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nuvolarossa
27-07-02, 01:42
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Ricordato il sacrificio dei fratelli Bandiera

Una manifestazione si è svolta ieri pomeriggio nel Vallone di Rovito per commemorare il 158° anniversario del martirio dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera. La cerimonia è stata organizzata dalla Associazione mazziniana di cui è presidente l'avvocato Antonio Sanvito. Una corona d'alloro è stata deposta davanti all'ara che ricorda nel Vallone di Rovito il sacrificio dei due patrioti. Ha poi preso la parola l'avvocato Giuseppe Chiarello che ha pronunciato una breve allocuzione sui moti del Risorgimento e sulla sfortunata spedizione dei fratelli Bandiera che venne repressa col sangue il 25 luglio del 1844. L'Associazione Mazziniana è intitolata proprio ai fratelli Attilio ed Emilio Bandiera che rappresentano, è stato sottolineato, un fulgido esempio di patriottismo al quale le giovani generazioni debbono guardare con grande rispetto. Attilio ed Emilio Bandiera sono stati i precursori di quel grande movimento che ha portato, è stato aggiunto, all'unità d'Italia. La data del 25 luglio 1844 rappresenta perciò, è stato rilevato, una tappa miliare nel difficile cammino che ha portato all'unità nazionale ed è doveroso ricordarlo. L'Associazione Mazziniana ha in programma altre manifestazioni per portare all'attenzione delle giovani generazioni le pagine più importanti della storia del Risorgimento e dell'unità d'Italia.
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tratto da
LA GAZZETTA DEL SUD 25 luglio 2002


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Mazziniani in SARDEGNA
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Associazione Mazziniana Italiana
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Bicentenario nascita Giuseppe Mazzini (1805-1872)
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nuvolarossa
12-05-03, 00:44
Sezione A.M.I. "F.lli Attilio ed Emilio Bandiera" - Cosenza

I° Convegno Nazionale su PROGETTO EDUCAZIONE
la cultura della legalità e l'attualità del concetto di educazione
ai doveri di Giuseppe Mazzini

in collaborazione con l'
Università degli Studi della Calabria
Aula Caldora - Rende (CS )
16 - 17 maggio 2003

Venerdì 16 maggio 2003
Apertura convegno ore 16,00
Interventi ore 16,30

Sabato 17 maggio 2003
Riapertura lavori ore 9,00
Interventi ore 9,30
Chiusura lavori ore 12,30

Interverranno anche il Direttore del Pensiero Mazziniano
prof. Sauro Mattarelli ed il Vice Presidente Vicario dell'AMI
pro. Roberto Balzani

nuvolarossa
09-12-03, 14:19
Progetto educazione
La cultura della legalità e l’attualità del concetto di educazione ai doveri di Giuseppe Mazzini

COSENZA - La Sezione A.M.I. "F.lli Attilio ed Emilio Bandiera" di Cosenza e l'Università degli Studi della Calabria hanno organizzato il I° Convegno Nazionale su
“Progetto educazione: la cultura della legalità e l'attualità del concetto di educazione
ai doveri di Giuseppe Mazzini”. Ai lavori, svoltisi nelle giornate del 16 e del 17 maggio 2003 hanno preso parte, tra gli altri, il Prof. Giuseppe Spadafora, direttoree Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università della Calabria, il prof. Giuseppe Trebisacce, Università della Calabria, l’avv. Ludovico Massimo Russo, dell’AMI di Cosenza, l’avv. Antonio Sanvito, Presidente della sezione dell’AMI di Cosenza, il prof. Franco Crespini, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, il dott. Hesham Almolla, Ospedale civile di Cosenza, l’avv. Luca Muglia, Segretario nazionale Unione Camere Minorili, l’avv. Franz Caruso, Assessore della Provincia di Cosenza, il dott, Claudio Correli, Sostituto Procuratore della Repubblica, la prof.ssa Donatella Laudadio, Assessore Provincia di Cosenza, il prof. Giampiero Calabrò, Università della Calabria, l’avv. Giuseppe Chiarello (AMI Cosenza), il dott. Arcangelo Badolati, giornalista, il prof. avv. Tommaso Sorrentino, presidente Camera Penale di Cosenza, il prof. Mario Ferracuti, Università Cattolica, sezione di Piacenza, la prof.ssa Edda Ducci, Università degli studi di Roma III, la prof.ssa Viviana Burza, Università della Calabria, il prof. Giovanbattista Antonio Guerriero, Università della Calabria, il Direttore del “Pensiero mazziniano”, prof. Sauro Mattarelli ed il Vice Presidente Vicario dell'AMI prof. Roberto Balzani.
(http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/)

nuvolarossa
19-02-05, 12:42
Il catanzarese Catricalà nominato presidente dell'Antitrust

Raffaele Marmo

ROMA – I suoi biografi calabresi ci tengono a raccontare che ha frequentato il blasonato Liceo «Pasquale Galluppi» di Catanzaro, dove è nato il 7 febbraio del '52. La stessa scuola – sottolineano per inciso – di Corrado Alvaro e Gianni Amelio. Parliamo di Antonio Catricalà, segretario generale della presidenza del Consiglio, nominato nuovo presidente dell'Antitrust. La scelta, Casini e Pera, l'hanno fatta in mattinata in un'ora e mezza di colloquio (durante il quale hanno parlato anche dell'elezione dei giudici della Consulta). Ma la notizia si è diffusa solo nella tarda serata di ieri. La nomina del successore di Giuseppe Tesauro, nel delicato compito di cane da guardia della concorrenza e del mercato, è caduta, dunque, su uno dei più influenti grand commis dello Stato: e, non a caso, il suo nome circolava da mesi anche come possibile candidato al posto di Cheli, il garante per le tlc, anche lui in scadenza. Calabrese di origini – con forti legami con la sua terra – Catricalà può vantare una carriera da crescendo rossiniano: laureato alla Sapienza con lode a soli 22 anni e subito nominato assistente; appena due anni dopo vince il concorso in magistratura e supera l'esame per avvocato; a 27 anni è procuratore di Stato, poi avvocato dello Stato, a trenta è consigliere. Stile Ena (dal nome della prestigiosa scuola francese da cui esce il fior fiore della classe dirigente), Catricalà è ben presto scoperto da ministri e direttori generali. Così passa per una girandola di incarichi: consigliere all'ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio; capo di gabinetto e consigliere giuridico in diversi dicasteri. Fino a diventare segretario generale dell'Authority delle Comunicazioni e, nel luglio 2001, segretario generale di Palazzo Chigi. Considerato vicino a Antonio Maccanico, al quale lo lega anche il fatto che il padre era il leader dei repubblicani catanzaresi, Catricalà è molto ben visto da Carlo Azeglio Ciampi e Franco Frattini. Certo è che sul tavolo dell'Antitrust, il nuovo presidente troverà diversi dossier delicati. A lui e all'autorità nel suo complesso spetta, per esempio, la vigilanza sulla legge in materia di conflitto di interessi, varata definitivamente dal Parlamento nello scorso mese di luglio. Senza contare che toccherà a lui raccogliere il testimone di Tasauro nell'opera di completa liberalizzazione e di stabilizzazione della concorrenza in mercati strategici come quello dell'energia e quello delle telecomunicazioni. Mentre, in attesa del varo della riforma del risparmio, dovrà attendere di sapere se l'organismo di cui prende la guida sarà coinvolto nell'opera di garanzia della concorrenza creditizia.

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Antonio Catricalà, calabrese di 53 anni, figlio di un dirigente mazziniano del Pri, si è laureato in Legge a Roma a 22 anni. Diventa magistrato a 24, avvocato dello Stato a 27, quindi nell’ ’82 è consigliere di Stato al primo concorso. In passato è stato segretario generale dell’Autorità per le Tlc prima di diventare segretario generale di palazzo Chigi.

http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/BARBIEREDISIVIGLIA.mid

nuvolarossa
16-05-05, 10:17
Stimolante dibattito nella Casa delle culture di Cosenza
Giuseppe Mazzini profeta della nuova Europa

Federica Longo

COSENZA - «I l fine per cui l'uomo fu creato è lo sviluppo pieno, ordinato e libero di tutte le sue facoltà. Il mezzo per cui l'uomo può giungere a questo intento è l'associazione con i suoi simili». Con queste parole nel 1831, Giuseppe Mazzini, esule a Marsiglia, enuncia i principi della Giovane Italia. Del cosmopolitismo, della fratellanza fra i popoli e della attualità del pensiero mazziniano, si continua a discutere ancora oggi. L'occasione è stata la presentazione di «Giuseppe Mazzini. Pensieri sulla democrazia in Europa», opera tradotta e curata da Salvo Mastellone, professore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Firenze. L'associazione mazziniana italiana (A.m.i.) di Cosenza sabato mattina, alla Casa delle culture, ha proposto uno stimolante dibattito. Antonio Sancito, presidente della sezione «Fratelli Attilio ed Emilio Bandiera», ha presentato il foglio «Pensiero e Azione. La voce Mazziniana di Calabria», nuovo supplemento alla rivista dell'associazione «Il pensiero Mazziniano». Poi, ha spiegato il significato del credo mazziniano. «Riprendere un discorso interrotto, dare finalmente attualità ad un pensiero e un'azione politica mai pienamente realizzati, creare una società italiana autentica». Gennaro Zannelli, vice-presidente nazionale A.M.I., ha cercato di restituire l'immagine dell'uomo Mazzini nella sua completezza. «Non è solo colui che nei libri di storia viene racchiuso nella sterile definizione di carbonaro, fondatore della Giovane Italia, né una mera entità spirituale come vorrebbero alcuni. Quello che di questo personaggio ci attrae – ha spiegato Zanelli – è la sua spinta all'azione, la battaglia che ha saputo condurre perché fosse fatta l'Italia, la lotta per il dovere e l'affermazione di valori etici-sociali che continuano a fecondare l'orizzonte di pensiero». Nella teca del nostro Risorgimento l'immagine di Mazzini appare meno luminosa rispetto all'eroismo di Garibaldi o al realismo di Cavour. Eppure a fargli fare un passo avanti oggi, sotto la luce del bicentenario della nascita, affiora potente una figura che scavalca gli angusti confini scolastici: «Mazzini – ha concluso il vicepresidente – non è nato con la barba bianca e il vestito nero, ma è stato un bambino, un amante corteggiato e conteso, al punto da suscitare le invidie dello stesso Marx». Ritornare a Mazzini. L'invito suona quasi anacronistico, ma assume all'improvviso significati attuali e vivi non appena il dibattito scivola su questioni aperte e centrali nel panorama politico e sociale contemporaneo. La modifica della costituzione italiana, il laicismo, il ruolo dell'Europa, sono stati solo alcune delle tematiche che i relatori hanno analizzato, attraversando il pensiero del Mazzini. «La società basata sull'intreccio tra diritti e doveri, la sussidiarietà, presupposti fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano, affondano le proprie radici in riflessioni teoriche di cui Mazzini è uno dei principali sostenitori», ha sottolineato Silvio Gambino, preside della facoltà di Scienze Politiche all'Unical. Infine, Pietro Caruso, direttore della rivista «Il pensiero Mazziniano» ha concluso ricordando che a ciascuno spetta il compito di agire per attuare gli insegnamenti di uno dei protagonisti del Risorgimento. Mazzini, l'uomo che ha saputo svegliare le coscienze, che ha combattuto per fare dell'Italia uno Stato unitario e democratico, morì da clandestino sotto il falso nome di dottor Brown a Pisa. Oggi rifioriscono le sue lezioni etiche, il radicalismo nella battaglia per la democrazia, intesa anche come necessità di eliminare, soprattutto tra i giovani, «lo spreco d'intelligenza e di energie morali». Nel nome di Dio, il Verbo della storia.

nuvolarossa
23-07-05, 01:17
Reggio Calabria, si è costituita una sezione cittadina dell'Ami/E' stata intitolata a Gaetano Sardiello, fra i padri costituenti della Repubblica italiana

Operare secondo l'insegnamento di Mazzini

A Palazzo San Giorgio fa il suo ingresso ufficiale la Sezione reggina dell'Associazione Mazziniana Italiana, costituita grazie alla determinazione, impegno e passione di un gruppo di persone animate dagli stessi principi mazziniani ed al di fuori di ogni schieramento politico.

La sezione reggina intitolata a Gaetano Sardiello, illustre meridionale, parlamentare fra i padri costituenti della nostra Repubblica, è stata riconosciuta durante l'ultima Assemblea Nazionale dell'AMI.

Il coordinatore ing. Domenico Riggio ed i soci fondatori (Bruno Arena, Filippo Bagnato, Giuliana Brunone, Francesco Cuzzocrea, Giuseppe Frangipane, Giorgio Giordano, Domenico Morabito, Paolo Morabito, Antonino Scopelliti) sono stati calorosamente accolti dal vicesindaco Giovanni Rizzica, da sempre cultore e sostenitore del pensiero mazziniano.

Il vicesindaco dott. Giovanni Rizzica, nel salutare i fondatori della nuova sezione reggina dell'AMI, ha auspicato che l'associazione sia uno strumento per conservare, preservare e contestualmente trasmettere i principi della tradizione repubblicana che ha in Mazzini il suo primo ispiratore.

Nel corso della stessa riunione il vicesindaco si è richiamato ai recenti interventi del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha definito il pensiero mazziniano in questo particolare momento storico e politico più che mai attuale, per i contenuti di ordine etico e per il progetto di costituzione dell'Europa dei Popoli.

Del resto oggi la figura di G. Mazzini, per molti solo uno sbiadito ricordo scolastico, ritorna prepotente nel richiamare gli uomini di oggi alla giustizia e al senso morale per evitare di accrescere "le già molte ricchezze dei pochi" senza migliorare le condizioni dei paesi ancora in via di sviluppo.

All'incontro ha partecipato il dott. Giuseppe Cacopardi, fondatore e sostenitore dell' AMI nazionale, che ha aderito con entusiasmo all'iniziativa reggina dichiarandosi disponibile ad aiutare, con l'impegno, la cultura e la passione che lo contraddistinguono, i mazziniani nel loro lavoro di sezione.

Il coordinatore Riggio ha comunicato che tra i primi obiettivi della sezione vi è l'organizzazione, in autunno, in città, di una manifestazione per la celebrazione del bicentenario della nascita di Mazzini: "tanti i progetti e le iniziative anche se lo spirito permeante dell'associazione non è solo quello delle attività commemorative, bensì anche quello di educare ai principi mazziniani le nuove generazioni, con attività di confronto, didattiche ed incontri nelle scuole, per guardare al passato come guida verso una prospettiva di progresso civile e morale".

nuvolarossa
11-08-05, 12:28
Domani le celebrazioni per il bicentenario mazziniano

REGGIO CALABRIA - SU INIZIATIVA del circolo culturale G. Calogero, dell'Istituto Studi Gentiliani per la Calabria e la Lucania, del centro studi Grisi, sarà celebrato domani a Reggio nella Terrazza della cultura, in via Santa Caterina 62, alle ore 17,30 il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini .
Si terrà un convegno sul tema "Giuseppe Mazzini e l'attualità del suo pensiero". Interverranno l'onorevole Natino Aloi, già sottosegretario alla pubblica istruzione; il prof. Francesco Fiumara , scrittore e direttore della rivista "La procellaria"; il dottor Mario Di Napoli, saggista; ed il saggista Attilio Scarcella.

nuvolarossa
01-09-05, 18:35
La Calabria del Risorgimento e quella di oggi/Il futuro di S. Stefano d'Aspromonte

Fra meriti storici del passato e attualità ambientale

di Francesco Nucara

Il 31 agosto, presso il comune di S. Stefano d'Aspromonte, è stata consegnata una targa a Francesco Nucara per la sua attività di governo. La riunione si è svolta nella sala del Consiglio comunale, alla presenza, fra gli altri, del sindaco, del presidente della Comunità montana e del direttore del Parco d'Aspromonte. Nucara ha voluto ricordare la sua visita con questo scritto.

Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini.

Mazzini è il padre spirituale del Partito Repubblicano Italiano. E' stato costituito un comitato nazionale per la celebrazione del bicentenario presieduto dal Sen. De Carolis a cui hanno aderito personalità politiche (Andreotti, il Sen. Marino, Cossiga, ecc) del mondo cooperativo nazionale, della scienza (Prof. Lotti, Prof. Morra, ecc).

Il segretario del Pri ovviamente sta girando per partecipare alle manifestazioni che si tengono in tutta Italia. A ottobre ci sarà una manifestazione a Reggio Calabria. Ho letto che, recentemente, su iniziativa del comune di Santo Stefano, vi è stato un incontro sul Risorgimento. L'occasione era dovuta alla presentazione di un libro del Prof. Amato proprio sul Risorgimento.

In questo quadro, cerco di approfondire la storia dell'unità d'Italia, volendo capire il contributo dato dalle popolazioni geograficamente marginali rispetto al processo unitario. Ci sarà, tra l'altro, uno spettacolo teatrale che girerà per la Calabria, dove si parlerà della tragedia dei Fratelli Bandiera. Nella ricerca che svolgiamo in modo disorganico - per la verità- ci imbattiamo nei personaggi del Risorgimento reggino. Con sorpresa (la risultante dell'ignoranza) apprendiamo che in Calabria il maggior contributo di uomini e fatti per l'unità d'Italia è stato dato da Santo Stefano d'Aspromonte. E con altrettanto stupore ho potuto notare che un figlio di questa cittadina, Stefano Romeo, partecipò alla battaglia per la difesa della Repubblica Romana e un altro Romeo, Pietro Aristeo, ebbe contatti con Mazzini a Londra nel 1852.

Santo Stefano ebbe anche ripetute rappresentanze parlamentari e anche chi, come Stefano Romeo, si dimise da deputato perché non condivideva il regime costituzionale dell' epoca. Altri tempi e soprattutto altri uomini. Ma c'è un filo conduttore che lega Santo Stefano al pensiero repubblicano, ed è la colonia "L. Franchetti", voluta dall'Associazione nazionale degli interessi del Mezzogiorno, di cui autorevoli esponenti sono stati Francesco Compagna e Michele Cifarelli.

Queste sono le ragioni storiche che mi hanno indotto ad accettare l'invito del sindaco, che mi ha altamente onorato. Ma se questo legame è vero, vediamo se possiamo continuare a tenerlo e, se possibile, rafforzarlo.

S. Stefano d'Aspromonte è un comune montano e in quanto tale va difeso, perché è ricco sotto il profilo naturalistico, ambientale e della biodiversità; va salvaguardato il patrimonio artistico, culturale, sociale, e l'assortimento della produzione agro - alimentare, e infine va incentivato lo sviluppo turistico nella piena salvaguardia dell'ambiente.

La ricchezza maggiore, tuttavia, è la presenza dell'uomo. Senza una presenza fattiva del fattore umano, il territorio si degrada, le radici con il passato si recidono, l'identità scompare. Occorre dar luogo a politiche che impediscano la fuga dell'uomo dalla montagna. Tali politiche devono essere realizzate attraverso una riconsiderazione dei servizi pubblici, di un'efficiente infrastrutturizzazione, di una migliore ed efficace prevenzione da catastrofi naturali, di un'oculata gestione del Parco che dovrà avere una sua patrimonialità.

Primo obiettivo è la difesa da possibili eventuali catastrofi quali frane, smottamenti, esondazioni di torrenti. S. Stefano si trova situato tra due fiumare: il Catona e il Gallico. Desta una maggiore preoccupazione secondo gli studi del Pai (Piano di assetto idrogeologico) la fiumara Catona e, inoltre, c'è pericolo di frane a Gambarie. D'intesa con il sindaco opereremo perché almeno uno dei due problemi sia risolto in termini di finanziamento entro la fine dell'anno.

Altro problema è la gestione del Parco Nazionale. Più volte ho avuto modo di manifestare il mio pensiero sulla precedente gestione: buona in prospettiva, molto meno buona nella gestione amministrativa ed operativa. Avere buone idee è importante, ma altrettanto importante è trovare i supporti amministrativi ed organizzativi per realizzarle.

Attualmente il Commissario Cosentino – Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente - sta svolgendo un ottimo lavoro di impostazione per il rilancio del Parco che dovrà avvenire con il contributo di tutti gli Enti locali. Ci vuole un piano di sviluppo di tutta l'area del Parco il cui centro motore può essere il Comune di S. Stefano d'Aspromonte. A margine, un rilievo: io non conosco alcun Parco che abbia la propria sede fuori dal territorio del Parco stesso, per cui il Ministero, giustamente, è orientato a mantenere la sede dove è situata ora.

I riferimenti propedeutici ci sono già e tra questi il lavoro che sta elaborando la Soc. SONDA System, finanziato dal Ministero dell'Ambiente d'intesa con la provincia di Reggio.

Bisogna infrastrutturare il territorio, la gente rimane sa ha possibilità di facile accesso a servizi territoriali di più vasta portata (banche, scuole, università, teatri, cinema, ecc.) altrimenti è costretta a trasferirsi e difficilmente tornerà a vivere dov'è nata.

Cari cittadini di S. Stefano, avete più risorse: il Parco, le piste da sci, il mare a 20 minuti, le isole Eolie di fronte; create sinergie tra questi fattori ed anche con la città di Reggio Calabria e avrete una risultante ottimale per il vostro futuro.

Caro Sindaco, il suo compito è trattenere le energie vitali, i giovani a S. Stefano, ma non li potrà trattenere ingabbiandoli. Lei dovrà creare le condizioni perché i suoi giovani "desiderino rimanere", vogliano e non debbano vivere dove sono nati.

E' probabile, come in tutte le cose che hanno bisogno di sinergie, che lei da solo non ce la faccia. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, anche piccola o piccolissima.

Io sono pronto a fare la mia.

nuvolarossa
15-05-06, 19:22
Comitato Nazionale Celebrazioni Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini - Corso Vittorio Emanuele II, 326 ROMA
La Voce Repubblicana, organo del PRI, fondata nel 1921
Associazione Mazziniana Italiana - Sezione di Reggio Calabria
con il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria

Manifestazione conclusiva delle celebrazioni del 200°
anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini

MAZZINI: Ritratto a più voci

Sabato 20 Maggio 2006 ore 16,30
Aula Magna Accademia di Belle Arti
Via XXV Luglio, 10 REGGIO CALABRIA

Saluti iniziali
Dott. Cosimo CARIDI Presidente Accademia di Belle Arti

Dott. Giovanni RIZZICA Vice-Sindaco di Reggio Calabria

Dott. Giuseppe CACOPARDI Presidente Ass. Mazziniana RC

Dott. Tonio LICORDARI Giornalista

Intervengono
Prof. Arturo COLOMBO
Emerito di Storia delle Dottrine Politiche * Università di Pavia
"Quel giornalista di nome Mazzini"

Prof. Luigi AMATO
Ordinario di Estetica - Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria
Società Siracusana di Storia di Patria Comitato per lo Studio del Risorgimento
"Editoria e Giornali nel Risorgimento Meridionale"

Conclude
On. Francesco NUCARA
Segretario Nazionale Partito Repubblicano Italiano

Modera
Sen. Stelio DE CAROLIS
Presidente Comitato Nazionale Bicentenario Mazzini

Verrà proiettato il documentario "Giuseppe Mazzini", regia di Fabrizio Todesco; prodotto dall'Assessorato alla Cultura Regione Toscana, dalla Provincia di Pisa e dal Comune di Pisa.

Segreteria Organizzativa
Corso Vittorio Emanuele, 326
00186 * Roma
Tel 06.6865824 Fax 06.68300903
Prof.ssa Katia Mammola: 335/8147085

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

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nuvolarossa
15-05-06, 19:52
Mazzini, valore di un bicentenario/Centrale la sua costante riflessione sull'idea di libertà
Il Mezzogiorno celebra il "motore del Risorgimento"

Nella sua introduzione ai "Doveri dell'Uomo", Giuseppe Mazzini così affermava: "Perché vi parlo io dei vostri doveri prima di parlarvi dei vostri diritti? Perché in una società dove tutti, volontariamente o involontariamente, v'opprimono; dove l'esercizio di tutti i diritti che appartengono all'uomo vi è costantemente rapito; dove tutte le infelicità sono per voi, e ciò che si chiama felicità è per gli uomini delle altre classi, vi parlo io di sacrificio e non di conquista, di virtù di miglioramento morale, d'educazione e non di benessere materiale …"; e proseguiva: "il linguaggio invocato da essi (operai n.d.r.) s'è tenuto da cinquant'anni in poi senza aver fruttato un minimo che di miglioramento materiale alla condizione degli operai".

Secondo Mazzini, la Rivoluzione Francese e la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo non migliorano le condizioni del popolo: anzi, le peggiorano in relazione all'aumento del costo della vita, al deprezzamento dei valori, al lavoro precario, alla disoccupazione incrementata al pari delle migrazioni. Ed a molto altro ancora.

Tutte queste cose Mazzini le sosteneva a metà dell'800.

Oggi, modernizzando il linguaggio –senza che, forse, ve ne sia neppure bisogno - potremmo dire esattamente le identiche cose.

Probabilmente, è la stessa idea di liberalismo, come ascesa etica dell'uomo, prima ancora che come programma politico, ad essere perennemente attuale: intramontabile, insomma. Ed allora, il bicentenario mazziniano, più che una celebrazione per l'uomo che più di tutti ha incarnato – esistenzialmente e politicamente– in Italia, questa idea, si è trasformato, in realtà, in occasione per rammentare che lo spirito di libertà nasce con l'uomo stesso, gli è connaturato, ne costituisce l'essenza più profonda. In questo senso, la chiusura dell'anno di celebrazioni è solo un modo per rinviare alla perennità la riflessione sull'idea di libertà e sull'assenza di surrogati ideali, come pure di paradisi in terra, vanamente promessi –con modalità diverse, ma, alla fine, con eguali esiti– da marxismo e capitalismo.

In questo spirito, si terrà a Reggio Calabria il Convegno conclusivo delle manifestazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini. In un luogo scelto -non a caso- per ricordare innanzitutto il sacrificio calabrese dei fratelli Bandiera; ma anche per sottolineare la necessità che l'idea di liberalismo riparta proprio dal Sud dell'Italia, e con un tema –"Mazzini: ritratto a più voci"- inteso a rimarcare, appunto, la poliedricità di una figura che costituisce, oggi più di ieri, una risorsa ideale ed un patrimonio prezioso per la politica.

A Reggio Calabria, sabato 20 Maggio 2006, alle ore 16,30, presso l'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti, dopo i saluti iniziali, sarà il Prof. Arturo Colombo, Emerito di Storia delle Dottrine Politiche dell'Università di Pavia, ad affrontare un aspetto assai inedito della figura dello statista. "Quel giornalista di nome Mazzini" è, infatti, il titolo di questa prima relazione che, per la levatura dello studioso e la sua passione di ricercatore non mancherà di offrire spunti di assoluto interesse. Seguirà poi l'intervento del Prof. Luigi Amato, Ordinario di Estetica e membro del Comitato per lo studio del Risorgimento dell'Accademia di Storia patria di Siracusa, dedicato ad "Editoria e giornali nel Risorgimento meridionale".

L'intervento conclusivo sarà del Segretario del Partito Repubblicano, On. Francesco Nucara, il quale non mancherà, per un verso, di sintetizzare il senso profondo di questo intenso bicentenario mazziniano e, per altro, l'estrema attualità di una figura storica il cui pensiero è stato "motore del Risorgimento" ma che può assumersi quale immagine di riferimento per una politica odierna che sembra avere smarrito la responsabilità del pensare e la dignità dell'agire.

tratto dal sito del Partito Repubblicano
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nuvolarossa
22-05-06, 20:18
Bicentenario mazziniano a Reggio Calabria/L'intervento conclusivo di Nucara
L'opera di coloro che agirono in nome di un ideale

Intervento per la manifestazione conclusiva del Bicentenario mazziniano. Reggio Calabria, Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti, 20 maggio 2006.

di Francesco Nucara

Si concludono oggi, a Reggio Calabria, città dove sono nato e cresciuto politicamente, le celebrazioni dedicate al Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini.
Sarebbe per me impresa ardua * o forse impossibile * tentare un approccio storico-scientifico alla disamina del pensiero e dell'azione di Mazzini.
Mi limiterò, come ho fatto in questi anni, ad indicare le testimonianze dell'apostolo dell'Unità d'Italia nei luoghi in cui abbiamo realizzato, nel corso dell'anno passato, le nostre manifestazioni.
Qualche mese fa ho incontrato, insieme ad altri, i liceali di Partinico ed è stato più semplice parlare loro della presenza di Mazzini in Sicilia.
Infatti, il protagonista del Risorgimento era stato eletto deputato per ben tre volte nella vicina Messina; era stato arrestato a Palermo in uno dei suoi innumerevoli tentativi rivoluzionari e, sempre in Sicilia, aveva inviato un suo discepolo con l'incarico di preparare "in loco" la spedizione dei Mille.

In Calabria Mazzini non mise mai piede.
Tuttavia, registriamo due eventi importanti nel nostro Risorgimento: la fucilazione dei fratelli Bandiera e il ferimento di Garibaldi in Aspromonte.
C'erano stati, inoltre, contatti con i rivoluzionari reggini e, soprattutto, con i cittadini di Santo Stefano d'Aspromonte dopo il tentativo insurrezionale del 7 settembre 1847.
Il mio intervento concernerà, quindi, l'influenza che il pensiero mazziniano ha avuto in Calabria e, particolarmente, a Reggio Calabria.
I primi riscontri calabresi dell'opera di Mazzini si rinvengono all'inizio del ‘900, anche se esistono tracce antecedenti sul giornale "L'Imparziale" che, pur se non di stretta osservanza mazziniana, ospitava i fermenti culturali repubblicani già prima della morte di Mazzini.

Ed in particolare, due personaggi reggini hanno dato avvio alla diffusione del pensiero mazziniano: Francescantonio Leuzzi di Delianuova e Gaetano Sardiello per la città di Reggio.
Il Leuzzi, medico e giovane professore a Napoli e a Bologna, si era formato alla scuola di Giovanni Bovio che insegnava giurisprudenza a Napoli.
Il giovane deliese si dedicava alacremente ai suoi studi di medicina, ma trovava il tempo di seguire con interresse "i discorsi" di divulgazione riguardanti l'essere repubblicano e mazziniano.
Contemporaneamente, appariva sulla scena un giovanissimo Sardiello che, nato nel 1890, già a diciassette anni aveva aderito al circolo giovanile repubblicano.

Iniziavano, in tal modo, vicende che si sarebbero intrecciate e rinsaldate negli anni avvenire.
Tra Leuzzi, che era nato a Lubrichi, paesino vicino a Santa Cristina d'Aspromonte e Sardiello, che era nato a Catania nel 1890, c'erano ben venticinque anni di differenza.
Entrambi, pur esercitando professioni diverse, medico l'uno e avvocato l'altro, avevano animo romantico ed erano raffinati uomini di lettere anche quando argomentavano di politica.
La permanenza a Napoli del Leuzzi e le sue frequentazioni del maestro ed amico Bovio, l'avevano portato ad assimilare la dottrina repubblicana che egli riteneva ideale perché "perfezionatasi di pari passo con la civiltà".

Il Leuzzi aveva iniziato la sua attività di proselitismo e di "educatore" di coscienze nei circoli massonici e, nel 1895, era stato iniziato nella loggia "Aspromonte" così denominata in onore a Garibaldi.
Successivamente era entrato in disaccordo con la loggia "Romeo" (intitolata al rivoluzionario omonimo) e con la loggia "Bovio", il quale era stato precettore politico del Leuzzi.
Suo amico fedele e sodale era un professore di liceo anch'egli estremamente caro ai repubblicani: Oreste Dito.
Insieme, fondarono più tardi a Delianuova, la loggia "XXIX Agosto", data del ferimento di Garibaldi in Aspromonte.

I repubblicani erano ancora pochi: specie i repubblicani "adulti".

Il primo Congresso Regionale Repubblicano fu convocato dal circolo XXIX Agosto di Delianuova per il 29 agosto a Gioia Tauro.
Il circolo giovanile di Reggio Calabria aderì entusiasta alla richiesta, a condizione, tuttavia, che il congresso si svolgesse proprio a Reggio Calabria.
E tanto avvenne: esso ebbe luogo il 29 ottobre del 1916, in via Giulia, nella sala del Segretariato del Popolo.
Nel frattempo, Sardiello e i suoi giovani amici si battevano, in pochi come sempre, per affermare le loro idee repubblicane, come ebbe a dire lo stesso Sardiello in una intervista rilasciata a Ferdinando Cordova che traiamo da un libro di Italo Falcomatà:
"Il partito repubblicano qui non è stato mai molto forte. Lo ricordo io dal 1907 al 1908… quando sono entrato e allora eravamo in sei, sette, otto. Si figuri che ci riunivamo, le nostre adunanze, le nostre assemblee le riunivamo in una stanza dei bagni Serranò, poiché c'era un nipote del compianto Serranò, che era nostro amico di partito, Peppino Filocamo, e quindi, ci metteva a disposizione quel locale".

Non è cambiato molto da allora, non ci riuniamo nei bagni pubblici, ma le ristrettezze economiche e la scarsità dei numeri hanno accompagnato la storia del Partito Repubblicano Italiano.
Anche Sardiello era stato iniziato alla Massoneria, ma contrariamente al Leuzzi non se ne curò mai molto.

La Giovane Calabria

Sardiello fu anche tra i più attivi fondatori della "Giovane Calabria" e il nome, già di per sé, era un richiamo al mazzinianesimo pur sapendo, Sardiello, che i tanti aderenti al movimento avevano tendenze politiche diverse.
Tuttavia, Sardiello * come Mazzini per l'Italia * aveva a cuore i problemi della sua Calabria, ancor più che i successi del proprio partito e "questa certa idea della politica" lo accompagnerà tutta la vita.
Il 2 settembre 1909 il diciannovenne Sardiello (la data rappresentava la ricorrenza della rivolta del ‘48) così si esprimeva: "la fede non manchi e l'impresa trionfi e la Calabria riveda nelle nuove generazioni la virtù animatrice delle antiche Quarantottate * dicono gli scettici e i poveri di spirito; e noi accettiamo si, quarantottate.
Rivivesse il quarantotto."

Nel frattempo, Don Gaetano, come per anni lo abbiamo affettuosamente chiamato noi repubblicani, impegnava le sue energie nella ricostruzione successiva al terremoto del 1908.

Sardiello, come il Leuzzi, conciliava gli studi con la pratica rivoluzionaria della lotta politica.
E, come tutti i repubblicani che a lui seguirono, fu tenacemente antiprotezionista soprattutto su alcuni prodotti della terra calabrese.

Interventismo

Nasceva a Reggio "Parola Repubblicana" e Gaetano Sardiello esercitava una forte propaganda contro l'intervento colonialista dell'Italia e si dichiarava interventista per l'ultima guerra di indipendenza e la prima guerra mondiale.
Al contempo, l'avvocato gestiva la sua presenza in Consiglio Comunale votando a favore o contro a seconda delle circostanze.
Come si direbbe attualmente: ci interessano i programmi e non gli schieramenti.
E tuttavia, con l'avvento del fascismo, anche tale atteggiamento non era più compatibile con la sua posizione politica e il 9 febbraio 1923 (Repubblica Romana) cessava la sua esperienza di Consigliere comunale.

Del fascismo Sardiello aveva questa considerazione: "Il movimento fascista non fu da principio come un movimento politico di altro genere da quelli diciamo così normali.
Non tutti ebbero la sensazione della carica criminosa, liberticida che il fascismo aveva in sé".
Leuzzi, nello stesso periodo, si era candidato nella lista del PRI come capolista per la Calabria e la Basilicata che si opponeva al fascismo.

Dopo la sconfitta elettorale avrebbe dovuto giurare fedeltà al fascismo per poter conservare il posto di professore universitario. Con grande coerenza e coraggio egli si rifiutò insieme ad altri 12 professori in tutta Italia e fu costretto a ritirarsi nella sua Delianuova.

Un comune sentire

Era una delle tante similitudini che legavano questi due personaggi, i quali, pur non frequentandosi assiduamente, condividevano il sentire mazziniano, il dovere delle cose "da fare" e non "da predicare" l'esempio, dunque, e non le chiacchiere, la collocazione dell'interesse generale ben prima di quello personale.
Con la caduta del fascismo, Leuzzi riprese a riorganizzare il Partito Repubblicano, questa volta come all'inizio, partendo dalla riorganizzazione delle logge massoniche.
Il suo impegno proficuo e politicamente importante durò di fatto solo un anno. Era il 21 settembre 1945.

Così lo commemorò Gaetano Sardiello:
"Francesco Leuzzi si ispirò all'ideale repubblicano in cui, come proclamava Carlo Cattaneo, risiede da tremila anni il gene di tutte le libere istituzioni in Italia. Nel pensiero di Mazzini esaltò soprattutto la grandezza dell'idea morale animatrice, e non soltanto ne assorbì l'aspetto politico e filosofico, ma anche quello sociale, che ha fatto nemici ed amici insinceri. Non ha detto Mazzini che una rivoluzione non può essere soltanto politica, ma anche sociale?"

E di seguito:

"Voi ricordatelo o cittadini. Soprattutto tramandatene il nome e l'esempio ai vostri figlioli, a quelle generazioni che ora si apprestano alle lotte civili desiose ed anelanti di ritrovare in una fede la bellezza e la dignità della vita."
L'ultimo periodo della lotta di liberazione, Gaetano Sardiello, con la tanto amata famiglia, lo trascorse a Roma.
Ed è qui che probabilmente l'adorato figlio Raffaello * cui è dedicata la più importante sezione della Calabria * si avvicinò al Partito d'Azione divenendone poi un importante esponente.
Padre e figlio, sulla stessa piazza, ma per partiti diversi, si impegnarono per l'affermazione della Repubblica e per la fine della Monarchia.

L'ormai maturo avvocato considerava essenziale la lotta repubblicana per il suo partito così come lo era per il figlio.
Egli sapeva che partiti ben più forti numericamente erano "repubblicani" e avrebbero contato di più in quel referendum Repubblica-Monarchia; egli, però, sosteneva insieme al diletto figlio: "Noi abbiamo un'altra idea della Repubblica".
E colgo l'occasione per sfatare il mito che i repubblicani siano identificabili come anticlericali per "tabulas": Sardiello era molto religioso e devoto, ma sapeva ben distinguere i problemi politici e sociali dalla fede.

L'Assemblea Costituente

Anche il figlio Raffaello successivamente, come tanti azionisti tra cui Ugo La Malfa, aderì al Partito Repubblicano Italiano, divenendone giovanissimo membro della Direzione Nazionale.
Gaetano Sardiello fu eletto parlamentare all'Assemblea Costituente e memorabili * oltre che tuttora attuali * furono i suoi interventi sull'indipendenza della Magistratura e sul Mezzogiorno.
In un intervento su "L'eloquenza" del 1978 c'è tutto il pensiero di Sardiello relativo all'indipendenza della Magistratura.
"Non vedremo più fiori di gioia o di pianto, né rose né crisantemi all'indipendenza della Magistratura. È ormai un'idea matura, una conquista che deve avviarsi ad essere più concreta, definitiva realizzazione.
È piuttosto da farsi l'augurio che la Magistratura ne sia degna e capace di consolidare così l'idea, la sua conquista, nella legge e più ancora nel costume".

Ma Gaetano Sardiello si era di fatto spento politicamente e socialmente tanti anni prima con la morte del figlio Raffaello.
L'ultima battaglia politica "Don Gaetano" la fece per Reggio capoluogo. Non aveva voluto partecipare a nessun comitato, nemmeno a quello propostogli dal suo amico avvocato Tallandini, perché egli sosteneva che comunque i facinorosi avrebbero prevalso. E così fu.
Gaetano Sardiello compì forse il suo ultimo atto politico scrivendo a Ugo La Malfa, allora Segretario nazionale del PRI.

Così concludeva quella lettera:

"Perdonami, pensando * come non posso dubitarne * che se, vecchio e stanco, mi induco a scrivere di queste cose che da tanto mi incupiscono è per amore del Partito. Per questo amore a nessuno ho espresso questa mia amarezza, tranne che ai Dirigenti venuti fuori dall'ultimo congresso provinciale, venuti a trovarmi, ed ai quali ho parlato assai chiaramente, ricevendone pieno consenso, ma forse di parole soltanto… Ora che tutto viene alla tua valutazione penso che il Partito avrà qui direttive che varranno a porlo sulla via di una feconda ripresa."
Forse fu l'ultimo atto politico di Gaetano Sardiello.

L'idea e l'impegno

Ho tentato di tracciare l'evoluzione del pensiero mazziniano in Calabria e soprattutto a Reggio.
Ho cercato di descrivere l'azione degli attori principali, dei leaders, come si direbbe oggi.
Accanto ad essi vi sono figure minori, forse meno efficaci sul piano dell'elaborazione politica, ma altrettanto importanti sul piano dell'impegno e della diffusione dell'idea.

Oggi siamo protesi a rilanciare il pensiero mazziniano e l'opera di questi calabresi illustri.
A noi tutti il dovere di continuare la loro opera senza distinzione di appartenenza partitica.
Gaetano Sardiello si è spento nel 1985. Sono trascorsi ventuno anni. Un'intera generazione.
Lo celebreremo insieme ad altri entro la fine dell'anno.
A Leuzzi e Sardiello dedichiamo l'epigrafe che Bovio scrisse per Mazzini e Castelfilardo:

"Giuseppe Mazzini povero, contristato, schernito sognatore, tollera questi onori postumi i soli consentiti dal destino ai Maestri".

Grazie Francescantonio Leuzzi. Grazie Gaetano Sardiello. Grazie per quanto avete fatto per noi con l'augurio che possiamo essere degni di voi.

Nota: accanto ai tanti ricordi personali molti spunti e citazioni sono tratti dai testi: "Francescantonio Leuzzi - La mente data alla scienza e il cuore al suo Aspromonte" di Raffaele Leuzzi; "Democrazia Repubblicana in Calabria" - Gaetano Sardiello (1890-1985)" di Italo Falcomatà.

tratto dal sito del Partito Repubblicano
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