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Visualizza Versione Completa : Meglio un mese a Dachau!



carbonass
14-07-02, 19:15
E Tito disse: inferno sia


Esiste un luogo nella storia in cui l'abominio del lager fu peggiore che in ogni altro dove e toccò l'acme del male, nelle forme di una crudeltà assoluta e perfetta? Per chi può ancora parlarne, quel luogo si chiama Goli Otok: l'Isola Calva in Dalmazia, oggi croata, teatro fra il 1949 e il 1956 di una delle vicende meno conosciute della storia europea.
La descrive compiutamente il giornalista italiano d'oltre confine Giacomo Scotti in Goli Otok , uscito ora in terza edizione (la prima risale al 1991) con molte nuove testimonianze.
Quel che accadde fu opera di comunisti contro altri comunisti. Dopo la rottura del giugno 1948 tra Stalin e Tito, accusato di deviazionismo per aver dato vita a un regime autonomo da Mosca, cominciò in Jugoslavia una durissima campagna di epurazioni, delazioni e rastrellamenti contro i "cominformisti": non solo i pochi esponenti dichiaratamente filo-sovietici, ma chiunque palesasse una qualsiasi titubanza o passività di fronte alla sola scelta "autenticamente comunista", cioè quella di Belgrado.
La repressione fu d'inaudita crudeltà. E tra i diciassettemila deportati a Goli Otok, molti dei quali morirono di torture o per suicidio, vi furono anche un centinaio d'italiani: i cosiddetti "monfalconesi", cioè originariamente lavoratori nei cantieri navali presso Trieste, quasi tutti iscritti al Partito comunista italiano, che alla fine della guerra avevano deciso di spostarsi in Jugoslavia per contribuire all'«edificazione del socialismo». La storia riservò loro una beffa atroce: vittime del sostegno di Togliatti a Stalin, passarono nel volgere di qualche anno dalle carceri fasciste o dai campi di concentramento nazisti a Goli Otok.
Sull'isola, di cui fino agli anni Novanta si sarebbe saputo ben poco, le condizioni erano inumane: i detenuti lavoravano denutriti e ammassati in baracche, costretti a picchiarsi e torturarsi tra loro fin dal momento dello sbarco, obbligati alla delazione e spogliati d'ogni dignità.
Quel che l'italiano Mario Bontempo, a chi gli chiese dei due lager patiti, sintetizzò significativamente così: «---------Meglio un mese a Dachau che un'ora a Goli».