Il Patriota
07-07-02, 11:11
In centinaia al corteo per «Bčrghem»
«Bčrghem, Bčrghem, Bčrghem». I leghisti lo hanno scandito a chiare lettere per tutto il tempo della fiaccolata che ieri sera ha radunato un migliaio di manifestanti, ma secondo la Questura erano circa seicento. Sono arrivati fin sotto a Palazzo Frizzoni per affiggere sul portone il discusso segnale stradale con la scritta in dialetto. E davanti al municipio il senatore Roberto Calderoli mantiene la promessa e si imbavaglia, come segno di protesta. Un corteo leghista che porta indietro nel tempo, che ricorda i tempi d'oro della Lega. Era infatti da molto tempo che a Bergamo non si vedevano cortei di questo genere organizzati dal Carroccio. Sono arrivati giovani dalla Brianza, da Lecco, Varese, Milano, Padova e persino Treviso, tutti in difesa del toponimo in lingua locale che ha visto il semaforo rosso da parte del ministero dei Trasporti. «L'ho detto al ministro Lunardi - afferma il senatore Calderoli durante il comizio - e mi ha promesso che fra pochi giorni potremo affiggere il segnale stradale con la scritta "Bčrghem" insieme a quella in lingua italiana. Dobbiamo far capire che i tempi sono cambiati e che noi non siamo contrari al ponte sullo stretto, ma non si metterŕ nessun mattone a Messina senza prima aver risolto il problema dell'autostrada Bergamo - Milano, del passante per Mestre e della viabilitŕ nelle nostre valli». L'occasione del segnale stradale in lingua locale si trasforma, per il popolo leghista, in un'occasione per ribadire i temi di sempre e Roma torna per una sera «ladrona». I piů giovani e agitati leghisti saltellano e promettono: «La Lega non perdona». E a riscaldare gli animi della protesta ci pensa l'onorevole Carolina Lussana che ricorda: «Dobbiamo far capire che il vento del nord soffia forte e che non si ferma davanti a un parere di un funzionario ministeriale. Noi ci battiamo perché anche con questo cartello si difendono i valori e l'identitŕ dei bergamaschi, perché Bčrghem č una parola conosciuta in tutto il mondo. Anche paesi a guida non leghista, penso a Trescore, hanno il cartello con la scritta in lingua bergamasca». Applausi, il popolo leghista si ritrova compatto come non mai, scatta anche il coro per la secessione. «Non ci aspettavamo questa presenza - confida l'onorevole Giacomo Stucchi - anche perché molti sono impegnati nello svolgimento delle feste padane». Ma lo staff dirigenziale della Lega č qui, dai consiglieri comunali ai parlamentari bergamaschi, dai sindaci ai simpatizzanti, tutti riuniti con il «Va' pensiero» di Verdi che promette una riscossa.
..a testimonianza di come sono le rivendicazioni etno-nazionaliste le tematiche vincenti!!!!
«Bčrghem, Bčrghem, Bčrghem». I leghisti lo hanno scandito a chiare lettere per tutto il tempo della fiaccolata che ieri sera ha radunato un migliaio di manifestanti, ma secondo la Questura erano circa seicento. Sono arrivati fin sotto a Palazzo Frizzoni per affiggere sul portone il discusso segnale stradale con la scritta in dialetto. E davanti al municipio il senatore Roberto Calderoli mantiene la promessa e si imbavaglia, come segno di protesta. Un corteo leghista che porta indietro nel tempo, che ricorda i tempi d'oro della Lega. Era infatti da molto tempo che a Bergamo non si vedevano cortei di questo genere organizzati dal Carroccio. Sono arrivati giovani dalla Brianza, da Lecco, Varese, Milano, Padova e persino Treviso, tutti in difesa del toponimo in lingua locale che ha visto il semaforo rosso da parte del ministero dei Trasporti. «L'ho detto al ministro Lunardi - afferma il senatore Calderoli durante il comizio - e mi ha promesso che fra pochi giorni potremo affiggere il segnale stradale con la scritta "Bčrghem" insieme a quella in lingua italiana. Dobbiamo far capire che i tempi sono cambiati e che noi non siamo contrari al ponte sullo stretto, ma non si metterŕ nessun mattone a Messina senza prima aver risolto il problema dell'autostrada Bergamo - Milano, del passante per Mestre e della viabilitŕ nelle nostre valli». L'occasione del segnale stradale in lingua locale si trasforma, per il popolo leghista, in un'occasione per ribadire i temi di sempre e Roma torna per una sera «ladrona». I piů giovani e agitati leghisti saltellano e promettono: «La Lega non perdona». E a riscaldare gli animi della protesta ci pensa l'onorevole Carolina Lussana che ricorda: «Dobbiamo far capire che il vento del nord soffia forte e che non si ferma davanti a un parere di un funzionario ministeriale. Noi ci battiamo perché anche con questo cartello si difendono i valori e l'identitŕ dei bergamaschi, perché Bčrghem č una parola conosciuta in tutto il mondo. Anche paesi a guida non leghista, penso a Trescore, hanno il cartello con la scritta in lingua bergamasca». Applausi, il popolo leghista si ritrova compatto come non mai, scatta anche il coro per la secessione. «Non ci aspettavamo questa presenza - confida l'onorevole Giacomo Stucchi - anche perché molti sono impegnati nello svolgimento delle feste padane». Ma lo staff dirigenziale della Lega č qui, dai consiglieri comunali ai parlamentari bergamaschi, dai sindaci ai simpatizzanti, tutti riuniti con il «Va' pensiero» di Verdi che promette una riscossa.
..a testimonianza di come sono le rivendicazioni etno-nazionaliste le tematiche vincenti!!!!