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Visualizza Versione Completa : Altra domanda su Spadolini e Aquarone



Catilina
10-07-02, 18:56
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gifhttp://www.irevan.com/nap/Scapricc.mid

Va bene che la storia non si fa con i "se" e con i "ma"... tuttavia, secondo voi, se fossero oggi ancora vivi, in quale dei due spezzoni del repubblicanesimo espressi dai forum di POL si collocherebbero Giovanni Spadolini e Alberto Aquarone, due repubblicani importanti, oltre ad essere due persone squisite, che ebbi modo di conoscere e frequentare in gioventù?

hussita
10-07-02, 19:06
bravo, bella domanda

spadolini non avrebbe digerito l'elezione di scognamiglio e sebbene moderato sarebbe rimasto " on the fence"

alberto aquarone non credo avrebbe digerito AN

uomini d'altri tempi, comunque

echiesa
10-07-02, 19:10
Il buon Spadolini forse sarebbe stato il candidato ideale per l'Ulivo, e sicuramente in quel Governo avrebbe avuto un posto di primo piano quantomeno istituzionale.
Con il Polo, dopo i calci nel culo promessi davanti a me da parte di alcuni deputati di F.I.:confused: :confused: :confused: , non penso proprio.
Acquarone con An non penso proprio.
saluti
echiesa:fru

hussita
10-07-02, 19:13
Originally posted by echiesa
Il buon Spadolini forse sarebbe stato il candidato ideale per l'Ulivo, e sicuramente in quel Governo avrebbe avuto un posto di primo piano quantomeno istituzionale.
Con il Polo, dopo i calci nel culo promessi davanti a me da parte di alcuni deputati di F.I.:confused: :confused: :confused: , non penso proprio.
già

Acquarone con An non penso proprio.

APPUNTO, con gli eredi dello stato totalitario (ammesso che lo fosse in toto, e perdonami il giochino)? naaa
saluti
echiesa:fru

nuvolarossa
10-07-02, 20:19
Con l'immensa ed esuberante cultura che aveva Spadolini avrebbe portato buona parte dell' Ulivo...ad allearsi con Forza Italia....fuori i DS e fuori AN.....chissa'.....ed Aquarone....sarebbe stato completamente d'accordo

Alberich
10-07-02, 20:19
Concordo pienamente con echiesa e hussita.

Alberich
10-07-02, 20:23
la Repubblica - Venerdì, 5 agosto 1994 - pagina 1
di EUGENIO SCALFARI

NON RESTANO CHE ROVINE ...

CORDOGLIO e affettuosa tristezza sono i sentimenti che la scomparsa di Giovanni Spadolini suscita nell' animo di chi lo ebbe amico per il non breve periodo di quarantaquattro anni: tanti ne sono passati dalla sera in cui c' incontrammo nella stanza di Mario Pannunzio in via di Campo Marzio dove aveva sede la redazione del "Mondo" e di lì ebbe inizio un sodalizio umano oltre che politico che oggi dolorosamente si conclude. Certo, la morte di Spadolini, come molti giustamente diranno, è una grave perdita per la democrazia italiana. Ma questa oggettiva verità contiene anche una buona dose d' ipocrisia: Spadolini infatti aveva fatto il suo tempo, con la Seconda Repubblica dei Berlusconi e dei Fini non aveva niente a che fare, i nuovi modelli di comportamento gli erano del tutto estranei e anzi li sentiva come uno scempio di quelle istituzioni che avevano avuto in lui uno dei rappresentanti più efficaci, integri e fedeli. Credo che non mi faccia velo l' amicizia se dico che egli partecipò come pochi altri alle virtù della Prima Repubblica e a quasi nessuno dei suoi vizi. AVEVA intelligenza politica e cultura, simpatia umana e chiarezza, accompagnate da un intatto e quasi fanciullesco candore, assai simile in questo a Sandro Pertini. Difatti la loro esperienza politica s' intrecciò e i loro destini procedettero uniti nella fase più alta dello scontro tra la democrazia onesta e rigorosa dell' Italia perbene e la partitocrazia delle bande e dei poteri paralleli. Pertini lo volle presidente del Consiglio, primo laico alla guida del governo dopo trentacinque anni di ininterrotta gestione democristiana. Il suo governo fu la prima e - occorre aggiungerlo - la sola reazione seria contro la penetrazione della P2 nel tessuto dello Stato; dopo quell' esperienza i veleni che avevano intossicato la Repubblica ripresero a circolare liberamente con dosi ed effetti sempre più nefasti. Bisogna chiedersi oggi quale sarebbe stato il corso della storia politica italiana se il tentativo di recuperare onestà politica e legalità istituzionale, portato avanti da Pertini e da Spadolini in sintonia - occorre ricordarlo a questa Italia immemore - con Enrico Berlinguer, avesse avuto dalla sua la maggioranza degli italiani, ne avesse scosso la sensibilità morale e ne avesse mobilitato il consenso politico. Non saremmo probabilmente arrivati ai processi di Tangentopoli e non ci sarebbe stato bisogno del bisturi dei procuratori di giustizia e della loro supplenza poiché la democrazia italiana avrebbe trovato in se stessa la capacità di risanarsi e di tagliare il marcio che si era annidato nelle sue istituzioni. Quel tentativo fallì, dopo Spadolini s' insediò Craxi al governo del paese e la moralità pubblica toccò il punto più basso poiché da allora di tutto fu fatto mercato. Coloro che oggi più si allarmano, anche dalle più alte sedi di governo, all' ipotesi di un governo dei giudici riflettano seriamente sulle cause che stroncarono dodici anni fa l' opera di pulizia e di rigenerazione politica e morale intrapresa da Pertini e da Spadolini; ricordino anche da che parte essi stavano allora e quale fu la responsabilità individuale e collettiva di quelle forze politiche, amministrative, imprenditoriali, che preferirono adattarsi e partecipare alla generale corruttela anziché reagire contro il regime che ormai si era impadronito delle istituzioni e del potere. Di fronte alla bara di Giovanni Spadolini credo sia giusto ricordare queste verità. Proprio per quel tratto di fanciullesco che la sua alta intelligenza conteneva, Giovanni era vanitoso; da buon giornalista si preoccupava del necrologio quando l' ora sarebbe arrivata. A volte si scherzava reciprocamente tra noi su questo argomento. Ne parlammo ancora qualche tempo fa, dopo quella sconfitta per un voto alla presidenza del Senato che fu per lui una ferita dolorosissima eppure così simbolicamente necessaria. Mi disse: "Non restano che rovine. Dodici anni fa cercammo di puntellare la casa e di ripulirla. Fummo sconfitti allora. Quello che accade adesso non è che l' ultimo effetto di ciò che avvenne in quel tempo". La morte di Giovanni Spadolini non è dunque una perdita per la democrazia. Lo è per i democratici, una folta schiera di popolo di cui egli faceva parte. La democrazia purtroppo ha perduto se stessa e il cammino per ritrovarsi sarà lungo e difficile.

la_pergola2000
10-07-02, 21:53
Spadolini da storico non avrebbe permesso che si usasse il condizionale nei suoi confronti.
Quello dell'uso di non usare il condizionale è una prova di rispetto verso gli storici.
Se poi qualcuno vuol fare la storia con i se e con i ma la può fare da solo. Spadolini ci aveva insegnato anche questo.
L'articolo si Scalfari è un articolo personale e di amicizia, per quello che riguarda alcuni passi, sembrano datati e con poco acume politico.
Comunque grazie ad Alberich che ci ha fatto rileggere quell'articolo.

Ciao.

G. Oberdan
10-07-02, 23:17
Forse questa volta concordo con Hussita, ma a mio parere i problemi maggiori Spadolini li avrebbe avuti con Borghezio, Gasparri, Elio Vito, Schifani.

Dall'altra con Mussi, Angius, Pecoraro Scanio, Parisi

Permettetemi però di farvi una domanda? Ma secondo voi, Spadolini era un uomo di sinistra? E' un caso che al suo funerale (io c'ero anche se ancora estraeo alla politica) nessuno abbia ricordato il suo antifascismo?

Dico subito che questo non lo dico per dimostrare che Spadolini avrebbe appoggiato Berlusconi. A scanso di equivoci ho detto che la penso come Hussita.

hussita
10-07-02, 23:22
Originally posted by G. Oberdan
Forse questa volta concordo con Hussita, ma a mio parere i problemi maggiori Spadolini li avrebbe avuti con Borghezio, Gasparri, Elio Vito, Schifani.

Dall'altra con Mussi, Angius, Pecoraro Scanio, Parisi

Permettetemi però di farvi una domanda? Ma secondo voi, Spadolini era un uomo di sinistra? E' un caso che al suo funerale (io c'ero anche se ancora estraeo alla politica) nessuno abbia ricordato il suo antifascismo?

Dico subito che questo non lo dico per dimostrare che Spadolini avrebbe appoggiato Berlusconi. A scanso di equivoci ho detto che la penso come Hussita.

guarda che concordiamo anche su Histria et dalmatia, anche se tu sei scalmanato più di me
del resto è l'unica cosa che rimporvero al PRI aver lasciato l'irredentismo in pasto alle destre un po' per negligenza, un po' perché c'erano altre priorità

al momento di rinegoziare osimo arrivò tangentopoli e adesso ci troviamo gli sloveni ( neanche i croati) che negano che l'istria possa essere "nostra"

G. Oberdan
10-07-02, 23:25
Scalmanato io?:D

Comunque secondo te Spadolini era un uomo di sinistra? E' anche vero che Spadolini faceva mondo a sè e non possiamo parlare nei suoi riguardi della sx e della dx come ci sono oggi perchè lui non le ha mai vissute. Parliamo di sx e di dx in senso lato. Spadolini era di sx?!?!!?!?!?

hussita
10-07-02, 23:27
Originally posted by G. Oberdan
Scalmanato io?:D

Comunque secondo te Spadolini era un uomo di sinistra? E' anche vero che Spadolini faceva mondo a sè e non possiamo parlare nei suoi riguardi della sx e della dx come ci sono oggi perchè lui non le ha mai vissute. Parliamo di sx e di dx in senso lato. Spadolini era di sx?!?!!?!?!?
non direi

"en social", ma non di sinistra

Alberich
11-07-02, 01:29
caro pergola, nessuno vuole fare la storia con i se e con il condizionale. e nessuno manca di rispetto a nessuno, eccetto te, forse.

Garibaldi
11-07-02, 09:05
Scalfari sara' anche stato amico di Spadolini ma lo conosceva solo superficialmente e attraverso gli atti ufficiali che erano da luis volti?!?!!?non conosceva Spadolini come lo conoscevamo noi repubbklicani?!?!??dal vivo con tutti i suoi pregi e i suoi difetti di un uomo come noi?!!!ma con una grande cultura laica?!!?!
La Pergola si riferisce a Scalfari, caro Alberich, non devi risentirti te per un qualcosa che non ti otocca!?!!
Ho letto anni fa di Spadolini l''Italia dei Laici o l'Italia che vogliamo o un titolo simile?!?!?!?devo dire che era per un'Italia ch non c'era e che ancora non c'e'?!?!PURTROPPO!
Senz'altro pero' aveva una visione molto centrale del vero governo del bene pubblico?!?!?!
IL BUON GOVERNO!!!!!!!!!11
Con chi sarebbe schierato??? non voglio partecipare al toto-schieramento per rispetto ad un grande uomo che era anche imprevedibile nelle sue intuizioni politiche?!?!

kid
11-07-02, 11:59
Chissà che non siano morti proprio per non dover scegliere. Sinceramente non ho idea di cosa avrebbero trovato peggio e comunque una loro eventuale inclinazione non ci salva dalle responsabilità che è ricaduta su di noi.

G. Oberdan
11-07-02, 11:59
A mio parere Spadolini si era un pò "notabilizzato" negli ultimi tempi... non lo vedo ne con il Polo nè tantomeno con l'Ulivo.

Però non mi si venga a dire che Spadolini era un uomo di sx perchè mi cascano le braccia. Poi probabilmente avrebbe condannato Berlusconi, come credo fece a suo tempo. Ma a braccetto dei DS non ce lo vedo e ne sono convinto.

Ripeto: al suo funerale nessuno, ripeto nessuno citò il suo antifascismo. Non voglio dire con questo che lui fosse fascista. Ma certo non veniva dal Pci come Leo Valiani

hussita
11-07-02, 12:20
Originally posted by calvin
Chissà che non siano morti proprio per non dover scegliere. Sinceramente non ho idea di cosa avrebbero trovato peggio e comunque una loro eventuale inclinazione non ci salva dalle responsabilità che è ricaduta su di noi.

:) :rolleyes: :(

la_pergola2000
11-07-02, 14:37
Caro Alberich
"la Repubblica ai repubblicani" questo è quello che mi sento di dire, e fra i repubblicani che vogliono una repubblica vera comprendo anche te.
Non vedo come si possa mancare di rispetto ad una persona se si criticano alcune "sue" opinioni, forse non possiamo avere delle opinioni personali? C'è qualcosa che impedisce in democrazia di avere delle opinioni?
Il mio riferimento alla mancanza di rispetto verso il giochetto tipo "ma il morto la pensava in un modo o nell'altro? "
A chi giova? Secondo me a nessuno.
Siccome Spadolini era anche uno storico e conoscendo l'avversione degli storici per i "se" e per i "ma, mi sembrava e mi sembra ancora una mancanza di rispetto per il loro rigore scientifico.
A meno chè, con l'inserimento nella discussione dei "se" e dei "ma" riferiti a Spadolini si voleva in qualche modo provocare il discorso sul cd e il cs di oggi.
Ciao.

echiesa
11-07-02, 15:30
bella questa duscussione. No, Spadolini con Berlusconi proprio non ce lo vedo, e nemmeno lui lo vedeva accanto a se, tanto è vero che comprò il buon Sen. Grillo e Tremonti ( non scordiamoci passati con il Patto Segni, quindi anche con il nostro voto) per far eleggere Scognamiglio alla Presidenza del Senato. E' un vulnus che brucia ancora sulla pelle dei repubblicani, almeno dovrebbe.
Per il resto concordo con calvin:eek: :eek: :eek: .
saluti
echiesa:fru

lucifero
11-07-02, 17:48
Mi sembra di ricordare che Scognamiglio si fosse avvicinato al PRI, di recente. Sbaglio?

hussita
11-07-02, 17:50
Originally posted by lucifero
Mi sembra di ricordare che Scognamiglio si fosse avvicinato al PRI, di recente. Sbaglio?

non sbagli affatto
:D
x quanto ne so

Alberich
11-07-02, 17:54
Originally posted by pergola2000@yahoo.it

A meno chè, con l'inserimento nella discussione dei "se" e dei "ma" riferiti a Spadolini si voleva in qualche modo provocare il discorso sul cd e il cs di oggi.


mi sembra una mancanza di rispetto verso la nostra intelligenza pensare che noi si discutesse EFFETTIVAMENTE su cosa voterebbe Spadolini oggi.

kid
12-07-02, 11:22
vi assicuro che Scognamiglio è molto vicino a se stesso!

G. Oberdan
12-07-02, 11:56
però alle europee del '99...

kid
12-07-02, 12:15
per l'appunto due mesetti stiracchiati di campagna elettorale

echiesa
12-07-02, 14:59
Compreso, mi par di ricordare, una magnata a Roma, o mi sbaglio??
saluti
echiesa:fru

kid
15-07-02, 11:45
la magnata non me la ricordo. Quando si magna mi fanno sempre fuori!

Anita
05-07-04, 11:21
Ho notato che Catilina si pone sempre domande "strane" tra cui molte legate alle azioni impossibili da decifrare di amici repubblicani che ci hanno, purtroppo, lasciato da tempo.
Bisogna organizzare per Catilina un Tavolo a tre gambe !
Ma si fidera' poi di quello che ne esce fuori !
Figurati se Acquarone vuole stare insieme a Derme, Bertinotti, Diliberto, e a Prodi !!
Rispondera' che lui e' per il tavolo a due gambe (quello bipolare)

Catilina
06-07-04, 15:45
Originally posted by Anita
Ho notato che Catilina si pone sempre domande "strane" tra cui molte legate alle azioni impossibili da decifrare di amici repubblicani che ci hanno, purtroppo, lasciato da tempo.


Allora Catilina ti fa una domanda legata ad un amico repubblicano tuttora vivo e vegeto, ossia Giorgio La Malfa jr.
Com' è che proprio nel momento in cui Berlusconi assume la dittatura ad interim concentrando nelle sue mani tutti i poteri che contano (Tesoro, Bilancio, Finanze, Cassa del Mezzogiorno, Rai, Ferrovie, Poste, Inps, Eni, Enel, eccetera)- oltre a quelli relativi al Presidente del Consiglio- Giorgio La Malfa jr. plaude all' evento, più realista del re, lui che è repubblicano?
Deciframi 'sta azione Anita.

kid
06-07-04, 17:00
se metti un tecnico ti trovi in casa un altro dini e in poche settimane ecco il governo ds, an, udc, margherita. Ora non per dire, ma non vorremmo rimpiangere Berlusconi.

Catilina
06-07-04, 17:52
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Il vostro odio ideologico verso qualcosa che non esiste più, cioè il comunismo storico novecentesco, vi annebbia la mente a tal punto che, insomma, per voi meglio la dittatura ad interim del Miliardario, che i ds al governo con la margherita, noti cosacchi bolscevichi, che amano far abbeverare i cavalli alle fontane di piazza San Pietro...
Gli è che il repubblicanesimo è effettivamente una strana bestia, per cui repubblicano fu Mazzini, che si battè per l' indipendenza della patria e per la democrazia dei popoli, ma repubblicani in origine furono anche Balbo e Farinacci, due fra i gerarchi più duri e puri del fascismo...
Ecco, mutatis mutandis, direi che una frangia repubblicana odierna- considerata la posizione compiaciuta che assume dinanzi alla dittatura ad interim del Miliardario- si avvicina in maniera inquietante al precedente storico dei due sopra citati.

kid
06-07-04, 18:25
ma la nostra valutazione è completamente diversa, parte dal rispetto verso il partito comunista italiano, che aveva una posizione chiara, da noi non condivisa, ma con cui ci si confrontava, alla difficoltà di rapporti con i ds, che non sanno bene manco loro cosa sono. Però hanno come an e come l'udc un'idea precisa della gestione pubblica che nell'analisi storica di questo partito e che la sinistra repubblicana, chiamiamola così, ha dimenticato, è alla base dello sfascio di questo paese. Berlusconi per imporre una qualche dittatura dovrebbe avere una caratura politica che non ha. Berlusconi è un privato con i limiti ed i difetti e a mio modesto parere i pregi di un privato, non fa danni in questo senso, perchè manco sa da dove si inizia. Noi lo rimpiangeremo, ti assicuro per la sua azione leggera sulla cosa pubblica italiana. Pensa invece quando Bassanini an e i cattolici potranno ultimare le rifiniture dello spoyl system, Frattini ci ha provato, e Berlusconi l'ha messo in un altro ministero a fare il passa carte, che gli riesce bene. Invece tocchi bene l'aspetto dell'inclinazione mazziniana alla dittatura, ma questo perchè in tempi di guerra la repubblica per difendersi può sospendere il principio democratico, esattamente come faceva il Senato romano affidandosi alla guida di un primo console. Il rischio c'è sempre ovviamente, della tirannide, ma si confida sulla forza delle istituzioni repubblicane.

nuvolarossa
03-08-05, 21:29
Cervia 4 agosto h. 21,00
Centro commerciale di Pinarella

Concerto della Banda di Forlì

In occasione dell'11° anniversario della scomparsa di Giovanni Spadolini

Interverrà Luisa Babini
http://pinoulivi.com/midi/sottosegno1.mid

nuvolarossa
13-03-07, 12:00
Costituiti i Circoli Culturali "Giovanni Spadolini"

Sono circa 150 i Circoli Culturali "Giovanni Spadolini" che si sono costituiti in tutta Italia. Coprono 9 regioni su 20.

Tutto è stato sancito ieri in una riunione svoltasi in Corso Vittorio Emanuele II a Roma nella sede del Partito repubblicano italiano.

Nei prossimi giorni si concluderà l'apertura dei circoli su tutto il territorio nazionale onde arrivare al congresso del Pri il 30/31 marzo e 1 aprile con 300 circoli operativi.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
10-08-07, 19:07
Spadolini a 13 anni dalla scomparsa/Nel ricordo di un suo collaboratore
L'amore per l'Italia, per l'Edera e una profonda passione politica

A tredici anni dalla scomparsa di Giovanni Spadolini, pubblichiamo per i lettori della "Voce Repubblicana" un ricordo di Fabrizio Tomada, che è stato fra i principali collaboratori del Presidente per oltre quindici anni, affiancandolo nei diversi incarichi di Governo sino alla Presidenza del Senato della Repubblica.

di Fabrizio Tomada

A Fabrizio, Buona Pasqua
Giovanni S.
(convalescente)
Aprile 1994.

E' la dedica che Giovanni Spadolini scrisse sulla prima pagina di uno dei suoi innumerevoli libri di storia, In Diretta col Passato - temi e figure della storia contemporanea, che volle portarmi in regalo, alcuni mesi prima di morire, quando venne a casa a cena una sera di primavera inoltrata, accogliendo l'invito che gli aveva rivolto mia moglie Paola.

Lo accompagnava Gaetano Afeltra per il quale mia moglie ha sempre avuto una istintiva simpatia.

Il Presidente era da poche settimane uscito dalla clinica. Era in convalescenza.

Quel libro, uno fra i tanti i libri scritti dal Presidente. Diversi titoli, svariati gli argomenti. Sempre approfonditi e studiati sulle pagine di testi scovati in ogni angolo di quelle numerose biblioteche di tutta Italia, in cima agli scaffali delle innumerevoli librerie che non dimenticava mai di visitare in occasione di una sua andata in questa o in quella città. Luoghi che lui conosceva a perfezione come le stanze di casa sua, della sua casa prediletta a Pian dei Giullari sulle colline di Firenze, quella "sua" dimora che racchiude il "prototipo" della biblioteca che avrebbe desiderato donare ad ogni italiano, ad ogni cittadino di questo grande Paese che amava sopra ogni cosa. Oggi al Pian dei Giullari si può visitare quella biblioteca con oltre centomila volumi donati finalmente alla storia. La villa ed i libri che la stessa conteneva nelle sue stanze sono diventati patrimonio della Fondazione che si trova proprio sulla Collina di Arcetri che guarda Firenze. La Fondazione si chiama: "Giovanni Spadolini - Nuova Antologia" E la biblioteca è aperta al pubblico, a tutti! Un desiderio saputo esaudire da chi è rimasto.

L'amore per il proprio Paese. Un amore da "patriota", come quello di un eroe del Risorgimento, era il suo amore smisurato per l'Italia. Un sentimento profondo che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni: il 4 agosto 1994.

Un sentimento che divideva con l'amore per i libri, quell'insieme di tante pagine stampate con le quali lui sapeva fare breccia nel cuore di ognuno, di ogni lettore, qualsiasi fosse il contenuto dell'opera che aveva in mano.

Un libro; pensarlo, scriverlo, correggerlo, sentire il profumo della prima copia consegnata fresca di stampa, dalle mani dell'editore. In quegli anni era Mario Spagnol, suo amico estimatore e editore illustre che a capo della casa editrice Longanesi (quella fondata da Leo nel 1946) pubblicava le opere di Giovanni Spadolini. Quello era per lui il momento più felice che potesse trascorrere, qualsiasi fosse l'ora della giornata .

Non c'erano appuntamenti da uomo di governo, orari, sedute da presidente di Palazzo Madama, o riunioni che giustificassero l'interruzione di quel minuto di profondo raccoglimento che era rappresentato dallo stare a tu per tu con il "suo" scritto. Con il libro.

A tu per tu, un altro fra i titoli di una delle sue opere, uno dei suoi Bloc-Notes * il primo uscì nel 1984 - che raccoglie le cronache dei suoi viaggi (anche di quelli ideali), dei suoi incontri, lungo l'arco di un decennio che lo vide nelle diverse cariche di uomo di governo, Presidente del Senato, senatore a vita.

Un diario nel quale vengono trattati temi e figure della storia contemporanea, pagine che a leggerle o a rileggerle ci descrivono "scenari" internazionali dove le riflessioni dell'autore, nel fotografare la realtà di ieri, anticipano ombre e profili che di quelle immagini sono le conseguenze talvolta drammatiche del vivere di oggi.

Si rileggano le pagine dedicate all'incontro con Mubarak, avvenuto durante la rappresentazione dell'"Aida" ai piedi della sfinge in Egitto e consegnato al capitolo intitolato "Aida alle Piramidi"

Il contenuto di quelle conversazioni a tu per tu fra i due uomini di stato. I temi del terrorismo, le nubi della guerra Iran-Iraq che minacciano il Mar Rosso sempre più da vicino. I nuovi rapporti con l'Unione Sovietica, l'amicizia con gli Stati Uniti e l'atteggiamento del Cairo di dieci anni fa, le tensioni nel Medio Oriente. Questi alcuni spunti per una riflessione sull'attualità di alcuni passaggi dei diari del Direttore * Presidente - Professore.

I resoconti dei suoi viaggi a Gerusalemme, a Tel Aviv, i suoi incontri con la comunità ebraica a New York avvenuti in diverse occasioni di viaggio in America. Il futuro di Israele.

Vi sono poi pagine dedicate al dialogo con il passato dove l'autore racconta alcuni episodi della vita di Mazzini, di Garibaldi. Scrivendo di Leopardi, di Pannunzio, dello studio del direttore del Mondo a Campo Marzio, ci consegna pagine di una cronaca suggestiva in cui i protagonisti, quelli di allora e quelli incontrati oggi, diventano tutti personaggi attuali partecipi di una sorta di "mischia storica" dove si sottolinea come ieri sia il padre dell'oggi, ed è lì che lo storico abilmente intreccia il passato con il presente.

Ecco che allora i diari del Presidente, se sono la testimonianza di un uomo politico che divenne tale passando per l'università e per il giornalismo, mostrano che è il giornalista appunto che spesso prevale sulle tre anime ora citate: e il giornalista in questo caso non esita a fare il cronista "in diretta", consegnando le sue esperienze al lettore per condividerne insieme ogni emozione. Tutto questo Giovanni Spadolini sapeva trasferirlo e con semplicità. Nonostante il suo carattere di ragazzo timido, sapeva suscitare popolarità attorno, anche se all'apparenza sembrava sofisticato e monumentale. Un monumento vivente, un "monumento a se stesso", come spesso con crudele sarcasmo lo definiva Indro Montanelli. "Un busto di marmo consegnato alle istituzioni"

Oggi, a tredici anni dalla scomparsa di Giovanni Spadolini ricordare il Presidente per il suo amore per lo scrivere, non ci deve fare dimenticare il ruolo che ebbe nella cronaca politica fino all'ultimo.

Allora, seppure sostenuto dai senatori del centro, della sinistra, quella di allora, e delle minoranze linguistiche che avevano fatto convergere il proprio voto sul suo nome, venne sconfitto nell'aprile del 1994 nel corso della decisiva votazione al Senato dal candidato presentato dal centrodestra, per un solo voto al quarto scrutinio!

E anche allora possiamo dire che il senatore a vita si trovò ancora al centro della cronaca, questa volta quella della politica (per la quale lavorò con passione anche se mai amandola sino in fondo), incosciente di rappresentare, nella lettura di quell'episodio, un "passaggio" politico delicato dal quale iniziò a prendere forma l'accordo che successivamente accomunò la coalizione dei democratici e del centrosinistra e che portò Romano Prodi, l'attuale presidente del Consiglio, al risultato del 1996.

Forse Giovanni Spadolini avrebbe scritto tutto su quel 16 aprile del 1994 a Palazzo Madama, rivelando ancora una volta in questo modo la preferenza per quella parte della vita dedicata al giornalismo.

E certamente il "Direttore" avrebbe illustrato puntualmente la cronaca di quegli attimi trovandosi questa volta a tu per tu con la sua, di storia, protagonista di un sentimento di profonda passione che lo accompagnò per la maggior parte della sua vita, quella politica. Ma come tale, anche se lunga, destinata a finire .

Quello che invece lo accompagnò sempre, fino alla morte che avvenne un giovedì pomeriggio d'estate, il 4 agosto 1994, fu il suo amore per l'Italia, un amore che non finì mai, un amore quasi incompiuto

E' quella la "passione" che ha lasciato nel cuore a tutti coloro che lo hanno conosciuto

E' quell'"amore" per il nostro Paese che ci unisce e nel quale ancora riusciamo a riconoscerci.

tratto da http://www.pri.it/3%20Agosto%20Internet/TomadaRicordoSpadolini.htm

nuvolarossa
30-06-08, 10:12
Un ritratto dello statista scomparso quattordici anni fa
Giovanni Spadolini il borghese risorgimentale
«All'Italia servirebbero cento Spadolini».

Così lo scrittore Luca Goldoni ha concluso in questi giorni un breve profilo dedicato allo statista scomparso quattordici anni fa, il 4 agosto 1994. In effetti Giovanni Spadolini apparteneva alla categoria sempre più rara degli educatori civili, dalle caratteristiche così sintetizzabili: spiccato senso dello Stato, mira costante dell'interesse generale, cristallina onestà, passione per il dialogo, e per il corretto confronto tra le forze politiche di maggioranza e opposizione.

Sottolineava con piacere che aveva in sé tre anime, tre autentiche vocazioni che avevano caratterizzato la sua vita senza che l'una prevalesse sull'altra, anzi integrandosi mirabilmente: lo storico, il giornalista, il politico, o meglio l'uomo delle istituzioni. Un unico percorso, tre passioni egualmente assecondate, tre carriere in una, nelle quali il genio precoce di cui era dotato gli aveva consentito di bruciare le tappe.
Nato nel 1925, a nove anni, su un quaderno di quarta elementare, scrive a penna il suo primo libro di storia, con tanto di capitoli, indice, pagine, illustrazioni: Avvenimenti e personaggi della storia d'Italia. A dodici anni, in seconda ginnasio, diffonde il primo periodico da lui stesso compilato e battuto a macchina: Il mio pensiero.
Nel 1950 dà alle stampe Il papato socialista, libro destinato ad aprire un grande dibattito, ed esordisce nell'insegnamento universitario alla facoltà di Scienze Politiche di Firenze, alla quale sarebbe rimasto fedele per tutta la vita, ricoprendovi la prima cattedra di storia contemporanea nel nostro paese. Antesignano di nuovi percorsi per la storiografia italiana, aprì originali filoni di studi sui rapporti fra Stato e Chiesa e sui partiti politici, con particolare riferimento a movimenti di «minoranza» nell'Italia liberale, quali i cattolici e i laici (repubblicani e radicali).
Un insegnamento, il suo, dallo spiccato carattere interdisciplinare: storia in senso ampio, strumento indispensabile per capire il presente e sempre contraddistinta da una forte passione civile. Basti citare il Tevere più largo, titolo di un suo libro entrato nel linguaggio comune per indicare con una formula il nuovo rapporto instauratosi fra Chiesa e Stato con l'avvento al pontificato di Giovanni XXIII: un cambiamento lucidamente intuito e segnalato da Spadolini fin dai primissimi atti di papa Roncalli.
La passione per il giornalismo. Nel 1948 è "scoperto" e lanciato da Mario Missiroli nel mondo dei quotidiani. L'anno seguente viene chiamato da Mario Pannunzio a collaborare fin dal primo numero a Il Mondo, l'inimitabile periodico dove il suo talento giovanile ha modo di segnalarsi accanto a nomi del calibro di Ernesto Rossi e Panfilo Gentile, Salvemini, Sturzo, Flaiano...
Nel febbraio 1955, a trent'anni non ancora compiuti, assume la direzione del Resto del Carlino e la tiene per tredici anni, fino al 1968, quando passa al Corriere della Sera. In entrambi i casi è un direttore ascoltatissimo dal mondo politico: i suoi pezzi, a sostegno (pur con molti distinguo) di una graduale evoluzione verso il centro-sinistra, hanno una forte incidenza nei palazzi romani. A Milano vive il periodo della contestazione, del cambiamento tumultuoso, della incipiente violenza ad opera degli "opposti estremismi", di destra e di sinistra, minaccia da lui denunciata per tempo proprio dalle colonne del foglio di via Solferino.
Nel 1972, quando viene allontanato dal giornale per volere della proprietà, inizia la vita politica vera e propria: è subito eletto nel capoluogo lombardo nelle liste del Partito Repubblicano di Ugo La Malfa. Dopo solo due anni, senza la normale prassi del sottosegretariato, è ministro e fondatore del Ministero per i Beni Culturali, nel governo presieduto da Aldo Moro: il leader della DC vede in Spadolini la persona più adatta per varare il complesso di norme e organismi indispensabili per assicurare un'efficace difesa del nostro straordinario patrimonio culturale, all'epoca minacciato come non mai. Ministro della Pubblica Istruzione nel 1979, assume anche la segreteria del Partito Repubblicano, subito dopo la scomparsa di La Malfa.
Nel 1981, nel pieno della crisi morale ed economica del Paese, è Presidente del Consiglio, primo non democristiano nella storia della Repubblica. Sono mesi decisivi, così sintetizzabili: freno e discesa dell'inflazione, liquidazione della loggia P2, colpi durissimi alle Brigate Rosse. Nelle elezioni politiche del 1983 Spadolini ottiene un successo clamoroso, raddoppiando i consensi del PRI, e porta il partito al massimo storico. Nei successivi governi presieduti da Bettino Craxi è ministro della Difesa e in questa veste si segnala per il processo di ammodernamento e integrazione delle forze armate.
Dal 1987 fino a poche settimane prima della morte ricopre la carica di Presidente del Senato: un ruolo istituzionale e di garanzia che sembra fatto apposta per lui. Internazionalmente conosciuto a livello politico e culturale (18 le lauree honoris causa conferitegli dagli atenei stranieri) cerca di favorire il processo di integrazione europea, insistendo molto per l'apertura ad Est dopo i cambiamenti epocali del 1989.
Proprio l'Italia e l'Europa della ragione, come amava chiamarle, restarono sempre il suo punto di riferimento, la stella polare di una vita intera venuta a mancare troppo presto.

tratto da http://iltempo.ilsole24ore.com/spettacoli/2008/06/30/896612-giovanni_spadolini_borghese_risorgimentale.shtml