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Tomás de Torquemada
28-07-02, 03:05
Maria Maddalena, le Madonne Nere, le Vere Donne Scarlatte fino alle leggende del Graal e al mistero di Rennes le Chateau

Tratto da: Laurence Gardner, La linea di sangue del Santo Graal, la storia segreta dei discendenti del graal, collana i volti della storia, newton & compton editori, 1997, Roma pp 113-128

Non date ciò che è santo ai cani, affinchè non lo gettino nel letamaio.Non gettate perle ai porci affinchè non le calpestino (Vangelo di Tommaso - V. Gnostico)

… Nel Nuovo Testamento Maria viene menzionata per la prima volta quando i Vangeli raccontano la storia della sua resurrezione come figlia di Giairo nel 17 d.C.5 Essere "resuscitata" (simbolicamente, dalle tenebre eterne) si riferiva o alla promozione ad un rango più elevato all'interno della "Via" o, come abbiamo visto, alla revoca della scomunica che era una morte spirituale. Il termine viene usato ancora oggi nella Massoneria. Tuttavia, giacche le donne non venivano scomunicate, nel caso di Maria si trattava chiaramente di una iniziazione rituale.Le prime "resurrezioni" per i ragazzi avvenivano all'età di 12 anni e per le ragazze a 14. Posto che Maria fosse stata resuscitata dalle tenebre nel 17 d.C., ciò significa che era nata nel 3 d.C. Aveva quindi nove anni meno di Gesù e quando Io sposò per la prima volta nel 30 d.C., ne aveva 27. Essendo rimasta incinta nel dicembre del 32 d.C., Maria aveva 30 anni all' epoca del suo Secondo Matrimonio e durante quell'anno (33 d.C.) diede alla luce sua figlia Tamar. Quattro anni dopo diede alla luce Gesù il giovane e nel 44 d.C., quando aveva 41 anni, nacque il suo secondogenito, Giuseppe. A quel tempo Maria era a Marsiglia (Massilia), dove la lingua ufficiale era il greco fino al v secolo. Un fatto che non viene generalmente riconosciuto, ma che dovrebbe forse essere sottolineato, è che il linguaggio di Gesù, degli apostoli e di tutti coloro che avevano a che fare con il giudaismo ellenico, era fortemente influenzato dal greco. Gli ebrei, naturalmente, usavano la loro lingua specificamente semitica. Perciò parole come Alfeo e Rama- Teo sono formate da elementi greci ed ebraici. Inoltre, essendo stata sotto l'occupazione romana per tanto tempo, quest'altra cultura linguistica venne in qualche misura incorporata. Furono apportate anche modifiche nei riguardi dei gentili (non-ebrei) e dei proseliti (gentili convertiti al giudaismo) di modo che, con tutte queste varianti, regnava una grande confusione. Secondo la tradizione gnostica, Maria Maddalena veniva associata alla Saggezza (Sophia), rappresentata dal sole, la luna e un'aureola di stelle. Si riteneva che la gnosi femminile di Sophia fosse lo Spirito Santo , rappresentato perciò sulla Terra dalla Maddalena, che fuggì in esilio recando in seno il figlio di Gesù…... Oltre a Maria, fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C. c'erano Marta e la sua serva Marcella. C'erano anche l'apostolo Filippo, Maria Iacopa (moglie di Cleofa) e Maria-Salomè (Elena nota. la moglie di Simon Mago). Il luogo dove sbarcarono in Provenza era Ratis, divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer. Malgrado il posto importante che Maria e Marta occupano nei testi evangelici, non sono menzionate affatto
negli Atti, ne in alcuna delle lettere (epistole) di San Paolo dopo la loro partenza per l'Occidente nel 44 d.C….[omissis] Un particolare brano narrativo della Legenda parla di santa Marta di Betania e di sua sorella Maria Maddalena. Quanto segue è un riassunto in lingua moderna. Santa Marta, ospite del Signore Gesù Cristo, era di famiglia reale. Suo padre si chiamava Siro e sua madre Eucaria; il padre veniva dalla Siria. Come erede della madre insieme a sua sorella, Marta entrò in possesso di tre proprietà: il castello Maddalena, Betania, e parte di Gerusalemme.Dopo l' Ascensione di nostro Signore, quando i discepoli se ne furono andati, lei, suo fratello Lazzaro e sua sorella Maria, e anche san Massimo, s'imbarcarono su una nave che - grazie alla protezione di nostro Signore li portò sani e salvi a Marsiglia. Da lì si recarono nella regione di Aix, dove convertirono gli abitanti alla fede. Il nome Maddalena o Magdala deriva dal sostantivo ebraico migdal (torre). In termini pratici, l'affermazione che le "sorelle" possedevano tre castelli è un po' fuorviante, particolarmente perche alle Marie (Miriam) non era permesso possedere nulla. L'eredità comune si riferiva in realtà alla condizione personale: cioè, esse ereditarono alti incarichi (castelli/torri) di tutela della comunità, come in Michea 4:8:9 la Magdal-eder (la torre di vedetta del gregge). Il culto più attivo della Maddalena s'insediò infine a Rennes-le Chateau, nella regione della Linguadoca. Ma anche altrove, in Francia, sorsero molti santuari dedicati a S.te Marie de Madeleine, fra cui il luogo della sua sepoltura a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, dove i monaci dell' ordine di san Cassiano vegliarono sul suo sepolcro e tomba in alabastro dall'inizio del 400. L'ordine di san Cassiano ha una storia interessante. Sebbene san Bendetto venga generalmente considerato il «padre del monachesimo occidentale», in realtà egli fu preceduto da Giovanni Cassiano, che fondò il suo monastero verso il 410 (pur seguendo gli sforzi innovatori di Martino, vescovo di Tours e di Onorazio, arcivescovo di Arles). L'importante progresso nella disciplina monastica compiuto da Cassiano (seguito poi da Benedetto e altri) consisteva nella sua separazione e indipendenza dall'organizzazione della Chiesa episcopale. Cassiano denunciò la pratica di prendere gli ordini come "pericolosa" e dichiarò che i monaci dovevano "evitare a tutti costi i vescovi". Dopo aver iniziato come eremita ascetico a Betlemme, Giovanni Cassiano istituì le sue scuole gemelle vicino a Marsiglia: una per gli uomini e una per le donne. Marsiglia divenne quindi un noto centro conventuale, dove nacque il rito della Candelora che subentrò all' antica processione a lume di torce in onore di persefone, regina dell' Ade. Analogamente, la festa della Madonna ebbe origine nella Basilica di St. Victor, sempre a Marsiglia. Un'altra importante sede del culto della Maddalena fu Gellone, dove l' Accademia di Studi Giudaici (il monastero di St.-Guilhelmle-Desert) fiorì durante il IX secolo. La chiesa a Rennes-le-Chateau fu consacrata a Maria Maddalena nel 1059 e nel 1096 (l'anno della Prima Crociata) ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di Santa Maria Maddalena a Vezelay. Fu qui che san Francesco d'Assisi fondò i frati minori (poi cappuccini) nel 1217.1 1 Fu pure a vezelay che nel 1146 l'abate cistercense san Bernardo di Chiaravalle predicò la Seconda Crociata al re Luigi VII, alla regina Eleonora, ai loro cavalieri e ad una congregazione di 100.000 persone. In verità, l'entusiasmo per le Crociate era intimamente legato alla venerazione della Maddalena. Così, i cistercensi, i domenicani, i francescani e vari altri ordini monastici dell' epoca seguivano tutti uno stile di vita separato dall' episcopato della Chiesa romana. Ma condividevano un comune interesse per Maria Maddalena. Nel redigere la Costituzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128, san Bernardo menzionò specificamente il dovere di «obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta» . È chiaro, quindi, che le grandi cattedrali di Notre-Dame in Europa, tutte sorte per istigazione dei cistercensi e dei Templari, non erano dedicate a Maria, madre di Gesù, ma a "Nostra Signora" Maria Maddalena.


Prostituta - Madonna nera

I primi testi cristiani descrivono Maria Maddalena come «la donna che conosceva il Tutto». era colei che «Cristo amava più di tutti i ,discepoli». Era l'apostola «dotata di una conoscenza, una visione e una percezione molto superiori a quelle di Pietro», ed era la sposa diletta che unse Gesù al Sacro Matrimonio (Hieros Gamos) a Betania. Ignorando tutto ciò, la Chiesa romana decise a suo tempo di screditare Maria Maddalena nel tentativo di esaltare sua suocera Maria, madre di Gesù. A tale scopo si servì degli ambigui commenti contenuti nel Nuovo Testamento: commenti che descrivevano originariamente la Maddalena nubile come una "peccatrice" (intendendo con questo che era un'almah nubile sottoposta a Valutazione durante il fidanzamento).I vescovi ipocriti decisero, tuttavia, che una peccatrice doveva essere una prostituta e d'allora in poi Maria fu marchiata come una donna di Malaffare ! Ancora oggi, una definizione della parola Maddalena nell'Oxford Dictionary è «prostituta pentita». Nondimeno, molti artisti hanno avuto cura di contraddire questa denigrazione voluta dalla Chiesa raffigurando Maria con una veste bianca o un mantello foderato della candida seta della purezza. Esiste un affascinante parallelo fra Maria e una delle sue compagne di emigrazione in Gallia sia in termini di calunnie sparse su di lei che di colorazione nelle pitture di artisti posteriori. L' emigrante in questione è Elena-Salomè (la moglie di Simon Mago).A causa della sua avversione per le donne (e specie per quelle istruite) Pietro aveva sempre considerato Elena-Salomè una strega, senza curarsi del fatto che fosse intima amica della madre di Gesù e che l'avesse accompagnata alla Crocifissione. Come consorte di Simone Zelota (Zebedeo), Elena in effetti era stata anche la madre "conventuale" degli apostoli Giacomo e Giovanni Boanerges. A differenza di Maria Maddalena, che faceva parte dell 'ordine regionale di Dan, Elena apparteneva all'ordine di Asher, in cui le donne potevano possedere beni personali e le sacerdotesse venivano chiamate, in greco, hierodulai ("sacre donne"). Elena era effettivamente una grande sacerdotessa dell'ordine a Efeso (insignita del titolo di "Sara") e come tale aveva diritto d'indossare una veste rossa (più o meno come oggi i cardinali cattolici romani sono vestiti di rosso da capo a piedi). Le donne di così alto rango erano molto temute da Pietro giacche quelle come Elena rappresentavano una costante minaccia per la sua posizione. La Chiesa romana ha ereditato la stessa avversione e Io stesso timore: al di fuori degli ordini conventuali, oggi non esiste un clero femminile cattolico romano. Così l'immagine delle "donne scarlatte" , un tempo venerata, venne trasformata e le hierodulai (harlots in inglese passando per il francese medievale) divennero prostitute. Ancora oggi tali donne usano questa immagine falsata, vestendosi magari di rosso o esibendosi in una luce rossa. Le donne dell'Ordine di Dan erano nazaree laiche. Maria Maddalena, come "Miriam" , era una superiore dell' ordine (equivalente a un vescovo anziano) e aveva il diritto di vestire di nero, come i nazarei e i sacerdoti di Iside.
È anche accertato che in parallelo con l'antica venerazione per Maria Maddalena, un culto noto come quello della "Madonna nera" scaturì da Ferrières nel 44 d.C.,4 Fra le molte raffigurazioni della Madonna nera che ancora esistono, una delle statue più belle è esposta a Verviers, vicino a Liegi: è tutta vestita di nero con uno scettro e una corona d'oro, sormontata dall'aureola di stelle della saggezza (Sophia). Anche il bambino porta una corona regale dorata. In contrasto con l'immagine cupa della Madonna nera, Maria Maddalena veniva raffigurata comunemente con un mantello rosso, spesso sopra una veste verde (il verde è simbolo di fertilità). Un esempio è la Santa Maria di Piero della Francesca, il famoso affresco, datato intorno al 1465, che si trova nel duomo gotico di Arezzo, vicino a Firenze. Anche Maria ai piedi della Croce di Botticelli è vestita in modo simile. Il rosso vuole indicare l'alto rango ecclesiastico di Maria (come gli abiti rossi dei cardinali).L'idea di queste donne dell'alto clero vestite di rosso irritava moltlssimo la gerarchia vaticana. Malgrado la particolare venerazione della Chiesa per la madre di Gesù (specie dopo il Concilio di Efeso nel 431), i vescovi cattolici decisero che gli artisti non dovevano ritrarla con le stesse prerogative che i posteri avevano accordato alla Maddalena. Nel 1649, Roma si sentì obbligata ad emanare addirittura un decreto secondo cui tutte le immagini della madre di Gesù (la "Madonna bianca") dovevano raffigurarla vestita esclusivamente di bianco e celeste. Questo ebbe l'effetto desiderato e alla madre di Gesù, Maria, sebbene esaltata e persino adulata dalla Chiesa, fu nondimeno negato qualsiasi riconoscimento ecclesiastico in seno all'establishment. Alle donne fu vietato di prendere gli ordini nell' ambito cattolico.
E l'esclusione delle donne, tranne la madre di Gesù, da qualsiasi culto e venerazione spinse Maria Maddalena ancora più in secondo piano. Con la stessa strategia, gli eredi naturali di Gesù furono totalmente eclissati e i vescovi poterono rivendicare con più forza il loro diritto alla sacra autorità tramite una presunta "successione" maschile. Non era una discendenza messianica da Gesù, come sarebbe dovuta essere, e nemmeno una discendenza dal principe Rama- Theo (Arimatea), Giacomo il Giusto (fratello di Gesù), ma una immaginaria "linea di successione" che iniziava da Pietro, il rozzo e caparbio esseno che disprezzava le donne.Nello stesso periodo, la Chiesa primitiva doveva anche lottare contro la venerazione per la Dea Universale, che era particolarmente forte nel mondo mediterraneo dell'epoca e sarebbe addirittura aumentata durante questo periodo di dispute clericali su questioni di discriminazione sessuale. Dall'epoca preistorica, la Dea Universale era apparsa in molte forme e aveva avuto molti nomi, fra cui Cibele, Diana, Demetra e Giunone. Ma, comunque personificata, veniva sempre identificata con Iside «la Madre Universale, padrona di tutti gli elementi, primordiale figlia del tempo, sovrana di tutte le cose e unica manifestazione di tutto» .Per gli antichi Egizi, Iside era la sorella-sposa di Osiride, fondatore della civiltà e giudice delle anime dopo la morte. Iside era la Dea Universale, in particolare una materna protettrice, e il suo culto era molto diffuso. Veniva ritratta spesso con in braccio suo figlio, Oro, le cui incarnazioni erano gli stessi faraoni. È un fatto ormai assodato che l'immagine familiare della "Madonna bianca" si basa sulle pitture di Iside in veste di madre che allatta. Fu sempre lei a ispirare la misteriosa Madonna nera, di cui esistevano quasi 200 immagini in Francia nel XVI secolo. Oggi sono state scoperte circa 450 raffigurazioni in tutto il mondo.Anche l'amata patrona di Parigi, NotreDame de Lumière (Nostra Signora della Luce), trae origine dalla Madre Universale. L'immagine della Madonna nera e del suo bambino ha rappresentato un costante dilemma per la Chiesa: in particolare le statue che si trovano in chiese e santuari famosi dell'Europa continentale. In alcuni casi, sono tutte nere, ma molte hanno solo il viso, le mani e i piedi neri. Non è una questione di scoloritura, come hanno suggerito alcuni ecclesiastici imbarazzati. Alcune sono state ridipinte color rosa incarnato per adeguarle all'immagine classica della Madonna;altre sono state semplicemente rimosse dalla vista del pubblico. 1 lineamenti della Madonna nera non hanno alcuna caratteristica negroide, ma sono semplicemente di color nero. Alcune Madonne nere sono modestamente abbigliate (più o meno come le Madonne bianche tradizionali), ma altre sono raffigurate in vari gradi di prestigio e sovranità, con ricchi abiti e corone preziose. La Madonna nera ha la sua tradizione nella regina Iside e le sue radici nella Lilith pre-patriarcale. Rappresenta quindi la forza e la parità della donna: una figura fiera, schietta e maestosa, in contrasto con l'immagine rigorosamente subalterna della Madonna bianca tradizionale com' è vista nelle raffigurazioni ecclesiastiche della madre di Gesù. Si diceva che Iside e Lilith conoscessero entrambe il nome segreto di Dio (un segreto custodito anche da Maria Maddalena, «la donna che conosceva il Tutto»). Quindi, la Madonna nera rappresenta anche la Maddalena che, secondo la dottrina alessandrina, «trasmise il vero segreto di Gesù». Il culto di antica data della Maddalena era infatti legato in particolare ai luoghi della Madonna nera. È nera perche la Saggezza, che esisteva nelle tenebre del Caos prima della Creazione, è nera. Per gli gnostici di Simone (Mago) Zelota, la Saggezza era Io Spirito Santo: la grande e immortale Sophia che trasse fuori dall'abisso il Primo Padre Yaldaboath. Si credeva che Sophia si fosse incarnata nella regina Maria Maddalena sotto forma di Spirito Santo e quindi fosse lei la portatrice della suprema osservanza della Fede.


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Tiziano Vecellio, Maddalena penitente (1533). Firenze, Palazzo Pitti - Immagine tratta dal sito http://cgfa.sunsite.dk/


Maria e la Chiesa

Trascurando l'importanza dell'ideale della dea, accadde che durante l'ascesa del cristianesimo ortodosso tutti coloro che veneravano il principio femminile fossero ritenuti eretici. Furono i primi Padri della Chiesa come Quinto Tertulliano a creare le premesse molto prima dell'avvento di Costantino il Grande. Tertulliano sosteneva la regola per cui [...] non è permesso a una donna di parlare in chiesa, ne le è permesso di battezzare, ne di offrire l'Eucarestia, ne di rivendicare per se una parte in qualsiasi funzione maschile, meno che mai nell'ufficio sacerdotale.Tertulliano stessò seguiva semplicemente le opinioni espresse dai capi della Chiesa prima di lui, in particolare Pietro e Paolo.Nel Vangelo di Maria,Pietro contesta il rapporto di Maria con Gesù, dicendo: «Avrebbe egli davvero parlato privatamente con una donna, e non apertamente con noi? Perche dovremmo cambiare opinione e darle ascolto?». E ancora nel trattato copto chiamato Pistis Sophia (La Saggezza della Fede), Pietro protesta per la predicazione di Maria e chiede a Gesù di farla tacere, di impedirle di minare la sua supremazia. Gesù invece rimprovera Pietro e Maria più tardi confessa: «Pietro mi fa esitare. Ho paura di lui perche odia la razza femminile». Al che Gesù replica: «Chiunque sia ispirato dallo Spirito, deve parlare per decreto divino, sia esso uomo o donna». Maria aveva perfettamente ragione di diffidare di Pietro, che aveva palesato chiaramente il suo atteggiamento in molte occasioni, come nel Vangelo di Tommaso. Opponendosi alla presenza di Maria fra i discepoli, «Simon Pietro disse loro: Che Maria se ne vada, giacche le donne non sono degne di vivere».La donna impari con silenzio, in ogni soggezione. Ma io non permetto alla donna d'insegnare, ne d'usare autorità sopra il marito, ma ordino che stia in silenzio.(1 Timoteo 2:11-12) Direttive così autoritarie erano particolarmente utili perché di fatto nascondevano il vero problema. Il punto era che le donne dovevano essere escluse a tutti i costi. Altrimenti, continuando così, la presenza della Maddalena avrebbe finito col prevalere. Come moglie di Gesù, non soltanto era la regina messianica, ma anche la madre dei veri eredi. Per secoli dopo la sua morte, il retaggio di Maria rimase la più grave minaccia per una Chiesa timorosa che aveva aggirato la discendenza messianica in favore della successione apostolica.In generale, le fedi che si opponevano al cristianesimo romano e che erano definite pagane ed eretiche da Roma, non erano affatto orrende o feroci o sataniche. Per la Chiesa romana, tuttavia, erano tutte queste cose perché accettavano il principio femminile insieme a quello maschile. Per i credenti gnostici., lo Spirito Santo era essenzialmente l'elemento femminile che legava il Padre al Figlio. Ma Roma decretò che la Trinità era un "Unico Dio". E per questa ragione, sebbene a Maria, madre di Gesù, venisse fatta qualche concessione come Madre di Dio, fu esclusa dalla divina Trinità che rimase definita in termini interamente maschili. Il cristianesimo adottò il Dio d'Israele come risultato della missione di Gesù, al pari degli gnostici e dei nazarei, le cui componenti femminili agivano liberamente come insegnanti, guaritrici, evangeliste e sacerdotesse. Entro l'ambiente cristiano romanizzato, invece, ogni traccia di opportunità per le donne scomparve rapidamente.Una delle più importanti sette matriarcali del secolo predicava una fede ereditata direttamente da Maria Maddalena, Marta ed Elena-Salomè. Tertulliano denunciò irosamente il gruppo:Queste donne eretiche! Come osano! Sono tanto sfacciate da insegnare, impegnarsi in discussioni, compiere esorcismi, somministrare cure, e (forse) persino battezzare! Nelle comunità ebraiche settarie le donne erano state escluse da lungo tempo da molti aspetti della vita di tutti i giorni: l'istruzione, la pratica religiosa in pubblico, insomma qualsiasi attività sociale o politica al di fuori dall'ambiente familiare. Ma così non era stato nelle comunità elleniste, i cui ideali erano invece ispirati dal pensiero culturale della Grecia e dell' Asia Minore dove le donne erano impegnate al pari degli uomini nella venerazione di Iside. Al tempo di Gesù, le donne avevano raggiunto un'emancipazione particolarmente avanzata in Egitto. Analogamente, le donne romane delle classi ricche erano impegnate negli affari, nella politica, nella letteratura, nella matematica e nella filosofia. Faceva eccezione la Chiesa romana che era diversa per una ragione di primaria importanza:troncare la linea ereditaria dinastica di Gesù, incarnata in Maria Maddalena.Molte delle donne erudite che guidavano i gruppi formalmente definiti eretici propugnavano un insegnamento basato sulla lezione degli ascetici Terapeuti di Oumran. Tale insegnamento tendeva ad avere una base spirituale (mentre il modello romano di cristianesimo era molto materialista) e veniva quindi visto come un'enorme minaccia. La strategia di Roma contro le insegnanti era molto semplice: dovevano essere considerate peccatrici e subalterne, come affermava San Paolo:Adamo fu creato il primo, e poi Eva.E Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, fu cagione di trasgressione.(1 Timoteo 2: 13-14) Fu a quest' epoca che per la prima volta quelle insegnanti furono definite intenzionalmente meretrici, attribuendo una connotazione riveduta e corretta alle "donne scarlate". La Chiesa decretò che erano tutte prostitute e la malevola designazione vige ancora oggi. All'inizio del 11 secolo d.C., era già iniziato un processo di segregazione nelle chiese cristiane: gli uomini celebravano il rito, le donne pregavano in silenzio. Alla fine del secolo anche questo limitato coinvolgimento era scomparso: la partecipazione delle donne al culto religioso era del tutto vietata. Se si veniva a sapere che una qualsiasi donna aveva partecipato a una pratica religiosa, essa veniva denunciata come "una prostituta e una strega". Secondo il vangelo di Maria, Levi (Matteo Anna) discusse con Pietro sui diritti di Maria Maddalena: «Ma se il Salvatore l'ha ritenuta degna, chi sei tu, in verità, per rigettarla? Il Salvatore la conosce sicuramente abbastanza bene: perciò l'ha amata più di noi».Al contrario di Pietro e di suo fratello Andrea, pare che gli altri discepoli fossero d'accordo con Levi giacche furono incoraggiati da ciò che Maria aveva detto e accettarono volentieri il suo insegnamento. Di fatto, i Vangeli che mostravano Maria sotto questo aspetto furono semplicemente esclusi dal Nuovo Testamento canonico. Inoltre, i quattro prescelti furono adattati alle esigenze della Chiesa. Ma la gente conosceva generalmente l'importanza di Maria prima ancora che venisse pubblicata qualsiasi forma di Bibbia ufficiale. La tradizione che serbava tale conoscenza rimase viva in Gran Bretagna e in Francia, attraverso i Secoli Bui, fino all'epoca medievale quando la Maddalena fu la Notre-Dame ispiratrice delle prime Crociate e delle grandi cattedrali gotiche.Stando così le cose, come fece, allora, la Chiesa a rimuoverla dalla posizione di primo piano che occupava nella sua struttura gerarchica apostolica?In primo luogo, la Chiesa romana attirò l'attenzione in particolare su due brani della Bibbia: Genesi (3:16) e Corinti (11:3). Entrambi erano stati citati nelle Costituzioni apostoliche originali del 1V secolo.La prima raccontava come il Signore Iddio avesse detto a Eva parlando di Adamo: «Ed egli signoreggerà sopra te». La seconda (che citava le parole di san Paolo) affermava: «Il capo della donna è l'uomo».Venne quindi pubblicato un nuovo documento speciale che spiegava quale fosse la posizione di Maria Maddalena secondo la Chiesa. Intitolato L 'ordine apostolico, era in realtà la trascrizione di un'immaginaria discussione fra gli apostoli dopo l'Ultima Cena. Del tutto incidentalmente, affermava (diversamente dai Vangeli) che Maria e Marta erano entrambe presenti, mancando così in parte il proprio scopo. Un estratto del presunto dibattito dice:Giovanni disse: «Ouando il Maestro benedisse il pane e il calice, e li designò con le parole Ouesto è il mio corpo e Sangue, non li offrì alle donne che erano con noi». Marta disse: «Non li offrì a Maria perche la vide ridere».Sulla base di questa storia puramente immaginaria, la Chiesa decretò che i primi apostoli avevano affermato chiaramente che le donne non potevano diventare sacerdoti perchè non erano persone serie ! L' essenza di questa conversazione inventata fu quindi adottata come dottrina ecclesiastica ufficiale e d'allora in poi Maria Maddalena venne dichiarata una dissenziente incredula.Molto tempo prima, verso il 180 d.C., il vescovo Clemente di Alessandria aveva scritto più o meno l'esatto contrario. Quell'eminente Padre della Chiesa dichiarava: Gli uomini e le donne partecipano in uguale misura della perfezione e devono ricevere la stessa istruzione e la stessa disciplina. Giacche la parola "umanità" si applica nello stesso modo agli uomini e alle donne e per noi in Cristo non esiste maschio o femmina. A giustificazione delle sue parole, Clemente elencava varie donne che avevano occupato un posto importante nella storia passata, specialmente in termini di cultura accademica. Il suo punto di vista era largamente condiviso dalla società colta dell'epoca. Malgrado ciò, il papa decretò in seguito che Clemente era in errore e dichiarò con tonante autorità che «una donna non può diventare prete e che nostro Signore era un uomo».


La Signora del Lago

Nel 633 una misteriosa barchetta entrò nel porto di Boulogne-sur- Mer nella Francia settentrionale. Non c'era nessuno a bordo, a parte una statuetta della Madonna nera con bambino alta circa un metro e una copia dei Vangeli in siriaco. Qualunque fosse la sua provenienza, la piccola barca suscitò un grande subbuglio al suo arrivo. La strana Madonna, nota come Nostra Signora del Divino Sangue, diventò l'emblema della cattedrale di Notre-Dame a Boulogne e fu oggetto di grande venerazione finche non fu distrutta durante la Rivoluzione francese.
La Madonna nera di Boulogne rafforzò il legame fra Maria e il mare" nella mente popolare. L'emblema di "Maria del mare" , derivato dalle successive insegne di Boulogne, fu usato sui contrassegni dei pellegrini prima di Carlomagno e una versione dello stesso emblema arrivò fino in Scozia prima che i sigilli araldici divenissero comuni in Gran Bretagna. Nella Scozia dell'XI secolo, il porto di Leith a Edimburgo creò il proprio emblema ufficiale: una raffigurazione di "Maria del Mare" e del suo Bambino del Graal in una barca a vela protetta da una nuvola: un chiaro riferimento a Giacomo (Giuseppe di Arimatea), il capo dei pellegrini, che un tempo era stato la "Nuvola".
Per qualche motivo, molti studiosi di araldica hanno creduto bene d'ignorare l'importanza di questi emblemi femminili, esattamente come i compilatori degli alberi genealogici e degli annuari della nobiltà hanno colpevolmente tralasciato le discendenze femminili. Questo accadde in particolare durante l'epoca georgiana e vittoriana in Gran Bretagna e i volumi che ad essa si riferiscono sono la fonte di molte delle insoddisfacenti informazioni disponibili oggi.
Forse l' odierno avvento dell'Età dell' Acquario vedrà la fine storia dominata dai maschi, ma per il momento la maggioranza di tali opere viene pubblicata secondo il vecchio stile e la vecchia struttura. Tuttavia, non occorre cercare molto per scoprire che concetto di noblesse uterine (nobiltà ereditata da parte di madre) era accettato in tutto e per tutto durante i Secoli Bui e il primo Medioevo.
Si afferma generalmente che l'idea di araldica (avere uno stemma con le armi di famiglia) nacque nel XII secolo. Questo può essere vero per la Gran Bretagna, ma non furono i britannici a inventare l'idea, come gli araldisti di un tempo volevano farci credere.
Il Collegio degli Araldisti e il Collegio dei Blasoni, considerati le massime autorità sull'argomento, furono entrambi istituiti verso la fine del 1300 per controllare gli annuari dei blasonati. A quel tempo un cavaliere doveva portare uno scudo decorato per poter essere riconosciuto anche se vestito da capo a piedi in cotta di maglia e armatura. L'uso di bandiere e altri emblemi indicanti la famiglia o la regione era nato in epoca precedente nelle Fiandre e nella Francia Settentrionale. Malgrado ciò, pochi in Gran Bretagna hanno mai visto uno stemma anteriore al XII secolo, specie uno che non sia di origine feudale. L'emblema del porto di Leith è quindi unico per quanto riguarda la data e il legame femminile e non feudale. La vita di Maria Maddalena , il manoscritto riccamente miniato dall'arcivescovo Raban Maar, comprende 50 capitoli rilegati in sei volumi. Narra, fra le altre cose, che Maria, Marta e le loro compagne lasciarono […] le sponde dell' Asia e, favorite da un vento dell'est, attraversarono il mare [Mediterraneo] fra l'Europa e l'Africa, lasciando la città di Roma e tutta la terra d'Italia a destra [a nord]. Poi, cambiando felicemente rotta verso destra [il nord], giunsero alla città di Marsiglia nella provincia gallica di Vienne, dove il fiume Rodano raggiunge la costa. Lì - dopo aver fatto appello a Dio, il Grande Re di tutto il mondo - si separarono.
Le biblioteche di Parigi contengono vari manoscritti ancora più antichi di quello di Maar , alcuni dei quali testimoniano dello stesso periodo della vita di Maria. La sua missione in Provenza è specificamente menzionata in un inno del v secolo (ripubblicato negli atti chiamati Acta sanctorum , raccolti e proposti per la prima volta al grande pubblico nel XVII secolo dal gesuita Jean Bolland). Si dice che le compagne di Maria, Maria Salomè (Elena) e Maria Iacopa (la moglie di Cleofa) siano sepolte nella cripta de Les Saintes Maries nella Camargue, insieme alla loro ancella Sara. Molto prima che venisse costruita la chiesa del IX secolo, quella che sorgeva lì in origine si chiamava Sanctae Mariae de Ratis; accanto all'attuale navata centrale vi sono i resti di una scultura che rappresenta le Marie in mare.Il legame di Maria Maddalena con la Gallia è stato artisticamente descritto in due modi: rappresentativo e mistico. In alcuni casi ella viene mostrata en voyage verso Marsiglia, come nei resoconti documentati. L'esempio più importante di questo stile figurativo è forse quello esposto nella chiesa de Les Saintes Maries del IX secolo: un quadro di Henri de Guademaris. Ritrae l'arrivo delle Marie su una barca a largo della costa della Provenza e fu esposto al Salone di Parigi nel 1886. Un altro famoso dipinto dello stesso genere è Il viaggio in mare di Lukas Moser , che fa parte della pala d'altare laminata d' oro e d' argento (Der Magdalenltar) nella Katholisches Pfarramt St. Maria Magdalena a Tiefenbrohn nella Germania meridionale. Ella viene altrimenti raffigurata nell' atto di librarsi sopra la Terra per ricevere l'illuminazione divina (cosa che faceva ogni giorno secondo i racconti apocrifi), oppure mentre viene trasportata a ovest come nella Rivelazione. Un pregevole esempio di questo stile figurativo è Maria Maddalena portata dagli Angeli. Quest'opera di Giovanni Lanfranco, datata intorno al 1606, si trova nella Galleria nazionale di Capodimonte a Napoli e mostra la Maddalena nuda insieme a tre putti in volo sopra un paesaggio europeo deserto.I resti mortali di Marta giacciono sepolti a Tarascona, nella provincia francese di Vienne. Ordinanze di Luigi XI datate 1482 fanno riferimento a una visita del re merovingio Clodoveo a questa tomba verso la fine del v secolo. Le spoglie di Maria Maddalena furono sepolte nell'abbazia di San Massimino, a circa 50 chilometri da Marsiglia. Carlo II di Sicilia, conte di Provenza, dissotterrò il teschio e l'omero di Maria nel 1279 per esporli in teche d'oro e d'argento dove sono ancora oggi. Alcune altre ossa e ceneri di Maria furono poste in un'urna, ma vennero disperse da vandali durante la Rivoluzione francese. La "grotta della solitudine" di Maria si trova nelle vicinanze, a La Sainte Baume. Fu questa grotta che il Sire de Joinville visitò nel 1254 al suo ritorno dalla VII Crociata con re Luigi IX. Dopo scrisse: Arrivammo alla città di Aix en Provence per onorare la Beata Maddalena che giaceva a circa un giorno di viaggio. Ci recammo nel luogo chiamato Baume, su una roccia molto aspra e scoscesa, dove si diceva che la santa Maddalena avesse vissuto a lungo in un eremitaggio.. Tre secoli prima, Wuillermus Gerardus, marchese di Provenza, era andato in pellegrinaggio alla grotta. La chiesa scavata su in alto nella roccia a La Sainte Baume, con i suoi vari altari e la sua scultura di Maria Maddalena, è da molto tempo una famosa meta di pellegrinaggi.
Aix-en-Provence, dove Maria Maddalena morì nel 63 d.C., era l'antica città di Aquae Sextiae e prendeva il nome dalle sorgenti calde di Aix, già Acqs: alterazione medievale di un derivato dal latino aquae, talvolta aquense. In alcune tradizioni, Maria è ricordata come la Dompna del Aquae, "Signora delle Acque". Oppure, come abbiamo visto, può essere chiamata "Maria del Mare". Ma viene sempre associata all' acqua. Per gli gnostici (come in verità per i celti) le donne, che erano oggetto di venerazione religiosa, erano spesso associate con laghi, pozzi, fontane e sorgenti. La Gnosi (conoscenza) e la Saggezza venivano collegate con lo Spirito Santo femminile che «si muoveva sopra la faccia delle acque» (Genesi 1:2). Si riteneva che questo divino spirito della Sophia si fosse appunto incarnato in Maria Maddalena. Come è stato indicato in un precedente capitolo, i sacerdoti che somministravano il battesimo al tempo dei Vangeli venivano definiti "pescatori". Dal momento in cui Gesù fu ammesso al sacerdozio nell'Ordine di Melchisedec (Ebrei 5, e come abbiamo visto negli Atti), anch'egli venne designato al ruolo di "pescatore". La linea dinastica della Casa di Giuda fu così riconosciuta come una dinastia di re sacerdoti, o "re pescatori", come i suoi discendenti divennero giustamente noti nelle storie del Graal. Le linee di discendenza da Gesù e Maria, che emersero attraverso i re pescatori, conservarono lo Spirito materno di Aix per diventare poi la "famiglia delle acque": la Casa del Acqs. La famiglia occupava una posizione di rilievo in Aquitania: una regione con un nome che ha anch'esso le sue radici nelle aquae o acqs, come pure il toponimo di Dax, a ovest di Tolosa, deriva da Acqs. Qui, i rami merovingi della famiglia che discendevano da Gesù attraverso i re pescatori divennero conti di Tolosa e Narbona e principi di Septimania (il territorio fra la Francia e la Spagna). Un altro ramo della famiglia, imparentato per linea femminile, ricevette in eredità dalla Chiesa celtica Avallon e Viviana del Acqs venne riconosciuta come Regina Suprema ereditaria all'inizio del VI secolo. In Bretagna, i membri di un corrispondente ramo maschile della Casa provenzale del Acqs divennero i conti de Leon d' Acqs, discendenti dalla nipote di Viviana I, Morgana.
Dal XII secolo, quando Chretien de Troyes scrisse la storia di Ywain e la Signora della fontana , in cui «la Signora» corrisponde a la Dompna del Aquae , l' eredità di Acqs si è tramandata nella letteratura arturiana. Il retaggio, che rimase al centro del tema, era anche direttamente collegato alle "sacre acque" associate alla Genesi, a Sophia e alla Maddalena. Nel 1484, Sir Thomas Malory nella Morte d'Arthur modificò marginalmente il predicato, per mezzo dell'assimilazione fonetica, da del Acqs a du Lac , col risultato che, nella traduzione, Viviana II (Signora della Fontana e madre di Lancellotto del Acqs) divenne la Signora del Lago. Nei capitoli successivi, le varie linee di discendenza da Gesù e da suo fratello Giacomo andranno gradatamente sviluppandosi. Scopriremo anche perche i romanzi del ciclo di Artù e le tradizioni del Graal hanno prevalso malgrado le accuse di eresia tenacemente rivolte contro di essi dalla Chiesa. Tuttavia, è con il fratello di Gesù, Giacomo, che dovremmo iniziare: eccetto che in questo contesto egli è meglio conosciuto come Giuseppe di Arimatea.

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Tomás de Torquemada
30-12-02, 17:54
Introduzione Generale

Nel 300 dopo Cristo, Origene afferma che quattro sono i Vangeli della Chiesa, tutti gli altri sono eretici.

Comunemente l'aggettivo "apocrifo è considerato sinonimo di non autentico, erroneo, eretico. In realtà significa "segreto", "nascosto",da "apocriptos".

Nella terminologia religiosa indica libri segreti, rivelatori di verità occulte .

Di contro "canonico" viene dal greco "kanon" che significa asta, bastone, regolo per misurare e quindi norma.

In passato il termine di apocrifo veniva utilizzato per i testi gnostici che appunto si servivano di un linguaggio ermetico, ricco di simboli e di carattere esoterico.

Tali vangeli non hanno avuto fortuna nella maggioranza delle comunità popolari, per le loro caratteristiche elitarie. In realtà anche il Vangelo di Giovanni ha incontrato in molti ambienti considerevoli opposizioni per la sua impostazione di tipo gnostico.

Nel dicembe del 1945,due contadini scoprirono per caso,scavando nel cimitero di Nag Hammadi (Alto Egitto)
una giara che conteneva 13 codici.Ai primi decifratori si rivelarono cosi' 53 testi gnostici, sino allora sconosciuti,in traduzione copta.

La scoperta di Nag Hammadi ha avuto conseguenze sconvolgenti,che ancora si manifestano:non solo per quel che significava in se' il ritrovamento
di alcuni fra i testi religiosi piu' alti che conosciamo,ma perche' con essi riaffiorava una ricchissima testimonianza diretta della Gnosi,che ha costretto a mutare molte delle idee acquisite.

"Gnosticismo" deriva dal greco "gnosis" (conoscenza). La conoscenza dello gnostico è rivolta all'origine dell'uomo e del suo mondo ed è diretta alla salvezza di questo mondo.

"Colui che non ha conosciuto sé stesso, non ha conosciuto nulla" (vang. Tommaso).

La Gnosi è quindi una dottrina salvifica di redenzione individuale;

La Gnosi favoriva un sincretismo culturale e religioso tra popolazioni diverse; rappresentava in un certo senso un vasto movimento di riforma inteso a delineare una religione filosofica capace di conciliare fede e ragione.


Introduzione al Vangelo di Maria

Il codice papiraceo di Berlino, designato Pap. 8502, fu acquistato nel 1896 e la sua pubblicazione ebbe vita molto travagliata. Il papiro contiene quattro scritti gnostici: il presente Vangelo di Maria, l’Apocrifo di Giovanni, la Sofia di Gesù Cristo, gli Atti di Pietro. Il primo scritto è il più breve e il più danneggiato. Occupava le prime 18 pagine e termina col titolo il Vangelo di Maria alla p. 19, 5. ....Purtroppo il testo è incompleto: mancano le prime sei pagine e ancora, integralmente, le pagine 11-14: in tutto, dunque, mancano lo pagine di testo......Il luogo di provenienza del papiro è ignoto, tuttavia ci si mantiene entro un margine di sicurezza ipotizzando che provenga dalla regione di Nag Hammadi, come altri codici copti venuti alla luce prima del 1945 e dei quali si ignorava la provenienza. Approfonditi studi e recentissime esplorazioni archeologiche confortano quella che prima era una semplice supposizione....Ma chi è questa Maria? Tre persone camminavano sempre con il Signore: Maria, sua madre, e la sorella di lei, e la Maddalena, detta la sua compagna. Maria infatti (si chiamava) sua sorella, sua madre, e sua compagna ». E ancora: « La compagna deI Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli, e spesso la baciava sulla bocca. Gli altri discepoli, vedendolo con Maria, gli domandarono: “Perché l’ami più di noi tutti?”».Non vi è dubbio che il nostro sia il « Vangelo di Maria Maddalena ». Come in tutti gli scritti gnostici cristiani la Maddalena è l’esempio del perfetto gnostico e la maestra della dottrina gnostica. L’opera gnostica più sorprendente è, sotto questo aspetto, PS. Le donne che in quest’opera intervengono come interlocutrici di Gesù risorto sono: Maria, sua madre, Marta, Salome e Maria Maddalena, e la parte di gran lunga preponderante non solo tra le menzionate discepole, ma anche tra gli apostoli è di Maria Maddalena che — in maniera sempre importante — interviene per ben sessantasette volte. Di lei Gesù tesse le più ampie lodi, ed ella intercede persino per gli apostoli, specie quando non riescono a seguire le parole del Maestro e a esporre i motivi delle loro domande. Il fatto ha certamente un significato che, forse, va cercato in due direzioni: la prima è la presentazione di Maria nei Vangeli canonici.A quanto sembra, per il nostro scritto, Maria Maddalena è la donna dalla quale Gesù scacciò sette demoni, è la sorella di Marta, è la peccatrice anonima ed è menzionata più volte nei quattro Vangeli che trattano della passione e risurrezione; di lei è detto che le sono stati perdonati molti peccati, e che perciò ha amato molto.


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Jan van Scorel, Maria Maddalena (1530). Amsterfdam, Rijksmuseum - Immagine tratta dal sito http://www.abcgallery.com/

Una seconda linea direttrice va individuata nella concezione dei due sessi che — si è osservato— è innaturale, è segno di imperfezione, e quindi cesserà quando non ci saranno « né donna né uomo »: in qualche modo tale processo si era già compiuto nella Maddalena « il cui cuore è rivolto al Regno dei cieli più di tutti i tuoi fratelli »,e che ha già ricevuto una somiglianza con la vergine luce,come le dice Gesù; il suo « uomo luce è sempre desto, la sua mente sempre pronta e ricolma di « spirito luminoso .

In lei si era già realizzato il ciclo del ritorno, poiché con la sua precedente vita di peccato, dopo l’incontro con Gesù, divenne luminoso esempio di vita in questo i mondo che ebbe origine da una trasgressione », e quindi prototipo del vero gnostico e maestra di gnosi.

In presenza di ciò è difficile non pensare a una tacita o aperta contrapposizione delle comunità gnostiche nei confronti della Chiesa ufficiale circa la posizione della donna nell’ambito della comunità e del culto cristiano. È significativo come sia sempre Pietro — nel VangTom., in PS, e nel VangMar. — ad assumere un atteggiamento ostile alle donne, che immancabilmente il Cristo rimprovera. Leggiamo, ad esempio, che Maria Maddalena ha la mente sempre pronta ma « teme le minacce di Pietro, il quale ha in odio il nostro genere femminile. (PS, 72, 6), e ancora:

« le donne finiscano di domandare, affinché possiamo domandare anche noi! » (146, 1)...
Da quanto è giunto fino a noi possiamo così sintetizzare il VangMar.: Gesù risorto si intrattiene con gli apostoli, risponde alle loro domande e affida loro la missione di predicare il Vangelo. Mancano, sfortunatamente, sei pagine all’inizio; dal testo che abbiamo, le due domande degli apostoli e le risposte di Gesù vertono sulla sorte finale della natura, cioè della materia, e sul « peccato del mondo ». La materia non ha importanza alcuna per il mondo spirituale, viene dal nulla e si dissolverà nel nulla: ciò che non è mai esistito non avrà esistenza, ha avuto esistenza per essere nuovamente distrutto e sarà distrutto.
Alla seconda domanda sul peccato dei mondo, Gesù risponde che non esiste propriamente peccato del mondo, a eccezione di quello che commettono gli uomini con la riproduzione, presentata come unico peccato; e prosegue affermando che il Bene che qui designa lo stesso Salvatore, è venuto a separare nell’uomo il materiale dallo spirituale restituendo ogni natura alla sua radice, con la comunicazione della retta conoscenza, cioè della gnosi che permette la separazione del corpo materiale dalla luce e il ritorno dell’anima alla sua vera patria. Per questo, dopo la nascita è necessaria la morte (7, 21 sgg.). Dalla materia, infatti, si originò una passione che sconvolse tutto il corpo, ed è contro la natura. Quanti vennero in questo mondo sono gocce di luce, sono scintille che dal mondo di luce furono fatte scendere da Sofia nel mondo del Pantocrator, del caos, ove sono avvinte dalle catene dell’oblio: il Salvatore scese per liberare queste gocce, queste scintille, destarle dal sonno, additare la via della luce per risalire al Padre.
Il Cristo incoraggia gli apostoli, dà loro la pace, li mette in guardia contro gli inganni: « il Figlio dell’uomo » —cioè lo stesso Cristo — « è dentro di noi », devono cercarlo e seguirlo. Devono andare a predicare il Vangelo del Regno: non sono araldi di un legislatore, non hanno leggi; tutti possono riconoscere chi sono, donde vengono e dove sono diretti. Dopo che Gesù si è allontanato, entra in azione Maria tra gli apostoli scoraggiati.

La seconda parte inizia con l’intervento di Pietro presso Maria affinché ricordi agli apostoli le parole a lei dette dal Salvatore e ignorate dagli altri. Il Cristo le era apparso in visione e aveva risposto alle sue domande: purtroppo, si è conservata solo una di queste. L’uomo vede la visione attraverso l’anima o attraverso lo spirito? Abbiamo l’inizio della risposta: il Salvatore inizia asserendo che la visione non è percepita né attraverso l’anima né attraverso lo spirito, bensì con la mente.

Mancano le pagine Il, 12, 13, 14, e dopo questo sostanzioso vuoto incontriamo l’anima che conversa con una potenza. Da quanto segue deduciamo che l’anima si intrattiene successivamente con quattro potenze: il nostro testo inizia con la seconda. Pur nella condizione mutila nella quale ci è pervenuto, il testo è di particolare interesse in quanto descrive l’ascensione dell’anima purificata di ogni elemento materiale, l’anima nel suo viaggio di ritorno al Padre, alla sua origine. Da molti testi gnostici sappiamo che per salire al Regno della luce era necessario superare il cosiddetto « luogo di mezzo » infestato da un gran numero di esseri malvagi....Il brano centrale del VangMar. ha dunque un singolare interesse perché tratta un soggetto né marginale né facilmente comunicabile, la cui comprensione presuppone altri articoli non comuni, ma propri dello gnosticismo: ed è significativo che l’autore attribuisca lo scritto alla Maddalena considerata il tipo del perfetto gnostico, come è ugualmente da osservare la reazione piuttosto negativa degli apostoli, non ancora maturi.

Tratto da I Vangeli gnostici. Vangeli di Tommaso, Maria, Verità, Filippo,a cura di Luigi Moraldi - Adelphi, 1993.

Dal sito http://www.arthea.net/desktop.html

Tomás de Torquemada
21-10-07, 20:16
Maria Maddalena

Origine della figura biblica

Si identificano tre personaggi femminili che daranno luogo alla Maddalena: Maria di Magdala, da cui Cristo fa fuggire sette demoni, che lo segue fino sul Calvario e che si trova ad essere la prima testimone della sua resurrezione; Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro; la peccatrice anonima che presso il Fariseo Simone bagna delle sue lacrime i piedi di Cristo e li asciuga con i suoi capelli, li copre di baci, li unge con l’unguento. Gregorio Magno fuse definitivamente queste tre figure in una sola. Maria Maddalena fa la sua prima apparizione nel VII° secolo nei martirologi e nella liturgia con le prime citazioni delle sue reliquie nell’abbazia di Notre Dame di Chelles nella stessa epoca. Ma l’effettivo decollo del culto è legato al successo del santuario di Vezelay, dedicato alla Maddalena nel 1050 ma originariamente intitolato alla Vergine Maria, dove i monaci di Vezelay scoprivano di essere in possesso delle reliquie della santa giunta in Francia attraverso il leggendario sbarco di Marta e altri in Provenza, tanto più che altri santuari rivendicheranno lo stesso onore. Sede di pellegrinaggio Vezelay risplende nei secoli XI° e XII° prima di essere nel XIII° offuscato da un altro luogo desideroso di annettersi la santa: Saint Maximin La Saint Baume. Nel 1084 nell’ovest della Francia si ritrovano le prime donne che portano il nome di Maddalena. Nel 1105 Goffredo di Vendome compone in suo onore un sermone che riunisce la maggior parte dei dati disponibili sulla santa.


Fonti sulla vita

Tra le fonti scritte sulla vita di Maria Maddalena in Francia troviamo "La vita di Maria Maddalena", di Raban Maar (776-856), arcivescovo di Magonza (Mainz) e abate di Fuld. Una copia del manoscritto fu scoperta all'Università di Oxford all'inizio del 1400 e ispirò a William di Waynflete l'idea di fondare il Magdalen College nel 1448. "Sainte Marie Madelaine", del frate domenicano Père Lacordaire è un'opera particolarmente istruttiva, al pari de "La légende de Sainte Marie Madelaine" di Iacopo da Varazze, arcivescovo di Genova (n.1228).


Culti della Maddalena in Francia

Il culto più attivo della Maddalena s'insediò infine a Rennes-le-Chateau, nella regione della Linguadoca. Ma anche altrove in Francia, sorsero molti santuari dedicati alla santa, fra cui il luogo della sepoltura a Saint Maximin la Sainte Baume in Provenza dove i monaci dell'ordine di San Cassiano vegliarono sul suo sepolcro e tomba in alabastro dall'inizio del 400. Un'altra importante sede del culto della Maddalena fu Gellone, dove nacque l'Accademia di Studi Giudaici durante il IX° secolo. La chiesa a Rennes-le-Chateau fu consacrata a Maddalena nel 1059; nel 1096, l'anno della Prima Crociata, ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay. Fu qui che nel 1146 l'abate cistercense Bernardo di Chiaravallle invocò la Seconda Crociata al Re Luigi VII°, alla regina Eleonora, ai loro cavalieri e ad una congregazione di 100.000 persone. Nel redigere la Costituzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128 San Bernardo menzionò specificatamente il dovere di "obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta". E' quindi molto probabile che le grandi cattedrali di "Notre Dame" in Europa, tutte sorte per volere dei Cistercensi e dei Templari, fossero in realtà dedicate a Maria Maddalena.


Il viaggio raccontato nella Legenda Aurea

Il testo che fornisce una descrizione accurata del viaggio di Maddalena fino in Francia è la "Legenda Aurea" per opera di Iacopo da Varazze, uno dei primi libri stampati a Westminster da William Caxton nel 1483. Il libro è una raccolta di cronache ecclesiastiche che narrano dettagliatamente le vite di alcune figure di santi. Molto venerata, l'opera veniva letta in pubblico regolarmente (spesso tutti i giorni) nei monasteri e nelle chiese medievali dell'Europa continentale. Ma leggiamo insieme i brani [autentici dal testo] che raccontano la vita di Maria Maddalena: "Maria nacque da una famiglia nobilissima che discendeva dalla stirpe regale; il padre si chiamava Siro e la madre Eucaria. Insieme al fratello Lazzaro e alla sorella Marta possedeva Magdala, che si trova vicino a Genezareth, Betania, vicino a Gerusalemme e una gran parte di quest'ultima città. Quando i fratelli si divisero fra di loro tali beni, Maria ebbe in sorte Magadala, donde prende il nome di Maddalena, Lazzaro ebbe una parte di Gerusalemme e Marta Betania. Maddalena era dunque ricchissima, quanto ricca altrettanto bella e non rifiutava al proprio corpo alcun piacere tanto che era da tutti chiamata la peccatrice. Cristo in quel tempo stava predicando lì vicino, ed essa, per divina ispirazione, si recò nella casa di Simon lebbroso dove Cristo si era fermato; Ma non osando, la peccatrice, mostrarsi nel contesto dei giusti rimase in disparte; lavò, con le sue lacrime i piedi di Gesù, li asciugò con i capelli e accuratamente li unse con l'unguento prezioso. Pensava frattanto il fariseo Simeone: 'Come può permettere un profeta di essere toccato da una peccatrice?'. Ma il Signore ne riprovò l'orgogliosa giustizia rimettendo alla donna ogni peccato. Costei è infatti quella Maria Maddalena a cui il Signore accordò ogni favore ed ogni senso di benevolenza: scacciò dal suo corpo sette demoni, l'accolse nella sua amicizia, si degnò di essere suo ospite ed in ogni occasione le fu difensore".
Da un brano seguente: "quattordici anni dopo la passione del Signore, quando Stefano era stato già martirizzato e gli altri discepoli scacciati dalla Giudea, i seguaci di Cristo si separarono per le diverse regioni della Terra per diffondere la parola di Dio. Tra i settantadue discepoli c'era il beato Massimino a cui fu affidata da S.Pietro Maria Maddalena, Lazzaro, Marta, Marcella (la domestica di Marta) e il beato Celidoneo cieco dalla nascita e risanato da Cristo e molti altri cristiani furono posti dagli infedeli su di una nave e spinti in mare senza nocchiero perché vi perissero; ma per volere divino giunsero a Marsiglia dove non vi fu alcuno che li volesse ricevere nelle proprie case, cosicché dovettero ripararsi sotto il porticato di un tempio." Nel lungo brano successivo Maria Maddalena dopo aver visto entrare la gente del posto in un tempio per sacrificare agli idoli, iniziò a predicare la parola di Cristo. In tanti rimasero ammirati dalla sua eloquenza fino a quando arrivò il principe dei quella provincia insieme alla moglie ad implorare dagli dei la grazia di Dio. Qualche giorno dopo Maria Maddalena apparve in sogno alla moglie del principe e le disse: 'Voi possedete molte ricchezze ma lasciate che i santi di Dio muoiano di freddo e di fame'. Dopo il terzo sogno la donna decisamente impaurita decise assieme al marito di seguire il consiglio di Maria. Il principe ospitò i cristiani e dette loro il necessario per vivere. Un giorno il principe le chiese: 'Credi di poter difendere la fede che vai predicando?' E quella: 'Sono pronta a difendere la fede ogni giorno rafforzata dalla testimonianza dei miracoli e della predicazione di Pietro, vescovo di Roma'. Disse allora il principe assieme alla moglie: 'Ecco noi siamo pronti a prestar fede alle tue parole se ci impetrerai un figlio da Dio che adori'. Allora la beata Maria Maddalena pregò Iddio per loro e la sua preghiera fu ascoltata perché la donna si trovò ben presto incinta. Allora il principe decise di recarsi da Pietro per sapere da lui se era vero quanto Maddalena aveva detto di Cristo. Nel viaggio però la donna partorì per morire subito dopo nel bel mezzo di una tempesta. Il principe riuscì a terminare il viaggio e arrivò a Roma dove rimase due anni, istruito nella fede da San Pietro. Al ritorno via mare giunse vicino al colle dove aveva deposto il corpo della moglie e lasciato il figlio nato, che nel frattempo fu mantenuto in vita dalla Maddalena. E rivolgendosi a lei il principe le chiese il miracolo di restituire la vita alla moglie. La donna si svegliò e disse: "grandi sono i tuoi meriti beata e gloriosa Maria che mi hai aiutato nel parto e dopo, in ogni mia necessità". 'Poco dopo il principe salì sulla nave con la moglie e il figlio per approdare a Marsiglia. Appena arrivati trovarono la Maddalena che predicava con gli altri apostoli. A quel punto le si avvicinarono ai piedi in lacrime, le raccontarono l'accaduto e ricevettero il sacro battesimo. Abbatterono poi tutti i templi dedicati agli idoli situati a Marsiglia ed eressero chiese al signore e Lazzaro divenne vescovo di quelle città. Dopo poco la Maddalena e gli altri discepoli si recarono ad Aix in Provence dove con molti miracoli convertirono il popolo alla fede di Cristo e il beato Massimino fu ordinato vescovo. Frattanto la beata Maddalena, desiderosa di dedicarsi alla contemplazione delle cose celesti si recò nel deserto e vi rimase per trent'anni.' Verso la fine, Jacopo di Varagine racconta: 'Al tempo di Carlo Magno, nell'anno 745, Giravolo, Duca di Borgogna, non riuscendo ad avere figli, donava gran parte dei suoi averi ai poveri e costruiva chiese e monasteri. Quando ebbe costruito il monastero di Vezelay, l'abate di questo convento su richiesta del Duca, mandò un monaco con una scorta alla città di Aix en Provence, per vedere se poteva portare via i resti di Maria Maddalena. Quando giunse nella predetta città trovò che era stata distrutta dalle fondamenta dai pagani ma scoperse per caso un sepolcro su cui una lapide di marmo stava ad indicare che lì dentro vi era il corpo di Maria Maddalena. Quando scese la notte il monaco ruppe la lapide e prese le ossa.'


http://z.about.com/d/atheism/1/0/-/e/MagdaleneSkullDore.jpg
Gustave Doré, Pentimento della Maddalena - Immagine tratta dal sito http://atheism.about.com/

Jacopo da Varazze scrisse la 'Legenda Aurea' basandosi principalmente sui testi della 'Storia Ecclesiastica', della 'Storia Tripartita', 'La vita dei Santi Padri', 'I dialoghi di San Gregorio' e dei vangeli apocrifi. Va evidenziato inoltre che Jacopo copiò testualmente dalle fonti diversi brani come ne è esempio la storia di santa Paola. Numerose le incongruenze cronologiche, storiche e geografiche. Nel caso della storia su Maria Maddalena è evidente che si tratti semplicemente di una parabola nella quale il cristianesimo vince su ogni avversità ed ostacolo e riesce a portare pace, giustizia e fratellanza in terre lontane. (La Francia) Dal punto di vista tecnico la perplessità emerge da un viaggio così lungo, dalla Palestina alla Francia, su una barca affollata di gente che per affrontare una distanza così lunga nel Mar Atlantico sarebbe dovuta essere grande, di ottimi materiali, quindi resistente e con un ottimo timoniere. La 'Legenda Aurea', scritta dal 1255 al 1266, sarà divulgata attraverso i secoli e dalla quale diversi pittori prenderanno spunto per dipingere episodi del viaggio della Santa e di cui venne probabilmente a conoscenza anche Leonardo.


La tradizione gnostica

I testi che sostengono il legame tra Gesù e Maddalena si basano sul Vangelo Apocrifo di Filippo, ritrovato nel 1947 a Qumran. Maria Maddalena sarebbe morta nel 63 d.C, all'età di 60 anni, in quella che oggi è St. Maximin La Baume, in Provenza, nella Francia meridionale. Maria non era semplicemente un nome ma un titolo di distinzione, essendo una variazione di Miriam (il nome della sorella di Mosè e Aronne). Le Miriam (Marie) partecipavano a un ministero formale all'interno di ordini spirituali. Mentre i "Mosè" guidavano gli uomini nelle cerimonie liturgiche, le "Miriam" facevano altrettanto con le donne. Il suo non sarebbe stato un matrimonio qualunque e fu soggetta a lunghi periodi di separazione dal marito: periodi durante il quale non veniva considerata una moglie, ma una "sorella" (in senso religioso). Nella società le sorelle avevano lo stesso rango loro assegnato nella comunità ed erano considerate vedove (donne menomate), un gradino sotto quello di "almah". Così un almah (vergine) si sposava e saliva al rango di madre, ma durante i periodi di separazione coniugale veniva retrocessa a un rango inferiore a quello originario di donna nubile. Il padre di Maddalena era il capo dei sacerdoti (subordinato al sommo sacerdote) Siro il "Giairo". Il sacerdote Giairo officiava nella grande sinagoga marmorea a Cafarnao e la sua carica era ereditaria, riservata esclusivamente ai discendenti di Giair (Numeri 32:41). Nel Nuovo Testamento Maddalena viene menzionata per la prima volta quando i Vangeli raccontano la storia della sua resurrezione come figlia di Giairo nel 17 d.C. Essere "resuscitata" (simbolicamente dalle tenebre eterne) si riferiva alla promozione ad un rango più elevato all'interno della "Via". Per Maddalena si trattava di una iniziazione spirituale: se le prime "resurrezioni" per i ragazzi avvenivano all'età di 12 anni per le ragazze avveniva a 14. Maria Maddalena, ritratta in tutti i Vangeli come una leale compagna preferita da Gesù, lo sposerebbe dunque all'età di 27 anni (nel 30 d.C), e rimarrebbe incinta nel dicembre del 32 d.C. L'anno seguente avrebbe dato alla luce Tamar e nel 37 d.C sarebbe nato Gesù il Giovane. Nel 44 d.C, quando aveva 41 anni, avrebbe partorito il suo secondogenito Giuseppe. A quel tempo Maddalena era a Marsiglia, in Francia. Il suo esilio venne raccontato da Giovanni, nella "Rivelazione" (12:1-17), in cui descrive Maria e suo figlio e narra della sua persecuzione, della sua fuga e della caccia al resto del suo seme (i suoi discendenti) condotta senza tregua dai Romani. Oltre a Maria Maddalena, fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C, c'erano Marta e la sua serva Marcella. C'erano anche l'apostolo Filippo, Maria Iacopa (moglie di Cleofa) e Maria Salomè (Elena). Il luogo dove sbarcarono in Provenza era Ratis, divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer


Conclusioni

In nessun passo dei Vangeli è scritto che Maddalena fosse una 'prostituta', tutt'altro: dalle varie vite sulla santa scritte nei primi secoli dopo Cristo, sembra che Maddalena nacque in una famiglia importante, e suo padre Siro il 'Giairo' era il sacerdote che officiava nella grande sinagoga a Cafarnao. Nata nel 3 d.C, sulla base di interpretazioni dei vangeli apocrifi sui quali non sono comunque riportate notizie scritte riguardo il matrimonio, si sposerebbe con Gesù a 27 anni, nel 30 d.C. Nel 33 d.C nascerebbe (in base alla lettura di fonti apocrife) la figlia Tamar, nel 37 Gesù il Giovane. Entrambi non seguirono la madre nel viaggio che Maddalena avrebbe affrontato nel 44 d.C, per sfuggire alla persecuzione dei Romani, in cui ci sarebbero stati anche Marta, Marcella, l'apostolo Filippo, Maria sposa di Cleofa, la madre di Maria Vergine e zia di Gesù, Maria Salomè (Elena), madre degli apostoli Giacomo il Maggiore e Giovanni, la loro domestica, Sara l'Egiziaca, Lazzaro il resuscitato, Massimino e Sidonio, il cieco guarito. Il gruppo fu abbandonato in mare su una barca senza vela e senza remi, nonché senza viveri. Sara però non era riuscita a salire sull'imbarcazione e si disperava, quando Maria Salomé gettò in acqua il suo mantello che come una zattera la portò fino alla barca. Fu il primo miracolo di quella protezione divina che permise alla comitiva di arrivare sulla spiaggia che oggi domina Les Saintes Maries de la Mer. Dopo aver costruito un oratorio di preghiera dedicato a Maria Vergine i discepoli di Cristo si sarebbero separati: Marta evangelizzò Tarascona, Lazzaro predicò a Marsiglia, Massimino e Sidonio continuarono la missione ad Aix en Provence, Maddalena avrebbe continuato la sua penitenza nella grotta di St.Baume, Maria di Cleofa e Maria Salomé, con Sara l'Egiziaca, rimasero sul posto. Di queste ultime tre donne nel 1148 sarebbero stati ritrovati i resti nella chiesa di Les Saintes Maries de la Mer. Dal XVI° secolo si svilupperà inoltre il pellegrinaggio in onore di Sara da parte di comunità gitane provenienti dai Balcani. Il luogo dove sbarcarono in Provenza sarebbe Ratis, dove in quel periodo si venerava il dio egizio Ra, (Antico dio egiziano protettore della città di Eliopoli, personificazione del Sole fulgente. Nella concezione teologica più tarda è immaginato come dio primordiale, unico creatore di ogni cosa), divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer. Il culto più attivo della Maddalena s'insediò a Rennes le Chateau, nella regione della Linguadoca, dove la chiesa a suo nome fu consacrata nel 1059 e nel 1096. Lo stesso luogo di sepoltura della donna non sarebbe nei dintorni di Rennes le Chateau ma, credendo alla ‘Legenda Aurea’, basata su scritti dei primi secoli dopo Cristo, a Vezelay, in Borgogna, a sud di Auxerre, probabilmente nella Basilica di Santa Maria Maddalena. In base a tradizioni locali francesi le reliquie della santa attualmente si troverebbero a Saint Maximin mentre quelle di Sara e delle Marie a Le Saintes Maries de la Mer. (Vedi fotografie) Gesù non avrebbe mai raggiunto Maria Maddalena in Francia per continuare a spostarsi in Medio Oriente fino alla sua morte per diffondere e instaurare un nuovo ordine. Su Giuseppe, il presunto figlio di Cristo nato in Francia, non si hanno documenti e cronache storico-religiose del tempo per poter confermare la sua esistenza. Come consuetudine medievale, gli avvenimenti storici nel tempo venivano plasmati nelle leggende, in tradizioni locali, in testi letterari, quelli che diffonderanno il ciclo del Graal, forma simbolica e allusiva per tramandare la presenza di Cristo nella storia.

http://digilander.libero.it/laquestedugraal/Maddalena.htm

Dal sito http://digilander.libero.it/

miroslav
09-12-07, 03:30
LA CHIESA CATTOLICA,QUALI MISTERI NASCONDE?
Ecco che riesce a far passare un brano blasfemo del libro di L.Gardner
che l'ha copiato dalla demenziale e blasfema B.Thiering,per Vangeli Apocrifi.
LEGGETE I TRE BRANI SONO UGUALI.
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MARIA MADDALENA-DI BARBARA THIERING
(DAL SUO LIBRO:L'UOMO GESU'-LONDRA 1992)
Maria Maddalena sarebbe morta nel 63 d.C, all'età di 60 anni, in quella che oggi è St.Baume, nella Francia meridionale. Maria non era semplicemente un nome ma un titolo di distinzione, essendo una variazione di Miriam (il nome della sorella di Mosè e Aronne). Le Miriam (Marie) partecipano a un ministero formale all'interno di ordini degli esseni. Mentre i "Mosè" guidavano gli uomini nelle cerimonie liturgiche, le "Miriam" facevano altrettanto con le donne. Maria Maddalena viene dapprima descritta nel Nuovo Testamento come una donna "dalla quale erano usciti sette demoni" (Luca 8:2) e più avanti lo stesso Vangelo dice che era una peccatrice. Ma, oltre a ciò. Viene ritratta in tutti i Vangeli come una leale compagna preferita da Gesù. Prima del matrimonio, le marie erano soggette all'autorità del capo degli Scribi, che al tempo di Maddalena, era Giuda Sicariota. Il capo degli Scribi era anche il demone sacerdote "Numero 7", e i sette "Sacerdoti Demoni" costituivano un gruppo formale di opposizione ai sacerdoti che rappresentavano le "sette luci della Menorah". Questi sacerdoti avevano il compito di sorvegliare le donne nubili della Comunità essena di Qumram . Dopo il matrimonio Maddalena non fu più sottoposta a tale sorveglianza. Quindi "i sette demoni uscirono da lei" e le fu consentito di avere rapporti sessuali secondo le regole della Comunità essena. Come accennato, il suo non era un matrimonio qualunque e Maria fu soggetta a lunghi periodi di separazione dal marito: periodi durante il quale non veniva considerata una moglie, ma una "sorella" (in senso religioso). Nella Comunità essena le sorelle avevano lo stesso rango loro assegnato nella Comunità essena ed erano considerate vedove (donne menomate), un gradino sotto quello di "almah". Così un almah (vergine) si sposava e saliva al rango di madre, ma durante i periodi di separazione coniugale veniva retrocessa a un rango inferiore a quello originario di donna nubile. Il padre di Maddalena era il capo dei sacerdoti (subordinato al sommo sacerdote) Siro il "Giairo". Il sacerdote Giairo officiava nella grande sinagoga marmorea a Cafarnao e la sua carica era ereditaria, riservata esclusivamente ai discendenti di Giair (Numeri 32:41). Nel Nuovo Testamento Maddalena viene menzionata per la prima volta quando i Vangeli raccontano la storia della sua resurrezione come figlia di Giairo nel 17 d.C. Essere "resuscitata" (simbolicamente dalle tenebre eterne) si riferiva alla promozione ad un rango più elevato all'interno della "Via". Per Maddalena si trattava di una iniziazione spirituale: se le prime "resurrezioni" per i ragazzi avvenivano all'età di 12 anni per le ragazze avveniva a 14. Maria Maddalena sposò dunque Gesù all'età di 27 anni (nel 30 d.C), rimase incinta nel dicembre del 32 d.C e l'anno seguente diede alla luce Tamar. Nel 37 d.C diede al luce Gesù il Giovane e nel 44 d.C, quando aveva 41 anni, nacque il suo secondogenito Giuseppe. A quel tempo Maddalena era a Marsiglia, in Francia. Il suo esilio venne raccontato da Giovanni, nella "Rivelazione" (12:1-17), in cui descrive Maria e suo figlio e narra della sua persecuzione, della sua fuga e della caccia al resto del suo seme (i suoi discendenti) condotta senza tregua dai Romani. Oltre a Maria Maddalena, fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C, c'erano Marta e la sua serva Marcella. C'erano anche l'apostolo Filippo, Maria Iacopa (moglie di Cleofa) e Maria Salomè (Elena). Il luogo dove sbarcarono in Provenza era Ratis, divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer.


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CAPITOLO IX-DEL LIBRO:LA LINEA DI SANGUE DEL SANTO GRAAL-DI LAURENCE GARDNER-1996-GB
MARIA MADDALENA
Maria Maddalena sarebbe morta nel 63 d.C, all'età di 60 anni, in quella che oggi è St.Baume, nella Francia meridionale. Maria non era semplicemente un nome ma un titolo di distinzione, essendo una variazione di Miriam (il nome della sorella di Mosè e Aronne). Le Miriam (Marie) partecipano a un ministero formale all'interno di ordini spirituali. Mentre i "Mosè" guidavano gli uomini nelle cerimonie liturgiche, le "Miriam" facevano altrettanto con le donne. Maria Maddalena viene dapprima descritta nel Nuovo Testamento come una donna "dalla quale erano usciti sette demoni" (Luca 8:2) e più avanti lo stesso Vangelo dice che era una peccatrice. Ma, oltre a ciò. Viene ritratta in tutti i Vangeli come una leale compagna preferita da Gesù. Prima del matrimonio, le marie erano soggette all'autorità del capo degli Scribi, che al tempo di Maddalena, era Giuda Sicariota. Il capo degli Scribi era anche il demone sacerdote "Numero 7", e i sette "Sacerdoti Demoni" costituivano un gruppo formale di opposizione ai sacerdoti che rappresentavano le "sette luci della Menorah". Questi sacerdoti avevano il compito di sorvegliare le donne nubili della Comunità. Dopo il matrimonio Maddalena non fu più sottoposta a tale sorveglianza. Quindi "i sette demoni uscirono da lei" e le fu consentito di avere rapporti sessuali secondo le regole spiegate prima. Come accennato, il suo non era un matrimonio qualunque e Maria fu soggetta a lunghi periodi di separazione dal marito: periodi durante il quale non veniva considerata una moglie, ma una "sorella" (in senso religioso). Nella società le sorelle avevano lo stesso rango loro assegnato nella comunità ed erano considerate vedove (donne menomate), un gradino sotto quello di "almah". Così un almah (vergine) si sposava e saliva al rango di madre, ma durante i periodi di separazione coniugale veniva retrocessa a un rango inferiore a quello originario di donna nubile. Il padre di Maddalena era il capo dei sacerdoti (subordinato al sommo sacerdote) Siro il "Giairo". Il sacerdote Giairo officiava nella grande sinagoga marmorea a Cafarnao e la sua carica era ereditaria, riservata esclusivamente ai discendenti di Giair (Numeri 32:41). Nel Nuovo Testamento Maddalena viene menzionata per la prima volta quando i Vangeli raccontano la storia della sua resurrezione come figlia di Giairo nel 17 d.C. Essere "resuscitata" (simbolicamente dalle tenebre eterne) si riferiva alla promozione ad un rango più elevato all'interno della "Via". Per Maddalena si trattava di una iniziazione spirituale: se le prime "resurrezioni" per i ragazzi avvenivano all'età di 12 anni per le ragazze avveniva a 14. Maria Maddalena sposò dunque Gesù all'età di 27 anni (nel 30 d.C), rimase incinta nel dicembre del 32 d.C e l'anno seguente diede alla luce Tamar. Nel 37 d.C diede al luce Gesù il Giovane e nel 44 d.C, quando aveva 41 anni, nacque il suo secondogenito Giuseppe. A quel tempo Maddalena era a Marsiglia, in Francia. Il suo esilio venne raccontato da Giovanni, nella "Rivelazione" (12:1-17), in cui descrive Maria e suo figlio e narra della sua persecuzione, della sua fuga e della caccia al resto del suo seme (i suoi discendenti) condotta senza tregua dai Romani. Oltre a Maria Maddalena, fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C, c'erano Marta e la sua serva Marcella. C'erano anche l'apostolo Filippo, Maria Iacopa (moglie di Cleofa) e Maria Salomè (Elena). Il luogo dove sbarcarono in Provenza era Ratis, divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer. Tra le fonti scritte sulla vita di Maria Maddalena in Francia troviamo "La vita di Maria Maddalena", di Raban Maar (776-856), arcivescovo di Magonza (Mainz) e abate di Fuld. Una copia del manoscritto fu scoperta all'Università di Oxford all'inizio del 1400 e ispirò a William di Waynflete l'idea di fondare il Magdalen College nel 1448. "Sainte Marie Madelaine", del frate domenicano Père Lacordaire è un'opera particolarmente istruttiva, al pari de "La légende de Sainte Marie Madelaine" di Iacopo da Varazze, arcivescovo di Genova (n.1228). Il culto più attivo della Maddalena s'insediò infine a Rennes-le-Chateau, nella regione della Linguadoca. Ma anche altrove, in Francia, sorsero molti santuari dedicati a S.te Marie de Madelaine, fra cui il luogo della sepoltura a Saint Maximin-la-Sainte Baume, dove i monaci dell'ordine di San Cassiano vegliarono sul suo sepolcro e tomba in alabastro dall'inizio del 400. Un'altra importante sede del culto della Maddalena fu Gellone, dove l'Accademia di Studi Giudaici fiorì durante il IX° secolo. La chiesa a Rennes-le-Chateau fu consacrata a Maddalena nel 1059 e nel 1096, l'anno della Prima Crociata, ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay. Fu qui che nel 1146 l'abate cistercense Bernardo di Chiaravallle predicò la Seconda Crociata al re Luigi VII°, alla regina Eleonora, ai loro cavalieri e ad una congregazione di 100.000 persone. Nel redigere la Costituzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128, san Bernardo menzionò specificatamente il dovere di "obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta". E' quindi molto probabile che le grandi cattedrali di "Notre Dame" in Europa, tutte sorte per volere dei Cistercensi e dei Templari, fossero in realtà dedicate a Maria Maddalena
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CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA-LA MADDALENA(SS)


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Collezione Antonio Frau------SANTA MARIA MADDALENA-DAI VANGELI APOCRIFI

Qui è riportata la teoria sulla vita di Maria Maddalena. Ma il condizionale è d'obbligo. Tutti i testi che sostengono il legame tra Gesù e Maddalena si basano sul Vangelo Apocrifo [non autentico] di Filippo, ritrovato nel 1947 a Qumran, e non riconosciuto dalla Chiesa di Roma. Maria Maddalena sarebbe morta nel 63 d.C, all'età di 60 anni, in quella che oggi è St.Baume, nella Francia meridionale. Maria non era semplicemente un nome ma un titolo di distinzione, essendo una variazione di Miriam (il nome della sorella di Mosè e Aronne). Le Miriam (Marie) partecipano a un ministero formale all'interno di ordini spirituali. Mentre i "Mosè" guidavano gli uomini nelle cerimonie liturgiche, le "Miriam" facevano altrettanto con le donne. Maria Maddalena viene dapprima descritta nel Nuovo Testamento come una donna "dalla quale erano usciti sette demoni" (Luca 8:2) e più avanti lo stesso Vangelo dice che era una peccatrice. Ma, oltre a ciò. Viene ritratta in tutti i Vangeli come una leale compagna preferita da Gesù. Prima del matrimonio, le marie erano soggette all'autorità del capo degli Scribi, che al tempo di Maddalena, era Giuda Sicariota. Il capo degli Scribi era anche il demone sacerdote "Numero 7", e i sette "Sacerdoti Demoni" costituivano un gruppo formale di opposizione ai sacerdoti che rappresentavano le "sette luci della Menorah". Questi sacerdoti avevano il compito di sorvegliare le donne nubili della Comunità. Dopo il matrimonio Maddalena non fu più sottoposta a tale sorveglianza. Quindi "i sette demoni uscirono da lei" e le fu consentito di avere rapporti sessuali secondo le regole spiegate prima. Come accennato, il suo non era un matrimonio qualunque e Maria fu soggetta a lunghi periodi di separazione dal marito: periodi durante il quale non veniva considerata una moglie, ma una "sorella" (in senso religioso). Nella società le sorelle avevano lo stesso rango loro assegnato nella comunità ed erano considerate vedove (donne menomate), un gradino sotto quello di "almah". Così un almah (vergine) si sposava e saliva al rango di madre, ma durante i periodi di separazione coniugale veniva retrocessa a un rango inferiore a quello originario di donna nubile. Il padre di Maddalena era il capo dei sacerdoti (subordinato al sommo sacerdote) Siro il "Giairo". Il sacerdote Giairo officiava nella grande sinagoga marmorea a Cafarnao e la sua carica era ereditaria, riservata esclusivamente ai discendenti di Giair (Numeri 32:41). Nel Nuovo Testamento Maddalena viene menzionata per la prima volta quando i Vangeli raccontano la storia della sua resurrezione come figlia di Giairo nel 17 d.C. Essere "resuscitata" (simbolicamente dalle tenebre eterne) si riferiva alla promozione ad un rango più elevato all'interno della "Via". Per Maddalena si trattava di una iniziazione spirituale: se le prime "resurrezioni" per i ragazzi avvenivano all'età di 12 anni per le ragazze avveniva a 14. Maria Maddalena sposò dunque Gesù all'età di 27 anni (nel 30 d.C), rimase incinta nel dicembre del 32 d.C e l'anno seguente diede alla luce Tamar. Nel 37 d.C diede al luce Gesù il Giovane e nel 44 d.C, quando aveva 41 anni, nacque il suo secondogenito Giuseppe. A quel tempo Maddalena era a Marsiglia, in Francia. Il suo esilio venne raccontato da Giovanni, nella "Rivelazione" (12:1-17), in cui descrive Maria e suo figlio e narra della sua persecuzione, della sua fuga e della caccia al resto del suo seme (i suoi discendenti) condotta senza tregua dai Romani. Oltre a Maria Maddalena, fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C, c'erano Marta e la sua serva Marcella. C'erano anche l'apostolo Filippo, Maria Iacopa (moglie di Cleofa) e Maria Salomè (Elena). Il luogo dove sbarcarono in Provenza era Ratis, divenuto poi noto come Les Saintes Maries de la Mer. Tra le fonti scritte sulla vita di Maria Maddalena in Francia troviamo "La vita di Maria Maddalena", di Raban Maar (776-856), arcivescovo di Magonza (Mainz) e abate di Fuld. Una copia del manoscritto fu scoperta all'Università di Oxford all'inizio del 1400 e ispirò a William di Waynflete l'idea di fondare il Magdalen College nel 1448. "Sainte Marie Madelaine", del frate domenicano Père Lacordaire è un'opera particolarmente istruttiva, al pari de "La légende de Sainte Marie Madelaine" di Iacopo da Varazze, arcivescovo di Genova (n.1228). Il culto più attivo della Maddalena s'insediò infine a Rennes-le-Chateau, nella regione della Linguadoca. Ma anche altrove, in Francia, sorsero molti santuari dedicati a S.te Marie de Madelaine, fra cui il luogo della sepoltura a Saint Maximin-la-Sainte Baume, dove i monaci dell'ordine di San Cassiano vegliarono sul suo sepolcro e tomba in alabastro dall'inizio del 400. Un'altra importante sede del culto della Maddalena fu Gellone, dove l'Accademia di Studi Giudaici fiorì durante il IX° secolo. La chiesa a Rennes-le-Chateau fu consacrata a Maddalena nel 1059 e nel 1096, l'anno della Prima Crociata, ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay. Fu qui che nel 1146 l'abate cistercense Bernardo di Chiaravallle predicò la Seconda Crociata al re Luigi VII°, alla regina Eleonora, ai loro cavalieri e ad una congregazione di 100.000 persone. Nel redigere la Costituzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128, san Bernardo menzionò specificatamente il dovere di "obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta". E' quindi molto probabile che le grandi cattedrali di "Notre Dame" in Europa, tutte sorte per volere dei Cistercensi e dei Templari, fossero in realtà dedicate a Maria Maddalena. Collezione Antonio Frau






COME POTETE NOTARE LA CHIESA CATTOLICA RIESCE A DIVULGARE ROMANZI BLASFEMI FACENDOLI PASSARE PER VANGELI APOCRIFI.
PIU' ESATTAMENTE,UN BRANO ERTICO-BLASFEMO DI L.GARDNER,(CHE HA COPIATO DALLA THIERING),VIENE MESSO COME RACCONTO DI VANGELO APOCRIFO.LA CHIESA CATTOLICA CREDE NELLE BESTEMMIE DEL CODICE DA VINCI.


http://www.santamariamaddalena.net/schedabiografica/vangeliapocrifi.html

miroslav
09-12-07, 03:34
MARIA MADDALENA-LA VERITA'.

Storia di Maria Maddalena

Tratto da Diva e donna n.21, diretto da Silvana Giacobini - Cairo Editore, pp.62-66 30 maggio 2006
Meretrice pentita e redenta, seguace di Gesù e poi Santa secondo la tradizione cristiana e recentemente, secondo le controverse teorie di Dan Brown che tanto clamore hanno provocato in ambito cristiano e tra le gerarchie ecclesiastiche, sposa di Cristo col quale avrebbe generato una figlia (Sarah) di Sang Real - sangue reale in lingua francese, vero significato di "Sacro Graal" - e infine capostipite della stirpe dei Merovingi: chi era in realtà Maria Maddalena?
I Vangeli ne parlano in maniera sfuggente. Purtroppo una buona dose di confusione su di lei e sul suo vero ruolo pare sia stata introdotta non dalla Chiesa delle origini ma bensì più tardi, quando, intorno al 590 d.C., Papa Gregorio Magno dichiarò: "Crediamo che questa donna che Luca chiama peccatrice e che Giovanni chiama Maria, sia quella Maria dalla quale - afferma Marco - furono cacciati sette demoni". Si trattava di un'ipotesi personale, non di una certezza, la quale offriva alla Chiesa una forte motivazione per esaltare il gesto di una donna che, resasi conto del proprio peccato, ottenne dal misericordioso figlio di Dio il perdono.
Quanto contenuto nei Vangeli rinvenuti nel I secolo e narrato separatamente da Luca, Marco, Matteo e Giovanni, menziona la Maddalena come pia seguace di Gesù, dal quale era stata liberata da sette demoni; la ripropone sul Calvario e alla sepoltura, testimone della sparizione del corpo fisico di Gesù e privilegiata dall'incontro del Risorto, il quale le affida il compito dell'annuncio del Suo ritorno ai discepoli. Gli evangelisti la citano come facente parte del gruppo di donne che seguiva il Maestro; ma i ruoli che le sono stati attribuiti dalla tradizione successiva sarebbero in realtà riconducibili a due o tre donne diverse, in un'epoca e in un contesto geografico nel quale molte donne portavano il nome di Maria (come la stessa madre di Gesù) e venivano distinte tramite la menzione della provenienza o della parentela. Nel suo caso si tratta di Maria della città di Magdala. A posteriori sbrigativamente identificata con una meretrice probabilmente anche a causa del fatto che era stata liberata da sette demoni, non sarebbe nemmeno stata protagonista dei due episodi evangelici di unzione dei piedi del Signore: il primo compiuto dalla vera meretrice, che ottiene la remissione dei peccati bagnandoli con le proprie lacrime, ungendoli di olio profumato e poi asciugandoli coi lunghi capelli; il secondo invece compiuto da Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro.
Dopo aver recato l'annuncio "Ho visto il Signore", Maria di Magdala svanisce dal quarto Vangelo e dal Nuovo Testamento.
Secondo gli studiosi non vi fu mai, nei primi secoli, l'intenzione di screditare la figura della Maddalena e della sua santità; anche la tardiva ipotesi di accostamento alla meretrice compiuta da Papa Gregorio Magno serviva più che altro ad esaltare lo stato di grazia derivato dal pentimento che le consentì il privilegio di essere la prima testimone alla Resurrezione.
Si deve all'insigne umanista e filosofo francese Jacques Lefèvres d'Étaples (meglio conosciuto come Faber Stapulensis, circa 1450-1536), uomo dal temperamento profondamente religioso, il primo organico tentativo di rimettere in discussione il problema dell'identità di Maddalena, di Maria di Betania e della peccatrice come figure distinte, innescando la polemica tra studiosi nota come "questione delle tre Marie".
La "leggenda" dello sbarco nella Francia meridionale della Maddalena e di altre due Marie, episodio che avrebbe dato il nome al piccolo villaggio provenzale Les Saintes Maries de la Mer, cominciò invece a circolare nel IX secolo. Per motivi più prosaici che spirituali, i benedettini dell'Abbazia di Vézelay in Borgona iniziarono ad asserire di custodire il corpo della Santa, allo scopo di ravvivarne il culto e di promuovere così i pellegrinaggi. Nel 1265-67 i monaci nella basilica ormai ribattezzata col nome della Santa organizzarono l'ostensione e la traslazione dei presunti resti della Maddalena, facendo fiorire tutta una letteratura agiografica relativa alla Maddalena e al lancio del suo culto religioso in Francia e in Italia. Ma di lei come sposa di Gesù nessun accenno venne mai fatto se non dalla fine dell'ottocento.
Approfittando della recentissima uscita del volume curato da Mariano Tomatis Dietro il Codice Da Vinci - Antologia critica nella collana "I quaderni del Cicap" n.7, abbiamo intervistato Andrea Nicolotti, il quale nel libro ha trattato la figura della Maddalena in maniera esaustiva. Andrea Nicolotti, laureato in letteratura cristiana antica e dottore di ricerca in storia, è anche curatore del sito www.christianismus.it (http://www.christianismus.it/).
Professor Nicolotti, oltre ai vari svarioni storici compiuti da Dan Brown, pare che, come da lei indicato, il rapporto tra Gesù e la Maddalena ricavato dal Vangelo di Filippo sia in realtà poco conciliabile con la sua autentica dottrina.
"La lettura di qualche isolato passo, estrapolato dal contesto, non permette al lettore di farsi un'idea adeguata delle caratteristiche di quel testo. Si tratta di un'antologia di passi tratti da sermoni, catechesi, o scritti dei seguaci di Valentino, uno gnostico nato in Egitto attorno all'anno 100 d.C. Una prima stesura del testo avvenne probabilmente in Siria, tra il II ed il III secolo, in greco; ma del Vangelo di Filippo ci rimane solo una traduzione in copto che risale al IV secolo. Lo gnosticismo di Valentino si caratterizzava tra l'altro per un infinito disprezzo del mondo creato, elemento che generalmente si esplicitava in un'assoluta condanna della fisicità e nel rifiuto della riproduzione e della sessualità, intesa come impurità. Il Gesù del Vangelo di Filippo non è un Gesù più "umano" di quello dei quattro Vangeli della tradizione, come Brown sembra ritenere: è invece un uomo apparente, un essere fondamentalmente spirituale. Non è certamente una figura che desideri sposarsi e dare origine ad una discendenza di carne "
La frase riferita alla Maddalena "Cristo l'amava più di tutti gli altri discepoli e soleva baciarla spesso sulla bocca", contenuta in quelli che Teabing - il personaggio che nel romanzo impersona lo storico che conosce tutti i retroscena del sacro Graal e delle sue origini - designa come "Rotoli di Nag Hammadi" (in realtà codici in pelle a forma di libro, non papiri arrotolati), ritrovati intorno al 1945 - non sarebbe leggibile, così come non si parlerebbe mai di una "moglie" di Gesù.
"La pagina del manoscritto in cui si dice che Gesù baciava la Maddalena è in parte illeggibile; secondo alcuni studiosi avrebbe potuto esserci scritto "baciare sulla bocca", secondo altri qualcos'altro ("sulla guancia" o "sulla fronte", ad esempio). In ogni caso, il bacio sulla bocca in quel contesto culturale non era un segno di amore carnale, ma un bacio rituale e spirituale che gli Gnostici si scambiavano tra loro. È per questo che in altri testi affini Gesù e la Maddalena baciano gli altri apostoli, indifferentemente. Secondo l'autore del romanzo, poi, il fatto che la Maddalena sia detta "compagna" di Gesù significa, "come ogni esperto di aramaico potrà spiegare", che ne era la moglie. Ma Brown non sa che l'aramaico c'entra col copto ed il greco come l'italiano col cinese, e che il termine koinonos va preferibilmente tradotto "compagna, amica, socia, compartecipe". Per indicare la moglie, il Vangelo di Filippo usa una parola diversa (shime)".
La tesi secondo cui Sacro Graal sarebbe in realtà il Sang Real, nel libro viene rafforzata dall'ipotesi che la stirpe reale avrebbe un'origine non solo paterna - cioè Gesù Cristo della stirpe di Davide discendente di Salomone, re dei giudei - ma anche materna, in quanto Maria Maddalena proveniva dalla Casa di Beniamino. Cosa può dirci in proposito?
"La provenienza dalla Casa di Beniamino è completamente inventata, e non compare in nessuna fonte antica, né canonica né apocrifa"
Un'ultima domanda: la Maddalena non sarebbe mai giunta in Provenza, e la tradizione più antica la collocherebbe in tutt'altri luoghi, negli ultimi anni della sua vita.
"Prima del secolo X non vi è traccia alcuna di qualche luogo di culto in occidente dedicato alla Maddalena. La tradizione più antica riteneva che il corpo della santa fosse stato conservato prima a Efeso, poi a Costantinopoli; proprio a Efeso, si credeva, la Maddalena aveva terminato la sua esistenza terrena, vivendo accanto a Maria e a Giovanni.
Per quanto riguarda le successive leggende nate sulla figura della Maddalena chiediamo lumi a Mario Arturo Iannaccone, studioso di Nuovi Movimenti Religiosi e mitologie moderne, autore di numerosi testi tra i quali la partecipazione al già citato quaderno del Cicap.
Dottor Iannaccone, lei sta lavorando ad un libro dedicato alla figura moderna di Maria Maddalena. Conterrà qualcosa di utile per comprendere il successo del Codice da Vinci?
"Ne sono certo. Ho studiato il femminismo neopagano, detto anche "spiritualità della dea", di cui il Codice è una specie di manifesto e la Maddalena una specie di figura-chiave. Il libro s'intitolerà Maria Maddalena e la dea dell'ombra e uscirà a breve".
Quando nasce questa idea della Maddalena sposa di Gesù?
"In pratica, nasce nella "controcultura" parigina di fine Ottocento formata da artisti contestatori, spesso impegnati nell'occultismo, che volevano scuotere le convenzioni. Per esempio, nel 1888 fu rappresentata a Parigi l'opera L'amante du Christ scritta da Darzens e l'amante era naturalmente la Maddalena".
Perché la Maddalena?
"E' una figura chiave. La più vicina a Gesù. Dunque, "aggiustare" lo status della Maddalena significava, per riflesso, "aggiustare" anche la figura di Gesù. Nel 1896 fu pubblicato il Vangelo di Maria (Maddalena), un apocrifo importante che rafforzò il femminismo. Nei quadri, nei romanzi, la Maddalena divenne una femme fatale. Lawrence, autore de L'amante di Lady Chatterley, scrisse un racconto sulla Maddalena e Gesù intitolato Il risorto, pieno di doppi sensi."
Brown paragona la coppa del Graal al grembo della Maddalena. Possibile che questo paragone non sia mai affiorato prima?
"No, è idea moderna con una precisa origine Fu elaborata dalla più celebre società magica dei primi del Novecento, l'Alba Dorata, che aveva sedi a Parigi e Londra. Ben frequentata, molto chic, le sue dottrine s'ispiravano alla gnosi. Sosteneva che ogni aspetto maschile andava bilanciato con uno femminile, il "femminino sacro". Gli adepti inventarono meditazioni collegando la femminità al Graal dove appare un'Iside che dice "Io sono la coppa del Graal, io porto il sangue regale"."
E gli studiosi del cristianesimo antico, i biblisti, che ruolo hanno avuto?
"Sono arrivati molto dopo. L'interesse è montato quando è iniziata la caccia all'apocrifo più clamoroso, una caccia che ha costruito carriere importanti. Arrivò il Sessantotto, i Jesus Freaks, Jesus Christ Superstar. E nel 1970 due libri: Gesù era sposato? di Phipps, che coinvolgeva la Maddalena. E Il mortale segreto dei templari dell'occultista Ambelain per il quale la sposa di Gesù non era la Maddalena ma Salomé. E il matrimonio era conosciuto dai Templari. Ovviamente. Ambelain e Phipps ispirarono 25 anni fa Il Santo Graal di Baigent e soci…
…gli ispiratori di Brown. Che conclusione possiamo trarre dell'immagine della Maddalena presentata nel Codice?
"La presunta Maddalena dell'Ultima Cena è in realtà Giovanni. Lei guardi il Giovanni della Deposizione di Raffaello: sembra una donna.. Direi che bisogna guardare al Codice non come ad un libro di "rivelazioni" ma come ad un fenomeno di costume. C'è però un punto che non è ancora stato notato: l'ossessione per una figura "che è uomo ma potrebbe essere donna" riflette l'interesse per l'androgino che è tipico della "spiritualità della dea". E non è un caso: il Codice infatti è un libro di propaganda della "spiritualità della dea".

© Loredana Pennati

miroslav
09-12-07, 03:46
IL VANGELO GNOSTICO DI FILPPO TROVATO A NAGHMADI-1945.


Da un ebreo viene un ebreo, ed è detto proselito, ma da un proselito non viene un proselito. Certuni esistono e da essi vengono altri uguali a se stessi, mentre altri hanno solo l'esistenza. Lo schiavo aspira soltanto a essere libero, non cerca i beni dei suo padrone. Il figlio non è soltanto un figlio, ma aspira all'eredità del padre.
Quelli che ereditano dai morti sono essi stessi morti ed ereditano ciò che è morto. Quelli che ereditano da colui che è vivo sono essi stessi vivi e sono eredi di ciò che è vivo e di ciò che è morto. Quelli che sono morti non ereditano nulla: come può ereditare un morto? Se colui che è morto eredita ciò che è vivo non morirà; colui che è morto vivrà ancora più a lungo.
Un pagano non muore: colui che non ha mai vissuto non può morire. Colui che ha creduto alla verità ha trovato la vita: costui corre il pericolo di morire, poiché egli vive.
Quando eravamo ebrei eravamo orfani; avevamo soltanto la madre; ma allorché siamo divenuti cristiani abbiamo avuto padre e madre.
Dopo che è venuto il Cristo, il mondo è creato, le città sono ornate, il morto allontanato.
Quelli che seminano d'inverno raccolgono d'estate: l'inverno è il mondo, l'estate è l'altro eone. Seminiamo in questo mondo per potere raccogliere nell'estate. Perciò conviene che non preghiamo durante l'inverno: dopo l'inverno vi è l'estate. Colui che raccoglierà d'inverno in realtà non raccoglierà, ma soltanto strapperà: in questo genere di cose non vi è altro modo di ottenere il raccolto.
Non soltanto adesso non porterà alcun frutto, non soltanto non uscirà, ma anche nel sabato il suo campo sarà infruttuoso.
Il Cristo è venuto per liberare alcuni, per riscattare altri, per salvare gli altri. Ha liberato coloro che erano stranieri, e li ha fatti propri. Ha separato i suoi e li ha costituiti come pegno nella sua volontà.
Non soltanto, allorché si manifestò, egli depose quando volle la sua anima, ma depose la sua anima fin da quando il mondo esiste. Quando volle, venne anzitutto a liberarla, poiché era trattenuta in ostaggio. Si trovava in mano ai briganti, era tenuta prigioniera, ma egli la riscattò e, nel mondo, ha redento i buoni e i cattivi.
Luce e tenebre, vita e morte, destra e sinistra, sono tra loro fratelli. Non è possibile separarli. Perciò né i buoni sono buoni, né i cattivi sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Per questo ognuno si dissolverà nel suo stato originale. Ma coloro che sono al dì sopra del mondo sono indissolvibili ed eterni.
I nomi dati alle cose terrestri racchiudono una grande illusione: infatti distolgono il cuore da ciò che è consistente per volgerlo a ciò che non è consistente. Così, chi ode "Dio" non afferra ciò che è consistente, ma afferra ciò che non è consistente. Allo stesso modo è con "il Padre", "il Figlio", e "lo Spirito Santo", con "la vita" e "la luce", e "la risurrezione", con "la Chiesa" e con tutte le altre cose, non si afferra ciò che è consistente, ma ciò che non è consistente, a meno che si sia arrivati a conoscere ciò che è consistente.
I nomi che si odono sono nel mondo per indurre in inganno; se fossero nell'eone non sarebbero mai stati usati come nomi nel mondo, né sarebbero stati posti tra le cose terrestri. Essi hanno fine nell'eone.
Solo uno è il nome non pronunciato nel mondo: il nome dato dal Padre al Figlio, il nome al di sopra di ogni cosa, il nome del Padre. Infatti, il Figlio non sarebbe diventato Padre se non si fosse rivestito del nome del Padre. Quelli che hanno questo nome lo conoscono, ma non lo pronunciano. Quelli, invece, che non lo hanno non lo conoscono.
Ma la verità addusse nel mondo dei nomi, poiché è impossibile insegnarla senza nomi. La verità è una unità, ma è anche molteplicità per noi, affinché impariamo tale unità attraverso la molteplicità.
Gli arconti vollero ingannare l'uomo, a motivo della sua parentela con quelli che sono veramente buoni. Presero il nome di coloro che sono buoni e lo attribuirono a coloro che non sono buoni, per poterlo ingannare mediante i nomi e poterlo vincolare a quanti non sono buoni. In seguito, se essi fanno loro un favore, gli arconti li allontanano da quelli che non sono buoni e li collocano tra i buoni, che essi conoscono. Essi, infatti, vogliono eliminare chi è libero e farne un loro schiavo per sempre.
Vi sono forze che lottano contro l'uomo, perché non vogliono che egli sia salvato, sì che esse possano [...]; poiché se l'uomo è salvato non avranno più luogo i sacrifici[...], e non saranno più offerti animali alle forze. Coloro che [...] animali sono coloro che li offrono a quelle. Essi, invero, li offrivano viventi, ma dopo averli offerti morivano. L'uomo, invece, fu offerto morto a Dio, ma egli visse.
Prima della venuta di Cristo, nel mondo non c'era pane. Come nel paradiso, il luogo dove era Adamo, vi erano molte piante per il cibo degli animali, ma non vi era il frumento per il cibo dell'uomo; l'uomo si cibava come gli animali. Ma quando venne Cristo, l'uomo perfetto, portò il pane dal cielo, affinché l'uomo si cibasse con il cibo dell'uomo.
Gli arconti pensavano che quanto facevano fosse dovuto alla loro potenza e alla loro volontà; ma era lo Spirito che, per mezzo loro, operava segretamente ogni cosa secondo il suo desiderio.
La verità esiste fin dall'inizio, ed è seminata ovunque: molti vedono che è seminata, ma pochi sono coloro che la vedono raccolta.
C'è chi dice: "Maria ha concepito per opera dello Spirito Santo". Sbagliano. Non sanno quello che affermano. Quando mai una donna ha concepito per opera di una donna? Maria è la vergine che non fu mai contaminata da alcuna forza. Essa è una grande maledizione per gli ebrei, cioè per gli apostoli e per gli apostolici. Questa vergine non contaminata da alcuna forza [...] le forze hanno contaminato se stesse.
E il Signore non avrebbe detto: "Il Padre mio che è nei cieli" se non avesse avuto un altro padre. Egli avrebbe detto semplicemente: "Mio Padre".
Il Signore disse ai discepoli: "Portate fuori da ogni casa. Portate dentro la casa del Padre. Ma non rubate, non prendete nulla nella casa del Padre".
"Gesù" è un nome nascosto. "Cristo" è un nome manifesto. Per questo "Gesù" non si trova in nessuna lingua, ma il suo nome è Gesù, come viene pronunciato. Il suo nome è anche "Cristo": in siriaco è Messia, in greco, invece, è Cristo. Ovunque, tutti gli altri l'hanno secondo la loro lingua. "Il Nazareno" è colui che rivela ciò che è nascosto.
Il Cristo ha in se stesso ogni cosa: sia l'uomo, sia l'angelo, sia il mistero, e il Padre.
Coloro che affermano: "Il Signore è morto e poiè risuscitato", sbagliano. Egli, infatti, prima risorse e poi morì. Chi non ottiene prima la risurrezione, costui morirà. Poiché Dio vive, costui sarà già morto.
Nessuno nasconde in un vaso grande un oggetto grande e prezioso, ma spesso valori incalcolabili sono posti in un vaso di poco conto. Così è dell'anima: è una cosa preziosa posta in un corpo spregevole.
Alcuni temono di risuscitare nudi, perciò desiderano risuscitare nella carne. Costoro non sanno che proprio quanti portano la carne sono nudi; mentre quelli che si apprestano a spogliarsi non sono nudi.
"La carne e il sangue non possono ereditare il Regno di Dio". Qual è quella che non può ereditare? Quella di cui ci siamo rivestiti. E qual è quella che erediterà? E quella del Cristo e il suo sangue. Perciò egli disse: "Colui che non mangia la mia carne e beve il mio sangue non avrà in sé la vita". Che cosa significa? La sua carne è il Logos, e il suo sangue è lo Spirito Santo. Colui che ha ricevuto questo ha cibo, bevanda, e vestito.
Io biasimo gli altri che dicono: "Non risusciterà!". Allora sbagliano ambedue. Tu dici: "La carne non risusciterà!". Ma, dimmi, che cosa risusciterà, affinché possiamo onorarti? Tu dici: "Lo Spirito è nella carne, e anche questa luce è nella carne". Anche il Logos è nella carne, poiché qualunque cosa tu menzioni, non menzioni nulla fuori della carne. Bisogna risorgere in questa carne, giacché tutto esiste in essa.
In questo mondo coloro che indossano vestiti sono migliori dei (loro) vestiti. Nel Regno dei cieli i vestiti sono migliori di coloro che li indossano. Acqua e fuoco purificano ogni luogo.
Il visibile per meno del visibile, il nascosto per mezzo del nascosto: vi sono cose nascoste da ciò che è visibile. C'è acqua nell'acqua, c'è fuoco nell'unzione.
Gesù dissimulò segretamente ogni cosa. Egli, infatti, non si manifestò qual era (realmente), ma si manifestò come lo si poteva vedere. Così si manifestò a tutti. Si manifestò grande ai grandi. Si manifestò piccolo ai piccoli. Si manifestò agli angeli come un angelo, e agli uomini come un uomo. Perciò il suo Logos si è nascosto a tutti. Alcuni lo videro, credendo di vedere se stessi. Ma quando, sul monte, egli apparve nella gloria ai suoi discepoli non era piccolo; era grande, ma rese grandi i suoi discepoli affinché lo potessero vedere nella sua grandezza.
In quel giorno, rendendo grazie, disse: " Tu che hai congiunto la luce perfetta con lo Spirito Santo, congiungi con noi gli angeli, (con noi che siamo loro) "immagini".
Non disprezzate l'agnello, poiché senza di esso non è possibile vedere il re. Nessuno - se è nudo - può avanzare verso il re.
I figli dell'uomo celeste sono più numerosi di quelli dell'uomo terrestre. Se sono numerosi i figli di Adamo, quantunque muoiano, tanto più i figli dell'uomo perfetto che non muoiono, ma sono continuamente rigenerati.
Il padre fa un figlio, ma il figlio non può fare un figlio: poiché colui che fu generato non ha il potere di generare; un figlio può acquisire dei fratelli, non dei figli.
Tutti coloro the sono generati nel mondo sono generati in modo naturale; ma gli altri dallo Spirito.
Coloro che sono generati da lui gridano di quaggiù vaso l'uomo (perfetto), poiché sono nutriti dalla promessa del luogo celeste.
…dalla bocca, poiché se il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti, concepisce e genera per meno di un bacio. E per questo che noi ci baciamo l'un l'altro. Noi siamo fecondi dalla grazia che è in ognuno di noi.
Tre persone camminavano sempre con il Signore: Maria, sua madre, la sorella di lei, e la Maddalena, detta la sua compagna. Maria infatti si chiamava sua sorella, sua madre, e sua compagna.
"Padre" e "Figlio" sono nomi semplici. "Spirito Santo" è un nome doppio. Essi, infatti, sono ovunque: sono in alto e sono in basso, sono nell'invisibile e sono nel manifesto. Lo Spirito Santo è nel manifesto, è quaggiù; è nell'invisibile, è in alto.
I santi sono serviti da forze malvagie: queste, infatti, sono accecate dallo Spirito Santo affinché credano di servire uomini, mentre sono all'opera per i santi. Per questo, allorché un discepolo pose un giorno una domanda al Signore riguardo a questo mondo, egli rispose: "Domanda a tua madre e lei ti darà qualcosa che appartiene a un altro".
Gli apostoli dissero ai discepoli: " Ogni nostro sacrificio possa meritare il suo sale! ". Essi chiamavano " sale " Sofia: senza di essa nessun sacrificio è gradito.
Ma Sofia è una donna sterile, senza figlio; e per questo motivo è chiamata " traccia di sale ". Ma ovunque essi saranno sarà (anche) lo Spirito Santo, e i figli di lei sono molti.
Quanto appartiene al padre appartiene anche al figlio; però, fintanto che il figlio è giovane, (il padre) non gli affida quanto è suo. Ma quando è diventato uomo, il padre gli dà tutto ciò che gli appartiene.
Quelli che sbagliano sono generati dallo spirito; e seguitano a sbagliare anche a causa dello spirito. Per questo, per mezzo dello stesso spirito si accende e si spegne il fuoco.
Una cosa è Achamot e altra cosa è Echmot. Achamot è semplicemente la Sofia; mentre Echmot è la Sofia di morte; (ed è) questa Sofia di morte che conosce la morte, ed è chiamata la piccola Sofia.
Vi sono animali che sottostanno all'uomo, come il bue, l'asino e altri di questo genere; vi sono pure animali che non sottostanno all'uomo, e vivono solitari nei deserti. L'uomo lavora i campi con gli animali che gli sono sottomessi; e con questo egli nutre se stesso e gli animali, sia con quelli che gli sono sottomessi sia con quelli che non gli sono sottomessi.
Allo stesso modo, l'uomo perfetto lavora con le forze che gli sono sottomesse, e sostiene tutto a mantenersi efficiente. E in questo modo, infatti, che si consolida tutto il luogo, sia i buoni sia i cattivi, quelli della destra e quelli della sinistra. Lo Spirito Santo li fa pascolare e governa tutte le forze, quelle che gli sono sottomesse, quelle che non gli sono sottomesse, e le solitarie. Poiché egli le unisce e le consolida affinché non...
Colui che è stato creato è bello e tu troveresti che i suoi figli sono una creatura nobile; se non fosse stato creato, ma generato, tu troveresti che la sua discendenza è nobile. Ma ecco che (non solo) fu creato (ma anche) generato. Quanta nobiltà è questa!
Prima venne l'adultero e poi l'omicida; fu generato nell'adulterio: era, infatti, figlio del serpente. Perciò divenne omicida come suo padre, e uccise suo fratello. Ogni unione che si origina da cose dissimili è adultera.
Dio è un tintore. Come i colori buoni, quelli che diciamo autentici, muoiono con le materie da essi tinte, così è pure della materia tinta da Dio. Ma poiché i suoi colori sono immortali, essi (i colorati) diventano immortali grazie ai suoi colori. Ora Dio immerge coloro che immerge nell'acqua.
E' impossibile che uno veda qualcosa delle realtà essenziali, se non è diventato come quelle. L'uomo, davanti alla verità, non si trova come di fronte al mondo:
vede il sole pur non essendo sole, vede il cielo, la Terra e ogni altra cosa pur non essendo nulla di tutto questo. Ma (se) tu hai visto qualcosa di quel luogo, tu sei diventato quello (che hai visto). Tu hai visto lo Spirito, e tu sei diventato Spirito; tu hai visto il Cristo, e tu sei diventato Cristo; tu hai visto il Padre, e tu diventerai Padre.
Così in questo luogo vedi ogni cosa, ma non vedi te stesso; ma in quel luogo tu vedrai te stesso e diventerai quello che tu vedi.
La fede riceve, l'amore dà. Nessuno può ricevere senza la fede. Nessuno può dare senza l'amore. Per questo, appunto, crediamo, per ricevere veramente; è così che possiamo amare e dare, giacché se uno non dà per amore, non trae profitto da ciò che dà.
Colui che non ha ancora ricevuto il Signore è tuttora un ebreo.
Prima di noi, agli inizi, gli apostoli (lo) chiamavano così: " Gesù, il Nazoreo, Messia " e cioè " Gesù, il Nazoreo, il Cristo ". L'ultimo nome è " Cristo "; il primo è "Gesù"; quello di mezzo è "Nazareno". "Messia"ha due significati: "Cristo" e " il limitato ". In ebraico, "Gesù" significa "redenzione"; "Nazara" la " verità ": il Nazareno, dunque, è (quello della) "la verità". Il Cristo è stato limitato: "il Nazareno" e "Gesù" lo hanno limitato.
Una perla gettata nel fango non perde valore, né cosparsa di balsamo è più preziosa: per il proprietario ha sempre lo stesso valore. Così è pure dei figli di Dio: ovunque si trovano, mantengono sempre il loro valore presso il Padre.
Se dici: " Sono ebreo ", nessuno si commuove; se dici: " Sono romano ", nessuno trema; se dici: " Sono greco, barbaro, schiavo, libero ", nessuno si agita. Se dici: "Sono cristiano", trema il mondo. Riceva io questo segno che gli arconti non possono sopportare, allorché odono il suo nome.
Dio è un mangiatore di uomini; per questo l'uomo gli è immolato. Prima che gli si immolasse l'uomo, gli si immolavano animali, giacché coloro ai quali si sacrificava non erano dèi.
Vasi di vetro e vasi d'argilla sono fabbricati col fuoco. Ma se si spezzano, i vasi di vetro sono rimodellati, perché furono prodotti mediante un soffio; se invece si spezzano i vasi d'argilla, vanno distrutti, perché furono fabbricati senza il soffio.
Girando attorno a una mola un asino fece cento miglia; quando fu sciolto, si trovò ancora allo stesso posto. Certi uomini camminano molto, ma non arrivano mai da nessuna parte; quando per loro giunge la sera non vedono né città né villaggio ne creazione né natura né forza né angelo. Miserabili, hanno sofferto invano.
L'eucarestia è Gesù, poiché in siriaco egli è detto Pharisata, cioè "Colui che è disteso": Gesù, infatti, venne per crocifiggere il mondo.
Il Signore entrò nella tintoria di Levi, prese settantadue colori, li gettò nel calderone e li ritrasse tutti bianchi e disse: " Il Figlio dell'uomo è giunto invero come un tintore".
La Sofia, chiamata "sterile", è la madre degli angeli; la compagna del Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli, e spesso la baciava sulla bocca. Gli altri discepoli, vedendolo con Maria, gli domandarono: " Perché l'ami più di noi tutti?". II Salvatore rispose e disse loro: "Com'è ch'io non vi amo quanto lei?".
Se si trovano in mezzo alle tenebre un cieco e uno che vede, non si distinguono l'uno dall'altro. Ma quando viene Ia luce, colui che vede vedrà la luce, mentre colui che è cieco rimarrà nelle tenebre.
Il Signore ha detto: " Beato colui che è prima di divenire. Poiché colui che è, è stato e sarà".
La superiorità dell'uomo non appare agli occhi, ma è nascosta alla vista. Per questo egli è signore degli animali, che sono più forti e grandi di lui sia per ciò che appare sia per ciò che è nascosto, e provvede al loro sostentamento; ma se l'uomo se ne separa, essi si uccidono e si mordono l'un l'altro: si divorano l'uno con l'altro perché non trovano cibo. Adesso, però, hanno trovato cibo perché l'uomo ha lavorato la terra.
Se uno scende nell'acqua, e ne risale senza avere ricevuto nulla, e dice: "Io sono cristiano": costui si prende a prestito il Nome. Ma se riceve lo Spirito Santo, costui ha il Nome come un dono. A colui che ha ricevuto un dono non lo si domanda indietro; ma a colui che l'ha preso a prestito lo si chiede indietro. Così accade a colui che sperimenta un mistero.
Grande è il mistero del matrimonio! Senza di esso non ci sarebbe il mondo, giacché gli uomini sono consolidamento del mondo, e il matrimonio è il consolidamento degli uomini. Comprendete la comunione immacolata, poiché è dotata di una grande forza. La sua immagine è nella contaminazione del corpo.
Vi sono spiriti impuri maschili e spiriti impuri femminili: i maschili si associano alle anime che hanno preso domicilio in corpi di femmine, e i femminili sono associati a quelle dei corpi degli uomini, a motivo di colui che disobbedì; e non sfugge loro alcuno, poiché essi lo trattengono, a meno che uno riceva una forza maschile e una forza femminile e cioè quella del fidanzato e della fidanzata. Questo, poi, si riceve, in immagine, nella camera nuziale.
Quando donne sciocche vedono un uomo che se ne sta tutto solo, lo assalgono, folleggiano e lo contaminano. Allo stesso modo, quando uomini sciocchi vedono una bella donna tutta sola, la persuadono e le usano violenza perché vogliono contaminarla. Ma se vedono un uomo e una donna insieme, le donne non possono avvicinarsi all'uomo, e gli uomini non possono avvicinarsi alla donna. La stessa cosa avviene quando l'immagine e l'angelo si uniscono: nessuno osa andare verso l'uomo o verso la donna.
Colui che esce dal mondo non può più essere trattenuto, poiché è stato nel mondo. È chiaro che egli è al di sopra del desiderio [...], e della paura; è padrone della natura; è al di sopra della gelosia. Ma se viene il maligno, lo afferra e lo soffoca, come potrà fuggire le grandi forze che stringono? Come potrà nascondersi a esse?
Spesso certuni vengono a dire: "Siamo fedeli!" per sfuggire agli spiriti impuri e ai demoni, Se, infatti, avessero lo Spirito Santo, nessuno spirito impuro si accosterebbe loro.
Non avere paura della carne, e non amarla. Se tu ne hai paura, essa ti dominerà. Se tu l'ami, essa ti divorerà e ti inghiottirà.
E ciò avverrà in questo mondo o nella risurrezione o nei luoghi di mezzo. Non capiti ch'io sia trovato in essi!
In questo mondo c'è del buono e del cattivo: il suo buono non è buono, e il suo cattivo non è cattivo. Ma, dopo questo mondo, c'è qualcosa di veramente cattivo, ed è il luogo di mezzo. Esso è la morte.
Fin che siamo in questo mondo conviene che acquistiamo la risurrezione affinché, quando ci spogliamo della carne, ci troviamo nel riposo, non abbiamo da andare nel luogo di mezzo: sono molti, infatti, coloro che sbagliano lungo il cammino.
Conviene risalire da questo mondo prima che l'uomo pecchi.
Alcuni né vogliono né possono peccare. Altri, invece, anche se lo vogliono (peccare) non sono migliori perché non lo fanno, poiché questa volontà fa di loro dei peccatori. Ma anche se qualcuno non vuole peccare la giustizia si nasconderà a tutti e due, al non volere e al non fare.
Un apostolico vide in una visione alcuni chiusi in una casa in fiamme e avvinti a catene, che giacevano in preda al fuoco. C'era però dell'acqua in mezzo a loro, ma inutilmente. Egli disse loro: " Perché non possono essere salvati? ". Egli rispose: " Non lo vogliono. Ricevettero questo luogo come punizione, (luogo) che è denominato "tenebra esteriore, stridore di denti".
L'anima e lo spirito sono nati dall'acqua, dal fuoco. Dall'acqua, dal fuoco e dalla luce nacque il figlio della camera nuziale. Il fuoco è l'unzione, la luce è il fuoco. Parlo non di questo fuoco che non ha forma, ma di quell'altro che ha la forma bianca della bella luce e dà la bellezza.
La verità non è venuta nuda in questo mondo, ma in simboli e immagini. Non la si può afferrare in altro modo.
Vi è una rigenerazione, e un'immagine di (questa) rigenerazione. Bisogna veramente rinascere per mezzo dell'immagine. Che cos'è la risurrezione? L'immagine deve risorgere per mezzo dell'immagine. Lo sposo e l'immagine penetrano nella verità per meno dell'immagine. Questa è l'apocatastasi.
Non solo è bene che quanti non hanno il nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo lo ottengano, ma che l'ottengano per se stessi. Se qualcuno non li ha ottenuti per se stesso, sarà privato anche del nome. Ma egli li riceve con l'unzione aromatica della forza della croce; (forza) che gli apostoli chiamano "la destra" e "la sinistra". Costui, infatti, non è più un cristiano, ma un Cristo.
Il Signore ha operato tutto in un mistero: battesimo, unzione, eucarestia, redenzione, camera nuziale.
Il Signore ha detto: "Sono venuto per rendere le cose di quaggiù simili alle cose di lassù, e le cose esterne simili alle cose interne. Sono venuto per unirle in quel luogo". Egli si è manifestato in questo luogo per mezzo di simboli e di immagini.
Egli si è manifestato in questo luogo per mezzo di simboli e di immagini.
Coloro che affermano: " C'è un uomo celeste e uno al di sopra diluì ", sbagliano. Poiché colui che si è manifestato in cielo è l'uomo celeste, ed è chiamato: " Colui che è quaggiù ". Colui al quale appartengono le cose nascoste è al di sopra di lui. È dunque bene dire così: " L'interno e l'esterno, e l'esterno dell'esterno ". Perciò il Signore chiamò la corruzione " tenebre esteriori ", sebbene non abbia alcun esterno.
Egli ha detto: " Il Padre mio che è nel segreto". Ha detto: " Entra nella tua camera, chiudi la porta dietro di te e prega tuo Padre che è nel segreto ", che si trova cioè all'interno di tutti loro. Ma ciò che è all'interno di tutti loro è il Pleroma. Oltre quello, non c'è alcuno che sia all'interno di lui. Ed egli è colui del quale fu detto che è al di sopra dì loro.
Prima del Cristo erano usciti molti; donde erano usciti non potevano più ritornare, e donde erano entrati non potevano più uscire. Poi venne il Cristo: fece uscire quelli che erano entrati, e fece rientrare quelli che erano usciti.
Nei giorni in cui Eva si trovava in Adamo, la morte non c'era; la morte sopravvenne allorché Eva fu separata da lui. Se rientra in lui, e se egli la prende in sé, la morte non ci sarà più.
"Mio Dio, mio Dio, perché, Signore, mi hai abbandonato? ". Sulla croce egli disse queste parole, perché là egli fu diviso. Chiunque fu generato da colui che distrugge non proviene da Dio.
Il Signore risorse dai morti. Egli divenne com'è. Ma il suo corpo era perfetto. Aveva sì la carne, ma questa carne è una vera carne. La nostra carne, invece, non è vera; noi abbiamo solo un'immagine della vera.
Il letto nuziale non è per gli animali, né per gli schiavi, né per le donne impure, ma per gli uomini liberi e per le vergini.
Certo, siamo stati generati nuovamente dallo Spirito Santo, tuttavia siamo generati anche dal Cristo. Ambedue volte siamo stati unti nello Spirito; e allorché fummo generati siamo stati riuniti.
Senza luce, nessuno può vedersi nell'acqua oppure in 10 allo specchio, ma neppure senza acqua e senza specchio potrai nuovamente vederti nella luce. Per questo motivo è necessario battezzare nella luce e nell'acqua, in tutte e due. Ora la luce è l'unzione.
A Gerusalemme tre erano le case che fungevano da luogo di sacrificio: una, aperta dal lato occidentale, era detta " il santo "; l'altra, aperta dal lato meridionale, era detta "il santo del santo"; la terza, aperta dal lato orientale, era detta " il santo dei santi "; in questo luogo penetrava soltanto il sommo sacerdote.
Il battesimo è la casa " santa "; l'unzione è "il santo del santo"; la camera nuziale è "il santo dei santi". Il battesimo comprende la risurrezione e la redenzione. La redenzione ha luogo nella camera nuziale. Ma la camera nuziale è superiore ad essa, poiché tu non troverai nulla come essa. Quanti le sono familiari sono coloro che pregano nel santo, in Gerusalemme. In Gerusalemme vi sono alcuni che pregano aspettando il Regno dei cieli. Costoro sono detti " il santo dei santi ", poiché prima che il velo fosse strappato, noi non avevamo altra camera nuziale, ma solo un'immagine della camera nuziale che è lassù. E per questo che il velo fu strappato dall'alto al basso, perché era opportuno che qualcuno andasse dal basso in alto.
Coloro che si sono vestiti della luce perfetta non sono visti e, quindi, non possono essere trattenuti dalle forze: ci si riveste di questa luce nel mistero, nell'unione.
Se la donna non si fosse separata dall'uomo, non sarebbe morta con l'uomo: all'origine della morte ci fu la sua separazione. Perciò il Cristo è venuto a porre riparo alla separazione che ebbe inizio fin dal principio, e a unire nuovamente i due, a vivificare coloro che erano morti a motivo della separazione.
Ma la donna si unisce con suo marito sul letto nuziale: e coloro che sono uniti sul letto nuziale, non si possono più separare. Eva si separò da Adamo perché non si era mai unita con lui sul letto nuziale.
L'anima di Adamo proviene da un soffio; quello è il suo compagno. Lo spirito che gli è stato dato è sua madre; la sua anima fu sostituita dallo spirito, che gli era stato dato in sua vece. Allorché si unì a lui pronunciò parole incomprensibili alle forze. Queste allora lo invidiarono, perché non possedevano l'unione pneumatica... Tale divisione offri loro l'occasione di formarsi un simbolico letto nuziale affinché gli uomini si contaminassero (in esso).
Sulle rive del Giordano Gesù manifestò se stesso: vi era la pienezza del Regno dei cieli. Colui che fu generato prima di tutto fu nuovamente generato. Colui che all'inizio fu unto come Figlio, fu nuovamente unto. Colui che fu redento, a sua volta ha redento (gli altri).
Se è lecito parlare di un mistero, il Padre del tutto si unì con la Vergine, che era discesa dall'alto, e in quel giorno brillò per lei un fuoco. Egli apparve nel grande letto nuziale. Perciò il suo corpo fu prodotto in quel giorno: lasciò il letto nuziale, come uno che viene dallo sposo e dalla sposa. Così Gesù raddrizzò il tutto, per mezzo loro, in esso. E necessario che ognuno dei discepoli entri nel suo riposo.
Adamo fu prodotto da due vergini: dallo spirito e dalla terra vergine. Il Cristo, perciò, nacque da una vergine, per correggere il passo falso verificatosi all'inizio.

In mezzo al paradiso crescono due alberi: uno genera animali, l'altro genera uomini. Adamo mangiò dell'albero che genera animali: divenne animale e generò animali. Per questo i figli di Adamo venerano animali. L'albero di cui Adamo mangiò il frutto è l'albero della conoscenza. Questo è il motivo per cui aumentarono i peccati. Se egli avesse mangiato del frutto dell'altro albero, cioè del frutto dell'albero della vita, quello che genera uomini, allora gli dèi venererebbero gli uomini. Poiché all'inizio Dio creò l'uomo. Ma ora gli uomini creano Dio,
Nel mondo le cose vanno così: gli uomini si fabbricano degli dèi e venerano le loro creazioni. Sarebbe
invece opportuno che gli dèi venerassero gli uomini.
In verità, le opere dell'uomo provengono dalla sua forza; perciò sono dette forze. Le opere sono i suoi figli e provengono dal suo riposo;
In questo mondo gli schiavi sono sottoposti agli uomini liberi. Nel Regno dei cieli i liberi sono al servizio degli schiavi; i figli della camera nuziale sono al servizio dei figli del matrimonio. I figli della camera nuziale hanno lo stesso unico nome. Sugli uni e sugli altri regna il riposo. Non hanno più bisognò di vedere perché godono della contemplazione, dotati della facoltà di comprendere per mezzo dei sentimento. Sono molti perché non pongono il loro tesoro nelle cose di quaggiù, che sono vili, ma nelle glorie di lassù, sebbene ancora non le conoscano.
Coloro che vogliono essere battezzati discendono nell'acqua. Ma il Cristo uscendo (dall'acqua) la consacrò affinché coloro che ricevono il battesimo nel suo nome siano perfetti. Egli, infatti, ha detto: " Dobbiamo adempiere ogni giustizia
Quanti affermano che prima si deve morire e poi risuscitare, si ingannano. Se da vivi non ottengono la risurrezione, quando moriranno non otterranno nulla. Allo stesso modo essi parlano del battesimo: affermano che il battesimo è una grande cosa, poiché chi lo riceve vivrà.
L'apostolo Filippo disse: " Il falegname Giuseppe, avendo bisogno di legna per il suo mestiere, piantò un giardino; con gli alberi che aveva piantato fece la croce, e il suo discendente fu sospeso a quello che egli aveva piantato: il suo discendente è Gesù, l'albero è la croce". -Ma l'albero della vita è in mezzo al giardino. Tuttavia è dall'ulivo che si estrae il crisma, per mezzo del quale si ha la risurrezione.
Questo mondo è un divoratore di cadaveri: tutto ciò che vi si mangia muore di nuovo.
La verità è una divoratrice di vita: quanti si nutrono di essa non moriranno. Gesù venne da quel luogo, donde portò del cibo. A chi lo desidera ha dato la vita, affinché egli non muoia.
Dio piantò un giardino. L'uomo fu posto nel giardino. Là erano molti alberi per lui e l'uomo viveva in questo luogo con la benedizione e nell'immagine di Dio. Di ciò che vi è in esso io mangio come voglio. Questo paradiso è il luogo nel quale mi si dirà: " Uomo, mangia questo! " oppure: Mangia quello, come vuoi ". Questo è il luogo nel quale io mangerò di tutto, poiché vi è l'albero della gnosi. Quello ha ucciso Adamo, mentre in questo luogo l'albero della gnosi fece vivere l'uomo. La legge era l'albero. Esso ha il potere di dare la conoscenza del bene e del male: non l'esentò dal male né lo stabilizzò nel bene, ma predispose la morte per quanti ne mangiarono. Poiché quando egli disse: " Mangia di questo, non mangiare di quello ", fu l'inizio della morte.
L'unzione è superiore al battesimo. E dall'unzione, infatti, che noi siamo stati chiamati " cristiani ", e non dal battesimo. Anche il Cristo fu chiamato (così) a motiVo dell'unzione: il Padre unse il Figlio, il Figlio unse gli apostoli, e gli apostoli unsero noi. Colui che è stato unto possiede il tutto: possiede la risurrezione, la luce, la croce, lo Spirito Santo. Il Padre gli ha dato questo nella camera nuziale, egli (lo) ha accettato,
Il Padre era nel Figlio, e il Figlio nel Padre. Questo è il Regno dei cieli.
Bene disse il Signore: " Alcuni entrarono nel Regno dei cieli ridendo, e uscirono ". Essi non vi rimasero perché l'uno non era un cristiano, l'altro perché in seguito rimpianse (la sua decisione). Non appena il Cristo discese nell'acqua, ne uscì ridendo di tutto, non perché fosse per lui un gioco, ma per l'assoluto disprezzo che ne aveva. Colui che vuole entrare nel Regno dei cieli, vi giungerà. Se disprezza il tutto (di questo mondo) e lo considera un gioco, ne uscirà ridendo.
E così anche del pane, del calice, dell'olio, anche se vi è qualcosa di più elevato di questi.
Il mondo ebbe origine da una trasgressione. Colui, infatti, che lo ha creato voleva farlo incorruttibile e immortale; ma fallì, e non realizzò quanto sperava. Poiché l'incorruzione del mondo non esisteva, non esisteva l'incorruzione di colui che creò il mondo. Non vi sono, infatti, cose incorrotte, ma (solo) figli; e nessuna cosa può ricevere l'incorruzione a meno che, prima, divenga fanciullo. Ma colui che è incapace di ricevere, a maggior ragione è incapace di dare.
Il calice della preghiera contiene vino e acqua, essendo simbolo del sangue sul quale si rendono grazie. Esso è ripieno dello Spirito Santo, e appartiene all'uomo totalmente perfetto. Quando ne beviamo, riceviamo l'uomo perfetto.
L'acqua viva è un corpo; è necessario che ci rivestiamo dell'uomo vivo. Perciò quando è in procinto di discendere nell'acqua, si sveste per rivestirsi di quello.
Un cavallo genera un cavallo, un uomo genera un uomo, un dio genera un dio. Così è dello sposo e della sposa: i loro figli furono concepiti nella camera nuziale. Fintanto che la legge era in Vigore, non c'è stato un ebreo (che sia nato da un greco). Noi stessi in quanto stirpe cristiana non discendiamo dagli ebrei. C'era un'altra stirpe, e i suoi discepoli sono chiamati " stirpe eletta del Dio vivente " e " l'uomo vero " e " il Figlio dell'uomo " e " la discendenza del Figlio dell'uomo ". Questa, nel mondo, è chiamata la vera stirpe. Ovunque si trovano, là è il luogo dei figli della camera nuziale.
Mentre, in questo mondo, l'unione (sessuale) è di un maschio e di una femmina, come di forza e di debolezza; nell'eone l'immagine dell'unione (spirituale) è diversa. Tuttavia noi lo chiamiamo con gli stessi nomi. Ma vi sono altri nomi al di sopra di ogni nome con i quali è menzionato, e più forti del forte. Poiché là ove si trova la violenza vi sono coloro che eccellono nella forza. Queste non sono cose diverse, ma ambedue sono una stessa cosa. Questa è una cosa che il cuore della carne non riuscirà mai a vincere.
A quanti hanno tutto non è forse necessario che tutti conoscano se stessi? Alcuni, se non conoscono se stessi, non gioiscono di quello che possiedono. Ma quelli che sono pervenuti alla conoscenza di se stessi ne gioiranno.
Non soltanto non riusciranno ad afferrare l'uomo perfetto, ma non riusciranno a vederlo, poiché se lo vedessero lo afferrerebbero. Nessuno riuscirà a ottenere questa grazia in alcun altro modo, se non rivestendosi della luce perfetta e divenendo egli stesso luce perfetta. Colui che si rivestirà di questa, entrerà nel Regno. Questa è la luce perfetta, ed è necessario che - con ogni mezzo - diventiamo uomini perfetti prima di uscire dal mondo.
Colui che ha ricevuto tutto ma non ha il dominio di questi luoghi, non riuscirà a dominare questo luogo, ma andrà nel luogo di mezzo come imperfetto. Soltanto Gesù conosce la fine di costui.
L'uomo santo è perfettamente santo anche nel suo corpo. Infatti, se ha ricevuto il pane lo santificherà, o il calice o qualsiasi altra cosa riceva, egli la purifica. E come non santificherà anche il corpo?
Come Gesù ha reso perfetta l'acqua del battesimo, così ha svuotato la morte. Perciò noi discendiamo sì lo nell'acqua, ma non discendiamo nella morte per non venire gettati fuori nello spirito di questo mondo. Quando soffia lo spirito del mondo, fa venire l'inverno. Quando soffia lo Spirito Santo fa venire l'estate.
Colui che ha la conoscenza della verità è libero. Ma colui che è libero non pecca, poiché chi pecca è schiavo del peccato. La verità è la madre, ma la conoscenza è il padre. Coloro ai quali è permesso di peccare, il mondo li chiama liberi. A coloro ai quali non è permesso di peccare, la conoscenza della verità innalza il cuore, e cioè li rende liberi e li innalza al di sopra di ogni luogo.
Ma l'amore edifica. E colui che è divenuto libero per mezzo della conoscenza, per mezzo dell'amore, è schiavo per quanti non hanno ancora potuto innalzarsi verso la libertà per mezzo della conoscenza. La conoscenza li rende capaci di diventare liberi. L'amore non avoca a sé nulla. Anche di ciò che è suo non dice: " Quello è mio " oppure: " Questo è mio ". Ma dice: "Tutto questo è tuo!".
Al ferito il samaritano diede soltanto vino e olio: non è altro che l'unzione. E guarì le ferite; l'amore, infatti, copre una moltitudine di peccati.
Quelli che la donna genera rassomigliano a colui che ella ama: se è suo marito, rassomigliano al marito; se è un adultero, rassomigliano all'amante. Spesso, quando una donna dorme col marito per necessità, mentre il suo cuore si trova con l'amante con cui è in comunione, colui che ella genera è generato somigliante a questi.
Ma voi, che siete con il Figlio di Dio, non amate il mondo, amate il Signore, affinché coloro che generate non rassomiglino al mondo, ma rassomiglino al Signore.
L'uomo si associa con l'uomo, il cavallo si associa con il cavallo, l'asino si associa con l'asino: le specie si associano con quelli della loro specie. Allo stesso modo, lo Spirito si associa con lo Spirito, il Logos è in comunione col Logos, e la luce è in comunione con la luce. Se tu diventi uomo, l'uomo ti amerà. Se tu diventi Spirito, lo Spirito si porrà in comunione con te. Se tu diventi Logos, il Logos sarà in comunione con te. Se tu diventi luce, la luce sarà in comunione con te. Se tu diventi ciò che è in alto, ciò che è in alto si riposerà su di te. Se tu diventi un cavallo, o un asino, o un vitello, o un cane, o un montone, o un qualsiasi altro animale che sì trovano al di fuori e al di sotto, tu non potrai essere amato né dall'uomo né dallo Spirito né dal Logos né dalla luce né da ciò che è in alto né da ciò che è all'interno. Questi non potranno riposarsi in te, e tu non avrai parte in essi.
Colui che è schiavo contro la sua volontà potrà diventare libero. Colui che era libero in grazia del suo signore, e si è venduto in schiavitù, non potrà più diventare libero.
L'agricoltura del mondo abbisogna di quattro elementi: si accumula nel granaio quanto proviene dall'acqua, dalla terra, dal vento e dalla luce. Anche l'agricoltura di Dio abbisogna di quattro elementi: la fede, la speranza, l'amore e la gnosi. La nostra terra è la fede nella quale affondiamo la radice; l'acqua è la speranza della quale ci nutriamo; il vento è l'amore per mezzo del quale diventiamo grandi; e la luce è la gnosi per mezzo della quale maturiamo.
Anche la grazia abbisogna di quattro elementi: essa è terrestre, è celeste, essa proviene dall'alto dei cieli, e risiede nella verità.
Beato colui che non ha rattristato un'anima. Costui è Gesù Cristo. Egli è venuto in ogni luogo e non ha oppresso alcuno. Perciò, beato chi è come lui, perché è un uomo perfetto. Egli, infatti, è il Logos.
Poneteci domande su di lui, poiché è difficile presentarlo. Come potremmo portare a compimento questo grande compito? Come darà egli riposo a ognuno?
Innanzi tutto non è giusto affliggere alcuno - sia grande sia piccolo sia infedele sia fedele - e in seguito offrire conforto soltanto a coloro che provano soddisfazione nel compiere il bene. Alcuni traggono profitto nell'offrire conforto a chi sta bene. Chi compie il bene non può offrire conforto a costoro, poiché è contro la sua volontà. Ma egli non può affliggere, a meno che operi affinché opprimano se stessi. Colui, invece, che sta bene talvolta li affligge: non che egli lo voglia espressamente, è piuttosto la loro malignità che li affligge. Colui che ha la natura (buona) gioisce del bene; ma a causa di ciò alcuni si affliggono malamente.
Un capofamiglia acquista ogni cosa: figli, servi, animali, cani, maiali, grano, orzo, paglia, erba, ossi, carne e ghiande. E' un uomo saggio, e conosce il nutrimento adatto a ognuno: mette pane, olio d'oliva e carne davanti ai figli; pone olio di ricino e grano davanti ai servi; getta agli animali orzo, paglia ed erba; getta ossa ai cani; ai maiali getta ghiande e avanzi di pane.
Si comporta così anche il discepolo di Dio. Se è saggio, comprende le qualità di un discepolo; le forme corporee non l'inducono in errore; valuta piuttosto la disposizione d'animo di ognuno e parla con lui. Nel mondo vi sono molti animali che hanno forma umana; allorché egli li riconosce, getta ghiande ai maiali, getta orzo, paglia ed erba agli animali, getta ossi ai cani. Ai servi dà gli inizi (delle lezioni), ai fanciulli dà (l'insegnamento) perfetto.
Si comporta così anche il discepolo di Dio. Se è saggio, comprende le qualità di un discepolo; le forme corporee non l'inducono in errore; valuta piuttosto la disposizione d'animo di ognuno e parla con lui. Nel mondo vi sono molti animali che hanno forma umana; allorché egli li riconosce, getta ghiande ai maiali, getta orzo, paglia ed erba agli animali, getta ossi ai cani. Ai servi dà gli inizi (delle lezioni), ai fanciulli dà (l'insegnamento) perfetto.
C'è il Figlio dell'uomo, e c'è il figlio dei Figlio dell'uomo. II Figlio dell'uomo è il Signore; il figlio del Figlio dell'uomo è colui che è stato creato dal Figlio dell'uomo. Il Figlio dell'uomo ricevette da Dio il potere di creare. Egli può anche generare.
Colui che ha ricevuto (il potere) di creare è una creatura. Colui the ha ricevuto il potere di generare è un generato. Chi crea non può generare. Chi genera può creare.
Ma si dice: "Chi crea, genera". Tuttavia la sua generazione è una creatura: poiché i suoi generati non sono i suoi figli, ma sue creazioni. Chi crea, lavora in modo visibile, ed è egli stesso visibile. Chi genera, genera in segreto ed è egli stesso nascosto, stando con la sua immagine. Chi crea, crea apertamente, ma colui che genera, genera figli in segreto.
Nessuno è capace di conoscere il giorno in cui l'uomo e la donna si uniscono, eccetto loro due. Infatti, nel mondo, il matrimonio è un mistero per coloro che hanno preso moglie.
Se il matrimonio della contaminazione è nascosto, a maggior ragione il matrimonio immacolato è un vero mistero. Non è carnale, ma puro. Non appartiene alla passione, ma alla volontà. Non appartiene alle tenebre o alla notte, ma appartiene al giorno e alla luce.
Quando un matrimonio è senza veli, diventa prostituzione; e la sposa si prostituisce non soltanto quando accoglie il seme di un altro uomo, ma anche quando lascia la camera da letto ed è vista. Ella può manifestarsi soltanto a suo padre, a sua madre, all'amico dello sposo e ai figli dello sposo: a costoro è permesso di entrare tutti i giorni nella camera nuziale. Ma gli altri non possono che desiderare di udire la sua voce, di gioire del suo profumo, e nutrirsi delle briciole di pane che cadono dalla tavola, come i cani. Gli sposi e le spose appartengono alla camera nuziale; nessuno potrà vedere lo sposo e la sposa, a meno che lo diventi.
Quando Abramo gioì perché avrebbe visto quanto stava per vedere, circoncise la carne del suo prepuzio, insegnandoci così che è necessario distruggere la carne.
Molte cose, in questo mondo, stanno ritte e vivono fino a tanto che le loro parti interiori sono nascoste; ma quando vengono allo scoperto muoiono, come è provato dall'uomo visibile. E, infatti, fintanto che le viscere dell'uomo sono nascoste, l'uomo è vivo; ma se le sue viscere sono esposte ed escono da lui, l'uomo morirà. Così è pure dell'albero: fintanto che la radice è nascosta, fiorisce e cresce; ma se la radice è esposta, l'albero secca. Così è di ogni prodotto del mondo, sia per ciò che è esposto sia per ciò che è nascosto. Poiché fintanto che la radice del male è nascosta, è forte; ma quando è scoperta si dissolve. Se si manifesta, viene distrutta.
Perciò il Logos dice: " L'ascia è già posta alla radice degli alberi ". Non taglierà - ciò che viene tagliato spunta di nuovo -; l'ascia, invece, taglierà in profondità fino a estirpare la radice. Gesù ha reciso la radice di tutto il luogo, ma gli altri (soltanto) parzialmente. Quanto a noi, ognuno scavi fino alla radice del male che è in lui, lo sradichi dal suo cuore fino alla radice.
Ma esso sarà sradicato, se noi lo riconosceremo. Se, invece, lo ignoriamo si radicherà in noi e produrrà i suoi frutti nel nostro cuore. Esso impera su di noi. Siamo suoi schiavi, ci rende prigionieri, sicché facciamo ciò che non vogliamo e non facciamo ciò che vogliamo. Esercita un grande potere perché non l'abbiamo scoperto. Fintanto che esiste, è operante. L'ignoranza è la madre di ogni male. L'ignoranza si risolverà in morte, perché quanti provengono dall'ignoranza non erano, non sono, non saranno.
Ma quelli che sono nella verità saranno perfetti, quando sarà rivelata tutta la verità. La verità, infatti, è come l'ignoranza: nascosta, rimane in se stessa; manifesta e riconosciuta, è glorificata, essendo tanto più forte dell'ignoranza e dell'errore. Essa dà la libertà. Il Logos ha detto: " Se voi conoscerete la verità, la verità vi farà liberi ". L'ignoranza è schiava. La gnosi è libertà. Se conosciamo la verità, troveremo in noi stessi i frutti della verità. Se ci uniamo a essa, porterà il nostro Pleroma.
Adesso abbiamo (le parti) visibili della creazione. Siamo soliti dire: " Le cose potenti sono rispettabili, mentre le cose nascoste sono deboli e spregevoli ". Il contrario è delle cose rivelate dalla verità: sono deboli e spregevoli, mentre le cose nascoste sono potenti e rispettabili. I misteri della verità sono rivelati per mezzo di tipi e di immagini. Ma la camera nuziale resta nascosta: è il santo del santo.
All'inizio, infatti, il velo nascondeva, in certo modo, il controllo dei creato da parte di Dio. Ma allorché il velo si squarciò, e l'interno sarà manifesto, questa casa sarà lasciata deserta, meglio, sarà distrutta. Ma non tutta la divinità fuggirà da questi luoghi nel santo dei santi, giacché non potrà unirsi alla luce pura e alla pienezza senza deficienza, bensì sarà sotto le ali della croce e sotto le sue braccia. Quest'arca sarà la sua salvezza, allorché su di quelle si alzeranno le acque del diluvio.
Coloro che fanno parte della tribù sacerdotale, potranno penetrare al di là del velo, insieme col sommo sacerdote, Per questo il velo non si è squarciato soltanto in alto, poiché si sarebbe aperto unicamente per quelli dall'alto; né si squarciò soltanto in basso, perché si sarebbe manifestato unicamente per quelli dal basso. Ma si è squarciato dall'alto in basso. Quelli dall'alto hanno aperto per noi che siamo dal basso, affinché possiamo entrare nel segreto della verità,
Ciò è veramente degno di rispetto, poiché è potente! Ma noi vi penetreremo per mezzo di tipi spregevoli e di forme deboli. Spregevoli rispetto alla gloria perfetta. C'è una gloria che oltrepassa la gloria. C'è una potenza che supera la potenza. Perciò ci è stato aperto quanto è perfetto, e il segreto della verità; il santo dei santi si è manifestato, e la camera nuziale ci ha invitato.
Fintanto che ciò è nascosto, la malignità è impotente; non è stata sottratta al seme dello Spirito Santo: sono i servi della cattiveria. Ma quando sarà rivelato, si manifesterà; e allora la luce perfetta si diffonderà su ognuno, e tutti coloro che saranno in essa riceveranno l'unzione. Gli schiavi, allora, saranno liberi, e i prigionieri saranno riscattati.
Ogni pianta non piantata dal Padre mio che è nei cieli, sarà sradicata. Coloro che sono separati saranno uniti e ricolmi. Tutti coloro che entreranno nella camera nuziale accenderanno la luce; non come si accende nei matrimoni di quaggiù che avvengono di notte.
Il fuoco brucia soltanto nella notte; poi si spegne. Ma i misteri di questo matrimonio si compiono di giorno e di notte. Quel giorno e quella luce non tramontano.
Se qualcuno diventa figlio della camera nuziale riceverà la luce. Se qualcuno non la riceve, mentre si trova in questi luoghi, non la potrà ricevere nell'altro luogo. Chi riceverà quella luce non sarà visto, ne potrà essere preso; costui non potrà venire molestato, anche se vive nel mondo. E, ancora, quando abbandona il mondo egli ha già ricevuto la verità per mezzo di immagini.
Il mondo è diventato un eone, perché l'eone è, per lui, pienezza. E' in questo modo: è rivelato soltanto a lui; non è nascosto nelle tenebre e nella notte, ma è nascosto in un giorno perfetto e in una luce santa.
Letture Consigliate (http://www.politicaonline.net/forum/../Articoli Reiki.htm)

Associazione Culturale Vie Nuove
via Prolungo, 4 - 17020 Magliolo (Savona)
Telefoni 339 39 26 622 - 339 60 24 828
e-mail sabinaoggioni@libero.it (sabinaoggioni@libero.it)

miroslav
09-12-07, 18:50
SIAMO MODERNI,QUINDI OCCORREVA MODERNIZZARE LA MADDALENA,ECCOLA IN MINIGONNA SUPERSEXY CHE ANCHEGGIA E AMOREGGIA CON GESU',IN JESUS CHRIST SUPERSTAR DI FABRIZIO ANGELINI CO LA COMPAGNIA DELLA RANCIA,INTOURNE N TUTTA ITALIA PATROCINATI DAI PAPABOYS E DA TUTTA LA CHIESA CATTOLICA.SI AI CATTOLICI PIACE MOLTO MADDALENA IN MINIGONNA,VERAMENTE SONO 2000 ANNI CHE LA MADDALENA VIENE SEMPRE RAFFIGURATA MEZZA NUDA O QUASI,HA INCARNATO IL MITO DI VENERE,IN REALTA' I CRISTIANI SONO SEMPRE PAGANI E ATTACCATI ALLA RELIGIONE PAGANA CON I SUIOI MITI.





DAL CENTRO ANTI-BLASFEMIA-
I PAPABOYS-PROMUOVONO-LANCIANO-ESALTANO E PROPAGANDANO IL MUSICAL ERETICO E BLASFEMO:JESUS CHRIST SUPERSTAR
IN VERSIONE ITALIANA-AMBIENTATO AI GIORNI NOSTRI-CON LA MADDALENA SUPERSEXY IN MINIGONNA CHE AMOREGGIA CON GESU'
-UN VERO SQUALORE-GESU' SEMPRE PIU' UN UOMO DEGRADATO-IL VANGELO RESO SPAZZATURA-LA PAROLA DI DIO SENZA VALORE!
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JESUS CHRIST SUPERSTAR: DOMANI DEBUTTA AL BRANCACCIO DI ROMA IL POPOLARE MUSICAL-OPERA(di Redazione Papaboys) - 26/11/2007 12:20http://www.papaboys.it/musica/img.asp?IDFile=45 ROMA - Il capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice che racconta in musica gli ultimi sette giorni della vita di Gesù di Nazareth, torna in scena interamente tradotto dalla Compagnia della Rancia che, dal 1988, produce i maggiori musical internazionali in versione italiana. Lo spettacolo ha già conquistato oltre 70.000 spettatori nella scorsa stagione e ora si appresta ad andare in scena sul prestigioso palco del Teatro Brancaccio di Roma fino al 16 dicembre. Discusso, contestato, ma indiscutibilmente amato dagli appassionati del rock come dai melomani, Jesus Christ Superstar, la prima opera professionistica di Webber e Rice, debuttò sul palcoscenico del Mark Hellinger Theatre di Broadway nel 1971, dopo aver appassionato il pubblico in versione album (la voce di Gesù era quella di Ian Gillan dei Deep Purple). Il fenomeno esplose a Londra nel 1972, dove rimase in scena per 3.358 repliche, cambiando l’immagine del musical per sempre. Da allora “Jesus Christ Superstar” è stato rappresentato in decine di paesi nel mondo, compresi Kenya, Messico, Zimbabwe e Israele, e le liriche di Tim Rice sono state tradotte in oltre 10 lingue tra cui tedesco, francese, spagnolo, portoghese, russo, ungherese e giapponese.

http://www.papaboys.it/musica/img.asp?ID=23&IDFile=46

Alcuni brani sono diventati autentici cult nel panorama del rock internazionale, come lo struggente “I don’t know how to love him”, recentemente riproposto nell’ultimo album della cantante irlandese Sinead O’ Connor in una graffiante interpretazione. La versione italiana, con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini, oggi tra i registi italiani più innovativi specializzati nel musical, vede in scena oltre 20 interpreti che danno vita a uno dei più straordinari successi della storia del teatro musicale di tutti i tempi: un cast selezionato con grande cura dopo due audizioni a cui hanno preso parte quasi 1.000 performers, che hanno permesso di scoprire voci straordinarie e intense capacità interpretative.

Dal coinvolgente ingresso a Gerusalemme fino al toccante quadro della Crocifissione, la sfida raccolta da Angelini è quella di un’ambientazione lontana dalle atmosfere degli anni ’70: Gesù si ritrova a predicare, soffrire e morire ai giorni nostri, per trasmettere universali verità e grandi emozioni. Un’orchestra dal vivo, che unisce sonorità “leggere” ad altre decisamente rock dal timbro più duro, esegue canzoni indimenticabili come “Osanna”, “Getsemani” e “Superstar”; grazie alla traduzione delle liriche, anche il pubblico italiano può così coglierne i significati più profondi e le sfumature più poetiche.


ROMA
Teatro Brancaccio
dal 27 novembre al 16 dicembre

Informazioni
Teatro Brancaccio Via Merulana, 244 Roma 06.98264500
Biglietteria: dal lunedì al sabato ore 11.00 – 19.00 domenica ore 11.00 – 18.00
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MA IL MUSICAL JESUS CHRIST SUPERSTAR E' VERAMENTE ERETICO E BLASFEMO




CENTRO ANTI-BLASFEMIA:IL MUSICAL JESUS CHRIST SUPERSTAR


JESUS CHRIST SUPERSTAR è un opera molto blasfema,principalmente perché
gli autori;Andrew Lloyd Webber e Tim Rice,sono agnostci,non credono in Gesù.
Nelle varie interviste hanno dichiarato che per loro Gesù era un falso pofeta,sciocco
e libertino,mentre il vero sapiente era solo Giuda,l'unico che capiva come andavano le cose.
Quindi vediamo che il Musical JCS insiste sulla negazione del Figlio di Dio.
All'inizio,vediamo che la prostituta Maria Maddalena,riesce a sedurre Gesù,con le sue arti,
lo cosparge di mirra,lo coccola,l'accarezza.Giuda vedendo questo,critica Gesù di essere
immorale,e fare il contrario di ciò che insegna.Intanto Gesù e Maddalena,vivono insieme
giorno e notte,lei di notte gli canta una sensuale ninna nanna,gli sussurra di stare
calmo,di rilassarsi e chiudere gli occhi,mentre lei baderà a lui e lo rinfrescherà con la
mirrà.Gesù e Maddalena sono quindi amanti.Ecco come Maddalena descrive il suo
amore per Gesù;
"Io non so come amarlo,cosa fare a convincerlo.
E' un uomo,è solo un uomo,ed io ho avuto tanti uomini prima,
in tutti i modi.Lui è solo uno in più.
Dovrei violentarlo?
Dovrei gridare e urlare?
Dare sfogo ai mii sentimenti?
Poi,se mi dicesse che mi ama,
non potrei resistere,propio non potrei resistere.....
Lo voglio così,l'amo così".
Quindi la prostituta Maddalena,crede che questo suo amato Gesù,non è altro che uno dei
suoi tanti amanti,è solo un uomo,un uomo come gli altri che vanno a protitute.
Quindi nel Musical JCS,Gesù è un libertino peccatore,non è finita qui,la dissacrazione continua.
Ecco che nel Musical Gesù è pure malvagio.Quando una folla di bisognosi e malati,
e lebbrosi preme per ricevere guarigioni,conforto e consolazione,
Gesù dice loro con furia"Siete troppi-non spingete!Non ce la faccio-non premete!
Guaritevi da soli,lasciatmi in pace"Questa è la pura e semplice negazone della
più importante verità del vangelo:la divinità del Signore Gesù.
Gesù,nel Musical non solo è libertino e malvagio,è anche un essere insicuro,triste, stanco,
è confuso e no sa realmente chi è,perché deve morire,e si ribbella a Dio,perché lo fa morire
senza un motivo:"Mostrami adesso che non sarò ucciso invano..........................................
.....Mostrami che c'è uno scopo perché mi vuo fare morire.Sei molto astuto sul dove e sul come,ma non così
esperto sul perché"Quindi abbiamo un Gesù che bestemmia Dio,e poi continua a urlare a Dio,
dicendogli di inchiodarlo e ucciderlo adesso prima che lui cambi idea,vere bstemmie
che rendono Gesù il contrario di come è descritto nel Vangelo.
Anche Giuda nel Musical accusa Dio di averlo usato;"Dio!Non saprò mai perchè mi hai scelto per il tuo
crimine,il tuo ripugnante,crudele crimine!Tu mi hai assssinato!"
Però poi nel Musical,vediamo che Giuda,dopo essersi impiccato,muore e diventa un Angelo,
e scende dal cielo con altri Angeli e prende in giro Gesù che si trova sulla croce,dicendogli
che si è fatto crocifiggere invano.
Gesù,nel Musical,muore crocifisso,non risorge,infatti non è Figlio di Dio ma un pazzo peccatore
libertino e malvagio.
Che atei amino questo Musical è normale,ma chi si dice cristiano ed accetta questo Musical,
nega la sua fede ed è un ipocrita e bestemmia Dio,le Sacre Scritture e il Signore Gesù.
Se Gesù fosse stato come quello del Musical,il cristianesimo non sarebe mai nato,e
nessuno conoscerebbe Gesù ora.

miroslav
09-12-07, 21:48
LA MADDALENA ORMAI E' PROTAGONISTA DI TANTI ROMANZI PORNO,E PEGGIO ORMAI QUESTI ROMANZI LI COMPRANO ANCHE I RAGAZZINI ALL'EDICOLA,SI VENDONO DOVUNQUE,NON MI CACCIATE DA POLITICAONLINE SE PUBLICO UN BRANO PORNO,LO FACCIO PER FAR CONOSCERE I FATTI,TANTO QUESTO BRANO WIKIPEDIA LO PASSANO PER VANGELO GNOSTICO,PER QUESTA VOLTA AMICI CARISSIMI DI POLITICAONLINE PERDONTEMI,LEGGETE E COMENTATE.




SEGRETI RIVELATI NEI ROTOLI DI MARIA MADDALENA
Un'Opinione di TUNISINOMORO su I Segreti Rivelati Nei Rotoli di Maria Maddalena (Bettye Johnson - 2006) (18 Novembre 2007) La valutazione di questo autore: http://www.politicaonline.net/forum/


Vantaggi: I VANTAGGI LI HA OLO CHI VENDE IL LIBRO ALLA FACCIA DELL'INFERNOSvantaggi: CHI LEGGE QUESTOROMANZO BLASFEMO E CI REDE VA DIRITTO ALL'INFERNO ETERNO
Lo consiglieresti ai tuoi amici?Sì


http://www.authorsden.com/workscover/15396.jpg



http://www.macroedizioni.it/cop/rotoli_segreti_maddalena.jpgBettye Johnson
I Segreti Rivelati nei Rotoli di Maria Maddalena


Prezzo: € 18,00
Pagine: 408 - Formato 13,5x20,5
ISBN 8875077452
Prima edizione: Agosto 2006
Traduttori: Giuseppina Conti
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Maddalena"

miroslav
09-12-07, 21:52
IL BRANO PORNO;

UNA VECCHIA SIGNORA AMERICANA,IMITA OSCENAMENTE IL CODICE DA VINCI,NON AVENDO NESSUN TIMORE DI DIO E DELL'INFERNO,INFATTI E' UNA DISCEPOLA DI RAMTHA,HA SCRITTO QUESTO ROMANZO PORNO E BLASFEMO.ALLA SUA VENERANDA ETA',E' DAVVERO STRANO COME E' CAPACE DI DESCRIVERE SCENE DI SESSO PORNO SU GESU' CHE TUTTO NUDO FA' IL RITO PAGANO DELLA FERTILITA' CON LA SACERDOTESSA PAGANA M.MADDALENA,E INSIEME FANNO IL SESSO SACRO CON LA DEFLORAZIONE INIZIATICA.
ECCO IL BRANO PORNO TRATTO DAL ROMANZO;"I SEGRETI RIVELATI NEI ROTOLI DI MARIA MADDALENA"DI BETTYE JOHNSON-2006.
Non vidi più Yeshua fino al rito del matrimonio sacro che viene celebrato alla fine del raccolto. La suprema sacerdotessa salomè mi disse che questa volta ero stata scelta io per partecipare a questo rito e che doveva prepararmi per il grande matrimonio. Ignoravo chi sarebbe stato lo sposo, ma sapevo che probabilmente avrei ricevuto il seme del maschio scelto per la cerimonia. Era parte del mio destino. Tutto ciò mi era stato annunciato solo alla vigilia del matrimonio sacro; si faceva così in modo che la sposa vergine non avesse troppo tempo per pensarci.
La maggior parte delle spose aveva dai 12 ai 13 anni, mentre io ne avevo ventidue, quindi secondo alcuni ero già troppo grande. Quella notte, dopo aver contemplato e aver eseguito le discipline mentali che mi erano state insegnate, mi arrivò l'intuizione: Yeshua sarebbe stato il mio sposo. Sorrisi anticipando l'evento e mi addormentai.
La mattina del matrimonio sacro venni svegliata dalla suprema sacerdotessa in persona. Mi porse una tunica bellissima di lino bianco con i bordi d'oro. Con lei arrivarono delle ancelle che mi lavarono, profumarono e vestirono. Mi pareva che le ancelle, loro stesse sacerdotesse, chiaccherassero senza sosta. Mi dipinsero gli occhi con il Kohl e stesero un velo di rossetto su labbra e guance. Da ultimo mi posero sulla testa una corona d'alloro.
Di solito le spose indossavano una maschera, e così pure lo sposo. Ma la suprema sacerdotessa mi disse che , con i miei occhi di colore diverso, era impossibile nascondere la mia identità. Il matrimonio sacro hieros gamos avveniva fuori Gerusalemme, nei campi, in quanto era un rito di fertilità con lo scopo di celebrare la vita ed un raccolto abbondante. Era anche un rito antichissimo in memoria di Inanna e Tammuz. Mi diedero da bere una coppa di vino rosso, il grande momento era vicino.
Per le sacerdotesse del mio tempio e per me erano state erette delle tende. Potevo sentire i flauti e i tamburi, pulsavano nel mio corpo. Verso l'imbrunire mi guidarono al centro di un cerchio di amici, seguaci, sacerdoti e sacerdotesse che venivano da lontano. Ardevano grandi falò e tra i presenti l'eccitazione era viva.
Lentamente le ragazze presero a ballare e presto gli uomini si unirono a loro. I tamburi riecheggiarono più forti insieme al suono di pifferi, flauti e liuti. Io rimasi ferma al centro finchè, con i suoi amici che lo scortavano, Yeshua mi venne incontro. Era nudo come voleva il costume. Quando i nostri sguardi si allacciarono fu un momento magico.
Yeshua venne fatto sedere su uno sgabello davanti a me. Mi sciolsi i capelli e la cerimonia sacra della fertilità ebbe inizio. Unsi i suoi capelli con l'olio sacro di nardo indiano, passai poi le mani su tutto il suo corpo, asciugando l'olio dai piedi con i capelli. Sentendomi carica d'energia, mi alzai e mi misi a danzare. Yeshua si unì a me.
L'energia fluiva fortissima da ogni persona. La gente sapeva che ciò che stava accadendo era magico e sacro. Dopo la prima danza ci venne offerta una coppa di vino. Intrecciando le braccia con le sue, bevvi dalla sua coppa e lui dalla mia. Poi riprendemmo a danzare. I tamburi e la musica pulsavano intensamente in me. Erano istanti senza tempo, esistevamo solo noi due.
Alla fine, prendendomi tra le braccia, mi portò nella tenda nuziale dove era stato preparato un letto. Le lampade ad olio diffondevano una luce soffusa. Yeshua mi mise a terra con delicatezza e restammo a guardarci dolcemente negli occhi. Poi mi tolse la corono d'allora ed io la sua. Yeshua slacciò la mia cintura e mi sfilò la tunica mentre mi baciava il collo e le spalle.
Non avevo mai sentito l'energia pulsare in me in quel modo. Lentamente mi tolse le sotto vesti e si fermò a guardarmi. Poi sollevandomi, mi portò al nostro letto matrimoniale su cui mi adagiò.
All'inizio ci baciammo teneramente, poi fummo presi dalla passione. Non avevo bisogno che qualcuno mi dicesse cosa fare. Era come se un potere più grande di noi avesse preso il sopravvento so che baciò ogni parte del mio corpo ed io feci lo stesso con lui. Il suo membro era eretto e rigido, ed i miei capezzoli erano turgidi dove li aveva baciati. Lentamente senza fretta, mi penetrò. Sapendo che ero vergine, penetrò gentilmente l'imene, e mentre spingeva più giù e più volte dentro di me , toccò il luogo del mio piacere. Sentii la mia energia risalire rapidamente lungo la spina dorsale. Esplosi in un scoppio d'estasi dalla cima della testa nello stesso momento in cui esplodeva lui. Era veramente l'unione di due divinità.
Eravamo stanchi ma non sazi. Il nostro amore andò avanti per quasi tutta la notte e la nostra unione fece di due uno.
Yeshua mormorò: "Mia amata, ho da farti una confessione. So che tu sei un altro me stesso e ti amo in un modo che non può essere espresso a parole".
Risposi: "Mio amato, so anch' io che tu sei il mio altro sé e ti amo. Ti ho sempre amato". Piangemmo entrambi lacrime di gioia mentre consumavamo senza posa la nostra unione.
Sul finire della notte ci addormentammo. Mi svegliai al suono dei tamburi. Ci mettemmo a sedere nello stesso istante, e scoppiammo a ridere.
"Penso che ci stiano invitando ad uscire e mostrare il lenzuolo matrimoniale, in modo che tutti vedano che hai veramente consumato il matrimonio sacro con una vergine" dissi.
"Mariam, amore mio, ti sposerò. Voglio averti come moglie e compagna".
"Si Yeshua ben Joseph , è destino"
Ci lavammo a vicenda e ci vestimmo per incontrare la folla là riunita. Yeshua prese il lenzuolo dal letto e , mentre uscivamo, lo spiegò perché tutti potessero vederlo. Ci fu un gran clamore di risate e applausi.
Il supremo sacerdote e la suprema sacerdotessa intonarono la benedizione per il buon raccolto perché fosse ricevuta dalla stagione della semina. Tamburi e flauti ripresero a suonare. Yeshua si avvolse il lenzuolo attorno alla testa come un turbante e ci mettemmo a danzare la danza della fertilità e della nuova vita.
Poi ci unimmo agli altri per rompere il digiuno con pane e vino e per brindare ad un abbondante raccolto.
Tenendomi per mano, Yeshua mi condusse dal supremo sacerdote e dalla suprema sacerdotessa dicendo loro che volevamo essere davvero sposati. Già si pensava che non ci poteva essere altro marito per me o altra moglie per Yeshua. Celebrare il matrimonio lo stesso giorno non si accordava con la legge degli ebrei ma, come avrei imparato presto, Yeshua era noto per non attenersi a molti dei loro costumi.
Yeshua andò in fretta di sua madre e di Giuseppe, pr comunicare loro la nostra intenzione di sposarci. Quando la notizia si diffuse si levò un coro di risate e altri applausi. Thomas, il suo gemello, mi abbracciò, mi diede un sonoro bacio e mi disse di esserne felicissimo. Seguirono Giovanni, poi Simone e Giuseppe. Alla fine sua sorella Salomè mi abbracciò.
Altri mi strinsero tra le braccia, compresi Lazzaro e Marta. Poi notai un uomo alto e dall'aspetto vigoroso. Yeshua lo presentò come Simone detto il Magus o Magi di Samaria. Gli dissi che avevo sentito parlare dei suoi stupefacenti miracoli. Replicò: "Ma quello che faccio io, lo fai anche tu ; ho sentito parlare di te".
Vidi poi Ioannes. Da quelle parti era conosciuto come l' Immersore. Venne vicino a me a mi prese le mani, le baciò e poi mi disse: "Onoro te, Sophia".
Mentre lo guardavo negli occhi, vidi che il suo destino non era quello di avere una lunga vita. Sorrise e disse: "Si tu lo sai ed io lo so. Sono solo un messaggero del cambiamento. Ho annunciato la venuta di uno più grande di me".
" Ma io prevedo per te un destino più grande, caro Ioannes".
"Sei una Sophia e sai".
In quel momento la madre di Yeshua, Mariamme, si avvicinò a lui dicendogli che non c'era più vino. Guardai Yeshua e chiesi: " Mio caro, vuoi unirti a me per trasformare l'acqua in vino?"
Sorridendo, rispose: "Si".
Le brocche vuote furono riempite di acqua e poste davanti a noi. Mettemmo le mani sopra le brocche e chiudendo gli occhi pregammo in silenzio, mentre dentro di noi vedevamo il vino. Quando cominciarono a versare, dalle brocche usci un vino rosso d'annata. La mente e potente, con l'intenzione può fare di tutto.
Il matrimonio ebbe luogo quel pomeriggio e la celebrazione andò avanti per diversi giorni. Musica, danza, canti e festeggiamenti avvenivano con una gioia che non era stata provata per molto tempo dalla moltitudine lì riunita. Dopo il matrimonio, Yeshua poteva essere chiamato Rabbi.
Quando rimanemmo da soli Yeshua ed io decidemmo che sarei tornata al mio tempio e lui sarebbe venuto con me. Quando avesse sentito la chiamata a uscire ed insegnare, potevo andare con lui per curare i malati oppure rimanere al tempio per adempiere ai miei doveri. Decidemmo di non fare del matrimonio une reciproca schiavitù; riconoscevamo la divinità dell'altro e il fatto che ognuno di noi aveva un destino da compiere.
Giuseppe e Mariamme ci offrirono alcune stanze nella loro casa, per quando l'avessimo voluto. Sapevamo che potevamo vivere anche con Marta e Lazzaro a Betania, quando necessario.
Quando viaggiavamo separatamente o insieme, ci offrivano l'alloggio e i pasti. I nostri seguaci aumentavano e ognuno di noi aveva il suo gruppo. Nel largo seguito di Yeshua c'erano dodici apostoli che erano più vicini a lui. Due fratelli, Simone e Andrea, erano le sue guardie del corpo, cercavano che rimanesse schiacciato dalla folla che si radunava intorno a lui. Yeshua diede a Simone il nome di Pietro, che vuol dire roccia. Ridendo, affermava che Pietro aveva una testa durissima.
Gli disse: " Su di te, una roccia, costruirò la mia ekklesia". Per Yeshua significava che Pietro era alla prima soglia della comprensione. Il suo proposito era quello di elevare la comprensione di un'ekklesia in modo che questo gruppo potesse varcare altre soglie del nous, ma Pietro non aveva orecchie per sentire. Nel suo modo limitato di pensare, Pietro capì che era lui che doveva succedere a Yeshua.
Divenne evidente che Pietro aveva una forte ostilità verso di me e che era geloso delle attenzioni che ricevevo da Yeshua. Nonostante fossimo sposati , Pietro si risentiva se Yeshua mi baciava sulle labbra davanti a loro. Era facile osservare che Pietro amava soltanto gli uomini.


NOTA:
Ekklesia: un'antica parola greca che significa riunione. All'epoca di Maria Maddalena e di Gesù non esisteva la parola chiesa. Cfr. Theology Today, Oct 1962




Tratto da
Bettye Johnson:
I Segreti Rivelati nei Rotoli di Maria Maddalena

GESU' COSA NE PENSA DI QUESTE CALUNNIE OSCENE PORNO BLASFEME CONTRO DI LUI INVENTATE DA UNA VECCHIA SIGNORA AMERICANA ???
Altri dettagli


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QUESTO ROMANZO BLASFEMO-PORNO,VIENE VENDUTO IN TUTTE LE PARTI COME UN BESTSELLER,NESSUNO INDICA CHE E' PORNO-BLASFEMO CONTRO GESU' AL CONTRARIO,VIENE DEFINITO BELLO,INTERESSANTE E VERITIERO.
PERFINO WIKIPEDIA NELLA PAGINA :MARIA MADDALENA LO FA PASSARE PER ROTOLI-PAPIRI-DOCUMENTO ARCHEOLOGICO,MOLTI CI SONO CASCATI.
A WIKIPEDIA,NELLA PAGINA DI MARIA MADDALENA ,NELLA PARTE COLLEGAMENTI ESTRNI,CLICCANDO SU MATRIMONIO,E' INDICATO CHE SI VA SUI SGRETI DEI ROTOLI DI M.MADDALENA COME VANGELI GNOSTICI O SIMILE,INVECE SI VA ALLA PAGINA DOVE C'E' IL BRANO PORNO-BLASFEMO QUI' RIPORTATO.

miroslav
09-12-07, 22:20
POVERA MARIA MADDALENA,VIENE INFANGATA DA TUTTI,PERSINO COL FALSO SCOPO DI CONVERTIRE,ECCO UNA NOTIZIA INCREDIBILE,UN FILM DOVE GESU' ACCOMPAGNA MADDALENA IN UNA CLINICA PER ABORTIRE.


Scuole mostrano un film di "cocaina e sesso" riguardante Gesù
The Daily Telegraph - 4 settembre 2001
L'ultimo trucco escogitato per stimolare i giovani ad andare in chiesa è stato quello di mostrare un film imbottito di scene di sesso e droga in cui Gesù appare come uno studente quindicenne e Maria Maddalena come una ragazza madre.
Il film intitolato "Un assenza di pietre" avrebbe come scopo quello di convincere gli studenti dell'importanza della Bibbia nelle loro vite. In esso vi sono continui riferimenti alla droga e alla violenza con Giuda che viene ritratto come una studentessa tossicodipendente che tradisce Gesù per un po' di cocaina. Addirittura si vede ad un certo punto Gesù che accompagna Maria Maddalena ad una clinica per l'aborto, sebbene poi dica che "odia" quello che ha fatto. Alla fine lei decide di tenere il bambino. Nel film Gesù viene ucciso non sulla croce ma da un compagno di scuola e la sua resurrezione avviene in un fantastico posto del Leicestershire. Nigel Roberts, sceneggiatore e produttore della Gioventù per Cristo, ha detto che ha voluto rappresentare Gesù diversamente dall'immagine convenzionale che gli è sempre stata data.


Alcune chiese accusate di aver esposto manifesti blasfemi
The Daily Telegraph - 31 agosto 2001
La Chiesa d'Inghilterra ha ricevuto molte critiche dopo aver esposto dei manifesti che avrebbero dovuto incoraggiare i giovani ad andare in chiesa. Un manifesto diceva: "Body piercing? Gesù lo fece già 2000 anni fa (in riferimento alla crocifissione)" "La vita va male? Siete giù? L'amore è la droga."
Questo tipo di pubblicità ha suscitato però lo sdegno da parte dei più tradizionalisti. Colin Hart, direttore del Christian Institute, ha detto che pur di essere alla moda si presenta un falso Cristianesimo.
Ha inoltre aggiunto che è blasfemo paragonare la crocifissione con un piercing, così come parlare dell'amore come una droga sembra voler presentare la chiesa come un luogo della fantasia. Le pubblicità sono state create dal dipartimento della comunicazione della Diocesi di Birmingham e sono state ratificate dalla Chiesa d'Inghilterra. Un rappresentante della Diocesi ha cercato di giustificarsi dicendo che seppure molti siano scioccati nel vedere la Chiesa associata al piercing o alla droga, bisogna tener conto che bisogna parlare ai giovani con il loro linguaggio. "Tradizionalmente, la Chiesa non ha mai avuto buone relazioni con le persone dai 18 ai 30 anni, per cui bisogna essere realisti e cercare di usare un linguaggio comprensibile anche per loro". David Hilsley, direttore del Consiglio Nazionale per i Modelli Cristiani ha replicato che è disgustoso veder come la forma di tortura patita da Cristo venga rappresentata come un piercing.

miroslav
09-12-07, 23:02
AMICI,SAPETE IO SONO UNO STUDIOSO,CONOSCO TUTTA LA STORIA,LE RELIGIONI,LE LEGGENDE,I FATTI DEL MONDO.In questi ultimi anni mi capità spesso di incontrare S.M.Maddalena,vuoi per mostre d'arte o films,vuoi per studi sul cristianesimo o vangeli
gnostici,vuoi per romanzi o misteri,vuoi per studi sulla Massoneria o occultismo e altro.
Mi trovo sempre davanti questa povera donna,oltraggiata e calunniata in tutti i modi,e mi chiedo che male ha fatto?Per quanto riguarda Gesù,lui l'ha guarita,lei era un anziana malata,dopo l'esorcismo seguiva Gesù e lo serviva con altre donne benestanti ed anziane come lei,la madre dei figli di Zebedeo,Giovanna moglie dell'intendente di Erode ed altre.
A quei tempi le rgazze stavano in casa,ci tenevano all'onore per il matrimonio che avveniva presto,14-16 anni,dopo sposate le donne stavano in casa a crescere i numerosi bambini.Poi da anziane con i figli grandi o sposati le donne erano più libere da impegni e
si recavano in Sinagoga o a trovare i parenti.Gesù chiedeva a chi poteva di restare vergine per il regno,lui stesso con la sua vita dava l'esempio.Tutte queste false storie,
su Gesù e Maria di Magdala sono esagerate.Gesù se si poteva e voleva sposare lo avrebbe fatto a 17-20,quando era l'uso,con una bella ragazzina.Ma Gesù,Giovanni il Battista,gli esseni praticavano il celibato come via santa e pura.Le donne anziane che
seguivano Gesù,lo conoscevano e sapevano chi era come Marta che davanti a tutti
testimonia che Gesù è il Figlio di Dio che deve venire,un Messia celestiale che non può sposarsi naturalmente.Allora attendevano due tipi di Messia il celestiale del Profeta Daniele,e quello terreno e monarca di altri profeti.Gesù insegnò chi era alla samaritana,donna eretica e peccatrice,figuriamoci come insegnava tutto alle discepole.
Gesù chiamò Satana Pietro prché gli propose di non farsi uccidere,una richiesta giusta,figuriamoci come Gesù srebbe duro con una seduttrice.Per Gesù il solo guardare una donna è adulterio.Dalle mie ricerche risulta che S.M.Maddalena.dopo che Gesù ascese,segui la madre di Gesù,e mori ad Efeso,li si trova la sua tomba.Abbiamo un grande testimone di S.M.Maddalena,e S.Gregorio di Tours,il quale visse alla corte dei Franchi,dei quali scrisse molti libri,e visitò Efeso,per trovare la casa della Madre di Gesù,vi trovò anche la tomba di S.M.Madalena,e scrisse di lei che visse e morì ad eEfeso,e non a S.Baume,leggende queste molto tadive del X secolo d.c.Ora più di S.Gregorio,nessuno poteva sapere di S.M.Maddalena,S.Baume e merovingi.Questa dei Merovingi è una invenzione recentissima degli inglesi L.L.Baigent,nel loro complicatissimo libro "Il Santo Grall".Invece che Gesù si era sposato con Maria Maddalena è un'invenzione dei mormoni,i
quali credono che Gesù si era preso otto spose,infatti loro praticano la poligamia,e come giustificarla se no?Ma alcuni mormoni si sono dissociati da queste assurdità.Comunque
se togliamo la storia con Maddalena,ne vengono altre tipo Gesù gay,ormai la gente odia il Gesù dei Vangeli e si costruisce un Gesù di comodo,o anche dice che Gesù non è mai esistito.Io con Gesù mi trovo bene,lo prego,gli raconto tutto e gli chiedo aiuto,e Gesù non mi delude mai,resta sempre il mio miglore amico,anche quando nessuno mi vuole bene,e sono solo.S.M.Maddalena,a me non ha fatto niente di male,anzi io vorrei salvarla da queste calunnie,come farei con una sorella.Mi sono sfogato,aspetto i vostri graditi commenti in piena libertà di pensiero.

miroslav
09-12-07, 23:56
SM.Maddalena,una,due tre,che assurdità,è stato il Papa Gregorio Mgno,ignorante e poco rispettoso verso le disceole di Gesù a fare di S.M.MAddalena,tre in una,anzi quattro in una.Papa Gregorio ha unito,Maria di Magdala,la peccatrice anonima,Maria di Betania,e la
adultera salvata dalla lapidazione,in una sola persona,che confusione!Ma la chiesa primitiva distingueva queste persone,e le ricordava in diverse date e in diverso modo.
Per S.M.Maddalena c'era una particolare devozione,siccome è stata la prima a vedere Gesù risorto,capivano che era la più degna,era santa e pura,(i puri vedranno Dio,disse Gesù).I Padri della chiesa chiamarono S.M.Maddalena con l'appellativo glorioso di APOSTOLA APOSTULORUM,cioè,Apostola capo degli Apostoli.Gli gnostici non erano di meno,chi la definice l'incarnazione di Sofia,chi dice che è la siziga di Gesù,coniando
le tre sizighe più importanti;SOTER-SPIRITO SANTO,CRISTO-SOFIA,GESU'-MARIA MADDALENA.Questo concetto si trova anche nel vangelo gnostico di Filippo,dove naturalmente non si parla di Gesù e Maria Maddalena come marito e moglie,ma di sizighe.
Io sono esperto di vangeli gnostici potete fidarvi.Il famoso bacio,uno non appare dove è, dato che il papiro è messo male,ma anche se fosse sulla bocca,tale bacio era alla base dei riti gnostici ma anche dei cristiani ortodossi.Ma poi i vangelo gnostico di Filippo,è tardivo
scritto da eretici giude-cristiani valentiniani.Gli gnostci scrivono tante assurdità,paganesimo un pò colorato di cristianesimo,perfino alchimia,ermetismo,magia
colorati di cristianesimo,come i libri di JEU,ho tanti di quei volumi con vangeloi gnostici,
tante assurdità.Se non mi credete,controllate.Ecco un brano di un cristiano d'oggi che
descrive S.M.Maddalena con affetto,come i Padri della chiesa.



L'incontro di Maria Maddalena con Gesù risorto.



Dal vangelo di Giovanni Cap. 20 - vers. 1-18:
"Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala (Maddalena) si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l\'uno dalla parte del capo e l\'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.
Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».
Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbonì!», che significa: Maestro!
Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto".


Questo penultimo capitolo del vangelo di Giovanni è, per me, il più bello perché in esso la “speranza” diventa “realtà”.
Punto focale del capitolo è l’incontro di Maria Maddalena con Gesù risorto.
Tale incontro è pieno di vita e di significati profondi.
La prima persona alla quale Gesù comparve dopo la Sua resurrezione fu Maria Maddalena, la donna dalla quale aveva scacciato sette demoni
“In seguito Gesù andava per città e per villaggi, predicando e annunziando il regno di Dio, ed erano con lui i Dodici e alcune donne, liberate da spiriti maligni e da infermità, cioè Maria, detta la Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni” (Luca 8:1-2).
Possiamo ora considerare la gratitudine che questa donna aveva nei confronti di Gesù che, oltre ad averla liberata da una grave possessione demoniaca, l’aveva anche accolta fra i suoi discepoli!
Maria Maddalena (o di Magdala città della sua origine) prima della sua liberazione, forse, era scacciata da tutti e certamente non considerata degna di essere accolta fra la gente.
Presso Gesù aveva trovato quel vero amore che aveva colmato il suo cuore ed ella ricambiava con il suo affetto e la sua gratitudine dimostrati proprio in questo episodio.
Maria era fra le donne che assistettero alla sepoltura di Gesù e prepararono, gli aromi e gli unguenti per il Suo corpo.

"Era il giorno di Parasceve e stava per cominciare il sabato. Le donne poi, che erano venute con Gesù dalla Galilea, videro il sepolcro e come c'era stato messo il corpo di Gesù. Poi se ne tornarono e prepararono aromi e unguenti; nel sabato, però, fecero riposo, secondo il precetto” (Luca 23: 54-56).
Maria (con le altre donne) fu l’ultima a lasciare il corpo di Gesù e la prima a recarsi Domenica “di buon mattino” al sepolcro ove, costatando la mancanza del corpo di Gesù “corse” , preoccupata, ad avvisare di ciò Pietro e Giovanni.
Sempre di corsa ritorna con i due discepoli al sepolcro e, mentre Pietro e Giovanni, dopo aver verificato che il corpo di Gesù non si trovava più lì, ritornano a casa, Maria resta fuori dal sepolcro piangendo sconsolatamente.
Mentre piangeva si china ancora per guardare se dentro il sepolcro ci fosse qualche segno che possa rivelarle qualcosa circa il destino del corpo di quella persona a lei tanto cara.

Ed ecco che a consolarla compaiono due angeli che rivolgendole la parola dicono:
«Donna, perché piangi?» (Giovanni 19:13).
e Maria rivela loro il motivo del suo pianto:
«Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto» (Giovanni 19:13).
A questo punto le appare anche Gesù, ma con un aspetto diverso (come possiamo intendere leggendo i versetti 14 e 15 del capitolo in premessa).
Anche Gesù le disse:
«Donna, perché piangi? Chi cerchi?» (Giovanni 19:15)
Ed ella manifestando il suo zelo nel voler riavere quel corpo gli disse:
«Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo» (Giovanni 19:15).
A questo punto Gesù le disse:
«Maria!» (Giovanni 19:16).
Gesù la chiamò per nome “Maria” ma quella voce arrivò non alle orecchie della donna, ma al suo cuore!
Elle afferrò i palpiti più segreti di quella voce che la chiamava, come sempre aveva fatto, con l’effusione della Carità di Dio.
No, certamente, nessuno l’aveva chiamata come la chiamava Gesù!
“Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbonì!», che significa: Maestro!” (Giovanni 19:16).

Per chi ha fatto un incontro con Gesù è facile capire come si riconosce quella voce!
Quante volte ci chiama per nome!
“ed egli chiama le proprie pecore per nome e le mena fuori” (Giovanni 10:3).
E chi è di Cristo Gesù riconosce la Sua voce!
“Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va innanzi a loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce” (Giovanni 10:4).
Se qualcuno, leggendo per caso questo scritto, non conosce ancora la voce del Signore sappia che dovrà diventare una “nuova creatura in Cristo Gesù” (2a Corinzi 5:17), dovrà diventare una sua “pecora” e dovrà appartenere al Suo gregge, al gregge dalla lana candida perché imbiancata dal sangue di Gesù.
Si, chiunque va a Gesù per chiedere il perdono dei peccati ed il rinnovamento dello spirito non ritorna deluso, troverà certamente, con il perdono, la pace e potrà udire la Sua voce e rispondere come Maria: «Rabbonì!».

Antonio Strigarihttp://www.incontraregesu.it/meditazioni/maria_maddalena.htm




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miroslav
10-12-07, 00:00
Mons.G.Ravasi,grande biblista dona la sua testimonianza su S.M.Maddalena


POLEMICHE
La stessa tradizione cristiana confuse la Maddalena
prima con una prostituta, poi con la sorella di Marta e Lazzaro:
ma la deformazione vera nacque con lo gnosticismo.

http://www.atma-o-jibon.org/images4/frecciasx_tra.gif (http://www.atma-o-jibon.org/italiano4/ritagli_som.htm) Maria di Magdala, troppi equivoci http://www.atma-o-jibon.org/images4/frecciadx_tra.gif (http://www.atma-o-jibon.org/italiano/diario_unito.htm)

Gianfranco Ravasi (http://www.atma-o-jibon.org/italiano4/rit_ravasi3.htm)("Avvenire", 3/1/’07)
Una storia di equivoci è quella che ha segnato fin dalle origini la figura di Maria proveniente da Magdala, un villaggio posto sulla costa occidentale del lago di Tiberiade, allora centro commerciale ittico, tant'è vero che in greco si chiamava Tarichea, cioè «pesce salato». Da questa località, Maria emerge all'improvviso nel Vangelo di Luca (8, 1-3), in un elenco di discepole di Cristo. Il ritratto è abbozzato con una sola pennellata: «Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni». Il «demonio» nel linguaggio evangelico non è solo radice di un male morale ma anche fisico che può pervadere una persona. Il «sette», poi, è il numero simbolico della pienezza. Non possiamo, dunque, sapere molto sul male grave, morale o psichico o fisico che colpiva Maria e che Gesù le aveva eliminato. La tradizione popolare, però, nei secoli successivi non ha avuto esitazioni e ha fatto diventare Maria Maddalena una prostituta. Ma perché? La risposta è semplice: nella pagina evangelica precedente, il capitolo 7 di Luca, si narra la storia di un'anonima «peccatrice nota in quella (innominata) città». L'applicazione era facile ma infondata: questa «peccatrice» pubblica dovrebbe essere Maria di Magdala, presentata poche righe dopo! A lei venne, allora, attribuita tutta la vicenda raccontata dall'evangelista. Saputo della presenza di Gesù a un banchetto in casa di un notabile fariseo, essa aveva compiuto un gesto di venerazione e di amore particolarmente apprezzato dal Cristo: aveva cosparso di olio profumato i piedi del rabbì di Nazaret, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati coi suoi capelli.
A questo primo equivoco ne subentrava un altro, in una specie di giuoco delle sovrimpressioni. È noto, infatti, che nel capitolo 12 di Giovanni, Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, amici di Gesù, compie lo stesso gesto - che, tra l'altro, era segno di ospitalità e di esaltazione dell'ospite - dell'anonima peccatrice di Luca. Infatti, durante il pranzo, «cosparge i piedi di Gesù con una libbra di olio profumato di vero nardo assai prezioso e li asciuga coi suoi capelli». È così che nella tradizione cristiana Maria di Magdala viene trasformata in Maria di Betania, sobborgo di Gerusalemme! Frattanto, però, Maria Maddalena era effettivamente giunta a Gerusalemme alla sequela di Gesù per vivere con lui e coi discepoli le sue ultime ore tragiche. Tutti gli evangelisti sono, infatti, concordi nel segnalare la sua presenza al momento della crocifissione e della sepoltura di Cristo. Ed è proprio accanto a quella tomba nella luce ancora pallida dell'alba di Pasqua che il Vangelo di Giovanni (20, 11-18) ambienta il celebre incontro tra Cristo e Maria di Magdala.
Come è noto, Maria scambia il Cristo col custode dell'area cemeteriale. Ora, la «cecità» è tipica di alcune apparizioni del Risorto: si pensi solo ai discepoli di Emmaus che gli camminano insieme per ore senza riconoscerlo ("Luca" 24, 13-35). Il significato è naturalmente teologico: pur essendo ancora Gesù di Nazareth, il Cristo glorioso travalica le coordinate umane, storiche e fisiche. Per poterlo «riconoscere» è necessario mettersi su un canale di conoscenza trascendente, quello della fede. È per questo che, solo quando si sente chiamata per nome in un dialogo personale, Maria lo «riconosce» chiamandolo in aramaico "Rabbuní", «mio maestro». Ma in agguato per la Maddalena ci sono altri equivoci.
Usciamo dai Vangeli canonici ed entriamo nel mondo, magmatico e insicuro, degli apocrifi gnostici, sorti nella cristianità d'Egitto attorno al III secolo. Ora, in alcuni di questi scritti Maria di Magdala viene identificata con Maria , la madre di Gesù! Identificazione, certo, nobilissima, ma che ancora una volta impediva a questa donna di conservare la sua identità personale. Anzi, la trasfigurazione raggiungerà in quegli scritti una tale altezza da sciogliere la figura di Maria Maddalena fino a renderla quasi un'idea, un simbolo, a Sapienza per eccellenza. E questo risultato viene paradossalmente ottenuto attraverso un'immagine sulla quale la lettura posteriore con malizia ricamerà allusioni voluttuose ed erotiche. Si legge, infatti, nel vangelo apocrifo di Filippo, scoperto nel 1945 a Nag Hammadi in Egitto: «Il Signore amava Maria Maddalena più di tutti i discepoli e spesso la baciava sulla bocca. Gli altri discepoli, vedendolo con Maria, gli domandarono: Perché l'ami più di tutti noi?»
Ce n'è abbastanza per chi, ignaro di simbolica biblica (la Sapienza esce dalla bocca dell'Altissimo secondo l'Antico Testamento), voglia seminare sospetto su Maria e su Gesù, fantasticando una relazione sessuale tra i due. In realtà, in tutti gli scritti gnostici cristiani la Maddalena è solo l'esempio della conoscenza piena dei misteri divini. In un altro testo gnostico, il trattato "Pistis Sophia", ove appare per ben 77 volte, la Maddalena diventa l'emblema dell'umanità redenta di tipo androgino (un'altra deformazione!) perché, secondo Paolo, «non ci sarà più né uomo né donna ma tutti saranno uno in Cristo Gesù» ("Galati" 3, 28). Ma la sua funzione di segno della Sapienza divina sarà esplicita in questa beatitudine messa in bocca a Gesù dall'autore gnostico: «Te beata, Maria, ti renderò perfetta in tutti i misteri dell'alto. Parla apertamente tu, il cui cuore è rivolto al Regno dei cieli più di tutti i tuoi fratelli!» (17, 2). Una santa vittima di equivoci, quindi, sospesa tra due estremi: carnalmente abbassata a prostituta o ad amante, spiritualmente elevata a Sapienza trasfigurata. Per fortuna l'unico che la chiamò per nome, Maria, e la riconobbe confermandola come sua discepola fu proprio Gesù di Nazareth, in quell'alba di Pasqua.http://www.atma-o-jibon.org/italiano4/rit_ravasi8.htm

miroslav
10-12-07, 00:16
I vangeli gnostici,dicono tante assurdità,passano dal rito osceno(LE GRANDI E LE PICCOLE QUESTIONI DI MARIA,GESU' FA RITI OSCENI CON UNA DONNA DA LUI CREATA)alla castità assoluta,encratismo,propio questi vangeli encrtiti;il vangelo di Tommaso,Il Dialgo col Salvatore,parlano di Maria Maddalena,che si fa maschio,rinuncia alla sessualità,per entrare nel regno.Altro che barzellette del CODICE DA VINCI.Ecco un articolo che parla di questo.

"Il Codice Da Vinci": ma la storia è un'altra cosa

di Massimo Introvigne, dal website del CESNUR Center for Studies on New Religions

1. L'anti-cattolicesimo come «ultimo pregiudizio accettabile»
Immaginiamo questo scenario. Esce un romanzo in cui si afferma che il Buddha, dopo l'illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni – che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) – era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l'omicidio. Pubblicato, il romanzo non passa inosservato. Autorità di tutte le religioni lo denunciano come un'odiosa mistificazione anti-buddhista e un incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione è vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui è proposta una versione per il grande schermo, cacciano a pedate l'autore e considerano l'intero progetto uno scherzo di cattivo gusto.
Lo scenario non è vero, ma ce n'è uno simile che è del tutto reale. Solo che non si parla di Buddha, ma di Gesù Cristo; non della comunità buddhista, ma della Chiesa cattolica; non di Suzuki e del suo ordine zen ma di san Josemaría Escrivá (1902-1975) e dell'Opus Dei da lui fondata; non del Dalai Lama ma di Papa Giovanni Paolo II. Il romanzo in questione ha venduto tre milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti, è sbarcato anche in Italia e la Sony ne sta traendo un film, che sarà diretto da Ron Howard e per cui è già cominciata una propaganda internazionale. Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo prodotto è solo un'altra prova del fatto che l'anti-cattolicesimo è «l'ultimo pregiudizio accettabile» (1) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note1).
2. «Il Codice da Vinci» e il Priorato di Sion
Il Codice Da Vinci (2) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note2) mette in scena una caccia al Santo Graal. Quest'ultimo – secondo il romanzo – non è, come la tradizione ha sempre creduto, una coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, la vera «coppa» che ha tenuto in sé il sang réal – in francese antico il «sangue reale», da cui «Santo Graal» –, cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. La tomba perduta della Maddalena è dunque il vero Santo Graal. Apprendiamo inoltre che Gesù Cristo aveva affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile non a san Pietro ma a sua moglie, Maria Maddalena, e che non aveva mai preteso di essere Dio. Sarebbe stato l'imperatore Costantino (280-337) a reinventare un nuovo cristianesimo sopprimendo l'elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea (325). Il progetto presuppone che sia soppressa la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio, e che la sua discendenza sia soppressa fisicamente. Il primo scopo è conseguito scegliendo quattro vangeli «innocui» fra le decine che esistevano, e proclamando «eretici» gli altri vangeli «gnostici», alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena. Al secondo, per disgrazia di Costantino e della Chiesa cattolica, i discendenti fisici di Gesù si sottraggono e secoli dopo riescono perfino a impadronirsi del trono di Francia con il nome di merovingi. La Chiesa riesce a fare assassinare un buon numero di merovingi dai carolingi, che li sostituiscono, ma nasce un'organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, per proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto.
Al Priorato sono collegati i templari – per questo perseguitati – e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e alcuni – fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) – hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, completa la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe, in cui periscono cinque milioni di donne. Ma tutto è vano: il Priorato di Sion sopravvive, così come i discendenti di Gesù in famiglie che portano i cognomi Plantard e Saint Clair.
3. «Fiction» o storia?
Molti obiettano a qualunque critica del romanzo che si tratta, appunto, di fiction che in quanto tale non è tenuta a rispettare la verità storica. Questi critici hanno semplicemente dimenticato di leggere la pagina Informazioni storiche , dove Brown afferma che «tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà» (3) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note3), e si fondano in particolare sul fatto che «nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers Secrets » (4) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note4) con la storia del Priorato di Sion.
Forse in risposta alle molte controversie, a partire dalla sesta ristampa la pagina Informazioni storiche, pagina 9 dell'edizione italiana Mondadori, è sparita sostituita da una pagina 9 interamente bianca: ma naturalmente rimane nell'edizione inglese (e nelle prime stampe italiane, per chi ha acquistato il volume nelle prime settimane di diffusione).
La parte che anche l'autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini, ma una criptologa che lavora per la polizia di Parigi – Sophie Neveu, la nipote di Saunière – crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l'Opus Dei, ma le cose sono più complicate. Sul conto di questi istituto si ripetono le più crude «leggende nere», cento volte smentite, ma dure a morire, desunte dalla letteratura internazionale che lo critica, esplicitamente citata. Nel romanzo, un nuovo Papa progressista ha deciso di rescindere i legami fra la Chiesa e l'Opus Dei che risalgono a Papa Giovanni Paolo II, e il prelato dell'Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso «Maestro»: pagando a questo personaggio una somma immensa, potrà ricattare la Santa Sede impadronendosi delle prove del segreto del Priorato di Sion – cioè della «verità» su Gesù Cristo – e minacciando di rivelarle al mondo. Un ex-criminale, ora numerario dell'Opus Dei, è «prestato» al Maestro, e proprio quest'ultimo lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il «Maestro» lavora per sé stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa. Fra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie – fra i quali nasce anche l'inevitabile storia d'amore – finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall'esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l'ultima discendente di Gesù Cristo.
4. Errori e mistificazioni
Solo la diffusa ignoranza religiosa spiega come qualcuno possa prendere sul serio un tale cumulo di affermazioni a dir poco ridicole. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All'epoca del Canone Muratoriano – che risale circa al 190 d.C. – il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l'esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant'anni prima che Costantino nascesse. Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso , che piace tanto a Brown, ben lungi dall'essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che « [...] si fa maschio» (5) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note5). A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita» (6) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note6), Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (7) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note7). La cifra di cinque milioni di streghe bruciate dalla Chiesa cattolica è del tutto assurda, e Brown si dimentica del fatto che nei paesi protestanti la caccia alle streghe è stata più lunga e virulenta che in quelli cattolici.
L'idea stessa di un «codice Da Vinci» nascosto nelle opere dell'artista italiano è stata definita «assurda» dalla professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (8) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note8). A fronte di questi svarioni, quello del traduttore italiano che chiama la torre dell'orologio del parlamento inglese «ig Bang» (9) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note9) invece di Big Ben sembra quasi un peccato veniale. Inoltre, chi conosca un poco la storia delle mistificazioni sul Graal sa che nel Codice Da Vinci vi è ben poco di nuovo: tutto è già stato detto in centinaia di libri su Rennes-le-Château (10) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note10), e – benché il nome di questa località francese non sia mai menzionato nel romanzo di Brown – i cognomi Saunière e Plantard fanno chiaramente riferimento alle stesse vicende.
5. Il mito di Rennes-le-Château: una falsificazione già da tempo smascherata
Rennes-le-Château è un paesino francese del dipartimento dell'Aude, ai piedi dei Pirenei orientali, nella zona detta del Razès. La popolazione si è ridotta a una quarantina di abitanti, ma ogni anno i turisti sono decine di migliaia. Dal 1960 a oggi a Rennes-le-Château sono state dedicate oltre cinquecento opere in lingua francese, almeno un paio di best seller in inglese e un buon numero di titoli anche in italiano. Se ne parla anche in film e in fumetti di culto, come Preacher o The Magdalena . Il paesino si trova all'interno di quel «paese cataro», cioè della zona dove l'eresia dei catari ha dominato la regione ed è sopravvissuta fino al secolo XIII, che una sapiente promozione ha reso in anni recenti una delle più ambite mete turistiche francesi. Rennes-le-Château rimarrebbe però una nota a pie' di pagina nel ricco turismo «cataro» contemporaneo se del paese non fosse diventato parroco, nel 1885, don Berenger Saunière (1852-1917). È a lui che fanno riferimento tutte le leggende su Rennes-le-Château.
Il parroco Saunière era soprattutto un personaggio bizzarro. Nel 1909 si rifiuta di trasferirsi in un'altra parrocchia e nel 1910, dopo aver perso un processo ecclesiastico, subisce una sospensione a divinis . Pure privato della parrocchia, rimane fino alla morte nel paese, che aveva arricchito con nuove costruzioni – fra cui una curiosa «torre di Magdala» – e scandalizzato con una serie di scavi nella cripta e nel cimitero, alla ricerca non si sa bene di che cosa. Diventato più ricco di quanto fosse consueto per un parroco di campagna, si favoleggia che abbia trovato un tesoro. Tutto poteva spiegarsi, peraltro – come sospettava il suo vescovo – con un meno romantico traffico di donazioni e di messe. In epoca recente si è sostenuto che Saunière avesse scoperto nella cripta importantissimi manoscritti antichi, ma quelli che sono emersi sono falsi evidenti del secolo XIX se non del XX. È possibile che, nel corso dei lavori per restaurare la chiesa parrocchiale – un'attività che va in ogni caso ascritta a merito dell'originale parroco – don Saunière avesse scoperto qualche reperto di epoca medioevale, ma in ogni caso non in quantità sufficiente da arricchirsi. Si continua a ripetere anche che Saunière sarebbe stato in rapporti con ambienti esoterici di Parigi, ma di questo non vi è nessuna prova. La figura di Saunière non è priva d'interesse, e le sue costruzioni mostrano che si trattava di un uomo singolarmente attento alle allegorie e ai simboli, sulla scia di una tradizione locale. Ma nulla di più ha mai potuto essere provato.
La leggenda di Saunière non sarebbe continuata nel tempo se la sua perpetua, Marie Denarnaud (1868-1953) – cui il sacerdote aveva intestato le proprietà e le costruzioni di Rennes-le-Château, per sottrarle al vescovo con cui era in conflitto – non avesse continuato per anni, anche per incoraggiare eventuali acquirenti, a favoleggiare di tesori nascosti. E se un altro personaggio, Noel Corbu (1912-1968), dopo avere acquistato dalla Denarnaud le proprietà dell'ex-parroco per trasformarle in ristorante, non avesse cominciato, a partire dal 1956, a pubblicare articoli sulla stampa locale dove – animato certo anche dal legittimo desiderio di attirare turisti in un borgo remoto – metteva i presunti «miliardi» di don Saunière in relazione con il tesoro dei catari.
Negli anni 1960 le leggende diffuse da Corbu su scala locale acquistano fama nazionale dopo aver attirato l'attenzione di esoteristi – fra cui Pierre Plantard (1920-2000), che aveva animato in precedenza il gruppo Alpha Galates ed era stato anche condannato per truffe a sfondo esoterico – e di giornalisti interessati ai misteri esoterici come Gérard de Sède, che pubblica nel 1967 L'or de Rennes (11) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note11). Tre autori inglesi di esoterismo popolare – Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln – s'incaricheranno di elaborare ulteriormente le sue idee, trasformandole in una vera industria editoriale – grazie anche alla BBC , che batte la grancassa – avviata con la pubblicazione, nel 1979, de Il Santo Graal (12) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note12). Secondo de Sède e i suoi continuatori inglesi, il parroco aveva scoperto il segreto di Rennes-le-Château, dove sarebbe depositato non solo un tesoro favoloso – variamente attribuito al tempio di Gerusalemme, ai visigoti, ai catari, ai templari, alla monarchia francese, e cui il sacerdote avrebbe attinto solo per una piccola parte –, ma anche – rivelato dalle presunte pergamene ritrovate da don Saunière, dalle iscrizioni del cimitero, dalle forme stesse degli edifici e di quanto si trova nella chiesa parrocchiale – un tesoro di tipo non materiale, la verità stessa sulla storia del mondo. Nel paesino pirenaico esisterebbero i documenti in grado di provare che Gesù Cristo – verità accuratamente nascosta dalla Chiesa cattolica – aveva avuto figli da Maria Maddalena, che questi figli portano in sé il sangue stesso di Dio e che pertanto hanno il diritto di regnare sulla Francia e sul mondo intero. Che il Santo Graal sarebbe, più propriamente, il sang réal , il «sangue reale» dei discendenti fisici di Gesù Cristo, è affermato da quando Plantard entra nella storia di Rennes-le-Château. Il Codice Da Vinci si limita a ripetere queste affermazioni. Per prudenza, afferma Plantard, la discendenza dei merovingi da Gesù Cristo sarebbe sempre stata mantenuta come un segreto noto a pochi. Ma i catari, i templari, i grandi iniziati – dallo stesso Saunière al pittore Nicolas Poussin (1594-1655), il quale ne avrebbe lasciato una traccia nel suo famoso quadro del Louvre I pastori di Arcadia , che raffigurerebbe precisamente il panorama di Rennes-le-Château – hanno custodito il segreto come cosa preziosissima, lasciando trapelare di tanto in tanto qualche indizio.
Oggi, naturalmente, un Priorato di Sion esiste. È fondato nel 1956 da Pierre Plantard – che si fa chiamare anche «Plantard de Saint Clair», inventandosi un titolo nobiliare di fantasia che è alle origini delle affermazioni de Il Codice Da Vinci secondo cui anche «Saint Clair» sarebbe un cognome merovingio –, con tanto di atto notarile e carte da bollo. Plantard ha lasciato intendere di essere egli stesso un discendente dei merovingi e il custode del Graal. La prova che il Priorato esiste da mille anni dovrebbe consistere nel nome di un piccolo ordine religioso medievale chiamato Priorato di Sion. Questo è effettivamente esistito – e finito –, ma non ha relazioni di sorta né con i merovingi né con presunti discendenti di Gesù Cristo. È difficile non concludere che il collegamento fra Rennes-le-Château, i merovingi e il Priorato di Sion è puramente leggendario, e che il Priorato è un'organizzazione esoterica le cui origini non vanno al di là dell'esperienza di Plantard e dei suoi collaboratori. Non è esistito nessun Priorato di Sion – nel senso in cui oggi se ne parla – prima dell'arrivo di Plantard a Rennes-le-Château. Ora, naturalmente esiste: ma solo dal 1956.
Nella pagina Informazioni storiche de Il Codice Da Vinci si afferma, come ho accennato, che tutta la storia è confermata da documenti inoppugnabili. Si tratta dei famosi documenti in parte «ritrovati» nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di Parigi e in parte trasmessi in precedenza allo scrittore Gérard de Sède. I documenti, però, sono stati «ritrovati» dalle stesse persone che li avevano nascosti nella Biblioteca Nazionale di Parigi: Plantard e i suoi amici. Ed è certissimo che non si tratta di documenti antichi ma di falsi moderni. Il principale autore dei falsi, Philippe de Chérisey – morto nel 1985 –, ha confessato di aver partecipato alla loro falsificazione, lamentandosi perfino per la loro utilizzazione avvenuta senza versargli il dovuto compenso, argomento su cui esistono lettere dell'avvocato di Chérisey (13) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note13).
Quanto a Poussin, la «prova» del suo collegamento con Rennes-le-Château avrebbe dovuto essere la fotografia di una tomba presente nel territorio del paesino francese, oggi distrutta, ma cui Poussin si sarebbe ispirato per il suo quadro I pastori di Arcadia . Peccato però che della tomba siano stati ritrovati il permesso e i piani di costruzione, datati 1903, ancorché la tomba sia stata completata nel 1933 (14) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note14): la tomba è dunque posteriore di quasi trecento anni al quadro di Poussin. Nessun «documento» e nessuna «prova», dunque. Solo fantasie, buone per vendere romanzi più o meno appassionanti, ma che dal punto di vista strettamente storico devono essere considerate autentica spazzatura.
* Articolo sostanzialmente anticipato, in una versione più breve, senza note e con il titolo Il Codice Da Vinci , in il Timone. Mensile di formazione e informazione apologetica , anno VI, n. 31, Fagnano Olona (Varese) marzo 2004, pp. 47-49.
Note


(1) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel1) Cfr. PHILIP JENKINS, The New Anti-Catholicism. The Last Acceptable Prejudice , Oxford University Press, New York 2003; in una comunicazione personale, l'autore ha confermato di ritenere Il Codice Da Vinci un esempio tipico della mentalità descritta nel suo studio.
(2) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel2) Cfr. DAN BROWN, Il Codice Da Vinci , trad. it., Mondadori, Milano 2003.
(3) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel3) Ibid ., p. 9.
(4) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel4) Ibidem .
(5) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel5) Vangelo di Tomaso , 114, in LUIGI MORALDI (a cura di), I Vangeli gnostici. Vangeli di Tomaso, Maria, Verità, Filippo , trad. it., Adelphi, Milano 2001, pp. 3- 20 (p. 20).
(6) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel6) Ibidem .
(7) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel7) Ibidem .
(8) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel8) Cfr. GARY STERN, Expert Dismiss Theories in Popular Book , in The Journal News , Westchester (New York) 2-11-2003, p. 1.
(9) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel9) D. BROWN, op. cit., p. 438.
(10) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel10) Cfr. un'introduzione all'immensa bibliografia sul tema, nel mio Rennes le Château: mistificatori e mistificazioni sul Graal , in Cristianità , anno XXIV, n. 258, ottobre 1996, pp. 7-9.
(11) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel11) Cfr. GERARD DE SEDE, L'or de Rennes ou la vie insolite de Bérenger Saunière, Curé de Rennes-le-Château , Julliard, Parigi 1967.
(12) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel12) Cfr. MICHAEL BAIGENT, RICHARD LEIGH e HENRY LINCOLN, Il Santo Graal , trad. it., Mondadori, Milano 1997.
(13) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel13) Cfr. lettera dell'avvocato B. Boccon-Gibod a Philippe de Chérisey, dell'8-10-1967, in cui parla di documenti «de votre fabrication et déposés à mon étude» , all'indirizzo http://priory-of-sion.com/psp/id167.html (http://priory-of-sion.com/psp/id167.html) , visitato il 20-5-2004.
(14) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel14) Cfr. PAUL SMITH, The Tomb at Les Pontils. The Real Truth, all'indirizzo http://priory-of-sion.com/psp/id33.html (http://priory-of-sion.com/psp/id33.html) , visitato il 20-5-2004."Dismantling The Da Vinci Code"[/B]

di Sandra Miesel, da «Crisis», numero 8, settembre 2003

"Il Graal" riprese Langdon "simboleggia la dea perduta. Quando è giunto il cristianesimo, le vecchie religioni pagane non si sono lasciate uccidere facilmente. Le leggende dei cavalieri alla ricerca del Graal perduto erano in realtà storie di ricerche proibite per ritrovare il femminino sacro perduto. I cavalieri che affermavano di "cercare il calice" parlavano in codice per proteggersi da una Chiesa che aveva soggiogato le donne, bandito la dea, bruciato i non credenti e proibito il rispetto pagano per il [I]femminino sacro ". ( Il Codice Da Vinci , trad. it., p. 280) .
Il Santo Graal è la metafora preferita per indicare un obiettivo desiderabile ma difficile da conseguire, dalla mappa del genoma umano alla Stanley's Cup. Sebbene il Graal originale — la coppa che si dice utilizzata da Gesù durante l'Ultima Cena — normalmente occupi le pagine del romanzo arturiano, il recente mega-best seller di Dan Brown, Il Codice Da Vinci , lo strappa dal reame della storia esoterica.
Tuttavia il suo libro è ben più che la storia di una ricerca del Graal. Brown reinterpreta totalmente la leggenda del Graal. Nel fare questo, Brown capovolge l'intuizione che il corpo della donna sia simbolicamente un contenitore e rende un contenitore simbolicamente un corpo di donna. E quel contenitore ha un nome che ogni cristiano riconoscerà, perché Brown afferma che il Sacro Graal era in realtà Maria Maddalena. Essa era il recipiente che conteneva il sangue di Gesù Cristo nell'utero, partorendone il figlio.
Nel corso dei secoli, i custodi del Graal hanno vigilato sulla vera (e continua) discendenza di Cristo e i sui resti della Maddalena, non su un recipiente materiale. Perciò Brown sostiene che "la ricerca del Santo Graal è […] la ricerca del luogo dove inginocchiarsi davanti alle ossa di Maria Maddalena", una conclusione che avrebbe sicuramente sorpreso Sir Galahad e gli altri cavalieri del Graal che pensavano di cercare il calice dell'Ultima Cena.
Il Codice Da Vinci si apre con il macabro omicidio del curatore del Louvre all'interno del museo. Il crimine coinvolge l'eroe Robert Langdon, uno sportivo professore di simbologia proveniente da Harvard, e la nipote della vittima, Sophie Nevue, crittologa dai capelli rossi. Insieme allo storico milionario zoppo Leigh Teabing fuggono da Parigi a Londra un passo in anticipo sulla polizia e su un pazzo "monaco" albino dell'Opus Dei di nome Silas, che non si fermerà di fronte a nulla per impedire loro di trovare il "Graal".
Ma nonostante il ritmo frenetico, in nessun punto all'azione viene permesso di interferire con una buona lezione. Prima che la storia si ritrovi al punto di partenza al Louvre, i lettori affrontano un fuoco di fila di codici, enigmi, misteri, e cospirazioni.
Con il suo principio affermato due volte, "a tutti piacciono i complotti", Brown rievoca la famosa autrice che creava il suo prodotto studiando le caratteristiche dei dieci best-seller precedenti. Sarebbe troppo facile criticarlo per i personaggi sottili come una copertina di plastica, per la prosa indistinta e per l'azione improbabile. Ma Brown non sta tanto scrivendo malamente quanto scrivendo in un modo particolare, calcolato al meglio per attirare il pubblico femminile (le donne, dopo tutto, comprano la maggior parte dei libri della nazione). Ha coniugato una trama da thriller a una tecnica romanzesca. Notate come ogni personaggio sia un tipo estremo… brillante senza sforzo, untuoso, sinistro, o psicotico quando necessario, che si muove su sfondi lussuosi ma curiosamente piatti. Evitando la violenza e la ginnastica da camera da letto, mostra solo un breve bacio e un rito sessuale eseguito da una coppia sposata. Le allusioni spinte sono sfuggenti benché il testo indugi su qualche sanguinosa mortificazione dell'Opus Dei. In breve, Brown ha costruito un romanzo perfetto per un club di libri per signore.
La mancanza di serietà di Brown si rivela nei giochi (1) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#note15) che fa con i nomi dei suoi personaggi — Robert Langdon, "professore alto di chiara fama" (distinto e virile); Sophie Nevue, "Nuova Eva della sapienza"; l'irascibile e taurino detective Bezu Fache, "collera di zebù". Il servo che guida verso di loro la polizia è Legaludec, "duce legale". Il curatore assassinato trae il cognome, Saunière, da un vero prete cattolico le cui buffonerie esoteriche diffusero l'interesse verso il segreto del Graal. Come scherzo nascosto, Brown inserisce perfino il suo editore nella vita reale (Faukman è Kaufman).
Mentre l'ampio uso delle formule romanzesche può essere il segreto della celebrità di Brown, il suo messaggio anti-cristiano non può avergli fatto male nei circoli editoriali: Il Codice Da Vinci ha debuttato in cima alla lista dei best-seller del New York Times . Manipolando il suo pubblico mediante le convenzioni della scrittura romanzesca, Brown invita i lettori a identificarsi con i suoi personaggi eleganti e fascinosi che hanno visto oltre le imposture dei chierici che nascondono la "verità" su Gesù e sua moglie. La bestemmia viene pronunciata con voce pacata e ridendo sommessamente: "Tutte le religioni del mondo sono basate su falsificazioni".
Ma anche Brown ha i suoi limiti. Per schivare le accuse di fanatismo, include un crescendo di trucchi che assolve la Chiesa dall'assassinio. E benché presenti il cristianesimo come falso in radice, è disposto a tollerarlo per la sua opera caritativa.
(Naturalmente, il cristianesimo cattolico diventerà anche più tollerabile una volta che il nuovo papa liberale eletto nel precedente romanzo di Brown con protagonista Langdon, Angeli & Demoni , abbandonerà gli insegnamenti fuori moda. "Le leggi del terzo secolo non si possono più applicare ai moderni seguaci di Cristo", dice uno dei cardinali progressisti del libro).
Da dove tra tutto questo?
In realtà Brown cita le sue fonti principali all'interno del testo del suo romanzo. Uno è un classico della cultura femminista accademica: I vangeli gnostici di Elaine Pagels. Le altre sono storie esoteriche popolari: La Rivelazione dei templari. Guardiani segreti della vera identità di Cristo di Lynn Picknett e Clive Prince; Il Santo Graal di Michael Baigent, Richard Leigh, e Henry Lincoln; La Dea nei Vangeli. La rivendicazione del femminino sacro e La Donna dalla giara di alabastro. Maria Maddalena e il Santo Graal , entrambi di Margaret Starbird. (i libri della Starbird, che si dice cattolica, sono stati pubblicati da Matthew Fox's outfit, Bear & Co.) Un'altra influenza, almeno in seconda battuta, è L'Enciclopedia Femminile dei Miti e dei Segreti di Barbara G. Walker.
L'uso di fonti talmente inaffidabili pregiudica le pretese intellettuali di Brown. Ma la cosa ha apparentemente ingannato almeno alcuni dei suoi lettori: il revisore dei libri dei New York Daily News ha strombazzato: "La sua ricerca è impeccabile".
Tuttavia, nonostante le arie da studioso di Brown, uno scrittore che pensa che i Merovingi abbiano fondato Parigi e dimentica che i papi un tempo vivevano ad Avignone, è difficile sia un ricercatore modello. E che affermi che la Chiesa abbia bruciato cinque milioni di donne in quanto streghe mostra un'ignoranza intenzionale — e in malafede — del dato storico. Le ultime cifre delle morti durante la caccia alle streghe in Europa vanno da 30.000 a 50.000 vittime. Non tutte furono eseguite dalla Chiesa, non tutte erano donne, e non tutte furono bruciate. L'affermazione di Brown secondo cui dai cacciatori di streghe venivano scelte le donne istruite, le sacerdotesse e le levatrici non solo è falsa, ma tradisce le sue fonti bendisposte nei confronti della dea.
Una moltitudine di errori
Il Codice Da Vinci è talmente pieno di errori che il lettore istruito applaude in realtà quelle rare occasioni dove Brown (suo malgrado) incespica nella verità. Qualche esempio della sua "impeccabile" ricerca: Brown sostiene che i movimenti del pianeta Venere tracciano un pentacolo (il cosiddetto pentagramma di Ishtar) che simboleggia la dea. Tuttavia esso non è una figura perfetta e nulla ha a che fare con la durata dell'Olimpiade. Gli antichi Giochi Olimpici venivano celebrati in onore di Zeus olimpico, non di Afrodite, e si svolgevano ogni quattro anni.
Erronea è anche l'affermazione di Brown secondo la quale i cinque anelli congiunti dei moderni Giochi Olimpici sono un segreto tributo alla Dea: ad ogni serie dei giochi si supponeva di aggiungere un anello al disegno ma gli organizzatori si fermarono a cinque. E sono semplicemente ridicoli i suoi sforzi di leggere la propaganda in favore della Dea nell'arte, nella letteratura, e anche nei cartoni animati Disney.
Nessun dato è troppo dubbio per essere incluso, e la realtà viene accantonata velocemente. Per esempio, il vescovo dell'Opus Dei incoraggia il suo albino assassino raccontandogli che anche Noè era un albino (una nozione tratta dal non-canonico 1 Enoch 106:2). Tuttavia l'albinismo in qualche modo non interferisce con la vista dell'uomo come dovrebbe fisiologicamente.
Ma un esempio molto più importante è il trattamento di Brown dell'architettura gotica come uno stile pieno di simboli di culto verso la Dea e di messaggi in codice per confondere i non iniziati. Basandosi sull'affermazione di Barbara Walzer che "come un tempio pagano, la cattedrale gotica rappresenta il corpo della Dea", La rivelazione dei Templari afferma: "Il simbolismo sessuale è presente anche nelle grandi cattedrali gotiche, la cui costruzione fu promossa dai Templari. Elementi caratteristici [...] rappresentano elementi anatomici femminili: l'arco, che introduce i visitatori nel corpo della Chiesa Madre, evoca la vulva". Nel Codice Da Vinci, questi sentimenti sono trasformati nella spiegazione da parte di un personaggio di come la "lunga navata vuota della cattedrale fosse un segreto tributo pagano all'utero femminile […] completa di escrescenze labiali incassate e di un clitoride floreale a cinque petali al di sopra del portale".
Queste osservazioni non possono essere accantonate come opinioni del "cattivo"; Langdon, l'eroe del libro, si riferisce alle sue conferenze a Chartres sul simbolismo della Dea.
Questa bizzarra interpretazione tradisce la non conoscenza del reale sviluppo o della costruzione dell'architettura gotica, e correggere gli innumerevoli errori diventa un noioso esercizio: I Templari nulla avevano a che fare con le cattedrali del loro tempo, che furono commissionate dai vescovi e dai loro canonici in tutta Europa. Essi erano uomini illetterati senza alcuna arcana conoscenza della "geometria sacra" tramandata dai costruttori di piramidi. Non dominavano gli stessi strumenti sui loro progetti, né fondarono corporazioni di massoni per costruirne per altri. Non tutte le loro chiese erano rotonde, né la rotondità era un insulto di sfida alla Chiesa. Piuttosto che essere un tributo al divino feminino, le loro chiese circolari onoravano la Chiesa del Santo Sepolcro.
In realtà guardando le chiese gotiche e quelle che le precedettero l'idea del simbolismo femminile si sgonfia. Le grandi chiese medievali tipicamente avevano tre porte frontali a ovest più triple entrate ai loro transetti a nord e a sud (quale parte dell'anatomia femminile rappresenta il transetto? o la volta della navata centrale di Chartres?). Le chiese romaniche — incluse quelle che precedono la fondazione dei Templari — hanno bande decorative simili che si inarcano sopra le entrate. Sia le chiese gotiche che quelle romaniche hanno ereditato dalle basiliche tardoantiche la navata lunga e rettangolare, derivata fondamentalmente dagli edifici pubblici romani. Né Brown né tantomeno le sue fonti considerano quale simbolismo coglievano nello schema di una chiesa ecclesiastici medievali come Suger di St.-Denis o Guillaume Durand. Certamente non culto nei confronti della Dea.
Affermazioni false
Se quanto sopra sembra uno schiacciatesta inflitto a un moscerino, i colpi sono necessari per dimostrare la totale falsità del materiale di Brown.
Le sue volontarie distorsioni della storia documentata si accoppiano più che bene con le sue strambe affermazioni su argomenti controversi. Ma per un postmodernista una costruzione della realtà vale l'altra.
L'approccio di Brown sembra consistere nel raccogliere ampie sezioni delle sue fonti e scuoterle insieme in una insalata di storia. Da Il Santo Graal Brown prende il concetto del Graal come metafora del lignaggio sacro spezzando arbitrariamente un termine francese medievale, Sangraal (Santo Graal), in sang (sangue) e raal (reale). Questo santo sangue, secondo Brown, discendeva direttamente da Gesù e da sua moglie, Maria Maddalena, alla dinastia Merovingia nei tempi bui della Francia, sopravvivendo alla sua caduta per persistere in diverse famiglie francesi moderne, inclusa quella di Pierre Plantard, uno dei capi del misterioso Priorato di Sion. Il Priorato — un'organizzazione reale registrata ufficialmente dal governo francese nel 1956 — fa affermazioni straordinarie riguardo la propria antichità come il "vero" potere dietro i Cavalieri Templari. Con ogni probabilità sorse dopo la seconda guerra mondiale e fu portato per la prima volta a pubblica conoscenza nel 1962. Ad eccezione del regista Jean Cocteau, la sua illustre lista di Gran Maestri — che include Leonardo da Vinci, Isaac Newton, e Victor Hugo — non è credibile, benché presentata come vera da Brown.
Brown non accetta una motivazione politica per le attività del Priorato. Al contrario, accoglie l'idea della Rivelazione dei templari dell'organizzazione come un culto di adoratori segreti della Dea che hanno conservato l'antica saggezza gnostica e i ricordi dell'autentica missione di Cristo, che se resi pubblici rovescerebbero completamente il cristianesimo. In maniera significativa, Brown omette il resto delle tesi del libro che vedono Cristo e Maria Maddalena, partner sessuali senza essere sposati, che eseguono i misteri erotici di Iside. Forse anche un pubblico di massa credulone ha i suoi limiti.
Da Il Santo Graal e dalla Rivelazione dei templari , Brown trae una visione negativa della Bibbia e un'immagine fortemente distorta di Gesù, che non è né il Messia né un umile carpentiere ma un ricco, istruito maestro religioso deciso a riconquistare il trono di Davide. Le sue credenziali sono amplificate dalla sua relazione con la ricca Maddalena che porta il sangue reale di Beniamino: "Quasi tutto ciò che i nostri padri ci hanno insegnato a proposito di Cristo è falso", si lamenta uno dei personaggi di Brown.
Tuttavia è la cristologia di Brown a essere falsa, e lo è ciecamente . Brown pretende che l'attuale Nuovo Testamento sia una falsificazione post-costantiniana che ha soppiantato le vere narrazioni ora rappresentate solo dai sopravviventi testi gnostici. Afferma che Cristo non fu considerato divino fino al Consiglio di Nicea che lo votò in questo modo nel 325 agli ordini dell'imperatore. Poi Costantino — adoratore del sole per tutta una vita — ordinò che tutti i testi scritturistici più antichi fossero distrutti, ed è per questo che nessuna serie completa di Vangeli è anteriore al quarto secolo. I cristiani in qualche modo non riuscirono ad accorgersi dell'improvviso e drastico cambiamento nella loro dottrina.
Ma secondo lo specioso ragionamento di Brown, neanche il vecchio Testamento può essere autentico perché le Scritture ebraiche complete non sono più vecchie di un migliaio di anni. E i testi tuttavia furono trasmessi così accuratamente che si adattano bene ai rotoli del mar Morto anteriori di mille anni. L'analisi delle famiglie testuali, comparazioni di frammenti e citazioni più le correlazioni storiche datano sicuramente i Vangeli ortodossi al primo secolo e indicano come essi siano anteriori rispetto alle contraffazioni gnostiche. (Le Epistole di S. Paolo naturalmente precedono anche i Vangeli).
I documenti della Chiesa Primitiva e la testimonianza dei Padri anteniceani confermano che i cristiani hanno sempre creduto che Gesù fosse il Signore, Dio, e Salvatore, anche quando quella fede significava la morte. I primi canoni parziali delle Scritture risalgono alla fine del secondo secolo e ripudiano già gli scritti gnostici. Per Brown, non è sufficiente attribuire a Costantino la divinizzazione di Gesù. La vecchia adesione dell'imperatore al culto del Sol Invictus si proponeva quindi di riciclare l'adorazione del sole come la nuova fede. Brown ripropone vecchie (e screditate da lungo tempo) accuse da parte di virulenti anticattolici come Alexander Hislop che accusava la Chiesa di perpetuare i misteri babilonesi, e come i razionalisti del XIX secolo che consideravano Cristo solo come un altro dio salvatore morente.
Non sorprende che Brown non perda l'opportunità di criticare il cristianesimo e i suoi patetici seguaci. (La chiesa in questione è sempre la chiesa cattolica, benché il suo "cattivo" in un'occasione si faccia apertamente beffe degli anglicani; di tutte le cose, per il loro aspetto arcigno). Si riferisce in maniera continua e anacronistica alla Chiesa come al "Vaticano", anche quando i papi non vi risiedevano. Rappresenta sistematicamente la Chiesa nel corso della storia come infida, smaniosa di potere, astuta, e omicida: "La Chiesa non può più servirsi dei crociati per ammazzare i non credenti, ma la sua influenza è altrettanto efficace. E altrettanto insidiosa".
Il Culto della Dea e la Maddalena
La cosa peggiore agli occhi di Brown è che l'ostilità della Chiesa nei confronti del piacere, del sesso e della donna abbia soppresso il culto della Dea ed eliminato il femminino sacro. Sostiene che il culto della Dea dominasse universalmente il paganesimo precristiano con lo hieros gamos (matrimonio sacro) come rito centrale. Il suo entusiasmo per i riti di fertilità è l'entusiasmo per la sessualità, non per la procreazione. Cos'altro ci si aspetterebbe da un simpatizzante del catarismo?
In maniera stupefacente, Brown afferma che gli ebrei nel Tempio di Salomone adoravano Yahweh e la sua controparte femminile, la Shekinah, tramite i servigi delle prostitute sacre — probabilmente una versione distorta della corruzione del Tempio dopo Salomone ( 1 Re 14:24 e 2 Re 23:4-15). Inoltre, egli dice che il tetragramma YHWH deriva da "Jehovah, androgina unione fisica tra il maschile Jah e il nome preebraico di Eva, Havah".
Ma come potrebbe dirvi qualunque studente del primo anno del corso di Scrittura, Jehovah è in realtà una interpretazione del XVI secolo di Yahweh usando le vocali di Adonai ("Signore"). Infatti, la Dea non dominava il mondo precristiano: non le religioni di Roma, i suoi sottoposti barbari, l'Egitto, o anche i territori semitici dove lo hieros gamos era un'antica pratica. Nemmeno il culto ellenizzato di Iside pare aver mai incluso il sesso nei suoi riti segreti.
Contrariamente alle affermazioni di Brown, le carte dei Tarocchi non insegnano la dottrina della Dea. Furono inventate per innocenti scopi di gioco nel XV secolo e non acquisirono associazioni occultistiche fino alla fine del XIX secolo. I pacchi di carte da gioco non hanno alcun simbolismo del Graal. L'idea che i diamanti simboleggino i pentacoli è un deliberato stravolgimento dell'occultista britannico A. E. Waite. E il numero cinque — tanto cruciale per gli enigmi di Brown — ha qualche collegamento con la Dea protettrice ma anche con miriadi di altre cose, inclusa la vita umana, i cinque sensi, e le cinque piaghe di Cristo.
Il trattamento di Maria Maddalena da parte di Brown è veramente deludente. Nel Codice Da Vinci , non è una prostituta pentita ma la consorte reale di Cristo e colei che è destinata ad essere il capo della Sua Chiesa, soppiantata da Pietro e diffamata dagli ecclesiastici. Fugge con la sua prole ad ovest verso la Provenza, dove i catari medievali conserverebbero gli insegnamenti originali di Gesù da vivo. Il Priorato di Sion veglia ancora sui suoi resti e sulle sue memorie, portati alla luce dal sotterraneo Santo dei Santi ad opera dei Templari. Il Priorato protegge anche i discendenti di lei, inclusa l'eroina di Brown.
Sebbene molti ancora raffigurino la Maddalena come la peccatrice che unse Gesù e la considerino uguale a Maria di Betania, tale confusione è in realtà opera successiva del Papa S. Gregorio Magno. L'Oriente le ha sempre mantenute separate e ha sempre affermato che la Maddalena, "apostola degli apostoli", morì a Efeso. La leggenda del suo viaggio in Provenza non è anteriore al IX secolo, e i suoi resti non vi furono riportati fino al XIII secolo. I critici cattolici, inclusi i Bollandisti, hanno sfatato la leggenda e distinto le tre donne fin dal XVII secolo.
Brown usa due documenti gnostici, il Vangelo di Filippo e il Vangelo di Maria, per provare che la Maddalena era la "compagna" di Cristo, intendendo la partner sessuale. Gli apostoli erano gelosi che Gesù fosse solito "baciarla sulla bocca" e la favorisse nei loro confronti. Brown cita esattamente gli stessi passaggi citati nel Santo Graal e nella Rivelazione dei Templari e raccoglie persino il secondo riferimento dall' Ultima Tentazione di Cristo . Ciò che questi libri tralasciano di menzionare è l'infamante versetto finale del Vangelo di Tommaso. Quando Pietro sogghigna che le "femmine non sono degne della vita", Gesù risponde: "Ecco io la guiderò in modo da farne un maschio.... Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli". (traduzione tratta da L. Moraldi, Vangeli apocrifi , Piemme, Casale Monferrato 1996; ndr)
Questo è certamente uno strano modo di "onorare" la propria sposa o di esaltare lo status delle donne.
I Cavalieri Templari
Brown allo stesso modo travisa la storia dei Cavalieri del Tempio. Il più vecchio degli ordini religiosi militari, i Cavalieri furono fondati nel 1118 per proteggere i pellegrini in Terra Santa. La loro regola, attribuita a S. Bernardo di Chiaravalle, venne approvata nel 1128 e generose donazioni garantirono a loro supporto numerose proprietà in Europa. Resi ridondanti dopo la caduta nel 1291 dell'ultima fortezza crociata, l'orgoglio e la ricchezza dei Templari — erano anche banchieri — attirò loro profonda ostilità.
Brown attribuisce maliziosamente la soppressione dei Templari al "machiavellico" papa Clemente V, che essi stavano ricattando con il segreto del Graal. La sua "ingegnosa operazione lampo" fece sì che i suoi soldati arrestassero improvvisamente tutti i Templari. Accusati di satanismo, sodomia, e blasfemia, essi furono torturati fino alla confessione e bruciati come eretici, i loro resti "gettati nel Tevere senza tante preoccupazioni".
Ma in realtà, l'iniziativa per distruggere i Templari partì da Re Filippo il Bello, i cui ufficiali reali eseguirono gli arresti nel 1307. Circa 120 Templari furono bruciati dalle corti inquisitoriali locali della Francia per non aver confessato o aver ritrattato la confessione, come avvenne con il Gran Maestro Jacques de Molay. Alcuni Templari patirono la morte altrove sebbene il loro ordine venisse abolito nel 1312. Clemente, un francese debole e malaticcio manipolato dal suo Re, non bruciò nessuno a Roma, in quanto era il primo papa a regnare da Avignone (e tanto basta per le ceneri nel Tevere).
Inoltre, il misterioso idolo di pietra che i Templari furono accusati di adorare è associato alla fertilità solo in una delle oltre cento confessioni. Fu la sodomia la scandalosa — e forse vera — accusa verso l'Ordine, non la fornicazione rituale. I Templari sono stati prediletti dall'occultismo da quando il loro mito di maestri della segreta saggezza e di favolosi tesori cominciò a formarsi verso la fine del XVIII secolo. I frammassoni e perfino i nazisti li hanno acclamati come fratelli. Ora è il turno dei neo-gnostici.
Da Vinci travisato
Le interpretazioni revisioniste di Brown riguardo Leonardo da Vinci sono distorte quanto il resto del suo libro. Sostiene di essersi per la prima volta imbattuto in queste visioni "mentre studiavo storia dell'arte a Siviglia", ma queste corrispondono punto per punto al materiale nella Rivelazione dei Templari . Uno scrittore che vede in un dito puntato un gesto di tagliare la gola, che afferma che la Vergine delle Rocce è stata dipinta per delle suore e non per una confraternita laica maschile, che sostiene che Da Vinci ha ricevuto "centinaia di ricche commissioni da parte della Chiesa" (in realtà solo una… e non fu mai eseguita) è semplicemente inaffidabile.
L'analisi di Brown dell'opera di Leonardo Da Vinci è altrettanto ridicola. Presenta la Monna Lisa come un autoritratto androgino quando è ampiamente noto ritragga una donna reale, Madonna Lisa, moglie di Francesco di Bartolomeo del Giocondo. Il nome non è certamente — come sostiene Brown — un derisorio anagramma delle due divinità egizie della fertilità Amon e L'Isa (in italiano per Isis). Chissà come mai si è lasciato sfuggire la teoria, propugnata dagli autori della Rivelazione dei Templari , che la Sindone di Torino sia un autoritratto fotografato di Leonardo Da Vinci!
Molte delle argomentazioni di Brown sono incentrate intorno all' Ultima Cena di da Vinci, un dipinto che l'autore considera un messaggio in codice che rivela la verità su Gesù e il Graal. Brown sottolinea la mancanza del calice centrale sulla tavola come prova che il Graal non è un recipiente materiale. Ma il dipinto di Leonardo da Vinci mette in scena specificamente il momento in cui Gesù avverte: "Uno di voi mi tradirà" (Giovanni 13:21). Non c'è alcuna narrazione nel Vangelo di S. Giovanni. In esso l'Eucaristia non viene mostrata e la persona seduta accanto a Gesù non è Maria Maddalena (come sostiene Brown) ma S. Giovanni, ritratto come al solito come un giovane effeminato da Leonardo da Vinci, paragonabile al suo S. Giovanni Battista. Gesù si trova esattamente al centro del dipinto, con due gruppi piramidali di tre apostoli su ciascun lato. Sebbene Leonardo da Vinci fosse un omosessuale spiritualmente problematico, è insostenibile l'affermazione di Brown secondo cui egli codificò i suoi dipinti con messaggi anti-cristiani.
Il caos di Brown
Insomma, Dan Brown ha composto uno scritto miserevole, un pasticcio ricercato atrocemente. Perciò, perché prendersi la briga di fare una lettura così ravvicinata di un romanzo senza valore? La risposta è semplice: Il Codice Da Vinci segue la corrente esoterica. Può ben darsi faccia per lo Gnosticismo quello che fece I Misteri di Avalon per il paganesimo: ottenergli l'approvazione popolare. Dopo tutto, quanti lettori inesperti scorgeranno le inesattezze e le menzogne propalate come verità nascoste?
In più, facendo false affermazioni di erudizione, il libro di Brown infetta i lettori con una virulenta ostilità nei confronti del cattolicesimo. Dozzine di libri di storie occultistiche, accuratamente collegate da Amazon.com, seguono la sua scia. E gli scaffali dei librai ora sono zeppi di falsità. Se ne venderebbero pochi senza il collegamento con Il Codice Da Vinci . Se pure l'assalto di Brown alla Chiesa cattolica può essere un complimento ambiguo, ne avremmo fatto volentieri a meno.
Note


(1) (http://www.santamelania.it/approf/papers/brown/cdavinci.htm#appel15) I giochi di parole di Brown sono spesso difficoltosi da tradurre in lingua italiana. Robert Langdon nell'articolo originale viene reso con "bright fame long don”; in "Sophie Nevue" Sandra Miesel vede “wisdom New Eve” (probabilmente un gioco di parole in francese, così come Bezu Fache). Tuttavia "Langdon" potrebbe essere anche un riferimento a John Langdon, specialista di ambigrammi, cioè parole scritte in modo da essere leggibili allo stesso modo sia dall'alto verso il basso che viceversa. Il sito di Langdon è indicato tra i collegamenti del sito ufficiale di Dan Brown. Anche il nome di uno dei protagonisti, Leigh Teabing, è l'anagramma di Leigh Baigent, cioè i cognomi degli autori de Il Santo Graal , Michael Baigent e Richard Leigh.

miroslav
03-09-08, 00:59
CENTRO ANTI BLASFEMIA
IL SITO BAIAMONTI
Questo Signore afferma che la dinastia dei Merovingi discende da Maria Maddalena e da Giacomo il Giusto.
Quante falsità, infatti nessuno dei due è andato in Provenza, M.Maddalena è morta ad Efeso, dove ancora esiste la sua tomba,
per quanto riguarda Giacomo il Giusto fratello del Signore, era troppo giudeicizzante per andare fuori dalla Palestina.
Da molte fonti storiche sappiamo che visse castamente senza sposarsi,passava il tempo a pregare in ginocchio nel Tempio,
morì martire a Gerusalemme il 62 d.c.
http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it (http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it)
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Circa 10 mesi fa' ho iniziato una ricerca sul mio cognome,che e' Bajamonte.Mi sono cosi' imbattuto nei Merovingi,che ho dovuto studiare a fondo, mi sono accorto che non si sono affatto estinti ma anzi i loro discendenti hanno combattuto nella guerra dei trent'anni e che tutt'oggi sono i Re
Per una completa comprensione delle mie ricerche e' necessario leggere dal titolo che e' questo:



La genealogia divina dei Merovingi,formatasi in Provenza per discendenza da Giacomo il Giusto Maria Maddalena ed il resto della famiglia di Gesu' Cristo:origine e sviluppo delle monarchie. (http://www.baiamonti.it/prefaz.htm)




I simboli dei Merovingi sono questi (http://www.baiamonti.it/simboli.htm),se ne avete qualcuno nel blasone,probabilmente lo siete.Andate qui (http://www.houseofnames.com/)o qui (http://www.4crests.com/coatofaremgr.html)a controllare,se vi serve aiuto per la genealogia o la volete semplicemente pubblicata,mandate una mail a contatto.




/Regine d'Europa
http://www.baiamonti.it/ (http://www.baiamonti.it/)

miroslav
03-09-08, 01:00
SAN GIACOMO GIUSTO
Nel Nuovo Testamento si parla diverse volte di un apostolo di nome Giacomo, chiamato anche Giacomo "fratello" di Gesù (cugino), figlio di Maria di Cleofa (http://www.enrosadira.it/santi/m/mariadicleofa.htm). Fu una figura importante nella chiesa di Gerusalemme, della quale fu vescovo. Vien martirizzato nel I° secolo, così come viene raccontato nella versione di Giuseppe Flavio e Egesippo (citate nella "Storia Ecllesiastica" di Eusebio), vittima del fanatismo giudaico. Giacomo il minore era una figura rispettata da tutti, era infatti chiamato "il giusto" sin dai tempi di Cristo, ed aveva la licenza di entrare nel sancta sanctorum. Capitò che alcuni dei seguaci delle varie sette gli chiedessero chi fosse la porta di Gesù (prendendo spunto dall'episodio narrato in Gv 10, 7-9). Giacomo rispondeva che questi era il salvatore e in questo modo quelli credevano che Gesù fosse veramente il messia. Molti dei capi, così, credevano alle sue parole, e per questo c'era malcontento tra i giudei, gli scribi e i farisei, preoccupati che tutto il popolo pensasse a Gesù come al messia. Questi si riunirono dunque e chiesero a Giacomo di correggere il popolo su quanto credeva circa Gesù (correggere l'errore, cioè, di crederlo il messia) e dopo avergli detto "...noi ti crediamo, noi, insieme con tutto il popolo, possiamo testimoniare che sei un uomo giusto e che non guardi in faccia a nessuno..." gli proposero di andare sul pinnacolo del tempio per fare ascoltare quanto aveva da dire a tutte le tribù e i popoli convenuti in Gerusalemme per la pasqua. Quindi gli scribi e i farisei fecero salire Giacomo sul pinnacolo del tempio e gli chiesero a gran voce: "Uomo giusto, in cui tutti dobbiamo credere, poiché il popolo è fuorviato da errori nei riguardi di Gesù il crocifisso, annunciaci quale è la porta di Gesù". Ed egli a gran voce rispose: "Perché mi interrogate sul Figlio dell'uomo, che siede in cielo alla destra della grande Potenza e tornerà sulle nubi del cielo?". Molti furono persuasi e credettero in Cristo per la testimonianza di Giacomo, inneggiando: "Osanna al Figlio di David!". Gli scribi e i farisei, spiazzati da quanto aveva detto Giacomo, subitoro si pentrono di avergli offerto una simile occasione di testimoniare in favore di Cristo, e per "correre ai ripari" salirono sul pinnacolo e al grido di "Oh, oh, anche il giusto ha errato!" lo gettarono giù. Il "giusto" non morì dopo la caduta e così iniziarono a lapidarlo, ma Giacomo rigirandosi si inginocchiò: "Ti scongiuro, Dio Padre onnipotente, perdonali perché non sanno quello che fanno". Uno dei sacerdoti, che si chiamava Recab gridò: "Smettete! Che cosa fate? Il giusto prega per voi!". Frattanto uno dei presenti, che di mestiere era lavandaio, afferrato uno di quei bastoni con cui si comprimono i panni, lo vibrò sul capo del giusto e così lo martirizzò. I fedeli lo seppellirono in un luogo vicino al tempio, dove anche ora una lapide lo ricorda.
[ Testo del "Gruppo santi di via Pienza", modificato da Enrosadira ]
http://www.enrosadira.it/santi/g/giacomominore.htm (http://www.enrosadira.it/santi/g/giacomominore.htm)

miroslav
03-09-08, 01:01
IL MARTIRIO DI SAN GIACOMO IL GIUSTO
Il martirio di Giacomo, noto dalla notizia di Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, XX, 197. 199-203), della fine del I secolo, ci viene descritto nei dettagli da Eusebio di Cesarea, che riferisce per esteso in particolare la precedente narrazione di Egesippo (Memorie, 5). Morto il prefetto di Giudea Festo, e mentre era ancora in viaggio da Roma il suo successore designato Albino, il sommo sacerdote Ananos il Giovane approfittò del momento per convocare il sinedrio e condannare Giacomo alla lapidazione. Siamo nell’anno 62. Giacomo fu gettato giù dal pinnacolo del Tempio e, poiché non era morto, fu lapidato; e poiché, messosi in ginocchio, pregava per coloro che lo stavano lapidando, «uno di loro, un follatore, preso il legno con cui batteva i panni, colpì sulla testa il Giusto, che morì martire in questo modo. Fu quindi sepolto sul luogo, vicino al Tempio, dove si trova ancora il suo monumento» (Egesippo, in Eusebio, Storia ecclesiastica, II, 23, 18). Il suo cippo sepolcrale, secondo la testimonianza di Girolamo, rimase al suo posto fino al tempo dell’imperatore Adriano (117-138); poi se ne dovettero perdere le tracce, se si ha la notizia dell’invenzione (cioè del ritrovamento), verso la metà del IV secolo, del corpo di Giacomo, insieme a quelli dei martiri Simeone e Zaccaria, a opera di un eremita, Epifanio. Il corpo di Giacomo fu temporaneamente traslato dentro Gerusalemme dal vescovo Cirillo il 1° dicembre 351, poi successivamente fu riportato nella chiesa costruita presso il luogo dell’invenzione; infine si ha notizia di una traslazione – ancora il giorno 1° di dicembre – in un’altra chiesa in Gerusalemme, costruita sotto l’imperatore bizantino Giustino II (565-578) e dedicata a Giacomo.

http://www.30giorni.it/it/supplemento_articolo_stampa.asp?id=17036 (http://www.30giorni.it/it/supplemento_articolo_stampa.asp?id=17036)

miroslav
03-09-08, 01:04
CENTRO ANTI-BLASFEMIA
UN'IPOTESI A CUI GLI AUTORI NEMMENO CREDONO E' DIVENTATA STORIA
SONO MOLTI I SITI IN INTERNET CHE ASSERISCONO CHE I MEROVINGI DISCENDONO DA GESU' E MARIA MADDALENA
MA VEDIAMO COME STANNO I FATTI REALMENTE
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MASSIMO INTROVIGNE
COSA DAVVERO DICONO I VANGELI GNOSTICI SU GESU' E MARIA MADDALENA
Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Dan Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (Vangelo di Tomaso, 114). Certo, vi è qui una nozione gnostica di androginia che non va presa necessariamente alla lettera: ma siamo comunque ben lontani dal femminismo. Né si parla di figli di Gesù Cristo e della Maddalena.
Brown insiste pure su un brano del cosiddetto «Vangelo di Filippo», dove si leggerebbe che «la Maddalena era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più degli altri discepoli e la baciava sulla bocca». Gli specialisti fanno osservare che non esiste a rigore nessun «Vangelo di Filippo» (questo titolo è stato attribuito da studiosi moderni a un testo che di titolo è privo), che la parola copta (questa la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche se Dan Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico) tradotta con «compagna» ha una pluralità di significati, e che in corrispondenza della parola «bocca» nel testo c’è una lacuna, per cui la frase suona «la baciava su…», e «sulla bocca» è una congettura desunta dal fatto che altri personaggi nello stesso testo e in testi della stessa epoca ricevono «baci sulla bocca», a indicare una stretta comunanza spirituale. Ma queste obiezioni da specialisti non sono neppure necessarie a fronte del fatto che il cosiddetto «Vangelo di Filippo» è piuttosto un catechismo gnostico di scuola valentiniana del tardo II o del III secolo. Come tale, non aspira a trasmettere informazioni reali sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere un buon gnostico valentiniano che, a questo punto della storia, fa già parte di una religione diversa e separata dal cristianesimo della «Grande Chiesa». Una lettura completa del cosiddetto «Vangelo di Filippo» mostra la contrapposizione radicale che questa scuola gnostica, agli antipodi di Dan Brown e de Il Codice Da Vinci, stabiliva fra il nostro mondo com’è, creato da un Dio minore e malvagio, e l’ideale mondo degli gnostici. Le caratteristiche più evidenti del carattere decaduto e malvagio di questo mondo sono la sessualità e la procreazione. Il rapporto che Gesù ha nel testo con i discepoli e con la Maddalena è un rapporto del tutto privo di caratteri sessuali, e il «bacio» che ne è il simbolo sta precisamente a indicare questo mondo alternativo.

CHI HA INVENTATO GESU'-MARIA MADDALENA CAPOSTIPITI DEI MEROVINGI
La storia relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce tra il 1969 e il 1970, quando della vicenda del Priorato di Sion comincia a interessarsi un attore inglese che aveva recitato nello sceneggiato televisivo The Avengers (in Italia Agente speciale) negli anni 1960 con il nome di Henry Soskin, ed era poi diventato regista di documentari su soggetti misteriosi con il nome di Henry Lincoln. Questo attore e documentarista inglese entra in contatto con il trio de Chérisey - Plantard - de Sède e decide di riscrivere la storia de L’Or de Rennes in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l’aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh The Holy Blood and the Holy Grail (tradotto in italiano nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano). Lincoln si rende conto che a chi spetti il titolo di pretendente al trono di Francia è di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), una figura notissima di questo ambiente. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicato Jésus ou Le mortel secret des templiers (Robert Laffont, Parigi), dove sosteneva che Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salomé. Lincoln mette insieme la storia del matrimonio di Gesù, che ricava da Ambelain, con quella dei Merovingi di Plantard e «rivela» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di là della rivendicazione del trono di Francia, perché discendono da Gesù Cristo e dalla Maddalena.

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DEGLI AUTORI DEL DIABOLICO BESTSELLER;"IL SANTO GRALL",IL TRIO INGLESE-LINCOLN-LEIGH-BAIGENT-----ORA E' RIMASTO SOLO UN MALFATTORE;MICHAEL BAIGENT PER CONTINUARE A DISTRUGGERE GESU'.
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HENRY LINCOLN-SI PENTI'
martedì 2 novembre 2004, 0.00.00 | (tomatismariano@hotmail.com) Mariano Tomatishttp://www.politicaonline.net/forum/cid:020501c83dfc$9cd3fa90$1201a8c0@ACER
Michael Baigent e Richard Leigh hanno recentemente denunciato Dan Brown di plagio per aver citato su "Il Codice Da Vinci" la teoria da loro avanzata ne "Il Santo Graal" (Mondadori, 1982) secondo cui Gesù Cristo e Maria Maddalena si sarebbero uniti in matrimonio. Alla denuncia non ha preso parte Henry Lincoln, l'autore principale del libro "Il Santo Graal" nonché coordinatore delle ricerche dei tre. Durante una visita a Rennes-le-Chateau il 24 e 25 settembre 2004, Lincoln ha ripudiato il contenuto del libro, commentando: "Maria Maddalena sposa di Cristo? Questa teoria non si basa neppure sull'ombra di una prova. Le due pergamene provengono certamente da Plantard e dal suo amico De Chérisey, ma probabilmente non sono altro che dei falsi. Plantard era certamente un mitomane, ma anche un gentiluomo, ed io gli volevo bene. Aveva del talento".
Lincoln è anche esterrefatto di fronte ai recenti documenti attribuiti ad un presunto redivivo Pierre Plantard: "Almeno Plantard aveva del talento!".
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E' morto Richard Leigh

Notizia pubblicata il 27 novembre 2007


http://www.politicaonline.net/forum/
Il 21 novembre scorso è mancato uno dei tre autori di Holy Blood Holy Grail: Richard Leigh.
Nato nel New Jersey nel 1943, Leigh trascorse gran parte della sua vita in Inghilterra. Laureato a Chicago, ottenne un Ph.D. a New York.
Acquistò fama mondiale con la pubblicazione del libro sulla dinastia di Cristo insieme ad Henry Lincoln e Michael Baigent.
Nel febbraio 2006 intentò una causa contro la Random House, editrice del libro Il Codice Da Vinci, con l'accusa di plagio da parte di Dan Brown. La sentenza del 7 aprile 2006 respinse l'accusa.
Nonostante la sua notorietà per i suoi libri su Rennes-le-Château (al primo seguì L'eredità messianica), Leigh amava essere ricordato come scrittore di romanzi: Erceldoune & Other Stories e Grey Magic.
Sua sorella è l'astrologa Liz Greene, che anticipò i temi di Holy Blood Holy Grail nel 1980.
Si ringrazia Demian Lee Kusturiza per la segnalazione.
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Esce "Vita di Gesù dopo la crocifissione"

Notizia pubblicata il 12 novembre 2007 http://www.politicaonline.net/forum/
Il sepolcro vuoto la mattina di Pasqua, l'apparizione ai discepoli in Emmaus: e se Gesù fosse sopravvissuto alla crocifissione e davvero fuggito a Rennes-le-Château?
E' la domanda da cui parte Graham Simmans, il ricercatore che abitava nella casa adiacente al giardinetto triangolare del calvario a Rennes-le-Château, deceduto nell'agosto 2005.
Questo libro, pubblicato postumo dalla Sperling&Kupfer, analizza le varie tradizioni storico-religiose per identificare gli indizi di uno scenario abbastanza sorprendente: l'autore prova infatti a tracciare una biografia di Gesù a partire da documenti come i Rotoli del Mar Morto, i Codici di Nag Hammadi - e immagina come egli sia fuggito via mare con la compagna Maria Maddalena, la figlia Sara, parenti e seguaci verso i lidi della costa meridionale della Francia, dopo essere stato guarito dagli esseni dell'Egitto occidentale, subito dopo la crocifissione. E proprio nella Francia del sud, a Rennes-le-Château, si troverebbe secondo l'autore la vera tomba di Gesù, in cui sarebbe custodito il suo Vangelo autografo, portatore dell'autentico messaggio cristiano.
Le ipotesi sono suggestive, seppur non opportunamente documentate come si dovrebbe: il libro va letto come una sorta di "testamento spirituale" di uno dei ricercatori chiave delle vicende di Rennes-le-Château, ma valutato "cum grano salis". La speranza è che i ricercatori moderni possano far frutto dei risultati di Simmans per supportarli (o confutarli) con maggior rigore.

E' morto Graham Simmans

Notizia pubblicata il 27 agosto 2005
Il 20 agosto 2005 è morto Graham Simmans, autore di "Rex Deus". Aveva 48 anni.
Fondatore a Stenay del "Circolo San Dagoberto II", da qualche tempo aveva preso residenza a Rennes-le-Chateau.
QUESTO E' L'AUTORE INSIEME AD ALTRI DUE INGLESI DI,"IL CODICE SEGRETO DL GRAAL",Dove per giustificare le stesse eresie del Codice da Vinci,non potendo più
usare Rennes-le-Chateau,ormai smantellata,hanno inventato un discendente dei REXDEUS.
Quante falsità per potere cancellare Gesù dal mondo,ci riusciranno?
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http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it (http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it)

miroslav
03-09-08, 01:06
CENTRO ANTI-BLASFEMIA

S.MARIA MADDALENA NE SI SPOSO' CON GESU' NE SI RECO' MAI IN FRANCIA-ALCUNE TESTIMONIANZE

SANDRA MIESEL
Sebbene molti ancora raffigurino la Maddalena come la peccatrice che unse Gesù e la considerino uguale a Maria di Betania, tale confusione è in realtà opera successiva del Papa S. Gregorio Magno. L'Oriente le ha sempre mantenute separate e ha sempre affermato che la Maddalena, "apostola degli apostoli", morì a Efeso. La leggenda del suo viaggio in Provenza non è anteriore al IX secolo, e i suoi resti non vi furono riportati fino al XIII secolo. I critici cattolici, inclusi i Bollandisti, hanno sfatato la leggenda e distinto le tre donne fin dal XVII secolo.
Brown usa due documenti gnostici, il Vangelo di Filippo e il Vangelo di Maria, per provare che la Maddalena era la "compagna" di Cristo, intendendo la partner sessuale. Gli apostoli erano gelosi che Gesù fosse solito "baciarla sulla bocca" e la favorisse nei loro confronti. Brown cita esattamente gli stessi passaggi citati nel Santo Graal e nella Rivelazione dei Templari e raccoglie persino il secondo riferimento dall' Ultima Tentazione di Cristo . Ciò che questi libri tralasciano di menzionare è l'infamante versetto finale del Vangelo di Tommaso. Quando Pietro sogghigna che le "femmine non sono degne della vita", Gesù risponde: "Ecco io la guiderò in modo da farne un maschio.... Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli". (traduzione tratta da L. Moraldi, Vangeli apocrifi , Piemme, Casale Monferrato 1996; ndr)
Questo è certamente uno strano modo di "onorare" la propria sposa o di esaltare lo status delle donne.
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VITA DEI SANTI-CHIESA ORTODOSSA FRANCESE

S.M.MADDALENA-STORICAMENTE VISSE E MORI' AD EFESO-ANCORA ESISTE LA SUA TOMBA-S.GREGORIO DA TOURS LA VISITO' E SCRISSSE DI QUESTO.
S.Gregorio Da Tours,viveva in Francia e frequentava la corte dei Franchi di cui scrisse libri,i Franchi sono i figli dei Merovingi,ora chi meglio di S.Gregorio da Tours,poteva saperre se S.M.Maddalena visse in Francia?
Le leggende delle S.Marie del mare non hanno nessun fondamento,sono tardive,inventate dai provenzali,dopo i presunti ritrovamenti dei resti di S.M.Maddalena,siccome da Efeso erano stati spostati a Costantinopoli e poi forse a Marsiglia,quando i crociati cercavano di salvare le relique dal saccheggio dei musulmani.
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LOREDANA PENNATI
Quanto contenuto nei Vangeli rinvenuti nel I secolo e narrato separatamente da Luca, Marco, Matteo e Giovanni, menziona la Maddalena come pia seguace di Gesù, dal quale era stata liberata da sette demoni; la ripropone sul Calvario e alla sepoltura, testimone della sparizione del corpo fisico di Gesù e privilegiata dall'incontro del Risorto, il quale le affida il compito dell'annuncio del Suo ritorno ai discepoli. Gli evangelisti la citano come facente parte del gruppo di donne che seguiva il Maestro; ma i ruoli che le sono stati attribuiti dalla tradizione successiva sarebbero in realtà riconducibili a due o tre donne diverse, in un'epoca e in un contesto geografico nel quale molte donne portavano il nome di Maria (come la stessa madre di Gesù) e venivano distinte tramite la menzione della provenienza o della parentela. Nel suo caso si tratta di Maria della città di Magdala. A posteriori sbrigativamente identificata con una meretrice probabilmente anche a causa del fatto che era stata liberata da sette demoni, non sarebbe nemmeno stata protagonista dei due episodi evangelici di unzione dei piedi del Signore: il primo compiuto dalla vera meretrice, che ottiene la remissione dei peccati bagnandoli con le proprie lacrime, ungendoli di olio profumato e poi asciugandoli coi lunghi capelli; il secondo invece compiuto da Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro.
Dopo aver recato l'annuncio "Ho visto il Signore", Maria di Magdala svanisce dal quarto Vangelo e dal Nuovo Testamento.
Secondo gli studiosi non vi fu mai, nei primi secoli, l'intenzione di screditare la figura della Maddalena e della sua santità; anche la tardiva ipotesi di accostamento alla meretrice compiuta da Papa Gregorio Magno serviva più che altro ad esaltare lo stato di grazia derivato dal pentimento che le consentì il privilegio di essere la prima testimone alla Resurrezione.
Si deve all'insigne umanista e filosofo francese Jacques Lefèvres d'Étaples (meglio conosciuto come Faber Stapulensis, circa 1450-1536), uomo dal temperamento profondamente religioso, il primo organico tentativo di rimettere in discussione il problema dell'identità di Maddalena, di Maria di Betania e della peccatrice come figure distinte, innescando la polemica tra studiosi nota come "questione delle tre Marie".
La "leggenda" dello sbarco nella Francia meridionale della Maddalena e di altre due Marie, episodio che avrebbe dato il nome al piccolo villaggio provenzale Les Saintes Maries de la Mer, cominciò invece a circolare nel IX secolo. Per motivi più prosaici che spirituali, i benedettini dell'Abbazia di Vézelay in Borgona iniziarono ad asserire di custodire il corpo della Santa, allo scopo di ravvivarne il culto e di promuovere così i pellegrinaggi. Nel 1265-67 i monaci nella basilica ormai ribattezzata col nome della Santa organizzarono l'ostensione e la traslazione dei presunti resti della Maddalena, facendo fiorire tutta una letteratura agiografica relativa alla Maddalena e al lancio del suo culto religioso in Francia e in Italia. Ma di lei come sposa di Gesù nessun accenno venne mai fatto se non dalla fine dell'ottocento.
"Prima del secolo X non vi è traccia alcuna di qualche luogo di culto in occidente dedicato alla Maddalena. La tradizione più antica riteneva che il corpo della santa fosse stato conservato prima a Efeso, poi a Costantinopoli; proprio a Efeso, si credeva, la Maddalena aveva terminato la sua esistenza terrena, vivendo accanto a Maria e a Giovanni.

LOREDANA PENNATI CHIEDE AL DOTT.M.ARTURO IANNONE
Quando nasce questa idea della Maddalena sposa di Gesù?
"In pratica, nasce nella "controcultura" parigina di fine Ottocento formata da artisti contestatori, spesso impegnati nell'occultismo, che volevano scuotere le convenzioni. Per esempio, nel 1888 fu rappresentata a Parigi l'opera L'amante du Christ scritta da Darzens e l'amante era naturalmente la Maddalena".
Perché la Maddalena?
"E' una figura chiave. La più vicina a Gesù. Dunque, "aggiustare" lo status della Maddalena significava, per riflesso, "aggiustare" anche la figura di Gesù. Nel 1896 fu pubblicato il Vangelo di Maria (Maddalena), un apocrifo importante che rafforzò il femminismo. Nei quadri, nei romanzi, la Maddalena divenne una femme fatale. Lawrence, autore de L'amante di Lady Chatterley, scrisse un racconto sulla Maddalena e Gesù intitolato Il risorto, pieno di doppi sensi."
Brown paragona la coppa del Graal al grembo della Maddalena. Possibile che questo paragone non sia mai affiorato prima?
"No, è idea moderna con una precisa origine Fu elaborata dalla più celebre società magica dei primi del Novecento, l'Alba Dorata, che aveva sedi a Parigi e Londra. Ben frequentata, molto chic, le sue dottrine s'ispiravano alla gnosi. Sosteneva che ogni aspetto maschile andava bilanciato con uno femminile, il "femminino sacro". Gli adepti inventarono meditazioni collegando la femminità al Graal dove appare un'Iside che dice "Io sono la coppa del Graal, io porto il sangue regale"."
E gli studiosi del cristianesimo antico, i biblisti, che ruolo hanno avuto?
"Sono arrivati molto dopo. L'interesse è montato quando è iniziata la caccia all'apocrifo più clamoroso, una caccia che ha costruito carriere importanti. Arrivò il Sessantotto, i Jesus Freaks, Jesus Christ Superstar. E nel 1970 due libri: Gesù era sposato? di Phipps, che coinvolgeva la Maddalena. E Il mortale segreto dei templari dell'occultista Ambelain per il quale la sposa di Gesù non era la Maddalena ma Salomé. E il matrimonio era conosciuto dai Templari. Ovviamente. Ambelain e Phipps ispirarono 25 anni fa Il Santo Graal di Baigent e soci…

SANGUE REALE
La tesi secondo cui Sacro Graal sarebbe in realtà il Sang Real, nel libro viene rafforzata dall'ipotesi che la stirpe reale avrebbe un'origine non solo paterna - cioè Gesù Cristo della stirpe di Davide discendente di Salomone, re dei giudei - ma anche materna, in quanto Maria Maddalena proveniva dalla Casa di Beniamino. Cosa può dirci in proposito?
"La provenienza dalla Casa di Beniamino è completamente inventata, e non compare in nessuna fonte antica, né canonica né apocrifa"
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ANDREA NICOLOTTI INTERVISTATO DA LOREDANA PENNATI
IL VANGELO DI FILIPPO
Professor Nicolotti, oltre ai vari svarioni storici compiuti da Dan Brown, pare che, come da lei indicato, il rapporto tra Gesù e la Maddalena ricavato dal Vangelo di Filippo sia in realtà poco conciliabile con la sua autentica dottrina.
"La lettura di qualche isolato passo, estrapolato dal contesto, non permette al lettore di farsi un'idea adeguata delle caratteristiche di quel testo. Si tratta di un'antologia di passi tratti da sermoni, catechesi, o scritti dei seguaci di Valentino, uno gnostico nato in Egitto attorno all'anno 100 d.C. Una prima stesura del testo avvenne probabilmente in Siria, tra il II ed il III secolo, in greco; ma del Vangelo di Filippo ci rimane solo una traduzione in copto che risale al IV secolo. Lo gnosticismo di Valentino si caratterizzava tra l'altro per un infinito disprezzo del mondo creato, elemento che generalmente si esplicitava in un'assoluta condanna della fisicità e nel rifiuto della riproduzione e della sessualità, intesa come impurità. Il Gesù del Vangelo di Filippo non è un Gesù più "umano" di quello dei quattro Vangeli della tradizione, come Brown sembra ritenere: è invece un uomo apparente, un essere fondamentalmente spirituale. Non è certamente una figura che desideri sposarsi e dare origine ad una discendenza di carne "
La frase riferita alla Maddalena "Cristo l'amava più di tutti gli altri discepoli e soleva baciarla spesso sulla bocca", contenuta in quelli che Teabing - il personaggio che nel romanzo impersona lo storico che conosce tutti i retroscena del sacro Graal e delle sue origini - designa come "Rotoli di Nag Hammadi" (in realtà codici in pelle a forma di libro, non papiri arrotolati), ritrovati intorno al 1945 - non sarebbe leggibile, così come non si parlerebbe mai di una "moglie" di Gesù.
"La pagina del manoscritto in cui si dice che Gesù baciava la Maddalena è in parte illeggibile; secondo alcuni studiosi avrebbe potuto esserci scritto "baciare sulla bocca", secondo altri qualcos'altro ("sulla guancia" o "sulla fronte", ad esempio). In ogni caso, il bacio sulla bocca in quel contesto culturale non era un segno di amore carnale, ma un bacio rituale e spirituale che gli Gnostici si scambiavano tra loro. È per questo che in altri testi affini Gesù e la Maddalena baciano gli altri apostoli, indifferentemente. Secondo l'autore del romanzo, poi, il fatto che la Maddalena sia detta "compagna" di Gesù significa, "come ogni esperto di aramaico potrà spiegare", che ne era la moglie. Ma Brown non sa che l'aramaico c'entra col copto ed il greco come l'italiano col cinese, e che il termine koinonos va preferibilmente tradotto "compagna, amica, socia, compartecipe". Per indicare la moglie, il Vangelo di Filippo usa una parola diversa (shime)".
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MASSIMO INTROVIGNE CESNUR
Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Dan Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (Vangelo di Tomaso, 114). Certo, vi è qui una nozione gnostica di androginia che non va presa necessariamente alla lettera: ma siamo comunque ben lontani dal femminismo. Né si parla di figli di Gesù Cristo e della Maddalena.
Brown insiste pure su un brano del cosiddetto «Vangelo di Filippo», dove si leggerebbe che «la Maddalena era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più degli altri discepoli e la baciava sulla bocca». Gli specialisti fanno osservare che non esiste a rigore nessun «Vangelo di Filippo» (questo titolo è stato attribuito da studiosi moderni a un testo che di titolo è privo), che la parola copta (questa la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche se Dan Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico) tradotta con «compagna» ha una pluralità di significati, e che in corrispondenza della parola «bocca» nel testo c’è una lacuna, per cui la frase suona «la baciava su…», e «sulla bocca» è una congettura desunta dal fatto che altri personaggi nello stesso testo e in testi della stessa epoca ricevono «baci sulla bocca», a indicare una stretta comunanza spirituale. Ma queste obiezioni da specialisti non sono neppure necessarie a fronte del fatto che il cosiddetto «Vangelo di Filippo» è piuttosto un catechismo gnostico di scuola valentiniana del tardo II o del III secolo. Come tale, non aspira a trasmettere informazioni reali sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere un buon gnostico valentiniano che, a questo punto della storia, fa già parte di una religione diversa e separata dal cristianesimo della «Grande Chiesa». Una lettura completa del cosiddetto «Vangelo di Filippo» mostra la contrapposizione radicale che questa scuola gnostica, agli antipodi di Dan Brown e de Il Codice Da Vinci, stabiliva fra il nostro mondo com’è, creato da un Dio minore e malvagio, e l’ideale mondo degli gnostici. Le caratteristiche più evidenti del carattere decaduto e malvagio di questo mondo sono la sessualità e la procreazione. Il rapporto che Gesù ha nel testo con i discepoli e con la Maddalena è un rapporto del tutto privo di caratteri sessuali, e il «bacio» che ne è il simbolo sta precisamente a indicare questo mondo alternativo.
La storia relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce tra il 1969 e il 1970, quando della vicenda del Priorato di Sion comincia a interessarsi un attore inglese che aveva recitato nello sceneggiato televisivo The Avengers (in Italia Agente speciale) negli anni 1960 con il nome di Henry Soskin, ed era poi diventato regista di documentari su soggetti misteriosi con il nome di Henry Lincoln. Questo attore e documentarista inglese entra in contatto con il trio de Chérisey - Plantard - de Sède e decide di riscrivere la storia de L’Or de Rennes in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l’aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh The Holy Blood and the Holy Grail (tradotto in italiano nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano). Lincoln si rende conto che a chi spetti il titolo di pretendente al trono di Francia è di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), una figura notissima di questo ambiente. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicato Jésus ou Le mortel secret des templiers (Robert Laffont, Parigi), dove sosteneva che Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salomé. Lincoln mette insieme la storia del matrimonio di Gesù, che ricava da Ambelain, con quella dei Merovingi di Plantard e «rivela» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di là della rivendicazione del trono di Francia, perché discendono da Gesù Cristo e dalla Maddalena.
http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it (http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it)

miroslav
03-09-08, 01:06
LE LEGENDE SU SANTA MARIA MADDALENA IN FRANCIA
Per quanto concerne la venuta della Maddalena in Francia, è un’idea che si ispira ad alcune leggende medievali dal valore storico assai dubbio[6] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn6). Il Vangelo apocrifo di Nicodemo, noto in occidente, aveva messo in bocca alla Maddalena ai piedi della croce queste parole: “Io andrò da sola a Roma, da Cesare. Gli racconterò quanto male ha fatto Pilato cedendo agli empi Giudei”[7] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn7). Ma prima del secolo X non vi è traccia alcuna di qualche luogo di culto in occidente dedicato alla Maddalena, anche perché la tradizione più antica riteneva che il corpo della santa fosse stato conservato prima a Efeso, poi a Costantinopoli; proprio a Efeso, si credeva, la Maddalena aveva terminato la sua esistenza terrena, vivendo accanto a Maria Vergine e a Giovanni. Ma a partire dal secolo XI iniziano in occidente i primi segnali di un culto di Maria Maddalena. Intorno al 1050 l’abbazia di Vézelay in Borgogna, prima dedicata alla Vergine Maria e abitata da monache, fu messa sotto il patrocinio della Maddalena e destinata ai benedettini maschi; a partire da quest’epoca si cominciò a parlare di una presenza in quel luogo del corpo della santa, notizia che diede inizio a numerosi pellegrinaggi[8] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn8). Da tutt’altra parte, in Provenza, a partire dal secolo XII si incomincia invece a narrare una leggenda secondo la quale la Maddalena sarebbe vissuta, come eremita, in una grotta del monte della Sainte-Baume[9] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn9). Di qui ne nacque un contrasto tra Vézelay e St-Maximin: entrambe le città rivendicavano il possesso delle autentiche reliquie. Nel 1265-1267 a Vézelay fu organizzata una ostensione e traslazione del presunto corpo di Maria, per ravvivare il culto della santa[10] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn10); dall’altra parte, il 9 dicembre 1279 Carlo di Salerno - servendosi di falsi documenti - affermò di avere rinvenuto nella chiesa di St-Maximin, presso la Sainte-Baume, il vero corpo delal santa[11] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn11). I monaci di Vézelay reagirono producendo altri falsi documenti per dimostrare che il corpo della Maddalena si trovava presso di loro, traslato da Aix-en-Provence molto tempo prima; quelli di St-Maximin invece tentarono di mostrare che a Vézelay non si trovava il corpo di Maria, bensì quello di San Cedonio. La documentazione falsa e gli strafalcioni storici abbondano da entrambe le parti.
La leggenda della permanenza di Maria Maddalena in una grotta francese, è dovuta ad una confusione tra due sante. Era nota infatti la storia di una certa Maria Egiziaca, che dopo un passato di prostituzione avrebbe scelto di vivere come eremita nei pressi di Gerusalemme, secondo un racconto attribuito al patriarca Sofronio di Gerusalemme (VII secolo)[12] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn12).

La Vita di Sofronio era stata tradotta in latino già tre volte, da Paolo Diacono, da Anastasio il Bibliotecario e da un terzo anonimo; ed è proprio sulla base di un estratto di questa vita di Maria Egiziaca che nel secolo IX si operò la confusione tra le due prostitute pentite. A partire dal secolo XII, pertanto, l’eremo del racconto di Maria Egiziaca fu identificato con la grotta della Maddalena nella Sainte-Baume. Quando Jacopo da Varagine attorno al 1265 scrisse la sua fortunatissima Legenda aurea, ripetendo il racconto della venuta di Maria Maddalena a Marsiglia e ad Aix-en-Provence, le varie tradizioni si erano ormai fuse in un unico racconto che metteva insieme tutto il materiale precedente e lo consegnava ormai immutato alla storia[13] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftn13).
Questa, in sintesi, la vicenda leggendaria medievale di Maria Maddalena; ma del fatto che la Maddalena abbia avuto da Gesù una figlia di nome Sarah nessuno di questi racconti, nemmeno il più fantasioso, ha mai fatto menzione. L’unica stranezza a cui Jacopo da Varagine fa riferimento, senza però prestarvi fede, è che la Maddalena fosse la sposa promessa dell’apostolo Giovanni, il quale poi avrebbe rifiutato di sposarla perché deciso a seguire Gesù nella castità; ed ella, sdegnata, si sarebbe data alla prostituzione.
Il nome di Sarah è stato preso da un altro personaggio della medesima leggenda medievale; a Saintes-Maries-de-la-Mer si commemora il presunto sbarco di Maria di Giacomo, Maria Salome, Lazzaro, Massimino, Marta, Maria Maddalena ed altri. Le due Marie avrebbero avuto una serva negra di nome Sara, secondo una versione del racconto; oppure, Sara si trovava già sul luogo, e le avrebbe accolte sulle rive della Francia, secondo un’altra versione. Di questa Sara c’è una statua di carnagione nera, nella cripta della chiesa della città.

Sara Kalì
È considerata dagli zingari loro patrona, nota come Sara Kalì e festeggiata ogni anno il 24 maggio. Nulla di sospetto, per chi abbia la cura di indagare le fonti con un approccio seriamente storico.

Note :
[6] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref6) Gli studi più importanti su questo argomento sono opera di Victor Saxer. Per il culto in oriente, Les saintes Marie Madeleine et Marie de Béthanie dans la tradition liturgique et homilétique orientale, in «Revue des Sciences religieuses» XXXII (1958), pp. 1-37 ; per l’occidente, Le culte de Marie Madeleine en Occident, des origines à la fin du moyen âge, Paris, Clavreuil, 1959. Un riassunto in Bibliotheca Sanctorum, volume VIII (1967), coll. 1078-1107. La monografia di Lilia Sebastiani, Tra/Sfigurazione, Brescia, Queriniana, 1992, segue lo svolgersi di queste leggende dall’antichità sino ai giorni nostri.
[7] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref7) Pars I, recensio graeca B, XI,5. Traduzione di Mario Erbetta.
[8] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref8) Si può visitare il sito della basilica (http://vezelay.cef.fr/).
[9] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref9) Si può visitare il sito del santuario (http://saintebaume.dominicains.com/).
[10] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref10) I documenti di questo episodio sono stati raccolti da Victor Saxer, Le dossier vézelien de Marie Madeleine. Invention et translation des reliques en 1265-1267, Bruxelles, Société des Bollandistes, 1975.
[11] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref11) Si trattava probabilmente dei resti di una religiosa del secolo VIII, chiamata suor Sainte Madeleine.
[12] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref12) Su questa santa si veda l’articolo della Bibliotheca Sanctorum, volume VIII (1967), coll. 981-994, riprodotto parzialmente in internet (http://www.santiebeati.it/dettaglio/48200). Una (vecchia) versione italiana del racconto di Sofronio si può trovare in linea (http://www.orthodoxia.it/biblio_mariaegiziaca.php).
[13] (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11#_ftnref13) Vi sono numerose edizioni e traduzioni della Legenda. La più recente ed affidabile edizione è: Iacopo da Varazze, Legenda aurea; edizione critica a cura di Giovanni Paolo Maggioni, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 1998.





http://www.christianismus.it:80/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11 (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=11)

miroslav
03-09-08, 01:07
ARTICOLO DA VOYAGER RAI 2


MARIA MADDALENA

E' possibile che Gesù fosse sposato? E' possibile che abbia avuto un figlio? E' possibile che la sposa fosse Maria Maddalena e che sia fuggita dalla Palestina per approdare qui, in Terra di Francia dove avrebbe dato vita alla stirpe dei Figli di Gesù?

Queste domande incredibili – quasi blasfeme - avrebbero tutte una risposta affermativa secondo Dan Brown. Ma le cose non stanno così. Ci sono molti misteri che circondano questi interrogativi: dobbiamo fare luce su una delle teorie più controverse e provocatorie degli ultimi anni. Partiamo da un luogo che conosciamo molto bene: Rennes le Chateau. Rennes Le Chateau, un apparentemente anonimo paesino nel sud della Francia. Eppure su questo paesino si sono scritte letteralmente migliaia e migliaia di pagine. Ma cosa lega questo luogo a Maria Maddalena e al leggendario Graal?

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/voyager_Maddalena.jpg"Santo Graal deriva dalla parola San Greal. Sangreal, a sua volta deriverebbe da Sang Real: cioè Sangue Reale". Il sangue Reale, secondo il Codice Da Vinci, altro non sarebbe la discendenza scaturita dall'unione tra Gesù Cristo e Maria Maddalena. I due sarebbero stati infatti marito e moglie. Dopo la crocifissione Maria Maddalena sarebbe fuggita in Francia con i figli nati dalla loro relazione. La discendenza di Gesù, il Sangue Reale appunto, sarebbe poi confluita in alcune dinastie Francesi, come i Merovingi. Gli ultimi discendenti del Sangue Reale sarebbero vivi ancor oggi, protetti dalla fantomatica setta del Priorato di Sion.

Capirete quanto queste affermazioni abbiano suscitato scandalo... Dan Brown naturalmente presenta tutto come opera di fantasia. Ma ciò non toglie che alcuni passaggi del libro sembrano affermazioni storiche, e come tali sono state prese da moltissimi lettori. Sembra giusto cercare di ristabilire un minimo di verità. Innanzitutto cerchiamo di capire da dove lo scrittore americano ha tratto le sue informazioni.

Lo scrittore Laurence Gardner ha ricostruito la genealogia del Sangue Reale. L'albero genealogico comincia con il Davide, primo Re d'Israele, passa per Gesù Cristo, e annovera figure leggendarie come Re Artù o storiche come il merovingio Clodoveo, re di Francia. Ma probabilmente i libri su cui più si è basato Dan Brown sono quelli scritti dagli inglesi Baigent, Leight e Henry Lincoln. Furono i tre inglesi a suggerire elaborare il mito del Santo Graal-Sangue Reale. La loro teoria partiva proprio da qui. Da Rennes Le Chateau, dove alla fine del 1800, il locale parroco, l'abate Berenger Saunieré scoprì qualcosa durante i lavori di scavo dell'altare: qualcosa di talmente importante da farlo diventare immediatamente ricco e famoso.

Che cosa aveva scoperto l'abate Sauniere? Secondo Baigent, Leight e Lincoln si trattava del sepolcro della stessa Maddalena, corredato dai documenti e alle prove della sua sacra discendenza. A riprova di ciò gli inglesi citarono una serie di indizi...

L'ingresso della chiesa di Rennes Le Chateau è sormontato da una statua della Maddalena sotto cui troneggia l'inquietante scritta.

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/Voyager_castello.jpg"Terribilis est locus iste" (Questo è un luogo terribile).

Nel mosaico dell'Ultima Cena è raffigurata una donna, la Maddalena, ai piedi del Cristo, con una coppa in mano. Un episodio non presente nella Bibbia. Le iniziali dei nomi dei santi raffigurati dalle statue collocate nella Chiesa formerebbero il nome di GRAAL. E unendoli si forma una M.

E alla Maddalena è dedicato uno dei nuovi edifici costruiti da Sauniere intorno all'abbazia, la Torre Magdala.

Curiosamente Dan Brown non accenna mai direttamente a Rennes Le Chateau, nonostante uno dei protagonisti del suo racconti si chiami proprio Sauniere, come l'abate di Rennes. E non solo: un altro protagonista del libro è Sir Teabing, un professore esperto di graal. Il suo nome è l'esatto anagramma di Baigent. La Maddalena è spesso conosciuta come la prostituta che asciugò lavandoli con i capelli i piedi di Gesù. Ebbene se è questo che pensate avrete una sorpresa...

L'accostamento tra Maria Magdalena e la prostituta redenta risale a circa 500 anni dopo gli eventi narrati nei Vangeli. Nel 591, basandosi su alcune tradizioni orientali, il Papa Gregorio Magno, in un suo sermone, identificò la peccatrice citata da Luca con Maria Maddalena. Ma in realtà questa identificazione non trova alcun riscontro nei Vangeli. Nel 1969 il Vaticano riconobbe ufficialmente l'errore di Gregorio Magno. Effettivamente nel Nuovo Testamento la Maddalena viene nominata solo dodici volte e tutte riguardano i momenti della crocifissione e della resurezione tranne una. In Luca viene infatti raccontato che Gesù scacciò sette demoni dal suo corpo.

Le apparizioni della Maddalena sono poche ma molto significative. È l'unica donna dei Vangeli che viene identificata con una località (la città di Magdala) e non come moglie, sorella o madre di un uomo. Sembra una donna economicamente indipendente ed in grado di contribuire alla causa di Gesù e dei discepoli. Ma soprattutto è a fianco del Cristo nei momenti più fondamentali della sua storia. Assiste sotto la croce alla morte di Gesù ed è al sepolcro dove ne scopre la resurrezione. A lei Gesù risorto compare per la prima volta ed è lei ad annunciare lo straordinario evento agli increduli apostoli.

Nel Codice da Vinci si citano inoppugnabili prove storiche della relazione coniugale tra Maria Maddalena e Gesù. Ma alla fine di queste supposte prove ne vengono presentate solo due. La prima è che un ebreo all'epoca non poteva non essere sposato.

"Gesù era ebreo. Secondo i costumi ebraici il celibato era condannato. Se Gesù non fosse stato sposato, almeno uno dei Vangeli della Bibbia avrebbe accennato alla cosa e avrebbe fornito una spiegazione di quella innaturale condizione di celibato"

La seconda è un passo di un Vangelo apocrifo, quello di Filippo, che alcuni traducono così...

"E la compagna del Salvatore è Maria Maddalena. Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca"

Insomma nessuna fonte del Nuovo Testamento, e neanche i Vangeli apocrifi, parlano di un Gesù sposato. Ma forse quello che conta più di tutte è la stessa opinione di Gesù in materia...

Nel discorso ai Sadducei, contenuto nel Vangelo di Marco, Gesù dice che con la venuta del regno dei cieli uomini e donne "non prenderanno né moglie, né marito, ma saranno come angeli". Siccome Gesù predicava che gli ideali del Regno dei Cieli fossero da mettere in pratica già in questa vita, tutto lascia ritenere che anche egli praticasse uno stile di vita ascetico e casto.

Eppure almeno un legame tra Maria Maddalena e questi luoghi esiste. L'arrivo in Francia, allora si chiamava Gallia, di Maria Maddalena e altri discepoli di Cristo è effettivamente riportato da alcune leggende locali.

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/Voyager_cartina.jpgUn piccolo villaggio di pescatori, Saintes Maries de la Mer, conserva ancor oggi le tracce del passaggio di Maria Maddalena. Secondo la leggenda Maria Maddalena sarebbe sbarcata qui nel 40 dopo Cristo. Insieme a lei Maria di Cleofa, sorella della Vergine, e Maria madre degli apostoli Giacomo e Giovanni. Lo sbarco "delle tre Marie" è testimoniato dallo stesso nome del villaggio: Saintes Maries de la Mer letteralmente le Sante Marie venute dal Mare. La Maddalena avrebbe vissuto in eremitaggio in una grotta fino alla sua morte. Quelli che alcuni considerano i suoi resti sono tutt'oggi conservati nella abbazia di Saint Maximin La Sainte Baume.

La leggenda di una Maria Maddalena fuggita in Francia quindi esiste veramente. Ma è bene ricordare che in ogni caso la tradizione descrive una Maria Maddalena eremita e non si parla mai di figli. Saint Maximin del resto non è l'unico luogo dove si conservano reliquie della Maddalena.

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/Voyager_portone.jpgI resti mortali della Maddalena sarebbero stati conservati anche a Senigalia, vicino Ancona, nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma e nella chiesa di San Lazzaro a Costantinopoli, l'odierna Istanbul. Non solo: ad Abbeville, in Francia, era conservato un cranio. Ad Aix-en-Provence una mascella. A Colonia si trovavano due braccia e nella Cattedrale di Exeter un dito. Tutto ciò ci fa capire la popolarità della Maddalena ma anche l’ossessione tutta medievale per reliquie e pellegrinaggi. Speriamo di aver sfatato alcuni riguardo a Maria Maddalena… La Maddalena non era una prostituta e non era la sposa di Cristo. Adesso però dobbiamo andare a Parigi verso l'ultima rivelazione. Abbiamo detto che Dan Brown, nel Codice da Vinci, ci spiega che cos’è il Graal, cioè la stessa persona di Maria Maddalena. Ma non solo: ci racconta anche dove il Graal sarebbe attualmente sepolto.

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/voyager_archi.jpgE' venuto quindi il momento di recarci in questo luogo. Prima dobbiamo fare una tappa interessante. Abbiamo detto che nel Codice si sostiene il legame tra la discendenza di Maria Maddalena e i Merovingi. Bene, siamo andati a Parigi, nella cripta della Cattedrale di Saint Denis, dove sono le tombe dei Re Merovingi.

Ma quello che adesso ci interessa avveniva qui sopra... nella navata della Cattedrale. In questo luogo per secoli avvenne una cerimonia molto particolare. Una cerimonia pubblicamente officiata dai Re di Francia, successori dei Merovingi di fronte a folle immense.

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/Voyager_cattedrale.jpgLa scrofolosi era una malattia della pelle in passato molto diffusa. Il Re toccava i malati sulle guance piagate e molti dei malati guarivano in maniera apparentemente miracolosa. Già all'epoca in molti dubitavano del potere miracoloso dei Re Francesi. Per spiegare quanto avveniva si ricorreva allora alle soluzioni più fantasiose. Per esempio che il Re avesse spalmato sulle mani un potente unguento medicinale. Ma in realtà non c’era nulla da spiegare, perché nonostante le molte migliaia di “guariti”, in realtà non avveniva nessuna guarigione. Come spiegò un grande storico March Bloch, i malati guarivano per quello che ora chiameremo effetto placebo o semplicemente perché non erano malati di scrofole ma di una normale acne.

Ma com'è possibile che i Re Francesi, cristiani e cattolica, potessero permettersi il lusso di praticare miracoli, come se avessero dei poteri divini?

Forse esistevano ragioni molto più terrene per improvvisarsi taumaturghi. Marc Bloch notò che più il potere del monarca era debole e insicuro più questo si metteva ad accogliere e a guarire frotte di scrofolosi. I Merovingi erano la prima dinastia regale dei Franchi, un popolo da poco cristianizzato. Sicuramente il loro potere era fragile e perciò la tradizione taumaturgica potrebbe essere cominciata proprio con loro. Ma si trattava di uno stratagemma per rinforzare il loro prestigio tra una popolazione ancora legata al mito pagano di un re-divino, e non certo il frutto di una improbabile relazione con i discendenti di Gesù Cristo e Maria Maddalena.

Ma ora, mentre ci rechiamo nel luogo dove è conservato il Graal, torniamo a Maria Maddalena. Tutta la questione del ruolo di Maria Maddalena nei Vangeli sottintende la questione più generale del ruolo delle donne nella Chiesa. La posizione delle donne ai tempi di Cristo era in qualche modo più importante di quella accordata loro nei secoli successivi dalla chiesa? E' una domanda di grande attualità che forse appartiene più alla politica che alla Storia o all'Archeologia. Non tutti sanno che di fronte alla piramide del Louvre, esiste un'altra piramide, ma invertita. Cioè con la punta rivolta verso il basso.

http://www.raidue.rai.it/Static/immagine/172/Voyager__louvre.jpgQuesto sotterraneo era soprattutto noto come centro commerciale e di ristoro... Fino a Dan Brown. Dopo Dan Brown questa piccola piramide è diventato uno il punto più fotografato di tutto il Louvre. Qui sotto riposerebbe il corpo di Maria Maddalena, in una tomba segretamente fatta costruire del presidente francese, Francois Mitterand, frequentatore di circoli occulti. Il potere della letteratura. Probabilmente questo triangolo finisce a pochi centimetri dal pavimento. Ma almeno in questo caso possiamo apprezzare il volo di fantasia di Dan Brown. Qui l'opera di fantasia è evidente e non ci sono ambiguità. Cosa che forse avremmo voluto anche per altre parti del Romanzo.

miroslav
03-09-08, 01:11
IL BACIO E LE SIGIZIE NEL VANGELO GNOSTICO DI FILIPPO
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Vediamo che il bacio reciproco sulla bocca, non è segno di amore carnale, ma è un bacio rituale che gli gnostici si scambiavano tra loro. “Si ritrova in diversi testi, ad esempio in quelli ermetici e nel Vangelo di Filippo, un riferimento al bacio rituale quale espressione della comunione, della fratellanza e della certezza della redenzione degli eletti”. I Valentiniani erano gli gnostici meno ostili all'idea del matrimonio, ma ci tenevano a differenziare il matrimonio carnale inteso come semplice unione di corpi e quindi impuro, da quello spirituale, che aveva come scopo l'ingresso nella pienezza della divinità; pare che questa unione mistica fosse realizzata mediante il sacramento della camera nuziale, culminante col rito del bacio, una sorta di rito nuziale a carattere iniziatico.
Questo è il motivo per cui molti editori hanno pensato di poter integrare il testo mancante nel passo sopra esaminato richiamando questo gesto simbolico del bacio, che Gesù e la Maddalena avrebbero praticato. Anche se il testo avesse parlato di un bacio - cosa che al momento è impossibile sostenere con certezza - il testo andrebbe interpretato alla luce di questo particolare significato che il bacio rituale portava con sé. Ecco perché gli altri discepoli domandano a Gesù “Perché tu ami lei più di tutti noi?”; è evidente che si tratta di una differenza di intensità in un amore non carnale, o saremmo costretti a pensare che tutti i discepoli desiderassero essere amanti o consorti di Gesù, come o più di Maria.
D’altra parte in altri due testi di Nag Hammadi, la prima e la seconda Apocalisse di Giacomo, Gesù bacia sulla bocca l’apostolo; ciò dimostra che il bacio sulla bocca è inteso come segno di stretta amicizia e familiarità, non di amore carnale. Nel Vangelo di Maria Maddalena si ritrova il medesimo gesto rivolto ai discepoli di Gesù, espresso dal medesimo verbo aspazomai: “Allora Maria, levandosi, li salutò oppure li baciò tutti” (fol. 9).
A questo punto occorrono ulteriori precisazioni sull'origine del mondo secondo lo gnosticismo valentiniano del Vangelo di Filippo. Dal Dio buono ed assolutamente trascendente sono emanate numerose entità o eoni. Questi eoni, maschili e femminili, si sono uniti tra loro a formare delle coppie (dette sigizie), creando unici esseri bisessuati, e generando a loro volta altri eoni. Tutto risulta ordinato nel divino pleroma (in greco “pienezza”) secondo una gerarchia decrescente. L’ultimo (il trentesimo) di questi eoni è Sofia; per aver voluto generare senza unirsi in coppia con un eone maschile, essa diede origine al mondo materiale e quindi al male. Per ristabilire l'unità del pleroma, il posto abbandonato dalla Sofia decaduta fu preso dalla coppia Cristo-Spirito Santo (un maschio e una femmina). La figura del Gesù terreno non ha altro scopo se non quello di riportare nel pleroma tutte quelle scintille di divinità che si erano perdute nel mondo a causa del comportamento di Sofia; e il ritorno si realizza solamente in coppia, come avviene con le sigizie del pleroma stesso.
Questa è la teologia fortemente gnostica in cui va collocato il brano del Vangelo di Filippo. L’unione tra il Gesù terreno e la Maddalena non è altro che la rappresentazione della ricostituzione di una sigizia. Tutto il Vangelo è percorso da questo dualismo e da questo costante riferimento alle coppie. Secondo il Vangelo di Filippo i Cristi sono tre, e ciascuno di essi ha una compagna femminile: se l’eone Cristo celeste è accoppiato con lo Spirito Santo, e il Salvatore (Soter) è accoppiato con Sofia, è naturale che anche il Cristo terreno avesse una compagnia femminile, la Maddalena.
Ecco perché prima di parlare del rapporto tra Gesù e la Maddalena si ha questa frase: “La Sofia che è chiamata «la sterile», ella è la madre degli angeli”. Gli angeli sono i pianeti e le costellazioni. “A Sofia decaduta, che concepì senza il proprio compagno, fa capo il mondo materiale, una specie d'aborto. Perciò è detta sterile. Maria Maddalena rappresenta invece per la gnosi, la quale ne fa compagna del Cristo terreno, il prototipo dell'unione perfetta tra Sofia celeste e il compagno, l'immagine e il suo angelo”.
Nessun normale matrimonio tra Gesù e Maria Maddalena, dunque, ma un congiungimento spirituale per restaurare il pleroma divino che evoca l'immagine delle sigizie degli eoni, immagine della compiutezza e della totalità raggiunte dallo gnostico.

http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=6 (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=6)

miroslav
03-09-08, 01:11
IL VANGELO DI MARIA
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E Pietro disse: «Il Salvatore ha davvero parlato con una donna senza che noi lo sapessimo? Dobbiamo tutti girarci dall'altra parte e ascoltare lei? Ha preferito lei a noi?». E Levi rispose: «Pietro, tu sei sempre stato facile alla collera. Ora ti vedo lottare contro la donna come un avversario. Se il Salvatore l'ha resa meritevole, chi sei invero tu per rifiutarla? Certo, il Salvatore la conosce bene. Per questo ha amato lei più di noi».
Il brano sopra riprodotto è la fusione di due diversi paragrafi (16 e 18) del Vangelo di Maria. Si tratta di un vangelo gnostico del II secolo, che però non fa parte dei codici di Nag Hammadi - e tanto meno dei manoscritti di Qumran; esso è contenuto parzialmente in traduzione copta in un codice del V secolo (papiro 8502 di Berlino) e parzialmente nell'originale greco in due papiri del III secolo (Rylands III 463 e Ossirinco 3525). Probabilmente si trattava di due testi separati, successivamente riuniti insieme e messi sotto il titolo di Maria Maddalena. Nel Vangelo si narra che dopo l'ascensione di Gesù Maria Maddalena avrebbe raccontato agli apostoli di aver avuto una visione: il Signore le avrebbe descritto il viaggio dell'anima attraverso i cieli e il modo di sottrarsi alle malvagie potenze celesti (tra cui la concupiscenza, l'ignoranza e l’ira) per liberarsi dalla materia e ricongiungersi con il Dio sommo. Tutto il vangelo di Maria, dalla prima all’ultima parola, racconta eventi che si sono svolti dopo la morte di Gesù.C'è una descrizione di un viaggio celeste dell’anima, inventato di sana pianta è pertanto sia il contenuto della rivelazione, sia il momento in cui essa sarebbe stata affidata a Maria Maddalena.
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Ecco il testo integrale della visione: “... E la bramosia disse: “Non ti ho vista quando sei discesa, ora invece ti vedo mentre sali in alto. Come mai, dunque, tu mi menti dal momento che mi appartieni?”. L’anima rispose: “Io ti ho veduta, mentre tu non mi hai né vista né conosciuta. Io ti facevo da vestito, ma non mi hai riconosciuta”. Ciò detto, ella se ne andò via allegra e gioiosa. Andò poi dalla terza potenza che si chiama ignoranza. Questa domandò all’anima: “Dove Vai? Sei stata presa nella malignità, ma sei stata presa. Non giudicare!”. L’anima disse: “Perché mi giudichi, mentre io non ho giudicato? Io sono stata presa, sebbene io non abbia preso. Non sono stata riconosciuta. Ma io ho riconosciuto che il tutto è stato disciolto, sia (le cose e nature) terrestri sia le celesti”. Dopo che l’anima ebbe lasciato dietro di sé la terza potenza, salì in alto e vide la quarta potenza. Essa aveva sette forme. La prima è l’oscurità; la seconda è la bramosia; la terza è l’ignoranza; la quarta è l’emozione della morte; la quinta è il regno della carne; la sesta è la stolta saggezza della carne; la settima è la sapienza stizzosa. Queste sono le sette potenze dell’ira. Esse domandarono all’anima: “Da dove vieni, assassina degli uomini? Dove sei incamminata, superatrice degli spazi?”. L’anima rispose e disse; “Ciò che mi lega è stato ucciso, ciò che mi circonda è stato messo da parte, la mia bramosia è annientata e la mia ignoranza è morta. In un mondo sono stata sciolta da un mondo, in un typos da un typos superiore, dalla catena dell’oblio, che è passeggera. D’ora in poi io raggiungerò, in silenzio, il riposo del tempo, del momento, dell’eone” (tratto da Luigi Moraldi, I vangeli gnostici, Fabbri editori, 1997, pp. 25-26).

http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=9

miroslav
03-09-08, 01:12
MARIA DI MAGDALA APOSTOLA ?

Gesù era seguito da un gruppo di donne, ma non vi sono indizi del fatto che abbia mai voluto mettere una donna a capo dei suoi seguaci. Non si può neppure sostenere, come hanno fatto alcuni esponenti di una storia del cristianesimo di stampo radicalmente femminista, che gli scritti gnostici in cui la Maddalena pare essere superiore agli apostoli maschi siano testimonianze di una realtà storica originaria. Nemmeno nelle stesse comunità gnostiche, in verità, la donna poté godere di uno status di superiorità oggettiva. In alcune di esse le donne godevano di una situazione di parità culturale, mentre in altre no. Ciò si spiega facilmente rifacendosi a un principio fondamentale dello gnosticismo, secondo il quale la differenza tra uomo e donna è un male di questo mondo corrotto. Il Vangelo di Filippo attribuisce a Eva la colpa della separazione dei sessi, e talvolta la redenzione della donna passa attraverso la sua trasformazione in uomo. Il Vangelo di Tommaso si conclude con la trasformazione di Maria Maddalena in uomo: " Gesù disse: «Ecco, io la farò ascendere per renderla uomo, affinché anch'essa divenga spirito vivente, uguale a voi uomini. Infatti ogni donna che si farà uomo entrerà nel regno celeste».

Per riprendere le parole di Kurt Rudolph, “l’emancipazione della donna è presente nella gnosi solo a livello di spunti potenziali”, in quanto “alla fin fine si rimane ancorati alla tradizionale visione, tipica dell'antichità, della donna come essere subordinato all'uomo”.

http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=10 (http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=10)

miroslav
03-09-08, 01:14
ILVANGELO DI FILIPPO-GESU'-MARIA MADDALENA

"La lettura di qualche isolato passo, estrapolato dal contesto, non permette al lettore di farsi un'idea adeguata delle caratteristiche di quel testo. Si tratta di un'antologia di passi tratti da sermoni, catechesi, o scritti dei seguaci di Valentino, uno gnostico nato in Egitto attorno all'anno 100 d.C. Una prima stesura del testo avvenne probabilmente in Siria, tra il II ed il III secolo, in greco; ma del Vangelo di Filippo ci rimane solo una traduzione in copto che risale al IV secolo. Lo gnosticismo di Valentino si caratterizzava tra l'altro per un infinito disprezzo del mondo creato, elemento che generalmente si esplicitava in un'assoluta condanna della fisicità e nel rifiuto della riproduzione e della sessualità, intesa come impurità.
Il Gesù del Vangelo di Filippo non è un Gesù più "umano" di quello dei quattro Vangeli della tradizione, è invece un uomo apparente, un essere fondamentalmente spirituale. Non è certamente una figura che desideri sposarsi e dare origine ad una discendenza di carne

"La pagina del manoscritto in cui si dice che Gesù baciava la Maddalena è in parte illeggibile; secondo alcuni studiosi avrebbe potuto esserci scritto "baciare sulla bocca", secondo altri qualcos'altro ("sulla guancia" o "sulla fronte", ad esempio). In ogni caso, il bacio sulla bocca in quel contesto culturale non era un segno di amore carnale, ma un bacio rituale e spirituale che gli Gnostici si scambiavano tra loro. È per questo che in altri testi affini Gesù e la Maddalena baciano gli altri apostoli, indifferentemente. Poi il fatto che la Maddalena sia detta "compagna" di Gesù non significa che è sua moglie, perché il termine copto koinonos va preferibilmente tradotto "compagna, amica, socia, compartecipe". Per indicare la moglie, il Vangelo di Filippo usa una parola diversa (shime)".

ANDREA NICOLOTTI
CHRISTIANISMUS.it

miroslav
12-09-08, 03:28
CENTRO ANTI-BLASFEMIA

RIFLESSIONE SU BARABBA
di Daniele Ascarelli Bubis esperto nelle sacre scritture ebraico-cristiane

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Barabba viene citato nei Vangeli : Mt 27,1ss; Mc 15, 7ss; Lc 23, 18ss; Gv 18,40.
Questo nome era molto diffuso a quei tempi presso gli ebrei, ed è abbastanza comune
negli scritti rabbinici. Il significato è " figlio del padre" o anche "figlio di papà ".
In Mt 27, 16 Barabban non è molto differente nella pronuncia di Bar-rabban,
che significa " figlio del nostro maestro "
Origene in uno scholion afferma : " Evidentemente il brigante recava un nome patronimico:
Barabba, che s'interpreta figlio del maestro. Il nome Barabban, messo inseme,
significa dunque figlio del nostro maestro ".
Gerolamo conosceva il Vangelo secondo gli Ebrei, e riferisce : " Questo Barabba, che era stato
condannato per ribellione e omicidio, nel Vangelo detto " secondo gli Ebrei " viene interpretato
come " figlio de loro maestro ". Gerolamo apparentemente sbaglia, vediamo che l'esatta
traduzione è ; Bar-abba, figlo del padre, Bar-rabba, fglio di rabbino o maestro, Bar-rabban, figlio del nostro maestro.
Evidentemente è accaduo questo; ora Bar-rabban è siriaco e non ebraico, l'autore del Vangelo secondo gli Ebrei,
potè aggiungere mo' di glossa : cioè, figlio del loro maestro. Il loro videntemente non ha nulla a che vedere
con la lettura del nome Bar-rabban ; esso è aggiunta dell'autore per distinguere il maestro di noi,
cristiani, da quello dei giudei. Comunque l'autore del Vangelo secondo gli Ebrei manifesta una certa conoscenza del siriaco.
Quindi nel tradurre Bar-rabban si deve tener conto dell'uso del siriaco.
Secondo alcuni codici evangelici, scarsi tuttavia di numero e autorità, il nome intero del brigante sarebbe stato
Gesù Barabba, in cui Barabba sarebbe piuttosto un epiteto e Gesù il vero nome, quindi il brigante si chiamava Gesù
figlio di Rabbino.
In passato nessuno ha osato manipolare il nome Barabba, ma ultimamente molti libri di estrazione eretica e massonica,
affermano che Barabba significa figlio di Dio, e che non si trattava di un brigante ma di un eroe, tanto che si inventano
che il brigante sarebbe addirittura un fratello del Signore Gesù, quando Giuda, quando Giacomo, e perfino il disceolo
Giuseppe d'Arimatea.
Quante falsità, poi gli ebrei non chiamerebbero nessuno figlio di Dio, suona come una bestemmia : Gv 10, 32-36.
Gesù, infatti viene condannato dal Sinedrio perchè affermava d'essere il Figlio di Dio, quindi per il Sinedrio bestemmiava :
Mt 27,63-66. Vediamo che Gesù era chiamato Rabbi dai suoi discepoli, il popolo lo chiamava Signore e Figlio di David :
Mt 21, 31. Oggi le masse sono ignoranti in usi ebraici e lingua ebraica ed aramaica, e malfattori scrivono libri pieni di falsità,
per convincerli nei loro errori, per farli divenire seguaci di Satana.
Comunque vediamo che certi massoni usano tutti i mezzi per distruggere il Signore Gesù e le sacre scritture ebraico-cristiane.

http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it (http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it)

miroslav
12-09-08, 03:38
PER VERITA' STORICA I MEROVINI ERANO I PRIMI RE DEI FRANCHI-DIVENNERO PRESTO INCAPACI DI GOVERNARE.
La corrente massonica che attribuisce importanza ai merovingi, dimostra totale ignoranza storica.

Re fannulloni Merovingi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Vai a: Navigazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#column-one), cerca (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#searchInput)
L'appellativo di re fannulloni (in francese (http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_francese): « rois fainéants ») fu attribuito ai re merovingi (http://it.wikipedia.org/wiki/Merovingi) dei Franchi a partire dal 639 (http://it.wikipedia.org/wiki/639), anno della morte di Dagoberto I (http://it.wikipedia.org/wiki/Dagoberto_I) e si protrasse sino al 751 (http://it.wikipedia.org/wiki/751), anno in cui Childerico III (http://it.wikipedia.org/wiki/Childerico_III) fu detronizzato da Pipino il Breve (http://it.wikipedia.org/wiki/Pipino_il_Breve), e contrassegnò la decadenza della dinastia merovingia.
Fu una dinastia di re che morirono quasi tutti molto giovani (tra i venti ed i trent'anni), logorati da una precoce dissolutezza e divennero padri in età giovanile (sui quindici-diciotto anni), generando dei poveri smidollati.
Come sovrani avevano un potere solo apparente e vivevano chiusi nelle loro villae[1] (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#cite_note-0), circondati da un grande sfarzo.
Normalmente questi re venivano mostrati al popolo franco nei grandi raduni del « Campo di Marzo[2] (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#cite_note-1) » e poi si facevano rientrare nelle loro villae che di solito erano nei tre regni di Austrasia (http://it.wikipedia.org/wiki/Austrasia), Neustria (http://it.wikipedia.org/wiki/Neustria) e Burgundia (http://it.wikipedia.org/wiki/Borgogna), da cui uscivano raramente su carri trainati da buoi.
Il potere vero veniva esercitato dal Maggiordomo di Palazzo (http://it.wikipedia.org/wiki/Maggiordomo_di_Palazzo) che si trovava a capo di ognuno dei tre regni[3] (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#cite_note-2), nominando e deponendo i re secondo i propri interessi o capricci.
Questi re non furono altro che fantasmi o burattini ed i loro nomi servirono soltanto a datare i documenti.
I primi re che furono considerati fannulloni furono i figli di Dagoberto I: Sigeberto III (http://it.wikipedia.org/wiki/Sigeberto_III) che già dal 634 (http://it.wikipedia.org/wiki/634) affidò l'Austrasia al Maggiordomo, Pipino di Landen (http://it.wikipedia.org/wiki/Pipino_di_Landen) e dopo di lui al figlio Grimoaldo (http://it.wikipedia.org/wiki/Grimoaldo), mentre il fratellastro, Clodoveo II (http://it.wikipedia.org/wiki/Clodoveo_II) affidò la Neustria e la Burgundia al Maggiordomo, Ercinoaldo (http://it.wikipedia.org/wiki/Ercinoaldo) e così poi fecero anche tutti gli altri re che seguirono (ad eccezione di Chilperico II (http://it.wikipedia.org/wiki/Chilperico_II), che governò e combatté in prima persona):

Clotario III (http://it.wikipedia.org/wiki/Clotario_III) re di Neustria e poi di tutti i Franchi
Childerico II (http://it.wikipedia.org/wiki/Childerico_II) re di Austrasia e poi di tutti i Franchi
Teodorico III (http://it.wikipedia.org/wiki/Teodorico_III) re di Neustria e poi di tutti i Franchi
Dagoberto II (http://it.wikipedia.org/wiki/Dagoberto_II) re di Austrasia
Clodoveo III (http://it.wikipedia.org/wiki/Clodoveo_III) re di Austrasia
Clodoveo IV (http://it.wikipedia.org/wiki/Clodoveo_IV) re di tutti i Franchi
Childeberto III (http://it.wikipedia.org/wiki/Childeberto_III) re di tutti i Franchi
Dagoberto III (http://it.wikipedia.org/wiki/Dagoberto_III) re di tutti i Franchi
Clotario IV (http://it.wikipedia.org/wiki/Clotario_IV) re di Austrasia
Teodorico IV (http://it.wikipedia.org/wiki/Teodorico_IV) re di tutti i Franchi
Childerico III (http://it.wikipedia.org/wiki/Childerico_III) re di tutti i Franchi

Note

<LI id=cite_note-0>^ (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#cite_ref-0) La villa, nei territori gallo (http://it.wikipedia.org/wiki/Galli)-romani, era una fattoria (http://it.wikipedia.org/wiki/Fattoria), solitamente fortificata (http://it.wikipedia.org/wiki/Fortificazione), autosufficiente come un villaggio ed i suoi abitanti, che potevano esservi legalmente vincolati in qualità di servi, erano chiamati "villani" o "villici". Il concetto fu adottato dai Franchi (http://it.wikipedia.org/wiki/Franchi) Merovingi (http://it.wikipedia.org/wiki/Merovingi) <LI id=cite_note-1>^ (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#cite_ref-1) Champ de mai (o Champ de mars), era il nome con cui veniva indicato il grande raduno annuale del popolo franco che sotto i Merovingi si teneva nel mese di marzo, mentre sotto i Carolingi fu spostato al mese di maggio.
^ (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni#cite_ref-2) A volte un solo maggiordomo controllava i tre regni, come fu per Carlo Martello (http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Martello) e Pipino il Breve, che finì per sostituire la sua dinastia, la carolingia (http://it.wikipedia.org/wiki/Carolingia), che continuò col figlio Carlomagno (http://it.wikipedia.org/wiki/Carlomagno), a quella dei Merovingihttp://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni (http://it.wikipedia.org/wiki/Re_fannulloni)

miroslav
12-09-08, 03:45
LA VERITA' SUI FRANCHI POPOLO GERMANICO-BARBARO E SUI PRIMI RE DETTI MEROVINGI.


I FRANCHI
“Glorioso popolo saggio nelle assemblee, nobile nell’aspetto, raggiante di salute, di grande bellezza, audace, svelto, capace di sopportare le fatiche: questa è la gente che scosse da proprio collo il giogo romano”.
Non sono certo parole modeste, ma coloro che le pronunciarono, i Franchi, non era gente modesta.
Essi non si consideravano barbari, ma gente che si era conquistata la propria libertà; e questo orgoglio lo dimostravano nel nome: “franco” significa “libero, affrancato”.
Ma tutta, la loro storia, la loro civiltà, i loro costumi erano manifestazioni di un popolo forte, intelligente, vitale.
I franchi appaiono verso il 258 dopo Cristo (d.c.) quando l’imperatore Aureliano li sconfisse, presso Magonza sul Reno, nella Germania occidentale, più tardi i Franchi Ripuari (cioè rivieraschi) e i Franchi salii (così chiamati perché vivevano sulle rive del fiume, solo in Olanda) mossero a sud e verso est ed invasero il territorio Francese.
Non fu una tradizionale invasione barbarica con guerre, stragi, devastazione ma, una specie di pacifica emigrazione; anzi, in alcuni casi, furono i romani stessi che invitarono alcune tribù a stabilirsi in terre scarsamente popolate; il fatto è che i Franchi, oltre che guerrieri, erano ottimi agricoltori e artigiani.
I Franchi ci vengono descritti dal vescovo Sidonio Apollinare, romano, che ha imparato a conoscerli in Gallia: “dalla sommità dal capo scendono i loro capelli rossi, tirati tutti verso la fronte, mentre la nuca è rasata”.
I loro occhi sono chiari e trasparenti, di colore grigio azzurro.
Invece della barba portano ciuffi sottili che arricciano con un pettine.
http://www.primocircolopotenza.it/OrlandoFurioso/Personaggi/franchi.htm (http://www.primocircolopotenza.it/OrlandoFurioso/Personaggi/franchi.htm)




Santa Clotilde Regina dei Franchi
3 giugno (http://www.santiebeati.it/06/03)

Lione (Francia), ca. 474 - Tours (Francia), 3 giugno 545
Nasce intorno al 474 da Chilperico re dei Burgundi. Orfana, andrà sposa a Clodoveo re dei Franchi, popolo di origine germanica che si sta espandendo in Gallia. Accetta il figlio di Clodoveo, Teodorico, avuto da una concubina, ma si preoccupa per la loro diversa fede: lei è cristiana, il re è pagano. Nato il primo figlio, Ingomero, Clotilde ottiene che sia battezzato, ma il piccolo muore subito. La serenità torna con la nascita del secondo, battezzato col nome di Clodomiro. Seguono Childeberto, Clotario e una bambina, Clotilde. La regina riesce poi a convincere Clodoveo a farsi cristiano: lo battezzerà Remigio di Laon, vescovo di Reims. La sua però suona come una mossa politica: a Clodoveo serve l'aiuto della Chiesa. Ma le lotte tra i figli di Clotilde e del re scoppiano alla morte di Clodoveo. Per sanare la guerra fratricida la regina si affida con la preghiera a san Martino di Tours. E morirà nel 545 proprio nella città del vescovo santo. (Avvenire)

Etimologia: Clotilde = illustre in battaglia, dall'antico franco
Martirologio Romano: A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, santa Clotilde, regina, le cui preghiere indussero suo marito Clodoveo, re dei Franchi, ad accogliere la fede di Cristo; dopo la morte del coniuge, si ritirò presso la basilica di san Martino, per non essere più ritenuta una regina, ma una vera serva del Signore.


Nasce in un clima da fine del mondo. Crollato l’Impero d’Occidente, la Gallia romana si frantuma in tanti regni che si aggrediscono, in famiglie reali che si scannano. Lo storico e vescovo Gregorio di Tours, scrivendo a qualche decennio dai fatti, racconta che Clotilde, figlia di Chilperico re dei Burgundi, ha avuto padre e madre assassinati da uno zio. E certo lascia volentieri quell’inferno, andando sposa a Clodoveo re dei Franchi, popolo di origine germanica che si sta espandendo in Gallia. Dopo quello che ha passato, va tutto bene; anche se Clodoveo ha già un figlio (Teodorico) nato da una concubina.
Ha preoccupazioni religiose, piuttosto. Lei è cattolica e Clodoveo pagano, come tutti i suoi. Nato il primo figlio, Ingomero, lei ottiene che sia battezzato, ma il piccolo muore subito. La serenità torna con la nascita del secondo, battezzato col nome di Clodomiro. Seguono Childeberto, Clotario e una bambina, Clotilde. La regina vuole ora convincere Clodoveo a farsi cattolico. Con lei insiste Remigio di Laon, vescovo di Reims. E a Reims, appunto, sarà lui a battezzarlo, nel Natale di un anno imprecisato, tra il 496 e il 506. A migliaia i Franchi imitano subito il re, nel cui gesto c’è assai più politica che fede. Gli serve l’aiuto della Chiesa per estendersi nell’intera Gallia, che dal nome del suo popolo si chiamerà Francia. Più tardi stabilirà la sua sedes regia a Parigi, e lì saranno sepolti lui e Clotilde. Lei preferisce Tours, dove c’è la tomba di san Martino, dove può passare inosservata. Ma le tocca vedere altro sangue. Morto Clodoveo (511), i tre figli si spartiscono il regno secondo l’uso franco; ma quando uno di loro, Clodomiro, muore in guerra, i fratelli Childeberto e Clotario uccidono subito due dei suoi tre figli, ancora bambini, per depredarli dell’eredità; il terzo riesce a mettersi in salvo. E tocca a nonna Clotilde comporre e portare al sepolcro le piccole vittime.
Ma non è finita: Childeberto, per diventare unico re, tenta di eliminare in battaglia il fratello e complice Clotario (con l’aiuto di Teodeberto, figlio del loro fratellastro Teodorico). In questo groviglio sanguinoso, Clotilde lotta con le suppliche ai figli, con notti di preghiera sulla tomba di san Martino. E proprio al santo attribuisce l’evento risolutore: un nubifragio che impedisce il combattimento, quando Clotario è già circondato. Clotilde resta l’unica a ostacolare l’autodistruzione della famiglia. Dice Gregorio: "Non era più considerata regina, ma un’ancella di Dio, lei che non fu portata alla rovina dall’ambizione, ma che dall’umanità fu innalzata alla grazia".
Clotilde muore in pace a Tours “piena di giorni”, e viene proclamata santa dalla voce popolare. La porta al sepolcro di Parigi una lunga “processione cantata”: un incredibile corteo di povera gente e di predoni, di innocenti e di criminali. E in testa i suoi figli, due assassini.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/55650 (http://www.santiebeati.it/dettaglio/55650)

CLODOVEO RE DEI FRANCHI

Clodoveo è conosciuto soltanto attraverso il secondo dei dieci libri della Storia dalla creazione di Adamo all'anno 591 – successivamente intitolata Storia dei Franchi - del vescovo Gregorio di Tours (536 – 597), un notabile gallo-romano i cui intenti di scrittore appaiono volti all’edificazione e all’agiografia piuttosto che alla rappresentazione di fatti documentati con scrupolo storiografico. Il libro II della sua Storia descrive gli avvenimenti del regno di Clodoveo inserendoli in successioni di cinque anni o di multipli di cinque: cosicché, poiché l’unica data che può considerarsi certa nella vicenda storica di Clodoveo è quella della morte, avvenuta il 511, seguendo Gregorio egli sarebbe nato nel 466, sarebbe salito al trono nel 481, a quindici anni, e il suo regno sarebbe durato trenta anni.

Clodoveo nacque da uno dei capi dei Franchi Salii, tribù germaniche stanziate nelle attuali province di Tournai e di Cambrai, Childerico I, e da Basina di Turingia. Childerico era un alleato dei Romani, prima di Ezio contro Attila, poi del generale Egidio contro i Visigoti, e si vide riconoscere da quest’ultimo il controllo politico, se non territoriale, della provincia romana Belgica Seconda, comprendente le attuali province di Reims, di Amiens e di Boulogne, con l’eccezione di un territorio che - ultima énclave romana in Gallia - compreso tra le Mosa e la Loira, aveva Soissons a città più importante ed era controllata da Siagrio, figlio del defunto Egidio.

Il nuovo conflitto che oppose Childerico - che aveva riconosciuto, nel 476, il nuovo potere di Odoacre - a Siagro, alleato dei Visigoti, era ancora in corso quando, nel 481, Childerico morì lasciando il trono al figlio Clodoveo. Questi, opportunamente, nel 484 stipulò un’alleanza con i Franchi stanziati nella vicina regione di Cambrai e, nel 485, con le tribù orientali stanziate nella valle del Reno, dette per questo dei Franchi Ripuarii, sposando la figlia di un loro capo, Cloderico, dalla quale ebbe il figlio Teodorico. Avendo le frontiere assicurate a nord e ad est, Clodovico poté gettare il suo esercito contro Siagro che, sconfitto nel 486 nella battaglia di Soissons e fuggito tra i Visigoti, fu riconsegnato da costoro a Clodoveo, che lo passò per le armi. Ora le tribù franche di Clodovico controllavano tutta la Gallia settentrionale.

Gregorio di Tours racconta l’episodio del "vaso di Soissons", accaduto durante la guerra, che testimonia la trasformazione dei rapporti di potere al vertice della società franca: avendo i Franchi saccheggiata una chiesa, il vescovo di Reims chiese la restituzione di un vaso particolarmente prezioso a Clodoveo, che promise a condizione che l’assemblea dei guerrieri – dove avveniva la distribuzione del bottino - gliel’avesse assegnata. Richiesto espressamente il vaso, l’assemblea rispose che poteva prenderla, perché «nessuno può opporsi al tuo volere», affermazione che dimostra la maggiore autorità esercitata dal capo militare della tribù; ma un guerriero si oppose, spezzando il vaso e dicendo che a Clodoveo sarebbe spettata solo la parte di bottino che la sorte gli avesse assegnato, comportamento che dimostra, al contrario, la tradizione di eguaglianza vigente fra i guerrieri. Clodoveo, l’anno dopo, davanti a tutto l’esercito riunito, con un pretesto avrebbe ucciso impunemente il guerriero ribelle, «incutendo gran terrore», episodio che registra l’esistenza del principio del potere assoluto esercitato dal re sulla nobiltà guerriera.

Quanto all’episcopato, esso fu lesto a intravedere in essi la forza dominante, con la quale era opportuno che il clero, grande proprietario terriero, si accordasse, come attesta la lettera di felicitazioni che il vescovo di Reims, Remigio, inviò a Clodoveo, il quale da parte sua, essendo pagano, comprese quanto opportuna, per mantenersi al potere, fosse l’alleanza con la Chiesa cattolica, organizzazione ormai potente e ben strutturata gerarchicamente.

Nel 493 Clodoveo stipula un patto di non-aggressione con il regno dei Burgundi, sancito dal suo matrimonio - il secondo - con la cattolica Clotilde, figlia del re Chilperico II, e nel 496 attacca gli Alemanni, popolazione stanziata alle frontiere orientali, sempre in conflitto con i Franchi Ripuari per il controllo della valle del Reno: Clodoveo s'inserisce nel conflitto contando di ottenere la fine della minaccia alemanna e, insieme, importanti ingrandimenti territoriali. Alleato del re franco di Colonia, Sigiberto lo Zoppo, impegna la battaglia decisiva a Tolbiac: la leggenda narrata da Gregorio sostiene che Clodoveo, in difficoltà, abbia promesso la sua conversione al cattolicesimo in cambio della vittoria, che ottenne, costringendo gli Alemanni ad abbandonare il corso superiore del Reno.

Il 24 dicembre Clodoveo onora la sua promessa - secondo Gregorio - facendosi battezzare a Reims dal vescovo Remigio. Tutto il popolo franco è ora, almeno ufficialmente, cattolico e il regno franco confina con popoli cristiano-ariani: a sud-ovest, tra la Loira e i Pirenei, dall'Atlantico a Narbonne, i Visigoti di Alarico II, e a sud-est i Burgundi divisi, dopo la morte di Chilperico II, assassinato dal fratello Gondebaudo, in due gruppi di tribù, con a capo lo stesso Gondebaudo, che risiede a Vienne, e l'altro fratello Godegiselo, stabilito in Svizzera, nell'attuale Ginevra.

Clodovico non tardò a sfruttare la divisione del regno burgundo e l'inimicia dei due fratelli. Stretta alleanza con Gondegiselo, nel 500 due eserciti attaccano da nord e da sud il regno di Gondebaudo che, battuto a Digione, si rifugia ad Avignone, assediato da Clodoveo, mentre il fratello occupa il suo trono di Vienne. Minacciato da Teodorico e dai Visigoti di Alarico II, Clodoveo è costretto ad accettare una tregua con Gondebaudo, che può così rivolgere le armi contro il fratello Gondegiselo, battendolo e uccidendolo a Vienne; poi, nel 502, stipula con Gondebaudo - che si converte anch'egli al cattolicesimo - un trattato di amicizia suggellato dal matrimonio dei loro rispettivi figli, Teodorico e Suavegota.

L'alleanza fra i due re non può che allarmare il visigoto e ariano Alarico II, che sa dei progetti espansionistici di Clodoveo e il cui regno è agitato dalla fronda del clero cattolico. Opera allora in tre direzioni: con il concilio di Agde, rafforza l'autorità dei vescovi cattolici sulle diocesi; con un nuovo codice giuridico - il Breviario di Alarico II - promulgato nel 506 e ricalcato sul codice di Teodosio II del 438, va incontro alle rivendicazioni della popolazione gallo-romana; cerca infine la mediazione di Teodorico - suo suocero, avendone sposato la figlia Teudigota, il quale è a sua volta cognato di Clodoveo, in quanto marito della sorella di questi, Aldofleda - perché si adoperi per un accordo tra Visigoti e Franchi.

Clodoveo, con il trattato di amicizia stipulato ad Amboise, finse di rassicurare Alarico ma in realtà aveva già preparato la guerra: alleato dei Burgundi di Gondebaudo, dei Franchi Ripuari di Sigiberto lo Zoppo e anche dell'imperatore romano d'Oriente Anastasio, che è in guerra con Teodorico e lo tiene impegnato in Pannonia, nel 507 invase il regno dei Visigoti, sconfiggendoli a Vouillé, presso Poitiers, dove Alarico II è ucciso, si dice, dallo stesso Clodoveo, e l'anno dopo, con la conquista di Tolosa, s'impadronì di tutti i territori dei Visigoti, che vennero ricacciati oltre i Pirenei. Nel 508, a suggello dell'alleanza, Clodovico ricevette dall'imperatore Anastasio I il titolo di console: si fa risalire a quest'anno il trasferimento della capitale nella vecchia Lutezia, ribattezzata Parigi dal nome dei suoi abitanti galli, i Parisii.

Quanto alle tribù dei Franchi Ripuari, stanziati sulla riva destra del Reno, nell’attuale Turingia, Clodoveo fu sbrigativo, facendo assassinare nel 510 il loro capi, Cararico, Ragnacaro e Ricaro, e assicurandosi le loro terre. Fu poi la volta del vecchio alleato Sigiberto lo Zoppo, fatto uccidere – si dice per ispirazione di Clodoveo - dal figlio Cloderico che tuttavia non poté godere il frutto del parricidio, perché fu subito assassinato dai sicari di Clodoveo.

Clodoveo si era guadagnato l'appoggio del clero cattolico, garantendo i suoi vasti possedimenti, concedendo privilegi e autorità, ma non era intenzionato a farsene dominare; nella tradizione dell'Impero romano, egli non si considera il capo della Chiesa del suo regno, ma è intenzionato a mantenere un ruolo di garanzia e di controllo, e lo dimostra convocando nel luglio del 511 un concilio a Orléans. Riuniti nella chiesa di di Sainte Croix, i 32 vescovi presenti - meno della metà dei vescovi delle diocesi del regno - designarono Clodoveo «Rex Gloriosissimus figlio della Santa Chiesa» e gli sottoposero all'approvazione 31 canoni che intendevano imporre leggi del codice romano alle consuetudini franche, proibendo i matrimoni fra consangunei e l'adulterio, l'omicidio per vendetta, la mutilazione e il rapimento.

Altri canoni prevedono una ristrutturazione della Chiesa franca: il clero deve essere approvato dal re, che nomina anche i vescovi, ed è esentato dal servizio militare; i preti sposati possono convivere con le loro mogli, ma devono astenersi dai rapporti sessuali. Viene favorito l'inserimento del clero già ariano nelle strutture cattoliche.

L’alleanza della Chiesa con il potere civile è, insieme con l'unificazione dei territori che costituiscono in gran parte la Francia attuale, è l'atto politico di maggiore rilevanza: destinato a produrre le sue conseguenze per tredici secoli, pone Clodoveo nella veste di fondatore della monarchia francese.

Clodoveo muore il 27 novembre 511 e viene sepolto nella basilica parigina dei Saints-Apôtres, sulla collina di Sainte-Geneviève.

I figli Clotario, Clodomiro, Teodorico e Childeberto, in conformità della tradizone franca, si dividono il regno, costituito dall'antica Gallia, con esclusione della Provenza, della Septimania, corrispondente all'antica Gallia Narbonense, e del regno dei Burgundi.

Teodorico I (485-534) è re di Austrasia e co-regnante di Orléans
Clodomiro (495-524), che sposa Gondiuca di Burgundia, è re di Orléans
Childeberto I (496-558), che sposa Ultrogota di Ostrogotia, è re di Parigi
Clotario I (497-561) è re di Reims
La figlia Clotilde, che non può regnare secondo la legge salica, va sposa, nel 517, del re visigoto Amalarico. Clodoveo e Clotilde avevano avuto anche un altro figlio, Ingomiro, morto infante nel 494.

La parte più grande, circa un terzo dell'intero regno, si estende tra il Reno e la Loira, e spetta al figlio maggiore Teodorico, nato dalle prime nozze di Clodoveo. la divisione del regno venne pertanto stabilita secondo le norme di diritto privato, fatte scrivere dallo stesso Clodoveo nella legge salica: il regno franco è dunque il patrimonio del re, la nozione di bene pubblico, per altro esistente nella legge di Clodoveo, qui è ignorata semplicemente perché lo Stato è considerato bene privato del re.

Le quattro capitali dei nuovi regni sono tuttavia situate nel centro dell'insieme, relativamente vicine l'una alle altre, come a indicare la tensione esistente fra la tendenza centrifuga che la divisione comportava e la reazione centripeta all'unità: «l'idea di un regno unificato dei Franchi sussisteva negli spiriti»



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FRANCHI E L'EPOPEA CAROLINGIA I Franchi costituirono il più potente e duraturo regno barbarico del Medioevo. Essi erano originariamente divisi in due ceppi: i Franchi Ripuari, che vivevano presso le rive del fiume Reno, e i Franchi Salii, così chiamati perché erano insediati nei pressi del fiume Sala, nell'attuale Olanda. A partire dal IV secolo d.C. i Franchi, il cui nome significa "uomini liberi", iniziarono a penetrare nel territorio della Gallia romana.
Nel 481 Clodoveo, della dinastia dei Merovingi (dal capostipite Meroveo), divenne re dei Franchi Salii. Egli può essere considerato come il fondatore del regno franco. Clodoveo intraprese guerre vittoriose contro tutti i regni vicini: sconfisse dapprima il romano Siagro (488), poi i Burgundi (500), gli Alemanni (506), i Visigoti (507), conquistando infine anche il regno dei Franchi Ripuari. Clodoveo era così riuscito a creare un vasto regno nel cuore dell'Europa. Egli è ricordato anche per essere stato il primo re barbaro a convertirsi al cattolicesimo.
Dopo la morte di Clodoveo (511) i Merovingi continuarono a regnare sui Franchi, ma l'incapacità per la dinastia di esprimere altri personaggi di spicco determinò il progressivo indebolimento del regno franco. L'inettitudine dei sovrani merovingi divenne celebre, tanto che essi si meritarono l'appellativo di "re fannulloni". L'autorità regia andava gradualmente svuotandosi, mentre specularmente si rafforzava la posizione del maggiordomo o "maestro di palazzo", una sorta di primo ministro che si occupava dell'amministrazione del territorio. Ad un certo punto quasi tutti i poteri si concentravano nelle mani del maestro di palazzo, restando al re un ruolo puramente formale ed un potere sostanzialmente platonico.
La carica di maestro di palazzo divenne ereditaria, appannaggio della dinastia dei Pipinidi (dal nome del suo fondatore, Pipino di Heristal). Il primo maestro di palazzo che salì alla ribalta della storia fu Carlo Martello. Nel 732 egli sconfisse i Saraceni nella celebre battaglia di Poitiers, impedendo così l'avanzata islamica in Europa. Il successore di Carlo Martello, Pipino il Breve, deposto l'ultimo sovrano merovingio, si proclamò re dei Franchi (751).
Pipino il Breve, invocato dal Papa, scese in Italia e sconfisse i Longobardi che volevano conquistare Roma. Pipino donò i territori dell'Italia centrale al Papa (756). Nasceva lo Stato della Chiesa.
Alla morte di Pipino il regno franco fu spartito tra i suoi figli, Carlo (che sarà poi noto come "Carlo Magno") e Carlomanno. La morte di Carlomanno fece sì che Carlo Magno diventasse sovrano dell'intero regno. Su invito del Papa, nel 774 Carlo Magno discese in Italia e sconfisse i Longobardi che avevano nuovamente minacciato Roma; le regioni centro-settentrionali della penisola furono annesse al regno franco. Carlo Magno condusse altre vittoriose campagne militari contro i Sassoni (che furono convertiti al cattolicesimo), gli Avari e i Saraceni. Il regno franco si estendeva ormai dai Pirenei all'Europa centrale, dal Mare del Nord alla Toscana. Carlo Magno poteva considerarsi come il sovrano indiscusso dell'Occidente. Il 25 dicembre dell'anno 800, il re franco fu incoronato imperatore a Roma da papa Leone III. Nasceva il Sacro Romano Impero, con capitale ad Aquisgrana.

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L'incoronazione di Carlo Magno
Un così vasto territorio era difficilmente governabile. Carlo Magno pensò di suddividerlo in territori più piccoli, i "feudi". A capo di ciascun feudo pose un suo dignitario di fiducia, il feudatario o vassallo, che aveva la funzione di rappresentare l'imperatore e amministrare il territorio locale, riscuotendo i tributi e comandando il piccolo esercito del luogo. Sull'operato dei vassalli vigilavano i "missi dominici", inviati dall'imperatore. A loro volta i feudatari potevano suddividere il loro feudo affidandone porzioni di territorio a persone di fiducia, e così via. Nasceva il sistema feudale.
Durante il regno di Carlo Magno si produssero profonde innovazioni anche nel campo della cultura, tanto che il periodo è stato designato come "rinascimento carolingio". L'imperatore promosse l'alfabetizzazione e l'istruzione ordinando l'istituzione di scuole nei monasteri e nelle cattedrali. L'Accademia Paladina, nella quale insegnarono gli uomini più dotti dell'epoca - Alcuino, Eginardo, Paolo Diacono - divenne il faro della cultura carolingia.
Finché Carlo Magno fu in vita, egli riuscì a tenere saldamente sotto controllo il territorio del Sacro Romano Impero. Ma alla sua morte (814) l'Impero fu conteso e diviso tra i suoi tre figli, mentre il potere centrale andava progressivamente indebolendosi a vantaggio dei feudatari. L'ultimo esponente della dinastia carolingia, Carlo il Grosso, fu deposto nell'887. I territori occidentali dell'Impero avrebbero costituito il nucleo della Francia, mentre il Sacro Romano Impero, la cui anima era ormai esclusivamente germanica, sarebbe stato protagonista della storia europea, tra alterne vicende, sino al 1806.


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sideros
12-09-08, 13:38
Si nota che tu ignori ,forse, volutamente il Codex Carolinus e il Libro Pontificalis.
Ne consegue che la tua prolissità e la tua visione limitata e frutto o di esaltazione o di infiltrazione.
Hai riportato un'insieme di scritti disomogenii fra loro, senza un fine organico.
Accenna ai sicambri, il dialetto della Piccardia, la donazione di Costantino, le lettere papali di Alessandro I, la storia di Carlo magno e Carlomanno, il colpo di stato, dei pipinidi del 551, la caduta dei Longobardi 774. Non scrivere a casaccio, leggi magari Cardini anche se è amico di Introvigne e cattolico schierato. Sforzati!

millenomi
12-09-08, 14:32
miroslav: I vangeli gnostici,dicono tante assurdità,passano dal rito osceno(LE GRANDI E LE PICCOLE QUESTIONI DI MARIA,GESU' FA RITI OSCENI CON UNA DONNA DA LUI CREATA)alla castità assoluta,encratismo,propio questi vangeli encrtiti;il vangelo di Tommaso,Il Dialgo col Salvatore,parlano di Maria Maddalena,che si fa maschio,rinuncia alla sessualità,per entrare nel regno.Altro che barzellette del CODICE DA VINCI.Ecco un articolo che parla di questo.

Pax Pleroma,

ritengo che bisogna sempre porre attenzione su quanto esprimiamo, onde evitare di scivolare sulla propria scempiaggine.
Parlare di vangeli gnostici è cosa impalpabile, in quanto più correttamente si dovrebbe parlare di apocrifi del nuovo testamento (esistono anche gli apocrifi del vecchio testamento). Nella collana di Nag Hammadi, in riferimento a ciò che nel volgo comune si tratteggia come "vangelo", non vi è nessun riferimento a "riti osceni" ( a proposito mangiare un'ostia che il sacerdote sostiene essere il corpo di un uomo morto, e bere del vino che sempre si sostiene essere il sangue di un morto è osceno oppure edificante? ndr io non mi pongo il problema, ma moralmente qualcuno potrebbe essere maggiormente scandalizzato da ciò, piuttosto che da una qualsiasi carnalità a sfondo erotico, sensuale.)... Nel Vangelo di Filippo ( che mi sembra di capire essere la pietra dello scandalo), come nel Vangelo di Maria, l'elemento femminile è posto in grande evidenza, come primario ricettore della verità cristica. Ma ciò non deve far scandalo, visto che proprio le donne, nei canonici, sono state fatte oggetto della prima rivelazione post ressurezione.

Attorno poi al Vangelo di Tommaso, la gaffe è talmente evidente, che ci propongo questa esternazione dell'attuale pontefice (certamente non gnostico, ma bisognerebbe sentire i vetero cattolici )...

Papa: Vangeli apocrifi importanti per studio cristianesimo
27 settembre 2006 alle 11:32 - Fonte: repubblica.it

"Gli Atti e il Vangelo di Tommaso sono ambedue apocrifi ma comunque importanti
per lo studio delle origini cristiane".

Benedetto XVI lo ha detto ai fedeli nel corso dell'Udienza Generale di oggi. In ogni epoca la figura di Gesù ha ispirato anche ricostruzioni fantastiche della sua vita, alcune delle quali, come quelle citate oggi dal Papa, contengono elementi di interesse storico. Secondo un'antica tradizione, ha ricordato ancora il Pontefice, "Tommaso evangelizzò prima la Siria e la Persia e poi si spinse fino all'India occidentale, da dove poi il cristianesimo raggiunse anche l'India
meridionale". Una sottolineatura delle "prospettiva missionaria" della Chiesa dalla quale Papa Ratzinger ha tratto "l'auspicio che l'esempio di Tommaso corrobori sempre più la nostra fede in Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio".

Cordialmente

Filippo

www.fuocosacro.com