi fa pensare che cosa conti veramente Ferrara nel gioco di Forza Italia».
«Berlusconi ha commesso un errore - ha aggiunto il sacerdote - perchè deve a Scajola la costruzione del partito, lui è la figura più eminente del partito dopo Berlusconi. Credo che Scajola abbia rappresentato un’istanza democratica a cui si oppongono le varie lobbies che giocano parallele a Forza Italia e di cui Ferrara è sicuramente un esponente». «Ora - ha continuato don Gianni - il partito è disorientato perchè colui che l’ha costruito non è più un uomo di rilievo al suo interno». «Il giudizio che Scajola dava di Biagi - ha spiegato - può essere giudicato inopportuno: chiedere una collaborazione non è un peccato. Ma credo che le dimissioni di un ministro degli Interni che faceva bene, che ha fatto il partito, una figura che rappresenta l'elemento democratico di Forza Italia sia un atto profondamente errato e non credo sia un atto democratico. Certamente non piace nè al partito nè agli elettori del partito».
Ma cosa succederà ora, è stato chiesto al sacerdote genovese dai microfoni di Antenna 3? « Verrà messa una pezza a una buca - ha risposto don Gianni -. La sinistra ora può cantare vittoria: Ferrara ha aiutato i suoi vecchi compagni di partito, le solidarietà intercomuniste non vengono mai meno». Per il presidente di An e vicepremier Gianfranco Fini «le dimissioni di Scajola sono innanzitutto un atto di responsabilità che dimostra il suo alto senso dello Stato». «Il suo gesto - ha precisato Fini - sottrae le istituzioni alla campagna denigratoria e agli attacchi strumentali di chi pensava di indebolire il governo e di rallentarne l’azione riformatrice. La generosa decisione conferma la sua indubbia dirittura morale e ci rafforza nel convincimento che Claudio Scajola rappresenta una risorsa per il futuro della coalizione di centrodestra».
Il ministro per la Funzione pubblica Franco Frattini rinnova la propria «stima personale e professionale al collega Claudio Scajola, che ha compiuto un gesto non facile dimostrando un alto senso delle istituzioni. Per coloro che intendevano approfittare di questa vicenda per l’ennesimo attacco al presidente del Consiglio e al governo credo che sia stata la risposta più efficace». «Claudio è ed ha dimostrato di essere, quello che tutti di lui pensavamo: un uomo onesto, coraggioso, leale - ha precisato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti -. Lo pensavo prima, lo penso ora e lo penserò sempre».
Secondo Rocco Buttiglione, ministro per le Politiche comunitarie, Scajola ha dimostrato “grandissimo senso dello Stato”. «Prendiamo atto con rincrescimento - ha sottolineato Buttiglione - della decisione di Scajola, che mostra grandissimo senso dello stato e in questo modo assume su di sè tutte le responsabilità di una frase infelice che nelle sue intenzioni aveva differente significato. Esprimiamo grande solidarietà all’uomo che certamente ha ancora molto da dare al governo e alla Casa delle libertà».
Infine l’analisi dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. «Speravo proprio - ha detto Cossiga - che l’atto nobile e responsabile delle dimissioni da ministro dell’Interno dell’amico Scajola servissero, non dico a portare chiarezza, ma almeno serenità nell’affrontare il grave caso Biagi-Cofferati. Vedo invece che il segretario generale della Cgil in una furibonda e irata difesa, non si comprende bene da chi e da che cosa, fa di tutto per appesantire di nuovo il clima ricorrendo a vecchie tecniche di dietrologia».

Der Wehrwolf
04-07-02, 17:26
04 /07/ 02 - Biagi; Bricolo: «Cofferati si dimetta subito»

«Invece di allungare i tempi della sua permanenza, Cofferati dovrebbe dimettersi prendendo esempio dalla scelta responsabile dell'ormai ex ministro Scajola che, per senso del dovere, ha rinunciato ad una carica così importante come quella di ministro dell'interno». A chiederlo è il vicepresidente del gruppo Lega Nord Padania, Federico Bricolo che aggiunge: «già a fine marzo avevamo denunciato un fatto clamoroso: il segretario provinciale della Cgil di Udine e segretario regionale del Friuli della Fiom-Cgil era stato condannato, senza essersi mai pentito, per banda armata e per attività terroristica nelle brigate rosse nel 1988. Avevamo chiesto spiegazioni a Cofferati su questa storia ma lui non ha mai risposto, né sappiamo se questo dirigente stia ancora al suo posto o se si è dimesso dagli incarichi che aveva con la Cgil».

«Alla luce degli ultimi elementi - prosegue il parlamentare leghista - e mi riferisco alla questione delle presunte email di Marco Biagi che farebbero riferimento, ancora una volta, a Cofferati come uno dei principali ideatori di una campagna delegittimante nei suoi confronti e vista anche l'azione demagogica portata avanti nelle fabbriche sull'articolo 18 da parte della Cgil, il minimo che Cofferati dovrebbe fare è dare immediatamente le sue dimissioni. Un atto che darebbe serenità al confronto tra governo e le parti sociali, dialogo che in momenti di forti tensioni deve essere fatto da persone credibili e al di sopra di ogni sospetto».



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