Bellarmino
11-08-02, 11:10
Vagando per la rete mi sono imbattuto in una notizia assai curiosa, per usare un eufemismo, della quale riporto un breve resoconto.
Cosa ne pensate?
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Un caso di rito cristiano
1.1. La possibilità di vivere esperienze religiose on line e di utilizzare internet e il cyberspazio quale spazio sacro ha ben presto interessato anche le comunità cristiane. Un interessante caso appartenente all’area cristiana di riti svolti on line emerge da una comunicazione ad un forum rintracciata (il 9 dicembre 2001) su usenet (http://www.ibiblio.org/london/agriculture/forums/sustag2/msg00045.html) e risalente al 1997. Promotore della comunicazione era un sacerdote inglese della Chiesa ortodossa, fondatore di una comunità religiosa virtuale, Creation Spirituality Celebration Circle, che invitava altri partecipanti al forum a quello che era definito prossimo rito on line. Proprio questo aggettivo rivela che riti on line, a quella data, dovevano già essere stati realizzati. Si parla di rito settimanale (week’s ritual) per il quale occorre stabilire il tema e concordare le letture sacre. L’invito era esteso a chiunque, indipendentemente dalla propria affiliazione religiosa e fede: il sacerdote ortodosso chiariva che il gruppo da lui fondato per gli incontri on line non era affiliato a nessuna chiesa ed era gestito in modo democratico. Nella comunicazione veniva segnalato l’orario, il software necessario per partecipare e i server cui connettersi con il programma, oltre alle altre modalità necessarie per l’accesso. In pratica quella che si costituiva era una apposita chat room.
1.2. Molti dei criteri usati per descrivere il rito sembrano derivati dalle esperienze tecnopagane di analoghe cerimonie on line. Si parla della necessità di costituire un cerchio sacro per esplorare le connessioni di ciascuno con gli altri, con la Terra, con io; il progetto è quello di chiamare nel cerchio l’intero web di vita (web of life). Alla comunicazione è annesso lo schema di un rituale tipico, riportato come esempio: schema che conserva certi temi delle celebrazioni tecnopagane. Il rito è composto da una apertura, gathering, nella quale è prevista la chiamata, cioè l’invocazione di tutto ciò che è nell’universo, di tutte le creature, delle direzioni, delle stagioni e delle stelle, per renderli presenti al rito insieme ai partecipanti. Sia le direzioni, che ricordano in modo trasparente i punti cardinali, usuali quarter dei neopagani, sia le stagioni e le generiche creature dell’universo riconducono alla folla di enti ed esseri extraumani invocate dai neopagani nei loro riti. Il secondo punto dello schema riguarda il tema, in questo caso l’umiltà secondo S. Matteo, per il quale occorre che i partecipanti preparino liberamente alcune letture, preferibilmente corte. Seguirà una discussione intesa non come dibattito ma come racconto delle esperienze personali e per rendere onore alle fedi ed esperienze degli altri. Il momento centrale è la preghiera, che ciascuno svolgerà a turno, per la terra e per la vita spirituale di tutti gli esseri (e non degli esseri umani). La benedizione finale che a turno i membri del cerchio doneranno agli altri chiuderà il rituale.
1.3. A parte il richiamo esplicito alla terra (dietro cui si cela neanche tanto nascosta la Madre Terra dei neopagani) anche l’eclettismo di fondo somiglia più alle posizioni sincretiste neopagane che all’ecumenismo cristiano. Del resto lo stesso promotore fa una sensibile passo in tal senso quando ammette che, pur essendo alcuni dei partecipanti al suo gruppo dei non cristiani, alla fine dietro tutte le fedi è presente il Cristo Cosmico, cioè l’idea, che si afferma riconosciuta in tutte le religioni, che la divinità è unita alla natura: posizione questa che coincide con quella delle frange ecologiste nel neopaganesimo oltre che con alcune credenze diffuse nell’area della New Age. Il gruppo, Creation Spirituality Celebration Circle, è definito inclusive electronic community committed to respect and honor for all of the creation. Una comunità nella quale vengono onorate e rispettate tutte le fedi. Il promotore si dichiara convinto che tutti i problemi del mondo sono di origine spirituale e che per salvare l’umanità e il pianeta occorre ricostruire il legame di interdipendenza con il mondo naturale. Ancora echi neopagani in un concetto di salvezza che non si rivolge all’aldilà dopo la morte ma si riferisce ad un livello immanente nel quale forti sono i connotati ecologici: la salvezza è la salvezza della terra, della Madre Terra.
1.4. Purtroppo non è stato possibile stabilire un contatto con questo sacerdote inglese e non è pertanto dato di sapere se questi riti sono continuati, con quanti partecipanti, e così via. Nondimeno questa testimonianza getta una luce sulla profonda influenza del neopaganesimo nel suo aspetto di tecnopaganesimo anche in aree culturali completamente diverse. Se certo tutto ciò non testimonia nulla sulle future possibilità da parte del cristianesimo di utilizzare in modo creativo ed originale internet per scopi religiosi in Rete, nondimeno rivela le attuali difficoltà da parte delle chiese cristiane principali che si trovano a fare i conti con uno strumento che sfugge in parte ai consueti moduli comunicativi.
Cosa ne pensate?
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Un caso di rito cristiano
1.1. La possibilità di vivere esperienze religiose on line e di utilizzare internet e il cyberspazio quale spazio sacro ha ben presto interessato anche le comunità cristiane. Un interessante caso appartenente all’area cristiana di riti svolti on line emerge da una comunicazione ad un forum rintracciata (il 9 dicembre 2001) su usenet (http://www.ibiblio.org/london/agriculture/forums/sustag2/msg00045.html) e risalente al 1997. Promotore della comunicazione era un sacerdote inglese della Chiesa ortodossa, fondatore di una comunità religiosa virtuale, Creation Spirituality Celebration Circle, che invitava altri partecipanti al forum a quello che era definito prossimo rito on line. Proprio questo aggettivo rivela che riti on line, a quella data, dovevano già essere stati realizzati. Si parla di rito settimanale (week’s ritual) per il quale occorre stabilire il tema e concordare le letture sacre. L’invito era esteso a chiunque, indipendentemente dalla propria affiliazione religiosa e fede: il sacerdote ortodosso chiariva che il gruppo da lui fondato per gli incontri on line non era affiliato a nessuna chiesa ed era gestito in modo democratico. Nella comunicazione veniva segnalato l’orario, il software necessario per partecipare e i server cui connettersi con il programma, oltre alle altre modalità necessarie per l’accesso. In pratica quella che si costituiva era una apposita chat room.
1.2. Molti dei criteri usati per descrivere il rito sembrano derivati dalle esperienze tecnopagane di analoghe cerimonie on line. Si parla della necessità di costituire un cerchio sacro per esplorare le connessioni di ciascuno con gli altri, con la Terra, con io; il progetto è quello di chiamare nel cerchio l’intero web di vita (web of life). Alla comunicazione è annesso lo schema di un rituale tipico, riportato come esempio: schema che conserva certi temi delle celebrazioni tecnopagane. Il rito è composto da una apertura, gathering, nella quale è prevista la chiamata, cioè l’invocazione di tutto ciò che è nell’universo, di tutte le creature, delle direzioni, delle stagioni e delle stelle, per renderli presenti al rito insieme ai partecipanti. Sia le direzioni, che ricordano in modo trasparente i punti cardinali, usuali quarter dei neopagani, sia le stagioni e le generiche creature dell’universo riconducono alla folla di enti ed esseri extraumani invocate dai neopagani nei loro riti. Il secondo punto dello schema riguarda il tema, in questo caso l’umiltà secondo S. Matteo, per il quale occorre che i partecipanti preparino liberamente alcune letture, preferibilmente corte. Seguirà una discussione intesa non come dibattito ma come racconto delle esperienze personali e per rendere onore alle fedi ed esperienze degli altri. Il momento centrale è la preghiera, che ciascuno svolgerà a turno, per la terra e per la vita spirituale di tutti gli esseri (e non degli esseri umani). La benedizione finale che a turno i membri del cerchio doneranno agli altri chiuderà il rituale.
1.3. A parte il richiamo esplicito alla terra (dietro cui si cela neanche tanto nascosta la Madre Terra dei neopagani) anche l’eclettismo di fondo somiglia più alle posizioni sincretiste neopagane che all’ecumenismo cristiano. Del resto lo stesso promotore fa una sensibile passo in tal senso quando ammette che, pur essendo alcuni dei partecipanti al suo gruppo dei non cristiani, alla fine dietro tutte le fedi è presente il Cristo Cosmico, cioè l’idea, che si afferma riconosciuta in tutte le religioni, che la divinità è unita alla natura: posizione questa che coincide con quella delle frange ecologiste nel neopaganesimo oltre che con alcune credenze diffuse nell’area della New Age. Il gruppo, Creation Spirituality Celebration Circle, è definito inclusive electronic community committed to respect and honor for all of the creation. Una comunità nella quale vengono onorate e rispettate tutte le fedi. Il promotore si dichiara convinto che tutti i problemi del mondo sono di origine spirituale e che per salvare l’umanità e il pianeta occorre ricostruire il legame di interdipendenza con il mondo naturale. Ancora echi neopagani in un concetto di salvezza che non si rivolge all’aldilà dopo la morte ma si riferisce ad un livello immanente nel quale forti sono i connotati ecologici: la salvezza è la salvezza della terra, della Madre Terra.
1.4. Purtroppo non è stato possibile stabilire un contatto con questo sacerdote inglese e non è pertanto dato di sapere se questi riti sono continuati, con quanti partecipanti, e così via. Nondimeno questa testimonianza getta una luce sulla profonda influenza del neopaganesimo nel suo aspetto di tecnopaganesimo anche in aree culturali completamente diverse. Se certo tutto ciò non testimonia nulla sulle future possibilità da parte del cristianesimo di utilizzare in modo creativo ed originale internet per scopi religiosi in Rete, nondimeno rivela le attuali difficoltà da parte delle chiese cristiane principali che si trovano a fare i conti con uno strumento che sfugge in parte ai consueti moduli comunicativi.