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Visualizza Versione Completa : I doveri verso la Patria e il Tricolore ... Fratelli d'Italia ...



Felix (POL)
27-07-02, 06:11
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

L'Umanità è come un corpo, di cui le Nazioni sono le membra. Ogni Nazione trova nell'idea di Patria l'espressione dei suoi valori, che, come tali, devono accordarsi con i fini e gli interessi di tutta l'Umanità.
I primi vostri Doveri, primi almeno per importanza, sono, com'io vi dissi, verso l'Umanità. Siete nomini prima d'essere cittadini o padri. Se non abbracciaste del vostro amore tutta quanta l'umana famiglia . . . Se ovunque geme un vostro simile, ovanque la dignità della natura umana e violata dalla menzagna o dalla tirannide, voi non foste pronti, potendo, a soccorrere quel meschino o non vi sentiste chiamati, potendo, a combattere per risollevare gli ingannati o gli oppressi voi tradireste la vostra legge di vita o non intendereste la religione che benedirà l'avvenire.
Ma che cosa può ciascuno di voi, colle forze isolate, fare pel miglioramento morale, pel progresso dell'Umanità? Voi potete esprimere, di tempo in tempo, sterilmente la vostra credenza; potete compiere, qualche rara volta, verso un fratello non appartenente alle vostre terre, una opera di carità; ma non altro. Ora, la carità non è la parola della fede a venire. La parola della fede awenire è l'associazione, la cooperazione fraterna verso un intento comune, tanto superiore alla carità quanto l'opera di molti fra voi che s'uniscono a innalzare concordi un edifizio per abitarvi insieme è superiore a quella che compireste innalzando ciascuno una casupola separata ... Questo mezzo, Dio lo trovava per voi, quando vi dava una Patria, quando, come un saggio direttore di lavori distribuisce le parti diverse a seconda della capacità, ripartiva in gruppi, in nuclei distinti, l'Umanità sulla faccia del nostro globo e cacciava il germe delle Nazioni. I tristi governi hanno guastato il disegno di Dio che voi potete vedere segnato chiaramente, per quello almeno che riguarda la nostra Europa, dai corsi dei grandi fiumi, dalle curve degli alti monti e dalle altre condizioni geografiche: l'hanno guastato colla conquista, coll'avidità, colla gelosia dell'altrui giusta potenza ...
La Carta d'Europa sarà rifatta. La Patria del Popolo sorgerà, definita dal voto dei liberi, sulle rovine della Patria dei re, delle caste privilegiate. Tra quelle patrie sarà armonia, affratellamento. E allora, il lavoro dell'Umanità verso il miglioramento comune, verso la scoperta e l'applicazione della propria legge di vita, ripartito a seconda delle capacità locali e associato, potrà compirsi per via di svilu,ppo progressivo, pacifico: allora, ciascuno di voi, forte degli affetti e dei mezzi di molti milioni d'uami ni parlanti la stessa lingua, dotati di tendenze uniformi, educati dalla stessa tradizione storica, potrà sperare di giovare coll'opera propria a tutta quanta l'Umanità.
A voi uomini nati in Italia, Dio assegnava, quasi prediligendovi, la Patria meglio definita d'Europa ... Dio v'ha steso intorno linee di confini sublimi, innegabili: da un lato i piú alti monti d'Europa, l'Alpi; dall'altro il Mare, I'immenso Mare. Sino a quella frontiera che si parla, s'intende la vostra lingua; oltre quella, non avete diritti . . .
Senza Patria, voi non avete nome, né segno, né voto, né diritti né battesimo di fratelli tra i popoli. Siete i bastardi dell'Umanità. Non v'illudete a compiere, se prima non vi conquistate una Patria, la vostra emancipazione da una ingiusta condizione sociale: dove non è Patria, non è Patto comune al quale possiate richiamarvi: regna solo l'egoismo degli interessi, e chi ha predominio lo serba, dacché non v'è tutela comune e propria tutela ...
La vostra emancipazione non potrà iniziarsi praticamente se non quando un Governo Nazionale, intendendo i segni dei tempi, avrà inserito, da Roma, nella Dichiarazione di Principii che sarà norma allo sviluppo della vita Italiana, le parole: il lavoro è sacro ed è la sorgente della ricchezza d'Italia.
Oh, miei fratelli! amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che noi amiamo, colla quale posstamo intenderci meglio e piú rapidamente che con gli altri, e che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi ch'essa possiede, è chiamata a un genere speciale d'azione ... Lavorando, secondo i veri principi), per la Patria, noi lavoriamo per l'Umanità: la Patria è il punto d'appoggio della leva che noi dobbiamo dirigere a vantaggio comune. Perdendo quel punto d'appoggio, noi corriamo rischio di riuscire inutili alla Patria e all'Umanità. Prima d'associarsi colle Nazioni che compongono l'Umanità, bisogna esistere come Nazione. Non v'è associazione che tra gli eguali; e voi non avete esistenza collettiva riconosciuta.
L'Umanità è un grande esercito, che muove alla conquista di terre incognite, contro nemici potenti e aweduti. I popoli sono i diversi corpi, le divisioni di quell'esercito ... Dovanque vi troviate, in seno a qualunque popolo le circostanze vi caccino, combattete per la libertà di quel popolo, se il momento lo esige: ma combattete come Italiani, cosí che il sangue che verserete frutti onore e amore, non a voi solamente, ma alla vostra Patria. E Italiano sia il pensiero continuo dell'anime vostre: Italiani siano gli atti della vostra vita: Italiani i segni sotto i quali v'ordinate a lavorare per l'Umanità. Non dite: io, dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. Ciascuno di voi si senta, si faccia mallevadore de' suoi fratelli: ciascuno di voi impari a far sí che in lui sia rispettata ed amata la Patria.
La Patria è una, indivisibile. Come i membri d'una famiglia non hanno gioia della mensa comune se un d'essi è lontano, rapito all'affetto fraterno, cosí voi non abbiate gioia e riposo finché una frazione del territorio sul quale si parla la vostra lingua è divelta dalla Nazione . ..
Nella Città, nel Comune dove dormono i vostri padri e vivranno i nati da voi, stesercitano le vostre facoltà, i vostri diritti personali, si svolge la vostra vita d'individuo. E' della vostra Città che ciascuno di voi può dire ciò che cantano i Veneziani della loro: Venezia la xe nostra. L'avemo fatta nu. In essa avete bisogno di libertà, come nella Patria comune avete bisogno d'associazione. Libertà di Comune e Unità di Patria sia dunque la vostra fede . . .
La Patria vera è una comunione di liberi ed eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. Voi dovete farla e mantenerla tale. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è dunque veramente Patria senza un Diritto uniforme. Non v'è Patria dove l'uniformità di quel Diritto è violata dall'esistenza di caste, di privilegi, d'ineguaglianzedove l'attività di una porzione delle forze e facoltà individuali è cancellata o assopita dove non è principio comune accettato, riconosciuto, sviluppato da tutti: v'è non Nazione, non popolo, ma moltitudine, agglomerazione fortuita d'uomini che le circostanze rinnirono, che circostanze diverse separeranno. In nome del vostro amore alla Patria, voi combatterete senza tregua l'esistenza d'ogni privilegio, d'ogni ineguaglianza sul suolo che v'ha dato vita'7. Le leggi fatte da una sola frazione di cittadini non possono, per natura di cose e d'uomini, riflettere che il pensiero, le aspirazioni, i desideri di quella frazione: rappresentano, non la Patria, ma un terzo, un quarto, una classe, una zona della Patria 18. La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del core della Nazione. La Nazione intera dev'essere, dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice. Cedendo a pochi uomini quella missione, voi sostituite l'egoismo d'una classe alla Patria ch'è l'unione di tutte.
La Patria non è un territorio; il territorio non è che la base. La Patria vera è l'idea che sorge su quello; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché un solo tra i vostri fratelli non è rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionalefinché un solo vegeta ineducato fra gli educatifinché un solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria voi non avrete la Patria corne dovreste averla, la Patria di tutti, la Patria per tutti. I1 voto, l'educazione, il lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione; non abbiate posa finché non siano per opera vostra solidalmente innalzate.
E quando lo saranno ricordatevi che quella missione è l'Unità morale d'Europa: ricordatevi gl'immensi doveri chtèssa v'impone. L'Italia è la sola terra che abbia due volte gettato la grande parola unificatrice alle nazioni disgiunte. La vita d'Italia fu vita di tutti. Due volte Roma fu la Metropoli, il Tempio del mondo Europeo: la prima quando le nostre aquile percorsero conquistatrici da un punto all'altro le terre cognite e le prepararono all'Unità colle istituzioni civili; la seconda, quando, domati dalla potenza della natura, delle grandi memorie e dell'ispirazione religiosa i conquistatori settentrionali, il genio d'Italia s'incarnò nel Papato e adempí da Roma la solenne missione, cessata da quattro secoli, di diffondere la parola d'Unità dell'anime ai popoli del mondo Cristiano. Albeggia oggi per la nostra Italia una terza missione: di tanto píú vasta quanto piú grande e potente dei Cesari e dei Papi sarà il Popolo Italiano, la Patria Una e Libera che voi dovete fondare. I1 presentimento di questa missione agita l'Europa e tiene incatenati all'Italia l'occhio e il pensiero delle Nazioni ...

Giuseppe Mazzini
I doveri dell'uomo - Capitolo 5: Doveri verso la patria. (1860)

nuvolarossa
27-07-02, 09:07
sullo stesso argomento visita anche....:

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=14995&highlight=patria

nuvolarossa
04-08-03, 12:04
La difesa della lingua italiana

Per una bibliografia dell’Accademia della Crusca
Fra i tanti volumi su cinema, registi, attori, film che affollano gli scaffali delle nostre librerie – dove, anticamente, in prevalenza erano collocati libri di storia e politica letteratura, poesia: i primi nostri amori – un posto di rilievo l’hanno conquistato due bei volumi di Giovanni Grazzini, Scrittori al cinema, Edizioni Cadmo, 2000, una fascinosa e documentata indagine sui rapporti tra scrittori e cinema, fra cinema e letteratura (tema non certo nuovo, ma affrontato da Grazzini sagacemente e con aperture innovative e originali) e Gli ultimi divi, edizioni Gremese, 2001: quaranta profili che comprendono interpreti e registi molto popolari, la cui storia è servita a Grazzini per ricostruire nelle sue pieghe più nascoste il fenomeno del "divismo".
Giovanni Grazzini non è solo uno storico e critico del cinema, ma anche un giornalista di valore: abbiamo cominciato a leggerlo sulla "nazione" di Firenze, sul "Mondo" di Pannunzio, sulla "Nuova Antologia" e sul "Corriere della Sera". Abbiamo letto con grande interesse la sua succosa introduzione al denso volume Di Crusca in Crusca. Per una bibliografia dell’Accademia, pubblicato da Pacini Editore nel 2001 a cura di Rosaria Di Loreto, che ha corredato il volume con una puntuale nota, intitolata Un primo passo, che ci aiuta ad apprezzare meglio, come è doveroso, la meritoria fatica di Grazzini e della Di Loreto stessa, nel raccogliere od ordinare con scrupolosi metodi scientifici, le numerose schede riguardanti l’Accademia. Entrambi, con la passione e la tenacia di appassionati e dotti cruscanti, ci hanno offerto un volume che va al di là dello specifico interesse scientifico.
Grazzini scrive a chiare note che un "saggio di bibliografia dell’Accademia della Crusca, vuole essere un richiamo alla memoria nazionale e alla purezza della lingua", confessando di avere seguito i consigli di Giacomo Devoto, Bruno Migliorini, Giorgio Pasquali, illustri e autorevoli studiosi della materia. Il citato volume vuole essere – lo dice bene ancora Grazzini – un’opera aperta, soprattutto un sistematico inventario delle interazioni avvenute fra la crusca, la cultura letteraria e la società civile. La stessa brava curatrice Di Loreto, rileva, con troppa modestia, che il volume non è una Bibliografia della Crusca, ma una sorta di "avviamento bibliografico", un primo passo che potrà essere proseguito. Vero: Di Crusca in Crusca si palesa come "Work in progress", ma è qualcosa di più di un sistematico inventario, né una nutrita compilazione di tutte le opere pubblicate e curate dall’Accademia della Crusca dal 1923; ha l’ossatura di uno strumento indispensabile sia per lo studioso che per l’appassionato cultore della storia della lingua italiana che in questi ultimi anni – come scrive bene Grazzini - è stata soggetta, per varie ragioni, all’assalto dei forestierismi (e, aggiungiamo noi, di ondate di imbarbarimento) rischiando di perdere la propria identità.
Proprio tenendo conto di questo e anche della naturale evoluzione della lingua "l’uscita di un saggio di bibliografia dell’Accademia della Crusca" – scrive Grazzini - vuole essere un richiamo (e, aggiungiamo ancora noi, un "monito") alla memoria nazionale. Questa memoria nazionale, la difesa della purezza della lingua italiana – pur tenendo conto della evoluzione della società e della stessa lingua in connessione anche con le nuove invenzioni ed espressioni tecnologiche, sofisticate e avanzate –, vanno coltivate massimamente con la scrupolosità scientifica, la passione, la tenacia, la bravura mostrate da Giovanni Grazzini e Rosaria Di Loreto.

Piergiovanni Permoli
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI211.gif (http://www.domusmazziniana.it/ami/)

nuvolarossa
11-07-04, 10:22
http://www.nuvolarossa.org/modules/news/cache/topics/36.jpg

La corte internazionale dell'Aja ha letto la sua sentenza! Pollice verso per Israele. Smantellare la barriera di sicurezza perche' contraria al diritto internazionale e perche' , secondo i giudici dell'ONU, non e' un deterrente del terrorismo.
E Israele ringrazia.

(continua sotto al link)

http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=315 (http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=315)

nuvolarossa
18-11-04, 23:17
Auguri al neo ministro

La destra nazionale è stata pienamente costituzionalizzata

Ancora non è chiaro se con la nomina di Fini alla Farnesina si sia chiusa la verifica di governo o meno. Aspettiamo di capire cosa ne sarà dell'Udc, se è vero che la Lega vuole una candidatura alla guida di una Regione del Nord e, per quello che riguarda il Pri ed il nuovo Psi, se Berlusconi ritiene che queste forze debbono essere rappresentate a pieno titolo nella CdL. E questo concerne solo i problemi relativi agli assetti interni. La questione dirimente è poi il contenuto programmatico, gli impegni presi con gli elettori, cominciando dalla riforma fiscale. Qui vi sono maggiori preoccupazioni a riguardo, vista anche la presa di posizione del presidente della Confindustria e lo sciopero prossimo venturo del sindacato.

Non conforta vedere che due ministri dello stesso partito, fra l'altro, diano una versione contrastante dello stato dell'arte, né aiuta leggere i giudizi che sarebbero stati espressi sui funzionari ed il ministro del Tesoro dal presidente del Consiglio, con note ufficiali che fra l'alto affermano quant'altro. C'è un'intervista del presidente del Pri alla "Stampa" (verrà pubblicamente integralmente domani) nella quale si dice: "Dopo tre anni non capisco più la politica del governo". Non la capisce La Malfa, figuratevi noi.

Per il momento possiamo solo valutare positivamente la conclusione del lungo itinerario della Farnesina, cominciato con la nomina di Ruggiero. Il segretario del Pri Francesco Nucara ed il presidente del Partito La Malfa hanno scritto una lettera di congratulazioni al neoministro degli Esteri esprimendogli il loro augurio di sapere perseguire la politica estera del governo italiano in continuità con quanto è stato fatto fin'ora.

Il Pri ha apprezzato l'opera del vicepresidente del Consiglio a sostegno dello Stato d'Israele, la comprensione verso l'azione statunitense in Iraq, le doti di equilibrio e di prudenza che ha sempre dimostrato nel suo operato politico, da Fiuggi in poi.

Infine abbiamo sempre ritenuto importante il processo di costituzionalizzazione della destra nazionale italiana. Con l'incarico agli Esteri di chi si è principalmente battuto per questo obiettivo negli ultimi dieci anni, questo processo può considerarsi concluso.

Roma, 18 novembre 2004

nuvolarossa
07-01-06, 13:26
FESTA TRICOLORE: CIAMPI, BANDIERA E' SIMBOLO UNITA'

"Il tricolore e' il simbolo dell'unita' nazionale". E' quanto scrive il Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un messaggio inviato in occasione del 7 gennaio, festa del tricolore. "Sono felice - afferma Ciampi - di festeggiare con voi oggi, 7 gennaio, la Festa del Tricolore, festa dell'Italia e degli italiani. E' l'occasione per celebrare l'appartenenza ad una storia comune, la storia del nostro popolo, del suo cammino verso l'unita' e la liberta'. In occasione del primo centenario del Tricolore, il 7 gennaio 1897, in un discorso pronunciato a Reggio Emilia, Giosue' Carducci sottolineo' come nei tre colori della bandiera fossero espressi i valori della identita' nazionale: nel verde, la natura, l'uguaglianza, la liberta', la gioia; nel bianco, la vittoria, la prudenza, l'autorita'; nel rosso, l'ardire e il valore. Ho piu' volte sottolineato - prosegue il Presidente della Repubblica - il profondo legame fra gli ideali del Risorgimento, della Resistenza e della Costituzione Repubblicana. Il tricolore e' il simbolo concreto dell'unita' nazionale". "Ricordo con orgoglio l'entusiasmo e il calore con quale tante persone hanno sventolato il tricolore e intonato l'inno di Mameli durante le mie visite nelle province, nei comuni d'Italia e negli incontri con i nostri connazionali all'estero. Un segnale importante di rinnovata sensibilita' per la nostra Nazione, che si riconosce con convinzione sempre maggiore nei simboli della Repubblica, quest'anno, al suo sessantesimo compleanno. A questo simbolo ne abbiamo aggiunto un altro, la bandiera dell'Unione Europea con il suo cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu. Il patrimonio ideale che abbiamo ereditato dai padri della Patria e gelosamente custodiamo, rappresenta un prezioso contributo alla crescita di una cultura e di una cittadinanza comune Europea, autentica e condivisa".
http://www.ekn.net/midi/Elton-John/A_Word_In_Spanish.mid

nuvolarossa
07-01-06, 13:44
Tricolore, Ciampi: ''Simbolo concreto dell'unità nazionale''
Il presidente della Repubblica: ''La consapevolezza della nostra italianità costituisce una risposta spontanea e diffusa ai cambiamenti e alle trasformazioni politiche, sociali ed economiche del mondo contemporaneo''

Roma, 7 gen. (Adnkronos) - ''Oggi più che mai la consapevolezza della nostra italianità costituisce una risposta spontanea e diffusa ai cambiamenti e alle trasformazioni politiche, sociali ed economiche che la velocità dei nuovi mezzi di comunicazione, l'apertura delle frontiere e dei mercati portano nel mondo contemporaneo''. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel messaggio inviato in occasione della Festa del Tricolore, che si celebra oggi.

http://www.adnkronos.it/Assets/Imgs/C/ciampi_messaggio_04_quir--200x150.jpg

''Sono felice - esordisce il capo dello Stato - di festeggiare con voi oggi la Festa del Tricolore, festa dell'Italia e degli italiani. E' l'occasione per celebrare l'appartenenza a una storia comune, la storia del nostro popolo, del suo cammino verso l'unità e la libertà''.

Ciampi richiama le parole che pronunciò Giosuè Carducci a Reggio Emilia, in un discorso in occasione del primo centenario del Tricolore, il 7 gennaio 1897: ''Sottolineò come nei tre colori della bandiera fossero espressi i valori dell'identità nazionale: nel verde, 'la natura, l'uguaglianza, la libertà, la gioia'; nel bianco, 'la vittoria, la prudenza, l'autorità'; nel rosso, 'l'ardire e il valore'''. E ricorda di aver ''più volte sottolineato il profondo legame tra gli ideali del Risorgimento, della Resistenza e della Costituzione repubblicana''. ''Il Tricolore - sottolinea il capo dello Stato - è il simbolo concreto dell'unità nazionale''.

''Ricordo con orgoglio - prosegue Ciampi nel messaggio - l'entusiasmo e il calore con il quale tante persone hanno sventolato il Tricolore e intonato l'inno di Mameli durante le mie visite nelle province, nei comuni d'Italia e negli incontri con i nostri connazionali all'estero. Un segnale importante di rinnovata sensibilità per la nostra Nazione - aggiunge Ciampi - che si riconosce con convinzione sempre maggiore nei simboli della nostra Repubblica, quest'anno al suo sessantesimo compleanno''.

Al simbolo del Tricolore, ricorda ancora Ciampi, se ne è aggiunto un altro: ''La bandiera dell'Unione europea con il suo cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu''. ''Il patrimonio ideale che abbiamo ereditato dai padri della Patria e gelosamente custodiamo, rappresenta un prezioso contributo - evidenzia - alla crescita di una cultura e di una cittadinanza comune europea, autentica e condivisa. Unità nella diversità è il motto dell'Unione europea. Le due bandiere che sventolano insieme testimoniano la decisione di superare le antiche divisioni e di costruire un comune destino di pace e di benessere''.

Quindi, il richiamo del capo dello Stato alla ''italianità'' come ''risposta ai cambiamenti e alle trasformazioni politiche, sociali ed economiche''. ''In questo nuovo contesto di convivenza civile, la nostra bandiera - sottolinea Ciampi - continuerà a rappresentarci e inorgoglirci. Penso all'Italia delle missioni internazionali di pace, all'Italia dei successi nei campi pià svariati della scienza, della tecnica, dell'economia e anche... all'Italia dello sport! Raccogliamoci con questa consapevolezza intorno alla sacralità della nostra bandiera! Viva l'Italia!''.

In occasione della Festa del Tricolore il capo dello Stato, su proposta del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, ha conferito 184 onorificenze dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.

nuvolarossa
05-01-07, 12:44
Nato a Reggio Emilia, venne adottato per la prima volta il 7 gennaio 1797
Il Tricolore compie 210 anni

http://www.adnkronos.com/Assets/Imgs/T/tricolore_inf--200x150.jpg

Per celebrare l'anniversario della bandiera italiana il Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio ha realizzato uno spot televisivo che da domani per tre giorni verrà tramesso dalle reti Rai
Reggio Emilia, 4 gen. (Adnkronos/Ign) - Nasce a Reggio Emilia, ben 210 anni fa, il Tricolore, la bandiera che avrebbe da quel momento in poi rappresentato il primo Stato libero dell'età moderna (Video). Venne adottata per la prima volta il 7 gennaio 1797, dai deputati delle popolazioni di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara, seduti nel Parlamento della Repubblica Cispadana, voluta da Napoleone nell'ottobre 1796, che comprendeva appunto i ducati di Modena e Reggio e le ex legazioni pontificie di Ferrara e Bologna. L'assise decretò in quella occasione di ''rendere universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori: verde, bianco e rosso'', allora a bande orizzontali. I tre colori scelti non identificano tanto i campi della terra italica, la purezza e il sangue versato per la libertà, come molti vollero semplificare, non senza una forte dose di sentimentalismo, ma sono legati ad antichi stendardi e uniformi tipici dell'epoca. D'altra parte anche le tre fasce di identiche dimensioni sono ispirate alla bandiera francese del 1790.

Ma la bandiera in sé, in quell'epoca (nel 1799 cominciò la campagna napoleonica in Italia che sgretolò l'antico sistema di Stati in cui fino ad allora era divisa la Penisola), più che rappresentare un segno dinastico o militare era appunto il simbolo di ideali di libertà e indipendenza che si andavano formando non solo in Italia, ma anche in altre nazioni. Ideali soffocati dal Congresso di Vienna e dalla Restaurazione. Fu dunque negli atti risorgimentali che caratterizzarono i primi decenni dell'800 che il Tricolore diventò l'emblema della lotta e della libertà. Così per i moti mazziniani, per le imprese dei fratelli Bandiera. Il sentimento racchiuso nella bandiera italiana segnerà la Prima Guerra d'Indipendenza quando Carlo Alberto adotterà il vessillo insieme allo scudo dei Savoia e così, quando nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, la sua bandiera, per consuetudine, continuò ad essere quella del 1848.

Nel corso degli anni al Tricolore furono associati (nella maggior parte dei casi all'interno della fascia bianca) altri stemmi compreso quello della corona reale. La bandiera quale oggi la conosciamo e che campeggia sui Palazzi istituzionali è quella voluta dall'Assemblea costituente che si riunì dopo la nascita della Repubblica, il 2 giugno del 1946. Un'assemblea, era il 24 marzo 1947, che così sancì: ''La bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso a bande verticali e di uguali dimensioni''. All'approvazione, raccontano le cronache dell'epoca, sia i rappresentanti della Costituente che il pubblico presente si alzarono in piedi per una lunga e calorosa ovazione.

Per celebrare l'anniversario il Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio ha realizzato uno spot televisivo che verrà tramesso dalle reti Rai per tre giorni, da domani al 7 gennaio.

tratto da http://www.adnkronos.com/

nuvolarossa
02-09-08, 11:23
I Repubblicani: «L’inno di Mameli sui banchi di scuola»

Salutare la ripresa della scuola cantando l’inno di Mameli. Questol’invito che la sezione cittadina del Partito Repubblicano rivolge in queste ore all’amministrazione comunale di Codogno e alle autorità scolastiche territoriali: «L’inno èil simbolo dell’Italia e dell’unità nazionale precisa il segretario cittadino dei repubblicani PaoloCipriani: doveroso che le nuovegenerazioni si riconoscano nelle istituzioni repubblicane anche attraverso il semplice ma simbolico gesto di un canto collettivo». Per Codogno l’inno di Mameli cantato all’inizio dell’anno didattico sarebbe una vera e propria novità. «Ripeto: una novità di forma ma anche di sostanza rimarca Cipriani, soprattutto in tempi in cui, comegli attuali, i valorifondanti della nostra democrazia risultano essere sempre più spessodimenticati o scarsamente considerati.
Proprio per questo prosegue Cipriani valutiamo la reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole un eccellente atto, che permette a tutti gli studenti, italiani e non, di conoscere meglio i fondamenti democratici del nostropaese». Sulla proposta dei Repubblicani, il centrodestra però si spacca. Nelle persone del sindaco Emanuele Dossena e dell’assessore alla scuola MarioGrazioli, Alleanza nazionale e Forza Italia giudicano positivamente la proposta di Cipriani.
«Èunabuonainiziativa», così hanno commentato ieri Dossena e Grazioli, entrambi pronti però a rimarcare come ogni decisione in merito spettia lla direzione didattica.
Bocciatura netta arriva invece dalla Lega.
Segretario provinciale del Carroccio,Guido Guidesi non usa mezzi termini e parla di «iniziativa folcoristica e fuori da ogni tempo».L’attacco di Guidesi non lascia spazio a interpretazioni.
«Si vede che il caldo ha dato alla testa a qualcuno così il segretario provinciale dei lumbard.
La scuola è un argomento serio e di certo non lo si affronta con una boutade come questa, che mi sembra davvero fuori da ogni tempo». Secondo Guidesi «sarebbe più utile per gli studenti e il mondo della scuola occuparsi d’altro. Magari prosegue iniziando a valutare come cominciare finalmente a insegnare agli studenti la storia del loro territorio, la cultura locale a cui fanno riferimento». La parola passa ora alle istituzioni scolastiche, là dove tutta la questione non potrà non essere affrontata dal nuovo direttore didattico di Codogno Luigi AntonioAlbanese. Peraltro l’iniziativa promette di allargarsi:la segreteria provinciale dei Repubblicani ha già annunciato l’intenzione di formulare un’identica proposta al comune di Lodi e alla provincia, nonché al dirigente scolastico provinciale, perché in tutti i comuni del Lodigianol’iniziativa possa partire.

Tratto da http://www.italysoft.com/news/il-cittadino-di-lodi.html