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Visualizza Versione Completa : 16 Luglio: Evviva la Madonna del Carmine!



Guelfo Nero
17-07-02, 00:27
16 LUGLIO - festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

San Simone Stock nella notte dal 15 al 16 luglio 1251 pregava intensamente la Madonna che, in pegno della sua protezione
per l'Ordine Carmelitano, del quale era generale, lo distinguesse con un segno speciale. la vergine Santissima, apparendogli,
gli disse: Ricevi, diletto figlio, questo Scapolare del tuo Ordine, come contrassegno della mia fratellanza,
esso è il segno del privilegio che ha ottenuto a te e a tutti i figli del Carmelo: chi morrà piamente rivestito di quest'abito
sarà preservato dal fuoco dell'inferno: esso è pegno di salute, salvaguardia nei pericoli, segno d'alleanza e di pace con voi,
per sempre. Paolo V, riferendosi ad una visione avuta da Giovanni XXII afferma che si può piamente credere che
la Vergine, con le sue continue e speciali intercessioni, aiuta i Confratelli del Carmelo, morti in grazia di Dio, ad uscire
dal Purgatorio, in modo particolare il sabato dopo la loro morte. Il beato Claudio de la Colombiere diceva non esserci devozione
tanto confermata con miracoli e prodigi come quella dello Scapolare.

Le condizioni di detto privilegio sono.
- ricevere lo scapolare ed essere iscritti alla confraternita del Monte Carmelo
- portare con pietà l'abito e vivendo cristianamente, poiché nessuno può sperare di ottener l'aiuto della Vergine
dopo una vita dissoluta.

E' richiesta l'osservanza della castità secondo il proprio stato, la recita quotidiana del santo Rosario..

UN CARO SALUTO
DA GUELFO NERO

EVVIVA LA MADONNA!



http://eccehomo.galeon.com/fotos/carmen001.jpg



http://eccehomo.galeon.com/fotos/carmen003.jpg



http://eccehomo.galeon.com/fotos/carmen005.jpg

Guelfo Nero
16-07-03, 09:21
:) :) :) :) :)

cariddeo
17-07-03, 02:32
Senza dubbio una delle feste più eccelse dedicate alla Vergine Madre.
Ricordo ancora con commozione l'imposizione dello scapolare da parte di don Francesco Ricossa il 7. ottobre 1986.

O dolce Maria, che dal Cielo intercedi per noi peccatori, esaltaci di fervore affinchè possiamo degnamente vivere nel tuo Nome ai piedi della Santa Croce Salvifica e ciò facendo salvare la nostra anima!
@+

Guelfo Nero
16-07-04, 11:04
Un carissimo saluto a tutti gli amici di "Tradizione cattolica" e a prestissimo

Guelfo Nero :) :) :) :) :)

Guelfo Nero
15-07-05, 23:12
Originally posted by guelfo nero
16 LUGLIO - festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

San Simone Stock nella notte dal 15 al 16 luglio 1251 pregava intensamente la Madonna che, in pegno della sua protezione
per l'Ordine Carmelitano, del quale era generale, lo distinguesse con un segno speciale. la vergine Santissima, apparendogli,
gli disse: Ricevi, diletto figlio, questo Scapolare del tuo Ordine, come contrassegno della mia fratellanza,
esso è il segno del privilegio che ha ottenuto a te e a tutti i figli del Carmelo: chi morrà piamente rivestito di quest'abito
sarà preservato dal fuoco dell'inferno: esso è pegno di salute, salvaguardia nei pericoli, segno d'alleanza e di pace con voi,
per sempre. Paolo V, riferendosi ad una visione avuta da Giovanni XXII afferma che si può piamente credere che
la Vergine, con le sue continue e speciali intercessioni, aiuta i Confratelli del Carmelo, morti in grazia di Dio, ad uscire
dal Purgatorio, in modo particolare il sabato dopo la loro morte. Il beato Claudio de la Colombiere diceva non esserci devozione
tanto confermata con miracoli e prodigi come quella dello Scapolare.

Le condizioni di detto privilegio sono.
- ricevere lo scapolare ed essere iscritti alla confraternita del Monte Carmelo
- portare con pietà l'abito e vivendo cristianamente, poiché nessuno può sperare di ottener l'aiuto della Vergine
dopo una vita dissoluta.

E' richiesta l'osservanza della castità secondo il proprio stato, la recita quotidiana del santo Rosario..

UN CARO SALUTO
DA GUELFO NERO

EVVIVA LA MADONNA!



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Guelfo Nero
16-07-05, 15:16
16 LUGLIO

COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

Il monte Carmelo.

Coloro che hanno avuto la fortuna di compiere il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della Palestina, non dimenticheranno mai la visita al Monte Carmelo. Questa montagna, che domina di 170 mt. la città di Caifa e il Mediterraneo, è una delle più belle della Palestina, o almeno una delle più celebri, la cui incantevole posizione ha suscitato l'entusiasmo dell'Oriente e ispirato molti paragoni poetici della Scrittura.

Quando lo Sposo del Cantico dei Cantici vuole esprimere la bellezza della sua Sposa, non crede di poterla celebrare meglio se non dicendo che il suo capo è bello come il Carmelo: Caput tuum ut Carmelus. Quando Isaia vuole rappresentarci lo splendore e la maestà del futuro Messia, ce lo dipinge circondato dalla gloria del Libano e rivestito di tutte le bellezze del Carmelo: Gloria Libani data est ei, decor Carmeli et Saron. Di questo monte egli vuole ancora mostrarci la più alta stima quando aggiunge che la giustizia abiterà nella solitudine e che la santità regnerà sul Carmelo: Habitabit in solitudine iudicium, et iustitia in Carmelo sedebit. Infine Dio stesso per bocca d'un altro Profeta mette il colmo all'elogio chiamando il Carmelo sua terra e sua eredità: Terram meam, hereditatem meam, e a Gerusalemme egli fa questa promessa: "Nel giorno del mio amore, ti ho introdotta dall'Egitto nella terra del Carmelo", come se quel solo nome riassumesse ai suoi occhi tutti i beni di cui vuole arricchire il suo popolo, cioè la Chiesa e ciascuna delle anime nostre.



Il monte mariano.

Ma ciò che innalza ancor più la gloria di questa montagna è, insieme con il soggiorno che vi fece Elia e con la vittoria che egli vi riportò sui profeti di Baal, la celebre visione che ci viene descritta nel I Libro dei Re. Da lungo tempo la siccità desolava la terra d'Israele. Commosso dalle sofferenze del popolo, "Elia salì sulla vetta del Carmelo e, chinandosi verso terra, si mise il volto fra le ginocchia e disse al suo servo: Sali, e guarda dalla parte del mare. Il servo salì, e dopo aver guardato disse: Non vedo nulla. Ed Elia disse: Fallo per sette volte. La settima volta egli disse: Ecco che si leva dal mare una piccola nube, grande come la palma d'una mano d'uomo". E in poco tempo si oscurò il cielo, si levò il vento, e cadde una forte pioggia (18,42-45).

Tutti gli esegeti e i mistici hanno voluto vedere in quella "piccola nube, nubecula parvula" un'immagine profetica della Vergine Maria che, con l'Incarnazione, diede la vita e la fecondità al mondo. Il primo Responsorio del Mattutino per la festa dei santi del Carmelo dice anche esplicitamente: "Elia pregava sulla vetta del Carmelo, e sotto il simbolo d'una piccolissima nube, gli apparve l'insigne Vergine. Coloro a cui Elia si rivela in tal modo l'ameranno a causa di tutte le meraviglie che scoprirà loro questa visione". Difatti, la Chiesa ha approvato questa interpretazione aggiungendo ai gloriosi titoli della Ss. Vergine quello di Madonna del Monte Carmelo, e, in questo giorno, rivolge anche a tutti noi l'invito del profeta: "Sali e guarda".



L'Ordine del Carmelo.

Le Tradizioni dell'Ordine del Carmelo riferiscono che i solitari i quali vissero sul sacro monte, anche prima del cristianesimo, dedicarono un vero culto a colei che doveva generare il Messia. Ci assicurano che nel giorno della Pentecoste molti di essi ricevettero lo Spirito Santo, che avendo avuto in seguito il modo di gustare le conversazioni e la familiarità della Beata Vergine, le portarono una venerazione e un amore del tutto speciali, e infine che ebbero la gioia di dedicarle la prima cappella costruita in suo onore, nel punto stesso in cui Elia l'aveva vista un giorno sotto il simbolo della piccola nube. È dunque fin dalla nascita che il Carmelo si è rivolto verso la Ss. Vergine, e il vecchio libro intitolato "l'Istituzione dei primi monaci", anche attraverso inesattezze storiche, ci mostra l'Ordine dominato dalle due grandi figure che incarnano il suo ideale, ciascuna al suo posto: Elia e la Vergine Maria. Maria è per essi la pienezza raggiante della vita contemplativa, il modello del perfetto servizio reso al Signore e della completa sottomissione ai suoi voleri. Ed è appunto per affermare la loro devozione riguardo alla Vergine che i carmelitani vogliono essere chiamati i "Fratelli della Vergine".



Lo scapolare.

Fu appunto Lei che, verso la metà del XIII secolo, diede a san Simone Stok, priore generale dell'Ordine dei Carmelitani, il santo scapolare come pegno del suo amore e della sua protezione per tutti coloro che ne fossero stati rivestiti. Volle pure assicurarlo che "chiunque fosse morto con quell'abito non avrebbe sofferto le fiamme eterne". E, nel secolo seguente, Ella si degnava mostrarsi a Giacomo Euze, il futuro Giovanni XXII, per annunciargli la sua prossima elevazione al Sommo Pontificato e chiedergli di promulgare il privilegio di una pronta liberazione dal purgatorio, che aveva ottenuta dal suo divin Figliolo per i figli del Carmelo: "Io, loro Madre - gli diceva - discenderò ad essi per grazia il Sabato seguente alla loro morte, e tutti quelli che troverò nel purgatorio li libererò e li condurrò al monte della vita eterna".

L'autorità dei Sommi Pontefici rese presto tali ricchezze spirituali accessibili a tutti i fedeli con l'Istituzione della Confraternita del Santo Scapolare che fa entrare i suoi membri a partecipare ai meriti e ai privilegi di tutto l'Ordine dei Carmelitani. Vi sono senza dubbio pochi buoni cristiani al giorno d'oggi che non siano rivestiti di questo scapolare o che non portino la medaglia detta del "Monte Carmelo", e appunto per questo la festa odierna non è soltanto quella di un'insigne famiglia religiosa, ma anche quella di tutta la Chiesa cattolica, poiché essa è interamente debitrice alla Vergine del Carmelo di innumerevoli benefici e di una continua protezione [1].



La mistica nube.

Regina del Carmelo, gradisci i voti della Chiesa della terra che oggi ti dedica i suoi canti. Quando il mondo gemeva nell'angoscia di un'attesa senza fine, tu eri già la sua speranza. Ancora incapace di penetrare le tue grandezze, esso si compiaceva tuttavia, sotto quel regno delle figure, di prepararti i più sublimi simboli; la gratitudine anticipata soccorreva in esso l'ammirazione per formarvi come un'aureola sovrumana di tutte le nozioni di bellezza, di forza e di grazia che gli suggeriva la vista dei luoghi più incantevoli, delle pianure in fiore, delle cime boscose, delle feconde valli e soprattutto di quel Carmelo il cui nome significa giardino di Dio. Sulla vetta i nostri padri, i quali sapevano che la Sapienza ha il suo trono nella nube (Eccli 24,7), affrettarono con i loro ardenti desideri l'arrivo del segno salvatore (ivi 43,24); è qui che alle loro preghiere fu finalmente concesso ciò che la Scrittura chiama la scienza perfetta, ciò che essa designa come la conoscenza delle grandi strade delle nubi (Gb 37,16). E quando Colui che fa il suo carro (Sal 103,3) e il suo palazzo (1Re 8,12) dell'oscurità della nube, si fu manifestato mediante essa in avvenire meno distante all'occhio esperto del padre dei Profeti, si videro i più santi personaggi dell'umanità riunirsi in una eletta schiera nella solitudine del monte benedetto, come un giorno Israele nel deserto, per osservare i minimi movimenti della nube misteriosa (Nm 9,15-23), e ricevere da essa la loro unica direzione nei sentieri di questa vita, la loro unica luce nella lunga notte dell'attesa (Sal 104,39).

O Maria, che fin d'allora presiedevi così alle vigilie dell'esercito del Signore, che non mancasti loro nemmeno per un giorno (Es 13,22): da quando nella pienezza della verità Dio è disceso per tuo mezzo (ivi 34,5), non è più soltanto il paese della Giudea, ma tutta la terra, che tu copri come una nube che effonde l'abbondanza e le benedizioni (Eccli 24,6). I figli dei Profeti ne fecero la felice esperienza quando, divenuta infedele la terra delle promesse, dovettero pensare un giorno a trapiantare sotto altri cieli i loro costumi e le loro tradizioni; costatarono allora che perfino nel nostro Occidente la nube del Carmelo aveva versato la sua rugiada fecondatrice, e che dovunque avevano acquistato la sua protezione. Questa festa, o Madre divina, è l'autentico monumento della loro gratitudine, accresciuta ancora dai nuovi benefici con i quali la tua munificenza accompagnò quell'altro esodo degli ultimi resti d'Israele. E noi, figli della vecchia Europa, facciamo giustamente eco all'espressione della loro santa letizia; poiché, da quando le loro tende si sono posate attorno ai colli dove su Pietro è costruita la nuova Sion, la nube ha lasciato cadere da ogni parte piogge più che mai preziose (Ez 34,26), ricacciando nell'abisso le fiamme eterne e spegnendo i fuochi della dimora dell'espiazione.



Preghiera per l'Ordine del Carmelo.

Mentre dunque noi uniamo la nostra gratitudine alla loro, degnati o Madre della divina grazia, di assolvere verso di essi il debito della nostra gratitudine. Proteggili sempre. Custodiscili nei nostri infelici tempi. Che non solo il vecchio tronco conservi la vita nelle sue profonde radici, ma che anche i suoi venerabili rami salutino senza posa l'accedere di nuove branche che portino come i loro antenati, o Maria, i fiori e i frutti che piacciono a te. Mantieni nel cuore dei figli lo spirito di raccoglimento e di divina contemplazione che fu quello dei loro padri all'ombra della nube; fa' che anche le loro sorelle restino fedeli alle tradizioni di tante nobili anime che le precedettero, sotto tutti i cieli dove lo Spirito le ha moltiplicate per scongiurare l'uragano e attirare le benedizioni che discendono dalla nube misteriosa. Possano gli austeri profumi della sacra montagna continuare a purificare intorno ad essa l'aria corrotta da tanti miasmi; possa il Carmelo offrire sempre allo Sposo quelle anime virginee, quei cuori così puri, quei fiori così belli di cui Egli si compiace circondarsi nel giardino di Dio.


--------------------------------------------------------------------------------

[1] Cfr. P. Melchior de sainte Marie, in Dict. d'Hist. et de Georg. ecclés., XI, 1949, art. Carmel. c. 1095.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 860-864

Guelfo Nero
15-07-06, 11:37
http://santiebeati.it/immagini/Original/28300/28300AE.JPG

Guelfo Nero
15-07-06, 11:38
http://santiebeati.it/immagini/Original/28300/28300AG.JPG

Guelfo Nero
15-07-06, 11:39
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Guelfo Nero
15-07-06, 11:40
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Guelfo Nero
15-07-06, 11:40
http://santiebeati.it/immagini/Original/28300/28300X.JPG

Luca
15-07-07, 16:48
:)

Guelfo Nero
16-07-08, 00:55
16 LUGLIO

COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

Il monte Carmelo.

Coloro che hanno avuto la fortuna di compiere il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della Palestina, non dimenticheranno mai la visita al Monte Carmelo. Questa montagna, che domina di 170 mt. la città di Caifa e il Mediterraneo, è una delle più belle della Palestina, o almeno una delle più celebri, la cui incantevole posizione ha suscitato l'entusiasmo dell'Oriente e ispirato molti paragoni poetici della Scrittura.

Quando lo Sposo del Cantico dei Cantici vuole esprimere la bellezza della sua Sposa, non crede di poterla celebrare meglio se non dicendo che il suo capo è bello come il Carmelo: Caput tuum ut Carmelus. Quando Isaia vuole rappresentarci lo splendore e la maestà del futuro Messia, ce lo dipinge circondato dalla gloria del Libano e rivestito di tutte le bellezze del Carmelo: Gloria Libani data est ei, decor Carmeli et Saron. Di questo monte egli vuole ancora mostrarci la più alta stima quando aggiunge che la giustizia abiterà nella solitudine e che la santità regnerà sul Carmelo: Habitabit in solitudine iudicium, et iustitia in Carmelo sedebit. Infine Dio stesso per bocca d'un altro Profeta mette il colmo all'elogio chiamando il Carmelo sua terra e sua eredità: Terram meam, hereditatem meam, e a Gerusalemme egli fa questa promessa: "Nel giorno del mio amore, ti ho introdotta dall'Egitto nella terra del Carmelo", come se quel solo nome riassumesse ai suoi occhi tutti i beni di cui vuole arricchire il suo popolo, cioè la Chiesa e ciascuna delle anime nostre.



Il monte mariano.

Ma ciò che innalza ancor più la gloria di questa montagna è, insieme con il soggiorno che vi fece Elia e con la vittoria che egli vi riportò sui profeti di Baal, la celebre visione che ci viene descritta nel I Libro dei Re. Da lungo tempo la siccità desolava la terra d'Israele. Commosso dalle sofferenze del popolo, "Elia salì sulla vetta del Carmelo e, chinandosi verso terra, si mise il volto fra le ginocchia e disse al suo servo: Sali, e guarda dalla parte del mare. Il servo salì, e dopo aver guardato disse: Non vedo nulla. Ed Elia disse: Fallo per sette volte. La settima volta egli disse: Ecco che si leva dal mare una piccola nube, grande come la palma d'una mano d'uomo". E in poco tempo si oscurò il cielo, si levò il vento, e cadde una forte pioggia (18,42-45).

Tutti gli esegeti e i mistici hanno voluto vedere in quella "piccola nube, nubecula parvula" un'immagine profetica della Vergine Maria che, con l'Incarnazione, diede la vita e la fecondità al mondo. Il primo Responsorio del Mattutino per la festa dei santi del Carmelo dice anche esplicitamente: "Elia pregava sulla vetta del Carmelo, e sotto il simbolo d'una piccolissima nube, gli apparve l'insigne Vergine. Coloro a cui Elia si rivela in tal modo l'ameranno a causa di tutte le meraviglie che scoprirà loro questa visione". Difatti, la Chiesa ha approvato questa interpretazione aggiungendo ai gloriosi titoli della Ss. Vergine quello di Madonna del Monte Carmelo, e, in questo giorno, rivolge anche a tutti noi l'invito del profeta: "Sali e guarda".



L'Ordine del Carmelo.

Le Tradizioni dell'Ordine del Carmelo riferiscono che i solitari i quali vissero sul sacro monte, anche prima del cristianesimo, dedicarono un vero culto a colei che doveva generare il Messia. Ci assicurano che nel giorno della Pentecoste molti di essi ricevettero lo Spirito Santo, che avendo avuto in seguito il modo di gustare le conversazioni e la familiarità della Beata Vergine, le portarono una venerazione e un amore del tutto speciali, e infine che ebbero la gioia di dedicarle la prima cappella costruita in suo onore, nel punto stesso in cui Elia l'aveva vista un giorno sotto il simbolo della piccola nube. È dunque fin dalla nascita che il Carmelo si è rivolto verso la Ss. Vergine, e il vecchio libro intitolato "l'Istituzione dei primi monaci", anche attraverso inesattezze storiche, ci mostra l'Ordine dominato dalle due grandi figure che incarnano il suo ideale, ciascuna al suo posto: Elia e la Vergine Maria. Maria è per essi la pienezza raggiante della vita contemplativa, il modello del perfetto servizio reso al Signore e della completa sottomissione ai suoi voleri. Ed è appunto per affermare la loro devozione riguardo alla Vergine che i carmelitani vogliono essere chiamati i "Fratelli della Vergine".



Lo scapolare.

Fu appunto Lei che, verso la metà del XIII secolo, diede a san Simone Stok, priore generale dell'Ordine dei Carmelitani, il santo scapolare come pegno del suo amore e della sua protezione per tutti coloro che ne fossero stati rivestiti. Volle pure assicurarlo che "chiunque fosse morto con quell'abito non avrebbe sofferto le fiamme eterne". E, nel secolo seguente, Ella si degnava mostrarsi a Giacomo Euze, il futuro Giovanni XXII, per annunciargli la sua prossima elevazione al Sommo Pontificato e chiedergli di promulgare il privilegio di una pronta liberazione dal purgatorio, che aveva ottenuta dal suo divin Figliolo per i figli del Carmelo: "Io, loro Madre - gli diceva - discenderò ad essi per grazia il Sabato seguente alla loro morte, e tutti quelli che troverò nel purgatorio li libererò e li condurrò al monte della vita eterna".

L'autorità dei Sommi Pontefici rese presto tali ricchezze spirituali accessibili a tutti i fedeli con l'Istituzione della Confraternita del Santo Scapolare che fa entrare i suoi membri a partecipare ai meriti e ai privilegi di tutto l'Ordine dei Carmelitani. Vi sono senza dubbio pochi buoni cristiani al giorno d'oggi che non siano rivestiti di questo scapolare o che non portino la medaglia detta del "Monte Carmelo", e appunto per questo la festa odierna non è soltanto quella di un'insigne famiglia religiosa, ma anche quella di tutta la Chiesa cattolica, poiché essa è interamente debitrice alla Vergine del Carmelo di innumerevoli benefici e di una continua protezione [1].



La mistica nube.

Regina del Carmelo, gradisci i voti della Chiesa della terra che oggi ti dedica i suoi canti. Quando il mondo gemeva nell'angoscia di un'attesa senza fine, tu eri già la sua speranza. Ancora incapace di penetrare le tue grandezze, esso si compiaceva tuttavia, sotto quel regno delle figure, di prepararti i più sublimi simboli; la gratitudine anticipata soccorreva in esso l'ammirazione per formarvi come un'aureola sovrumana di tutte le nozioni di bellezza, di forza e di grazia che gli suggeriva la vista dei luoghi più incantevoli, delle pianure in fiore, delle cime boscose, delle feconde valli e soprattutto di quel Carmelo il cui nome significa giardino di Dio. Sulla vetta i nostri padri, i quali sapevano che la Sapienza ha il suo trono nella nube (Eccli 24,7), affrettarono con i loro ardenti desideri l'arrivo del segno salvatore (ivi 43,24); è qui che alle loro preghiere fu finalmente concesso ciò che la Scrittura chiama la scienza perfetta, ciò che essa designa come la conoscenza delle grandi strade delle nubi (Gb 37,16). E quando Colui che fa il suo carro (Sal 103,3) e il suo palazzo (1Re 8,12) dell'oscurità della nube, si fu manifestato mediante essa in avvenire meno distante all'occhio esperto del padre dei Profeti, si videro i più santi personaggi dell'umanità riunirsi in una eletta schiera nella solitudine del monte benedetto, come un giorno Israele nel deserto, per osservare i minimi movimenti della nube misteriosa (Nm 9,15-23), e ricevere da essa la loro unica direzione nei sentieri di questa vita, la loro unica luce nella lunga notte dell'attesa (Sal 104,39).

O Maria, che fin d'allora presiedevi così alle vigilie dell'esercito del Signore, che non mancasti loro nemmeno per un giorno (Es 13,22): da quando nella pienezza della verità Dio è disceso per tuo mezzo (ivi 34,5), non è più soltanto il paese della Giudea, ma tutta la terra, che tu copri come una nube che effonde l'abbondanza e le benedizioni (Eccli 24,6). I figli dei Profeti ne fecero la felice esperienza quando, divenuta infedele la terra delle promesse, dovettero pensare un giorno a trapiantare sotto altri cieli i loro costumi e le loro tradizioni; costatarono allora che perfino nel nostro Occidente la nube del Carmelo aveva versato la sua rugiada fecondatrice, e che dovunque avevano acquistato la sua protezione. Questa festa, o Madre divina, è l'autentico monumento della loro gratitudine, accresciuta ancora dai nuovi benefici con i quali la tua munificenza accompagnò quell'altro esodo degli ultimi resti d'Israele. E noi, figli della vecchia Europa, facciamo giustamente eco all'espressione della loro santa letizia; poiché, da quando le loro tende si sono posate attorno ai colli dove su Pietro è costruita la nuova Sion, la nube ha lasciato cadere da ogni parte piogge più che mai preziose (Ez 34,26), ricacciando nell'abisso le fiamme eterne e spegnendo i fuochi della dimora dell'espiazione.



Preghiera per l'Ordine del Carmelo.

Mentre dunque noi uniamo la nostra gratitudine alla loro, degnati o Madre della divina grazia, di assolvere verso di essi il debito della nostra gratitudine. Proteggili sempre. Custodiscili nei nostri infelici tempi. Che non solo il vecchio tronco conservi la vita nelle sue profonde radici, ma che anche i suoi venerabili rami salutino senza posa l'accedere di nuove branche che portino come i loro antenati, o Maria, i fiori e i frutti che piacciono a te. Mantieni nel cuore dei figli lo spirito di raccoglimento e di divina contemplazione che fu quello dei loro padri all'ombra della nube; fa' che anche le loro sorelle restino fedeli alle tradizioni di tante nobili anime che le precedettero, sotto tutti i cieli dove lo Spirito le ha moltiplicate per scongiurare l'uragano e attirare le benedizioni che discendono dalla nube misteriosa. Possano gli austeri profumi della sacra montagna continuare a purificare intorno ad essa l'aria corrotta da tanti miasmi; possa il Carmelo offrire sempre allo Sposo quelle anime virginee, quei cuori così puri, quei fiori così belli di cui Egli si compiace circondarsi nel giardino di Dio.


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[1] Cfr. P. Melchior de sainte Marie, in Dict. d'Hist. et de Georg. ecclés., XI, 1949, art. Carmel. c. 1095.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 860-864.

Holuxar
16-07-17, 20:28
16 LUGLIO 2017: DOMENICA SESTA DOPO LA PENTECOSTE, COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO…



Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Sesta dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom6.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom6.htm
“DOMENICA SESTA DOPO LA PENTECOSTE."

Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm
“16 LUGLIO COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.”


“16 luglio, Madonna del Carmine e Scapolare.”
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/1097-16-luglio-madonna-del-carmine-e-scapolare.html




Santa Messa domenicale celebrata oggi 16 luglio 2017 da Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B., ospite di Don Floriano Abrahamowicz, a Paese (Tv) stamattina :



“VI domenica dopo Pentecoste, memoria B.V. del Carmine.”
https://www.youtube.com/watch?v=iGNN-BEgt3A
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php

Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B. « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?cat=36)




Madonna del Carmelo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/madonna-del-carmelo/)
“16 luglio, Madonna del Carmelo.
http://www.sodalitium.biz/madonna-del-carmelo/
O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d’illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell’amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l’eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia.”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Sisenàndo, Levita e Martire, il quale, per la fede di Cristo, fu scannato dai Saracèni. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Levita e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Sisenàndo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“Sixième après la Pentecôte.”
“16 Juillet : Notre-Dame du Mont-Carmel et le Saint Scapulaire.
L'Ordre du Carmel se donne une origine aussi ancienne que glorieuse ; on croit, non sans raisons sérieuses, que cet Ordre n'est que la continuation de l'école des prophètes établie au mont Carmel par le prophète Élie. Les disciples de cette école furent au premier rang parmi les convertis au christianisme naissant, et le Carmel devint le berceau de la vie monastique depuis Jésus-Christ.
Après la dispersion des Apôtres, l'an 38, ils bâtirent une chapelle en l'honneur de Marie et se vouèrent tout spécialement à célébrer Ses louanges. Plus tard, ils eurent beaucoup à souffrir des Sarrasins et des Musulmans, lorsque la France, de concert avec l'Europe entière, entreprit ces magnifiques, mais désastreuses Croisades qui avaient pour but d'arracher les Lieux Saints aux infidèles.
C'est à l'occasion de ces épreuves subies par l'Ordre du Carmel que les Carmes vinrent en France avec le roi saint Louis. Ils y établirent plusieurs maisons et allèrent même s'implanter en Angleterre, où ils eurent le bonheur de voir saint Simon Stock embrasser leur Institut. Ce grand Saint devint, en 1245, supérieur général des Carmes, et n'oublia rien pour rallumer la dévotion à Marie dans son Ordre.
La fête de Notre-Dame du Mont-Carmel a pour but de rappeler une grâce insigne accordée par Marie à l'Ordre du Carmel et par lui à toute l'Église. Dans la nuit du 16 juillet, Simon Stock demandait, avec une ferveur toute spéciale, la protection de la Sainte Vierge sur son Institut. Au lever de l'aurore, Marie lui apparut, accompagnée d'une multitude d'anges, environnée de lumière et vêtue de l'habit du Carmel. Son visage était souriant ; dans Ses mains Elle tenait le scapulaire de l'Ordre. Devant le Saint Elle S'en revêtit Elle-même, en disant:
"Ceci est un privilège pour toi et pour tous les Carmes. Quiconque mourra en portant cet habit ne souffrira pas le feu éternel."
Le Saint fit des miracles pour confirmer la réalité de cette vision. Ce fut l'origine de la Confrérie de Notre-Dame du Mont-Carmel, pour les chrétiens qui, ne pouvant embrasser la Règle, veulent attirer sur eux les bénédictions promises au scapulaire. Le privilège le plus considérable accordé à la confrérie du Mont-Carmel après celui que Marie fit connaître à saint Simon Stock, est celui qui fut révélé au Pape Jean XXII : la délivrance du purgatoire, le samedi après leur mort, des confrères du Mont-Carmel qui auront été fidèles à l'esprit et aux règles de la Confrérie. Outre ces deux privilèges, il y a de nombreuses indulgences attachées au scapulaire.
Vie des Saints pour tous les jours de l'année, Abbé Jaud.”
“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Sixième Dimanche après la Pentecôte : de la vraie religion (2015).
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“16 luglio 2017: DOMENICA SESTA DOPO LA PENTECOSTE.”
“16 LUGLIO 2017: COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.”





Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Sesta dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom6.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom6.htm
“DOMENICA SESTA DOPO LA PENTECOSTE.
Il peccato di David.
L'Ufficio della sesta Domenica dopo la Pentecoste si apriva ieri sera con l'esclamazione vibrante d'un profondo pentimento. David, il re-profeta, il vincitore di Golia, vinto a sua volta dall'attrattiva dei sensi e da adultero divenuto omicida, esclamava sotto il peso del suo duplice delitto: "Ti prego, o mio Dio, perdona l'iniquità del tuo servo poiché ho agito come un insensato!" (Antifona dei Vespri).
Il peccato, quali che siano il colpevole e la colpa, è sempre debolezza e follia. L'orgoglio dell'angelo ribelle o dell'uomo decaduto non impedirà mai che la putredine di queste due parole si applichi, come una stigmata umiliante, alla ribellione contro Dio, all'oblio della sua legge, a quell'atto insensato della creatura che, chiamata ad elevarsi nelle serene sfere dove risiede il suo autore, si sottrae e fugge verso il nulla, per ricadere più in basso ancora di quel nulla da cui era uscita. Follia volontaria tuttavia, e debolezza inescusabile, poiché se l'essere creato non possiede nel suo intimo che tenebre e miseria, la somma bontà mette a sua disposizione, mediante la grazia che non manca mai, la forza e la luce di Dio.
Vigilanza.
L'ultimo e il più oscuro dei peccatori non potrebbe avere dunque alcuna ragione per giustificare le sue colpe; ma l'offesa è più ingiuriosa verso Dio quando gli viene da una creatura ricolma dei suoi doni e posta dalla sua bontà più in alto di altre nell'ordine delle grazie. Non lo dimentichino quelle anime per le quali il Signore ha, come per David, moltiplicato le sue magnificenze (Sal 70,21). Guidate per le vie riservate del suo amore, potrebbero anche aver già raggiunto le vette dell'unione divina; solo una vigilanza incessante può premunire chiunque non ha deposto il fardello della carne; la caduta è possibile sempre e dovunque; e quanto è più terribile allorché il piede slitta su quei picchi elevati della terra d'esilio che confinano già con la patria e danno accesso alle potenze del Signore (ivi 16)! Allora gli orrendi precipizi che l'anima aveva evitati nell'ascesa, sembrano chiamarla tutti insieme; essa rotola di abisso in abisso, spaventando talora perfino i cattivi con la violenza delle passioni a lungo represse che la travolgono.
Fiducia.
Dal profondo del baratro dove l'ha gettata la sua lacrimevole caduta, si umilii e pianga il suo delitto; non abbia timore di sollevare nuovamente gli occhi verso le cime dove or ora sembrava già far parte delle beate falangi. Senza frapporre indugi, esclami come David: "Ho peccato contro il Signore"; e come a lui, sarà risposto: "Il Signore ha perdonato il tuo peccato, non morrai" (2Re 13,12); e come per David, Dio potrà fare ancora in essa grandi cose. David innocente era apparso l'immagine fedele di Cristo, oggetto divino delle compiacenze della terra e del cielo; David peccatore, ma penitente, rimase la nobilissima figura dell'Uomo-Dio carico dei peccati del mondo, e che porta su di sé la misericordiosa e giusta vendetta del Padre offeso.
MESSA
EPISTOLA (Rm 6,3-11). - Fratelli: Quanti siamo battezzati in Gesù Cristo, nella morte di lui siamo stati battezzati. Noi dunque pel battesimo siamo stati sepolti con lui nella (sua) morte, affinché, come Cristo è risuscitato da morte per la gloria del Padre, cosi anche noi viviamo d'una vita novella. Se infatti siamo stati innestati su lui per somiglianza di morte, lo saremo anche per somiglianza di risurrezione.
Questo ben lo sappiamo: che il nostro uomo vecchio è stato con lui crocifisso, affinché il corpo del peccato sia distrutto e noi non serviamo più al peccato, essendo il morto affrancato al peccato. Or se noi siam morti con Cristo, crediamo di vivere ancora con lui, sapendo che Cristo, risuscitato da morte, non muore più, sopra di lui non regna più la morte perché se egli è morto per il peccato, è morto una sola volta; ma se vive, vive per Iddio, in Gesù Cristo Signor nostro.
L'Apostolo delle Genti.
Le Messe delle Domeniche dopo la Pentecoste ci avevano presentato una sola volta fin qui le Epistole di san Paolo. Era riservata a san Pietro e a san Giovanni di preferenza la missione di ammaestrare i fedeli all'inizio dei sacri Misteri. Sembra che la Chiesa, in queste settimane che rappresentano i primi tempi della predicazione apostolica, abbia voluto ricordare così il ruolo predominante del discepolo della fede e di quello dell'amore in quella prima promulgazione della nuova alleanza che ebbe luogo dapprincipio in seno al popolo ebraico. Paolo infatti non era allora che Saulo il persecutore, e si mostrava come l'avversario più violento della parola che doveva portare più tardi con tanto splendore fino agli estremi confini del mondo. Se in seguito la sua conversione fece di lui un apostolo ardente e convinto per gli stessi Giudei, apparve tuttavia ben presto che la casa di Giacobbe non era, nel campo dell'apostolato, la parte della sua eredità (Gal 2,9). Dopo aver affermato pubblicamente la sua fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e confuso la sinagoga con l'autorità della sua testimonianza (At 9,20.22), lasciò che in silenzio giungesse la fine della tregua concessa a Giuda per accettare l'alleanza; attese nel ritiro (Gal 1,17-22) che il vicario dell'Uomo-Dio, il capo del collegio apostolico, desse il segnale per la chiamata dei Gentili, e aprisse egli stesso le porte della Chiesa ai nuovi figli di Abramo (At 10).
Israele ha ormai per troppo tempo abusato delle condiscendenze divine; si avvicina per l'ingrata Gerusalemme l'ora del ripudio (Is 50,1), e lo Sposo si è infine rivolto ai popoli stranieri. La parola spetta ora al Dottore delle genti, che la custodirà fino all'ultimo giorno; non tacerà più, fino a quando, ricondotta e innalzata a Dio la gentilità, l'abbia stabilita nella fede e nell'amore.
È ai Romani che si rivolgono oggi le istruzioni ispirate del grande Apostolo. La Chiesa infatti, nella lettura di quelle mirabili Epistole, osserverà l'ordine stesso della loro iscrizione nel canone delle Scritture: la lettera ai Romani, le due ai Corinti, quelle ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi passeranno l'una dopo l'altra sotto i nostri occhi. Sublime corrispondenza in cui l'anima di Paolo, rivelandosi interamente, dà nello stesso tempo il precetto e l'esempio dell'amore! "Vi prego - dice continuamente - siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo" (1Cor 4,16; 11,1).
La vita cristiana.
La santità, le sofferenze, e quindi la gloria del Signore Gesù, la sua vita che si prolunga nelle membra (2Cor 4,10-11), ecco per san Paolo la vita cristiana: semplice e sublime nozione, che riassume ai suoi occhi l'inizio, il progresso e il compimento dell'opera dello Spirito d'amore in ogni anima santificata. Lo vedremo in seguito sviluppare a lungo questa verità pratica, di cui si contenta oggi di porre la base nell'Epistola che la Chiesa ci fa leggere. Che cos'è infatti il battesimo, questo primo ingresso nella via che conduce al cielo, se non l'incorporazione del neofita all'Uomo-Dio una volta morto al peccato per vivere sempre in Dio Padre suo? Il Sabato santo, presso il sacro fonte, abbiamo compreso, con l'aiuto d'un analogo passo dell'Apostolo (Col 3,1-4) le divine realtà compiutesi sotto l'azione della misteriosa acqua. La santa Chiesa vi ritorna oggi solo per ricordare quel grande principio degli inizi della vita cristiana, e stabilirlo come un punto di partenza delle istruzioni che seguiranno. Se il primo atto della santificazione del fedele sepolto nel suo battesimo con Gesù Cristo ha per oggetto di rifarlo interamente, di crearlo di nuovo nell'Uomo-Dio (Ef 2,10), di innestare la sua nuova vita sulla vita stessa del Signore Gesù per produrne i frutti, non saremo affatto sorpresi che l'Apostolo rifiuti di tracciare ai cristiani altro metodo di contemplazione, altra regola di condotta che lo studio e l'imitazione del Salvatore. La perfezione dell'uomo (Col 1,28) alla sua ricompensa (ivi 2,10) risiedono in lui solo: secondo dunque la conoscenza che avete ricevuta da lui, camminate in lui (ivi, 6), poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (Gal 3,27). Il Dottore delle genti dice chiaramente che egli non conosce e non potrebbe predicare altra cosa (1Cor 2,2). Alla sua scuola, prendendo in noi i sentimenti che aveva Gesù Cristo (Fil 2,5), diventeremo altri Cristi, o piuttosto un solo Cristo con l'Uomo-Dio, mediante l'unione dei pensieri e la conformità delle virtù sotto l'impulso dello stesso Spirito santificatore.
VANGELO (Mc 8,1-9). - In quel tempo: Siccome la folla era molta, e non aveva da mangiare, Gesù chiamati a sé i discepoli, disse loro: Ho compassione di questo popolo, che già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. E se li rimando a casa digiuni, verranno meno per la via, essendo alcuni di loro venuti da lontano. E i suoi discepoli gli risposero: Come si potrebbe mai saziarli di pane qui in un deserto ? Domandò loro: Quanti pani avete? Risposero: sette. E ordinò alla gente di sedere per terra. E presi i sette pani, dopo aver rese le grazie, li spezzò e li diede ai suoi discepoli, perché li ponessero dinanzi alla folla; ed essi li posero. Avevano ancora pochi pesciolini; e quelli pure benedisse e fece distribuire. E mangiarono e furon sazi, e raccolsero degli avanzi sette sporte. Or quelli che avevano mangiato eran circa quattromila; e li licenziò.
"Il Signore ci chiama - diceva l'antico popolo uscendo dall'Egitto al seguito di Mosè; - noi andremo a tre giorni di strada nel deserto, per sacrificarvi al Signore Dio nostro" (Es 3,18). I discepoli di Gesù Cristo, nel nostro Vangelo, hanno anch'essi seguito il Maestro nel deserto e, dopo tre giorni, sono stati nutriti di un pane miracoloso che presagiva la vittima del grande Sacrificio raffigurato da quello d'Israele. Presto il presagio e la figura faranno posto, sull'altare che è dinanzi a noi, alla più sublime delle realtà. Lasciamo la terra di servitù, in cui ci trattenevano i nostri vizi; la chiamata misericordiosa del Signore è per noi quotidiana; stabiliamo per sempre le nostre anime dalle frivolezze mondane, nel ritiro d'un profondo raccoglimento. Preghiamo il Signore che si degni lui stesso di rafforzare i nostri passi nei sentieri di quel deserto interiore dove egli ci ascolterà sempre favorevolmente e moltiplicherà per noi le meraviglie della sua grazia.
PREGHIAMO
O Dio onnipotente, da cui procede tutto ciò che è buono, infondi nei nostri cuori l'amore per il tuo nome e legaci sempre di più a te, alimenta in noi il bene e custodiscilo paternamente.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 450-454.”



Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm
“16 LUGLIO COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.
Il monte Carmelo.
Coloro che hanno avuto la fortuna di compiere il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della Palestina, non dimenticheranno mai la visita al Monte Carmelo. Questa montagna, che domina di 170 mt. la città di Caifa e il Mediterraneo, è una delle più belle della Palestina, o almeno una delle più celebri, la cui incantevole posizione ha suscitato l'entusiasmo dell'Oriente e ispirato molti paragoni poetici della Scrittura.
Quando lo Sposo del Cantico dei Cantici vuole esprimere la bellezza della sua Sposa, non crede di poterla celebrare meglio se non dicendo che il suo capo è bello come il Carmelo: Caput tuum ut Carmelus. Quando Isaia vuole rappresentarci lo splendore e la maestà del futuro Messia, ce lo dipinge circondato dalla gloria del Libano e rivestito di tutte le bellezze del Carmelo: Gloria Libani data est ei, decor Carmeli et Saron. Di questo monte egli vuole ancora mostrarci la più alta stima quando aggiunge che la giustizia abiterà nella solitudine e che la santità regnerà sul Carmelo: Habitabit in solitudine iudicium, et iustitia in Carmelo sedebit.Infine Dio stesso per bocca d'un altro Profeta mette il colmo all'elogio chiamando il Carmelo sua terra e sua eredità: Terram meam, hereditatem meam, e a Gerusalemme egli fa questa promessa: "Nel giorno del mio amore, ti ho introdotta dall'Egitto nella terra del Carmelo", come se quel solo nome riassumesse ai suoi occhi tutti i beni di cui vuole arricchire il suo popolo, cioè la Chiesa e ciascuna delle anime nostre.
Il monte mariano.
Ma ciò che innalza ancor più la gloria di questa montagna è, insieme con il soggiorno che vi fece Elia e con la vittoria che egli vi riportò sui profeti di Baal, la celebre visione che ci viene descritta nel I Libro dei Re. Da lungo tempo la siccità desolava la terra d'Israele. Commosso dalle sofferenze del popolo, "Elia salì sulla vetta del Carmelo e, chinandosi verso terra, si mise il volto fra le ginocchia e disse al suo servo: Sali, e guarda dalla parte del mare. Il servo salì, e dopo aver guardato disse: Non vedo nulla. Ed Elia disse: Fallo per sette volte. La settima volta egli disse: Ecco che si leva dal mare una piccola nube, grande come la palma d'una mano d'uomo". E in poco tempo si oscurò il cielo, si levò il vento, e cadde una forte pioggia (18,42-45).
Tutti gli esegeti e i mistici hanno voluto vedere in quella "piccola nube, nubecula parvula" un'immagine profetica della Vergine Maria che, con l'Incarnazione, diede la vita e la fecondità al mondo. Il primo Responsorio del Mattutino per la festa dei santi del Carmelo dice anche esplicitamente: "Elia pregava sulla vetta del Carmelo, e sotto il simbolo d'una piccolissima nube, gli apparve l'insigne Vergine. Coloro a cui Elia si rivela in tal modo l'ameranno a causa di tutte le meraviglie che scoprirà loro questa visione". Difatti, la Chiesa ha approvato questa interpretazione aggiungendo ai gloriosi titoli della Ss. Vergine quello di Madonna del Monte Carmelo, e, in questo giorno, rivolge anche a tutti noi l'invito del profeta: "Sali e guarda".
L'Ordine del Carmelo.
Le Tradizioni dell'Ordine del Carmelo riferiscono che i solitari i quali vissero sul sacro monte, anche prima del cristianesimo, dedicarono un vero culto a colei che doveva generare il Messia. Ci assicurano che nel giorno della Pentecoste molti di essi ricevettero lo Spirito Santo, che avendo avuto in seguito il modo di gustare le conversazioni e la familiarità della Beata Vergine, le portarono una venerazione e un amore del tutto speciali, e infine che ebbero la gioia di dedicarle la prima cappella costruita in suo onore, nel punto stesso in cui Elia l'aveva vista un giorno sotto il simbolo della piccola nube. È dunque fin dalla nascita che il Carmelo si è rivolto verso la Ss. Vergine, e il vecchio libro intitolato "l'Istituzione dei primi monaci", anche attraverso inesattezze storiche, ci mostra l'Ordine dominato dalle due grandi figure che incarnano il suo ideale, ciascuna al suo posto: Elia e la Vergine Maria. Maria è per essi la pienezza raggiante della vita contemplativa, il modello del perfetto servizio reso al Signore e della completa sottomissione ai suoi voleri. Ed è appunto per affermare la loro devozione riguardo alla Vergine che i carmelitani vogliono essere chiamati i "Fratelli della Vergine".
Lo scapolare.
Fu appunto Lei che, verso la metà del XIII secolo, diede a san Simone Stok, priore generale dell'Ordine dei Carmelitani, il santo scapolare come pegno del suo amore e della sua protezione per tutti coloro che ne fossero stati rivestiti. Volle pure assicurarlo che "chiunque fosse morto con quell'abito non avrebbe sofferto le fiamme eterne". E, nel secolo seguente, Ella si degnava mostrarsi a Giacomo Euze, il futuro Giovanni XXII, per annunciargli la sua prossima elevazione al Sommo Pontificato e chiedergli di promulgare il privilegio di una pronta liberazione dal purgatorio, che aveva ottenuta dal suo divin Figliolo per i figli del Carmelo: "Io, loro Madre - gli diceva - discenderò ad essi per grazia il Sabato seguente alla loro morte, e tutti quelli che troverò nel purgatorio li libererò e li condurrò al monte della vita eterna".
L'autorità dei Sommi Pontefici rese presto tali ricchezze spirituali accessibili a tutti i fedeli con l'Istituzione della Confraternita del Santo Scapolare che fa entrare i suoi membri a partecipare ai meriti e ai privilegi di tutto l'Ordine dei Carmelitani. Vi sono senza dubbio pochi buoni cristiani al giorno d'oggi che non siano rivestiti di questo scapolare o che non portino la medaglia detta del "Monte Carmelo", e appunto per questo la festa odierna non è soltanto quella di un'insigne famiglia religiosa, ma anche quella di tutta la Chiesa cattolica, poiché essa è interamente debitrice alla Vergine del Carmelo di innumerevoli benefici e di una continua protezione [1].
La mistica nube.
Regina del Carmelo, gradisci i voti della Chiesa della terra che oggi ti dedica i suoi canti. Quando il mondo gemeva nell'angoscia di un'attesa senza fine, tu eri già la sua speranza. Ancora incapace di penetrare le tue grandezze, esso si compiaceva tuttavia, sotto quel regno delle figure, di prepararti i più sublimi simboli; la gratitudine anticipata soccorreva in esso l'ammirazione per formarvi come un'aureola sovrumana di tutte le nozioni di bellezza, di forza e di grazia che gli suggeriva la vista dei luoghi più incantevoli, delle pianure in fiore, delle cime boscose, delle feconde valli e soprattutto di quel Carmelo il cui nome significa giardino di Dio. Sulla vetta i nostri padri, i quali sapevano che la Sapienza ha il suo trono nella nube (Eccli 24,7), affrettarono con i loro ardenti desideri l'arrivo del segno salvatore (ivi 43,24); è qui che alle loro preghiere fu finalmente concesso ciò che la Scrittura chiama la scienza perfetta, ciò che essa designa come la conoscenza delle grandi strade delle nubi (Gb 37,16). E quando Colui che fa il suo carro (Sal 103,3) e il suo palazzo (1Re 8,12) dell'oscurità della nube, si fu manifestato mediante essa in avvenire meno distante all'occhio esperto del padre dei Profeti, si videro i più santi personaggi dell'umanità riunirsi in una eletta schiera nella solitudine del monte benedetto, come un giorno Israele nel deserto, per osservare i minimi movimenti della nube misteriosa (Nm 9,15-23), e ricevere da essa la loro unica direzione nei sentieri di questa vita, la loro unica luce nella lunga notte dell'attesa (Sal 104,39).
O Maria, che fin d'allora presiedevi così alle vigilie dell'esercito del Signore, che non mancasti loro nemmeno per un giorno (Es 13,22): da quando nella pienezza della verità Dio è disceso per tuo mezzo (ivi 34,5), non è più soltanto il paese della Giudea, ma tutta la terra, che tu copri come una nube che effonde l'abbondanza e le benedizioni (Eccli 24,6). I figli dei Profeti ne fecero la felice esperienza quando, divenuta infedele la terra delle promesse, dovettero pensare un giorno a trapiantare sotto altri cieli i loro costumi e le loro tradizioni; costatarono allora che perfino nel nostro Occidente la nube del Carmelo aveva versato la sua rugiada fecondatrice, e che dovunque avevano acquistato la sua protezione. Questa festa, o Madre divina, è l'autentico monumento della loro gratitudine, accresciuta ancora dai nuovi benefici con i quali la tua munificenza accompagnò quell'altro esodo degli ultimi resti d'Israele. E noi, figli della vecchia Europa, facciamo giustamente eco all'espressione della loro santa letizia; poiché, da quando le loro tende si sono posate attorno ai colli dove su Pietro è costruita la nuova Sion, la nube ha lasciato cadere da ogni parte piogge più che mai preziose (Ez 34,26), ricacciando nell'abisso le fiamme eterne e spegnendo i fuochi della dimora dell'espiazione.
Preghiera per l'Ordine del Carmelo.
Mentre dunque noi uniamo la nostra gratitudine alla loro, degnati o Madre della divina grazia, di assolvere verso di essi il debito della nostra gratitudine. Proteggili sempre. Custodiscili nei nostri infelici tempi. Che non solo il vecchio tronco conservi la vita nelle sue profonde radici, ma che anche i suoi venerabili rami salutino senza posa l'accedere di nuove branche che portino come i loro antenati, o Maria, i fiori e i frutti che piacciono a te. Mantieni nel cuore dei figli lo spirito di raccoglimento e di divina contemplazione che fu quello dei loro padri all'ombra della nube; fa' che anche le loro sorelle restino fedeli alle tradizioni di tante nobili anime che le precedettero, sotto tutti i cieli dove lo Spirito le ha moltiplicate per scongiurare l'uragano e attirare le benedizioni che discendono dalla nube misteriosa. Possano gli austeri profumi della sacra montagna continuare a purificare intorno ad essa l'aria corrotta da tanti miasmi; possa il Carmelo offrire sempre allo Sposo quelle anime virginee, quei cuori così puri, quei fiori così belli di cui Egli si compiace circondarsi nel giardino di Dio.
[1] Cfr. P. Melchior de sainte Marie, in Dict. d'Hist. et de Georg. ecclés., XI, 1949, art. Carmel. c. 1095.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 860-864.”





16 luglio (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_luglio/16-luglio.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_luglio/16-luglio.htm
“IL SANGUE DEL SACRIFICIO
16° GIORNO
MEDITAZIONE
Una religione, vera o falsa che sia, ha come elemento essenziale il sacrificio. Con esso non solo si adora Dio, ma si impetrano perdono e grazie, si espia la colpa, si ringrazia per i doni ricevuti. Dio stesso li chiedeva al popolo eletto. Ma che valore potevano avere essi? Forse il sangue degli animali, di per sé, placava Dio e purificava l'uomo? «Non c'è liberazione, dice l'Apostolo, non alleanza, non espiazione, se non nel Sangue dell'Agnello, ucciso dall'origine del mondo». Cioè quei sacrifici avevano un valore puramente simbolico e preludevano al Sacrificio di Cristo. Per trovare il vero, unico e definitivo Sacrificio, dobbiamo andare sul Calvario, dove Gesù, pur coperto dei nostri peccati, è il Sacerdote santo ed innocente e nello stesso tempo è la Vittima immacolata gradita a Dio. Ed ora sorvoliamo col pensiero i secoli e dal Calvario passiamo all'Altare. Su di esso, come sul Calvario, si abbassa il Cielo, perché dall'Altare scaturisce come dal Calvario il fiume della Redenzione. La Croce è sul Calvario, la Croce è sull'Altare; la stessa Vittima del Calvario è sull'Altare; lo stesso Sangue zampilla dalle sue vene; per lo stesso fine - la gloria di Dio e la redenzione dell'umanità - Gesù si immolò sul Calvario e si immola sull'Altare. Presso l'Altare, come presso la Croce, c'è la Madre di Gesù, ci sono i grandi santi, ci sono i penitenti che si percuotono il petto; presso l'Altare, come ai piedi della Croce, ci sono i carnefici, i bestemmiatori, gli increduli, gli indifferenti. Non vacilli la tua fede, se al posto di Gesù, sull'Altare, vedi un uomo come te. Il sacerdote ha ricevuto il mandato da Gesù Cristo di fare ciò ch'Egli fece nel Cenacolo. Non vacilli la tua fede, se non vedi la Carne e il Sangue di Cristo, ma solo il pane e il vino: dopo le parole della consacrazione, il pane e il vino mutano sostanza come la mutarono alle parole di Gesù. Pensa invece che la S. Messa è un «Ponte sul Mondo» perché unisce la terra al Cielo; pensa che i Tabernacoli sono i parafulmini della Giustizia Divina. Guai se dovesse venire il giorno in cui non si offrirà più a Dio il sacrificio della messa. Sarebbe l'ultimo del mondo!
ESEMPIO
A Ferrara, nella chiesetta di S. Maria in Vado, nella Pasqua del 1171, un sacerdote mentre celebrava la S. Messa, fu assalito da forti dubbi sulla reale presenza di Gesù Cristo nell'Eucaristia. Dopo l'elevazione, quand'egli spezzò l'Ostia consacrata, ne uscì sangue con tanta veemenza che ne rimasero spruzzate le pareti e la volta. La fama di tanto prodigio si sparse per tutto il mondo e la pietà dei fedeli eresse una grandiosa basilica che racchiude intatte le pareti e la volta del piccolo tempio, sulle quali ancora oggi, circondate da tanti anellini d'oro, si possono vedere chiaramente le gocce del Sangue Prodigioso. Il Tempio è officiato dai Missionari del Prez.mo Sangue ed è mèta di tante anime devote. Quanti pretesti oggi per non ascoltare la S. Messa, neppure nelle feste di precetto! Quante volte la Messa festiva diventa l'ora degli appuntamenti, della ostentazione dei propri abiti e delle più immodeste acconciature! Si direbbe proprio che in certa gente si sia spenta del tutto la fede!
Fioretto - Cerchiamo di non mancare mai alla S. Messa nei giorni festivi e di assistervi colla maggior devozione possibile.
Giaculatoria - O Gesù, eterno Sacerdote, intercedi per noi presso il tuo Divin Padre, nel S. Sacrificio del tuo Corpo e del tuo Sangue. (S. Gaspare).”
http://www.stellamatutina.eu/16-giugno-il-sangue-del-sacrificio/
16° giorno: Il sangue del sacrificio (http://www.stellamatutina.eu/16-giugno-il-sangue-del-sacrificio/)




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
16-07-18, 19:56
16 LUGLIO 2018: SOLENNITA' DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, LA MADONNA DEL CARMINE; sedicesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«16 LUGLIO COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.»
Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it/)
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/07/commemorazione-della-beata-vergine.html?m=1
"lunedì 16 luglio 2018
Commemorazione della beata Vergine Maria del monte Carmelo.
Il monte Carmelo fu sede di eremiti, emuli del profeta Elia, fin da prima del Cristianesimo. Lo stesso Elia su quel monte ricevette una "apparizione" della Vergine in quella nuvoletta che si levava dal mare (Cfr. 1Re, 18, 42-45). Sempre nello spirito del Profeta Elia e sotto il Patrocinio della medesima Vergine vissero su quella vetta monaci cristiani, probabilmente maroniti che seguivano la regola di san Basilio. A questi nel secolo XII, si unirono anche dei Latini, i quali diedero vita all'Ordine dei Fratelli di Santa Maria del Carmelo (i Carmelitani), che poi si diffusero per tutta la Cristianità. La data del 16 luglio è legata all'apparizione della Vergine a san Simone Stock, generale dell'Ordine, e alla istituzione del Sacro Scapolare. Nel 1316 la Vergine del Carmine apparve pure a Papa Giovanni XXII chiedendogli la pubblicazione del privilegio sabatino, cioè che Ella libererà certamente dal Purgatorio, nel primo sabato dopo la loro morte, quei fedeli ornati dello Scapolare e zelatori della devozione mariana. La festa, prima solamente dei Carmelitani, fu introdotta nel Messale Romano per tutta la Chiesa da Benedetto XIII nel 1726.

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PROPRIUM MISSAE
Ex Proprio Dioecesis Patriarchalis Hierosolymilitane

INTROITUS
Cant 3,1.- Quam pulchri sunt gressus tui, filia Principis! Favus distillans labia tua, et odor vestimentorum tuorum sicut odor thuris. ~~ Ps 97,1.- Cantate Domino canticum novum: quia mirabilia fecit. ~~ Glória ~~ Quam pulchri sunt gressus tui, filia Principis! Favus distillans labia tua, et odor vestimentorum tuorum sicut odor thuris.

Cant 3,1.- Come son belli i tuoi passi, o figlia di principe! Le tue labbra sono come un favo stillante e i tuoi vestiti profumano d’incenso. ~~ Ps 97,1.- Cantate al Signore un canto nuovo: Egli ha compiuto meraviglie. ~~ Gloria ~~ Come son belli i tuoi passi, o figlia di principe! Le tue labbra sono come un favo stillante e i tuoi vestiti profumano d’incenso.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beatíssimæ semper Vírginis et Genetrícis tuæ Maríæ singulári título Carméli órdinem decorásti: concéde propítius; ut, cujus hódie Commemoratiónem sollémni celebrámus offício, ejus muníti præsídiis, ad gáudia sempitérna perveníre mereámur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che onorasti l'ordine del Carmelo col singolare nome della beatissima sempre Vergine e Madre tua Maria; concedici benigno che sostenuti dalla protezione di Colei, della quale celebriamo oggi la solenne commemorazione, meritiamo di pervenire alle gioie eterne: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
III Reg. 18, 42-45
Elias autem ascendit in verticem Carmeli, et pronus in terram posuit faciem suam inter genua sua, et dixit ad puerum suum: Ascende, et prospice contra mare. Qui cum ascendisset, et contemplatus esset, ait: Non est quidquam. Et rursum ait illi: Revertere septem vicibus. In septima autem vice, ecce nubecula parva quasi vestigium hominis ascendebat de mari. Qui ait: Ascende, et dic Achab: Junge currum tuum et descende, ne occupet te pluvia. Cumque se verteret huc atque illuc, ecce cæli contenebrati sunt, et nubes, et ventus, et facta est pluvia grandis.

Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andò, guardò e disse. «Non c'è nulla!». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvoletta, come una mano d'uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Va' a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto.

GRADUALE
Judith 15,10
Tu gloria Ierusalem, tu laetitia Israel, tu honorificentia populi nostri.
Cant 7,5
Caput tuum ut Carmelus; et comes capitis tui, sicut purpura regis tincta canalibus.

Tu sei la gloria di Gerusalemme, le letizia di Israele, il vanto della nostra stirpe.
V. Il tuo capo è come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come porpora regale tinta nei canali.

ALLELUIA
Allelúja, allelúja.
Is 35,2
Gloria Libani data est ei; decor Carmeli et Saron. Allelúja.

Alleluia, alleluia.
Le è stata data la gloria del Libano, la beltà del Carmelo e del Saron. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Ioannem
Joan 19:25-27
In illo témpore: Stabant autem juxta crucem Jesu mater ejus, et soror matris ejus, Maria Cleophæ, et Maria Magdalene. Cum vidisset ergo Jesus matrem, et discipulum stantem, quem diligebat, dicit matri suæ: Mulier, ecce filius tuus. Deinde dicit discipulo: Ecce mater tua. Et ex illa hora accepit eam discipulus in sua.

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Credo

OFFERTORIUM
Ezech 46, 1
Porta atrii interioris, quae respicit ad orientem, erit clausa sex diebus; die autem Sabbati aperietur.

l portico dell'atrio interno che guarda a oriente rimarrà chiuso per sei giorni; sarà aperto il sabato

SECRETA
Tua nos, Domine, abundantia pietatis indulgeat; ut per sacra munera quae tibi reverenter offerimus, gratum beatissimae Filii tui Matri famulatum exercere valeamus. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ci favorisca, Signore, l’abbondanza della tua pietà onde, per questi santi doni che ti offriamo con reverenza, possiamo rendere un gradito servizio alla beatissima Madre del Figlio tuo. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Commemoratione beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Commemorazione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Jer 2,7
Induxi vos in terram Carmeli, ut comederitis fructum ejus et optima illius

Io vi ho condotti nella terra del Carmelo, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Laeta nos, Domine, quaesumus, beatissimae Virginis Matris tuae solemnis commemoratio semper excipiat; quae iucunditatem nobis suae protectionis, et pacis securitatem infundat, et tibi nos reddat acceptos: Qui cum Patre et Spiritu Sancto vivis et regnas Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen

Preghiamo
Ci allieti sempre, o Signore, la solenne commemorazione della beatissima Vergine Maria: essa ci infonda la giocondità della sua protezione e la sicurezza della pace e ci renda accetti a Te che sei Dio e vivi e regni col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen."


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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“Scapolare per i terziari della Beata Vergine Maria Santissima del Monte Carmelo (antica osservanza).”
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Madonna del Carmelo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/madonna-del-carmelo/)
http://www.sodalitium.biz/madonna-del-carmelo/
«16 luglio, Madonna del Carmelo.
O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d’illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell’amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l’eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/madonna-carmelo-1-228x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/madonna-carmelo-1-228x300.jpg



http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




Santa Messa domenicale celebrata l’anno scorso, il 16 luglio 2017, da Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B., ospite di Don Floriano Abrahamowicz a Paese (Tv), nel giorno della festa della Madonna del Carmine:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
VI domenica dopo Pentecoste, memoria B.V. del Carmine.
https://www.youtube.com/watch?v=iGNN-BEgt3A
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/2018/07/la-madonna-del-carmelo-che-promette-la-salvezza-a-chiunque-si-fara-suo/
"La Madonna del Carmelo, che promette la salvezza a chiunque si farà «suo» di Cristina Siccardi.
Il 16 luglio ricorre una festa mariana molto importante nella Tradizione della Chiesa: la Madonna del Carmelo, una delle devozioni più antiche e più amate dalla cristianità, legata alla storia e ai valori spirituali dell’Ordine dei frati della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (Carmelitani). La festa liturgica fu istituita per commemorare l’apparizione del 16 luglio 1251 a san Simone Stock, all’epoca priore generale dell’ordine carmelitano, durante la quale la Madonna gli consegnò uno scapolare (dal latino scapula, spalla) in tessuto, rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto.
Nel Primo Libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia, che raccolse una comunità di uomini proprio sul monte Carmelo (in aramaico «giardino»), operò in difesa della purezza della fede in Dio, vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Baal. Qui, in seguito, si stabilirono delle comunità monastiche cristiane. I crociati, nell’XI secolo, trovarono in questo luogo dei religiosi, probabilmente di rito maronita, che si definivano eredi dei discepoli del profeta Elia e seguivano la regola di san Basilio. Nel 1154 circa si ritirò sul monte il nobile francese Bertoldo, giunto in Palestina con il cugino Aimerio di Limoges, patriarca di Antiochia, e venne deciso di riunire gli eremiti a vita cenobitica. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo acquisì, in tal modo, i suoi due elementi caratterizzanti: il riferimento ad Elia ed il legame a Maria Santissima.
Il Monte Carmelo, dove la Tradizione afferma che la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa, che si trova nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin. Fra il 1207 e il 1209, il patriarca latino di Gerusalemme (che allora aveva sede a San Giovanni d’Acri), Alberto di Vercelli, redasse per gli eremiti del Monte Carmelo i primi statuti (la cosiddetta regola primitiva o formula vitae). I Carmelitani non hanno mai riconosciuto a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica.
La regola, che prescriveva veglie notturne, digiuno, astinenza rigorosi, la pratica della povertà e del silenzio, venne approvata il 30 gennaio 1226 da papa Onorio III con la bolla Ut vivendi normam. A causa delle incursioni dei saraceni, intorno al 1235, i frati dovettero abbandonare l’Oriente per stabilirsi in Europa e il loro primo convento trovò dimora a Messina, in località Ritiro. Le notizie sulla vita di san Simone Stock (Aylesford, 1165 circa – Bordeaux, 16 maggio 1265) sono scarse. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, maturò la decisione di entrare fra i Carmelitani e, completati gli studi a Roma, venne ordinato sacerdote. Intorno al 1247, quando aveva già 82 anni, venne scelto come sesto priore generale dell’Ordine. Si adoperò per riformare la regola dei Carmelitani, facendone un ordine mendicante: papa Innocenzo IV, nel 1251, approvò la nuova regola e garantì all’Ordine anche la particolare protezione da parte della Santa Sede.
Proprio a san Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli, la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo». La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta.
Fonte: www.iltimone.org, 7/07/2014."
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www.sursumcorda.cloud
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Sisenàndo, Levita e Martire, il quale, per la fede di Cristo, fu scannato dai Saracèni. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Levita e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Sisenàndo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“16 luglio, Madonna del Carmine e Scapolare.”
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/1097-16-luglio-madonna-del-carmine-e-scapolare.html
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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“16 LUGLIO 2018: COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.”

“Il 16 luglio 1212 a Las Navas de Tolosa l’esercito crociato, munito della benedizione e delle indulgenze di Innocenzo III, sotto il comando di Alfonso VIII di Castiglia, Pietro II di Aragona e Sancho VII di Navarra, trionfa dell’armata del Califfo Muhammad al-Nasir.”
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“16 luglio: festa liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo o anche del Carmine, istituita per commemorare l'apparizione della Madre di Dio al beato inglese Simone Stock (16 luglio 1251), che ricevette uno scapolare e la rivelazione di privilegi connessi alla sua devozione, tra cui la promessa del Paradiso: https://bit.ly/2JqmQvh ”
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“Il 16 luglio è la Festa della Madonna del Carmine, donatrice dello Scapolare marrone per mezzo del Beato Simone Stock.
Giovanni Battista Carlone o Domenico Fiasella, Madonna del Carmine e i Santi Giuliano e Basilissa. (1644 ca.)”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/37184669_2202286216467702_5533631118227537920_n.jp g?_nc_cat=0&oh=472c79abafd01e750fd3100cd0fe2ebe&oe=5BE2D27A


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“PREGHIERA PER LE ANIME PURGANTI ALLA MADONNA DEL CARMINE.”
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Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm
“16 LUGLIO COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.
Il monte Carmelo.
Coloro che hanno avuto la fortuna di compiere il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della Palestina, non dimenticheranno mai la visita al Monte Carmelo. Questa montagna, che domina di 170 mt. la città di Caifa e il Mediterraneo, è una delle più belle della Palestina, o almeno una delle più celebri, la cui incantevole posizione ha suscitato l'entusiasmo dell'Oriente e ispirato molti paragoni poetici della Scrittura.
Quando lo Sposo del Cantico dei Cantici vuole esprimere la bellezza della sua Sposa, non crede di poterla celebrare meglio se non dicendo che il suo capo è bello come il Carmelo: Caput tuum ut Carmelus. Quando Isaia vuole rappresentarci lo splendore e la maestà del futuro Messia, ce lo dipinge circondato dalla gloria del Libano e rivestito di tutte le bellezze del Carmelo: Gloria Libani data est ei, decor Carmeli et Saron. Di questo monte egli vuole ancora mostrarci la più alta stima quando aggiunge che la giustizia abiterà nella solitudine e che la santità regnerà sul Carmelo: Habitabit in solitudine iudicium, et iustitia in Carmelo sedebit.Infine Dio stesso per bocca d'un altro Profeta mette il colmo all'elogio chiamando il Carmelo sua terra e sua eredità: Terram meam, hereditatem meam, e a Gerusalemme egli fa questa promessa: "Nel giorno del mio amore, ti ho introdotta dall'Egitto nella terra del Carmelo", come se quel solo nome riassumesse ai suoi occhi tutti i beni di cui vuole arricchire il suo popolo, cioè la Chiesa e ciascuna delle anime nostre.
Il monte mariano.
Ma ciò che innalza ancor più la gloria di questa montagna è, insieme con il soggiorno che vi fece Elia e con la vittoria che egli vi riportò sui profeti di Baal, la celebre visione che ci viene descritta nel I Libro dei Re. Da lungo tempo la siccità desolava la terra d'Israele. Commosso dalle sofferenze del popolo, "Elia salì sulla vetta del Carmelo e, chinandosi verso terra, si mise il volto fra le ginocchia e disse al suo servo: Sali, e guarda dalla parte del mare. Il servo salì, e dopo aver guardato disse: Non vedo nulla. Ed Elia disse: Fallo per sette volte. La settima volta egli disse: Ecco che si leva dal mare una piccola nube, grande come la palma d'una mano d'uomo". E in poco tempo si oscurò il cielo, si levò il vento, e cadde una forte pioggia (18,42-45).
Tutti gli esegeti e i mistici hanno voluto vedere in quella "piccola nube, nubecula parvula" un'immagine profetica della Vergine Maria che, con l'Incarnazione, diede la vita e la fecondità al mondo. Il primo Responsorio del Mattutino per la festa dei santi del Carmelo dice anche esplicitamente: "Elia pregava sulla vetta del Carmelo, e sotto il simbolo d'una piccolissima nube, gli apparve l'insigne Vergine. Coloro a cui Elia si rivela in tal modo l'ameranno a causa di tutte le meraviglie che scoprirà loro questa visione". Difatti, la Chiesa ha approvato questa interpretazione aggiungendo ai gloriosi titoli della Ss. Vergine quello di Madonna del Monte Carmelo, e, in questo giorno, rivolge anche a tutti noi l'invito del profeta: "Sali e guarda".
L'Ordine del Carmelo.
Le Tradizioni dell'Ordine del Carmelo riferiscono che i solitari i quali vissero sul sacro monte, anche prima del cristianesimo, dedicarono un vero culto a colei che doveva generare il Messia. Ci assicurano che nel giorno della Pentecoste molti di essi ricevettero lo Spirito Santo, che avendo avuto in seguito il modo di gustare le conversazioni e la familiarità della Beata Vergine, le portarono una venerazione e un amore del tutto speciali, e infine che ebbero la gioia di dedicarle la prima cappella costruita in suo onore, nel punto stesso in cui Elia l'aveva vista un giorno sotto il simbolo della piccola nube. È dunque fin dalla nascita che il Carmelo si è rivolto verso la Ss. Vergine, e il vecchio libro intitolato "l'Istituzione dei primi monaci", anche attraverso inesattezze storiche, ci mostra l'Ordine dominato dalle due grandi figure che incarnano il suo ideale, ciascuna al suo posto: Elia e la Vergine Maria. Maria è per essi la pienezza raggiante della vita contemplativa, il modello del perfetto servizio reso al Signore e della completa sottomissione ai suoi voleri. Ed è appunto per affermare la loro devozione riguardo alla Vergine che i carmelitani vogliono essere chiamati i "Fratelli della Vergine".
Lo scapolare.
Fu appunto Lei che, verso la metà del XIII secolo, diede a san Simone Stok, priore generale dell'Ordine dei Carmelitani, il santo scapolare come pegno del suo amore e della sua protezione per tutti coloro che ne fossero stati rivestiti. Volle pure assicurarlo che "chiunque fosse morto con quell'abito non avrebbe sofferto le fiamme eterne". E, nel secolo seguente, Ella si degnava mostrarsi a Giacomo Euze, il futuro Giovanni XXII, per annunciargli la sua prossima elevazione al Sommo Pontificato e chiedergli di promulgare il privilegio di una pronta liberazione dal purgatorio, che aveva ottenuta dal suo divin Figliolo per i figli del Carmelo: "Io, loro Madre - gli diceva - discenderò ad essi per grazia il Sabato seguente alla loro morte, e tutti quelli che troverò nel purgatorio li libererò e li condurrò al monte della vita eterna".
L'autorità dei Sommi Pontefici rese presto tali ricchezze spirituali accessibili a tutti i fedeli con l'Istituzione della Confraternita del Santo Scapolare che fa entrare i suoi membri a partecipare ai meriti e ai privilegi di tutto l'Ordine dei Carmelitani. Vi sono senza dubbio pochi buoni cristiani al giorno d'oggi che non siano rivestiti di questo scapolare o che non portino la medaglia detta del "Monte Carmelo", e appunto per questo la festa odierna non è soltanto quella di un'insigne famiglia religiosa, ma anche quella di tutta la Chiesa cattolica, poiché essa è interamente debitrice alla Vergine del Carmelo di innumerevoli benefici e di una continua protezione [1].
La mistica nube.
Regina del Carmelo, gradisci i voti della Chiesa della terra che oggi ti dedica i suoi canti. Quando il mondo gemeva nell'angoscia di un'attesa senza fine, tu eri già la sua speranza. Ancora incapace di penetrare le tue grandezze, esso si compiaceva tuttavia, sotto quel regno delle figure, di prepararti i più sublimi simboli; la gratitudine anticipata soccorreva in esso l'ammirazione per formarvi come un'aureola sovrumana di tutte le nozioni di bellezza, di forza e di grazia che gli suggeriva la vista dei luoghi più incantevoli, delle pianure in fiore, delle cime boscose, delle feconde valli e soprattutto di quel Carmelo il cui nome significa giardino di Dio. Sulla vetta i nostri padri, i quali sapevano che la Sapienza ha il suo trono nella nube (Eccli 24,7), affrettarono con i loro ardenti desideri l'arrivo del segno salvatore (ivi 43,24); è qui che alle loro preghiere fu finalmente concesso ciò che la Scrittura chiama la scienza perfetta, ciò che essa designa come la conoscenza delle grandi strade delle nubi (Gb 37,16). E quando Colui che fa il suo carro (Sal 103,3) e il suo palazzo (1Re 8,12) dell'oscurità della nube, si fu manifestato mediante essa in avvenire meno distante all'occhio esperto del padre dei Profeti, si videro i più santi personaggi dell'umanità riunirsi in una eletta schiera nella solitudine del monte benedetto, come un giorno Israele nel deserto, per osservare i minimi movimenti della nube misteriosa (Nm 9,15-23), e ricevere da essa la loro unica direzione nei sentieri di questa vita, la loro unica luce nella lunga notte dell'attesa (Sal 104,39).
O Maria, che fin d'allora presiedevi così alle vigilie dell'esercito del Signore, che non mancasti loro nemmeno per un giorno (Es 13,22): da quando nella pienezza della verità Dio è disceso per tuo mezzo (ivi 34,5), non è più soltanto il paese della Giudea, ma tutta la terra, che tu copri come una nube che effonde l'abbondanza e le benedizioni (Eccli 24,6). I figli dei Profeti ne fecero la felice esperienza quando, divenuta infedele la terra delle promesse, dovettero pensare un giorno a trapiantare sotto altri cieli i loro costumi e le loro tradizioni; costatarono allora che perfino nel nostro Occidente la nube del Carmelo aveva versato la sua rugiada fecondatrice, e che dovunque avevano acquistato la sua protezione. Questa festa, o Madre divina, è l'autentico monumento della loro gratitudine, accresciuta ancora dai nuovi benefici con i quali la tua munificenza accompagnò quell'altro esodo degli ultimi resti d'Israele. E noi, figli della vecchia Europa, facciamo giustamente eco all'espressione della loro santa letizia; poiché, da quando le loro tende si sono posate attorno ai colli dove su Pietro è costruita la nuova Sion, la nube ha lasciato cadere da ogni parte piogge più che mai preziose (Ez 34,26), ricacciando nell'abisso le fiamme eterne e spegnendo i fuochi della dimora dell'espiazione.
Preghiera per l'Ordine del Carmelo.
Mentre dunque noi uniamo la nostra gratitudine alla loro, degnati o Madre della divina grazia, di assolvere verso di essi il debito della nostra gratitudine. Proteggili sempre. Custodiscili nei nostri infelici tempi. Che non solo il vecchio tronco conservi la vita nelle sue profonde radici, ma che anche i suoi venerabili rami salutino senza posa l'accedere di nuove branche che portino come i loro antenati, o Maria, i fiori e i frutti che piacciono a te. Mantieni nel cuore dei figli lo spirito di raccoglimento e di divina contemplazione che fu quello dei loro padri all'ombra della nube; fa' che anche le loro sorelle restino fedeli alle tradizioni di tante nobili anime che le precedettero, sotto tutti i cieli dove lo Spirito le ha moltiplicate per scongiurare l'uragano e attirare le benedizioni che discendono dalla nube misteriosa. Possano gli austeri profumi della sacra montagna continuare a purificare intorno ad essa l'aria corrotta da tanti miasmi; possa il Carmelo offrire sempre allo Sposo quelle anime virginee, quei cuori così puri, quei fiori così belli di cui Egli si compiace circondarsi nel giardino di Dio.
[1] Cfr. P. Melchior de sainte Marie, in Dict. d'Hist. et de Georg. ecclés., XI, 1949, art. Carmel. c. 1095.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 860-864.”




16 luglio (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_luglio/16-luglio.htm)
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“IL SANGUE DEL SACRIFICIO 16° GIORNO MEDITAZIONE.
Una religione, vera o falsa che sia, ha come elemento essenziale il sacrificio. Con esso non solo si adora Dio, ma si impetrano perdono e grazie, si espia la colpa, si ringrazia per i doni ricevuti. Dio stesso li chiedeva al popolo eletto. Ma che valore potevano avere essi? Forse il sangue degli animali, di per sé, placava Dio e purificava l'uomo? «Non c'è liberazione, dice l'Apostolo, non alleanza, non espiazione, se non nel Sangue dell'Agnello, ucciso dall'origine del mondo». Cioè quei sacrifici avevano un valore puramente simbolico e preludevano al Sacrificio di Cristo. Per trovare il vero, unico e definitivo Sacrificio, dobbiamo andare sul Calvario, dove Gesù, pur coperto dei nostri peccati, è il Sacerdote santo ed innocente e nello stesso tempo è la Vittima immacolata gradita a Dio. Ed ora sorvoliamo col pensiero i secoli e dal Calvario passiamo all'Altare. Su di esso, come sul Calvario, si abbassa il Cielo, perché dall'Altare scaturisce come dal Calvario il fiume della Redenzione. La Croce è sul Calvario, la Croce è sull'Altare; la stessa Vittima del Calvario è sull'Altare; lo stesso Sangue zampilla dalle sue vene; per lo stesso fine - la gloria di Dio e la redenzione dell'umanità - Gesù si immolò sul Calvario e si immola sull'Altare. Presso l'Altare, come presso la Croce, c'è la Madre di Gesù, ci sono i grandi santi, ci sono i penitenti che si percuotono il petto; presso l'Altare, come ai piedi della Croce, ci sono i carnefici, i bestemmiatori, gli increduli, gli indifferenti. Non vacilli la tua fede, se al posto di Gesù, sull'Altare, vedi un uomo come te. Il sacerdote ha ricevuto il mandato da Gesù Cristo di fare ciò ch'Egli fece nel Cenacolo. Non vacilli la tua fede, se non vedi la Carne e il Sangue di Cristo, ma solo il pane e il vino: dopo le parole della consacrazione, il pane e il vino mutano sostanza come la mutarono alle parole di Gesù. Pensa invece che la S. Messa è un «Ponte sul Mondo» perché unisce la terra al Cielo; pensa che i Tabernacoli sono i parafulmini della Giustizia Divina. Guai se dovesse venire il giorno in cui non si offrirà più a Dio il sacrificio della messa. Sarebbe l'ultimo del mondo!
ESEMPIO
A Ferrara, nella chiesetta di S. Maria in Vado, nella Pasqua del 1171, un sacerdote mentre celebrava la S. Messa, fu assalito da forti dubbi sulla reale presenza di Gesù Cristo nell'Eucaristia. Dopo l'elevazione, quand'egli spezzò l'Ostia consacrata, ne uscì sangue con tanta veemenza che ne rimasero spruzzate le pareti e la volta. La fama di tanto prodigio si sparse per tutto il mondo e la pietà dei fedeli eresse una grandiosa basilica che racchiude intatte le pareti e la volta del piccolo tempio, sulle quali ancora oggi, circondate da tanti anellini d'oro, si possono vedere chiaramente le gocce del Sangue Prodigioso. Il Tempio è officiato dai Missionari del Prez.mo Sangue ed è mèta di tante anime devote. Quanti pretesti oggi per non ascoltare la S. Messa, neppure nelle feste di precetto! Quante volte la Messa festiva diventa l'ora degli appuntamenti, della ostentazione dei propri abiti e delle più immodeste acconciature! Si direbbe proprio che in certa gente si sia spenta del tutto la fede!
Fioretto - Cerchiamo di non mancare mai alla S. Messa nei giorni festivi e di assistervi colla maggior devozione possibile.
Giaculatoria - O Gesù, eterno Sacerdote, intercedi per noi presso il tuo Divin Padre, nel S. Sacrificio del tuo Corpo e del tuo Sangue. (S. Gaspare).”

"16° giorno: Il sangue del sacrificio."
16° giorno: Il sangue del sacrificio (http://www.stellamatutina.eu/16-giugno-il-sangue-del-sacrificio/)
http://www.stellamatutina.eu/16-giugno-il-sangue-del-sacrificio/




“UDINE - Chiesa della Beata Vergine del Carmine.
https://www.youtube.com/watch?v=mtCE2jbFP7g
Breve presentazione delle bellezze barocche della chesa della Beata Vergine del Carmine situata a Udine in via Aquileia.”




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“SOLENNITA' DELLA MADONNA DEL CARMINE 2018.”
https://www.youtube.com/watch?v=2NGGQHSYc3k
https://www.veritatemincaritate.com/tag/p-giorgio-maria-fare/
https://www.veritatemincaritate.com/
https://www.veritatemincaritate.com/2018/07/supplica-alla-madonna-del-carmine-si-recita-il-16-luglio-a-mezzogiorno/



Iconografia - B. V. Maria del Monte Carmelo (Madonna del Carmine) (http://www.cattoliciromani.com/56-iconografia-artisti-e-opere-d-arte-figurativa/8778-iconografia-b-v-maria-del-monte-carmelo-madonna-del-carmine)
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Rosario alla Madonna del monte Carmelo (http://www.cattoliciromani.com/55-elenco-preghiere/23005-rosario-alla-madonna-del-monte-carmelo)
Preghiera alla Madonna del Carmine (http://www.cattoliciromani.com/55-elenco-preghiere/23002-preghiera-alla-madonna-del-carmine)




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
16 juillet : Notre-Dame du Mont-Carmel et le Saint Scapulaire :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/16-juillet-notre-dame-du-mont-carmel)
“16 Juillet : Notre-Dame du Mont-Carmel et le Saint Scapulaire.
L'Ordre du Carmel se donne une origine aussi ancienne que glorieuse ; on croit, non sans raisons sérieuses, que cet Ordre n'est que la continuation de l'école des prophètes établie au mont Carmel par le prophète Élie. Les disciples de cette école furent au premier rang parmi les convertis au christianisme naissant, et le Carmel devint le berceau de la vie monastique depuis Jésus-Christ.
Après la dispersion des Apôtres, l'an 38, ils bâtirent une chapelle en l'honneur de Marie et se vouèrent tout spécialement à célébrer Ses louanges. Plus tard, ils eurent beaucoup à souffrir des Sarrasins et des Musulmans, lorsque la France, de concert avec l'Europe entière, entreprit ces magnifiques, mais désastreuses Croisades qui avaient pour but d'arracher les Lieux Saints aux infidèles.
C'est à l'occasion de ces épreuves subies par l'Ordre du Carmel que les Carmes vinrent en France avec le roi saint Louis. Ils y établirent plusieurs maisons et allèrent même s'implanter en Angleterre, où ils eurent le bonheur de voir saint Simon Stock embrasser leur Institut. Ce grand Saint devint, en 1245, supérieur général des Carmes, et n'oublia rien pour rallumer la dévotion à Marie dans son Ordre.
La fête de Notre-Dame du Mont-Carmel a pour but de rappeler une grâce insigne accordée par Marie à l'Ordre du Carmel et par lui à toute l'Église. Dans la nuit du 16 juillet, Simon Stock demandait, avec une ferveur toute spéciale, la protection de la Sainte Vierge sur son Institut. Au lever de l'aurore, Marie lui apparut, accompagnée d'une multitude d'anges, environnée de lumière et vêtue de l'habit du Carmel. Son visage était souriant ; dans Ses mains Elle tenait le scapulaire de l'Ordre. Devant le Saint Elle S'en revêtit Elle-même, en disant:
"Ceci est un privilège pour toi et pour tous les Carmes. Quiconque mourra en portant cet habit ne souffrira pas le feu éternel."
Le Saint fit des miracles pour confirmer la réalité de cette vision. Ce fut l'origine de la Confrérie de Notre-Dame du Mont-Carmel, pour les chrétiens qui, ne pouvant embrasser la Règle, veulent attirer sur eux les bénédictions promises au scapulaire. Le privilège le plus considérable accordé à la confrérie du Mont-Carmel après celui que Marie fit connaître à saint Simon Stock, est celui qui fut révélé au Pape Jean XXII : la délivrance du purgatoire, le samedi après leur mort, des confrères du Mont-Carmel qui auront été fidèles à l'esprit et aux règles de la Confrérie. Outre ces deux privilèges, il y a de nombreuses indulgences attachées au scapulaire.
Vie des Saints pour tous les jours de l'année, Abbé Jaud.”
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MATER ET DECOR CARMELI ORA PRO NOBIS!!!
AVE MARIA!!!
PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
20-07-18, 23:16
20 LUGLIO 2018: SANT’ELIA PROFETA, SAN GIROLAMO EMILIANI, Confessore, SANTA MARGHERITA, Vergine e Martire; ventesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
“San Girolamo Emiliani, confessore, 20 luglio.”
“Commemorazione di santa Margherita, vergine e martire, lo stesso giorno.”



https://forum.termometropolitico.it/443869-20-luglio-s-elia-profeta-2.html
https://forum.termometropolitico.it/516486-20-luglio-s-margherita-d-antiochia-di-pisidia.html



http://tradidiaccepi.blogspot.it

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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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«SANT'ELIA
Profeta.
Doppio maggiore (nel Regno di Napoli).
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
Sant’Elia Tisbita fu profeta del vero Dio - il suo stesso nome significa Yahwhe è Dio - al tempo di Acazia e Acab. Combatté strenuamente - confermando la predicazione coi miracoli - per l’integrità della Fede contro il culto del demone Baal che era stato introdotto in Israele. Sul Monte Carmelo trionfò dei sacerdoti idolatrici, in seguito da lui stesso scannati. Per sfuggire all’ira della regina Gezabele fuggì nel deserto, dove, nel pieno dell’angoscia fu visitato da un Angelo che lo rifocillò con un pane miracoloso, figura dell’Eucaristia. Alla fine della sua missione fu assunto di tra gli uomini da un carro di fuoco e portato in luogo misterioso col suo corpo mortale: “Non è sfuggito alla morte, ma per lui essa è solo ritardata” (S. Gregorio Magno). Assieme al Patriarca Enoch tornerà a preparare la seconda venuta del Cristo e particolarmente per convertire gli Ebrei. I due moriranno Martiri prima della disfatta dell’Anticristo, il che giustifica l'uso dei paramenti rossi. Questo “angelo della terra e uomo del Cielo” (S. Giovanni Crisostomo), vindice dei diritti di Dio, prefigurò san Giovanni Battista. L’Ordine del Carmelo lo venera per suo Padre. Su quel monte infatti egli vide - nella nuvoletta ascendente dal mare - la Santa Vergine e originò un ceto di santi romiti.
* Dal libro di sant'Epifanio vescovo.
Sulla vita dei Profeti.
Il Profeta Elia appariva da Tisbe, dal continente degli Arabi e dalla tribù del levita Aaron. Dimorava ancora a Galaad, poiché a Tisbe vi era un tempietto consacrato dai Sacerdoti e destinato ad essi. Sua madre partorendolo, siffatta visione apparve al padre Sobac. Degli uomini, recanti un certo abito niveo davanti a sé, salutavano un ragazzino e lo strappavano dalle mammelle della madre per il fuoco: davvero gli somministravano la fiamma del fuoco al suo luogo. Il padre si recò così a Gerusalemme e riportò ai Sacerdoti ciò che aveva visto. Allora Crematismo, cioè l'Oracolo o Responsore, gli rispose: «Guardati dal farlo manifesto! Giacché la luce di questo figlio sarà dimora e il suo parlare dimostrazione e giudizio: giudicherà Israele con il fuoco e la romfea». Questo è quell'Elia, che tre volte fece scendere il fuoco dal cielo, tanto più riportò la pioggia con la sua lingua, resuscitò parimenti i morti, e fu assunto poi in cielo da una nube, o un turbine di fuoco.
* Dal libro di sant'Isidoro vescovo.
Sulla vita e morte dei Santi.
Elia, che si interpreta Signore Dio, era Tisbita, gran Sacerdote e Profeta, abitante della solitudine, pieno di fede, sommo di devozione, forte nelle fatiche, solerte nell'operosità, dotato di ingegno eccellente, retto nell'esercizio della disciplina, assiduo nella santa meditazione e intrepido nel timore della morte. Percosse i tiranni, uccise i sacrileghi e risplendette di molti segni di virtù. Chiuse il cielo dalle piogge con una siccità di tre anni. Pregò di nuovo e il cielo diede piogge. Risuscitò il figlio morto di una donna. La farina nell'idria non diminuì per la sua potenza e il vaso dell'olio stillò la fonte perpetua. Il fuoco venne dal cielo sul sacrificio con la sua parola. Bruciò col fuoco celeste due cinquantine con soldati. Attraversando il Giordano, separò le acque al tocco della pelliccia di pecora.
Dopo di ciò, rapito da un carro di fuoco, ascese in cielo e verrà, secondo il Profeta Malachia, alla fine del mondo, precederà il Cristo, annunzierà il suo ultimo avvento con grandi potenze e prodigi di segni, così che l'Anticristo sostenga guerra contro di lui ed Enoch, che verrà con lui, e li uccida. E i loro cadaveri giaceranno invero insepolti tre giorni e sei ore. Successivamente risuscitati dal Signore, percuiteranno il regno dell'Anticristo con gran danno. Dopo di ciò verrà il Signore e ucciderà l'Anticristo con la spada della sua bocca e quelli che lo adorarono, e il Signore regnerà con tutti i suoi santi in eterno.
- Al Vangelo.
** Omelia di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 57 su Matteo, poco dopo il principio.
A motivo di cosa fece comparire Mosè ed Elia? Ognuno potrebbe addurre molte ragioni. Anzitutto perché anche le turbe lo credevano chi Elia, chi Geremia, chi uno degli antichi profeti: perciò fece comparire Mosè ed Elia, capi degli altri Profeti, affinché riconoscessero quanto sia grande il Signore fra i servi, e affinché giustamente credessero lodato Pietro che lo confessò Figlio di Dio. Inoltre poiché assiduamente i Giudei lo accusavano di trasgredire la legge, e credevano bestemmiasse, quasi per vendicare la gloria del Padre che lo riguardava. Dicevano infatti: Costui non è da Dio poiché non osserva il Sabato; e ancora: Non ti lapidiamo per le opere buone, ma perché tu che sei uomo ti fai Dio; affinché per la cosa stessa fosse chiaro che per invidia lo accusavano di queste cose e che non fosse a parte di nessuno dei due di questi crimini, né che fosse prevaricatore della legge, né che usurpasse per se stesso la gloria altrui facendosi uguale al Padre, ai suoi lati fece comparire loro, ognuno dei quali rifulse in una delle due cose. A Mosè infatti diede la Legge: per la qual cosa Mosè non avrebbe sopportato che si conculcasse la legge, come i Giudei credevano, né lo stesso latore della legge avrebbe mai reso culto a un prevaricatore di essa e a un nemico del legislatore. Elia poi zelò la gloria di Dio; per la qual cosa egli mai sarebbe stato a fianco di chi si diceva uguale al Padre, se questi non lo fosse stato, né sarebbe parso vendicasse ciò che quello che non aveva.
Oltre tutte queste cose, possiamo anche dire che li fece comparire perché chiaramente e veramente si credesse che egli abbia potestà tanto sulla morte quanto sulla vita; perché fosse rivelato essere il Signore dei cieli e degli inferi; pertanto fece comparire ai suoi lati Mosè, già morto, ed Elia che ancora non lo è. La quarta ragione la lambisce anche il medesimo Evangelista. Qual è mai dunque? Che fosse rivelata la gloria della Croce e perché tanto Pietro quanto gli altri, che avevano paura della Passione, fossero consolati ed elevati alle cose più sublimi. Infatti non stavano zitti, dice, ma parlavano della gloria, che si sarebbe compiuta a Gerusalemme, della Croce cioè e della Passione: infatti la chiamava sempre così.
La potenza singolare degli uomini acconsentì a tutto ciò e a ciò che c'era di più importante, che esigeva dai discepoli massimamente. Infatti, poiché disse: Se qualcuno vuol venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua; per questo motivo genera in mezzo al popolo che era stato consegnato a lui, quelli che avrebbero subito la morte cento volte per la custodia dei precetti di Dio; perdendo l'anima ciascuno dei due, la trovano. Certamente parlarono addirittura contro i tiranni con gran libertà; uno contro l'Egitto, l'altro contro Achab: poiché è grande, dinanzi agli uomini ingrati e disobbedienti, dai quali furono scagliati in atroci pericoli, essi anche se spogliati e senza potere, ebbero il proposito tuttavia di strappare il popolo dal culto degli idoli; l'uno dei quali era tardo di lingua e tenue di voce, l'altro era in qualche modo anche più schietto, e ambedue erano disprezzatori moltissimo delle ricchezze secolari. Infatti né Mosè possedeva alcunché, né Elia aveva altro oltre una pelliccia di pecora: poiché erano soprattutto del Vecchio Testamento, non erano ricchi di così tanta grazia di segni.
https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/07/santelia-profeta.html?m=1
SANT'ELIA PROFETA.
Il 20 luglio, festa liturgica – nell’Ordine Carmelitano – del profeta Elia, il sacerdote sale all’altare con i paramenti rossi. Eppure sant’Elia non ha versato il sangue per la fede, anzi – come sappiamo dalla Scrittura – non è ancora morto. Egli tornerà negli ultimi tempi come precursore dell’anticristo a predicare e convertire il popolo ebraico, ed allora, secondo la tradizione, verserà il suo sangue nella città di Gerusalemme. È in vista di questo glorioso martirio che la Liturgia carmelitana adotta – in modo profetico per un profeta – i paramenti rossi.
Elia è il profeta del Dio vivente. Il suo stesso nome, che significa: “JHWH è Dio”, è il vero programma della sua vita. Si tratta di uno dei più grandi uomini dell’Antico Testamento: è colui che sta alla presenza del suo Dio ed è divorato dallo zelo per la Sua gloria. Le parole che si leggono nel primo libro dei Re “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum” (Sono pieno di zelo per il Signore Dio degli eserciti [1 Re 19,10]) riassumono il tratto essenziale della sua fisionomia – il cui simbolo è il fuoco (Sir 48,1) – che si delinea con straordinaria vivacità nel Testo sacro.
Dopo la morte di Salomone, le dodici tribù di Israele si divisero in due grandi regni: quello di Giuda e quello d’Israele. Il primo formatosi con le due tribù di Giuda e di Beniamino, ebbe per capitale Gerusalemme; il secondo si compose di dieci tribù con capitale Sichem, poi Samaria. A questo secondo regno appartenne il profeta Elia, che abitava il deserto di Galaad in Samaria. Uomo virtuoso e austero, vestiva una tunica di peli di cammello con ai fianchi una cintura di cuoio: “pieno di zelo per il Dio degli eserciti”, uscì tre volte dal deserto per minacciare Achab, settimo re di Israele, e la regina Iezabele, che avevano pervertito il popolo trascinandolo nell’idolatria; per mandare a morte i 450 profeti di Baal che confuse sul Monte Carmelo; e per annunciare al re, impossessatosi della vigna di Naboth, che sarebbe stato ucciso, e, alla regina, che il suo sangue sarebbe scorso ove era scorso il sangue di Naboth e i cani avrebbero divorate le sue carni. Per tutti questi motivi, Elia fu perseguitato dagli Israeliti, da Achab e da Iezabele e dovette fuggire sul monte Horeb per scampare alla morte. Quando più tardi Ochozia, figlio di Achab, divenne re, Elia gli fece dire di non consultare Belzebu, il dio di Accaron, come aveva intenzione di fare, ma il Dio d’Israele. Ochozia allora gli mandò un capitano con cinquanta soldati per indurlo a scendere dalla montagna e rendergli conto delle sue parole. Elia rispose al capitano: “Se io sono un uomo di Dio, scenda dal cielo un fuoco che divori te e i tuoi cinquanta”. E scese il fuoco e divorò lui e i suoi cinquanta uomini.
Più tardi, Elia andò verso il Giordano con Eliseo, e allorché ebbero attraversato il fiume, un carro di fuoco con cavalli di fuoco separò l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. Eliseo allora si rivestì del mantello che Elia aveva lasciato cadere e ricevette doppiamente il suo spirito.
Il doppio spirito che Elia lasciò ad Eliseo si trasmise agli eremiti del monte Carmelo, i quali – con l’avvento dell’atteso Messia – si costituirono gradualmente in Ordine religioso, il cui stemma – in forma di scudo – rivela la sua origine “eliana”. Esso, infatti, è sormontato da un braccio con una spada di fuoco e un nastro con una citazione biblica. Il braccio è quello di Elia, che tiene una spada di fuoco, e il nastro porta l’iscrizione “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum”. Il braccio e la spada mostrano la passione ardente di Elia per l’assoluto di Dio, la cui “parola bruciava come fiaccola” (Sir 48,1). Per i Carmelitani, Elia è il profeta solitario che coltiva la sete dell’unico Dio e vive alla Sua presenza. Come lui, essi portano “la spada dello spirito, che è la Parola di Dio” (Regola Carmelitana n. 19) ed è per essi modello di azione, ma soprattutto maestro di orazione e di contemplazione.
L’apostolo san Giacomo, nella sua Epistola, ci propone come modello di preghiera l’orazione fervorosa e potente del santo patriarca Elia, che ottenne da Dio prima la completa siccità sui campi d’Israele per tre anni e sei mesi, e poi l’abbondanza della pioggia. Alla sua preghiera i morti risuscitarono; il fuoco cadde dal cielo per tre volte in punizione degli idolatri; sul monte Oreb, il Signore si manifestò per mezzo del venticello leggero; sul monte Carmelo apparve la piccola nube, simbolo misterioso della Vergine Maria, Madre di Dio. Sant’Isidoro afferma che tutte le azioni della vita di Elia non furono che un’orazione continua, Elias in sancta meditatione assiduus, da cui nacque la santa Famiglia dei contemplativi del Carmelo. Simeone Metafraste (X sec.) – il grande agiografo bizantino – suggerisce a chiunque voglia comprendere lo spirito di un ordine religioso di studiare lo spirito del fondatore, che è il padre spirituale di tutti quei religiosi. Ma in Elia, aggiunge, il fuoco ardente e lo zelo dell’anima sono così intensi che devono essere studiati da tutti.
Alla fine della sua terrena esistenza, fu il fuoco nella forma di carro e cavalli che rapì il profeta Elia trasportandolo in un luogo ignoto. Suarez afferma esser di fede che Elia, come anche Enoch, non è morto. Sant’Agostino conferma che “né Enoch né Elia hanno subito la corruzione in tutto questo tempo”. “Enoch ed Elia ora hanno gli stessi corpi – sostiene S. Girolamo – che avevano quando furono trasportati” (nel luogo del loro misterioso soggiorno). S. Gregorio specifica che “Sant’Elia non è sfuggito alla morte, ma per lui essa è solo ritardata”.
Circa il luogo del suo soggiorno, alcuni autori ritengono che Elia con Enoch si trovi nel Paradiso terrestre che sarebbe sfuggito all’universale diluvio, altri in un luogo ignoto, ma ameno, conosciuto da Dio solo. Quel che è certo, in entrambi i casi, è che essi posseggono uno straordinario potere di contemplazione e di amore in cui si preparano alla loro venuta finale. Elia, nel luogo dove la divina Provvidenza lo ha posto e sul quale i teologi non ci dicono nulla di certo, prega senza posa per gli uomini, essendo – secondo san Gregorio – in continue estasi, in serafiche contemplazioni e in dolci e soavi colloqui. Nell’esercizio di questa sublime orazione, l’estatico Profeta riceve quella luce abbondante e sovrana con cui dovrà un giorno venire a rischiarare il mondo. Ed è per questo che san Bernardo gli conferisce il nome di luce del mondo: orbis lumen.
“Enoch ed Elia sono felici – afferma ancora san Bernardo – poiché vivono solo per Dio e sono occupati in Lui solo, contemplandolo, amandolo e godendo di Lui”. Suarez sostiene essere del tutto consequenziale al loro stato il fatto che essi siano stati confermati in grazia, benché nel tempo del loro lungo soggiorno non possano più meritare. La loro capacità di meritare, infatti, secondo Suarez, sarebbe sospesa fino al loro ritorno, quando completeranno la loro missione con la predicazione e l’effusione del loro sangue. S. Tommaso afferma che Enoch ed Elia “vivranno insieme fino alla venuta dell’anticristo”. Questa verità, che i Padri riconoscono pressoché unanimemente, Suarez ritiene esser de fide o proxima fidei. La missione di Enoch ed Elia, negli ultimi tempi, sarà quella di predicare in abito di penitenza contro l’anticristo. La missione speciale di Enoch sarà di convertire i Gentili, mentre quella di Elia sarà di convertire i Giudei, i quali, tuttora, nella loro liturgia della Pasqua, gli lasciano un posto vuoto proprio per ricordarne la presenza alla fine dei tempi.
Essi verranno in abito di sacco per richiamare le anime alla penitenza e alla povertà. Ed anche, aggiunge l’Aquinate, per indicare che la Chiesa alla fine dei tempi ritornerà ai tempi della sua giovinezza, quando il Battista predicava vestito con peli di cammello. Essi – come mistici ponti – congiungeranno l’inizio della storia alla sua fine.
Sant’Elia sarà dunque predicatore e apostolo di Gesù Cristo nei tempi futuri, quando l’anticristo perseguiterà la Chiesa di Dio, secondo il capitolo 17° del Vangelo di san Matteo, in cui Nostro Signore Gesù Cristo stesso dice che Elia verrà e ristabilirà ogni cosa: Elias quidem venturus et restituet omnia, perché allora, come ha profetizzato Malachia, egli comparirà come precursore del secondo avvento di Gesù Cristo nel mondo.
Contro l’efficace predicazione di Elia e di Enoch, che conquisterà Giudei e Gentili, si scatenerà la rabbia infernale dell’anticristo il quale tenterà di ucciderli: cosa che Dio permetterà, per aggiungere alla loro corona la palma del martirio. Secondo numerosi Padri ed altri importanti autori, questi due ultimi apostoli saranno messi a morte in Gerusalemme come il nostro divin Redentore, ed i loro corpi, gettati sulla piazza, resteranno senza essere sotterrati per tre giorni e mezzo, secondo la profezia di san Giovanni nell’Apocalisse (cap. 11); ma, trascorsi questi tre giorni e mezzo, i due Santi risusciteranno gloriosi e saliranno al cielo in anima e corpo, in una nube luminosa, sotto gli occhi dell’anticristo e dei suoi sostenitori.
Alla morte di Enoch ed Elia seguirà subito la disfatta dell’anticristo, perché – secondo Tertulliano – questi due apostoli degli ultimi tempi “sono riservati per distruggere l’anticristo con il loro sangue”.
Secondo padre Frederick William Faber, fondatore dell’Oratorio di Londra, Elia ebbe un cuore di guerriero e un intelletto di serafino. Lo dimostra la sua fede così eroica che gli meritò di essere sulla terra il suo primo difensore, come san Michele lo era già stato in Cielo contro gli angeli ribelli. Ciò avvenne in quel pubblico “autodafé”, celebrato sul monte Carmelo, allorché, per ordine del re Acab, si trovarono riuniti ottocentocinquanta falsi profeti che Elia confuse con sagace ironia, e debellò, meritando per questo da san Bernardo il titolo di defensor fidei.
L’ardore di questo santo di fuoco, definito dal Crisostomo “angelo della terra e uomo del Cielo”, che fu portato nel luogo del suo misterioso soggiorno da quel fuoco su cui aveva esercitato uno speciale potere sulla terra, ha fatto di lui una sorta di “uomo eterno” che attende l’ora di Dio per incendiare il cuore degli uomini col fuoco del divino amore. Nel luogo in cui vive con Enoch, Elia si prepara alla sua missione finale. Poiché fu il primo devoto della Vergine Santissima, si crede che egli trascorra questo tempo nell’imitazione di Colei che ebbe lo speciale privilegio di vedere adombrata nella misteriosa nuvoletta e che amò con ammirabile anticipazione. È alla scuola della Madre di Dio che il Profeta degli ultimi tempi si prepara ad affrontare l’anticristo, attendendo due cieli: il cielo della terra, dove verserà il suo sangue, e il Cielo dei cieli, dove godrà, infine, della visione di quel Dio la cui gloria ha zelato con impareggiabile ardore.
I tempi tumultuosi che sta vivendo la Chiesa e il mondo, se non sono i tempi dell’anticristo, ne sono certamente una prefigurazione. Il profeta Elia, che attendiamo secondo le profezie scritturistiche, è fin d’ora un modello di azione e di contemplazione, di fede e di speranza, di amore incandescente all’unico vero Dio e di totale rifiuto del compromesso con l’errore. Infine il santo Profeta e Patriarca invita tutti alla generosità più estrema nel servizio di Dio, quella generosità che lo farà tornare sulla terra a versare il suo sangue per il quale ha anticipatamente meritato il titolo di martire.
Se la moderna cristianità ha relegato (anche) il grande profeta Elia tra i personaggi leggendari, a noi la saggezza di seguire la fede dei nostri Padri che solo la stolta infatuazione dei loro figli si gloria di ignorare.
Autore: Cristiana de Magistris Fonte: Corrispondenza Romana.»
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“SAN GEROLAMO EMILIANI
Confessore.
Doppio.
Paramenti bianchi.
SANTA MESSA
Nato a Venezia nel 1486 dalla famiglia patrizia degli Emiliani, Gerolamo si convertì in seguito alla prigionia durante le guerra della Lega di Cambrai: egli si abbandonò incondizionatamente allo spirito divino «che sulle rovine dell'uomo vecchio, creò in lui l'uomo nuovo fatto ad immagine di Dio» (Segreta). Ripieno dello Spirito di adozione che ci rende figli del Padre, fu scelto dal Cielo per diventare egli stesso il Padre degli orfani e dei poveri (Orazione). Come aveva chiesto Gesù al giovane del Vangelo, egli lasciò tutto, e ad imitazione del Maestro, fece venire a sé i fanciulli (Vangelo). Egli fondò a Somasca, fra Milano e Bergamo, una Congregazione che ebbe lo scopo di allevare la gioventù negli orfanotrofi e nei collegi. Così l'Introito, applicandogli le parole di Geremia, ce lo mostra pieno di compassione per i fanciulli, che, grazie a lui, appresero a lodare il Signore. Spezzando il suo pane con quelli che avevano fame, e coprendo quelli che erano nudi, egli accolse gli indigenti negli ospizi e, grazie alla generosità dei nobili di Pavia e di Milano, sparse a profusione l'elemosina sui poveri (Epistola, Graduale, Alleluia). Morì di peste a Somasca l'8 febbraio dell'anno 1537, quando portava sulle spalle i cadaveri degli appestati al luogo della loro sepoltura (Offertorio).
Benedetto XIV l'iscrisse fra i Beati (1747) e Clemente XIII fra i Santi (1767). Pio XI lo proclamò Patrono degli orfani e della gioventù derelitta (1928).
Ricorriamo al Padre delle misericordie per essere, come san Gerolamo, riempiti di Santa carità verso gli indigenti e i fanciulli.
* Girolamo, nato a Venezia dalla nobile famiglia Emiliani, datosi alla milizia fin dalla prima adolescenza, fu, in tempi difficilissimi per la repubblica, preposto alla difesa di Castelnuovo presso Quero, sui monti di Treviso. I nemici impadronitisi della fortezza, lo gettarono in una orribilissima prigione, legato mani e piedi; dove, privo d'ogni umano soccorso, egli si rivolse alla beatissima Vergine, che esaudì le sue preghiere, gli apparve, ne spezzò le catene, e per mezzo ai suoi nemici, che occupavano tutte le strade, lo condusse incolume in vista di Treviso. Entrato in città, a testimonianza del benefìcio ricevuto, sospese all'altare della Madre di Dio, cui si era votato, le manette, i ceppi, le catene che aveva portato con sé. Tornato a Venezia, cominciò a darsi interamente alle opere di pietà, spendendosi meravigliosamente a pro dei poveri, ma soprattutto compassionevole verso i fanciulli, che, privi di genitori, erravano per la città miserabili e sordidi, raccogliendoli in case, da lui affittate, nutrendoli a sue spese, e formandoli ai cristiani costumi.
In quei giorni avevano approdato a Venezia il beato Gaetano e Pietro Caraffa, che fu poi Paolo IV, i quali approvato lo spirito di Girolamo e il suo nuovo istituto destinato a raccogliere gli orfani, lo condussero nell'ospedale degli Incurabili, dove, educando gli orfanelli, avrebbe insieme servito con pari carità ai malati. Ben tosto, dietro loro consiglio, partì per il vicino continente, ed eresse degli orfanotrofi, prima a Brescia, poi a Bergamo e a Como: soprattutto a Bergamo, dove oltre due orfanotrofi, uno per i ragazzi e l'altro per le ragazze, aprì, novità sconosciuta in quelle regioni, un asilo per le donne di mala vita convertitesi a penitenza. Fermatosi finalmente a Somasca, umile villaggio nel territorio di Bergamo, ai confini delle possessioni Venete, vi fondò una residenza per sé e per i suoi, e vi organizzò la sua congregazione, che poi da questo luogo prese il nome di Somasca; e che poi sviluppatasi e propagatasi, alla educazione degli orfani e al servizio delle chiese aggiunse, per maggiore utilità della società cristiana, la formazione dei giovani nelle lettere e nei buoni costumi in collegi, accademie e seminari, e san Pio V l'annoverò fra gli ordini religiosi, e altri Pontefici le accordarono dei privilegi.
Non pensando che a raccogliere orfani, egli partì per Milano e Pavia; e coll'aiuto di nobili personaggi, provvide di abitazione, vitto, vestito e maestri moltitudini di fanciulli radunati in ambedue questi luoghi. Ritornato a Somasca, fattosi tutto a tutti, non rifuggiva da nessuna fatica che prevedesse tornare a bene del prossimo. Mescolandosi cogli agricoltori nella campagna, li aiutava a raccogliere le biade, e spiegava loro i misteri della fede, puliva la testa dei fanciulli affetti da tigna ributtante, e li curava con pazienza; medicava le putride piaghe dei contadini così bene, che parve avesse ricevuto la grazia delle guarigioni. Scoperta sulla montagna che domina Somasca una grotta, vi si ritirò; e là flagellandosi, restando digiuno giorni interi, passando in orazione la maggior parte della notte, e non prendendo un po' di sonno che sulla nuda roccia , espiava i suoi falli e quelli degli altri. Nel fondo di questa grotta goccia dalla nuda roccia un'acqua ottenuta, secondo una costante tradizione, per le preghiere del servo di Dio; la quale scaturisce anche ai nostri giorni, e, portata in diversi paesi, ridona spesso la salute ai malati. In fine, in una peste che infieriva per tutta la vallata, mentre serviva i malati e portava i morti sulle proprie spalle alla sepoltura, attaccatoglisi il male, fece una preziosa morte, che egli aveva predetta poco prima, in età d'anni cinquantasei, nel 1537. Illustrato da numerosi miracoli in vita e dopo morte, Benedetto XIV l'iscrisse solennemente nell'albo dei Beati, e Clemente XIII in quello dei Santi.
- Al Vangelo.
** Omelia di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 62 su Matteo.
Perché i discepoli allontanavano i bambini? Per riguardo alla sua dignità. Allora che fa egli? Per insegnar loro a sentire modestamente, e a calpestare ogni fastosità mondana, egli li accoglie, se li prende in braccio, e a chi li rassomiglia promette il regno dei cieli; come già aveva detto prima. Anche noi adunque, se vogliamo essere eredi del cielo, attendiamo con gran diligenza a questa virtù. Questo è il culmine della filosofia, essere semplici insieme e prudenti: questa la vita angelica. Difatti la vita del bambino non ha alcun vizio nell'anima; non serba ricordo delle ingiurie, ma va a chi gliene fa come ad amici, come se non fosse stato nulla. E sebbene la mamma lo batta, pure la cerca sempre e la preferisce ad ogni altra persona.
Mostragli una regina adorna di diadema, egli non la preferisce alla mamma sua, sebbene coperta di rozze vesti, ed ama meglio veder lei così povera, che una regina magnificamente vestita. Ché l'amore, e non la povertà o le ricchezze gli fanno distinguere i suoi dagli estranei; e non desidera più del necessario, e appena è sazio di latte lascia tosto la poppa. Non soffre le miserie che proviamo noi, sia per la perdita di denaro, sia d'altre cose simili; né si allieta, come noi, di cose che passano, né ammira la bellezza del corpo. Perciò egli diceva: «Di tali è il regno dei cieli» (Matth. 19, 14); affinché con uno sforzo di volontà pratichiamo quelle virtù che sembrano naturali ai bambini."
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“SANTA MARGHERITA
Vergine e Martire.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
Questa Santa, che i latini celebrano il 20 luglio sotto il nome di Margherita, è la stessa che i Greci venerano il 17 luglio sotto il nome di santa Marina «la grande Martire», vergine martirizzata ad Antiochia di Pisidia al tempo di Diocleziano. Il suo culto passò dall'Oriente all'Occidente al tempo delle Crociate. È invocata sopratutto da quelle che stanno per essere madri. Si trova nella lista dei quattordici Santi Ausiliatori.
* Sermone di s. Ambrogio vescovo.
Libro 1, sulle Vergini, verso l'inizio.
Poiché oggi è il giorno natalizio di una vergine, l'amore della verginità ci invita a dirne ora qualche cosa, affinché non sembri che noi restringiamo ad una parola di passaggio l'elogio di una virtù così importante. Se la verginità è degna di lode, non lo è già perché si riscontra nei martiri, ma perché essa fa dei martiri. E come lo spirito umano potrà comprendere questa virtù che è fuori dalle leggi della natura? O come potranno parole umane esprimere ciò che è al di sopra della stessa natura umana? La vergine ha preso al cielo il modello da imitare in terra. E non senza ragione ha domandato al cielo la sua regola di vita, poiché in cielo si è trovato lo Sposo.
P.S. La commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di San Gerolamo Emiliani.”
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http://www.sodalitium.biz/san-girolamo-emiliani/
«20 luglio, San Girolamo Emiliani, Confessore (Venezia, 1486 – Somasca, 8 febbraio 1537).
“San Girolamo Emiliani Confessore, Fondatore della Congregazione Somasca, celeste Patrono di tutti gli orfani e della gioventù derelitta : si riposò nel Signore l’otto Febbraio”.
I.O San Girolamo che sei stato fiamma del divino amore per gli orfani e i bisognosi, alleviandone ogni miseria e pena, fa che sul tuo esempio possiamo anche noi accogliere il nostro prossimo con la stessa carità con cui ci ha amato Cristo Signore. Gloria…
II.O San Girolamo che nella tua vita hai rivelato agli uomini la misericordia e la tenerezza del Padre celeste accogliendo i fanciulli e i giovani e insegnando loro la via del cielo, accogli, custodisci e proteggi la nostra gioventù da ogni male. Gloria…
III.O San Girolamo, che nella tua vita mortale, come Buon Samaritano, molte volte ti sei chinato con amore di padre su ogni uomo piagato nello spirito e nel corpo, aiuta con le tue preghiere e la tua paterna intercessione i nostri fratelli ammalati, dona loro la forza e il coraggio per affrontare e vivere con fede questo momento di sofferenza, possano superare presto la malattia e riacquistare la serenità e la salute, per lodarti nella tua Chiesa con cuore riconoscente e grato. Gloria…»
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http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

“20 juillet 514 : début du pontificat du Pape Saint Hormisdas.”

“20 juillet 1903 : décès du Pape Léon XIII.”

20 juillet : Saint Jérôme Emilien, Confesseur (? 1537) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/20-juillet-saint-jerome-emilien)
“20 Juillet : Saint Jérôme Emilien, Confesseur († 1537).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/7215/3142/6631/07_20_saint_jerome_emilien.png


http://liguesaintamedee.ch/application/files/7215/3142/6631/07_20_saint_jerome_emilien.png





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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Pàolo, Diacono e Martire, il quale, rimproverando i principi infedeli per l’empietà Maomettana e per la crudeltà, e costantissimamente predicando Cristo, ucciso per loro ordine, se ne andò in cielo a ricevere il premio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Diacono, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Pàolo, Diacono e Martire, possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

"20 luglio, San Girolamo Emiliani."
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"Mese del Preziosissimo Sangue: preghiera per i moribondi.
Eterno Padre, Vi offro i meriti del Sangue Preziosissimo di Gesù, Vostro diletto Figlio e mio Redentore divino, per tutti quelli che oggi moriranno; preservateli dalle pene dell'Inferno e conduceteli con Voi in Paradiso. Così sia.
dalla bacheca di don Ugo Carandino."
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“Gesù, ecco le Vostre meschinissime serve (ed i Vostri meschinissimi servi) che si umiliano e si accusano delle loro colpe in questo giorno commesse. Il Vostro Divino Lume o Signore scenda a rischiarare le tenebre del nostro intelletto. Richiamate, o luce increata, innanzi alla nostra mente tutte le nostre iniquità, come sono scritte innanzi a Voi e dateci grazia di piangerle e detestarle.”
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http://www.preghiereperlafamiglia.it/_luglio/20-luglio.htm
“I MINISTRI DEL SANGUE
20° GIORNO
MEDITAZIONE
Gesù è stato il primo Sacerdote che ha offerto al Divin Padre il proprio Sangue per la remissione dei nostri peccati. Per perpetuare la sua offerta, nell'ultima Cena, dopo l'istituzione dell'Eucarestia, istituì anche il Sacerdozio: «Fate questo in memoria di me». Questa verità è confermata dagli Apostoli e dalla perenne tradizione della Chiesa. «Il sacerdote, dice S. Tommaso, dovendo essere ministro del Prezioso Sangue è consacrato dal Sangue di Cristo». Nella consacrazione egli riceve i più ampi poteri: consacrare il Corpo e il Sangue di Cristo, assolvere dai peccati, conferire la Grazia nei Sacramenti, pregare per il popolo e in nome del popolo cristiano; è davvero «il Signore del Sangue» (S. Caterina). Chi chiama il sacerdote ad un ufficio così alto? Non si diventa sacerdoti di proprio arbitrio, ma solo chi è chiamato dal Signore può salire l'altare. E Dio non ha preferenze per uomini di illustre casato, anzi sceglie, quasi sempre, i suoi sacerdoti tra le famiglie più umili e povere. Se grande è la responsabilità del sacerdote, grande è anche la sua dignità e il rispetto a loro dovuto. «Se al sacerdote tocca di ministrare il Sangue di Cristo, questa funzione rende divina la loro dignità e stabilisce il debito di riverenza da parte di tutti: riverenza che va a Dio stesso e a questo glorioso Sangue» (S. Caterina). Quante benemerenze del Sacerdozio cattolico! Sia nel campo della carità sia in quello delle scienze e del progresso, è sempre stato all'avanguardia fino al più sublime eroismo. Eppure il sacerdote è l'uomo più odiato e perseguitato. Ma egli, sull'esempio di Cristo, sa perdonare ai suoi persecutori ed è lieto di poter unire il proprio sangue a quello che tutti i giorni offre sull'altare.
ESEMPIO
Il Card. Massaia racconta che, nel 1863 in Abissinia, due nuovi convertiti, marito e moglie, chiedevano continuamente d'essere ammessi alla S. Comunione. Finalmente li accontentò e nella loro capanna, addobbata alla meglio, iniziò la celebrazione della S. Messa. Subito dopo la consacrazione del Calice, la donna cominciò a gridare: «Fuoco, fuoco!». Le chiese allora la ragione di quel grido ed ella disse: «Quando avete alzato il Calice, ho visto scendere dal cielo un fascio di fuoco; le vostre mani erano infocate e anche il calice era infocato». Il Massaia pensò ad un'allucinazione o esaltazione della povera donna e la mise alla prova. Innalzò, dopo la consacrazione, prima un'ostia ed un calice, non consacrati, poi quelli consacrati e dovette ricredersi, perché la donna continuava a vedere rosseggiare di fuoco solo l'Ostia e il Calice consacrati. Non disse Gesù ch'era venuto a portare il fuoco sulla terra? Il fuoco del suo amore, perché di esso bruci il mondo intero; ha ordinato ai suoi sacerdoti di mantenerlo vivo in tutte le anime, colmandole del suo Sangue Prezioso.
Fioretto. - Rispetta ed ama il sacerdote, perché dispensa i tesori del Sangue di Cristo.
Giaculatoria. - O Gesù, eterno e sommo Sacerdote, io offro il tuo Sangue prezioso all'Eterno Padre, affinché mandi nella sua Chiesa santi e ferventi sacerdoti.”


20° giorno: I ministri del Sangue (http://www.stellamatutina.eu/20-giorno-ministri-del-sangue/)
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“Il 20 luglio 514 Sant'Ormisda viene esaltato al Sommo Pontificato.”

“Il 20 luglio 1903 muore Papa Leone XIII Pecci, strenuo assertore dei diritti della Santa Sede contro le Rivoluzioni e le invasioni massoniche.
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«Guglielmo Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 - Roma, 20 luglio 1937).
"So quanto ti amo e amo la bellezza della natura - l'espressione della Volontà di Dio - dove si possono trovare i valori ideali eterni: la verità, il bello e il buono. L'unità armoniosa delle cause e delle leggi rappresenta la Verità, l'unità armoniosa delle linee, colori, suoni e idee costituisce la Bellezza, mentre l'armonia delle emozioni e la volontà costituisce il Bene, che essendo la massima espressione dell'Eterno e Supremo Creatore porta l'uomo a compimento e ci spinge a cercare la perfezione assoluta".»
(Dalla lettera a sua moglie Maria Cristina risalente al 17 marzo 1927; citato in M.C. Marconi, Mio Marito Guglielmo, Rizzoli, 1995, p. 260)
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“20 luglio 2018: San Girolamo Miani (o Emiliani) nacque a Venezia nel 1486. Intraprese la vita militare, ma questa non lo soddisfava. Fatto prigioniero pregò la vergine Maria e fu liberato. Abbandonò la vita militare consacrandosi al soccorso dei poveri e dei derelitti, vendendo i propri averi e distribuendoli.
Si dedicò in modo particolare ai bambini orfani e poveri fondando tra l'altro l'Ospedale degli Incurabili di Venezia, la bottega degli orfani a S. Rocco e una casa per prostitute pentite.
La sua esperienza spirituale matura attraverso il movimento del Divino Amore, con l'influenza di personaggi come Gaetano da Thiene (fondatore dei teatini) e il cardinale Gian Pietro Carafa, poi papa Paolo IV. Fu chiamato da vescovi della Lombardia e del Veneto ad ordinare le opere di carità delle loro diocesi. Nel 1532 fondò l'Ordine dei Chierici Regolari di Somasca.
Morì nella cittadina di Somasca (Lecco) l'8 febbraio 1537 per aver contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia che aveva colpito la Valle di S. Martino.
Fu canonizzato nel 1767, il suo culto liturgico fu fissato dalla Chiesa il 20 luglio.”
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“20 luglio 2018: Santa Margherita, vergine e martire.
Originaria di Antiochia di Pissidia, Marina (o Margherita), fu affidata ad una nutrice cristiana, che la fece battezzare e la condusse alla fede. Cresciuta, fu chiesta in moglie dal governatore della provincia Olibrio, ma al suo diniego e alla professione di fede cristiana, questi la fece impriogionare e torturare. In prigionia il demonio la tentò più volte apparendoli nelle fome di un drago, ma Marina non cedette grazie alla forza del segno della croce. Subì quindi il martirio. È invocata come protettrice delle partorienti.
Marina (Margherita), vergine e martire, santa, il capo con quello di S. Pudenziana sono in un reliquiario a S. Pietro in Vaticano.
M.R.: 20 luglio - Ad Antiochia la passione di santa Margherita, Vergine e Martire. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari.]”
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“Mese carmelitano: 20 luglio - Sant’Elia Profeta.
*** Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!». Elia disse loro: «Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!». Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò. {1Re 18, 37-40} ***”
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Sed gladium. Dottrina e Sacra Scrittura contro l?ecumenismo (http://www.edizioniradiospada.com/component/virtuemart/ecommerce/sed-gladium-dottrina-e-sacra-scrittura-contro-l-ecumenismo-detail.html?Itemid=0)

https://www.radiospada.org/2018/07/sant-elia-profeta-fondatore-del-carmelo-e-devoto-di-maria-da-quasi-tremila-anni/
“20 luglio. Sant'Elia. Devoto della Madre di Dio prima che Ella nascesse e fondatore dell'Ordine cristiano del Carmelo prima che Cristo venisse ad abitare tra noi. Santo e Profeta dalla Santa Ira, che condannò a morte centinaia di sacerdoti di Baal. Salito in Cielo in carne ed ossa su un carro di fuoco, vivo ci guarda da lassù.
In Elia si riassumono gli elementi fondamentali della religione crisitiana: è un antidoto potente al liberalismo e al modernismo.
Riproduciamo questo interessante articolo sul Profeta Elia, Grassettature nostre [RS]”

«S. Elia profeta, fondatore del Carmelo di Julio Loredo.
Il 20 luglio la Chiesa commemora uno dei personaggi più affascinanti, e forse anche più misteriosi, della storia: S. Elia profeta.
Il mistero di Elia inizia col fatto che egli, personaggio dell’Antico Testamento, è tuttora vivo. Rapito dalla terra su un carro di fuoco (2 Re 2, 1ss), egli scrisse dal paradiso (o dal luogo dove si trova) una lettera di rimprovero a Joram, Re di Giuda (2 Cron. 21, 12). Il suo spirito, comunicato al discepolo Eliseo (Ecc. 48, 12), si è poi manifestato lungo i secoli in diversi personaggi, come S. Giovanni Battista (Matt. 11, 14). Elia apparve a fianco di Nostro Signore nella Trasfigurazione (Matt. 17, 3) e tornerà ancora prima della fine del mondo per fronteggiare l’Anticristo (Mal. 3, 23; Ap. 11, 3 10).
Possiamo dunque dire, seguendo l’esegesi tradizionale della Chiesa, che la missione profetica di Elia abbraccia praticamente tutta la storia dell’umanità. È significativo che in Libano, dove Elia è vissuto, lo ricordano come “Elia il vivo”.
Elia è specialmente ricordato per tre motivi: per la sua devozione alla Madonna; come fondatore dell’Ordine carmelitano; e per il suo spirito infuocato.
Primo devoto della Madonna
Nel tempo del Re Acab, per punire Israele per la sua idolatria, Elia “chiuse i cieli” nel nome di Dio: “Com’è vero che vive il Signore, Dio d’Israele, al cui servizio io sto, in questi anni non cadrà né rugiada né pioggia, se non quando l’ordinerò io” (1 Re 17,1).
Dopo tre anni e mezzo di terribile siccità e carestia, i giudei mostrarono segni di pentimento. Allora Elia impetrò Dio affinché tornasse a piovere:
“Elia si recò sulla vetta del Carmelo, ove chino a terra, mettendo la faccia tra le sue ginocchia, disse al suo servo: ‘Và e guarda dalla parte del mare’.
Quello andò e, dopo aver guardato, rispose: ‘Non c’è nulla’. Elia gli ordinò: ‘Torna sette volte’. La settima volta il servo disse: ‘Ecco una nuvoletta, piccola come la mano d’un uomo, si leva dal mare’. (…) Or, ad un tratto il cielo si oscurò di nubi, si scatenò il vento e cominciò a cadere una pioggia dirotta” (1 Re 18, 42 45).
I commentatori coincidono nel dire che questa nuvoletta raffigurava Maria Santissima, che avrebbe portato una pioggia di grazia (Gesù Cristo) sul mondo. In altre parole, Elia è stato il primo devoto della Madonna che, proprio sul Monte Carmelo, ha dato inizio al culto mariano che dovrà poi durare fino alla fine dei tempi.
Fondatore dell’Ordine carmelitano
Elia è poi ricordato come fondatore dell’Ordine carmelitano. Attorno a lui e al suo discepolo Eliseo, sul Monte Carmelo sorse una comunità di eremiti conosciuti come “figli dei profeti”. Le Scritture contengono diversi riferimenti a questi eremiti, noti in tutta Israele per la loro pietà e spirito di penitenza.
Dopo Cristo, questa tradizione fu continuata, costituendosi così forse la più antica comunità monastica di cui si abbia notizia. Sulla scia di questi eremiti e richiamandosi alla spiritualità di Elia, nel secolo XII venne costituita una comunità religiosa sul Monte Carmelo che, dopo la caduta del Regno cristiano di Gerusalemme, dovette trasferirsi in Europa. Così nacque l’Ordine carmelitano d’Occidente.
Molti Papi nelle loro Bolle hanno riconosciuto questa paternità eliatica dell’Ordine carmelitano, e hanno autorizzato i Carmelitani a rendere culto a Elia come il loro Fondatore. Lo stemma originale dell’Ordine, ancora presente in molte delle sue case, reca il braccio di Elia armato da spada, con sopra il detto “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercitum” — Io mi struggo di zelo per il Signore Dio degli eserciti (I Re 19, 14).
Spirito infuocato
Ma Elia è ricordato anche per un’altra caratteristica: il suo spirito infuocato.
Elia è paragonato al fuoco: “Sorse Elia, profeta ardente come il fuoco, e la sua parola bruciava come fiamma” (Ecc. 48, 1). Il grande esegeta P. Cornelio a Lapide, S.J., lo chiama “l’igneo Elia” (1). Elia infatti fece scendere tre volte fuoco dal cielo: due volte per distruggere i battaglioni inviatigli contro da Re Ocozia (2 Re 1, 10), e una terza volta per consumare il sacrificio durante la celebre sfida con i sacerdoti di Baal (1 Re 18, 38). Sfida che finì con la decapitazione per mano di Elia dei 450 ministri di Baal nonché di 400 “profeti dei boschi”, sacerdoti della dea Ascera.
“Elia fu ignipotente — riprende l’esegeta — ignea fu la sua mente, ignea la sua lingua, igneo il suo cuore, ignea la sua mano con la quale colpì Israele”. (2)
Questo fuoco corrispondeva alla virtù che, nell’universo delle perfezioni divine, Elia era chiamato a rispecchiare nella maniera più singolare: l’ira santa. “Il Signore assolutamente non condanna che si utilizzi l’ira per risolvere le situazioni quando abbisogna — spiega S. Basilio — l’ira è stata sovente ministro delle buone azioni. Pieno di giusta e sapienziale collera, Elia decretò ed eseguì la sentenza di morte contro i 450 sacerdoti della turpitudine, e contro i 400 profeti dei boschi”. (3)
1.Cornelio a Lapide, Commentaria in Scripturam Sacram. In Ecclesiasticum, cap. XLVIII, 1 13.
2. Ibid.
3. S. Basilio, Hom. 20, De Ira.»
Fonte
https://www.atfp.it/biblioteca/conferenze-varie/1321-s-elia-profeta-fondatore-del-carmelo

https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/07/portada_20141024175354208740_20141031104954549509. jpg?w=600&ssl=1


https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/07/portada_20141024175354208740_20141031104954549509. jpg?w=600&ssl=1





AVE MARIA!!!
PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
16-07-19, 22:10
16 LUGLIO 2019: sedicesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO; COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA DEL MONTE CARMELO, SOLENNITA' DELLA MADONNA DEL CARMINE…



«16 LUGLIO COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.»
Guéranger, L'anno liturgico - Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-16lug.htm





Madonna del Carmelo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/madonna-del-carmelo/)
http://www.sodalitium.biz/madonna-del-carmelo/
«16 luglio, Madonna del Carmelo.
O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d’illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell’amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l’eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/madonna-carmelo-1-228x300.png


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/madonna-carmelo-1-228x300.png




SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
V Domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=FRRdkD1yLq8
V Domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=LQNnHrvnQ1k
IV Domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=IeGPpNkZ_kQ
IV Domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=NHphEYQsA7g
Domenica nell'ott. del S. Cuore (Santa Messa)
Domenica nell'ott. del S. Cuore (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=7FefHM-_Z2w
Domenica nell'ott. Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=07WAmUjSgj8
Domenica della ss. Trinità (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Lzd7hoDgFBk
Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=QQlB5gTdzPI
Domenica di Pentecoste 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UEvB9s3xZN0
Domenica dell'ott. dell'Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=gfVR56Rm-9A
Domenica dell'ottava dell'Ascensione - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=AIlnBCH2M-A
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Xo3vvej3nT8
V domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=gMHZKktvVXE
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=BnTn5tCbAgw
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UnnMVHLXOr4
III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







“16 luglio - Beata Vergine Maria del Carmelo.”
https://forum.termometropolitico.it/333452-16-luglio-beata-vergine-maria-del-carmelo-4.html
“16 Luglio: Evviva la Madonna del Carmine!”
https://forum.termometropolitico.it/224874-16-luglio-evviva-la-madonna-del-carmine.html
https://forum.termometropolitico.it/224874-16-luglio-evviva-la-madonna-del-carmine-2.html







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/

“16 luglio, Madonna del Carmine e Scapolare.”
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/1097-16-luglio-madonna-del-carmine-e-scapolare.html
“Preghiera per l'Ordine del Carmelo (di dom Prosper Guéranger).”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2346-preghiera-per-l-ordine-del-carmelo-di-dom-prosper-gueranger.html
“Novena alla Madonna del Carmine (dal 7 al 15 luglio)”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2323-novena-alla-madonna-del-carmine-dal-7-al-15-luglio.html

«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Sisenàndo, Levita e Martire, il quale, per la fede di Cristo, fu scannato dai Saracèni. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Levita e Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Sisenàndo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

"Preghiera al Preziosissimo Sangue."
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1749-preghiera-al-preziosissimo-sangue-1-7.html
"Preziosissimo Sangue di Cristo (Offerta quotidiana)."
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1076-preziosissimo-sangue-di-cristo.html
"Offerta del Preziosissimo Sangue per i moribondi."
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1089-offerta-del-preziosissimo-sangue-per-i-moribondi.html
"Altra preghiera al Preziosissimo Sangue."
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1761-altra-preghiera-al-preziosissimo-sangue.html
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2299-il-culto-reale-che-si-rivolge-a-cristo-nel-suo-vicario-29-6.html





“Padre Albino del Bambino Gesù O. C. D., Lo Scapolare della Madonna del Carmine, Editrice Ancora, Milano 1957.”
http://www.parrocchiacordovado.it/files/scapolare.pdf
“LO SCAPOLARE DELLA MADONNA DEL CARMINE P. ALBINO DEL BAMBINO GESU ' O. C. D. EDITRICE ANCORA . - MILANO 1957.”







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Il monte Carmelo fu sede di eremiti, emuli del profeta Elia, fin da prima del Cristianesimo. Lo stesso Elia su quel monte ricevette una "apparizione" della Vergine in quella nuvoletta che si levava dal mare (Cfr. 1Re, 18, 42-45). Sempre nello spirito del Profeta Elia e sotto il Patrocinio della medesima Vergine vissero su quella vetta monaci cristiani, probabilmente maroniti che seguivano la regola di san Basilio. A questi nel secolo XII, si unirono anche dei Latini, i quali diedero vita all'Ordine dei Fratelli di Santa Maria del Carmelo (i Carmelitani), che poi si diffusero per tutta la Cristianità. La data del 16 luglio è legata all'apparizione della Vergine a san Simone Stock, generale dell'Ordine, e alla istituzione del Sacro Scapolare. Nel 1316 la Vergine del Carmine apparve pure a Papa Giovanni XXII chiedendogli la pubblicazione del privilegio sabatino, cioè che Ella libererà certamente dal Purgatorio, nel primo sabato dopo la loro morte, quei fedeli ornati dello Scapolare e zelatori della devozione mariana. La festa, prima solamente dei Carmelitani, fu introdotta nel Messale Romano per tutta la Chiesa da Benedetto XIII nel 1726.


PROPRIUM MISSAE
Ex Proprio Dioecesis Patriarchalis Hierosolymilitane

INTROITUS
Cant 3,1.- Quam pulchri sunt gressus tui, filia Principis! Favus distillans labia tua, et odor vestimentorum tuorum sicut odor thuris. ~~ Ps 97,1.- Cantate Domino canticum novum: quia mirabilia fecit. ~~ Glória ~~ Quam pulchri sunt gressus tui, filia Principis! Favus distillans labia tua, et odor vestimentorum tuorum sicut odor thuris.

Cant 3,1.- Come son belli i tuoi passi, o figlia di principe! Le tue labbra sono come un favo stillante e i tuoi vestiti profumano d’incenso. ~~ Ps 97,1.- Cantate al Signore un canto nuovo: Egli ha compiuto meraviglie. ~~ Gloria ~~ Come son belli i tuoi passi, o figlia di principe! Le tue labbra sono come un favo stillante e i tuoi vestiti profumano d’incenso.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beatíssimæ semper Vírginis et Genetrícis tuæ Maríæ singulári título Carméli órdinem decorásti: concéde propítius; ut, cujus hódie Commemoratiónem sollémni celebrámus offício, ejus muníti præsídiis, ad gáudia sempitérna perveníre mereámur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che onorasti l'ordine del Carmelo col singolare nome della beatissima sempre Vergine e Madre tua Maria; concedici benigno che sostenuti dalla protezione di Colei, della quale celebriamo oggi la solenne commemorazione, meritiamo di pervenire alle gioie eterne: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
III Reg. 18, 42-45
Elias autem ascendit in verticem Carmeli, et pronus in terram posuit faciem suam inter genua sua, et dixit ad puerum suum: Ascende, et prospice contra mare. Qui cum ascendisset, et contemplatus esset, ait: Non est quidquam. Et rursum ait illi: Revertere septem vicibus. In septima autem vice, ecce nubecula parva quasi vestigium hominis ascendebat de mari. Qui ait: Ascende, et dic Achab: Junge currum tuum et descende, ne occupet te pluvia. Cumque se verteret huc atque illuc, ecce cæli contenebrati sunt, et nubes, et ventus, et facta est pluvia grandis.

Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andò, guardò e disse. «Non c'è nulla!». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvoletta, come una mano d'uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Va' a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto.

GRADUALE
Judith 15,10
Tu gloria Ierusalem, tu laetitia Israel, tu honorificentia populi nostri.
Cant 7,5
Caput tuum ut Carmelus; et comes capitis tui, sicut purpura regis tincta canalibus.

Tu sei la gloria di Gerusalemme, le letizia di Israele, il vanto della nostra stirpe.
V. Il tuo capo è come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come porpora regale tinta nei canali.

ALLELUIA
Allelúja, allelúja.
Is 35,2
Gloria Libani data est ei; decor Carmeli et Saron. Allelúja.

Alleluia, alleluia.
Le è stata data la gloria del Libano, la beltà del Carmelo e del Saron. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Ioannem
Joan 19:25-27
In illo témpore: Stabant autem juxta crucem Jesu mater ejus, et soror matris ejus, Maria Cleophæ, et Maria Magdalene. Cum vidisset ergo Jesus matrem, et discipulum stantem, quem diligebat, dicit matri suæ: Mulier, ecce filius tuus. Deinde dicit discipulo: Ecce mater tua. Et ex illa hora accepit eam discipulus in sua.

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Credo

OFFERTORIUM
Ezech 46, 1
Porta atrii interioris, quae respicit ad orientem, erit clausa sex diebus; die autem Sabbati aperietur.

l portico dell'atrio interno che guarda a oriente rimarrà chiuso per sei giorni; sarà aperto il sabato

SECRETA
Tua nos, Domine, abundantia pietatis indulgeat; ut per sacra munera quae tibi reverenter offerimus, gratum beatissimae Filii tui Matri famulatum exercere valeamus. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ci favorisca, Signore, l’abbondanza della tua pietà onde, per questi santi doni che ti offriamo con reverenza, possiamo rendere un gradito servizio alla beatissima Madre del Figlio tuo. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Commemoratione beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Commemorazione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Jer 2,7
Induxi vos in terram Carmeli, ut comederitis fructum ejus et optima illius

Io vi ho condotti nella terra del Carmelo, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Laeta nos, Domine, quaesumus, beatissimae Virginis Matris tuae solemnis commemoratio semper excipiat; quae iucunditatem nobis suae protectionis, et pacis securitatem infundat, et tibi nos reddat acceptos: Qui cum Patre et Spiritu Sancto vivis et regnas Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen

Preghiamo
Ci allieti sempre, o Signore, la solenne commemorazione della beatissima Vergine Maria: essa ci infonda la giocondità della sua protezione e la sicurezza della pace e ci renda accetti a Te che sei Dio e vivi e regni col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen."
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“PREGHIERA PER LE ANIME PURGANTI ALLA MADONNA DEL CARMINE.
Fu appunto Lei che, verso la metà del XIII secolo, diede a san Simone Stok, priore generale dell'Ordine dei Carmelitani, il santo scapolare come pegno del suo amore e della sua protezione per tutti coloro che ne fossero stati rivestiti. Volle pure assicurarlo che "chiunque fosse morto con quell'abito non avrebbe sofferto le fiamme eterne". E, nel secolo seguente, Ella si degnava mostrarsi a Giacomo Euze, il futuro Giovanni XXII, per annunciargli la sua prossima elevazione al Sommo Pontificato e chiedergli di promulgare il privilegio di una pronta liberazione dal purgatorio, che aveva ottenuta dal suo divin Figliolo per i figli del Carmelo: "Io, loro Madre - gli diceva - discenderò ad essi per grazia il Sabato seguente alla loro morte, e tutti quelli che troverò nel purgatorio li libererò e li condurrò al monte della vita eterna".
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"ATTO DI CONSACRAZIONE ALLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA DEL MONTE CARMELO
O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d’illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell’amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l’eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
PREGHIERA ALLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA DEL MONTE CARMELO PER LE ANIME DEL PURGATORIO
Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria, gloria del Libano, onore del Carmelo, della consolante promessa che sareste discesa a liberare dalle pene del Purgatorio le Anime dei vostri devoti. Incoraggiati da questa vostra promessa, Vi supplichiamo, Vergine Consolatrice, di aiutare le care Anime del Purgatorio, e specialmente, o Madre dolce e pietosa, rivolgetevi al Dio di amore e di misericordia con tutta la potenza della vostra mediazione: offrite il Sangue prezioso del vostro santissimo Figlio insieme ai vostri meriti ed alle vostre sofferenze: avvalorate le nostre preghiere e quelle della Chiesa tutta, e liberate le Anime del Purgatorio. Amen.
3 Ave, 3 Gloria."
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"LE "ALLEGREZZE" DI MARIA
E' una delle forme più antiche di preghiera alla Madonna del Carmine. Queste preghiere vogliono sottolineare le gioie (le "Allegrezze") che provò Maria qui in terra.

Gaude Virgo Mater Christi,
Quae per aurem concepisti,
Gabriele nuncio.

Gaude, quia Deo plena,
Peperisti, sine paena,
Cum pudoris Lilio.

Gaude, quia Magi dona
Tuo nato ferunt bona,
Quem tens in gremio.

Gaude, quia juxta legem,
Obtulisti mundi Regem,
In Templi Sacrario.

Gaude, quia tui Nati,
Quem dolebas mortem pati
Fulget resurrectio.

Gaude Christo ascendente,
Qui in Caelum te vidente
Motu fertur proprio.

Gaude Virgo, quia misit
Paraclytum quem promisit
Sanctorum Collegio.

Gaude, quae post ipsum scandis,
Et est honor Tibi grandis
In Caeli palatio.

Jesus fructus ventris tui,
Per te nobis detur frui
In perenni gaudio. Amen.

(Immagine dal Monte Carmelo, oggi)."
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http://www.radiospada.org
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“16 LUGLIO 2019: COMMEMORAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO.”
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“Il 16 luglio 1212 a Las Navas de Tolosa l’esercito crociato, munito della benedizione e delle indulgenze di Innocenzo III, sotto il comando di Alfonso VIII di Castiglia, Pietro II di Aragona e Sancho VII di Navarra, trionfa dell’armata del Califfo Muhammad al-Nasir.”

“16 luglio: festa liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo o anche del Carmine, istituita per commemorare l'apparizione della Madre di Dio al beato inglese Simone Stock (16 luglio 1251), che ricevette uno scapolare e la rivelazione di privilegi connessi alla sua devozione, tra cui la promessa del Paradiso.”

“Il 16 luglio è la Festa della Madonna del Carmine, donatrice dello Scapolare marrone per mezzo del Beato Simone Stock.
Giovanni Battista Carlone o Domenico Fiasella, Madonna del Carmine e i Santi Giuliano e Basilissa. (1644 ca.)”


https://www.radiospada.org/2019/07/il-perdono-del-carmine/
https://www.radiospada.org/tag/madonna-del-carmine/
https://www.radiospada.org/tag/scapolare/





“UDINE - Chiesa della Beata Vergine del Carmine.
https://www.youtube.com/watch?v=mtCE2jbFP7g
Breve presentazione delle bellezze barocche della chesa della Beata Vergine del Carmine situata a Udine in via Aquileia.”





https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4740big.jpg


https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4740big.jpg




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www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

http://www.traditionalcatholicpriest.com/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


https://moimunanblog.com/





“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/




Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

16 juillet : Notre-Dame du Mont-Carmel et le Saint Scapulaire :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/16-juillet-notre-dame-du-mont-carmel)
“16 juillet : Notre-Dame du Mont-Carmel et le Saint Scapulaire.”
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REGINA DECOR CARMELI, ORA PRO NOBIS!!!
BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA DEL MONTE CARMELO PREGA PER NOI!!!
PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!