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Visualizza Versione Completa : Legittima suspicione e girotondi



jeronimus2002 (POL)
04-08-02, 15:28
anche se la calura estiva e le ferie imperanti, invitano ad un sano disimpegno ed a staccare la spina per un po', non posso esimermi dal sottoporvi uno scambio di opinioni che si è verificato in questi ultimi giorni, via e.mail. _____________________________________________
No, Ai girotondi davanti al senato proprio non ci sto.

Costoro, i morettari, andranno in un vicolo cieco, dal quale sarà impossibile uscire.

Quella dei girotondini è una posizione illusoria, che non convincerà nessuno. Per parte mia, penso ancora al maxiprocesso alla mafia (quello di Catanzaro, che portò all'ergastolo diecine di mafiosi, ma costò la vita a Falcone e Borsellino) e che fu fatto lontano da Palermo, proprio per legittima suspicione, se mal non ricordo.

Dunque, la legittima suspicione deve restare, checché ne pensino i Professori (tra gli altri, Chiavario).-

Certo, Altro problema è quello della prescrizione, della decorrenza dei termini e dell'ingolfamento della Cassazione.

Con la cordialità di sempre.

__________________________________________________ __


Francamente, se in astratto il tema della legittima suspicione può apparire lecito e ragionevole, se consideriamo il complesso degli interventi sulla giustizia, non posso che condividere la preoccupazione dei girotondini. Mi sembra che i requisiti per la richiesta siano un po' troppo labili e che comunque in un processo in cui raramente sono presenti giurati (questi sì assai più esposti al rischio del pregiudizio ambientale) e che prevede- tra riffete e raffete- ben tre gradi di giudizio prima della esecutività della sentenza, sia davvero un problema inesistente 8considerando la possibilità di revocatoria del procedimento. C'era un bell'articolo sul punto nel Foro Italiano di luglio.C'erano problemi davvero più pressanti da esaminare (vedi le norme per armonizzare la legislazione con il neonato Tribunale penale internazionale o il gratuito patrocinio per i non abbienti, ancora fermo al palo nella giustizia minorile civile). Quello che disgusta è che una volta di più si sia fatta carne di porco dello Stato per gli interessi di chi è evidentemente colpevole di tutte le accuse, altrimenti non si agiterebbe così scompostamente e non dilaterebbe all'infinito i tempi del processo. A questo punto io spero nell'operato di Atropo, che in quello degli uomini c'è poco da sperare.

__________________________________________________ __

Due questioni mi vengono dal tuo scritto:

a) i girotondi. Certo, sono plateali, folcloristici, inconcludenti... ma... secondo me è il segno che c'è qualcosa che non va! è il segno che la gente (quanta? tanta o poca?) non ne può di mancanza di informazione, o quella che c'è è palesemente di "regime" e quella poca che resiste è appannaggio di pochi lettori (diciamo delle elite illuminate?). Ed allora cosa rimane per far capire il proprio dissenso? Cosa rimane per invitare alla discussione quelli più distratti e/o quelli più svogliati nell'assumere una posizione? Non sono un tifoso dei girotondi, ma credo che Converrai con me che è meglio dieci girotondi, magari autoappaganti e sicuramente poco produttivi, che un colpo di pistola (come purtroppo, criminalmente, è già successo e senza per questo voler creare o supporre un nesso tra le due cose). Non bisogna certo esaltare la "piazza" (e male fanno quei partiti che la strumentalizzano), ma nemmeno criminalizzarla o svilirla quando esprime un "disagio" effettivo che non trova altri canali legittimi per esprimersi, quando vuol rendere evidente la sua contrarietà a qualcosa che ritiene profondamente ingiusto o sbagliato. A forza di "state buoni se potete" si sono addormentale le coscienze ed è anche per questo che si è potuto manifestare il fenomeno berlusconi (oltre che colpa di una sinistra, questa si inconcludente ed appagata).
b) nel merito della legittima suspicione, certo "cavilli" di avvocati ma una cosa devo dire... Intanto "Chi" può e deve chiedere la legittima suspicione (a "Chi" giova?)?. Poi mi viene in mente la storiella di Bertoldo che condannato all'impiccagione dal suo re, chiese a quest'ultimo di poter esprimere, come ultimo desiderio, di poter scegliere l'albero al quale essere appeso... il re concesse... e Bertoldo non ha ancora trovato l'albero giusto... mutatis mutandi...

jeronimus2002 (POL)
14-08-02, 21:35
davvero illuminante!

se vi sono sfuggiti, vi ripropongo due articoli tratti da "La Stampa"

(Del 5/8/2002 Sezione: interni Pag. 5)
«Fare in fretta per battere i giudici di Milano»
Taormina: sì, bisogna impedire la condanna di due innocenti, Berlusconi e Previti
ROMA E´ il giorno delle colombe, delle mediazioni, della presa d´atto di Forza Italia della decisione del presidente della Camera Casini. Si va a settembre, e il blitz d´agosto sul legittimo sospetto è stato neutralizzato. «Se si fosse partiti prima - riflette, non nascondendo la sua stizza, Carlo Taormina, avvocato, ex sottosegretario, deputato di Forza Italia - adesso saremmo andati in vacanza con la legge approvata alla Camera e al Senato. Se non ci fosse stato l´incidente dell´emendamento Palma sull´immunità parlamentare, la legge Cirami sarebbe già entrata in vigore. E noi così avremmo vinto la sfida, avremmo portato a casa la vittoria».

Vittoria contro chi?
«Ma è chiaro, contro il Tribunale di Milano, contro i giudici di quella città che hanno sfidato il Parlamento».

Come sfidato il Parlamento?
«Quando il Presidente del processo fissa l´ultima udienza il 29 luglio o la prima della ripresa al 19 settembre, è chiaro che provoca. Quando il Tribunale inizia l´udienza con "...vediamo quali sono i malati di turno...", è chiaro che rivela un comportamento fazioso, sospetto, orientato a condannare gli imputati».

Scusi, professore Taormina, la legge sul legittimo sospetto, come denuncia l´opposizione, deve essere approvata con urgenza per bloccare i processi di Milano?
«E´ che dubbio c´è? L´estrema necessità e urgenza di approvarla sta soltanto nell´impedire la condanna di due imputati innocenti, Silvio Berlusconi e Cesare Previti. E´ Milano, come dicevo prima, che ha voluto ingaggiare la gara ed è destinata a perderla perché il legittimo sospetto sarà legge. Naturalmente, oltre all´urgenza dettata da quello che ho appena detto, la legge Cirami colma un vuoto legislativo».

Dunque, lei avrebbe preferito che la Camera la discutesse e approvasse in questi giorni...
«Sarebbe stato meglio. Del resto moltissime leggi sono state approvate entro la prima quindicina di agosto, anche quella che istituiva il Tribunale della libertà nel lontano `77. Ora, che si vada agli inizi di settembre non cambia molto, tanto, a differenza del regolamento del Senato, i tempi della discussione in commissione Giustizia, alla Camera, possono essere contingentati. L´opposizione si metta l´anima in pace: saranno inutili i girotondi, gli assedi e le pressioni, le manifestazioni e l´ostruzionismo. La legge passerà in tempo».

In tempo per cosa? Qual è la data ultima utile perché voi possiate cantar vittoria?
«L´inizio della requisitoria del pm d´udienza del processo Imi-Sir. Con la legge, è in quel momento del processo che, in attesa della decisione della Cassazione sulla remissione, interviene la sospensione».

Dunque, la legge viene approvata, il processo si ferma alla requisitoria e se dovesse essere trasferito a Brescia, da dove riprenderebbe? Secondo l´avvocato Giuliano Pisapia, dal momento in cui è stato sospeso.
«Non è affatto così. Prima del testo Cirami, la legge prevedeva che fosse la Cassazione a stabilire quali atti conservassero efficacia. Oggi che non c´è più questa indicazione, almeno si dovrà ripartire dall´inizio del dibattimento anche se io credo che si possa interpretare la legge anticipando alla fissazione dell´udienza preliminare gli atti che vanno ripetuti. Un conto è la ricusazione di un giudice "parziale", un altro la rimessione del processo che vuol dire che il legittimo sospetto riguarda tutto l´ufficio giudiziario».

A settembre, secondo le sue previsioni, viene approvato il legittimo sospetto. E dopo? Quale riforma sulla giustizia deve essere posta all´ordine del giorno?
«Dobbiamo ripristinare l´immunità parlamentare. Insomma, dobbiamo congelare i processi che vedono imputati deputati e senatori, anche se non si deve impedire che il pm prosegua e chiuda le sue indagini. Poi, è il caso che la maggioranza proponga una tregua. E a bocce ferme elabori il suo progetto organico di riforma della giustizia e della giurisdizione».
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Del 5/8/2002 Sezione: interni Pag. 5)
«Tranquilli, la legge passerà entro settembre»
inviato a PORTO ROTONDO (OLBIA)

LA quiete della Certosa è stata interrotta da una telefonata romana. Finalmente ieri mattina la cappa di afa era scomparsa e il cielo al nord della Sardegna si era aperto. Quanto basta per godersi ancora quarantotto ore di relax. Ma dalla capitale è arrivata una telefonata che ha riportato il presidente del Consiglio alle faccende politiche, a quell'acida battaglia che è la legge sul «legittimo sospetto». Dall'altro capo del telefono c'era Gianni Letta che lo informava di un colloquio avuto la sera con Pier Ferdinando Casini, allarmato e preoccupato per la piega che stava prendendo la questione. «Ancora non so se i vostri deputati vogliono portare fino in fondo le loro intenzioni, ma sia chiaro che se dovessero andare avanti, io mi opporrò, dirò di no. Diglielo a Silvio, fagli capire che sarebbe uno sbaglio forzare i tempi». Non poteva essere più chiaro il discorso che Casini ha fatto a Letta, e che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha subito riferito al premier: un altolà ai falchi di Forza Italia e una richiesta esplicita allo stesso Berlusconi di farsene carico. «E' uno sbaglio forzare i tempi, uno sbaglio per tutti», ha ripetuto la terza carica dello Stato, trovando in questo d'accordo Letta. E Berlusconi, che finora non aveva calmato l'impeto dei suoi, ha risposto al messaggio di Casini: ha fermato i motori di una macchina già messa in moto e destinata ad avvelenare ancora di più lo scontro politico. Così, da villa Certosa ieri è partito l'ordine di ritirata momentanea e una rassicurazione.
<<< «Tranquilli - ha ripetuto a chi lo ha sentito ieri - entro settembre la legge Cirami sarà approvata: me l'ha garantito Casini. Ci saranno passaggi faticosi, il regolamento della Camera verrà applicato fino all'ultima virgola, l'opposizione avrà tutto il tempo per discutere e urlare, certo ci troveremo di fronte alle solite provocazione e ai soliti girotondi in piazza, ma vedrete che alla fine la spunteremo».>>>>>
Del resto, non c'era bisogno che Casini ribadisse in queste ore quello che aveva precisato nell'incontro alla Camera la scorsa settimana, proprio mentre al Senato impazzava la bagarre. Berlusconi si fida del presidente della Camera, quantomeno in questo passaggio delicato che ha visto la Casa delle libertà granitica come mai. Allora, calma e gesso, è inutile agitarsi. Per Berlusconi non sarà l'ostruzionismo del centrosinistra a impedire l'approvazione della legge: c'è una corsia preferenziale. Messa così, si tratta solo di una frenata tattica per una
<<<<<sicura accelerazione successiva che non dovrebbe scontentare nessuno dei suoi, nemmeno Cesare Previti che ha spinto più di tutti per riaprire dopo ferragosto la commissione giustizia. A lui e a chi nel partito voleva assestare un colpo prima del tempo all'opposizione, Berlusconi potrà dire «ci abbiamo provato». Ma, caro Cesare, c'è il Quirinale che non vuole inutili forzature, altrettanto Casini che non intende avallare blitz di alcun tipo. E anche gli alleati, a partire da Fini, la pensano allo stesso modo. Tanto, entro settembre... Insomma, Berlusconi non ha intenzione di farsi guastare le vacanze in Sardegna. >>>>>
Vuole dedicarsi alle tante questioni di governo, e con calma intende pianificare la campagna d'autunno anche sulla giustiza. Nei prossimi giorni, anche per fare il punto sulla questione Cirami, vedrà Giuseppe Gargani, responsabile giustizia di Fi, che arriverà a villa Certosa da Stintino dove si trova in vacanza. Per il momento è soddisfatto di come si è chiuso questo luglio di fuoco. E' soddisfatto di come è intervenuto il presidente della Repubblica: il premier si rende conto che non poteva ottenere di più e di meglio da Ciampi sullo scontro che ha visto l'Ulivo «sfiduciare» Pera. E gli basta la rassicurazione di Casini: incardinando il provvedimento in commissione già il 3 settembre, entro il mese il ddl sul «legittimo sospetto» sarà legge dello Stato. Sì, Berlusconi si fida del presidente della Camera, quantomeno in questa circostanza, ma chissà se capisce pure le preoccupazioni che Casini ha espresso ai suoi collaboratori: «O stoppiamo subito questi tentativi o domani mattina ci troviamo i girotondi davanti Montecitorio. Questo non lo permetto».

Jan Hus
15-08-02, 00:40
Originally posted by jeronimus2002
i girotondi. Certo, sono plateali, folcloristici, inconcludenti... ma... secondo me è il segno che c'è qualcosa che non va! è il segno che la gente (quanta? tanta o poca?) non ne può di mancanza di informazione, o quella che c'è è palesemente di "regime" e quella poca che resiste è appannaggio di pochi lettori (diciamo delle elite illuminate?). Ed allora cosa rimane per far capire il proprio dissenso? Cosa rimane per invitare alla discussione quelli più distratti e/o quelli più svogliati nell'assumere una posizione? Non sono un tifoso dei girotondi, ma credo che Converrai con me che è meglio dieci girotondi, magari autoappaganti e sicuramente poco produttivi, che un colpo di pistola (come purtroppo, criminalmente, è già successo e senza per questo voler creare o supporre un nesso tra le due cose). Non bisogna certo esaltare la "piazza" (e male fanno quei partiti che la strumentalizzano), ma nemmeno criminalizzarla o svilirla quando esprime un "disagio" effettivo che non trova altri canali legittimi per esprimersi, quando vuol rendere evidente la sua contrarietà a qualcosa che ritiene profondamente ingiusto o sbagliato. A forza di "state buoni se potete" si sono addormentale le coscienze ed è anche per questo che si è potuto manifestare il fenomeno berlusconi (oltre che colpa di una sinistra, questa si inconcludente ed appagata).

Perfettamente d'accordo.

Alberich
15-08-02, 01:27
Berlusconi e i suoi stanno porponendo delle leggi discutibili ma non da buttare via in toto, essendo informate ad un certo brado garantismo. Tuttavia dovrebbero fugare i dubbi circa la formulazione ad hoc di queste leggi, e dovrebbero formulare leggi capaci anche di velocizzare i processi, non solo il contrario.

jeronimus2002 (POL)
15-08-02, 18:31
Originally posted by Alberich
Berlusconi e i suoi stanno porponendo delle leggi discutibili ma non da buttare via in toto, essendo informate ad un certo brado garantismo. Tuttavia dovrebbero fugare i dubbi circa la formulazione ad hoc di queste leggi, e dovrebbero formulare leggi capaci anche di velocizzare i processi, non solo il contrario.

NON HO CAPITO PERCHè, MA LA RISPOSTA A QUANTO SOPRA, E' ANDATA PERSA, PROVO A RISCRIVERLA...

Fammi capire!
Garantismo? Quale garantismo? “CHI” garantirebbero? Nei romanzi gialli, per scoprire l’assassino, si diceva “chercez la femme” (spero di averlo scritto correttamente) o più prosaicamente “a chi giova?”. Ora secondo te chi garantirebbero leggi come il rientro dei capitali dall’estero? o la depenalizzazione del falso in bilancio? o la legge sull’immunità (impunità?) parlamentare? La legittima suspicione? L’avviso di garanzia notificato immediatamente (leggiti se ti capita l’intervista a Piero Grasso – procuratore di Palermo (troppo garantismo ci riporta alle leggi speciali) o il commento di Pierluigi Vigna – procuratore nazionale antimafia… gente che “vive” sul campo ma notoriamente “veteromarxisti”) e probabilmente me ne sarà sfuggita qualcun’altra.
Mentre l’economia viene affidata al “creativo” Tremonti che, mentre il buco di bilancio si allarga, non trova di meglio che proporre condoni (parola aborrita dai Repubblicani) o di rivedere il patto di stabilità… un po’ come l’atrazina nell’acqua… non riuscendo a limitarla, si alzano i parametri cosi da riportarla nei parametri di legge e –novello miracolo laico- l’acqua ridiventa buona da bere!!!
E gli altri ministri in ordine sparso a fare dichiarazioni estemporanee salvo essere smentiti 20 minuti dopo dal grancapo.
Fraternità

Alberich
15-08-02, 18:41
ehilà, non ti scaldare... intendevo solo dire che la legge Cirami non è quella che vogliono far credere i vari violante&c. Il mio giudizio sul governo è simile al tuo, solo non mi sento di attaccarli a casaccio come si fa troppo spesso -vedi conflitto di interessi, dove si son dette tante di quelle fesserie...-. In sostanza: io non vedo nella legittima suspicione un attentato alla democrazia; se fossi al governo non farei mai una legge del genere, ma non mi sembra, a priori, un *legge intollerabile*. Ripeto: però non può essere fatta ad uso e consumo dei soliti noti, come in questo caso: così diventa davvero una *legge intollerabile*.
saluti

jeronimus2002 (POL)
15-08-02, 22:25
[QUOTE]Originally posted by Alberich

ehilà, non ti scaldare... intendevo solo dire che la legge Cirami non è quella che vogliono far credere i vari violante&c. Il mio giudizio sul governo è simile al tuo, solo non mi sento di attaccarli a casaccio come si fa troppo spesso -vedi conflitto di interessi, dove si son dette tante di quelle fesserie...-. In sostanza: io non vedo nella legittima suspicione un attentato alla democrazia; se fossi al governo non farei mai una legge del genere, ma non mi sembra, a priori, un *legge intollerabile*. Ripeto: però non può essere fatta ad uso e consumo dei soliti noti, come in questo caso: così diventa davvero una *legge intollerabile*.
________________________________________
Mi dispiace, e mi scuso, di averti dato l’impressione di “scaldarmi”.
Nel merito, può darsi che violante & co. ciurlino nel manico, ma il dato di fatto rimane, ancor più se poi dici “se fossi al governo non farei mai una legge del genere”… cosa vuol dire? Se "TU", Alberich, non faresti mai una legge del genere, vuol dire –se interpreto correttamente le tue parole- che la ritieni non-utile/sbagliata/pericolosa o chessoio (ti prego correggimi se sbaglio) quantomeno nei tempi, nei termini e nella formulazione…, quindi, del tutto logicamente, se la propone un altro tu ti incazzi e la definisci “intollerabile”. Ancorpiù se quel tipo di osservazioni vengono da chi deve poi applicare quelle leggi (vedi sempre intervista a Grasso) c’è comunque quantomeno un problema di opportunità. Se poi aggiungi che se una legge viene fatta nell’interesse primario del legislatore (vedi intervista a taormina) la cosa diventa altro che intollerabile… si potrebbe definire come un reato (abuso in atto d’ufficio? Interesse privato in atto d’ufficio?... quanti amministratori locali sono finiti nei guai per cose simili?) e la qualcosa giustifica, secondo me, una levata di scudi e la presa di distanza perentoria.
I romani dicevano (se ricordo bene) che la moglie di Cesare (non il previti…) dev’essere al di sopra di ogni sospetto…. La moglie! Figurati lo stesso Cesare! Ergo…
fraternità

jeronimus2002 (POL)
15-08-02, 22:46
dai diari di Paolo Emilio Taviani

*** Angelo Costa. [...] Diventò presidente della Confindustria nell’immediato dopoguerra. La rettitudine di Angelo Costa raggiungeva limiti che oggi appaiono incredibili. Quando ero ministro delle Finanze e stavo per reperire duecento miliardi di allora (quattromila di oggi) di nuove imposte mi chiamò Segni, allora presidente del Consiglio, per avvertirmi che, dovendosi aumentare l’imposta sulle società per azioni, sarebbe stato opportuno estendere lo stesso aumento alle società in accomandita. «Altrimenti» disse Segni «potrebbero pensare che lo si faccia per favorire i Costa tuoi conterranei, le cui società sono in accomandita». «Non ti preoccupare» risposi «proprio ieri è venuto da me il mio conterraneo a suggerirmi l’estensione dell’imposta sulle sue società in accomandita». Era cattolico praticante. Decisamente contrario alla nazionalizzazione dell’energia elettrica. Credo di essere stato anche io un discreto cattolico. Ed ero decisamente favorevole alla irizzazione dell’energia elettrica. Le nostre due vite sono una testimonianza dell’autonomia dei cattolici in politica. [...] Le nostre discussioni dottrinali cominciavano sempre da Smith e terminavano a Stuart Mill. Sennonché Angelo Costa non arrivava all’ultimo Stuart Mill, che giunse a sostenere la soppressione dell’eredità per rendere assoluta la libera concorrenza. «L’eredità» diceva Costa «è un apriori». Io gli rispondevo «Questo apriori chi l’ha rivelato?». ***

Alberich
15-08-02, 22:53
ricapitolo con più chiarezza:
-io non farei la legge, ciò non toglie che non mi sembra il caso di attaccare frontalmente tutte le leggi che non riteniamo buone. Bisogna prendere atto della diversità di posizioni politiche e tollerare leggi, a nostro avviso, poco intelligenti. Ovviamente lo si può fare con leggi ritenute magari *non-buone* o *poco utili*; tutto questo non vale per leggi ritenute dannose o controproducenti, contro le quali si deve lottare con forza.
-nel caso specifico, la legge sul legittimo sospetto mi sembra poco opportuna come legge, perchè inserisce garanzie minime e, tutto sommato, marginali ma rischia di rallentare i processi di molto. Per questi motivi io non la farei, ma se -esempio- vivessi in francia e la proponesse Raffarin, non farei una crociata.
-tuttavia vivo in Italia, e la crociata ci dovrà essere; ma non tanto sulla legge in sè, quanto sulla questione morale in genere, sul metodo di fare le leggi ad personam.

-quando parlavo di garantismo mi riferivo anche alle modifiche delle leggi sulla sicurezza negli stadi, leggi agghiaccianti e da abolire, che, fortunatamente sono state leggermente modificate. E lo dico da non tifoso -mai stato allo stadio-.
spero di essere stato più chiaro
saluti

jeronimus2002 (POL)
16-08-02, 22:22
In linea di principio tu hai anche ragione ed è del tutto legittimo (e non perché lo dico io) dire le cose cosi come le dici, ma, permettimi, io la vedo dall’altra parte della medaglia.
Premetto che non sono un tecnico del Diritto e quindi quello che dico può essere demolito parola per parola. Né sono un politico di professione, anche se mi interesso di politica. E qui, secondo me, sta il nocciolo della questione.

Faccio un’altra piccola premessa, spero mi scuserai ma è per cercare di rendere più lineare il mio pensiero (se ci riesco).
Allora proprio perché prendo atto della diversità di posizioni politiche, vuol dire che la “visione” del tipo di società proposta da uno schieramento, mi sta meno bene di quello che mi propone un altro (ogni riferimento ai fatti contingenti è escluso) e su queste io faccio le mie scelte, anche elettorali, quindi le soluzioni proposte dallo schieramento (e non parlo se la strada dev’essere asfaltata o lastricata… per quanto) che non condivido, mi vedono per forza di cose, se non ostile, quantomeno contrario. (certo, su questo qualcuno ha scritto dei trattati ed io penso di cavarmela con quattro righe…).

E veniamo al motivo del contendere. Se la legge è poco utile o addirittura inutile, io esprimo il mio profondo dissenso se per fare quella legge ho sottratto energie, soldi e tempo ad altre cose, per me, più utili (e questo comunque a prescindere dello schieramento che lo propone). Ma a questo punto, siccome a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina, se uno fa una legge inutile non è certo perché è più scemo di me ed allora, come a poker, voglio andare a vedere non avendo la forza di rilanciare. Ed allora mi viene da pensare al cavallo di Troia (ed al proposito non ti parlo ad es. dell’art. 18, dei buoni scuola, perché se no non finiamo più)… quello che al momento sembra una boutade domani può rivelarsi propedeutico ad altri interventi più pesanti e meno “inutili” o possono essere di ostacolo a legiferare in altro modo. Quindi non esistono leggi “asettiche”. (en passant, se uno fa leggi inutili… è perché ha “sbagliato” mestiere!).

Ma andiamo avanti…tu dici <<-nel caso specifico, la legge sul legittimo sospetto mi sembra poco opportuna come legge, perchè inserisce garanzie minime e, tutto sommato, marginali…>> ma qui, consentimi, secondo il mio inutile parere, tu sbagli… perché se è vero che per il ladro di polli diventa difficile dimostrare che il giudice ce l’ha con i ladri di polli e che quasi sempre ha un avvocato alla portata dei suoi mezzi, lo stesso non avviene, per modo di dire, vogliamo fare l’esempio classico?, con un mafioso che oltre ad avere avvocati di altro tipo, potrebbe invocare che il suo giudice “naturale” una volta ebbe parole di “disapprovazione” nei confronti della mafia e quindi parte prevenuto, ed anche quello dopo, ed anche quello ancora dopo… e cosi via.
E tutto ciò <<rischia di rallentare i processi di molto>> e non ti pare già un buon motivo per contrastarla visti i gia cronici ritardi della nostra magistratura? Ed allora “a chi giova?” Se poi ci aggiungi la legge sulle rogatorie ed il “progetto Pittelli” sugli avvisi di garanzie, mi sembra che ci siano buoni motivi per essere preoccupati e tentare di contrastare questo andazzo.
<<ma se -esempio- vivessi in francia e la proponesse Raffarin, non farei una crociata>> ma non mi sembra che Raffarin abbia idea di accodarsi alla destra nostrana su questi argomenti.
Fraternità

jeronimus2002 (POL)
22-08-02, 21:33
quando le leggi sembrano cambiali
«Come dire a Dracula dov'è la banca del sangue». Così il pg di Torino, Giancarlo Caselli, definisce l'avviso di garanzia contestuale all'avvio delle indagini previsto dal ddl Pittelli suscitando l'immediata reazione dello stesso Pittelli e del presidente della Commissione Giustizia Pecorella («dovrebbe informarsi, ne parlerò a Casini»). Caselli inoltre giudica negative tutte le riforme: «Legittimo sospetto, immunità parlamentare e pacchetto Pittelli non ridurranno neanche di un giorno la durata interminabile dei processi perché sono riforme pensate per imputati eccellenti, cittadini di serie A».

jeronimus2002 (POL)
31-08-02, 23:18
C'è tornato sopra il premier davanti ai cronisti: «Sappiamo che l'opposizione intende inscenare manifestazioni, ma non ci preoccupa». Berlusconi andrà avanti pure sulla questione più controversa, la proposta Cirami che consentirebbe di spostare i processi laddove esiste un «legittimo sospetto». Non è mistero che la nuova legge darebbe una mano a spostare anche i processi del premier da Milano a Brescia: di qui girotondi e ostruzionismi annunciati per settembre. Rispetto alla legge sulle rogatorie, però, stavolta il Cavaliere punta a presentarla come una misura presa non già nell'interesse proprio, ma in quello di tutti i cittadini. «Ci impegneremo per far capire alla gente, che in gran parte l'ha già compreso, come sia diritto di ciascuno avere un giudice imparziale». Ecco l'esempio che ascolteremo spesso, nelle prossime settimane: «Se un cittadino ritiene che il giudice, oppure l'ambiente in cui si celebra il processo, non siano tali da garantire l'imparzialità della decisione, deve potersi rivolgere alla Corte di Cassazione, che è il giudice supremo, per dirgli: guarda la mia situazione e, se riscontri che l'imparzialità non è garantita, ti prego di spostare il processo dall'altro giudice naturalmente precostituito».

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I RISCHI DELLA RIFORMA GIUDIZIARIA
Illegittimo sospetto
31 agosto 2002
di Mario Chiavario

NON deve suscitare sorpresa la recente ordinanza della Cassazione, la quale ha escluso che l'adesione di un magistrato a una «corrente» dell'associazione di categoria dia a qualcuno il diritto di non essere da lui giudicato.
Le analogie con una richiesta presentata dalla difesa dell'on. Previti nel processo Imi-Sir caricavano di suspense l'attesa per la pronuncia; ma si doveva pur sapere che in Italia le ragioni per «ricusare» un giudice - nelle cause civili come in quelle penali - risultano da elenchi chiusi, forniti dai rispettivi codici.
E sarebbe davvero arduo trovare in tali elenchi qualche appiglio a una soluzione diversa da quella accolta dalla Corte: era autentica acrobazia interpretativa l'assimilare tout court l'appartenenza «correntizia» alla posizione di chi - per usare alcune tra le parole della legge - ha «manifestato il suo parere sull'oggetto del procedimento» oppure abbia dimostrato «inimicizia grave» con una delle «parti» processuali.
>>>>>Le cose, però, cambierebbero se venisse approvato il cosiddetto «progetto Pittelli», all'esame della Camera, che configura come motivo di astensione e di ricusazione del giudice penale l'esistenza di «ragioni di convenienza» causate proprio «da comportamenti o manifestazioni di pensiero o da adesione a movimenti o associazioni che determinano fondato sospetto di recare pregiudizio all'imparzialità».
È l'altra faccia dell'offensiva lanciata con la proposta di reinserire il «legittimo sospetto» quale motivo di trasferimento di un processo dalla sua sede naturale: e già si preannuncia un nuovo duro scontro in Parlamento e sulle piazze, con l'innesco di una catena, di azioni e reazioni, estranea al fisiologico rapporto tra istituzioni e società civile.
>>>>>>Difficile, comunque, non esprimere preoccupazione per iniziative legislative del genere: per il metodo - ci dovremmo abituare alle leggi ad personam? - e per il merito.
>>>>>>Se il progetto passasse, prenderebbe infatti corpo l'intrecciarsi di due pericoli: quello di un'inarrestabile caccia alle streghe e quello dell'ulteriore degenerazione di strumenti come la ricusazione e la rimessione, a danno della tempestività e della stessa serenità dei giudizi

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jeronimus2002 (POL)
31-08-02, 23:31
(Del 31/8/2002 Sezione: Interni Pag. 5)
LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI ALL´URGENZA DELLA MAGGIORANZA DI APPROVARE IL DECRETO

Bruti Liberati: non ha senso dare priorità alla legge Cirami“

"Il punto più pericoloso di questo ddl è la possibilità di sospensione automatica del processo quando viene sollevato il legittimo sospetto»

ROMA COME si fa a non essere preoccupati? I segnali che arrivano non sono rassicuranti: con la legge Cirami e il pacchetto Pittelli c´è il rischio della paralisi dei processi. Mi auguro soltanto che la discussione sulla riforma dell´ordinamento giudiziario - seria, aperta, approfondita -, riprenda al Senato nel punto dove si era interrotta». Scampoli finali di una breve pausa estiva. Edmondo Bruti Liberati, presidente dell´Anm, non è ottimista, la ripresa si annuncia tempestosa in tema di giustizia: l´opposizione annuncia l´ostruzionismo alla Camera per non far approvare in tempi rapidi la legge sul legittimo sospetto e, il 14 settembre, si terrà a Roma la manifestazione nazionale dei girotodini per una «giustizia giusta».

Il presidente Berlusconi ha dichiarato che la legge Cirami rappresenta una priorità, perché è una norma di garantismo assoluto che tutela i cittadini.
«Suona abbastanza strano sentire parlare di legge Cirami come priorità. Mediamente ogni anno non vengono presentate più di dieci istanze di remissione, che vengono pressoché tutte respinte. Infatti, i casi accolti nella storia della repubblica sono uno ogni dieci anni, anche quando era in vigore la formula del legittimo sospetto. Tutte istanze accolte, poi, sono state al centro di polemiche, come nel caso del processo per la strage di piazza Fontana che fu trasferito da Milano a Catanzaro o per la tragedia del Vajont, da Belluno a L´Aquila. I casi di ripetuta applicazione della remissione hanno riguardato, negli anni `50 e `60, i processi di mafia trasferiti, su richiesta dei pm, dalla Sicilia e dalla Calabria. Era la resa di uno Stato incapace di tutelare i giudici popolari dalle minacce e dalle pressioni».

Che non siano state sollevate molte richieste di remissione non è di per sé una ragione per non introdurre il legittimo sospetto, non crede?
«Questa formula, ereditata dal Codice Rocco, è rimasta in vigore fino al 1989, quando il legislatore ha ritenuto di utilizzare formule più stringenti: il legittimo sospetto è l´eccezione più vistosa al principio del giudice naturale. La Cassazione ha sollevato il dubbio di costituzionalità della norma attuale ma solo nel caso in cui la Corte Costituzionale dovesse accogliere l´eccezione di incostituzionalità dovrà esaminare il merito dell´eccezione proposta per i processi di Milano. Il punto più pericoloso della legge Cirami, però, è un altro: è la possibilità della sospensione automatica del processo quando viene sollevata la questione del legittimo sospetto. Questa possibilità rappresenta un principio giuridico dirompente, perché consente alle parti di paralizzare il processo. Se una di loro avanza la richiesta di remissione di un processo che si celebra a Milano, per esempio, perché la presenza di una fitta nebbia influisce sugli umori e la serenità dei giudici, e allega i bollettini metereologici nella fase conclusiva del processo, questo si blocca in attesa che la Cassazione valuti la richiesta. Naturalmente, dichiarandola inammissibile. Dopo diversi mesi, ricomincia il processo e sempre una parte chiede il suo trasferimento perché, questa volta, è il troppo freddo a compromettere la serenità del giudice. Il processo si blocca nuovamente e così di seguito».

Presidente, il suo è un paradosso...
«Lo so che è un paradosso ma se la legge consente istanze paradossali vuol dire che non funziona. Aggiungo che c´è una sentenza della Consulta del 1996 che, per evitare questi paradossi, ha dichiarato incostituzionale il principio della sospensione automatica».

Non è che gridate al lupo al lupo, come nel caso della legge sulle rogatorie, soltanto per impedire alla maggioranza di far approvare leggi a voi poco gradite?
«Io non ho mai detto che la legge sulle rogatorie avrebbe bloccato i processi per il semplice motivo che tecnicamente è una legge così malfatta che in molti casi ha consentito ai magistrati di interpretarla ragionevolmente. Va anche rilevato che alcuni gravi problemi rimangono, tant´è che ancora oggi la Svizzera non ha fatto entrare in vigore l´accordo di cooperazione con l´Italia».

Il responsabile Giustizia di Forza Italia, Giuseppe Gargani, sostiene che l´alto tasso di politicizzazione dei magistrati ha creato metastasi diffuse nel corpo giudiziario, e dunque che bisogna intervenire con il bisturi procedendo con la separazione delle carriere. Come risponde?
«La politicizzazione dei magistrati è il nuovo slogan che ha sostituito le toghe rosse. Ha un valore pari alla formula "Piove governo ladro". Risponderò quando ci spiegheranno cosa vogliono dire, quando documenteranno episodi, fatti, quando spiegheranno quali meccanismi intendono attivare per contrastarla. Mi auguro che gli annunci di Gargani sulla riforma dell´ordinamento giudiziario non vengano fatti propri dalla maggioranza. Alla commissione Giustizia del Senato, il presidente Caruso ha impostato i lavori lasciando spazio a un serio approfondimento, la relazione introduttiva del senatore Bobbio ha proposto segnali di apertura. Ora sono stati presentati numerosissimi emendamenti che lo stesso presidente Caruso ha definito niente affatto ostruzionisitici. Come Anm seguiremo i lavori della commissione e, presa visione degli emendamenti, ci riserviamo di presentare le nostre osservazioni».

jeronimus2002 (POL)
02-09-02, 23:40
Casini: «Manifestare è un diritto di tutti»
ROMA. «Ritengo un diritto sacrosanto per tutti quello di manifestare in piazza le proprie convinzioni. Lo ha fatto il centrodestra, quando portammo un milione di persone a San Giovanni, lo possono tranquillamente fare Moretti e Cofferati organizzando i girotondi. Se le manifestazioni sono pacifiche, nessuno deve averne paura. Una democrazia intollerante ha già perso la sfida». Così il Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, intervistato da «Giorno-Carlino-Nazione», ha spiegato la propria posizione sulle manifestazioni delle prossime settimane. Casini ha poi lanciato un chiaro messaggio a maggioranza e opposizione in vista dell´apertura dei lavori parlamentari, affinchè «mantengano vivo quel rispetto verso le istituzioni che è patrimonio comune di tutti i partiti

jeronimus2002 (POL)
07-09-02, 19:05
In Francia il Sessantotto è finito un’altra volta ieri mattina: con l’inizio del nuovo anno scolastico, lo studente dai 13 anni in su che insulta un professore rischia la condanna a sei mesi di carcere. E’ la legge Perben (dal cognome del ministro proponente) che in francese fa rima con Le Pen e da noi si presta ai giochi di parole. La sterzata autoritaria è netta e, per la maggioranza «perbenista», auspicabile: ormai i minorenni sono visti come un problema di ordine pubblico.

Se la Perben l’avesse varata il governo italiano, scriveremmo tutti che è una legge fascista. Infatti un po’ lo è, ma trattandosi di una regola severa, è quanto di più detestabile esista per la nostra destra sbrisolona. La quale non solo non l’approverebbe mai, ma fornirebbe alle giovani vittime del sopruso giudiziario un servizio completo di assistenza, altrimenti noto come pacchetto Taormina-Previti, e comprensivo di: a) ricusazione dell’insegnante oltraggiato e sua sostituzione col bidello durante i compiti in classe per legittimo sospetto, b) ricerca di materiale scottante sui precedenti sessantottini del «prof» che giustifichino ampiamente le parolacce rivoltegli dall’allievo, c) comparsata del monello in lacrime da Vespa e Costanzo, scortato da genitori molto preoccupati per l’avvenire della scuola italiana. Nella migliore dellle ipotesi, l'insegnante insultato se la caverebbe con sei mesi di galera.

5 settembre 2002 Massimo Gramellini

jeronimus2002 (POL)
07-09-02, 19:05
In Francia il Sessantotto è finito un’altra volta ieri mattina: con l’inizio del nuovo anno scolastico, lo studente dai 13 anni in su che insulta un professore rischia la condanna a sei mesi di carcere. E’ la legge Perben (dal cognome del ministro proponente) che in francese fa rima con Le Pen e da noi si presta ai giochi di parole. La sterzata autoritaria è netta e, per la maggioranza «perbenista», auspicabile: ormai i minorenni sono visti come un problema di ordine pubblico.

Se la Perben l’avesse varata il governo italiano, scriveremmo tutti che è una legge fascista. Infatti un po’ lo è, ma trattandosi di una regola severa, è quanto di più detestabile esista per la nostra destra sbrisolona. La quale non solo non l’approverebbe mai, ma fornirebbe alle giovani vittime del sopruso giudiziario un servizio completo di assistenza, altrimenti noto come pacchetto Taormina-Previti, e comprensivo di: a) ricusazione dell’insegnante oltraggiato e sua sostituzione col bidello durante i compiti in classe per legittimo sospetto, b) ricerca di materiale scottante sui precedenti sessantottini del «prof» che giustifichino ampiamente le parolacce rivoltegli dall’allievo, c) comparsata del monello in lacrime da Vespa e Costanzo, scortato da genitori molto preoccupati per l’avvenire della scuola italiana. Nella migliore dellle ipotesi, l'insegnante insultato se la caverebbe con sei mesi di galera.

5 settembre 2002 Massimo Gramellini

jeronimus2002 (POL)
19-09-02, 21:50
La finta paura della piazza.

FA persino un po´ ridere il modo in cui il presidente del Consiglio e i suoi ministri o politici parlano della «piazza»: con timore e allarme, con un tono da Maria Antonietta regina di Francia di fronte alla rivoluzione, con accenti da generale Bava-Beccaris pronto a far sparare sui manifestanti popolani, come evocando un fantasma cruento in una fiction tv.
Persino i termini sono grotteschi: «scatenare la piazza», «la piazza non vincerà», «non temiamo la piazza», quasi fossimo in guerra . Non è così.
Manifestazioni, in Italia, ce ne sono sempre state negli ultimi cinquant´anni,e non hanno mai fatto paura politica a nessuno; in certi periodi, le manifestazioni studentesche del sabato pomeriggio a Milano e a Roma rappresentavano un appuntamento fisso anche virulento e sfasciavetrine, ma più che cercare di reprimerne gli eccessi non s´è mai fatto; la stessa cosa succedeva e succede in tutte le capitali europee all´insorgere di particolari problemi. Qual è lo spavento? Che il manifestare di centinaia di migliaia di persone possa far capire che non tutti sono d´accordo con il governo, che non tutti vogliono tanto bene a Berlusconi? Ma questo si sa già, non è una novità per nessuno. Alle ultime elezioni politiche, oltre un anno fa, il centrodestra ebbe un grande successo: prese il 49,5% alla Camera, il 42,5% al Senato. Conquistò una maggioranza vittoriosa e importante, ma non l´unanimità: il risultato diceva che oltre metà degli elettori italiani avevano votato per altri. Se di questa oltre metà d´Italia si fosse tenuto il conto dovuto, se non si fosse scambiato il governare con lo spadroneggiare, le cose sarebbero andate diversamente. Ma se questa oltre metà d´Italia viene ignorata e inascoltata, è ovvio che cercherà di farsi sentire. Non sarebbe comunque il caso di spaventarsi, il governo non si trova di fronte ad alcuna forma di sovversione né di pulsione rivoltosa violenta: e lo sa benissimo. La paura della «piazza» è infatti finta, inesistente. E´ un vecchio espediente d´un modo non democratico di governare. Proclamare la pericolosità di manifestazioni pacifiche o d´una opposizione sin troppo mite, serve a criminalizzare chiunque non sia d´accordo con il governo compresi i suoi elettori, serve a ribadire e rafforzare l´idea «chi non sta con noi è un delinquente», serve a coprire tutti gli errori, le scemenze e le bugie continuamente elargitici dal presidente e dai suoi. Lietta Tornabuoni

jeronimus2002 (POL)
13-10-02, 16:22
...i democristiani avevano più senso dello Stato, è vero. E´ storicamente, oggettivamente vero». ....

(Del 13/10/2002 Sezione: Interni Pag. 7)
IL SEGRETARIO AMMINISTRATIVO DELLA DC PROTAGONISTA DEI PROCESSI DI TANGENTOPOLI
«I missini mi additavano dai comizi»
Citaristi: ricordo gli attacchi di allora, la tv ci ha condannato>>

IL volto scavato da una vita difficile e da una lunga malattia, a 81 anni Severino Citaristi resta l´uomo mite di sempre e anche i giudizi più severi li esprime senza acrimonia: «Ma cosa vuole? In Parlamento gli ex missini sono tornati a denunciare gli sbagli degli altri, dimenticando i propri: “la verità è che i finanziamenti illeciti li hanno presi tutti, compreso l´Msi”. Senza quei soldi i partiti non vivevano. La differenza è che qualcuno ha pagato, qualcun altro no».
Cassiere della Dc prima del crollo, voluto da tutte le correnti per la sua proverbiale onestà, l´imprenditore bergamasco Severino Citaristi non era mai stato un big della Prima Repubblica, ma alla fine del 1992 diventò il simbolo della «rivoluzione giudiziaria»: sul suo petto si scaricò una raffica di avvisi giudiziari e di condanne, la sua reputazione risultò minata, anche se chi lo conosce è pronto a giurare sulla definizione di Mino Martinazzoli: «Severino Citaristi? Un galantuomo».
>Senatore, nella polemica rovente di questi giorni tra ex missini ed ex democristiani è stato detto che i big Dc non cambiarono mai le leggi in corsa e a proprio uso. Almeno ci pensaste?
>>«Diciamolo chiaramente: avremmo potuto farlo. Ma non lo facemmo. Di più: non ci sognammo di farlo. Mai. E quel che è stato detto in questi giorni, che i democristiani avevano più senso dello Stato, è vero. E´ storicamente, oggettivamente vero».
>La differenza tra i politici di ieri e quelli di oggi?
>>«Noi abbiamo avuto coraggio, abbiamo affrontato i processi, nel mio caso tanti processi e abbiamo riconosciuto i nostri errori quando ne abbiamo commessi».
>Tornando agli anni caldi di Tangentopoli, non ritiene che fu la sinistra, ancor più della destra, a cavalcare lo spirito del tempo? >>«Certo, i comunisti ebbero questa capacità, ma non furono i soli, non bisogna dimenticarselo».
>A chi allude?
>>«I giornali in quel periodo non erano teneri. E poi non dimentichiamoci mai la tv».
>Tutta la tv?
>>«Basta ricordarsi cosa dicevano in quel periodo le tv di Berlusconi...».
>Chi altro cavalcò l´onda emotiva?
>>«Sicuramente la Lega. E anche i missini. In quei mesi e in quegli anni bastava ascoltare i loro comizi e leggere i loro giornali».
>Bossi più di Fini?
>>«Ricordo quel che disse contro di noi l´onorevole Gianfranco Fini durante un comizio a Milano. E ricordo bene che citò esplicitamente il mio nome. E quelle accuse le abbiamo pagate, chi in un modo, chi in un altro».
>In che senso?
>>«Nel senso che il sottoscritto ha pagato fisicamente e politicamente, altri soltanto politicamente. Altri non hanno pagato per niente».
>Da destra, è riemersa una teoria singolare: la magistratura avrebbe operato bene sino al 1994, poi da quando è stato indagato Berlusconi, i giudici sarebbero diventati «rossi»: lei che ne pensa?
>>>>«Vogliono salvare quel che non è salvabile. Io, per esempio, non ho mai sparlato delle istituzioni, non ho mai attaccato la magistratura nel suo complesso. C´è il magistrato capace e quello meno capace».
>Ma come? Proprio perché molti dicono che lei è un galantuomo, non è più pesante sopportare il fardello di condanne definitive? >>«Ma guardi che io riconosco gli sbagli compiuti per quanto riguarda il finanziamento del mio partito. Per la corruzione no! Quel reato io non l´ho compiuto e ricordo la dizione con la quale sono stato condannato: "per aver collaborato con ignoti pubblici ufficiali". Mai conosciuti questi pubblici ufficiali».
>Senatore, la polemica di questi giorni, ha riaperto le sue ferite? >>«Qualcuno, come Bruno Tabacci, un uomo schietto e di gran valore, dice che io sono un uomo fondamentalmente sereno. Certo, sotto il profilo morale sono tranquillo. Quegli errori li ho fatti per il mio partito. Ma è anche vera un´altra cosa...».
>Cosa senatore?
>>«Che sono stato condannato e che l´esecuzione della mia pena è stata sospesa per motivi di salute».

jeronimus2002 (POL)
13-10-02, 23:02
La città proibita ai girotondi

13 ottobre 2002
di Barbara Spinelli

UNA singolare complicità sembra unire destre e sinistre ufficiali contro i movimenti di protesta che da qualche tempo si riconoscono attorno a Nanni Moretti, e che vengono chiamati Girotondi.

E’ la complicità di una classe politica che ha lungamente corteggiato la società civile, che ha teorizzato in passato i movimenti di base o il popolo rivoluzionario, e che d’un tratto ne è tediata, inorridita.

Lo spirito di clan si insedia nuovamente nelle menti dei professionisti della politica, e si sa quel che caratterizza il clan: l’appartenenza a un collettivo chiuso, a una città proibita che ha un proprio linguaggio e pretende di possedere una propria inaccessibile sapienza.

Il clan ha comuni attributi, e chi non fa parte dell’esoterica confraternita è trattato alla stregua di un nemico, intento a disturbare i manovratori. Quando si attribuisce ai Girotondi un’anima antipolitica è questo tedio che si segnala, questo fastidio verso una società che non si limita ad ascoltare e digerire quel che le viene somministrato, ma che si alza in piedi da sola ed esercita un controllo e si fa sentire quando è scontenta.

Estranei ai Girotondi, i fautori della lotta di classe sono spesso più ascoltati di Moretti. Sono politicamente più accorti: questo li protegge dalle ingiurie come dai sarcasmi. Il fatto che una piazza di questo genere susciti tante claniche antipatie è non poco sospetto, ed è frutto di una debolezza più che di una forza.

Una debolezza che contamina tutti i partiti consolidati, vecchi e nuovi, e che in realtà nasce dalla loro grande dipendenza dalle folle, dall’opinione pubblica. Nell’ultimo decennio infatti la politica si è fatta lì, lontano dai circuiti dei partiti che Tangentopoli aveva svuotato di significati, e a volte dell’onore. Il fenomeno Berlusconi è nato fuori dai partiti, e così la Lega.

E’ un’ubriacatura da cui adesso si vuol uscire, e di questo sforzo i Girotondi pagano il prezzo. Le mura che cingono la classe politica tornano a chiudersi: ermetiche e conformiste come ai tempi della partitocrazia. L’ubriacatura è finita, e tuttavia il virus che Berlusconi ha diffuso permane.

L’unica piazza che calma le apprensioni è quella virtuale, dedita alla digestione passiva del cibo politico: la piazza degli spettatori televisivi e degli occasionali sondaggi, la piazza di chi subisce la politica con sbadato disappunto o con assenso stordito - tra un voto e l’altro - ma senza partecipare e tenerla sotto controllo.

Questa chiusura dei partiti è solo apparentemente razionale, improntata a responsabilità. Monopolizzando la res publica e chiamando antipolitica tutto quel che ruota attorno al principe e ai suoi mandarini, essi restringono smisuratamente le responsabilità e le funzioni che nelle società complesse vengono esercitate da una classe ben più vasta della classe politica: la classe dirigente, che non è fatta solo di tecnici del governo ma che comprende vari corpi sociali: sindacati e imprenditori, giornalisti e magistrati, associazioni e partiti.

Tocqueville li considerava essenziali al funzionamento della democrazia e all’equilibrio dei poteri costituzionali, e dava loro il nome di particolari potenti. Di questa classe dirigente - e potente - i Girotondi sono ormai parte costitutiva, e qui è uno dei motivi del tedio che destano un po’ ovunque, nelle corporazioni già consolidate della politica e non solo nel centro-destra.

Ma proprio perché sono divenuti classe dirigente, i Girotondi hanno speciali obblighi, speciali doveri di coerenza. Non possono limitarsi a realizzare se stessi nella mobilitazione, come fossero un movimento che accampa i diritti di una classe o un genere biologico e che ignora la necessità dei doveri. ...........

(articolo completo, per chi volesse approfondire, su "La Stampa"

jeronimus2002 (POL)
15-10-02, 22:33
Roma, 17:07
> > Fiat, D'Alema: Berlusconi pensa a minare Corriere e Stampa
> >
> > Massimo D'Alema ha sferrato un durissimo attacco al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento alla direzione dei Ds che presiede. Per capire la "mediocrità" della classe dirigente che è al governo, ha detto, "basta l'immagine del presidente del Consiglio che riceve i vertici della Fiat a casa sua, a Arcore, mentre si può ragionevolmente pensare che più che a salvare l'industria italiana stia calcolando se questa tragedia può essere per lui l'occasione di manomettere l'indipendenza del Corriere della Sera e della Stampa".
> > Questa - ha aggiunto D'Alema - è una classe dirigente "che ha fallito in pochi mesi, basta guardare alle immagini di questi giorni di un governo schierato sotto l'occhio vigile dell'onorevole Cesare Previti per votare disciplinatamente la legge Cirami mentre si consuma la tragedia della Fiat". (red)