PDA

Visualizza Versione Completa : Alcune considerazioni sul dualismo gnostico



Ichthys
09-08-02, 00:14
Il monoteismo, che spesso sembra sfociare in un improbabile monismo universale, appare incrinato, fin dalle origini, dal concetto di un principio negativo che si oppone al Dio del Bene e lo contrasta. Il dualismo è inevitabile.
Anche addossando all'uomo tutta la responsabilità delle sue colpe con il mito della caduta di Adamo o con l'astruso ragionamento cervellotico del libero arbitrio, l'esistenza del male e delle lusinghe del peccato rimangono realtà che non possono essere attribuite a Dio, che per definizione è perfezione assoluta priva di contraddizione. E d'altra parte è proprio la realtà del male che ha postrulato il problema della salvezza, la giustificazione stessa del cristianesimo.

Nei Vangeli canonici e nelle lettere di Paolo il principio del male è comunemente definito "il principe di questo mondo", "il dio di questo mondo (= eone)". Mentre gli ortodossi ricorrono al mito della disubbidienza di Lucifero, gli gnostici ricorrono al mito del Sophia decaduta e del mostro da lei generato, il Primo Arconte, il Demiurgo cattivo e creatore del mondo della materia, copia imperfetta e instabile del Regno di Dio.
In apparenza il risultato dei due miti è uguale, ma vi è il grande divario che mentre per il cristianesimo ortodosso il mondo della materia, nonostante la sua imperfezione, è stato crato dal vero Dio, per il criatianesimo dualista gnostico esso è opera di una entità divina diversa dal vero Dio e, platonicamente, coeterna a Dio lungo cicli cosmici.

La concezione dualistica si acutizza nel pensiero di alcuni capiscuola che la patristica genricamente accomuna con gli gnostici; le conseguenze più notevoli di tale concezione sono:
- antitesi tra il Dio delle luce e il dio cratore della materia (demiurgo);
- non validità del V.T. e della Torah (= Legge) in quanto imposta dal demiurgo;
- docetismo a proposito delle pesona di Cristo: egli non avrebbe partecipato della natura umana, peccaminosa e corrotta, ma soltanto preso un'apparenza corporea, provvisoria e fittizia. Al posto di questo concetto spesso se ne valorizza un'altro secondo il quale la reale sofferenza di Gesù dimostra come persino un'ipostasi del vero Dio (Cristo) sia soggetta a sofferenze nel mondo della materia.

Mjollnir
12-08-02, 01:15
Beh, mi sembra abbastanza per dire che siamo - dal pto di vista cristiano - già abbondantemente nell'eresia, no ?

1- Il cristianesimo non può rifiutare l'idea di creazione e l'Antico Trestamento in generale;
2- il dio di Israele (JHWH) è anche il dio cristiano, sebbene la rivelazione cristiana ne metta in luce altri aspetti.

Non è un caso che gli scritti apocrifi non siano mai entrati nel canone, o no ?;)

Ichthys
13-08-02, 00:17
Mah, gli altri possono dire quello che vogliono, ma un eresia è tale quando cerca di sovvertire la teologia della Chiesa cattolica o ortodossa dall'interno.
Lo gnosticismo invece è una religione indipendente e, un tempo, aveva le sue istituzioni ufficiali nella Chiesa manichea.

Se certi scritti non sono entrati nel canone è perché, tra le varie cose, insinuano il dubbio che il male faccia parte dei piani di Dio. Ed è proprio il problema del male che divide lo Gnosticismo dalle altre forme di cristianesimo.

Lo gnosticismo affronta il problema di Dio allontanandosi dalle teologie semitiche e accostandosi a quelle greche e arie dell'India.

Per quanto riguarda i temi specifici dello Gnosticismo, a parte quelli comuni a tutta la tradizione cristiana, essi, come risulta dall' analisi delle fonti a noi pervenute (vedi in: a cura di Manlio Simonetti, "TESTI GNOSTICI IN LINGUA GRECA E LATINA", Mondadori, Fondazione Valla), possono essere riassunti in:

1) interpretazione dualistica e antonimica della realtà, divisa tra bene e male (influenza iranica e asiatica in genere della dialettica degli opposti);

2) affermazione delle origini divine dell' uomo, visto come emanazione dell' Assoluto (dottrina delle "nobili origini", di influsso neoplatonico);

3) percezione di vivere in un mondo estraneo alla propria vera natura e dominato dal male e dall'illusioni (apparentemente tema dell'esilio di origine ebraica, ma in effetti d'origine indiana. Si confronti la dottrina Samkhya o la dottrina che sta dietro la speculazione filosofica riguardo all'Atman/Brahman e il Vedanta);

4) centralità del concetto di salvezza come compito, nel senso che il ritorno al Bene originario è concepito come supremo obiettivo dell'esistenza (dottrina del "ritorno al Padre", di influenza cristiana);

5) affidamento del ruolo specifico di salvezza alla Conoscenza ("Gnosi"), o alla sapienza ("Sophia") (influsso ellenistico) attraverso un lavoro di perfezionamento interiore basato sull'eliminazione dei difetti e sulla semplificazione della propria vita (Plotino);

6) valorizzazione della cosmologia, del magico, del meraviglioso (influsso medio-orientale);

7) concezione della circolarità del tempo e dell' eterno ritorno in un mondo percepito come fallace ed illusorio (di nuovo influsso indoario).

8) interpretazione della venuta di Cristo, ipostasi di Dio, alla stessa maniera di un avatar ("discesa divina") secondo la dottrina indiana.

Quacuno ha parlato delle Gnosticismo come di un "ponte tra cristianesimo e paganesimo".

A tal proposito consiglio i seguenti testi olte a quello indicato più sopra:

- Virio P. M., La Gnosi, Simmetria
- Sfameni Gasparro G. (a cura di), Destino e salvezza tra culti pagani e gnosi cristiana, Lionello Giordano editore
- Albrile E., La tentazione gnostica, SeaR Edizioni.

Mjollnir
13-08-02, 05:49
Grazie per le indicazioni, Ichtys. Tuttavia faccio una constatazione veloce: se lo gnosticismo si dichiara una vera e propria religione indipendente, perchè tentare una sintesi con la rivelazione cristiana ? E perchè, come fate tu e Tomas, definirvi cristiani gnostici ? Non è + corretto definirvi gnostici e basta ?
Fra l'altro alcune tematiche sono radicalmente compatibili, ad es. la concezione ciclica della storia. E poi, personalmente, su alcuni punti addirittura lo gnosticismo sembra essere una involuzione rispetto al cristianesimo stesso, ad es il dualismo radicale e la malvagità del mondo, l'illusorietà della conoscenza. Tutto questo quasi inevitabilmente spinge verso un'etica ell'ascesi e della fuga dal mondo; come si giustifica allora la realtà politica ed i valori sociali, se tutto il mondo così come lo conosciamo non è il vero essere ? Questo spirito non è certi dei Greci classici, né di Platone o di Aristotele, ma dell'ellenismo + problematico...
Ciao

Ichthys
13-08-02, 23:41
Originally posted by Mjollnir
Grazie per le indicazioni, Ichtys. Tuttavia faccio una constatazione veloce: se lo gnosticismo si dichiara una vera e propria religione indipendente, perchè tentare una sintesi con la rivelazione cristiana ? E perchè, come fate tu e Tomas, definirvi cristiani gnostici ? Non è + corretto definirvi gnostici e basta ?


Perché la parola "gnosticismo" ha un valore diverso rispetto a "gnosi". La gnosi può essere ellenistica, indiana, ebraica, iranica, mentre il termine "gnosticismo" indica solo l'esoterismo e la gnosi cristiana, e non una qualunque, ma una particolarmente specifica, ecco il perché di un termine specifico per indicarla.


Fra l'altro alcune tematiche sono radicalmente compatibili, ad es. la concezione ciclica della storia. E poi, personalmente, su alcuni punti addirittura lo gnosticismo sembra essere una involuzione rispetto al cristianesimo stesso, ad es il dualismo radicale e la malvagità del mondo, l'illusorietà della conoscenza.

Lo gnosticismo dice le cose come stanno e non si perde in astrusi discorsi per conciliare Dio ed il male nel mondo.
Non vi è vera involuzione per il semplice motivo che la presunta evoluzione che avrebbe intrapreso il cristianesimo "standard" altro non è che un misero tentativo di stare al passo coi tempi e di politicizzarsi sempre di più e giustificando male il suo essere nel mondo.


Tutto questo quasi inevitabilmente spinge verso un'etica ell'ascesi e della fuga dal mondo; come si giustifica allora la realtà politica ed i valori sociali, se tutto il mondo così come lo conosciamo non è il vero essere ? Questo spirito non è certi dei Greci classici, né di Platone o di Aristotele, ma dell'ellenismo + problematico...
Ciao

Non è esatto dire che il mondo non è il vero essere; il mondo è una forma di essere, ma rapportato alla nostra misura non ha valore oggettivo, è una nostra proiezione mentale, la sua vera natura è celata dalla Maya, come l'immagine falsa del serpente che si sovrappone a quella reale della corda facendoci scambiare in semioscurità la corda per un serpente... una proiezione mentale.

La realtà politica ed i valori sociali si giustificano solo col fatto che hanno valore in relazione all'uomo inteso come animale sociale il quale non può materialmente estranearsi. Ma non hanno valore oggettivo per l'Uomo cosmico.

Lo gnosticismo, inoltre, è perfettamente compatibile con la teoria razzista perché, non solo distingue uomini pneumatici (spirituali), psichici (animati) e ilici (materiali), ma anche perché, negando il valore del libero arbitrio, ritiene che il comportamento di un uomo sia influenzato dalla materia: dall'ambiente e, soprattutto, dal corpo nel quale si trova, corpo che assume caratteri diversi in realazione alle razze, ed ogni razza produce una visione del mondo assolutamente originale e, di conseguenza, condiziona il comportamento di un uomo.

Sotto l'aspetto politico, quindi, in virtù di tali differenze, considera la vera giustizia non trattare gli uomini in maniera uguale, ma "dare a ognuno il suo".
Gli uomini sono uguali solo se spogliati del loro rivestimento grossolando lasciando libero il Sé.

Mjollnir
14-08-02, 10:52
Dunque, la gnosi e' il metodo, il particolare tipo di approcio alla realta', mentre gnosticismo e' la dottrina globale che prende forma a partire dal quel metodo ? Quindi dovrebbe esservi uno gnosticismo per ogni gnosi individuabile ? Perche' allora si deve parlare solo di gnosticismo cristiano ?

Cmq, ambiguita' linguistiche a parte, io distinguerei gli sviluppi modernisti del cristianesimo dalle origini e dalla maturita'. Non e' importante, per definire l'ortodossia-eterodossia, prendere in considerazione i "cedimenti" posteriori, quanto i capisaldi enunuciati nel periodo in cui la fede cristiana si definisce.
La "spiegazione" cristiana del male non mi ha mai soddisfatto, tuttavia elevarlo a principio metafisico paritario (come mi sembra fare lo gnosticismo) non e' sicuramente ortodosso. E cosi' anche per la materia: la resurrezione dei corpi implica che la materia di per se' non sia negativa, a meno che non venga rovesciata la gerarchia rispetto all'anima.

La realtà politica ed i valori sociali si giustificano solo col fatto che hanno valore in relazione all'uomo inteso come animale sociale il quale non può materialmente estranearsi. Ma non hanno valore oggettivo per l'Uomo cosmico.

Ecco, intendevo proprio questo come pericolo di svalutazione della dimensione politica e comunitaria. Qui invece il dualismo gnostico fa il paio con quello cristiano "secondo lo spirito-secondo la carne": se il fine e' cmq l'estraneamento dalla polis e dal mondo in quanto modi di esistere di un essere "inferiore", i valori politici vengono a cadere come delle accidentalita' subordinate.

Poi, per quanto riguarda il razzismo o il differenzialismo, forse potra' essere compatibile, ma non e' cmq necessario partire da premesse gnostiche. Fra l'altro, il dualismo di partenza arriva a conclusioni simili a quelle cristiane, se anche tu dici Gli uomini sono uguali solo se spogliati del loro rivestimento grossolando lasciando libero il Sé. Non e' proprio questo il fine dello gnosticismo ?
ciao

Ichthys
14-08-02, 23:12
Originally posted by Mjollnir
Dunque, la gnosi e' il metodo, il particolare tipo di approcio alla realta', mentre gnosticismo e' la dottrina globale che prende forma a partire dal quel metodo ? Quindi dovrebbe esservi uno gnosticismo per ogni gnosi individuabile ? Perche' allora si deve parlare solo di gnosticismo cristiano ?

Ho paura di essermi spiegato male. Allora, non possiamo, come generalmente si fa, confondere i due termini "gnosticismo" e "gnosi". Essi, in quanto si riferiscono a contenuti e periodi storici molto diversi, devono restare ben distinti.

In senso più moderno, lo Gnosticismo va quindi definito come un movimento spirituale complesso collegato alla predicazione di Gesù di Nazareth, che ebbe origine nel primo secolo dopo la sua morte.

Per comprendere tale movimento, bisogna aver chiaro il contesto politico, storico, sociale, filosofico e religioso in cui la predicazione di Gesù si svolse e che è rappresentato dal particolare assetto culturale del bacino del Mediterraneo dell'epoca, in cui confluivano le spinte più disparate. Il fenomeno "colto" dell' Ellenismo, già di per sè di difficile comprensione, e del Neoplatonismo si scontrava con gli aspetti folklorici e popolari della tradizione asiatica, ebraica ed egiziana nella ricerca di una risposta a quattro quesiti fondamentali, sempre relativi al problema della conoscenza (in lingua greca, gli gnostici venivano definiti "coloro che perseguono la conoscenza"): quello "ontologico" (chi siamo), quello "soteriologico" (come ci salviamo), quello "escatologico" (chi è Dio), quello "cosmologico" (struttura e significato dell'universo).

Il messaggio di Gesù ebbe quindi una comprensione anche molto diversificata che, per quanto riguarda lo Gnosticismo, portò alla formulazione di alcuni temi fondamentali e alla realizzazione di una caratteristica organizzazione sociale. Aspetti che si trovano tutti, con maggior o minor sottolineatura, nei diversi sistemi gnostici del Cristianesimo nascente.

Per "gnosticismo" si intende generalmente un movimento presunto eretico sorto e fiorito nell'ambito del Cristianesimo delle origini (I-IV secolo). Tale definizione, che risente della scarsità delle fonti storiche, appare oggi riduttiva e inesatta: il ritrovamento dei testi di Nag-Hammadi (1945) ha permesso di aggiungere nuovi documenti a quelli finora esistenti (essi sono per lo più frammenti di scritti gnostici riportati dai cosiddetti "polemisti", cioè Padri della Chiesa confutatori dello Gnosticismo) e di rendere più chiaro il profilo del fenomeno.

Il termine "gnosi" non dev'essere confuso con quello di "gnosticismo". Mentre per quest'ultimo ci si riferisce ad un movimento filosofico/spirituale collocato in un ben preciso periodo storico, per gnosi si deve invece intendere una forma di pensiero, non delimitabile nel tempo, centrata sulla conoscenza (in greco, "g'nosis").

Per cercare di comprendere in modo sufficiente il complesso spirito della Gnosi, è necessario approfondire i seguenti punti:

1) la Gnosi deve essere vista come la sintesi delle diverse espressioni dell'uomo alla ricerca della Verità, quindi come l'espressione di una "cultura" (la "cultura della Gnosi"). Le radici di tale cultura si perdono nella notte dei tempi.
Si dice che la Gnosi si regge su quattro pilastri:
- SCIENZA, nel senso, che preciseremo tra poco, di scienza oggettiva;
- FILOSOFIA, cioè amore per la sapienza e la saggezza;
- RELIGIONE, cioè sforzo di unire (dal latino "religare" ciò che appare separato (cioè il mondo sensibile a quello trascendente);
- ARTE, cioè la bellezza, l'armonia delle forme e dell'espressione, come rappresentazione dell'armonia dell'Essere;

2) la conoscenza intesa nel senso corrente, basata cioè sull'intelletto, quella che forma i suoi concetti regolandosi sulle informazioni che le giungono dai cinque sensi, rivela solo gli aspetti logici e più superficiali della vita. La Gnosi afferma che esiste un altro tipo di conoscenza, del tutto particolare, che potremmo definire "interiore" o "intuitiva", che non ha bisogno dei sensi e travalica la mente.
Il vero sapere, non può fondarsi sulla provvisorietà di una qualsiasi teoria e sulla fallace conoscenza legata all'esperienza sensoriale, generatrice di ideologie e di tecnologie, ma unicamente sull'oggettività dell'esperienza diretta, ottenuta attraverso la percezione autentica della Verità. La vera conoscenza non èdunque raggiungibile con la mente, ma solo con "facoltà dell'anima" che l'essere umano pur possedendo, non sa usare e che sono riunite nel concetto di "Coscienza". Quando la Coscienza si risveglia, permette all'uomo di ottenere la saggezza del cuore e l'autorealizzazione del proprio Essere.

3) la conoscenza della Gnosi è innanzitutto "conoscenza di se stessi" e fa proprio il motto scolpito sul frontone del tempio di Apollo in Delfi:
CONOSCI TE STESSO E CONOSCERAI L'UNIVERSO E GLI DEI.
Essa è la chiave di accesso al destino dell'uomo che si incrocia, secondo il concetto ben noto della filosofia ermetica, con il destino ed il significato dell'Universo. Macrocosmo e Microcosmo sono espressioni diverse di un'unica Realtà.

Da quanto ho detto si può comprendere come la Gnosi, costante compagna dell'uomo fin dalle sue origini, non si esaurisca nei temi dello Gnosticismo storico, ma li preceda, li comprenda e li sviluppi nei suoi contenuti, accogliendo i contributi delle diverse civiltà nel corso dei tempo. Ben prima del Cristianesimo, essa si organizzò nel pensiero degli Egizi, dei Babilonesi, dei Persiani di Zoroastro, dei seguaci del Buddha e nelle scuole iniziatiche greche e alessandrine (Pitagora, Socrate, Platone, Plotino e i Neopiatonici).


...
La "spiegazione" cristiana del male non mi ha mai soddisfatto, tuttavia elevarlo a principio metafisico paritario (come mi sembra fare lo gnosticismo) non e' sicuramente ortodosso. E cosi' anche per la materia: la resurrezione dei corpi implica che la materia di per se' non sia negativa, a meno che non venga rovesciata la gerarchia rispetto all'anima.

Nei vangeli gnostici si parla di "corpi spirituali" e, persino nella tradizione canonica, si dice che dopo la resurrezione i corpi dovranno essere "pneumatizzati".
Si tratta solo di veicoli che andranno persi durante la risalita attraverso i vari cieli che conducono al Pléroma lasciando nuda la vera essenza soprannaturale dell'uomo: lo Pneûma.



Ecco, intendevo proprio questo come pericolo di svalutazione della dimensione politica e comunitaria. Qui invece il dualismo gnostico fa il paio con quello cristiano "secondo lo spirito-secondo la carne": se il fine e' cmq l'estraneamento dalla polis e dal mondo in quanto modi di esistere di un essere "inferiore", i valori politici vengono a cadere come delle accidentalita' subordinate.

La politica ha valore solo se porta benessere all'uomo e se si dimostra in grado di compensare gli affanni che la materia reca all'uomo.
Una legge efficace che permette di assistere meglio i malati compensa di più quella malattia che li affligge.


Fra l'altro, il dualismo di partenza arriva a conclusioni simili a quelle cristiane, se anche tu dici Gli uomini sono uguali solo se spogliati del loro rivestimento grossolando lasciando libero il Sé. Non e' proprio questo il fine dello gnosticismo ?

È tutto completamente diverso dalla visione cristiana "ortodossa" o "cattolica".
Costoro affermano che siamo tutti uguali sul piano fisico. Dicono che siamo tutti uguali agli occhi di Dio e poi non sanno spiegare come mai il male venga distribuito in maniera diseguale.
Gli gnostici dicono che l'uguaglianza è possibile solo se spogliati del rivestimento grossolano, ma, attenzione, non uguaglianza tra entità separate, ma uguaglianza nell'unità consustanziale.

Per farmi capire meglio ti chiedo di meditare su una cosa: secondo te l'oro contenuto negli anelli e nelle collane è forse qualcosa di diverso rispetto all'oro come elemento? Certamente no! Sono forme diseguali e separate, ma, se liberate da cordicelle, brillanti, etc. sono, sotto l'aspetto chimico, la stessa cosa, la differenza sta solo nel modo in cui sono lavorate e nelle pietre che vi sono incastonate e negli elementi estranei che vi sono aggiunti.

Fuori di metafora: le cordicelle, le pietre, etc. sono il corpo dell'uomo diverso da individuo a individuo, l'oro è lo pneûma consustanziale in tutti e della stessa natura dello spirito di Dio (metaforicamente è l'oro come elemento: AU).
In questo consiste l'assenza di differenza cui aspira lo gnosticismo e non ha nulla a che fare con la stupida visione egualitaria cattolica.

Saluti

Mitteleuropeo
17-08-02, 23:09
Egregio Ichtys,

Ho seguito con molta attenzione ed ammirazione le Tue spiegazioni sullo gnosticismo, che condivido al 90%. Discordo con il fatto, che tu tenti di giustificare il razzismo con argomenti gnostici. Se presupponiamo che la razza umana abbia avuto origine da Adonai (chiamiamolo finalmente con il suo vero nome), quale emanazione imperfetta del Principio Primo, allora TUTTE le razze umane sono imperfette.
E' dunque merito solamente del singolo individuo costruire il suo Tempio interiore, che lo metta in condizione di ri-connettersi con il Principio Primo, apparso sulla terra attraverso la sua prima Emanazione, Gesù Cristo.
Se questo essere umano ha la forza, la perseveranza e la predisposizione karmica ad elevarsi, a ristabilire la differenza percettiva tra intelletto ed anima, allora sarà il benvenuto nella Comunione dei Santi (forse tu la chiami diversamente), qualsiasi sia il colore della sua pelle. Non penso che Hitler e Stalin, bianchi, siano su di un gradinio superiore a quello di Confucio (giallo) o di Martin Luther King (nero).
In questa chiave persiste però il problema dell' Ebraismo, l' unica Religione che volutamente abbia rifiutato l' unione con il Principio Primo, attraverso quello che poi fu chiamato il "Deicidio".
Forse questo spiega l' avversione verso gli Ebrei, di cui sono stati vittime per secoli (non inventata da Hitler).
E' un poco come andare in un luogo consacrato al satanismo: io, almeno, lì mi sento male, voglio scappare, so che devo conoscere anche i lati oscuri (v. il fascino di tante leggende ebraiche, tipo Golem), ma devo violentare il mio Essere.
Alla fine vorrei chiarire, che sicuramente la Shoah non è stata un mezzo accettabile per risolvere un problema, che cerca la sua soluzione in un ambito esoterico e non nella strage di un Popolo, perpetuata a fini bassamente propagandistici.
E' altresì innegabile, che il Popolo Ebreo abbia un ruolo sempre più cruciale nella storia dell' Umanità e che sia destinato ad essere protagonista dello scontro finale, solo contro tutti.

Hai mai cercato sulla carta dov'è Armageddon? Io sì: è Ramallah.

Igne Natura Renovatur Integra

Ichthys
23-08-02, 23:55
Originally posted by Mitteleuropeo
...
Se presupponiamo che la razza umana abbia avuto origine da Adonai (chiamiamolo finalmente con il suo vero nome), quale emanazione imperfetta del Principio Primo, allora TUTTE le razze umane sono imperfette.
E' dunque merito solamente del singolo individuo costruire il suo Tempio interiore, che lo metta in condizione di ri-connettersi con il Principio Primo, apparso sulla terra attraverso la sua prima Emanazione, Gesù Cristo.
Se questo essere umano ha la forza, la perseveranza e la predisposizione karmica ad elevarsi, a ristabilire la differenza percettiva tra intelletto ed anima, allora sarà il benvenuto nella Comunione dei Santi (forse tu la chiami diversamente), qualsiasi sia il colore della sua pelle
...

Se le razze fossero perfette in senso assoluto i loro corpi non dovrebbero nemmeno morire e subire la decomposizione; la materia è imperfetta per natura, ma merito della razza è dare alla psiche un certo marchio di fondo e indirizzarne il comportamento. Su grande scala tale comportamento innato, tale innato modo di vedere e percepire la realtà è chiamato "Volkgeist".

Sull'importanza dello gnosticismo come uno dei primi sistemi ad aver elaborato una dottrina razziale cito alcune righe estratte dal trattato sulle dottrine razziste "Il mito del sangue" di Julius Evola, SeaR edizioni, pag. 6:

"Lo gnosticismo tuttavia articolò questa nozione distinguendo tre razze: quella degli uomini pneumatici, degli uomini psichici e degli uomini ilici - razze, caratterizzate da predominio che in ciascuna ha l'uno o l'altro dei tre elementi fondamentali dell'essere umano, quello spirituale (pneuma), animico (psyché) o materiale (ulé) [...]".

Sebbene queste suddivisione del genere umano sia trasversale, il trattato ammette che quei popoli che meglio di qualunque altro sono in grado di recepire tali misteri e di innalzarsi con minore sforzo rispetto agli altri sono quelli arii, caratterizzati da tenacia, capacità riflessiva e senso del dovere; in quelli negroidi, al contrario, prevale l'elemento caotico, ilico e irrazionale. Gli altri popoli sono una via di mezzo.

Tenedo presente il principio del razzismo classico, secondo cui la razza influenza il comportamento, ciò vuol dire - sembra voler far capire il testo in questione - che essere nati in un corpo "ario" sia già un vantaggio poiché gli influssi che la psyche assorbe da quel particolare corpo sono proprio quelli che portano meglio alla gnosi.

Quello che viene dopo, cioè l'abbandono del corpo, avendo ottenuto la liberazione, non è più importante perché il corpo è pur sempre una manifestazione caduca e mortale.

Ma se quello che conta è lo pneuma e se lo pneuma è uguale in tutti gli uomini questo vuol dire che tutti gli uomini sono uguali? No, perché lo pneuma non ha nulla a che vedere col corpo umano: lo pneuma è Dio e la sua sostanza non può essere veramente divisa e diversificata perché non lo è mai stata e mai lo potrà essere, ma può essere più o meno inibita o esaltata in relazione al tipo di corpo/psyche in cui è immersa.

Una simile dottrina in cui Dio/Pléroma è Brahman e lo pneuma è l'atman la ritroviamo, e non per caso, nei sistemi filosofici non dualistici indiani contenuti nelle Upanisad, e i sistemi indiani non possono essere certo accusati di essere dei sistemi egualitari!