PDA

Visualizza Versione Completa : Leggete Un Po'questa...quando eravamo alleati della DC



echiesa
10-07-02, 16:24
Deliberato della Direzione del PRI pubblicato in " L'Iniziativa" del 10 novembre 1932:
" La Direzione del PRI riconosce la necessità di una fervida campagna antibellica, basata sulle agitazioni delle masse operie, contro tutti gli imperialismi e per la difesa della Russia rivoluzionaria, minacciata dalla coalizione capitalistica e reazionaria"
Tratto da Santi Fedele, "Storia della Concentrazione Antifascista 1927/1934"Feltrinelli, 1976.
Carina, non è vero????
saluti
echiesa:fru

kid
10-07-02, 16:36
Un anno di appannamento il 1932. Non è che mi stupisce, con tutta la confusione che ha fatto Gobetti! Sono certo che troviamo anche documenti del '14 che applaudono Mussolini e nel '20 altri di intesa con le sue camicie nere. Come a dire: è sempre difficile orientarsi nella vita politica e comunque sono testi poco impegnativi per il complesso della storia del Pri. In ogni caso la rivoluzione di ottobre accese tante speranze e illusioni in tutti gli idealisti. In noi per molto poco tempo, direi.

echiesa
10-07-02, 16:42
Bhe, nel 1932 su cercò di superare a sinistra il PSI ed agire di concerto con il PCI, legato però dalla teoria del "socialfascismo" e dal non collaborare con altri Partiti Borghesi in quanto anche questi nemici del Comunismo.
Certo che ne abbiamo fatta di strada:D :D :D ( sia detto senza malizia)
saluti
echiesa:fru

kid
10-07-02, 16:54
Ne abbiamo fatta davvero, visto che già nel 1948 eravamo alleati con la Dc e ci siamo rimasti alleati, in maggioranza o meno, fino al '92. Lo sapevate a Carrara? ( non so aggiungere le faccine, ma mettete voi quella che preferite).
:) :) :) :) :)

lucifero
10-07-02, 17:26
questa è nuova:
:0a
chiaramente, il camper è quello del CAF

echiesa
10-07-02, 19:06
Noi nell'86 facemmo una Giunta PCI-PRI,, ma mi pare di avere letto qualcosa sulle alleanze con la DC:D :D :D .
Mi ricordo anche il grido di dolore " mai più con questa DC", non mi ricordo chi la pronunciò:D :D :D e mi ricordo il buon vecchio Randolfone che diceva " che Andreotti se lo faccia da solo il Governo". E la posizione del PRI che era proprio all'opposizione a livello nazionale!!!!
Adesso siamo a dire " come era bella quella DC ed infatti ci siamo alleati insieme".
saluti
echiesa:fru

kid
11-07-02, 12:12
Questo è un punto segnato a tuo favore, paperastro, te lo riconosco. La risposta che ti dovrò dare non piacerà a te come non piacerà a me. Per cui mi predo tempo, come te del resto che ti diletti in poesia.

echiesa
11-07-02, 15:32
Piaciute le poesiole????
saluti
echiesa:fru

kid
11-07-02, 16:48
nemmeno sotto tortura ti dico cosa ne penso.

kid
15-07-02, 15:51
Mai più con la dc.


Eravamo tutti giorgiolamalfiani quella primavera, da Milano a Messina, passando e fermandosi per Carrara e Ravenna, noi ragazzetti che avevamo le toppe al sedere e non certo per essere stati seduti sulle poltrone dei ministeri. Ricordate? Con la crisi del governo Andreotti sentiamo puzza di bruciato e di voglia di regolamento di conti e quindi con non chalance si fa finta da niente e si rilancia: stessi ministeri, ma chiediamo le Poste per Galasso perché Mammì siede al governo da troppo tempo e un avvicendamento, visto i risultati, forse andava fatto. Andreotti si dice d'accordo e quindi logorati tiriamo il fiato, fino alla lista dei ministri, ben diversa da quella concordata. Maccanico dimezzato senza riforme, Battaglia alle partecipazioni statali, il ministero che il pri voleva abolire! E alle poste Vizzini. Ridicolizzati. Ma il problema è tecnico. Come si fa a votare la fiducia ad un premier che non ha tenuto alla sua parola fin dal primo momento ed in un incontro riservato, ma formale? Se il problema è il segretario, il segretario si dimette ed il partito veda, libero dal suo segretario, il da farsi. E il partito è con La Malfa, tranne Battaglia che voleva andare a giurare, lo dice al tg1, prima della direzione e Passigli consigliere regionale della Toscana filodemocristiano. Si consuma la rottura, grazie anche a Pacciardi e ad una prospettiva politica nuova, perché all'opposizione non c'è solo più il Pci, che comunque affronta la crisi della fine dell'Urss, ma anche la Lega, che all'epoca Giorgio Bocca definiva un nuovo partito d'azione, senza contare che dalla Dc si stacca Segni e nel psi Martelli scalpita. Una situazione in fermento che il vulnus aperto da Andreotti scopre. Si vede una strategia di emancipazione e questa ci porta dritti ad una conseguenza logica: l'alternativa al pentapartito. Non un'alternativa di sinistra, ma un'alternativa dei ceti produttivi e anche del rilancio morale del Paese. Che cosa si è opposto a questo progetto? Il vecchio pentapartito? No di certo. Una scorciatoia giudiziaria che ha sparigliato e ridato alla sinistra in quanto tale una possibilità autentica che altrimenti aveva, sul piano politico, perduto. Diciamocelo chiaramente: il cartello progressista se avesse vinto le elezioni, protetto dai magistrati non avrebbe avuto i titoli per guidare il Paese e gli italiani, che non sono scemi, per questo preferirono Berlusconi e la sua armata Brancaleone, che vince. Ma il pri poteva stare con Berlusconi nel '94? Ovvio che no, inquietante come era la sua coalizione e il suo stesso partito e ci si attesta su una posizione di trincea, utile, se non altro, per creare un nuovo equilibrio, lo stesso che si sta cercando ancora, perché è ovvio che a distanza di dieci anni l'equilibrio non l'abbiamo trovato noi e non lo ha trovato neanche il Paese. L'equilibrio politico va ancora costruito, esso è davanti a noi sulla stessa linea del '92, ed è qui che lo dobbiamo realizzare, anche se sono stati persi dieci anni, e ne perderemo ancora immagino, perché quando esplode un sistema, per rimettere insieme forze ed intelligenze, beh, ce ne vuole. Allora echiesa mi dice ed ha ragione: - insomma siamo tornati al vecchio pentapartito, Forza Italia, anzi peggio, perché ci sono anche An e la Lega e noi siamo infinitamente più deboli rispetto ad allora. Per cui la svolta giorgiolamalfiana che fine ha fatto? Rispondo: quella svolta ha perso la sua occasione storica. Il problema è: si può ripresentare? Ossia possiamo rappresentare e ritrovare quella portata innovativa? Sinceramente non lo so perché risalire il pendio scosceso della storia è un'impresa ardua e forse impossibile. Però intanto dobbiamo per lo meno tutelare lo strumento che quella svolta voleva operare, il nostro vecchio Pri, per l'appunto. Se riusciamo a fare questo intanto, possiamo poi misurarci con la realtà italiana e le sue esigenze. Insomma una battaglia di retroguardia per tornare all'avanguardia. E' semplice, no? Come si dice, ci stiamo provando. I rischi lo so bene sono enormi, ma vogliamo per lo meno provarci?

echiesa
15-07-02, 16:05
Volevo rispondere di getto, ma devo riflettere un pò. Su una cosa sono daccordo: quando si uscì dal governo ero filolamalfa: avevo un rispetto ed una stima per il Prof. Visentini enorme, ma lamalfa aveva fatto quello che agognavo da tempo. Spedii pure un telegramma quando ci fu la Segreteria nella quale si proponeva l'appoggio esterno al Governo Andreotti, nel quale dicevo di no.
Sul resto risponderò con calma.
saluti
echiesa:fru

kid
15-07-02, 16:11
riflettici sopra e raddrizza un po' quel collo sbilenco!

echiesa
15-07-02, 19:28
Vedi, il problema non è provarci, ma è il come e con chi.
Come: siamo andati a finire in una coalizione dove basta leggere quello che dicono i lombardi: lì, dove pare sia nato il pactum sceleris manco li sentono, tranne dare un qualche assessorato in qua ed in la per tenerci buoni. Leggo che La Malfa si è incavolato di brutto sul fatto del maxiemendamento, manco sentito. In Provincia quindi l'atteggiamento è " tanto siete nostri e state zitti e buoni: un pò di pane ve lo diamo".A livello nazionale non hanno neppure la buona creanza di avvisare il Presidente della Commissione Finanze. Siamo entrati con una generica promessa di libertà sui diritti civili e sulla scuola ( il resto, bho?? eravamo già daccordo??). Sulla scuola stanno facendo il contrario di quanto abbiamo sempre propugnato, sui diritti civili basta vedere il caso della fecondazione ( anche se qui i margheritos democristos hanno sentito il richiamo della foresta). Si, è vero, si può provare a resuscitare il partito, ma andando con chi non la pensa come noi si finisce che quello che rimane dei Repubblicani si stufa e se ne va. Chi fa attività di partito da anni sa quant'è diffcile fare anche una sola nuova tessera in zone dove pure il PRI sanno cos'è. Vogliamo farlo resuscitare nella speranza di ottenere qualche briciola al tavolo dei vincitori??? Siamo andati con il Polo non sapendo cosa sarebbe successo, a parte il fatto che avrebbero vinto. Ma visibiltà zero, e gli ultimi comunicati sono tutti dal punto di vista che manco sanno che ci siamo, sia a livello nazionale che locale. Ma su cosa possiamo discutere a livello nazionale??? Economia??? Stanno già pensando ad un maxi condono, che se passa mi rifiuterò di pagare da allora in avanti una sola lira di tasse. Stanno cercando di salvare i deputati inquisiti che durante il mandato non possono essere assolutamente indagati: bello, io si e loro no. Non voto più allora: con il mio voto gli do la mia rappresentatività ed il potere di delinquere, ottimo. Non ritiriamo fuori per carità di patria il discorso del falso in bilancio ( Casi come Enron e company dovrebbero aprire gli occhi: sapete, imbrogliavamo ma per il vostro bene, e la gente si butta dai grattacieli), delle rogatorie etc etc. Pensiamo al ponte di Messina ed al raddoppio del traforo del Gran sasso ed in Sicilia si rubano l'acqua. Su cosa possiamo nadare ancora avanti nella speranza di salvare il PRI??? Su Israele e Palestina???Sul pato per l'Italia scritto in " promessese???" Sul medesimo patto scritto da Confindustria???Letto il Treahd di hussita?? da morire dalla vergogna. Il patto del govero scritto da une delle due controparti, allegria!!!!!!!!!!
Il PRI si è sempre battuto contro il sistema delle mutue così coemera concepito: ora ritorna ad essere la panecea della sanità, mha?? Ma regola non di dovrebbe andare avnti e non ritornare indietro??
Il nostro problema è stato che dal 1992, annus mirabilis, da essere il punto di riferimento di una nuova sinistra moderna siamo diventati il vagoncino di fondo di un centrodestra che non si capisce se c'è o non c'è. O meglio, si capisce che c'è, ma non si sa dove voglia andare. Ecco perchè piano piano si sta morendo. Non è l'1,1 di Agropoli che ci farà forti, lo volgiamo capire?? Non è il 7% di Carrara, ma avere idee, dare il senso di contare qualcosa e di fare valere quello che siamo. E se domani si decidesse di uscire dal cds, come dice l'amico di Messina , tutti questi repubblicani tornerebbero da dove sono venuti???Attenti amici della romagna e delle marche, io ci sto solo nel Polo. Ottimo. Manco è arrivato ed avvisa subito. sapesse quanti ce n'è qui che solo l'idea di stare con Berlusconi non li fa dormire la notte, eppure ci stanno e si oppongono, e come qui a ravenna, grosseto ed altre parti.
Troppi cambiamenti repentini, non digeriti, non voluti dal corpo del partito, una posizione che all'interno del Polo ci vede ultranascosti ( quante urla ai tempi del'Ulivo sugli stessi problemi: manco un presidente di commissione. Ora ce lo abbiamo, ma non gli dicono quello che fanno. Allora forse meglio nulla)
saluti
echiesa:fru
il collo putroppo non ce l'ho troppo dritto davvero :)

kid
16-07-02, 11:20
ma la schiena si.

kid
16-07-02, 15:10
Come spesso l'analisi di Echiesa ha un fondamento solido, tanto che io sono il primo a riconoscere che se la cdl perde l'occasione di avvalersi della collaborazione vera ed attiva dei repubblicani e pensa di confinarli in una riserva indiana, si riprendono i cavalli e si torna nella prateria. Temo molto che però rischiamo di trovare il deserto perchè l'evoluzione del centrosinistra mi pare che ci stringa ancora di più il recinto. Per questo io comprendo la prudenza della segreteria a proposito e non condanno le disomogeneità locali del partito. Posso imporre l'omogeneità alla politica nazionale al partito solo in cambio di una posta che per ora Berlusconi e chi per lui non ha pagato. Una posta che si chiama riforme e coinvolgimentoa utentico nella gestione del Paese. Resto dell'idea che noi stiamo comunque meglio in questa alleanza in cui si muove qualcosa mi pare, soprattutto dopo il caso Scajola, e non come nel centrosinistra verso la deriva massimalista. Il punto in questione, l'ho sottolineato più spesso, è che la sinistra ha smarrito la via riformista ed è nuovamente attratta da una trincea massimalista, come sta nella sua storia e non nella nostra, e questo taglia i ponti. E' un problema per noi, ma lo sta diventando anche per Prodi, Rutelli e parte, una minoranza a mio modo di vedere, indipendententemente dalle cifre congressuali, dei Ds. Le alleanze del Pri, poi, Echiesa, non sono mai state organiche, sono dettate dalla contingenza e dal'evoluzione politica. Pensa alla scelta della Lega ad esempio che patisce molto di più questo suo passaggio di ritorno con il centrodestra di quanto lo patiamo noi che troviamo tanti interlocutore del passato. Tremonti per dirne uno che era della nostra area di pensiero. Per cui io chiedo tempo. Ne abbiamo?

echiesa
16-07-02, 15:38
E l'errore secondo me può stare proprio qui: invece di vedere sempre questa sinistra che si sta rompaendo nelle due fascie storiche di sempre, massimalisti e riformisti, perchè non cominciare, dico COMINCIARE con un invito a cena a Prodi????Costa qualcosa, ok, ma un ristorante lo trovo io se volete e vedo di fare spendere poco. Una chiacchierata informale, daltronde nel 1994 Prodi non era fra i sostenitori del Patto Segni pure isso???Ed i socialisti di Boselli vorranno rimanere schiacciati fra Cofferati e Fassino?? Rutelli anima candida ed il gruppo dei democratici intendono seguire i DS nel caso di deriva massimalista??? Non credo. Che i DS facciano quello che devono fare, si chiariscano una volta per tutte le idee, e poi si veda.Se vogliono fare la sinistra rivoluzionaria grave danno per la politica nazionale e per la sinistra, altrimenti si decidano a prendere posizioni come quelle che stanno prendendo i dirigenti attuali ed allora si può ragionare molto ma molto bene. Guardate che quelli che stanno pagando di più tutto questo siamo anche noi. Ripwto che secondo me un vero rilancio nostro non è possibile con gli attuali patner: non volgio rifare l'elenco della spesa fatto sopra, ma non ci ritroviamo su nulla o quasi dopo un anno. Poi al Congresso si dirà, o diranno che tutto va bene madama la marchesa, ma non è affatto vero. Qualcuno otterrà qualcosa in qua ed in la ed avanti popolo, allora visibilità, considerazione etc etc. Sapendo che non va bene niente.
Un pò d'occhio in avanti perdio, basta pensare dobbiamo salvarci o moriamo e quasti ci salvano: ma dove????? Questi ci trattano fra un pò peggio di quanto ci trattavano di là, dove almeno alle riunioni dell'Ulivo ci chiamavano. Qui facciamo la figura degli imbucati in conto a F.I., altro che storie. L'umiliazione portata al partito dalla candidatura di La Malfa nel proporzionale di F.I. è proprio aver dato questo segnale al partito ed al paese. Se penso che dove è passato il Senatore non siamo riusciti manco a presentare liste alle amministrative la dice lunga sullo stato del PRI.
Le nostre alleanze è vero non sono mai state organiche, giusto,ma vi era il proporzionale. Inoltre vi era il muro, che impediva una convergenza sia a noi che ai socialisti a livello nazionale. Ma con i patner di allora specie a livello nazionale vi era rispetto, e tante volte siamo stati fuori, per giungere infine all'opposizione negli anno '90, caduto il muro e morto il PCI.
Ora o si è di destra o di sinistra, o meglio di centrodestra e centrosinistra, non si scappa a livello nazionale. E la gente giudica e vede, e non vede il PRI dall'altra parte. Non ci sono dubbi in proposito. Altrimenti il successo di sezioni del sud si sarebbe trasferito pure al nord, cosa non successa, anzi.
saluti
echiesa :fru

kid
16-07-02, 15:52
E' chiaro che qui abbiamo altre valutazioni. Ci siamo andati a cena con Prodi e che credi. Nucara ha visto anche Fassino, se è per questo. Prodi ti dice che dobbiamo scioglierci nel grande Ulivo. Cosa pensi che Parisi abbia una testa per pensare di suo? Guardiamo avanti, giusto, ma io non mi stancherò di ripetertelo finchè nom ti entra in quella tua testa di paperasto: se noi decidiamo che il pri, di per sè, è una risorsa, posso stare alleato con chi mi chiede di smantellarlo per non si capisce che cosa? E' questo il punto che ci ha allontanati del centrosinistra, non è che il Psi e la Dc avevano molta considerazione per noi, basta pensare all'episodio delg overno Andreotti di cui sopra, e ovviamente ci volevano umiliare e ridurre come i nostri alleati di oggi, ma nè Berlusconi nè Andreotti teorizzano la necessità della nostra scomparsa. Poi detto tra noi l'idea del capitalismo di Prodi è quanto di più lontana ci possa essere dalla visione del nostro partito e quando non si converge sull'idea del sistema il rapporto diventa quasi impossibile, come già è accaduto. Meglio la posizione di Amato che chiede un leader giovane e quindi di azzerare il vertice frammentato delc entrosinistra di oggi. Ma credi che glielo daranno, che Amato poi non cambierà ancora una volta idea a proposito. Guarda servirebbe allora una cena con Cofferati e vedrai che l'unica cena sarà quella tra me e te. Da Gloria!

echiesa
16-07-02, 16:01
Mi sa che hai ragione sull'utimo punto.
E se da qui a qualche mese qualcuno ci dicesse che dobbiamo fare la costola di F.I.?????? Non mi dire che non sei al corrente del pericolo.Qui la danno quasi per certa.
A socialisti e democristi facevamo paura, e ricordati che in F.I. ci sono gli stessi democristi e socialisti del 1992, non vengono mica da Marte!!!!
Il progetto di dalema che voleva l'ulivo dei partiti era quello che ci affascinava (!!!!) di più, è chiaro.
Peccato che abbia voluto fare il passo più lungo della gamba.
saluti
echiesa:fru

kid
17-07-02, 10:29
se qualcuno in questo partito mai pensasse di poter rifare la costola o la rotula di Forza Italia o se mai qualcuno di Forza Italia pensasse che questo sarebbe possibile, puoi immaginare dove gliela mettiamo la costola, la rotula, la tibia e la mascella. E mi fermo qui perchè oggi di Forza Italia non ci ho proprio voglia di parlare.

echiesa
17-07-02, 15:06
Tu oggi, io mai!!!!:D :D :D
A parte le battute cretine, il pericolo non è lontano, anzi, secondo me è proprio vicino. La Vigilanza è il primo dovere del Repubblicano ( veramente è tratto da un manuale di comportamento del PCI, ma lo adatto).
saluti
echiesa:fru

nuvolarossa
19-06-04, 19:06
La fatica.

In terra di Toscana, c’è la valle del Casentino, foce del fiume Arno; a sud est della piana di Campaldino, dove Dante Alighieri e i fiorentini combatterono i ghibellini di Arezzo, vincendoli; in quel luogo spicca il contrafforte montuoso del Sasso della Verna, dove il poverello di Assisi tentò di conciliare il peso offerto dalla vita di tutti i giorni, con la consolazione delle speranze ultraterrene.

Arrivando dall’autostrada del Sole, dopo una manciata di chilometri da percorrere nella ex statale Umbro Casentinese, si seguono le adeguate segnalazioni, inerpicandoci per una aggraziata stradina ben asfaltata, che affronta i dislivelli della collina boschiva e solatia. Si sale percorrendo la via che si snoda attraverso campi colmi di spighe già mature di grano e avena, filari di viti e gruppi ordinati di olivi in fioritura, sotto il bel sole caldo di giugno. Chiusi della Verna è ancora abbastanza lontana quando, dopo una curva a gomito, il bosco di aceri e faggi si allarga, dando il dovuto spazio ad una strada bianca, pulita e ben curata, sul cui fianco destro spicca un robusto palo in ferro, con in cima un cartello con l’indicazione del posto: “La Fatica” .

Non posso fare a meno di accostare la vettura nello spiazzo antistante. Spengo la macchina in una zona d’ombra, sto sorridendo.

“Guarda” mi dico “ la saggezza dei nostri vecchi” e penso, adesso che ho i capelli ingrigiti, a quando ero ragazzo e le automobili erano davvero poche. Anche da queste parti c’era chi poteva aveva il cavallo, il somaro per il lavoro, ma i più andavano a piedi.

Nel sedile di fianco al mio è riposta la valigetta con il portatile, il computer portatile; l’apro e tiro fuori lo strumento moderno, senza il quale, per il lavoro che fai, e i tempi che corrono, sei come una palafitta a confronto con Monte Mario a Roma. Inizio a scrivere queste note pensando alla saggezza dei nostri vecchi, che percorrevano nei trascorsi decenni questa salita a piedi e, giunti a questo sinuoso tornante, battezzarono il luogo La Fatica e continuo a riflettere sul genere di fatica che pure Francesco affrontò settecento anni or sono, quando ritenne arrivato il momento di mettersi a disposizione del genere umano a onore e gloria di Dio, sconfiggere il male e salvare i credenti dal cattivo destino.

Molti sono gli episodi della vita del Santo che si conoscono, uno tra i tanti, il più attuale, fu la visita al Gran Visir. In quei tempi partire dall’Umbria per arrivare in Medio Oriente, se oggi comporta seri rischi di varia natura, per allora, tutti siamo d’accordo quanto questi siano stati gravi e più devastanti. Tuttavia Francesco arrivò e, dopo notevoli peripezie, a parlare con il religiosissimo capo musulmano, riuscì. Io credo che, tra tutti i santi del Paradiso, Francesco sia rinomato per l’enorme dotazione di pazienza, con un carattere forgiato da anni di preghiere, privazioni e fioretti. Pur tuttavia tre giorni soli gli bastarono per rendersi conto delle enormi difficoltà sorte nel compito di convincere gli arabi a più miti consigli. Per poi tornarsene al suo convento toscano, al suo giaciglio di pietra, alle sue stoviglie di legno, alle consuete preghiere con l’essere supremo, più adatto ad ascoltare e comprendere le debolezze della sua più intelligente creatura, discolo, scavezzacollo, peccatore, fatto da Lui non bruto, ma per seguire……. virtude e conoscenza, nel senso laico e democratico del termine.

L’affannoso rumore di un grosso motore, impegnato nell’aspra salita, mi distoglie, facendomi tornare alla realtà della bella giornata. Un torpedone affronta la curva rombando. E’ la consueta gita di pellegrini in visita al Santuario, ormai divenuto luogo di culto e di grandi speranze.

Al successivo tornante il grosso mezzo sparisce, al di là di una grossa nuvola di smog nero, fuori uscito dal suo tubo di scappamento. E i miei pensieri passano dal sacro al profano. Ho in tasca la tessera della Fratellanza mazziniana da oltre trent’anni e ripenso al viaggio che feci una volta al cimitero di Staglieno. Lì riposa, negletto, un ex mito, quand’era in vita affaticato da tante vicende. Agli inizi del diciannovesimo secolo, con gli ideali della fratellanza e dell’uguaglianza, rivolse ogni spicciolo del suo operato verso un’Italia, libera, una, democratica e repubblicana. A quasi cento cinquant’anni dalla morte dell’esule vate maestoso, morto straniero in Patria, ancora strade e piazze l’Italia unita al di lui nome intitolò. Ma fu quella da lui pensata l’Italia, unita dalla dinastia sabauda, i cui goffi eredi si ostinano ancor oggi a parlar francese? E la Repubblica, ottenuta col Plebiscito, è davvero la Res Publica sognata dai volontari delle guerre di indipendenza? Ed infine, quanto c’è rimasto delle rivendicazioni della sinistra operaia dei Patti di fratellanza, quando oggi i paladini della protesta ostentano brutte bandiere rosse o, nella migliore delle ipotesi, vessilli arcobaleno?

Quanta fatica! Davvero, quanta fatica!

Renato Traquandi Arezzo

.................................................. ..
tratto dal gruppo "I Repubblicani"
http://it.groups.yahoo.com/group/Repubblicani/

nuvolarossa
29-12-04, 20:05
Ruini: "Cattolici, aggregatevi!"

di Lo Svizzero

Non è cambiato nulla, anzi. L’iniziativa partita dalle alte sfere vaticane sotto l’impulso di un Papa che non cede di un millimetro sui suoi convincimenti, va consolidandosi nel quadro della “controffensiva” che ha per obiettivo la riconquista della società civile, in primis quella italiana. A ribadire e rassodare tale intendimento è sceso nell’arena in prima persona il “vicario der vicario”, cioè il cardinale Camillo Ruini che ha sulle proprie spalle la responsabilità del mondo cattolico nazionale, e non solo.

In un incontro senza testimoni, il porporato ha preso di petto senza tante perifrasi le problematiche che agitano i cattolici italiani, inserendole con le dovute soluzioni, nel grande quadro strategico che si propone la graduale riconquista degli italiani. Un progetto ambizioso, non c’è dubbio, e perseguito con ferma determinazione da tutte le ramificazioni del movimento cattolico al quale è stato assegnato il compito proprio delle truppe d’assalto, accantonando dunque le reazioni “soft”.

Questa volta, insomma, Ruini è stato esplicito, ricorrendo al metodo emiliano, cioè dalla sua terra d’origine, tanto per cominciare, per lui non esistono soverchie esitazioni nell’affrontare (e combattere) tentativi di alcune frange non cattoliche estremamente critiche verso le tradizioni religiose popolari: bisogna reagire contro tutto questo, per i cattolici italiani, anzi, si tratta addirittura di un “dovere da assolvere con un impegno missionario”.

Per quello che concerne non soltanto la difesa della tradizione ma soprattutto la “mobilitazione” per riaffermare la propria identità (ma anche la supremazia); la campana suona un’altra volta dunque chiamando a raccolta tutti i cattolici affinché (ed è proprio questo l’“input” ruiniano), di “un impegno a tutto campo negli ambiti della società civile”, ergo, anche nella politica. Tutto questo richiede, sempre secondo Ruini, “che si mettano insieme le forze, che tra i cristiani non ci siano inutili divisioni, tanto meno contrapposizioni”.

Insomma, la parola d’ordine lanciata a tutto il mondo cattolico italiano è “maggiore unità”, tutti insieme per essere più forti, e di conseguenza per contare di più, ma senza incutere timori agli altri italiani che “baciapile” non sono. E proprio ad essi vuole rivolgersi il vicario del Papa perché, tanto per cominciare, riscoprano le loro tradizioni, che sono di riffe o di raffe, eminentemente cristiane e dunque che reagiscano contro coloro che vogliono togliere il crocifisso dalle aule scolastiche, o magari che appoggino quelli che si schierano con il più esacerbato laicismo contro i presepi. C’è da dedurre a questo punto, se il nuovo, pressante appello di Ruini all’“aggregazione cattolica” potrà essere ascoltato e realizzato. C’è chi ne dubita.

Lo Svizzero
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ZEROIMIGLIORIANNIDELLANOSTRAVITA.mid