Faraoni, a Venezia rivive il mito

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Dalle opere monumentali fino alla ricostruzione di palazzi e harem, simboli del potere e monumenti funebri: i Faraoni sbarcano a Venezia, nelle sale di Palazzo Grassi, dove dal 9 settembre al 25 maggio 2003 saranno al centro di una grande mostra. Trecento reperti dai musei di tutto il mondo, la rassegna I Faraoni è stata curata da una studiosa del calibro di Christiane Ziegler, direttore dal '93 del Dipartimento di Antichita' Egizie del Museo del Louvre . Oggetti di squisita fattura, sculture e bassorilievi, per raccontare, con rigore scientifico tutti gli aspetti della monarchia faraonica. Il termine Faraone, ha spiegato la curatrice, è stato tramandato dalla Bibbia e deriva da 'per-aa', 'la grande casa', cioè il palazzo dove il re abitava e che poi ha finito per designare proprio il sovrano d'Egitto, capace di contenere il mondo intero. ''L'universo riposa sul Faraone - ha proseguito Ziegler - posto sulla terra dal dio creatore per scacciare il male e il caos. Questa è la concezione del mondo che viene veicolata dal potere egizio''. Si comincia con l'aspetto monumentale della regalità faraonica. Nella corte centrale di Palazzo Grassi saranno allestiti, tra le altre opere, la statua colossale di Toutankhamon usurpato da Horemheb, in quarzite dipinta del peso di quattro tonnellate. Partendo da questa prima sezione si potranno avventurare alla scoperta dei misteri del Faraone. Dopo una galleria di ritratti di tutti i sovrani che governarono l'Egitto (da Kefren a Tutankhamon, da Ramesses a Cleopatra), si aprirà un percorso storico che si snoderà su due filoni: il carattere divino del Faraone e la sua natura umana.

La terza sezione va alle immagini , come il sovrano in veste di fanciullo divino o di animale. Poi, il re sacerdote o costruttore di templi, intermediario tra uomini e dei. Da qui si passerà alla vita quotidiana del sovrano. Per illustrarla, la mostra ricostruirà un palazzo reale, con i fasti di corte, i piaceri, la famiglia e l'harem. Non era un luogo di reclusione che raggruppava eunuchi e concubine, ha detto Ziegler, ma vi risiedevano, in piena libertà, regine, principi e principesse, dame di corte e un esercito di servitori, nutrici, precettori. Il percorso si conclude con la sezione dedicata alla morte del Faraone, con le sepolture regali e i tesori dei re di Tanis. Le opere, di cui almeno un terzo proviene dal Museo del Cairo, sono relative al periodo del Nuovo Regno, tra il 1550 e il 1069 a.C., considerato tra quelli di maggior splendore della civiltà.

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Conti Paolo (sul Corriere della Sera di martedì 23 luglio)

Il 9 settembre a Venezia sbarcheranno i Faraoni e ci resteranno fino al 25 maggio 2003. Proseguendo la serie delle mostre sulle grandi civiltà (Fenici, Celti, Greci in occidente, Maya, Etruschi) quest' anno palazzo Grassi propone la storia dei sovran i egizi: circa 300 opere provenienti da 34 musei e collezioni private di 32 città in 12 Paesi del mondo. Ma la gran parte dei pezzi (almeno un terzo) proverrà dal museo del Cairo. Un appuntamento che non vuole essere «generico», come ha spiegato ieri durante la presentazione nella sede dell' Accademia dei Lincei il presidente di palazzo Grassi, Cesare Annibaldi: «Non sarà una mostra dispersiva né evasiva o di pura suggestione. Abbiamo individuato nel Faraone, centro politico-religioso di quella civiltà, un focus unificante evitando il consueto appuntamento con i "capolavori dell' Egitto"». Certo, i capolavori ci saranno: proprio dal Cairo verrà la statua colossale di «Tutankhamon usurpato da Horemhe», in quarzite dipinta, di tre metri di al tezza. E per citare un record di pesantezza (con ciò che ne consegue dal punto di vista organizzativo) dall' università di Pennsylvania arriverà un segmento di pilone in calcare di quattro tonnellate. Perché scegliere i Faraoni come guida nella civil tà egizia? Lo spiega la curatrice della mostra Christiane Ziegler (dal 1993 direttrice del Dipartimento di antichità egizie del Louvre) nello scritto che apparirà nel catalogo Bompiani: «L' universo poggia sul Faraone, insediato sulla Terra dal dio c reatore per respingere il male e il caos. È questa la concezione del mondo veicolata dal potere egizio». Otto le sezioni della mostra: I Faraoni e l' Egitto monumentale (le opere di grande formato); Il volto del sovrano (la galleria di Kefren, Tutank hamon, Ramsete, Cleopatra); Le immagini della regalità; Il re ritualista e costruttore di templi; Il Faraone guerriero e la conquista del mondo (quindi le armi e le scene di guerra): La funzione civile del re-legislatore; Il Faraone e la corte (i fas ti e gli splendori della vita quotidiana, i segreti dell' harem, luogo di trame politiche ma anche di educazione dei rampolli reali); La morte del Faraone (il visitatore potrà assistere ai riti di sepoltura di un sovrano). Molte le novità. Non è mai stato visto visto in una mostra, per esempio, il sarcofago di Acmosi, esposto nella sezione dedicata all' evocazione della Valle dei Re. «È un' opera di grandissima importanza, ha detto l' archeologo Francesco Tiradritti (da anni impegnato negli scav i della tomba di Harwa a Luxor), curatore aggiunto della mostra con Isabelle Franco. Racconta Tiradritti: «Il sarcofago è stato ritrovato nel nascondiglio delle mummie reali e Acmosi fu il sovrano che aprì il periodo del Nuovo Regno, quello di cui si occupa la rassegna di palazzo Grassi. L' opera è bellissima, basterebbe per giustificare una visita». E sempre Tiradritti ha rivelato che la tomba di Harwa potrebbe essere la sepoltura di un re dell' Alto Egitto e non di un grande sacerdote, come si è sempre ritenuto. Le prove secondo Tiradritti (che, dal ' 95, ha diretto gli scavi organizzati dalle Civiche raccolte archeologiche di Milano) sono numerose e sono state esposte a un convegno al Louvre: «Mi aspettavo polemiche. Ma gli studiosi hann o accettato subito le nostre argomentazioni e si sono mostrati convinti». Ci sono stati dei «no» alle richieste di prestiti? Nessun «no», ha spiegato Christine Ziegler, tranne che per il tesoro di Tutankhamon: esiste una legge che vieta al museo del Cairo di prestare gli oggetti provenienti dalla tomba. In compenso, arriverà il tesoro di Tanis (già visto in alcune esposizioni europee), più antico rispetto a quello di Tutankhamon, ma simile. In quanto all' organizzazione, Annibaldi non ha parlato di cifre assicurative (lievitate in tutto il mondo dopo l' 11 settembre) ma si è limitato a dire che «non si è fatta una mostra a metà». I biglietti per la mostra (9 euro il prezzo intero, 6,5 i ridotti) potranno essere acquistati direttamente al bo tteghino oppure in qualsiasi sportello della Banca nazionale del lavoro o sul sito internet www.palazzograssi.it dove appariranno anche tutte le informazioni sulla mostra (che si ottengono anche telefonando al 199 139 139).

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Qualche settimana fa ho anticipato l'evento che è ormai prossimo a partire. Tra l'altro nel corso dell'estate ho saputo che un'altra mostra di estremo interesse su oggetti egiziani è stata realizzata a San Bnedetto del Tronto ed ha avuto un discreto successo di pubblico.

A Venezia andrà in scena quello che è definito l'evento della prossima stagione di mostre. Verranno esposti oltre 300 pezzi raccolti da 34 musei di tutto il mondo per illustrare il potere e la gloria degli egizi.

Prosegue in questo modo un filone di mostre che rivisita antiche civiltà, dopo i successi di quelle dedicate ai Fenici, ai Celti, alla Magna Grecia, ai Maya, agli Etruschi.

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