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Visualizza Versione Completa : Un tappeto di Atlantide?



Nebbia
14-08-02, 00:22
Nel 1949 un fortunato scavo archeologico diretto dagli studiosi russi Rudenko e Grinzanov sui monti Altaj, nella Mongolia nordoccidentale, portò alla luce il più antico tappeto del mondo, da allora conosciuto col nome di Pazyryk, secondo la denominazione della regione in cui fu rinvenuto. Per quasi 2000 anni era stato conservato dal ghiaccio di una tomba ipogea di un nobile scita e con ogni probabilità ne costituiva il corredo funebre insieme a un carro smontato e ai resti di un cavallo e ad altri oggetti appartenuti al defunto.
L'eccezionale scoperta costituì una conferma tangibile di quanto si conosceva da fonti storiche come gli scritti di Erodoto e di Senofonte, e letterarie come i poemi omerici. Tutte queste opere infatti, testimoniano che presso alcuni popoli antichi dell'Asia l'arte della tessitura era tanto evoluta da permettere l'esecuzione di raffinati manufatti, forse proprio di tappeti utilizzati in genere come stuoie.
Ma l'esemplare di Pazyryk oggi conservato al museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, non è soltanto una pietra miliare da cui partire per ricostruire la suggestiva storia del tappeto orientale. Realizzato intorno al V° secolo a.C, così come confermano le prove con il carbonio radioattivo, continua a stupire gli studiosi per l'accuratezza esecutiva e per la suggestione simbolica dei decori. Ha infatti una densa annodatura di 3600 nodi simmetrici per decimetro quadrato e disegni complessi, valorizzati da un'armonica policromia, con prevalenza del rosso della cocciniglia, del verde pallido e dell'avorio e di un delicatissimo punto di arancio. Di forma quasi quadrata 200 x 183, al centro del campo propone un susseguirsi di 24 formelle con foglie lanceolate disposte a croce e piccoli boccioli. Tutt'intorno corrono cinque cornici, di cui la principale esterna riveste un grande interesse iconografico: la processione di guerrieri a cavallo o al fianco del proprio destriero. Le altre bordure riprendono i motivi del campo e decori ispirati alla stilizzazione di animali tra cui cervi e grifoni che presso gli Sciiti erano legati al culto dei morti.


I misteri del Pazyryk

Come ogni clamorosa e inaspettata scoperta il Pazyryk pose subito una serie di interrogativi: che significato simbolico doveva essere attribuito ai suoi disegni? A quale popolo appartenevano i suoi abili esecutori, la cui perizia nell'arte della tessitura era dimostrata da una raffinatezza e da una tecnica per il tempo davvero straordinaria? E i colori ancora così vivi come l'arancio e il verde come è stato potuto ricavarli a quei tempi nel mondo vegetale?
Un tappeto così insomma era fuori dal suo tempo, eppure qualcuno l'aveva fatto. Ma chi? e con quali tecniche?

Considerando sia il luogo del ritrovamento (una tomba) sia alcune pagine delle Storie di Erodoto, dove l'autore greco descrive con minuzia di particolari la liturgia funebre degli Sciti, che celebravano la morte di un nobile guerriero con una serie di riti complessi e macabri, il primo quesito può venire risolto con una certa facilità: il Pazyryk è una rapperesentazione iconografica del rito funebre di un grande signore sciita. Dopo aver imbalsamato infatti la salma dell'eroe, la si faceva sfilare per 40 giorni nel suo territorio e quindi la si inumava insieme al carro al cavallo e ai corpi della moglie e della sua concubina. Ma il solene rituale non si concludeva quì poichè un anno dopo venivano sacrificati 50 cavalieri appartenuti al seguito del defunto e le loro salme erano poste all'ingresso della sepoltura per vegliare sul riposo del loro capo. tutti gli oggetti rinvenuti nella tomba del Pazyryk sembrano quindi confermare il racconto dello storico greco e gli stessi decori della cornice principale coi suoi solenni soldati a cavallo, quasi certamente ricordano il momento del sacrificio dei cavalieri.
Tutti gli altri interrogativi restano però irrisolti, secondo gli studiosi gli sciti non disponevano di tecniche così evolute nel confezionamento di tappeti annodati ed erano troppo distanti dai persiani per poter gongetturare un qualche contributo dell'evoluta civiltà sopracitata. Del resto l'accuratezza del manufatto e degna dei più pregiati tappeti orientali annodati dai grandi maestri persiani e turchi dei nostri tempi, non certo di quelli etnici confezionati 2000 anni or sono da tribù guerriere e nomadi quali quelle scite o persiane.


Il Pazyryk un tappeto di Atlantide?


La scoperta della città di Dioscuria (Atlantide) nella repubblica autonoma dell'Abkhazia avvenuta appena due mesi fa da parte di un gruppo di archeologi della CSI potrebbe fornire la chiave ai quesiti disattesi sorti attorno a questo eccezionale e misterioso tappeto.
Nella seconda settimana del mese del giugno di quest’anno infatti un gruppo di archeologi della repubblica autonoma dell'Abkhazia, ex-Urss, ha ritrovato, al centro della capitale Sukhumi, i resti dell'antica Dioscuria, colonia fondata dai greci di Mileto 2.500 anni fa nella Colchide, sulla costa orientale del Mar Nero.
La tradizione aveva tramandato che Dioscuria era stata distrutta da un cataclisma e sprofondata in mare. Nel 1958 archeologi russi trovarono nella baia di Sukhumi le rovine sommerse di una grande città. Gli archeologi abkhazi, hanno ora ritrovato i resti, fra cui parte delle grandi mura, dell'antica Dioscuria proprio nel cuore di Sukhumi, e ciò indicherebbe, secondo gli esperti, che solo una parte della metropoli sprofondò in mare.
Dioscuria che è anche uno dei luoghi identificati con Atlantide, la città-stato dalla grande civiltà e dalle favolose ricchezze raccontata da Platone e che sarebbe stata distrutta da un immane cataclisma potrebbe aver quindi fornito quelle conoscenze evolute agli sciti per confezionare tappeti di pregio come il Pazyryk. Del resto nel Crizia di Platone si fa spesso parola delle incredibili capacità degli artisti atlantidi nell’eseguire raffinatissime e ricchissime stoffe, nobili tappeti e preziosi arazzi.
Oltre al fittissimo numero di nodi e all’accuratezza impareggiabili ecco che è la policromia stessa di questo tappeto a far conferma della sua unicità e del suo anacronismo, colori assolutamente impossibili da ottenersi a quei tempi con la genuina ma limitata scienza delle colorazione vegetale (il verde era un colore che si poteva ottenere vegetalmente, ma era quasi impossibile fissarlo, mentre i verdi del Pazyryk sono vecchi di oltre 2000 anni!!! L’arancio poi era assolutamente una chimera, una pietra filosofale per il tessitore orientale che ha potuto solo con l’avvento delle aniline iniziare nei primi 900 a confezionare tappeti con quelle colorazioni.)

Nebbia
14-08-02, 00:43
http://www.rugsandtextiles.com/research/005b4e20.jpg

Il Pazyryk


http://www.rugsandtextiles.com/research/007e89b0.jpg

Particolare dell'angolo del Pazyryk

Nebbia
14-08-02, 00:46
http://www.rai.it/Contents/news/14200/abkhazia_oriz190602.jpg

La mappa di Dioscuria