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nuvolarossa
07-08-02, 22:42
dalla GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4 luglio 2002
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L'esecutivo cittadino del Pri produce un documento sulle ultime vicende politiche
I republicani appoggiano An
«Occorrono prese di posizione ufficiali dei partiti del centrosinistra»

Tra le reazioni suscitate dal ricorso presentato al Tar da alcuni esponenti di Alleanza nazionale, in merito alla presunta ineleggibilità di alcuni componenti le liste del centrosinistra, si registra quella dell'esecutivo cittadino del Partito repubblicano italiano. «I repubblicani condividono quanto i dirigenti del partito dell'on. Fini hanno espresso; e d'altronde - fanno sapere dal Pri - era chiaro a tutti, forze politiche del centrosinistra, del centrodestra, cittadini e autorità competenti, che il proliferare nella coalizione di centrosinistra delle liste civiche altro non era che un supporto (atipico) elettorale al sindaco uscente». Insomma si sarebbe trattato - secondo gli esponenti dei Pri - di una sorta di escamotage, utile a raccattare il maggior numero di voti possibile, senza andare troppo per il sottile e quindi candidando anche persone che, quanto meno per ragioni di opportunità, avrebbero dovuto - sempre secondo il Pri - restare lontane dalla kermesse elettorale. «Se queste situazioni hanno determinato un voto irregolare - si legge in un documento dell'esecutivo cittadino del Pri - è incombenza delle autorità competenti stabilirlo, così come di altra autorità è compito stabilire eventuali casi di ineleggibilità che si sono determinati». Diverso è il ruolo dei diversi varii esponenti delle forze politiche: «Il nostro compito è politico - precisa l'esecutivo del Pri - e per questo esprimiamo la nostra forte preoccupazione per ciò che è accaduto dal giorno seguente le elezioni: dalle voci di assessori mai nominati ma solo indicati e già dimissionari, alle pesanti accuse circolate nell'ambito del centrosinistra, sulle quali ci piacerebbe sentire più che le dichiarazioni dei singoli, le prese di posizione ufficiali dei partiti storici del centrosinistra, al fine di rassicurarci sul fatto che la coalizione di governo è retta sul gioco delle regole della democrazia elettiva e non su altro». a. neg.

nuvolarossa
07-08-02, 22:43
Manca la segnaletica. Auto in sosta vietata. Molti rischi per i pedoni. Parte una lettera dell'avvocato
La curva del terrore
Carbonara, appello dai condomini di via Vaccarella

«I condomini di via Vaccarella 60, strada che collega Carbonara a Ceglie, da tempo hanno fatto richiesta di interventi per la messa in sicurezza della via. Ma finora non è stato fatto nulla».
La denuncia è del coordinatore provinciale del Partito Repubblicano Italiano, Giuseppe Calabrese.
«Lo stabile - spiega Calabrese - si trova davanti ad una curva molto pericolosa: la scarsità di segnaletica, il modo incivile di parcheggiare sui marciapiedi e le alte velocità con cui via Vaccarella viene percorsa, la rendono pericolosissima per tutti. Nella zona inoltre c'è un edificio scolastico: inutile sottolineare i rischi che corrono i bimbi». Infine, il «quadro generale è aggravato dalla sosta per carico scarico di merci, di mezzi pesanti».
Al silenzio da parte del Comune, Giuseppe Calabrese e i condomini del civico 60, hanno risposto con una lettera al sindaco dell'avvocato Maria Cifarelli.
Il contenuto? In poche parole, «o intervenite al più presto, o ci rivolgeremo alla magistratura».
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nuvolarossa
27-08-02, 16:56
In una nota illustrato il progetto di collaborazione nel centrosinistra con Ds e Margherita
«Pronti alla primavera elettorale 2003»
I Repubblicani europei saranno presenti a Villa Castelli, Carovigno e S. Pietro Vernotico

BRINDISI

Primavera... di voto in tre Comuni. E già ci si prepara a scendere in lizza. I Repubblicani Europei della Provincia di Brindisi «ribadiscono il loro massimo impegno ad essere presenti - scrive il dott. Rodolfo Maria Gatti, del coordinamento provinciale - con il loro simbolo "il tralcio d'edere" a capeggiare proprie adeguate liste di candidati». Ed al momento il voto è certo a Villa Castelli, Carovigno e San Pietro Vernotico: due comuni alla loro scadenza naturale ed il terzo, invece, nel quale le firme contestuali di dimissioni della maggioranza dei consiglieri hanno liquidato l'esperienza di centrodestra. «Riteniamo a buon diritto di rappresentare un'area laica di progresso repubblicana e riformista, distinta dalla Margherita e dai Ds - sostiene Gatti - e, pertanto, abbiamo operato già nel recente passato, nelle scorse elezioni comunali di S. Pietro, e di Brindisi nel dare forza e significato ad un Ulivo più ampio e rinnovato contro ogni unanimismo e rassegnazione. Solo il rispetto degli elettori del centrosinistra - aggiunge - ci consentirà il massimo consenso intorno ai nostri programmi che prevedono la difesa della laicità dello Stato, il bene pubblico anteposto e coordinato a quello privato, una giustizia uguale per tutti senza scorciatoie, l'impegno a non rendere felici gli uomini ma a ridurne le sofferenza umane, lo Stato a tutela di quelle risorse e di quei servizi ritenuti strategici come l'energia, l'acqua, l'informazione, una scuola pubblica difesa, rinnovata e sostenuta dalle minacce di una privata sovvenzionata, una sanità pubblica funzionante dove non si mini l'eguale diritto alla salute per favorire un differenza trattamento fra poveri e ricchi nel privato».
E le valutazioni per la prossima campagna elettorale non si fermano qui. «Reputiamo basilare riformare i poteri degli enti locali - ha aggiunto Gatti - con la creazione di un nuovo decentramento amministrativo contro il neo-fdeeralismo centralistico regionale e provinciale, partendo da un coordinamento nel nostro territorio fra le future amministrazioni comunali, perchè senza sprechi e ritardi, esse efficacemente possano applicare ed attingere a quelle normative ed ai quei canali di finanziamento sia europei sia nazionali, mai sfruttati o peggio perduti. L'informazione e la capacità di progettare insieme a garanzia del rilancio delle nostre condizioni di vita per tagliare i lacci di cattive amministrazioni locali, provinciale e regionali - conclude -, frutto dell'improvvisazione dei poteri di turno, neoliberistico ma burocrati conservatori, a fronte delle moderne esigenze occupazionali per uno sviluppo compatibile con le vocazioni del territorio e la salute del cittadino».

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nuvolarossa
01-09-02, 09:56
Giuseppe Bufo, Decentramento amministrativo. Decentramento infracomunale. Le circoscrizioni comunali, Bari, Cacucci, 2001, euro 18,08

Decentramento come strumento di partecipazione effettiva, ma anche come mezzo per realizzare lo “Stato sociale”. Una sfida per tutte le forze politiche, ma anche uno strumento operativo che fa riferimento concreto alle esperienze di alcuni comuni pugliesi.
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tratto da il Pensiero Mazziniano (http://www.domusmazziniana.it/ami/)

nuvolarossa
04-09-02, 21:43
S. Donaci - BARI
Nell'incontro del 29 agosto con il presidente della Giunta
«Centrodestra contro la salute»
La maggioranza ha boicottato gli impegni assunti dal sindaco

«Il consiglio comunale del 29 agosto scorso è stata l'ultima sceneggiata del centrodestra di San Donaci». Lo sostengono i democratici di sinistra, il partito dei comunisti italiani, il Partito Repubblicano Italiano e la Margherita. «Nonostante gli impegni presi dal sindaco Elia assieme ai sindaci dei comuni vicini per approvare un ordine del giorno in ogni consiglio comunale, che si pronunciasse contro lo smantellamento dell'ospedale di S. Pietro Vernotico - affermano - Fi e An compreso il sindaco Guerrieri e gli assessori, hanno votato contro la proposta presentata dal proprio sindaco».
«Così alla fine - proseguono - hanno deciso di subordinare la difesa della salute dei cittadini, al rapporto che lega i politici locali della destra al proprio capo pugliese, nella persona del presidente Fitto».
«È stata solo la responsabilità dei consiglieri dei Ds, Pdci, P.R.I. e Sdi, che ha consentito l'approvazione dell'ordine del giorno proposto dal sindaco contro il Piano regionale di riordino ospedaliero voluto da Fitto a S. Pietro Vernotico, senza una chiara decisione a difesa della salute pubblica».

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04-09-02, 21:43
S. Donaci - BARI
Nell'incontro del 29 agosto con il presidente della Giunta
«Centrodestra contro la salute»
La maggioranza ha boicottato gli impegni assunti dal sindaco

«Il consiglio comunale del 29 agosto scorso è stata l'ultima sceneggiata del centrodestra di San Donaci». Lo sostengono i democratici di sinistra, il partito dei comunisti italiani, il Partito Repubblicano Italiano e la Margherita. «Nonostante gli impegni presi dal sindaco Elia assieme ai sindaci dei comuni vicini per approvare un ordine del giorno in ogni consiglio comunale, che si pronunciasse contro lo smantellamento dell'ospedale di S. Pietro Vernotico - affermano - Fi e An compreso il sindaco Guerrieri e gli assessori, hanno votato contro la proposta presentata dal proprio sindaco».
«Così alla fine - proseguono - hanno deciso di subordinare la difesa della salute dei cittadini, al rapporto che lega i politici locali della destra al proprio capo pugliese, nella persona del presidente Fitto».
«È stata solo la responsabilità dei consiglieri dei Ds, Pdci, P.R.I. e Sdi, che ha consentito l'approvazione dell'ordine del giorno proposto dal sindaco contro il Piano regionale di riordino ospedaliero voluto da Fitto a S. Pietro Vernotico, senza una chiara decisione a difesa della salute pubblica».

nuvolarossa
06-10-02, 14:24
Una vita per il Mezzogiorno

Michele Cifarelli, nato a Bari l'8 agosto 1913, vinse nel 1938 il concorso in magistratura. Fu uno dei protagonisti assieme a Tommaso Fiore, Fabrizio Canfora, Ernesto de Martino del movimento liberal-socialista e del Partito d'Azione in Puglia e svolse una intensa opposizione al regime che gli costò il carcere. Fu inoltre, tra i principali promotori ed organizzatori del congresso di Bari del CLN del 28 e 29 gennaio 1944. Nel '46 fondò il movimento della Democrazia repubblicana, in seguito aderì al Pri, di cui fu segretario dal 1951 al 1958. Contemporaneamente fu prima consigliere e poi vicepresidente della Cassa del Mezzogiorno. Fu anche uno dei fondatori del «Movimento Europeo» e di «Italia Nostra». Senatore e deputato per diverse legislature ha ricoperto la carica di presidente della Commissione parlamentare per la Pubblica Istruzione e Beni Culturali.
È scomparso nel giugno del 1998.

nuvolarossa
12-10-02, 17:49
«Al cimitero di Ceglie lavori fermi»

CEGLIE

Fermi i lavori al cimitero di Ceglie del Campo. La denuncia è del segretario della locale sezione del Partito Repubblicano Italiano, Franco Albergo e del coordinatore cittadino, Vitantonio Laricchia.
«I lavori - affermano - sono stati interrotti in corso d'opera per dare modo ai tecnici di espletare delle verifiche su possibili siti di interesse archeologico rinvenuti nel sottosuolo, in corrispondenza delle aree impegnate dall'opera di ampliamento. Ad oggi, non sono ancora ripresi, né è dato di sapere l'esito degli accertamenti intervenuti».

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nuvolarossa
12-10-02, 17:50
"La politica di oggi guardi a quell'Italia di minoranza" Omaggio all'antifascista barese scomparso quattro anni fa: è stato tra i padri del Partito d'Azione e della rinascita democratica del Paese
Cifarelli e la moralità perduta


da BARI - ANTONIO DI GIACOMO

Era colma di gente, e fatto inatteso anche di non pochi giovani, l'aula magna dell'ateneo barese. Ieri, fra mattina e pomeriggio, di scena l'amarcord dell'antifascista Michele Cifarelli, celebrato con il convegno nazionale 'Cultura laica e impegno civile: Michele Cifarelli e il suo tempo'. Non senza un pizzico di nostalgia, ora sottaciuta tra le righe ora più palese, per la breve e fondamentale stagione del Partito d'Azione e per il sogno terzaforzista che si stagliò sulle sue ceneri.
Un'epoca e il suo spirito affiorano così nel progressivo riemergere dei tasselli del mosaico della vita del mazziniano barese Cifarelli (1913/1998), uomo del Partito d'Azione, prima, e del Partito Repubblicano Italiano, dopo.
Sicché Giovanni Martino Bonomo, presidente della sezione cittadina dell'Associazione mazziniana italiana, sceglie di riferire la testimonianza di Giuseppe Ciranna, personaggio vicino a Cifarelli, per incorniciarne un emozionato ritratto: «Il meridionalismo e l'europeismo: due modi di concepire modernamente il problema politico italiano e il futuro della nostra democrazia. Non conosco altro politico o uomo di cultura che vi abbia creduto, che si sia battuto in tutte le sedi possibili quanto Michele Cifarelli».
Così anche le parole di Antonio Maccanico, cui è toccato il compito di tracciare un profilo biografico di Cifarelli, lucido e vivamente partecipato nei toni, incomincia il suo amarcord da lontano. Da quell'Italia divisa in due che, dopo l'8 settembre 1943, vedeva spuntare fuori i primi fuochi del risveglio democratico. E' allora, in effetti, che Maccanico, accanto a Guido Dorso, incontrerà per la prima volta Michele Cifarelli. E, nel suo dire, la nostalgia non si consuma solo per il ricordo dell'uomo ma, appunto, di una stagione "morale": «La politica era considerata indissolubile da una visione etica e ideale, delle virtù repubblicane, da una sorta di religione civile.
Cifarelli impersonava questi valori e vi rimase fedele tutta la vita. Oggi in una situazione politica e istituzionale assai diversa, mentre si è ancora immersi in una transizione istituzionale lunga ed incerta nell'edificazione della democrazia dell'alternanza, nella costruzione di soggetti politici adeguati alla nuova società, alla ricerca di valori largamente condivisi che consolidino la Repubblica il richiamo al repubblicanesimo e ai motivi ispiratori dell'opera di Cifarelli, e degli uomini di quell'Italia di minoranza che mantenne alta in anni difficili una certa idea della nostra comunità nazionale, è particolarmente utile e importante. Per noi sopravvissuti e ancora impegnati in politica, ma, ancora di più, per le giovani generazioni».
Dalla folta platea giungono applausi sentiti e l'approvazione, tra gli altri, è scandita anche dal battimani di un uomo della Prima Repubblica, Giuseppe Di Vagno. Ad allargare il quadro, provvedono dunque le altrettanto incisive parole di Mario Di Napoli, dirigente nazionale dell'Ami: «Michele Cifarelli non è stato mai solo in Parlamento perché vi ha fatto partecipare un mondo interiore di ideali, di maestri, di ricordi, che costituiva per lui il perno su cui innestare la sua battaglia politica.
Per questa ragione non è stato un parlamentare di partito, bensì il portavoce di una tradizione storicoculturale che si riallaccia al Risorgimento».
E se, forte anche della lettura dei 'Diari' di Cifarelli, Piero Craveri ha spiegato che «l'antifascismo non fu solo un essere contro, ma innanzitutto una consapevolezza: era il suo tratto pregiudiziale, direi naturale, rispetto ad ogni ulteriore elaborazione politica e ideologica». Gerardo Bianco ha invece precisato che personaggi come Cifarelli, seppure fuori dalla grande storiografia, sono risultati invece centrali, dalla lotta antifascista all'affermazione della Repubblica, per tacere della sua spinta a collocare il Sud in una prospettiva europeista. Dalla Bari di Cifarelli alla Bari di chi oggi ne serba la memoria, quella tra gli altri dell'Istituto pugliese per la storia dell'antifascismo, il cerchio si chiude. Nel ricordo di Vito Antonio Leuzzi: «Dall'apertura di Radio Bari, dopo l'8 settembre, si deve anche, e molto, a Cifarelli se, dopo vent'anni di regime, riuscirono a risuonare le prime voci di libertà e democrazia».

nuvolarossa
12-10-02, 17:51
Cultura pugliese e politica
Quanto contano le minoranze?

GIUSEPPE GIACOVAZZO

BARI

C'è una cultura barese e pugliese che non riesce ad avere un ceto politico che la rappresenti. E si potrebbe dire anche di altre culture e altri ambiti sociali. Ma il professore Giovanni De Luna viene a dirlo a Bari, dalla sua Torino, e il vasto parterre accademico che lo ascolta, riunito nell'aula magna dell'Ateneo barese, non fa fatica a riconoscersi in questo giudizio, e l'applaude.
Si sta parlando di Michele Cifarelli, il leader repubblicano da pochi anni scomparso, il meridionalista caro a La Malfa, il «labbro d'oro» come lo definì Carlo Levi per la sua facondia, l'antifascista che a vent'anni frequenta Croce, Omodeo, Dorso, Fiore, Canfora, in casa Laterza: un ambiente culturale dove la politica è familiare, amicale, parentale, mal tollerata dall'occhiuto regime.
Quel giudizio è vero solo in parte, e in parte smentito dall'esperienza dello stesso Cifarelli. È vero che la sinistra laica e riformista di Guido Dorso viene sconfitta a Bari nel 1946 insieme agli intellettuali del Partito d'Azione. Ma è anche vero che quella cultura minoritaria confluisce in parte nel nuovo Partito repubblicano di Ugo La Malfa e quindi nell'orbita del potere emergente, rompendo le astinenze della sinistra. Vero solo in parte perché quella scelta non fu seguita dai partiti storici della sinistra, ossia dai patiti di massa.
Ma sarà proprio Togliatti a dare del Partito Repubblicano Italiano la definizione di «piccolo partito di massa». Solo apparentemente contraddittoria e per nulla ironica: una espressione politica, piccola per consenso elettorale, può tuttavia rappresentare istanze culturali e civili largamente condivise. Tutto questo è stato reso possibile in un sistema democratico che per quasi mezzo secolo ha consentito l'apporto autonomo delle minoranze attraverso la proporzionale. Poi, nella cosiddetta seconda Repubblica, poche cose sono cambiate, ma una è stata determinante: il nuovo sistema elettorale non consente vita autonoma a formazioni minoritarie che furono decisive nelle scelte laiche dei governi a guida dc, ai tempi del divorzio e dell'aborto.
Amici ed estimatori di Cifarelli, come Maccanico e Craveri (nipote di Croce) e cattolici come Gianfranco Liberati e Gerardo Bianco hanno messo in risalto come nessun governo dc tentò mai nella prima Repubblica di concedere privilegi alla scuola privata a scapito della scuola pubblica. E per rimanere nell'orbita lamalfiana, autorevoli esponenti come Bogi e Passigli oggi sono passati all'ombra della Quercia per continuare a fare politica. E se qui al Sud la stessa scelta l'avesse fatta un ex repubblicano come Simone Di Cagno Abbrescia, certamente non sarebbe diventato sindaco di Bari.
Con Cifarelli, La Malfa, Menichella, Saraceno è stato possibile continuare la tradizione di un meridionalismo che scelse la dimensione della statualità, sperimentata già nel New Deal americano e nella Silicon Valley. Non era la via federalista da molti vagheggiata, ma per la semplice ragione che la società meridionale era politicamente immatura e incapace di produrre una classe dirigente come quella sognata da Dorso, con i famosi «cento uomini di acciaio». E se l'intervento straordinario nel Mezzogiorno non fu coronato da successo, la ragione è in quel «mistero divino» che consiste nella nascita di un nuovo ceto politico responsabile che al Sud è mancato.
Ma una cosa è certa: con l'attuale sistema elettorale entrato in vigore nel 1994 sarà sempre più difficile avere un ceto politico autonomo, capace di rappresentare istanze minoritarie. Queste conclusioni sono venute fuori dal convegno animato da Martino Bonomo e da Vito Antonio Leuzzi. Ed è apparso chiaro che l'eclissi del meridionalismo non è dovuta alla illusoria impostazione statalista, ma soprattutto alla delusione di un Mezzogiorno che non è cresciuto come classe dirigente, e che in politica come in economia è oggi sottodimensionato rispetto al Nord e alla sua cultura di governo egemone, per di più avvalorata dal possesso straripante degli strumenti del sapere e dell'informazione, dai grandi network alla grande editoria.

nuvolarossa
08-01-03, 20:19
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Giuseppe Calabrese (Pri)
«Il vecchio orologio della Torre di Ceglie giace in un sottoscala»

CEGLIE (Bari) - «Il vecchio orologio della Torre di Ceglie del Campo, oggi non più in funzione perché sostituito da uno più moderno e tecnologicamente avanzato, giace incustodito alla mercé del degrado in un sottoscala della delegazione municipale dell'ex frazione».
La denuncia è del coordinatore provinciale del Pri, Giuseppe Calabrese.
«Oltre che non essere al sicuro da ruberie ed atti di sciacallaggio, questo stato di abbandono non rende merito all'orologio, per il "lavoro" svolto in tanti anni, che lo hanno reso un bene della comunità nonché memoria storica di Ceglie».
Calabrese chiede «un intervento per porre rimedio a questa grossa lacuna, nonché per avere notizie sullo storico orologio della Torre dell'ex scuola Garibaldi di piazza Risorgimento in Bari, anch'esso fuori servizio da molti anni ed in particolare quando sarà rimesso funzionante al suo posto dato che oggi non è dato di sapere ove sia custodito». E ancora, chiede di sapere «a che punto sia la procedura per il recupero statico della Torre dell'orologio del palazzo del governo di piazza Libertà a Bari».
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