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Visualizza Versione Completa : Veneto e Baviera: è già Europa delle Regioni



Der Wehrwolf
12-07-02, 13:57
L’assessore Finozzi a Monaco in una missione di “politica estera”


di Pier Luigi Pellegrin

Veneto e Baviera, due regioni omogenee pronte a rilanciare la loro collaborazione. È quanto emerso dalla missione di vera e propria "politica estera" effettuata da Marino Finozzi, assessore regionale veneto per la Piccola e media impresa, che a Monaco si è incontrato con il segretario di Stato bavarese, Hans Spitzner. È già in preparazione, quindi, un accordo di programma inerente l'economia e le infrastrutture, fra Regione Veneto e Land di Baviera. I dettagli definitivi saranno esaminati il prossimo ottobre, quando una delegazione bavarese ricambierà la visita di questi giorni recandosi a Venezia. «Dai nostri colloqui - spiega il leghista Finozzi - è emersa la volontà di rilanciare in pieno i rapporti tra le due Regioni. Stiamo costituendo, quindi, alcuni gruppo di lavoro per elaborare progetti di comune interesse (distretti industriali, innovazione tecnologica, collegamenti ferroviari e stradali), legati al futuro delle realtà regionali all'interno dell'unione europea. Questo anche perché vogliamo un Europa fatta dalle Regioni e non dagli Stati». La Baviera, quindi, è diventata un'altra tappa di quel fitto dialogo che sta portando il Veneto a sancire partnership in tutto il Continente. «Stiamo cercando realtà europee simili alla nostra - afferma l'assessore veneto - con le quali creare momenti di collaborazione e di integrazione, per sviluppare progetti legati alla ricerca e all'innovazione da trasferire in prima battuta sui nostri territori, per poi indirizzarci anche verso l'Est europeo. Naturalmente utilizzando anche i fondi che l'Unione europea sta investendo in questa direzione».
A Monaco si è discusso molto anche del rapporto tra mondo dell'impresa e qualità della vita. «In effetti - commenta Finozzi - questo è un tema che interessa molto entrambe le Regioni. Parlando di casa nostra, è palese che nel Veneto ci sono molte aziende diffusesi sul territorio in maniera necessariamente disorganizzata. È chiaro che tali imprese hanno portato ricchezza, ma è altrettanto evidente che in questo momento stanno verificandosi problemi connessi alla vivibilità. Ora, come ho spiegato anche al signor Spitzner illustrandogli le politiche di sviluppo industriale del Veneto per i prossimi dieci anni, possiamo superare questo impasse sia tramite la delocalizzazione delle imprese (che in altri Paesi possono trovare manodopera, disponibilità territoriale e basso costo del lavoro), sia spostando ancora più di quanto già non sia la nostra produzione dal tipo orizzontale (legata alla quantità) a quello verticale (cioè qualitativa). Una linea completamente condivisa anche dalla Baviera. Resta l'imperativo, beninteso, di mantenere inalterate le attuali performances di penetrazione del mercato. Basti ricordare che oggi la provincia di Vicenza esporta come la Grecia e il Portogallo, si tratta di patrimoni da non dissipare». Puntare sulla qualità potrebbe, poi, innescare un "effetto domino" virtuoso, capace di beneficiare non solo il mondo strettamente produttivo. «Innalzando la qualità - conferma l'assessore leghista - saremo anche in grado di dare lavoro alle nuove generazioni, sempre più scolarizzate e preparate per un tipo di lavoro specializzato. Attualmente stiamo assistendo alla fuga dei nostri cervelli, mentre allo stesso tempo importiamo manodopera bassamente specializzata. Un trend davvero scellerato che dobbiamo invertire al più presto».
La "politica estera" del Veneto, comunque, non si fermerà certo a Monaco di Baviera. «Entro i primi mesi del prossimo anno - fa sapere Finozzi - dovrebbe già essere pronto un accordo di programma con la Catatonia».