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Der Wehrwolf
08-07-02, 18:08
Forte riduzione fiscale per i redditi tra 15 e 25.000 euro che
otterranno uno sconto di circa 950 euro

Nessuna imposta per i pensionati al minimo e per chi
guadagna fino a 10.000 euro
Grazie al Patto firmato venerdì le famiglie pagheranno meno tasse. In special modo sono previste meno imposte per quelle con redditi fino a 25.000 euro (circa 50 milioni di vecchie lire) che grazie all’aliquota del 23% otterranno uno sconto fiscale vicino a 950-1000 euro, in confronto al prelievo attuale. E’ prevista poi la no-tax area. I pensionati al minimo, cioè quelli con redditi inferiori a 516 euro al mese, saranno esentati dal fisco. Verranno poi introdotte detrazioni per i lavoratori dipendenti e per i pensionati e ci sarà una forfettizzazione dei costi per le spese di produzione del reddito. Il governo stanzierà 5,5 miliardi di euro per la riduzione delle tasse nel 2003 più 500 milioni destinati all’Irap.
La pressione del fisco scenderà così dal 42,3% attuale al 41,9% del 2003 per poi calare ulteriormente negli anni successivi fino ad arrivare al 40% nel 2006.
In media le tasse scenderanno del 40/50% per i redditi che si aggirano sui 9-10.000 euro con punte che possono anche arrivare a 54%. Lo sconto poi dovrebbe diminuire con il salire dei redditi e a 17.500 euro dovrebbe scendere al 7%. Il fisco ha anche fatto alcune simulazioni così nel dettaglio emerge che un lavoratore con un imponibile di 9 mila euro avrà uno sconto di 500 euro, pari al 40% per i contribuenti senza familiari a carico e avrà percentuali maggiori per i contribuenti con carichi di famiglia.
Nel caso di un reddito imponibile di 17,5 mila euro, corrispondenti ad una retribuzione nel settore industriale, la riduzione di imposta sarà almeno di 250 euro su base annua, pari a circa il 7% per i lavoratori senza carichi familiari e a percentuali maggiori per i lavoratori con carichi familiari.
Per chi percepisce un reddito imponibile di 7,5 mila euro, corrispondente ad una pensione di poco superiore al minimo, la riduzione di imposta è di almeno 250 euro su base annua, pari ad una riduzione superiore al 50% per i pensionati senza carichi di famiglia e a percentuali maggiori per i pensionati con carichi di famiglia.
NO-TAX AREA: La nuova Irpef si chiamerà Ire (imposta sul reddito) e ci sarà una no-tax area attorno ai 10.000 euro. Questa soglia di esenzione non sarà valida per tutti, ma tenderà ad attenuarsi con l’aumentare del reddito, fino a scomparire del tutto. In concreto non si tratterà di una aliquota “zero” ma di una deduzione correlata alla soglia di povertà. Il governo non ha però ancora fornito i dettagli ed è quindi difficile calcolare in questo caso quale sarà il guadagno rispetto all’attuale soglia di esenzione che, per i lavoratori dipendenti, arrivava a circa 7.000 euro. Una cosa è comunque certa: per i pensionati al minimo, con 516 euro mensili di rateo, arriverà la totale esenzione fiscale rispetto ai 287,67 euro annui previsti dall’attuale sistema di imposizione. 23%
FINO A 25.000: E’ invece possibile calcolare l’effetto dell’arrivo dell’aliquota al 23% che, secondo le indicazioni finora fornite, sarà applicata ai redditi fino a 25.000 euro (circa 50 milioni di lire). Di fatto i redditi compresi tra 10.000 e 15.000 euro vedranno la loro aliquota ridursi di un punto: dal 24 al 23% con un effetto pratico di un calo di 50 euro di imposta. La riduzione sarà ancora più forte per i redditi compresi tra i 15 e i 25.000 euro. E’ questa la fascia che oggi applica l’aliquota del 32% e che vedrà ridurre di nove punti il prelievo: questo scaglione d’imposta risparmierà così altri 900 euro di imposta. In totale lo sconto -per il solo gioco delle detrazioni- è di circa 950 euro.
LE DEDUZIONI: Il meccanismo del “risparmio fiscale” è comunque legato anche all’arrivo delle nuove deduzioni per le quali non vengono ancora forniti i valori: in pratica le vecchie detrazioni riconosciute per i figli a carico diventeranno deduzioni ed è certo che saranno focalizzate solo sui redditi bassi, proprio per realizzare la progressività del sistema ed evitare i redditi alti beneficino di un’agevolazione fiscale della quale non hanno bisogno. Solo quando anche le deduzioni saranno rese note sarà possibile calcolare in concreto lo sconto fiscale riservato alle famiglie.
LAVORATORI DIPENDENTI: Sembra profilarsi il mantenimento della differenziazione delle modalità di tassazione fiscale oggi esistente tra lavoratori autonomi e dipendenti. Il testo del “Patto per l’Italia” prevede espressamente il riconoscimento di «una specifica deduzione per i lavoratori dipendenti e per i pensionati che forfettizzino i costi per spese di produzione del reddito, anch'essa modulata in base al reddito complessivo del lavoratore». In pratica rimarrà una deduzione ad hoc per i lavoratori dipendenti (e pensionati) che invece non sembra essere prevista per gli autonomi.
GLI AUTONOMI: Gli autonomi potranno comunque beneficiare di altri meccanismi. E’ previsto l’avvio del calo dell’Irap, con una dote di 500 milioni di euro, e per gli agricoltori l’invarianza dell' attuale carico fiscale in materia di Iva e Irap. A questo si aggiunge l’arrivo del concordato preventivo: in pratica le piccole imprese e i lavoratori autonomi potranno pagare in anticipo le imposte dovute, in base a specifici parametri, limitando al massimo gli adempimenti per i tre anni successivi.
LE IMPRESE: Anche le grandi imprese, le società di capitale, hanno spuntato un buono sconto. L’imposta sul reddito delle persone giuridiche (Irpeg) calerà nel 2003 di due punti: dal 36 attuale al 34%. La maggiore riduzione è però solo di un punto perché già la finanziaria di due anni fa aveva previsto per il prossimo anno un calo dell’aliquota al 35%. In ogni caso con la riduzione di due punti dell’Irpeg il governo si avvicina alla soglia del 33% promessa con il proprio programma elettorale.