Pitone
06-07-02, 12:02
DAL CORRIERE DELLA SERA
PENSANDO AGLI AVVENIMENTI DEGLI ULTIMI GIORNI QUALE E' IL SUO GIUDIZIO SU
SILVIO BERLUSCONI, IL 37% DICE POSITIVO
SERGIO COFFERATI, IL 50% DICE POSITIVO
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vicenda che ha occupato le cronache politiche degli ultimi giorni, iniziata con le email in cui Marco Biagi sembrava accusare Cofferati di impiegare un linguaggio minaccioso e comunque inappropriato e conclusasi con le dimissioni di Scajola, ha suscitato grande interesse ed emozione tra gli italiani. Dichiarano di averla seguita con «abbastanza» o «molta» attenzione più di sei elettori su dieci, con una accentuazione tra chi si «sente» di centrosinistra e di centro rispetto a chi si colloca nel centrodestra. E quasi altri tre su dieci affermano di averne almeno «sentito parlare». Nel complesso, si tratta di un coinvolgimento di una ampiezza raramente riscontrabile nelle vicende di politica interna degli ultimi tempi. Solo meno del 10% confessa di essere all'oscuro degli avvenimenti, con una preoccupante accentuazione tra i giovani under25 che, ancora una volta, mostrano un grado di partecipazione politica inferiore al resto della popolazione (e tra i quali si trova non casualmente gran parte degli astenuti alle elezioni).
E’ dunque ragionevole ipotizzare che, contrariamente a occasioni precedenti, si possano manifestare anche effetti sugli orientamenti politici degli elettori. E’ ovviamente prematuro stabilire in che direzione. Ma i dati suggeriscono che la figura di Cofferati «esce» piuttosto bene - forse addirittura rafforzata - dall’intera vicenda. La metà esatta degli elettori ritiene che il suo linguaggio «non esaspera i conflitti sociali, ma difende gli interessi dei lavoratori». Naturalmente è un’opinione assai più diffusa tra chi fa parte del centrosinistra e meno nel centrodestra, ove però uno su quattro è comunque di questo parere. Di converso, il 37%, che ritiene invece esagerato il linguaggio del leader della Cgil, si trova in misura maggiore nel centrodestra, ma comprende anche una parte significativa (22%) dei votanti per il centrosinistra. L’elettorato pare dunque spaccato in due. E, per stabilire l’orientamento della maggioranza, è, al solito, determinante la posizione di chi si considera di centro tout-court. Che, in questa occasione, si schiera in misura più ampia «dalla parte» di Cofferati.
A questo motivo - la conquista da parte del «Cinese» di gran parte dell’elettorato di centro - si deve anche il fatto che la maggioranza assoluta, con una accentuazione tra i più anziani e tra i residenti al Nord (non a caso proprio le categorie in cui si annovera la maggioranza degli iscritti al sindacato), ritiene che Cofferati faccia bene a restare alla guida della Cgil.
Il leader sindacale vede dunque accrescersi il proprio indice di popolarità da 29 (rilevato il 9 giugno) a 49, mentre Maroni fa registrare un incremento meno consistente e la cifra riferita a Berlusconi risulta stazionaria, essendo la variazione al di sotto del margine statistico di approssimazione.
Ma non bisogna dimenticare che il successo di Cofferati è direttamente legato agli avvenimenti recenti, anche se non tutti connessi alla vicenda Biagi. E che esso provocherà reazioni e controffensive da parte del centrodestra e, in misura forse addirittura più accentuata, da pare di alcuni settori del centrosinistra. Non a caso Cofferati ha chiesto proprio qualche giorno fa di incontrare i leader dell’opposizione, per concordare una linea comune e rafforzare così anche il suo ruolo personale. Le prossime settimane e, specialmente, la stagione autunnale (che si preannuncia caldissima) ci diranno se riuscirà a mantenere la grande popolarità conquistata sin qui.
PENSANDO AGLI AVVENIMENTI DEGLI ULTIMI GIORNI QUALE E' IL SUO GIUDIZIO SU
SILVIO BERLUSCONI, IL 37% DICE POSITIVO
SERGIO COFFERATI, IL 50% DICE POSITIVO
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vicenda che ha occupato le cronache politiche degli ultimi giorni, iniziata con le email in cui Marco Biagi sembrava accusare Cofferati di impiegare un linguaggio minaccioso e comunque inappropriato e conclusasi con le dimissioni di Scajola, ha suscitato grande interesse ed emozione tra gli italiani. Dichiarano di averla seguita con «abbastanza» o «molta» attenzione più di sei elettori su dieci, con una accentuazione tra chi si «sente» di centrosinistra e di centro rispetto a chi si colloca nel centrodestra. E quasi altri tre su dieci affermano di averne almeno «sentito parlare». Nel complesso, si tratta di un coinvolgimento di una ampiezza raramente riscontrabile nelle vicende di politica interna degli ultimi tempi. Solo meno del 10% confessa di essere all'oscuro degli avvenimenti, con una preoccupante accentuazione tra i giovani under25 che, ancora una volta, mostrano un grado di partecipazione politica inferiore al resto della popolazione (e tra i quali si trova non casualmente gran parte degli astenuti alle elezioni).
E’ dunque ragionevole ipotizzare che, contrariamente a occasioni precedenti, si possano manifestare anche effetti sugli orientamenti politici degli elettori. E’ ovviamente prematuro stabilire in che direzione. Ma i dati suggeriscono che la figura di Cofferati «esce» piuttosto bene - forse addirittura rafforzata - dall’intera vicenda. La metà esatta degli elettori ritiene che il suo linguaggio «non esaspera i conflitti sociali, ma difende gli interessi dei lavoratori». Naturalmente è un’opinione assai più diffusa tra chi fa parte del centrosinistra e meno nel centrodestra, ove però uno su quattro è comunque di questo parere. Di converso, il 37%, che ritiene invece esagerato il linguaggio del leader della Cgil, si trova in misura maggiore nel centrodestra, ma comprende anche una parte significativa (22%) dei votanti per il centrosinistra. L’elettorato pare dunque spaccato in due. E, per stabilire l’orientamento della maggioranza, è, al solito, determinante la posizione di chi si considera di centro tout-court. Che, in questa occasione, si schiera in misura più ampia «dalla parte» di Cofferati.
A questo motivo - la conquista da parte del «Cinese» di gran parte dell’elettorato di centro - si deve anche il fatto che la maggioranza assoluta, con una accentuazione tra i più anziani e tra i residenti al Nord (non a caso proprio le categorie in cui si annovera la maggioranza degli iscritti al sindacato), ritiene che Cofferati faccia bene a restare alla guida della Cgil.
Il leader sindacale vede dunque accrescersi il proprio indice di popolarità da 29 (rilevato il 9 giugno) a 49, mentre Maroni fa registrare un incremento meno consistente e la cifra riferita a Berlusconi risulta stazionaria, essendo la variazione al di sotto del margine statistico di approssimazione.
Ma non bisogna dimenticare che il successo di Cofferati è direttamente legato agli avvenimenti recenti, anche se non tutti connessi alla vicenda Biagi. E che esso provocherà reazioni e controffensive da parte del centrodestra e, in misura forse addirittura più accentuata, da pare di alcuni settori del centrosinistra. Non a caso Cofferati ha chiesto proprio qualche giorno fa di incontrare i leader dell’opposizione, per concordare una linea comune e rafforzare così anche il suo ruolo personale. Le prossime settimane e, specialmente, la stagione autunnale (che si preannuncia caldissima) ci diranno se riuscirà a mantenere la grande popolarità conquistata sin qui.