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Stalinator
08-09-09, 14:10
IL TRADIZIONALISMO:JULIUS EVOLA VISTO DA SINISTRA di Alexander Dugin


Quando Karl Popper "smaschera" i nemici della "società aperta", egli fa uso costantemente del termine "irrazionalismo". E' logico, perché la stessa "società aperta" è basata sulle regole del senso comune e sui postulati della "coscienza ordinaria". Di solito, persino gli autori più apertamente anti-liberali tendono a giustificarsi e ad obiettare di fronte all'accusa di "irrazionalismo". I nazional-bolscevichi, accettando coerentemente lo schema di Popper, esprimono una valutazione tutt'affatto opposta, ed accettano anche questa accusa. E' vero - la motivazione principale dei "nemici della società aperta" e dei suoi più acerrimi e coerenti avversari, i nazional-bolscevichi, non nasce sul terreno razionalistico. Nella presente questione ci è soprattuto di aiuto l'opera degli scrittori tradizionalisti, e in primo luogo quella di René Guénon e di Julius Evola.

Tanto in Guénon quanto in Evola si trova esposta in dettaglio la meccanica del processo ciclico, nel quale la corruzione dell'elemento terra (e della corrispondente coscienza umana), la desacralizzazione della civiltà ed il moderno "razionalismo" con tutte le sue logiche conseguenze, sono considerati come una delle fasi della degenerazione. L'irrazionale non è interpretato dai tradizionalisti come una categoria negativa o peggiorativa, ma come una gigantesca sfera della realtà, non passibile di studio con i soli metodi dell'analisi e del senso comune.

Pertanto, su questo tema la dottrina tradizionale non sfida le sagaci conclusioni del liberale Popper, ma anzi concorda con esse, puntando nella direzione opposta. La Tradizione si fonda sulla conoscenza super-intelletuale, sul rituale iniziatico che provoca la frattura della consapevolezza, su dottrine espresse in simboli. L'intelletto discorsivo ha valore solo ausiliario, pertanto non riveste alcun significato decisivo. Il centro di gravità della Tradizione si colloca entro una sfera non soltanto non razionale, ma persino non Umana - e non si tratta della bontà dell'intuizione, della previsione o dei presupposti, ma dell'affidabilità della particolare esperienza iniziatica. L'irrazionale, smascherato da Popper come punto centrale delle dottrine dei nemici della Società Aperta, è in verità nientemeno che l'asse del Sacro, il fondamento della Tradizione. Stando così le cose, le diverse ideologie anti-liberali - ivi incluse le ideologie rivoluzinarie "di sinistra" - dovrebbero avere un rapporto con la Tradizione. Ora, se questo appare ovvio nel caso delle ideologie di "estrema destra", iperconservatrici, è problematico nel caso di ideologie di "sinistra". Abbiamo già toccato la questione trattando del concetto di "bolscevismo". Ma vi è un altro punto: le ideologia rivoluzionarie anti-liberali, specie il comunismo, l'anarchismo e il socialismo rivoluzionario, si prefiggono la radicale distruzione non solo dei rapporti capitalistici, ma anche delle istituzioni tradizionali - monarchia, chiesa, organizzazioni religiose... Come combinare questo aspetto dell'anti-liberalismo con il tradizionalismo?

E' significativo che Evola stesso (e in una certa misura Guénon, sebbene questo non possa essere affermato oltre ogni dubbio, in quanto il suo atteggiamento nei confronti della "sinistra" non fu mai altrettanto esplicito) negò qualsiasi carattere tradizionale alle dottrine rivoluzionarie, considerandole come la massima espressione dello spirito contemporaneo, di degradazione e decadenza. Vi furono tuttavia nella vicenda personale di Evola periodi - specie i primi e gli ultimi - durante i quali egli menifestò punti di vista nichilisti, anarchici, avendo come unica proposta positiva il "cavalcare la tigre", vale a dire far causa comune con le forze del declino e del caos al fine di oltrepassare il punto critico del "tramonto dell'Occidente". Ma qui non ci occupiamo dell'esperienza storica di Evola in quanto figura politica. Importa invece rilevare come nei suoi scritti - anche in quelli del periodo intermedio, di massimo conservatorismo - viene accentuata la necessità di fare appello a qualche tradizione esoterica; il che, in generale, non è del tutto in linea con i modelli monarchici e clericali prevalenti fra i conservatori europei che con lui ebbero contatti politici all'epoca. Non si tratta soltanto del suo anti-cristianesimo, ma del suo spiccato interesse per la tradizione tantrica e per il Buddhismo, che nel contesto del tradizionale conservatorismo induista sono ritenuti affatto eterodossi e sovversivi. Inoltre, sono assolutamente scandalose le simpatie di Evola nei confronti di personaggi come Giuliano Kremmerz, Maria Naglovska e Aleister Crowley, che furono senza esitazioni annoverati da Guénon fra i rappresentanti della "contro-iniziazione", della tendenza negativa e distruttiva dell'esoterismo. Così, se Evola si richiama costantemente alla "ortodossia tradizionalista" e critica violentemente le dottrine sovversive della sinistra, altrettanto costantemente fa appello ad una evidente eterodossia. Ancora più significativo è il suo riconoscersi fra i seguaci della "Via della mano sinistra". E qui giungiamo ad un punto specificamente connesso con la metafisica del nazional-bolscevismo. In esso troviamo infatti paradossalmente combinate assieme non solo due tendenze politiche antagoniste ("destra" e "sinistra"), non solo due sistemi filosofici di cui l'uno è a prima vista la negazione dell'altro (idealismo e materialismo), ma due tendenze in seno allo stesso tradizionalismo, la positiva (ortodossa) e la negativa (sovversiva). Nel caso specifico, Evola è un autore significativo, sebbene vi sia una certa discrepanza fra le sue dottrine metafisiche e le sue convinzioni politiche, basate - secondo la nostra opinione - su taluni pregiudizi duri a morire, tipici dei circoli della "estrema destra" mitteleuropea contemporanea.

In quello splendido libro sul Tantrismo che è Lo Yoga della potenza, Evola descrive la struttura iniziatica delle organizzazioni tantriche (kaula) e la loro tipica gerarchia (5). Questa gerarchia si mostra verticalmente nell'atteggiamento verso la stessa gerarchia sacra, caratteristica della società induista. Il rituale tantrico (come la stessa dottrina buddhista) e la partecipazione alle sue iniziazioni traumatiche comportano in una certa misura la cancellazione di ogni struttura sociale e politica ordinaria, asserendo che "coloro che percorrono la via breve, non hanno bisogno di appoggio dall'esterno". Ai fini tantrici non ha alcuna importanza l'essere un brahamino o un chandala (rappresentante delle classi inferiori). Tutto dipende dal successo nel compiere le complesse operazioni iniziatiche e dall'autorità dell'esperienza trascendente. E' una sorta di "sacralità di sinistra", fondata sulla convinzione dell'insufficienza, della degenerazione e del carattere alienato delle istituzioni sacre ordinarie. In altri termini, l'esoterismo "di sinistra" si oppone all'esoterismo "di destra" non in quanto ne sia la negazione, ma a causa di una particolare affermazione paradossale, vertente sul carattere autentico dell'esperienza e sul carattere concreto dell'auto-trasformazione. E' evidente che ci troviamo di fronte a questa realtà dell'esoterismo "di sinistra" nel caso di Evola e di quei mistici che sono all'origine delle ideologie socialiste e comuniste. La critica distruttiva verso le Chiese non è mera negazione della religione, è una particolare forma estatica dello spirito religioso, che insiste sulla natura assoluta e concreta dell'auto-trasformazione "qui ed ora". Il fenomeno dei Vecchi Credenti, le auto-immolazioni o lo zelo dei Chiliasti appartengono alla medesima specie. Lo stesso Guénon, in un articolo dal titolo Il quinto Veda, dedicato al Tantrismo, scrisse che in particolari periodi ciclici, prossimi alla fine dell'Età del Ferro, del Kali-Yuga, molte antiche istituzioni tradizionali perdono la loro forza vitale, e pertanto l'auto-realizzazione metafisica deve trovare metodi e vie nuove, non ortodosse. Ecco perché - nonostante vi siano solo quattro Veda - la dottrina Tantrica è chiamata "Quinto Veda". In altre parole, via via che le tradizionali istituzioni conservatrici decadono (è il caso della monarchia, della chiesa, della gerarchia sociale, del sistema delle caste, ecc.), assumono un ruolo sempre più di primo piano quelle particolari pratiche iniziatiche, rischiose e pericolose, legate alla "Via della mano sinistra".

Il tradizionalismo tipico del nazional-bolscevismo, nel suo significato più generale, è l'esoterismo "di sinistra", che ricalca nella sostanza i princìpi del kaula tantrico e la dottrina della "trascendenza distruttiva". Razionalismo ed umanismo di stampo individualista hanno colpito a morte persino quelle oranizzazioni del mondo contemporaneo che nominalmente hanno ancora carattere sacro. Il ristabilimento della Tradizione nelle sue proporzioni reali secondo la via del graduale miglioramento delle condizioni esistenti, è impossibile. Inoltre, ogni appello all'evoluzione e alla gradualità non fa altro che spianare la via all'espansione del liberalismo. Di conseguenza, la lezione di Evola per i nazional-bolscevichi consiste nell'accentuare quegli elementi direttamente connessi alle dottrine "della mano sinistra", alla realizzazione spirituale traumatica nella concreta esperienza di trasformazione e rivoluzione, al di là di usi e i costumi che hanno perduto ogni giustificazione di ordine sacro.

I nazional-bolscevichi intendono l' "irrazionale" non semplicemente come "non razionale", ma come "attiva ed aggressiva distruzione del razionale", come lotta con la "coscienza quotidiana" (e contro il "comportamento quotidiano"), come immersione nell'elemento della "nuova vita" - quella particolare esistenza magica dell' "uomo differenziato" che ha rigettato ogni divieto e norma esteriore.

Lucio Vero
11-09-09, 10:22
Personalmente apprezzo di più - e lo ritengo anche molto più attuale - il Julius Evola visto da Destra, de "Gli Uomini e le Rovine". Poi boh...degustibus.:)

Unghern Kahn
15-01-10, 13:10
Personalmente apprezzo di più - e lo ritengo anche molto più attuale - il Julius Evola visto da Destra, de "Gli Uomini e le Rovine". Poi boh...degustibus.:)

Siamo in due. :ciaociao:

msdfli
16-01-10, 00:33
ma nn riuscite a leggerlo senza cartelli stradali ? :chefico: