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Tomás de Torquemada
10-07-02, 00:42
Dal sito http://www.girodivite.it/antenati/antenati.htm

Gustav Meyrink

Gustav Meyrink è nato a Vienna nel 1868. Si interessò nella sua vita di esoterismo e magicismo. Nel 1927 si convertì al buddhismo. Morì a Starnberg [Baviera] nel 1932.
Su che tipo fosse Meyrink, può essere interessante quanto riporta *Mircea Eliade (in "Frammenti di un diario", nell'agosto del 1950) che riferisce quanto gli dice l'ebraista Scholem: "[Scholem] l'ha conosciuto da giovane, e lo ha anche portato dal grande scrittore ermetista R. Eisler. Una volta Meyrink gli chiese di spiegargli che cosa aveva voluto dire nel suo 'Der Golem', giacché egli aveva scritto alcune pagine ispirate alle fonti esoteriche ebraiche (pessime fonti, ha aggiunto Scholem), senza d'altronde comprenderne il significato. Scholem gli aveva spiegato che, essendo inventate da autori mediocri, prive di rapporto con la fonte della tradizione autentica, non avevano alcun senso... Un'altra volta Meyrink gli chiese se sapeva dove abitasse Dio. Scholem non lo sapeva, e Meyrink esclamò: 'Alla base della colonna vertebrale'. Aveva letto 'Il potere del serpente' di Avalon ed era convinto di ciò: Dio era 'Kundalini', e 'Kundalini' si trovava, arrotolato, alla base della colonna vertrebrale. Scholem non sa ancora ancora esattamente se Meyrink credesse davvero alle sue opere esoteriche o se scherzasse, dato che non era sprovvisto di umorismo".

Il suo romanzo più noto resta Il Golem (Der Golem, 1915). Tra gli altri suoi romanzi si ricordano: La faccia verde (Das grüne Gesicht, 1916), La notte di Valpurga (Walpurgisnacht, 1917), Il domenicano bianco (Der weisse Dominikaner, 1921). Tra i racconti: Il corno fatato del filisteo tedesco (Das deuschen Spiessers Wunderhorn, 1913) in tre volumi, Storie di alchimisti (Goldmachergeschichten, 1925).

I suoi punti di riferimento sono Hoffmann e Poe, e le leggende praghesi. Le sue sono storie fantastiche, dominati da spettri, visioni, piene di sogni. Elementi grotteschi si uniscono a toni mistici. Scherzo ironico, amara malinconia, satira della burocrazia e dell'ipocrisia borghese sono tra i suoi elementi migliori.

Tomás de Torquemada
10-07-02, 00:44
Dal sito http://www.girodivite.it/antenati/antenati.htm

"Il Golem" di Gustav Meyrink

Il Golem (Der Golem), romanzo di Gustav Meyrink, fu pubblicato nel 1915. La storia narra di Athasius Pernath, intagliatore di pietre preziose. Un uomo scambia un giorno, nel duomo di Praga, il suo cappello con quello di Pernath, e rivive come in una visione la sua vita nell'antico ghetto di Praga. Accanto a Pernath sono due figure principali: il vecchio rigattiere Aaron Wassertrum, che funge nel racconto da genio del male; e Hillel, impiegato al municipio ebraico, e che funziona da genio del bene. Vi è inoltre lo studente di medicina Charousek, suo figlio naturale e giustiziere; e Miriam sua figlia. Pernath finisce in carcere a causa di una falsa accusa di omicidio. Nel mentre che è in prigione, quasi tutti gli altri personaggi della storia muoiono o scompaiono. Pernath viene scagionato, e si mette alla ricerca della figlia adorata Miriam.

Il racconto è un intreccio di sogni, visioni, sdoppiamenti di personaggi, ripresa di segreti annunci cabalistici, segni magici dei tarocchi, antiche leggende praghesi: tra queste, quelle legate al nome di Rabbi Loew e al Golem, creatura di creta animata dalla volontà altrui per seminare tra gli uomini distruzione. La figura del Golem, tramite il racconto di Meyrink entrerà a far parte della cultura letteraria europea dell'epoca.

Tomás de Torquemada
10-07-02, 00:45
Ricevo e trasmetto.




Libreria Ar, tel: 089 221 226
www.libreriaar.it


Tratta da Margini n. 23

G. Meyrink, Il viso verde, Il Cavallo alato.
Traduzione di F. G. Freda.
Presentazione di E. d’Intra. euro 20,50


Un libro come "Il viso verde" si presta a tanti e diversi approcci di lettura, giusto secondo il grado di profondità e di attenzione riservategli: romanzo di avventure, di orrore, del mistero, occulto, iniziatico.

È in quest’ultimo, esoterico, senso, che i pochi e qualificati lettori ritroveranno il filo d’Arianna di un cammino spirituale mai del tutto perduto. Attraverso suggestioni e colori, quasi, materialmente percepibili dalle pagine (il rosso del sacrificio cruento, il nero primordiale e mercuriale, il bianco della luminosa conoscenza spirituale, il verde della definitiva rigenerazione), e gli insegnamenti tradizionali dispensati nel corso del racconto. Per l’Autore l’importanza di una conoscenza trascendente immediata (non dialettica e discorsiva) ribalta completamente l’abitudinaria logica razionalista, ferma al pur necessario dato del coordinamento mentale.

Sul piano sociale è assoluta la denuncia della cecità - o dell’ipocrisia - insita nella quotidiana vita borghese: la mancanza di senso, l’inanità di comportamenti instabili, il gioco di azioni e re-azioni istintive e superficiali.

Tutto - ammonisce Meyrink - sta nell’essere svegli.

E "di nulla l’uomo è tanto convinto come del fatto di stare sveglio, mentre in realtà è prigioniero di una rete di sonno e sogni da lui stesso intessuta".

"In verità l’immortale è solamente l’uomo risvegliato".

Scopo dell’effimera vita è l’immortalità. Ognuno proceda - suggerisce Il viso verde - secondo la propria volontà e predestinazione, lungo una strada che è diversa per tutti ma che porta, alla fine del proprio segmento esistenziale, al Principio Unico, ove spazio e tempo si dissolvono.

Non è questa una strada per tutti: si incrociano, nei transitori corpi viventi, due correnti diverse, l’una diretta verso l’ascesa e la Vita, l’altra verso morte e decomposizione.

L’eternità non è un tempo infinito, ma è fuori dal tempo: la ricerca del Principio è la ricerca dell’eternità.

Il risveglio spirituale - avverte Meyrink - comincia dal corpo, riscattandolo dal suo stato di prigione: è necessario interrompere l’identificazione dell’Io con il corpo stesso, andare oltre.

Dare un ordine, in noi stessi, al caos, per ripristinare in noi stessi - e nel mondo - l’elemento divino: Dio - ammonisce ancora l’Autore - è dentro di noi, non fuori, se sappiamo uscire dalla dimensione della Creazione, del divenire, per ritrovare quella dell’Essere.

Ben più di un cenno meriterebbe anche la capacità espressiva, la forza di rappresentazione dimostrata - anche negli altri romanzi, Il Golem in testa - da Meyrink.

È come un impatto in chiaro-scuro, che dall’esterno appare spesso esasperato, inquietante, ferito, per rivelare - attraverso fasci di luce improvvisa, lame radenti di energia pura - la realtà nascosta.

Allora il segno è netto, essenziale, estraneo a descrizioni dettagliate - e produce gorghi impetuosi che catturano la nostra attenzione, aiutandoci a uscire dal grigio disincanto quotidiano.

E la parola si converte in silenzio, il silenzio in distacco dal mondo - in visione dell’Assoluto.

Tomás de Torquemada
17-11-02, 01:02
Dal sito http://www.mutamenti.net/home.html

Gustav Meyrink, l'uomo dalla faccia verde

"Quando vedo germogliare sulla terra un amore che si innalza al disopra degli spettri, allora tendo le mie mani come rami sopra la mia testa per preservarlo da una morte prematura, perché non sono solo il fantasma dalla faccia verde, sono anche Chidher, l'albero eternamente verdeggiante." G. Meyrink

Meyrink nasce il 19 gennaio 1868 col nome di Gustav Meyer. E' figlio naturale di un ministro del Baden - Würtenberg e di un’attrice del teatro di corte, probabilmente di origine ebraica. Studia a Monaco, Amburgo e Praga, città dove consegue la Maturità. In seguito fa studi commerciali e diventa banchiere. La sua infanzia è difficile e segnata da disgrazie di vario genere. Ciò nonostante, fino a 23 anni, il giovane Gustav conduce una vita mondana per non dire dissoluta. Ama le donne e i duelli (si dice che avesse sfidato un intero reggimento!) ed è anche grande giocatore di scacchi. Ma, allo scadere della prima gioventù, viene travolto da una catastrofe finanziaria che lo sconvolge e lo trasforma radicalmente. Dopo un tentativo di suicidio, Meyrink si converte infatti al misticismo e alla spiritualità. Pratica dapprima la teosofia e lo spiritismo, poi si dedica allo studio delle dottrine tradizionali quali lo yoga, la cabala, il taoismo e infine l'alchimia. Scrive romanzi ispirati a queste discipline, racconti nei quali esprime la propria aspirazione alla luce e alla liberazione. Tenta di descrivere la mutazione che trasforma l'uomo nel senso della più alta alchimia. In lui l'opera letteraria è strettamente legata all'evoluzione spirituale. Meyrink invita il lettore a viaggiare nel paese dell'anima e a intraprendere la lunga ricerca dell'integrità perduta. Nei suoi romanzi tutto è segno e simbolo e i temi di fondo sono quelli del risveglio e dell'esperienza spirituale. Tutti i suoi libri illustrano il modo di trasformare l'uomo animale in un essere più elevato. Lo spirito deve dominare il corpo e non esserne asservito, come succede alla maggior parte delle persone. Tutto avviene in un mondo sottile invisibile, di cui la realtà materiale è semplicemente un riflesso. Tra le sue opere una in particolare rappresenta un messaggio chiarissimo in questo senso: "La faccia verde". Si tratta di un romanzo fantastico che si svolge nei quartieri storici di Amsterdam. Protagonista è un ingegnere austriaco di nome Fortunat Haberisser, un esule costretto a vivere in una città straniera. Il personaggio simboleggia bene il destino dello straniero, dell'essere gettato nel mondo e che, diversamente dai suoi simili, ricorda il luogo dal quale è venuto e deve quindi cercare attivamente la grande liberazione che gli farà ritrovare la sua gloriosa condizione originaria. Ma il romanzo tratta anche di un altro grande motivo esistenziale: quello dell'approssimarsi ineluttabile della fine di un ciclo terrestre, dell'entrata finale nei tempi dell'apocalisse - ossessione terribile del mitico cataclisma al quale potranno sfuggire solo coloro che avranno costruito in tempo l'arca salvatrice. La faccia verde, che nel romanzo appare sia sul corpo di un uomo che su quello di un serpente, simboleggia innanzitutto il chidher (o chadhir) della tradizione islamica, quello incontrato da Mosé, secondo il diciottesimo versetto del Corano. Non sono tanto gli avvenimenti esteriori ad essere descritti quanto l'evoluzione interiore del protagonista: all'inizio lo scopo è dominare le idee, ma alla fine del cammino c'è la trasformazione totale del corpo in spirito. Il romanzo si conclude con un completo rovesciamento di certi valori, con il riconoscimento di una certa ambivalenza che vede il positivo nel negativo e viceversa, con la conoscenza e la padronanza del principio di polarità. Grande adepto dello yoga (praticava quotidianamente per alcune ore), visionario inquietante, Meyrink sa catturare la fantasia del lettore con immagini semplici. Leggiamo nella "Faccia Verde": "l'orologio dell'universo non tarderà a suonare l'ora dodicesima, il numero sul quadrante è rosso e grondante sangue, da questo lo riconoscerai. La prima ora nuova sarà preceduta da un uragano. Bada che non ti trovi addormentato, poiché coloro che arriveranno con gli occhi chiusi nel nuovo giorno resteranno bestie come erano e non potranno più essere svegliati. Esiste un equinozio spirituale. La prima ora nuova di cui ti parlo è il solstizio, il punto in cui la luce e l'oscurità sono in equilibrio." … "La chiave che ci renderà padroni della natura è arrugginita fin dai tempi del Diluvio: è l'essere svegli. Essere svegli è tutto. Per ciascuno il cammino è diverso, ma il processo e gli scalini sono gli stessi." Da ultimo il romanzo descrive anche il cammino di un uomo che percorre la via del "risveglio spirituale" grazie all'aiuto di una donna. L'idea sviluppata da Meyrink nel racconto è quella della vita "normale" vista come stato di "letargia" nel quale ci comportiamo come sonnambuli che non conoscono il motivo delle loro azioni. Solo colui che conosce se stesso raggiunge la realizzazione spirituale totale e può essere considerato una vera persona integra e completa. L'immortalità sarà di quelli che l'avranno conquistata in terra durante un istante brevissimo in cui avranno superato il loro lato materiale. Nella "Faccia verde" l'uomo da solo non può raggiungere lo scopo. Ha bisogno di una compagna. Solo l'unione delle forze maschile e femminile può permettergli il passaggio. E' questo il significato segreto del matrimonio, perduto ormai da millenni. Elisabeth de Thex

Tomás de Torquemada
18-03-03, 05:25
Ricevo e trasmetto.

lettura consigliata:
(da: Margini n. 41, gennaio 2003)

Gustav Meyrink, Il viso verde
Presentazione a cura di Ezio d’Intra. Traduzione a cura di Franco Freda.
Grafica e copertina di Livio Ceccarelli. Il Cavallo alato - Edizioni di Ar,
Padova, 1997. Pp. 350, 12 ill. Euro 20,70.

I romanzi di Gustav Meyrink potrebbero agevolmente rientrare nel genere ‘’fantastico’’. E non a caso alcuni racconti di Meyrink vennero inclusi nella bellissima collana di letture fantastiche curata da Borges per la Franco Maria Ricci. Eppure, nelle storie narrate da Meyrink si avverte la presenza di un orizzonte che va al di là del genere fantastico. E a questa regola non sfugge Il viso verde. Qui pare chiaro che l’ossatura ‘’esoterica’’ del romanzo non vada intesa alla stregua di un semplice espediente letterario o di un tentativo di catturare l’attenzione del lettore con il ricorso al ‘’meraviglioso’’. Piuttosto, l’itinerario del protagonista, Fortunat Hauberisser, sembra configurarsi come una sincera ‘’cerca’’ della vera natura dell’uomo. Una natura ‘’risvegliata’’ e quindi dotata di ‘’viso’’, ossia di forma interiore aperta alle sollecitazioni dell’invisibile. E tutto ciò nel pieno di un’epoca di disordine che funge da sfondo e da contraltare alla ricerca interiore di Hauberisser. Anzi, la crisi è presente nello stesso protagonista come imprescindibile punto di partenza e come grande occasio per un processo di riconversione spirituale teso al raggiungimento di una differente e più alta realtà.

Otto Rahn
19-03-03, 01:27
L'ho letto. Libro eccezionale.

cornelio
26-03-03, 03:52
Originally posted by Otto Rahn
L'ho letto. Libro eccezionale.

Leggiti anche il Golem e il Domenicano Bianco, capolavori assoluti!
Gustav Meyrink: mio scrittore preferito!

Otto Rahn
03-04-03, 15:29
li cercherò al più presto!

cornelio
28-04-03, 23:11
G. Meyrink, Il viso verde, trad. it. di F. Freda, il Cavallo alato, 1997.
Scrittore dalle indiscusse conoscenze nell’ambito delle dottrine esoteriche,Meyrink ne estrae alcuni elementi e vi costruisce intorno delle storie, che assumono, di conseguenza, l’immagine di un viaggio iniziatico letterario, viaggio di cui - ed è un ulteriore pregio delle sue opere - vengono indicati pure i pericoli. Nel caso de Il viso verde è evidente, infatti, come, attraverso l’esperienza narrativa, l’autore tenga a sottolineare quanto le medesime energie impegnate in un cammino di realizzazione interiore, senza un corretto "piano di lavoro" ed una certa fermezza e stabilità psichica, rischino di sovvertire la finalità del cammino stesso; lo stesso mezzo, cioè, può condurre tanto alla luce quanto all’abisso; ed è abile nel dispiegare queste molteplici possibilità attraverso le esperienze dei vari personaggi che, nel racconto, mostrano una comune sete di conoscenza: chi immergendosi in febbrili esperienze estatiche, altri attraverso la ricerca dottrinaria di quegli elementi sapienziali presenti alle origini delle diverse tradizioni religiose, altri ancora, come l’uomo e la donna protagonisti del racconto, attraverso la ricerca di un reciproco completamento spirituale. Il loro cammino parallelo, infatti, parte dalla "rottura" che essi avvertono dentro sé, mediante sensazioni di inquietudine e di rifiuto verso uno modo di vita borghese, da cui pure erano sedotti fino a poco tempo prima, che apre nella loro mente la possibilità di un varco: un varco per entrare in contatto con energie presenti al di là della "struttura" chiamata personalità; energie in accordo con i sottili "fili" che disegnano la trama dell’esistente. H. viene travolto dal clima torbido di Amsterdam, ove regna un’atmosfera che sembra presagire un imminente stravolgimento che colpirà cose e persone; ma proprio nel caos - della realtà come della mente - si imbatte in una esperienza "visionaria" che cambierà definitivamente la sua vita fungendo da inizio per la ricerca di una via. Non a caso, infatti, nel momento in cui il dubbio sulla concretezza e l’essenzialità delle sue esperienze di vita si fa avanti, lacerando la sua sicurezza e probabilmente "alterando" le sue capacità di percezione, egli ottiene in dono la visione del "viso verde", immagine eterna dell’Uomo Primordiale. Da questo punto in poi Meyrink dà inizio al viaggio iniziatico attraverso le varie tradizioni esoteriche, da cui prorompe, con forza, il mito di questa immagine caratterizzata dal colore verde, esprimente appunto le potenzialità occulte e perenni dell’uomo. Non tutti coloro, però, che entrano in contatto con questa energia del profondo, riescono a gestirne la potenza, ed il racconto, in seguito ad alcuni delitti misteriosi, assume le tinte di un giallo metafisico; ma, nel mentre la città cade sempre più velocemente in un abisso di caos e distruzione, una nuova realtà comincia a prendere forma davanti agli occhi di H., che, nel frattempo, è riuscito ad apprendere e praticare delle norme, o esercizi spirituali al fine di acquisire il dominio di sé. Grazie a queste facoltà potrà pervenire alla visione di altri mondi, più sottili dell’illusione chiamata realtà.

eliodoro
15-08-04, 19:00
In Origine Postato da cornelio
Leggiti anche il Golem e il Domenicano Bianco, capolavori assoluti!
Gustav Meyrink: mio scrittore preferito!
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Condivido questo entusiasmo. Nel 97 partecipai ad una conferenza a Milano sul "viso Verde" del Meyrink , relatore "Ezio d'intra" ( che poi scoprii essere uno pseudonimo anagrammato della parola TRADIZIONE, da parte di un Professore universitario friulano ). Fu molto bella. Di Meyrink ho letto tutto ed ho persino scoperto che esiste una loggia massonica a Monaco di Baviera che porta il suo nome. Inoltre pochi sanno che Meyrink conobbe il noto spagirista-alchimista A.Von Bernus...Interessantissimo è un saggio di Gerard heym sul "Domenicano Bianco" apparso in italiano...

Saluti

Eliodoro

Tomás de Torquemada
19-08-04, 19:21
In Origine Postato da eliodoro
Interessantissimo è un saggio di Gerard heym sul "Domenicano Bianco" apparso in italiano...[/B]

E' forse un saggio dei primi anni Ottanta (inserito, mi sembra, in un volume collettaneo)... o frattanto è stato pubblicato altro? :)

pcosta
19-08-04, 20:14
"Nulla possiamo fare che non sia magico"
(Gustav Meyrink, "Il Cardinale Napellus")

A Ginevra, verso il 1916, sotto l'impulso dei vulcanici libri di Carlyle, intrapresi il solitario studio della lingua tedesca. La mia conoscenza previa si riduceva ad alcune declinazioni e coniugazioni. Acquistai un breve dizionario inglese-tedesco e affrontai, con una temerarietà che continua a sgomentarmi, le pagine del Faust di Goethe e della Critica della Ragion Pura di Kant. Il risultato è prevedibile. Non mi lasciai intimorire e aggiunsi a quegli impenetrabili volumi il Lyrisches Intermezzo di Heine. Considerai, non senza giustificazione, che le sue strofe, a causa della loro obbligata brevità, sarebbero state meno ardue dei versi intricati di Goethe o dei paragrafi informi di Kant. Fu così nel prodigioso mese di maggio del primo verso - im wunderschonen Monat Mai - che fui magicamente lanciato in una letteratura che mi ha accompagnato fedele per tutta la vita. Credetti allora di sapere il tedesco, che non so ancora.
Poco dopo, la baronessa Helene von Stummer di Praga, la cui morte non ha cancellato dalla nostra memoria il suo timido sorriso, mi diede una copia di un libro recente, di indole fantastica, che era riuscito, incredibilmente, a distrarre l'attenzione di un vasto pubblico, stanco delle vicissitudini belliche. Era Il Golem di Gustav Meyrink. Il suo patente argomento era il ghetto. Voltaire ha osservato che la fede cristiana e l'Islam derivano dal giudaismo, e che musulmani e cristiani abominano imparzialmente Israele. Per secoli, in Europa, il popolo eletto fu confinato in quartieri che avevano poco o molto del lebbrosario e che, paradossalmente, furono magiche serre della cultura ebraica. In quei luoghi germinò un ambiente malinconico e del pari un'ambiziosa teologia. La cabala, di radice spagnola, attribuita dal suo inventore Mosé de León a una segreta tradizione orale che daterebbe dal Paradiso, trovò nei ghetti un terreno propizio alle sue strane speculazioni sul carattere della divinità, sul potere magico delle lettere dell'alfabeto e sulla possibilità che gli iniziati creassero un uomo, come l'Artefice aveva creato Adamo. Questo omuncolo si chiamò Golem, che in ebraico significa zolla di terra, come Adamo vuol dire argilla.
Gustav Meyrink fece uso della leggenda, i cui particolari narra, per quell'indimenticabile romanzo che accoppia all'ambito onirico di Attraverso lo specchio un palpabile orrore che non ho dimenticato nel corso degli anni. Vi sono, ad esempio, sogni sognati da altri sogni, incubi perduti nel centro di altri incubi. L'indice stesso eccitò la mia curiosità: il titolo di ogni capitolo consta di un solo monosillabo. A differenza del suo contemporaneo, il giovane Wells, che cercò nella scienza la possibilità del fantastico, Gustav Meyrink la cercò nella magia e nel superamento di ogni artificio meccanico. "Nulla possiamo fare che non sia magico", ci dice nel Cardinale Napellus; sentenza che avrebbe approvato Novalis. Un altro simbolo di questa visione è l'epitaffio che il lettore troverà in J.H. Obereit visita la regione delle Succhiatempo, che malgrado la sua apparenza irreale è vero, non solo esteticamente ma anche psicologicamente. Il racconto, narrativo all'inizio, va esaltandosi fino a confondersi con le nostre esperienze e i timori più intimi. Le Succhiatempo superano la metafora e l'allegoria; corrispondono alla sostanza del nostro io. Fin dalla prima riga il narratore è predestinato alla fine imprevedibile. I quattro fratelli della luna includono due argomenti: uno deliberatamente irreale che prende il lettore in modo irresistibile, e un altro, ancora più angoscioso, rivelatoci dalle pagine finali. Verso il 1929 io tradussi in spagnolo il primo testo di questo volume, i cui racconti derivano dal libro Fledermuse, e lo pubblicai su un giornale di Buenos Aires, che mandai a Meyrink. Questi mi rispose con una lettera in cui, attraverso la sua sconoscenza della nostra lingua, lodava la mia traduzione. Mi inviò anche un suo ritratto. Non dimenticherò i tratti fini del volto invecchiato e dolente, i baffi obliqui e la vaga somiglianza col nostro Macedonio Fernàndez. In Austria, sua patria, i molti avvenimenti della letteratura e della politica hanno quasi cancellato la sua memoria.
Albert Soergel ha congetturato che Meyrink cominciò col sentire che il mondo è assurdo e di conseguenza irreale. Questi concetti si manifestarono dapprima in libri satirici; poi in libri fantastici e atroci. I tre racconti qui riuniti prefigurano la sua opera più importante, Il Golem, cui seguirono i romanzi Das griine Gesicht (1916), il cui protagonista è l'Ebreo Errante; Walpurgisnacht (1917); Der Engel vom weslichen Fenster (1920) che si svolge in Inghilterra, in un altro secolo, fra alchimisti; Der weisse Dominikaner (1921) e An der Schwelle des Jenseits (1923).
Figlio di un'attrice allora famosa, Gustav Meyer, che avrebbe modificato il suo cognome in Meyrink, nacque a Vienna nel 1868. Morì nel 1932 a Starnberg, in Baviera, sulle rive di un lago, quasi all'ombra delle Alpi.
Meyrink credeva che il regno dei morti eritrasse in quello dei vivi e che il nostro mondo visibile fosse incessantemente penetrato dall'altro invisibile.

Jorge Luis Borges
(Introduzione a "Il Cardinale Napellus", La Biblioteca di Babele, Franco Maria Ricci, 1976)

eliodoro
19-08-04, 20:15
In Origine Postato da Tomás de Torquemada
E' forse un saggio dei primi anni Ottanta (inserito, mi sembra, in un volume collettaneo)... o frattanto è stato pubblicato altro? :)

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E' proprio quello : da leggersi due volte.

Saluti

Eliodoro

Tomás de Torquemada
19-08-04, 20:23
In Origine Postato da eliodoro
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E' proprio quello : da leggersi due volte.

Saluti

Eliodoro

Molte grazie... :)

Silvia
15-02-06, 22:07
Dal sito http://www.girodivite.it/antenati/antenati.htm

"Il Golem" di Gustav Meyrink

Il Golem (Der Golem), romanzo di Gustav Meyrink, fu pubblicato nel 1915. La storia narra di Athasius Pernath, intagliatore di pietre preziose. Un uomo scambia un giorno, nel duomo di Praga, il suo cappello con quello di Pernath, e rivive come in una visione la sua vita nell'antico ghetto di Praga. Accanto a Pernath sono due figure principali: il vecchio rigattiere Aaron Wassertrum, che funge nel racconto da genio del male; e Hillel, impiegato al municipio ebraico, e che funziona da genio del bene. Vi è inoltre lo studente di medicina Charousek, suo figlio naturale e giustiziere; e Miriam sua figlia. Pernath finisce in carcere a causa di una falsa accusa di omicidio. Nel mentre che è in prigione, quasi tutti gli altri personaggi della storia muoiono o scompaiono. Pernath viene scagionato, e si mette alla ricerca della figlia adorata Miriam.

Il racconto è un intreccio di sogni, visioni, sdoppiamenti di personaggi, ripresa di segreti annunci cabalistici, segni magici dei tarocchi, antiche leggende praghesi: tra queste, quelle legate al nome di Rabbi Loew e al Golem, creatura di creta animata dalla volontà altrui per seminare tra gli uomini distruzione. La figura del Golem, tramite il racconto di Meyrink entrerà a far parte della cultura letteraria europea dell'epoca.

"... Il Golem di Gustav Meyrink ha in fondo ben poco in comune con lo smisurato spauracchio di Rabbi Löw. Non è un manichino d’argilla, ma una sembianza sfuggente, nebbiosa, enigmatica, uno Spuk, uno spettro, che ricompare ogni trentatré anni nelle viuzze del ghetto praghese, suscitando scompiglio. Il fantasma si annida fra gli abitanti della Judenstadt, senza che essi lo percepiscano, e di tanto in tanto, per influsso di astrali pneumi, di congiunzioni sideree, preceduto da segni premonitori, assume apparenza sensibile.
Questo Golem è dunque l’indizio di un’epidemia spirituale, che si propaga a periodi fulmìnea, l’incarnazione di tórbidi amori, che in eterno fermentano nella soffocante strettura del ghetto, prorompendone a volte, per spargere una malia tremendissima, una oscura psicosi. In altre parole, sono le paure e le angosce del piccolo ebreo perseguitato a dar corpo al Golem. Prolungamento dell’atmosfera lugubre e intossicata del Quinto Quartiere, delle sue fatiscenti casupole che digrignano i denti, delle sue pietre unte come pezzi di grasso, lo spettro attraversa ogni trentatré anni i sordidi vicoli immersi in un ambiguo Zwielicht, prendendo l’aspetto di uno sconosciuto dal viso giallo e dai tratti mongolici, vestito di uno stinto abito altmodisch, dal’andatura cespicante come se a ogni attimo volesse cadere in avanti..."


Da Praga magica, A. M. Ripellino (Einaudi, pag 174-175)

http://www.silviadue.net/vari/praha.jpg

Quando gli uomini si levano dai loro giacigli, s'immaginano di aver scosso via il sonno, e non sanno di esser vittime dei loro sensi e di diventar preda di un sonno assai più profondo di quello al quale si sono strappati. C'è soltanto un essere desti autentico, ed è ciò a cui tu ti stai ora avvicinando. Ma provati a parlarne alla gente, ti diranno che sei malato, che non riescono a capirti. Per questo è inutile e crudele parlargliene.

Trascorrono essi come una corrente —
E assomigliano a un sonno.
Simili a erba che in breve appassirà —
Che a sera sarà troncata e seccherà. "

"Chi era lo sconosciuto che è venuto a trovarmi nella mia stanza e mi ha dato il libro Ibbur? Ero desto o dormivo, quando l'ho visto?" volevo domandare, ma Hillel mi rispose ancor prima che riuscissi a formulare in parole l'interrogativo:
"Ammettilo : l'uomo che è venuto da te e che tu chiami il Golem non è che il risveglio del trapassato ad opera della vita spirituale. Ogni cosa sulla terra non è altro che un simbolo eterno incarnato nella polvere.


Da Il Golem, Gustav Meyrink (Bompiani, pag. 68)

Bellissimo romanzo. Da leggere assolutamente…

sacher.tonino
16-02-06, 10:12
Il corpo esoterico della dottrina Meyrinkana dovrebbe essere contenuto in "L'angelo della finestra occidentale". Io non l'ho letto.

=DADOUKOS=
16-02-06, 11:23
Il corpo esoterico della dottrina Meyrinkana dovrebbe essere contenuto in "L'angelo della finestra occidentale". Io non l'ho letto.

Risulta anche a me. Mi riprometto di leggerlo.

Il Golem resta per me il migliore romanzo esoterico moderno.
La mia lettura risale a circa dieci anni fa, eppure non dimentico alcune immagini (gli scorci di Praga... le foglie secche - o le carte?- agitate dal vento che sembrano vivere di vita propria... il bouquet di fiori d'arancio... l'offerta dei bastoncini (o ricordo male?) e la successiva scelta -avrà ispirato Matrix?-... Armilos...).

Evola ne diceva un gran bene. In un suo libro dice che Meyrink negli ultimi anni della sua vita vide un cavaliere venirgli incontro...

Ma sbaglio o Meyrink non era il vero nome dello scrittore?

=DADOUKOS=
16-02-06, 11:39
Ma sbaglio o Meyrink non era il vero nome dello scrittore?


Gustav Meyer
http://www.alephbokforlag.se/meyrink.jpg

sacher.tonino
16-02-06, 19:20
Risulta anche a me. Mi riprometto di leggerlo.

Il Golem resta per me il migliore romanzo esoterico moderno.
La mia lettura risale a circa dieci anni fa, eppure non dimentico alcune immagini (gli scorci di Praga... le foglie secche - o le carte?- agitate dal vento che sembrano vivere di vita propria... il bouquet di fiori d'arancio... l'offerta dei bastoncini (o ricordo male?) e la successiva scelta -avrà ispirato Matrix?-... Armilos...).

Evola ne diceva un gran bene. In un suo libro dice che Meyrink negli ultimi anni della sua vita vide un cavaliere venirgli incontro...

Ma sbaglio o Meyrink non era il vero nome dello scrittore?

Effettivamente l'offerta dei bastoncini è un passaggio molto suggestivo.
Potrebbe rappresentare la scelta di alcuni "poteri" sacrificando "altri".

Senatore
16-02-06, 19:43
Il corpo esoterico della dottrina Meyrinkana dovrebbe essere contenuto in "L'angelo della finestra occidentale". Io non l'ho letto.

L'ho letto, ma non mi è sembrato questo capolavoro, a parte certe rievocazioni storiche della vita di John Dee, come la permanenza a Praga alla corte imperiale di Rodolfo d'Asburgo. Come romanzo ho preferito di molto il volto verde.

sacher.tonino
16-02-06, 20:06
L'ho letto, ma non mi è sembrato questo capolavoro, a parte certe rievocazioni storiche della vita di John Dee, come la permanenza a Praga alla corte imperiale di Rodolfo d'Asburgo. Come romanzo ho preferito di molto il volto verde.

Grazie.Eviterò di comprarlo.

Eymerich (POL)
17-02-06, 02:56
Risulta anche a me. Mi riprometto di leggerlo.

Il Golem resta per me il migliore romanzo esoterico moderno.
La mia lettura risale a circa dieci anni fa, eppure non dimentico alcune immagini Armilos...).

Curioso... potrei saperne qualcosa in più?

=DADOUKOS=
17-02-06, 12:31
Curioso... potrei saperne qualcosa in più?


Si tratta di un altro riferimento alla tradizione ebraica.
Armilos è colui che lotterà contro il messia alla fine dei tempi, analogo all'"anticristo" dei cristiani.

Se ne parla nel "Golem"... forse qualche giorno avrò il tempo di postare il passo.

harunabdelnur
17-02-06, 18:32
TL’Angelo della Finestra d’Occidente
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Edizioni Fratelli Bocca, 1949, Traduzione e Introduzione di J.Evola.
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Introduzione
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Il presente romanzo è l’ultimo che, prima di morire, Gustav Meyerink scrisse. Come schema, esso è una specie di intreccio di motivi già ritrovabili nei suoi precedenti libri. Infatti da un lato vi è la ricostruzione romanzata della vita e delle vicende di un alchimista effettivmente vissuto, come nelle Storie di facitori d’oro, dall’altro lato, viè il tema dell’identificarsi di una personalità vivente a quella di un uomo di altre età e di varie vite che rappresentano diverse manifestazioni di un’unica entità spirituale, come nel Domenicano Bianco e, in parte, anche nella Notte di Valpurga e nello stesso Golem.
Circa il primo punto, il personaggio storico qui prescelto dal Meyerink è John Dee, sapente e cultore di discipline magiche, ermetiche ed astrologiche vissuto in Inghilterra al tempo della Regina Elisabetta (egli nacque nel 1527 e morì nel 1608). Si pretende che il Meyerink abbia avuto conoscenza di speciali manoscritti relativi alla vita di John Dee. Resti dunque indeterminata la misura in cui molti dettagli e molti dati del romanzo, che non trovano riscontro nella biografia nota di John Dee, riassunta dalla Enciclopedia Britannica, siano stai senz’altro inventati. Ad esempio, non risulta l’alta nobiltà dei Dees e la loro discendenza da Hoel Dhat. Storico è l’arresto di John Dee per azioni magiche contro la regina Maria; la sua liberazione sarebbe però avvenuta per la decisione di un consiglio, e non per l’intervento romanzesco della principessa Elisabetta non ancora regina.
Storiche sono le relazioni di Dee con Dudley, con Laski e con Edoardo Kelley. Quest’ultimo, un tipo di medicastro con le orecchie mozze, pretendeva di aver scoperto la Pietra dei Saggi e si associò a Dee come una specie di medium, propiziando evocazioni di spiriti e di enti. Parimenti storici sono i viaggi di John Dee; la fama di sapiente europeo da lui acquistata, la sua fuga dall’Inghilterra nel 1548, perchè sospettato di congiure politiche e, altresì, per lo scandalo provocato dalla sua sceneggiatura della Pace di Aristofane; l’incendio del castello di Mortlake, il dissidio sopravvenuto fra lui e Kelley, la sua morte in grande miseria, a Mortlake, nel dicembre del 1608.
Tornato in Inghilterra dalla Boemia nel 1595 Dee rivestì però la carica di Rettore del Manchester College, cosa che invece non figura nel romanzo. Dei rapporti di John Dee con l’Imperatore Rodolfo si sa meno che non di quelli con l’Imperatore Massimiliano II al quale Dee dedicò nel 1564 una interessante trattazione ermetica dal titolo Monas hieroglyphica (1).
Storici sono gli incarichi avuti dal Dee per l’esame dei diritti della Corona inglese su terre scoperte in quei tempi, come pure per ricerche geografiche intorno ad esse; su ciò si consevano ancora nella Cottonian Library due incartamenti originali, nè deve esservi estraneo, forse, il motivo della “Groenlandia” utilizzato dal Meyrink. Infine nel British Museum si conserva un cristallo della grandezza di un arancio, appartenuto effettivamente a John Dee e da lui usato come uno specchio magico.
Quanto alla trama romanzesca che si è servita di questi spunti storici essa si incentra in un motivo che secondo quanto è stato rilevato nella introduzione alla traduzione del Domenicano Bianco non va confuso con le fisime reincarnazionistiche.
Si tratta invece della più ben fondata veduta, secondo la quale ogni essere umano, lungi dal rappresentare un “Io” autonomo, sarebbe la manifestazione di un dio o un demone anteriore e superiore alla sua esistenza finita in terra. Ad un dato momento, in un certo ceppo può essere creata una “causa” ,vale a dire, può essersi innestata una influenza trascendente che, sovrastando il tempo e i secoli, da quel momento fornisce la base per una continuità di destino e di sforzo verso il compimento lungo varie generazioni. Così, le vie di uno stesso sangue potendo avere, nel riguardo, la funzione di un “buon conduttore” dell’elettricità, in quel ceppo possono apparire degli esseri che, in realtà sono un unico essere ripetentesi, per così dire, in tante ondate di assalto, fino a che il ciclo si chiude con la genesi magica di chi è “ un risorto in questo mondo e nell’altro”, e un “Vivente” in senso eminente.Non sarà forse inutile rilevare che diversi aspetti dei culti gentilizi diffusi nellàntichità tradizionale d’Oriente e d’Occidente,Roma ed Ellade comprese, non sono privi di queste vedute , le quali appartengono ad un insegnamento esoterico effettivo, al quale il Meyrink nei suoi romanzi si è ripetutamente inspirato.
Nell’Angelo della Finestra d’Occidente il Barone Müller, ultimo discendente dei Dees of Gladhill, è lo steso John Dee che si ricorda e riesce nell’impresa che non solo a lui stesso, ma anche ad un’altra sua manifestazione nello stesso ceppo, a John Roger, era fallita. Intorno a lui, come esseri dei tempi moderni, riappaiono le forze e i personaggi con cui secoli prima aveva già avuto a che fare. Quanto al compimento, di cui si tratta, il Meyrink riprende la dottrina dell’androgino spirituale, la quale nell’esoterismo occidentale può essersi legata anche al misterioso simbolo templare di Bafometto, ma molto più distintamente corrisponde a quello ermetico-alchemico del Rebis ( = res bina, cioè natura duplice), mentre l’equivalente estremo-orientale è lo Yiang-Yin, l’unità del maschio con la femina, in termini tantrici, del Shiva con la Shakti) in una sola natura.
Ed anche questo è un motivo centrale di altri libri del Meyrink. A tale riguardo,ermetisti e rosacruciani hanno anche parlato delle cosìdette “nozze chimiche” del congiungimento del “giovane regale” con la “donna dei filosofi” o con la “ Regina “ nella raggiunta “terra al di lá del mare”, il che avrebbe per effetto il possesso della duplice corona e del duplice potere.
Nel romanzo,l’aver assunto simboli del genere in un senso puramente terreno costituisce l’errore fatale di tutto il primo periodo della vita di John Dee. La “Regina”, di cui si tratta e che John Dee credette di possedere per violenza di incantesimo nella persona di Elisabetta .è la “donna interiore” , è un potere occultonascosto in noi. E la nozze si rendono possibili solo a chi sia passato attraverso l’esperienza detta,dagli alchimisti, della “mortificazione” o dell’”opera al nero”: a chi attraversate le “acque”, i “mari”, abbia raggiunto la simbolica “Terra Verde” o “Terra dei Viventi” e si sia fatto signore della “Groenlandia”.
È là che la “Regina” attende gli eletti, a che questi possano divenire una sola cosa con lei conseguendo la trasformazione dell’animale umano in un “Re” come secondo l’ideale magico.
Conoscere e possedere in sè stessi la propria controparte femminile occulta, la “sposa in sè” è la chiave dell’Opera, di necessità scarsamente intelleggibile pel profano. Le due nature peraltro, equivalgono anche ai due mondi, al mondo sensibile e a quello sovrasensibile. Si tratta di una reintegrazione, come nel simbolo, spiegato dal Meyrenk in un altro romanzo, di una spada spezzata da risaldare. Alle “nozze chimiche” si oppone però l’illusione generata dall’ebbrezza dell’unione materiale dell’uomo e della donna come due esseri terreni distinti. Chi aspira all’adeptato,per contro, deve essere in grado di conservare e di “fissare” la forza dei due principii maschile e femminile,impedendone la dissipazione e la degradazione nella vita erotica comune.
Il Meyrink personific in Isais la Nera la forza che tende ad impedire questa realizzazione e a captare l’elemento maschio attivo,facendo si che esso “soggiaccia alla morte suggente che viene dalla donna”; e giustamente indica la relazione che una tale forza ha con il sangue , Isais è la Sovrana nascosta nel sangue umano.
In fatto di tecnica il Meyrink nomina anche il vajroli-tantra; ma nel riguardo le sue conoscenze debbono essere state difettose e superficiali.Rimandando chi voglia saperne di più ad un’opera italiana recente (2) qui basterà dire che il tantrismo comprende anche dei procedimenti intesi a trasformare l’energia sessuale virile in forza magica (e altresì in forza di liberazione) ma, a parte le degenerazioni,non si tratta nè di un’”arter nera”, nè di pratiche “orribili” aventi aspetti “osceni” come secondo il giudizio di alcuni personaggi del romanzo (Lipotin e Gardener). Se, ad un dato momento, colui nel quale si ridesta John Dee crede che l’essenza della pratica consiste nel far entrare in sè la “donna”, cioè nell’evocare e far affiorare in sè la forza che è chiusa nel sangue, per “redimerla” (per farle cambiare polarità) mediante il volere da rendere saldo e sicuro attraverso speciali discipline, ciò corrisponde proprio all’insegnamento tantrico, alla cosidetta shivaizzazione della Shakti (3).Senonchè nel romanzo il tutto si riduce ad un semplice accenno, come semplicemente accennata è la via della “veglia iniziatica”; subito dopo la narrazione passa a episodi affatto fantastici, si trova anzi il modo di dire che pratiche del genere possono essere seguite, senza esserne spezzati soltanto da Orientali, e che proprio allo scopo di travolgere il protagonista del romanzo a questi sarebbe stato indicato il vajroli-tantra da emissari delle forze nemiche.
Dopo di che non risulta ben chiara la via che, invece, dopo aver invano tentato i metodi tantrici,il protagonista del romanzo segue. Ci si riporta, a quanto pare, all’”incantesimo delle palle rosse”, consistente in una specie di prova dell’asfissia: dei fumi tossici vengono aspirati, un iniziato essendo presente per aiutare il neofita a superare la crisi e a mantenersi cosciente fuori dal corpo, oltre il cambiamento di stato.
Riuscire a tanto, significa assicurarsi la “virilità trascendente”, avente relazione con la simbolica lancia di Hoel Dhat e altresì con la prova del “Pozzo di S.Patrizio”. In quest’ultima devesi vedere la forma cristianizzata di antichi insegnamenti iniziatici pre-cristiani, divenuti, per degradazione folklore.
Nel “Pozzo di San Patrizio” arde un fuoco avente il duplice potere di distruggere e di purificare; chi vi entra, va a conoscere la misura in cui egli è capace di superare la morte in una vita eterna.
Allo studioso di scienze esoteriche abbiamo appena bisogno di far notare come non diversi motivi si ritrovino nel ciclo del Graal, la prova del “Pozzo di San Patrizio” corrispondendo a quella del cosidetto “posto pericoloso” che si fa voragine per i non eletti, e la lancia ricorrendovi spesso con lo stesso significato sopra accennato.(4). Quanto a metodi sul tipo di quello dei fumi tossici per attraversare le “acque” e raggiungere la terra ove possono compiersi le “nozze chimiche”, essi rientrano in ciò che gli ermetisti chiamavano le operazioni o “mortificazioni” compiute dalle “acque corrosive”.(5).
Nel romanzo viene detto circa l’uso dello “specchio magico” per “vedere” o “comandare”. Ma per non essere illuso dalla propria fantasia e per non finire in stati di passiva medianità, è necessario che l’operatore abbia superato prove sul genere di quelle dei fumi tossici, epperò sia in grado di “uscire”, vale a dire,più o meno, di passare ancor da vivo attraverso la morte. È un avvertimento salutare per chi si fa illusioni circa la portata di certi procedimenti magici dall’apparenza semplicistica.
Uno dei principali personaggi del romanzo è Bartlet Green, che l’Autore mette in relazione con certe arcaiche forme di iniziazione scozzese e col culto di una divinità femminile la quale finisce di rivelarsi come l’Iside adorata da alcuni antichi ambienti mitriaci del Ponto.
Qui l’elemento romanzesco va a confondere assai le cose.
Mentre nella prima parte del libro Bartlet Green viene presentato come un uomo che, sia pure per vie oscure e per mezzo di riti orribili, è giunto a possedere anche lui la “donna interiore” in sè stesso e ad essere un “Principe della Pietra nera” completamente inaccessibile a dolore e paura, in seguito egli viene sempre più dipinto come un emissario di forze demoniche, come un agente della contro-iniziazione (per usare questo termine del Guènon) che cerca ogni modo per sedurre John Dee.Quanto al culto dellÌside pontica, il Meyrink accenna ad una curiosa poco nota iniziazione dell’odio, ad esperienze che sarebbero propiziate dal piacere erotico esasperato dall’odio più violento e smisurato fra esseri dei due sessi. Ma anche qui le cose non sono chiare. Non si vede come da esperienze del genere debba risultare il sacrificio dell’elemento maschile indicato come l’essenza della iniziazione propria ad Iside pontide, o allIsais la Nera che dir si voglia.Certo è che il Meyrink si è lasciato sfuggire la possibilità di dare una base assai più salda e suggestiva a questa parte del suo romanzo. Egli avrebbe potuto benissimo riportare il contrasto fra la vera vocazione di John Dee e le influenze che cercano di fuorviarlo e di privarlo della magica lancia, alla opposizione esistente fra i culti “olimpici” virili e quelli “tellurici” legati appunto a figure di Dee sovrane.Un tratto tipico dei secondo,particolarmente visibile nei misteri di Cibele, è costituito da estasi torbide provocate con mezzi violenti, orgiastici e frenetici, estasi equivalenti ad una specie di evirazione spirituale, è più o meno proprio quello che si attribuisce, nel romanzo alla iniziazione di Isais. Una volta riportatosi a tali orrizzonti il Meyerink avrebbe avuto anche modo di fare un uso anche più suggestivo del motivo della “Groenlandia” e della “Inghilterra”. L’origine delle iniziazioni virili, secondo la tradizione, è infatti boreale, cioè nordica. La “Groenlandia” parola che letteralmente significa “la Terra Verde”, insieme a regioni analoghe, per questo apparve come una terra mistica e simbolica; ciò in alcuni casi si estese alla stessa Inghilterra che, qual “Albione” e “Terra Bianca” assunse un significato parimenti simbolico, donde la possibilità di giocare con la espressione Engelland significante sia Inghilterra sia “ Terra degli Angeli”. In un episodio del romanzo la direzione del meridiano, cioè la direzione verso settentrione, è quella che appare la giusta e fa sentire obliquo, fuori posto, senza orientamento, ciò che prima, in un ambiente e in una vita, si credeva ordinato. Su tale base si sarebbe creduto che il Meyrink avrebbe introdotto nel romanzo il significato della mistica Groenlandia e avrebbe sviluppata in modo più preciso l’antitesi esistente fra l’iniziazione,diremmo “boreale”, a cui tende inconsciamente John Dee, signore della Lancia, e il mondo pandemico e dionisiaco ove la Dea è sovrana, come negli antichi Misteri pre-arii. Ciò non è invece accaduto. (............).
Nella sua prima vita, John Dee, fu deluso in vario modo.Azitutto, come si è detto, egli cadde nell’errore di interpretare in senso materiale il simbolismo ermetico della “Regina”, delle “nozze” e della conquista della “Groenlandia”. Riconosciuto un tale errore, in una seconda fase della sua vita John Dee si dà all’Alchimia ermetica, cioè a quella che non si esaurisce nella trasmutazione metallica, ma procede lungo la “via di Elia”. La “via di Elia”, del Profeta che non lasciò il corpo sulla terra e che mai sarebbe morto, è la via magica di una alchemizzazione del corpo e dell’anima intesa ad assicurare ad entrambi l’intangibilità e l’immortalità sia qui, che nei cieli. Ma anche in tale campo, John Dee si lascia fuorviare. Egli non ascolta Gardener, che gli fa presente che chi intende comporre con mezzi anche fisici la “Pietra della Immortalità”, se non è prima passato attraverso il processo occulto della rinascita spirituale, non sarà mai al sicuro dalle insidie di forze oscure dell’altro mondo. John Dee si illude invece di scoprire il segreto della “via di Elia” mediante le rivelazioni di un Angelo evocato in sedute fra il magico ed il mediatico propiziate da Kelley. Questi è l’Angelo della Finestra d’Occidente, il quale, alla fine, si dimostra una creatura di menzogna,da cui John Dee viene miseramente deluso. Da questo punto di vista il romanzo contiene un insegnamento effettivo, accusando sia l’errore della medianità, sia di certa magia cerimoniale (evocatorio-rituale). Circa il primo punto, vien detto che Kelley, il medium colpevole delle deviazioni di John Dee, nel nostro secolo, cessando di essere una persona, è divenuto un cancro dalle mille faccie, si allude alla diffusione delle pratiche spiritiche. Quanto alla magia cerimoniale, il superiore insegnamento rivelato da Gardener è che enti, come l’Angelo Verde, sono solo forme illusorie, nelle quali si proiettano e si personificano desideri, conoscenze e poteri celati negli uomini, di cui questi non sospettano l’esistenza; per questo, quando seguono le vie indirette di quella magia , essi credono a rivelazioni meravigliose. Solo dopo infinite delusioni John Dee riconosce che il vero appoggio,l’essere che non lo abbandonerà più è l’Io, l’Io infinito. Questo è in realtà il presupposto del vero sentiero iniziatico di ciò che in Oriente si chiama la “via diretta”.
Una precisazione è opportuna circa il simbolismo dell’Occidente e della “Terra Verde”, il quale non ha il solo significato messo in risalto nel romanzo. Concependo lÒriente come la terra donde viene la luce, l’Occidente appare naturalmente come la regione del tramonto, epperò anche come quello della morte e delle forze della morte. Ma gli Antichi conobbero anche altri rapporti analogici. Là dove muore la luce fisica, là si accende la luce spirituale; per questo, negli insegnamenti iniziatici figura anche un “Occidente sacro” avente il valore positivo di terra di immortalità o “Terra dei Viventi”. Non diverso è il senso che nell’antica tradizione egizia aveva la stessa “terra verde”, a tale riguardo corrispondente alla misteriosa terra occidentale di Amitaba, di cui nelle tradizioni estremo-orientali e al “giardino delle Esperidi” degli antichi Elleni.
Alla fine del romanzo, presso a motivi rosicruciani ( p.es. il simbolismo della rosa e dell’arte del giardinaggio), si presenta anche l’idea di un centro supremo del mondo ( l’Elsbethstein, analogo all’Agartha della tradizione indo-tibetana), sede di un Ordine che presiede invisibilmente ai destini degli uomini. Gli apparteneti a questo Ordine sono concepiti come “alchimisti”; essi appaiono come dei “liberati” rimasti qui, per “trasformare” ,ricorre cioè il simbolo alchemico della trasmutazione metallica, su di un piano superiore.
Circa la responsabilità legata ai loro poteri, vien detto, che essi debbono sapere che gli uomini metteranno a carico del loro Dio ciò che essi faranno. Anche il motivo di un centro del genere e dell’Ordine invisibile non è inventato dall’Autore. In una forma o nell’altra ricorre nelle tradizioni e negli insegnamenti esoterici di tutti i popoli (6).
Per orientare il lettore desideroso di individuare ciò che in questo libro non è semplice romanzo, questi cenni basteranno.
Per la traduzione è stato seguito il criterio della massima fedeltà; cosa non facile dato lo stile complicato e molto personale del testo tedesco. Anche dal punto di vista letterario, specie alla fine del romanzo sarebbe stato forse bene evitare alcuni episodi prettamente fantastici e fiabeschi; il tutto ne avrebbe guadagnato in serietà oltrechè a raccomandarsi di più a chi non legga solo per passare il tempo.
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(1) Quest’operetta è stata tradotta dal latino in francese da Grillot de Givry per le Edizioni Chacornac (Paris, 1925). È interessante che il simbolo fondamentale di cui si tratta si ritrova in un’opera ermetica italiana, dedicata ad un principe Savoia (C.Della Riviera, Il mondo degli Heroi, Milano, 1605, ripubblicata per le Edizioni Laterza nel 1932).
(2) J.Evola, Lo Yoga della Potenza,(Saggio sui Tantra), ed.Bocca,2Ed. Milano 1949.
(3) Cfr.opera citata dell’Evola.
(4) Cfr. J.Evola, Il Mistero del Graal e la tradizione ghibellina dell’impero, ed. Laterza, Bari, 1937.
(5) Su ciò e sul senso in genere dell’ermetismo alchemico,cfr. Le monografie della “Introduzione alla Magia quale Scienza dell’Io “ e J.Evola, La tradizione ermetica, ed, Laterza,Bari,2 ed., 1948.
(6) Su ciò vedi R.Guènon, Le roi du Monde, Paris 1926.

Ho ritenuto necessario fare questo intervento sull'Angelo della Finestra d'Occidente perchè ho letto un parere negativo sul Romanzo che non condivido.
Cercherò anche di fare un successivo intervento circa la Faccia Verde ma per le sue attinenze con il Kidr islamico.Carissimi saluti.

Silvia
18-02-06, 16:02
Il Golem resta per me il migliore romanzo esoterico moderno.
La mia lettura risale a circa dieci anni fa, eppure non dimentico alcune immagini (gli scorci di Praga... le foglie secche - o le carte?- agitate dal vento che sembrano vivere di vita propria...
Sono pezzi di carta...



"... Mi trovai una volta a guardare, in una piazza completamente deserta, dei grossi pezzi di carta — senza che mi potessi accorgere in altro modo del vento, al riparo com'ero di una casa — i quali turbinavano in forsennate girandole incalzandosi l'un l'altro, come se si fossero giurati di distruggersi a vicenda. Un istante dopo parvero acquetarsi, ma d'improvviso una nuova esasperata frenesia li travolse ed essi ripresero la loro stizzosa e insensata ridda all'intorno andandosi a cacciare tutti insieme in fondo a un cantone, donde si dispersero daccapo come invasati, per sparire alla fine dietro un angolo.
Solo un grosso giornale non riuscì ad andare con gli altri e rimase sul selciato aprendosi e chiudendosi pieno d'odio, come se avesse il fiato mozzo e boccheggiasse.
Un nero sospetto mi sorse allora; non poteva essere che anche noi mortali si sia come quei fogli di carta? Forse che un invisibile, inafferrabile 'vento' non spinge anche noi di qua e di là e fa che le nostre azioni sian quelle che sono e non altre, mentre noi, ingenui, crediamo di disporre di un tutto nostro libero arbitrio?
E se la vita in noi null'altro fosse che il turbine misterioso di un vento? Se fosse quel vento di cui la Bibbia dice: non sai onde egli viene, non sai dove è diretto?... Non sognamo noi, a volte, di affondar la mano in acque profonde e di acchiappar pesci d'argento, mentre nient'altro è accaduto se non che una corrente d'aria fredda ha accarezzato le nostre mani? "

Da Il Golem (Bompiani - pagg. 35/36)

sacher.tonino
20-02-06, 10:19
La pratiche di Meyrink sono pericolose.Guenon disse che bisognava rifugiarlo.

Personalmente, ritengo che bisogna sgomberare il campo una volta per tutte.

Quando parliamo di Via Iniziatica: parliamo di una Via, puramente matematica e metafisica, corpo di precisi segni e significati, nell'ordine analitico e noetico dell'intuizione intellettuale.


Quello che oggi viene spacciato per esoterismo, è una paccottiglia wicchiana e spiritista, occultista parasatanista, ovvero pericolosissime pratiche psicomagiche sono da Rifugiare come la peste bubbonica.


Appena vi trovate vicino a persone che sono "oggi" vicino a sette o conventicole, io vi dò un consiglio di Padre:

FUITIVENNE, CHE? NIKE O PERE! Cioe: Scappate lontanissimo, con le nike al piede.

Se volete raggiungere la realizzazione iniziatica, Vi consiglio di iscrivervi ad una facoltà di matematica ed entrare nei Certosini o nei Benedettini.O in un ordine di Samurai Taoisti di stretta osservanza.

Il resto, è Merda.

http://www.batmath.it/matematica/a_asse/images/pg5.ht3.gif

harunabdelnur
22-02-06, 10:36
La pratiche di Meyrink sono pericolose.Guenon disse che bisognava rifugiarlo.

Personalmente, ritengo che bisogna sgomberare il campo una volta per tutte.

Quando parliamo di Via Iniziatica: parliamo di una Via, puramente matematica e metafisica, corpo di precisi segni e significati, nell'ordine analitico e noetico dell'intuizione intellettuale.


Quello che oggi viene spacciato per esoterismo, è una paccottiglia wicchiana e spiritista, occultista parasatanista, ovvero pericolosissime pratiche psicomagiche sono da Rifugiare come la peste bubbonica.


Appena vi trovate vicino a persone che sono "oggi" vicino a sette o conventicole, io vi dò un consiglio di Padre:

FUITIVENNE, CHE? NIKE O PERE! Cioe: Scappate lontanissimo, con le nike al piede.

Se volete raggiungere la realizzazione iniziatica, Vi consiglio di iscrivervi ad una facoltà di matematica ed entrare nei Certosini o nei Benedettini.O in un ordine di Samurai Taoisti di stretta osservanza.

Il resto, è Merda.

http://www.batmath.it/matematica/a_asse/images/pg5.ht3.gif (http://www.batmath.it/matematica/a_asse/images/pg5.ht3.gif)


Caro Sacher.Tonino non posso condividere il tuo punto di vista ma ti sarei grato se tu mi informassi dove hai letto che il Guènon ritenga il Meyrink pericoloso!
Ringraziandoti,cari saluti.

eliodoro
22-02-06, 12:58
Caro Sacher.Tonino non posso condividere il tuo punto di vista ma ti sarei grato se tu mi informassi dove hai letto che il Guènon ritenga il Meyrink pericoloso!
Ringraziandoti,cari saluti.

Caro Harunabdelnur, faccio alcuni inevitabili premesse.

1) Non ritengo affatto che Guenon sia la Verità rivelata..Lo ritengo importante ma non prendo per oro colato qualsiasi suo giudizio su persone o eventi del suo tempo ....
2) Al di là delle inevitabili scemenze che tocca leggere su di un forum ( vi è una quota fissa a cui tocca dare spazio, è quasi una legge matematica ) va detto che effettivamente, poco prima della sua morte, il 18 aprile 1949, il 13 giugno 1949 e il 25 luglio 1950, il nostro sufi francese scrisse tre lettere ad Evola in cui criticava le opere di Meyrink....Nell'ultima arriva a scrivere " ..E' la Faccia Verde che mi ha provocato la peggiore impressione, e potrei dire persino un 'impressione veramente sinistra, che d'altra parte ha trovato conferma in virtù di un certo numero di cose spiacevoli con cui avevo a che fare ".....Insomma , dopo una indigestione di "datteri dell'afghanistan" e una nottata passata male, la cosa migliore era dare la colpa alle letture """"controiniziatiche"""del Meyrink...

Aggiungo dopo le due premesse : Guenon stimava poco Bo Yin Ra ( Joseph Schneiderfranken ) , che per un certo periodo fu il maestro di Meyrink, e di conseguenza tale "poca stima" rimbalzò anche sullo scrittore esoterista Viennese. Qualche accenno sulla faccenda è presente nei libri " Bo Yin Ra" di Alexander De Danann ( pseudonimo ) ed. Archè e in "Apercus historiques touchant a la function de Renè Guenon " ed. Archè. Si tratta di due libri interessanti per i dati forniti ( soprattutto il primo ) , ma assolutamente fuorvianti per molte conclusioni tratte ( soprattutto il primo ).

Va aggiunto che Meyrink non fu in contatto solo con Bo yin Ra ( da cui si emancipò dopo brutte esperienze con la prassi del SEbottendorff, quelle famose "prese" di una misteriosa "massoneria turca " ), ma anche con una interessante corrente rosacrociana presente in Germania e , infine, con alcuni aspetti di dottrine orientali che egli interpretò sempre in modo molto "pratico", realizzativo, esperienziale, come era nella sua natura. Amava verificare le cose e non limitarsi a "chiacchierarvi" sopra, come è invece costume di molta para-tradizionaldeide contemporanea....

Ciao

Eliodoro

harunabdelnur
22-02-06, 17:45
Caro Harunabdelnur, faccio alcuni inevitabili premesse.

1) Non ritengo affatto che Guenon sia la Verità rivelata..Lo ritengo importante ma non prendo per oro colato qualsiasi suo giudizio su persone o eventi del suo tempo ....
2) Al di là delle inevitabili scemenze che tocca leggere su di un forum ( vi è una quota fissa a cui tocca dare spazio, è quasi una legge matematica ) va detto che effettivamente, poco prima della sua morte, il 18 aprile 1949, il 13 giugno 1949 e il 25 luglio 1950, il nostro sufi francese scrisse tre lettere ad Evola in cui criticava le opere di Meyrink....Nell'ultima arriva a scrivere " ..E' la Faccia Verde che mi ha provocato la peggiore impressione, e potrei dire persino un 'impressione veramente sinistra, che d'altra parte ha trovato conferma in virtù di un certo numero di cose spiacevoli con cui avevo a che fare ".....Insomma , dopo una indigestione di "datteri dell'afghanistan" e una nottata passata male, la cosa migliore era dare la colpa alle letture """"controiniziatiche"""del Meyrink...

Aggiungo dopo le due premesse : Guenon stimava poco Bo Yin Ra ( Joseph Schneiderfranken ) , che per un certo periodo fu il maestro di Meyrink, e di conseguenza tale "poca stima" rimbalzò anche sullo scrittore esoterista Viennese. Qualche accenno sulla faccenda è presente nei libri " Bo Yin Ra" di Alexander De Danann ( pseudonimo ) ed. Archè e in "Apercus historiques touchant a la function de Renè Guenon " ed. Archè. Si tratta di due libri interessanti per i dati forniti ( soprattutto il primo ) , ma assolutamente fuorvianti per molte conclusioni tratte ( soprattutto il primo ).

Va aggiunto che Meyrink non fu in contatto solo con Bo yin Ra ( da cui si emancipò dopo brutte esperienze con la prassi del SEbottendorff, quelle famose "prese" di una misteriosa "massoneria turca " ), ma anche con una interessante corrente rosacrociana presente in Germania e , infine, con alcuni aspetti di dottrine orientali che egli interpretò sempre in modo molto "pratico", realizzativo, esperienziale, come era nella sua natura. Amava verificare le cose e non limitarsi a "chiacchierarvi" sopra, come è invece costume di molta para-tradizionaldeide contemporanea....

Ciao

Eliodoro

Ti ringrazio per l'accurata risposta,avevo sentito di queste lettere ad Evola ma non sapevo che fossero state pubblicate!Le paure del Guènon sono comprensibili vista l'invasione di "maestri" avuti in Europa nel XX° secolo da tradizioni spesso dubbiose.Non trovo anormale data la precisione innata del Guènon che abbia esposto alcuni dubbi, circa i datteri all'epoca non era ancora possibile avere la data di scadenza dei prodotti alimentari, ma al giorno d'oggi con certa selvaggina andata male e messa sul mercato c'è veramente da stare molto attenti e preferibilmente mangiare olive,pane e zuppa di lenticchie senza speak naturalmente!

Chaos88 (POL)
23-02-06, 21:51
A me non e' chiaro se di Meyrink esistano saggi esoterici (piuttosto che romanzi). Qualcuno ne sa qualcosa?

Di Meyrink e' anche spettacolare il racconto lungo 'Walpurgisnacht': davvero ironico ed apocalittico...

harunabdelnur
24-02-06, 05:33
A me non e' chiaro se di Meyrink esistano saggi esoterici (piuttosto che romanzi). Qualcuno ne sa qualcosa?

Di Meyrink e' anche spettacolare il racconto lungo 'Walpurgisnacht': davvero ironico ed apocalittico...

Non mi risulta,solo romanzi e novelle.La Notte di Valpurga è anch'esso veramente eccezzionale.

Baltik
24-02-06, 11:32
x sacher tonino
innanzi tutto piacere !
relazionando la seguente dicitura

Quando parliamo di Via Iniziatica: parliamo di una Via, puramente matematica e metafisica, corpo di precisi segni e significati, nell'ordine analitico e noetico dell'intuizione intellettuale.

non mi trovi assolutamente consenziente
la psysys non è una visione calcolante, perchè l'ente non può essere trasceso
ne dal calcolo ne dalla relativa logica. esserci essere entro l'ente,significa
non poterlo ne calcolare ne trascendere,la sua presenza è condizione della presenzialità delle cose,come tale presenzialità indi l'essere non può essere percepito.
ovvero un calcolatore ha tutte le peculiarità sia logiche che matematiche
non possedendo pur tuttavia ne l'ente al principio,ne in divenire l'essere.
quì potremmo riallacciarci proprio al discorso del "golem" di meyrink
il golem è meccanizzazione del pensiero atto a presentare l'uomo macchina
dell'occidente odierno (serrano ne da una buonissima interpretazione)

altra faccenda ivari "mordini" "de giorgio "kommaraswami" "schuon""steiner" "lovinescu" "valsan" pur avendo avuto sicuramente delle buone intuizioni, hanno peccato pur sempre di pressante soggettivita e condizionalità (ciò che non ho riscontrato ad esempio nel reghini)
studiarli sicuramente si!
ma da qui, al ritenerli summa incondizionata della tradizione ci sarebbe
molto ma molto da discutere.

saluti


saluti

Eymerich (POL)
26-02-06, 02:53
x sacher tonino
innanzi tutto piacere !
relazionando la seguente dicitura

Quando parliamo di Via Iniziatica: parliamo di una Via, puramente matematica e metafisica, corpo di precisi segni e significati, nell'ordine analitico e noetico dell'intuizione intellettuale.

non mi trovi assolutamente consenziente
la psysys non è una visione calcolante, perchè l'ente non può essere trasceso
ne dal calcolo ne dalla relativa logica. esserci essere entro l'ente,significa
non poterlo ne calcolare ne trascendere,la sua presenza è condizione della presenzialità delle cose,come tale presenzialità indi l'essere non può essere percepito.
ovvero un calcolatore ha tutte le peculiarità sia logiche che matematiche
non possedendo pur tuttavia ne l'ente al principio,ne in divenire l'essere.
quì potremmo riallacciarci proprio al discorso del "golem" di meyrink
il golem è meccanizzazione del pensiero atto a presentare l'uomo macchina
dell'occidente odierno (serrano ne da una buonissima interpretazione)

altra faccenda ivari "mordini" "de giorgio "kommaraswami" "schuon""steiner" "lovinescu" "valsan" pur avendo avuto sicuramente delle buone intuizioni, hanno peccato pur sempre di pressante soggettivita e condizionalità (ciò che non ho riscontrato ad esempio nel reghini)
studiarli sicuramente si!
ma da qui, al ritenerli summa incondizionata della tradizione ci sarebbe
molto ma molto da discutere.

saluti


saluti



QUOTO IN TOTO SACHER.TONINO

Baltik... mi pare che tu non distingua tra razionalità ed Intellettualità.... e che tu non sappia passare dal simbolo al simboleggiato, dal logico all'ontologico e a ciò che sta oltre... per forza dissenti da tonino... non capisci quello che scrive...

E poi mettere assieme Steiner, Schuon, Mordini e gli altri... hanno ben poco in comune....

Baltik... fatti 'na bevuta che è meglio :K

Eymerich (POL)
26-02-06, 03:05
2) Al di là delle inevitabili scemenze che tocca leggere su di un forum ( vi è una quota fissa a cui tocca dare spazio, è quasi una legge matematica )

Insomma , dopo una indigestione di "datteri dell'afghanistan" e una nottata passata male, la cosa migliore era dare la colpa alle letture """"controiniziatiche"""del Meyrink...

Ringraziamo eliodoro per il significativo contributo alla quota fissa di scemenze sul forum. :-:-01#19


Amava verificare le cose e non limitarsi a "chiacchierarvi" sopra, come è invece costume di molta para-tradizionaldeide contemporanea....

Verificare... sperimentare i metodi e le vie, provare, provare, provare... bella roba per un cammino spirituale; mi ricorda molto Gurdjeff, Ouspenski (o come caspita si scrive), Mouravieff e vari autorucoli tesofo-occultisti o newager contemporanei (tipo Osho, ad es.).
E ci credo che Guénon diceva di fuggirli come la peste: basta un po' di vicinanza intellettuale, e subito la gente si ammorba l'anima! Neanche bisognerebbe leggerla certa spazzatura.
Certa gente invece che mettersi a cercare di fabbricare l'oro frequentando dubbie conventicole, dovrebbe -sacher.tonino ha perfettamente ragione- iscriversi a matematica, o entrare in un ordine di clausura, magari ritirarsi sull'Athos. :-0#09o
Ma che parlo a fare.... qui ci sono fior fiore di iniziati a far lezione. :rolleyes:

eliodoro
26-02-06, 19:42
Ringraziamo eliodoro per il significativo contributo alla quota fissa di scemenze sul forum. :-:-01#19



Verificare... sperimentare i metodi e le vie, provare, provare, provare... bella roba per un cammino spirituale; mi ricorda molto Gurdjeff, Ouspenski (o come caspita si scrive), Mouravieff e vari autorucoli tesofo-occultisti o newager contemporanei (tipo Osho, ad es.).
E ci credo che Guénon diceva di fuggirli come la peste: basta un po' di vicinanza intellettuale, e subito la gente si ammorba l'anima! Neanche bisognerebbe leggerla certa spazzatura.
Certa gente invece che mettersi a cercare di fabbricare l'oro frequentando dubbie conventicole, dovrebbe -sacher.tonino ha perfettamente ragione- iscriversi a matematica, o entrare in un ordine di clausura, magari ritirarsi sull'Athos. :-0#09o
Ma che parlo a fare.... qui ci sono fior fiore di iniziati a far lezione. :rolleyes:

Dimenticavo : alla quota di incredibili SCEMENZE di certuni ( i cui interventi potrebbero costituire un fortunato "libretto comico", data la bolsa stupidità e l'enorme ignoranza )rispondono, sempre per legge matematica, infantilismi di chi non capisce ciò che si dice e travisa sempre tutto ( con la triste faccia del barone Unger-Khan ). Limiti caratteriali e limiti intellettivi .
Ah, interessante il sufi francese : peccato che certi ridicoli attuali tarzanelli ( quelli che cascano dopo vari dondolamenti ) se ne riempiono la bocca sui forum . Della serie " Leggo un libretto et voilà...si può discettare su qualunque cosa"...Povero Guenon , non meritava simili ridicole scimmiette...
Hai detto bene nel finale del tuo inutile e sciocco post : che parli a fare ?
Per la cronaca : di Ouspensky , Gurdjeff addirittura Osho ( ! ) non so che farmene....Vedi tu:-0008n
Non replicherò ulteriormente per evitare di darti l'illusione che ciò che scrivi abbia una minima importanza per il sottoscritto.
Divertiti con i tuoi comici "schemini" :K ...

Eliodoro divertito:rolleyes:

eliodoro
26-02-06, 19:55
Certa gente invece che mettersi a cercare di fabbricare l'oro frequentando dubbie conventicole, dovrebbe -sacher.tonino ha perfettamente ragione- iscriversi a matematica, o entrare in un ordine di clausura, magari ritirarsi sull'Athos. :-0#09o
:

" Fabbricare l'oro in dubbie conventicole "???:lol ...'scolta, qui , sembra , a leggere te e qualche altro :D come te, che di dubbio ci sia solo una cosa : il tuo equilibrio mentale.:i ...E' l'unica spiegazione a certe grossolane sparate a zero tue e di qualche altro utente vagamente schizoide...

Siete meglio di Ale e Franz...:D

P.S.

Massimo rispetto per l'esicasmo. Ma tu, che ne parli a fare , o sciocchino ?

E.:rolleyes:

Eymerich (POL)
26-02-06, 22:06
ET PRIA

Non replicherò ulteriormente per evitare di darti l'illusione che ciò che scrivi abbia una minima importanza per il sottoscritto.

ET POSTERA


Io non replico proprio. Chi sa giudichi. :ronf

sacher.tonino
27-02-06, 10:37
Caro Sacher.Tonino non posso condividere il tuo punto di vista ma ti sarei grato se tu mi informassi dove hai letto che il Guènon ritenga il Meyrink pericoloso!
Ringraziandoti,cari saluti.


Ciao.
Esiste una corrispondenza epistolare tra Evola e Guenon.E, in una missiva, Guenon "si lamenta che dopo aver praticato alcuni "riti meyrenkiani" abbia avuto dei problemini psicotici" ;era abbastanza arrabbiato.
Ho letto questa lettera a casa di un mio amico che aveva fatto una tesi di laurea sulla corrispondenza tra Evola e Guenon.

sacher.tonino
27-02-06, 10:42
x sacher tonino
innanzi tutto piacere !
relazionando la seguente dicitura

Quando parliamo di Via Iniziatica: parliamo di una Via, puramente matematica e metafisica, corpo di precisi segni e significati, nell'ordine analitico e noetico dell'intuizione intellettuale.

non mi trovi assolutamente consenziente
la psysys non è una visione calcolante, perchè l'ente non può essere trasceso
ne dal calcolo ne dalla relativa logica. esserci essere entro l'ente,significa
non poterlo ne calcolare ne trascendere,la sua presenza è condizione della presenzialità delle cose,come tale presenzialità indi l'essere non può essere percepito.
ovvero un calcolatore ha tutte le peculiarità sia logiche che matematiche
non possedendo pur tuttavia ne l'ente al principio,ne in divenire l'essere.
quì potremmo riallacciarci proprio al discorso del "golem" di meyrink
il golem è meccanizzazione del pensiero atto a presentare l'uomo macchina
dell'occidente odierno (serrano ne da una buonissima interpretazione)

altra faccenda ivari "mordini" "de giorgio "kommaraswami" "schuon""steiner" "lovinescu" "valsan" pur avendo avuto sicuramente delle buone intuizioni, hanno peccato pur sempre di pressante soggettivita e condizionalità (ciò che non ho riscontrato ad esempio nel reghini)
studiarli sicuramente si!
ma da qui, al ritenerli summa incondizionata della tradizione ci sarebbe
molto ma molto da discutere.

saluti


saluti

Carissimi Baltik ed Eymerich

Allora:

La via iniziatica è essenzialmente Metafisica/intellettuale; E' pur vero che "...il vento di Dio soffia dove vuole..." quindi, è possibile che un criminale, un vizioso, un occultista, un ladro, un impiegato, un elettricista " per vie personali e misteriose "possano giungere all'illuminazione.

Storia Zen:

Un monaco zen entrò in una macelleria, e chiese: "Quale è il filetto migliore per l'arrosto?"
il banconista rispose: "Tutto è MIGLIORE in questa macelleria."
Il monaco raggiunse l'illuminazione.

eliodoro
27-02-06, 11:01
Ciao.
Esiste una corrispondenza epistolare tra Evola e Guenon.E, in una missiva, Guenon "si lamenta che dopo aver praticato alcuni "riti meyrenkiani" abbia avuto dei problemini psicotici" ;era abbastanza arrabbiato.
Ho letto questa lettera a casa di un mio amico che aveva fatto una tesi di laurea sulla corrispondenza tra Evola e Guenon.

Ehi, sveglia : ho già fatto riferimento io a quelle missive ( indicando le date precise ).:rolleyes:

Meyrink non praticava nessun "rito ":rolleyes: , ma una serie di esercizi dai quali ebbe cattivi risultati e dai quali si distaccò successivamente seguendo altre Vie.

Informatevi seriamente, una buona volta...:rolleyes:

Guenon non praticò M A I alcun "rito meyrinkiano " ( espressione che non vuol dire nulla ...). Conosceva qualcuno dell'EBDAR, dell'Oriente di Patmos e della Tashi Marou...e basta. Le impressioni negative le trasse SOLO dalla lettura delle opere di Meyrink ( a digestione di "datteri scaduti " avvenuta ...:D ) e dai pregiudizi che aveva nei confronti di certe realtà di cui aveva conoscenze di seconda e terza mano. Era convinto che Joseph Schneiderfranken fosse poco " regolare " (:ronf ) ( e magari aveva pure ragione ) e di conseguenza non amava Meyrink, che fu per un certo periodo suo discepolo ( ma non suo "tarzanello"...non so se mi spiego ).

Del resto Guenon era uno che quando fu nella H.B. of Luxor di Max Theon ne valutò positivamente le dottrine, quando fu gentilmente messo alla porta ne scrisse non tanto bene. E la lista si potrebbe allungare all'infinito....

Non ci siamo proprio....:i

Fate una bella cosa : date una seria occhiata al tomone di 970 pagine di Louis De Maistre, ed. Archè, " L'enigme Renè Guenon e le Superiores Inconnues ". Non è oro colato, ma ci sono dati INCONTROVERTIBILI.

Su, avanti, il piatto delle approssimazioni ( eufemismo ) piange...

E.

Baltik
27-02-06, 21:44
rispondendo al signor eymerich
le basta andare ad informarsi sull'etimologia della parola \intuizione\ per comprendere che prima avevo ben specificato che l'intuizione intellettuale
non entra nel calcolo matematico come spesso accade alla logica.

e non mi deve certo rammentare "lei" la differenza che intercorre tra uno schuon un mordini od un guènon

la specificazione da me oggettivata ed analizzata, era rivolta appunto a ricordare che esistono molteplici varianti alla tradizione e molteplici modi d'intenderla come
è molteplice l'ente che le emana, e coloro che infine ne intuiscono la retta origine secondo natura individuale

ed è proprio per questo che diffido sempre dai guènomiani così pragmaticamente sicuri che la tradizione non oltrepassi mai il dogma del tradizionalista francese che di "lacune proprie" in quanto a conoscenza ne possedeva sicuramente in buona misura,(sopratutto per ciò che concerne la terra della sera e la tradizione italica) basti rammentare le numerose volte che si auto-rettificò, oppure riannodando il filo d'arianna potremmo citare
l'antipatia sempiterna per l'opera della "blavatsky" più volte tacciata di
falsa conoscenza tradizionale,quando invece su <atlantis et règion hyperboborèenne> il "nostro" rievoca il mahayuga,allo stesso modo in cui
la petrovna anni addietro similarmente ne descriveva in "the secrete doctrine" alcune similari definizioni
e fra le tante dimostrazioni d'insicurezza come non dimenticare le numerose
ambiguità volute o meno di carattere semplicemente dottrinario

(René Guènon corrispondente con evola la correzione delle bozze di Rivolta del Prof. Grossato):

"Infine, a proposito di pag. 393, dove mi sembra che abbiate in vista alcune delle cose che ho scritto, vi devo dire questo: non ho mai creduto ad una restaurazione effettiva dello spirito tradizionale in Occidente sulla base del Cattolicesimo; dovete pensare bene che non sono affatto così ingenuo" [...]

torno a bere ! .:K

saluti

Eymerich (POL)
28-02-06, 01:00
Notiamo con un sorriso come alcuni utenti di questo forum accettino come anime candide le "incontrovertibili" verità messe in giro dal Document Confidentiel Inedit e poi riprese da numerosi autori (m.f.james, ad es.) e strumentalizzate con maestria da alcune case editrici -italiane e non- (Arché in primis), con l'unico intento di screditare, attraverso ambigui attacchi all'individuo Guénon, le Conscenze Tradizionali da questi trasmesse.
Tanto per chiarire: dell'individuo Guénon, del suo destino e delle sue scelte non ci interessa assolutamente nulla, neanche siamo sicuri che sia quello che conosciamo come Réné Guénon che ha scritto le opere a lui attribuite. Ma che si voglia deformare la Verità, con l'unico intento di dire "bianco" là dove vi è "nero" e viceversa, questo è disgustoso. Se certa gente sapesse al servizio di quali piani certe manovre si inseriscono, eviterebbe di averne parte. Noi, per quel che ci riguarda, ne stiamo ben lontani.
E ci sarebbero molte cose da dire sugli ispiratori di certi "Document", sull'editore di Arché e sui suoi trascorsi, nonché sulle pacchiane "attribution" da questi pubblicate, con l'unico intento di legittimare certe "tecniche operative" praticate da alcuni circoli ermetico-alchemici che, per un motivo o per l'altro (a volte anche alla lontana), hanno a che fare con lui.
Ma temiamo di aver detto anche troppo, e di aver forse già urtato oltremodo la suscettibilità di alcuni.

Havismat (POL)
28-02-06, 03:25
A me non e' chiaro se di Meyrink esistano saggi esoterici (piuttosto che romanzi). Qualcuno ne sa qualcosa?

L'unica cosa che più si avvicina a ciò che cerchi è la miscellanea uscita con il titolo "Il Diagramma Magico", edita da BASAIA.
Ti anticipo che è di difficile reperibilità (o almeno così pare ;) )

Jeahn (POL)
28-02-06, 03:29
"incontrovertibili" verità messe in giro da numerosi autori e strumentalizzate con maestria da alcune case editrici -italiane e non- (Arché in primis), con l'unico intento di screditare, attraverso ambigui attacchi all'individuo Guénon, le Conscenze Tradizionali da questi trasmesse.
Ma che si voglia deformare la Verità, con l'unico intento di dire "bianco" là dove vi è "nero" e viceversa, questo è disgustoso. Se certa gente sapesse al servizio di quali piani certe manovre si inseriscono, eviterebbe di averne parte. Noi, per quel che ci riguarda, ne stiamo ben lontani.
E ci sarebbero molte cose da dire sugli ispiratori di certi "Document", sull'editore di Arché e sui suoi trascorsi, nonché sulle pacchiane "attribution" da questi pubblicate, con l'unico intento di legittimare certe "tecniche operative" praticate da alcuni circoli ermetico-alchemici che, per un motivo o per l'altro (a volte anche alla lontana), hanno a che fare con lui.
Ma temiamo di aver detto anche troppo, e di aver forse già urtato oltremodo la suscettibilità di alcuni.

No no,parliamo a fondo invece Sir,cio' e' molto interessante...
State forse parlando di "controiniziazione"???
Addiritttura una casa editrice...

Jeahn (POL)
28-02-06, 03:42
diffido sempre dai guènomiani così pragmaticamente sicuri che la tradizione non oltrepassi mai il dogma del tradizionalista francese che di "lacune proprie" in quanto a conoscenza ne possedeva sicuramente in buona misura,(sopratutto per ciò che concerne la terra della sera e la tradizione italica) basti rammentare le numerose volte che si auto-rettificò,


Tempo fa chiesi se veramente Guenon considerasse il buddhismo una sorta di perversa eresia da cui stare lontani,mi fu risposto da Eliodoro,se non ricordo male,che G. poi si rettifico' o che comunque mitigo' il suo giudizio...
Mi piacerebbe che qualcuno potesse darmi almeno le linee generali della posizione di Guenon rispetto al buddhismo...
Anche con Gurdijeff mi pare che il giudizio fosse assai negativo;ho visto postatori su questo sito considerarlo un ciarlatano:mi interessa moltissimo il loro punto di vista,chiedo quindi una risposta,un commento anche sintetico inerente a questa dottrina e a questo autore dal Guenon cosi' criticato...

Orazio Coclite
28-02-06, 03:59
Su Guénon non posso che consigliare la lettura dell'ottimo monografico dedicatogli dalla rivista di studi tradizionali Arthos nel 1988.
Rimando in particolare all'articolo di Sandro Consolato René Guénon e la tradizione romana, e a quello di Renato Del Ponte Zavorre occultistiche (ancora su Guénon e la tradizione romana).

Personalmente posso dire di avere in buona parte accantonato i costrutti enunciati dal baffuto gallo di Blois, per dedicarmi a ricerche che giudico più serie e proficue.
In quanto italiano, italico, romano, europeo, trovo i miei punti di riferimento in quelle figure che sono la voce stessa della Tradizione, piuttosto che affidarmi a questi moderni epigoni e alle loro reinterpretazioni e rimasticature ad usum delphini.

Saluti.

Jeahn (POL)
28-02-06, 04:13
Personalmente posso dire di avere in buona parte accantonato i costrutti enunciati dal baffuto gallo di Blois, per dedicarmi a ricerche che giudico più serie e proficue.
In quanto italiano, italico, romano, europeo, trovo i miei punti di riferimento in quelle figure che sono la voce stessa della Tradizione, piuttosto che affidarmi a questi moderni epigoni e alle loro reinterpretazioni e rimasticature ad usum delphini.

Saluti.

Si in effetti,mia umilissima opinione,Guenon serve a fornire l' "abc" ed a mettere i puntini sulle "i",poi continuare ad indugiarci sopra mi da' l'idea di fare salotto e basta...
Non che pretenda l'iniziazione /realizzazione da un libro,e' solo che arriva un momento in cui si sente la "campanella della sQuola trillare":e' ora di avere di piu'...
Quali sono questi suoi punti di riferimento Sir ???

Sempre su Guenon e' veritiera la notizia che riquoto e riportata da Eliodoro???

"Del resto Guenon era uno che quando fu nella H.B. of Luxor di Max Theon ne valutò positivamente le dottrine, quando fu gentilmente messo alla porta ne scrisse non tanto bene. E la lista si potrebbe allungare all'infinito....

Non ci siamo proprio....:i

Fate una bella cosa : date una seria occhiata al tomone di 970 pagine di Louis De Maistre, ed. Archè, " L'enigme Renè Guenon e le Superiores Inconnues ". Non è oro colato, ma ci sono dati INCONTROVERTIBILI."

???:-00w09d

Orazio Coclite
28-02-06, 04:22
Mi piacerebbe che qualcuno potesse darmi almeno le linee generali della posizione di Guenon rispetto al buddhismo...
Si veda a tal senso il saggio di MARCO BAISTROCCHI, Guénon e Coomaraswamy, in 'Conoscenza Religiosa' n° 3 di luglio-settembre 1974, pp. 269-309, e anche NUCCIO D'ANNA, René Guénon e il buddhismo, ne 'I Quaderni di Avallon' n° 10 di gennaio-aprile 1986, pp. 169-181.

sacher.tonino
28-02-06, 10:30
Alcuni affermano che Guenon sia il nome di una confraternita.
Io penso che Guenon volesse "riattivare" alcuni riti, in sonno, della stella interiore mah, sarà esistita veramente questa setta?
E poi, riattivare riti...pericolosissimo....

Sulla conversione all'Islam, insomma, credo che vi siano stati più motivi, tra cui, qualcuno anche "poco" spirituale; cioè la ricchezza della futura moglie islamica.

Ma questo, a me importa poco.
Importa capire da dove viene il "Tradizionalismo".

Eravamo tutti cattolici e contenti.Andavamo a messa senza crederci, e scopavamo senza preservativo, con il coito interrotto;Poi affolavamo gli stadi per la partita, ed eravamo tutti felici e contenti; ad un certo punto, si inizia a parlare di Tradizionalismo; già gli ismi mi fanno venire il mal di stomaco.

Resta il contributo culturale di Guenon.Cioè, aver fatto chiarezza sulle varie Religioni del pianeta.

Poi, ognuno trova la sua Via.
In realtà, nessuno si perde.
Esiste solo il destino.
Ed anche se l'uomo, avesse la forza di piegare il destino; poco importa.
Voleva dire, che era destinato a piegare il destino.
Poi, tutte queste sciocchezze, di fronte alla morte, tramontano.
Il dopo, NESSUNO lo conosce.

'A livella del Principe Antonio de Curtis

Ogn'anno,il due novembre,c'é l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado,e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.

St'anno m'é capitato 'navventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo,e che paura!,
ma po' facette un'anema e curaggio.

'O fatto è chisto,statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
io,tomo tomo,stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.

"Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l'11 maggio del'31"

'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele,cannelotte e sei lumine.

Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce stava 'n 'ata tomba piccerella,
abbandunata,senza manco un fiore;
pe' segno,sulamente 'na crucella.

E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino":
guardannola,che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!

Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pur all'atu munno era pezzente?

Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.

Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje:stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato...dormo,o è fantasia?

Ate che fantasia;era 'o Marchese:
c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu 'nascopa mmano.

E chillo certamente è don Gennaro...
'omuorto puveriello...'o scupatore.
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se ritirano a chest'ora?

Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e tomo tomo..calmo calmo,
dicette a don Gennaro:"Giovanotto!

Da Voi vorrei saper,vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir,per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!

La casta è casta e va,si,rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava,si,inumata;
ma seppellita nella spazzatura!

Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso
tra i vostri pari,tra la vostra gente"

"Signor Marchese,nun è colpa mia,
i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
i' che putevo fa' si ero muorto?

Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
e proprio mo,obbj'...'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".

"E cosa aspetti,oh turpe malcreato,
che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!"

"Famme vedé..-piglia sta violenza...
'A verità,Marché,mme so' scucciato
'e te senti;e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...

Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...
...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".

"Lurido porco!...Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri,nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?".

"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
che staje malato ancora e' fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"

http://www.alienazioni.com/credits/Toto.jpg

eliodoro
28-02-06, 12:29
No no,parliamo a fondo invece Sir,cio' e' molto interessante...
State forse parlando di "controiniziazione"???
Addiritttura una casa editrice...

Ma noooo, si tratta delle solite scemenze dei complottisti di terza categoria ( che non hanno argomenti seri, ovviamente )...Vero è che l'Archè , ultimamente, sta sposando sempre più una linea quasi "inquisitoria".. ( ma qui l'abusatisissimo e ridicolo termine "controiniziazione" non c'entra un fico secco )..Ma un conto sono le conclusioni ( opinabili sia per De Maistre che per De Danann )...un conto sono i D A T I...Su questi ultimi non hanno presa le solite paroline , ripetute a pappagallo, "sospetto, " controqui ","controlì " di chi ha letto, male, qualche libro e addirittura neanche si informa seriamente sull'oggetto in questione ...

Desolation.....:i

E.

eliodoro
28-02-06, 12:44
Sempre su Guenon e' veritiera la notizia che riquoto e riportata da Eliodoro???

"Del resto Guenon era uno che quando fu nella H.B. of Luxor di Max Theon ne valutò positivamente le dottrine, quando fu gentilmente messo alla porta ne scrisse non tanto bene. E la lista si potrebbe allungare all'infinito....

Non ci siamo proprio....:i

Fate una bella cosa : date una seria occhiata al tomone di 970 pagine di Louis De Maistre, ed. Archè, " L'enigme Renè Guenon e le Superiores Inconnues ". Non è oro colato, ma ci sono dati INCONTROVERTIBILI."

???:-00w09d

Questo libro , ovviamente, non c'entra nulla col documento confidenziale inedito, come da qualcuno ignorantemente affermato...:rolleyes: L'autore ( o meglio gli autori, sono due sotto pseudonimo ) ha posto DATI e OPINIONI. Il lato OPINIONI , in alcuni punti,è vergognosamente mistificante....( pro-sponda catto-integralista ) il lato DATI è interessante e merita di essere preso in considerazione
.....

Ho visto la tua candelina.

Leggiti il libro di PIerre Feydel, che riprende alcune corrispondenze di Guenon ( 11 marzo 1936 : "Je fait partie de la H.B.L.ecc ecc. )e le sue contraddizioni in merito alla H.B. of Luxor...

Ciao

E.

eliodoro
28-02-06, 12:50
Alcuni affermano che Guenon sia il nome di una confraternita.
Io penso che Guenon volesse "riattivare" alcuni riti, in sonno, della stella interiore mah, sarà esistita veramente questa setta?
E poi, riattivare riti...pericolosissimo....



Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"

http://www.alienazioni.com/credits/Toto.jpg

Le uniche cose serie , qui , sono la poesia di Totò e il mal di pancia per tutti gli "ismi" ( compresi certi pseudo-tradizionalismi sclerotizzati ).

Sulla "confraternita" Guenon, sulla riattivazione di riti e su altro...stendiamo un velo pietoso....Ma certe informazioni chi te le suggerisce, H'ermes, il viaggiatore astrale ?

Ma roba da matti....:i

E.

Melekur
28-02-06, 14:59
L'intramontabile livella mi ha sempre ispirato qualche suggestione muratoria..

che ne dite?

Orazio Coclite
28-02-06, 16:45
L'intramontabile livella mi ha sempre ispirato qualche suggestione muratoria... che ne dite?
Beh, il principe De Curtis era un noto massone, e non un 'fratello' qualunque, ma addirittura un Maestro Venerabile!

Al riguardo eccovi un articolo molto interessante, già da me proposto in passato su di un altro forum:



"Siamo uomini o caporali?"
Il catechismo di un Fratello un po’ speciale: Totò"

di Rita Polverini

«Nella Sede storica di Piazza del Gesù, 47. All’alba del 15 marzo [refuso: aprile] 1967, è passato all’O. Et. l’Illustre Fr. Antonio de Curtis 30° Venerabile della R.L. "Fulgor Artis" dell’O. di Roma. Il titolo distintivo che Egli scelse per la Sua bella Officina significò per Lui incitamento e passione per quell’arte incomparabile di cui attinse con indeclinabile fede le più incantevoli cime. La Massoneria abbruna i suoi Labari con infinita tristezza; ma con il massimo orgoglio iscrive il Suo nome sul Gr. Libro d’oro degli innumeri Fratelli che con la loro arte ed il loro ingegno onorarono l’intera umanità».

Così il 21 aprile 1967 la Loggia Fulgor artis annunciava dalle pagine del "Tempo" di Roma la scomparsa di Sua Altezza Imperiale Antonio Porfirogenito della stirpe dei Focas Angelo Flavio Ducas Comneno Bisanzio, principe di Cilicia, di Macedonia, di Dardania, di Tessaglia, del Ponto, di Moldava, di Illiria, del Peloponneso, duca di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo, in arte Totò. Difficile riuscire a ripercorrere le tappe dell’iniziazione di Totò alla Massoneria, un percorso che lo portò a costituire la "Sua bella Officina", la Fulgor artis. Di fatto i documenti attestano la presenza di Antonio de Curtis a metà del 1945 come Fratello di 18° in una Loggia napoletana detta Fulgor e, qualche mese dopo, in ottobre, compare come Maestro Venerabile 30° nella Fulgor artis di Roma, all’Obbedienza della Federazione Massonica Universale del Rito Scozzese Antico ed Accettato, quella Federazione che dal 21 giugno 1944 spostò molte volte la sua sede in Roma fino al 3 febbraio 1948 quando ottenne quella definitiva di Piazza del Gesù al n. 47. In taluni casi (cfr. Giordano Gamberini) si parla di un’Officina promossa e fondata dal principe come Ars et Labor, ma non è possibile stabilire se essa fosse altra Loggia o se si fuse o confuse con la Fulgor artis. La sua affiliazione viene fatta risalire al 1944, nella Loggia Palingenesi. Ma quelli, dopo le furie fasciste e la clandestinità, erano anni di grande confusione, e le Officine avevano ripreso i lavori in modo libero e spontaneo, prima dei riconoscimenti formali. Comunque, in breve tempo egli fondò a Roma una Loggia dal significativo nome Fulgor artis, di cui probabilmente ricoprì sempre la carica di Maestro Venerabile e che riuniva vari attori di cinema e teatro. Era lo stesso, Antonio de Curtis, a presentare all’Officina gli iniziati, facendosi per ciascuno "garante della di lui onestà, del suo disinteresse, del suo amore per la Patria e l’Umanità, e dei suoi buoni costumi", a testimonianza di un costante e infaticabile lavoro per l’Ordine e, secondo i dettami liberomuratori, per l’umanità. Sembra quasi — gli studi sull’argomento ci per-mettono di fare solo delle ipotesi — che egli abbia fortemente voluto far nascere a Roma una sorta di corporazione di attori come avanguardia della cultura laica e che si fosse occupato dell’impegno del libero muratore in ambito culturale e sociale. Infatti il principe Antonio de Curtis, un Fratello che avrebbe potuto senza difficoltà acquisire il 33° del Rito Scozzese, che avrebbe potuto arrivare cioè a far parte delle alte sfere della gerarchia massonica, nel Supremo Consiglio per la gestione del Rito, si fermò al 30° grado.

Quest’anno, ricorrendo l’anniversario dei cento anni della nascita di Totò (15 febbraio 1898), il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Virgilio Gaito, in un invito al Sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, perché in questa occasione ricordi non solo l’attore ma anche il Fratello, ha suscitato sconcerto e scatenato repliche indignate: come immaginarsi Totò "con indosso il grembiulino, a compiere rituali sotto l’egida di squadra e compasso"! (cfr. "La Repubblica", 15 febbraio 1998). Luciano De Crescenzo ha gridato allo scandalo. Renzo Arbore, invece, ha giustamente replicato:"Credo che Totò avesse molto forte il sentimento della solidarietà ed era in questo senso massone. [ ... ] Totò aveva queste due anime. Una voleva elevarsi, affrancarsi dal personaggio. Potrebbe aver visto questa strada, entrare a far parte di un club di persone rette e giuste, un modo, appunto, di esprimere la sua voglia di andare incontro al prossimo".

Qui vogliamo ricordarlo così, un comico dall’infinita umanità, portato ad aiutare tutti nella ferma volontà di intervenire in favore delle persone meno fortunate. Dunque, la presenza di Totò in Massoneria era un "segreto", nessuno fino ad ora ne aveva mai parlato pubblicamente.

Sulla carriera di Totò, invece, sappiamo tutto, tutte le curiosità e tutti gli aneddoti. Totò stesso lo ha raccontato, ma fermandosi al 1930, al suicidio della soubrette Liliana Castagnola a cui era stato legato da una forte passione. Neppure le pagine scritte da Franca Faldini, la compagna che gli è stata accanto fino alla morte, riescono a far luce sul "segreto" del grande Totò. Infatti, a differenza di altri personaggi pubblici, la sua appartenenza alla Libera Muratoria fu sempre poco conosciuta. Nel privato Antonio de Curtis, era un distinto gentiluomo, serio, severo e silenzioso, quasi come se esistessero due persone: il principe e il comico, il gentiluomo e il buffone, l’uomo e la marionetta disarticolata, Antonio e Totò. Le stesse prefazioni alle ristampe della raccolta di poesie che prende il nome dalla sua più famosa, ‘A livella, pubblicate per la prima volta nel 1964, si fermano a superficiali riflessioni sul senso di contrappasso che il pensiero della morte in una poesia come ‘A livella, ispirata peraltro ad uno dei più importanti elementi del simbolismo massonico, infonde rispetto a quell’universo del risibile che era Totò. Evidentemente il principe de Curtis aveva pienamente aderito ai giuramenti degli antichi rituali, per i quali la Massoneria è essa stessa il "segreto": "V’è qualche cosa di comune fra voi e me?" — recitano — "Sì, Venerabile Maestro", "E che cosa è, fratello mio?", "Un segreto", "E quale è?", "La Massoneria". E l’ingresso ai segreti dei massoni è nascosto, come si apprende da altro rituale, "nel cuore, in cui sono racchiusi tutti i segreti dell’Ordine".

Totò nacque il 15 febbraio 1898 nel Rione Sanità, a Napoli, dove nascerà un museo, da Anna Clemente e da padre ignoto: un figlio di N.N. Nella povertà delle strade più colorate e vivaci di Napoli, nacque l’attore, il comico.

"Io so a memoria la miseria", diceva, "e la miseria è il copione della vera comicità. Non si può far ridere, se non si conoscono bene il dolore, la fame, il freddo, l’amore senza speranza [ ... ]; la vergogna dei pantaloni sfoderati, il desiderio di un caffellatte, la prepotenza esosa degli impresari, la cattiveria del pubblico senza educazione. Insomma non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita".

Soltanto nel 1924 il marchese Giuseppe de Curtis sposò Anna. Antonio non solo riuscì ad essere riconosciuto come figlio legittimo, ma quasi come una riscossa di un povero figlio dei bassi napoletani, ricostruì tutto il suo albero genealogico tanto da fregiarsi, con severità e ironia, di infiniti appellativi. Poco più che ragazzo iniziò il servizio di leva a Napoli, imparando ben presto a marcare visita grazie alla sua innata capacità di simulare gravi malattie; ma quando venne trasferito a Livorno, fu costretto a subire le vessazioni di un caporale, "il caporale per antonomasia", promosso "per mancanza di graduati disponibili, pur essendo quasi analfabeta".

"Durante le punizioni [ ... ], rimuginavo in me un rancore senza fine nei confronti dei caporali, verso coloro cioè che, muniti di un’autorità immeritata e forti di una disciplina che impone ai sottoposti l’obbedienza senza discussione, esercitano tali loro meschini poteri [ ... ]. Contrapponevo, ad essi, gli uomini, le persone, cioè, che sanno adoperare la loro autorità senza abusare dei poteri loro commessi".

Una filosofia spicciola ma chiara, da cui non solo nacque la sua più celebre battuta, ma un modo di vivere, di distinguere, selezionare e comprendere il genere umano. Dopo i difficili esordi come fantasista in piccole compagnie, con la compagnia Maresca e Molinari ottenne i primi successi in un crescendo che lo portò ad essere conosciuto ed amato dal grande pubblico. Fu, invece, poco amato dalla critica per quella infinità di film di cassetta, girati sottocosto in pochissimo tempo e senza sceneggiature grazie alla capacità di Totò di improvvisare sulla scena e di riuscire bene al primo ciack, ma che incassarono tanto da permettere alle case di produzione di finanziare i capolavori neorealisti che hanno reso grande l’Italia. Certo questo gli ha impedito di diventare un Charlie Chaplin o un Buster Keaton.

La sua popolarità era affidata al linguaggio, alle battute, i fraintendimenti, le parole storpiate, i bizzarri "neologismi", le esagerazioni dell’italiano conformista, le traduzioni maccheroniche, i giochi di parole e le assonanze linguistiche, che lo hanno reso un eroe tutto italiano e poco esportabile. Del resto, anche in teatro Totò, vero animale da palcoscenico, si affidava solo al suo estro. Inutile per gli sceneggiatori scrivere dialoghi, perché i gesti e le battute nascevano così dall’osservazione della gente e dal rapporto col pubblico. Per questo fu molto amato, soprattutto negli anni Cinquanta, perché non si poneva come un intellettuale, ma incarnava l’uomo qualunque in difficoltà per il lavoro, lo stipendio, le tasse, per la fame, i soldi; quello che, però, si arrangia sempre, l’italiano onesto truffatore ma timorato di Dio e innamorato di tutte le donne. Per loro scrisse bellissime canzoni come Miss mia cara Miss o la famosissima Malafemmena. Il secondo dopoguerra segna, con l’adesione alla Massoneria, una svolta nella vita di Antonio. Il giornalista Alessandro Ferraù, che scrisse una biografia di Totò già nel 1941, ha voluto sottilmente o ingenuamente segnare questo passaggio attraverso una piccola ma significativa dedica. Nel 1941 Totò gli regalò una foto e nel 1967 un volume di ‘A livella entrambe con la stessa dedica ma nella seconda «ave-va inserito al posto di ‘carissimo Direttore’, la frase ‘al mio carissimo e fraterno amico’» (il corsivo è mio). Tutto gira, dunque, attorno a quella poesia, origine e fulcro della sua iniziazione, i cui primi versi sono apparsi nel 1953, in appendice al libro Siamo uomini o caporali? Un inno alla livella (dal lat. libella, bilancia), all’orizzontalità perfetta, alla Grande Eguagliatrice. Il poeta ci racconta in versi di essere stato testimone, il giorno dei morti, al cimitero, di un fatto curioso: il fantasma di un marchese e quello di un netturbino si incontrano dove sono sepolte le loro salme, l’una accanto all’altra. Il marchese, irritato dalla vicinanza della spoglia e sporca tomba dell’altro, lo aggredisce: "come avete osato di farvi seppellir, per mia vergogna, accanto a me che sono blasonato?! [ ... ] Ancor oltre sopportar non posso la vostra vicinanza puzzolente". Il netturbino, dopo averlo ascoltato, si spazientisce: "Ma chi te cride d’essere... nu ddio? Ccà dinto, ‘o vvuò capì, ca simmo eguale? Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io; ognuno comme a ‘n’ato è tale e qquale". I due protagonisti si presentano con caratteristiche umane e terrene: il nobile è vestito col cilindro e un gran pastrano, è marchese, signore di Rovigo e di Belluno, porta solo appellativi ma non possiede un nome e parla correttamente; lo "scupatore" è tutto sporco e misero, si chiama Gennaro Esposito e parla in dialetto napoletano. Immancabilmente presenti le due anime di Antonio de Curtis, il principe e il povero, il blasonato e il figlio di N.N. La morte che qui viene celebrata, non è la nemica, non rappresenta la fine, non è drammatica. Per i Fratelli la morte si lega alla simbologia della terra. È un rito di passaggio: rivelazione e introduzione. Putrescat ut resurgat: tutte le iniziazioni attraversano una fase di morte prima di spalancare le porte ad una vita nuova. La morte libera le forze ascensionali dello spirito, è la condizione per accedere ad una vita superiore. Il messaggio è affidato a Gennaro, lo scopatore: "nuje simmo serie... appartenimmo â morte!". La Morte è, del resto, il campo neutro, dove non esistono distinzioni né per bontà o cattiveria, né per nobiltà o povertà, né di gerarchia e potere: «’A morte ‘o ssaje ched’è? ... è una livella». Il livello — l’orizzontale — assicura l’uguaglianza degli esseri, affinché nessuno si sovrapponga agli altri per dominarli, come, nell’esperienza di Totò, i caporali. Come a dire: "siamo uomini, non caporali". La livella e il filo a piombo sono gli attributi dei due Sorveglianti e la loro dualità corrisponde a quela delle due colonne del Tempio. La livella è costituita da una squadra al vertice della quale è sospeso un filo a piombo: quindi non solo determina l’orizzontale, ma anche la verticale, l’espansione cosmica. Il passaggio dalla perpendicolare alla livella esprime una crescita, quella dal grado di Apprendista a quello di Compagno. La sintesi della perpendicolare con la livella non è realizzata se non per mezzo della squadra, attributo del Venerabile. La livella si lega all’iniziazione, all’inizio del percorso muratorio, esprime la crescita del massone, e come tale possiamo pensare che fu scritta da Totò. Nel 1957 il principe fu colpito da una grave malattia agli occhi, che lo rese via via quasi cieco, ma che non gli impedì di continuare a lavorare fino alla morte, il 15 aprile 1967, quando lo colpì un infarto. Nell’arco degli ultimi dieci anni, malgrado le sue condizioni fisiche, interpretò più di 43 film, tra cui nel 1966 Uccellacci e uccellini, con la regia di Pier Paolo Pasolini, una delle più belle e struggenti interpretazioni di un Totò quasi cieco, per la quale, uno dei meno premiati attori italiani, ottenne il "Nastro d’argento".

"E se qualche volta sono riuscito anche a commuovervi", scrisse a conclusione della sua biografia apparsa nel 1952, "ne sono felice, perché [ ... ] una lacrima è solo l’altra faccia del sorriso. E ci siamo capiti, perché ognuno di noi è passato attraverso gioie, dispiaceri e amare delusioni nella grande commedia della vita. Altrimenti, se fossimo sempre impassibili, spettatori e non attori, non saremmo veri uomini, ma caporali".

Le informazioni documentate relative all’appartenenza di Antonio de Curtis alla Massoneria sono state fornite dal Direttore dell’Archivio Storico del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani, Vittorio Gnocchini, che ringrazio sentitamente per la disponibilità, l’entusiasmo e la serietà con cui sempre si mette a disposizione per il reperimento dei documenti.

(da il Laboratorio n. 36 maggio-giugno 1998 - Turri Copisteria, Scandicci-FI)

http://www.esoteria.org/documenti/personaggi/antoniodecurtis.htm

Havismat (POL)
05-03-06, 04:01
Del resto Guenon era uno che quando fu nella H.B. of Luxor di Max Theon ne valutò positivamente le dottrine, quando fu gentilmente messo alla porta ne scrisse non tanto bene.

E ci mancherebbe anche che NON ne scrivesse male... visto il soggetto...
Ma ovviamente è Guénon ad essere "invidioso"... :D

sacher.tonino
06-03-06, 10:27
Le uniche cose serie , qui , sono la poesia di Totò e il mal di pancia per tutti gli "ismi" ( compresi certi pseudo-tradizionalismi sclerotizzati ).

Sulla "confraternita" Guenon, sulla riattivazione di riti e su altro...stendiamo un velo pietoso....Ma certe informazioni chi te le suggerisce, H'ermes, il viaggiatore astrale ?

Ma roba da matti....:i

E.


:lol :lol :lol

sacher.tonino
06-03-06, 10:29
L'intramontabile livella mi ha sempre ispirato qualche suggestione muratoria..

che ne dite?

:-01#20

stuart mill
06-03-06, 11:00
Salve, essendo un neo iscritto, colgo l'occasione per presentarmi e per parlare di meyrink.
Allora di me dirò brevemente che un paio di anni fa ero ateo, poi l'incontro con un ermetista mi cambiò profondamente, e mi dedicai (purtroppo, a mia eterna onta, col mio solito ritmo altalenante) all'ermetismo, anche se devo confessare che per pigrizia (intellettuale ma non solo) all'inizio la relegai quasi a un livello filosofico. Poi comincia a prendere tutto più seriamente. Merito (oltre che di questa persona, delle opere di evola e del gruppo di ur) anche dello stupendo VOLTO VERDE(o viso verde) di gustav meyrink, un'opera che mi ha lasciato senza fiato, tanto univa bellezza e verità.
Dai messaggi che ho letto ho capito di essere nel posto giusto.
avrei un paio di domande: 1)a parte il golem e il volto verde, potendo comprare solo un'altra opera di meyrink, quale scegliereste?
2)domanda un pò più profonda: che ne pensate dell'ordine martinista: si rifà veramente alla tradizione ermetica come afferma il loro sito, oppure no?
grazie, un saluto a tutti!

eliodoro
06-03-06, 12:43
: 1)a parte il golem e il volto verde, potendo comprare solo un'altra opera di meyrink, quale scegliereste?
2)domanda un pò più profonda: che ne pensate dell'ordine martinista: si rifà veramente alla tradizione ermetica come afferma il loro sito, oppure no?
grazie, un saluto a tutti!

1) Direi " Il Domenicano Bianco "

2) L'ordine martinista che conosciamo è più o meno una ricostruzione di Papus e Chaboseau effettuata poco più di 100 anni fa. Con Saint Martin c'entra davvero poco, se non al solo livello di un ricollegamento "ideale".
Gastone Ventura, Brunelli, Turchetti hanno scritto qualcosa in merito alla travagliata storia del martinismo ( caratterizzato da infinite scissioni e sotto-scissioni ) e qui in Italia abbiamo due linee principali : quella di Ventura ( Caracciolo da una parte, Cannizzo dall'altra ) e quella di Brunelli ( OMAT ).Vi sono anche altre piccole sotto-correnti.
Ho avuto, in passato ,vari colloqui e contatti con esponenti del martinismo italico...ma di "iniziatico" vi ho visto davvero poco. Nella migliore delle ipotesi si ha a che fare con "brava gente" che si ritrova per un comune ideale di autoelevazione ( senza alcuna vera sapienzialità nè autentica "trasmissione" ) , nella peggiore delle ipotesi si ha a che fare con occultismi banali e ingenui tipici di un certo periodo della Francia fine secolo XIX. Ovviamente questa è solo una mia opinione, anche se basata su esperienze e verifiche personali.

Ciao

Eliodoro

eliodoro
06-03-06, 12:48
:lol :lol :lol

Beh, meno male che sai ridere delle "imprecisioni" ( eufemismo ) che sovente vai scrivendo :-:-01#19

Eliodoro

stuart mill
06-03-06, 13:02
Ciao eliodoro, mille grazie per le tue risposte. Beh, sul martinismo, qualche sospetto(nonostante che il riferimento alle catene e all'iniziazione mi avessero un pò abbagliato) mi era venuto (in riferimento ad alcuni aspetti, sopratutto di magia operativa che non so cosa possa c'entrare con l'ermetismo). Ora tu confermi (aggravandolo) questo mio sospetto. Certo è che non avrei mai immaginato tutte queste scissioni, (che mi sanno di molto poco iniziatico: chi insegna la via ermetica, deve conoscerla e conoscerla totalmente, a quel punto non mi sembra logico fare una scissione, a meno che non si sia d'accordo con la verità che si è arrivati a conoscere, no? poi magari mi sbaglio e le scissioni possono avere un senso...), molto utile il tuo intervento.
Tirando le somme, conviene evitare del tutto il martinismo, oppure avvicinarsi, prendendo tutto quanto con 'un grano di sale'?

ciao e grazie!

eliodoro
06-03-06, 15:37
Tirando le somme, conviene evitare del tutto il martinismo, oppure avvicinarsi, prendendo tutto quanto con 'un grano di sale'?



Mah...a ogni musicista.."le sue note". Fai quello che credi utilizzando tutto il sale presente nella saliera, che si tratti di martinismo o di altro. Esercitare la cautela non significa rifiutare in blocco qualsiasi esperienza : dipende però da quanto sale si dispone.

Ciao

E.

Orazio Coclite
06-03-06, 16:16
a parte il golem e il volto verde, potendo comprare solo un'altra opera di meyrink, quale scegliereste?
Direi " Il Domenicano Bianco "
Di Meyrink io invece mi sentirei di consigliare... La casa dell'alchimista! :cool:

Orazio Coclite
06-03-06, 16:20
E comunque, quando leggete Meyrink, attenzione alla pericolosissima contro-iniziazione!!! :D

stuart mill
06-03-06, 17:43
Mah...a ogni musicista.."le sue note". Fai quello che credi utilizzando tutto il sale presente nella saliera, che si tratti di martinismo o di altro. Esercitare la cautela non significa rifiutare in blocco qualsiasi esperienza : dipende però da quanto sale si dispone.-------------

beh, quello che dici è molto saggio, il problema è sapere quanto sale si ha: non sempre lo si sa prima, spesso lo si capisce dopo. Comunque intendevo chiedere se il martinismo è una perdita di tempo, e quindi meglio dedicarsi ad altro. Da quello che avevi detto nel messaggio precedente, mi sembra di capire che ritieni che sia una perdita di tempo, no?
ciao

Di Meyrink io invece mi sentirei di consigliare... La casa dell'alchimista! -------------

ok

E comunque, quando leggete Meyrink, attenzione alla pericolosissima contro-iniziazione!!:D---------------

:lol:lol:lol
hai ragione: questa è micidiale!
a me la storia della contro iniziazione in relazione a meyrink non torna: se non erro è stato guenon ad avanzare accuse di quel tipo: non ne so molto, ma se meyrink è un controiniziato, guenon stesso potrebbe essere in realtà una spia del clero semi ateo volta a diffamare la via ermetica (tanto per restare nell'ambito delle teorie strampalate[sia chiaro, io di guenon ho letto poco, e quel poco mi ha interessato, ma credo che meyrink sia {a mio modesto parere}uno che sapeva il fatto suo])
ciao e grazie del consiglio

Orazio Coclite
06-03-06, 20:52
...che poi io Meyrink lo conobbi grazie a Hugo Pratt! Curiosa la vita...

Jeahn (POL)
06-03-06, 21:05
se meyrink è un controiniziato, guenon stesso potrebbe essere in realtà una spia del clero semi ateo volta a diffamare la via ermetica

Alle volte ci si piglia seguendo questi "guizzi"...
Incredibile il tuo post: all'unisono con mie considerazioni personali...
Inoltre hai usato la "perversione della triplice matrioska" (cioe' la triplice parentesi tonda-quadra-graffa)che spesso avrei voluto adoperare io ma non ne' ho avuto mai il coraggio...
Togli "semi ateo" va'...

:-00p09b

stuart mill
06-03-06, 21:18
ncredibile il tuo post: all'unisono con mie considerazioni personali...--------------------

il mio ego smisurato gioisce:D

Inoltre hai usato la "perversione della triplice matrioska" (cioe' la triplice parentesi tonda-quadra-graffa)che spesso avrei voluto adoperare io ma non ne' ho avuto mai il coraggio...-----------------

beh: bisogna osare (memento audere semper, diceva d'annunzio): però se l'avessi fatto alle superiori, il prof di italiano mi avrebbe ucciso:D

Togli "semi ateo" va'..----------

nel senso che è meglio togliere il semi e lasciare l'ateo o è meglio togliere tutti e 2?

ciao

stuart mill
06-03-06, 21:20
.che poi io Meyrink lo conobbi grazie a Hugo Pratt!------------

era un disegnatore, (o un fumettista), no? (spero di non ricordare male)

Jeahn (POL)
07-03-06, 19:44
Togli "semi ateo" va'..----------

nel senso che è meglio togliere il semi e lasciare l'ateo o è meglio togliere tutti e 2?

ciao

Meglio toglierli tutti e due: il clero,alle alte sfere,per quanto possa sembrare paradossale,CREDE VERAMENTE in una potenza superiore ,che pero' ha ben poco da spartire col d%o "bbbbuono" che c'hanno spacciato...
Per quanto riguarda guenon,la fuffa ,per quanto dialetticamente rigorosa ed impeccabile,puo' finire per essere una ragnatela estenuante con azione disperdente sulle energie degli individui,circoli viziosi di pensiero con riferimenti aldila' delle ordinarie capacita' d'indagine/confronto/sperimentazione...
Non ti muovi di un millimetro,meglio allora andare al mare o farti una passeggiata...
Altri tipo Meyrink,Gurdijeff magari posson anche contenere delle imperfezioni:ma sono artigiani cioe' individui che operano ed invitano altri a FARE...
Essi sono molto piu' simili (cioe' le lro opere) a dei saggi di metodologie meno velate che altrove,certo seguire questo o quel personaggio e' sempre un rischio ma l'alternativa e' il NON fare...

Jeahn (POL)
07-03-06, 19:47
.che poi io Meyrink lo conobbi grazie a Hugo Pratt!------------

era un disegnatore, (o un fumettista), no? (spero di non ricordare male)

I riferimenti all'esoterismo nel mondo dell'arte nonmancano certo...
Anche Milo Manara coi suoi asini,i suoi viaggi in asia ed in Tibet,i suoi pentacoli maliziosi ,i riferimenti alla cabala ed il feroce sfotto' al cristianesimo non scherza affatto...

stuart mill
07-03-06, 20:06
beh, anche nel mondo della musica: basti pensare a battiato (un oceano di silenzio, l'animale, l'ombra della luce etc), oppure a jodorowski (la montagna sacra, el topo etc), o i fratelli waikowsky (matrix), già, ce ne sono molti...

stuart mill
07-03-06, 20:17
Non ti muovi di un millimetro,meglio allora andare al mare o farti una passeggiata...
Altri tipo Meyrink,Gurdijeff magari posson anche contenere delle imperfezioni:ma sono artigiani cioe' individui che operano ed invitano altri a FARE...
Essi sono molto piu' simili (cioe' le lro opere) a dei saggi di metodologie meno velate che altrove,certo seguire questo o quel personaggio e' sempre un rischio ma l'alternativa e' il NON fare...--------------

non ho capito esattamente a cosa ti riferisci: se al seguire meyrink, o al discorso sui martinisti (o a tutti e 2)?!

l clero,alle alte sfere,per quanto possa sembrare paradossale,CREDE VERAMENTE in una potenza superiore ,che pero' ha ben poco da spartire col d%o "bbbbuono" che c'hanno spacciato...------------------

perchè, non credi che Dio (il tutto) sia buono? ho notato la differenza di idee che esiste fra (almeno a me è sembrato) quanto affermato da ermetisti (dio crudele e indiffererente, [meyrink]) e da esoteristi (i quali, almeno, i pochi che conosco, parlano di dio amore etc), ma non riesco a capire come mai questa differenza(se c'è veramente) fra ermetisti ed esoteristi:confused:

Jeahn (POL)
07-03-06, 21:43
Non ti muovi di un millimetro,meglio allora andare al mare o farti una passeggiata...
Altri tipo Meyrink,Gurdijeff magari posson anche contenere delle imperfezioni:ma sono artigiani cioe' individui che operano ed invitano altri a FARE...
Essi sono molto piu' simili (cioe' le lro opere) a dei saggi di metodologie meno velate che altrove,certo seguire questo o quel personaggio e' sempre un rischio ma l'alternativa e' il NON fare...--------------

non ho capito esattamente a cosa ti riferisci: se al seguire meyrink, o al discorso sui martinisti (o a tutti e 2)?!
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Ma ce l'hai coi "tutti e due"...
No scherzo...
Si tratta di seguire un cammino,di un' evoluzione...
La stessa che,fallendo miseramente,avevano promesso agli uomini le religioni del libro...
Una religione dovrebbe fare migliore un essere umano...
Le vie ermetiche idem...
Le religioni sono collassate in se stesse ed irrimediabilmente degenerate...
Le vie ermetiche,come dice il loro stesso nome,sono chiuse,se qualcuno non ti fa' entrare...
Ecco perche' ti ho detto che se non provi a mettere in pratica i tenui consigli dei maliziosi amici Gurdijeff,Meyrink e altri nel nostro presente l'alternativa e' non fare,cioe' non andare da nessuna parte...
I Martinisti,come qualsiasi cosa che si presenti come una via,vanno anche loro nel minestrone con tutti gli altri perche' TUTTi,almeno nelle parole,vorrebbero farti migliore,piu' evoluto,piu' conscio di te stesso,ma oggi il massimo che si puo' sperare e' incontrare ombre e vestigia non troppo corrotte per darti dei riferimenti validi...
A dargli un corpo ed una luce viva,se hai davvero molta fortuna,ci puoi arrivare solo tu,ma e' quasi come vincere alla lotteria,QUASI...
Altrimenti puoi sempre o fuffare di Guenon parlando di reintegrazione primordiale,dell'uomo originario capace di compiere Rito in ogni suo movimento/gesto/azione oppure andare al mare...



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l clero,alle alte sfere,per quanto possa sembrare paradossale,CREDE VERAMENTE in una potenza superiore ,che pero' ha ben poco da spartire col d%o "bbbbuono" che c'hanno spacciato...------------------

perchè, non credi che Dio (il tutto) sia buono? ho notato la differenza di idee che esiste fra (almeno a me è sembrato) quanto affermato da ermetisti (dio crudele e indiffererente, [meyrink]) e da esoteristi (i quali, almeno, i pochi che conosco, parlano di dio amore etc), ma non riesco a capire come mai questa differenza(se c'è veramente) fra ermetisti ed esoteristi :confused:
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la risposta ti sfugge perche' e' molto semplice: si parla ,pur usando lo stesso termine(la divinita') di cose "diverse",di "differenti emanazioni dal centro"...

Gli ermetisti si rifanno ad un ottica gnostica,e quando parlano di D%o crudele spesso e' solo per intendere lo stato della bruta materia,gia' di per se' una condizione "malvagia" per lo sviluppo interiore,andando piu' oltre il concetto di "D%o di questo mondo" e' ricopribile con quello di Demiurgo,ente geloso crudele e persino ignorante MA POTENTISSIMO...
Gli esoteristi non sono un gruppoa parte,gli stessi ermetisti sono esoteristi ...
E' questione di conoscenza salvifica destinata a ristrette cerchie...
Quando senti di parlare di D%o buono e' uno dei tanti modi di volersi rifare all'ente primo cardine di tutto e principio indefinibile ed inconoscibile sul quale esistono svariate varianti...
Volendosi rifare ancora agli gnostici il padre buono e' il padre spirituale ,il D%o del mondo della dimensione spirituale,per un massone il grande architetto dell'universo,per un induista e' Brahman principio di ogni manifestazione...
Questi concetti non sono sempre ,comunque,perfettamente identici,questione di dialettica,di tradizione locale ecc.ecc....
Il D%o amore si compenetra poi con il concetto di Eros,D%o di rimarchevole importanza per lo sviluppo dell'uomo,dato che solo con l'amore l'uomo puo' reintegrarsi...

stuart mill
08-03-06, 01:17
ok, mille grazie: ora mi è più chiaro il discorso :)