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Tomás de Torquemada
03-08-02, 23:49
Una coppia naturalmente perfetta
Perché nascono i gemelli? Come mai sono così legati fra loro? Nuove ipotesi, tra biologia e psicologia, fanno luce su questa coppia unica. Con l'aiuto di una testimone speciale: Rita Levi Montalcini.

di Patrizia Giongo

Oggi lo sappiamo con certezza e quelle che un tempo sembravano solo sensazioni o leggende sono realtà scientifica: almeno un bambino su otto inizia a vivere nel grembo materno come qualcosa di più, la metà di una coppia. Poi, nel giro di poco tempo, perde il suo compagno. Perché questo accada non è ancora chiaro e rappresenta uno dei misteri che tuttora avvolgono i gemelli. "Sebbene si verifichi un solo parto gemellare ogni ottanta o novanta parti singoli", spiega Giuseppe Novelli, professore di Genetica umana all'Università Tor Vergata di Roma, "almeno un ottavo delle gravidanze naturali è inizialmente "doppio". È il fenomeno dei gemelli evanescenti, scoperto grazie all'uso più frequente dell'ecografia: prima ci sono due embrioni, all'esame successivo ne è rimasto uno solo. Un fatto che, secondo gli studiosi, è assolutamente fisiologico, naturale. Il gemello, che scompare entro il primo trimestre, viene riassorbito dalla placenta o dall'altro gemello e le tracce della sua esistenza sono molto tenui, possono comparire nell'ecografia, appunto, o nel Dna". E aggiunge Paolo Parisi dell'Istituto universitario di Scienze motorie di Roma, studioso di gemelli da una quarantina d'anni: "Secondo le stime più affidabili, addirittura il 29 per cento delle gravidanze inizierebbe come gemellare". Ma per quanto le nostre conoscenze di genetica, biologia, psicologia siano avanzate, sui gemelli sappiamo ancora molto poco. Più facile spiegare la nascita dei dizigoti, detti fraterni, che condividono in media il 50 per cento del patrimonio genetico, come i fratelli nati da gravidanze successive. Con una importante differenza: hanno la stessa età e si sono sviluppati nello stesso ambiente prenatale che favorisce un certo grado di somiglianza e influisce dal punto di vista psicologico. Difficile capire, invece, i gemelli monozigoti: frutto della divisione di un solo uovo fecondato, sono identici e con lo stesso corredo genetico. Ma perché nascono i gemelli? "Non sappiamo ancora perché in un certo momento del suo sviluppo un embrione cerchi di sdoppiarsi, e perché il momento della scissione sia variabile", risponde Novelli. "Durante lo sviluppo intrauterino intervengono sicuramente delle modificazioni chimiche del Dna non predeterminate geneticamente, e ancora in parte oscure. Resta inoltre da capire come queste modificazioni del Dna influiscano sulle differenze dell'aspetto o su caratteristiche che portano uno dei gemelli a essere mancino e l'altro no. Certamente, nei monozigoti anche il caso gioca un ruolo importante: sarebbero fenomeni chimici accidentali o provocati da virus a modificare l'attività di molti geni, responsabili poi di queste differenze". In due contro lo "stress da civiltà" Casualità, "errori di programmazione", forse. Oppure istinto di sopravvivenza, come suggerisce Parisi. "Se nei primi giorni dalla fecondazione si verifica un danno di natura chimica nell'embrione, questo si sdoppia per suddividere il rischio e aumentare le sue possibilità di sopravvivenza.
È un'ipotesi, resa interessante anche dalle cifre. Per esempio, se per secoli le nascite di gemelli monozigoti sono state relativamente stabili nei diversi Paesi (da 3 a 5 ogni mille parti), negli ultimi vent'anni hanno cominciato ad aumentare in maniera significativa nei Paesi industrializzati. Insieme a ricercatori statunitensi e scandinavi", continua Parisi, "ho studiato il fenomeno e ho notato una serie di relazioni con i fattori ambientali, dall'inquinamento allo "stress da civiltà" che, è noto, incidono sull'equilibrio ormonale. Non è un caso, infatti, che in fasi storiche particolari ci siano forti variazioni nei parti gemellari: aumentano dopo le guerre, diminuiscono nei periodi di crisi economiche". Per i gemelli dizigoti, i cosiddetti fraterni, la situazione è diversa. Eliminando le nascite dovute alle tecniche di fecondazione assistita, che inducono ovulazioni multiple, quelle naturali vanno da 3 a 40 ogni mille parti, a seconda dei Paesi. Le percentuali più elevate si riscontrano tra le popolazioni africane, le più basse tra quelle orientali. La tribù nigeriana Yoruba, per esempio, detiene il primato mondiale: una persona su undici ha un gemello. "Ciò potrebbe essere spiegato in parte dall'alimentazione", sostiene Novelli. "La tribù si nutre di una pianta (igname) che contiene elevate quantità di estrogeni. Questi fanno aumentare l'ormone follicolo-stimolante (Fsh) che può accelerare il ritmo dell'ovulazione. Infatti, quando gli Yoruba vanno a vivere in città e cambiano alimentazione, le nascite gemellari diminuiscono". "Nelle nascite dei gemelli dizigoti", prosegue Novelli, "sono anche accertate l'ereditarietà e l'influenza significativa di un gene sul cromosoma 3, identificato recentemente. Pure l'età delle madri ha il suo peso: tra i 15 e i 39 anni aumenta la probabilità di avere gemelli fraterni, mentre dai 40 ai 44 è più facile concepirli identici. Inoltre secondo uno studio svedese hanno più spesso gemelli le madri non sposate, con rapporti sessuali irregolari. In questi casi, infatti, l'ovulo "aspetterebbe" la fecondazione fino all'ultimo momento e, dopo l'incontro con lo spermatozoo, sarebbe prossimo al deterioramento, tanto da dividersi nell'utero per aumentare le sue probabilità di sopravvivenza". Poiché hanno la stessa età e si sono sviluppati nel medesimo ambiente prenatale, i gemelli sono stati oggetto di ricerche nei campi più diversi. Il "metodo gemellare", che consiste nel rilievo di caratteristiche comuni o diverse nella coppia, fornisce una misura dell'influenza dei geni su un determinato carattere. In questo modo si sono ottenute indicazioni per l'identificazione dei geni della suscettibilità alla schizofrenia, per esempio, o all'ansia, all'ulcera peptica, all'ipertensione, alla scoliosi. "Perché", spiega Parisi, "i gemelli rappresentano un "sistema sperimentale" che la natura stessa ci mette a disposizione. E sono tuttora una miniera di informazioni, nonostante gli studi diretti sul patrimonio genetico, in quanto i geni da soli non possono spiegare tutta la complessità dell'individuo".


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Immagine tratta dal sito http://www.ufrsd.net/

Come due poli magnetici Identici come cloni o molto simili, i gemelli formano una coppia "diversa" che affascina e anche inquieta. "Una coppia talmente unica", spiega Liana Valente Torre, responsabile del Laboratorio di Indagine della personalità dell'Università di Torino, "da avere una naturale, fisiologica tendenza a chiudersi, come se i due elementi si attraessero al pari di due poli magnetici". Una relazione intensa in cui la comunicazione comincia fin dal grembo materno, con reciproche sollecitazioni e risposte. Lo dimostrano le ecografie. Valente Torre cita, nel suo libro La singolarità del doppio (La Nuova Italia), due coppie. Max e Marco hanno cominciato a litigare nell'utero, con veri e propri calci e spintoni, e a sei anni continuano a picchiarsi appena uno entra nella traiettoria dell'altro. Tutto l'opposto di Maria e Delia delicate, rispettose e affettuose tanto nei loro contatti intrauterini come dopo la nascita. Vicini anche se distanti È la convivenza precoce a creare questa straordinaria capacità di comunicazione, a far sì che un gemello possa mettersi nei panni dell'altro al punto che si parla di telepatia. "Molte ricerche smentiscono la telepatia come trasmissione di pensieri precisi", afferma Valente Torre. "Mentre è più appropriato usare il termine empatia, cioè la capacità di capire, sentire e condividere le emozioni, di soffrire per solidarietà". Comprare lo stesso paio di scarpe trovandosi in Paesi differenti, perfino sposare uomini con lo stesso nome all'insaputa una dell'altra, invece, si spiega con i gusti personali che paiono avere una componente genetica, come risulta da uno studio su gemelli monozigoti separati alla nascita fatto dall'Università americana del Minnesota. Se il sentire comune rende i gemelli uguali anche quando non sono identici, l'educazione tende ad accentuare questa caratteristica. "La madre umana", continua Valente Torre, "è programmata per una sola nascita, quindi tratta istintivamente i due, identici o fraterni, come una persona sola". Ed ecco che i gemelli vengono "maneggiati" e considerati in blocco, ne sono evidenziate le somiglianze più che le differenze: vestiti, pettinature, nomi simili.. "Perché nella famiglia e nelle istituzioni", afferma Valente Torre, "c'è una convinzione di sacralità della coppia che nessuno deve turbare". Il rischio è che favorendo la somiglianza fisica prevalgano gli aspetti negativi della gemellarità, prima di tutto la difficoltà ad avere un'identità propria. Nel bambino, infatti, la formazione dell'identità passa attraverso la consapevolezza di non essere un tutt'uno con la mamma e la separazione psicologica da lei implica la possibilità di stare con gli altri ma anche di rimanere da solo.
Una conquista ancora più faticosa per i gemelli, che devono separarsi sia dalla madre sia dall'altro. Se non vengono aiutati fin dai primi anni di vita, la sola idea del distacco diventa fonte di angoscia e la possibilità di altri legami affettivi si allontana. Essere felici il doppio, soffrire la metà "Se non ci fosse un'impostazione educativa sbagliata di partenza, essere gemelli sarebbe solo un dono totale: essere felici il doppio e soffrire la metà", conferma Antonietta Provenzano, psicoterapeuta come la gemella Giuseppina. "Ma crearsi un'identità indipendente è molto faticoso, separarsi è sempre doloroso e più passa il tempo più diventa difficile. Si teme di far soffrire l'altra, tutto quello che si fa è per l'altra. Ma nello stesso tempo si prova il desiderio di togliersi un po' di torno la gemella per avere una vita propria. Noi" continua Antonietta Provenzano, "siamo vissute in simbiosi fino a vent'anni, poi ci siamo trasferite a Roma a studiare psicologia e gemellologia, quindi abbiamo avuto gli strumenti per trovare la nostra identità. Eppure qualche volta mi capita di passare davanti a uno specchio e di pensare, per un istante, che l'immagine riflessa sia quella della mia gemella. Quando mi sono sposata Giuseppina ha sofferto molto. Ho due figli e lei ogni tanto dice, non so quanto sia vero, che non vuole figli perché ha i miei, che hanno i miei geni e quindi anche i suoi". Il linguaggio segreto E poi ci sono gli altri. Da un lato attirati da questo legame singolare, dall'altro un po' spaventati. "È come se ci considerassero "troppe". Noi ci chiudiamo, è vero, ma anche gli altri ci scansano", spiega Antonietta Provenzano. E infatti gli studiosi parlano di "mini gang" per spiegare l'atteggiamento dei gemelli che possono litigare ferocemente tra loro, ma fare blocco appena un genitore ne sgrida uno. E analizzano i rischi del loro linguaggio segreto, detto criptofasico, un sistema di comunicazione complesso ed efficace. "Di solito appare tra i due e i quattro anni, poi scompare con l'ingresso nella scuola", spiega Valente Torre. "Noi", racconta Antonietta Provenzano, "ne abbiamo inventato uno alle elementari per non farci capire da professori, compagni, genitori. Lo usiamo ancora oggi, ma solo in privato". Conclude Valente Torre: "Fatto di frasi rapide e incomprensibili, di gesti e sguardi, il linguaggio segreto è dannoso solo se segnala un rapporto troppo stretto. Altrimenti denota una capacità di comunicazione che rende i gemelli disponibili a capire e a farsi capire più precocemente e meglio dei singoli. Una "competenza" che può essere di aiuto anche agli altri".

Dal sito http://cubo.newton.rcs.it:8666/hometemp.php3

agaragar
08-08-02, 18:57
se andreotti avesse un gemello...mi consolo che sarebbe vecchio come lui.....

Silvia
28-08-02, 21:04
L'uomo ha sempre avvertito particolare interesse e curiosità per il fenomeno dei gemelli: ne sono testimonianza i miti di tutte le epoche e culture... L'immaginario mitologico li descrive spesso come complementari od opposti (uno umano e l'altro divino, uno buono e l'altro cattivo, diurno e notturno, bianco e nero, maschio e femmina...) ma in ogni caso, in qualsiasi modo o forma si presentino, i gemelli sembrano esprimere il simbolo della dualità dell'uomo stesso.


Cenni di antropologia

Nel corso della storia dell'uomo, la gemellarità non ha mai mancato di affascinare quale forza della natura prepotente e incontrollabile. Alcune società vedevano i bambini gemelli come esseri angoscianti, come un vero e proprio tabù, altre attribuivano loro poteri straordinari, in particolare per ciò che riguardava gli eventi atmosferici. Diversa era chiaramente anche la sorte che li attendeva e che spesso interessava anche i loro genitori. Premessa l'opinione comune che una coppia potesse mettere al mondo un solo bimbo, il quesito per lungo tempo irrisolto riguardava a chi, o a cosa, si dovesse attribuire la generazione dell'altro. Da questo derivava, per alcuni, una particolare avversione verso i parti multipli, per altri una speciale deferenza che rendeva i gemelli, o i loro genitori, degli eletti in grado di influenzare gli eventi.

La tribù ugandese dei Baganda riteneva coloro che avevano generato dei gemelli dotati di particolari poteri, in grado di influenzare positivamente la crescita dei banani, la loro principale fonte d'alimentazione. Dopo il parto, infatti, marito e moglie giravano nella zona danzando nei frutteti dei loro amici più cari, affinché i loro banani dessero frutti abbondanti.

I Tsismshian dell'America settentrionale erano convinti dell'influenza dei gemelli sugli eventi atmosferici, li ritenevano in grado di favorire la pesca di salmoni e pesci candela, di ridare vigore agli anziani e addirittura di conferire l'immortalità in battaglia.

I Tlinghit dell'Alaska, il cosiddetto popolo del salmone, ritenevano le nascite gemellari un evento nefasto, al punto che l'uomo era costretto a ripudiare la compagna e i bimbi erano uccisi. Questa pratica era comune anche ad altri popoli, anche se spesso si riteneva che uno solo dei bimbi dovesse essere eliminato. Non senza opportunismo, in genere, tale sorte toccava alle femmine o al bimbo apparentemente più gracile.

In Africa orientale il popolo dei Chagga reputava che, qualora ad entrambi i gemelli fosse stato consentito di vivere, uno di loro (quello di cui non si capiva l'origine), avrebbe di certo ucciso i genitori.

Questa visione dei gemelli come portatori di morte era comune anche ad altri popoli come ad esempio gli Yoruba dell'Africa occidentale, che li ritenevano in grado di uccidersi tra loro una volta cresciuti, nonché capaci di uccidere il genitore del loro sesso.

I Nuer del Sudan pensavano invece che i gemelli avrebbero provocato la morte del genitore di sesso opposto.

In Congo si credeva che la morte di un gemello fosse da attribuirsi al desiderio egoistico dell'altro che voleva restare solo.

Spesso a pagare il prezzo delle superstizioni erano in qualche modo i genitori: gli Indiani di Puget Sound abitanti delle coste del Pacifico, usavano cacciare dai loro villaggi coloro che avessero generato dei gemelli, costrigendoli a vivere nelle foreste fino alla morte di uno dei figli.

Presso i Kwakiutl, un gruppo di tribù pellirosse stanziato nel Canada occidentale sulle coste dello stretto della Regina Carlotta, si riteneva importante la condizione sociale ed economica in cui versava la famiglia dei gemelli. I benestanti erano esonerati da ogni attività lavorativa per un periodo di quattro anni e la tribù provvedeva ai rifornimenti di quanto occorreva per la loro sopravvivenza; in mancanza di mezzi, i genitori erano costretti a sopprimere i bambini per riprendere il lavoro. Curioso caso di discriminazione socioeconomica.

Alcuni popoli chiamavano in causa dei gemelli anche quando si trattava di evocare la creazione del mondo. Ecco il testo di un racconto raccolto presso gli africani Ekonda da P. Nestor Van Everbroeck (Histoire, Croyance des Ekonda et de leurs Batoa, Tervuren 1974):

"... Il mondo intero è stato creato da Wang'Ilonga. Dalla parte del sorgere del sole, a nord-est del fiume Tsuapa, a Bayo (ivyo significa acqua nera e fredda) in uno stagno, non lontano dal limitare della foresta, vi era un termitaio, coronato da un albero boamba. Al comando di Wang'Ilonga, l'albero si aprì e apparve il primo uomo, Lianja. Dopo aver gettato uno sguardo attorno a sé, esclamò: "Sono uscito, ma sono solo! Dov'è la compagna che vivrà con me?". Allora si sentì la voce di Wang'Ilonga: "Scendi nell'acqua e la incontrerai!". Lianja saltò nello stagno. Wang'Ilonga riprese: "Guarda dietro di te". Volgendosi, Lianja vide una donna, Nsongo, in piedi, alla base del termitaio. "Ho trovato una compagna - disse - ma che cosa faremo?". La voce rispose: "Va a costruire una capanna sulla terra ferma". Non appena Lianja ebbe terminato la sua capanna, la voce di Wang'Ilonga risuonò di nuovo: "Voi siete uomo e donna. Quando abiterete la vostra capanna, comportatevi come sposo e sposa, generate dei figli... Ma ecco i comandamenti che voi e i vostri discendenti osserverete: non rubate le cose altrui, non litigate, non abbandonatevi alla lussuria, non attentate alla salute e alla vita del prossimo. Se voi maltrattate i vostri compagni, io vi caccerò; se voi disprezzate i miei comandamenti, la morte vi prenderà". Lianja e Nsongo generarono tre coppie di gemelli che sono gli antenati mitici dei Batwa, Nkundo ed Ekonda...".

Liberamente tratto dal sito: http://www.gemelli-it.org

Tomás de Torquemada
22-02-03, 12:32
GEMELLI

Il Sole entra nella costellazione dei Gemelli il 21 maggio. E’ un segno di Aria, mobile, di transizione perché rappresenta il passaggio dalla primavera all’estate. Corrisponde alla 3ª casa dello Zodiaco, quella dei viaggi, degli studi, della corrispondenza, del giornalismo. E’ governato da Mercurio; Plutone è in esaltazione e Giove e Nettuno sono in esilio.

Il geroglifo dei Gemelli è composto da due linee perpendicolari inquadrate in due linee orizzontali che, secondo la Senard, esprimono il tempo e lo spazio. L’etimologia del segno è chiara: deriva dal latino geminus= gemelli; in sanscrito il segno dei Gemelli si dice Mithunam che significa unione dei principi maschile e femminile. In varie mitologie si trovano degli dei gemelli. Nei Veda, il libro sacro degli Arii dell’India antica, appare una coppia di gemelli, gli Ashvins che, al pari dei Dioscuri della mitologia greca, vengono identificati con la costellazione doppia dei Gemelli. Coppie famose sono: Caino ed Abele; Giacobbe ed Esaù; gli Apostoli Giovanni e Giacomo; Romolo e Remo; lo yin e yang cinesi. In tutte sono presenti le polarità positive e negative, il bene ed il male.

"I Gemelli sono simbolo del doppio, dell’unito-disunito, della presa di coscienza nel segno dell’intelligenza" (Sicuteri). Nella mitologia greca i Dioscuri erano Castore e Polluce, figli di Leda, moglie di Tindaro, re di Sparta, vista mentre si bagnava nel fiume Eurota da Giove che se ne invaghì e la sedusse apparendole sotto forma di cigno. Da questa unione nacquero due uova: uno conteneva Castore e Clitennestra (generati dal marito Tindaro e quindi mortali); l’altro conteneva Polluce ed Elena (di origine divina perché generati da Zeus). Appena nati i Dioscuri furono affidati a Mercurio, il dio delle comunicazioni, protettore dei commercianti e dei ladri, astrologicamente il pianeta che indica l’intelligenza ma anche la razionalità. I due fratelli erano uniti da grande affetto, sicché quando Castore fu ucciso da Idas, Polluce supplicò Zeus di concedere la divinità a Castore perché restassero uniti. Allora Zeus, impietosito, dette a Polluce la possibilità di scegliere se vivere sull’Olimpo oppure se abitare un giorno sotto terra con Castore e l’altro con lo stesso, presso gli dei, nel palazzo celeste. Polluce scelse di partecipare per sempre alternativamente alla luce e all’oscurità. "La morte di Castore simboleggia il superamento dell’istintuale indifferenziato per accedere alla ragione e allo spirito. Trasposto nella tipologia astrologica questo mito evidenzia l’alternarsi dei richiami istintuali o intellettuali" (Sicuteri).

Il soggetto Gemelli porta sempre in sé l’archetipo della scissione così come Polluce vive l’angoscia di essere separato da Castore. I Gemelli sono duplici, ambivalenti e contraddittori. Il tipo Gemelli può dare personalità diversissime: dal diplomatico perfetto al giramondo più instabile, allo scienziato di poche parole. E’ un camaleontico per eccellenza. Anatomicamente corrisponde ai polmoni e quindi alla respirazione..


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Immagine tratta dal sito http://www.jolls.co.uk/


Bibliografia

R. Sicuteri: op.cit.

M. Senard: op. cit.

K. Kerényi: Gli dei e gli eroi della Grecia – Arnoldo Mondadori

K. Kerényi: Miti e Misteri – P. Boringhieri

C.G.Jung e K. Kerényi: Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia – Universale Scientifica Boringhieri

C.G. Jung: Psicologia ed Alchimia – Bollati Boringhieri

Dal sito http://www.antonianigro.it/

Silvia
22-02-03, 23:22
Con il segno dei Gemelli, la primavera si avvia verso la stagione estiva e l’Aria diventa veicolo dei messaggi della natura: il volo di uccelli e farfalle, il ronzio degli insetti, il polline dei fiori. E’ dunque soprattutto un segno di comunicazione: la mobilità dei Gemelli corrisponde proprio a questo incessante intrecciarsi di notizie, informazioni, esperienze, singolarmente tutte valide e interessanti, per cui risulta difficile prendere una posizione e mantenerla fino in fondo.
E’ il segno della polarità, della differenziazione, di due principi opposti e complementari. L’essenza di questa natura è quella adolescente di Mercurio ermafrodita, principio di relazione, di scambio, di movimento, di adattabilità, di comunicazione e soprattutto di cerebralità. E’ la mente, infatti, il fulcro della personalità geminiana, mente attraverso la quale il nativo dei Gemelli filtra ogni stimolo, ogni avvenimento esterno, e anche le sue stesse emozioni. Estroverso, pratico, brillante conversatore, si avvertono tuttavia in lui un certo distacco e la volontà di rimanere svincolato da un vero coinvolgimento emotivo. Difficilmente si lascia andare a slanci appassionati. Estroso e versatile, ha perpicacia e senso critico, spesso doti letterarie, ma pecca di superficialità, dovuta sia alla volubilità di gusti e di carattere, sia alla ritrosia ad assumersi impegni fissi che potrebbero limitare la sua libertà. Ha spesso una cultura vasta, ma poco approfondita, un’esperienza di vita intensa, ma dispersiva, a causa della sua riluttanza a “fissarsi”, a portare fino in fondo iniziative e progetti.
E' portato al contatto con la gente, ma non all'unificazione e la sua socievolezza obbedisce, sì, al desiderio di comunicare, ma anche – e forse soprattutto – alla necessità di rassicurazione che si rivolge ad altri esseri umani anziché auto-alimentarsi con l’aggressività, come accade ad esempio all’Ariete, o con l’acquisizione di beni materiali, come succede al Toro.
Il dualismo del segno si riscontra in due “tipologie” di carattere, uno più istintivo nel rispondere agli stimoli della vita, che corrisponde più fedelmente a questo ritratto, l’altro più intellettuale nel valutare le proposte dell’esistenza, più quieto esteriormente perché ha introiettato l’irrequietezza mercuriana. Capita spesso che questi due temperamenti si alternino o coesistano su piani diversi nello stesso soggetto, ma generalmente uno dei due predomina.


Liberamente tratto da Corso completo di astrologia di Chiara Bertrand (De Vecchi editore)
e da La natura dei Segni di Lisa Morpurgo (Longanesi)

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Silvia
23-08-05, 15:35
Nel tentativo di spiegare i parti plurimi, gli antichi si sono davvero sbizzarriti. Secondo Aristotele, il concepimento di gemelli è la conseguenza di un rapporto sessuale caratterizzato da un surplus di materia seminale. "Si ha in un colpo solo l'emissione da parte del maschio di una quantità di sperma in grado di formare più esseri", così scrive nel "De generatione animalium". La generosità produttiva dell'uomo, tuttavia, non basta: è necessario che l'eccesso di seme incontri nella donna un'altrettanto copiosa quantità di materia per dare vita a più embrioni.

Quanto alla genesi dei gemelli dizigoti, Aristotele riporta la curiosa teoria della superfecondazione. Trattasi di un evento raro che si verifica quando la madre ha rapporti sessuali a intervalli molto ravvicinati (quasi sempre con due partner diversi), cui conseguono due fecondazioni distinte. Altro fenomeno, riportato sempre da Aristotele, è la superfetazione: la donna già gravida ha un rapporto qualche tempo dopo il concepimento del primo figlio, rimanendo nuovamente incinta. Si spiegavano così le differenze di dimensioni e di peso spesso riscontrate alla nascita.

Un trattato ippocratico attribuisce linvece a nascita di due gemelli di sesso diverso a una variazione della qualità dello sperma al momento del concepimento: il seme più umido e più debole genererà una femmina, quello più denso e più forte produrrà un maschio (e te pareva... :D ). Un seme della stessa natura darà origine a gemelli dello stesso sesso.


http://www.silviadue.net/vari/gemelli1.gif
I Gemelli, De Sphaera, fo. 10v
(Biblioteca Estense, Modena)

Tomás de Torquemada
19-07-06, 00:47
Curiosità

Nella Provincia autonoma di Bolzano, i gemelli minori di 18 anni possono viaggiare gratis sui mezzi pubblici. La decisione è stata adottata nel settembre 2004 dalla giunta provinciale guidata da Luis Durnwalder, allo scopo di dare un sostegno economico alle famiglie.

L'armadillo a nove fasce è l'unico animale a partorire cucciolate di monozigoti, generalmente in numero di quattro.

La stima della frequenza complessiva delle nascite di gemelli congiunti (o siamesi) varia da una ogni 33 mila parti a una ogni 175 mila.

In tutte le gravidanze quadrigemine andate a buon fine si riscontra una proporzione di 156 femmine ogni 100 maschi.

La cultura Voodoo ha prodotto il concetto di gemello evanescente molto prima che se ne occupasse la ricerca scientifica. Ad Haiti un bambino viene considerato un "gemello" se è nato con le dita palmate. Una prova, secondo la credenza, del fatto che abbia "mangiato" il cogemello nel grembo materno.

Il 35% dei gemelli identici è mancino, il doppio di quanto si riscontra nella popolazione generale.


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Immagine tratta dal sito http://webastrologer.info/

Per un gemello, la possibilità di divorzio dipende spesso dalla possibilità che divorzi anche il proprio gemello. Se ciò avviene, e se i gemelli sono identici la probabilità è del 45%. Se i gemelli sono fraterni la probabilità scende al 30%.

La frequenza di una gravidanza pentagemellare è di circa una su 6 milioni. Con la fecondazione in vitro la probabilità sale a una su 100.

Negli Usa, dal 1990, il tasso di nascite gemellari è cresciuto del 38% (da 22,1 a 31,1 ogni mille nati), mentre è cresciuto del 65% dal 1980 (da 18,9 a 31,1 ogni mille nati). Il tasso di nascite plurigemellari sta invece lentamente calando negli ultimi sei anni, ma dal 1980 era pur sempre aumentato di quasi il del 400% (da 37 a 184 nascite ogni 100mila).

La frequenza dei gemelli dizigoti varia molto fra paesi e gruppi etnici, e va da un minimo di 6 coppie ogni mille nascite in Giappone a un massimo di 45 coppie ogni mille nascite in Nigeria.

La tribù Yoruba della Nigeria detiene il primato mondiale delle nascite gemellari: uno yoruba su undici ha un gemello.

Fra il 1911 e il 1933 una donna texana, Sarah Womack, ebbe un parto pentagemino, uno quadrigemino, tre trigemini, cinque bigemini e nove semplici per un totale di trentasette figli nati vivi.

L'espressione giapponese per gravidanza gemellare è "chikusho-bara" e significa "pancia di animale". Anticamente, l'espressione era considerata un terribile insulto.

La tribù dei Kiwai, in Papua Nuova Guinea, credono che se una donna mangia banane da un albero con due rami darà alla luce dei gemelli.

Nel 1961, a Jacksonville, in Florida, la signora M.L. Pearson diede alla luce la sua settima coppia di gemelli.

Dal sito http://www.gemelli.iss.it/