Felix (POL)
27-07-02, 06:11
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L'Umanità è come un corpo, di cui le Nazioni sono le membra. Ogni Nazione trova nell'idea di Patria l'espressione dei suoi valori, che, come tali, devono accordarsi con i fini e gli interessi di tutta l'Umanità.
I primi vostri Doveri, primi almeno per importanza, sono, com'io vi dissi, verso l'Umanità. Siete nomini prima d'essere cittadini o padri. Se non abbracciaste del vostro amore tutta quanta l'umana famiglia . . . Se ovunque geme un vostro simile, ovanque la dignità della natura umana e violata dalla menzagna o dalla tirannide, voi non foste pronti, potendo, a soccorrere quel meschino o non vi sentiste chiamati, potendo, a combattere per risollevare gli ingannati o gli oppressi voi tradireste la vostra legge di vita o non intendereste la religione che benedirà l'avvenire.
Ma che cosa può ciascuno di voi, colle forze isolate, fare pel miglioramento morale, pel progresso dell'Umanità? Voi potete esprimere, di tempo in tempo, sterilmente la vostra credenza; potete compiere, qualche rara volta, verso un fratello non appartenente alle vostre terre, una opera di carità; ma non altro. Ora, la carità non è la parola della fede a venire. La parola della fede awenire è l'associazione, la cooperazione fraterna verso un intento comune, tanto superiore alla carità quanto l'opera di molti fra voi che s'uniscono a innalzare concordi un edifizio per abitarvi insieme è superiore a quella che compireste innalzando ciascuno una casupola separata ... Questo mezzo, Dio lo trovava per voi, quando vi dava una Patria, quando, come un saggio direttore di lavori distribuisce le parti diverse a seconda della capacità, ripartiva in gruppi, in nuclei distinti, l'Umanità sulla faccia del nostro globo e cacciava il germe delle Nazioni. I tristi governi hanno guastato il disegno di Dio che voi potete vedere segnato chiaramente, per quello almeno che riguarda la nostra Europa, dai corsi dei grandi fiumi, dalle curve degli alti monti e dalle altre condizioni geografiche: l'hanno guastato colla conquista, coll'avidità, colla gelosia dell'altrui giusta potenza ...
La Carta d'Europa sarà rifatta. La Patria del Popolo sorgerà, definita dal voto dei liberi, sulle rovine della Patria dei re, delle caste privilegiate. Tra quelle patrie sarà armonia, affratellamento. E allora, il lavoro dell'Umanità verso il miglioramento comune, verso la scoperta e l'applicazione della propria legge di vita, ripartito a seconda delle capacità locali e associato, potrà compirsi per via di svilu,ppo progressivo, pacifico: allora, ciascuno di voi, forte degli affetti e dei mezzi di molti milioni d'uami ni parlanti la stessa lingua, dotati di tendenze uniformi, educati dalla stessa tradizione storica, potrà sperare di giovare coll'opera propria a tutta quanta l'Umanità.
A voi uomini nati in Italia, Dio assegnava, quasi prediligendovi, la Patria meglio definita d'Europa ... Dio v'ha steso intorno linee di confini sublimi, innegabili: da un lato i piú alti monti d'Europa, l'Alpi; dall'altro il Mare, I'immenso Mare. Sino a quella frontiera che si parla, s'intende la vostra lingua; oltre quella, non avete diritti . . .
Senza Patria, voi non avete nome, né segno, né voto, né diritti né battesimo di fratelli tra i popoli. Siete i bastardi dell'Umanità. Non v'illudete a compiere, se prima non vi conquistate una Patria, la vostra emancipazione da una ingiusta condizione sociale: dove non è Patria, non è Patto comune al quale possiate richiamarvi: regna solo l'egoismo degli interessi, e chi ha predominio lo serba, dacché non v'è tutela comune e propria tutela ...
La vostra emancipazione non potrà iniziarsi praticamente se non quando un Governo Nazionale, intendendo i segni dei tempi, avrà inserito, da Roma, nella Dichiarazione di Principii che sarà norma allo sviluppo della vita Italiana, le parole: il lavoro è sacro ed è la sorgente della ricchezza d'Italia.
Oh, miei fratelli! amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che noi amiamo, colla quale posstamo intenderci meglio e piú rapidamente che con gli altri, e che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi ch'essa possiede, è chiamata a un genere speciale d'azione ... Lavorando, secondo i veri principi), per la Patria, noi lavoriamo per l'Umanità: la Patria è il punto d'appoggio della leva che noi dobbiamo dirigere a vantaggio comune. Perdendo quel punto d'appoggio, noi corriamo rischio di riuscire inutili alla Patria e all'Umanità. Prima d'associarsi colle Nazioni che compongono l'Umanità, bisogna esistere come Nazione. Non v'è associazione che tra gli eguali; e voi non avete esistenza collettiva riconosciuta.
L'Umanità è un grande esercito, che muove alla conquista di terre incognite, contro nemici potenti e aweduti. I popoli sono i diversi corpi, le divisioni di quell'esercito ... Dovanque vi troviate, in seno a qualunque popolo le circostanze vi caccino, combattete per la libertà di quel popolo, se il momento lo esige: ma combattete come Italiani, cosí che il sangue che verserete frutti onore e amore, non a voi solamente, ma alla vostra Patria. E Italiano sia il pensiero continuo dell'anime vostre: Italiani siano gli atti della vostra vita: Italiani i segni sotto i quali v'ordinate a lavorare per l'Umanità. Non dite: io, dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. Ciascuno di voi si senta, si faccia mallevadore de' suoi fratelli: ciascuno di voi impari a far sí che in lui sia rispettata ed amata la Patria.
La Patria è una, indivisibile. Come i membri d'una famiglia non hanno gioia della mensa comune se un d'essi è lontano, rapito all'affetto fraterno, cosí voi non abbiate gioia e riposo finché una frazione del territorio sul quale si parla la vostra lingua è divelta dalla Nazione . ..
Nella Città, nel Comune dove dormono i vostri padri e vivranno i nati da voi, stesercitano le vostre facoltà, i vostri diritti personali, si svolge la vostra vita d'individuo. E' della vostra Città che ciascuno di voi può dire ciò che cantano i Veneziani della loro: Venezia la xe nostra. L'avemo fatta nu. In essa avete bisogno di libertà, come nella Patria comune avete bisogno d'associazione. Libertà di Comune e Unità di Patria sia dunque la vostra fede . . .
La Patria vera è una comunione di liberi ed eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. Voi dovete farla e mantenerla tale. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è dunque veramente Patria senza un Diritto uniforme. Non v'è Patria dove l'uniformità di quel Diritto è violata dall'esistenza di caste, di privilegi, d'ineguaglianzedove l'attività di una porzione delle forze e facoltà individuali è cancellata o assopita dove non è principio comune accettato, riconosciuto, sviluppato da tutti: v'è non Nazione, non popolo, ma moltitudine, agglomerazione fortuita d'uomini che le circostanze rinnirono, che circostanze diverse separeranno. In nome del vostro amore alla Patria, voi combatterete senza tregua l'esistenza d'ogni privilegio, d'ogni ineguaglianza sul suolo che v'ha dato vita'7. Le leggi fatte da una sola frazione di cittadini non possono, per natura di cose e d'uomini, riflettere che il pensiero, le aspirazioni, i desideri di quella frazione: rappresentano, non la Patria, ma un terzo, un quarto, una classe, una zona della Patria 18. La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del core della Nazione. La Nazione intera dev'essere, dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice. Cedendo a pochi uomini quella missione, voi sostituite l'egoismo d'una classe alla Patria ch'è l'unione di tutte.
La Patria non è un territorio; il territorio non è che la base. La Patria vera è l'idea che sorge su quello; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché un solo tra i vostri fratelli non è rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionalefinché un solo vegeta ineducato fra gli educatifinché un solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria voi non avrete la Patria corne dovreste averla, la Patria di tutti, la Patria per tutti. I1 voto, l'educazione, il lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione; non abbiate posa finché non siano per opera vostra solidalmente innalzate.
E quando lo saranno ricordatevi che quella missione è l'Unità morale d'Europa: ricordatevi gl'immensi doveri chtèssa v'impone. L'Italia è la sola terra che abbia due volte gettato la grande parola unificatrice alle nazioni disgiunte. La vita d'Italia fu vita di tutti. Due volte Roma fu la Metropoli, il Tempio del mondo Europeo: la prima quando le nostre aquile percorsero conquistatrici da un punto all'altro le terre cognite e le prepararono all'Unità colle istituzioni civili; la seconda, quando, domati dalla potenza della natura, delle grandi memorie e dell'ispirazione religiosa i conquistatori settentrionali, il genio d'Italia s'incarnò nel Papato e adempí da Roma la solenne missione, cessata da quattro secoli, di diffondere la parola d'Unità dell'anime ai popoli del mondo Cristiano. Albeggia oggi per la nostra Italia una terza missione: di tanto píú vasta quanto piú grande e potente dei Cesari e dei Papi sarà il Popolo Italiano, la Patria Una e Libera che voi dovete fondare. I1 presentimento di questa missione agita l'Europa e tiene incatenati all'Italia l'occhio e il pensiero delle Nazioni ...
Giuseppe Mazzini
I doveri dell'uomo - Capitolo 5: Doveri verso la patria. (1860)
L'Umanità è come un corpo, di cui le Nazioni sono le membra. Ogni Nazione trova nell'idea di Patria l'espressione dei suoi valori, che, come tali, devono accordarsi con i fini e gli interessi di tutta l'Umanità.
I primi vostri Doveri, primi almeno per importanza, sono, com'io vi dissi, verso l'Umanità. Siete nomini prima d'essere cittadini o padri. Se non abbracciaste del vostro amore tutta quanta l'umana famiglia . . . Se ovunque geme un vostro simile, ovanque la dignità della natura umana e violata dalla menzagna o dalla tirannide, voi non foste pronti, potendo, a soccorrere quel meschino o non vi sentiste chiamati, potendo, a combattere per risollevare gli ingannati o gli oppressi voi tradireste la vostra legge di vita o non intendereste la religione che benedirà l'avvenire.
Ma che cosa può ciascuno di voi, colle forze isolate, fare pel miglioramento morale, pel progresso dell'Umanità? Voi potete esprimere, di tempo in tempo, sterilmente la vostra credenza; potete compiere, qualche rara volta, verso un fratello non appartenente alle vostre terre, una opera di carità; ma non altro. Ora, la carità non è la parola della fede a venire. La parola della fede awenire è l'associazione, la cooperazione fraterna verso un intento comune, tanto superiore alla carità quanto l'opera di molti fra voi che s'uniscono a innalzare concordi un edifizio per abitarvi insieme è superiore a quella che compireste innalzando ciascuno una casupola separata ... Questo mezzo, Dio lo trovava per voi, quando vi dava una Patria, quando, come un saggio direttore di lavori distribuisce le parti diverse a seconda della capacità, ripartiva in gruppi, in nuclei distinti, l'Umanità sulla faccia del nostro globo e cacciava il germe delle Nazioni. I tristi governi hanno guastato il disegno di Dio che voi potete vedere segnato chiaramente, per quello almeno che riguarda la nostra Europa, dai corsi dei grandi fiumi, dalle curve degli alti monti e dalle altre condizioni geografiche: l'hanno guastato colla conquista, coll'avidità, colla gelosia dell'altrui giusta potenza ...
La Carta d'Europa sarà rifatta. La Patria del Popolo sorgerà, definita dal voto dei liberi, sulle rovine della Patria dei re, delle caste privilegiate. Tra quelle patrie sarà armonia, affratellamento. E allora, il lavoro dell'Umanità verso il miglioramento comune, verso la scoperta e l'applicazione della propria legge di vita, ripartito a seconda delle capacità locali e associato, potrà compirsi per via di svilu,ppo progressivo, pacifico: allora, ciascuno di voi, forte degli affetti e dei mezzi di molti milioni d'uami ni parlanti la stessa lingua, dotati di tendenze uniformi, educati dalla stessa tradizione storica, potrà sperare di giovare coll'opera propria a tutta quanta l'Umanità.
A voi uomini nati in Italia, Dio assegnava, quasi prediligendovi, la Patria meglio definita d'Europa ... Dio v'ha steso intorno linee di confini sublimi, innegabili: da un lato i piú alti monti d'Europa, l'Alpi; dall'altro il Mare, I'immenso Mare. Sino a quella frontiera che si parla, s'intende la vostra lingua; oltre quella, non avete diritti . . .
Senza Patria, voi non avete nome, né segno, né voto, né diritti né battesimo di fratelli tra i popoli. Siete i bastardi dell'Umanità. Non v'illudete a compiere, se prima non vi conquistate una Patria, la vostra emancipazione da una ingiusta condizione sociale: dove non è Patria, non è Patto comune al quale possiate richiamarvi: regna solo l'egoismo degli interessi, e chi ha predominio lo serba, dacché non v'è tutela comune e propria tutela ...
La vostra emancipazione non potrà iniziarsi praticamente se non quando un Governo Nazionale, intendendo i segni dei tempi, avrà inserito, da Roma, nella Dichiarazione di Principii che sarà norma allo sviluppo della vita Italiana, le parole: il lavoro è sacro ed è la sorgente della ricchezza d'Italia.
Oh, miei fratelli! amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che noi amiamo, colla quale posstamo intenderci meglio e piú rapidamente che con gli altri, e che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi ch'essa possiede, è chiamata a un genere speciale d'azione ... Lavorando, secondo i veri principi), per la Patria, noi lavoriamo per l'Umanità: la Patria è il punto d'appoggio della leva che noi dobbiamo dirigere a vantaggio comune. Perdendo quel punto d'appoggio, noi corriamo rischio di riuscire inutili alla Patria e all'Umanità. Prima d'associarsi colle Nazioni che compongono l'Umanità, bisogna esistere come Nazione. Non v'è associazione che tra gli eguali; e voi non avete esistenza collettiva riconosciuta.
L'Umanità è un grande esercito, che muove alla conquista di terre incognite, contro nemici potenti e aweduti. I popoli sono i diversi corpi, le divisioni di quell'esercito ... Dovanque vi troviate, in seno a qualunque popolo le circostanze vi caccino, combattete per la libertà di quel popolo, se il momento lo esige: ma combattete come Italiani, cosí che il sangue che verserete frutti onore e amore, non a voi solamente, ma alla vostra Patria. E Italiano sia il pensiero continuo dell'anime vostre: Italiani siano gli atti della vostra vita: Italiani i segni sotto i quali v'ordinate a lavorare per l'Umanità. Non dite: io, dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. Ciascuno di voi si senta, si faccia mallevadore de' suoi fratelli: ciascuno di voi impari a far sí che in lui sia rispettata ed amata la Patria.
La Patria è una, indivisibile. Come i membri d'una famiglia non hanno gioia della mensa comune se un d'essi è lontano, rapito all'affetto fraterno, cosí voi non abbiate gioia e riposo finché una frazione del territorio sul quale si parla la vostra lingua è divelta dalla Nazione . ..
Nella Città, nel Comune dove dormono i vostri padri e vivranno i nati da voi, stesercitano le vostre facoltà, i vostri diritti personali, si svolge la vostra vita d'individuo. E' della vostra Città che ciascuno di voi può dire ciò che cantano i Veneziani della loro: Venezia la xe nostra. L'avemo fatta nu. In essa avete bisogno di libertà, come nella Patria comune avete bisogno d'associazione. Libertà di Comune e Unità di Patria sia dunque la vostra fede . . .
La Patria vera è una comunione di liberi ed eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. Voi dovete farla e mantenerla tale. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è dunque veramente Patria senza un Diritto uniforme. Non v'è Patria dove l'uniformità di quel Diritto è violata dall'esistenza di caste, di privilegi, d'ineguaglianzedove l'attività di una porzione delle forze e facoltà individuali è cancellata o assopita dove non è principio comune accettato, riconosciuto, sviluppato da tutti: v'è non Nazione, non popolo, ma moltitudine, agglomerazione fortuita d'uomini che le circostanze rinnirono, che circostanze diverse separeranno. In nome del vostro amore alla Patria, voi combatterete senza tregua l'esistenza d'ogni privilegio, d'ogni ineguaglianza sul suolo che v'ha dato vita'7. Le leggi fatte da una sola frazione di cittadini non possono, per natura di cose e d'uomini, riflettere che il pensiero, le aspirazioni, i desideri di quella frazione: rappresentano, non la Patria, ma un terzo, un quarto, una classe, una zona della Patria 18. La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del core della Nazione. La Nazione intera dev'essere, dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice. Cedendo a pochi uomini quella missione, voi sostituite l'egoismo d'una classe alla Patria ch'è l'unione di tutte.
La Patria non è un territorio; il territorio non è che la base. La Patria vera è l'idea che sorge su quello; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché un solo tra i vostri fratelli non è rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionalefinché un solo vegeta ineducato fra gli educatifinché un solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria voi non avrete la Patria corne dovreste averla, la Patria di tutti, la Patria per tutti. I1 voto, l'educazione, il lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione; non abbiate posa finché non siano per opera vostra solidalmente innalzate.
E quando lo saranno ricordatevi che quella missione è l'Unità morale d'Europa: ricordatevi gl'immensi doveri chtèssa v'impone. L'Italia è la sola terra che abbia due volte gettato la grande parola unificatrice alle nazioni disgiunte. La vita d'Italia fu vita di tutti. Due volte Roma fu la Metropoli, il Tempio del mondo Europeo: la prima quando le nostre aquile percorsero conquistatrici da un punto all'altro le terre cognite e le prepararono all'Unità colle istituzioni civili; la seconda, quando, domati dalla potenza della natura, delle grandi memorie e dell'ispirazione religiosa i conquistatori settentrionali, il genio d'Italia s'incarnò nel Papato e adempí da Roma la solenne missione, cessata da quattro secoli, di diffondere la parola d'Unità dell'anime ai popoli del mondo Cristiano. Albeggia oggi per la nostra Italia una terza missione: di tanto píú vasta quanto piú grande e potente dei Cesari e dei Papi sarà il Popolo Italiano, la Patria Una e Libera che voi dovete fondare. I1 presentimento di questa missione agita l'Europa e tiene incatenati all'Italia l'occhio e il pensiero delle Nazioni ...
Giuseppe Mazzini
I doveri dell'uomo - Capitolo 5: Doveri verso la patria. (1860)